ANNO IX. N. 12. Esce una volta al mese. DICEMBRE 1885
Direzione nell' Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N. 32. TORINO
SOMMARIO. - Augurii di felicità - Lettere Brasiliane - Lettera Argentina - Dalla Patagonia - Il Congresso Eucaristico di Friburgo - Le Suore di carità e i Protestanti - Operai Cattolici, in guardia! - I benemeriti Cooperatori Salesiani e la nostra Tipografia di Torino - Solito ricordo -- Bibliografia.
D. Bosco, riconoscente alla carità ed alla benevolenza che i signori Cooperatori e le signore Cooperatrici dimostrarono a lui ed ai poveri giovanetti raccolti nelle Case Salesiane, prende con giubilo questa propizia occasione, per augurare a tutti i Benefattori e a tutte le Benefattrici, liete le prossime Feste Natalizie, un buon Fine e Capo d'anno con ogni felicità temporale.
Esso non mancherà in questa occasione di innalzare preghiere al Dator di ogni bene, interponendo l'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, perchè siano benedetti in ogni loro cosa ed intrapresa tutti coloro che lo vanno coadiuvando o moralmente o materialmente nella sua missione. Per essi e per le loro famiglie offrirà il Santo Sacrifizio nel primo giorno dell'anno 1886.
Nello stesso tempo e per lo stesso fine in ogni sua casa, collegio, ospizio, missione si faranno Comunioni e preghiere.
I Cooperatori avranno ricevuto una lettera riguardante i biglietti della lotteria per l'Ospizio del Sacro Cuore in Roma. Li preghiamo di venirci in aiuto mentre siamo ancora in tempo utile.
I.
AMAT.mo E REV.mo PADRE D. Bosco,
Il R. Sig. Ispettore D. Lasagna le scriveva il 21 Giugno dello scorso anno una lettera, nella quale le esponeva le belle speranze concepite sulla Casa da aprirsi in questa importante città del Brasile. Fu quella per certo un bel regalo, giacché nulla può riempire tanto di santa allegrezza il suo cuore quanto la notizia dell'acquisto di nuovi figli, aprendosi nuovo campo di missione a' suoi Salesiani.
Quest' anno le scrivo io questa povera lettera alla vigilia dell' Assunta, e sì, glie lo confesso, credo di presentarle un regalo, recandole la lieta notizia che si stan realizzando le speranze concepite.
Avuta la benedizione di Mons. Cagliero e dei due Ispettori, partiva il 15 Maggio da Montevideo col confratello Gius. Bologna e dopo cinque giorni di poco favorevole navigazione giungeva a Nictheroy. Rimanemmo maravigliati dei progressi di questa casa; ma non avremmo dovuto maravigliarci sapendo qual cooperatore e protettore ha in Mons. Lacerda. Passammo alcuni giorni coi cari confratelli celebrando con loro la Novena e Festa di Maria Ausiliatrice che riuscì bellina davvero.
Il 5 giugno, accompagnati dal carissimo D. Borghino, proseguimmo il viaggio per S. Paolo distante da Rio ben 14 ore di ferrovia. I più belli panorama si offrono allo sguardo dei viaggiatori, ma a D. Lasagna il vanto di descrivere o meglio dipingere le svariate bellezze della natura nel Brasile. Fummo ricevuti alla stazione dai M. RR. Rettore e V. Rettore del Seminario, dal P. Juan Gomez, dal Dottore Saladino e da altri signori e in vettura fummo condotti a prendere una piccola refezione in Seminario, dove non mancarono brindisi al gran patriarca dei Salesiani, alla prosperità della nuova Casa. ecc.
Quanta bontà trovammo allora e sempre in tutto il clero e in molti fra i signori di questa illustre città.
Il P. Juan Gomez capellano del Monastero, detto di N. S. da Luz, ci offerse la sua mensa preparata dalle Suore fino a tanto che fossimo provvisti di cucina e cucinieri. Oh ! Padre, mandi una benedizione a queste Suore che vìvendo esse di elemosine, le dividono così coi Salesiani, e annoveri pure tra i suoi figli carissimi questo buon Padre Gomez, ch' è tutto nostro e suo.
Sua Ecc. Mons. Lino Vescovo di questa Diocesi è un vero padre verso di noi. Nelle diverse visite che gli facemmo ci accolse sempre con quell'abbondanza di affabilità che ben manifesta l' immenso amore verso di questi nuovi suoi figli. Ci parlò di D. Bosco, di Mons. Cagliero, già tre volte si degnò visitare la nostra Casa, e nella chiusura del mese del S. Cuore, volle venire a fare il discorso, invocando le benedizioni di Gesù Sacramentato su D. Bosco, sulla Congregazione, sull' umile scrivente, prima semente Salesiana in S. Paolo. Le vorrei ancora parlare di altre persone ragguardevoli, ma riuscirei troppo lungo.
Già D. Lasagna le diede notizie della Casa: la sua posizione è bellissima, basti dire che trovasi nei campi elisi (nos campos elyzios). I lavori pel ribocco e divisioni delle camere, sospesi da molti mesi, furon ricominciati al nostro arrivo ed abbiamo già due camere abitabili. Non potendo occuparmi per ora nel Liceo de artes y ufacios, la Provvidenza mi offerse due bei campi di Missione, l'Ospedale della città e le Colonie Italiane vicine. Mancandovi per alcuni mesi il cappellano P. Gond, di viaggio in Francia, il Rettore del Seminario venne ad offerirmi quella cappellania, ed io interpretando la volontà di D. Bosco e dei Superiori che desiderano che ogni Salesiano imiti il nostro Santo Protettore S. Francesco omnia omnibus factum, accettai dandone subito notizia al nostro Ispettore che mi mandò la sua approvazione. Che bel campo... un ospedale dove ci sono da 140 a 150 ammalati di ogni colore, dove si odono tutte le lingue, dove si vedono tutte le miserie dell'anima e del corpo ! Qui é cosa ordinaria il trovare chi da anni e anni più non pensava a compiere i doveri più elementari del cristiano e chi mai non vi pensò, e quindi le prime comunioni ai 20, 30 e più anni sono all'ordine del giorno. Vi si trovano pure per altro delle anime elette, anche frammezzo agli schiavi. Quante volte poi al letto dei moribondi si assiste ai trionfi della grazia. E quanti li attribuiscono alle preghìere e zelo delle Suore di S. Giuseppe, francesi, osservantissime delle loro regole, che dirigono questa Casa. Queste buone Suore la fanno poi proprio da madri verso di noi e sono molto entusiasmate delle opere di D. Bosco. Io passo la notte e parte del giorno all'ospedale. Ogni mattina poi mi trovo nella chiesuola del S. Cuore dove in piccoli gruppi di tre, di cinque, dieci, vengono a confessarsi i buoni italiani, anche durante la settimana. E noti che molti fanno un'ora e mezza, e tre ore e più di cammino a piedi e se ne stanno digiuni fino alle dieci e undici per fare la santa Comunione.
Come poi molti si lagnavano che da anni e anni più non ricevevano istruzione alcuna , cominciai una specie di Missione alla colonia di S. Anna, distante un' ora e mezza e in cinque domeniche e varii giorni l' ultima settimana, potei preparare una dozzina di ragazzi alla prima Comunione e i coloni a una Comunione generale il 20 giugno festa della Patrona S. Anna. Non le dico se quei poveretti andassero contenti e se i ragazzi capivano in sè dalla gioia. Pareva loro toccare il cielo col dito.
Ho pure cominciato una seconda Missione nella colonia di S. Gaetano, dove vi sono una cinquantina di famiglie. Nella mia prima visita, il 20 luglio, ho assistito ad una bella grazia di Maria Ausiliatrice. Ascolti e giudichi.
Una povera ammalata, da quattro giorni più non mangiava, nè beveva, nè parlava; e andava sogetta a contrazioni nervose, di modo che quattro uomini appena bastavano a tenerla. Il medico non sapeva che dirsi nè che farsi. Un suo parente era venuto due giorni consecutivi a pregarmi che andassi a visitarla e tanto più che prima di entrare in quello stato l' ammalata avea mostrato desiderio di confessarsi. Essendomi cosa impossibile il recarmi colà, per allora gli consigliai di far cominciare una novena a Maria SS. Ausiliatrice, come fece. Giungendo dunque alla colonia, ed entrato nella camera dell'inferma circondata da una trentina di persone, l'interrogai; ma non mi rispondeva che con un digrignare i denti e dibattersiFaccio inginocchiare quanti là si trovano, recitiamo tre Ave Marie coll'invocazione « Maria Auxilium Christianorum ora pro nobis » , lo do la benedizione, quindi invito tutti ad uscire per lasciarmi solo e quindi trovar modo di confessarla ed as solverla ; ed ecco che mentre essi recitano le litanie ed io mi raccomando nuovamente a Maria Santissima, odo l'ammalata esclamare : « Oh, mi sento meglio. » Breve, si confessa. Rientrano i parenti e gli amici, e qual non fu la loro sorpresa nel vederla tranquilla ed udirla parlare. Quasi tutti avevano gli occhi pieni di lagrime e prorompevano in esclamazioni. Io colsi quel momento per dire due parole sull' intercessione di Maria. Noti che alcuni di quei coloni cominciavano ad avere certi dubbi sulle verità della Religione, sui Sacramenti : in quel giorno scomparvero i dubbi, tutti riconobbero una potenza soprannaturale in quella guarigione e promisero di confessarsi; la grazia materiale era stata fonte di grazie spirituali. L' ammalata promise allora che sarebbe venuta al S. Cuore a fare una Comunione di ringraziamento, e venne davvero accompagnata da una decina di parenti nel giorno stabilito, cioè l'ultimo della novena incominciata per mio consiglio. - Non le pare che sia questa una delle tanto commoventi sorprese che sa fare la Madonna? Viva dunque Maria Santissima! Viva il 15 agosto giorno della sua entrata trionfale nel Cielo di dove tanto aiuta i suoi figli!
Viva pure D. Bosco che ce ne inculca tanto la divozione ! Viva il 15 agosto suo giorno Natalizio! Vorrei ancora dirle come mi condussero di casa in casa, come in processione per benedirle, ma è tempo che in breve le dia altre notizie. e chiuda questa mia già troppo lunga.
Dacché sono a S. Paolo ho avuto occasione di parlare con Monsignor Coccia Internunzio e con Monsignor Lacerda, di passaggio di qui... i quali m'incaricarono di salutarla tanto tanto. Ricevetti pure la visita del Vescovo di Goyaz, il quale assolutamente vuole i Salesiani per la sua vasta Diocesi ancora occupata in parte dai selvaggi; e già sta raccogliendo elemosine per questo fine. Ricevetti pure una lettera del Sig. Presidente del Paranà che chiama Salesiani alla direzione di una Casa di arti e mestieri. Ho già ricevuto due visite dal P. Colbachini che la fa da zelante Missionario nelle colonie dell'interno della provincia.
Mi hanno già invitato a fare una piccola missione in una colonia portoghese ma per più tardi.
Al Sacro Cuore cominciamo pure l'Oratorio festivo. A me e a Bologna venne ad aggiungersi un terzo Confratello son pochi giorni.
Fra non molto verrà pure D. Cavatorta, e più tardi altri e poi altri. Allora metteremo in movimento e Casa e Chiesa e Oratori festivi e le regaleremo di tempo in tempo ottime notizie.
Da più di un mese sto aspettando con ansietà l'Ispettore D. Lasagna che deve venire a spianare certe difficoltà e fra le altre quella di mancanza di danaro. Oh favorisca dire qualche parola all' orecchio di qualche cooperatore di quei devoti del S. Cuore che già han fatto tanto per la Casa e Chiesa di Roma. Spero non le negheranno l'obolo per la Chiesa e Casa del S. Cuore in S. Paolo. Certo che non è meno grande la necessità qui, dove abbondano ragazzi abbandonati, dove regna tuttora la schiavitù , quindi l'ignoranza ed il vizio.
Oh Padre vi è di che piangere e di che commuovere i cuori i più insensibili. Ed Ella, veneratissimo Padre, ci mandi del buon personale e numeroso. Fra qualche anno spero non ci mancheranno vocazioni e quindi aiuti dai figli del paese. Ed ora ho finito. Dall'Ospedale, dalla Chiesa del S. Cuore, di mezzo ai miei contadinelli e dalla solitudine della casa del P. Gomez, mi porto col pensiero a lei, amatissimo Padre, e di lei parlo soventi con grandissima mia ed altrui consolazione. Aggradisca i rispettosi saluti di Monsignore, dei nostri Salesiani, delle Suore di S. Giuseppe e di quelle della Luz. Voglia mandare a tutti i Cooperatori una benedizione e più particolarmente a questi tre suoi figli lontani lontani ed isolati.
Nei suoi memento metta in prima fila il nome del suo in G. e M.
S. Paolo, 14 Agosto 1885
Aff.mo ed Ubb.mo Figlio
D. GIOVANNI GIORDANO.
II.
S. Paolo, 5 settembre 1885.
MOLTO REV.DO ED AMATISSIMO SIGNORE D. MICHELE RUA,
Non saprei dirle quanto mi stimola al bene e mi consola il ricordo dei miei Superiori amatissimi. Oh potessi vivere sempre al loro fianco eziandio colla persona e non solamente col pensiero e col cuore. Ma il Sacro Cuore di Gesù mi volle trasportare al di là delle Alpi, poi al di là dell'oceano e finalmente mettermi nel Brasile all'ombra di un suo santuario. Già ella saprà che da tre mesi sono qui in S. Paolo. La nostra casa si va innalzando adagio adagio , perchè manca la forza motrice, il danaro. -Con me sono due confratelli. Il primo dorme alla Luz, il secondo al Sacro Cuore ed io all'ospedale. Durante il giorno ci raduniamo alla Luz pei nostri trattenimenti teologici, conferenze, pratiche di pietà.
Se avessi a contarle quanto mi succede degno di memoria, le potrei scrivere non una lettera, ma un giornalone. Alle volte piango di consolazione, alle volte mi sento abbattuto vedendomi quasi solo con tanto carico sulle spalle. Se da Torino non mandano presto nuovi rinforzi, forse ci converrà soccombere sotto il peso del lavoro. Che Maria SS. ed il Sacro Cuore ci aiutino in questa santissima impresa. Conosco Colon , Paysandu , Las Piedras , Nikteroy; ivi è un bel campo in ogni parte, con speranza di molto frutto, ma S. Paolo, secondo il mio debole parere, vince ogni luogo per abbondanza di messe. Solamente di giovani incontrati per istrada ne ho già raccolti 38 per l' Oratorio festivo, dai 7 ai 15 anni , invitandoli così a venire a giuocare con noi nella domenica dopo pranzo. Non conto molti altri che invitati non vennero ancora... E di tanti, vuol crederlo ? nessuno aveva fatta la prima Comunione, di tanti, alcun appena sapevano qualche poco il Pater e l'Ave e nulla più. Eppure hanno tutti un carattere eccellente e fra di loro si trovano delle anime innocenti anche in mezzo all'ignoranza.
Se ne volessi di questi ragazzi ve ne sono delle centinaia e migliaia ; per ora non ci conviene gettarci a corpo perduto in questa impresa ; allorché saremo in casa nostra davvero e con personale sufficiente , il bene che si farà è immenso. Fra pochi giorni giungerà il sig. Cappellano dell'ospedale, P. Gond, che passò a visitare l' Oratorio di Torino e lo trovò admirable. Allora lascierò questo campo dove conobbi più il mondo in due giorni , che nei ventinove anni di mia vita, contento di aver toccato con mano che l'educazione dei ragazzi è l'unico mezzo di salute per questo paese. Domenica ebbi quattro prime comunioni ; stamane due, e sempre ne sto preparando altre ; s'intende ragazzini dai 30 ai 60 anni.
Venerdì della scorsa settimana morì un farmacista di 32 anni, avendo fatto due giorni avanti la sua prima comunione. La sua fede fece grande impressione su di me, sui domestici e sulle due suore che lo assistevano nella sua ultima agonia. Morì baciando con vero dolore il crocifisso. Coloro che lo conoscevano in città non volevano credere che fosse morto ricevendo i SS. Sacramenti , affermando che era un incredulo di prima categoria.
I coloni continuano a venire a visitarmi al Sacro Cuore. Domenica venne una povera inferma tribolata da molto tempo , per fare le sue divozioni e ricevere la benedizione di Maria SS. Ausiliatrice.
Scrissi un quindici giorni fa al Revm° D. Bosco, raccontandogli una grazia della Madonna. Colei che la ricevette venne già due volte a fare le sue divozioni. Che fede in certe anime!...
Avrei desiderato scrivere a tutti i miei Superìori, ma per ora non ho tempo. Le sarò quindi molto riconoscente se la S. V. avrà la bontà di fare le parti mie presentando loro i miei rispetti. La pregherei pure a volermi regalare qualche suo consiglio. Mi trovo così lontano , così solo , con questa vita nomade l... Sento bisogno di qualche parola... e ne la ringrazio.
Sempre, ogni giorno, ma il 29 corrente , festa di s. Michele avrà i miei primi pensieri, affetti e preghiere.
Sempre fui, sono e sarò di sua paternità revma
Aff.mo figlio in G. e M.
D. Gio. GIORDaNO.
AMATISSIMO E VENERaTISSIMO PADRE D. Bosco,
Finalmente fu aperta la casa di S. Catterina v. e m., onde è che io vengo a compiere il mio dovere dandole contezza di questo fatto.
Un anno e mezzo fa noi avevamo ottenuto il permesso da V. R. di aprir questa casa e l' impresa parve facilissima, ma sorsero tosto gravi difficoltà , le quali ci fecero desistere a malincuore dal più pensarvi. Quand'ecco che nel marzo prossimo passato, s. Giuseppe, il quale l'anno scorso avea incominciata l'impresa, volle condurla a termine togliendo di mezzo ogni ostacolo.
Voglia, carissimo Padre, ringraziarlo ancor lei questo gran Santo, protettore speciale delle nuove fondazioni, perchè da soli non sapremmo pagargli il nostro debito di riconoscenza.
Andò a dirigere la nuova casa D. Paseri aiutato da D. Scagliola e D. Ramello con un coadiutore. Hanno già cento e trenta ragazzi, tanto alla scuola diurna, come all'Oratorio festivo e tutti fior di roba. Figurarsi che non sanno fare il segno della croce. Ma quei cari biricchini hanno un buon cuore e quindi ci daranno ben tosto delle grandi consolazioni.
Per animarli e dar loro una pratica lezione ieri,solennità di S. Rosa, tutti i nostri ragazzi di Almagro , e della Boca andarono a fare l' esercizio della buona morte in S. Catterina. La musica del nostro collegio Pio IX e specialmente la devozione molto marcata dei duecento e più che fecero la SS. Comunione, produsse un effetto magico in quei nostri nuovi merlotti di S. Catterina, e vogliamo sperarlo che ciò non sia un fuoco di paglia.
Mandingai, cioè Berlicche, sta volta deve sbuffare per bene.
La nuova casa è situata in una parte quasi centrale di Buenos Aires , sul cammino per andare alla Boca, vicino alla più grande piazza della città, detta piazza della Costituzione , quindi i monelli non mancheranno di venire numerosi. La chiesa annessa , benchè non sia molto grande , possiede sette altari e due vaste sagrestie , che servono assai bene per riunirvi i fanciulli al Catechismo.
Di questo nuovo regalo piovutoci dal cielo noi dobbiamo essere grati prima alla divina Provvidenza , quindi a Monsignor Aneiros, nostro amatissimo Arcivescovo, il quale non appena potè disporre di questo stabilimento corse premuroso ad Almagro per offrircelo. Nè è da passare sotto silenzio la bontà del canonico Palomer, il quale non solo rinunziò a certi suoi diritti sulla chiesa e casa annessa, ma fece quanto potè per ottenerci dai compatroni di questa casa e chiesa il possesso di cui adesso godiamo. Oh che il buon Dio li compensi condegnamente questi esimii nostri benefattori !
Tuttavia se sapesse quanto è grande la povertà della nuova casa ! Figurarsi ! Nè anche una sedia ed appena un mozzicone di tavola. Mi sbaglio ; per tavola c'è un piano a coda vecchio e stravecchio che i confratelli della Boca regalarono a quelli di s. Catterina, perchè serva loro di mensa. Ma il buon Dio che ci ha mandati penserà a provvederci.
Intanto abbia la bontà, amatissimo Padre, di benedire questa novella pianta della Vigna Salesiana e ricordarla ogni giorno avanti al Signore, ogni giorno nella s. Messa.
Le bacio umilmente la sacra destra protestandomi
Buenos Aires, 29 agosto 1885.
Affmo figlio in G. C.
D. GIACOMO COSTAMAGNA.
DALLA PATAGONIA
I.
Patagones, 5 agosto 1885.
CARISSIMO SIG. DIRETTORE,
Questa volta non ho molte notizie da comunicarle ; pure... voglio scriverle ugualmente per mille ragioni , che troppo lungo sarebbe volerle qui tutte enumerare.
Primieramente dirò che la salute nostra continua sempre ottima.
Il clima qui è sanissimo press'a poco come quello di Torino. Ora che siamo proprio nel crudo inverno , il termometro notò fino a 4 gradi sotto il 0 per alcune ore. Se non fosse del vento continuo, avremmo la temperatura della Sicilia. Questo è l' unico fastidio che ha Monsignore, perchè c'impedisce d'uscir di casa. Passiamo delle settimane senza mettere il naso fuori dell'uscio. E ciò, comprenderà V. S. che non è un bel gusto. Ma pazienza ! La settimana scorsa ci capitò un bell'episodio. Dovevamo andare fino alla colonia di Guardia Pringles, circa 90 chilometri di qui, e si erano fatti venire nel cortile e ritirati in un angolo di esso i nostri cavalli in numero di otto, perchè vivono nel campo. Dovevasi partire alle 6 del mattino; Ma il vento violentissimo apre le porte, ed i cavalli che non dormivano ed erano ben pasciuti, pian piano se ne andarono di nuovo al campo. Ci svegliammo al mattino, e anziché partire per Pringles, dovemmo mandare in cerca dei cavalli. Finora non si trovarono , ma non v'è pericolo si smarriscano, perchè da queste parti son conosciuti da tutti, e poi il furto non si pratica. Gloria agli Americani ! Nissuno di essi è capace di rubare al suo vicino neppure uno spillo. Le eccezioni su questa regola ne ammetto, ma rarissime.
Domenica scorsa Monsignore benedì solennemente la statua e l' altare di N. S. di Lourdes per le Figlie di Maria in questa parrocchia. Esse ne sono entusiasmate. Ammirano la bellezza, la divozione, la purezza veramente divina che spira dall' effigie di Colei che tota pulchra est.
Lo mando alcune fotografie. Sono oscure per due o tre motivi : il vento , la polvere, la mancanza di cloruro d' oro, che qua costa dieci scudi il gramma e costì solo una lira.
La Patagonia si presterebbe per moltissime vedute fotografiche, degne di essere incise e riprodotte come illustrazioni su qualche giornale. Ma ci occorrerebbero assolutamente due o tre macchine fotografiche alpine, una quantità di vetri ed il cloruro di oro. La spesa costì non supererebbe le L. 200 ; mentre qua non basterebbero L. 2000.
Se qualche suo amico amante del bene delle Missioni ed anche del progresso delle cognizioni scientifiche volesse far questa carità, noi c'impegneremmo spedire ogni mese una o più vedute con relativo articolo di spiegazione.
Le diverse classi o tipi di Indi, il loro accampamento , i loro Ranchos o meglio Chacros, le cochille o colline, los Rios o los Arroyos; tantissime specie di animali e di volatili ; gruppi di selvaggi, scena di pastorizia, funzioni religiose in mezzo al deserto ecc., ecc. presenterebbero scene svariate.
Mentre noi qui viviamo tranquilli, i giornali di Montevideo e di Buenos Aires recano novelle tristissime riguardo alle Congregazioni religiose nella Repubblica orientale. Fu promulgata la legge che proibisce di accettare nuovi aspiranti e nuovi soci nelle case religiose d' ambo i sessi già esistenti. Si nominò una Commissione per verificare il personale di ogni casa e convento, appuntando nome, cognome, uffizio ecc., ecc. di ogni individuo. Già furono scacciate di casa loro le Suore del Buon Pastore con tutte le educande, perchè non vollero ammettere la visita della Commissione governativa. Le cose sono molto serie ! Monsignore vorrebbe essere informato, e non giunge la posta da Bahia Blanca, se non ogni dieci giorni. Il telegrafo poi è rotto ! Tutto congiura !
Noi frattanto continuiamo ad occuparci nel sacro ministero e quest'oggi (9 agosto) devo segnare un altro avvenimento.
Per la prima volta forse dacchè Patagones esiste si fece il Catechismo in lingua italiana agli operai italiani. Spiegai per una mezz'ora la prima dimanda. - Chi vi ha creato ? - e parmi abbiano compreso il mio intento!
Abbiamo poscia cantato Vespro corale con le antifone, e si è chiusa la funzione colla Benedizione.
Se avesse veduto com' eran contenti questi poveri nostri connazionali ! Per domenica prossima promisero di cercar molti compagni. Stabiliremo funzioni e prediche a parte per loro. Ci aiuti il buon Dio e Maria Ausiliatrice ci assista !
5 settembre 1885.
Dobbiamo industriarci molto in questi giorni , perchè in primavera ed in generale nella bella stagione tutto il popolo e per conseguenza anche i fanciulli, invece di recarsi nei giorni di festa in chiesa, accorrono alle carreras, o corse di cavalli, od ai giuoco della pelota, che è un giuoco alla palla un po' diverso da quello usato in Europa. Qui giuocano solamente in luogo chiuso e stretto, ricacciando la palla entro la parete in un centro determinato.
Gli Argentini sono entusiasmati per questo giuoco, e per dargliene un esempio le dirò che in Patagones, nell'abitato, vi sono 7 giuochi di tal sorta, frequentasti quotidianamente da numerosissimi giuocatori. In Viedma poi vi è, oltre a questi due, il giuoco della tenzone dei galli, come si usa in Inghilterra. Allevano alcune di queste bestie appositamente, e assistono per ore ed ore al feroce combattimento.
Noi, tutti d'accordo, eseguiamo nella nostra chiesa con quanta maggior precisione e decoro ci è possibile le messe di s. Luigi, della s. Infanzia del nostro amatissimo Monsignore, il quale prova una vera consolazione quando ode ripetere in Patagonia quelle note che gli ricordano tante memorie di Valdocco ! Abbiamo trovato un pianoforte passabilmente buono, che ora abbiamo collocato nel mio ufficio attiguo al suo. Egli sta rivedendo e dando l'ultima mano alla messa di s. Cecilia, che ridusse a quattro voci, e pare abbia intenzione di musicare quelle parole che Don Bosco gli diede prima di partire.
Ma gli rimane così poco tempo libero !
D. Milanesio continua la sua missione al Colorado e vi si fermerà fino alla fine di settembre. Ritornando , partirà colla Governazione del Nauquen, di cui fu nominato cappellano.
D. Savio e D. Beauvoir furono nominati agronomo l'uno e cappellano l'altro della nuova Governazione di Santa Cruz, e partiranno verso la fine di settembre, passando probabilmente a toccare Patagones.
12 settembre 1885.
Quando leggerà la presente già saranno terminati i lavori della ricostruzione della chiesa di Viedma, già Monsignore l'avrà benedetta, e sotto le sue volte (umili volte invero) avrà fatta risuonare fortiter et suaviter la sua voce, invitando le sue pecorelle ad accostarsi a lui per ricevere il pascolo spirituale della divina parola. Il Signore renda fruttifere per la sua gloria tante fatiche, tanti sudori, e tante monete spese!
E l' Episcopio? lei mi domanderà.
Oh mio caro! Vedesse quanto ridere facciamo ogni giorno contemplando l' Episcopio !
Tutto il fabbricato di un piano solo consiste in due camere , di cinque metri per sei e alte quattro. Lo stile dell'architettura è... Patagonico e la materia fango e pali. Le finestre, una per ciascuna camera sono così ben connesse che quando spira vento, cioè ogni giorno ed ogni notte almeno, le camere si riempiono di sabbia in tutta la loro estensione per un centimetro di altezza. Noi dobbiamo ogni momento ripulirci la persona, il tavolino , gli occhi.... che ginnastica ! Che gusto ! Con tutto ciò noi viviamo benissimo e siamo contenti perchè sappiamo di trovarci qui per volontà di Dio, del suo Vicario il Papa, e del carissimo nostro D. Bosco. Questo pensiero ci farà vivere felici, in mezzo al campo, sulle sponde del Nahuel Huapi ed alle falde o sulle altissime vette delle cordigliere.
Non può immaginarsi, Sig. Direttore, l'effetto misterioso inesprimibile che produce in noi questo pensiero. Sia benedetto il Signore che ce lo manda!
Tuttavia mentre pensiamo al futuro ci ricordiamo eziandio del passato. Noi abbiamo pregato e preghiamo molto per i giovanetti dell'Oratorio, Monsignore specialmente, il quale ad ogni istante va ricordando i pochi ma bei giorni passati fra di loro dopo la sua consecrazione. Lo dica ad essi a nome di Monsignore, che gli artigiani dell'Oratorio specialmente sono spesse volte l'oggetto delle nostre conversazioni. Ai pochi , ma buoni nostri giovanetti Indii, artigiani essi pure e tutti finora calzolai, raccontiamo spesso dei molti loro compagni che vivono nell'Oratorio, sotto il manto di Maria Ausiliatrice e sotto gli occhì di D. Bosco. E i cari nostri Indii stanno ad ascoltarci con tanto di occhi e di bocca spalancata e promettono di voler essere buoni, amanti di Gesù e di Maria, ubbidienti e pii perché si possa mandar sempre di loro buone notizie a D. Bosco.
Prima che parta il corriere o la Galera (come qui chiamasi la vettura postale) mi preme notificarle che le cose di Montevideo si accomodano bene. Il Governo restituì le suore del Buon Pastore al proprio convento e più non le molesterà. Deo gratias !
20 settembre 1885.
Anche noi in questi lontani paesi abbiam sentito nel profondo del cuore la perdita dell' Em. Card. Lorenzo Nina nostro protettore. Quindi il giorno 14 di settembre si celebrò un solenne funerale nella chiesa parrocchiale. Al mattino i giovanetti e le giovanette che frequentano le nostre scuole fecero la S. Comunione in suffragio dell'anima dell'illustre defunto ed allo stesso scopo si applicarono le preghiere della comunità. Verso le ore 10 D. Fagnano cantò Messa funebre cui assistette Monsignore in presbiterio e circa 200 dei nostri giovani esterni. Monsignore volle per sè la parte delle assoluzioni che fece in mezzo alla commozione di tutti i presenti.
Degnisi il Signore Iddio premiare coll' eterna gloria del Paradiso Colui che in terra amò e beneficò tanto i poveri Salesiani.
Termino per questa volta: preghi per me e potendo scriva qualche volta al suo.
Aff mo
D. ANTONIO RICCaRDI.
II.
Non sarà discaro ai nostri lettori che noi pubblichiamo la seguente lettera nella quale si trovano varie ripetizioni delle lettere precedenti. Il motivo pel quale la diamo alla stampa, sono le varie osservazioni scientifiche che essa contiene, e la miglior cognizione e più esatta che si può averne di que' paesi.
Patagones, 20 agosto 1885.
CARmo SIGNOR DIRETTORE,
Il vivo interesse che Ella, signor D. Barberis, sempre si prese pel nostro progresso scientifico, come pure la gratitudine che sento per tanti benefizi, che mi compartì nei tre anni che ebbi la bella sorte di passare a S. Benigno Canavese con Lei, mi spingono a indirizzarle questa mia prima relazione di quel poco che potei osservare dacchè mi trovo in queste terre.
Non Le parlo di Buenos-Aires perchè colà poco mi potei occupare di osservazioni, e d'altronde le varie cose di colà costì si conoscono. Due parole solo fin d'ora voglio impiegare per dirle alcunchè del bel cielo che si presenta ai nostri occhi quando al novilunio si unisce una notte serena e priva di nebbia. Il fondo è di un bel bleu pari a quello che si contempla nel nostro bel paese; qui però resta fregiato da più belle e più numerose stelle, poiché mentre non siamo privati della vista delle più belle di codesto cielo, come Orione, Sirio e simili, abbiamo un gran numero che a queste non la cedono in bellezza e che giammai escono dal nostro orizzonte, come sono la famosa Croce del sud, le due stelle principali del Centauro che stan al lato di questa ; la Nave di Argo colla sua risplendente prua, e la splendente alfa di Eridano con molt'altre. Speciale impressione poi fanno la Grande e la Piccola Nebulosa che sono ammassi di piccolissime stelle simili a quelle della Via Lattea, ma che per la loro forma e pel color fosco che presentano paiono vere nuvolette, che tanto più spiccano quanto più nitido si mostra il cielo.
Il giorno due di giugno poi mentre costì in Torino davasi compimento alla bella festa di Maria SS. Ausiliatrice, m'imbarcai a Buenos-Aires con D. Fagnano per alla volta di Patagones. In due parole qui voglio esporle quello che di particolare potei osservare in questo tragitto, essendo stato completamente esente da tutte le incomodità marine.
In tutto il tempo giammai ci lasciò un vento piuttosto forte o del sud o del sud-est, il quale, sebbene rallentasse di un poco la marcia e rendesse un poco increspato il mare, ci recava un certo utile liberandoci dagli effetti della brezza di mare. Questa quando non è dominata da altri venti suol essere forte e pericolosa, come sarebbe qualunque vento che soffiasse da mare a terra, per i grandi cambiamenti che esercita nei molti banchi, che sono sparsi per queste coste, come pure pel pericolo che a poco a poco il bastimento si avvicini alla spiaggia nella notte. Ciò sarebbe pericolosissimo per causa degli anzi detti banchi che si estendono a più miglia dalla costa tutti coperti dall'acqua, ma in generale per una profondità non maggiore di tre, quattro o cinque metri a seconda dei luoghi.
Per scongiurare il grave pericolo di restare arenati in alcuno di questi, a metà della notte prima di accostarei all'ensenada di Bahia Bianca, come pure prima di accostarci alla spiaggia della Patagonia si dovette sostare ancorati in alto mare, e a distanza tale che a stento allo spuntar dell'alba si scorgeva all'orizzonte alcun piccolo rilevamento di terra.
Ciò che rapì specialmente la mia ammirazione nel tragitto da Buenos-Aires a Bahia si furono grandissimi tormi di uccelli marini che popolano queste immense ed increspate pianure. Le specie dominanti sono le stesse che si vedono nelle nostre spiaggie, ma fra di esse si osservano grandissime varietà , ed anche alcune specie che io giammai mi ricordo avere viste nei nostri musei. Certo è che percorrendo con comodità queste spiaggie, si potrebbero raccogliere per lo meno un trenta o quaranta individui che presentano notevoli varietà.
Descrizione più precisa non la posso dare, perché avvicinandosi il bastimento a terra, questi uccelli dopo una piccola corsa sopra l'acqua si levavano con forte volo o per posarsi nuovamente dopo il nostro passaggio, o continuando a precederci per ore ed ore, posandosi di tratto in tratto, fino che il nostro avvicinarsi nuovamente li disturbava.
Entrando in Bahia per la prima volta potei vedere il vero campo della Pampa; esso è tutto incolto, più o meno arenoso a seconda dei luoghi, e naturalmente non produce se non due o tre specie di arbusti o cespugli, che sono sparsi qua e là. Fra questi di tratto in tratto si scorge una specie di erba assai alta di qualità assai grossa, la quale quando è un po' vecchia non è mangiabile anche dagli animali di qui, sebbene usi a pasto ordinariissimo. Siccome poi questa è di ostacolo agli operai che vanno per tagliare la legna, un giorno o due prima di mettersi all' opera usano darle fuoco. Bello è il vedere, specialmente di notte, come quest'elemento distruttore si diffonde prendendo estensioni grandissime; poi pare si spenga e realmente cessa di ardere nei luoghi nei quali già consumò tutto l'elemento di facile combustione, ma intanto poco a poco passa ad altra striscia di tal erba e ripiglia con vie maggior forza le sue vampe. Fin dalla prima notte che eravamo ancorati nel porto di Bahia Bianca, uno di questi incendi ci si presentò alla vista. Era un' isola della baia, piuttosto distante dal punto dove era ancorato il nostro hastimeuto, cosicchè ci si presentava una vivissima luce che secondo l' apparenza , sorgeva dall' orizzonte , ed era resa assai curiosa pel colore causato dal bruciarsi del sale che era depositato fra quelle piante. Se la direzione nella quale si scorgeva quel chiarore fosse stata quella del sud a prima vista credo mi sarebbe nato il sospetto che fosse un principio delle decantate aurore australi.
La baia di Bahia-Blanca è una immensa ensenada del mare la quale alla sua volta si compone di altre minori ; alcune di queste sono di considerabile grandezza. Nelle ore di bassa marea da ogni parte si vedono spuntare nuove isole più o meno grandi, le quali sono coperte di un terreno fangoso come tutte le coste della baia. Bello spettacolo presenta quando per il forte alzarsi della marea tutte le lagune e le parti della baia si uniscono quasi in una sola mostrandosi così in tutta la sua estensione.
Uscendo da questo porto per l'unico canale navigabile, che resta indicato al navigante da sette Boyas (galleggianti ancorati) dopo di un paio d'ere ci trovammo fuori completamente dell'insenata. Ricomparvero in vie maggior numero gli uccelli di prima ; ma a questi andava unita una specie assai curiosa; era non più grande di un pollo, ma non coperta a quanto pareva che da peluria. Le ali erano rappresentale da due mozziconi che li aiutavano per nuotare e per saltare sulla superficie dell'acqua ; il colore era di un caffè fulvo; non mai però si lasciarono avvicinare di molto, poiché, dati alcuni salti sull'acqua, si precipitavano perpendicolarmente per non ricomparire che dopo un tempo abbastanza notabile. Osservandoli a discendere chiaramente potei riconoscere la membrana giallastra che riunisce le loro dita. Di questa specie pure spero ci si presenterà occasione di averne alcun individuo da poter imbalsamare.
All'indomani della partenza da Bahia svegliandoci ci trovammo di fronte alla Patagonia. All'albeggiare, costeggiando, siamo andati fino di fronte alla foce del Rio Negro, che per null'altro si distingueva dal rimanente della spiaggia se non pel grande increspamento dei flutti che si scorgeva in quel luogo.
Nè pensi che questo fosse causato dal cozzo delle onde marine colla corrente del fiume, che al contrario in quell'ora, essendo in marea crescente, avveniva l'opposto: cioè l'acqua del mare risaliva la corrente per un gran tratto, respingendo ancor a maggior distanza l'acqua del fiume che incontrava nel suo corso. La vera causa al contrario era il sùbito rompersi dell'acqua contro ai grandi banchi di sabbia, che formano la così detta barra, la quale rende pericolosissima l'entrata ai bastimenti. E ben vero che nella direzione della corrente principale del fiume, si conserva un canale , che nelle ore di alta marea è di abbastanza considerevole fondo, tanto cioè da permettere comoda entrata ad un bastimento di dimensioni non molto grandi ; però ogni turbamento un po' sentito del mare è sufficiente per sconvolgere i banchi e variare così il corso del canale. Come poi questa entrata in alcuni luoghi è assai angusta, per quanto si proceda con precauzione, e con capitani pratici del passo, è assai difficile che si arrivi al fine senza almeno scrostare o scalfire alcun banco, se pure non si resta arenati fino a tanto che una più alta marea non libera dalla ragna.
Affine però di aiutare il marinaio in questo punto tanto difficile e scongiurare così tante disgrazie che potrebbero succedere, il Governo Argentino stabilì alla sponda sinistra un pratico con un drappello di soldati di marina. Costoro, quando il tempo, lo permette, devono andare a scandagliare i posti, ed affacciandosi un bastimento, se l' entrata è possibile, sono tenuti a guidarlo, o andando a prendere il comando a bordo dello stesso, o facendogli segni convenzionali da terra. Quando poi il pratico da terra segna che è impossibile l'entrata, sarebbe colpa grave per un capitano il procedere avanti.
Alcune volte però avviene, e non è di rado, che i bastimenti devono perdere uno, due, o più giorni dando giri intorno senza mai poter entrare ; al Pomona stesso, vapore non tanto grande, ma abbastanza bello, capitò nel viaggio del mese di maggio di dover tornare a Bahia per procurarsi viveri, dopo di aver persi nell'anzi detta maniera sei giorni. Lascio a Lei l'immaginare cosa si è dei bastimenti a vela che devono aspettare buon tempo, marea alta di giorno unita con vento favorevole.
Certo è che se si potesse togliere tale incomodità il commercio pel Rio Negro sarebbe assai più grande ed attivo. Sappia solo che un trasporto di merci con un piccolo bastimento a vela da BuenosAires a qui quasi costa tanto quanto da Genova a Buenos-Aires.
Ma già sono stato troppo lungo. Passata la barra, in due orette di pacifica navigazione sopra il Rio, tenendo sempre alla destra delle collinette (sierras) e delle piccole valli che discendono dall'altipiano della Pampa, ed alla sinistra la bassa pianura della Patagonia, si arriva a Patagones.
Il paese è posto sul declivio di una delle anzidette colline o per meglio dire di un controforte dell'alto piano della Pampa, la cui altura è di circa trenta metri e con pendenza fortissima verso il Rio e minore dai due lati; mentre dal di dietro è quasi nulla, e presto comincia a risalire un poco per mettersi all'esatto livello dell'altipiano. Alla sommità vi è una bella piazza quadrata con in mezzo un monumento di marmo bianco con cinque statue di lavoro non spregievole. Il vero culmine però , sul davanti della piazza è occupato dalla nuova chiesa, dal nostro collegio e da quello delle Suore. Le case tutte non hanno che il piano terreno, e le costruzioni recenti sono edificate con mattoni cotti uniti però con fango e sabbia, cemento che raggiunge una consistenza abbastanza considerevole se non troppo esposto all'umidità. Si vedono però altri edifizi di anterior costruzione, come la maggior parte del nostro collegio, nei quali anche i mattoni sono di fango crudo, e questo modo di costruzione richiede è vero grande spessore di muri, ma poi ha l'utile di mantenere una grandissima invariabilità di ambiente.
E notabile poi come anche in piccolissime case si nota sempre conservata l'estetica, nè mai si trascura l'ornamento delle finestre e dei cornicioni i tetti non restano quasi mai visibili. Nell'interno poi di qualunque casa anche di mediocre condizione Lei trova la sua saletta con sofà o seggioloni e tappeto in terra e sul tavolino.
Per finire la parte delle costruzioni Le dirò che ancora si vedono nelle vicinanze del paese certe case più o meno ben conservate, nelle quali non ci sono neppure mattoni crudi ma è puro fango sovrapposto e mantenuto unito con alcuni rami di arbusto. Credo che una di tali capanne farebbe una bella comparsa in una delle belle esposizioni d'Europa, ma non potendosi trasportare procurerò di fotografarne alcuna e poi glie la invierò.
Tra le altre cose, e ne avrei ancora molte, Le farò osservare ancora la grandissima quantità di svariatissimi uccelli che popolano questi dintorni, dei quali se ne vedono di grandi assai come struzzo, airone, cicogna e moltissimi altri trampolieri, come pure alcune specie piccolissime non di molto più grandi dell'uccello mosca. Si vede poi il passero quasi uguale al nostro, mentre in alto si vedono passare grandi stormi di pappagalli. Molto vi sarebbe pur da dire di alcuni piccoli mammiferi che son numerosissimi nel campo, ma il dire di tutto sarebbe troppo lungo.
Noi qui facciamo il possibile per far una buona, collezione di animali e spero che riusciremo a metter su un bel museo, poichè il Rio Negro tiene una ricchissima fauna. Alcuni giorni fa mi portarono uno stupendo airone, o meglio dirò un'Ardea cinerea che sta adorna di finissime penne; di questo già ho disseccata la pelle e lo conservo con tutti i dati essenziali.
Venendo ora la stagione più propizia ci occuperemo più di proposito ad arricchire tali collezioni, occupandoci anche della flora, che, sebben povera, e perciò poco osservata sino ad ora, mi pare presenti varie specie importanti alla scienza.
Però la parte in cui fino ad ora mi occupai di proposito si è la Meteorologia. Fino dal giorno dopo il mio arrivo, incominciai a regolarizzare le
Osservazioni che già si facevano da più di due anni. Arricchii l'Osservatorio di nuovi strumenti portati con me, i quali sono tutti della massima perfezione, scelti come furono dal celebre P. Denza dai migliori meccanici d'Europa. Corressi i piccoli difetti istrumentali di quelli che già si trovavano qui e fin dalla seconda decade di giugno si cominciarono con intera precisione le osservazioni termometriche e barometriche, come pure della pioggia e della nebulosità. Si aggiunsero poi le osservazioni di Evaporazione e dell'Ozono.
Ora però, riserbandomi ad altra volta il darle notizia dell'andamento annuo di questa posizione, quale potrò ricavare dalle osservazioni dei due anni addietro, mi contenterò di esporlo un riassunto di quanto potei osservare in questi ultimi due mesi e mezzo, che si può dire rappresentano l'inverno quasi completo.
Per incominciare dalla pressione atmosferica Le dirò che nel barometro si sono osservate alcune volte delle oscillazioni abbastanza notevoli, poichè essendo la pressione media di 759 mm. una volta, cioè il 19 giugno, abbiamo avuta una pressione di 744.1 con una media diaria di 773.4, mentre il 10 di luglio il barometro discese fino a 744.3 avendo avuto così una differenza o escursione di mm. 30 e ciò nel frattempo di 21 giorni.
La temperatura poi è assai variata a seconda del vento che spira o della nebulosità maggiore o minore del cieli. La media di questo tempo fu 6° e 1/2 centigradi, eppure abbiamo avuto un massimo di 17°, 7' che si osservò nel 14 di agosto, mentre nello stesso giorno vi fu il minimo di 1°, 4' ed il medio di 8°, 5'. La minima temperatura poi occorsa al 4 dello stesso mese fu di 3°, 9' sotto zero; cosicchè i due estremi di teirrperatura del periodo si verificarono in soli 10 giorni coll'escursione di nulla meno che 21° 6'. Poche volte però il freddo fu tale da far gelare l'acqua ed il minimo non fu sotto zero che 16 volte.
Ma in luogo dell'intenso freddo vi è generalmente una grande umidità, non mancando occasioni in cui l'aria essendo satura, questa si precipita in forma di pioggia, o meglio dirò in forma di rugiada.
Rarissime sono le volte in cui per tutto un giorno il cielo si mostrò specchiato; dal 10 di giugno fino ad ora ne contai tre, i quali però furono seguiti da fittissima nebbia ed umidità estrema col 0,99. Anche i giorni nei quali non si vegga nulla di sole sono pochi, ma quasi sempre rimane mezzo nuvolo. Questo però noti bene che lo dico della stagione invernale in cui ora ci troviamo.
In Europa generalmente alle nubi segue la pioggia ma qui pare alquanto differente, poiche negli ultimi 20 giorni di giugno, sebbene sempre quasi nuvolosi non caddero che mm. 7,7 di acqua. In tutto il mese seguente pure assai nuvoloso caddero mm. 25 di pioggia. E finalmente in questi ultimi giorni per la prima volta vi fu una pioggia un poco lunga cioè di 41 ore consecutive e pure non diede che 47 mm. di acqua, cosicchè in più di due mesi ed in stagione invernale non caddero che 79.7 mm. di acqua. E per l'appunto la scarsezza di tale elemento è la causa principale dell'esser incoltivabile il campo, meno sulle sponde del Rio.
L'evaporazione è pure variatissima come l'umidità dell'aria; alcuni giorni quasi non resta percettibile, mentre in un giorno secco e battuto da forte vento N arrivò fino a mm. 9.1 in 24 ore. In tutto il mese di luglio evaporarono mm 71.4 cioè una superficie di acqua di tale altura, mentre come già dissi non caddero che mm. 25 di pioggia, superando così l'acqua evaporata la caduta per mm. 40.4. Se tanto è dei nuvolosi giorni d'inverno, che cosa sarà d'estate ?
In quanto all'aria poi è abbastanza buona e ricca di ossigeno, sebbene anche in questo si notino variazioni grandissime, e nei confronti colla scala ozonometrica che s'estende da 0 fino a 14, incontrai per la notte una media di 7.5 e pel giorno di 5.5. Il massimo che si osservò fu 10, e per minimo,, due volte affatto eccezionali, si osservò 1 grado.
Per ultimo ho lasciato il vento il quale presenta variazioni straordinariissime sia nella forza come nella direzione. In poche ore alcuna volta l'anemografo fa un giro completo. Anzi Le dirò che qualche volta non posso determinare quasi se non dopo lungo tempo la direzione del vento per la grande oscillazione che ha la banderuola.
Non mi fermo a parlarle della forza, perchè già avrà sentito quanto disturba le persone non ancora completamente use a tali fenomeni, perchè il vento unito al terreno sabbioso del paese resta tanto noioso, che qualunque scriva di Patagones non può a meno di farne menzione.
Finisco dicendo due parole di ciò che si incominciò a fare di fotografia. Già presi qualche vista fra le quali la meglio riuscita è quella che inchiudo che rappresenta alcune case di Patagones viste dalla torre della nuova chiesa, il Rio nel mezzo, e di là la pianura della Patagonia con un'ombra di Viedma. Unisco pure una copia della fotografia dei due primi indii battezzati, comunicati per la prima volta e confermati da S. E. Mons. Cagliero. Queste però non poterono riuscire come si desiderava mancando io di molte cose necessarie, per le difficoltà dei luoghi. L'incomodità e piccolezza della macchina non lo permette. L'unico apparecchio fotografico che servirebbe pel nostro scopo sarebbe la Macchina Fotografica Alpina, modello Fardelli (Torino, via Roma). Io feci una piccola lista di ciò che occorre, e credo che alcuno di quei nostri benefattori, che tanto desiderano conoscere almeno in figura esatta questi luoghi ci aiuterebbero per la spesa. Giacchè sto parlandole di cose che mi bisognerebbere, le voglio far conoscere, che per render utili tutte le osservazioni e raccolte, essendo necessario conoscere il luogo dove si fecero, sarebbe indispensabile un buon teodolito portatile con un paio di buoni cronometri. Chi sa che alcuno dei nostri benefattori non ne tenga alcuno in casa senza che da alcuno si usi? Oppure che alcuno non voglia farne dono per aiutarci a recar coll'utile morale anche un poco di vantaggio scientifico alla civile società ?
Sia come si vuole se ne ha occasione ne parli, e non temano che sia incouveniente spedire tali cose essendo gravi le spese del viaggio, che qui tali cose sono di qualità inferiore e quasi inservibili e costano pur lo meno 80 per 100 più che costì..
Forse l'avrò stancata con questa mia relazione, ma perdoni, di qui non si scrive tanto sovente, e perciò quando si scrive cerchiamo di far compenso.
Intanto mi benedica e mi impetri una special benedizione dal caro Padre D. Bosco: si accerti che mai non mi dimentico di S. Benigno, de' miei colleghi, degli alunni, dei giorni felici passati in quella casa, dei dolci studi e della seria preparazione che quivi feci per rendermi un buon missionario.
Affm° figlio in G. e M.
ALESSANDRO DE-STEFENELLI.
Il Congresso eucaristico , adunato ultimamente in Friburgo, porse occasione a mettere in luce una volta di più lo spirito profondamente religioso ond'é animato quel popolo cattolico. Ordinata a servire di continuazione ai congressi di Lilla, d'Avignone, di Liegi, la radunanza di Friburgo non la cedette in splendore a quelle , che avevanla preceduta ; un gran numero di notabili cattolici di Francia , del Belgio , d' Italia, di Spagna, eransi dati convegno nella città del beato P. Canisio per promuovere la gloria di Dio e l'estensione del regno di Gesù Cristo presente nel Tabernacolo Santo.
Sua Santità Leone XIII erasi degnata incoraggiare la pia intrapresa mediante un Breve laudatorio indirizzato a Monsignor Mermillod, presidente del Congresso e del Comitato permanente delle opere eucaristiche. Per lo spazio di tre giorni , circa 500 fra preti e pii secolari d'ogni paese deliberarono intorno alle opere aventi relazione col culto del SS. Sacramento , ed emisero in questo proposito salutari risoluzioni. Noi udimmo , a vicenda , i rappresentanti della Repubblica dell' Equatore parlarci dell'ammirabile consacrazione nazionale di quel valoroso popolo e dei suoi governanti al Sacro Cuore di Gesù ; i rappresentanti italiani delinearci il quadro dei miracoli e delle opere eucaristiche sulla terra privilegiata d'Italia, e particolarmente il R. P. Sanna-Solaro, il quale ci edificò con l'enumerazione eloquente delle opere eucaristiche di Torino. I rappresentanti belgi, notantemente i RR. PP. Verbecke e Tesnière, c'infiammarono con la loro parola apostolica ; i rappresentanti francesi, fra' quali si distinguevano il R. P. Delaporte, il signor canonico Didiot, decano dell'università di Lilla, il R. P. Régniault, direttore dell'Apostolato della preghiera, il R. P. Gros, marista , il signor abate Rebours , parroco della Maddalena in Parigi, e tanti altri illustri oratori e zelatori d' opere pie, ci intrattennero con sermoni sostanziali e ci comunicarono le loro speranze, fondate sulle promesse di Colui, che ha detto : Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Nulla di più confortante per l'anima, di questi santi esercizi e di questo scambio di pensieri fra tanti uomini animati dallo spirìto degli Apostoli e uniti negli stessi sentimenti d'amore inverso il Dio dell'Eucaristia. Alle pie Adunanze dava maggior risalto la presenza di tutti i Vescovi della Svizzera nelle persone di monsignor Mermillod, Vescovo di Losanna e Ginevra, di monsignor Lachat , Arcivescovo di Damiata e amministratore apostolico del Ticino , di monsignor Egger , Vescovo di San Gallo, di monsignor Fiala, Vescovo di Basilea, di monsignor Jardinier, Vescovo di Sion, di monsignor Bagnoud , Vescovo di Betlemme e abate di S. Maurizio, di monsignor Rampa , Vescovo di Coira. Il Congresso onoravasi altresì della presenza di monsignor Arcivescovo di Cagliari e di monsignor Vescovo di Lussemburgo, non che di parecchi prelati mitrati, fra' quali monsig. Schiapparelli di Torino.
Con le deliberazìoni alternavansi le pubbliche cerimonie, le preghiere, l'adorazione diurna e notturna del SS. Sacramento. Ma lo splendore della festa toccò il suo apogeo nella giornata del 13 settembre, detta la giornata degli omaggi. A giudizio di tutti i nobili ospiti , che assistevano a quella pubblica glorificazione della Santissima Eucaristia , raramente era accaduto di vedere una manifestazione cotanto consolante della fede cattolica nell'odierna tristizia de' tempi. L'avreste detta una visione del medio evo. Tutto un popolo era accorso per fare scorta al SS. Sacramento nella. processione trionfale attraverso le strade della città magnificamente adobbata. Il Governo aveva chiamato sotto l'armi un distaccamento di truppe; la cavalleria apriva la marcia ; l' artiglieria tonava, il concerto maestoso delle campane della collegiata e di sedici chiese e cappelle del paese dominava col suo suono aereo le armonie delle milìtari fanfare. Dinanzi al Santissimo Sacramento procedeva la schiera innumerevole dei fanciulli di scuola, dei componenti le società civili e congregazioni religiose, con le bandiere delle antiche corporazioni del secolo XIV, mescolate con gli stendardi delle associazioni moderne, e con le insegne degli studenti svizzeri, dei Pius-Verein, dei Circoli cattolici. Venivano poscia gli ordini religiosi, milizia sacra tuttora sì numerosa in Friburgo a malgrado delle proscrizioni dei precedenti governi rivoluzionari ; inoltre più di 500 ecclesiastici, seguiti dai prelati e dai venerabili Vescovi. Monsignor Lachat portava l'Ostensorio sotto il ricco baldacchino, che era circondato dall'antica Confraternita del Santissimo Sacramento, e dietro al quale procedevano le autorità civili d'ogni ordine, incominciando dai componenti l'eccelso Governo , dai deputati e dalle magistrature giudiziarie, e venendo fino ai componenti i 300 municipii del cantone , seguiti da una moltitudine innumerevole di popolo con bandiere nazionali, e da corpi musicali accompagnanti co' loro accordi gl'inni e canti religiosi. Era uno spettacolo proprio commovente quello di 10,000 uomini armati dol loro rosario, divetamente camminanti col capo scoperte al seguito di N. S. Gesù Cristo, che era in quel giorno veramente adorato, amato dal popolo suo come Re e Capo delle istituzioni sociali, non che delle anime e delle famiglie.
Allorchè tutta quella moltitudine si fu schierata dinanzi all' altare provvisoriamente eretto sulla piazza più grande della città, in faccia ai bastioni e a piè dell'anfiteatro delle Alpi, in quel momento illuminate da un sole scintillante, monsignor Mermillod, dominato da una commozione irresistibile , non potè trattenersi dal lasciar libero il corso all' entusiasmo, ond' era infiammato l' animo suo, e uscì in una di quelle improvvisate, che fanno ripensare a san Giovanni Boccadoro. « Qual visione è mai questa delle cose celesti ! - egli esclamò - N. S. Gesù Cristo è veramente il Re acclamato e adorato da un popolo intero. Uno spettacolo unico al mondo si offre in questo momento agli occhi nostri. Ah ! io mi chiamo superbo e felice di essere alla testa di un tal popolo, il Vescovo di un tal paese. Voi avete avute le vostre feste popolari, - soggiunse vie più commosso l' illustre prelato - voi avete avute le vostre grandi manifestazioni cattoliche ; ma che sono elleno mai appetto a questa giornata immortale presieduta dal mio Dio, dal mio Salvatore, da Gesù Cristo presente nell'Ostia, Re immortale de' secoli ? »
Io non vi ho citate che poche parole di sì calorosa improvvisata, unicamente per mostrare sino a qual punto Monsignore si sentisse commosso. Nessun ciglio rimase asciutto; ma i nostri ospiti stranieri , soprattutto non sapevano reprimere la loro commozione in faccia a una manifestazione quasi unica al mondo ; pensavano al loro paese , all'ingratitudine di tante nazioni verso Colui che le ha tratte dalla schiavitù, e vedevano qui magistrati e popoli in atto di prestare un omaggio sociale al Dio dell'Eucaristia, quadro vivente della restaurazione del regno di Gesù Cristo.
Un bel momento fu specialmente quello in cui, seguendo l'invito di monsignor Vescovo, tutti gli assistenti GIURARONO FEDELTA' A N. S. GESU' CRISTO. Ventimila petti mandarono il grido : Sia lodato, adorato , amato e ringraziato N. S. Gesù Cristo nel sacramento santissimo dell'Altare.
Poi, quando monsignor Lachat elevò l'ostensorio per compartire la benedizione a tutto quel popolo in ginocchioni, qual momento solenne ! Il cannone salutava con la rimbombante sua voce, il tamburo batteva, le truppe presentavano le armi. Era l'omaggio nazionale del cantone di Friburgo al Dio dell'Eucaristia.
Così ebbero termine le feste del Congresso eucaristico. Mi dimenticavo di dire che la mattina, dopo una notte passata in preghiera a piè del Santissimo Sacramento, i fedeli di Friburgo eransi in gran numero accostati alla Mensa eucaristica nella chiesa di Nostra Signora , frattanto che in tutte le parrocchie del cantone molte e molte comunioni inauguravano condegnamente quel gran giorno.
In una lettera pastorale letta nella susseguente domenica da tutti i pulpiti della diocesi , monsignor Vescovo di Losanna e Ginevra dà novamente sfogo ai sentimenti di gioia e di consolazione, che traboccavano dall'animo suo. Permettetemi ch' io ve ne citi un passo , il quale parmi degnamente riepilogare quella indimenticabile giornata.
« Nessuno , fra i testimoni di questa scena - si legge in quel documento episcopale - potrà giammai dimenticarla. I vostri pronipoti , nello scorrere i nostri Annali , si sentiranno commossi dalla rimembranza di questa giornata, che ha veduto la fede e il patriottismo inchinarsi dinanzi al Dio dei nostri altari. Voi eravate là accanto ai nostri ospiti diletti, voi rappresentanti i distretti tutti del cantone , uomini di ogni età e di ogni classe, portanti le nostre bandiere nazionali. I nostri stendardi, vittoriosi nei secoli trascorsi, sventolavano accanto ai giovani stendardi delle nostre associazioni operaie, vicino a quelli della gioventù cattolica degli studenti svizzeri, e presso alle insegne della nostra confraternita del Santissimo Sacramento. Era ben quello il popolo Friburghese, unito al suo clero, ai depositari dell'autorità civile, ai legislatori, ai magistrati, tutti convinti che le nazioni forti sono quelle, che sanno accoppiare la fede con la libertà, la religione col patriottismo; sono quelle, che vogliono Gesù Cristo come pietra angolare di ogni sociale istituzione. Quel corteggio, grazioso a vicenda, e solenne, quell'atto di consacrazione, quelle maschie voci acclamanti l' Eucaristia, quelle mani sollevate, quel giuramento spontaneo d'un popolo genuflesso innanzi a Gesù Cristo e promettente fedeltà al Liberatore delle anime e del mondo, rimarrà come un gran fatto della nostra storia ; fatto , che sarà pel nostro paese un baluardo e una benedizione. »
Immenso è stato nella Svizzera l'effetto prodotto da tali feste. Un giornale di San Gallo diceva l'altro giorno : « Manifestazioni di questa fatta non sono possibili che a Friburgo. » Uno dei componenti il governo bernese, avendo il giorno susseguente incontrato a Berna il presidente del governo friburghese li disse : « lo non avrei giammai creduto che fatti simili potessero tuttora accadere nella Svizzera. Che cantone è il vostro ! Come sapete guidarlo ! » Si noti che quegli , il quale parlava così, è un radicale.
(La Civiltà Cattolica - anno trigesimosesto - serie XII - vol. XII - quaderno 849).
Il signor Léon, Direttore dell'Exile, giornale protestante di Broochlin (Nuova York), racconta la vita di Suor Maria Costanza, la più anziana delle suore di carità in America e finisce con questo omaggio: « Sono a migliaia gli orfani raccolti e serviti da Suor Maria Costanza durante i suoi cinquantotto anni di religione.
« Quante lagrime non istrapperà l'annunzio che non è più chi loro servì di madre e sorella, che cessò di battere quel cuore sì consecrato ai loro interessi, che sono ghiacciate dalla morte quelle mani sempre sì pronte a soccorrerli, a coadiuvarli nel procurarsi un'onorevole esistenza sul campo di battaglia della vita? Il robusto operaio che maneggia agevolmente il pesante martello e fabbrica sull'incudine tanti strumenti destinati a mutare in giardini i deserti del Far Vest, da chi fu nutrito, vestito, da chi gli vennero inculcati gli eterni principii della giustizia e la grandezza di una vita sobria ed attiva? Dalla povera suora di carità ora spenta. Questi cinquantotto anni passati al servigio del prossimo, questi cinquantotto anni di povertà, di sacrifizi volontarii, lungi dalle vive gare del mondo egoista, questi cinquantotto anni non la cedono, ai nostri occhi, allo splendido stato di servizio di un capo d'esercito, di un ammiraglio, o di qualsiasi principe della letteratura o delle finanze. »
L'eco d'Italia pubblica la seguente professione di fede, tenuta nel Congresso Massonico di Nancy
« Noi non pensiamo abbastanza che alla Massoneria incombe il dovere di risvegliare lo spirito di associazione. Bisogna che ogni qualvolta sorge un'idea buona e generosa, qualunque essa sia e da qualunque parte venga, un gruppo di massoni si debba formare nelle Loggie, con l'approvazione del Venerabile, per fondare la società destinata a mandarla ad effetto. Tale d' altra parte é la vecchia abitudine di tutte le Loggie. Difatti per citare qualche esempio, la Società industriale di Molouse, la Società degli alloggi di Strasburgo, i Forni economici di Nancy, le Banche popolari, la Lega dell' insegnamento e simili associazioni sono state altrettante creazioni elaborate nelle nostre officine.
Quando sotto l'ispirazione di una Loggia un nucleo di massoni, AIUTATI DAI LORO AMICI PROFANI, hanno creato in tal modo una società qualunque, essi non ne debbono lasciare la direzione a mani profane. Al contrario si sforzeranno di far entrare in essa un nucleo di fratelli, i quali ne sieno come la chiave di volta, e tenendo nelle loro mani la direzione delle società continuino a spingerle per una via conforme alle aspirazioni massoniche.
Qual forza non riuscirà ad aver nelle mani la Massoneria su tutto il mondo profano quando esisterà intorno ad ogni Loggia una corona di società i membri delle quali, DIECI O QUINDICI VOLTE più numerosi dei massoni, riceveranno invece da essi l'ispirazione e lo scopo e uniranno i loro sforzi coi nostri per compiere la grande (?) opera che abbiamo di mira ! ! ! »
Non facciamo commenti; eleviamo soltanto il grido: Amici in guardia !
Nel gennaio del 1883 il veneratissimo nostro D. Bosco esponeva, con lettera pubblicata in capo al Bollettino Salesiano di quel mese e diretta ai benemeriti nostri Cooperatori, le opere compiutesi a favore della gioventù abbandonata, mercè le loro limosine nell'anno allora spirato, e indicavane parecchie altre pel nuovo anno , fra le quali la costruzione del nuovo edificio per la tipografia, a cui si pose mano verso l'autunno del 1881, l'impianto della medesima e l'acquisto di nuove macchine da stampa.
Per grazia della divina Provvidenza i soccorsi non ci vennero meno , e la Tipografia Salesiana , qual può vedersi da quasi due anni doppiamente ampliata, fu compiuta , corredata di nuovi caratteri di testo, romani segnatamente, elzeviri e fantasie diverse, mercé l'opera dei nostri poveri giovani, applicati all'annessa fonderia dei tipi; si aumentarono inoltre gli addetti alla composizione tipografica, scegliendoli fra gli studenti del ginnasio, e così pure i giovani stampatori, portandosi inoltre il numero delle macchine da sei a nove, quindi da nove a dieci.
E ben sentivasene il bisogno ! Poiché negli ultimi anni, nei quali la Tipografia stettesi nell'angusto locale vecchio colle sei macchine in esercizio, il lavoro si accrebbe oltre ad ogni nostra previsione, sia per l'aumento dei nostri periodici mensuali, che da un solo salirono a quattro, come pei classici latini ed italiani, purgati e stampati in gran copia ad uso della studiosa gioventù, non che per altre molte pubblicazioni utilissime all' insegnamento cattolico , specie poi pel diffusissimo Giovane Provveduto del signor D. Bosco, i cui esemplari raggiungevano la bella cifra di 50,000 all'anno.
Per queste cagioni adunque ed altresì pel successivo e lungo nuovo impianto, completatosi appena sul finire del 1884 , noi fummo nostro malgrado costretti il più delle volte a rimandare numerose proposte di stampa a data fissa, offerteci dai benemeriti Cooperatori del clero e del laicato, per l'impossibilità nella quale eravamo di pubblicare altro per conto dei precitati benefattori proponenti, trovandoci già insufficienti a provvedere alle domande che il pubblico inoltrava presso la nostra Libreria editrice.
Ma ecco che nel corrente anno le nostre dieci macchine, coll'aiuto altresì di due altre tipografie succursali degli Ospizii di S. Pier d'Arena e di S. Benigno Canavese , hanno finalmente ricolmi i vuoti dei fondi librari, ed ultimarono oggimai le opere più gravi di maggior mole ed utilità, che ci tenevano a sè occupati ; inoltre il nuovo contingente operaio convenevolmente istruito nei classici studi, a cui per difetto di locale era vietato l'accesso alla tipografia, si poté da due anni formare alquanto e nella composizione e nella stampa, talché al presente siamo in grado di poter invitare i benemeriti Cooperatori ed amici, che pel passato ci diedero tanti segni di caritatevole benevolenza, a valersi dell' opera nostra nella diffusione della buona stampa pel bene della società , pel trionfo della causa di nostra santa Religione e per l'educazione soprattutto cristiana della gioventù. Per parte nostra ci faremo un dovere di porgere le maggiori facilitazioni nei prezzi di stampa, attesa la santità dello scopo, e di eseguire i lavori con nuovi caratteri , nitida stampa ed ottima carta , produzione della nostra nuova cartiera.
Inoltre la nostra Libreria Salesiana, per facilitare agli autori la vendita delle loro opere e levar loro un peso che non rare volte li distoglie dalla stessa pubblicazione, s'incarica di coadiuvarli con tutte le sue forze alla diffusione delle loro opere ed allo smercio particolare delle medesime, ritenendone in deposito una parte per conto dei benevoli committenti. Sopra questa parte, ritenuta in deposito , si rileverebbe poi a beneficio della detta Libreria un modico sconto da pattuirsi e che servirebbe a sostenere le spese di annunzi, di cancelleria, di magazzino e di eventuali deperimenti. La medesima poi rimetterebbe semestralmente agli autori, come d'uso , il conto corrente , regolando gli affari in via diretta.
Si eccettuano tuttavia i manoscritti di piccole operette corrispondenti alla natura delle nostre Letture Cattoliche, i quali inviati alla Direzione delle medesime, esaminati da apposita Commissione, e trovati adatti allo scopo della detta pubblicazione, verrebbero stampati per conto nostro, retribuendosi l'autore con un discreto numero di copie.
Non crediamo qui inutile richiamare alla mente degli egregi nostri Cooperatori, come la retribuzione modica che loro domandiamo nel prezzo di stampe , non sia altro che il puro necessario per sostentare , nutrire e vestire migliaia e migliaia di giovanetti figli del povero popolo, abbandonati e derelitti, tolti ai pericoli della piazza e della prigione, i quali abbisognano ad un tempo e del pane dell'anima e di quello del corpo.
Così si rende manifesto, che mentre da un lato colla diffusione della buona stampa i nostri zelanti Cooperatori si procureranno il premio promesso a chi apporta al proprio fratello la parola della verità e della vita, dall'altro lato colle spese necessarie alle loro pubblicazioni soccorreranno gli indigenti ed i poverelli più bisognosi della società stessa.
Nella piena fiducia che le nostre parole verranno benignamente accolte dai benemeriti nostri Cooperatori e loro amici, facendo cioè assegnamento sui nostri giovanetti esercitanti l' arte della stampa , ne li ringraziamo fin d'ora sentitamente ed auguriamo loro da Dio le più elette benedizioni.
I Cooperatori sanno che il Bollettino non si riceve per via di associazione, per cui sia assolutamente obbligatorio il pagare una tangente fissa. Pel desiderio di tenerli informati delle opere Salesiane e di fare maggiormente del bene , noi lo spediamo a tutti, senza alcuna distinzione.
Non di meno, siccome eglino conoscono che la pubblicazione e l' invio mensile del periodico non può farsi senza gravi spese, così o lungo l'anno o sulla fine del medesimo sogliono spedirci una qualche somma per sopperire alle medesime. Pertanto ricordiamo. che se ognuno facesse l'offerta di lire 3 annue, le spese e di carta e di stampa e della posta sarebbero intieramente coperte.
Chi non avesse ancora contribuito in nulla, se può, ci faccia la carità di qualche offerta a questo fine e glie ne saremo gratissimi.
Per le Feste Natalizie e buon Capo d'Anno.
Avvicinandosi il sacro tempo delle feste Natalizie e del Capo d'anno, ci crediamo in dovere di presentare anche noi ai benevoli nostri lettori alcune pubblicazioni della nostra Tipografia, che crediamo opportunissime per simile occasione. Esse trattano quasi tutte in special modo del Signor nostro Gesù, del caro Bambino di Betlemme , la conoscenza del quale è tanto preziosa e necessaria a' tempi nostri. Queste pubblicazioni, mentre saranno pascolo utile e gradito ai nostri buoni amici, potranno assai bene servire sia come grazioso presente ai loro cari, quale strenna per le prossime Feste, sia per diffonderle in mezzo al popolo ad accrescimento di amore e conoscenza del Salvatore Gesù.
E ben giusto e doveroso , o cari lettori , che mentre la mala stampa ed anche solo la leggera, tanto fa in queste circostanze per gettare a piene mani nel popolo, pubblicazioni frivole, ed il più soventi pericolose e pessime , i buoni si contrappongano a tanto male e con tutte le loro forze facciano argine al suo dilagarsi, cercando di vincere il male col bene. Questo è il fine nostro in queste ed in tutte le altre nostre pubblicazioni , e per questo speriamo nel valido appoggio di tutti i buoni, ma specialmente dei nostri amati Cooperatori e Cooperatrici.
Mettiamo in capo alle nostre pubblicazioni
IL VERBO ETERNO DI DIO. « Niuno dica che oramai di libri, i quali illustrano la vita del nostro Signor Gesù Cristo, v'è gran dovizia, e che quindi fanno opera presso che inutile quei che insistono tuttavia sopra questo argomento. Tutto al contrario. I santi Evangeli, che colla loro sublime semplicità raccontano le gesta ed espongono la dottrina dell'Uomo-Dio, offrono con ciò come un fondo, nel cui seno si ascondono tesori di verità, sì variamente opportune ai bisogni di tutti i tempi e di tutte le persone, che per quanto vi si lavori non potranno giammai essere esaurite. Il chiaro Alasia si è preposto nè più né meno degli altri autori, i quali lo hanno preceduto in questo cómpito, o l'hanno fornito insieme con lui : di narrare cioè la vita di Gesù Cristo, esporre il suo divino insegnamento e confutare a mano a mano i principali errori, che specialmente ne' tempi presenti combattono la sua Divinità e la sua Chiesa. Con tutto ciò il suo libro ha una fisionomia, e, diciamo pure, una importanza tutta diversa da quella degli altri. Egli la fa più da polemico che da storico; e nondimeno nulla manca alla compitezza della storia, sulla quale è anzi innestata la polemica. Nè questa si rimane nelle semplici condizioni speculative; ma, come la parte storica, è ancor essa ordinata allo scopo eminentemente pratico di formare il cristiano sopra il modello del divin Maestro. Con questo egli forse non è riuscito tanto popolare; se con questa parola si vuol significare la proporzione alle intelligenze mediocri, o sfornite di cultura. Ma ciò, secondo noi, non è un danno ; poichè di opere di questo genere ve ne ha parecchie : e questa invece può riuscire di non poca utilità alle persone colte; o per sé, dove sieno intaccate de' moderni errori, ovvero per altri, se loro occorra di dover rispondere ai sofismi degli increduli. Tutto considerato, è un libro che può fare di gran bene nella moderna società. » (Civiltà cattolica).
Eccone l'indice:
I. Un Bambino - Il. Chi è questo Bambino? - III. Il Bambino è Dio e uomo - IV. Due Bambini - V. Rose e spine al Bambino - VI. - Il Bambino cresce in età ed in grazia - VII. Una voce nel deserto - VIII. La voce e la parola - IX. La parola in opera - X. Scisso della parola e dell'opera - XI. I testimoni della parola - XIl. Il Conservatore supremo della parola - XIlI. La parola sopra natura - XIV. La parola della beatitudine - XV. La parola del consiglio - XVI. La parola del primo comandamento - XVII. La parola del secondo comandamento - XVIII. La parola del perfezionamento della legge - XIX. La parola degli ufficii - XX. La parola della parabola - XXI. La parola dell'onnipotenza - XXII. La parola dell'infinita sapienza - XXIIl. La parola dei mezzi al fino - XXIV. La ricompensa che danno gli uomini - XXV. Il tradimento - XXVI. Giudizio e condanna - XXVII. La catastrofe - XXVIII. La gloria del sepolcro - XXIX. Il trionfo.
E in due volumi in-16 grande, di pagine 1110 e vendesi a L. 5. - I due volumi legati elegantemente in tela, con impressione a oro rappresentante la grotta di Betlemme, L. 8.
E una delle migliori strenne che offrir si possano tra cristiani.
Unendo all'importo di L. 8 centesimi 20 si riceverà per tutto l' anno 1886 la Bibliotechina dell'operaio, raccolta di operette da diffondersi tra la classe artigiana.
Il S. Padre Leone XIII scrivendo di Gesù così scrive : « Gesù in quella che è divino e perfettissimo esemplare, è insieme il più comprensivo , perché si porge maestro in tutte le condizioni dolla vita. La grande parte degli uomini si compone di poveri, di operai che nel sudore della fronte hanno da stentare il pane, e giungon appena col lavoro a strapparlo , scarso ed insufficiente, a se ed alla famiglia. Ora tutto al caso di costoro Gesù nasce poveramente, e poveramente conduce la vita nell'officina paterna, attendendo ai modesti lavori di fabbro. » Raccomanda quindi a tutti i suoi «cari cooperatori nel ministero di mettere sotto gli occhi di questa povera classe il divin Nostro Salvatore onde si riconfortino in quella vista, a fine di rialzare persone che la povertà prostrerebbe, invilirebbe nei proprii occhi e negli altrui , e che in Gesù Cristo sentiranno di se altamente, riconosceranno la dignità regale che conquistò ad essi , o prenderanno animo a custodirla colla virtù e l'onestà della vita. »
A tale scopo mira questa Bibliotechina, specialmente col primo volume che darà nel primo trimestre dell' anno venturo , il Fabbro di Nazareth.
GESÙ CRISTO DIO UOMO.
È questo il titolo di una recentissima opera di Mons. Anton Maria Belasio. Ecco come svolge questo santo argomento.
PARTE PRIMa. I. Come avvenne il gran fatto dclla storia di Gesù Cristo. - Il. La storia di Gesù Cristo è la storia più sicuramente certa che non tutte le altre storie. - III. I monumenti, storiche prove della ;gloria di Gesù Cristo. - 1V. La civiltà cristiana é 'uno dei monumenti più grandiosi della gloria di Gesù Cristo nella storia universale. - E ìmpossibile ombra di mito nella storia di Gesù Cristo.
PARTE SECONDA. I. Gesù Cristo è nato Dio. - Il. Gesù Cristo è Dio perchè ha parlato da Dio nella sua dottrina. - III. Gesù Cristo é Dio per le sue profezie. - IV. Come bisogna, per essere ragionevoli ammettere il miracolo. E come Gesù ha operato, e opera da Dio nel fare miracoli.
Appendice sulle antichità dell'astronomia e storia dell'India.
E scritto con grande unzione ed affetto per la gioventù, per il popolo e per i colti.
Consta di pag. 344 in-16 grande e vendesi a L. 2 50. - Elegantemente legato in tela, con impressione a oro della Grotta di Betlemme per servire di strenna L. 4.
Acquistandone 2 copie ed unendo alle L. 8 altri 20cent. si avrà diritto ad una copia della Bibliotechina dell'operaio durante il 1880.
NOVENA DEL SS. NATALE,
La Novena che qui raccomandiamo fu scritta dal beato Sebastiano Valfré.
Nove considerazioni ed esempi sèrvono ad illuminare ed accendere nell'amore di Cristo i lettori durante la novena e nove altre considerazioni servono per l'ottava. Segue la Praeparatio ad Nativitatem da cantarsi in chiesa ed alcune lodi di S. Alfonso e di Silvio Pellico. Il tutto è scritto come si scrive da santi scrittori. - Vendesi a cent. 15 la copia.
La raccomandiamo ai RR.mi sigg. Parroci ed ai Direttori di Comunità religiose.
Raccomandiamo pure altra Novena del SS. Natale, stampata in un opuscolo che vendesi a L. 5 al cento.
A quei Reverendi che dovendo suggerire qualche buon pensiero al popolo non avessero tempo a farci lunga preparazione raccomandiamo la Novena di Gesù Bambino in nove Discorsi per Giuseppe Frassinetti, che vendesi a cent. 30 la copia.
VITA DI GESÙ CRISTO.
Dopo il Verbo Eterno dell'Alasia ; dopo il Gesú Cristo Dio- Uomo del Belasio e dopo la Novena del S. Natale, la Vita di N. S. Gesù Cristo del Massini è certamente degna d' ogni raccomandazione.
Monsignor Gastaldi, di felice memoria, così raccomandava quest'opera.
« Siccome è della massima importanza ai nostri giorni il far conoscere la Vita del Nostro Signor Gesú Cristo per accrescerne l'amore in mezzo ai cristiani, approviamo di buon grado che si faccia una ristampa della presente opera del P. Massini ; e saranno benemeriti della nostra Santa Fede quelli che si adoperano alla diffusione della medesima »
Promotore di questa ristampa fu un umile, ma fervente operaio delle officine ferroviarie di Torino, e desiderando noi di meglio compiere il suo desiderio, a chi ne acquisterà 10 copie verrà spedita la Bibliotechina dell'operaio durante il 1886.
Vendesi a L. 1 la copia ed a L. 1 50 legato per servire di Strenna.
IL SALVATORE.
Cantare le glorie del Salvatore del mondo è certamente la più nobile azione che possa compiere il poeta. Questa nobilissima azione la compiè il torinese Davide Bertolotti. Resta ora alla gioventù italiana il continuare una così nobile azione, leggendo e studiando con grande amore questo argomento, sia esso cantato dal torinese Bertolotti o dal prussiano Klopstock nel suo classico Poema
IL MESSIA.
Vendesi il primo a cent. 60 ed a L. 1 20 legato per strenna.
Il Klopstock, in 6 volumi, vendesi a L. 3, ed a L. 4 legati in un volume in tela uso Strenna.
Sono due strenne che tutti gli educatori della gioventù dovrebbero offrire al principio dell'anno ai proprii allievi, sicuri che provvederebbero loro di uno dei migliori mezzi d'educazione cristiana.
CRISTINA.
E un interessantissimo racconto, il quale mette in rilievo l'immenso tesoro che è Gesù Cristo all'imminente bancarotta sociale.
Tutti i nostri lettori sanno che nell'anno 1882 in Torino si pubblicò un giornalettaccio portante il più augusto fra i nomi, il nome di Gesù Cristo. In questa pubblicazione si mirava e con gli scritti e col modo di gridarlo ed annunziarlo al pubblico ad invilire, nella pubblica opinione, Gesù Cristo, gridandolo a cinque centesimi, ad un soldo. Cristina, graziosa signorina torinese, si prese l'assunto di combattere le mire degli empi insultatori ed in una serie di conversazioni dimostra che Gesù Cristo non è un solo benefattore dell'umanità, un sublime filosofo come Socrate e Platone... un gran personaggio come Alessandro Magno, Napoleone I, Garibaldi, ma che è Vero Dio e Vero Uomo.
Sono scene contemporanee interessantissime.
Vendesi a L. 1. Elegantemente legato in tela, con impressione a oro della Grotta di Betlemme L. 2 20.
E tra le migliori Strenne che offrir si possano al gentil sesso.
Chiudiamo infine colle ottime
SPIEGAZIONI DEI VANGELI DELLE DOMENICHE.
Delle quali la Scienza e Fede di Napoli così scrive: «Queste spiegazioni furono encomiate da tutta la stampa cattolica e collocate fra le migliori che siano uscite ai nostri tempi. E un filosofo cristiano che predica e tanto basta. » Questo Filosofo cristiano è Mons. Pietro Tarino.
Si vendono presso la Libreria Salesiana in Torino al prezzo di L. 6.
L'APOSTOLO S. GIOVANNI.
Cade pure in questo tempo la festa dell'Apostolo S. Giovanni, la festa di un Santo, che sopra tutti gli altri risplende in iscritti insuperabili in ciò che riguarda la cognizione e l'amore di Gesù. Di questo santo noi publicammo la Vita col titolo dell'Apostolo S. Giovanni e la Chiesa Primitiva.
Ecco come di essa scrive il periodico : Roma Antologia.
« Abbiamo sott'occhi questo degnissimo lavoro in due volumi del Sacerdote G. B. LEMOYNE.
A considerarlo dal lato meramente tipografico, ci è sembrato davvero un capolavoro di eleganza e buon gusto: ma in ordine al merito scientifico o letterario, noi lo crediamo francamente superiore ad ogni elogio. S'immagini il lettore di essere trasportato ai primi beatissimi tempi del Cristianesimo, quando questo, sotto la parola e l'azione vigorosa del suo Capo Divino e degli Apostoli suoi, gittava le primi radici in seno alla società ebrea adulteratrice delle antiche tradizioni e alla pagana omai decrepita nella sua corruzione. Tutto quanto può giovare la fantasia e la mente a raffigurarsi con più di verità e precisione quell'epoca santa di tanto interesse e insieme cosí commovente, è stato quivi messo in opera con rara maestria dal ch. Autore. É perciò che abbondano le nozioni di geografia, topografia. archeologia biblica e le migliori illustrazioni che si possono trarre al detto scopo dalle SS. Scritture specialmente del Nuovo Testamento e dalle più accreditate tradizioni. Ma fra tutti i personaggi che vi sono ritratti, campeggia (come si fa evidente dal titolo stesso dell' opera) la bella e maestosa figura di Giovanni l'Apostolo; di quest'uomo meraviglioso arricchito de' più svariati ed eletti carismi dalla predilezione del suo Signore e Maestro. I tratti più salienti della vita di Lui sono dipinti coi più vivi colori, sempre però in base alla Scrittura e alla tradizione. Principiando dalla sua vocazione ed elezione, il grande Apostolo vi è successivamente rappresentato attraverso scene ricche di effetto drammatico, perchè delineate collo stile florido e sobriamente poetico de' Padri. L'affetto speciale che per Lui nutre Gesù, onde non sa chiamarsi con altro nome che con quello di Beniamino di Gesù (discipulus ille quem diligebat Iesus): la dilicatissima testimonianza che ne riceve nell'ultima Cena (recumbens in sinu Iesu) e sul Golgota a' piè della Croce (ecce Mater tua): i suoi rapporti di figliale amore colla Madre di Gesù : il suo martirio glorioso sotto Domiziano: i suoi rapimenti e le sue profezie a Patmos ; l'Evangelio dettatogli dallo Spirito Santo contro i primi avversarii della divinità di Cristo : la sua morte preziosa in tardissima età al cospetto della novella Chiesa già per tutto il mondo nata e rigogliosa, corroborata dal sangue de' suoi colleghi nell'Apostolato e degli innumerevoli martiri; tutto è descritto con arte finissima, senza sfoggio di artificiosa eloquenza, ma in cambio con moltissima di quella schietta semplicità ed unzione che caratterizza i Libri Santi e gli scritti de' Padri massimamente Apostolici.
« Sarebbe prezzo dell'opera enumerare qui un per uno i non comuni pregi che adornano la dotta opera dei Rev. G. B. LEMOYNE, e il merito letterario del ch. Autore : ma le spazio ristretto e la nostra pochezza ci fanno ostacolo. Non possiamo però assolutamente dispensarci dal far notare l'ordine e la chiarezza colla quale vi si trova esposta l'orditura meravigliosa dell'Apocalisse, storia della Chiesa nel corso de' secoli, e la tela magnifica dell'Evangelio riguardato di fronte alla infinita varietà delle sette gnostiche che, tentando di spiegare i dommi cristiani colla filosofia di Platone, laceravano il seno della Chiesa nascente. Ci sembra pure degno di speciale encomio, perché tratteggiato soavissimaménte, l'episodio della morte avventurata di Maria. E finalmente - ciò che proprio coronat opus - non sarà mai abbastanza lodato l'eccellente uso nel decorso dell'opera fatto ad ogni buona occasione dal ch. Autore de' tesori accumulati di verità e documenti evangelici, valendosene cioè a ribattere i principali errori moderni intorno alla Religione, sorti specialmente dal razionalismo tedesco, ricalco dello gnosticismo dei primi secoli.
I gentili lettori del Roma-Antologia facciano pure acquisto di questo elegantissimo libro del Rev. LEMOYNE, che merita davvero particolare considerazione in mezzo alla colluvie di libri poco o nulla attendibili che ci piovono d'ogni parte . tanto più che il ritratto della vendita é in beneficio della nuova chiesa ed ospizio di S. Giovanni Apostolo, eretti per cura dell'infaticabile D. Giovanni Bosco in Torino. Vi troveranno non pure la verifica di quanto ne abbiamo scritto, ma di più assai che ci rimaneva a dire, ma non avremo potuto facilmente esprimere.
Intanto si degni il ch. Autore di accogliere benignamente le nostre più sincere congratulazioni, nell'atto che ci auguriamo di avere a gustare ben presto novelle produzioni del suo ingegno, a decoro e conforto della nostra Madre comune, la cattolica Chiesa. »
(Roma-Antologia, anno III, N. 45, 12 nov. 1882).
Sono due eleganti volumi elegantemente legati in tela, impressione a oro L. 6.
E una Strenna tra le più graziose.
LIBRERIA S. GIOVANNI.
L'Apostolo S. Giovanni termina il suo vangelo colle seguenti memorabili parole : Sono molte altre cose fatte da Gesù, le lugli se si scrivessero a una a una, credo che nemmeno tutta la terra capir potrebbe i libri che sarebbero da scriverne.
Queste iperboliche parole, che rivelano l'immensa venerazione e lo smisurato affetto che il prediletto Discepolo nutriva per il suo Maestro, debbono ridestare in tutti quanti i discepoli di Cristo, in tutti i tempi, un santo zelo di far conoscere il proprio Maestro, un Maestro la cui dottrina ed i cui atti registrar non potrebbe la terra intiera, quand'anche fosse coperta di libri.
Per la qual cosa, noi volendo, far conoscere l'adorabilissimo nostro Maestro a quanti più ci sarà possibile, abbiamo stabilito di aprire una Libreria nel. nostro Ospizio di S. Giovanni, nel Corso Vittoro Emanuele, angolo Via Maria Cristina.
Questa Libreria, che piglierà nome da S. Giovanni, mirerà a diffondere in modo speciale libri, i quali, o direttamente o indirettamente facciano conoscere Colui che di se dice : Ego sum Via et Veritas et Vita.
Essa però funzionerà solamente per la città di Torino, e ciò per ragioni amministrative. I nostri benemeriti Cooperatori e le nostre benemerite Cooperatrici Torinesi, nonchè quelli che si portassero in Torino possono rivolgersi colà per acquisto di libri dalle nostre Tipografie pubblicati e specialmente per quelli qui annunziati.
Voglia il Santo Apostolo dal cielo benedire questa nuova Libreria al suo santo nome dedicata e far sì che per essa molti possano conoscere ed amare la verità.
AVVISO BIBLIOGRAFICO.
Il premio o dono offerto della Bibbliotechina dell'operaio a chi farà acquisto dei libri qui sopra annunziati, cessa col giorno 29 Gennaio. Coloro che vogliono approfittare di tale premio lo specifichino , affinché non accadano dimenticanze.