scienza, questa dottrina non la potrò io almeno
confrontare con quella degli uomini , con quella
di Platone, di Cicerone? Diviso è adunque, gri-
derò con la indignazione dell'apostolo Paolo , di-
viso è adunque Cristo? Si, è diviso pur troppo
e questa divisione, questa separazione, questo di-
mezzare è quello che ci alleva nelle scuole uo-
mini dimezzati, incompiuti, incerti ; è quello che
dà la semiscienza, la scienza vana, terrena, inu-
tile, non la vera , la cristiana , quella insegnata
da Cristo, predicata da Paolo e dagli altri Apo-
stoli, consacrata col loro sangue , col sangue dei
martiri, svolta dai Padri e Dottori della Chiesa,
dai Santi . Cristo è dimezzato , cioè non è cono-
sciuto interamente ; non si conosce o non si rico-
nosce il suo dominio in tutto e su tutto . Cristo
deve regnare non solo in chiesa, ma anche fuori,
nella vita sociale, nella vita domestica, nella vita
individuale, nel cuore e nella mente, in tutto . Ma
per ottener questo, per volere che l'istruzione che
nelle scuole si imparte, non sia leggera, presun-
tuosa e più di danno che di bene, bisogna fermarsi
in mente questa verità : che Gesù Cristo è il cen-
tro di tutto e di tutti . Per esso e in esso furono,
dice l'apostolo Paolo, create tutte le cose ; esso
è avanti a tutte le cose, le quali, come in lui fu-
rono create, in lui sussistono . Quoniam in ipso
condita sunt universa in coelis et in terra omnia
in ipso et per ipsum creata sunt . Et ipse est
ante omnes, et omnia in ipso constant . Egli è ,
continua l'Apostolo Paolo, il primogenito d'ogni
creatura, il Principio, quel Principio in cui, come
scriveva Mosè e come spiegano i Padri della
Chiesa Dio Padre creò il cielo e la terra . E
come Gesù Cristo è il principio , così anche è
il fine di tutto . Tutto viene da lui , si rimane
in lui e a lui ritorna . Ego , così Gesù Cristo
parla nella Apocalisse, principium et finis . Egli
è l'erede di tutte le cose, affinchè, conchiude
l'Apostolo Paolo , in omnibus sit ipse prima-
tum tenens . Omnia et in omnibus Christus . (1)
Da queste solenni parole dell'Apostolo Paolo si
vede come la materia e lo spirito, la natura e la
storia , l'individuo e la società , la Chiesa e le
nazioni , l'industria e la civiltà , la letteratura e
il dogma, la scienza e l'arte, il volere e l'inten-
dere , l'Angelo e Satana sono per il Sacramento
o mistero di Cristo, come è detto nei Libri Santi
il Verbo incarnato, la seconda Persona della San-
tissima Trinità discesa in terra a umanarsi . Gesù
Cristo è il centro, l'unità, l'armonia, il significato
di tutto l'universo ; senza di lui non vi è che dis-
ordine, divisione, ignoranza, corruzione : senza di
lui niente si intende, laddove tutto l'universo per
lui si intende e si spiega, « perchè tutto o è se-
gno di Cristo, o sospiro a Cristo, e Cristo è la
verità e la ragione di tutto . » (V . Fornari, Vita
di Gesù Cristo . Proemio) .
Questo è quanto è incluso nelle parole dell'A-
postolo Paolo ; e le parole di Paolo trovano la
loro conferma in tutto il Vecchio Testamento, nei
libri di Mosè, nei Profeti, nei Salmi ; e le parole
(1) Colos . I, 15, 16, 17 . 18 ; II. 10; III. 11; Apoc. I, 5,
8 ; Haebr . I, 2 ; 1 Cor. XV, 10, 20 ; I, 30 ; Eph. 1, 23 .
di Paolo trovano la loro conferma nelle tradi-
zioni, nella civiltà, nella letteratura di tutti i
popoli .
Cristo si rivela nella natura : e la natura è
segno, è simbolo di Cristo . Così, quando io vedo
il seme, caduto in terra e mortificato, risorgere
nella spiga e un sacrificio precedere sempre alla
gloria, e alla gioia il dolore, io vedo allora Cri-
sto , e l' abbassamento della divinità , e la pas-
sione del crocifisso, e l' infinito onore del risorto
(V . Fornari Idem) .
Cristo mi è rivelato dalla storia , non dico solo
dalla Storia Santa, tanto sublime e tanto disprez-
zata dalla semiscienza moderna e che pure è il
fondamento di tutte le storie , e l'unica storia
dove tutto è verità, ma Cristo mi è anco rive-
lato dalla storia profana dei popoli . Per Cristo ,
dice Paolo, furono creati i secoli (Heb . 1, 2), cioè
tutte le vicende e gli avvenimenti di tutti i tempi
e di tutti i luoghì mirano a Cristo, a Cristo ten-
dono tutte le nazioni, che, secondo la profezia di
Davide, sono sua eredità (Ps . Il) . Ninive, Babilo-
nia, la Grecia , Roma erano una preparazione al
regno di Cristo ; lo volle rivelato Iddio medesimo
nei Libri Santi per Daniel Profeta . Tutta la ci-
viltà, o meglio coltura pagana, non solo di Gre-
cia e di Roma, ma di Egitto , India e Persia e-
rano uno sforzo supremo della umanità a Cristo ;
e tutta la letteratura pagana io la concepisco
come l'espressione di questo affannoso tendere
dell'umanità, sedente nelle tenebre, a Cristo, vero
oriente dall' alto . Questo sforzo fu vano , è vero
ma dimostra sempre come l'uomo voleva andare
a Cristo , ma non poteva . Quindi deduco l'insuf-
ficienza della civiltà, della filosofia, della lettera-
tura pagana ; imparo a non venerarla ciecamente,
a non stimarla come l'estrema perfezione ; imparo
ad amar Cristo che, somma bontà, vedendo che
l'uomo a lui non poteva andare, discese esso al-
l'uomo ; imparo a conoscere come la sua dottrina
è la vera, l'unica completa . E l'avere uno scrit-
tore pagano meglio sentito ed espresso questo bi-
sogno di Cristo, questa necessità di elevare a Dio
la decaduta umanità , per me è il criterio per
giudicare di sua grandezza ed eccellenza , e non
la dizione pura, non la forma splendida , non la
frase vibrata, non i periodi ben architettati, non
le retoriche figure : cose tutte le quali , a chi
ben mira, deducono ogni lor pregio dall'avere sen-
tito l'autore profondamente e fortemente . Quindi
io stimo ed amo Eschilo, che nel Prometeo dipin-
gendomi un Dio il quale , per voler del Dio . su-
premo, soffre confitto e quasi crocifisso da duro
supplizio e soffre per amor degli uomini, mi ri-
corda il mio dolce Salvatore . Stimo ed amo So-
focle che in Edipo, il quale, dopo una serie fatale
di sventure e di delitti , trova finalmente pace
nella riconciliazione con la Divinità , mi dipinge
lo stato infelicissimo della umanità, che travolta
in abissi di miserie e di delitti trova pur la sua
salute in Cristo . Stimo ed amo quell' anima me-
ditabonda e affettuosa di Virgilio, che raccogliendo
le sparse tradizioni e le speranze ognor più vive
di tutti i popoli in un vicino e aspettato Libera-
tore desiderava di poterlo co' suoi occhi vedere