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Noi dobbiamo aiutare i fratelli a fine di
cooperare alla diffusione della verità .
(III, S . Giov. 8) .
Attendi alla buona lettura, all'esortare e
all'insegnare .
(I Tim . IV - 15) .
Delle cose divine la più divina quella si è
di cooperare con Dio a salvare le anime .
(S . Dionigi) .
Chiunque riceverà un fanciullo in nome mio
riceve me stesso . (MATT . XVIII, 5) .
Bisogna aver cura dei fanciulli, perchè di
essi è il regno de'Cieli . (S . GIUSTINO) .
Vi raccomando la fanciullezza e la gio-
ventù ; curatene con grande premura la
educazione cristiana ; mettete loro sott'oc-
chio libri che insegnino a fuggire il vizio,
e a praticare la virtù .
(Pio IX) .
Un amor tenero verso il prossimo è uno dei più grandi ed eccellenti doni, che la divina Bontà faccia agli uomini .
(IL DOTTOR S . FRANCESCO DI SALES) .
Direzione nell'Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO - Avviso per la Lotteria - I Valdesi o
Evangelici di Vallecrosia e la Casa di Maria Ausi-
liatrice - Lettera di un Giovane convertito alla Fede
cattolica ai Superiori dell' Asilo Evangelico di Valle-
crosia - La festa di s . Giovanni nell'Oratorio di S . Fran-
cesco di Sales - Lettera Salesiana - Le feste di Maria
Consolatrice in Torino - Storia dell'Oratorio di S . Fran-
cesco di Sales - Un Vescovo Siciliano nell' Oratorio
-Indulgenze speciali pei Cooperatori Salesiani .
AVVISO PER LA LOTTERIA .
Verso la fine di Agosto si farà l'Estra-
zione della nostra Lotteria ; laonde nel pros-
simo numero del Bollettino daremo l'e-
lenco degli oggetti, e, dopo previo accordo
colla R. Prefettura di Torino, pubblicheremo
il giorno preciso di detta Estrazione .
Tutto il mese di Luglio e la metà
di Agosto sarebbe ancor tempo favore-
vole per ismerciare biglietti . Perciò pre-
ghiamo caldamente quelli, che ne hanno
tuttora tra mano, a volerci fare la carità di
distribuirli, oppure inviarceli tosto, affinchè
noi ne possiamo tentare l' esito tra altre
caritatevoli persone .
Da qualche settimana stiamo inviando
una lettera a quelli dei benemeriti Coope-
ratori e Cooperatrici, che ebbero la bontà
di ricevere buon numero di biglietti o per
sè o per distribuire ad altri, colla quale li
preghiamo ad usarci la carità di trasmet-
tercene il p' rodotto, qualora non lo avessero
ancora spedito . Avvertiamo che l'invio di
questa lettera non ci fu suggerito da man-
canza di fiducia verso i caritatevoli nostri
benefattori , perchè eravamo e siamo più
che persuasi, che tardi o tosto eglino ci
avrebbero fatto pervenire ogni cosa ; ma
ci fu imposto dalle strettezze, in cui presen-
temente versiamo pei lavori della Chiesa
di S . Giovanni, che, stante la buona sta-
gione, progrediscono alacremente . Tuttavia
dimandiamo scusa e un benigne compati-
mento a coloro , ai quali, senza volerlo,
avessimo cagionato qualche disturbo, e pre-
ghiamo Dio che di tutto li ricompensi .
In questi ultimi mesi ci pervennero molte
richieste di ottime persone, che desiderano
di far parte alla pia Unione dei Coopera-
tori e Cooperatrici . Le gravi e quotidiane
occupazioni, che ora ci arreca la Lotteria,
c' impediscono d i loro spedire tostamente
i relativi diplomi . Le preghiamo pertanto
a voler pazientare sin dopo l' Estrazione,
assicurandole che allora saranno esauditi
i loro desiderii .
I VALDESI 0 EVANGELICI DI VALLECROSIA
E LA CASA DI MARIA AUSILIATRICE .
Fra le Case , che per la divina Provvi-
denza la Pia Società Salesiana tiene aperte
in Liguria, quella si è di Maria Ausiliatrice

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di Vallecrosia presso Bordighera, diocesi di
Ventimiglia . Dopo che venne attivata la linea
ferroviaria di Genova-Ventimiglia, questo sito,
prima di poche abitazioni, prese e continua
a farsi assai popolato , e per la sua salu-
brità divenne eziandio il convegno di molti
forestieri . Or appunto in questo luogo i Pro-
testanti, Valdesi od Evangelici, da parecchi
anni fondarono un ospizio ed apersero scuole,
dove per loro stessa confessione attirano i fi-
gli delle famiglie cattoliche . Spaventato dal
pericolo che queste correvano di perdere in-
sensibilmente la Fede, il compianto Monsig .
Lorenzo Biale, Vescovo di Ventimiglia, pregò
D. Bosco che volesse venirgli in aiuto collo sta-
bilire una Casa in quel sito medesimo, apren-
dovi una Cappella per l'istruzione degli adulti,
e le scuole elementari pei fanciulli e per
le fanciulle . Giusta il desiderio del vigilan-
tissimo Pastore la Casa fu aperta nel 1876 ;
furono mandati alcuni Sacerdoti e maestri
patentati per la scuola dei ragazzi, e alcune
Suore di Maria Ausiliatrice per ammaestrare
le giovinette . Quantunque stretto e misero
fosse e sia tuttora il locale destinato a ciò,
tuttavia se ne ottenne l'effetto bramato . Le
famiglie cessarono dall' inviare la loro fi-
gliuolanza alle scuole Protestanti, e la con-
segnarono ai maestri e alle maestre Catto-
liche .
Gli eretici, che si erano stabiliti in quelle
parti allo scopo di far proseliti , vedutesi
troncare così le mal concepite speranze, non
tardarono a levarne alto lamento prima a
voce e poi per iscritto . Ultimamente il sedi-
cente Pastore Evangelico, e il Direttore di
quell'Asilo scrissero e divulgarono un li-
bercolo col titolo : Poche parole agli abi-
tanti dei piani di Vallecrosia e villaggi
circonvicini . Con questo stampato, sfogando
il proprio maltalento, coloro cercano di ecci-
tare quei buoni abitanti contro la Casa di
Maria Ausiliatrice, movendole varie accuse .
Fra l'altro rimbrotanoiSalesianidiaver
innalzato in quel luogo il loro Stabilimento
di educazione, invece di andarlo ad impian-
tare in altro campo più adatto ; li accusano
di adoperare armi indegne , influenze ma-
lefiche, tentativi di perversione contro i fan-
ciulli e fanciulle, che frequentano le scuole
Protestanti ; scrivono che i Reverendi loro
vicini , se non ne fossero trattenuti dallo
Statuto, rinnoverebbero i famosi auto-da-fé,
cioè brucierebbero volentieri non solo le
bibbie, ma le stesse persone dei dissidenti
dalla Romana Chiesa ; asseriscono ancora che
noi usiamo verso di loro Valdesi in modo,
che sarebbe atto ad inspirare orrore ai po-
poli civili, da farci vergognosamente cac-
ciare da tutte le parti, e via dicendo ; così
che il libretto ti sembra scritto non già da
uomini, che si vantano di professare la legge
del Vangelo, e perciò si chiamano Evan-
gelici , ma piuttosto dettato da un discen-
dente dei Crocifissori di Gesù Cristo, o da
un seguace di Maometto .
Non è nostra intenzione di rispondere a
tutte e singole le accuse contenute in quelle
pagine ; tuttavia giacché costoro ce ne por-
gono occasione soggiungiamo qui alcuni ri-
flleessssii in proposito .
Anzitutto domandiamo : Voi, signori Val-
desi, Evangelici, Luterani, Calviniani, An-
glicani , Protestanti insomma , ché ormai
siete una cosa sola contro la Chiesa Catto-
lica , voi perché mai siete venuti a pian-
tare il vostro Asilo in un campo, in un cen-
tro Cattolico, qual è Vallecrosia ? Perché mai
invece di scegliere queste spiaggie, ove fis-
sare le vostre tende, non avete scelto la valle
di Luserna, o le rive del lago di Ginevra, o
le sponde del Tamigi, o i sobborghi di Ber-
lino ? Là sareste stati sul vostro terreno ,
perché tra vostri correligionarii ; in questi
piani invece, seminati di famiglie Cattoliche,
voi siete stranieri , venutivi davvero con
ispirito partigiano , mentre noi vi siamo
come in casa nostra , perché tra fratelli
Cattolici . Il rimbrotto adunque, che ci fate,
noi lo rivolgiamo contro di voi, ed ogni
persona onesta ci darà ragione . Ma almeno
perché mai non gradite la nostra vicinanza?
Perché predicate sempre la tolleranza, e poi
vi mostrate così intolleranti da non volerci
da presso ? Ah ! il perché si è quel mede-
simo, per cui un certo individuo, nell'avvici-
narsi all'ovile, sente dispetto vedendo il buon
pastore o i suoi custodi, vigilanti alla di-
fesa delle pecore . Ecco spiegato l'enigma .
Essendo così non vi resta che allontanarvi
da cotesti piani, e vi assicuriamo che niuno
dei Cattolici piangerà la vostra dipartita . Se
ciò non vi garba , rimanete ; ma cessate
dal muovere accuse ai dissidenti dalla vostra
setta .
Voi chiamate indegne le nostre armi, e
parlate d'influenze malefiche . Le nostre armi
sono quelle d'un Ministero pacifico e labo-
rioso ; le nostre influenze sono quelle di
una carità paziente . I maestri e le maestre
Cattoliche prestano il loro servizio agli adulti
ed ai fanciulli di cotesta valle, sacrificando
per essi comodità e vita . Prediche , cate-
chismi, scuole sono le loro occupazioni di
tutta la settimana, anzi di tutta la giornata ;
e tutto ciò essi fanno senza alcun guada-

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gno, anzi senza paga di sorta ; mangiano Nel vostro libello pretendete di dimostrare
un pane il più delle volte offerto loro dalla eziandio che lo spirito, il quale anima tut-
carità dei fedeli, ed abitano una casetta, che tora i Reverendi vostri vicini, sarebbe quello
molto ritrae da quella di Nazaret. Or que- di bruciare non solamente la bibbia, ma le
sti buoni abitanti, che hanno senno e cuore, stesse vostre persone . In quanto alla vostra
vedendo il gran divario che passa tra la bibbia avete ragione . Sì, noi bruciamo vo-
vita di abnegazione del Sacerdote Cattolico, lentieri quella bibbia, nella cui versione in
e la vita comoda del Ministro Protestante ; lingua volgare il vostro Lutero nella lettera
vedendo che il Cattolico dà tutto se stesso di s. Paolo ai Romani introdusse di suo
pel bene delle loro anime, e il Valdese in- capo la parola solamente, e così in cambio
vece cerca quae sua sunt non quae lesu di far dire dall' Apostolo : Pensiamo giu-
Christi, di quello prendono stima, lo amano, stificarsi l' uomo per la fede , gli fa dire
lo ascoltano e si affezionano sempre più alla invece : Pensiamo giustificarsi l'uomo sola-
Religione, che inspira e conforta a quei sa- mente per la fede . E perchè questa capric-
crifizii, e di questo non si curano nè punto ciosa aggiunta ? Per escludere la necessità
nè poco . Ecco adunque, o signori Evange- delle opere buone al conseguimento della
lici, ecco le armi, che adoperano i maestri salute eterna, e così accreditare il suo fa-
e le maestre Cattoliche ; ecco il modo col tale errore (1) . Sì, noi bruciamo quella bib-
quale esercitano le loro influenze tra mezzo bia,ncuqestobmiardDo,quest
a cotesto popolo . Qual giustizia adunque è schernitor di Mosè , questo sparlatore dei
la vostra di chiamarle armi indegne, e in- santi Apostoli, commise tanti spropositi, de-
fluenze malefiche ?
pravò tanti passi, che lo stesso protestante
Scrivete ancora che i vostri vicini tentano Bucero afferma essere la versione di Lutero
di pervertire i fanciulli . Si , essi tentano piena di errori, e Filippo Mornixio pur esso
di pervertirli a quel modo , che tentava protestante asserisce non essere al mondo
di pervertirli Gesù Cristo , quando in sua traduzione, la quale più si discosti dal te-
vita mortale gridava ai lupi d'allora : «Guai sto autentico (2) . Sl , questa vostra bibbia
a colui, che darà scandalo ad un bimbo, noi la bruciamo, e bruciandola non bruciamo
che crede in me : meglio sarebbe che co- punto la parola di Dio, come scioccamente
stui si legasse una pietra da molino al collo, scrivete, perchè la parola di Dio manet in
e si gettasse nel profondo del mare » ; e di aeternum , ma bruciamo la parola del de-
ciò non pago li pervertiva ancora col farli monio, che è spirito di menzogna .
venire a lui da presso, accarezzarli, istruirli e In quanto poi alle persone dei dissidenti,
benedirli . Adunque, se non vi piace questo il vanto di bruciarli noi lo lasciamo ai di-
modo di trattare coi giovanetti, aggiustate- scepoli di Pietro Valdo, ai fratelli di quei
vela col divin Maestro . Del resto che faccia sette sicarii, i quali, il giorno 9 di aprile del-
adamantina avete voi mai ! Chiamate sedut- l'anno 1374, in Bricherasio, con una gran-
tori e corrompitori i maestri e le maestre dine di colpi trucidarono barbaramente il
Cattoliche, perchè ad una giovinetta esterna beato Pavonio da Savigliano , perchè pre-
del vostro Asilo hanno presentata a baciare dicava contro la vostra dottrina e conver-
l'imagine di Colui, che è morto per noi in tiva gran numero di Valdesi alla Chiesa
croce ; ma diteci, di grazia, voi che tra co- Cattolica ; la gloria di bruciare le persone
testi abitanti Cattolici spandete i vostri li- dei dissidenti la riserbiamo agli ammiratori
belli pieni di castronerie contro la nostra di quel Lutero , il quale, dopo di aver coi
Religione , che mestiere esercitate voi ? suoi scritti e sermoni sovvertitori fatto ri-
Non siete invece voi i seduttori e i corrom- bellare i contadini contro ai legittimi loro
pitori della nostra gioventù, a cui propinate
massime tanto evangeliche, quanto lo sono
quelle dell'Alcorano ? Invece di accusare di
corruzione i vostri vicini, perchè parlano
del Crocifisso e della Madonna, sarebbe me-
glio, anzi doveroso che voi toglieste dalle
vostre case di educazione la scandalosa pro-
miscuità dei due sessi, o prendeste le ne-
cessarie misure per evitare certi disordini
che taciamo, a fine di usare a voi qualche
(1) I Cattolici non tardarono a scoprire questa sua ag-
giunta, e Lutero vedutosi scoperto uscì in queste goffe e
superbe parole : « Se il nostro nuovo papista vuol pren-
dersi fastidio della parola solamente, così gli dico alla
sfuggita : il Dottor Martin Lutero la vuole ancor rite-
nere, e dice : papista ed asino è la stessa cosa : sicvolo,
sic jubeo , sit pro ratione voluntas
Questo vocabolo
deve rimanere nel mio Nuovo Testamento : dovessero pur
divenire furibondi ed impazzati tutti gli asini del Papa
non me lo faranno levare . » Che linguaggio edificante pei
fedeli, e rispettoso per la Bibbia !
(2) Nella sola versione del Nuovo Testamento fatta da
riguardo , e non offendere l' onestà dei Lutero vennero notati oltre a quattro mila errori o luo-
ghi depravati ! Andatevi dunque a fidare della Bibbia
nostri lettori .
dei Protestanti

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Principi, insisteva poscia perchè non venisse
usata loro nè grazia nè riguardo alcuno, e
scriveva : « Su, su, Principi, all'armi, ferite,
forate ; venuto è il tempo maraviglioso ,
che un Principe possa guadagnarsi il Pa-
radiso col trucidare villani . » Avvenuta poi
la strage dei medesimi per oltre a cento
mila, il crudele ne prendeva sopra di sè la
risponsabilità scrivendo : « Sono io Martin
Lutero, che nella rivolta ho ucciso i con-
tadini , poichè ho dato ordine di ammaz-
zarli . » Sì, lo spirito di rinnovare i famosi
auto-da-fè colla persona dei dissidenti la-
sciamo che animi i discepoli di quel Cal-
vino, il quale sulle pubbliche piazze di Gi-
nevra , dove egli tiranneggiava , faceva
innalzare altrettante forche con sopravi que-
ste parole : Per chi parlerà male del si-
gnor Calvino ; lo spirito di bruciare gli
avversarii in fatto di religione lasciamo che
informi il bell' animo dei seguaci di questo
Nerone evangelico, il quale il giorno 27 di
ottobre del 1553 sulla piazza di Ginevra fa-
ceva arrostire a lento fuoco Michele Serveto,
perchè costui aveva rilevato negli scritti di
Calvino diversi svarioni ed errori, e li aveva
combattuti (1) . Sì, ve lo ripetiamo, agli a-
mici, ai discepoli, agli ammiratori di que-
sti vostri così miti patriarchi noi lasciamo
il vanto, la gloria, lo spirito di ammazzare,
trucidare , abbruciare i dissidenti . (2)
Voi poi, Valdesi o Barbetti, che accusate i
Salesiani vostri vicini di usare modi da inspi-
rare orrore ai popoli civili, e meritare di es-
sere cacciati da tutte le parti, voi nel lanciare
questa accusa dovreste arrossire, se di rossore
foste capaci . Imperocchè nel corso dei secoli
quante volte colle vostre turbolenze , colle
vostre ribellioni, colle vostre stragi ed as-
sassinii avete obbligati i nostri Principi, prima
a rinchiudervi nella valle di Luserna, e poi
a prendere le armi per difendere la tran-
quillità, le sostanze e la vita dei loro sud-
(1) Questo Calvino , chiamato meritamente bevitore di
sangue umano dallo stesso protestante Galiffe, che ne
malediceva la memoria, scriveva ancora il 30 settembre
1561 al marchese del Poët , sostegno dei Protestanti del
mezzodì della Francia : « Sovratutto non mancate di vuo-
tare il paese da questi zelanti facchini , che esortano i
popoli a stare contro di noi , oscurando la nostra con-
dotta e volendo far passare per sogni la nostra fede . Si-
mili mostri debbono venir soffocati, come ho fatto io nel
supplizio di Michele Serveto spagnuolo . » Che spirito be-
nigno eh ! E i suoi discepoli osano accusare di barbarie
i Cattolici !
(2) Chi volesse conoscere appieno l'umanità, di Lutero,
di Calvino e di simile genia legga la pregevolissima o-
pera : Il Protestantesimo per Pietro Peinetti . - Si vende
In Torino alla Libreria Salesiana - Farebbero bene a
leggerla anche i Valdesi, che l'anno 1536 fecero lega coi
Calviniani, e sono ormai con essi una cosa sola nell'odio
contra la Chiesa Cattolica .
diti Cattolici contro di voi ? Ora è il Prin-
cipe Guglielmo di Acaia che si vede costretto
a reprimere i vostri eccessi ; ora il Duca
Carlo I ; ora Emanuele Filiberto l'eroe di
S . Quintino ; ora è Carlo Emanuele il Grande ;
ora Vittorio Amedeo I ; ora la Principessa
reggente Maria Cristina ; ora suo figlio il
Duca Carlo Emanuele II, e via dicendo (1) .
Ed in faccia alla veridica storia, che riverbera
una luce così trista sulla vostra condotta ,
voi , Valdesi , osate scrivere che il modo
di agire dei Salesiani e . delle Suore di Maria
Ausiliatrice inspira orrore ai popoli civili?
Avremmo altre cose da soggiungere ancora,
ma poniam fine a questo articolo, per dare
posto alla lettera seguente .
LETTERA
.di un Giovane convertito alla Fede cattolica
ai Superiori dell'Asilo Evangelico di Vallecrosia .
Preg .mo Signor Pastore Evangelico,
Mi venne poc' anzi tra mano un libretto sot-
toscritto dalla S . V . e dal Signor Direttore
di cotesto Asilo, che mi ospitò per cinque anni .
In pari tempo ricevo il periodico Le Témoin, da
cui veggo che i Valdesi in questi ultimi giorni
si occuparono di me e del mio ritorno al seno
della sola vera Chiesa di Gesù Cristo . Nel liber-
colo la S . V . e Direttore asseriscono che i Su-
periori della Casa di Maria Ausiliatrice in Valle-
crosia, approfittando della mia miseria, mi hanno
pervertito, come tentarono pur di fare, voi dite, con
tre altri giovanetti di cotesto ospizio ; nel periodico
poi i Valdesi si scatenano contro di me con tanta
acrimonia, da mettere sotto dei piedi non solo la
carità , ma ogni regola di buona creanza . Alle
ingiurie del Témoin non rispondo ; rispondo in-
vece ad alcune asserzioni contenute nell' accen-
nato vostro libello .
Primieramente permettetemi di dirvi, che in
quelle pagine voi usate delle espressioni e dei
titoli, che non mi sembrano permessi da quel Van-
gelo, che i Valdesi e soci hanno sempre in sulla
bocca . In particolare poi accusate, anzi calun-
niate la condotta dei maestri e maestre della
Casa di Maria Ausiliatrice che vi sorge accanto ;
e io che conosco le cose vostre, e quelle dei vo-
stri vicini, dico che è assai più lodevole la con-
(1) Esiste nella biblioteca del Re in Torino un mano-
scritto sulla condotta dei Valdesi nello Stato Sabaudo .
Se costoro verranno ancor fuori con qualche altra accusa
sapremo con questo documento rivelare al mondo i gra-
ziosi modi, che tennero coi Principi di Savoia e coi po-
poli civili .

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dotta di questi, che non la vostra . I maestri e le
maestre Cattoliche di D . Bosco stanno costì in una
misera casetta, stentando la vita pel bene del
loro prossimo ; vi stanno non solo senza stipendio,
ma a proprie spese ; lavorano a pro delle anime
da mane a sera e nei giorni feriali e nei giorni
festivi ; e voi invece, signor Pastore evangelico,
voi, Direttore dell'Asilo Valdese, abitate un bel
locale, vi godete il grasso stipendio che vi passa
la ricca protestante inglese, la signora Boyc ; e
facendo poco o niente, ve la passate allegra-
mente in compagnia della vostra moglie e fi-
gliuoli . Agli abitanti di cotesti piani e villaggi
circonvicini parmi adunque, che debba riuscire
ben poco vantaggiosa e commendevole questa vo-
stra cuccagna .
Voi ancora in una pagina scrivete che le
Suore di Maria Ausiliatrice non possono essere
abili maestre, perché colla loro professione reli-
giosa hanno, per così dire, rinnegata la famiglia ;
ma io dimando : Le vostre mogli o dottoresse colla
caterva dei loro figliuoli, colle molteplici cure di
famiglia, colle esigenze dei loro mariti, sono esse
in grado d'insegnar meglio, ed occuparsi con
maggior diligenza ed amore al benessere delle
figlie del popolo?
Io sono anche in grado di dirvi che voi avete
mentito scrivendo che un Prete di cotesta Casa
di Maria Ausiliatrice, un giorno avendo veduto
a passare nella via una giovinetta colla bibbia
alla mano, le mandò contro un ragazzo con in-
carico di rapirgliela . E pure una menzogna che
un'altra volta il Sacerdote Cattolico, avendo in-
contrato un giovinetto del vostro Asilo, lo abbia
richiesto se suo padre avesse le immagini ; gli
abbia suggerito di fuggire dall'Asilo se non vo-
leva andare all'inferno ; che gli abbia insinuato
che i suoi Superiori sono gente corrotta . Si, tutte
menzogne . E da queste si può arguire il resto
del vostro libello, che in sostanza altro non è
fuorché un tessuto di spropositi, che fanno ben
poco onore alla scienza di chi pretende di essere
pastore e maestro evangelico .
Ma lasciamo stare a parte questo argomento,
e veniamo a certe proposizioni riguardanti la cre-
denza . Voi scrivete che i miei Superiori approfit-
tando della mia miseria, mi hanno pervertito e fatto
un neofito, e io vi dimostrerò che essi mi hanno
in quella vece convertito sgombrando dalla mia
mente gli errori, che voi mi avevate insegnato .
Per non dilungarmi di troppo mi restringo ai
punti principali accennati nel vostro libello .
Per modo di esempio, voi scrivete e m'inse-
gnavate che i Cattolici non lasciano leggere la
Bibbia ; e invece venuto qui, i miei Superiori mi
posero tosto in mano la Bibbia tradotta dal Mar-
tini, perché la leggessi e consultassi a mio bel-
l'agio . Facendo io le mie maraviglie essi mi ri-
sposero : « Sappi che la Chiesa Cattolica non
proibisce già la lettura della Bibbia , come scri-
vono ed insegnano i Protestanti ; quello che fa la
Chiesa è questo : Siccome nella Bibbia vi sono
delle cose, delle parole, delle espressioni difficili a
capirsi, e che qualcuno potrebbe interpretar ma-
lamente ; così la Chiesa, oltre al vigilare che la tra-
duzione della Bibbia in lingua volgare sia fedele,
vuole che sia ancora corredata di note spiegative
per fare intendere bene il senso . Quindi tra noi
i dotti possono leggere liberamente la Bibbia nella
sua lingua originale ebraica, greca e latina ; e
i meno dotti possono leggerla tradotta in lingua
italiana, francese, inglese , spagnuola, tedesca,
in somma in tutte le lingue moderne, senza peri-
colo di prendere abbaglio . » Allora io conobbi
che voi, signori Valdesi, mi davate ad 'intendere
una cosa per un'altra ; in una parola conobbi
che mi avevate ingannato . Ciò nondimeno io non
potei trattenermi dal far osservare ai miei mae-
stri Cattolici come voi mi dicevate che la Bibbia
è chiara, intelligibile, alla portata di tutti, e che
perciò non abbisogna di altra spiegazione ; ed
essi, fattami cercare la seconda lettera di san
Pietro Apostolo , mi fecero leggere al capo III
queste parole : « Carissimi . . . la longanimità del
Signor nostro tenete in luogo di salute : conforme
anche il carissimo nostro fratello Paolo per la
sapienza a lui conceduta vi scrisse, come anche
in tutte le epistole, dove parla di questo : nelle
quali sono alcune cose difficili a capirsi, le quali
gli ignoranti e i poco stabili stravolgono (come
anche tutte le altra Scritture) per loro perdi-
zione . » Queste parole mi fecero aprire gli oc-
chi, mi fecero persuaso che la stessa Bibbia dice
che essa contiene alcune cose difficili a capirsi,
e cose importanti, che malamente interpretate me-
nano alla perdizione . Dunque non è vero che la
Bibbia sia alla portata di tutti, e non abbisogni
di spiegazioni per capirne bene il senso . Io non
sono ancora in grado di trarre da questo punto
tutte le conseguenze contro la vostra dottrina
circa la regola di fede, e perciò mi limito a farvi
una domanda : Perché non mi avete mai fatto ben
rilevare queste parole di san Pietro a riguardo
delle 14 epistole di san Paolo, che formano una
sì gran parte della Bibbia? Dopo ciò io rido al
leggere nel vostro libretto che presso di voi
anche i bambini possono leggere la Bibbia . Che
cime di sapientoni devono essere i bambini Val-
desi ! Se è così, prendete un mio consiglio : in-
vece di far loro succhiare il latte dalla madre,
fate loro succhiare i fogli delle vostre Bibbie, e
vedrete i bei marmocchi che diverranno!
Vengo ad un altro punto . Voi scrivete ancora,
come pure m'insegnavate, che i Cattolici adorano
le immagini, commettendo così un peccato d'ido-
latria . Io domandai se ciò fosse vero, e mi fu
dimostrato che voi siete calunniatori della Chiesa
Cattolica, alla quale affibbiate delle dottrine, che
essa non solo non ammette, ma abborrisce e de-
testa . Per convincermene mi fecero leggere quello,
che la Chiesa Cattolica insegna nei suoi Cate-
chismi intorno al culto delle sacre immagini .
Leggete ancor voi, e se siete gente di coscienza
cesserete dal chiamare idolatri i Cattolici . « Le
immagini di Gesù Cristo, così il Catechismo Cat-
tolico, le immagini di Gesù Cristo, della Vergine
Madre di Dio e degli altri Santi, sono da onorarsi
e venerarsi, non già perché vi sia in esse qual-
che divinità o qualche virtù , o perché si debba
domandar loro qualche favore, o riporre nelle me-

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desime qualche fiducia, come facevano una volta
i Gentili, i quali collocavano negli idoli la loro
speranza ; ma sono da onorarsi e da venerarsi ;
perché l'onore e la venerazione che si presta
alle immagini si riferisce agli originali, cioè a
Gesù Cristo medesimo, o alla Vergine Maria, od
ai Santi, che esse ci rappresentano (1) . » Avete
capito, signor Malan e signor Billour? Questa e
non altra è la dottrina e la pratica della Chiesa
Cattolica . Come dunque vedete, noi Cattolici non
adoriamo le immagini, come voi falsamente scri-
vete ed insegnate . Noi sappiamo meglio di voi
che un solo è il vero Dio, il supremo Signore e
l'assoluto Padrone di tutte le cose ; perciò a Dio
solo e a Gesù Cristo suo divin Figliuolo prestiamo
il culto di adorazione . In quanto alle immagini
noi non facciamo se non quello che fanno i buoni
figliuoli, i sinceri amici , i sudditi fedeli . Non é
egli vero che un buon figliuolo, un amico affet-
tuoso onora i ritratti dei suoi genitori e dei suoi
amici? Non è egli vero che un suddito fedele
onora le immagini del suo Principe? E voi, Val-
desi, non fate ancora altrettanto? E se ciò si
pratica colle immagini del Re, dei parenti e degli
amici senza commettere alcun peccato d'idola-
tria, perché mai lo commetteremo noi Cattolici ,
quando onoriamo le immagini di Gesù Cristo, no-
stro Padre e nostro Re, di Maria, nostra Madre
e Regina, dei Santi, nostri fratelli ed amici? Ah !
cessate una volta, poveri Protestanti, cessate una
volta dal mostrarvi ridicoli ed irragionevoli ; ces-
sate dall'ingannare e pervertire la gente .
Ma voi soggiungete nelle vostre pagine : Iddio
ha detto : Non farti scultura, ne immagine al-
cuna . Si, è vero ; ma badate alle parole che ag-
giunge il Signore : Per adorarle . Dunque vuol
dire che Iddio proibisce di fare delle sculture e
delle immagini, come facevano gli idolatri, cioè
col fine di adorarle siccome divinità, ma non già
proibisce di farle col fine di solo onorarle, e con
questo mezzo sollevarci ad onorare gli originali,
che esse ci rappresentano . Che questo e non
altro sia il volere del Signore, si appalesa chia-
ramente dalle seguenti parole della Bibbia, che i
miei maestri Cattolici mi fecero leggere al capo
26 del Levitico , e sono : « Non vi farete idoli,
né statue, dice il Signore, e non alzerete colonne,
né pietre insigni nel vostro paese per adorarle .
Perocchè io sono il Signore Dio vostro . » Di qui
si vede, che, quando si ritiene per nostro unico
Iddio il Signore, e non si adorano, non è punto
vietato di fare e ritenere delle immagini , come
non è proibito di alzare colonne . e pietre insigni
nelle nostre città e paesi, ormai seminati di sif-
fatti monumenti . In quella guisa poi che i Pro-
testanti si farebbero ridere alle spalle, se disap-
provassero la erezione di colonne e pietre insigni
sulle nostre piazze col pretesto che sono proibite
dalla Bibbia ; così non meno ridicoli si dimostrano
nel censurare le statue e le immagini dei Catto-
lici per lo stesso motivo .
Per convincermi sempre meglio che la cosa è
così, e che voi, signori Valdesi, mi tenevate nel-
(1) Conc. Trid ., Sess . 25 de invocatione, ecc .
l'errore, i miei Superiori sempre coll'aiuto della
Bibbia mi dimostrarono che Dio medesimo co-
mandò di fare delle sculture e delle immagini ;
tanto é vero che queste non sono proibite . Dif-
fatto al capo 25 dell'Esodo si legge che il Si-
gnore ordinò a Mosè di fare l'Arca dell'Alleanza,
dove collocare le tavole della legge, farle il co-
perchio detto il Propiziatorio , e poi soggiunse :
« Farai anche due Cherubini d'oro dall'una e
dall'altra parte del Propiziatorio ; un Cherubino
da un lato, e uno dall'altro lato . » Vedete dun-
que, signor Malan, che Dio, il quale proibisce di
fare delle figure per adorarle, comanda poi di
farne per onorarle insieme coll' Arca Santa? E
se ciò permetteva, anzi comandava agli Ebrei in
quel tempo, in cui vi era molto pericolo d'ido-
latria, lo vorrà egli proibito ai Cristiani, tra cui
questo pericolo è lontano le mille miglia ?
Vi è ancora una prova che non voglio nascon-
dervi, perché ha fatto del bene a me, e potrebbe
farne anche a voi coll'ispirarvi divozione a Gesù
Crocifisso, che ora tanto abborrite . La prova è
quella del serpente di bronzo, per ordine di Dio
medesimo fatto scolpire da Mosé , ed esporre in
mezzo al deserto agli sguardi e alla venerazione
del popolo Ebreo . Ecco il fatto e le parole della
Bibbia, che voi tenete per unica regola di fede
« Il popolo cominciò ad annoiarsi del viaggio e
delle fatiche, dice il sacro testo, e parlarono
contro Dio e contro Mosè . . . Per la qual cosa il
Signore mandò contro del popolo serpenti , e
moltissimi essendo piagati da questi e morendo,
andò il popolo da Mosè e disse : Abbiam peccato,
perché abbiamo parlato contro il Signore e con-
tro di te : pregalo che allontani da noi i ser-
penti . E Mosè fece orazione pel popolo, e il Si-
gnore gli disse : Fa un serpente di bronzo , e
mettilo come segno ; chiunque essendo ferito lo
mirerà, avrà vita . Fece adunque Mosè un ser-
pente di bronzo, e lo pose come segno ; e mi-
randolo quelli, che erano piagati, ricuperavano
la sanità (Num . XXI) . » Ecco dunque Iddio, che
proibisce di fare sculture per adorarle, coman-
dare altre volte di farne perché siano onorate, e
servano ad inspirare sentimenti di pietà e divo-
zione . Questo serpente fu dagli Ebrei tenuto in
grande venerazione per più di 700 anni, e fu poi
distrutto dal pio re Ezechia, perché ai suoi tempi
molti di loro alla guisa dei pagani avevano inco-
minciato ad adorarlo come una divinità .
Nel Vangelo Gesù Cristo medesimo parlò di
questa immagine, e lungi dal disapprovarne l'uso,
l'onore e la venerazione che le venne tributata,
Egli insegnò a riconoscere in essa la virtù della
Croce, sulla quale doveva essere Egli stesso con-
fitto per la salute di quelli , i quali morsi dal-
l' antico serpente miseramente perivano . Sono
queste le parole di Gesù, che si leggono nel Van-
gelo di san Giovanni al capo III : « Siccome Mosè
innalzò nel deserto il serpente, nella stessa guisa
fa d'uopo che sia innalzato il Figliuolo dell'uomo,
affinché chiunque in lui crede non perisca, ma
abbia la vita eterna . » Non ci deve qui far ma-
raviglia il vedere il nostro divin Salvatore para-
gonato ad un serpente ; questa similitudine ,

1.7 Page 7

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quantunque risvegli in noi una sgradita idea,
tuttavia é molto adattata a significare Gesù
Cristo, che per la salute nostra si caricò dei no-
stri peccati, e, sebbene innocentissimo , permise
di essere giudicato colpevole, e come tale messo
in croce . Del resto , dopo l' applicazione che
Gesù Cristo ha fatto a se medesimo di questa
istoria, non si può più dubitare che il serpente
di bronzo fosse una figura di Gesù Crocifisso .
Essendo così, io domando : Se era lecito onorare,
e venerare la figura di Gesù Cristo prima che Egli
venisse su questa terra, perché non sarà più le-
cito onorarla . e venerarla dopo che Egli é ve-
nuto ? Se non era idolatria allora , perché lo
sarà adesso? Signori Valdesi, io vi sfido a darmi
una risposta ragionevole, e finché non me la da-
rete, io ho il diritto di dirvi che a torto voi rim-
proverate noi Cattolici , perché onoriamo, vene-
riamo, baciamo il Crocifisso ; a torto ci accusate
d'idolatria ; a torto infine voi accusate di sedu-
zione le Suore di Maria Ausiliatrice, perché pre-
sentarono un giorno il Crocifisso a baciare ad
una ragazza di cotesto vostro Asilo .
Tratterò ancora un punto da voi pur accen-
nato nella famosa vostra pubblicazione . Ivi cen-
surate l'invocare l'intervento di Maria, e date
dell'ignorante a chi prega l'augusta Madre di
Dio, soggiungendo che così non facevasi ai tempi
apostolici . Durante il tempo della mia istruzione
Cattolica io ebbi occasione di farmi dilucidare
questo punto ancora sulla invocazione dei Santi e
della Vergine Maria, e quindi mi trovo costretto
a dirvi che eziandio in questa parte io era da
voi ingannato, sedotto, pervertito . Prima di tutto
vi fo osservare che la Chiesa Cattolica non inse-
gna già che sia cosa necessaria il pregare i
Santi, ma solamente che è cosa buona e utile .
In secondo luogo dovete sapere che tra noi Cat-
tolici si fa una grande differenza tra il pregare
Iddio e Gesù Cristo , e il pregare la Vergine
Maria e i Santi del cielo . Noi preghiamo Dio
come Padrone, come Sovrano che può fare tutto
da sé ; e preghiamo la Vergine ed i Santi non già
perché ci facciano essi le grazie come Signori e
Padroni , ma perché, siccome servi ed amici di
Dio, vogliano congiungere le loro preghiere alle
nostre, per ottenerci più facilmente da Lui i fa-
vori che ci abbisognano . Volete assicurarvi di
questa reale differenza? Prendete le così dette
Litanie alla mano, che noi Cattolici siamo soliti
a cantare in Chiesa e nelle processioni, e voi tro-
verete che quando noi ci volgiamo al Padre, al
Figliuolo, allo Spirito Santo, alla Santissima Tri-
nità, diciamo : Miserere nobis, cioè abbi pietà di
noi . Lo stesso facciamo con Gesù Cristo dicendo :
Cristo, esaudiscici ; Agnello di Dio, perdonaci,
e via dicendo , riguardando Gesù Cristo come
nostro Padrone e Signore . Ma quando noi ci
rivolgiamo a Maria Vergine ed ai Santi , di-
ciamo invece : Orate pro nobis : Pregate per noi .
Lo stesso divario voi noterete osservando il Pa-
dre nostro e la Salutazione Angelica, cioè l'Ave
Maria . Nel primo noi diciamo : Padre nostro . . .
dacci oggi il nostro pane quotidiano ; e nella se-
conda : Santa Maria Madre di Dio , prega per
noi . Per la qual cosa invocando in questa guisa
i Santi, noi non facciamo nessuna ingiuria a Dio,
quasi che li eguagliassimo a Lui medesimo , né
facciamo alcun torto né offesa a Gesù Cristo, come
se Egli non fosse il nostro Avvocato , il nostro
Mediatore presso il Padre . Imperocchè noi cre-
diamo sempre che Gesù Cristo è la causa prima,
formale ed efficace di tutti i nostri beni, e la
Vergine stessa ed i Santi nel dimandar grazie
per noi si appoggiano ai meriti suoi infiniti . La
Chiesa Cattolica esprime ancora questa dottrina
nelle suo preghiere, le quali , ancorché vi s'in-
terponga il nome di Maria o di qualche Santo o
Santa, terminano sempre con queste parole : Pel
Signor nostro Gesù Cristo, che vuol dire : Con-
cedeteci le grazie, o gran Dio, pei meriti di Gesti
Cristo vostro Figliuolo e nostro Salvatore . Ecco
la dottrina della Chiesa Cattolica, o signori Val-
desi . In che cosa merita essa di essere da voi
censurata?
Senza addurre ragione alcuna voi vi conten-
tate di declamare che la invocazione dei Santi è
contraria alla Bibbia . Or bene , per completare
questo punto , io vi rispondo colla Bibbia alla
mano che voi siete ingannati o volete ingannare,
come pur troppo avete ingannato me . La Bibbia,
lungi dal condannare l'invocazione dei Santi, dice
invece che Dio stesso talora, per concedere delle
grazie a qualche persona, ha voluto essere pre-
gato dai suoi servi fedeli . Aprite il libro di Giobbe,
e voi al capo 42 troverete che Dio sdegnato con-
tro i tre amici di questo santo uomo, perché non
avevano parlato rettamente , disse loro che, se
volevano essere perdonati, si raccomandassero a
Giobbe stesso che pregasse per loro . Ecco le pa-
role del sacro testo : « Dopo che il Signore ebbe
dette a Giobbe quelle parole, Egli disse ad Elifaz
di Theman : Io sono altamente sdegnato contro
di te e contro i due tuoi amici, perocché non
avete parlato con rettitudine dinanzi a me, come
Giobbe mio servo . Prendetevi adunque sette tori
e sette arieti, e andate a trovare Giobbe mio
servo, e offrite olocausto per voi , e Giobbe mio
servo farà orazione per voi ; e in grazia di lui
non sarà imputato a voi la vostra stoltezza
Andarono dunque . . . e fecero quanto aveva detto
loro il Signore, e si placò il Signore in grazia
di Giobbe . » Vedete adunque che la Bibbia non
condanna, ma inculca la invocazione dei Santi ?-
E nel Nuovo Testamento il grande Apostolo Paolo,
scrivendo ai Cristiani di Roma, non dice egli loro
queste parole : Vi scongiuro, o fratelli, che mi
aiutiate dinanzi a Dio col pregare per me?
(XV, 30) . Or, se questo Apostolo non credeva di
far torto a Dio, nè a Gesù Cristo coll'implorare
il soccorso e le orazioni dei Cristiani, che ancor
militavano in sulla terra, vorrete voi dare ad in-
tendere che noi Cattolici lo offendiamo, quando
imploriamo l'intercessione dei Santi che già re-
gnano in Cielo? Voi mi negherete che gli Spiriti
beati e le Anime dei defunti preghino per noi .
Ebbene, aprite la Bibbia e troverete in Zaccaria
profeta al capo primo un Angelo, che prega pel
popolo Israelitico, posto in servitù già settant'anni,
e dice: « Signore degli eserciti, fino a quando

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non avrai misericordia di Gerusalemme e delle
città di Giuda? E il Signore rispose buone pa-
role, parole di consolazione all'Angelo . » Vedete
adunque gli Spiriti beati a pregare per gli uo-
mini ed esserne da Dio esauditi . - Nel Vangelo
di san Luca al capo 16 Gesù Cristo ci dice che il
ricco Epulone pregava Abramo pei suoi cinque
fratelli ancor vivi . Ora , se costui prega per li
suoi fratelli, ed è nell'inferno , perché non pre-
gheranno per noi i Santi, che sono -in Cielo? Non
vedete, signori Protestanti , come errate e come
bistrattate la stessa Bibbia a fine di spandere i
vostri errori?
Scrivete ancora che ai tempi apostolici niuno
sognava d'invocare l'intervento di Maria, e io
vi osservo : Se san Paolo invocava l'intervento
degli stessi Cristiani né tutti perfetti nè tutti
santi, perchè mai egli e gli altri Apostoli e fe-
deli non avranno invocato l'intervento di Maria,
la più perfetta e la più santa delle creature? Se
san Paolo non giudicò di fare ingiuria a Gesù
Cristo coll'invocare le preghiere dei suoi seguaci,
avrà egli creduto di offenderlo coll'invocare le pre-
ghiere dell'augusta sua Madre? - Spargete ezian-
dio che voi onorate Maria molto più e molto me-
glio di noi Cattolici , perchè la onorate alla ma-
niera degli Apostoli ; ma voi mentite . Gli Apostoli
onoravano Maria come la onorava l'Arcangelo
Gabriele, che la salutava rispettosamente piena
di grazia, e voi nelle vostre preghiere , nelle
vostre pratiche religiose non mai un saluto, non
mai una lode volgete alla Benedetta fra tutte le
donne . Gli Apostoli onoravano Maria come la
onorava santa Elisabetta, che si proclamava fe-
lice di riceverla in sua casa e Le faceva gran
festa ; e voi invece non solo non fate così , ma
tici, scrivendo ed insegnando che non bisogna
rivolgersi a Lei per domandar grazie ; voi la
disonorate dicendo che coll'invocare l'intervento
di Lei nei nostri bisogni si fa ingiuria a Gesù
Cristo, nostro Avvocato e Mediatore . Che più? I
miei maestri mi assicurano che uno di voi, il si-
gnor Gian Ribetti , ministro Valdese in Roma,
pochi mesi or sono ebbe l'ardimento di chiamare
Maria l'eresia per eccellenza . Orsù adunque, si-
gnori Valdesi, è forse questo il modo con cui gli
Apostoli onoravano la benedetta Madre di Gesù?
E dopo siffatte vostre bestemmie che fanno il giro
del mondo, osate ancora scrivere che voi onorate
Maria meglio dei Cattolici? Quale sfrontatezza !
Avrei ancora altre cose a dirvi, specialmente
sulla intercessione di Maria Vergine ; ma per
questa volta può bastare così .
Intanto sarei a pregarvi , o signor Malan, che
voleste dare lettura di questo scritto ai miei an-
tichi compagni di cotesto Asilo . Poveri ragazzi !
mi fanno veramente compassione . Ingannati , o,
per usare una vostra parola, pervertiti dalla vo-
stra Bibbia corrotta ; ignari della vera dottrina
della Chiesa Cattolica, che dipingete loro coi più
neri e falsi colori, essi credonsi in sulla via della
verità, e invece si trovano in quella dell'errore .
Sono ciechi guidati da altri più ciechi , e fini-
ranno per cadere tutti nella fossa . Oh ! se potessi
rivederli , quante cose vorrei dir loro per farli
partecipi della felicissima mia sorte . Fatelo voi
per me, o signor Malan, e chi sa che nostro Si-
gnor Gesù Cristo , in vista di questo servigio ,
non ve ne renda il contraccambio col farvi dive-
nire ancora un buon Pastore .
Torino, 20 giugno 1879 .
censurate i Cattolici, perchè Le professano divo-
zione, perchè celebrano solennità ad onore di Lei,
LEONE COUCOURDA .
perchè si compiaciono di chiamarsi suoi figli adot-
tivi . Gli Apostoli onoravano Maria a quel medo
che la onorava quella pia donna , che di mezzo I
alle turbe disse a Gesù : Oh Beata Colei, che ti
LA FESTA DI S . GIOVANNI
fu e ti fece da Madre ! Maria stessa nel suo
Canto Magnifico annunzia che tutte le generazioni
NELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES .
la onoreranno col chiamarla Beata ; quindi gli
Apostoli e i primi fedeli si gloriavano di comin-
ciare la catena di queste divote generazioni ; e voi
invece, o Valdesi ed Evangelici, voi vi adontate
di far parte di queste generazioni, e, se la cosa
dipendesse da voi, dareste una mentita alle pro-
fetiche parole di Maria . Gli Apostoli onoravano
Maria come la onoravano gli sposi di Cana di
Galilea, quando nella mancanza del vino alle loro
nozze, posero fiducia in Lei, e ne ebbero soccorso ;
Chi si fosse trovato il 24 dell'or passato Giu-
gno nell'Oratorio di S . Francesco di Sales in To-
rine avrebbe assistito ad una festa di famiglia ve-
ramente cordiale . Erano i Salesiani e i giovanetti
di detto Oratorio, che festeggiavano il Giorno Ono-
mastico di Don Bosco loro Superiore in capo . A
loro si unirono gli allievi dei collegi di Valsalice
e Lanzo, i giovani dell'Oratorio di S . Luigi, non
che le rappresentanze di varii altri Istituti . I Col-
legi più lontani non avendo potuto prendervi parte
gli Apostoli la onoravano come la onorò lo stesso
Gesù, il quale, quantunque non fosse giunta l'ora
di far miracoli, pure in quelle nozze operò il suo
primo miracolo col cangiare l'acqua in vino, per-
chè pregatone da Maria ; la onoravano gli Apo-
mandarono lettere cordialissime, e preziosi regali .
Così fecero dall' America non solo i giovanetti ,
ma eziandio le fanciulle educate dalle Suore di
Maria Ausiliatrice in Montevideo .Parechint
allievi dell'Oratorio e studenti ed artigiani, oggidì
stoli come la onorò suo Figlio medesimo, che già impiegati nel mondo, si trovarono pure pre-
pendente in croce la consegnò in custodia al senti ad esternare personalmente a Don Bosco i
più puro ed affezionato dei suoi discepoli . Voi
adunque, Valdesi, Evangelici, Protestanti, lungi
dall' onorare Maria alla maniera degli Apostoli,
come dite , la disonorate alla guisa degli ere-
sensi di riconoscenza e di gratitudine, che nel cuor
loro col passare degli anni punto non si spegne .
Al mattino i giovanetti dell' Oratorio si accosta-
rono ai Santi Sacramenti , ed offersero a Dio la

1.9 Page 9

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loro Comunione per implorare sopra di D . Bosco
Erano oltre le dieci quando D . Bosco, levatosi
le più elette benedizioni . Siccome poi la pietà non in piedi, ringraziò i suoi giovanetti della dimostra-
è aliena da una modesta allegria , così dopo l'a- zione di amore e di gratitudine, che gli avevano
nima si pensò eziandio al corpo . Parecchi Coope- dato, cominciata già fin dalla sera innanzi ; rin-
ratori e Cooperatrici, che è quanto dire i più in- graziò gli offerenti, i lettori, i musici ; ringra-
signi benefattori dell' Oratorio , vollero essere lo ziò i molti forestieri, che avevano avuto la bontà
strumento della divina Provvidenza , e ad onore di venire ad onorare e rendere più splendida
di D . Bosco mandarono quanto occorreva , onde quella festa di famiglia . Egli assicurò che in
rallegrare i suoi giovanetti a colazione e a pranzo . quel giorno aveva provato una grande consola-
Quindi nel mattino all'uscir di Chiesa tutti si eb- zione nell' aver veduto tanti suoi figli, vecchi e
bero pane e companatico, e a mezzodì varie pietanze, giovani, ecclesiastici e secolari , lontani e vicini ,
vino e confetti .
a venirgli far corona, a pregare per lui, e a dargli
Ma la cosa più gradita fu nella sera la presen- parola di vivere sempre da buoni cristiani e da
tazione dei regali, la lettura dei componimenti in savii cittadini, per ritrovarsi un giorno tutti rac-
varie lingue, e il canto dell'inno, composto per la colti in Cielo ; ma disse che quest' anno la gioia
circostanza dal Sac . Giovanni Lemoyne, e musicato più soave gliela aveva portata una lettera dall'A-
dal giovane Giuseppe Dogliani allievo di D . Ca- merica . E qui con visibile commozione, che mo-
gliero , eseguito da duecento giovanetti con ac- veva i circostanti alle lagrime, D . Bosco annun-
compagnamento della banda . In un angolo del ziò come in quel mattino stesso aveva ricevuta una
vasto cortile i giovani avevano innalzato un pic- lettera da D . Costamagna Missionario Salesiano ,
colo trono pel re della festa ; dirimpetto sorgeva che di mezzo ai Pampas gli dava le notizie più
un palco a piano inclinato pei cantori ; e tutto al- consolanti per la conversione degli infedeli . Don
l'intorno in largo circolo erano disposte a più or- Bosco alludeva alla lettera seguente
dini panche e sedie per circa due mila persone .
Un tavolo collocato in mezzo portava i regali : vi
si vedeva tra gli altri un ricco piviale di velluto
rosso, offerto dagli antichi allievi dell'Oratorio ; un
rotolo di damasco per tappezzeria di Chiesa, prov-
LETTERA SALESIANA
veduto dagli allievi presenti ; un magnifico sto-
Ione bianco ricamato in oro dalle Suore di Maria
Ausiliatrice , e più altri doni fatti da individui e
Carrhuè -Deserto dei Pampas, 27 aprile 1579 .
da comunità religiose . Verso le otto tutti gli spetta-
tori interni ed esterni, Cooperatori e Cooperatrici,
Signori e Signore, Sacerdoti, soldati, gendarmi, già
alunni di D . Bosco, si trovarono ad occupare un
posto . Finalmente Colui, che era l'oggetto di tanta
festa, si presenta con una bella corona di rispet-
tabili persone della città , e suo malgrado va a
Mio carissimo e molto Rev do Padre D . Bosco,
Si ricorda ancora, o carissimo D . Bosco, della
principale tra le suppliche, che noi, suoi figli e
missionari Salesiani , presentavamo al buon Dio
in cotesto tempio di Maria Ausiliatrice, prima di
staccarci dalle braccia del nostro amatissimo
sedere sul trono, preparatogli dall'amore e dall'in-
dustria dei suoi figli . Lo accoglie una salva di
fragorosi evviva, il rombo dei tamburi, lo squillo
delle trombe e , il lieto suono dei musicali stru-
menti . Dopo il primo sfogo di tanti cuori, si co-
Padre? Oh! e come non lo ricorderà ! ? Ci pare
ancora adesso di udire la soave di lei voce in-
tuonare commossa l'antifona del Benedictus : In
viam pacis, e poi seguire con noi il cantico di
Zaccaria, e terminarlo con fede ed amore : Illu-
mincia dai giovani la lettura dei loro componi- minare his qui in tenebris et in umbra mortis
menti in prosa ed in poesia . Chi legge in italiano sedent !
Or bene, rendiamo grazie al buon Dio
e latino ; chi in arabo e greco ; questi in fran- che cominciò a favorire la supplica dei suoi po-
cese ed inglese ; queglino in tedesco , spagnuolo veri, inutili servi ! I Salesiani già arrivarono fino
e polacco ; così che parevano colà convenuti i rap- agli abitatori del deserto, agli Indi-Pampas, che
presentanti di tutte le principali lingue del mondo . ancor non conoscevano il lor Redentore ; già par-
Tra i componimenti degno di particolare menzione
fu il mentovato inno del Sac . Lemoyne, il quale
ebbe la felice idea di rappresentarvi le quattro
Ispettorie, in cui sono divisi oggidì le varie Case
lano, già vivono con essi, già loro fanno udire i
salutari effetti della Redenzione del buon Gesù .
Non è un sogno, ma una realtà da tanto tempo
vagheggiata dal gran cuore di D . Bosco . Noi
Salesiane, cioè Piemonte e Veneto, Francia, Li- siamo finalmente in Carrhuè, luogo distante circa
guria e Romagna, ed America ; non che le quat-
tro opere principali , che riconoscono D . Bosco
per fondatore , vale a dire la Pia Società Sale-
siana, l'Istituto delle Suore dette Figlie di Maria
Ausiliatrice, l'Opera di Maria Ausiliatrice per le
vocazioni ecclesiastiche dei giovani adulti, e final-
400 miglia da Buenos-Ayres, e fra breve saremo
in Patagonia sulle sponde del Rio-Negro, distante
da Buenos-Ayres circa 1200 miglia , e sempre
attraversando il deserto .
Le scrivo questa lettera , ripieno il cuore di
contento, e spero sarà questo di forte stimolo ai
mente la Pia Unione dei Cooperatori e delle Coo-
peratrici . Se teneri furono gli accenti del poeta,
non meno soavi riuscirono le note del maestro di
nostri fratelli Salesiani e Cooperatori, affinché con-
tinuino a fare volentieri tutti i sacrifizii proprii
della loro vocazione e cooperazione pel bene delle
musica, che toccarono ogni cuore, e riscossero i anime .
più vivi applausi .
Abbia adunque la bontà di ascoltare .

1.10 Page 10

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Il mercoledì dopo Pasqua Monsignor Espinosa, civiliti, che tuttavia non vogliono abbandonare il
Vicario generale dell' Arcivescovo, D . Luigi Botta loro toldo . Essi sono di colore molto bruno,
ed io partivamo in via ferrata da Buenos-Ayres, faccia larga e schiacciata, col capo adorno di
insieme col Ministro della guerra , e molti mili- folti capelli, che nelle donne si dividono in tre
tari di tutti i gradi per alla volta di Azul, ul- grosse treccie, una delle quali pende sul dorso, e
timo paese della Repubblica Argentina , passato due sulle spalle . Passando loro vicino, li salu-
il quale, principia il gran deserto della Pampa .
Ma che ci ha da fare il Ministro della guerra
ed i militari con una Missione tutta di pace? Mio
caro D . Bosco, bisogna adattarsi o per amore o
per forza! In questa circostanza è d'uopo che la
tammo in lor favella, dicendo : Marimari ; ed
eglino ci risposero : Marimari, padre ; cumele-
cazmi ? Buon giorno, padre ; come sta? Li rega-
levamo d'una medaglia della Madonna , e tira-
vamo avanti a traverso il' deserto .
croce vada dietro alla spada, e pazienza! - Il
Giunta la notte del primo giorno, si fece tappa,
Ministro aveva saputo della nostra Missione, e e mentre si pensava come soddisfare i latrati
siccome egli pure doveva andare . al Carrhuè, per
portarsi di poi ad estendere il territorio Argen-
tino fino al remoto Rio-Negro, offrì a Monsi-
della fame, ecco la voce di un buon vecchietto
di colonnello , che ci dice : Vengano qua, miei
buoni Padri, ché voglio assuefarli dolcemente alla
gnor Arcivescovo i suoi servizii, promettendo di j vita del campo ; questa notte divideranno la mia
assisterci e difenderci in sì lungo e pericoloso cena . E senza altro, fatto accendere il fuoco, vi
viaggio . - L'Arcivescovo accettò , e noi chi- gittò sopra un pezzo di carne, e -Volto e rivol-
nammo il capo, e partimmo in qualità di mis- tolo tra le fiamme ed il fumo, or alzandolo, or
sionari e cappellani militari allo stesso tempo .
lasciandolo riposare sui carboni e cenere, in breve
Prima di partire Monsignor Arcivescovo diede l ci ebbe ammannito tale un arrosto, che mai il mi-
ordine si suonassero le campane in tutte le Chiese
di Buenos-Ayres , per invitare il popolo a pre-
gare pel buon esito di questa Missione , tanto
pericolosa e di sì grandi speranze al suo bel
gliore . Si figuri un pezzaccio di carne tutta an-
nerita, che ancora fa sangue , confettata di ce-
nere e di fumo, dura come il legno, e . supponga
che colui che debba digerirla abbia tutti i denti
cuore .
rotti, e non ci sia proprio altro da soddisfare la
Se a tutto ciò si aggiunge che non solo le Fi-
glie di Maria Ausiliatrice , ma le Religiose di
molti altri Monasteri, assistiti dai Salesiani, pre-
fame . ., che manicheretto eh!? Eppure il colon-
nello per farci coraggio ci diceva : oh! queste
son rose e fiori , più tardi dovremo leccarci le
garono e pregano tuttora per noi, Vostra Reve- dita, se troveremo un pezzo di carne cavallina
renza capirà come Grappino, o come dicono qui, arrostita . - E così sia , dicevamo noi . - Ma
Mandingan, non poté più impedire la Missione, la profezia del nostro colonnello finora non fu
come aveva fatto l'anno scorso là nelle acque compiuta ; ché anzi , egli stesso ed il Ministro
furiose dell'Atlantico, flagellando il vapore Santa della guerra, ed altri ragguardevoli personaggi
Rosa, e mettendoci in pericolo della vita . A suo ci trattano con tutta delicatezza, e se si fa della
dispetto noi adesso già siamo in Carrhué, e, fame, si fa in comune .
coll'aiuto di Dio, fra breve saremo in Patagonia .
Il secondo mattino del nostro viaggio , eccoti
Alcuni Preti e Parroci di Buenos-Ayres, e Coo- una nuova scena degna d'una particolare descri-
peratori Salesiani , ci accompagnarono fino al-
l'Azul per rendere più festosa la nostra partenza .
Nell' Azul fummo ricevuti con tutta cordialità
dal signor D . Lezzarraga, Parroco del luogo e Sa-
cerdote molto conosciuto per la sua carità, il quale,
zione . La trombetta suonava la seconda volta ;
era il segno della Carneada, parola che significa :
preparazione della carne per il viaggio . Ed ecco
che alcuni gauchos (indigeni del campo) a ca-
vallo, armati di un laccio corsoio, inseguono al-
dopo d'aver esaurito tutta la sua eloquenza poe- cune vacche, che, accortesi dell'insidia, fuggono
tica, per dipingere i pericoli a cui andavamo in- a tutta possa . Uno dei gauchos frattanto lancia
contro , a fine di farci retrocedere, vedendoci il laccio alla povera bestia, e tira e tira per
sempre fermi, ci soccorse con ottimi consigli e farla cadere ; ma l'animale, che non ha questa
con alcune provvigioni indispensabili per tale
viaggio .
Fermatici un po' di tempo in Azul (nel qual
intenzione, dà giravolte rapidissime , e si sforza
di svincolarsi ; il gaucho tira più e più, ma del
farla cadere non è nulla ; quand'ecco un altro
tempo il Ministro partì per aspettarci in Car- gaucho getta un altro laccio ad una gamba della
rhuè), fu dato a ciascheduno dei tre Missionarii bestia, ed alla sua volta tira e tira . La povera
un cavallo, ed un carro per tutti, il quale, oltre al vacca, che presagisce essere questi lacci forieri
trasporto dell'altare, armonium e valigie nostre, ci della morte, si sbatte, si divincola e mugge di-
doveva servire di dormitorio e di sala di ricrea- speratamente, facendo ogni sforzo per non soccom-
zione durante la pioggia e neve, che avremmo
avuta nel lungo viaggio ; e senz'altro partimmo .
Nel primo giorno incontrammo sui nostri passi
bere ; ma ecco arrivare un terzo gaucho, il quale,
afferrandola per la coda, d'un solo colpo l'atterra .
Allora i tre gauchos, sguainando i loro coltel-
le 40 capanne dei coloni Russo-Alemanni, uomini lacci, si precipitano su' quella poverina, e sgoz-
religiosissimi , venuti l'anno scorso a Buenos- zarla, squoiarla e squartarla è il negozio di pochi
Ayres per fuggire le indegne persecuzioni, che
continuano nei loro paesi ; vedemmo eziandio a
quando a quando dei toldosocapnefto
pelli di animali . Sono Indi-Pampas già quasi in-
minuti . Povera bestia! diceva io ; ma non vole-
vano i soldati che così dicessi . - Che povera
bestia!? Poveri noi ! E dovremo morir di fame?
E non ce li ha dati Iddio per noi, gli animali ?

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Ma voglio andar più per le brevi ; del resto
questa lettera viene più lunga d'una Quaresima .
Nel secondo giorno del viaggio, nell'atto in cui
montai a cavallo, fui da questo, ch'era matto più di
me, sbalzato e buttato a terra . Cadendo m'offesi il
piè sinistro, e dovetti prendere alle buone il carro ;
ond'è che Monsignor Antonio Espinosa già aveva
incominciato l'antifona dell'anno scorso : I suma
bin montà! ma fidente nel suo sant'Antonio, e
importunandolo santamente che mi ottenesse la
guarigione, s'impegnò col catechista Botta nel-
l'assistermi con tutta delicatezza, ed in breve io
potei cantare da gallo ; anzi, dovetti lodare il Si-
gnore, che sa sempre cavare il bene dal male .
Imperocehè un Maggiore, mio conoscente, aven-
domi raggiunto con una volanta o calesse di
campagna, mi tolse con lui ; e, mentre il viag-
gio dei miei compagni durò otto giorni, il mio
durò solo quattro, e così potei principiare tosto
il catechismo agli Indi .
Passo adesso sotto silenzio le impressioni, che
ricevetti in questo tragitto, or dalla vista dei
torrenti e lagune che molto sovente dovevamo at-
traversare , or dalla contemplazione di queste
pianure vastissime, che par non vogliano mai ter-
minare, e si potrebbero- chiamare un immenso
piatto verde coperto dalla gran calotta celeste,
senza mai incontrare, non dirò un albero, ma un
arbusto, un virgulto solo!
Non Le dico, che ogni giorno trovavamo sul
nostro cammino fortini di frontiera fatti con zolle
di terra, armati di un piccolo cannone ; non Le
sto a descrivere il popolo, gli animali volatili e
quadrupedi, che in questo deserto scorgevamo ,
sia di quelli da noi conosciuti, come la volpe, il
leone, la pernice, lo struzzo ; sia di quelli scono-
sciuti, come la garra rapidissima nel corso, il ci-
mangoe, il carancio rapace, che cavano gli occhi
agli altri volatili , la lechuza , la ciaja , la mu-
lita , ecc . ; e lasciando tutto questo , passo a
dirle che feci e non feci in Carrhuè .
E il Carrhuè una stazione nel cuore del de-
serto Pampa, e linea di frontiera tra la Repub-
blica Argentina e le tribù degli Indi . Sta situata
sopra la sponda di un bellissimo lago di acqua
salsa . Compongono la stazione una fortezza (di
sola terra), una quarantina di case ed i toldos
di due tribù di Indi, che prendono il nome dai
loro Cacicchi o Capi . Essi sono Eripaylà e Ma-
nuel Grande . Qui giunto, fui molto ben ricevuto dal
Colonnello Levalle, il quale si proferse di servirmi
di tutto punto ; ma non potè effettuare il suo de-
siderio per le troppe cose, che in quei giorni do-
veva fare ; ond'è che io, fattomi dare un cavallo,
domandai dove stavano gli Indi, ed indicatomi che
a 15 minuti fuor del paese, tosto mi vi portai .
Approssimandomi alle loro tolderie , non man-
cava di sentire un qualche batticuore : come farò?
che dirò? a chi parlerò? E come , non sapendo
ancora bene a spiegarmi in Indo ? Mentre mi rac-
comandava al mio buon Angelo tutelare, eccomi
venire incontro il figlio del Cacicco Eripaylà, il
quale, per mia gran fortuna, sa parlare il casti-
gliano molto bene . Mi ricevette cordialmente, mi
condusse- da Eripaylà suo padre , facendomi da
turcimanno od interprete . Eripaylà mi accolse
esso pure con tutta bontà, e mi disse ch'era suo
vivo desiderio che tutti si instruissero nella Reli-
gione Cattolica e ricevessero il Battesimo ; laonde
io senz'altro riunii i ragazzi, ed incominciai il
catechismo . Con un po' di sforzo e coll'aiuto degli
Angioli dei miei catecumeni, ai quali Angeli mi
raccomandava, insegnai loro il segno della santa
Croce, ed il Mistero dell'Unità e Trinità di Dio,
quindi il Mistero dell'Incarnazione, ecc .
Tornai dello stesso giorno per una seconda le-
zione ; e questa volta Eripaylà volle la facessi
sotto il suo gran toldo . Entrando, trovai i sedili
preparati ; ed indovini un po' che sedili? Granii
e mandibole di asini e di cavalli ! Non vi ha
migliore o più ,nobile sedile, che possa offerire
l'Indo-Pampa . Miseria e grande miseria regna
sotto le pelli di queste tolderie ! Prima questi sel-
vaggi vivevano di caccia , ed ora se la passano
ogni giorno con una ppiiccccoollaa razione di carne, che
loro passa il governo ; e poi! beato chi può tro-
var qualche uccello . . . chi no , si contenta di ro-
sicchiare ben bene l'osso e la testa, fosse pur
d'un asino . Oh ! quante teste di cavalli si vedono
arrostire sul fuoco sotto a questi toldos! Eppure
è un cibo ghiottissimo per loro . Non si può ne-
gare che non lavorino abbastanza . Le donne Indie
tessono sempre, è vero , ma gli uomini in gran
parte ammazzano il tempo a pugni .
Andai pure dal Cacicco Manuel Grande , che
mi offri un mate (bibita comune nell'America Me-
ridionale), e mi diè ampia licenza di istruire e
battezzare . Quindi mi posi all'opera a tutt'uomo,
ed in breve toccai con mano che anche questi po-
veri ragazzi son creature di Dio, anch'essi sono
come la cera, che riceve l'impressione che le
si dà .
Che contento pel povero mio cuore , udir sul
loro labbro la gran parola : Viva Gesù, viva Maria!
e quando alle mie interrogazioni : Pilaymi Cri-
stiano geam? Vuoi farti Cristiano ? May, padre!
Sì, padre, rispondere . - Chumael ; Perchè ? Taiñ
pouay Wenumu . Per andare in Paradiso ; - Ma
se giubilava per un lato , non poteva non ram-
maricarmi , pensando che non ci saremmo po-
tuti fermare per molto tempo presso queste infe-
lici creature !
I compagni già arrivano ad aiutarmi , e men-
tre il catechista Botta insegna loro le orazioni,
Monsignor Espinosa tenta d'aggiustare i matri-
moni, e già riuscì a disporre alla fede e far ce-
lebrare santamente il matrimonio allo stesso figlio
del Cacicco Eripaylà .
Amministrammo una cinquantina di battesimi
ai ragazzi Indii, ed una ventina ai figli di Cristiani,
e Dio volesse che ci potessimo fermare almeno
un mese tra questi neofiti! ma il signor Ministro
ci prega a volerlo seguire, perchè, ci dice, sono
2000 uomini che intraprendono il viaggio di un
mese senza un Prete . Di più, in Rio-Negro vi
saranno altri Indii da istruire e battezzare . Mon-
signor Espinosa è di parere che convenga an-
nuire, ed a noi, quantunque a malincuore, tocca
rassegnarci e partire, ma col desiderio vivissimo
di ritornarci al più presto .

2.2 Page 12

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Nel resto di questo viaggio, che sarà certo di
più d'un mese, avremo tempo a pregare, stu-
diare e ripassare i vocaboli della nuova lingua,
perché solo il catechista Botta andrà a cavallo ;
Monsignor Espinosa andrà nella calesse del
signor Ministro ed io in quella del Commis-
sario di guerra . E spero che non ci impi-
griremo nello spirito , perché , quantunque non
possiamo celebrar la santa Messa che molto ra-
ramente, tuttavia speriamo sostenerci con molte
Comunioni spirituali e colla santa meditazione ,
la quale non solo facciamo in comune, ma eziandio
in privato . E gli argomenti li troviamo or nella
vastità del deserto, che ci parsa della immensità
di Dio, ora nel tanto patire che fanno questi po-
veri soldati per guadagnare un'effimera gloria
mondana, ora in altri ed altri oggetti, che il
buon Angelo ci suggerisce .
Seguiteremo dunque il viaggio fidenti in Gesù
ed in Maria, e speriamo che supereremo tutto ,
e freddo e fame, e venti e tempeste, per amor
di Dio, affinché se : Euntes, imus et flemus; ve-
nientes, veniemus cum exultatione, portantes
manipulos nostros .
Carissimo Padre, in altra mia Le dirò più mi-
nutamente le impressioni nostre e quelle di questi
poveri Indi-Pampas, avute nelle nostre prime e
sempre memorabili sacre funzioni, celebrate con
religiosa commozione in questa remoto deserto, e
sotto non a maestose arcate di Cattedrale, sibbene
all'aria aperta od in povera e bassa capanna co-
perta di pelli .
Preghi per noi ! Oh quanto ne abbisogniamo !
Fino ai primi di giugno non saremo al Rio-Negro .
Se Dio vuole , Le scriverò da Patagones . Mi
saluti tutti i fratelli e Cooperatori Salesiani .
Suo a :1110 Figlio in Gesù C .
D . GIACOMO COSTAMAGNA .
LE FESTE DI MARIA CONSOLATRICE
IN TORINO .
Il 20 dell'or passato Giugno occorreva il cin-
quantesimo anniversario dell'incoronazione dell'Im-
magine di Maria Consolatrice, onorata in Torino
nel magnifico ed antichissimo Santuario sotto il
titolo della Consolata (1) . Con apposta pastorale
(1) Raccontano le istorie come San Massimo , conse-
crato Vescovo di Torino verso l'anno 415, esponesse alla
vene . azione un' immagine della B . Vergine, che vuolsi
una di quelle che Sant' Eusebio, Vescovo di Vercelli, nel
suo ritorno in Italia aveva portate dalla Palestina , per
dove era passato durante il suo esiglio, fattogli soffrire
dagli Ariani . Ma questa pittura, dono di quel santo Ve-
scovo, dovette essere sottratta al culto dei fedeli per lo
imperversare degli iconoclasti dille quegli eretici cioè , i
quali condannavano il culto delle sacre immagini , e le
spezzavano e bruciavano .
Più tardi, cioè l'anno 1015, questa immagine fu da Ar-
duino re d' Italia riposta nella Cappella da lui edificata
in seguito ad una visione che ebbe nel castello d' Ivrea .
Giaceva egli infermo, quando in sullo spuntare dell' au-
rora , gli apparve la Vergine benedetta , e gli comandò
di costruire tre Santuarii : uno a Belmonte , l' altro in
Crea di Monferrato, e il terzo a Torino . Ciò detto, di-
Sua Eccellenza Rev .°`° Monsig . Gastaldi Arcive-
scovo di Torino fin dal mese innanzi faceva caldo
invito a tutti i suoi diocesani, perché celebrassero
questo Cinquantenario con solennissima pompa e
con trasporto di divozione . L'invito di quell' Ar-
civescovo fu docilmente accolto, e i Torinesi nel-
l'onorar Maria si dimostrarono veramente degni
dei Padri loro. Si può dire che dagli undici di
Giugno, primo giorno della novena, sino al ven-
tisette, ultimo dell'ottava, il Santuario della Con-
solata fu in tutte le ore ripieno di divoti , pro-
strati dinanzi all' Immagine taumaturgà . In ogni
giorno della novena fu a celebrarvi le sacre fun-
zioni, e a tesservi le glorie di Maria Consalatrice
or questo or quell' altro Vescovo della provincia
ecclesiastica o di Torino o di Vercelli . Ai Tori-
nesi vennero pure ad unirsi molti forestieri in di-
voto pellegrinaggio, i quali, dopo aver soddisfatta
la loro pietà nel Santuario di Maria Consolatrice, '
portavansi eziandio a spandere il loro cuore in
quello di Maria Ausiliatrice, partendo poscia col-
l'animo pieno di fiducia in questa dolcissima Ma-
dre, Conforto ed Aiuto dei Cristiani .
La sera del 19 , vigilia della festa , Torino si
mostrò veramente la città di Maria , e ne diede
una prova incontestabile con una pressoché gene-
rale e stupenda illuminazione . La gigantesca cu-
pola della Chiesa di Maria Ausiliatrice coi suoi
lumi a gaz testimoniava ancor essa ai vicini ed ai
lontani con quanto trasporto di gioia i Salesiani
e i loro giovanetti prendessero parte alla comune
esultanza, e al nobile slancio dei Torinesi nell' o-
norare Maria Consolatrice .
La solennità poi del giorno venti riuscì oltre-
modo magnifica ; indescrivibile fu . il concorso di
gente al Santuario ; pareva che tutto il Piemonte
si fosse versato colà . Alla Messa pontificò solen-
nemente Sua Eccellenza Rev .ma Monsignor Cele-
stino Fissore Arcivescovo di Vercelli ; e disse
l'Omelia l'Arcivescovo di Torino . Una scelta schiera
dei migliori musici Torinesi rallegrava la sacra fun-
zione colle sue melodiose voci . La Messa fu ac-
compagnata eziandio dalla musica strumentale ;
e questo prova che Monsignor Lorenzo Gastaldi
non ha mai inteso di proibire sulle orchestre e
sparve . Arduino, trovatosi miracolosamente guarito, diede
opera alla santa impresa .
Un'altra tradizione porta che l'immagine di Maria Con-
solatrice, nelle guerre che desolarono Torino nel secolo
undecimo, restò sepolta nelle macerie, finchè un cieco nato
di Brianzone del Delfinato, di nome Giovanni Ravacchio,
fu avvertito in sogno di andare a cercare quel celeste
tesoro . Fattovisi condurre , e giunto a Pozzo di Strada
sulla via di Rivoli, gli si dischiusero miracolosamente gli
occhi, e lo venne a colpire una vivissima luce, la quale
partiva dalla torre di Sant' Andrea . Riconobbe il cieco
essere quello il luogo indicatogli da Maria, quando gli
apparve in Brianzone, e lo additò a chi lo accompagnava .
Ciò fatto, egli viene nuovamente sorpreso dalla sua ce-
cità . Menato in Torino sul luogo, ove si era veduta la gran
luce, egli domandò che vi si scavasse e rimovessero i ru-
deri ammonticchiati ; ed ecco che tra le vestigia di una
vaga Cappella si rinviene l'immagine di Maria, statavi da
gran tem o sepolta . Il primo a vederla fu l'avventurato
cieco , che allora riacquistò la vista per non perderla più .
Il gran portento dicesi avvenuto ai 20 di Giugno del-
l'anno 1101, essendo Mainardo Vescovo di Torino . Allora
si rifece la Chiesa di Sant' Andrea, e la Cappella, ed il
culto di Maria non patì più alcuna interruzione .

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nelle chiese di sua Archidiocesi il suono dei mu-
sicali strumenti, come taluno faceva credere .
La processione della sera per le vie della città
fu una dimostrazione imponentissima ; fu un vero
trionfo dell'Augusta Madre di Dio . Vero è che
alcuni scellerati tentarono di sgominare le file dei
divoti di Maria ; ma se riuscirono per un istante
nel loro malvagio intento tra le timide donne
e i giovani Chierici, riuscir non poterono tra i Cano-
nici, i Parroci, e il numeroso stuolo di Sacerdoti
veterani . Questi, come già avvezzi alle nemiche
insidie, non si lasciarono spaventare da quegli at-
tentati, e furono quale un baluardo, che arrestò
il momentaneo disordine , ed impedì che si pro-
pagasse sin presso ai 4 Mitrati e alla Statua di
Maria Consolatrice (1) . Così in pochi minuti si ot-
tenne di ricomporre le file dei Chierici del Semi-
nario, che trovandosi a capo della lunga fila del
Clero eransi pure tra i primi scompigliati, e la
processione terminò trionfalmente tra le lagrime
di consolazione e di gioia . Viva adunque Maria
Consolatrice ; viva la sua divota Torino .
STORIA DELL' ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES
CAPO VII .
L' Oratorio in un prato - Un giovanetto affa-
mato - Una passeggiata a Soperga - Il Mar-
chese di Cavour e sue minaccie.
Alcuni saranno curiosi di sapere il modo , che
noi teniamo nel raccogliere la materia per com-
porre questa nostra istoria ; ed eccoci ad appa-
garli . Uno dei primi giovani dell' Oratorio , col-
l'aiuto di una scrittura appena abbozzata, comincia
a mettere in carta quello che sa e che ricorda ;
poscia fa correre il suo scritto ad un altro, e que-
sti ad un altro ancora dei suoi più antichi com-
pagni, ciascuno dei quali alla sua volta vi aggiunge
quel tanto, che a comune giudizio vi possa man-
care . Sorgendo un dubbio si ricorre a qualcuno
dei Sacerdoti , che in quei primi tempi venivano
ad istruirci , o che praticavano nell' Oratorio ; e
quando non possiamo più farne a meno ricorriamo
finalmente a D . Bosco medesimo, specialmente per
aver alcuni documenti , e certi nomi a noi pas-
sati di mente . Con questo metodo noi speriamo di
portare nel nostro racconto la verità storica al
più alto grado, a cui si possa giungere . Certamente
per buone ragioni , già altrove accennate, non
possiamo pubblicare ogni cosa , ma ci consola il
pensiero di non scrivere nulla né di inesatto, né
di esagerato . Data questa spiegazione, proseguiamo
il nostro racconto .
Licenziato da casa Moretta, il nostro D . Bosco
non si smarrì d'animo, ma accontatosi con certi
fratelli Defilippi, affittò da loro un prato in Val-
docco , dove attualmente sorge una fonderia di
ghisa . In questo prato adunque, cinto da una siepe,
sciavpresinoca,qulidfto chela
(1, I quattro Mitrati erano l'Arcivescovo di Torino,
'Arcivescovo di Vercelli, il Vescovo di Cuneo, e il Ve-
scovo di Saluzz o .
venivano di quando in quando a sporgervi il muso
ed unire i loro abbaiamenti ai nostri schiamazzi,
noi trasferimmo l' Oratorio in Marzo del 1846 .
L' ampio firmamento che ci serviva di volta , le
rustiche pareti che ci attorniavano , l' allegria, i
divertimenti , i canti nostri attirarono ben tosto
l'attenzione del pubblico, e il numero dei giovani
accrebbe sino a 400 . Così di mano in mano, che :
gli uomini costringevano D . Bosco a passare da
un sito all' altro , Iddio andavagli aumentando la
famiglia, e porgevagli modo di fare maggior
bene .
Qualcuno ci si farà a domandare : Ma in un
prato come potevate praticare le cose di religione?
- Rispondiamo che le praticavamo in un modo
quasi romantico, o per meglio dire, come le pra-
ticavano talora gli Apostoli e i primi Cristiani .
Le Confessioni si facevano così : Nei giorni fe-
stivi di buon mattino D . Bosco dal vicino Rifugio
si portava nel prato delle sue fatiche, dove a poco
a poco si radunavano eziandio i giovani . Colà egli
si metteva a sedere sopra una riva ed ascoltava
la Confessione di quelli , che vi erano venuti a
questo fine , mentre altri inginocchiati presso di
lui vi si preparavano, o ne facevano il ringrazia-
mento . Mentre questo aveva luogo in un angolo,
in altra parte i giovani già confessati stavano in
circolo cantarellando qualche lode, o udendo a leg-
gere o a raccontare da un compagno un qualche
esempio edificante ; altri poi attendevano ad una
modesta ricreazione conversando tra loro, oppure
giuocando alle piastrelle, alle boccie, alla palla ,
o provandosi a camminare sulle stampelle . Ad una
cert' ora della mattinata D . Bosco si levava dal
suo Confessionale veramente apostolico . Allora uno
di noi , non avendo campane , col rombo di un
tamburo, che pareva di epoca antidiluviana, ci rac-
coglieva tutti in mezzo al prato ; un altro imboc-
cando e dando fiato ad una rauca tromba ci im-
poneva silenzio ; e D . Bosco , presa la parola ,
indicava la Chiesa, dove si sarebbe andati a udire
la Messa, e a fare la santa Comunione . Dopo ciò,
tutti ci mettevamo in via con divoto contegno a
quella volta, e colà adempivamo al Precetto della
Chiesa . Usciti, ciascuno si recava alla propria casa
per la colazione e pel pranzo .
Dopo mezzodì, appena ci era possibile , chi da
una parte e chi dall'altra della città, tutti ci rac-
coglievamo nel prato famoso , e davamo comin-
ciamento ai nostri trastulli , sempre assistiti dai
nostri angeli visibili . Venuto il tempo, D . Bosco
faceva dare dal suo tamburino il noto segnale ,
ci divideva secondo l'età e l'istruzione in altret-
tante squadre, e seduti sul verde pavimento ci si fa-
ceva una mezz' ora di Catechismo . Dopo cantati
alcuni salmi del Vespro , egli stesso o il teologo
Borelli, salito sopra una scranna od una panca ci
teneva un sermoncino , con cui ci istruiva e di-
lettava ad un tempo, e che perciò ascoltavamo con
grande attenzione . Non potendosi dare la Bene-
dizione col SS . Sacramento si conchiudeva la fun-
zione col canto di una lode alla Vergine Imma-
colata, invocandola che insieme col divin Figliuolo
ci volesse benedire dal Cielo . In seguito si ripi-
gliava la ricreazione e continuavisi animata sino

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a notte . Quando tutti avevano abbandonato il prato,
allora D . Bosco rientrava al Rifugio . Talvolta il
povero uomo trovavasi così affranto dalla fatica da
non potersi più reggere in piedi , ed era neces-
sario sostenervelo tra due, o portarvelo sulle braccia .
Or non aveva egli del singolare questo spettacolo?
Non vi pare egli che ritraesse in parte da quello,
che davano le pie turbe, ammaestrate e benedette
dal Divin Salvatore o sulle rive dei fiumi, o alle
falde dei monti, o sulle spiagge del mare ?
Durante la nostra dimora nel prato accadde un
episodio, che non crediamo di passare sotto silenzio .
La sera di una festa, mentre noi eravamo intenti
a ricrearci nel nostro prato correndo, giuocando
e schiamazzando, si presentò presso alla siepe un
giovanetto in sui 15 anni . Pareva che ei bramasse
di varcare il debole riparo, e unirsi con noi, ma
non osando ci stava a contemplare con un' aria
trista ed oscura . D . Bosco lo vide, e fattosi a lui
vicino gli mosse varie domande : Come ti chiami?
donde vieni ? che mestiere fai ? Ma il poverino non
dava alcuna risposta . D . Bosco venne in sospetto
che egli fosse muto e già voleva parlargli coi segni
convenzionali, quando tentando una nuova prova ,
e mettendogli la mano sul capo gli domandò : Che
cosa hai, caro mio ? Dimmi : ti senti forse male?
Incoraggiato da questi tratti di benevolenza il gio-
vanetto, mettendo fuori una voce che pareva uscire
da una vuota caverna, rispose : Ho fame . Questa
parola mosse tutti a grande compassione . Si mandò
tosto a prendere del pane , e gli si diede il ne-
cessario ristoro . Reficiato che fù, D . Bosco facen-
dolo discorrere gli domandò : Non hai parenti ?
Li ho, ma sono lontani . - Che mestiere fai?
- Il sellaio, ma perché poco abile fui licenziato
dal padrone . - Non te ne sei cercato un altro?
- Cercai tutto ieri , ma non avendo conoscenze
in questa città non mi riuscì di trovarne alcuno .
- Dove hai dormito questa notte ? - Sulla gra-
dinata della Chiesa di San Giovanni . - Sei an-
dato questa mattina a udire la Messa . -.- Sono
andato, ma l'ho ascoltata male, perché aveva fame .
- Dove eri incamminato quando ti sei presentato
qui? - Da alcune ore mi sentiva tentato di an-
dare a commettere qualche furto . - Non hai do-
mandato la limosina a qualcuno ? - Sì, che la
domandai , ma vedendomi così giovane tutti mi
rimbrottavano dicendo : Sano e robusto qual sei,
invece di fare il vagabondo, va a lavorare ; e in-
tanto mi davano niente . - Se commettevi qual-
che furto ti saresti fatto mettere in prigione . -
E appunto questo timore che mi ha parecchie volte
trattenuta la mano : ma il Signore ebbe compas-
sione di me , e invece di lasciarmi prendere la
strada del disonore , mi guidò a Lei per questa
via . - Che pensiero ti occupava la mente, quando
ci stavi là ad osservare - Io diceva tra me
stesso : Come sono fortunati questi giovanetti !
Contenti ed allegri saltano, corrono, cantano ; e
ne sentiva invidia : avrei voluto unirmi con loro,
ma non osava . - Verrai d'ora innanzi in questo
prato nei giorni di festa ? - Purché Lei me lo
permetta ci verrò ben volentieri . - Vieni pure,
ché sarai sempre il bene accolto.Intaoques
sera per la tua cena e pel dormire ci penserò io .
Domani poi ti condurrò da un buon padrone , e
avrai albergo, lavoro e pane .
E inutile il dire che questo giovane fu poi sem-
pre assiduo all'Oratorio, sino all'anno 1852, quando
fu chiamato sotto le armi, e si mantenne affezio-
natissimo a colui, che colla sua benevolenza e pa-
terna sollecitudine lo avea tratto dal pericolo di
una mala vita .
Una domenica di quell'estate il nostro Direttore
e Padre ci menò a fare una passeggiata sino alla
celebre Basilica di Soperga . Crediamo di fare cosa
gradita ai nostri lettori col darne qui una breve
descrizione .
Dunque raccoltici in sul mattino nel nostro prato,
e condotti prima ad udire la santa Messa, verso
le ore 9 noi ci mettemmo in ordine , e a due a
due come un reggimento di soldati prendemmo le
mosse per alla volta di Soperga . Avevamo con
noi la musica strumentale , che consisteva in un
vecchio tamburo, una tromba, un violino ed una
chitarra scordata : poca cosa davvero , ma che
servendo nondimeno a far rumore bastava per noi .
Della nostra comitiva chi portava canestri di pane,
chi cacio, salame e frutta, e chi altri oggetti ne-
cessarii all'uopo . Finché fummo in città da tutti
si osservò un moderato silenzio , ma, giunti che
fummo al Po cominciammo il cinguettare, le chiac-
chere , i canti , le grida e gli schiamazzi, da far
credere alla gente che andassimo a prendere di
assalto la collina .
Fin dalle prime ore del mattino ci avea pre-
ceduti il teologo Borelli per dare colà avvisi op-
portuni, e per fare i convenienti preparativi alla
nostra squadra, che ben si prevedeva sarebbe per-
venuta in cima del colle assai disposta a divorar
pagnotte . Quando fummo ai piedi della salita,
ecco un pacifico cavallo bardato a tutto punto ,
che il buon Sacerdote D . Guglielmetti Parroco di
Soperga mandava al nostro capitano . D . Bosco
riceveva in pari tempo una letterina del teologo
Borelli , che gli diceva : « Venga tranquillo coi
cari giovani : la minestra, la pietanza, il vino sono
preparati . » D . Bosco allora montò in sella ., e
fattici venire a lui dintorno ci lesse la mentovata
lettera, che riscosse da noi tutti sì alti applausi,
e sì replicate grida di gioia, che ne rimase sba-
lordito non solo il cavaliere, ma ancora il cavallo .
Dato così libero sfogo all'interno giubilo, e rotte
le file , noi incominciammo la salita, attorniando
come guardia d'onore il nostro generale in capo .
Cammin facendo gli uni prendevano la bestia per
le briglie, gli altri per le orecchie, taluni anche
per la coda, questi la palpava, quegli la spingeva ;
e il mansueto quadrupede sopportava tutto con
tanta pazienza, da sembrare non un destriero, ma
un asinello .
Intanto tra il riso, gli scherzi, i canti e le con-
versazioni noi montammo l'erta collina , e giun-
gemmo al Santuario . Perché sudati D . Bosco ci
fece tosto raccogliere nel cortile della casa an-
nessa per ripararci dall'aria, e dopo un breve ri-
poso , essendo già preparata la tavola, vi ci di-
spose . Il teologo Giacomo Audisio, allora Preside
dell'Accademia Ecclesiastica, ci regalò buona mi-
nestra e pietanza , ed il Parroco vino e frutta ,

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facendo così vedere quanto essi fin d'allora sti-
Questa passeggiata fu come il principio, come
massero D . Bosco e l' opera sua . Dopo Dio noi un anello di una lunga serie di altre molte di si-
ringraziammo quei nostri cari benefattori , e alle mile natura, che D . Bosco in quell' estate e ne-
grida di evviva il Preside , evviva il Parroco i gli anni successivi ci condusse a fare ora in que-
nostri musici sposarono il suono dei loro stru- sto ora in quell'altro luogo . Generalmente egli ce
menti . Quei benemeriti signori gradirono il nostro le annunziava qualche tempo prima, e ce le pro-
buon cuore, ma non poterono non ridere della poneva quale un premio, esigendo che noi fossimo
strana nostra musica, che loro pareva quella me- puntuali all'Oratorio, diligenti ad imparare il Ca-
desima, con cui in piazza Castello di Torino i sal- techismo, e non alieni dall' accostarci di quando
timbanchi facevano ballare le scimmie . Comunque in quando ai santi Sacramenti . Così questo buon
sia, la cosa per noi andò molto bene , e ci le- Padre di tutto si serviva per attirarci al bene ,
vammo da mensa più lieti che principi .
studiandosi di farci come toccar con mano che il
Ad una cert'ora D . Bosco ci raccontò l'origine servizio di Dio può andare bellamente unito col-
della Basilica consacrata all' Augusta Madre di l ' onesta ;allegria , avendo detto il real profeta
Dio, ci disse delle tombe reali sottostanti, e del- Ser vite Domino in laetitia .
l'Accademia ivi fondata da Carlo Alberto, facen-
doci così imparare alcuni bei tratti di storia pa-
tria . Visitammo poscia la Chiesa , le tombe dei
E indescrivibile l'entusiasmo che in noi susci-
tavano queste gite e questi divertimenti . Affezio-
nati a cosifatta mescolanza di divozione e di onesti
nostri Principi , la sala dei ritratti dei Papi , e piaceri, ed altamente convinti dell'amore sincero
salimmo eziandio sulla superba cupola , donde si che ci portava D . Bosco, nel vedere la tenera sol-
scorge buona parte del Piemonte, e si contempla lecitudine e il vivo interessamento che egli mo-
con sentimenti di ammirazione la maestosa co- strava pel nostro bene, noi ci studiavamo di con-
rona delle Alpi, che colle nevose loro punte sem- traccambiarlo nel miglior modo possibile , e
brano toccare il cielo .
soprattutto lo ubbidivamo con una prontezza am-
Circa le tre pomeridiane ci siamo radunati nel mirabile . Bastava una sua parola, un suo cenno,
tempio, dove al suono delle campane a festa era talora un sguardo solo per far cessare tra noi un
pure intervenuto molto popolo sparso per la col-
lina . Cantato il Vespro, D . Bosco montò in pulpito
e tenne un breve discorso . Ci sembra di ricor-
dare che egli parlasse della efficace intercessione
diverbio, impedire un disordine, e imporre silen-
zio a 400 e più lingue giovanili . Una volta tra le
altre eravamo tutti affacendati nel correre, giuo-
care, schiamazzare, quando D . Bosco ebbe biso-
di Maria presso Gesù suo divin Figliuolo , e del gno di parlarci : ad un cenno della sua mano noi
modo da usare per essere sempre esauditi quando come in un baleno cessammo da ogni chiasso e
a Lei facciamo ricorso . « Se vi è possibile, egli divertimento, e fummo a lui dintorno per udirne
ci disse , fate prima una visita ed una preghiera
dinanzi al SS . Sacramento ; dopo invocate Maria
che vi ottenga quella grazia che vi pare utile o
gli ordini . A questa vista un carabiniere, che ci
stava da qualche tempo osservando, non potè trat-
tenersi dallo esclamare : « Se questo Prete fosse
necessaria , e state sicuri che questa Madre po- un generale d'armata potrebbe combattere contro
tente e pietosa o quella grazia medesima, o un'al- al più agguerrito esercito del mondo con sicurezza
tra equivalente od anche migliore vi otterrà . »
della vittoria . »
Dopo la predica alcuni di noi salimmo sull'or-
Cominciavasi in quei giorni a parlare di som-
chestra , e accompagnati da D . Bosco col suono mosse e rivolte popolari in alcune parti d'Italia ;
dell'organo cantammo per la Benedizione il Tantum quindi questa nostra affezione ed ubbidienza diede
Ergo . In quel tempo non si era soliti a udire in nuovamente motivo alla ridicola voce, che D . Bo-
Chiesa giovanetti a cantare in musica . Laonde in sco coi suoi figli poteva farsi un uomo pericoloso,
quella sera e i membri dell'Accademia, e tutto il ed eccitare da un momento all'altro una rivolu-
popolo accorso, udendo le voci argentine di gio- zione in città . Tale diceria trovò credenza presso
vani, che parevano un coro di angioletti dal cielo le autorità locali, specialmente presso al Marchese
discesi per lodare Iddio , erano fuori di sè per la di Cavour, padre dei famosi Camillo e Gustavo ,
maraviglia, e molti ne piangevano di consolazione . allora Vicario di Torino, che è quanto dire Capo
Terminate le sacre funzioni, facemmo partire del potere urbano . Questi adunque fece chiamare
alcuni globi areostatici, che col rapido loro sol- D . Bosco al Palazzo municipale, e dopo un lungo
levarsi in alto parevano invitare gli spettatori ad ragionamento sopra le fole, che correvano riguardo
innalzare i loro pensieri e i loro affetti al Signore .
Verso le sette , dato un rombo del tamburo ed
un soffio alla tomba, il nostro giovanil drappello
si raccolse , e dopo nuovi ringraziamenti a chi
tanto caritatevolmente ci aveva ospitati in quel
all'Oratorio e al suo Direttore, conchiuse col dire
Io sono assicurato che le radunanze dei suoi gio-
vani sono pericolose , e perciò io non posso più
tollerarle . Prenda dunque, caro D . Bosco, il mio
consiglio, lasci in libertà quei mascalzoni, perché
giorno , prendemmo a discendere verso la città , essi, non daranno che dispiaceri a Lei e fastidii
or cantando, or gridando, ed or pregando ezian- alle pubbliche autorità . - D . Bosco rispose : Io
dio col recitare il Rosario e le orazioni della sera . non ho altre mire, o signor Marchese, fuorché di
Arrivati poscia in Torino , ciascuno di mano in
mano che giungeva al sito più vicino alla propria casa
usciva dalle file, e riverito D . Bosco si ritirava in
famiglia , raccontandovi le care impressioni e le
liete rimembranze di quella giornata .
migliorare la sorte di questi poveri figli del po-
polo . Io non domando danaro ; domando soltanto
di poterli raccogliere in qualche sito, dove trat-
tenerli in onesti divertimenti , per impedire che
vadano girovagando per la città, e intanto istruirli

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nella Religione e nei buoni costumi . Con questo
mezzo io spero di poter diminuire il numero dei
discoli, e gli inquilini delle prigioni . - Lei s'in-
ganna, replicò il Marchese, e getterà al vento le
sue fatiche . E poi dove troverà i mezzi per pa-
gare pigioni , e sopperire alle spese , che le ca-
gionano questi vagabondi ? Le ripeto adunque che
io non posso permetterle più oltre queste adu-
nanze . - I risultati finora ottenuti mi assicurano
che io non fatico invano . Molti giovanetti total-
mente abbandonati furono già raccolti, liberati da
evidente pericolo d'irreligione e d'immoralità, av-
viati all'apprendimento di un'arte o mestiere presso
buoni padroni, con grande vantaggio loro , delle
famiglie e della società . I mezzi materiali poi fin
qui non mi mancarono : questi sono nelle mani di
Dio, il quale è solito a fare molto con poco, anzi
a trarre il tutto dal nulla . - Abbia pazienza, si-
gnor D . Bosco, mi ubbidisca senz'altro, e mi pro-
metta di sciogliere la sua radunanza . - Conceda
questo favore, signor Marchese, non per me, ma
pel bene di tanti giovanetti, che forse senza que-
sto Oratorio andrebbero a finire malamente .
Questa nobile resistenza di D . Bosco dispiacque
al Marchese, che alquanto adirato soggiunse : Tac-
cia , chè io non sono qui per disputare con Lei .
Il suo Oratorio è un disordine , che io voglio e
debbo impedire . Ignora Ella forse che ogni as-
sembramento è proibito , ove non sia legittima-
mente permesso ? - Il mio assembramento , ri-
spose D . Bosco non punto intimidito, non ha scopo
politico , ma puramente religioso . Io non fo che
insegnare il Catechismo a poveri ragazzi col per-
messo ed approvazione dell'Arcivescovo . - L'Ar-
civescovo è egli informato di queste cose ? - Lo
è pienamente , perché finora io non ho dato un
passo senza il suo consenso . - Se l'Arcivescovo
Le dicesse di desistere da questa ridicola impresa
non opporrebbe Ella nessuna difficoltà ? - Nes-
sunissima:hoincmatques'opr,lhfin
qui proseguita col parere del mio Superiore Ec-
clesiastico, e ad un semplice suo cenno l'abban-
donerò issofatto . - Ebbene, Lei vada per ora ; e
io mi porterò dall' Arcivescovo . Spero che Ella
non vorrà ostinarsi agli ordini di Lui ; altrimenti
mi vedrò costretto a prendere misure severe .
Così terminò quella conversazione , seguita po-
scia da altri disturbi non meno disgustosi, che di-
remo altra volta .
UN VESCOVO SICILIANO
NELL'ORATORIO .
In questi ultimi giorni abbiamo avuta la
bella sorte di ospitare nel nostro Oratorio
di Torino Sua Eccellenza Rev . ma Monsi-
gnor Gerlando Maria Genuardi, Vescovo di
Acireale in Sicilia .
L' esimio Prelato, recatosi a Roma per
affari riguardanti la sua Diocesi, si è de-
gnato, malgrado la calda stagione, di pro-
lungare il suo viaggio sino a Torino, per
ringraziare personalmente D . Bosco del-
l'aver accettato di aprire un Collegio Sale-
siano in Randazzo, cospicua città della sua
Diocesi, e per combinarne con lui l'aper-
tura di un altro nella stessa sua città Epi-
scopale .
I giovani lo ricevevano alla porta del-
l'Istituto col suono della banda musicale,
e con tutti quei segni di rispetto, che la
nostra povertà ci permetteva .
Monsignor Genuardi passò tre giorni con
noi, lasciandoci la più dolce ricordanza e
il più vivo desiderio di sè . Nel mese di
Marzo egli aveva già data una luminosa
prova di sua innata bontà a due de'nostri
Sacerdoti recatisi a fargli visita, ricevuti e
trattati da lui con segni di affetto straor-
dinario ; ma la bella fama, che già ne cor-
reva tra noi, ricevette ultimamente la più
alta conferma .
Dalla sua incomparabile benevolenza i
Salesiani, destinati al nuovo Collegio di
Randazzo, sono lieti di essere stati sempre
meglio convinti, che in Sicilia essi trove-
ranno in Monsignor Genuardi un amico,
un protettore, un padre .
INDULGENZE SPECIALI
Poi Cooperatori Salesiani .
Ogni Cooperatore può acquistare indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocifisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
. Può altresì lucrare moltissime indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo, senza
bisogno di Confessione e Comunione, purchè sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste un' altra plenaria ne può gua-
dagnare ogni Domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato, visiti una qualche Chiesa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Luglio
2 . Visitazione di Maria Vergine .
8 . Santa Elisabetta, regina del Portogallo .
14 . S . Bonaventura, vescovo, cardinale e dottore
di S . Chiesa .
25 . S . Giacomo Apostolo .
26 . Sant'Anna, madre di Maria SS .
Con permesso dell'Aut . Eccl .
FERRARI GIUSEPPE gerente respone.
Tip, di San Vincenzo de' Paoli . Sampierdarena 18, 9.