Anno LVII - N. 10 1° OTTOBRE 1933 (XII)
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
Sommario: LII Spedizione Missionaria. - Crociata Missionaria. - In famiglia - A zigzag da l'Alpi al Mare - Da un Continente all'altro. - - Dalle nostre Missioni: L'oratorio di Don Bosco - Il rendiconto annuale - Fervori mariani ed Azione Cattolica - Dall'Atlantico alla Cordigliera - La nuova chiesa di Lamin. - Lettera di D. Giulivo ai Giovani. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Per intercessione del Beato D. Bosco. - Necrologio.
Nel mese che la Chiesa ha ormai consacrato alla nobile propaganda missionaria, mentre tutto il mondo si prepara all'annuale giornata missionaria indetta dalla Direzione Generale delle Opere Missionarie Pontificie, la Società Salesiana e l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice preparano anche l'annuale spedizione missionaria, LII della serie. Saranno oltre 150 tra sacerdoti, chierici e coadiutori, e una trentina le Figlie di Maria Ausiliatrice che in questo mese riceveranno il santo Crocifisso nella Basilica di Maria Ausiliatrice e raggiungeranno immediatamente le più svariate destinazioni: Australia, Centro America, Sud del Brasile, Cile, Cina, Colombia, Equatore, Giappone, Nord e Sud-India, Magellano, Mattogrosso, Messico, Palestina, Patagonia, Perù, Portogallo, Rio Negro, Siam, Stati Uniti, Tunisia.
Le eccezionali difficoltà finanziarie dell'ora presente avrebbero consigliato una spedizione assai più modesta, ma la gravità e l'urgenza dei bisogni delle Missioni già esistenti, e l'inizio della nuova missione dell'Alto Orinoco, hanno imposto questo ingente sacrificio di personale con le enormi spese relative. Il Rettor Maggiore confida nella Provvidenza divina e nell'aiuto dei nostri cari Cooperatori per riuscire a condurre a termine anche questa spedizione ed a provedere i singoli missionari di tutto il necessario.
Chi può concorrere a quest'opera santa abbia la bontà di inviare le offerte direttamente al RETTOR MAGGIORE dei Salesiani, Via Cottolengo 32 - Torino 109.
Tutti poi ci aiutino colle loro preghiere che i missionari ricambieranno generosamente insieme alle anime che potranno salvare.
BORSE COMPLETE
Borsa ANIME DEL PURGATORIO fondata da una piissima persona in suffragio dei suoi cari defunti.
Borsa S. CLEMENTE PAPA E MARTIRE fondata da Luisa ed Ermete Rossi in memoria del fratello defunto.
BORSE DA COMPLETARE
Borsa ANIME DEL PURGATORIO - Somma prec., 11374,60 - Bossiner Camillo, 125 - Bossiner Giulia, 5o - Contino Salvatore, 1oo - Ida Facconi Berlonghi, 20 - Severgnini Orsolina, io - Papa Antonino, 5o -- Trezzi Teresa, 1oo Trezzi Giuditta Ved. Facconi, 200 - Tot. L. 12029,60.
Borsa BEATO DON BOSCO (16a) - Somma prec., 19732,35 - Avv. Jacono Rizza, 25 - Accastello Caterina, 10 - Emilia Gobbi, 5o - G. P., io - Gino Giuseppina, 5 - Tot. L. 19832,35.
Borsa BELTRAMI di BORGOMANERO - Somma prec., 7448 - Gattoni Angelo, 500 - Savoini Cesare, 25 - Da salvadanai, 36 - Tot. L. 8009.
Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma prec., 3683,50 - Boglione Francesco, 45 - Gola Domenico, 5o - Tot. L. 3778,50.
Borsa DON BOSCO EDUCATORE (3a) - Somma prec., - 1094,85 - Rag. Guido Betta, 15 - Tot. L. 11o9,85.
Borsa FRANCESIA DON G. B. (5a) - Somma prec. 920 - M. B., 250 - Tot. L. 1170.
Borsa FRASSATI PIER GIORGIO - Somma prec. 3910 - G. P. 1o - Tot. L. 3920.
Borsa GESÙ - MARIA AUSILIATRICE - DON BOSCO (2a) - Somma prec., 10213 - Antonia Toneguzzo, 375 - Casalegno Serra, 1o. - Tot. L. 10598.
Borsa GARNERO CESARE - Somma prec., 1817,8o - Sig. Zaio di Giarole, 25 - Barbano Pierino, 40 - Gorrino Attilio, 30 - Famiglia Ravazzani, 12 - Graziano Luigi, 5o --- Signorino Giovanni, 5,20 - Famiglia Giglione, 25 - Rag. Mazzucco Carlo, 20 - I convittori del Collegio S. Carlo di Borgo S. Martino nella festa del Direttore, 300 - Famiglie di alunni dello stesso Collegio, 250 - Tot. L. 2575.
Borsa GIRA UDI DON FEDELE (2a) - Somma prec., 2390,25 - Prof. Petic, 25 - Tot. L. 2415,25.
Borsa LAIOLO DON AGOSTINO - Somma prec., 630 - Una pia persona di Lavagna, 200 - Tot., L. 830.
Borsa. MADONNA DI CASTELMONTE - Somma prec., 1775 - M. P. 1oo - Tot. L. 1875.
Borsa MARIA AUSILIATRICE (25a) - Somma prec., 1632,30 - Avv. Jacono Rizza, 25 - Don Gatti Giovanni, 25 - Emilia Gobbi, 5o - Tot. L. 1732,30.
Borsa MARIA AUSILIATRICE a cura dei Cooperatori e delle Cooperatrici di Genova - Somma prec., 13372,80 - Varie pie persone a mezzo Don Savarè, 1025 - Tot. L. 14397,80.
Borsa NOGARA MONS. GIUSEPPE, Arcivescovo di Udine - Somma prec., 9353,65 - N. N. 25 - Italia Gori Tomada in morte Dott. Pietro Someda, 10 - Ottavio Battaglia nel 1° anniversario della morte di mamma, 25 - Colpi Gaetano, 4 - Ida Pasquotti Fabris, io - N. N. 5 - Botto Mario in morte Prof. Arturo Petrucci, 5 - Don Cattivello Antonio, 5 - Botto Avv. Annibale in morte Prof. Arturo Petrucci, io - N. N., 20 - Botto Avv. Annibale in morte Augusto Zulliani di Bressa, io - Lo stesso in morte di Luciana Moschioni, io - Tot. L. 9492,65.
Borsa PARROCCHIALE MARIA AUSILIATRICE (2a) - Somma prec., 10032,05 - Dalle cassette del Santuario, 465,10 - Tot. L. 10497,15.
Borsa PISCETTA DON LUIGI, a cura del Sac. Dott. Calvi G. B. - Somma prec., 15928,85 - Prof. B. Calvi, 100 - Tot. L. 16028,85.
Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma prec., 16213,30 - Ing. Giuseppe Landriani, 5o - Tot. L. 16263,30.
Borsa S. CUORE DI GESÙ, CONFIDO IN VOI (2a) - Somma prec., 13209,39 - Antonietta Transillo, 5o - B. M, 100 - Papa Antonino, 10 - Tot. L. 13369,59.
Borsa SAVIO DOMENICO (5a) - Somma prec., 5140,70-Avv. Jacono Rizza, 25-Tot. L. 5165,70.
Borsa S. ANNA - Somma prec., 10145 - Bruno Ermelinda, 15 - Tot. L. 10o16o.
Borsa S. ANTONIO DA PADOVA -Somma prec., 3226 - Antonietta Transillo, 2 - Tot. L. 3228.
Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ (10a) - Somma prec., 16887,20 - Q. R., 5o - Tot. L. 16937,20.
L'Ecc.mo Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, Mons. Carlo Salotti, ha rinnovato fin dallo scorso agosto, il suo caldo appello per la celebrazione della GIORNATA MISSIONARIA che quest'anno ricorre il 22 corr. * Rispondiamo con tutto lo slancio e la generosità di Cooperatori Salesiani e mettiamoci a disposizione dei Parroci per zelare il massimo concorso alla nobile gara di carità missionaria.
L'omaggio dei Superiori della Società Salesiana al Santo Padre.
I direttori delle 175 Case Salesiane d'Italia, gli otto Ispettori della Congregazione e tutti i componenti il Capitolo Superiore con a capo il Rev.mo Don Pietro Ricaldone, Rettore Maggiore, raccolti in Roma nella seconda metà di agosto, per un Corso di Saliti Spirituali Esercizi e per alcune riunioni concernenti il governo delle Case stesse, hanno avuto la gioia di umiliare un affettuoso omaggio al Santo Padre.
Prima dell'udienza, che si svolse nella Sala del Concistoro il 23 agosto, il Rettor Maggiore aveva presentato a Sua Santità un devoto indirizzo, al quale il Santo Padre, rispose, dopo il baciamano, con un paterno discorso di cui l'Osservatore Romano ha rilevato i pensieri principali.
« Il solo enunciare: direttori, ispettori, superiori maggiori, rettore maggiore, delle Case, delle opere Salesiane - Egli ha incominciato - di Don Bosco - il caro Beato rimane sempre «Don Bosco » anche se il suo titolo è variato - significa accennare tanti titoli e tutti così belli, distinti, commendevoli da costituire quella udienza una delle più gradite, care ed importanti, perche basta soltanto ripetere quelle parole per dire proprio quelle opere che il Sommo Pontefice ebbe modo di ben conoscere personalmente e proprio con il Beato Fondatore stesso, autore di tali imprese grandiose, mentre, in questi ultimi anni, anche se non materialmente, ha avuto occasione, per ragioni intuitive, di conoscerle e seguirle ancor più largamente.
» Un titolo questo, specialissimo per dare, anzi per rinnovare a quei dilettissimi figli un paterno, affettuoso « benvenuto », espressione ed eco della paterna predilezione ben meritata appunto in tante opere, alle quali essi consacrano le migliori energie, di ogni genere, in ogni direzione di bene, e che essi moltiplicano e fecondano così come le volle il loro Beato Fondatore, vero santo Patriarca.
» L'Augusto Pontefice voleva poi congratularsi con quei Suoi figli per il fatto di poterli vedere in un momento così bello della loro vita, tutta e sempre spirituale, volta all'alto, ma ora specialmente dopo i Ss. Esercizi: una vera grande benedizione per le loro anime, cresciute e formate alla scuola delle celesti cose, anzi maestre delle celesti cose. Gli Esercizi sono dunque una vera benedizione che moltiplicherà l'intensità, la grandezza, l'importanza della loro missione, in favore di tante anime, e delle opere per esse esistenti. Si aggiunge poi, a tante grazie, l'altra specialissima benedizione della ricorrenza del Giubileo Straordinario della Redenzione, il ricordo cioè del Sacrificio Divino col quale il Salvatore diede tutto il Suo Sangue e subì la morte per la salvezza delle anime: e i Salesiani hanno per motto quello che il caro Don Bosco sentiva nella meditazione, nella luce della Redenzione: da mihi animas, le anime! ciascuna delle quali rappresenta, per così dire, una stilla del Sangue del Figlio di Dio!
» In modo veramente singolare dunque i Salesiani vorranno « ricordare» la Redenzione, « ringraziare » Iddio per i benefici con essa elargiti, « profittarne » per quella maggiore abbondanza di vita cristiana, per sè e per gli altri, a cui il Santo Padre, lo stesso Redentore Divino, l'autore, il portatore di tale vita, chiama, nella solennissima ricorrenza, tutti i fedeli ».
Il Santo Padre passava poi ad impartire la Benedizione Apostolica ai presenti, ai loro confratelli, alle loro attività, a tutta la grande famiglia Salesiana, ai cooperatori e collaboratori, a tutto quanto gli intervenuti avevano nel pensiero e nel cuore.
Nuovissimi, entusiastici applausi e il canto del Christus vincit salutarono le parole di Sua Santità.
Il centenario della Cresima del Beato Don Bosco.
Il 4 agosto 1833 Giovanni Bosco, omai diciottenne e già studente di ginnasio a Chieri, riceveva il sacramento della Confermazione nella parrocchiale di Buttigliera d'Asti, da S. E. Mons. Gianotti, arcivescovo di Sassari. Condizioni particolari di varie diocesi piemontesi non avevano permesso da vari anni l'amministrazione di questo augusto sacramento nei paesi di campagna, e fu provvidenziale la venuta dell'Arcivescovo di Sassari a Buttigliera perchè al futuro Apostolo della gioventù non fosse ritardata più oltre la grazia della santa Cresima. Madrina per lui e per altri cresimandi fu la contessa Giuseppina Melina, e padrino il sig. Giuseppe Mancano di Buttigliera, i cui nipoti e pronipoti, sopravviventi numerosi, vollero ricordare la storica data con una festa speciale. Col venerando prevosto di Buttigliera Don C. Ruffino fissarono il 6 agosto u. s. ed invitarono non solo tutto il paese ma i giovani degli Oratori di Torino e paesi vicini. Sicchè la festa prese proporzioni grandiose anche per l'intervento di S. E. Rev.ma Mons. Coppo, vescovo salesiano, del rev.mo sig. D. Seriè e del rev.mo sig. D. Fascie, del Capitolo Superiore. Alle prime ore del mattino, in bicicletta e su autobus, da Torino e da Chieri, giunsero a Buttigliera oltre 300 giovani: l'Oratorio «Michele Rua » di Torino colla banda e la graziosa fanfarina, l'Oratorio S. Luigi di Chieri anche colla banda e la cantoria, il primo Oratorio di S. Francesco di Sales colla cantoria degli Ex-allievi. Oggetto di particolare simpatia un bel gruppo di Cresimati in quest'anno centenario. Coi giovani del paese essi ascoltarono in Parrocchia la Messa celebrata da S. E. Rev.ma Mons. Ernesto Coppo, e si accostarono devotamente alla
Santa Comunione. Poi si raccolsero nel cortile dell'Oratorio locale ove le famiglie Martano offersero a tutti un'abbondante colazione. Intanto il Podestà di Buttigliera aveva disposto un solenne ricevimento in Municipio e la cerimonia si svolse splendidamente tra l'entusiasmo più vivo di tanta balda gioventù. Alle nobili parole del Podestà rispose S. E. Mons. Coppo, portando il saluto ed esprimendo la riconoscenza speciale del Rettor Maggiore, impegnato pel Congresso Eucaristico a Cavaglià.
Dopo una breve e briosa accademia sul piazzale, i giovani raggiunsero la casetta natia di Don Bosco ai Becchi di Murialdo e là assistettero ad una seconda Messa cantata dal direttore del primo Oratorio festivo, D. Manfrino, ed ascoltarono la parola ardente di Don Vitale, direttore dell'Oratorio di Monterosa. A Buttigliera contemporaneamente cantava la Messa il rev. Don Luigi Martano, pronipote del padrino di Don Bosco e vi assisteva S. E. Mons. Coppo. Nel pomeriggio raggiunse i Becchi il rev.mo Don Giorgio Seriè, rappresentante del Rettor Maggiore, il quale commemorò pei giovani la cara data. Mentre poi questi si dirigevano a Mondonio a rendere omaggio al ven. Domenico Savio, egli insieme col sig. Don Fascie tornò a Buttigliera ove, dopo i Vespri, Don Favini tenne dal pulpito la commemorazione ufficiale, illustrando i Doni dello Spirito Santo nell'anima del Beato Don Bosco che da quella parrocchia uscì il 4 agosto 1833 perfetto cristiano e soldato di Gesù Cristo. Mons. Coppo impartì infine la Benedizione pontificale. Per Castelnuovo, Chieri, i giovani raggiunsero Torino sul far della sera, pieno il cuore di sante emozioni.
Le Scuole Professionali Salesiane.
Le Scuole Professionali Salesiane o Scuole d'Arti e Mestieri, sorsero, nella forma iniziale più modesta, dalla mente e dal cuore del Beato Don Bosco fin dal 1847, per sovvenire ai bisogni della gioventù povera che veniva a lui spinta dalla necessità, o attratta dalla singolare bontà e carità del grande Apostolo.
Quindi l'opera professionale di Don Bosco ebbe sin dall'inizio un carattere di beneficenza, che conserva tuttora, nella misura del possibile, malgrado le difficoltà dei tempi.
Don Bosco nei primi anni aveva provato a raccogliere giovanetti bisognosi, sotto il medesimo suo tetto, li manteneva, li istruiva, li provvedevi a del necessario, e, nelle ore di lavoro li mandava ad alcuni laboratori scelti della città, per impararvi il mestiere. Non tardò però ad accorgersi che la buona formazione morale, a cui soprattutto egli mirava, e la stessa formazione culturale e professionale ne soffrivano assai. Perciò s'indusse ad impiantare nel proprio Istituto i laboratori-scuola necessari alle esercitazioni pratiche degli allievi.
Questo avveniva nell'anno 1853.
D'allora in poi le Scuole Professionali Salesiane, per convittori interni, conservarono la fisionomia ch'è loro propria e che l'esperienza ha dimostrato buona, poiche corrisponde ad un vero bisogno sociale.
Però a misura che la manualità del lavoro venne riducendosi - per il concorso sempre più incalzante delle macchine, o per il progresso delle scienze - le Scuole Salesiane vennero pure arredandosi dei meccanismi ed apparecchi ai quali sono adibiti gli allievi, dopo che hanno imparato ad eseguire a mano i progressivi esercizi didattico-artigiani.
Similmente a misura che il livello culturale od artistico si eleva nella società e prende particolari orientamenti, ugualmente si eleva il livello della coltura degli allievi salesiani e si orienta verso le nuove produzioni.
In questo continuo conguaglio della formazione di artigiani od operai ai bisogni della vita moderna e del lavoro, sta forse il maggior merito delle migliori Scuole Professionali Salesiane e la ragione della stima che esse godono ovunque presso famiglie e governi, in Italia e all'estero.
Ecco l'ordinamento attuale delle Scuole Salesiane ispirate alle nuove esigenze di una più soda istruzione del lavoratore, voluta nei paesi più progrediti e recentemente disciplinata in Italia colle leggi Corso secondario di avviamento professionale (8 novembre 1930) e Riordinamento dell'istruzione media tecnica (15 giugno 1931).
L'allievo artigiano di regola è ammesso alla Scuola Professionale non prima dei 12 anni e dopo ottenuta la licenza elementare.
I corsi professionali artigiani sono tre: inferiore, medio, superiore.
Il corso inferiore, di anni tre, procura agli allievi, colle istruzioni preliminari e teoriche, una serie di esercitazioni didattiche e di lavoro nell'arte scelta, che li abilitano nel proprio tirocinio. Parallelamente, nelle classi di coltura generale, è svolto il programma governativo del « Corso Secondario di Avviamento Professionale ».
Il corso medio, di anni due, completa le istruzioni tecniche del corso precedente e le esercitazioni didattiche e pratiche del tirocinio professionale, necessarie per la formazione di un buon artigiano. Parallelamente, nelle classi di coltura generale, è svolto il programma della « Scuola tecnica industriale ».
Il corso superiore di anni tre, presentemente è riservato alla formazione di maestri d'arte salesiani, destinati agli Istituti Professionali o alle Missioni Salesiane.
Procura agli allievi il necessario corredo di cognizioni tecniche e scientifiche e le esercitazioni pratiche <li perfezionamento nei vari generi di lavoro.
Inoltre hanno particolare importanza, per tali allievi, le lezioni teoriche e pratiche di pedagogia e metodologia salesiane, di economia ed amministrazione, di coltura religiosa.
Per le materie di coltura generale si svolge il programma governativo « dell'Istituto tecnico industriale ».
Si potrebbe aggiungere ancora qui ciò che costituisce la miglior prova del sistema salesiano, cioè la relazione dei risultati ottenuti in circa ottant'anni dacchè funzionano le Scuole Professionali Salesiane.
Ci limiteremo a dire che migliaia di ottimi artigiani e operai provetti sono usciti dalle Case artigiane di Don Bosco, integri cittadini, buoni cristiani che vivono onoratamente colla professione imparata nella Scuola e perfezionata poi col loro studio e tenace lavoro.
Non pochi di essi divennero capi d'arte, capi d'aziende, padroni di botteghe o piccoli industriali.
Tutti poi conservano un affetto e una riconoscenza inalterabili alla Casa ove impararono, ai loro antichi maestri d'arte e superiori.
La festa degli Ex-allievi - che si celebra ogni anno con entusiasmo nelle Case salesiane e riunisce uomini di tutte le età e condizioni sociali, tutti affratellati come figli d'una medesima famiglia - costituisce la più bella dimostrazione della bontà del sistema di educazione e di formazione professionale lasciatoci dal grande Apostolo della gioventù il Beato D. Giovanni Bosco.
Presentemente gl'Istituti Salesiani, con Scuole Professionali per allievi artigiani, sono: 19 in Italia (di essi 16 hanno il corso inferiore e medio, e 3 hanno tutti i tre corsi); 36 in Europa (esclusa l'Italia); 14 nell'Asia ed Africa; 42 in America. In totale 111 Istituti con circa 6oo Scuole Professionali ed una popolazione scolastica di 13.5oo allievi.
La chiusura dell'anno scolastico professionale ha rivestito anche quest'anno ovunque grandiosa solennità. Le massime autorità civili ed ecclesiastiche, e specialmente quelle dell'Artigianato hanno onorato di loro presenza l'inaugurazione delle mostre professionali che si sono tenute nei vari Istituti, e furono larghe di encomi e di incoraggiamento. L'affluenza delle domande per l'iscrizione degli alunni nei mesi decorsi è una prova evidente della grande fiducia che essi godono, tanto in Italia quanto all'estero.
Il titolo di una Borsa missionaria.
Lo scorso numero del Bollettino ha pubblicato nella Crociata Missionaria una Borsa dal titolo: «Studio del Santo Vangelo di Gesù nelle Scuole ».
Venne consegnata al Rettor Maggiore la vigilia del suo onomastico ed ha suscitato particolare ammirazione perchè offerta dagli Insegnanti della città di Torino, dell'e Unione Insegnanti Don Bosco», i quali l'hanno messa insieme colle loro modeste risorse personali. Il titolo fu voluto a ricordare una bellissima iniziativa promossa otto anni or sono in Torino ed ora diffusa in molte scuole del Regno.
Nel marzo 1925 la Società Editrice Internazionale pubblicava il «Vangelo di Gesù Unificato e gli Atti degli Apostoli, per la gioventù ».
Questo lavoro, senza precedenti, preparato da un figlio del Beato D. Bosco, incontrò subito il favore dell'Unione D. Bosco. Parecchi insegnanti s'unirono per promuovere lo studio del Vangelo nelle Scuole Elementari con il metodo pedagogico, progressivo del Testo Unificato.
Questo studio, dapprima limitato a poche scuole, divenne in breve quasi generale. Il libro del Vangelo, nell'attraente, artistico e pratico formato della S.E.I., fece la sua bella comparsa su la cattedra degli insegnanti, i quali cominciarono a leggerlo ai loro piccoli allievi e a farne studiare dei passi.
La Direzione Scolastica approvò l'iniziativa nel dicembre del 1927. L'Em.mo Card. Arcivescovo Gamba, che aveva onorato il Testo Unificato del Vangelo di lucida, suadente prefazione, con magnifico gesto ne, offerse, benedicendo, copia a tutti gli Insegnanti della Città, per affrettare il compimento del suo vivissimo desiderio di « vedere rimesso il S. Vangelo nelle mani della fanciullezza, per farlo da essa apprezzare, gustare ed amare ».
Da allora l'iniziativa divenne liberamente generale e si diffuse in tutto il Piemonte a mezzo di Conferenze Magistrali sul Vangelo; e di Giornate del Vangelo nei principali centri della regione.
Il Santo Padre Pio XI poi si degnò di impreziosire il Testo Unificato con un suo Augusto Autografo e S. E. il Ministro dell'Educazione Nazionale lo commendò largamente a tutti gli Insegnanti. L'Autorità Scolastica di Torino nei suoi Programmi particolareggiati per la Religione, diede l'elenco dei Passi scelti (che la S. E. I., aderendo ai desideri di molti Insegnanti, sta ora stampando in fascicoli illustrati) Per la dizione e lo studio del Vangelo in ciascuna classe. Nacque allora l'idea di ricordare l'iniziativa con un'Opera benefica che in qualche modo potesse servire a stimolare gli insegnanti delle altre Regioni a fare altrettanto.
Ed ecco la costituzione della Borsa «Studio del Santo Vangelo di Gesù nelle Scuole » che gli egregi Insegnanti desideravano offrire al compianto sig. Don Rinaldi per le sue Nozze d'Oro sacerdotali e che offersero al suo Successore con lo stesso slancio di venerazione e di stima. Valga l'esempio, colla sua efficace eloquenza, a suscitare nei colleghi d'insegnamento larga imitazione.
Convegni salesiani in Piemonte.
La ripresa dei Convegni di Decurioni e Cooperatori salesiani, iniziata nella Casa-Madre il 26 s. giugno, ha avuto un primo, largo e felice seguito in altri cinque convegni tenuti il luglio u. s. in Piemonte: il 4 ad Ivrea, nell'Istituto Card. Cagliero, per le diocesi d'Ivrea e d'Aosta, coll'intervento dei due Ecc.mi Vescovi Mons. Filippello e Mons. Imberti; il 6 a Pinerolo, nell'Istituto Salesiano di Monte Oliveto, coll'intervento dell'Ecc.mo Mons. Binaschi; il 24 a Nizza Monferrato, nell'Istituto Madonna delle Grazie, per le diocesi di Acqui e di Alba, presente l'Ecc.mo Mons. Delponte; il 25 ad Asti, nell'Istituto Don Bosco, coll'intervento del Vescovo S. E. Mons. Rossi; e il 27 a Casale, nell'Oratorio Salesiano del Valentino.
Ad Ivrea, Nizza Monferrato ed Asti partecipò personalmente il Rev.mo Sig. D. Ricaldone; a Pinerolo e a Casale fu rappresentato dal Sig. D. Giorgio Serié del Capitolo superiore. A Nizza e ad Asti fu anche presente l'Ispettore, Sig. D. Pasquale Rivolta.
Dei cinque convegni fu organizzatore, coi direttori delle case salesiane dove si svolsero, ed animatore il nostro Don Fasulo. Caratteristica di essi furono la nota di familiare praticità ed un senso di fervida devozione per il Beato Don Bosco. Il Rettor Maggiore e il suo rappresentante all'inizio e a base di ogni discussione posero il concetto della cooperazione salesiana intesa e voluta dal Beato Don Bosco nel suo còmpito largo di attività salesiana, con spirito salesiano, a sostegno di ogni opera buona promossa ed incoraggiata dalla Chiesa a vantaggio delle anime, della società, e specialmente della gioventù.
Ispirandosi a questo concetto D. Trione nel Convegno d'Ivrea, come già in quello di Torino, illustrò il contributo che i Cooperatori salesiani hanno, possono e debbono dare al movimento religioso e alla vita cristiana delle parrocchie nell'Azione Cattolica.
Anche i rilievi fatti dai relatori, che nei vari convegni rievocarono esempi ed ammaestramenti del Beato Don Bosco, riuscirono un bel commento all'idea affermata dal Rettor Maggiore.
Ad Ivrea il Rev. Prof. Don Pietro De Andrea richiamò l'attenzione dei Convenuti sul grave problema delle vocazioni; il Rev. Don Pietro Boggio, Rettore di S. Lorenzo, illustrò i caratteri dello zelo e dell'apostolato esercitati da Don Bosco nel sacramento della penitenza; il Rev. Comm. Don Cavallo, Prevosto e Vicario di Montaldo Dora, nell'Istituto Missionario, parlò delle missioni.
A Pinerolo Mons. Oreste Baronello, Parroco di Cantalupo, rievocò la provvidenziale, specifica missione del Beato Don Bosco: l'educazione cristiana della gioventù; il Priore di Luserna, Rev. Can. D. Camillo Mondon, ne ricordò lo zelo vigile, forte, nel difendere la fede dei cattolici contro gli attacchi e il proselitismo dei protestanti; il Can. Castelletti, Direttore Diocesano di Saluzzo, mostrò nella vita interiore del Beato il segreto della sua mirabile attività e delle maravigliose imprese.
A Nizza Monferrato relatori furono il Can. Fancesco Chiesa, Direttore Diocesano di Alba, il Can. Pasquale Gioia, Professore del Seminario di Acqui, e la Sig.na Maria Bronda, insegnante a Nizza.
Il primo, prendendo lo spunto dall'Anno Santo, dopo aver accennato ai caratteri della Redenzione rilevati da S. Paolo nella larghezza, nella lunghezza, nell'altezza e nella profondità della carità di Cristo, li mostrò nell'opera di redenzione attuata da Don Bosco nel nome di Lui: opera larga come i confini della terra, lunga come i secoli, alta come le vette della santità, profonda come le radici del cuore umano.
Il Can. Gioia rilevò l'anima, l'elemento sovrannaturale del sistema educativo di Don Bosco di cui fu frutto il novello Venerabile Domenico Savio. La Sig.na Bronda, nella casa della Madonna, dove riposa la salma della serva di Dio Suor Maria Mazzarello, ricordò opportunamente le origini, l'espansione e mostrò le vaste, molteplici attività dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Ad Asti il Direttore Diocesano dei Cooperatori, Rev. Don Felice Bianco, parlò con calore delle missioni e il Rev. Teol. Gamba, Parroco della Cattedrale, rilevò brillantemente la necessità delle vocazioni e suggerì efficacemente i mezzi di suscitarle ed aiutarle.
A Casale furono relatori il Rev. Don Luigi Spriano, Parroco di Popolo, che mostrò l'efficacia e il trionfo del sistema educativo di Don Bosco nell'esaltazione del suo Venerabile alunno Domenico Savio, fatta dalla parola augusta del Sommo Pontefice e il Prevosto di Frassinetto Po, Rev. D. Eugenio Capra, che ricordando le glorie missionarie del Monferrato, i cardinali Massaia e Cagliero, perorò la santa causa della propagazione della fede.
La varie relazioni seguite ed intrecciate da discussioni pratiche valsero a creare quell'atmosfera di fervore salesiano in cui grandeggia e rivive la figura del Beato Don Bosco, esempio e sprone di santo apostolato.
Autorevole suggello e corona dei vari riuscitissimi convegni furono la parola e la benedizione degli Ecc.mi Vescovi che vi assistettero.
In ogni convegno furono espressi con nobili telegrammi sentimenti di attaccamento e di devozione al Santo Padre.
Nel Convegno di Casale fu comunicata la nomina del Can. Cav. Luigi Millino a Direttore Diocesano dei Cooperatori e del Vicario Generale della diocesi, Mons. Oddone, a Direttore Onorario.
Un grazie sentito ai Direttori Diocesani e Decurioni del Piemonte che hanno aggiornato l'elenco dei Cooperatori dei singoli paesi con mirabile sollecitudine e con grande cura.
Roma: Istituto Pio XI. - La prima commemorazione del Ven. Domenico Savio.
Fu tenuta all'Istituto Pio XI in occasione della Festa dei Premi, alla presenza di due eminentissimi Porporati, i Cardinali Laurenti ed Enrico Gasparri, cui facevano degna corona S. E. Monsignor Emanuel, S. E. Mons. Giordani pro ispettore dell'O. N. B., Mons. Cipriani, l'On. Preti, il Grand'Uff. Corelli, il Gen. Baistrocchi, il Cav. Uff. Avvocato Augias, rappresentante di Sua Ecc.za il Prefetto, il nostro Rev.mo signor Procuratore Don Tomasetti, il conte Locatelli, il Regio Commissario Clerici, il Colonello d'Aviazione Ventriglia, ed altre illustri personalità.
Oratore ufficiale fu lo stesso Direttore Don Rotolo il quale esordì rilevando l'opportunità provvidenziale della commemorazione nella lesta dei Premi, che agli alunni del «Pio XI », in procinto di partire per le vacanze, ravvivava l'immagine ed il ricordo del caro adolescente, che il Santo Padre ha chiamato il « piccolo e grande gigante dello spirito ». Entrò poscia nell'argomento dei forti propositi e delle elevate ascensioni dell'angelico alunno del Beato Don Bosco, prendendo le mosse dai due grandi fatti della vigilia: la firma del Patto a Quattro, ed il trionfo delle ali italiche.
E quindi dagli accenni biografici del nuovo Venerabile e più ancora dalle parole pronunziate dal Santo Padre nel discorso del 9 luglio, fece balzare questa nuova giovinezza di Dio che nel triplice motto: preghiera, azione, sacrificio, aveva racchiuso il secreto mirabile della sua prodigiosa e continua elevazione sino a diventare «una vera e propria perfezione di vita cristiana ».
Il discorso fu applauditissimo. Seguì la proclamazione dei premi e la distribuzione delle medaglie che fino allora brillavano nel grande medagliere intrecciandosi in modo da formare lo Stemma di S. S. Pio XI.
La bella manifestazione fu chiusa da Sua Em.za Reverendissima il Cardinale Laurenti, che prendendo lo spunto dall'esordio del Direttore: Patto a Quattro e Trasvolata aerea, rivolse una mirabile esortazione a tutti gli alunni terminando con le più vive felicitazioni all'indirizzo loro e dei loro educatori.
URUGUAY - Collegi in festa per la visita del Ministro d'Italia.
Con cuore di ex-allievo, entusiasta del sistema educativo di Don Bosco ed affezionato ai suoi antichi educatori, S. E. il Ministro d'Italia, Serafino Mazzolini, negli scorsi mesi di giugno e luglio, ha onorato di una sua desideratissima visita vari nostri collegi della Repubblica dell'Uruguay. E con tutto lo slancio dello spirito salesiano superiori e giovani hanno dimo strato al Ministro d'Italia l'intensa simpatia e la fervida ammirazione ch'essi nutrono per la Patria del Beato Don Bosco.
Il collegio di Salto, i due collegi di Paysandù, le Scuole Professionali di Montevideo e i due collegi di Manga furono i primi fortunati ad ospitare per qualche ora S. E. Nel dolce idioma d'Italia rappresentanti dei superiori e degli alunni espressero al Ministro la gioia e la gratitudine per l'alto onore che S. E. faceva così cordialmente ai figli di Don Bosco, mentre la Marcia Reale e gli Inni della Patria accrescevano la suggestiva solennità dei ricevimenti.
E S. E. ebbe ovunque parole di grande compiacenza ed espressioni di profonda ammirazione e di vivissimo affetto per l'Opera salesiana. Alle Scuole Professionali di Montevideo, dopo il saluto ufficiale in perfetto italiano del direttore Don Harispuru e l'omaggio dei giovani in lingua italiana e castigliana, S. E. si disse particolarmente lieto di trovarsi in casa salesiana. Raccogliendo l'augurio fattogli dai giovani che egli vi si avesse sempre a trovare come in casa sua: «Si, disse, io considero sempre la casa dei Salesiani, come casa mia, ovunque io vada. Ed è per questo che nel programma ufficiale delle mie visite faccio sempre includere la visita alle case di Don Bosco. Quando poi ritornerò in Italia due sacri doveri terrò a compiere: il primo di baciare la tomba dei miei padri, il secondo di abbracciare il salesiano prof. Don Valle che fu il mio primo educatore. a E continuò ricordando altre figure a lui carissime come quella di Don Simonetti, attuale Ispettore a Napoli, ed esaltando con commosse parole l'Opera di Don Bosco, gloria fulgida della nostra Patria, alla quale scioglieva un inno di gloria. Applausi vivissimi, evviva all'Italia rinnovata ed alla nobile Repubblica dell'Uruguay coronarono le parole di S. E. Poi i cantori ripeterono l'inno d'occasione ad onore di S. E. ed egli, con gesto salesiano, si fece in mezzo a loro a complimentarli: « Avete cantato proprio bene, così mi piace... Oggi avrete il mate! ». I giovani andarono in visibilio. La memoria di sì cara visita non si cancellerà più dai loro cuori.
VENEZUELA: Caracas. - Vita Salesiana.
Nel nostro collegio di S. Francesco di Sales di Caracas fioriscono un convitto, semiconvitto ed esternato con scuole elementari e secondarie; una scuola esterna « D. Bosco » comprendente il corso elementare inferiore, con annesso un fiorente Oratorio festivo. Gli alunni delle varie scuole superano i 400; oltre 200 giovanetti frequentano ordinariamente l'Oratorio festivo.
Quest'anno si celebrò solennemente il mese di Maria Ausiliatrice, nell'annesso Santuario omonimo, con predicazione giornaliera e scelta musica sostenuta egregiamente dai piccoli cantori della scuola gratuita D. Bosco.
La festa del 24 maggio fu un trionfo della nostra cara Madonna, per concorso di popolo devoto specialmente alla Messa della Comunione generale celebrata dal Rev.mo Mons. Basilio De Sanctis, Incaricato d'Affari della Santa Sede; alla Messa solenne, celebrata da Mons. Enrico Deferrari, Prefetto Apostolico dell'Alto Orinoco; ed alla grandiosa processione della sera.
Il 2 giugno ebbe luogo l'esame di Religione. I liceisti furono esaminati in Apologetica da una commissione presieduta da Mons. De Sanctis, come negli anni scorsi era stata presieduta da S. E. Mons. Fernando Cento, Nunzio Apostolico. L'esito fu brillantissimo.
Conformemente alle nostre tradizioni si celebrò il 24 giugno la festa del Sig. Ispettore, che rivestì una solennità tutta particolare essendo prossima la partenza del festeggiato per la nuova missione dell'Alto Orinoco. Le case di Caracas e di La Vega (casa di formazione salesiana), s'unirono in fraterna collaborazione per la buona riuscita della festa, mentre le altre case inviarono la loro adesione.
Monsignore cantò la Messa solenne. All'agape fraterna brindisi ed auguri cordialissimi. Gradito soprattutto quello del rev.mo Mons. De Sanctis.
L'Accademia musico-letteraria attirò nel teatro dell'Istituto una fiumana di amici e distinte personalità. Bellissima la musica, impeccabilmente eseguita, specie il Sacerdos et Pontifex del Cagliero, ed il Coro dei Lombardi del Verdi. Belle le declamazioni, in italiano, in ispagnuolo, ed in francese; briosi i dialoghi, vivissimo l'entusiasmo.
Il festeggiato ringraziò commosso e conchiuse perorando la causa della sua Missione a cui egli sta per dedicarsi coi suoi compagni per amore di Cristo e di tante povere anime.
BUENOS AIRES - La visita di S. E. l'Ambasciatore d'Italia al Collegio Salesiano "Pio IX ".
Il 13 luglio u. S. mentre le v Ali d'Italia» superato l'Atlantico, brillavano pacifiche al sole americano, S. E. l'Ambasciatore d'Italia in Argentina, soddisfacendo al vivo desiderio dei nostri confratelli e giovani, si degnava di visitare il Collegio « Pio IX ».
Accompagnato dall'Ecc.ma sua signora, dal R. Console Generale comm. Massimo Goffredo e signora Paola, dalla signora Rachele Bono Ferrari, dalla direttrice didattica della Pro Schola, signorina Silvia Doglia, dalla signorina Fanny Covone, è stato ricevuto con cordiali manifestazioni di ossequio e di giubilo dall'Ispettore Don Nicola Esandi, dal Direttore dell'Istituto Don Guglielmo Cabrini, dai superiori e giovani entusiasti, al suono della Marcia Reale.
La visita cominciata alle ore 11 ha avuto termine alle 13: ma le due ore sono passate rapidissime per l'interesse continuo suscitato dallo spettacolo della multiforme attività che si svolge nel collegio.
Esso occupa un'intero isolato ed ospita circa 6oo alunni interni. È una delle 11o Case Salesiane dell'Argentina, 9 delle quali nella sola città di Buenos Aires. Fu la prima Scuola di Arti e Mestieri sorta nella Repubblica e vi mantiene un primato indiscusso.
Con rapida mossa, appena eseguita la Marcia Reale i giovani musici, in abito da lavoro, lasciati gli strumenti musicali, ripresero quelli del lavoro nelle varie officine. S. E. è passato attraverso agli ampi laboratori attrezzati modernamente, interessandosi vivamente cogli insegnanti e cogli alunni ai progressi delle singole arti. I corsi sono completi fino al perfezionamento. Mentre imparano il mestiere, gli allievi seguono pure i corsi scolastici, pareggiati ai governativi, che si dividono in primari, complementari e secondari, nei quali, tra le materie stabilite dai programmi scolastici argentini, è obbligatorio lo studio dell'italiano.
Dai laboratori e dalle scuole S. E. passa col seguito nel salone-teatro, stipato dagli alunni e dai superiori. Uno scroscio di applausi accoglie l'Ambasciatore e gli illustri ospiti; quindi uno dei giovani rivolse a S. E. un vibrante saluto in lingua italiana e, coll'animo commosso dal volo trionfale delle Ali d'Italia che hanno omai amarrato in terra americana, inneggia alla nostra Patria con fervidi voti di gloria. Infine offre a S. E. l'Ambasciatore un bel mazzo di fiori.
Rispondendo a questo saluto, l'Ambasciatore rievoca la figura meravigliosa del Beato Don Bosco ed esalta l'opera dei Missionari Salesiani. Ricordando poscia il Trattato Lateranese rileva come grazie ad esso, cioè alla forte volontà del Papa e di Benito Mussolini, il profondo sentimento religioso che anima tutta la nostra Patria abbia potuto così magnificamente affermarsi alla luce del sole. Termina dicendosi grandemente lieto della visita che gli aveva dato ancora una volta modo di constatare come lo spirito di italianità sia tenuto vivo in tutti gli ambienti creati dalla abnegazione e dalla iniziativa sempre felice dei figli del grande Beato torinese; e ne ringraziò vivamente l'Ispettore, il Direttore e quanti coadiuvano alla preparazione di tanti e tanti giovani alla vita del domani.
Le parole di S. E. suscitarono ondate di entusiasmo e strapparono frequenti calorosi applausi, che si accentuarono ancora nel saluto finale.
La magnifica Chiesa di S. Carlo sorrise ultima agli augusti visitatori con promessa di salda formazione spirituale secondo lo spirito di Don Bosco.
CASSETTA CAPPELLA alla quale si apporrà in una targa il nome della persona offerente.
Cassetta in legno con tabernacolo L. 350 Piviale e velo omerale . . . » 150 4 pianete di colori liturgici » 225 Camice, cingolo, rocchetto » 60 Tovaglie lino e piccola biancheria per la
Santa Messa . . » 45 Pietra Sacra . . . . » 20 Calice coppa d'argento » 80 Teca per il SS. Sacramento e pisside » 65 Raggio per la Benedizione 70 Turibolo e navicella 70 Vasetto per Olio Santo . . > 35 Crocefisso, candeliere, ampolline, piattino, patena ) 5o Asperge, carte gloria, scatole ostie 30 Messalino, porta Messale, Rituale 8o
Campanello, lampadina . . 20
Totale L. 1350
AMBULATORIO MISSIONARIO
ARREDAMENTO AMBULATORIO. - Letto, armadio, lavabo, irrigatore, tavolo, sedia, sgabello, secchio, sterilizzatrice, ferri chirurgici, materiale per medicazione L. 1300. - Armadietto farmaceutico L. 250 - Cassettine portatile di pronto soccorso L. 100.
Sarebbe desiderio vivissimo che ogni dono figurasse all'Esposizione missionaria annuale: perciò si prega d'inviare con sollecitudine le offerte che si designano agli oggetti sopra elencati, affinchè si abbia tempo di farli eseguire.
Per le offerte e per schiarimenti rivolgersi alla Presidente: M.sa Carmen Compans di Brichanteau, (Via Magenta, 29) o alla Segretaria Contessa Maria Teresa Camerana (Corso Oporto, 23) Torino.
L'Oratorio di Don Bosco.
Rev.mo ed amato Padre,
Lei attende, lo so, nostre notizie, e non meno desiderosi di quelle dei fratelli, allievi, benefattori e amici, sono i suoi figli lontani, e specialmente sono desiderosi delle sue, sempre gradite, ed ansiosamente attese, perchè confortatrici, eccitanti, risolventi sempre i nostri difficili problemi. Ho pensato che nel mese in cui ricordiamo il suo onomastico, le sarà gradito augurio e dono, conoscere il nostro lavoro in Giappone, in quest'opera fondamentale dello spirito salesiano, opera che, come altrove, anche fra questi popoli, sono sicuro porterà col tempo i mirabili frutti di educazione cristiana noti ormai in tutto il mondo.
Intanto abbiamo voluto mantenere il none Oratorio, benche in Giappone le adunanze libere dei ragazzi siano note anche sotto altri nomi: scuole domenicali, adunanze, società di ragazzi e simili, che noi pure usiamo per farci capire più facilmente.
Se può variare il nome, lo spirito informativo è sempre quello, diretto e chiarissimo se si tratta dei figli di cristiani, indiretto e con certe limitazioni di prudenza se si tratta di giovani appartenenti ad altre religioni, che in genere formano la massa dei frequentanti. Ed è chiaro. Il tipo umano del ragazzo in fondo è sempre quello, ma il tipo nazionale è ben diverso, e bisogna mettersi, specialmente in Giappone, da questo punto di vista, che vuol dire conoscenza di un mondo di problemi formidabili, se non si vuol andare a rischio di rovinare invece di edificare, Mettiamoci nelle realtà di fatto. Il Giappone moderno in una settantina d'anni è giunto al punto in cui si trova, e tutti lo sanno, come potenza mondiale, ma bisogna ricordare che il Giappone ha conservato e voluto conservare del vecchio Giappone molto di più di quello che ha preso e ha voluto prendere ad imprestito dalla civiltà occidentale. L'essenziale della vita materiale e sentimentale, il culto dell'arte antica e più l'attacco fortissimo alla religione degli avi e tutta la sua vita intima è intatta e rispettata. Ha europeizzato o americanizzato gli organi della difesa nazionale, la sua vita politica ed amministrativa, le sue istituzioni giudiziarie e le sue leggi. Per riuscire in questo ha avuto bisogno di enormi capitali creati con commercio e industria all'occidentale, ed in parte ispirarsi alla formazione mentale degli uomini che dovevano servire a questa trasformazione, con organizzare un nuovo sistema d'insegnamento. E c'è riuscito, c'è mirabilmente riuscito.
Mi pare giusta l'opinione di quelli che pensano che il Giappone moderno si è europeizzato per meglio resistere all'Europa e per meglio restar Giapponese. Noi missionari che dobbiamo parlare alle anime sentiamo più di qualsiasi altro la verità di cui sopra, e penso che la vera difficoltà del progresso dell'apostolato cattolico in Giappone sia da riscontrarsi proprio in questa posizione di spirito del giapponese di fronte allo straniero. Ah! amatissimo Sig. D. Ricaldone, come è chiaro e come ce lo fanno capire anche se non volessimo, che siamo stranieri. Ammessa questa linea in tutti i toni prudenziale: come si svolge la vita dell'Oratorio in Giappone?
Abbiamo le riunioni quotidiane, diurne e serali, settimanali (giorni di festa) o vacanza scolastica, mensili. Là dove il missionario comincia il suo lavoro con un ritmo costante, si circonda di ragazzi. Sono buoni richiami per le famiglie. Li raduna, li tiene allegri con discorsetti, con piccoli divertimenti, con qualche regaluccio. Se può mantenere, fuori residenza, il contatto almeno mensile, non è seme buttato via. Conosce famiglie, stringe relazioni, distribuisce libri, fa propaganda insomma; potrà organizzare qualche serata per il gran pubblico con musica, proiezioni, discorsi e dopo un certo lavoro può sperare l'organizzazione di un piccolo gruppo di volonterosi dello studio della religione.
Gli può capitare la peggio. Si spargono dicerie sul conto della religione cattolica; i maestri proibiscono di andare alla riunione, i genitori confermano ed il Missionario si trova solo... Ah che strette al cuore!
Là dove si può avere già un posto fisso che può avere la visita settimanale od una residenza stabile, non rimane difficile la riunione dei nostri giovani alla domenica o nei giorni di vacanza scolastica o anche quotidianamente.
Ogni giorno, di ritorno dalla scuola (orari unici differentissimi) i volonterosi passano alla Missione e dopo un po' di ricreazione i cristiani hanno l'istruzione catechistica e i pagani un discorsetto morale secondo le varie circostanze e ambienti. È qui dove la prudenza e lo zelo del missionario devono destreggiarsi a tutto potere. Vi sono ambienti in cui anche ai pagani si possono insegnare le verità religiose (che dopo tutto non capiscono e non possono poi praticare in famiglia) e ve ne sono di quelli in cui basterebbe parlare direttamente di religione per vedere sfollata l'adunanza. E allora? Si tengono conversazioni morali. Le vite dei Santi, brani dell'antico testamento, la vita di Gesù, la storia civile, ecc., forniscono insieme ai dettami della morale naturale dei buoni spunti.
Si fa cantare qualche bel canto scolastico; si prepara qualche lavoruccio per la rappresentazione domenicale e dopo un po' di ricreazione, i cristiani recitano le orazioni, si dà la buona notte ed ognuno torna alla famiglia, dove è atteso per aiutare la mamma nei piccoli lavori di casa, nell'assistenza dei fratellini e per fare i suoi còmpiti scolastici. Quando è possibile si dà la comodità di compiere alla missione questi lavori ed allora gli oratoriani si riuniscono in apposita sala e così il dopo scuola entra in funzione come pure a tarda sera in qualche residenza funziona la scuola serale.
Sono pure emanazioni della vita oratoriana per i più grandicelli scuole ed insegnamenti speciali, come i gruppi del Vangelo, la scuola d'armonica, le riunioni del circolo giovanile, che periodicamente vengono effettuandosi.
Alla domenica l'oratorio prende, specialmente nel pomeriggio, il ritmo ordinario dei nostri oratori in Italia. Funzioni religiose, divertimenti, riunioni, gare, ecc.; la vita insomma caratteristica dell'oratorio di Don Bosco. Il fanciullo giapponese gioca volentieri a qualsiasi giuoco e non c'è da infastidirsi troppo per farlo giocare a quei giuochi appresi in famiglia ed a scuola e ne fa un finimondo. Caratteristica, l'incostanza o mancanza di resistenza, se volete imporgliene uno, dopo pochi minuti fate il deserto intorno a voi.
L'aspetto caratteristico dell'oratorio è alla sera. Si cerca tutte le domeniche di preparare qualche divertimento (teatro, musica, proiezioni luminose, ecc.) a cui sono invitati ragazzi e pubblico. Il locale si popola e del mondo fanciullesco e delle buone mamme e dei babbi, e di tanti che non sono certo iscritti all'oratorio. E si fa un po' di tutto, rappresentazioni con proiezioni, musica, declamazioni, danze, (oh le graziose danze giapponesi!) pantomime (si sono in questo resi celebri i nostri chierici).
Quasi tutte le residenze hanno la sezione drammatica ed il repertorio va arricchendosi, tanto che spero si potrà presto dar inizio alla stampa della nostra collana drammatica. Il fanciullo, il giovane giapponese, ben ammaestrato, ha attitudini magnifiche alla declamazione, come pure la ragazza alla danza (caratteristica del Giappone) e non c'è da lavorare molto a inscenare qualche lavoretto anche improvvisato. Se ben preparati non mancano di efficacia drammatica. Gli allievi della scuola tipografica D. Bosco di Oita, il circolo giovanile di Beppu e la sezione drammatica di Miyazaki, si sono già prodotti con discreti lavori, ed anche le piccole residenze di Takanabe, Tano, e Miyakonojo incominciano a debuttare discretamente. Molti ci domandano: « perchè voi Salesiani vi date tanto attorno per queste adunanze? ». Mi sono domandato sempre: Possibile che queste nostre riunioni domenicali che a centinaia, a centinaia richiamano i nostri cari ragazzi, debbano restare infruttuose? Possibile, che, se per ipotesi, anche nessuno dei nostri ascoltatori pagani divenisse subito cristiano, la buona parola udita, veduta, meditata, il gaudio spirituale suscitato dall'azione dei giovani attori, possibile, dico, non debba condurre a qualche buon risultato?
È con questa tenace persuasione, è con questa speranza efficace, mio buon Padre, e con questa fede ineluttabile negli insegnamenti di Don Bosco, che i suoi figli del Giappone, le presentano i loro oratori, minuscoli per ora. Tirannia di locali e di mezzi, che però benedetti da lei dovranno fiorire in olezzanti giardini di bene e di rigenerazione sociale. Noi vediamo e vedremo ben pochi risultati del nostro lavoro, ma seminiamo, seminiamo infaticabilmente, altri mieterà. Se dobbiamo prevedere dall'albeggiare il meriggio, c'è buoni motivi a sperare.
Non possiamo paragonare i nostri oratori a quelli d'Italia, nè vogliamo entrare in gara. In molti casi l'oratorio in Giappone è la camera del primo oratorio di Don Bosco al Rifugio, col vantaggio che non essendovi mobili propriamente detti nella casa giapponese, la camera diventa più capace, e accoccolati sui tatami (stuoie giapponesi) può pensare ai nostri ragazzi come le acciughe nei barili. A Takanabe in una saletta di non più di 6o m2, tutto compreso (palco al medesimo livello degli spettatori e tavolo per la macchina proiezione, ecc.) facciamo entrare da 150 a 20o ragazzetti. A Miyakonojo, quando non piove, per ristrettezza di locale, si fa la rappresentazione all'aperto; è più comodo e d'estate si respira. Per il prossimo inverno il Signore provvederà. Nelle altre residenze si dispone già di un modesto salone, che ogni domenica si riempie; si calcolano sempre sui 200 o 300 in generale coloro che lo frequentano e noi li consideriamo tutti della famiglia oratoriana. Nostro scopo, per ora è di attrarli; trovino, alla Missione cattolica, modo di essere contenti e soddisfatti, vedano nel missionario anche se straniero, l'amico che vuole il loro bene. Vogliamo attrarli alla Missione per consacrarli più direttamente a Dio. Nessuno di loro, forse neppur uno, si convertirà, ma divenuti grandi e padroni della loro libertà, responsabili di sè, passando vicino alla Missione non crederanno alle sciocche panzane che si vuol far loro credere: « I missionari cattolici sono qui par conquistare il Giappone, tagliano la testa ai fanciulli, strappano il fegato ai morenti per far medicine ed arricchire ». Come fanno ora, saluteranno per via il missionario e gli diranno il loro affetto riconoscente, e più di ora conosceranno lo scopo del nostro lavoro e permetteranno ai loro figli di approfittarne, e forse essi stessi ne approfitteranno. Come vede, amato Padre, è opera diuturna di trasformazione di idee e di coscienza, restando giapponesi bisogna che questi tesori, che Dio ci ha affidati, diventino suoi, solo suoi e tutti suoi.
A Tokyo gli inizi sono consolanti; da 30o a 400 frequentano quotidianamente l'oratorio, e già 8o sono iscritti alla scuola serale. Mi par di vederla sorridere di contentezza come facciamo noi. In questi gusci di noce ci si sente più vicini cuore a cuore. Ci aiutino Maria A. e Don Bosco al grande miracolo di cesellare queste anime e di condurle a Dio. E lei, amato Padre, faccia scendere la sua benedizione copiosa su queste opere fondamentali per la vitalità della Missione e dell'Opera Salesiana nell'estremo Oriente.
Miyazaki, 1 giugno, 1933.
Suo aff.mo figlio
D. VINCENZO CIMATTI
Missionario Salesiano.
Il rendiconto annuale.
Rev.mo ed amato Sig. Don Ricaldone,
FIORI E FRUTTI. -Il chiudersi dell'anno Missionario mi porge l'occasione d'intrattenermi un po' con lei e come fiore postumo che chiuda le feste sue onomastiche, offrire anche noi, lontani figli, il nostro dono, il dono certo a lei più gradito.
Eccole, amato Padre, il lavoro dei suoi salesiani in Giappone, missionari, chierici, coadiutori, Figlie di M. A., catechisti e maestri. Eccole le nostre famiglie cristiane, aggruppate nelle città o sparse qua e là nei villaggi di piana o di monte. Eccole i catecumeni nostri, messe che biondeggia in futuro. Eccole le nostre associazioni religiose maschili e femminili di azione cattolica, che protestando amore alla Chiesa le inchinano riverenti i loro vessilli. Ecco la porzione cara al cuore di Gesù, i poveri vecchi dell'Ospizio e i nostri orfanelli. Ecco la schiera eletta sempre crescente dei nostri giovani oratoriani cristiani e pagani. Eccole i nostri robusti e giovani operai di Oita e il più bel manipolo, i seminaristi di Nakatsu. E la corona si chiude cogli angioletti degli asili. Il piccolo mondo nostro cresce e con esso le opere e con queste il bene, la gloria di Dio, la salute delle anime.
Come non dire a Dio, a lei e ai superiori, e a quanti con immensa carità ci vennero in aiuto in quest'anno; come non dire il grazie riconoscente, il grazie cordiale e l'assicurazione delle nostre preghiere?
STATISTICA. - Aride cifre, su, dite ai nostri benefattori il risultato del nostro povero lavoro annuale.
MISSIONE SALESIANA DI MIYAZAKI
(Indipendente)
Superficie 14.972,175 kmq.
Popolazione (Cens. 1930): 1.720.823 abit. _
Anno 1927 1932 1933 1933
Sacerdoti . . . 9 12 il 1
Coadiutori 3 5 4 1
Scolastici . . . . 15 14 1
Figlie di M. A. . li i t -
Seiuinaristi indigeni 22 28 -
Catechisti maestri . 3 19 23 1
Catecumeni . . . 30 138 I5o -
Cappelle . . . . 3 6 7 1
Residenze fisse . . 3 6 7 1
Seiniresid. case fitto . 3 6 -
Orfani ricoverati , -- 16 16 4
Vecchi ricoverati 2 21
Asili 1 2
Asili allievi . . . 30 30 72 -
Oratori festivi . . 3 9 10 1
Oratori festivi allievi 8o 980 1.500 400
Scuola tipografi i i -
Scuola tipografi allievi - 10 15 -
Doposcuola . . I 3 I
Doposcuola allievi - 40 100 100
Cristiani indigeni . 400 1.053 1.142 201
Battesimi . . 28 116 155 il
Comunioni pasquali 135 618 704 92 Comunioni devozione 8.628 51.299 58.224 925
Matrimoni . . . . 2 9 13 4
Missioni ritiri . . . 1 14 14 3
Ass. Az. Catt. soci 18-404 13-450 112
Ass. devote soci . 15-338 18-600 240
PAZIENTE ATTESA. - Dice una poesia giapponese: « Passo passo si arriva lontano. Una vangata dopo l'altra dissoda il vasto campo. Agucchiando, agucchiando si cucisce. Cazzuola a cazzuola di calce intonaca il muro del gran magazzeno. La polvere ammucchiata forma una montagna. Goccia aggiunta a goccia forma un mare ». E l'andavo canterellando su un aria musicata anni fa, mentre davo uno sguardo alle cifre. Oh si! guardando l'esiguità dei numeri ci sarebbe da scoraggiarsi, ma passo passo arriveremo alla meta; dissodando oggi, domani, sempre, la terra produrrà il cento per uno; cucendo, cucendo, faremo colle buone stoffe delle vocazioni indigene begli abiti al Signore.
In molte zone dove ci sono residenze fisse i Missionari vanno dissodando il terreno e preparando con lavoro di propaganda estensiva i futuri centri di irradiazione del lavoro intensivo, quando il personale in preparazione, ben for-mato, potrà buttarsi al lavoro. Si propongono di ravvivare la vita cristiana dei fedeli non raggruppati in centri, lottando contro il rilassamento, rastrellando i dispersi, riabilitando le pecorelle smarrite. Si sforzano di avvicinare i fratelli erranti (protestanti) e di divulgare estensivamente le idee cattoliche nell'ambiente di cultura media e superiore, formando cellule cattoliche, futuri centri di irradiazione del lavoro intensivo. Non si lasciano intentate le visite caritatevoli a domicilio, l'invio del giornale cattolico, l'informazione costante di tutti gli avvenimenti solenni della Chiesa, la formazione di Gruppi del Vangelo, di riunioni per istruzione cattolica, di conferenze, di larga distribuzione di stampa cattolica e mirando lontano, lontano, accaparrarsi la fanciullezza, la gioventù. A un lavoro che, per chi guarda i risultati attuali, può sembrare insignificante, ma è il fermento buono che lieviterà e produrrà i suoi effetti nella paziente attesa.
OPERE. - Già intorno a noi vediamo sorte varie opere, che preparano gli animi a conoscere ed a seguire la luce del Vangelo e aprono la via alla propaganda. È di questi anni a Miyasaki il Kyugoin, ricovero per ogni genere di miserie, vicino a cui speriamo sorgerà presto l'Orfanatrofio, E in costruzione pure a Miyazaki, il nostro Piccolo Seminario che dopo 6 anni di pratiche, diventerà realtà.
Oita si rallegra di una nidiata di oltre 40 frugoli nel suo nuovo asilo, e Beppu di una Cappellina a Maria Ausiliatrice che sostituisce la povera camera, in cui il caldo e il chiasso dei paganetti scorrazzanti in cortile, rendevano impossibile l'esercizio dei doveri domenicali dell'ancor minuscola cristianità. In attesa che i benefattori ci diano modo di onorare meno indegnamente la Mamma nostra Ausiliatrice in Giappone la Mamma si accontenterà di un cantuccio. Pur abbellita un po' di più, la Cappella di Beppu è ancor meno che la Cappella Pinardi di Don Bosco, ma ci sembra di aver già fatto un gran passo in avanti. Oh vedesse poi la Cattedrale di Miyakonojo, opera pure iniziata quest'anno! Oh buon Gesù! per fortuna i vostri angeli attorniandovi vi devono velare certo la nostra miseria. Vedesse dove alle volte per necessità di cose deve celebrare la Messa il povero Missionario! Ma in mezzo a questa povertà anime piene di fede e di amore si donano a Gesù.
Vien spesso occasione di ricordare la nascita di Gesù nella capanna di Betlemme. Pensi a questo, amato Padre, e doni alla nostra Missione qualche cosa di quanto con vero senso di amore a Gesù, mani gentili costruirono per le cappelle delle Missioni.
La tipografia di Oita per ricordare l'anno santo centenario della Redenzione, fa uscire, in questi giorni, la 2a edizione del Vangelo unificato, scritto in stile popolare. Rapidamente esaurita la 1a edizione, compare ora la seconda riveduta, rifatta nel commento e ricca di illustrazioni. I nostri bravi artigiani di Oita hanno davvero superato se stessi. Oh entri Gesù anche con questo mezzo in molte anime! Le letture cattoliche entrano nel terzo anno della loro vita e cominciano ad essere note ed apprezzate, come pure il Don Bosco, modesto bollettino salesiano giapponese.
Le nostre serate domenicali, che concludono l'Oratorio quotidiano o festivo, sono assiepate di gioventù e di adulti; è per ora uno dei mezzi migliori di propaganda indiretta.
Le notizie di Tokyo poi sono sempre consolanti. L'Oratorio batte con costanza sui 300-400, il dopo scuola sul centinaio e vien sempre più allargandosi la sfera d'azione salesiana tra i Cooperatori e le Cooperatrici nostre. Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice mentre lavorano nelle opere iniziate, hanno quest'anno la consolazione di accettare tra le loro file le prime postulanti. In complesso dunque c'è da ringraziare il Signore.
GLI OSTACOLI. - Non mancano naturalmente difficoltà di ogni genere, intrinseche ed estrinseche, incorrispondenza, umiliazioni, fatiche, lotte aperte e subdole, incomprensione e svalutazione del lavoro, penuria di personale, di mezzi, ma la Provvidenza guida e per mezzo dei suoi ministri, i nostri superiori ed amati benefattori e benefattrici, prevede e provvede. Quindi portati da questa amabile materna provvidenza noi proseguiamo fiduciosi in questi momenti specialmente assai difficili sotto tutti i punti di vista per l'opera della propagazione della fede in Giappone. Ci aiuti il Buon Dio e ci scampi da ogni male. Il cielo va oscurandosi di nere nuvole e sotto la cenere sfavilla il fuoco. L'opera di dissoluzione comunista frenata energicamente dal governo, lavora in sordina in tutte le forme e ne sono esponenti significativi gli elementi facinorosi della società dei senza Dio. Noi, amato Padre, vorremmo contrapporvi a migliaia a migliaia i buoni oratoriani, a migliaia a migliaia i buoni operai, a migliaia a migliaia le buone famiglie. E colle svariate opere della carità a prò di tutti, vorremmo abbattere il mostruoso blocco pagano, che non sa cosa sia carità verso Dio e verso il prossimo. È il ritornello con cui si chiudono le lettere dei Missionari. La realizzazione di molti di questi desideri, massima parte di queste aspirazioni, amato Padre, da lei dipendono, dagli allievi nostri e dalla falange dei nostri amati Cooperatori e Cooperatrici. Nel nome di Dio e della Chiesa noi proseguiamo imperterriti, sicuri che nelle retrovie v'è chi pensa a noi, chi provvede a noi e faccia scendere su di noi e sulle opere nostre la sua paterna benedizione.
Miyazaki, 1 luglio 1933.
D. VINCENzo CIMATTI
Missionario Salesiano.
Fervori mariani ed Azione Cattolica.
Di anno in anno la festa di Maria Ausiliatrice viene assumendo maggiore importanza, perchè non è essa soltanto la festa patronale della cristianità di Lin Cow, ma la festa di tutta la Sezione Missionaria del Lin Yeung (due vasti distretti del Vicariato di Shiu Chow), caratterizzata dall'affluire di pellegrini di tutte le cristianità per onorare la Madre di Dio nella purtroppo piccola cappella a Lei dedicata.
L'anno scorso, in occasione di questa festa, la gioventù maschile e femminile di Azione Cattolica, aveva tenuto il suo primo convegno di plaga. Quest'anno la presenza di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Ignazio Canazei, nostro amatissimo Vicario Apostolico, permise di realizzare qualche cosa di più e cioè una breve muta di Esercizi Spirituali per i membri delle Associazioni Giovanili di Azione Cattolica, una gara catechistica tra i giovani di tutta la Sezione, l'imposizione solenne della medaglia agli ascritti all'Arciconfraternita dei Divoti di Maria Ausiliatrice e infine un Congresso Mariano che servisse a radicare sempre più nel cuore dei giovani l'affetto e la devozione a Maria ed a diffonderla, per mezzo loro, nel cuore di tutti.
Non farò la cronaca dei giorni di intensa vita religiosa Vissuti a Lin Chow dal 22 al 25 maggio. Fu un continuo affluire di pellegrini, giovani e non giovani, alcuni in barca, la maggior parte a piedi, per strade rese pessime da piogge torrenziali. Arrivavano stanchissimi, ma lieti; passavano in chiesa per un primo saluto a Gesù Sacramentato ed a Maria, poi si recavano ad ossequiare Monsignore ed infine si presentavano ai membri del Comitato dai quali ricevevano il posto nei dormitori improvvisati nelle sale scolastiche ed erano tosto accompagnati ad un bagno ristoratore; mezz'ora dopo prendevano già parte con coloro che li avevano preceduti a tutte le pratiche degli Esercizi Spirituali che Monsignore veniva loro dettando mattino e sera. Per molti erano i primi Esercizi e, cosa consolante, tutti li fecero con impegno e serietà. Anche molti pagani, allievi delle nostre scuole, venuti per la Gara Catechistica, (vi era una sezione anche per loro) presero agli Esercizi quella parte che potevano e certo più d'uno avrà invidiato la sorte dei compagni cristiani che potevano devotamente accostarsi al Tribunale di Penitenza ed alla Mensa Eucaristica.
La festa fu celebrata il giorno 25 maggio, ma il giorno 24 fu pure assai solenne poichè al mattino si ebbe la consolante funzione del Battesimo di sei nuovi cristiani, amministrato da Mons. Canazei e poi nel salone delle opere Giovanili (una ex-stalla di bufali) si tenne il Congresso Mariano e chiuse la giornata la Gara Catechistica. Monsignore volle onorare della sua presenza le due sedute del Congresso mentre il Sig. Don Cucchiara ne teneva la presidenza.
La seduta del mattino, dopo la recita del Veni Sancte Spiritus e il canto di una lode alla Vergine, fu aperta dal Presidente con alcune parole di riconoscenza: « riconoscenza a Dio ed alla sua Madre Santissima che hanno permesso di riunirci a dire le lodi di lei; riconoscenza al Papa delle Missioni che volle anche nei paesi di Missione l'Istituzione dell'Azione Cattolica di cui facciamo parte; riconoscenza a Mons. Vicario Apostolico, che è venuto in mezzo a noi per istruirci ed a dirigerci ». Chiese poi la benedizione sui lavori del Congresso. Monsignore la impartì di cuore a tutti i presenti. Eletti per acclamazione due Segretari, diede la parola alla Presidente dell'Unione Donne Cattoliche di Lin Chow che portò il saluto a tanta gioventù adunata nel none di Maria e spiegò i motivi per cui il Congresso Mariano venne qui radunato.
Subito dopo l'allievo catechista Ng Tsoi Tet svolse il primo tema: « Maria e la Chiesa attraverso i secoli », poi la maestra Nin Teresa della Gioventù Femminile d'Azione Cattolica di Lin Chow espose il secondo tema: « Maria Santissima e l'Eucaristia ». Ogni relazione venne seguita da breve discussione riassunta infine dal Presidente.
Al termine dell'adunanza mattutina Monsignore si congratulò cogli intervenuti ed esortò tutti ad una maggior conoscenza delle virtù della Madre di Dio mediante la lettura della sua vita, certo che l'aumento di cognizione porterà aumento di devozione e d'amore verso di Lei.
Nello stesso ordine si svolse la seduta pomeridiana in cui da Nyen Giuseppe dell'Associazione Giovanile di Azione Cattolica di Tung Pi venne svolto il tema: « Maria ai piedi della Croce », e da Mu Francesco Sav. dell'Associazione Giovanile di Azione Cattolica di Khi Tham quello: «Mezzi pratici per onorare Maria Santissima ».
Dopo breve discussione aggiunse alcune parole il Presidente Regionale Onorario dell'Azione Cattolica, del Lin Yeung, il maestro Ma Sin Chung e infine il Presidente propose il seguente ordine del giorno che venne approvato punto per punto all'unanimità.
« I giovani delle Associazioni Maschili e Femminili di Azione Cattolica del Lin Yeung, radunati a Congresso Mariano, considerando che in questi giorni la Religione Cattolica in Cina è combattuta da tre potenti nemici e cioè: il demonio, nemico di ogni bene, che suscita continuamente contro la Chiesa e le antiche superstizioni del paganesimo e le moderne correnti ateistiche; il bolscevismo, che per minare ogni fondamento di ordine e di civiltà, vorrebbe distruggere ogni religione e specialmente quella cattolica; il protestantesimo che vorrebbe ingannare gli incauti con un falso cristianesimo che misconosce il culto a Maria e la fede di Pietro: deliberano di essere costanti nella preghiera per invocare la Vergine Ausiliatrice affinchè schiacci ad un tempo la testa al serpente infernale, all'idra del bolscevismo e dell'eresia e così anche in Cina la Chiesa possa procedere nella sua marcia di pacifica conquista; considerando che il modo migliore di onorare la Vergine è l'unirsi sempre più strettamente al suo divin Figlio, deliberano di accostarsi sempre più spesso e con sempre miglior preparazione alla Santissima Eucarestia; considerando l'immenso amore della Madonna per noi, amore che la fece corredentrice nostra ai piedi della Croce; considerando pure che solo il peccato fu la causa dei dolori del divin Figlio e della Madre sua, deliberano di muover guerra assoluta al peccato mortale e di fare ogni sforzo per diminuire in sè e negli altri il numero dei peccati anche veniali, di sopportare in ispirito di penitenza tutte le sofferenze di questo esilio terreno; considerando che sono necessari mezzi anche esteriori per tener viva la devozione alla Vergine SS., deliberano di portar sempre la sua medaglia e di baciarla spesso specialmente mattino e sera, di recitare ogni giorno la terza parte o almeno una decina del S. Rosario ».
Alla fine del Congresso Monsignore espresse tutta la sua soddisfazione e promise di fare menzione di questa bella adunanza nell'annua relazione che invierà al Santo Padre, sicuro che il Papa sarà contento dei nostri lavori come ne è certamente contenta la Vergine Santa.
Alla sera si svolse animatissima la Gara Catechistica. Lo spirito di emulazione era vivissimo essendo in lizza, nella varie categorie, rappresentanti della Gioventù Cattolica tanto maschile che femminile, non solo di Lin Chow, ma anche di altre cristianità. Basti accennare che se l'eliminazione di alcuni fu relativamente facile, i primi posti furono aspramente contesi e la gara non finì che a tarda sera. Anche la categoria dei paganetti era ben rappresentata e molti di essi sapevano recitare il catechismo a meraviglia. Voglia il Signore aprir loro presto la via al Santo Battesimo.
Il giorno 25 fu una giornata di «assiepamento ». Asssiepata sino all'inverosimile la troppo piccola cappella, assiepati i confessionali, assiepata la Mensa Eucaristica. Prima della Comunione Mons. Vicario, instancabile in questi giorni nello spezzare il pane della divina parola, infiammò i cuori di tutti ad amare Gesù e Maria. Anche durante la Messa cantata in musica volle egli stesso tesser le lodi della nostra buona Mamma Maria Ausiliatrice.
Purtroppo la pioggia impedì la progettata Processione Eucaristica e ci si dovette contentare della Benedizione solenne a cui seguì una devota funzioncina nella quale gli ascritti all'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice (recentemente eretta canonicamente anche a Lin Chow) ricevettero la sua medaglia dalle mani stesse di Monsignore.
Un'interessante lotteria e una rappresentazione drammatico-musicale posero fine alla riuscitissima festa.
Il giorno dopo i pellegrini sfollarono col cuore infiammato di amore a Maria Ausiliatrice e col fermo proposito di tornare ad onorarla a Lin Chow l'anno prossimo.
Lin Chow, maggio 1933.
Sac. MARIO M. RASSIGA
Missionario Salesiano.
Amatissimo Padre,
Ho potuto finalmente visitare i confini della nostra non piccola parrocchia, che si estende per più di 50o km. dall'Atlantico alla Cordigliera.
Da Porto Deseado, nostra residenza, il treno conduce nell'interno della regione, verso la Cordigliera, per un percorso di 283 km. fino all'ultima stazione, Colonia Las Heras, che sorge nella Pampa, quasi coll'aspetto di una piccola cittadina, nata per incanto, come un'oasi nel deserto.
Lungo la linea ferroviaria, il treno, che percorre lento la monotona Pampa, (solo popolata da branchi di pecore e di guanachi, di bande di avutarde e struzzi, con altre varietà di uccelli propri della regione) fa le sue fermate regolari ad ogni 2o km. di distanza, dove si sono formati piccoli centri di popolazione. In tutto sono 12 stazioni, punti di irradiazione per le varie Estancias o Colonie, disseminate nella vasta Pampa.
Non posso dimenticare le emozioni di queste brevi fermate! Al fischio del treno che passa, si raccolgono alla stazione interessati e curiosi, e, più cari al cuore del Missionario, tanti bei fiori viventi, fanciulli e fanciulle che dapprima lo guardano attoniti e diffidenti, poi si avvicinano con riserva a lui, che vedono così di rado e solo di passaggio, e, domandando qualche immaginetta o ricordo, par che gli dicano col cuore: «Quando verrà anche fra noi? ». La maggior parte sono ancora senza. battesimo, e chissà da quanto tempo il missionario non ha potuto fermarsi fra loro. Hanno scuola, teatro, cinematografo...; ma manca quello che sarebbe più necessario e desiderabile: una chiesina, un sacerdote, che faccia loro conoscere ed amare Gesù.
Oh, quanto mi risuona doloroso il lamento del profeta: Parvuli petierunt panem, et non erat qui frangeret eis!
Regalai qualche immaginetta e qualche catechismo, promettendo quello che non era sicuro di mantenere; che presto saremmo venuti anche fra loro a fare la bella festa che già stava preparata a Las Heras.'
Il treno impiegò nel tragitto circa 10 ore: partiti alle 12 meridiane, giungemmo a Las Heras verso le ventidue. Accolte con particolari dimostrazioni furono le Figlie di Maria Ausiliatrice che erano vivamente desiderate.
L'attesa era durata otto mesi.
Una buona maestra di un collegio privato, si era preso l'impegno di riunire e preparare più di una trentina di giovanetti e giovanette, alla Prima Comunione. Benchè l'ora fosse già tarda erano tutti alla stazione. Ricevuti dalle Autorità del luogo, si passò al collegio, dove stavano già aspettando per confessarsi un bel numero di candidati, dimentichi del riposo, ansiosi solo di ricevere Gesù.
Il giorno dopo (era mercoledì) fu tutto una festa. Il collegio improvvisò una graziosa chiesina. Si confessò dalle 6 alle 8 1/2, poi s'incominciò la solenne funzione, col battesimo di sei grandicelli, dai 15 a 18 anni. Seguì la S. Messa accompagnata da canti e preghiere, e giunse il momento solenne della S. Comunione.
Io credo che il buon Gesù abbia veramente trionfato e benedetto questa piccola turba osannante.
Seguì una generosa colazione, a cui fecero tutti onore, e l'allegria si prolungò fino al mezzogiorno. Alle 14 furono invitati per la distribuzione dei ricordi. Non si fecero aspettare: e furono ancor più numerosi che il mattino. Feci loro un poco di istruzione religiosa, li iscrissi tutti all'Arciconfraternita del Carmine e chiusi la bella funzione col bacio della reliquia di D. Bosco.
Accompagnato sempre da loro feci poi le visite alle famiglie, fino a notte inoltrata, e potei amministrare alcuni battesimi e regolarizzare alcuni matrimoni.
Il giorno dopo il treno riportò le Suore a Deseado. Contente di quel po' di bene esse nutrono la speranza di poter, forse presto, far ritorno per continuare, in forma più stabile, l'assistenza tanto utile e necessaria a questa buona popolazione.
Era mia intenzione invece di proseguire il viaggio fino alla Cordigliera e visitare la regione del Lago Buenos Aires, vasta zona in parte inesplorata che si addentra nella Cordigliera superando i confini dell'Argentina col Cile, dove pure vi sono vari Centri di popolazioni, Estancias, cascine e poveri tuguri abitati da Indi e da coloni venuti specialmente dal Cile. Non so se qualche ministro di Dio abbia mai raggiunto queste zone. Potei approfittare del Corriere, che quel giorno stesso partiva per Nascimento, piccolo villaggio che dista solo poche leghe dal Lago.
Viaggio senza attrattive, sempre la monotona Pampa, interrotta da piccole alture e sempre flagellata dal vento che indomito imperversa in questa desolata regione.
Alle nove di sera, dopo circa 12 ore di viaggio, in quella poco comoda diligenza, per circa 20o km. raggiunsi la mèta e presi alloggio all'albergo dove mi trovai come in famiglia. Il giorno dopo visitai il villaggio e alcuni casolari dei dintorni, dandomi conto del basso livello morale e dell'abbandono completo di ogni principio religioso in cui vivono la maggior parte degli abitanti.
Il villaggio, che da pochi anni si è formato alle sorgenti del Rio Deseado è un bel paesello alpestre, con case non prive di eleganza, di negozi, di orti e giardinetti con piante da frutta che giungono a perfetta maturazione. Avrei voluto proseguire fino al Lago Buenos Aires e visitare i vari paeselli parte in terra argentina e parte in terra cilena, che si stendono sulle sue sponde come Los Antiguos, Chile Chico y Ibanez ecc. che non furono mai visitati dal Missionario; ma la stagione inoltrata e il poco tempo disponibile, (doveva ritornare in settimana) non mi permisero questa soddisfazione e dovetti accontentarmi, come Mosè, di vedere da lungi la Terra Promessa.
I tre giorni che passai a Nascimento non furono senza frutto, benchè non sarebbero bastati due mesi per iniziare una vera opera di rigenerazione fra quelle genti. Abbandonati a se stessi, benchè figli di padri cristiani, sono cresciuti nella ignoranza più assoluta della religione, tanto che mi riuscì assai difficile far loro entrare la idea di Dio e della vita futura.
Visitai la scuola, frequentata da circa 8o alunni tra ragazzi e ragazze e tenuta da un sol maestro. Non potendo approfittare del locale scolastico per un po' di istruzione religiosa, li invitai ad una bella funzione, tutta per loro, la domenica successiva. Una buona signora italiana mise a mia disposizione una bella casa con vasto cortile, dove benedissi la prima Cappella di questa estrema regione andina.
La domenica fu un giorno di vero apostolato. Già fin dall'alba accorsero numerosi al luogo convenuto... Alla S. Messa assistette buona parte della popolazione fra cui anche alcuni protestanti e turchi.
Il resto della giornata fu quasi tutto impiegato a catechizzare e battezzare. Terminai che era quasi mezzanotte, con un attivo di circa 5o battesimi, e alcuni matrimoni. Il più certo rimaneva ancora a fare, ma il lunedì dovetti discendere a Las Heras per riprendere il treno che il giorno dopo mi avrebbe restituito a Deseado.
Mi consolai quindi dei 5o battesimi e delle 32 Prime Comunioni e tornai pregando in cuor mio il Signore a mandar presto numerosi operai in questa porzione della sua messe che ha tanto bisogno.
Mi benedica, amato Padre, e mi creda aff.mo in G. C.
Sac. C. ROTIcci.
La nuova chiesa di Lamin.
Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,
Grazie a Dio posso finalmente darle la notizia della benedizione della chiesa a Lamin che per anni ha formato l'aspirazione più ardente della fervorosa comunità cristiana. Vi risiedeva circa una quindicina di anni fa un missionario della Congregazione del SS. Salvatore ed avevano una graziosa chiesetta di legno. Ma le intemperie, le formiche bianche, l'umidità la demolirono ben presto. Ricostruita una seconda volta, fu presto ridotta in pessime condizioni. Ora superate difficoltà di ogni genere i suoi figli sono riusciti ad edificarne una terza, che grazie all'aiuto di Monsignore, è riuscita un po' più solida.
Quale fu la gioia nostra e di quei cristiani quando Monsignore, giunto da Shillong per la nuova strada che il governo ha recentemente costruito fino a Shyllet, salì su quei monti a benedire la nuova chiesa che la mano maestra del nostro carissimo confratello coadiutore Montarro aveva cercato di render bella e piacevole secondo i loro gusti!
Fu un grido di gioia che si sprigionò da tutti i paesi circonvicini. I cristiani sbucarono dai loro boschi e dalle loro capanne per dare il saluto Khublei, al capo della Missione. Lo sparo dei petardi poi fece accorrere i pagani che si unirono ai cristiani nel dare segni di onore e di gioia a Monsignore.
Benedisse la nuova chiesa il sabato sera e la domenica seguente vi tenne pontificale. Nel pomeriggio poi, in una processione imponente, portò in trionfo Gesù Sacramentato attraverso tutto il villaggio, tra una folla di curiosi pieni di ammirazione. Chiuse la festa un congresso familiare in cui quei cristiani vollero esprimere anche esternamente il loro grazie ai missionari ed al Superiore della Missione con canti di gioia e discorsi di circostanza.
Non mancarono pure il cinema ed il teatrino dei giovani del Circolo che rallegrarono nella serata un pubblico di altre duemila persone accorse per la circostanza.
Questo portò certamente un movimento favorevole verso la chiesa cattolica di cui già se ne sentono gli effetti.
Amato Padre: eccole in breve notizie che so le torneranno certamente gradite.
La chiesa non è ancora del tutto ultimata. Come vede, del campanile c'è il semplice scheletro e mancano ancora tante cose per cui confidiamo sempre nella carità dei nostri buoni e generosi benefattori.
I suoi lontani figli di Jowai non mancheranno di elevare continue preghiere per tante anime buone e soprattutto per lei che ci è padre amatissimo. Ci ricordi presso l'urna del nostro Beato Padre D. Bosco e benedica gli sforzi dei suoi figli che lavorano a strappare tante anime dalle tenebre del paganesimo e dell'errore. Suo aff.mo in C. I.
D. ELIA ToMÈ Missionario Salesiano.
Jowai, 5-6-933.
Carissimi,
Vi scrivo del Venerabile Domenico Savio.
Incontratoini un giorno del 1876 a Lanzo con il Beato Don Bosco mentre aveva delle stampe tra mano, mi disse: « Sai che cosa sto facendo? Sto rivedendo le bozze della vita di Domenico Savio, e ogni volta che le rivedo per la ristampa, ne sono commosso fino alle lacrime tanta è la stima e l'affetto che ho per lui! Oh cari ricordi! »
Preziosissimo libro è quella vita ove con penna scultoria, il Beato Don Bosco raccolse con somma cura e presenta con tanta chiarezza le memorie di quell'angelico suo allievo.
Una bell'alba annunzia il bel giorno. Così il Beato Don Bosco vi descrive minutamente fin dalla fanciullezza il Venerabile Domenico Savio; la sua pietà religiosa, la frequenza alla chiesa, l'obbedienza affettuosa.
« Erano poi curiose e piacevoli le accoglienze che Domenico Savio, narra il Beato Don Bosco, faceva al padre quando lo vedeva giungere a casa dopo i suoi ordinari lavori. Correva ad incontrarlo e presolo per mano e talora saltandogli al collo: « Caro papà, gli diceva, quanto siete stanco! non è vero? voi lavorate tanto per me ed io non sono buono ad altro che a darvi fastidio. Pregherò il buon Dio che doni a voi la sanità e che mi faccia buono ».
Cari giovani, voi che come catechisti negli oratori festivi o assistenti tra gli Aspiranti od anche come soci delle Conferenze di Sali Vincenzo dell'Ozanam nelle visite alle famiglie povere a domicilio, v'incontrate con numerose folle di fanciulli e giovanetti da animare al bene, presentate loro gli edificanti esempi del Venerabile Domenico Savio, leggetene e fatene leggere la vita, diffondetene le immagini e la divozione, invocatelo e fatelo invocare per ottenerne grazie e ne sarete esauditi. Le parole muovono e gli esempi trascinano.
Siate gli apostoli di Domenico Savio.
Addio.
Affezionatissimo
D. GIULIVO.
Patroni Maria (Tirano) ringrazia Maria Ausiliatrice e il Beato D. Bosco che la consolarono colla guarigione di un figlio, dopo nove mesi di malattia.
Ravera Castiglia Delfina (Biestro) porge vive grazie alla Vergine Ausiliatrice e al nostro Beato per la guarigione concessa ad un suo nipotino e fa un'offerta a favore delle Opere Salesiane.
Fedeli Maria (Venezia) riconoscente ringrazia l'Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per una grazia ottenuta e fiduciosa, attende grazie spirituali.
Mello Carolina (Salussola) fa pubblica la sua riconoscenza a M. Ausiliatrice e al nostro Beato che ridonarono la salute al figlio Tranquillo.
Patroni Maria (Dosso di Tirano) con gioia vivissima ringrazia la potente Ausiliatrice e il B. D. Bosco che protessero e guarirono suo figlio dopo 7 mesi di sofferenze. Attende una grazia urgentissima.
Rocca Turina Rita (Giaveno) riconoscente ringrazia M. Ausiliatrice e il B. D. Bosco per il felice esito di un'operazione e implora continua protezione.
Moglia Lucia porge vivi ringraziamenti a Maria Ausiliatrice che, per intercessione di D. Bosco, la guarì da una grave forma di polmonite.
Lunati Camillo ringrazia del buon esito degli esami e, implorando la benedizione dell'Ausiliatrice e del B. D. Bosco, porge offerta.
Chiara Adelaide (Torino) è riconoscente a M. Ausiliatrice e al nostro Beato che le concessero, in parte, la grazia della guarigione e fa l'offerta promessa a beneficio delle Missioni Salesiane.
Cornagliolti Rabaglia Zoraide (Torino) esprime viva riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al B. D. Bosco per due segnalate grazie ottenute e fa offerta per le Missioni.
E. T. ringrazia M. Ausiliatrice e il B. D. Bosco per ottenuto impiego a persona cara e implora la loro continua protezione sulla famiglia.
Avenuti Angela (Feletto) di 76 anni essendo sdrucciolata per la scala si conciò in malo modo la gamba destra già sofferente da quattro anni. Affidata la guarigione a M. Ausiliatrice e al Beato D. Bosco ottenne pronto miglioramento, ma un giorno, urtando in una stufa cadde nuovamente!... Trovandosi ora completamente ristabilita, dopo tanto soffrire, riconoscente porge tenue offerta per le Opere Salesiane.
R. Secondo (Torino) porge vive grazie a Maria Ausiliatrice e al B. Don Bosco per la ricuperata salute e per altra grazia ricevuta.
Vagnozzi Cattaneo .Luigina, (Voghera) avendo una nipote, madre di numerosa prole, gravemente inferma, ne affidò la guarigione a M. Ausiliatrice e al nostro Beato ottenendo solo un notevole miglioramento. In attesa di ottenere la grazia completa e la favella ad una cara nipotina invia offerta per le Missioni.
Vidale Giuseppe di Placido (Campese) ringrazia pubblicamente Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco per la visibile assistenza prestatagli durante una riuscita operazione chirurgica che gli ridonò la salute dopo tre anni di inaudite sofferenze.
Oddone Giovanni (Torino) porge tenue offerta a M. Ausiliatrice e a D. Bosco per l'ottenuta guarigione della figlia Irma.
Sampietro Serafina (Genova) è riconoscente a M. Ausiliatrice che si degnò concederle la grazia della guarigione di appendicite senza sottoporsi ad operazione.
N. N. Scioglie il voto fatto alla Madonna del Beato D. Bosco per la cui potente e materna intercessione ottenne una brillante promozione.
Ghiglione Agostino colpito da grave malattia agli arti ed agli occhi e dichiarato incurabile dai dottori promise offerta alla Madonna Ausiliatrice se avesse ottenuto un miglioramento di salute e... proprio il giorno della festa dell'Aiuto dei Cristiani sentì un improvviso benessere col ritorno della vista tanto da potere attendere al lavoro più ore al giorno. Fa offerta per le Opere Salesiane.
Sonego Ada (Ogliano) colla più viva riconoscenza ringrazia M. Ausiliatrice e il B. D. Bosco che vollero assisterla durante gli esami felicemente superati.
Ivaldi Albina (Acqui) trovandosi in gravi imbarazzi finanziari si affidò a Maria Ausiliatrice e ottenne quanto desiderava.
Fam.a di Farò Antonio (Vinovo) ringrazia M. Ausiliatrice e il B. D. Bosco per l'ottenuta guarigione della cara Giuseppina dopo otto mesi di grave malattia. Riconoscente fa offerta.
Zotto de Cesaris Maria (Penne) commossa e riconoscente ringrazia la potente Ausiliatrice che volle consolarla concedendo a lei, ed a persona cara, grandi favori spirituali.
Zanotelli Maria e Nicolò (Scanna di Livo) ringraziano M. Ausiliatrice e il nostro Beato per l'ottenuta guarigione della figlia Nicolina, che era stata spedita dai dottori, e li supplicano a ridare la salute al figlio Lino.
Pedrazzani Fernanda (Buttigliera d'Asti) ringrazia M. Ausiliatrice per la grazia che le ha concessa.
Genduso ex-allievo (Bompietro) ringrazia l'Alato dei Cristiani pel felice esito degli esami.
N. N. (Gerusalemme) porge vive grazie a M. Ausiliatrice ed al B. D. Bosco pel ritorno della pace in famiglia.
Ferrero M. (Torino) avendo un figliuoletto, di 30 mesi, colpito da difterite nè affidò la guarigione all'Aiuto dei cristiani e al nostro Beato. Dopo 27 giorni di ansie e di preghiere il piccolo infermo era ristabilito.
Guarigione prodigiosa. - Nel giugulo 1933 la mia bambina Carla di 12 anni e mezzo veniva colpita da gravissima malattia infettiva. I professori stessi fin dal primo consulto disperarono di poterla salvare.
Si trattava infatti di grave setticemia streptococcica coli nefrite emorragica e meningite... Prima ancora che i medici si pronunciassero, io sentii come una voce interna che mi consigliava ad invocare l'aiuto supremo del Cielo. Mi recai quindi dalle Figlie di Maria Ausiliatrice dell'Istituto Case-Famiglia di Varese e le pregai di iniziare subito una Novena al Beato Don Bosco, supplicandolo perchè mi ottenesse la sospirata guarigione. La novena venne tosto iniziata colla esposizione della Reliquia del Beato. Tre giorni dopo la bambina cominciò a migliorare e, al termine della novena, fu fuori pericolo.
Mentre ringrazio pubblicamente il Beato Don Bosco per tanta grazia ricevuta, prometto di devolvere ogni anno a favore delle Opere Salesiane un'offerta speciale.
Varese, 26 luglio 1933.
PIERO PRANDONI, ex-allievo.
Guarisce la mamma e la figlia. - L'anno precedente avevo esperimentato il prodigioso intervento del Beato D. Bosco guarendo perfettamente e quasi improvvisamente da postumi e complicazioni gravi di appendicite. Ora era la volta della mia figlia, Brovia Maria Antonietta, malata di otite con minaccia di mastoidite e febbre alta che durava già da 15 giorni. Il medico curante Dr. Migliardi di Nizza Monf.to giudicò urgente l'atto operatorio.
Ma io ricorsi di nuovo al Beato Don Bosco. Incominciai la novena ed applicai la reliquia alla parte ammalata. Oh, bontà e potenza di D. Bosco! Ad un giorno appena dall'invocato soccorso la fanciulla, portata in Clinica fu dichiarata dai medici completamente fuori pericolo, e, senza alcun intervento chirurgico, essa potè in breve tempo raggiungere la perfetta guarigione.
Riconoscente invio piccola offerta a beneficio delle missioni.
Vinchio d'Asti 1, 1, 932.
OLDANO ROSA.
Altre anime riconoscenti al Beato D. Bosco:
Solimano Agnese porge grazie vivissime al Beato D. Bosco per la guarigione di una sorella colpita da gravissima malattia e invia offerta pel riscatto di una bimba indigena che porterà il nome di Teresa del Bambin Gesù.
R. D. M. è riconoscente al nostro Beato per averle evitata una grave operazione. Lo supplica a proteggerla sempre specialmente in punto di morte e a intercedere pel defunto marito e parenti tutti. Porge l'obolo della riconoscenza
Z. M. scioglie l'inno del ringraziamento al Beato Don Bosco che la guarì di un luppus al naso che le era
causa d'immense sofferenze. Fa offerta per le Opere Salesiane.
A. P. (Torino) ringrazia il Beato
D. Bosco che si degnò concederle le grazie che desiderava e riconoscente porge offerta promettendo di ricordare sempre le Missioni Salesiane.
Ranza V. (Zena di Carpaneto) commossa ringrazia il nostro Beato che visibilmente assistette una persona cara durante gli esami di stato. In segno di riconoscenza fa offerta.
Baima Maria (Torino) porge offerta al B. D. Bosco per guarigione ottenuta senza intervento chirurgico.
Taccone Angela (Cassine) per intercessione del nostro Beato ottenne improvvisa guarigione del fratello, Dott. Giuseppe, che era stato colpito da grave malore.
N. N. è riconoscente al Beato D. Bosco per l'assistenza che le prestò durante l'anno scolastico 1932-33. Quasi tutti i suoi alunni furono promossi. Evviva D. Bosco educatore!
Ronsecco Angela (Livorno Ferraris) commossa e riconoscente ringrazia il nostro Beato che si degnò concederle la guarigione d'una grave polmonite ed implora la sua protezione in vita e più ancora in punto di morte. Porge offerta per le Missioni Salesiane.
Massa C. (Camogli) trovandosi nella necessità di una grazia speciale, si rivolse con fede al B. D. Bosco recitando fiduciosa la sua novena. Esaudita prontamente, promette di aiutare sempre le Opere Salesiane.
Gliozzo Michelangelo (Cesarò) soggetto ad attacchi di appendicite ricorse con viva fiducia al B. D. Bosco e dopo due operazioni si trovò liberato da un malanno che travagliava incessantemente la sua esistenza.
C. Sr. B. rende vive grazie al Beato che salvò da mutilazione un suo fratello che era stato colpito da grave infezione ad una gamba.
N. N. (Sava) con vivissima gioia e riconoscenza infinita ringrazia l'Amico dei Giovani che le concesse la grande grazia della conversione di persona cara.
Grandinetti Mariantonia (Barano d'Ischia) trovandosi angustiata da dolorosi avvenimenti pose ogni sua fiducia nella bontà e potenza del B. D. Bosco e ne ebbe aiuti e conforti che solo lui può dare ai suoi devoti. Riconoscente fa offerta.
Puglia Carla (Carpineti) colpita da pleurite bilaterale, complicata con altri malanni e spedita dal dottore curante invocò l'aiuto del nostro Beato e inviò offerta per le Opere Salesiane. Ora, dopo 6 mesi di preghiere fervide e di sofferenze è guarita completamente. Riconoscente promette di diffondere la devozione al B. D. Bosco e alla Vergine Ausiliatrice.
BEACCO D. SANTE, sac. da Campone (Udine) † a Torino, Istituto Card. Richelmy il 18-VIII-1933, a 83 anni di età. Già sacerdote e maestro elementare si offerse al Beato Don Bosco per lavorare nella Società Salesiana e, benedetto da Lui, fece della scuola il campo di un lavoro indefesso illuminato dalla fede ed animato sempre dallo spirito del grande educatore. La sua figura veneranda, esemplare fino all'ultima ora, in una vecchiaia piena di brio, vive in benedizione fra gli allievi numerosi ed i confratelli affezionati.
BORASIO dott. Don CARLO, sac. da Popolo Casale (Alessandria) † a Torino (Crocetta) il 31-8-1933
Era professore ordinario di Diritto Canonico nel nostro Istituto Teologico Internazionale e Rettore della chiesa di Maria Ausiliatrice annessa all'Istituto. Ancor più che lui docente ebbero in lui gli allievi un modello di disciplina ecclesiastica e religiosa; il popolo un modello di pastore che ravvivava il suo ministero di un grande spirito di unione con Dio.
LIVERANI GIUSEPPE, coad. da Brisighella (Ravenna), † a Piossasco (Torino) il 9-7-1933. Spese gli anni più belli della sua vita nelle nostre scuole agricole di Palestina e si spense in Italia ov'era stato richiamato nella speranza che il clima natio gli ridonasse le forze esaurite nel lavoro e fiaccate durante l'esilio in Anatolia nel 1917-1918.
PERONO SPIRITO, ch. da Salassa Canavese (Aosta) † a Chieri, Villa Moglia, il 18 maggio 1933. Aspirante missionario, fu colto dal Signore nel giardino del Noviziato. Il profumo delle sue virtù era già grato al Cielo.
TORRETTI MASSIMO, coad. da Cannara (Perugia), † a Torino, Oratorio il 14-8-1933. Una polmonite fulminante stroncò a 53 anni la vita laboriosa di questo caro confratello che, dopo aver sacrato le sue migliori energie alle missioni dell'isola Dawson, era tornato all'Oratorio quale vice-capo del laboratorio di calzoleria.
CUCCHI CARLO da Palestro (Vercelli). Padre di due nostri cari confratelli, passò serenamente dalla terra al cielo dopo 82 anni di vita laboriosa, caratterizzata da una fede patriarcale, da un'onestà esemplare negli affari e nel commercio, da un tenerissimo affetto per la sua famiglia che volle fortemente educata ai principi religiosi. Due anni or sono, in occasione del suo ottantesimo genetliaco, il compianto Rettor Maggiore Don Rinaldi, che l'onorava di speciale affetto, formulava per lui, in un prezioso autografo, la preghiera che il Beato Don Bosco lo rendesse felice e gli preparasse un bel posto al suo fianco in Cielo. Noi confidiamo che la preghiera del III Successore del Beato sia stata bentosto esaudita; tuttavia lo raccomandiamo caldamente ai comuni suffragi mentre ai figli e parenti rinnoviamo vivissime condoglianze.
PERUZZINI AUGUSTO da Ancona. Como d'antico stampo, attinse nella S. Comunione quotidiana i tesori dello spirito necessari al tempo presente ed alla vita avvenire. Devotissimo della Madonna si diceva orgoglioso di essere padre di tre Figlie di Maria Ausiliatrice. Fu tra i primi Cooperatori Salesiani di Ancona, e fino all'ultimo, contribuì con la preghiera e col modesto obolo periodico all'Opera del B. D. Bosco in detta città.
ANGELORO TOMMASO da Ciriè (Torino). Cittadino integerrimo e padre esemplare fece volentieri a Dio il sacrificio del suo unico figliuolo per le Missioni Salesiane. Visse nel santo timor di Dio e morì col sorriso della cristiana rassegnazione.
MONS. CAN. CAV. STEFANO COMINAZZINI per 43 anni parroco di Miasino (Novara). Sacerdote secondo il cuore di Dio, rifulse per carità esimia e zelo ardente della salute delle anime. Decurione dei nostri Cooperatori da tanti anni, ebbe per le Opere Salesiane cordialissimo affetto e pel Beato Don Bosco una divozione speciale.
ROSSO CAV. RAG. ROBERTO. Cattolico fervente, Cooperatore sempre presente ai bisogni del l'Opera di D. Bosco, benefico a moltissimi nel secreto cristiano, chiudeva santamente i suoi giorni, pieni di begli esempi di virtù e di lavoro, a 66 anni, il 12 agosto 1933, in Torino. Le nostre preghiere gli ottengano dal Signore il premio dei giusti.
GIACOMUZZI MARIA da Ziano di Fiemme. Nell'umiltà delle pareti domestiche e nel fervore della pietà cristiana ha trascorso i suoi 84 anni, santamente orgogliosa di aver dato al Signore uno dei suoi figliuoli da amni missionario nella Terra del Fuoco.
AZZINI GIUSEPPE. Fratello del nostro Don Tranquillo, si spense in Porto Mantovano (Cremona) il 5 luglio u. s. Bontà cordiale e generosa, congiunta a fervida pietà e a profonda rettitudine di animo resero cara e preziosa la sua esistenza non solo alla famiglia, ma a quanti ebbero rapporti con lui. Di opere buone sparse il sentiero della sua vita. Fece del lavoro la sua preghiera e della preghiera il suo riposo. Fece con cristiana rassegnazione il sacrificio a Dio della sua vita.
N. H. CAV. DI GR. GR. AVV. VIRGINIO JACOUCCI Decano degli Avvocati del S. Concistoro, Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Eminente figura di cattolico rifulse delle più elette virtù cristiane nei delicati uffici cui consacrò con intelletto d'ancore le sue preziose energie. Fu Cooperatore nostro affezionatissimo e divotissimo del B. Don Bosco.
Altri Cooperatori defunti:
ASINARI C.ssa ONORINA DI S. MARZANO, Peveragno. BIGoNI BRIGIDA, Ardesio (Bergamo). BURONZO ELVIRA GROPPO, Moncalvo (Aless.). CAMPANINI Luigi, Lungavilla (Pavia). GRILLI AUGUSTA, Vicenza. MASSA MARTINENGO D. ADEODATO, Cagliari MARSAGLIA Grand'uff. VINCENZo, Sanremo. MAZZOLA MARGHERITA, Torino. PIASCO D. GIOVANNI, Busca (Cuneo). ROBERTI GIUSEPPINA ved. MASSA, Frassinello Monf. SIMONi GIOVANNI, Manerba sul Garda.
Li raccomandiamo tutti caldamente ai suffragi dei nostri Cooperatori e delle nostre Cooperatrici.
Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o del Beato D. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:
A. B., Accomando, A. F., Aguzzi Vincenzina, Alberizzi Cristina, Albertini Caterina, Alfarano Francesca, Allione famiglia, Ambrogio Caterina, Ambrosioni Maria fu Carlo, Amedeo Giuseppina, Ancarola Gennaro, Anfosso Caterina, Antonini Arnaboldi Assunta, Antonini Teresa, A. R., Arduino Verda Caterina, Arnaboldi Angelo, Artana Giuseppina, Attinà Lina, Audisio Carolina, Audisio Vita, Avalle Carlo, A. V. B.
Bagnati Giovanni e Luigi, Baroni Adele, Bassone sor.lle, Bavassano Fiorentina, B. Domenica, Bellocchio Nuccia, Belloni Francesco, Bellotti Carlino, Bellotto Matilde, Beltramelli Caterina, Beneforti Ugo e Maria, Benso Margherita (un paio orecchini oro), Bergoglio Antonio, Bersia Marcella, Bertani Maria, Bertora Giovanna, Bertora Assunta, Berruti Pasqualina, Berutti Enrico, Besio Margherita, Bettadi Merope, Bettoni Luigi, Bevegni Carlo Juan, Biale Maddalena, Biamonti E. O., Bianchi Angela, Bianco Maria, Biasotti Concetta, Biossa Pietrina, Blandino fama, B. M. di Torino, Bocchio Santina, Bock Piero, Bogetto Maria, Boggero Domenico, Boggio Giuseppe, Bognoti Teresa, Boldiga T., Boldrini Gastone, Bonardi Liduina, Bonetto, Bonetto Francesca, Bollo Francesca, Borella Giacinta, Borghese Clotilde, Borgonovo Angela, Botta Cesare, Bottero Giacomo, Botto Bartolomeo fu Giuseppe, Botto Maria, Bovio Luigi, Bozzini fam.a, Bracchi, Brini Letizia, Brio Francesca, Buffatti Secondilla, Buniva Carlo, Buonarotti Margherita, Buongiovanni Filomena.
Cagna Broglio Luciano, Cagna Giuseppe, Cagnani Ginevra, Cairo Lidia, Calava, Calorio Maria, Camera Giuseppina, Camerino Giovanni, Camilotti Ida, Campora Giovanna, Camnusso Maddalena, Cané Ida, Capellino Anna, Capello Vigna Maria, Capra Adelina, Carca Gemma, Carignano Alfonso, Carlin Maria, Casagrande Corrucci Ernesta, Casalegno Marino, Casalegno Rosa, Casali Domenico, Casanova Teresa, Castelli Attilio, Castelli Ernesta, Castelli Paolo, Catiello Cristina, Catini Anna, Cavaletto Angela, Cavaliero Amalia, Cavallazzi, Cavallero Albina, Cazzola Rosina, Celada Carolina, Ceresa Maria, Ceriani Gioachino (vari oggetti oro), Cervi Giuseppina, Cerutti Giacomina, Cervini Gaetanina, C. G. M., Chiabotto Giovanna, Chiara Adelaide, Chiesa Luisa, Chiesa Mario, Clari Nicolina (catena oro), Claro fam.a, Cinelli Angela, Cipollone Norina, Colombo Maria, Conti Angela, Contini Giovanni, Cordonato Angela, Corrado Carolina, Cosentino Fauzone Marianna, Cossu Alice, Costantini Cecilia, Cova Giuseppina, Cozzi Anna, Cristiani Bacia Lidia, Cualbu Anna Rosa, Cultrera Elvira, Curtetto Ch. Giuseppe.
Dacqua Antonietta, D'Alia Marco, Damerini Nella, D'Antonio Alessandra, D'Aquilio Sac. Mario, De Falco Emilia e Mercede, De Giovanni Maria, Della Giustina Giovarmi, Della Torre Amalia, Della Zorza Nob. Ester Marta, Delpiano Angiolina, Deinaria Maria, Demaria Olga, De Maria Paollna, Demo Domenica, De Paolini Pierina, De Torna Dott. Giacomo, Dhò Giov. Battista, Discacciati I. Celestina, Di Somma Anna, Dolando Luigi, Dorato Anna, Dotta Ester, Draperi Anna Ved. Rosso, Drocco Felicita, Durando Arturo; Durelli, D'Urso Tina, Dusio Maria
Enrietto Giacinta, Eugeni Delia.
Faccini Morelli Maria, Fammilume Armida, Fantino Ortensia, Faravelli Rita, Farina Luigia, Fascio Maria Flavia, Fassino Maria, Faverio Sac. Carlo, Fedeli Maria, Ferlosio Jolanda, Ferrando fam.a, Ferrando Nicolò, Ferrara Pierina, Ferraris Luigia, Ferraro Vincenzina, Ferrero Maria Ved. Monetti, Ferruta Carolina, Fiandesio Michelina, Fiaschetti Augusto, Fiocchi Margherita, Flora Battista, Fontana Anna, Fortuna Noemi, Foschi Rotondi Giovanna, Franceschini Ester, Franco Giacinto.
G. A. di Vinovo, Gabbia Scarpa Carmen, Gadola Caterina ved. Passerini, Gal Filomena, Galfrè Celeste, Galiano Amelia, Gallina Maria, Gamba Celeste, Gandino Antonietta, Garattini Giovanni, Garbato Silvia, Garelli Pasqualina (anello oro), Garetti Ernesta, Gasparino Giovanni, Gatta Domenica, Gatti Virginia, Gavarino Luisa, Gavioso Maria, Gazero Rina, Gazzara, Gazzola Cont.ssa Clelia, Gé Maria, Gherlone Pietro, Ghiselli Enrico, Ghio Maria, Giasone Felice, Gianolio L., Gili Francesco e Rita, Giovannini fam.a fu Andrea, Girandola Maria, Girando Maddalena, Giuliani Giuseppe, Giuliano Angelo e Biagio (braccialetto oro), Gola Giuseppina, Gramaglia Margherita, Grandi Martino, Grazio Onorina, Gregori fama, Gregorio Carolina, Griffa Domenico, Grillo Caterina, Griva Teresa in Bonadè, Grondana Felicita, Grugni Angelo, Guiglia Alfonsina, Gussoni Enrichetta ved.a.
Jaccarino Nunziatina, Jaci Vincenzina.
Lagazzi Emilia, Laiolo Angelo, L. D., L. J.. Librizzi Maria, Licheri Antonietta, Linguanti Franca, Locatelli Antoini Margherita, Locatelli Teresa, Lorefice Agata, Loverso Vincenzo, Lunati Camillo, Lunati Matilde.
M. coniugi, Maina Teresa ved. Rolle, Majoli Alice, Mayollni Rosa, Mapelli Francesca, Marchcllo Maria, Marchesano-Rosso fam.a, Marchesi Giuseppe, Marchetto Perlotto Giovanna, Marenco Caterina di Trisobbio (anello oro), Mari Maria, Maringoni Ermelinda, Marino Domenico e fam.a, Marra Marcellina, Martinella Maria da Troighi, Martino Maddalena, Martoglio Melchiorre, Masera Damiano, Mastrosimone Maria Assunta, Mattis Giovanni, Mauri Carolina, Mazzoni Valente Ernesta, Meglioli Gina, Menso Maria, Mereu Ida, Messina Maria Ved. Isaia, Messina Rosa ved. Isaia, Mila Maria, Milano Maddalena, Mioni Renato, Mola Cristina, Molteni Maria, Monacelli Nazzareno, Monaco Maria, Montarolo Romanello Ugolina, Montefameglio, Monticolle Angiolina, Montrucchio Margherita (orecchini oro), Morelli Sofia, Morello Maria, Moro Maria Vittoria, M. R., Mugna, Musso Caterina ed Elvira, Muzio Clotilde Ines.
Nadin Parroco Nicola, Nanni Fognani Lilla, Navone Giuseppina, Negri Teresa, Negro Giovanni fu Girolamo, N. G., N. G. B., Niema Carolina, N. N. di Livorno Ferraris, Pinerolo, Torino, Nor lio Angelina, Novara Maddalena, Nouvelle Anna, Novelli Castellano Lucia.
Oberti Colomba, Oggero Olimpia, Oletti Emilia, Olivero Andrea, Olivero Giaconina, Ossola Margherita, Ossola Vincenzo.
P. Giuseppe, Parino Maria, Pasetto Rosa, ved. Doriguzzi. Pasini Maria ved. Bagnoli, Pastora Margherita (anello oro), Pastore Maria, Pecco, Peirani Carlo, Peisino, Pellegrini Giuseppe, Penecco Mosca Cesarina, Pepino, Perazza Giuseppe, Perolino Rosalia, Perron, Perruchon Vittoria, Peruca Fanny, Pesce Michele, Petrilli Maria, Petrini Teresa ved. Diera, P. F. di Torino, Piano Gamba Angiolina, Piasco sor.lle, Piazza Costantina, Pidello Ilario, Piloni Isabella, Pio Maddalena, Piovano Giovanni (braccialetto oro), Pisanchi Maria, Pistorio Rosalia ved. Squillari, Podio Rosa, Pollino Pietro, Polver Fomboni Maria, Poma Teresina, Pontoriani Emilia, Prona Giuseppe, Provera Elvira, Provera Maria Pia.
Quaglia Caterina, Querena Fiorentina.
Rabino Guglielmina e Giacomo, Radicati Luisa, Radice Luigi fu Michele, Radici Rachele, Ragioniere di Torino, Rainero Pietro, Ramasso Vittoria (braccialetto oro), Rapelli Maddalena, Ratti Gemma ved. Tosi, Rava Luigi e Chiara, Ravera Giovanni, Reano Paolo, Rebula Giuseppe, Reinaudi Ippolito, Rehò Ester ved. Rizzelli, Reina Carolina (oggetti oro), Resegotti Ernesto e Giuseppina, Reviglio Domenica, Reynaudi Luigina, R. F. S., Rigotti Gianmaria, Rimoldi Giuseppe, Robasto Caterina (un rocchetto), Rocchia Giacomina, Rocco Eugenio, Rodolfi Francesca, Rolfo Giovanni, Rolla Frola Domenica, Rosa Ferdinando, Rossetti Giuseppe, Rossi Emilia, Rosso Clementina, Rottegni Gina, Ruffini Elvira, Ruffino Cesarina.
Sacchetto Anna ved. Bonadè, Saccone Celestino, Saetti Lanza Linda, Saisi Anna Maria, Salassa Domenico, Salmoiraghi Edoardo e Francesca, Salviati Giulio, Sandri Giuseppe di Carmagnola, Sangiorgi Vincenzo, Sanguinetti Enrico, Santini Adele, Sapa Margherita, Savelli Maria, Scaglia Rosa, Scalvini Laurina, Scanu Assunta. Scarabello Erminia, Scarrone Maddalena, Schiappapietra Rina, Scipino Maria Stella, Sebben Cecchin Giovanna, Sedran Clementina, Sempio (orecchini oro) A. F., S. G., Siena Lucia, Silvestri Gelindo, Solaroli Elena, Sonego Ada.
Tambusso Maria, Taini Luigi fu Francesco, Tarditi Antonia, Taverna Giovanna, Tesia Giovanni, Tierno Don Antonio, Tobino Giorgio, Togni Cornelia, Tondini Maria, Tornatora Pasquale Alberto, Torretta Angela, Tranchina Giuseppa, T. T., Tua Michele.
Ugolini Norina e Aurelio, Umberta Cont.ssa di San Germano, Una cooperatrice e ex-allieva di Bronte, Una mamma.
Valfrè Maria ved. Votero, Valsania Secondo Eugenio, Vaschetti fam.a, Vatteroni Dott. Gino, Veriturino Giovanni, Vercelli Anna, Vercellotti Ferraro Caterina. Vercesi Rosa, Verga Anna (orecchini oro), Verino Maria, Verona Elisa, Vescovi Orsolina, Vigoni Giuseppina, Villa Berretti Margherita, Vinelli Maria, Vismara Carlo, Vitali Domenica, Vittorio Maria, Viziale Antonio, Voltolini Oliva.
Zanchi Costanza, Zanello Gina, Zanetti Carmela, Zanghelini Santina, Zani Amelia, Zanier Maria, Zanocco Biagio, Zanone Matilde, Zanoni Maria, Zanotti Sac. Antonio, Zanini Santa, Zavattaro Borio Magda, Zecchin Umberto, Zeno Maria, Zeppegno Ferdinando, Zerbino Giuseppe, Zini Maria, Zovi Faustina, Zumino Pietro.
In fiduciosa attesa:
Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:
Antonino, Arbeia Rosa, Astigiano Giannina, Barbero Carlo, Baruscotto Sante, Bava, Becchis Margherita, Bellardi Ricci, Berra Giuseppina, Bertello Giuseppina, Bertero, Bertolotto Adelina, Bezzato Epifanio, Bianco Domenica, Boeris Caterina, Borzio Riccardo, Bozzani, Bracale Paolo, Branco, Bruno Antonio, Busso Giovanni, C. A., Calderia Firmina, Cambiro Evangelista, Campia Carolina, Capello Giovanna, Capello Teresa, Cerutti Teresa, Colombo Benvenuto, Coppo fam.a, Corino Vallesio Amalia, Cotto Paola, De Maria, De Michelis, Daverio Francesca, Dumarisio Ernesta Ved. Sansoni, Dutto Pietro, Fantoni Matilde, Ferrari Maria, Ferraris fam.a, Ferrero Cristina, Gamba Teresa, Garbarino, Gaviglio Caterina, Gherlone Paolina, Giani Lucia, Giannini fam.a, Giordano Giovanni, Girardi fam.a, Gola Virginia, Gualtieri Nicolina, Guasco Carlo, Madre Vicaria F. di M. A., Maffei Federico, Martinetto Maria, Antonia e Matilde, Massara Angelo, Mezzanata Margherita, M. M., Monti Maria, Mosca Angela, Mussa Maria, Nebuloni Marina, N. N. di Gassino, N. N. di S. Macario, Palletto Luigi, Petazzi Carolina, Piraino Lina (un paio orecchini), Rabotti Cap. Augusto, Robertino Maria Giuseppina, Roccia Anna, Rossano Giuseppina, Rossi Lodovico, Rusconi Ester, Sacchi Vittoria, Saretto Angela, Sereno Maria, Sibona coniugi, Sicca Domenica, Solero Giuseppina, Sponza Maddalena, Tavello Carlotta. T. B. Tricerri, Urbinati Giovanni, Vanni Giuseppina, Verna frat.lli, Viali Giuseppina, Viano Maria.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:
Se trattasi d'un Legato:
«... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».
Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa:
« Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».
(Luogo e data). (Firma per esteso).