peso enorme di 400 e più ragazzi . Questo isola-
mento avrebbe sconcertato ed abbattuto qualsiasi
più coraggioso uomo ; ma Dio non permise che
disanimasse il nostro D . Bosco , il quale andava
ripetendo : Il Signore è la mia fortezza, ed il
mio rifugio ; in lui collocherò la mia speranza .
Ad onor del vero dobbiamo però dire che non tutti
Ali ecclesiastici abbandonarono D . Bosco in quei
gt iorne i dis si dt ura i provaf ; ei ci c è graa to dr i e
che specialmente D . Caffasso , e Monsignor
Fransoni non cessarono mai di sostenerlo coi loro
consigli ed incoraggiamenti . E fu veramente una
grande fortuna che in quel tempo così procelloso
si trovasse a reggere l'Archidiocesi di Torino un
Arcivescovo così intelligente delle vie del Signore,
e così benevolo a D . Bosco e al suo Oratorio ; ché
altrimenti senza un miracolo quest'opera sarebbe
andata in fumo .
Circa a quel tempo in riguardo alla supposta
pazzia di D . Bosco accadde un episodio abbastanza
lepido . Alcuni rispettabili e caritatevoli ecclesia-
stici di Torino, persuasi che egli soffrisse di cer-
vello , vennero in pensiero di tentarne la guari-
gione . « Questo buon Sacerdote , dicevano essi ,
ha delle fissazioni, che lo condurranno inevitabil-
mente alla pazzia : il suo male essendo ancor sul
principio forse con una sollecita cura lo si potrà
vincere, e potrassi così impedire una totale sven-
tura . Conduciamolo adunque al manicomio, e colà
coi dovuti riguardi si farà quanto la carità e l'arte
saranno per suggerire a suo vantaggio . » Si mandò
pertanto a parlare col Direttore dell'Ospedale dei
matti , e si ottenne un posto pel povero D . Bo-
sco . Allora due ragguardevoli Sacerdoti , di cui
uno era il teologo Ponzati Curato di Sant' Ago-
stino, e l'altro un pio egualmente che dotto mem-
bro del Clero Torinese tuttor vivente, furono in-
caricati di andarlo a prendere con una carrozza
chiusa, e con bel garbo accompagnarlo alla casa
dei pazzarelli . Ed ecco che un bel giorno i due
messaggieri si portano al Rifugio per compiere il
loro mandato . Entrati nella camera di D . Bosco
essi fanno i primi convenevoli, e poi introducono
il discorso sul prediletto Oratorio, sul futuro edi-
lizio, Chiesa, Preti e Chierici ; e D . Bosco ripeté
loro quello che aveva già detto con altri, e con
tanta franchezza come se vedesse ogni cosa sotto
i suoi occhi . I due messi si guardarono in faccia,
e con una cert'aria di compassione e come sospi-
E rando dissero : vero! cioè è proprio matto . In-
tanto D . Bosco dalla visita inaspettata di quei due
cospicui personaggi, dalle insistenti interrogazioni
che gli muovevano, e da quella misteriosa escla-
mazione si accorse che eglino erano pur di quelli,
che lo credevano pazzo, e ne rideva in cuore suo .
Stava poi attendendo come andasse a finire la cosa,
quando i due interlocutori lo invitano ad uscire
con loro a fare una passeggiata . « Un po' d'aria
libera ti farà bene , caro D . Bosco , gli disse il
teologo Ponzati ; vieni adunque ; abbiamo appunto
la carrozza che ci aspetta al di fuori . » D . Bo-
sco , che era un po' meno matto di quei due si-
gnori, si avvide tosto del giuoco che gli volevano
fare ; quindi senza darsi per inteso accolse l'in-
vito e discese con loro alla vettura . Là giunti i
due amici, un po' troppo gentili, lo pregarono ad
entrarvi pel primo . - No , rispose D . Bosco ,
sarebbe questa una mancanza di rispetto alla loro
d: ignità favoriscano di salire essi pei primi . - E
senza alcun sospetto questi vi salgono, persuasi che
D . Bosco vi monti subito appresso ; ma egli che
voleva appunto respirare l'aria libera, perché sa-
peva che gli avrebbe fatto bene, vistili dentro ,
chiude in fretta lo sportello della vettura e dice
al cocchiere : « Presto al manicomio, dove que-
sti due sono aspettati . » Il vetturino dà una sfer-
zata al cavallo, e più veloce che non si dica andò
a fermarsi dinanzi alla porta dell' Ospedale dei
matti . Vedendo giungere la carrozza, tosto i cu-
stodi già stati prima avvertiti vi si accostano per
servire il pazzo aspettato ; ma apertala invece di
uno ne trovarono due, non punto disposti ad es-
sere serviti . Come ne restassero quei due eccle-
siastici nel vedersi da D . Bosco in sì grazioso modo
burlati è più facile immaginarlo, che descriverlo .
Bastò questo solo fatto per far capire che egli o non
era pazzo, o che pure era un pazzo di nuovo co-
nio ; tino di quei pazzi appunto, di cui suole ser-
virsi il Signore per compiere le grandiose sue opere,
poiché al dire di s . Paolo, quae stulta sunt mundi
elegit Deus ut confundat sapientes : Le cose stolte
del mondo elesse Iddio per confondere i sapienti .
Tra queste ed altre consimili peripezie era giunto
il 5 di aprile 1846, Domenica delle Palme, ultimo
giorno , in cui venivaci permesso di tenere Ora-
torio nel prato . Fu quello uno dei giorni più af-
fannosi pel nostro D . Bosco, un giorno di grande
afflizione pel povero suo cuore, già per altre an-
gustie ferito e addolorato . In quel dì egli doveva
sapere in qual altro sito avrebbe potuto racco-
gliere i suoi 400 giovani la Domenica seguente,
onde avvisarneli ; ed invece, malgrado ogni inda-
gine ed ogni più minuta ricerca , niun raggio di
speranza gli balenava alla mente di poterlo inve-
nire . Trovandosi coll' animo altamente amareg-
giato, ma pur sempre confidente in Dio, egli pensò
di mettere alla prova le preghiere dei suoi cari
fanciulli , molti dei quali erano veramente angio-
letti di virtù . Perciò in quel mattino avutici nel
prato, e confessatine una buona parte, egli ci rac-
colse, ed annunziò che saremmo andati ad udire
la Messa al Convento della Madonna di Campa-
gna, luogo distante circa due chilometri sulla via
di Lanzo . « Noi andiamo colà, egli ci disse, come
in divoto pellegrinaggio ad onor di Maria , affin-
ché questa pietosa Madre ci ottenga la grazia di
trovare presto un altro locale pel nostro Orato-
rio . » La proposta fu da noi accolta con gaudio,
e ci mettemmo tosto in ordine . Sapendo che la
nostra era una gita più di divozione che non di
passatempo tenemmo un contegno più che mai edi-
ficante ; e quindi lungo la via or pregavamo re-
citando il Rosario, or cantavamo le Litanie e sacre
Laudi .
Quando fummo sul viale, che dalla strada mae-
stra mette al Convento, con nostra grande mara-
viglia tutte le campane della Chiesa si posero a
suonare a distesa . Diciamo con nostra grande ma-
raviglia, perché quantunque ci fossimo già recati
colà parecchie altre volte, non mai il nostro ar-