e disinvoltura, la nostra brillante canzone dell'o-
nesto operaio . A quegli uomini repubblicani , e
ad un tempo gente laboriosa , quel canto, che
alla democrazia unisce l'idea del lavoro e dell'o-
nestà, piacque siffattamente , che n'erano fuor di
sè per la gioia. Quindi ridevano, gridavano, bat-
tevano le mani e i piedi ancora, facevano insomma
tal fragore che io temeva che ne dovesse crollare
la volta della sala . Poco dopo mutò la scena . Fat-
tosi innanzi un fanciullo cantò il nostro Orfanello
con una sì bella e patetica voce, che trasse dagli
occhi di tutti le lagrime .
Volendo porre fine al trattenimento, perchè fa-
ceva un caldo soffocante (essendo per noi stagione
estiva), volsi a quei signori poche parole di cir-
costanza, accolte con molto rispetto . Mi si volle
rispondere, parecchi dimandarono la parola al loro
capo, e due la ottennero . Erano i direttori di due
giornali . Parlarono con vivacità e con entusiasmo,
benedicendo il nostro arrivo e i nostri propositi,
animando i giovani a corrisponderci, e congratu-
landosi colla patria delle felici speranze, che po-
teva legittimamente fondare sopra questo Istituto .
Dopo ciò si passò nella Cappella, ove la banda
suonò e i giovani cantarono il grandioso inno, la-
sciato pure come ricordo dal nostro caro D . Ca-
gliero, in onore di S . Rosa dl Lima, la grande
Patrona, la Santa più amata e venerata da tutta
l'America, siccome uno dei primi e più leggiadri
fiori della Chiesa, sbocciati in queste parti dopo
la scoperta fattane da Colombo .
Usciti di Cappella i capi a nome di tutta la co-
mitiva mi si fanno appresso inteneriti, e uni an-
nunziano il comune proposito di lasciarci un ri-
cordo . E quali ? Nientemeno che il più bel Piano-
Forte di Montevideo, da cinque mila franchi . Ne
siano ringraziati, esclamai ! ne avevamo veramente
bisogno .
Dopo nuovi saluti e replicati evviva al Com-
mercio, alla Repubblica, ed a D . Bosco, quei si-
gnori partirono dal Collegio con tutte altre idee
da quelle che avevano prima . Imperocchè so di
certa fonte, che otto sopra dieci di loro da prin-
cipio non volevano neppur metter piede sulla so-
glia della nostra casa, perchè ci credevano altret-
tanti... e retrogradi , come dicesi oggidì, e di
null'altro capaci fuorchè ad insegnare il Pater e
il Catechismo . In quella vece mirarono cogli occhi
proprii che alla religione può ben camminare di
santo accordo lo studio, la scienza, l'insegnamento
delle belle arti, ed un'allegria piacevole e garbata .
Ne furono soddisfatti, anzi entusiasmati, e ne fu
un'indubbia prova il fattoci regalo .
Il triduo di san Francesco si fece assai bene e
la festa solenne riuscì devotissima, onorata dal
nostro Veneratissimo Monsignor Vescovo, il quale
distribuì la Comunione generale, assistette poscia
alla Messa solenne , e diede la santa Cresima a
25 giovanetti interni, e a 50 degli esterni .
Alla sera dopo le funzioni di chiesa la festa si
finì nella gran sala, dove si declamò e si cantò
in onore di s . Francesco e di Monsignore .
Questo insigne prelato così buono e così affe-
zionato ai Salesiani, in quel giorno mi supplicò
con istanza di un favore, che non è da me il con-
cedere , ma da lei . Ed ecco di che si tratta . La
parrocchia da cui noi dipendiamo è quella de las
Piedras, distante tre miglia dal Collegio ; bella
cittadina, con bellissima chiesa fabbricata da poco .
La popolazione è buona, ma i cattivi, che si tro-
vano da per tutto, fecero guerra così accanita al
parroco , già religioso ed ora sacerdote secolare,
che il poverino rinunziò all'uffizio suo con grande
scapito delle anime . Ora monsignor Vescovo vor-
rebbe ben porre un altro sacerdote a sua vece,
ma non lo trova, tanto scarseggiano i preti in
queste parti . Quindi desidera, prega e scongiura
che pel bene di tante anime, a gloria di Dio, ed
anche per levar una gran pena dal suo cuore, vi
andiamo noi . Oltre al locale pel parroco e pel cu-
rato, egli ci otterrebbe ancora una casa attigua,
che si presterebbe assai bene per fare scuola ai
fanciulli e alle fanciulle del paese . La parrocchia
sarebbe ceduta in perpetuo alla nostra Congrega-
zione . Tanto il vescovo quanto io desideriamo e
aspettiamo da lei una risposta .
Vorrei ancora proseguire ; ma si appressa l'ora
d'impostare la lettera, e mi è giuocoforza di met-
ter fine, e termino coll'augurare alla S . V . a nome
mio e di tutta la casa gioconde le prossime feste
natalizie, e un buon fine e capo d'anno .
Oh ! sì il divin Pargoletto Gesù le riempia il
cuore di ogni più squisita dolcezza, nasca, viva,
e regni in eterno nell' anima sua . Le conceda e-
ziandio l' Autor della vita molti anni ancora per
nostro consiglio e conforto , e col braccio della
sua onnipotenza la sostenga nelle dure fatiche che
per la sua gloria e per la salute delle anime deve
ogni giorno sostenere . A questo fine ne lo pre-
ghiamo, e ne lo pregheremo . La S . V . faccia al-
trettanto per noi , affinchè non ci rendiamo mai
indegni di lei e della nostra Congregazione .
Sito obb.mo ed aff .mo
Sac . Luigi LaSAGNa .
NELLA PARTENZA DEI MISSIONARII SALESIANI
per le Missioni Australi .
Ergi la fronte all'eternale Iddio,
Dalle tue luci, deh rasciuga il pianto,
Ascolta Italia, un glorioso addio!
Bella! Infelice! Non è il mesto canto,
Di chi piangendo al tuo dolor, s'invola
Per non morirti combattendo accanto ;
Ma di colui è l'ultima parola
Per cui, ridente ad immolar la vita,
Per quella fè, di cui sei centro . vola .
Oh i generosi! E l'hanno pur sentita,
Profonda al core lor parlò la voce,
Che dal Calvario, in rosso ammanto, è uscita
Eccoli tutti con in man la croce,
Ecco il Vessil, che li conforta e spinge
Di Colorado a superar la foce .
Ma non han patria, non amor astringe
De' cari loro, il cor di quegli atleti
Per correr l'onde e disfidar la sfinge?
Nell'animo pur troppo, irrequieti
Oh ! sentono i lamenti e le parole,
Che piangere li fanno e meno lieti,