CENNI BIOGRAFICI
d' un Cooperatore Salesiano .
Nel giorno 27 Aprile dell'anno corrente cessava
di vivere in Torino nell'età d'anni 74 il Barone
Carlo Giacinto Bianco di Barbania, e questo tra-
passo destava tra i parenti e gli amici un una-
nime compianto .
Cortese, generoso e pio si guadagnava 1' affetto
di quanti lo . avvicinavano. Dotato di eccezionale
bontà di cuore, accompagnato da sodi principii di
Evangelica carità, non seppe mai negare un soc-
corso a chi ne lo richiedeva . Ricchi e poveri e-
rano sempre presso di lui i ben accolti, e dopo
aver largito consigli e consolazioni agli uni, con-
forti e sussidii agli altri, era pronto a ricomin-
ciare, tosto che se ne presentasse l' occasione .
Sempre affabile, non mai altiero, sapeva accop-
piare alla nobiltà dei modi la più benevola
accoglienza, e più volte richiesto di ripetuti ser-
vizii, non si mostrò mai stanco dal beneficare .
Nato in Barbania da illustre famiglia con titoli e
feudi nel Canavese, nutriva uno sviscerato affetto
pel paese che lo vide nascere .
Figlio del Barone Gasparo Lorenzo Bianco di
Barbania e della Contessa Carlotta Brucco di Sor-
devolo era stato educato nei più sodi principii di
Religione e di nobiltà, talché ogni suo atto era
improntato della più coscienziosa delicatezza, che
mai non ismentì. Cattolico esemplarissimo, si di-
mostrò mai sempre cittadino integerrimo, viva-
mente affezionato al paese ed alla Sabauda Dina-
stia .
Il Re Carlo Alberto che molti servizii aveva
ricevuto dal Cavaliere di Barbania suo zio, ap-
prezzando il ben provato attaccamento di questa
famiglia, lo chiamò a Corte, e fattolo Maggior-
domo, la ebbe caro fino agli ultimi giorni del suo
regno .
Decurione della Città di Torino, tanto in questo
Municipale Consiglio quanto alla Real Corte, ebbe
amici ed ammiratori coloro che lo conobbero .
Sposato alla nobile Damigella Delfina Alciati
fu il modello dei mariti, e nella lunga malattia ,
che travagliò la sua amata consorte, s'interdisse
ogni divertimento estraneo alla casa, per dedi-
carsi intieramente all'assistenza della cara inferma .
Rapita questa dopo lungo penare da morte im-
matura, ed Ei rimasto senza successori, si dedicò
viemaggiormente all' aiuto di quella seconda fa-
miglia, che il Signore ci lasciò nella persona dei
suoi poveri, e questo fece con tanta amorevolezza
e spontaneità, che, più ancora dei vistosi soccorsi,
erano apprezzate le affabilissime maniere, e le
cordiali parole . Non vi fu buona opera cui non
abbia aperta la borsa, non derelitto cui non ab-
bia sporta la mano, e la scala di sua casa, af-
follata ogni giorno di bisognosi che venivano per
soccorsi, pareva talvolta l' anticamera della Prov-
videnza .
Dopo questi brevi cenni, niuno farà le mera-
viglie, se l' immortale Pontefice Pio IX, fatto con-
scio di tante virtù, lo abbia fregiato del gran
Cordone dell' Ordine di S . Gregorio Magno . L'af-
fezione immensa eh' Ei già portava al Vicario di
Gesù Cristo, trovò in questo favore nuovo motivo
a più divampare, ed a cogliere ogni occasione per
dimostrarsi . Senza doppiezza come senza umani
rispetti, con nobile arditezza e col più vivo slan-
cio esprimeva questi sentimenti di amore al Rom .
Pontefice sempre quando se ne presentava il de-
stro . Se sapeva di taluno che dovesse recarsi a
Roma presso l' Augusto Capo della Chiesa, era
tutto in moto per sollecitarne una Benedizione, e
quando ne riceveva la notizia era al colmo della
sua contentezza .
Uso a dire che nei momenti di gioia ò d' uopo
farne partecipi i nostri simili, allora allargava la
mano a maggiori soccorsi ; sebbene come era pur
solito a dichiarare che nelle giornate improntate
da disgrazie era necessario impetrarne l' allonta-
namento con ripetute opere di carità, non vi fu
giorno o fortunoso, o lieto, che non 1' abbia tro-
vato disposto a lenire i dolori dei poveri di Gesù
Cristo .
Con tali principii non mai la sua mano si ri-
stette dal donare, e ben sovente distribuendo fin
l'ultimo obolo che tenesse in cassa, la nobile sua
generosità lo espose a non lievi sacrifizii , per
cui si può dire che del suo Patrimonio fece
partecipi i poveri al di là del superfluo .
Di più colle ultime sue testamentarie disposi-
zioni, riconosciuti non pochi de' suoi parenti,
volle largamente favoriti, non solo le persone che
lo servirono, ma ancora i poveri del suo caro
natio paese di Barbania, non che 1' ospedale del
Borgo di Caselle con annui vistosi assegnamenti
perpetui ; disponendo ancora che il residuo della
eredità così ripartita fosse destinata a tale per-
sona che, tutta dedicata al vantaggio dei figli del
popolo, gli presentava un' arra sicura che tale sua
volontà avrebbe avuto esecuzione in larga misura .
Questo residuo sebbene assai assottigliato dalle
precedenti largizioni sarà pur sempre monumento
solenne di tanto inesauribile carità .
Chi tributa queste linee alla cara memoria di
un amico conosciuto da più di trent'anni, può
bene assicurare, che é forse ben raro di incon-
trarsi in un modello più compiuto di Cristiano
virtuoso, di amico perfetto, di cittadino inteme-
rato e di Cattolico esemplare ; qualità queste che
ne compendiano quasi tutta la vita, mancandovi
soltanto il quadro della prima giovinezza . A questa
mancanza supplisce ben degnamente la seguente
lettera, che il padre suo gli lasciava quale ricordo
negli ultimi anni di sua vita , e che egli custodì
sempre come preziosa reliquia . Questo scritto da
noi poc' anzi trovato , che fa palesi i sentimenti
nobili e religiosi del padre , é pure il più auto-
revole elogio alla condotta del figlio , che vi si
appalesa quale oggetto delle compiacenze di tal
genitore, e giusto argomento del paterno suo vanto .
FIGLIO CARO OLTRE OGNI CREDERE,
Tu leggerai questo scritto quando non sarò più
tra voi . Oggi, giorno in cui si celebra la festa del
Glorioso Martire S . Lorenzo, é stato da me par-
ticolarmente solennizzato coll' essermi accostato
ai Santissimi Sacramenti, sperando che quel gran