rono a sloggiare dalle loro tolderie questi antichi
dominatori del deserto, a fugarli, massacrarli e
farne prigionieri ben cinquemila, lasciando in
preda alle fiamme centinaia di leghe di campo
per opera delle stesse tribù , che si internarono
nelle gole delle Cordigliere , naturale baluardo tra
i Pampas ed il Chili .
Un dispaccio quindi spedito dalle frontiere al
Governo annunziava che gli Indii della Pampas e-
rano sterminati . Fra i prigionieri, gli atti a por-
tare le armi furono incorporati nell'esercito, altri
internati nelle provincie . E le loro famiglie ed i
loro figliuoli ? . . . . Come fossero oggetto di acquisto,
preda o bottino, vennero distribuiti a chi ne fa-
cesse richiesta !
La parola esterminio e questa distribuzione, con-
traria alle leggi e sentimenti di natura , sollevò
un grido unanime di riprovazione ; lamentando
gli uni che fossero per tal modo violati i diritti
e rotti i vincoli della famiglia, e gli altri che in-
vece della Croce, siasi fatto uso della spada non
per convertire, ma per distruggere i poveri sel-
vaggi , rei di null 'altro , che di ignorare quella
Religione che santifica, unisce e civilizza i popoli .
Il Governo quindi venne a più miti consigli, e già
presentemente si sta instruendo e battezzando que-
sti infelici rilegati nelle isole . A causa però del
vaiuolo, a centinaia se ne vanno morendo, men-
tre altri senza numero ancora stanno languendo
nella solitudine del deserto .
A tal fine, e per provvedere a questi esseri dis-
graziati, e per comunicare con le rimanenti tribù,
i nostri missionari Salesiani di questi giorni si
sono messi in viaggio una seconda volta e non
più per mare, ma per terra . Partirono da Bue-
nos-Ayres per Dolores-Azul e sopra cavalcature
con otto giorni di cammino arriveranno al Carhuè ,
linea di frontiera ; dopo con altrettanto e più cam-
mino forse potranno trovarsi a contatto co' sel-
vaggi . Essi sono accompagnati dal Dottore An-
tonio Espinoza, segretario dell'Arcivescovo, e dallo
stesso Ministro della guerra, fattosi ora Ministro
della pace .
A suo tempo daremo ai nostri Cooperatori e
Cooperatrici il ragguaglio di questa seconda spe-
dizione . Voglia Iddio benedetto coronare i loro
sforzi e premiare i loro sacrifizii per salvare tante
povere anime redente dal sangue di Gesù Cristo,
ma che ancora non conoscono il loro Redentore!
I cari nostri Cooperatori e Cooperatrici in que-
sto mese sacro a Maria, conforto degli afflitti ed
aiuto dei Cristiani, accompagnino con le loro pre-
ghiere i nostri missionari , perché abbiano pro-
spero e sicuro viaggio per quelle sterminate pianure .
LA PRIMA CONFERENZA
in Lucca .
Per mancanza di spazio non potemmo nei due
numeri precedenti far cenno della prima Confe-
renza dei Cooperatori Salesiani tenuta in Lucca
lo scorso Febbraio , in occasione che D . Bosco
vi era di passaggio per alla volta di Roma . Ne
diamo ora relazione riportando quello, che ne
scriveva nel suo N ° 51 il Fedele, ottimo perio-
dico di quella città .
« Nei giorni passati la nostra città ha avuto la
fortuna di ospitare D . Giovanni Bosco, il quale,
mercoledì 26, fece nella Chiesa della Croce una
conferenza ai Cooperatori e Cooperatrici della pia
opera degli Oratorii pei ragazzi poveri . La Chiesa,
quantunque non aperta al pubblico, era letteral-
mente piena . Cominciò la funzione con la lettura
d'un brano della vita di s . Francesco di Sales ;
quindi fu cantato dai giovanetti dell' Oratorio un
mottetto in musica, dopo il quale D . Bosco fece
la sua conferenza, in cui parlò dell' Opera degli
Oratorii festivi pei giovinetti, del concorso che
prestano a quest' Opera i Cooperatori Salesiani,
e conseguentemente del gran bene che ne deriva
ai giovinetti, e quindi a tutta la società . E final-
mente disse dei vantaggi spirituali ed indulgenze
larghissime, accordate dal S . Padre Pio IX, che
tanto prediligeva quest' Opera, a tutti i Coopera-
tori, e dei tesori di meriti che essi acquistano
concorrendo così a rendere costumati e cristiani
tanti fanciulli . Gli uditori pendevano con reli-
giosa attenzione dalle sue labbra . Finalmente
S . . E . Rev .ma Monsig . Arcivescovo nostro, che
si era degnato di assistere alla sacra funzione,
impartì a tutti la benedizione . D . Bosco partirà
presto da Lucca, ma rimangono tra noi i Sacer-
doti della sua Congregazione, e noi facciamo i più
vivi voti che essi trovino incoraggiamento presso
tutti i buoni Lucchesi, e che i Cattolici della no-
stra città diano in gran numero il loro nome come
Cooperatori Salesiani . » Fin qui l'egregio Fedele .
Noi vi dobbiamo aggiungere che, dopo la Con-
ferenza, il Rev . m ° Capitolo della Cattedrale volle
dare a D . Bosco un attestato di stima e di vene-
razione, che egli non credeva punto di meritare,
e che va attribuito intieramente ai sensi di squi-
sita cortesia di Monsig . Arcivescovo e dell'inclito
suo Senato . Adunque invitato D . Bosco alla vi-
sita del Volto Santo, il Capitolo ve lo accolse
solennemente alla porta della Cattedrale sacra a
s . Martino . Condottolo poscia alla magnifica Cap-
pelletta , che racchiude il venerando simulacro,
questo gli venne scoperto, e presentato al bacio,
cosa che non si concede a privati se non raris-
simamente, come sarebbe a principi, e ai primi
personaggi della Chiesa (1) .
(1) Il Volto Santo è una scultura, che rappresenta il
Divin Salvatore confitto in croce nella sua statura natu-
rale, coperto di una lunga tunica all'uso dei Palestini
ancor essa scolpita in legno . Il capo, a somiglianza delle
più vetuste imagini, è privo dell' ordinaria corona di
spine ; ma però è rivestito di una copiosa ciocca di capelli,
che, secondo l'uso dei Nazzareni, si dilungano inanellati
e abbondanti sopra le spalle e le braccia .
La tradizione la più accertata, innumerevoli docu-
menti degnissimi di fede portano che questo simulacro
appartenne già a s . Nicodemo, che insieme con s . Giu-
seppe di Arimatea depose Gesù dalla croce . Questo ricco
discepolo, per l'amore che portava a Gesù Cristo, fu
dagli Ebrei spogliato della dignità di principe e cacciato
dal Sinedrio, di cui era uno dei membri principali . Ri-
fugiatosi egli presso s . Gamaliele suo consanguineo e
pur fervente cristiano, quivi a suo bell'agio per giocon-
dissima occupazione si scolpì colle proprie mani, od al-
meno sotto la sua assistenza e disegno si fece scolpire