BS 1930s|1933|Bollettino Salesiano Febbraio 1933

Anno LVII - N. 2   1° FEBBRAIO 1933 (XI)

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommarlo: Un Giubileo straordinario. - Crociata Missionaria. --- In famiglia - A zigzag da l'Alpi al Mare - Da un Continente all'altro. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. -- Dalle nostre Missioni: Giappone, Statistiche eccitanti - Cina, Vicariato apostolico di Shiu-Chow - India, Escursione apostolica alle foci del Gange. - Per intercessione del B. D. Bosco. - Lettera di D. Giulivo ai Giovani. - Necrologio.

La Strenna del Papa al mondo cattolico: Un Giubileo straordinario.

Agli auguri del inondo cattolico il Santo Padre ha risposto, la vigilia dello scorso Natale, nell'ora del tradizionale omaggio del Sacro Collegio, con una solennità ed una munificenza unica nella storia del Pontificato Romano. Vivamente preoccupato delle angustie eccezionali che rendono oggi così difficile e, per troppi, così triste la vita, il Successore di Pietro, dopo aver tante volte invitato popoli e governi a sensi di mutua carità cristiana, dopo avere promosso una vera Crociata di Carità per provvedere alla miseria materiale prodotta dalla crisi mondiale, dandone l'esempio più augusto Egli stesso con generosa elargizione delle offerte che Gli pervengono dai fedeli e con straordinarie intraprese di lavoro, ha colto infine l'occasione del XIX Centenario della morte di N. S. Gesù Cristo, con gesto regale e cuore paterno, per provvedere largamente agli spirituali bisogni delle anime redente dal Sangue prezioso del Divin Salvatore, con una strenna degna del Vicario di Cristo: Un Giubileo Straordinario.

Noi, che viviamo di fede, sappiamo qual cumulo di grazie offra un Giubileo, quante celesti benedizioni apporti alla terra.

E, sebbene spiacenti di giungere tardi - perchè quando il Santo Padre ne diede l'annuncio, il Bollettino di gennaio era ormai stampato, ed in corso di spedizione - non vogliamo rinunciare ad offrire ai nostri Cooperatori il sovrano documento che, meglio di ogni altra esortazione, vale a disporre le anime nostre ad accogliere degnamente la Strenna del Santo Padre ed a trarne frutto.

Ringraziati gli Em.mi Porporati, ricordate le grandi pene ed anche le celesti consolazioni dell'anno decorso, il Santo Padre ha esteso ai Suoi diletti figli e poi a tutti i popoli il Suo paterno augurio.

« ... augurio di ogni grazia e consolazione spirituale nello Spirito Santo... augurio di gaudio e perseveranza nel santo servizio; augurio di ogni aiuto ed utile cooperazione nel difficile lavoro; augurio di sempre più copiosi frutti di gloria di Dio e di salute d'anime, di merito e di santificazione... augurio e preghiera di pace e tranquillità nell'ordine; dì mutua fiducia negli amichevoli rapporti; di maggior larghezza di aiuti ove maggiore è il bisogno; di sufficiente e rimunerativo lavoro; di meno disagiate e meno incerte condizioni generali di vita.

E tosto ha annunziato il prezioso dono natalizio.

La Strenna...

» Ma non è soltanto per trasmettere tutti questi auguri - ha detto il S. Padre - che abbiamo voluto fosse a Nostra disposizione il miro apparecchio. Abbiamo in serbo ben altro messaggio per tutti i Nostri cari figli in Cristo, anzi a tutta l'umanità, per la quale tutta Gesù Cristo Redemptor mundi ha versato il suo sangue, divino prezzo della Redenzione, ed aperte le sorgenti della grazia, perchè tutti vi si dissetassero e trovassero la vita e l'abbondanza della vita.

Il ricordo della Redenzione.

» È all'ineffabile opera dell'umana Redenzione da Gesù Cristo compiuta che chiamiamo la considerazione di tutti i redenti. Più che un'opera è un cumulo di opere divine, mirabilissima anche a considerarla nella sua parte centrale e culminante. Ricordiamo e pensiamo un istante: l'ultima Cena e l'istituzione dell'Eucaristia, la prima Comunione e l'iniziazione sacerdotale degli Apostoli; la Passione, la Crocifissione e la Morte di Gesù; Maria sotto la Croce costituita Madre degli uomini; la Risurrezione di Cristo condizione e promessa della nostra; confermata agli Apostoli la remissione dei peccati; il Primato confermato a Pietro; l'Ascensione di Gesù al Cielo; la venuta dello Spirito Santo; l'inizio trionfale della Predicazione apostolica. Di tutti questi mirabili fatti, dai quali è cominciata la rinascita vera del mondo, questa vita e questa civiltà cristiana, della quale noi gustiamo i frutti maturati, il prossimo anno millenovecento trentatre è quello che la comune opinione dei semplici fedeli, identificando senz'altro l'anno trentatre dell'èra volgare con l'anno della morte di Gesù Cristo, ritiene ed addita (Noi ne abbiamo avuto testimonianze da diverse parti) come l'anno centenario, diciannove volte centenario; la scienza non crede di poter altrettanto categoricamente asserire, ma anche secondo la scienza (abbiamo ristudiato del Nostro meglio il difficile problema, abbiamo interrogato speciali competenze) l'anno trentatre e l'anno trenta sono quelli intorno ai quali si raccolgono argomenti di maggiore probabilità, se non di assoluta certezza. All'anno trentaquattro non rimanendo che una debolissima probabilità (per quanto suffragata dai grandi nomi del Bellarmino, Santo e Dottore della Chiesa, e del grandissimo Baronio, padre della Storia Ecclesiastica), agli uomini, ai redenti oggi viventi non resta più che il prossimo anno 1933 per celebrare fondatamente il centenario della morte del Signore e del suaccennato ciclo di fatti divini che le fanno corona.

» È a questa celebrazione che Noi invitiamo fino da oggi e da questo momento tutti i redenti nel Sangue di Gesù Cristo, Sangue che la Chiesa Cattolica, e sol'essa, conserva incorruttibile ed incorrotto, con tutti quei frutti di grazia e di vita soprannaturale che ne germogliarono e maturarono fino dai primi giorni, e via via nei secoli fino a noi, con promessa divina di eterna fecondità.

Il Centenario più doveroso e più grandioso.

» Quale centenario più grandioso? quali benefici più grandi di quelli ch'esso richiama? quale celebrazione centenaria più doverosa? particolarmente doverosa per noi e per il tempo nostro, quando celebrare centenari quasi diventa una moda e per ciò stesso fatalmente si estende a soggetti ed avvenimenti di dignità e grandezza molto discutibili. Fors'è meno doverosa la nostra celebrazione per la incertezza dell'anno? Ma la incertezza dell'anno nulla toglie alla certezza ed alla grandezza infinita dei benefici da noi tutti ricevuti.

Se gli uomini del 2033 avranno raggiunto, per nuovi trovati e nuovi calcoli, la certezza, per uno degli anni in questione, essi sapranno fare il loro dovere; noi dobbiamo soddisfare al nostro.

» Doverosa e benefica celebrazione e per questo da moltissimi desiderata: e sarà già non lieve beneficio che il mondo non senta più unicamente, o quasi, parlarsi di conflitti e di contrasti, di diffidenze e di sfiducia, di armamenti e disarmi, di danni e di riparazioni, di debiti e di pagamenti, di dilazioni e di insolvenze, di interessi economici e finanziari, di miserie individuali. e di miserie sociali; non senta più soltanto queste note, ma anche quelle di così alta spiritualità e di così forte richiamo alla vita ed agli interessi delle anime, alla dignità e preziosità di queste nel Sangue e nella grazia di Cristo, alla fraternità di tutti gli uomini nel Sangue stesso divinamente suggellata, alla salvifica missione della Chiesa nella umanità, a tutti quegli altri pensieri santi e sante elevazioni che non possono non sprigionarsi dai divini fatti che saranno l'oggetto di tale celebrazione, per poco che lo spirito vi faccia attenzione.

I termini dell'Anno Giubilare.

» È perchè la celebrazione Nostra non consista in atti fugaci, e le anime tutte, anche le più distratte ed affaccendate, trovino tempo e modo di profittarne con la necessaria larghezza, disponiamo che la celebrazione stessa abbia luogo per un intero anno; anno che fin d'ora proclamiamo di santo Giubileo, Anno Santo; affinchè la celebrazione abbia anche il maggior possibile valore di preghiera e di espiazione, di propiziazione e di sante indulgenze, di emendazione della vita e di copiosa santificazione.

» Di tutto questo i giorni nostri hanno così particolarmente bisogno in mezzo a tante tribolazioni, in tanta dimenticanza dell'eterno, in tanto paganesimo che pervade la vita, in tanta ricerca del piacere, della mondanità, e del denaro ch'è abusato mezzo all'uno e all'altra.

» Al fine di tener conto da una parte della per quanto tenue probabilità dell'anno trentaquattro, e dall'altra dare il tempo necessario all'Episcopato, al Clero ed ai Fedeli per la opportuna, anzi necessaria preparazione, dìsponiamo pure che l'annunciato anno di santo Giubileo decorra dal prossimo giorno due aprile millenovecento trentatre, Domenica di Passione, fino al due aprile millenovecento trentaquattro, seconda festa di Pasqua.

» Sarà Nostra cura ordinare fin dagli inizi del nuovo anno per la pubblicazione dei documenti e delle istruzioni d'uso.

» Vogliate, buon Dio, benedire ai santi propositi Nostri e dei figli tutti della grande Famiglia da Voi affidataCi, come Noi tutti benediciamo nel Nome Vostro, presenti ed assenti, vicini e lontani ».

Prepariamoci adunque al Giubileo straordinario con animo grato verso il Vicario di Cristo e con propositi di vera santificazione.

CROCIATA MISSIONARIA

BORSE COMPLETE

96. Borsa MARIA AIUTO DEI CRISTIANI E BEATO DON BOSCO fondata da una generosa benefattrice che desidera conservare l'anonimo.

97. Borsa MONS. UGO MACCOLINI fondata dalla sorella Anna augurandosi di essere ad altri di incitamento.

98. Borsa S. CARLO Somma precedente, 3554,95 - N. N. (Svizzera) a mezzo Don Carlo Braga, Ispettore della Cina, 16.445,05 - Totale L. 20.000.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ALIQUO' ING. DOMENICO - Somma precedente, 9000 - Versamento dicembre, 1000 - Totale L. 10.000.

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (2a) - Somma precedente, 8272,30 - Damaso Seneghini, 25 - Emilia Bovio, 5 -- Gabrielli Beatrice, io - Jole Ghirardelli, io - Sorelle Dasio (Svizzera), 37,30 - Scotto Stefano, io - Zenaide Pogliani, io - Totale L. 8379,60.

Borsa BERRUTI DON PIETRO - Cav. Gino Bernocco (Cherasco), 200.

Borsa BEATO DON BOSCO (160) - Somma precedente, 13887,85 - Benvenuti Riccardo, 20 -

Cavalli Maria, 20 - Cav. Prof. Raffaele Basti, 5o - Cormio Luigi (Bari), 5o - Gobbi Francesco (Modena), io - Gorlani Adelaide, 30 - Magnano Antonia, 13,50 - Maria Pisanò, 9 - Maria Panizzari, 200 - Morghera Reale, 25 - Minuto Lorenzo, io - N. N. (Milano), 15 - Saraceni Maria Luisa, 5 - Totale L. 14.33535.

Borsa BORGATELLO DON MAGGIORINO - Somma precedente, 18.334,65 - Casè Virginia, 500 - Grua Maria, io - F. M. (Torino), 5 -Totale L. 18.849,65.

Borsa CARAVARIO DON CALLISTO -- Somma precedente, 1115 - D'Amico Francesca, 5o - Totale L. 1165.

Borsa CORTEMILIA - Somma precedente, 18.456 - Vero Fiorino e Teresina, 5o - Totale L. 18.506.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA -Somma precedente, 3285,50 - Fulcheris Maddalena, 5 - Romani Teresa, 5 - Totale L. 3295,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (3&) - Somma precedente, 931 - Rag. Guido Betta, 30 - Totale L. 761.

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma precedente, 1217 - Ronco Maria Lunati, io - Tartara Elvira, 5o - Totale L. 1277.

Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI - Somma precedente, 6045,50 - Anna Talini, (Lodi), 100 - Totale L. 6145,50.

Borsa ETERNO PADRE - Somma precedente, 512 - G. P. (La Spezia), 100 - Giuseppina Ligotti, 25 - Signora Contreros, 5 - Totale L. 637.

Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI (6a) - Somma precedente, 3290,50 -- B. P. (Washington), 5o - Balzofiore Maria, 3 -- Carlo Ghiglione, 150 - Conforto Anna, 5o - Coro Grazia, io - Colombo Antonietta, 50 - Fanny Bonetti, 25 - Felicina Ruspa, 100 - Fornera Adele, 18 - Dalma Cantatore, 5o - Don Arnoldo Kónig (Germania), 572,23 - Maria Teresa Testa, 3 - P, P., 1,30 - P. P., 1,90 - Sacchi Maria, 1o - Teol. D. G. B., 20 - Valsecchi Lupano Vanda, 40 - Verdone Rosa, io - Teresa F., 1 - Totale L. 4455,93.

Borsa FERRANDO D. G. B. - N. N. (Milano), 200.

Borsa FRANCESIA D. G. B. (2a) - Somma precedente, 795 - Lovazzano Cristina, 25 - Totale L. 820.

Borsa GIUBILEO E RICONCILIAZIONE - Somma precedente, 2905 - Casalbore Francesco, 90 - Totale L. 2995.

Borsa LASAGNA MONS. LUIGI - Somma precedente, 7000 - N. N. (Montemagno), io - Totale L. 7010.

Borsa MAMMA MARGHERITA, - Somma precedente, 730 - Paradiso Clementina e Maria, 5o - Totale L. 780.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Somma precedente, 18.168,70 - Fanelli Luigi, 5 - Maria Rosa Gaspari, 25 - Totale L. 18.198,70.

Borsa MARIA MAZZARELLO - Somma precedente, 540 - Rovero Camilla, 5 -- Totale L. 545

Borsa MORGANTI MONS. PASQUALE (2a)-Somma precedente, 200 - Giannino Facchini, 1o -- Totale L. 210.

Borsa NASSO' DON MARCO - Somma precedente, 5011 - Marchisio Eugenio, 2 - Totale L. 5013.

Borsa PARROCCHIALE M. AUS. (2a) - Somma precedente, 6970 - Dalla cassetta del Santuario (nov. e dic.), 673,30 - Totale L. 7643,30.

Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO - Somma precedente, 1950 - Giusta Prette (Mondovì), 15 - Miegge Gamba Erma, 5 - Totale L. 1970.

Borsa PIO X - Somma precedente, 14.277 - Carola Fagiuoli, io - Totale L. 14.287.

Borsa PISCETTA DON LUIGI - Somma precedente, 12.963,80 - Maestra Rosetta Demartini, 15 Conti Gino (Imperia), 1o - Cassini Giovanni, 8o - Calvi Guglielma, io - Totale 1,. 13.078,80.

Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma precedente, 15.53330 - Famiglia Bianco, io - Teresa Teodorico, b 5 - Luigi Capovilla, 15 - Totale L. 15.573,30.

Borsa RICHELMY CARD. AGOSTINO - N. N., 1000.

Borsa ROSINA SAVODI DI CASTELNUOVO DON BOSCO - T. L., 1400 - M. C. e O. T., 100 - Marchisio Maria, 1300 - N. D. Tarsillo Prudenziano, 100 - Totale L. 2900.

Borsa S. CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI (2a) - Somma precedente, 9023 - Bruno Bice, 5o - Emilia Cavagnet, 19 - Emilia Bovio, 5 - Totale L. 9097.

Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma precedente, 5024,70 - Dessilani Luigia, 5 - Totale L. 5029,60.

Borsa S. ANTONIO DA PADO VA - Somma precedente, 3129 - Antonio Ciarleglio, io - Totale L. 3139.

Borsa S. FILOMENA - Somma precedente, 12.600 - D. F., 300 - Totale L. 12.900.

Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA Somma precedente, 5387,80 - Valeri Angela, 120 - Totale L. 5507,80.

Borsa S. MICHELE - Somma precedente, 3410 - Fassetta Maria, zoo - Totale L. 361o.

Borsa S. TERESA DI GESÙ - Somma precedente, 10.ooo - Elisa Strada Boni, io - Totale L 10.010.

Borsa S. TERESA DEL B. GESÙ (boa) - Somma precedente, 15.911,20 - Maria Pisanò, 12 - Famiglia Gallotti, 25 - Minuto Lorenzo, 10 - Totale I,. 15.958,20.

Borsa VANGELO DI GESÙ - Somma precedente, 16.917,30 - T. D., 5o -- N. N., 5o - R., 100 Sac. Francesco Petrosini, 80 - Totale L. 17.197,30.

Borsa VERCELLI - Somma precedente, 8o55 - Unione ex-allievi di Vercelli, 265 Totale L. 8320

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Alorale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:

Se trattasi d'un Legato:

«... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».

Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa: « Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».

(Luogo e data).

(Firma per esteso).

IN FAMIGLIA

Giubileo Cardinalizio dell'Emmo. Card. Pietro Gasparri.

Soddisfiamo ad un dovere del cuore esprimendo anche da queste colonne, coi più devoti ossequi, le nostre vivissime felicitazioni all'Em.mo Card. Pietro Gasparri pel venticinquesimo, compiuto nel dicembre scorso, della sua elevazione alla sacra Porpora.

Abbiamo tanti motivi di rallegrarci del fausto avvenimento.

L'Em.mo è uno dei Porporati che più onorarono il Principato della Chiesa. Senza accennare ai segnalati servigi che prestò ad essa, specialmente come Segretario di Stato, basti ricordare i due più recenti che passano patrimonio della storia, cioè la codificazione del Diritto Canonico e la Conciliazione dell'Italia col Vaticano; per cui lo stesso nostro Sovrano volle manifestargli la sua alta stima conferendogli la massima decorazione del Collare della SS. Annunziata.

Bene quindi auspicò Pio X, che l'ebbe in sovrana considerazione, chiamandolo a dar lustro al Sacro Collegio.

Noi Salesiani poi, Cooperatori ed Ex-allievi gli dobbiamo intensa gratitudine. Cardinal Protettore della nostra Congregazione fino dal 1914, non lasciò occasione alcuna per manifestarci il suo paterno affetto confortandoci ed aiutandoci in ogni difficoltà, in ogni nuova impresa, in ogni manifestazione e sviluppo dell'Opera, in ogni fasto di essa, primo fra tutti la Beatificazione di Don Bosco.

Egli lo conobbe nel 1883 a Parigi, quando era professore di Diritto Canonico nell'Istituto Cattolico di quella capitale, ove il Beato Padre tanto entusiasmo destò colla sua visita, con avvenimenti prodigiosi, nei ricevimenti e colla predicazione. Ebbe anzi il piacere di accompagnare Don Bosco dalla chiesa della Maddalena, dove aveva tenuto una conferenza, all'Istituto Cattolico che lo volle a pranzo e gli offerse poscia un solenne ricevimento nel salone d'onore.

All'Em.mo Porporato salga l'ardente voto filiale dei Salesiani, dei Cooperatori e degli Ex-allievi per la sua conservazione, rallegrata dalle benedizioni celesti. Si: ce lo doni il Signore per molti anni ancora così che continui a risplendere faro alla scienza e astro benefico nella Chiesa di Dio.

La più alta onorificenza polacca all'Em.mo Card. Primate Augusto Hlond.

S. Em. Rev.ma il Card. Augusto Hlond, della Società Salesiana, Arcivescovo di Gnesen e Posen, Primate di Polonia, è stato insignito della più alta onorificenza polacca dell'Aquila Bianca.

L'Ordine dell'Aquila Bianca, di classe unica, fu istituito nel 1325 dal Re Ladislao IV di Polonia. La divisa dell'Ordine è Pro fide, rege et lege (per la fede, per il re e per la legge).

Con questo atto il Governo Polacco ha inteso riconoscere ufficialmente le grandi benemerenze dell'Em.mo Card. Primate che consacra alla sua nobile patria, con affetto di figlio e con zelo di Pastore, il suo divino ministero di verità e di vita. Lo stesso Ecc.mo Presidente della Repubblica ha conferito all'Eminentissimo in forma solenne l'altissima onorificenza.

E tutta la Nazione, che gode così largamente dello zelo dell'Em.mo Card. Primate ha esultato di intima gioia. Gioia che noi dividiamo di gran cuore, augurandoci che sempre circondi S. Em. nel suo attivo e fecondo apostolato.

Giubileo missionario dell'Arcivescovo di Madras.

S. E. Rev.ma Mons. Eugenio Méderlet ha compiuto i suoi venticinque anni di vita missionaria. Tutta l'Archidiocesi ha celebrato con speciali funzioni il giubileo missionario dell'Em.mo Pastore; e la Capitale ha promosso anche un omaggio ufficiale che riuscì una solenne dimostrazione della stima che S. E. gode presso ogni ceto di persone e del vivissimo affetto di cui lo circondano i suoi diocesani.

Il 10 novembre u. s. il Victoria Public Hall, uno dei più vasti e dei più aristocratici saloni di Madras, fu gremito, come mai, da una folla di gente d'ogni ordine, indiani ed europei, cattolici, protestanti e pagani. Tutto il Clero di Madras era attorno al suo Arcivescovo col Clero di Mylapore ed il vescovo diocesano Mons. Texeira. Dopo un scelto programma musico-letterario, omaggio degli allievi delle scuole cattoliche cittadine, il Vicario Generale Mons. G. Mora, S. C., in un forbito discorso di circostanza, tessè la storia dei 25 anni di apostolato missionario di Mons. Arcivescovo.

Entrato nella Congregazione Salesiana, Don Méderlet era giunto in India, destinato alle missioni della Cina, nel 1907, dopo aver diretto per circa dieci anni le case salesiane di Mury in Svizzera e di Liegi in Belgio. Contava 4o anni, essendo nato a Erstroff, Lorena, nel 1867. A Tanjore aveva trovato agonizzante il salesiano Don Vigneron e parve mandato dalla Provvidenza a confortare gli ultimi istanti di quel valoroso figlio di Don Bosco, che gli spirò fra le braccia. Incerto se trattenersi a continuare l'opera del missionario scomparso o proseguire per la Cina, interrogò telegraficamente il successore di Don Bosco, Don Michele Rua, il quale gli rispose che si fermasse in India. Don Méderlet ubbidì e si consacrò senz'altro a quella missione cui diede in breve straordinario incremento. La parrocchia cattolica di Tanjore ebbe da lui uno slancio ed una vita che ne fanno ancor oggi una delle regioni più ferventi. Direttore della casa salesiana, innalzò una Scuola Superiore ed una Scuola Industriale che sono vera gloria della città.

Chiamate nel 1922 le Figlie di Maria Ausiliatrice, provvide magnificamente all'educazione della gioventù femminile. Il Governo Inglese riconobbe le speciali benemerenze di D. Méderlet e nel 1925 gli decretò, alta onorificenza, la medaglia Kaiser-i-Hind; tre anni dopo, la Santità di N. S. Pio Papa XI gli affidava l'Archidiocesi di Madras.

Arcivescovo, Mons. Méderlet non cambiò che i bottoni della sottana, rimanendo il missionario, il buon parroco della vasta archidiocesi, col programma del Beato Don Bosco: Da mihi animas, caetera tolle! Si deve a lui il seminario indigeno di Madras, intitolato a Pio XI; a Vellore ha fondato una scuola per maestre, una scuola industriale ed un orfanatrofio; a Polur un ospedale; dispensari a Chetpur, Arni e Ranipet e poi scuole in tutti i villaggi, secondo il suo sistema: « Prima la scuola e poi la cappella ». L'Azione Cattolica ha avuto da lui un impulso tale, che oggi può vantare una delle migliori organizzazioni in missione: buona stampa, canto sacro e liturgia, sono appoggiati e diretti, la vita religiosa fiorisce, le conversioni si fanno sempre più numerose...

Venticinque anni di missione non sono pochi in India, una i figli spirituali di Mons. Méderlet, cantando con il loro Pastore il Te Deum nella cattedrale di S. Maria degli Angeli, la domenica 13 novembre, gliene hanno augurati e pregati tanti ancora, e noi ci associamo cordialmente, con affetto di confratelli e di cooperatori.

Nuovo Prefetto Apostolico.

La S. Congregazione di Propaganda Fide ha affidato ai Salesiani la nuova Prefettura dell'Orenoco Superiore ed ha nominato Prefetto Apostolico l'Ispettore delle nostre case della Repubblica di Venezuela, Mons. Enrico De-Ferrari.

Mons. De-Ferrari ha 58 anni, essendo nato a Novara l'8 novembre 1875. Entrò nella Congregazione Salesiana nel 1893 e due anni dopo partì per il Venezuela ove fu ordinato sacerdote il 21 maggio 1899, in Caracas. Nel 1925 fu nominato Visitatore e nel 1929 Ispettore delle Case Salesiane della Repubblica.

Riservandoci di dare ampie notizie della nuova Prefettura, presentiamo ora al novello Prefetto Apostolico i nostri migliori auguri.

Decennio dell'Unione "Don Bosco" fra insegnanti.

Dieci anni sono passati da quando, nel 1922, un nucleo di ventiquattro ottimi Insegnanti, quasi tutti della Scuola « De-Amicis » di Torino, si sono raccolti, sotto gli auspici del III Successore del B. Don Bosco, Don Filippo Rinaldi, col proposito di fondare un'Unione fra gli Insegnanti che intendessero avvivare la propria pedagogia dello spirito del grande Educatore della gioventù. Dieci anni di studio alla scuola di Don Bosco fedelmente interpretata da uno dei suoi figli più competenti, il sac. dott. Bartolomeo Fascie, il quale analizzò in diverse conferenze più volte all'anno il sistema del Beato, scendendo fino alle norme più pratiche di applicazione; dieci anni di esperienza nelle singole classi dai singoli insegnarti. Indubbiamente con frutto e soddisfazione, come l'attesta anche la relazione che il Presidente, ing. comm. Aristide Bianchi, Preside del R. Liceo « Gioberti » ha, di questi giorni, presentata al Rettor Maggiore. Vi sono infatti numerati 1400 soci aderenti, distribuiti in diverse sezioni. La sezione di Torino vi figura col maggior numero: 724 Insegnanti di Scuole Elementari e 207 di Scuole Medie e Superiori. Ben 40 sezioni sono costituite a Ronca, Milano, Genova, Firenze, Pisa, Trento, ed altri centri minori. Due grandi convegni tenuti a Valsalice nel 1922 e nel 1927 hanno segnato le tappe principali del movimento. Ma ogni anno i soci ebbero qualche contatto o alle conferenze ordinarie del sig. Don Fascie, o a quelle straordinarie di altri illustri oratori, o nell'annuale convegno che, con mete diverse (Valdocco, Valsalice, Castelnuovo, Becchi, Mondonio...), ebbe sempre lo scopo di illustrare qualche particolare del sistema educativo di Don Bosco e di animare a valorizzarne gli insegnamenti nella quotidiana fatica della educazione giovanile.

Lassù ai Becchi, nel prato che vide Don Bosco fanciullo, campeggia ora un grazioso monumento che nel 1929 l'Unione eresse, colle oblazioni dei singoli, per ricordare ai visitatori dell'umile casetta natia dell'Apostolo della gioventù, l'ammirazione degli educatori che a lui s'ispirano nel compimento della loro sublime missione.

Il secondo decennio fu iniziato con una conferenza del sig. D. Fascie su « Alcune particolarità del metodo educativo di Don Bosco » e con una funzione intima nella cappelletta ove il Beato celebrò le ultime Messe. Il Rettor Maggiore, benedicendo i propositi di nuova attività, espresse il voto che l'Unione, formando insegnanti allo spirito del Beato Don Bosco, tanto apprezzato anche dai recenti programmi governativi, concorra a dare all'Italia ed all'Estero veri maestri, apostoli della educazione.

ROMA - L'Istituto Salesiano "Sacro Cuore" in Udienza Pontificia.

I 25o alunni del nostro Istituto « Sacro Cuore » coi loro superiori ed un'ottantina di chierici salesiani studenti alla Pontificia Università Gregoriana, sono stati ricevuti in speciale udienza dal Santo Padre il 29 dicembre u. s. nella Sala Clementina. Essi hanno umiliato a S. S. un devoto indirizzo di omaggio, scritto in artistica pergamena ed un modesto obolo, frutto di piccole rinunzie.

Accolto da vivissime acclamazioni e dal canto del nuovo «Inno al Papa » composto e diretto dal M. Salesiano D. Antolisei, l'Augusto Pontefice ha gradito il filiale omaggio ed ha rivolto ai giovani affettuosissime paterne parole:

Tutto bello - ha detto S. Santità - dilettissimi figli, tutto bello questo vostro omaggio solenne, questo inno così bene composto e così bene eseguito, per cui già Ci siamo rallegrati col Maestro, ed ora Ci rallegriamo con voi. Bello l'indirizzo che abbiamo letto e che Ci annunziava la vostra visita, bello per i sentimenti che esprimeva. Bello e gradito il dono. Bella e gradita, gradita quanto bella la presentazione di questo indirizzo, nella sua forma così squisitamente artistica di cui si è saputo rivestire. Bello e gradito conche il vostro obolo, non tanto per la sua entità, quantunque anche per quella... Mille lire non è cosa indifferente... e crederemmo di trovarCi in mezzo a capitalisti... Sappiamo bene come l'obolo sia stato messo insieme a prezzo di piccoli sacrifici, piccoli per sè, ma grandi per i sentimenti che li ispirarono, per l'intenzione che li accompagnava di, arrivare sino alle mani del Papa, pano al suo cuore.

Tutto bello, gradito, prezioso dunque, ma nulla più bello, nulla più gradito, nulla più prezioso del dono che Ci portate colla vostra presenza, colla vostra visita. Gesto tanto figliale questo di venire come figli dal Padre per trovarlo, per fargli visita, di venire colle vostre belle giovani voci ad augurare al Padre vita e bene, a fargli passare un'ora, dei momenti così lieti e giocondi per il suo cuore paterno.

Noi siamo sempre in questa felice necessità, per la paternità universale che il Signore Ci volle affidare, di trovarCi con gioia in mezzo ai figli.

Più grande è la gioia quanto più piccoli essi sono... E poi, con figli così qualificali come siete voi nella nostra grande famiglia! Ci basti dire che siete figli Nostri e figli del Beato Don Bosco

Questo nome vuol dire tante cose! Tante cose che voi tutti conoscete, dai più piccoli ai più grandi, che conoscete come pochi possono conoscere, per la felice esperienza della vostra vita, per il grande beneficio che è per voi di essere figli di Don Bosco. Allevati dai suoi figli, nel suo spirito, coi suoi metodi così profondamente umani e cristiani; preparati così alla vita in tutte le direzioni, dalla più umile professionale a quella delle classi dirigenti, e poi sino all'altissima missione del Santuario nelle varie direzioni del santo ministero, nel servizio delle anime, nell'insegnamento, nelle missioni... Tutte queste cose dice e richiama il nome di Don Bosco, nel quale venite: nome che a Noi è particolarmente caro, anzi, è ormai risaputo universalmente il nostro affetto per i figli del Beato Don Bosco; non solo perchè il Signore Ci diede la grazia di contribuire per portarlo all'onore degli altari, ma perchè in epoca lontana l'abbiamo conosciuto personalmente. Vi è poi una circostanza speciale che finisce ormai per essere della nostra vecchiaia, che Ci fa dare un benvenuto particolare a voi che venite... conte diremo? dal Sacro Cuore di Don Bosco, poichè quella chiesa l'abbiamo vista sorgere, e i suoi inizi coincidono appunto colla Nostra venuta e dimora in Roma. ...Dunque, con quali specialissimi sensi di compiacenza Noi vi vediamo qui, nella casa paterna, vi salutiamo e vi benediciamo con tutte le benedizioni che voi desiderate!

Una grande benedizione a tutti e singoli, ai presenti e a quelli che non sono presenti, ma che dividono la vostra vita e hanno lo stesso beneficio di essere educati nel nome di Don Bosco, vogliamo dire anche gli esterni... di cui Ci fu presentato un campione. Vogliamo benedire l'Oratorio, il Circolo, ed anche quei buoni soldati che vi chiedono ospitalità.

Vogliamo dire tutti quanti: dai più piccoli che sono i più imparaticci di quinta elementare... (Noi abbiamo fatto scuola alla quarta elementare, alla quinta non ci siamo arrivati...) fino a quelli delle ginnasiali, a quelli che frequentano la Nostra Università Gregoriana e l'Istituto Biblico, i quali ormai non solo vanno per le vie del sapere, ma ascendono alle vette, alle creste delle scienze sacre.

Tutti abbracciamo, voi e anche più in là, molto, immensamente più in là... tutto quello che voi Ci fate vedere in una visione mondiale, perchè i figli di Don Bosco sono ormai dappertutto, e Noi ne seguiamo dappertutto le buone opere. Tutta questa grande visione Noi l'abbiamo presente per benedire quanti in essa vediamo. Voi tutti e singoli, e con voi aggiungiamo tutte quelle persone e tutte quelle cose care a cui ora pensate e che vi stanno a cuore, che avete nella mente e nel cuore, e che desiderate siano benedette, Tutti vogliamo benedire, pregando il Signore che accompagni le benedizioni del suo Vicario colle benedizioni Sue. Tutti vogliamo benedire, particolarmente con questa intenzione, in questa augurale circostanza di sante feste già celebrate e del nuovo anno che già si annunzia, che la Nostra benedizione sia non solo un augurio ma un pegno sensibile di tutte quelle prosperità e grazie di Dio che auguriamo a voi, specialmente ai più piccoli per tutti gli anni che verranno appresso, a voi che quest'avvenire l'avete ancora quasi tutti intiero... A Noi gli anni stanno dietro, a voi davanti, o, come disse un buon poeta:

A voi par giungere l'anelito ardente dei cavalli coi quali il sole monta all'orizzonte...

Per noi è il vespro che accende le ultime fiaccole...

La benedizione dunque su tutti gli anni, su tutti i giorni, su tutti i momenti della vostra bella vita...

Impartita la benedizione Apostolica, il Santo Padre lasciava la sala, salutato da nuove entusiastiche acclamazioni.

CUNEO = Festose accoglienze al Rettor Maggiore.

A veramente straordinario l'affetto di cui la città di Cuneo circonda i Salesiani, che pure vi sono da appena quattro anni alla direzione del Convitto Civico e all'ufficiatura della chiesa pubblica di Santa Clara. Ne abbiamo avuto una dimostrazione solenne in occasione della visita del nostro Rettor Maggiore.

Quando egli vi giunse, la sera del 17 dicembre accompagnato dai Parroci urbani e da intimi cooperatori ch'erano andati ad incontrarlo alla Madonna dell'Olmo, Santa Clara era gremita di popolo che ascoltava la parola affascinante del nostro Don Trione. E i giovani convittori che gremiscono l'Istituto ne approfittarono per godersi il Superiore e manifestargli la loro gioia e la loro gratitudine in una breve accademia e durante l'intimo convito in cui l'ebbero capo-tavola come un padre in mezzo ai figli.

Ma il giorno appresso il pubblico si strinse attorno al successore di Don Bosco dalla Santa Messa della Comunione generale ch'egli celebrò in Santa Clara, alla solenne premiazione nel Teatro Toselli ed alle ultime funzioni della sera. Dopo la Messa il sig. Don Ricaldone tenne conferenza alle Dame-Patronesse, che si prendono tanta cura dell'opera salesiana.

Verso mezzogiorno ebbe la visita graditissima del Podestà, on. Imberti, al quale anche i convittori tributarono una vibrante dimostrazione di ossequio e di gratitudine, come a colui che, tra gli atti del suo saggio governo, ha il vanto di aver aperto le porte del Convitto Civico ai Salesiani.

Nel pomeriggio il teatro Toselli rigurgitava. Le principali autorità erano sul palco: S. E. il Vescovo diocesano, Mons. Quirico Travaini, S. E. il Prefetto, comandante Adalberto Mariano, il Podestà on. Imberti, il Comandante la Divisione Militare, gen. Grossi, il gen. Miravalle in rappresentanza del Segretario Federale, il Preside della Provincia, comm. Toselli, ecc...

Il programma si svolse magnificamente nella brillante interpretazione dell'« orchestrale sinfonica cittadina », della « schola cantorum » del convitto e nelle declamazioni dei vari alunni. Ma l'attesa del pubblico era per il discorso ufficiale che S. E. l'on. sen. Tancredi Galimberti dedicò ad una splendida esaltazione del Beato Don Bosco. L'illustre oratore ha fatto rivivere la complessa figura del santo di domani nel suo ardente amore per le anime, nella sua peculiarità di educatore e di missionario, sottolineando molto opportunamente la predilezione pei giovani operai pei quali egli organizzò, primo in Italia, le scuole professionali. In uno degli accostamenti con San Francesco d'Assisi S. E. non ha esitato a proclamare una devozione singolare del Beato Don Bosco.

« Egli fu devoto - disse - della nona Beatitudine aggiunta da San Francesco: Beati qui ludent, perchè dovunque ci sono canti, suoni, scherzi, giochi, spettacoli, ivi Don Bosco ora e sempre intona: Laudate pueri Dominum, laudate nomen Domini!

» Egli amò e praticò gli esercizi fisici, ginnastici, ma - osservò subito argutamente - non avrebbe sognato di erigere lo Sport a una professione di classe, per cui in questi giorni di magra professionale i pugni della Boxe e i calci del Foot-Ball rendono più che il Codice e le Pandette ».

Toccando la questione operaia S. E. rilevò le speciali benemerenze del Beato:

« Don Bosco - disse - nel secolo delle immense officine, delle grandi industrie meccaniche, agrarie, della questione operaia, crea coi suoi laboratorii, colle sue officine, l'operaio cristiano.

» La casa di maestranza internazionale delle Arti e Mestieri di Torino sarà presto una delle prime, se non le prima del mondo; come lo è il laboratorio agricolo di Cumiana. Ed oggi ancora sulla rive del fiume Giallo fioriscono le scuole professionali salesiane.

» Vissuto nel secolo della questione operaia, del collettivismo marxista e del comunismo di Proudhon, egli intravide fra gli errori di quelle dottrine, che ve n'erano delle oneste corrispondenti alle aspirazioni universali dei proletari verso una maggiore giustizia e insorse con tutte le sue forze contro gli speculatori delle anime e dei corpi dei poveri lavoratori, ricordando con l'esempio ai ricchi il monito di San Matteo che essi non devono essere che i tesorieri dei poveri, egli che fu del povero uno dei più grandi banchieri ».

S. E. richiamò il sostegno dato alla nascente Società Salesiana dal Vescovo di Cuneo, Mons. Manzini, ricordò le glorie salesiane della provincia e la cara figura del « Pastorello delle Alpi », il pio giovinetto Besucco Francesco, di cui lo stesso Beato pubblicò edificanti cenni biografici; e, accennati i preziosi servizi che egli seppe rendere alla patria sua, dopo un commosso indugio sui miracoli della carità compiutisi attorno a Don Bosco, chiuse con un saluto augurale ai giovani convittori:

«Ed ora il mio augurale saluto a voi giovani, a voi che siete la marea che monta, l'alba sorridente, la patria che noi ci auguriamo felice e grande nell'avvenire.

» Don Bosco non morrà mai, Egli vivrà sempre nella gioventù, primavera eterna della Religione e della Patria. E voi, per quante sventure, disillusioni, affanni, vi riserbi la vita, non dimenticate mai la sua parola ed i suoi esempi.

» A che servono di giorno i fari? Dove a mezzodì splendono le stelle? Ma lasciate che le tenebre discendano e i venti infuriino sul mare; e la luce del faro additerà il porto come nella notte le stelle additano il cammino al viandante.

» Così è nella vita a cui andate incontro. È facile, finche vi si presenterà bella e sorridente di felicità, dimenticare i consiglieri della vostra giuliva giovinezza; ma quando le tempeste delle passioni ottenebrino le vostre anime, quando i dolori, i triboli della vita assaliranno i vostri giorni, oh! come riluceranno all'animo vostro le verità eterne a voi insegnate ».

L'elevata concettosa orazione dell'onorevole Senatore, più volte interrotta ed infine coronata da vivissimi applausi, ha autorizzato il Rettor Maggiore ad affermare che Don Bosco stesso aveva parlato per bocca di S. E. Il sig. Don Ricaldone ringraziò quindi tutte e singole le autorità, il popolo immenso e caldeggiò il voto comune che presto un bell'oratorio salesiano apra le porte alla gioventù di Cuneo e che accanto all'Oratorio sorgano le Scuole professionali, dove coll'istruzione tecnica venga anche impartita quell'educazione morale cristiana che sola può trasformare l'uomo in cristiano ed italiano. Dopo la premiazione degli alunni, Don Ricaldone si affrettò a Santa Clara dove altro popolo lo attendeva da una buon'ora, fortunatamente intrattenuto da Don Trione. Con un rapido parallelo tra l'educazione pagana dell'infanzia cinese e l'educazione cristiana della gioventù, curata da Don Bosco, eccitò ancora una volta le ottime patronesse a cooperare coi salesiani in questa santa impresa.

La mattina del lunedì nell'ampio coro di Santa Clara si raccolsero a convegno sacerdotale centoventi sacerdoti delle Diocesi di Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Fossano, con Mons. Vescovo di Cuneo il quale benedisse l'opera di

Don Bosco rilevando che ad essa si deve se nelle provincie piemontesi la fede si mantenne viva è profonda, perchè fu Don Bosco che, favorendo le vocazioni sacerdotali, mantenne le cattedre dei Pastori.

Don Ricaldone ringraziò S. E. Mons. Vescovo e tutti i confratelli sacerdoti convenuti e li intrattenne sulla istruzione religiosa dimostrando come essa nella sua forma più semplice, il catechismo, sia il più grande antidoto contro i mali sociali.

Il Priore della Cattedrale, can. teol. Bessone, presentò con rara concisione e perfetta forma Don Bosco « modello dei sacerdoti » e D. Trione spiegò il significato della cooperazione salesiana come richiamo dei laici a quella forma di attività religiosa specifica che si propone l'incremento della fede e lo sviluppo delle vocazioni religiose.

Il Convegno sacerdotale fu degna corona di tante feste. Il Clero diocesano ha affermato ancora una volta quella stima e quella benevolenza che cordialmente prodiga ai Figli di Don Bosco e di cui questi sentono tutta la preziosa efficacia.

Il Rettor Maggiore potè tornare a Torino colla gioia paterna di sapere i suoi figli circondati di tanto affetto.

GENZANO-Roma. - Nell'Oratorio salesiano.

La data memoranda dell'Immacolata ha segnato ufficialmente l'inaugurazione del nuovo anno oratoriano nell'Istituto Salesiano di Genzano di Roma che fu il primo campo di attività dell'eroico Mons. Luigi Versiglia di cui ricorre in questo mese il terzo anniversario del barbaro eccidio.

La solennità fu preparata con l'affettuosa cooperazione dei Superiori ed alunni e fu preceduta da un triduo, predicato separatamente pei piccoli e pei grandi. Numerosissimi gli intervenuti.

Al mattino della festa, Messa con Comunione generale.

Dopo la Messa un'abbondante colazione a tutti; quindi inaugurazione della giostra che forma una nuova attrattiva pei 6oo giovani che frequentano l'Oratorio.

A queste manifestazioni partecipò con materna tenerezza il fiorente comitato delle Dame Patronesse, recentemente costituito per uno sviluppo sempre maggiore dell'Opera Salesiana.

MILANO - Istituto Sant'Ambrogio.

La solenne distribuzione dei premi ha richiamato anche quest'anno autorità, cooperatori ed amici all'Istituto Salesiano della capitale lombarda, fiorente di oltre duecento giovani studenti e di quasi duecento artigiani. L'Em.mo Card. Arcivescovo, Idelfonso Schuster, si è degnato di presiedere la cerimonia, non solo per decorare personalmente i migliori classificati, ma per eccitare colla sua autorevole e paterna parola artigiani e studenti a perseguire ciascuno cristianamente la propria mèta. Con S. Em. era il Prefetto S. E. Gr. Uff. Dott. Fornaciari, il R. Provveditore agli studi, Gr. Uff. Truffi, il rappresentante del Podestà, ed altre distinte personalità. Disse elette parole di circostanza il Cap. Cav. Avv. Pietro Leoni, mutilato di guerra. I premiati furono numerosissimi ed il folto pubblico li ha acclamati calorosamente. Dimostrando ancora una volta la simpatia cordiale della cittadinanza verso l'Istituto che continua a compiere opera di educazione, di formazione tecnica e di squisita carità.

SAMPIERDARENA - "Pro erigende Scuole Professionali all'Istituto Don Bosco".

Colla benedizione dell'Em.mo Card. Minoretti, arcivescovo di Genova, e gli auguri del nostro Rettor Maggiore, si tenne in Genova, a Palazzo Rosso, il 1° dicembre u. s., l'adunanza dei Comitati d'Onore « Pro erigende Scuole Professionali» all'Istituto Don Bosco. Presiedette lo stesso on. Podestà di Genova, senatore Eugenio Broccardi, il quale, come Presidente aperse l'adunanza con elevate parole di omaggio alle personalità intervenute e di viva simpatia per l'Opera Salesiana, di cui caldeggiò lo sviluppo progettato nel ramo professionale. Presentato poscia dal direttore Don Savaré, prese la parola l'oratore ufficiale, Don Stefano Trione, il quale illustrò l'organizzazione, il funzionamento e la diffusione delle Scuole Professionali Salesiane che vantano, nel nostro Paese, il primato di fondazione, e ne rilevò le speciali benemerenze in Italia ed all'Estero.

L'interessantissimo discorso fu seguito da crescente simpatia e coronato da vivissimi applausi. L'attuazione del magnifico progetto ha avuto così autorevoli affidamenti.

DEBNICHI CRACOVIA (Polonia). - Benedizione della pietra angolare d'una nuova parrocchia salesiana.

Il 9 dicembre u. s. S. E. Rev.ma Mons. Sapieka, Arcivescovo, Principe di Cracovia, ha benedetto solennemente la pietra angolare della nuova chiesa parrocchiale affidata ai Salesiani in Debniki. La chiesa sarà dedicata a S. Stanislao Kostka ed al Beato Don Giovanni Bosco di cui attendiamo la canonizzazione. Erano presenti alla cerimonia tutte le autorità ed immenso popolo. Cantò la Messa solenne, sullo stesso luogo, il Can. Decano Skarbok, cooperatore salesiano, e tenne il discorso d'occasione il direttore del nostro Oratorio S. Giuseppe di Przemyls, don Swierc. La costruzione della chiesa è affidata alla carità dei parrocchiani e di generosi benefattori. Sono già fuori terra le fondamenta ed i lavori procederanno alacremente perchè la popolazione è disposta a qualunque sacrificio. Il progetto è dell'ing, arch. prof. Krzyzanowski di Cracovia. Accanto alla chiesa si svilupperà in pieno un Oratorio che è già modestamente iniziato ed al quale accorre numerosa la gioventù di Debniki.

RIO DE JANEIRO (Brasile). - Commovente rievocazione del sacrifizio di marinai italiani.

La mattina del 30 novembre u. s. l'equipaggio degli incrociatori italiani « Alarico dal Mosso » e « Emmanuele Pessagno », di passaggio nel porto di Rio, si recarono nel cimitero di San Francesco Zaverio, colle autorità e i membri della Colonia Italiana, per rendere omaggio alla memoria dei camerati dell'incrociatore « Lombardia », vittime della febbre gialla nel 1886. Il pio pellegrinaggio sostò al Mausoleo che, nel 1901, il Circolo Operaio della Colonia Italiana eresse nel cimitero suddetto per ricordare ai posteri il sacrificio di quei valorosi, partiti dall'Italia con una missione di fiducia presso la nobile Nazione Brasiliana, e sorpresi e prostrati dal morbo violento, appena entrati nella baia di Rio. Vi doveva intervenire il venerando sacerdote salesiano Don Antonio Varchi, che nella tragica ora assistette l'equipaggio come cappellano di bordo del «Lombardia ». Ma l'età e le condizioni di salute non glielo permisero. Fu degnamente rappresentato dall'Ispettore Salesiano del Matto Grosso, prof. D. Ernesto Carletti e dal Direttore del nostro collegio di Nictheroy, Don Emilio Miotti, con un bel gruppo di giovani collegiali. Il Comandante del « Pessagno » depose ai piedi del Mausoleo una corona di fiori ed inaugurò una lampada votiva.

Poi l'Ispettore Don Carletti tenne il discorso commemorativo. « Dica - gli aveva - scritto Don Varchi - che furono eroici quei poveri figliuoli. Oltre duecento morirono, compreso il Comandante ed il medico di bordo; ma tutti rassegnati e confortati degli ultimi sacramenti ». E da queste poche righe del Cappellano che li aveva visti morire e ne aveva raccolto l'ultimo palpito, Don Carletti prese il volo per esaltare l'eroismo dei prodi e commuovere a cristiani suffragi tutti gli astanti.

La commemorazione non poteva riuscire più degnamente.

CAMAGUEY (Cuba). - I danni d'un terribile ciclone.

I nostri Cooperatori hanno già avuto notizia dai giornali di un violento ciclone, che, nel novembre dello scorso anno, si abbattè sulla ricca provincia di Camaguey (Cuba), apportandovi la desolazione e la morte. Da sud-ovest a nordovest ha attraversato il cuore dell'isola provocando uno squilibrio atmosferico da 750 mma 708. La velocità del vento raggiunse i 215 km. in un'estensione di 30o km., provocando anche il maremoto che distrusse la cittadina di Santa Cruz del Sur in cui perirono tre quarti degli abitanti. Le acque superarono le sponde di parecchi chilometri travolgendo boschi centenari, abitazioni, seminagioni, bestiame e isterilendo il terreno almeno per un triennio. Più di diecimila famiglie rimasero senza tetto e senza mezzi di sussistenza. Le nostre Case non furono risparmiate. Di tre che ne abbiamo nella zona, furono particolarmente danneggiate la Scuola Agricola in costruzione, e la Scuola Professionale. I danni superano le 400.000 lire. Grazie al Signore però non abbiamo avuto a lamentare vittime tra i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice. Anche molti nostri Cooperatori riconobbero una sensibile protezione divina in tanto disastro. Mirabile lo spettacolo di carità offerto dal clero e dai confratelli delle Conferenze di San Vincenzo nell'opera di salvataggio e di soccorso. Lo stesso Parroco di Santa Cruz del Sur vi ha lasciato la vita eroicamente. Raccomandiamo alle preghiere dei nostri Cooperatori i superstiti della regione così provata che versano nelle più urgenti necessità.

PORTO SAID (Egitto). - La nuova chiesa delle Scuole Italiane maschili.

Il nostro Istituto di Porto Said ha inaugurato la sua nuova chiesa che, promossa dallo zelo avveduto del R.o Console, cav. dott. Alberto Calisse, fu costrutta col generoso concorso della Direzione degli Italiani all'Estero, sotto la direzione dell'arch. Spiro Scarpa.

Di stile gotico è tutta in cemento armato. Occupa un'area di 370 mq. ed armonizza perfettamente col fabbricato scolastico che completa magnificamente. Elegante all'esterno, è soavemente mistica nella sobrietà interna, grazie alla luce proiettata dalle 12 bifore laterali attraverso ai vetri colorati. E frequentata anche dal miglior pubblico nazionale e straniero e costituisce un vero vanto per le Scuole e per la Colonia.

PORT CHESTER -- Un Parroco salesiano nominato Cavaliere della Corona d'Italia.

S. M. il Re d'Italia ha conferito la Croce della Corona d'Italia al Salesiano Don Giovanni Focacci, Direttore e Parroco della Parrocchia N. S. del Rosario in Port Chester (Stati Uniti).

L'onorificenza vuol essere un riconoscimento delle speciali benemerenze che lo zelantissimo Parroco si è acquistato nella cura degli Italiani emigrati negli Stati Uniti.

Egli infatti, partito per gli Stati Uniti, non ha mai dimenticato la viva raccomandazione del Beato Don Bosco «di curare in modo speciale i nostri cari Emigrati» e vi si è consacrato con grande affetto.

Culto e grazie di Maria Ausiliatrice

Guarisce da bronco-polmonite bilaterale. -- La nostra cara nipotina, di appena 18 mesi, colpita da terribile bronco-polmonite bilaterale, stava per essere strappata all'affetto immenso dei suoi genitori, zii e nonni, nonostante le amorevoli e sapientissime cure di due medici illustri.

Quando le speranze dell'umana scienza minacciarono di svanire, e nel nostro cuore si faceva strada un'accasciante desolazione, una pia persona, inviata dalla Divina Provvidenza, ci consigliò di ricorrere con fiducia al Beato Don Bosco e a Maria SS. Ausiliatrice, sapendo per esperienza che molto ottengono dal Sacratissimo Cuore di Gesù a pro' dei loro devoti, benefattori dell'opera salesiana.

Con fervore di fede, iniziammo tosto una novena per impetrare dal Signore, ad intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e del Beato Don Bosco, la sospirata guarigione della nostra diletta inferma, sul petto della quale ponemmo una reliquia del Beato.

Oh, prodigio! non si era che al terzo giorno della novena che il nostro angioletto, ebbe un improvviso sollievo che gli facilitò immediatamente la respirazione. Una graduale decrescenza del dolore che accusava alle spalle e conseguente abbassamento della temperatura da 4o a 37 gradi, confermò le nostre speranze.

Il medico curante, giunto al capezzale dell'inferma ne constatò l'insperato miglioramento, e, maravigliato, dichiarò la piccina fuori pericolo.

Ora, la cara Maria Luisa convalescente, si avvia a grandi passi verso il completo ristabilimento. Pieni di gratitudine inviamo un'offerta per le opere Salesiane.

Teglia di Genova (Rivarolo), 20-10-1932.

I nonni LORENZO ed ANGELo MERCENARO.

Guarigione insperata. - Nell'estate dell'anno 1931 fui sottoposto a un atto operatorio. Benchè l'operazione sia riuscita abbastanza bene, la ferita tardava a guarire, anzi s'era formata una specie d'infiammazione accompagnata da molestie molto dolorose. Dopo aver praticato inutilmente per sette mesi quanto i medici seppero consigliarmi, dubitando fortemente che il mio male stesse per divenire cronico, e, data la delicatezza della parte offesa, col tempo si manifestassero peggiori complicazioni, mi sono deciso nel febbraio del 1932 di ricorrere alla intercessione della Vergine SS. Ausiliatrice colla novena tanto consigliata dal B. D. Bosco. Ebbi subito qualche periodo di sensibile miglioramento, che si alternarono coi periodi di sofferenze; ma ora da quattro mesi sto bene e credo di potermi dire guarito.

Riconoscente per una grazia tanto insperata, ringrazio pubblicamente la nostra madre celeste, Maria SS. Ausiliatrice e la prego a continuarmi la sua materna protezione anche per l'avvenire, specialmente coll'ottenermi la liberazione da altra tribolazione che presentemente mi affligge.

San Salvatore Monferrato, 7-XII-32.

TIZZANI NATALE.

Mi salva la figlia da sicura morte. - Non saprei davvero come rendere grazie alla Vergine SS. Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco, per avermi salvata la figlia da sicura morte.

La mia cara figlia, Elisabetta Mammana, era appena stata rallegrata dalla nascita d'un bel bambino, quando dovette lamentare una febbricciuola derivante da una mastite che, nonostante l'intervento chirurgico, rivelò poscia una vera setticopioemia, malattia riconosciuta incurabile, e conseguentemente letale. I migliori sanitari dichiararono inefficaci le risorse suggerite dalla scienza medica. Io allora, sorretto dalla fede, pensai senz'altro d'interessare il Gran Medico Celeste, mercè l'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e del Beato Don Bosco. Difatti, disperando di qualsiasi aiuto terreno, con i membri della mia famiglia, i parenti tutti e le buone Suore ed Educande dell'Istituto Salesiano di Catania, iniziammo al Beato Don Bosco una novena di preghiere e Messe cantate. A maggior gloria di Dio, tosto iniziata la novena, mia figlia cominciò a migliorare, ed oggi, con sentita gratitudine ed indescrivibile gioia, unito agli stessi sanitari che l'avevano dichiarata in imminente pericolo di vita, grido il miracolo, grazie all'intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e del Beato Don Bosco. Mia figlia difatti è fuori pericolo.

Catennanova, 6-XII-1932.

VINCENZO MAMMANA.

Grazie spirituali e materiali! - Rendiamo pubbliche grazie a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco per tanti benefizi ricevuti. Affari di eredità erano assai male avviati. L'opposizione di un figlio ci fece assai soffrire e ci provocò tuia serie di disgrazie. Ci raccomandammo a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco. All'improvviso tutto cambiò. Questo figlio, prima quasi senza religione e disubbidiente, diventò mansueto ed obbediente, e cominciò a frequentare i santi sacramenti.

Un altro figlio che ci causava gravi dispiaceri divenne improvvisamente buono, anzi esemplare. Noi attribuiamo queste grandi grazie all'intercessione di Maria Ausiliatrice e del Beato D. Bosco. Per quest'ultimo figliolo avevamo interposto anche San Giuseppe, di cui porta il nome. Profondamente grati, facciamo tutti i martedì qualche cosa in onore dei Beato Don Bosco e confidiamo nella sua continua protezione e nell'assistenza di Maria SS. Ausiliatrice.

Santiago del Cile.   Famiglia SCHNURER.

In una difficile situazione... - Dopo un rovescio di fortuna avvenuto in seno alla mia famiglia, chiamato ad esserne il sostegno nella mia doppia qualità di figlio e di fratello, prima d'intraprendere la mia difficilissima missione e specialmente quella di entrare in trattative coi terzi per liberare i miei da ogni qualsiasi impegno, invocai la S. Vergine Ausiliatrice. In un anno, dopo innumerevoli difficoltà che sarebbero state insormontabili senza l'aiuto della nostra Divina Madre, vidi i miei sforzi coronati di successo. Sono lieto oggi di poter compiere la promessa fatta e di rendere pubblica la grazia ottenuta.

Porto Said (Egitto).   F. U. CHIMENZ.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice i seguenti:

Bianchi Divoti Maria (Roma) è riconoscente a M. Ausiliatrice che ha protetto e salvato da certa morte tre bambini travolti da un'automobile.

Annita M. (Torino) per ottenuta guarigione del babbo, non ostante la gravezza dell'età e della malattia.

N. N. (Castagnole Piemonte) fa cospicua offerta alle Missioni Salesiane per ringraziare M. Ausiliatrice di una grazia straordinaria.

Gangarelli Can.co Sante (Caltanissetta) rende pubbliche grazie a 3I. Ausiliatrice per i ottenuta rapida guarigione di Buscemi Angelina dopo gravissima operazione.

Gramaglia Paolina (Chiomonte) sofferente da molti mesi di dolori acuti e persistenti allo stomaco ricorse alla Madonna del Beato D. Bosco e al termine di una novella si sentì guarita.

M. C. G. (Venezia) trovandosi in penose circostanze, per dissensi sorti in famiglia, ricorse con fiducia a M. Ausiliatrice e ottenne di essere liberata da chi era la causa di tanti e gravi dispiaceri.

Colli Giuseppe ex-allievo (Nicorvo) per ottenuta guarigione.

M. G. B. (Vallemoggia) ringrazia M. Ausiliatrice per una grazia segnalata.

Cooperatrice Salesiana (Condino) per ottenuta guarigione del marito da grave malattia.

Mencarelli Adolfo e Luisa (Varzo), essendo assai preoccupati per l'andamento di affari, ricorsero coli fede alla potente Ausiliatrice e ne ottennero conforto ed aiuto.

G. M. (Bologna) ringrazia M. Ausiliatrice per grazie ricevute e ne attende altre.

N.N. , (Busano) per ottenuta guarigione di una sorella.

Costa Carmelina (Caltanissetta) porge vive grazie a M. Ausiliatrice per ottenuta guarigione da una grave infermità che la tormentò per dieci lunghi, anni.

Famiglia Bernardi (Rivarolo del Re) ringrazia M. Ausiliatrice per aver salvato dal pericolo di morte una madre di numerosa famiglia.

G. S. (Montorio) invocato l'aiuto della Madonna del Beato D. Bosco ottenne notevole miglioramento da improvviso malore.

Datta Maria Ved. Marra (Benevagienna) ringrazia M. Ausiliatrice che la consolò risanandogli il figlio Renzo che aveva riportato grave ferita al capo.

Cerisola Carmen (Savona) il 24 maggio 1932 ebbe il padre colpito da improvviso malore, ma, applicatagli l'immagine di M. Ausiliatrice, subito ricuperò i sensi e andò gradatamente migliorando.

Lupano ch. Luigi (Foglizzo) ringrazia M. Ausiliatrice per avergli salvata la vita in grave accidente stradale.

B. P. (Padova) trovandosi in gravi angustie per interessi di famiglia affidò ogni cosa a M. Ausiliatrice che, madre pietosa, sistemò ogni cosa.

Carrero Francesca (Torino) per ottenuta guarigione da infiammazione intestinale.

Lina I. ringrazia Maria Ausiliatrice perchè, quando ogni speranza pareva ormai vana, l'aiutò a risolvere nel modo più propizio una questione di decisiva importanza per il suo avvenire.

A. C. (Torino) rende pubbliche grazie a Maria SS. Ausiliatrice, per tanti favori ottenuti con la sua intercessione invocata colla prodigiosa novena.

Lisetta Sannazzaro Bertero (Ovada) ringrazia infinitamente Maria Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per grazia ricevuta e fa cospicua offerta.

NOVENA consigliata dal Beato Don Bosco per ottenere grazie e favori da Maria SS. Ausiliatrice.

1. Recitare per nove giorni: Tre PaterAve, Gloria al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento; tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora Pro nobis.

2. Accostarsi ai Ss. Sacramenti.

3. Fare un'offerta secondo le proprie forze per le Opere Salesiane.

4. Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria SS. Ausiliatrice.

Dalle nostre Missioni

Giappone.

Statistiche eccitanti.

Amatissimo Padre,

DATI NUMERICI. - È il momento in cui in Giappone le singole diocesi e missioni si scambiano i dati statistici del lavoro compiuto nel decorso anno missionario sui quali ognuno è in grado di riflettere, comparare, correggere, imparare ed eccitarsi vicendevolmente a nuovi impulsi di bene. È consolante vedere il lento, ma sicuro progresso della religione, il numero rilevante di battesimi amministrati ad adulti e bambini in punto di morte; il numero dei molti chiamati alla fede; il numero sempre crescente dei catecumeni; la vera fioritura di congregazioni religiose maschili e femminili che con zelo e abnegazione coadiuvano l'apostolato missionario; il numero crescente della gioventù che si dona al Signore nei Seminari o nella vita religiosa; e il crescente sviluppo delle associazioni di divozione o di azione cattolica, che, affiancate ai missionari, cooperano al lavoro di redenzione di questo grande impero. Senza volere dare eccessivo valore ai dati statistici (tanto più per chi conosce la difficoltà di formare esatte statistiche della propagazione della fede in Giappone) sembra che si possa legittimamente concludere ad un lento reale progresso, cui non sono alieni e refrattari nè gli elementi dell'alta società e buona borghesia, nè quelli del popolo lavoratore, nè di quello povero. Ogni missione del Giappone ha le sue conquiste in ogni campo, perchè a tutti Gesù fa sentire la sua voce, e a tutti deve rivolgersi il missionario. Bisogna pensare a Roma pagana nei primi secoli del Cristianesimo e allora si comprende la posizione vera del Cattolicismo di fronte al Giappone e la distinzione che già incomincia a fare questo popolo fra l'idea religiosa e quella nazionale. Quando il Giappone avrà compreso bene che la religione cattolica non è importazione straniera, ma è universale, che non distrugge l'amore ed il rispetto agli avi, alla razza, alle tradizioni nazionali, ma rettifica e vivifica questi amori di cui sono giustamente fieri, che si può essere insomma e si è buon cattolico senza cessare d'essere buon giapponese, allora la marcia di questo grande impero verso il cattolicismo sarà un fatto compiuto. Ah! vorrei, amato Padre, che i miei buoni missionari, i quali sono quotidianamente in contatto con l'anima giapponese, le narrassero episodi commoventi a cui dànno luogo giovani ardenti, buone figlie di famiglia, o infermiere negli ospedali, maestri e maestre, adulti di buona condizione e doloranti nella miseria, nel lavoro e nelle malattie, quando ricevono il battesimo; quando dopo ricevuto il battesimo debbono fronteggiare le difficoltà di manifestazione esterna della loro fede in famiglia, nella scuola, nell' ufficio.

Quattro giovinotti percorrono 12o km. in bicicletta per trovarsi pronti il mattino dell'Assunta a ricevere il battesimo. Povere figliuole sono cacciate di casa ed abbandonate dai parenti per aver abbracciato la fede cattolica; altre obbligate a viva forza in casa a piegare il collo davanti alle divinità domestiche; altre messe dai parenti in mezzo ai gran mondo perchè si pervertano. Un buon padre alla vigilia del battesimo raduna la sua famiglia ancor pagana e domanda perdono del passato, determinando chiaramente la sua condotta presente... Anime belle, che udito l'invito di Gesù si donano con gioia, con sacrificio, non nascondendosi i dolori, le privazioni che loro provengono dalla nuova posizione di figli di Dio, esempio eloquente di fede e per i cristiani e per i missionari.

DONARSI ALLA GIOVENTÙ. - Ripeterò senza stancarmi: Il passo decisivo verso il Cattolicismo sarà dato, se tutti i missionari doneranno gran parte del loro apostolato alla gioventù - ed è in questo che l'opera di Don Bosco dovrà affermarsi anche in Giapone - questa cara gioventù la quale comincia a sentire il vuoto dell'istruzione scientifica moderna e ad aspirare ad idealità superiori, che trovano la loro naturale soluzione nei principi della morale cattolica. Lavoro! Lavoro! Ma occorre lavorare e lavorare assai perchè molti lavorano in senso opposto. Non sta con le mani in mano la religione tradizionale degli antenati (il Shintoismo) culto di stato; hanno radici profondissime nelle masse popolari e nella testa degli studenti delle scuole medie e superiori gli insegnamenti del Confucianismo e Buddismo e non minore attività dispiegano le varie sette protestanti, la Chiesa russa e l'Esercito della Salvezza. A darne un'idea riporto la statistica del 1931 che a 96.323 cattolici contrappone la chiesa ortodossa con 14771 i Presbiteriani con 45.792; i Metodisti con 36.361; gli Anglicanii con 37.781; la Chiesa di Cristo con 4.213; gli Evangelisti con 2.186; i Fratelli in Cristo con 773; l'Holiness con 12.363; i Luterani Evangelisti Finlandesi con 1.399; i Nazareni con 1.202;, Varie (piccole riun.) con 1.153; i Congregazionisti con 31.348; i Metodisti liberi con 1.8291i Baptisteriani con 7.313; i Ritualisti con 3.092; i Frat. Giap. Cristiani con 2.104; i . Luterani con 2.953; l'Alleanza Cristiana con 759; i Compagni cristiani con 1.357; gli Avventisti con 767; i Diffusori Evangelici con 618; l'Esercito della Salvezza con 12.000.

I NOSTRI AMICI. - Fra tanta concorrenza però noi siamo sostenuti non solo dalla coscienza della bontà della nostra causa e dalla grazia del Signore, ma anche dall'amicizia di molti vicini e lontani. Permetta, amato Padre, che le presenti qualcuno degli amici che contiamo provvidenzialmente anche qui vicino. E prima di tutto i nostri fratelli in apostolato; i vecchi missionari che da veri padri ci sono larghi di consiglio e di aiuto, e mettono a disposizione della nostra giovane missione, i tesori della loro esperienza e della santità della loro vita. Nella delicatezza della loro carità vogliono risparmiarci quanto essi hanno sofferto nel primo dissodamento dell'arido terreno.

Poi i catechisti e maestri nostri, che, instancabili, si prodigano con noi nella ricerca, ammaestramento dei catecumeni o nell'istruzione dei nostri allievi, laboriosi, umili fattori di bene fra i loro connazionali. Uno dei più affezionati e che più si è assimilato il nostro spirito, mi diceva: « Sono quattro anni che lavoro con voi. Confesso che al primo armo di lavoro non feci altro che osservare, notare accuratamente il vostro lavoro, i risultati... e mi domandavo: « Ma chi sono questi figli di Don Bosco? da che spirito sono animati? perchè lavorano tanto per la gioventù?... Mi pareva di aver perduto un anno in queste constatazioni... Ora ho finalmente compreso. Dovevo sacrificarmi come voi per le anime, e tento di farlo... ». E lo fa davvero. Amici nostri gli umili ed operosi elementi della Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli di Miyazaki, i quali con vera abnegazione vanno alla ricerca delle miserie materiali e morali, che il paganesimo produce e trascura. Due dei più zelanti (due sposi, che rimasti privi dell'ultimo figlio, hanno consacrato al Signore tutta la loro attività) cadono ammalati; ed ecco che un gruppetto di vecchiette cadenti, ammalate, da loro visitate, si trascinano alla casa dei loro benefattori per esprimere il loro profondo dolore e formulare gli auguri più belli per la pronta guarigione. Amici nostri alcuni buoni cristiani, che, comprendendo il nostro spirito, il desiderio di lavoro, e la nostra inesperienza, ci facilitano pratiche presso le autorità, ci segnalano quanto sembra utile, ci tengono al corrente di notizie speciali o politiche o civili o interessanti la comunità cristiana, ci mettono in guardia dal commettere passi falsi; oppure, perchè insegnanti nelle pubbliche scuole o muniti dei titoli legali, si prestano per l'insegnamento ai nostri piccoli seminaristi e allievi tipografi.

Anche fra i catecumeni e pagani contiamo amici veri. È difficile dire in brevi parole la psicologia del catecumeno. Se si abbandona generosamente alla grazia, è tale lo slancio da cui è preso per la propaganda buona e per attirare altri nella sua orbita, che assai più dei cristiani esplica il suo zelo. In qualche nostra residenza i migliori propagandisti furono e sono i catecumeni.

Tra i pagani pure contiamo amici sinceri e preziosi. Non voglio lasciare di farle fare la conoscenza con un bravo signore, Direttore di una delle Scuole Elementari di Miyazaki, e studioso di Storia. Volendo egli pubblicare un lavoro, che è assai ben riuscito, sulla prima Ambasciata fatta a Roma dai Principi Giapponesi al tempo di Papa Gregorio XIII (1585), col concorso degli amici d'Italia, gli abbiamo potuto procurare buon materiale d'archivio e fotografie interessanti. Da allora è legato da riconoscente affetto alla Missione. Come educatore ammira il sistema educativo di D. Bosco. Ha accettato di far scuola di Giapponese ai nostri chierici, sorveglia e si presta per la ripetizione ai ragazzi del doposcuola, ed è al suo interessamento che dobbiamo il buon esito dell'iniziata scuola serale a Miyazaki. È buono e previdente e familiare consigliere, e non possiamo formulare che i migliori auguri di felicità materiale e spirituale per lui che ci fa così del bene.

Altri amici nostri vogliono stare nell'ombra. Ammalati che offrono a vantaggio della nostra Missione i loro dolori; religiose contemplative vittime di carità, che pregano incessantemente per noi e per le anime a noi affidate; benefattori che sotto la sigla dell'incognito inviano generose offerte... Anche per tutti costoro l'ammirazione riconoscente e la preghiera.

Il povero missionario non può darvi altro, o anime buone. Continuategli la vostra cordiale immutata, generosa amicizia.

Li raccomandiamo a tutti, anche a Lei, amatissimo Padre, perchè li ricordi nelle sue preghiere ai piedi della nostra Celeste Madre e presso l'urna del nostro Beato Padre Don Bosco, unitamente ai suoi figli lontani.

Suo affezionatissimo

Sac. VINCENZO CIMATTI Missionario salesiano.

Cina.

Vicariato apostolico di Shiu-Chow.

Abbiamo già comunicato ai nostri Cooperatori parte della relazione che l'Ispettore della Cina, Don Braga, ha fatto sulle Opere Salesiane della sua Ispettoria. Ora approfittiamo della relazione di S. E. Mons. Ignazio Canazei, Vicario Apostolico di Shiu-Chow, per dar loro qualche notizia della missione.

E` la missione irrorata dal sangue di Mons. Versiglia e di Don Caravario, che tre anni fa, il 25 febbraio, venivano così barbaramente massacrati.

Il successore di Mons. Versiglia, premette un ringraziamento al Signore perchè, nonostante difficoltà e vessazioni diverse, la missione quest'anno fu risparmiata da tante prove che hanno invece desolato altre missioni limitrofe. Annunzia con gioia l'inaugurazione della Casa di formazione per le Religiose indigene, che vi hanno fatto il loro ingresso a Natale; il compimento della Residenza di Ying-Tak; e l'organizzazione di parecchie sezioni di Azione Cattolica. Espone in seguito, in forma schematica, vari urgenti bisogni del Vicariato ed infine si diffonde a parlare di ciascun distretto in particolare:

I - Distretto di Kouk-Kong.

È il distretto centrale con residenza ordinaria del Vicario Apostolico.

Continuarono qui regolarmente le varie opere dirette dai missionari Salesiani e dalle Figlie di M. Aus. Il nostro Parvum Seminarium, aperto ancora dal nostro ricordatissimo Mons. Versiglia, proprio prima che partisse per l'ultimo suo viaggio (febbraio 1930), continua bene e ci fa sperare che fra una diecina di anni vedremo i primi sacerdoti indigeni. Ma bisogna pregare, che la via è lunga e gli ostacoli da sorpassare sono numerosi e gravi. E non solo bisogna pregare per la perseveranza dei pochi veri piccoli seminaristi che presentemente vi studiano (12), ma ancora perchè il buon Dio ce ne mandi altri nuovi. Pensino i nostri Cooperatori che i giovanetti cristiani tra gli 8 e i 15 anni in tutto il Vicariato non superano di certo i 200, e tenno assai che siano di meno. Fra questi 200 bisogna dunque cercare quelli che hanno vocazione ecclesiastica! Scartate subito i primogeniti, scartate poi tutti quelli che sono già fidanzati, scartate quelli che non hanno vocazione, o, avendola, non si sentono di seguirla, scartate quelli che non posseggono le doti di mente e di cuore indispensabili per un seminarista... e che cosa volete vi rimanga ancora? Davvero 12 giovinetti seminaristi (il 6% della gioventù maschile tra gli 8-15 anni) è per sè già un bel numero; ma bisognerebbe che tal numero si conservasse negli anni seguenti.

Insieme con i piccoli seminaristi si trovano una ventina di giovanetti della scuola preparatoria, tra i quali pure speriamo che il Signore veglia suscitare qualche vocazione sacerdotale.

Il Collegio Beato G. Bosco ebbe fra interni ed esterni, studenti ed artigiani, 167 allievi, nella grande maggioranza pagani. Per assecondare il desiderio del 1° Concilio Cinese, tenutosi a Shanghai nel 1925, si riapre il corso medio inferiore, e per poter avere a suo tempo i necessari diplomi, si stanno facendo le pratiche per la « registrazione ufficiale ».

Anche il Collegio Maria Ausiliatrice, diretto dalle Figlie di M. Aus., continuò regolarmente: le alunne erano, tra interne ed esterne 94, di cui più di due terzi pagane.

Per attirare sempre più giovanetti e bimbi, e nella speranza di venire, per mezzo loro, in contatto con i loro genitori, si è cercato di dare un nuovo impulso all'« Oratorio »; e le Figlie di M. Aus. hanno a tale scopo aperto, come ho detto sopra, un primo piccolo Giardino d'Infanzia.

Nell'Asilo dei vecchi e nella S. Infanzia le buone Figlie di M. Aus. continuano con zelo e pazienza a salvare ciò che si riesce a salvare, a medicare, a consolare, a istruire i vecchi e le vecchie che ci vivono e le persone tutte che durante la giornata le avvicinano, cercando rimedio per le loro malattie e sofferenze. Il paganesimo fu ben definito « l'assenza e negazione di carità ». Settimane addietro, passando verso sera per il giardino pubblico, domandai a due poliziotti perchè la « Casa di Beneficenza» (pagana) non si prende cura dei poveri malati e moribondi che si trovano qua e là per la città. Proprio quella sera se ne stava sdraiato sopra una banchina del giardino uno tutto ischeletrito e molle di pioggia che noi raccogliemmo e preparammo al battesimo prima di morire. Essi ridendo mi risposero: « A che pro curarsi dei moribondi? Quando morranno, la Casa di Beneficenza (pagana) li seppellirà e tanto basta! ». Ed invero, in questi paesi pagani, la carità cristiana è sconosciuta. Specialmente per i sofferenti, moribondi, affamati, bambini esposti, non c'è istituzione che si curi di loro, nessun locale che li accolga. Noi, coi mezzi che abbiamo a disposizione, non possiamo, per ora, far altro che raccogliere i più abbandonati, quei miseri che in qualche angolo della via, o sotto qualche albero attendono la morte liberatrice.

A Hosai, presso Shiu-Chow, le Figlie di M. Aus. dirigono anche un Ospizio per fanciulle povere insegnando loro la dottrina cristiana e vari lavori manuali e domestici. Tra queste fanciulle quelle che hanno più attitudine saranno poi catechistesse di missione; altre, che si sentiranno chiamate, si faranno religiose; altre ancora rimarranno con le suore per qualche servizio.

II - Distretto di Chi-Hing.

È un distretto difficile! In città non c'è ancora il minimo indizio di movimento religioso. Il povero missionario incaricato di questo distretto ha solo tre piccole cristianità: T'am Yun (15 km. da Chi-Hing), Wun-Tchun-Ha (5o km.) e quella più grande di Fung-Tong (a 6o km.).

Fung-Tong è situata fra le alte montagne (6oo m. sopra il mare), quasi segregata dal mondo. Il paesello è del tutto cristiano, ma esige una cura paziente e faticosa.

III - Distretto di Nam-Yung.

È la regione attigua alla «Provincia rossa » (Kiangsi). Qui i missionari Lazzaristi trovano il più prossimo rifugio quando sono costretti a mettersi al sicuro dalle orde bolsceviche. Se non che quest'anno - per quasi tutto un mese - Nam-Yung stessa fu in gravissimo pericolo di essere occupata dalle truppe comuniste di cui 40,000 uomini erano riusciti a varcare il confine della nostra provincia. Anche i nostri missionari dovettero per qualche tempo ritirarsi e mettersi in salvo abbandonando le loro stazioni troppo esposte al pericolo. Con quale angoscia è facile immaginare.

Vi lavorano tre missionari, ma il lavoro è difficile tanto fra i vecchi e nuovi cristiani, quanto fra i pagani. Esistono però varie scuole (Nam-Yung; Lin-How-Kiu; Tcheung-Po-Kiu) che fanno sperare un avvenire migliore.

IV - Distretto di Yan-Fa.

Anch'esso fu per ben due volte quest'anno in pericolo di un'invasione comunista, tanto che i due missionari dovettero per qualche giorno abbandonare la loro stazione e cercare altrove un sicuro rifugio. È il più piccolo degli undici nostri distretti; povero e poco abitato. Vi sono state aperte due piccole scuole: una per ragazzi a Tchung-Fan; l'altra per ragazze nella città di Yan-Fa.

V - Distretto di Lok-Chong,

Nella città di Lok-Chong si è potuto aprire quest'anno una bella scuoletta per ragazzi e ragazze. Gli allievi sono tutti pagani. Ma essendo i maestri e le maestre buoni cristiani, c'è da sperare che col loro buon esempio e col loro insegnamento riescano a guadagnare il cuore degli allievi ed a preparare delle buone conversioni.

Nel paesello di Pak-Heung, dove vive una cristianità di antica data, esiste pure una scuola, diretta da due maestre cristiane, i cui alunni ed alunne vengono regolarmente istruiti nel catechismo da una vergine catechistessa.

Anche in questo distretto, e precisamente a Lau-Ha, si fondarono quest'anno varie sezioni di Azione Cattolica, che, speriamo, eserciteranno un buon influsso sulla popolazione cristiana e aiuteranno i missionari nel loro lavoro di evangelizzazione.

Il progetto dell'erezione di un nuovo Asilo dei vecchi (« Asilo Mons. Versiglia ») nella città di Lok-Chong non si è potuto ancora realizzare; però ci si pensa e si stanno facendo i preparativi. Intanto si è già comperato un bel pezzo di terreno (6500 m. quadrati) attiguo alla città e, se a Dio piacerà, sorgerà accanto all'asilo una scuola per ragazze sotto la direzione delle Figlie di M. Aus., le quali troverebbero così, dopo una diecina di anni di attesa, un primo loro campo di lavoro fuori di Shiu-Chow.

Qui è maturato qualche frutto squisito: due giovinotti cristiani, già allievi del nostro Collegio di Shiu-Chow, si trovano presentemente a Shanghai (Università « Aurora ») e due a Peiping (Peking) (Università « Fu-Yn »), per attendere agli studi superiori.

VI - Distretto di Lin-Chow.

Le nostre scuole maschili e femminili di Lin-Chow continuano molto bene. Ma aumentando gli scolari è necessario aumentare anche i locali. Lin-Chow è la parte più remota e più difficilmente accessibile del nostro Vicariato. Però è una regione per lo più tranquilla, almeno per noi missionari. Dico così, perchè i pirati di ogni calibro davvero non vi mancano e dànno del filo da torcere alle truppe del governo. Ma a noi non dànno noia di sorta, nè mai hanno fatto alcun male. I missionari possono fare tranquillamente i loro viaggi in tutte le direzioni.

Anche in questo distretto vennero erette (a Lin-Chow e a Tung-Pi) le varie sezioni della Azione Cattolica. Sono le due cristianità che videro sorgere la prima sezione di Azione Cattolica già una ventina di anni fa.

Un lavoro poi importantissimo si è incominciato quest'anno nella città di Lin-Chow con un vero corso di aspiranti catechisti. Vennero scelti alcuni giovanotti di una certa qual coltura e di buona condotta. Saranno istruiti per un biennio, e, se saranno promossi, verranno ammessi come veri catechisti a servizio della Missione.

È un lavoro che viene ad aggravare di molto il bilancio del Vicariato. Ma è di tale importanza che ogni spesa vi è ben impiegata. Questo dei catechisti è già da anni ed anni il gran problema, la cui soluzione preme quanto mai. Perche qui un missionario sia pure zelantissimo e ben preparato, senza catechista non può far nulla.

VII - Distretto di Yeung-Shan.

Terreno magro e pietroso questo. Il distretto è molto lungo e largo, poco abitato, tutto montagnoso, e il nostro missionario, che vi lavora tutto solo, ha da camminare non poco su e giù per i monti e per le vallate onde accudire il suo piccolo gregge. Come altrove così anche qui si tenta ora di trasportare il nostro lavoro nella capitale del distretto. Yeung-Shan è una città idolatra per eccellenza e ci vorrà ancora molta pazienza prima di riuscire ad avere un pezzo di terreno colla relativa casa missionaria. La stanza che il missionario ha presentemente a sua disposizione è più una stalla per bufali che un'abitazione umana.

VIII - Distretto di Ying-Tak.

Il solo nome di Ying-Tak ci fa ricordare il luogo presso il quale il 25 febbraio 1930 vennero barbaramente assassinati il nostro Mons. Versiglia ed il suo più giovane missionario Don Caravario. Distretto il cui suolo è imbevuto del sangue innocente di due apostoli! Ma non per questo il distretto è meno amato dal suo missionario, il quale spera che il sangue versato dai valorosi nostri confratelli farà, qui prima che altrove, germogliare nuovi cristiani. Col distretto di Yeung-Shan questo di Ying-Tak è il più vasto dei nostri undici distretti e ben può dirsi che per ora è un terreno duro e ingrato quanto mai. Vi lavora un solo missionario, il quale non può attendere, come vorrebbe, alle varie cristianità tanto distanti fra loro; tanto più che non si tratta solo di conservare, ma di estendere il regno di Dio fra i 200.000 pagani che vi abitano. Finalmente la capitale di questo distretto ha una residenza decente e sana per il missionario, e insieme i locali più necessari per il lavoro missionario. Ma ciò che purtroppo manca ancora sono i catechisti, per cui il lavoro del giovane missionario è reso molto difficile.

Ecco, in riassunto, il lavoro compiuto dai nostri buoni missionari nell'annata. Da quanto ho detto e descritto è facile a capire quanto difficile sia il loro lavoro; quanta pazienza e spirito di sacrifizio siano necessari per non perdersi d'animo e per non diminuire nello zelo a pro dei cristiani e pagani alle loro cure affidati. S'aggiunga a tutto ciò le difficoltà e fatiche dei viaggi; la mancanza alle volte assoluta dei generi alimentari a cui erano abituati in patria, la solitudine in cui tante volte si trovano lontani dai loro confratelli, la grande difficoltà della lingua che, volere o no, è pur sempre un terribile ostacolo per il loro lavoro... ed allora si comprenderà come i figli del Beato Giovanni Bosco, ed in generale tutti i missionari cattolici della Cina, si trovano davvero in un campo di lavoro che presenta difficoltà straordinarie, per cui bisogna pregare molto per loro.

IGNAZIO CANAZEI

Vicario Apostolico di Shiu-Chow.

Krishnagar (India).

Escursione apostolica alle foci del Gange.

Amatissimo Padre,

Son contento di poterle inviare una relazione sul viaggio fatto col Sig. Don Sanna alle foci del Gange, nel distretto di Khulna e poi a quello di Faridpur. Ho passato 15 giorni con i nostri cristiani, giorni di lavoro missionario e di gioia cristiana. Siamo partiti da Khulna col piroscafo alla volta di Chalna. Quivi abbiamo trovato alcuni cristiani che ci attendevano colla loro barca per portarci a Chunkuri. Poveri figliuoli, ci attendevano da tutta la notte! Contenti di vederci, caricarono i nostri bagagli e, cantando nenie bengalesi, ci condussero, spruzzandoci di quando in quando coi remi, lungo le acque del fiume sacro degli Hindù. Anche noi abbiamo bevute quelle acque, non per purificarci, ma per toglierci la sete. Qualche coccodrillo ha fatto capolino a fior d'acqua, ma non ebbe il fegato di avvicinarsi. Dopo parecchie ore di barca arrivammo a Chunkuri, paesetto situato sulle rive di un piccolo canale del gran fiume, che nelle ore di alta marea lo allaga in modo da essere costretti a prendere la propria barca e navigare. Abbiamo colà una chiesetta di legno coperta di zinco, capace di contenere una cinquantina di cristiani al massimo. Si pensa di fare pure una scoletta che permetta almeno ai nostri di istruirsi, perchè i protestanti non son troppo gentili con loro. Per ora la chiesa stessa servirà a tale uopo. Al mattino alcuni catecumeni hanno ricevuto il santo Battesimo. Molti desiderano lasciare la setta protestante ed abbracciare la religione cattolica.

Intanto i cristiani di Malgajee ci attendevano, ed alcuni, venutici incontro con le loro barche, ci condussero al mattino alla loro residenza. Quivi esiste una bella comunità di circa 140 cristiani, ben formati e forti nella loro fede. L'incontro è stato quanto mai cordiale. Ci attendevano allineati gli 8o allievi della nostra scuola ed i fedeli, che si inginocchiarono per ricevere la benedizione del Padre. Ero commosso nel vedere tanta fede e tanto affetto per il sacerdote. A Malgajee ci siamo fermati dal 15 al 19. Qui pure vennero conferiti alcuni battesimi e circa 15 cresime. Alla sera della domenica alcuni della locale compagnia lirico-drammatica hanno voluto eseguire ad onore dei nuovi convertiti e dei Padri, alcuni canti del « Giuseppe » operetta loro prediletta. Abbiamo visitato casa per casa tutti i cari amici ed in tutti abbiamo notato il desiderio di avere il Padre stabile nel loro paese, affinchè li istruisca nella fede. Hanno un gran desiderio di imparare e quindi continuamente insistono perchè si dia incremento alla scuola aumentandone le classi e il numero dei maestri. La scuola attuale è fiorente. Oltre 8o sono gli allievi che la frequentano, e tutto fa sperare che il prossimo anno il numero raggiungerà il centinaio. Se si dovesse pensare al nuovo progetto sarebbero necessarie 10.ooo lire. Ma per ora mettiamo tutto nelle mani della Provvidenza e dei cari benefattori.

Da Malgajee abbiamo levato le ancore alla volta di Selebunia. Un buon dottore, convertito al cattolicismo ha preparato il nostro arrivo. È venuto lui in persona colla propria barca a prenderci. Durante il viaggio abbiamo sostato un po' di tempo a Joebunia, dove una famiglia di cristiani ha voluto offrirci il the. In questo paese l'acqua ha raggiunto il livello delle case per cui si deve entrare colla barca. Si fa come a Venezia. Ripreso sul tardi il viaggio per Selebunia, abbiamo raggiunto il paese dopo sei ore di barca. La piccola cappella, sullo stile di quella di Chunkuri, è stata la nostra abitazione. E anche la scuola del paese, della quale è maestra la moglie del sullodato dottore, essa pure convertita con i suoi tre figli al cattolicismo. Un ciclone, che sembrava dovesse portare via la casa e tutto, ci ha obbligati a fermarci un giorno di più. Qui parecchie famiglie sono ben disposte e desiderano entrare nella vera chiesa. Si stanno istruendo e la prossima volta riceveranno il santo battesimo. Abbiamo dedicato la chiesa a Maria Ausiliatrice e il polite che ad essa conduce, l'abbiamo intitolato ponte « Domenico Savio » mentre il gran viale, che non raggiunge la larghezza di un metro, viale

« Beato D. Bosco ». Abbiamo pure visitato Kamuri e la scuola dei protestanti: scuola che vorrebbero vendere a noi. È una scuola che ha nome e che ha pure un piccolo aiuto dal governo, non però sufficente a coprire le spese... Il 21 a sera abbiamo lasciato Selebunia per visitare il promettente paese di Kodondi. Dopo altre sei ore di barca siamo arrivati inaspettati, a notte inoltrata a Kodondi. Era da molto tempo che quei cristiani attendevano l'arrivo del Padre per essere battezzati. Da oltre un anno si radunavano nella casa di un catecumeno e tutte le feste recitavano le nostre preghiere e cantavano i nostri inni. Finalmente è venuta l'ora del riscatto ed il mattino del venerdì, dopo l'esame, le acque battesimali purificarono le loro anime. La contentezza sprizzava dai loro occhi e non sapevano come ricompensare chi li aveva resi figli di Dio. Ho visitato tutte le famiglie. Sono più di 15 che desiderano di farsi cattoliche. Mi ha commosso una povera vecchia curva sotto il peso degli anni, che veniva da lontano per confessarsi e ricevere la S. Comunione. Povera vecchia! «Padre, mi diceva, è da molto tempo che non ti vedo e che non mi dai Gesù; posso riceverlo oggi? ». Andai poi a trovarla in casa, ed era orgogliosa di ospitare il Padre nella sua casa. C'è pure un vecchio di 108 anni che vuole conoscere la nostra religione per farsi cattolico. Ma prima vuole studiarla. Si può rubare il paradiso anche a quest'età. Un vecchio di 111 anni l'ho pure visto a Malgajee; ancora in gamba, fa oltre 4o km. a piedi, perchè la barca costa troppo. Saputo che c'era in vendita la sede dell'ufficio postale, ho voluto vederlo. Mi piacque e chiesto il prezzo, visto che non era esorbitante, l'ho comperata. La casa così entro un mese sarà ceduta alla Missione. Quindi tornerò a Kodondi per benedirla e celebrarvi la prima S. Messa, che sarà di ringraziamento per tutti i nostri cari benefattori... I cristiani hanno ricevuta la notizia con grande entusiasmo.

Ma, amato Padre, sono oltre 70 i paesi privi di cappella.

Con dispiacere abbiamo dovuto lasciare Kodondi. Era tempo di tornare a Kulna per visitare il distretto di Faridpur. Al mattino per tempo lasciammo Kodondi per raggiungere Kulna alle 4 pomeridiane. Di qui un altro battello ci portò a Baniarchok dove arrivammo al mattino verso le otto. La casa del catechista era addobbata a festa. Da Cioksin, paese distante circa tre miglia da Baniarchok, già affluivano i cristiani per la festa che si sarebbe fatta l'indomani... Il paese non ha chiesa, ma fa da chiesa una casa, sistema bengalese, lunga 5 metri e larga 3.

Una settantina di fedeli si accostarono ai SS. Sacramenti. Don Sanna conferì 15 Battesimi ed io ho conferito le Cresime a 41 cristiani, in maggioranza adulti, i quali poi al termine, come tanti ragazzi, hanno voluto con la medaglia-ricordo anche le caramelle.

Così dopo 15 giorni terminò la nostra visita al Sanderbaan. È una missione che, accudita, darà ottimi frutti. Il campo è estesissimo e piange il cuore a vederci costretti a visitare quelle comunità ogni due o tre mesi. Qualche volta per le intemperie e mancanza di strade, si sta anche 4 mesi senza potervi andare.

Amatissimo, Padre, la missione di Krishnagar tanto provata dal Signore, ha bisogno di molte e molte preghiere e dell'aiuto dei buoni. La conversione dei mussulmani ed Hindù è dura e difficile. Non ne enumero le cause, che possono essere oggetto di un'altra relazione. Ma niente è impossibile al Signore.

Scusi, amato Padre, la prolissità di questa lettera. Veda tra le righe il desiderio che ha questo suo figliuolo di parteciparle non soltanto i dolori, ma anche le gioie che il Signore offre a nostro incoraggiamento e sollievo.

Benedica tutta la Missione di Krishnagar, tutti i sacerdoti, i cristiani, e i nostri cari orfanelli. Benedica in modo speciale il suo aff.mo figlio in G. C.

Krishnagar (Bengala-India) 28-IX-1932.

Sac. SIRO RIGHETTo Missionario Salesiano.

Per intercessione del Beato Don Bosco

Supera un periodo di nevrastenia. - Un nuovo dolore minacciava la mia famiglia già provata da ben grave sventura. Un'amatissima figliuola, malata di nevrastenia acuta, andava talmente peggiorando da destare serie apprensioni. Le cure mediche erano risultate vane, e allora, leggendo il Bollettino Salesiano, pensai di rivolgermi al Beato Don Bosco. Con l'animo pieno di fiducia, fatta la prescritta novena, potei subito constatare nella figliuola un sensibile miglioramento seguito in pochi giorni da completa guarigione.

Gratissima al Beato per la grazia concessami in anodo così evidente, compio il voto di un'offerta per le Opere salesiane, con preghiera di pubblicare la presente relazione sul Bollettino.

Faenza, ottobre 1932.

Una Cooperatrice Salesiana.

Protegge un monastero di Benedettine. - Da circa tre anni si soffriva tutta la Comunità, per certe persone che ci volevano danneggiare nell'onore e nella roba e si addensava su di noi una terribile bufera, che, se si fosse scatenata ci avrebbe recato grandi sofferenze e fortissimi guai. Noi però certe della nostra innocenza innanzi a Dio, ricorremmo nel doloroso cimento, al Beato D. Bosco, perchè venisse in nostro soccorso nel miglior modo che a Dio fosse piaciuto. Ma siccome si capiva che le cose sarebbero andate per le lunghe, tanto per aver un po' di sollievo nelle nostre pene, domandammo al Beato un segno della sua protezione. Bontà del Beato! Questo segno ce lo diede in un modo tutto sensibile e pienamente rassicurante. Non passarono che pochi mesi e Dio si compiaceva di allontanare da noi la persona importuna che ci causava tante sofferenze.

Quasi nello stesso tempo si ebbe un altro favore dal Beato nella persona d'una monaca gravemente ammalata, ridotta in fin di vita, munita già di tutti i conforti religiosi. Avuta una reliquia del Beato, la prese, la strinse al cuore e pregò caldamente il Beato di ottenerle un miglioramento, se ciò fosse stato volontà di Dio. Cominciò subito a migliorare e gradatamente riacquistò la salute. Ora ha ripreso le sue occupazioni e fa meraviglia a tutte le sue consorelle.

Rendiamo grazie al buon Dio che si è degnato di esaudire le preghiere di un tanto nostro intercessore.

Le monache del monastero.

Il Beato Don Bosco mi ottiene diverse grazie. - Parecchi anni or sono un pio sacerdote mi consigliava di leggere il Bollettino Salesiano. Inviai un'offerta ed appena mi pervenne il primo numero incominciai a leggerlo con grande interesse soprattutto per le grazie straordinarie di cui dava relazione. Lo facevo però più per curiosità che per devozione. Ma il Signore ha permesso che gravi sventure venissero a colpire la mia famiglia ed a rinascere in me tutta la fede che merita la sua divina Provvidenza. Mio marito perdette improvvisamente l'impiego e per due lunghi anni dovemmo sopportare le conseguenze della sua disoccupazione. Anche un negozio, che prima ci rendeva tanto, perdette credito fino a permetterci a stento di pagare le tasse. Troppo lungo sarebbe il descrivere le sofferenze e le umiliazioni di questo priodo di prova, che tuttavia ci aumentò la fede in Dio e nell'intercessione della Vergine Ausiliatrice e del B. D. Bosco. Coi miei bambini incominciai a pregare con fervore: Novene e Comunioni hanno ottenuto in gran parte le grazie di cui abbisognavamo. Una soprattutto desidero rendere pubblica: Il mio Luigino, affetto fin dai più teneri anni da una malattia intestinale segreta, ci destò ultimamente le più gravi preoccupazioni, essendosi resa cronica un'enterite acuta con risentimento al peritoneo. Abbiamo tentato tante cure, senza che mai il medico ci desse speranza di completa guarigione. Intanto s'avvicinava il periodo in cui, egli doveva sostenere gli esami di stato e le forze non gli bastarono alla preparazione. Sfiduciata delle risorse umane ho tentato un bel giorno la potenza di Don Bosco nel modo più audace. Ho fatto ingerire al mio figliuolo una reliquia del Beato e gliene ho più tardi messa un'altra indosso. Si è iniziato presto un sensibile miglioramento lento ma sicuro, finchè i dolori, che da tempo soffriva, sono scomparsi del tutto, Egli ha potuto prepararsi agli esami di stato e sostenerli felicemente. Ora ha ripreso gli studi, riconosciuto anche dal dottore completamente guarito, e spero che il Signore mi conceda nel prossimo anno la grazia di poterlo collocare in un collegio salesiano perchè vi sia ben educato. Avevo promesso di tarmi cooperatrice quando avessi ottenuto anche tutte le altre grazie; ma ora anticipo, riconoscente, la mia iscrizione e mando una collana, promettendo ancora altre offerte.

Nocera 9-XI-1932.   M. FAVONNI

Cooperatrice salesiana.

Guarita da dolori intestinali. - Una mia sorella di nome Mocenigo Serafina in Zei era stata colta improvvisamente da fortissimi dolori all'intestino. Chiamato d'urgenza un medico, indi un secondo e per un consulto, anche un terzo, il primario del Sanatorio della Città, concordemente dichiararono il caso gravissimo. Una iniezione di un siero doveva produrre sull'ammalata il suo effetto di vita entro tre ore, od altrimenti la morte doveva irremediabilmente succedere entro le ventiquattro ore. Passarono diciasette ore, fra la terribile ansia dei parenti presenti e fra gli atroci dolori dell'inferma. Ritornati i medici dichiararono il caso estremamente disperato e soggiunsero che solo un miracolo la poteva salvare. Tutti pregavano, ma l'ammalata in perfetta conoscenza e piena lucidità di sentimenti andava spegnendosi.

Allora, raddoppiando la mia fede, ho estratto dal mio portafoglio, entro il quale tengo gelosamente custodita, una reliquia del Beato Don Bosco (ex indumentis), ed acceso un lumicino ad olio mi sono messo ha pregare di cuore e con gran fede avanti l'immagine del Beato implorando la Sua intercessione e promettendo anche una offerta per le sue istituzioni. Un'altra mia sorella che assisteva l'ammalata mi palesò che in quell'istante in essa era nata improvvisamente una grande fiducia e speranza nella guarigione. Due parenti lì presenti, che da circa dieci anni non si accostavano ai Ss. Sacramenti e non andavano in Chiesa, pregavano essi pure e si convertirono promettendo di vivere da buoni cristiani ascoltando la S. Messa ogni domenica, qualora fosse avvenuta la guarigione.

Alle ore 11,45 della domenica 17 aprile 1931 il signor Primario, praticata una visita sommaria all'ammalata consigliò l'immediato trasporto all'ospedale. Non c'era nulla da sperare; ma l'arte medica voleva fare degli esperimenti sulla povera paziente. La percentualità di successo in simili casi non è assicurata nemmeno con l'uno per cento. Ma dove la mano dell'uomo si arresta si fa sentire la mano dell'Onnipotente. Il Beato Don Bosco aveva ascoltato le nostre preghiere. Con l'ausilio della Beata Vergine l'operazione è riuscita, e dopo tre ore, l'ammalata è stata dichiarata fuori pericolo.

Al sabato successivo l'ammalata è stata trasportata nuovamente a casa fra lo stupore di tutto il vicinato.

Con riconoscenza

ANTONIO MOCENIGO, segretario comunale di Ronchi dei Legionari, ex-allievo di Don Bosco.

Mi salva la mia bambina. - La mia bimba di quattro anni, da qualche tempo sofferente si era aggravata tanto che il medico curante, alla terza visita, volle sentire un professore, specialista per malattie di bambini. Per la gravità e singolarità del caso clinico un professore universitario prese in cura la sofferente. La bimba era denutrita; da parecchi giorni tormentata da febbre incessante a quaranta gradi; non beveva che acqua e poi neppure questa. La diagnosi medica non definì il male: c'era un morbillo di violenza tale che nessun caso simile era stato dai sanitari riscontrato in Milano. Al sesto giorno d'osservazione il professore disse ad una mia parente che, se la febbre non fosse cessata, sarebbero state inutili le sue visite, perchè la bimba non avrebbe potuto sopravvivere.

Il giorno seguente, era un sabato, il professore venne col medico curante. A conclusione del consulto il professore se ne andò senza ripetermi il solito: « Domani vedremo »; quasi di fuga, brusco, brusco in viso; e il medico rimasto a confortarmi: «Si faccia animo, mi disse, povero amico mio; in tutte le famiglie ci sono dolori, io ho perduto due bambini... ».

Soltanto per una grazia del Beato non sono impazzito. Non era trascorso un mese che la bimba era rimasta orfana di madre... Ora anche la mia figliuola, stava per seguirla... Non posso descrivere la mia angoscia... A mezzanotte rimasi solo con la piccola creatura che quasi non respirava più. Da molte ore non parlava, non si muoveva più. Verso le due, d'improvviso la vocina della bimba sillabò: « Papà, senti, vado con la mia mammina... è qui con gli Angeli per portarmi in Paradiso... ». Non avevo più lacrime, non più voce, non più forze. Mi abbandonai sul piccolo letto bianco... non sentivo più le pulsazioni, neppure l'alito, il freddo della manina era più intenso. Il terrore mi dava un tremito convulso che non mi lasciava fermare la mano. Finalmente riuscii a collocare sul capo della bimba un'immagine del Beato mandatami da mio fratello, ed una reliquia che nello stesso giorno, provvidenzialmente mi era pervenuta da Valdocco.

Nessuna parola: dal cuore sanguinante sgorgava l'invocazione, la supplica, la fede...

Non erano trascorsi dieci minuti da quando l'immagine e la reliquia del Bato Don Bosco posavano sul capo immobile della mia Maria Luisa che d'improvviso la bimba agitò le manine come per accarezzarmi, sorrise dolcemente e la voce squillò: « Papà, papà mio, non ho più male.

Alla Domenica il buon Don Preti, venne ad impartire la benedizione di Maria Ausiliatrice.

Poco dopo la bimba ha voluto alzarsi...

Il professore al lunedì rimase così turbato dall'inesplicabile miglioramento, che non ritornò più.

Al martedì un definitivo consulto del medico curante con uno scienziato universitario di alta fama, accertò superata la malattia, senza saperla ancora definire.

Avv. VINCENZO BATTÙ.

Salva la bimba ad un altro ex-allievo. - « Oh! Beato D. Bosco! tu che sempre sei stato il benefico protettore dell'innocenza, per la tua intercessione invoco dall'Ausiliatrice la guarigione della piccola Amelia, sempre che la Divina Bontà voglia darmi questa consolazione ».

Era questa la quotidiana preghiera del mio cuore di padre e di ex-allievo, sicuro che il Beato, anche questa volta mi avrebbe i manifestato la sua benevolenza, avendo più di una volta constatato il bene che il Beato mi vuole.

Erano momenti d'angoscia, il male era ribelle anche alla scienza. Oramai eravamo rassegnati ad avere un secondo angioletto nella gloria del Cielo.

Ma il Beato vegliava, mettendo alla prova la nostra fede.

Un pomeriggio, quando tutto sembrava perduto, il valente specialista di bambini, del quale accludo il certificato, ebbe una felice ispirazione.

« Si tenti l'ultima carta, oramai nello stato attuale è imminente la catastrofe. Domattina si faccia un bagno caldo senapato, con bagnature fredde alla testa. Questo bagno dovrà decidere o in male o

in bene. La bambina è nelle mani di Dio; la scienza ha fatto tutto quello che poteva ».

Lascio immaginare il nostro orgasmo.

Immediatamente telegrafai al Rettor Maggiore; invocando urgenti preghiere all'altare dell'Ausiliatrice ed all'urna del Beato. Tutto è riuscito bene.

Riconoscente, lascio la penna al bravo specialista, strumento' terreno, nelle mani di Dio.

A ringraziamento di tanta benevolenza del Beato verso un suo ex-allievo, ho fatto celebrare un triduo, in preparazione alla festa, tenutasi nella mia Parrocchia di S. Maria del Soccorso alla Via Nuova Capodimonte.

Napoli, 31-X-1932.

ANTONINO SQUILLACE.

La dichiarazione del medico.

Sono stato chiamato il 9 luglio c. a., al capezzale della piccola Amelia Squillace di Antonino, affetta da enterite dissenteriforme, con stato tossico: le condizioni della bambina erano gravissime e lasciavano poche speranze di salvezza. Furono praticate le cure opportune e feci noto alla famiglia tutta la gravità della malattia.

Rividi la bambina il giorno dopo ed era completamente trasformata; scomparso lo stato tossico e molto migliorata la forma enterica, per cui potei constatare che la bambina si avviava rapidamente alla guarigione.

Dopo circa venti giorni, quando cioè la bambina non era del tutto ristabilita dalla prima grave malattia, fui chiamato di urgenza ancora al capezzale della stessa piccola e la trovai questa seconda volta affetta da bronchite capillare diffusa, con circa 200 pulsazioni al minuto e 9o respiri. Prescrissi tutte le cure del caso ma non si ottenne nessuna miglioria; dissi ai familiari che tutto quello che era dato a noi medici era stato fatto e che solo un intervento divino poteva salvarla.

Dopo qualche giorno le condizioni della bambina incominciavano a migliorare: il polso a poco a poco ritornava normale e così il respiro; i fatti bronchiali si risolvevano, tornava l'appetito e si potevano nutrire molte speranze di guarigione.

Ora la bambina è completamente ristabilita: l'ho riveduta dopo un periodo di villeggiatura: è sana, vispa ed allegra.

Ho fatto questa dichiarazione dietro richiesta dei genitori per testimoniare il fatto miracoloso avvenuto, che corrisponde alla verità.

Napoli, 31 ottobre 1932.

Dott. VINCENZO LICCARDI.

Altre anime riconoscenti:

Pastorini Ada (Novi Ligure) invocando il Beato ottenne la guarigione della sorella Maria.

Una madre (Genova-Sestri) ottenne il ritorno in famiglia di un figlio che se ne era improvvisamente allontanato.

N. N. (Montechiaro d'Asti) avendo il padre in gravissime condizioni di salute ne ottenne la guarigione imponendogli sul capo una immagine del Beato.

Fortini Dott. Stefano (Serravezza), ex-allievo di D. Bosco, si raccomandò con fede a Lui ed ottenne in-piego più conveniente di quello al quale aspirava.

Barbugli Antonio (Trapani), affetto da gravissimo morbo, affidò la sua guarigione all'intercessione del B. D. Bosco e, dopo la terza novena, si sentì perfettamente ristabilito. Dalla bontà e potenza del Beato attende ancora altre grazie.

O. S. (Piani di Vallecrosia), dopo aver inghiottita una piccola reliquia del Beato, si sentì rinforzare la memoria che si era di molto affievolita.

I. B. Figlia di Maria Addolorata ringrazia il Beato Don Bosco perchè, colta da improvviso malore con un fortissimo dolore al rene destro, sentì immediato sollievo al contatto di una fotografia del Beato che aveva fervidamente invocato.

C. D. (Gualdo Tadino), Cooperatrice salesiana pose ogni sua speranza nell'aiuto del Beato ed ottenne: la felice riuscita del figlio negli studi e la guarigione, senza operazione, da una forma di appendicite, applicando l'immagine di D. Bosco alla parte ammalata.

Ballocca Cartotto Margherita ottenne dal Beato protezione ed aiuto, ed ora, il sorriso di un angioletto che allieta la sua casa.

G. M. (Pavia) ringrazia riconoscente il Beato per averlo guarito da un doloroso patereccio.

Linari Biscio Teresita (Genova) trovandosi in grave pericolo di perdere l'occhio sinistro, si raccomandò a D. Bosco e l'occhio fu salvo.

Luparia Elvira (Moncalvo Monferrato) sofferente per bronchite da più mesi e non ottenendo miglioramento di sorta, non ostante le cure mediche ed i rimedi usati, affidò la guarigione al Beato D. Bosco ed ora, dopo aver potuto subire due operazioni, trovasi perfettamente guarita.

Angela Follo de Jesu (Paduli) sorpresa da alte febbri, causate da malattie di reni e temendo un intervento chirurgico, si rivolse al B. D. Bosco, ed ora riconoscente ringrazia il celeste protettore per l'ottenuto completo ristabilimento.

Carpani Zuffi Ines (Ziniasco Nuovo) rende pubbliche grazie al Beato per avergli guarito il bambino.

Ramponi Isolina (Bolvedro di Tremezzo) raccomandò al Beato il marito colpito da paralisi sinistra e, dopo una novena di fervide preghiere, n'ebbe confortante miglioramento seguito da guarigione perfetta.

M. C. (Verolengo) ringrazia il Beato per averle risanata la mamma e per essere stata preservata da un grave investimento automobilistico.

Rinaldo Giovanni (Baldissero) è riconoscente al Beato D. Bosco per l'ottenuta guarigione di una figlia affetta da appendicite e polmonite.

Sorelle Manacorda (Sanico) riconoscenti porgono vive grazie al Beato per la continua sua protezione sulle loro famiglie.

Bigamonte Giuseppina (Torino) ringrazia il Beato D. Bosco per la sua visibile protezione.

R. Secondo ringrazia riconoscente il Beato per averlo guarito da gravissima malattia.

Ferrino Vittorio porge vive grazie a D. Bosco per averlo risanato da un malore che lo tormentava da cinque lunghi anni!

Vai Elena (Torino) fa offerta al Beato e ne invoca la protezione in vita e più in punto di morte.

A. C. (Torino) ringrazia il Beato D. Bosco che molte volte esaudì le sue povere preghiere.

Cardone Giuseppe (Torino) con animo riconoscente porge vivissime grazie al Beato per una grazia straordinaria che gli ha concesso.

Guardamagno Elvira, coll'anima inondata di profonda riconoscenza al Beato D. Bosco per una segnalatissima grazia, sospirata da ben dieci anni, manda un'offerta per le sue Opere e Missioni.

Famiglia Zucchetti (Melzo), scelse il Beato D. Bosco come avvocato in una difficile e penosa causa e tutto andò bene.

Abrate Anna, Aguanno Francesco, Anselmi, Colomba, Berguet Serafino, Boni Giulia, Bozzola Lucia, Bozzolo Maria, Bruno Bice, Cavalchini Maddalena, Chiappori Emilio, Chicco Giselda, Dalmazzo di Garzegna Avv. Stefano, D'Amico Francesca, Gagliardini Teresa, Genestroni Clara, Graglia Giuseppe, Lanzarini D. Edoardo, Lentino Andrea, Longo Mario, Mattirolo Antonio, Morero Maria, M. S. di Milano, Paganessi D. Ezio, Rastelli Angelo, Raumer Caterina, Roana Maria, Santero Mariuccia, Sbrocco Francesca, Scrilli Angelo, Steffenino Achille, Stoppino Costantina Ved. Scazzòla, Varca Clara, Vivaldi Ezio, Volpi Erminia.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani

Carissimi,

Mi piace riportarvi dall'Osservatore Romano la conversione di lui distinto anglicano.

E il capitano Charles H. Markham, glorioso mutilato dell'esercito inglese nella grande guerra europea, avvocato e noto scrittore filodrammatico inglese, figliuolo del generale Charles John Markham C. B. E.

Fu battezzato il 6 ottobre e ricevette la prima comunione il 7, festa della Madonna del Rosario, in Salcombe (South Deyon).

Egli è entrato con indicibile entusiasmo nella Chiesa Cattolica, dopo alcuni anni di accurato studio delle religioni e di spassionati confronti.

Attribuisce la sua conversione alla infinita misericordia del Signore, che provvidenzialmente anni or sono l'ha fatto incontrare con un reparto di giovani esploratori cattolici di Napoli e con i figli del Beato Don Bosco.

Nella sua commovente lettera, che annunzia il suo ingresso definitivo nella Chiesa Cattolica. così scrive: Ho preso un nuovo nome di battesimo: Giovanni, per dimostrare la mia gratitudine a Don Bosco, perchè un figlio di Don Bosco mi ha convertito. Grazie, grazie al Beato per avermi guidato alla porta della Santa Chiesa, in cui sono tanto felice di entrare.

La sua lunga e cordiale corrispondenza con i Salesiani potrebbe formare un diario d'interesse non comune ed una sincera cronistoria autobiografica della sua conversione.

Anche voi, Amici miei, che vi educate allo spirito del Beato Don Bosco, in Collegi Salesiani o in famiglie di loro Cooperatori, procurate di zelare, ovunque andiate, la edificazione del prossimo colla santità della vita, e adoperatevi, ove ne aveste l'occasione, alla conversione degli erranti; siate i Cooperatori di Dio nella salute delle anime. Così insegnava il Beato Don Bosco.

Addio.

Il vostro affezionatissimo Don GIULIVO.

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

Riprenderemo quest'anno ad elencare sul Bollettino i nomi dei Salesiani defunti. Intanto, non potendo riprodurre tutta la lunga lista di quelli passati all'eternità nel 1932, ricordiamo quelli che hanno trascorso almeno un ventennio nella Società; in seguito procureremo di farlo per tutti.

Quattro valorosi missionari:

Sac. BOLLA FELICE + a Sigsig (Equatore) il luglio, Direttore dell'Oratorio e del Santuario di Maria Ausiliatrice;

Sac. BERNABÈ GIOVANNI, dei primi salesiani mandati dal B. D. Bosco in Ispagna, partito per le Missioni della Terra del Fuoco nel 1901 e deceduto a Magallanes (Chile) il 29 luglio;

Sac. MARTINENGO PIETRO, partito nel 1900 per la Patagonia Settentrionale e morto, dopo 32 anni di missione, a Chos-Malal (Argentina) il 25 aprile.

Sac. COZZANI EMILIO, che chiuse la sua vita missionaria a 64 anni in Valparaiso (Chile) il 14 maggio.

In Italia scomparvero figure venerande di Salesiani formati ancora dal Beato Don Bosco:

a Valsalice il Sac. VOTA MICHELE, che mandato dal Beato in quel Collegio, quando era ancora destinato all'educazione dei nobili, vi spese tutta la sua vita generosamente;

a Sondrio il Sac. URBANO G. BATTISTA che, tolta una piccola parentesi trascorsa in Ispagna, dedicò la sua lunga giornata all'insegnamento delle lettere e della musica nei principali nostri collegi; ad Avigliana il Sac. BARGERO GIOVANNI, il 6 luglio;

a San Benigno il Sac. VECCHIA CARLO, il 31 agosto.

In diverse nazioni:

ALEssI GIUSEPPE coad. ALTOMARE D. GIUSEPPE sac. ATZENI D. FRANCESCO ,Sac. BARBIERI VALENTINO coad. BoLLATi D. DOMENICO sac. BORG D. FILIPPO sac. CARMAGNOLA LUIGI coad. DELFORNO D. NATALE sac. Ducci DAVIDE coad. FERRERO D. ENRICO sac. FERJNANI D. GIOVANNI Sac. GHILKA ANDREA coad. KOENER D. MICHELE sac. PLATANIA D. FRANCESCO sac. REBARTER ANTONIO coad. ROCHE D. IPPOLITO Sac. SAENZ D. FLORENZIO sac. SCHWiND D. FRANCESCO sac. ZABALO D. RAIMONDO sac.

Cooperatori defunti.

Raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori e delle Cooperatrici i seguenti defunti, mentre presentiamo alle rispettive famiglie le nostre più sentite condoglianze:

Can. PIETRO GIULIANELLI

Chiudeva la sua vita laboriosa e pia, dopo quarantasei anni di ministero parrocchiale, canonico della Cattedrale di Rimini. Sollecito per la salute delle anime, ebbe cuore generoso pei poveri e per gli istituti di beneficenza che non dimenticò neppure negli ultimi momenti della sua vita. Le opere salesiane godettero e godono ancora in modo particolare della sua grande carità che gli sopravvive benedetta a perpetuarne sensibilmente fra i giovani dei nostri istituti la cara memoria. Al fratello salesiano cav. Serafino le nostre vivissime condoglianze.

Avv. Cav. CARLO BERTALOTTI

Con lui è scomparsa una radiosa figura di cattolico fervente, di lavoratore instancabile, di amministratore oculato, di saggio consigliere e soprattutto di benefattore.

Nacque a Perosa l'anno 1851 e laureatosi in legge brillantemente, disimpegnò con delicatezza scrupolosa l'ufficio di Notaio prima a Pinasca e poi a Perosa guadagnandosi la stima e la fiducia generale.

Coprì per tre volte la carica di sindaco di Perosa e per più di 15 anni quella di vice pretore.

Monumento degno della sua fede e della sua carità è il locale Istituto Salesiano, per cui diede buona parte delle sue sostanze. Anche altre opere ebbero il suo aiuto, ma preferì sempre che le sue elargizioni benefiche restassero ignorate.

Nel campo della religione fu cattolico tutto d'un pezzo, senza rispetti umani. La malattia crudele che lo fece soffrire per oltre un mese e lo condusse alla morte incontrò in lui l'uomo credente e rassegnato che seppe fino all'ultimo serenamente adorare e adempiere le divine volontà.

Don GUGLIELMO BUETTI Prevosto dei Borghesi in Locarno (Svizzera).

Questo nostro ottimo Cooperatore - che amava non far sapere alla sinistra il bene che operava la destra - ha consacrato la sua preziosa esistenza al sacro ministero delle Confessioni, alla efficace e continua predicazione in quasi tutti i paesi del Canton Ticino ed alla diffusione della buona stampa scrivendo molti libri di pietà e di istruzioni sacre.

Fu un uomo veramente apostolico.

EMILIA OLGIATI ved. MARONI

Si è spenta dolcemente in Varese, a 76 anni di età, dopo breve malattia sopportata con cristiana rassegnazione, lasciando luminosi esempi di pietà profonda e di straordinaria carità. Trascorse la sua non breve giornata tra la Chiesa e la casa ove, sposa fedele e tenerissima madre, profuse tesori d'inesauribile bontà. Guidata da costante rettitudine di spirito, non temeva che il peccato. Delicatissima con tutti, si faceva uno studio di non contristare mai alcuno.

La morte non la sorprese; la trovò anzi preparata da un corso di Esercizi Spirituali cui aveva assistito pochi giorni innanzi con visibile trasporto ed edificante fervore. Prima di volare all'amplesso di Cristo, la pia signora volle farsi povera di tutto per arricchire la sua città di un'opera preziosa di assistenza giovanile che affidò ai figli del B. Don Bosco. Raccogliendo la duplice eredità delle sue sostanze e dei suoi esempi, noi la raccomandiamo vivamente ai suffragi dei nostri Cooperatori ed auguriamo la sua assistenza dal Cielo sulla nuova opera che nella città di Varese ne perpetuerà la cara memoria.

ALESSANDRO FERDINANDO BONA

Nacque a Casale Monferrato da pii genitori il 19 luglio 1876. Rimasto orfano, entrò a 14 anni nell'Oratorio salesiano di Torino donde passò a Nizza ed a Marsiglia, perfezionandosi nell'arte del compositore che poi esercitò, apprezzatissimo, a Ciriè ed a Torino. Da 29 anni ormai egli svolgeva la sua attività presso la SEI, con rara competenza e con spirito di cooperatore e di ex-allievo. Economizzava anche sul suo stipendio per aiutare le missioni e le opere del Beato Don Bosco. Nutrì una speciale divozione a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco. Accettò la morte con cristiana rassegnazione, e ricordò le missioni salesiane anche negli ultimi momenti. Pace all'anima sua!

Teol. BARTOLOMEO GILLIO

Ex-allievo e Cooperatore salesiano, si è spento in Buttigliera d'Asti il 23 novembre 1932, rimpianto largamente dalla popolazione e da numerosi amici, specialmente sacerdoti, che gli diedero un imponente tributo di cristiani suffragi. Per le opere salesiane ebbe sempre un particolare affetto e pel Beato Don Bosco profonda venerazione.

MARGHERITA FERRETTI

Ha reso la sua bell'anima a Dio il 19 novembre 1932, lasciando mirabili esempi di rara virtù. Umile e pia, visse una vita di fede ardente e di carità generosa, prodigandosi per tutte le opere di beneficenza con materna sollecitudine. Cooperatrice salesiana sostenne anche le opere nostre con fervida carità. All'illustre consorte, generale grand'uff. Federico Ferretti, podestà di Susa, le nostre vivissime condoglianze.

Altri Cooperatori defunti:

Accorro TERESA, Torazzo (Vercelli).

ALESSIO TOMMASO, Caramagna Piem. (Cuneo). BARBATTI ANTONIO, Venegono Inf. (Varese). BARBERIS GATTA GIACOMO, Ponzone (Vercelli). BERRONE ROSA, Frassineto Po (Alessandria). BERTELLINI GIUSEPPINA, Guasila (Cagliari). BERTINI NEDIANI ELOISA, Forlì.

BERTOLETTI PIETRO, Fonteno (Bergamo). BIONDA MELANIA, Viceno (Novara).

BOLLANI GIOVANNI, Sabbio Chiese (Brescia). BONATTI D. GIOVANNI, Campoferro (Pavia). BoNINO GIOVANNA, Romano Canavese (Aosta). BoNO ROSALIA, Montelepre (Palermo). CALDIROLA ORESTE, Romanò (Como). CAPIZZI D. BASILIO, Floresta (Messina). CARENA CATERINA, Chiusa Pesio (Cuneo). CASIcci FAITANINI MARIANNA, Rimini (Forlì). CASTIGLIONE SALVATORE, Palermo. CAVIGLIA IDA, Finale Ligure (Savona). CECI MARGHERITA, Manziana (Roma).

CEI PIETRO, Sannazzaro De' Burgondi (Pavia). - CENSI DAVIDE, Thiene (Vicenza). CIMINO PIETRO, Cammarata (Agrigento). CIOCCA D. FRANCESCO, Cervere (Cuneo). COLOMBARO G. B., Montecchio Magg. (Vicenza). COMENCINi FERDINANDO, Garda (Verona). CORENGIA ANTONIETTA, Asnago (Como). COSSERI D. GIOVANNI, Lenzima (Trento). CREMASCHI CATERINA Ved. SAVOLDi, Bergamo. CREOLA ROSA, Oleggio (Novara). DESTEFANIS Luigi, CINZANO (Torino). DIATI CARMELA, S. Agata Militello (Messina). PAGA ANGELA, Orbassano (Torino). FAIZZOLI VIRGINIA, Verona.

FERRARI ROSA, Ancona.

FERRARIS Prof. PIETRO, Caserta (Napoli). FOCHESATO ANTONIO, Nova Trento (Brasile). FURLANELLO MELANIA, Veronella (Verona). GALBIATA D. IGINO, Tradate (Como). GENNUARIO LUCIA, Atella (Potenza). GERLI FERDINANDO, Torino.

GHIA D. PIETRO, Belgioioso (Pavia).

GoLONELLI MARIA, Solarolo (Ravenna). GONELLA PAOLO, Cortemilia (Cuneo). GORGA ANGELO, S. Arsenio (Salerno).

GOTTIFREDI VENERANDA, Corenno Plinio (Como). GRAZIOLI PAOLA, Milano

GULANELLI D. ARISTIDE, Carpena (Forlì). GUSBERTI ANGIOLA, Vigevano (Pavia). IBATICi D. DOMENICO, Pianzano (Reggio E.). ISONNI GIUSEPPINA, Balmuccia (Vercelli). LEPORATI LUIGI, Rolasco (Alessandria). LOMBARDINI LUIGI, Busto Arsizio (Varese). LoNGO GIOVANNI, Pomaro Monf. (Alessandria). MARCHIANDO MARCO, Aosta.

MARCHISIO FELICITA, Torino.

MATTA ANTONIETTA Ved. ZARA, Mandas (Cagliari). MAZZONI LAURA, S. Gregorio da Sassola (Roma). MESAGLio TERESA, Martignacco (Udine). MIELE ANGELO, San Bernardo (Brasile). MONTICONE LUIGIA, Villa S. Secondo (Alessandria). MONTREZZA VIRGINIA, Milano.

MORANDI Dott. ROBERTO, Spezia.

MoRosso LUIGI, Praly (Torino).

MUSSO CAROLINA, Casteln. D. Bosco (Alessandria). NEzOZI VALENTINO, Fonteno (Bergamo). NICOTRA Prof. ANTONINO, Caccamo (Palermo). OLDANO NAZARIO, Grana Monf. (Alessandria). PAGANINI D. RINALDO, Genova.

PASINELLI GIOVANNI, Fonteno (Bergamo). PASINELLI MATILDE, Fonteno (Bergamo). PASTORINO PIETRO, Tovo S. Giacomo (Savona). PAVAN GIOVANNI, Medaglino S. Vitale (Padova). PEDERZOLI ALFONSO, Bologna.

PEDRETTI FALARDI ANGELA, Fonteno (Bergamo). PELLIZZARI LUCIA, Odolo (Brescia).

PETETTI RAFFAELE, Potenza Picena (Macerata). PETRUCCI FILIPPO, Ponte agli Stolli (Firenze). PICCIOLINI INNOCENTE, Monterubiaglio (Terni). PIVA PIPITO NORINA, Venezia.

PIZIALI BERTOLUTTI ANGIOLINA, Fonteno (Bergamo). RAMBELLI RAFFAELE, Forli. RAVELLI CRISTINA Ved. ROCCA, Tortona (Aless.). RICALDONI LISETTA, Genova. RINALDI MARCHINA, Lu Monferrato. RIPAMONTI BAMBINA, Cologno Monzese (Milano). SALOMONE CATERINA, Mondovì-Piazza (Cuneo). SALTETTI ANNUNZIATA, Brusasco (Alessandria). SANNA FRANCESCO, Serrenti (Cagliari). SCANU SEBASTIANO, Mogoro (Cagliari). STAFFERI ERNESTA, Madonna dell'Olmo (Cuneo). STARDERI ANNA Ved. ARTERO, Vinovo (Torino). STEPAN ANGELA, Conegliano Veneto (Treviso). TAPPI Comm. GIUSEPPE, Torino. TERZI ENRICO, Montalcino (Siena). TARZUOLo GIUSEPPINA, Asti (Alessandria). TRIPOLI Ch. FRANCESCO, Raccuia (Messina). VALENTINI ALFREDO, Roma. VALLET D. PIETRO, S. Pierre (Aosta). VALLINO GIOVANNI, Torino. VALLONE ADDOLORATA, Nardò (Lecce). VASARRI COLOMBO, Salvena (Grosseto). ZAMPA TERESA, Tricesimo (Udine).

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco:

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o del Beato D. Bosco, e alcuni, hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Acquarone faina, Adolfo e Maria, A. G., Aloatti, Ambrogio Natalina, Appendino Carolina, Aquadro B. Antonio, Aragno, Arena Eugenio, Arnoletti, Artero Giovanni, Asperti Giuseppina, Astori Lena, Avanzato fam.a, Avvanzato Teresa, Avignone Fam.a, Ayres Ileana Maria.

Bagno Zagari Ada, Balliano Pietro, Barale Andrea, Barassi Maria, Barberis Gina, Barbero Onorina, Barbetta, Barra, Barzoni Olimpia, Basino Giuseppe, Bellotti Giuseppe, Belzatto coniugi, Bergamasco Ester, Bernini Rosa, Berroni, Bertoldi Federico, Bertolini Giuseppina, Bessone Dr., Bettini Tranquillo, B. F. di Torino, Biava Carolina, Bigallo Giuseppina, B. M., Bocchio Sac., Bogino Luigi, Bonatto Maria e fam.a, Bolli Angela, Bono Adele, Borbetta, Bordese Vittoria e Domenica, Borella Teresa, Bosso Beatrice, Bovio Elisabetta, Bozzola Pedemonte Fina, Buraggi Renato, Buscaglione Maria.

Calvi Parisetti Maria Teresa, Cane Giovanni, Cannizzaro Virginia, Canta Giuseppe, Capellaro, Caprini Ida, Carelli Isidoro, Carrara fam.a, Carrero Francesca, Casale Teresa, Cassina Ernesto, Cavalchini Luigi, Cavallero Maria e Teresa, Cavalletto Marianna, Cavallo Nella, Cavanna Dr. Alessandro, Cella Giuseppina, Cerotti Domenica, Chiavale, Chiaventone Ilaria, Chiriotti Irene Ved. Alcalino, Ciccarelli Carmela, Cignetti Rosa, Clerici Luigi, C. M., Colacione Vincenzina, Colapietro Italia, Colognese, Comba Aristis Isotta Ved. Clara, Costelli Ugolino, Cova, Credazzi Maria, Cretaz Barbara, Crosetto Caterina Ved. Crosetto, Crosetto Domenico, Cugnod Anselmina.

Dago Alberto, Debernardi Ester, Del Buono D. Nicolò, Dellera Lidia, Delsignore, De Mori Nardari Luigia, De puzzi Anna, De Puzzi Cristina, Desalvo fam.a, Diaferia, Di Seyssel Cont.ssa, Doglio Caterina.

Egidi, Eva Serafina.

Faccione, Fassetta, Fassina, Fassio Sala Ernesta, Fassio Teresa, Fer Enrico, Feria Teresa, Ferrari Gio. Batt., Ferrarini fam.a, Ferrero Ferdinando, F. G. di Vercelli, Figazzolo Luigi, Finetti Rolando, Fiori Luigina, F. M., Francese, Francia Adelaide, Fusi Francesco, F. V.

Galizia Maria, Gallino Margherita, Garino Maria, Gatti Viale Elvira, Gay fam.a, Genni Anna, Gerazzone, Ghilardi Sor.lle, Ghisio Caterina, G. J., Gina, Giorda Felicina, Giordana Giacomo, Giribaldi Nicola, Giovanetti Cristina, Giovanni e Camillo, Giovanni N., Giudici Irma, Giustetto Rosina, Gonella Teresina, Grazioli Maria, Gribaldi Domenico, Gruppo Giuseppe Maria, Guardamagna Elvira, Guarrera Vincenza, Guffanti Rosa, Guida Maria, Guidetti Adele.

Janin Maria, Jzzo Alberto.

Lemuth Gastone di Fiume, Leverone Adele, Lippiello Nicolina, Lombardi Spanò Teresina, Luparia Cesare, Lupi Angela.

Maffei Federico, Magagna Beppina, Maina, Manni De Lellis Chiara, Mantegazza Natale, Manzoni Elena, Marchello Maria, Marcolungo, Maria Giovanna, Marinone Barbara, Martinetto Agnese, Mauri Don Zaccaria, Mazzini Pierina, M. C. di Vercelli, Mellana Felicina, Menardo Dante, Meneghetti Alessandro, Merlino Emilio, Mioni Elvira, Mirenda Rosina, M. N., Mogni Emilia, Molione Maria, Mollo Carlo (un paio orecchini), Mondini Ing. Carlo e Maria, Monetti Rita, Morello Maria, Moretti Bava Bice, Morlani Mella Maria, Moselli Giulia, Mura Dott. Giacomina, Murazzano Giovanna.

Nicola Avv., N. Luisa, N. N. di Fossano, di Susa, di Torino, N. N. (un paio orecchini), Novelli Iuli Maria.

Oddone Maria, Odello Rosa, Olivero Luigia, Olivetta Giuseppe.

Pangella Dr. Carlo, Papale Angela, Paradisi Miconi Gaetana, Parochina Celestina, Pastore Giuseppe, Pastorelli Andrea, Pedrozzi Teodora, Peirani Lorenzina, Pelassa Maria, Peppino, Peno Giuseppe,

Perotti Maddalena, Pezzato Elena, P. G., Piacentini Luigi, Piana Maddalena, Picollo Paolo, Pignocco Rosa, Pisanello Maria Ved. Leonardi, Porcu Maria, Preti Maria, Prinetto Francesco, Prono Adele, Pronzatti-Cordelli, P. T.

Quaglia Margherita.

R. A. L., Ramella Ester, Ramondini Francesca, Ratto Giovanna, Ratto Maria Ved. Cuneo, Reita Caterina, Resmini Maria e Lucrezia, Ricca Caterina, Riccardi Gina, Righetto Adele, Rigotti Michelina, Ripa Luigi, Riva Stella, Rivalta Calligaris Orsola, Rivazio Mazzia Gisella, Rolfo Salvina, Romanengo Don Stefano, Rossi Pasqualina, Rossin Assunta, Rossin Ernesto, Rosso Bartolomeo, Rubatto Margherita, Rusca Virginia, Rusconi Fiorina, Russo Enzo.

Salasso Domenico, Saracco fam.a, Sardi Paolina, Sarina Luigia, Sartirana Carolina, Savarino Giuseppe, Sbarra Maria, Scaglia Maria, Scarrone Ermelinda, Scotti Cristina e fama, Scuito Scalia Maria, Secco Anna (orologio oro), Secondo Rina, Silvestri, Silvestri Tarsilla, Sola Giuseppe, Somazzi Ing. Stefano, Spagnolo Caraccio Beatrice, Stella, Strada Piero, Strola Zuccaro Teresa.

Talini Anna, Tapparelli Carolina, Tassone Anna, Tenaglia Rosa, Teodoro Angiolina, Terrando, Tesel Mario, Tibone Teresa, Torassa Sor.lle, Torricelli Rossi Teresa, Travaini Federico, Trenti Giuseppe, Tricerri Giovanna, Tupini Gilda e Natalina, Turco Angiolina.

Uglino Angela.

Varetto Maria, Vassalli Gaggini Gina, Velasco Pierina, Ventura Teresa, Vercelli Luigina, Vercellino Adriana, Vergnano Maria, Versari Lucia, Viecca Maria, Viglietti-Negrone Cont.ssa, Villani Maria, Viola fam.a, Vuillermoz Antonietta.

Zaccaria Sor.lle, Zanella Ferdinando, Zanone Maria, Zanoni Clementina, Zanotti Michelangelo, Zottarel M.o Antonio, Zublena Gino.

In fiduciosa attesa:

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

Camilla A. di Finalmarina, la quale offre un anello d'oro al Beato Don Bosco per impetrare una grazia urgente.

Barbero Vittoria di Torino, che fa un'offerta per le missioni e ricorda al B. D. Bosco che attende il completamento di una grazia tanto sospirata.

Costa Carmelina, di Caltanissetta, la quale chiede preghiere per una speciale protezione di Maria Ausiliatrice e del Beato D. Bosco.

Iscrivetevi alla Pia Opera delle SEI MEssE celebrate OGNI GIORNO nella Basilica del Sacro Cuore a Roma. SEI MESSE celebrate secondo l'intenzione dei fedeli per le anime loro o per le anime dei loro defunti, per le anime care e per quelle che corrono speciali pericoli.

SEI MESSE quotidiane, assicurale a tutti coloro che, mediante l'umile offerta di LIRE UNA a testa, si fanno iscrivere alla PIA OPERA DEL SACRO CUORE Di GESÙ.

Indirizzare: al Rettor Maggiore dei Salesiani: Via Cottolengo, 32 - Torino (109); oppure al Rettore dell'Ospizio Sacro Cuore: Via Marsala, 42, Roma.