padri di famiglia, e colle loro cristiane e
civili virtù allieteranno la Chiesa, onore-
ranno e consoleranno la società, e infine
popoleranno il Cielo! Quanti altresi vi col-
tiveranno la loro vocazione allo stato eccle-
siastico, vi troveranno il mezzo di farsi sa-
cerdoti, e diverranno salvatori di anime nei
nostri paesi, e tanti si porteranno eziandio
come apostoli a dilatare il regno di Gesù
Cristo nelle più lontane parti della terra !
Orbene, di tutte queste opere buone e fatte
e da t'arsi, il Signore ne terrà conto pel
giorno della morte di tutti coloro che, se-
condo le loro forze, avranno concorso ad
innalzare questo sacro edilizio, ad aprire
questa Casa, che siccome fontana perenne
diramerà le sue acque di benedizioni e per
la città di Torino, e per molti altri paesi
ancora . Si, Iddio, cui tutto è innanzi agli
occhi non solo il presente, ma eziandio il
passato e l'avvenire, computerà tutto questo
bene per dare a ciascuno, che ne fu causa,
il dovuto premio, e cingergli il capo di una
corona di gloria più ricca e sfolgorante nel
regno dei Beati .
A queste ragioni e a questi riflessi, chi
non si sentirà incoraggiato a porgere la
mano al compimento di un'opera siffatta?
Chi non vorrà concorrervi con una qual-
siasi offerta secondo il suo censo ?
IL TABERNACOLO DI MOSÈ
e la Chiesa di S . Giovanni .
Iddio, che senza concorso di alcuno, già creava
il Cielo e la terra, potrebbe, non v'ha dubbio ,
fare di per sè e in modo affatto prodigioso con-
durre tuttora a terminò in questo mondo tutte le
altre opere di sua maggior gloria . Tuttavia per
regola ordinaria Egli si limita ad inspirare a ta-
luno il pensiero d' intraprenderle, e poi lascia alla
prudenza, alle sollecitudini, allo zelo degli uomini
il cercare e l'usare i mezzi necessarii ad eseguirle,
e mettere loro la corona . Così Egli adopera cer-
tamente per buone ragioni, che a noi non è sem-
pre dato di tutte penetrare . Ciò nondimeno cre-
diamo di non andare errati dicendo che egli ciò
fa per darci occasione di fare un santo uso dei
nostri beni, a fine di ricompensarcene poscia non
solamente nell'altra vita, ma in questa pur anche,
collo spandere sopra delle persone, famiglie e
cose nostre la pioggia copiosa delle sue benedi-
zioni . Egli ce ne assicurò con queste parole, che
si leggono nel sacro libro dei Proverbii : « Onora
il Signore colle tue facoltà, e dà a lui le primizie
di tutti i tuoi frutti ; e allora i tuoi granai si
empieranno quanto tu puoi bramare, e le tue can-
tine ridonderanno di vino » (III, 9, 10) .
L'accennata regola di divina condotta è assai
antica . Noi la troviamo seguita da Dio fin da
quando comandò a Mosè, che erigesse nel deserto
il Tabernacolo, il quale era un tempio portatile,
formato di legno prezioso, vestito di lamine d'oro
e d'argento e riccamente adorno, il primo sacro e-
difizio dedicato con rito solenne al divin culto .
Dopo averglielo ordinato, e datogliene pur anche il
modello, Iddio soggiunse che a formarlo, concorrere
doveva il popolo colle spontanee offerte ; anzi de-
gnossi di indicare persino le cose, che offrir si
dovevano all'uopo . Ricevuta dal Signore questa
ingiunzione, Mosè raccolse il popolo e disse
« Delle cose vostre mettete a parte quello, che
ciascuno di propria elezione e spontaneamente
vuole offrire, oro, argento, rame, lana, porpora,
pietre e gemme preziose, e legno . » (Esod . 35, 11) .
Udito avendo il popolo che Dio lasciava a lui
la cura della erezione del suo Santuario ne andò
fuori di sé per la gioia, e tutti, ricchi e poveri,
uomini e donne gareggiarono nel portare a Mosè
quegli oggetti, di cui ognuno, secondo le proprie
forze, disporre poteva . « E tutta la moltitudine
(lei figliuoli d'Israele, dice il Sacro Testo, udite
queste parole, offerirono con prontissimo e divoto
amino il meglio delle cose loro portate dall' E-
gitto . Gli uomini e le donne donarono braccia-
letti, e orecchini, e anelli, e specchi, e vasi d'oro
e d'argento, e panni, e tele di vario colore, non
ehe pietre preziose, e legname atto a varii usi .
Ogni cosa offerivano di spontanea volontà, affin-
chè si facessero i lavori ordinati da Dio per bocca
di Mosè . (Ivi) . » Quelli, ehe a cagione di povertà
dar non potevano grandi cose, presentavano non-
dimeno pelo di capra filato, e pelli di montoni
da servire per coprir il caro Santuario . In breve
i doni di ogni genere furono tali e tanti, che su-
perarono di gran lunga l'aspettazione . Senza cal-
colare le altre , le sole offerte in oro ascesero
alla somma di 29 talenti, che equivalgono a più
di due milioni di lire della moneta nostra .
Malgrado sì gran copia di regali, pure il de-
voto popolo non desisteva di presentarne altri an-
cora . « Mentre gli artisti, così il divino racconto,
accudivano ai loro lavori, ogni giorno la mattina
la gente offeriva doni . Per la qual cosa gli arte-
fici furono costretti a dire a Mosè : Il popolo dà
più di quel che bisogna . Ordinò adunque Mosè
che un banditore intimasse, che nessun uomo o
donna offerisse più alcun' altra cosa ; e così ces-
sarono, perocchè quello che era stato offerto ba-
stava, e ve n'era d'avanzo » (Esod . 36) .
A questa narrazione chi non resta altamente
edificato 9 quale liberalità per la Casa del Signo-
re ! quale disinteresse !
Cooperatori e Cooperatrici, il buon Dio ci la-
sciò la cura di erigergli un nuovo Tabernacolo,
un Santuario, che deve tornargli di grandissima
gloria. Or bene, noi vi facciamo un fervido ap-
pello, e vi preghiamo a nome suo che ci vogliate
porgere la mano . Forse qualcuno dirà di non a-
vere né oro nè argento da offrire al Signore ; ma
non vi mancheranno certamente altri mezzi equi-
valenti, coi quali potrete venirci in aiuto . Non
temete che offrendo qualche somma, sproprian-
dovi di qualche oggetto, ne abbiate poscia a sof-