fatti non tanto facili ad essere dimenticati . Uno
di questi fu nell' ultimo giorno di carnovale del
1855 . Don Bosco fin dai primi anni dell'Oratorio
aveva introdotta la pratica del cosi detto Eser-
cizio della buona morte . Consiste questo nel fare
una Confessione ed una Comunione come se fosse
l'ultima della vita, e nella recita di alcune pre-
ghiere acconcie alla circostanza . Questo Eserci-
zio ha luogo ogni mese e nell' ultimo giorno del
carnovale, e in questo dì si compie in suffragio
delle anime del purgatorio . Ciò saputo il Mar-
chese Fassati disse : « I figli di Don Bosco l'ul-
timo giorno di carnovale sogliono consolare le a-
nime purganti , coll' offrire in loro sollievo la
Confessione, la santa Comunione, ed apposite pre-
ghiere , ed io voglio rallegrare essi mede-
simi ; » e così fece . Era il 20 febbraio . Al
mattino oltre un centinaio di giovanetti dell' O-
spizio e molti altrì dell' Oratorio festivo u-
dirono la Messa, si accostarono ai santi Sacra-
menti, risposero alle preghiere della buona morte
recitate da D . Alasonatti, ed offersero a Dio per
le anime sante non solo quelle pratiche di pietà,
ma la pena di un freddo intenso, che intirizziva
le membra . Ma all' uscire di Chiesa noi ci tro-
vammo un premio inaspettato ; ed erano due buone
pagnotte, accompagnate da una grossa fetta di sa-
lame . Pareva che le anime dei purgatorio ci ri-
compensassero, per mano del signor Marchese, del
sollievo loro portato coi nostri suffragi .
Ma fuori di ogni usato fu il pranzo allestitoci in
quel giorno medesimo . Il caritatevole signore ol-
tre ad una buona pietanza volle che ci fossero serviti
gli agnellotti . Ne occorrevano oltre a 100 dozzine ;
onde fu necessario che nella vigilia vi lavorassero
attorno la buona mamma Margherita, e parecchi
giovani sotto la sua guida . « Ma gli agnellotti
vanno bagnati, » disse il provvido signore ; e
quindi spedì all'Oratorio una buona quantità di ot-
timo vino delle sue vigne del Monferrato . Si com-
piacque poi di assistere egli stesso in persona al
nostro convito dicendo : « Voglio vedere cogli
occhi miei l'effetto, che producono nei giovanetti
due bicchieri di buon vino ; » e il vide e l'udì con
sua grande soddisfazione . Dopo cinque minuti che
ne avevano bevuto il primo , i giovani non po-
tevano già più stare nella pelle ; le chiacchere si
mutarono in un passeraio ; gli evviva al sig . Mar-
chese si succedevano senza interruzione ; era uno
spettacolo da carnevale, ma onesto ed innocente .
Si trattava di mescere il secondo bicchiere ; ma
in vista della nostra allegria giunta oramai al
colmo, D . Bosco domandò al signor Marchese che
gli permettesse di battezzare alquanto quel gene-
roso liquor di Bacco, a fine di premunirci da suoi
fumi e dai capogiri . In quel giorno noi fummo
arcicontenti ; ma la gioia più soave fu quella del
signor Marchese . La pietà, la fede, che guidava
tutte le sue azioni, gli insegnava cbe aveva ral-
legrato uno stuolo di poveri giovanetti , i quali
avrebbero pregato Iddio ad aprirgli un giorno il
seno della sua misericordia, e a dargliene in Cielo
un premio adeguato ed imperituro ; questo pen-
siero gli inondava l' anima di consolazione inef-
fabile .
Un'altra non comune allegria ci procacciò l'e-
gregio signore nella festa di S . Luigi, di cui era
stato fatto Priore . La sera di quel dì, che fu la
prima Domenica di luglio, dopo le sacre funzioni,
egli provvide pane e salame a tutti i convenuti
all'Oratorio, i quali, compreso il gran numero di
esterni, superavano gli ottocento . Siccome era molto
generoso, così ei volle che il companatico fosse piut-
tosto abbondante ; onde era un divertimento il ve-
dere i giovani, che, ricevuta la propria porzione,
se la mettevano dinanzi agli occhi , e mirandola
gridavano in tono di giubilo : Non si vede Su-
perga, non si vede Superga . É questa una frase
famigliare tra noi, per dinotare la grossezza di
una fetta di salame o di cacio ; in quanto che se
lascia vedere Superga, collina al nord est di To-
rino, è segno che è sottile e trasparente ; se no,
è prova che è spessa ed opaca, e vi ha molto a
godere . E tale appunto era quella, regalataci dal-
l'amorevole Priore .
Questi ed altri consimili atti di carità, eserci-
tati ora da questo ora da quell'altro dei signori
di Torino, erano di efficace stimolo ai giovanetti
esterni ad intervenire al catechismo, e alle reli-
giose funzioni dell'Oratorio . Eglino vi scorgevano
come un avveramento di quella sentenza del santo
Vangelo : Cercate prima il regno di Dio e la
sua giustizia, e il resto vi sarà dato per giunta .
Ricevendo di quando in quando questa giunta in
modo loro adattato, attendevano più spesso e vo-
lentieri alle cose di Dio e dell' anima , a poco a
poco si fondavano nella religione, si fortificavano
nella virtù, e così rendevansi buoni cristiani, savii
ed onorati cittadini .
E qui, poiché ci cade in acconcio, giova dirlo
per norma dei direttori e promotori degli Ora-
torii festivi . Se si vogliono frequentati dai giova-
netti, vi sono indispensabili onesti allettamenti .
Senza di questi, la maggior parte dei fanciulli li-
beri di se stessi , o perchè orfani di genitori, o
perché trascurati dai medesimi , non s'inducono
punto ad intervenire alle sacre funzioni e alla
istruzione religiosa, che vi s'imparte . Per sua
leggerezza e vivacità questa cotal gente rifugge
quasi per natura dallo stare ritirata, e dall'assog-
gettarsi alla sorveglianza . Bisogna quindi atti-
rarvela e prenderla come le mosche, con buoni favi
di miele . Quindi affinchè prosperi un Oratorio fe-
stivo si richiedono divertimenti, giuochi, trastulli,
belle ed amorevoli maniere, e questo sempre ; po-
scia di quando in quando occorrono teatrini, pic-
cole lotterie, regalucci, passeggiatine, colezioni,
merenduole e via dicendo . Se vi hanno queste at-
trattive, sì vedranno gli Oratorii gremiti di ra-
gazzi ; se no, si avrà il rammarico di vedere nei
giorni festivi le piazze, i viali , i dintorni delle
città ingombri di monelli, i quali crescono nell'i-
gnoranza della religione e nella scienza di ogni
mal fare ; si avrà il cordoglio di vedere crescere
una generazione senza Dio , senza fede e senza
legge ; si avrà il dolore di vedere a formarsi fa-
miglie e società, che rimpiomberanno il mondo
negli orrori del paganesimo e nella barbarie . Se
ne veggono fin d' ora luttuosi esempi in molte
città d'Italia e di Francia, che non è mestieri di