PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XLIV - N. 9 SETTEMBRE 1920
SOMMARIO
Salviamo la gioventù studiosa (Prof. R. Bettazzi).
La generosità del S. Padre e il Santuario della S. Famiglia a Firenze.
La scuola ideale del lavoratore: - Visitando la Mostra Salesiana.
Concorso Ginnastico Internazionale (Torino-Valdocco: 20-22 agosto).
Decreto per l'introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Don Andrea Beltrami, della Pia Società Salesiana.
Convegno di Cooperatori Salesiani (Torino 16 settembre). Uno sguardo all'Opera di D. Bosco nel Brasile e la Missione del Rio Negro: Lettera dell'ispettore D. Pietro Rota.
Festa popolare ad onore del S. Cuore di Gesù: Lettera del Missionario Don Giovanni Balzola. Dall'Equatore.
Il Culto di Maria SS. Ausiliatrice - Pel 24 corrente - Echi delle Feste Titolari - Grazie e graziati.
Note e Corrispondenze: - Nell'onomastico del S. Padre - Istituti Salesiani - Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Notizie varie: in Italia: all'Estero. Necrologio e Cooperatori defunti.
Cooperatori Salesiani, o modo pratico di giovare al buon costume e alla civile, società.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO
Cause di corruzione.
La scuola buona e la buona coltura, se indispensabili al giovine, non sono per altro sufficienti alla sua conservazione ed alla sua salvezza, perchè nell'ambiente in cui egli deve vivere, fuori delle scuole, sono molte - e oggi si vanno rapidamente moltiplicando - le cause di corruzione per la sua fede e i suoi costumi.
La stampa cattiva, aiutata dai mille perfezionamenti dell'arte, attenta da ogni parte al giovine avido in generale di leggere e di osservare figure e disegni: la pornografia lo attende nei libri, nei giornali, nelle cartoline da ogni vetrina, a ogni angolo di via: i testi scolastici, coll'autorità che viene loro dalle scuole, gli presentano e gl'impongono errori sopra errori; i giornali per gioventù lo dissipano con ogni sorta di leggerezze e ne blandiscono le passioni e lo abituano insensibilmente a essere indulgente verso il male e a trattare come trastullo le cose più sacre e più sante, dall'amor di Dio al rispetto della donna.
Mezzi di salvezza.
Si deve dunque aiutare, incoraggiare in ogni modo la buona stampa e procurarne tale e tanta da soddisfare le esigenze tutte che può avanzare la gioventù.
E perciò fondiamo e incoraggiamo giornali sani per la gioventù, procurando che ve ne siano anche di ameni, purchè morali; e quelli che vi sono facciamoli conoscere, diffondiamoli e curiamo che si scrivano buoni libri scolastici e siano buone penne a scriverli, perchè, e servano bene nelle scuole buone che li adottino, e trovino facile accesso anche in tutte le altre, dove risparmieranno tanto male.
Si faccia poi guerra alla stampa cattiva e con essa a ogni altra forma d'immoralità che minacci la salute dell'anima dei giovani, offenda il loro diritto all'onestà, dal turpiloquio al teatro disonesto, dal cinematografo all'alcoolismo: e ciò dando vita a quelle Associazioni o Leghe di moralità che curano il rispetto e l'applicazione delle leggi in materia e diffondono i sani principii del vivere onesto, e facendosi un dovere di inscriversi là dove già esistono.
E a tutela delle giovani, le quali, oltre corrompersi esse, sono troppo spesso vittime del mal costume e delle sregolatezze maschili, vadano le Cooperatrici a lavorare nelle file di quella magnifica Opera cattolica di protezione della giovine che, per la sua internazionalità, può accompagnare e guidare la giovine dovunque essa vada e per la sua plasticità si adatta a soccorrere i bisogni morali della giovine dovunque e in qualunque circostanza.
Si tenga poi presente la necessità già accennata, che i giovani trovino istituzioni adatte per correggere gli errori che si sentono suggerire e magari insegnare, e per conservarsi nella fede. Perciò si fondino e si favoriscano i Circoli giovanili (nè qui, come anche in tutte le cose precedenti, io distinguo fra i due sessi, pei quali, benchè in separate sedi e con opportune differenzazioni, ove occorra, sono necessarie identiche istituzioni); e siano circoli dove si coltiva la fede dei soci: dove si ribattono gli errori che essi vengono ascoltando: dove essi si preparano alla lotta della vita e al lavoro sociale, ma dove anche si tien conto del bisogno, che ha la gioventù, di svago, di moto, di allegria, di rumore, e si dà quindi mezzo ai soci di ricrearsi onestamente quanto occorre, perchè essi non sentano il bisogno di ricorrere a istituzioni non cristiane, o a malsicuri svaghi in ambienti troppo profani.
Trovo che sarebbe utile anche porre mano a speciali pubblicazioni facili e brevi, destinate a mettere, con forma piana e non noiosa, i giovani a contatto colle questioni più urgenti
dell'oggi, acciocchè imparino quello che oggi è la vita , quali pericoli e speranze e lotte riserbi a loro, e siano loro ricordati i grandi capisaldi dai quali non devono mai dipartirsi nella loro condotta. Se scritti apposta pei giovani e pubblicati con qualche frequenza, riusciranno a interessarli e a far loro del bene (1).
Ma non con soli consigli e con sole pubblicazioni si perverrà a rendere il giovine tetragono agli assalti del male e forte quanto occorre per sapersi tenere nella vita al suo posto di combattimento. Occorre che abbiamo cura speciale di educare e di rafforzare il suo carattere e insieme di metterlo a contatto colla vita, colle sue miserie, colle sue lotte, coi suoi disinganni. La educazione del carattere non è facile, e più difficile la rendono le attuali condizioni dell'ambiente: senza dubbio esse esigono, da parte dell'educatore, la conoscenza piena del giovine, insieme a una visione chiara di quella che siano le aspirazioni della gioventù in genere
e a una forza speciale di volontà. Don Bosco ebbe questa virtù in alto grado, e lasciò ai suoi continuatori larga copia di precetti pieni di saviezza e di prudenza: il cooperatore sa dove egli deve attingere a questo riguardo. Ma non disdegni egli la collaborazione di altre persone e di istituzioni che possono in ciò aiutarlo: tanto più che per mettere il giovine, come dicevo, a contatto colla vita, è pur necessario che egli si aggreghi a qualche associazione che lo avvii al lavoro sociale, che a questo lo prepari e saviamente lo inizii.
È oggi raccomandabile, come adatta ai tempi e ai desiderii dei giovani, la istituzione dei Boys-Scouts, o Giovani Esploratori, s'intende che parlo di quelli che s'inspirano al principio cattolico; e basti, per raccomandarla, il fatto che i Salesiani l'hanno accolta e fondata in vani loro collegi.
I giovani più grandicelli si avviino agli Oratorii per esservi assistenti. Se essi già furono allievi di qualche Oratorio, sarà per loro orgoglio il fare agli altri ciò che ad essi fu fatto; in ogni modo essi sentiranno l'alta missione che assumono, e il principio di vegliare alla conservazione e al miglioramento di ragazzi affidati alle loro cure influirà sull'animo loro volgendolo a serietà di propositi, tanto più che vedranno nei ragazzi stessi l'effetto della vita religiosamente intesa. Il contatto di ragazzi di varia indole, di varia educazione, i quali vivono spesso in ambienti pieni di miseria e anche di colpe, farà loro conoscere poco a poco le miserie e le colpe che affliggono l'umanità, ma non da un punto di vista indifferente, bensì da quello del modo di porvi riparo, senza quindi il pericolo che viene al giovine quando contempla miserie e colpe per mera curiosità, e quindi in condizioni di soffermarsi troppo sul lato attraente che possono avere e di cadere attratti dal fascino del male.
Si indirizzino anche a quella istituzione provvidenziale che si ha nelle Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli, dal giovine Federico Ozanam fondata quasi novant'anni fa, appunto per i giovani. Oltre la carità che con esse eserciteranno verso i poveri nella forma più cristiana e più meritoria, essi troveranno nelle Conferenze mezzi di studio per conoscere quali sono i veri bisogni delle famiglie, quali gli intimi sentimenti, e le aspirazioni sincere dell'operaio; giacchè tale studio mal si fa sui libri e nelle lezioni, peggio ancora nelle adunanze e nei comizi, e meglio riesce nella confidenza della famiglia e delle pareti delle case di quel popolo che dev'essere oggi l'oggetto delle cure di tutti.
Segnalo anche, come ultimo mezzo per salvare la gioventù, l'indirizzarla - quando ha un'età conveniente e ve ne sia la possibilità - alle Unioni giovanili per la moralità, nelle quali il giovine si abitua non solo al rispetto della purezza, ma alla franca professione di questa purezza, alla propaganda del principio affermante il dovere e la convenienza di questa virtù e al lavoro per la tutela della pubblica moralità. Istituzione bellissima, questa, quando si pensi da un lato alle difficoltà che trova oggi il giovine a custodire la sua purezza, e dall'altro all'importanza somma che ha questa virtù, sia per la salute fisica e morale del giovine, che per l'influenza grande che essa ha sul suo carattere, sull'orientamento di tutta la sua vita, sia anche per la ripercussione che la moralità della condotta degli individui ha in ogni questione sociale.
(1) Ved. numero di agosto u. s.
(1) Raccomandiamo caldamente la Rivista dei Giovani, che si pubblica a cura della Federazione internazionale « Allievi di Don Bosco » dalla Società Editrice Internazionale di Torino. La Rivista dei Giovani ha per iscopo di temprare il carattere dei suoi lettori con lo studio ampio e sereno del pensiero cristiano in sè e nelle sue più varie applicazioni morali e sociali. È una Rivista di cultura viva: efficace nella vita e per la vita.
Il Cooperatore Salesiano conscio dell'altezza della sua missione, convinto che la salvezza della gioventù è il problema sempre nuovo di ogni paese e di ogni tempo ed è la sintesi del programma di azione del Venerabile Don Bosco, ma convinto anche come fra tutti i giovani quelli che frequentano le scuole meritano speciale riguardo e speciale trattamento, attenda con tutti i mezzi che io ho indicato all'opera di salvezza della gioventù e ciò egli potrà fare, o aiutando o secondando, colle offerte, e, se occorre colla prestazione della sua persona, il diretto lavoro dei Salesiani, perchè le loro scuole, i loro collegi si riempiano e si moltiplichino, o occupandosi di uno qualunque degli altri mezzi che si esplicano fuori della ingerenza diretta dei Salesiani, ma che si inspirano all'affetto, che essi portano alla gioventù, e si esplicano colle forme che attingono al metodo educativo di Don Bosco. E fra questi non dimentichi quello che oggi si chiama lavoro sociale: e in tutto il movimento per la scuola libera, per la buona stampa, per la tutela della pubblica moralità, per la protezione della giovine, si trovi sempre, e non col solo nome, ma coll'opera attiva della parola, della penna, dell'azione.
Ai genitori, in particolare, io mi rivolgo, come quelli che hanno maggior interesse e maggior dovere di tutelare la fede e il costume dei loro figliuoli. Oltre alla vigilanza diretta sulla vita di essi non esitino a dar opera attiva al risanamento dell'ambiente in cui i figli hanno da vivere. Io vorrei vederli costituire Leghe di padri di famiglia per la tutela della fede, della morale, Leghe per la moralità, antialcooliche, e via dicendo: e se vivono dove già esse esistono, accorrere a darvi il loro nome. Ciò che per altri è còmpito generico, per loro è dovere, specifico e stretto: e del resto essi sono i primi a godere il frutto delle cure che useranno ai loro studenti, col vederli crescere buoni e affacciarsi alla vita ben preparati, temprati alle lotte, animati da generosi propositi di lavoro e di carità.
Anche agli insegnanti va la mia parola. Io, che sono professore e che sento quale grande responsabilità assuma chi insegna ai giovani o ai bambini che sono affidati a lui, invoco che essi abbiano a cuore le anime dei loro scolari e si sentano obbligati a difenderli: invoco che riflettano quale alta e grande missione devono disimpegnare presso di loro, e non la guastino riducendola a un puro insegnamento di cose profane, ma la svolgano tutta intera, indirizzando al bene gli scolari e proteggendoli dal male. E perchè, poi, in questo sfacelo della scuola, voi che mi ascoltate, noi quanti qui siamo e fuori, che abbiamo viva la fede cristiana, e vorremmo la scuola animata dallo spirito di Don Bosco, non istituiremmo un'Associazione di insegnanti cattolici di tutte le scuole, che della scuola rivendichi e curi la santità e tenda a perfezionarla in modo che sia quell'ente veramente educativo che deve essere? Non sarebbe un bel frutto di questo Congresso, se essa nascesse da questo accordo di anime e di cuori che qui oggi me e voi e tutti tiene uniti ed avvinti (1)?
E a un'altra cosa si pensi. Se la scuola elementare oggi non dà ai bambini l'educazione cristiana, gli è perchè, più che avversi i programmi, sono inadatti gl'insegnanti: il maestro e la maestra cristiana sanno rendere cristiana la scuola - con qualunque programma. Ma oggi gli insegnanti non sono cristiani, perchè la scuola normale che li prepara è indifferente, per lo meno, e bene spesso corruttrice. Volgiamo dunque le nostre cure a migliorare la scuola normale, lottiamo perchè cessi di essere atea, lottiamo perchè sia concessa libertà alle scuole normali fondate e condotte con spirito cristiano, e di queste accresciamo il numero: sarà questo un bel contributo al miglioramento della scuola futura, alla quale è bene avere il pensiero, perchè chi più lontano mira, più dominerà l'avvenire (1).
(1) Il voto è già un fatto compiuto. La Società degli Insegnanti Cattolici d'Italia è già sorta e ha fondato il suo primo circolo a Firenze, intitolato . Circolo Don Bosco », in Via dei Pucci, n. 2. Ne parleremo, di proposito, quanto prima.
(1) Ricordiamo e raccomandiamo le Scuole Normali Pareggiate, dirette dai Salesiani a Torino-Valsalice e a Frascati: e quelle dirette dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Nizza Monferrato, a Bordighera-Torrione e ad Ali-Marina. Chiedere i programmi alle singole Direzioni.
E a tutti, terminando, io mi rivolgo. A tutti, perchè di tutti è interesse e dovere il lavoro di preservazione della gioventù. Siate, signori, apostoli di bene verso i piccoli e gl'inesperti, voi che avete età ed esperienza della vita. Non dite che non potete: dinanzi a un tesoro quale è il giovine, che se buono prepara un bell'avvenire alla famiglia, alla patria, alla società, e se è cattivo ne è la rovina; signori, bisogna potere. E non dite che non sapete. La scienza, dei giovani richiede poco; basta amarli e il resto vien da sè. E l'amarli è cosa così facile. Essi si attirano spontaneamente la nostra simpatia perchè essi sono buoni sempre, in fondo, ed anche i primi traviamenti non arrivano a guastare la bontà che è in fondo all'anima loro. Amateli, ed essi vi vorranno bene: amateli, e ne farete quello che vorrete. Don Bosco informi. Secondateli nei loro giusti desiderii, nelle loro spiegabili aspirazioni: adattatevi a loro, anche se vi sembra che un po' trascendano nelle loro forme, o che domandino cose che un tempo non si sarebbero chieste, o che magari manchino di rispetto a cose o istituzioni che ci eravamo abituati a credere al disopra di ogni eccezione. Anche deplorando in cuor nostro che i giovani non sempre serbino le misure, v'è da chiedersi se qualche volta, e fors'anche spesso, la colpa non è nostra, di noi che non intendiamo i tempi, che viviamo solo di ricordi, e di rimpianti del passato, che non ci persuadiamo come molte cose si cambino attorno a noi e divenga lecito e giusto nelle circostanze di oggi, quello che ieri, nelle circostanze di ieri, era per lo meno sconveniente. I giovani che non hanno un passato a cui riallacciarsi, vengon su impregnandosi della vita d'oggi, delle aspirazioni, dei bisogni, delle tendenze di oggi e dove queste non offendono i principii fondamentali della giustizia, non vi vedono il male che sembra vedervi a noi, abituati ad altri concetti. Dovranno essi fare uno sforzo per compiacer noi adattandosi a forme che ad essi sono ignote e che forse neppur sanno concepire altro che con sforzo: o piuttosto sta a noi, che le idee loro abbiam visto nascere e svilupparsi, ad abbracciare queste idee, almeno in ciò che ai principii di giustizia non contrasta? Solo in questo secondo modo vi è da sperare che, visto il nostro adattamento sin dove è possibile, essi concedano a noi di rinunziare a quel tanto delle loro idee che, eventualmente, non corrispondesse a giustizia; solo a questo modo si avrà quindi quella condizione dì concordia, nella quale è possibile la nostra influenza sull'animo della gioventù, necessaria per poterla educare e condurla a salvezza.
Facciamoci giovani anche noi e sappiamo vivere nei tempi in cui ci troviamo, se vogliamo agire su questi tempi e sulla generazione che in oggi si prepara, alla vita.
Così fece Don Bosco.
Senza dubbio questo adattamento, e lo svolgimento di tutta l'opera educativa e di preservazione della gioventù, ci costerà fatiche, rinunzie e sacrifizi: ma il sacrifizio è l'arcano che distingue e che insieme conserva ogni cosa bella. E d'altronde esso è il compagno inseparabile dell'amore, e noi dicemmo che appunto coll'amore bisogna accostarsi ai giovani.
Del resto i grandi esempi non mancano e ad essa possiamo e dobbiamo ispirarci per avere norme e conforto. Da secoli e da luoghi lontani, come da tempi e luoghi vicini, ci viene la norma e la luce. Sul Calvario, venti secoli fa, coll'amore e col sacrifizio, Cristo redimeva l'umanità intera e le apriva le porte del Cielo. Ieri, e qui in questa Valdocco, divenuta per virtù sua luogo di glorie, il Venerabile Giovanni Bosco coll'amore e col sacrifizio strappava al male migliaia di giovani e dettava regole perchè cogli stessi santi strumenti i suoi figli in ogni tempo e in ogni più remota località, si dedicassero alla salvezza della gioventù. Noi pure, figli del Martire Divino del Calvario, e Cooperatori del santo uomo di Valdocco, coll'amore e col sacrificio compiamo il nostro dovere e conduciamo a Cristo, per mezzo di Don Bosco, la gioventù dei nostri giorni.
Prof. RODoLFO BETTAZZI.
Con devota riconoscenza riferiamo dall'Unità Cattolica di Firenze:
Il Santo Padre Benedetto XV ha inviato a Sua Eminenza il nostro Cardinale Aricivescovo la somma di lire diecimila per i lavori della nuova Chiesa della S. Famiglia, in costruzione in via Gioberti, presso i Salesiani.
La magnifica chiesa sorge secondo il grandioso progetto, che ne ha fatto il professore architetto Pietro Tincolini.
I Salesiani ringraziano il Santo Padre commossi per tanta sua bontà e fanno nuovo appello alla carità dei buoni, perchè il maestoso tempio si possa presto aprire al culto divino.
Ecco la lettera con la quale l'offerta veniva trasmessa a Sua Eminenza Rev.ma, il Signor Cardinale Mistrangelo, Arcivescovo di Firenze.
Dal Vaticano, 21 giugno 192o. Em.mo e Rev.mo Sig. Mio Oss.mo,
Il Rev. Sacerdote Torquato Tassi, salesiano, parroco della S. Famiglia di Nazaret in Firenze, ha inviato una devota supplica all'Augusto Pontefice per implorare un caritatevole sussidio a favore della sua nuova Chiesa parrocchiale, che, iniziata nel 1903 e più volte sospesa per mancanza di mezzi, avrebbe ora bisogno di urgenti lavori, e per ragioni edilizie, e specialmente per le esigenze della cura di anime.
L'Augusto Pontefice non ha creduto poter lasciare senza favorevole accoglienza la fervida istanza di un parroco, che si faceva l'interprete dei desideri insieme e della fiducia di un intero rione di Firenze. Si è quindi degnato di concorrere al proseguimento della costruzione della grandiosa ed artistica chiesa parrocchiale, mediante il sussidio generoso di diecimila lire.
Pur troppo tenue di fronte alla graviti dei bisogni, l'elargizione pontificia, nelle strettezze in cui trovasi la Santa Sede, dice tutta la benevolenza del Santo Padre verso il popolo della nuova parrocchia fiorentina. E l'Augusto Pontefice mentre benedice con affetto al popolo medesimo e a quanti concorreranno alla costruzione della sua chiesa parrocchiale, si compiace affidare alle mani dell'Eminenza Vostra Rev.ma il recapito della sua offerta.
Nell'accluderle pertanto le diecimila lire, bacio umilissimamente le mani dell'Eminenza vostra e mi onoro professarmi, con profonda venerazione,
Di Vostra Eminenza Rev.ma,
Umil.mo e dev.mo servitore Card. P. GASPARRI.
Visitando la Mostra Salesiana (1).
« Quando durante le feste per l'inaugurazione del monumento a Don Bosco si andavano affollando i visitatori fra gli atrii, i padiglioni ed i cortili del grandioso Istituto Salesiano, non erano le giornate più propizie per percorrere ed esaminare quella Mostra didattico-professionale, che dell'ampio programma di festeggiamenti fu (ed è ancora, poichè la Mostra è tuttavia aperta al pubblico) la parte più caratteristica e forse più proficua.
» Si disperdono le voci di festa, dileguano gli echi delle celebrazioni commemorative, ma rimane l'insegnamento che deriva da quella che fra le opere istituite dall'insigne Sacerdote di Castelnuovo d'Asti, fattosi apostolo di un'idea altamente umanitaria, spicca con maggiore evidenza e maggiormente sembra rispondere allo spirito dei nostri tempi; l'opera, cioè, di quelle Scuole professionali ed agricole, che hanno per intento la buona formazione del lavoratore. Don Bosco affidò ai suoi figli, i Salesiani, quell'opera prediletta della sua mente e del suo cuore, affinche la proseguissero e vi apportassero quei miglioramenti e quegli adattamenti che i tempi richiedevano. E i tempi, resi così gravi dai tanti formidabili e sanguinosi avvenimenti di questi ultimi anni, hanno fatto pensare alla Direzione generale delle Scuole professionali e agricole salesiane, come non mai come ora sia profondo e urgente il bisogno di procurare maggiori e più pratici vantaggi alla gioventù operaia. Il conflitto immane, scatenatosi nel mondo, ha fatto e farà sempre più aprire nuovi campi e segnare nuovi orientamenti all'attività umana. Dinanzi alla concorrenza delle nazioni che dispongono delle materie prime, noi dobbiamo sentire più viva la necessità di premunirci, di prepararci, di agguerrirci nella pacifica lotta del lavoro, di procurarci una mano d'opera tecnicamente perfetta. Nell'opera dei campi, come in quelle delle industrie, delle arti, dei mestieri, è necessario avere dei lavoratori abili e buoni. E, seguendo questo pensiero, ispirandosi a questi concetti, guardando alle crescenti necessità dell'ora presente, la Direzione dei Salesiani ha voluto, con questa sua caratteristica e in varie parti originale Esposizione, dare un'idea precisa ed organica di quello che si deve fare; ha voluto dire dove tendano e quale perfezione intendano raggiungere le sue Scuole. La Scuola più utile e più feconda dell'operaio dei campi, delle officine, dei laboratori, la Scuola ideale, ecco la ricerca che essa si è proposta e si propone, quasi chiedendo al pubblico di ogni parte, certo chiedendo a quanti hanno veramente a cuore l'elevazione del lavoratore, i consigli, i suggerimenti, le impressioni che possano condurre ad un sempre maggiore miglioramento e progressivo sviluppo per l'avvenire. Nobilissimo intento, adunque, degno della lode più incondizionata!
» L'Esposizione sorge nella parte estrema dell'Istituto, ed occupa due lunghe ale, una, quella in fondo al cortile o, meglio, giardino, per le Scuole agricole, e l'altra, sul lato destro, per la Mostra didattico-professionale, più propriamente detta. Ma una parte della Mostra agricola si è estesa al porticato e al giardino, per far posto in quello alle macchine e in questo alla pollicoltura, alla coniglicoltura e ai piccoli orti sperimentali.
» E un senso di simpatica meraviglia ci assale non appena entrati nel primo reparto della Mostra agricola, dove appare subito quale debba essere e come debba formarsi il lavoratore dei campi. Ecco lo spogliatoio per il giovane agricoltore, ed ecco l'abito di lavoro che dovrà indossare, il cassetto per gli strumenti di lavoro e quello per gli oggetti di biancheria. A tutto si è pensato e di ogni cosa è esposto il tipo modello. Comincia così la via, attraverso a cui passa il lavoratore ideale del campo, della risaia, del vigneto. E le varie Mostre, nelle sale, o reparti che si seguono, ce lo accompagnano attraverso a tutte le fasi, a tutte le operazioni agricole. Ecco come deve apprendere i primi rudimenti, le diverse colture, come deve conoscere le piante ed il modo di crescerle e di curarle nelle varie loro malattie, ed ecco in ogni reparto le fotografie, numerose e belle fotografie, delle diverse operazioni, delle varie operazioni agrarie. La frumenticoltura, la praticoltura, la selvicoltura, la frutticoltura, l'enologia, la zootecnica, la latteria, l'apicoltura, ecc., hanno ciascuna il loro posto, la loro, diremo, esplicazione ed illustrazione pratica. Tutte queste industrie agricole sono messe in rilievo con gli strumenti e i macchinari che usano e con la produzione che dànno. Una sala è occupata da laboratori chimici e tecnologici, un'altra rappresenta un tipo di casa agricola, un tipo di Scuola comune e un tipo di Scuola di disegno, con tutti i nuovi perfezionamenti, con tutti gli oggetti che vi occorrono, semplici e pratici. Semplicità e praticità: un altro ottimo risultato ottenuto in questa paziente ed utile ricerca di Scuola ideale. Semplicità e praticità nel tipo di refettorio, di dormitorio, di infermeria, di camera per la pulizia, per il bagno, ecc.
» Termina così, con la sezione che si riferisce all'igiene personale dell'allievo, la prima Mostra, che noi vorremmo augurare ad ogni visitatore di poter percorrere con la scorta dotta e gentile, che a noi è toccata, del direttore generale delle Scuole salesiane, don Pietro Ricaldone. Con la rara competenza che gli è propria, il fervente direttore ci rende più chiara ed interessante la rassegna di questa, conce dell'altra parte dell'Esposizione, nel secondo, non meno lungo ed ampio padiglione, destinato alla Mostra delle Scuole professionali, destinato, cioè, alle Scuole delle varie arti e mestieri, nelle quali si vuole, come nelle agricole, raggiungere quel grado di istruzione, di progresso, di perfezione che, ora più che mai, è richiesto dalle nuove condizioni e dalle nuove necessità della vita.
» Ed anche qui, poiche il giovane allievo, nei vari rami d'arte deve conoscere la materia che adopera, gli strumenti che necessitano, ed insieme con la coltura generale deve apprendere le cognizioni tecniche e professionali: ammiriamo per ogni arte, la Mostra particolare, nella quale sono iniziati i lavori che lo scolaro deve eseguire per avere diritto alla licenza. Ammiriamo la Mostra d'Arte dell'abbigliamento, le sezioni dei sarti, tessitori, calzolai, intagliatori; le Mostre degli stipettai, decoratori, fabbri-ferrai, falegnami, tornitori, elettricisti; dei marinisti, scalpellini, e infine dei tipografi. E questa, cioè, la Scuola del libro, uno dei vanti più antichi dell'Istituzione salesiana; la Scuola del libro, la quale comprende le sezioni dei tipografi, litografi, macchinisti; le sezioni dei tipografi compositori, tipografi-impressori, litografi, macchinisti, legatori e doratori di libri.
» Il corso professionale delle Scuole Salesiane consta ordinariamente di cinque anni, e si svolge contemporaneamente a un corso di coltura generale e a un corso di disegno applicato; esso comprende l'esercizio pratico del lavoro e della Scuola di teoria professionale. E da tutta questa Mostra, con tanto amore ideata e disposta, si manifesta quel carattere pratico che delle Scuole Professionali salesiane costituisce il pregio maggiore. Esse aprono ai migliori giovani allievi la via per divenire capi-operai e maestri d'arte, e forniscono, ad ogni modo, a tutti quell'esercizio nel lavoro e quelle nozioni di teoria professionale e di coltura generale che sono necessarie (e lo sono oggi più che mai, amiamo ripetere) ad un abile operaio.
» Sessantasette anni sono trascorsi dai giorni in cui Don Bosco apriva a Torino la sua prima modesta Scuola professionale, con un desiderio ed un intento altamente benefico ed educativo, e così grande e meraviglioso sviluppo quelle Scuole hanno preso, che il loro numero e la loro importanza è cresciuta in ogni parte del mondo. lo spettacolo di tanti giovinetti, materialmente e moralmente abbandonati, che si era offerto così di frequente al pio sacerdote, in contatto, per il suo ministero, con la povertà e la miseria, aveva suggerito a Don Bosco, che già da anni andava raccogliendo, sfamando, istruendo ed educando schiere di disgraziati fanciulli, il pensiero di quella che doveva divenire la grande istituzione delle Scuole salesiane. E noi, lasciando quelle sale della duplice Mostra, ed attraversando quella piccola città della fede e della beneficenza raccolta in quell'angolo romito della vecchia città portasusina, noi pensavano come forse nessun'altra manifestazione potrebbe, più di questa, tornar cara allo spirito del suo fondatore. Nel teatro dell'Istituto, poco lungi dall'antico Oratorio che si conserva in onore e memoria del venerabile educatore - perchè fu là che Don Bosco iniziò l'opera sua e là, serenamente, placidamente, si addormentò nella morte, come a riposare nella pia e feconda fatica - in quel teatro, dove pur tutto ricorda il nome a cui l'Istituto è legato- si davano quel giorno gli esami finali agli allievi. All'entrar del valoroso direttore nella sala, tutti, alunni e professori, in uno scatto reverente, sorsero in piedi a salutarlo. Era un omaggio gentile all'amore ed al fervore che il degno sacerdote pone nell'arduo suo ufficio. E noi eravamo tratti a pensare come siano pur sempre, e in ogni campo, coteste virtù, cioè fervore di intelletti e fervore di cuori, quelle che valgono a far nascere e crescere, progredire e prosperare le nobili e benefiche cose.
» Siffatte virtù, di bontà e di forza, di costanza e di opere, accoppiate certo ad un non comune ingegno e ad una grandissima fede, dicono il segreto della riuscita di Don Bosco, un creatore di anime e di opere tra i più fervidi che si conoscano. » Due umili sacerdoti venuti a Torino dalla provincia, Giuseppe Cottolengo di Bra e Giovanni Bosco di Castelnuovo d'Asti, avevano in sommo grado quelle virtù di animatori e di incitatori ferventi. Avevano nella mente e nel cuore un grande ideale, nato dagli angosciosi spettacoli a cui per il loro ministero dovevano assistere: l'ideale di soccorrere i disgraziati, di giovare all'umanità, di alleviare le miserie, di consolare i dolori. E quell'ideale santissimo seppero in guisa, che par miracolo, tradurre in atto, infondendo negli altri quella, fede che fu, e durante la loro vita e dopo la loro morte, la ragione precipua del crescere e dal prosperare di quelle loro creazioni.
» Tali pensieri e sentimenti ci assalivano, visitando quelle caratteristiche Mostre e il luogo in cui sorgono, quel grande Istituto, dove vennero aperte, - e lo sono tuttora -- in occasione delle onoranze al loro creatore, quasi a completare il bel monumento, innalzato innanzi alla chiesa dell'Ausiliatrice, poichè la forte e geniale opera d'arte dello scultore Cellini manca dei due bassorilievi in bronzo (che non tarderanno però ad essere ultimati e collocati a posto) simboleggianti appunto le Scuole professionali e le Scuole agricole ».
Del Concorso ginnastico Internazionale svoltosi a Valdocco dal 20 al 22 agosto u. s. diremo convenientemente nel prossimo numero.
Tutti i cari giovani che dall'Italia e dall'Estero, accorsero come in pellegrinaggio al Monumento del Ven. Don Bosco, riscossero unanimi applausi. Ad essi i più cordiali auguri e rallegramenti.
(1) Nello scorso numero abbiamo parlato della Mostra-Programmi delle Scuole Professionali ed Agricole Salesiane, tuttora aperta nell'Oratorio Salesiano di Torino: in questo, senza commenti, riferiamo, in proposito, un articolo della Gazzetta del Popolo di Torino del 28 luglio u. s., edizione della sera.
Il 27 luglio u. s., come abbiamo annunziato, in una seduta ordinaria della Sacra Congregazione dei Riti si trattava dell'introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio DoN ANDREA BELTRAMI, della
Pia Società Salesiana. Il voto favorevole, emesso dagli Em.mi Cardinali, venne approvato dal S. Padre il giorno seguente. Così, a 13 anni di distanza dal Ven. Fondatore, a 6 anni da Domenico Savio, ecco un altro membro della Famiglia Salesiana, che con la fama della santità e lo splendore della virtù, ha attirato lo sguardo della Suprema Autorità della Chiesa. Se dal S. Padre Pio X non fosse stata mutata l'antica procedura, anche Domenico Savio e Andrea Bel trami sarebbero già salutati Venerabili, come Don Bosco, perchè il titolo di Venerabile, che un tempo si dava ai Servi di Dio dal giorno dell'introduzione della Causa, oggi è ritardato al giorno in cui viene solennemente dichiarato constare dell'eroismo delle loro virtù. Il che è quanto dire, se vi sono già o intervengono miracoli a sua intercessione, che un Servo di Dio è salutato Venerabile nell'imminenza della sua Beatificazione.
In un prossimo numero pensiamo di esporre brevemente la vigente procedura per le Cause di Beatificazione dei Servi di Dio, affinchè i lettori, conoscendo il laborioso cammino che devono ancor fare le Cause di Don Bosco, di Savio Domenico e del caro Don Beltrami, ne prendano stimolo a moltiplicare per esse le preghiere, supplicando quotidianamente il Signore ad assisterle coll'abbondanza dei suoi lumi e delle sue benedizioni.
DECRETUM.
TAURINEN. SEU NOVARIEN.
BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVI DEI ANDREAE BELTRAMI
Sacerdotis Piae Societatis Salesianae.
Saeculo decimonono in finem vergente, Pia Salesianorum Societas a Ven. Ioanne Bosco instituta, novisque temporum necessitatibus et adiunctis apprime consona, exinde in varias orbis regiones propagata est. Alma mater filios et alumnos quos genuit et aluit, continuo Christo et Ecclesiae obtulit et offert in glorianti Dei proximique salutem. Ex his iucundo laetoque animo nunc ostendit ANDREAM BELTRAMI, quem adhuc puerum in proprio ephebeo educavit, adolescentem in suam aggregavit familiam, et sacerdotem integerrimum ac operarium pretiosum complexa est. In amoeno et salubri oppido Omegna, Novariensis dioecesis, die 24 iunii an. 1870, e piis honestisque parentibus Antonio et Catharina, pariter Beltrami, Servus Dei natus est, dieque sequenti in ecclesia parochiali baptizatus. Infanti nomen Andreas imponitur in sacro fonte. Optima mater hunc filium, primogenitum suae foecunditatis et numerosae prolis, statim Iesu Christo et Beatae Marine Virgini generoso corde devovit; acque aetate crescentem religione bonisque moribus instituendunt curavit. Adhuc puer licei vivax, pietatis tamen et obedientiae specimen dedit, in pauperes quoque misericors opisque largitor visus est, dignusque habitus qui vix decennis, praeter morem, ad sacram synaxim admitteretur. Primis studiis cum ingenii et diligentiae laude expletis, anno 1883, die 24 octobris, inter alumnos Collegii S. Philippi in loco Lanzo cooptatur, ut litteras humaniores cum pietatis incremento addisceret, sub moderatoribus et magistris e Pia Societate Salesiana. Ab initio collegiali disciplinae insuetus aliquantulum obsistit, sed vix paterna superioris monitione correctus, libenter se subiicit. Mox selectis sodalibus S. Aloisii et Ss.mi Sacramenti accenseri meruit, acque inter condiscipulos facile praestans, ad altiora vocatus apparuit. Huius vocationis exordium tribuitur sermoni quem illustris missionariuas Salesianus, dein episcopali dignitate et sacra purpura ornatus, Ioannes Cagliero, habuit ad convictores de Christi apostolato ad lucem Evangelicam et Catholicam Fidem apud barbaras gentes propagandam. Quem sermonem mente recogitans et in corde revolvens, de statu vitae am plectendo Dei voluntatem clarius agnoscere studuit Andreas, tum interpositis exercitiis spiritualibus, tum rogatis ad hoc piis doctisque viris atque ipso Ven. Ioanne Bosco, cui totius anteactae vitae confessionem peragere voluit. Eorum responsis et consiliis excitatus, divina opitulante gratia, novit et fovit suam vocationem donec, absoluto curriculo gymnasiali, post autumnales vacationes domi peractas, de parentum et superiorum licentia, anno 1886, mense augusto a Salesianis receptus est, et die 29 septembris in tyronem adscitus, tandem die 4 novembris clericalem vestem induit. Sanctas regulas, quas Ipse a superiore acceperat, cum salutari monito: Fac hoc et vives, fideliter observans, a sociis nuncupabatur: Regula personificata. Teste novitiorum magistro, sodalibus in tyrocinio praestans, divinae gratiae sanctisque inspirationibus se docilent praebebat. Die vero secunda octobris anno 1887 coram Venerabili Fondatore Ioanne Bosco, humili laetoque animo perpetuam professionem emisit, ante et post eam ingeminans verba: « Quemadmodum desiderat cervus ad fontes aquarum: ita desiderat anima mea ad te, Deus ». Et alia: « Quam dilecta tabernacula tua, Domine virtutum: concupiscit, et deficit anima mea in atria Domini ». Tum in eiusdem loci Lyceo studiis philosophicis addiscendis non minus quam virtutibus augendis operam dedit solertem, sibi proposito in exemplum studiosae iuventutis patrono S. Aloisio Gonzaga. Eodem tempore quo discipulus etiam magister extitit, inferiorem philosophiam tradens; simulque licentiam lycealem in regiis scholis, an. 1889, unanimi censorum suffragio, consequutus est. Deinceps, etiam a superiorum voluntate Regiae Universitati adscriptus, et studiis litterarum superioribus navans, Circulum Universitarium Catholicum, a Caesare Balbo nuncupatum, instituendum curavit. Insuper, litteras docens novitios, sacras etiam disciplinas excolebat, ut se sacerdotio pararet. Inter haec electus fuit a secretis sacerdotis Salesiani Czartoryski, principis poloni. Hisce officiis et laboribus debilitatus variisque infirmitatibus afflictus anno 1891, e medicorum iudicio et superiorúm iussu, sanitati recuperandae omnem curam intendere coactus est, salubribus in locis aptisque remediis adhibitis. Paulo post viribus carporis nimis exhaustis, quum vix olla spes esset valetudinis instaurandae, iidem superiores peculiarem Famulo Dei consolationem procurare studuerunt per ascensum ad sacerdotium, ut benefica Dei voluntas infirmitate corporis et sanctificatione spiritus in eo, sanctum sacrificium et immaculatam hostiam offerente, melius aequiusque compleretur. Itaque necessariis absolutis studiis, per varios sacri ordinis gradus, tandem in privato sacello Instituti fundatoris Ioannis Bosco, ab illo ipso per quem divinae vocationis initia susceperat, iam Praesule, Ioanne Cagliero ad sacerdotium rite esectus est Dei Famulus cum ingenti sui animi consolatione et laetitia, die octava ianuarii an. 1893. Sacerdos corpore debilis, animo fortis, orationi et meditationi instabat et sacro devotissime litando intimam cum Deo unionem. servabat. Peculiari fidei sensu et amoris affectu ferebatur in SS.mum Eucharistiae Sacramentum necnon in B. Mariam Virginem Auxiliatricem et in Angelos et Sanctos Tutelares. Quum praedicationis munus et sacramentorum administrationem exercere non posset, Dei gloriae atque animarum saluti provehendae satisfaciebat, quantum poterat, per aedificantium librorum evulgationem. Licet morbo, quem patienter toleravit, per septem integros annos afflictabatur, tamen scripsit sanctorum caelitum vitas, nempe Margaritae Mariae Alacoque (la sposa del S. Cuore), Francisci Assisiensis (un Serafino in terra), S. Stanislai Kostka (l'amante di Maria), Iulii et Iuliani (due fulgidi astri del sec. IV), Ioannae de Arc (la pulcella d'Orléans), Ioannis B. de la Salle (fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane), Liduinae (il modello degli ammalati). Edidit etiam opuscula litteraria, moralia et ascetica, scilicet: Tommaso Moro (dramma), Napoleone I (letture amene), L'aurora degli astri (la giovinezza di personaggi illustri), Perle e diamanti (gli eroi cristiani), Il volere è potere (maniera facile di coltivar la virtù), Massime di D. Bosco (raccolte dai suoi scritti). Praeter complures Dei Famuli epistolas, aliquae elucubrationes exhibitae sunt tantum incoeptae, quia ipse a morte praereptus fuit. - Denique labente mense decembri an. 1897, morbo ingravescente, extremos vitae suae dies praesentiens, confessione sacramentali expiari voluit; quin imo die 29 Sacrum piissime litavit, dieque sequenti, nempe trigesima, morbi angoribus oppressus et subitanea cordis commotione perculsus spiritum Deo reddidit in loco Valsalice, apud Taurinensem urbem, in aetate viginti septem annorum. Consummatus in brevi, explevit tempora multa hic noster Aloisius: haec erat vox moerentium sodatium. Post funus in Ecclesia, praesente cadavere, rite peractum, exuviae Servi Dei, ex parentum voluntate, recedentium a desiderio defuncti qui sepeliri inter sodales petierat, ad nativum oppidum translatae sunt, ubi, iterato funere, in speciali familiae sepolcreto conditae, in pace quiescunt. - Interim sanctitatis fama, quam Servus Dei adhuc vivens adeptus fuerat, post obitum magis clara, diffusa et perseverans viam aperuit, ut super ea Processus Informativus Novariensis et alter Rogatorialis Taurinensis, auctoritate ordinaria, institueretur. Quibus absolutis et ad Sacram Rituum Congregationem transmissis riteque apertis, servato iuris ordine, scriptis etiam Servi Dei revisis, quum nihil obstet quominus ad ulteriora procedi queat, instante R.mo D. Dante Munerati, Piae Societalis Salesianae postulatore generali, communia vota ac preces Sacrorum Antistitum aliorumque virorum ecclesiastica vel civili dignitate praestantium, ac praesertim ipsius universae Societatis et Instituti sororum filiarum Mariae Auxiliatricis depromente, E.mus et Rev.mus D.nus Cardinalis Vincentius Vannutelli, Episcopus Ostien. et Praenestinus, Sacri Collegii Decanus et huius causae Ponens ac Relator, in Ordinariis Sacrorum Rituum Congregationis comitiis subsignata die ad Vaticanas aedes coadunatis, sequens dubium discutiendum proposuit: « An signanda sit commissio introductionis Causa e, in casu et ad effectum de quo agitur? ». Et E.mi ac R.mi Patres sacris tuendis ritibus praepositi, post relationem ipsius E.mi Cardinalis Ponentis, andito etiam R. P. D. Angelo Mariani, Fidei Promotore Generali, omnibus perpensis rescribendum censuerunt: « Affirmative, seu signandam esse Commissionem introductionis Causae, si Sanctissimo placuerit ». Die 27 iulii 1920. Facta postmodum de his Sanctissimo Domino Nostro BENEDICTO Papae XV per infrascriptum Cardinalem Sacrae Rituum Congregazioni Praefectum relatione, Sanctitas Sua Rescriptum eisdam Sacri Consilii ratum habens, propria manet signare dignata est Commissionem introductionis Causae Servi Dei ANDREAE BELTRAMI, sacerdotis Piae Societatis Salesianae. Die 28, eisdem mense et anno. A. Card. Vico, Ep. Portuen. et S. Rufinae, S. R. C. Praefectus. ALEXANDER VERDE, S. R. C. Secretarius. |
Sul finire del secolo XIX la Pia Società Salesiana, fondata dal Ven. Don Bosco in perfetta corrispondenza alle nuove necessità e ai bisogni dei tempi, si andò propagando senza indugio in varie regioni del mondo. Da buona madre, quanti figli e discepoli ella ha generati ed educati, tanti ne ha offerti e ne offre a Cristo ed alla Chiesa per la gloria di Dio e la salute del prossimo. Tra questi, oggi, con dolce letizia, addita ANDREA BELTRAMI, che ancor fanciullo educò in un suo collegio, adolescente ascrisse alla sua famiglia, e, infine, abbracciò sacerdote integerrimo e prezioso operaio. Il Servo di Dio nacque nel ridente e salubre paese di Omegna, nella diocesi di Novara, da pii ed onorati genitori, Antonio.e Caterina, pur essa di cognome Beltrami, il 24 giugno 1870, e fu battezzato il dì appresso nella chiesa parrocchiale. Al Sacro Fonte gli venne imposto il nome di Andrea. L'ottima madre non tardò a offrire generosamente a Gesù e alla Vergine questo figliuolo, primo fiore delle sue nozze, allietate da prole numerosa; e man mano che cresceva in età, si studiò d'educarlo nella pietà e nella vita cristiana. Ed egli, anche da fanciullo, quantunque vivace, diede prove di pietà e di obbedienza; fu pur visto distribuire caritatevolmente soccorsi a poverelli, e giudicato degno di essere ammesso, contro il costume, a soli dieci anni, alla S. Comunione. Compiuti, dando prove d'ingegno e di diligenza, i primi studii, il 24 ottobre 1883 fu accolto fra gli alunni del Collegio di S. Filippo a Lanzo, per attendere allo studio delle lettere e crescere nella pietà, sotto direttori e maestri salesiani. Da principio, non avvezzo alla disciplina collegiale, rimase un po' riluttante, ma non appena fu paternamente ammonito dal Superiore, fu senz'altro sottomesso. E subito meritò d'essere ascritto tra gli alunni scelti a far parte delle Compagnie di S. Luigi e del SS. Sacramento, e, primeggiando apertamente tra i condiscepoli, parve chiamato al sacerdozio. Il principio di questa vocazione è attribuito ad un discorso, che l'illustre missionario salesiano, insignito poi della dignità episcopale e della sacra porpora, Giovanni Cagliero, tenne agli allievì intorno all'apostolato cristiano della propagazione della luce evangelica e della fede cattolica tra i selvaggi. Con la mente e col cuore, riflettendo attentamente su questo discorso ANDREA cerco di conoscere più chiaramente la divina volontà circa la scelta dello stato, sia compiendo un corso di Esercizi spirituali, sia chiedendo privatamente consiglio a uomini pii e dotti, ed anche al Ven. Giovanni Bosco, al quale volle fare la sua confessione generale. Incoraggiato dalle loro risposte e dai loro consigli, coll'aiuto della grazia di Dio conobbe e coltivò la sua vocazione, finchè, compiuto il corso ginnasiale, dopo le vacanze autunnali che passò in famiglia col permesso dei parenti e dei Superiori, nel 1886, in agosto, entrò fra i Salesiani, il 29 settembre fu ascritto al noviziato, e finalmente, il 4 novembre, vestì l'abito chiericale. Fedele osservatore delle sante regole che gli furono consegnate dal Superiore con questo ammonimento salutare: « Fa' questo e vivrai », dai compagni era chiamato « La regola personificata ». Come attesta il maestro dei novizi, egli primeggiava tra i compagni di Noviziato ed era docile alla grazia di Dio e alle sante ispirazioni. Così il 2 novembre 1887, con umile e lieto cuore emise la professione perpetua alla presenza del Ven. Fondatore Giovanni Bosco, ripetendo più volte, prima e dopo, le parole: «Come la cerva assetata anela ai rigagnoli d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio », e le altre: « Quanto sono amabili le tue tende, o Signore degli Eserciti; l'anima mia sospira e sviene, per gli atrii del Signore ». Quindi con diligenza, nel liceo dello stesso luogo dove fece la professione, si diede allo studio della filosofia, non meno che al profitto nella virtù, proponendosi a modello il Patrono della gioventù studiosa, S. Luigi Gonzaga. E mentre era discepolo fu anche maestro, insegnando filosofia nella classe inferiore; e insieme, nel 1889, conseguì la licenza liceale nelle regie scuole, con lode unanime degli esaminatori. In seguito, ascrittosi anche alla R. Università per voler dei Superiori, mentre frequentava il corso di lettere zelò la fondazione del Circolo Universitario Cattolico « Cesare Balbo ». Inoltre, mentre insegnava letteratura ai novizi, attendeva allo studio delle scienze sacre per prepararsi al Sacerdozio. E, con tutto questo, fu eletto, segretario del sacerdote salesiano Czartoryski, principe polacco. Indebolito da questi laboriosi incarichi e colpito da varie infermità nel 1891, per parere dei medici e comando dei superiori fu costretto a rivolgere ogni cura per ricuperare la salute, col recarsi in luoghi salubri e con usare acconci rimedii. Poco dopo, essendosi gravemente esaurite le sue forze e non scorgendosi quasi speranza alcuna che le avrebbe riacquistate, i Superiori vollero essi stessi procurare al Servo di Dio un conforto speciale con l'elevarlo al Sacerdozio, affinchè in lui, immolante il Santo Sacrifizio e l'Ostia Immacolata, sempre meglio si compisse la pietosa volontà di Dio, nell'infermità del corpo e nella santificazione dello spirito. Quindi, compiuti gli studii necessari e saliti i varii gradi dell'Ordine Sacro, finalmente il Servo di Dio, con sua somma consolazione ed allegrezza, l'8 gennaio 1893 venne elevato al Sacerdozio nella Cappelletta privata del Fondatore dell'Istituto Don Giovanni Bosco, da colui stesso, dal quale aveva avuto il principio della vocazione, Giovanni Cagliero, allora Vescovo. Sacerdote, debole di corpo ma forte di animo, passava le ore nell'orazione e nella meditazione, e, celebrando devotissimamente, era in intima continua unione con Dio. La sua fede e la sua carità lo attraevano sopratutto verso il SS. Sacramento, la Beata Vergine Ausiliatrice, gli Angeli e i santi Patroni. Non potendo attendere all'ufficio della predicazione e all'amministrazione dei Sacramenti, cercava di promuovere quanto poteva la gloria di Dio e la salute delle anime, mediante la pubblicazione di libri edificanti. Sebbene afflitto da un morbo che tollerò pazientemente per 7 anni interi, scrisse varie vite di santi, come quelle di S. Margherita Maria Alaquoque (la Sposa del Sacro Cuore); di S. Francesco d'Assisi (un Serafino in terra); di Santo Stanislao Kostka (l'amante di Maria); di Giulio e Giuliano (date fulgidi astri del secolo IV); di Giovanna d'Arco (la Pulcella di Orléans); di Giovanni Battista della Salle (il Fondatone dei Fratelli delle Scuole Cristiane); di Liduina (il modello degli ammalati). Pubblicò anche opuscoli letterari, morali ed ascetici, come Tommaso Moro (dramma), Napoleone I (letture amene); L'Aurora degli Astri (la giovinezza di personaggi illustri); Perle e diamanti (gli Eroi cristiani); Il volere è potere (maniera facile di coltivare la virtù); Massime di Don Bosco (raccolte dai suoi scritti). Oltre molte lettere, vennero presentati anche varii studii del Servo di Dio, appena incominciati, perchè fu colto dalla morte. Infatti, sul finir di dicembre 1897, essendoci aggravato il male, presago d'essere agli ultimi giorni, volle confessarsi, anzi il 29 celebrò devotissimamente, e il giorno dopo, cioè il 30, oppresso dai dolori del male e colpito da improvvisa commozione cardiaca, rese lo spirito a Dio in Valsalice, presso Torino, in età di 27 anni. « Consummato in poco tempo, visse una lunga vita questo nostro S. Luigi! » tale era la voce dei Confratelli dolenti. Celebrati ritualmente i funerali in chiesa, presente cadavere, la salma del Servo di Dio, per voler dei parenti che non furono del desiderio del defunto, il quale aveva chiesto d'esser sepolto tra i suoi Confratelli, fu trasportata al paese natio, dove, rinnovatesi le esequie, venne collocata nel sepolcro particolare della famiglia, ed ivi riposa in pace. Intanto, la fama di santità che il Servo di Dio si era acquistata in vita, essendo dopo morte divenuta più luminosa, vasta e perseverante, fece sì che venisse istituito intorno ad essa il Processo Ordinario Informativo a Novara e un altro rogatoriale a Torino. Terminati questi processi e trasmessi alla S. Congregazione dei Riti e debitamente aperti, in conformità alle prescrizioni canoniche, riveduti anche gli scritti del Servo di Dio e nulla ostando a procedere innanzi, a istanza del Rev.mo D. Dante Munerati, Procuratore Generale della Pia Società Salesiana, che espose i comuni voti e le preghiere di Sacri Pastori e di altri illustri Personaggi ecclesiastici e laici, e sopratutto dell'intera Società predetta e dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, l'Em.mo e Rev.mo sig. Cari. Vincenzo Vannutelli, Vescovo di Ostia e Palestrina, Decano del Sacro Collegio e Ponente o Relatore di questa Causa, nell'Adunanza. Ordinaria della Sacra Congregazione dei Riti, tenutasi in Vaticano nel giorno indicato in appresso, propose alla discussione il dubbio « Se fosse da stabilirsi la Commissione per l'introduzione della Causa, nel caso ed all'effetto di cui si tratta ». E gli Em.mi e Rev.mi Padri, preposti alla tutela dei Sacri Riti, dopo la relazione dello stesso Em.mo Cardinale Ponente, udito anche il Rev.mo Mons. Angelo Mariani, Promotore Generale della Fede, ponderata ogni cosa, stabilirono di rispondere: « Affermativamente, cioè che era da segnarsi la Commissione dell'introduzione della Causa, se fosse piaciuto a Sua Santità ». Il giorno 27 luglio 1920. Fattane quindi relazione a Sua Santità Papa Benedetto XV dall'infrascritto Card. Prefetto della S. Congregazione dei Riti, Sua Santità, ratificando il rescritto della S. Congregazione, si degnò firmare di proprio pugno la Commissione dell'Introduzione della Causa del Servo di Dio Andrea Beltrami, Sacerdote della Pia Società Salesiana. Il giorno 28, dello stesso mese ed anno. A. Card. Vico, Vescovo di Porto e S. Rufina, Prefetto della S. Congregazione dei Riti. ALESSANDRO VERDE, Segretario della S. Congregazione dei Riti. |
Convegno di Cooperatori Salesiani. - Giovedì, 16 settembre, nell' Oartorio Salesiano di Torino, avrà luogo uno scambio di idee tra vari Direttori, Condirettori, Decurioni e Cooperatori Salesiani sul modo di attuare, con i mezzi più acconci, i Deliberati dell'ultimo Congresso internazionale. I preavvisati procurino di non mancare.
BRASILE
Uno sguardo all'Opera di Don Bosco nel Brasile e la Missione dei Rio Negro.
(Lettera dell'Ispettore D. Pietro Rota).
S. Paulo, Liceo S. Cuore, 1° luglio 1920. Rev.mo e amatissimo Sig. D. Albera,
Eccomi di ritorno dal mio lungo viaggio al Rio Negro (Amazonas), del quale già le diedi relazione della prima parte, nella mia lettera del 3 aprile, scritta da S. Gabriel (1).
Il collegio S. Cuore a S. Paulo - L'Opera di Don Bosco nel Brasile.
Erano più di quattro mesi che mancava da S. Paulo, ed al mio entrare in questo nostro Collegio (che attualmente è il più importante che abbiamo in Brasile) ebbi il piacere d'essere salutato da 602 alunni interni. E questo un piccolo mondo, poichè, oltre l'internato, abbiamo anche 420 alunni che frequentano le scuole esterne, e più di 250 le serali. L'Oratorio festivo, poi, è addirittura colossale, quantunque ora una parte degli Oratoriani frequentino l'Istituto D. Bosco, al Bom-Retiro, essendo loro più comodo, perchè più vicino.
Questo nuovo Istituto, annesso alla Parrocchia di Maria Ausiliatrice, è uno sdoppiamento delle nostre Scuole Professionali del Liceo del Sacro Cuore, donde dovettero sloggiare per mancanza assoluta di locale i laboratorii del legno, del ferro e del marmo. Tanto l'Istituto Don Bosco, come la Parrocchia di Maria Ausiliatrice, furono fondati nel 1915, dopo la celebrazione del VII° Congresso di Cooperatori Salesiani, tenutosi a S. Paulo, e sono considerati come un duplice monumento a Maria SS. Ausiliatrice e a Don Bosco in quell'anno doppiamente memorabile per i nostri due grandi Centenari.
La Parrocchia di Maria Ausiliatrice, la quale finora funziona in chiesa provvisoria, attende al bene spirituale di circa 5o mila abitanti, nella grande maggioranza italiani, fra i quali fiorisce un'importante Società di mutuò soccorso, « Lega Patriottica Italiana », che tiene ben alta la bandiera della Religione e della Patria lontana.
Prima del 1915 la maggior parte di questa popolazione frequentava il nostro Santuario del Sacro Cuore di Gesù; non è a dire, perciò, quanto questo sdoppiamento abbia influito ad aumentare la frequenza dei fedeli, rendendola più comoda. Ad onta dello sdoppiamento del Collegio e della Chiesa, non diminuì la relativa frequenza degli alunni e dei fedeli, poichè a S. Paulo non vi è Collegio che non sia pieno di giovani, nè chiesa che non rigurgiti di fedeli, essendo la popolazione della città calcolata in 600.000 abitanti. Perciò anche il nostro Santuario dovette sdoppiare le sue funzioni per servire al popolo e agli alunni; e le sette Messe (d'ora in ora) che si celebrano alla domenica, dalle 5 alle 11, alcune pel Collegio, altre per i fedeli, sono sette piene assolute. Nè diminuirono le SS. Comunioni, anzi vanno aumentando sempre, e, naturalmente, sono dovute in buona parte al contingente degli alunni interni ed esterni. Da 138.000 comunioni che si distribuirono nell'anno 1910, sono giunte a 235.000 nel 1919.
Ma, senz'accorgermi, mi allontanava, subito al principio, dall'argomento principale di questa mia lettera. E la digressione ha due inconvenienti: quello di allontanarmi dal tema, e forse anche quello di provocare da altri Collegi questa domanda: « E noi non facciamo nulla? Soltanto S. Paulo? » Perciò stava quasi per cancellare il già scritto; ma, pensatoci bene, lo lascio come sta, non senza ricordare almeno il grande progresso spirituale ottenutosi a Nictheroy dopo la solenne inaugurazione del Santuario di Maria Ausiliatrice. Quantunque ancor non completo, è un'opera di religione e d'arte, come poche se ne trovar in Brasile, e che onora il nome del nostro confratello architetto Domenico Delpiano, il quale seppe interpretare ed eseguire perfettamente l'ideale del nostro Don Luigi Zanchetta, l'iniziatore di questo Santuario.
Lascio nella penna ciò che, potrei dire anche di altri Collegi, p. e. di Campinas, Lorena, Cachoeira do Campo, Bagè, Rio Grande al Sud, e Bahia, Sergipe e Pernambuco al Nord. Dappertutto sono Collegi fiorenti, Santuarii e Parrocchie, che formano altrettante gemme fulgide per la corona di Maria Ausiliatrice, e monumenti vivi alla memoria del nostro Ven. D. Bosco.
E, a lato dei Salesiani, battono la stessa via d'un vero progresso santo le benemerite Figlie di Maria Ausiliatrice, gareggiando coi primi nel prodigare le loro cure amorose alla gioventù femminile nei loro numerosi Collegi, all'umanità sofferente negli ospedali, ai poveri selvaggi nelle Missioni.
Torniamo, o meglio, mettiamoci in cammino. Siamo a S. Gabriel la sera del giorno di Pasqua, 4 aprile.
Partenza da S. Gabriel. - Messa solenne. - Tutti al porto! -- Mancano due rematori. - Terribile temporale.
Era necessario partire la stessa sera, sotto pena di non arrivare a S. Isabel a tempo per prendere il battello a vapore (gaiola), Francisco Salles, e perciò perdere un mese giusto.
Al mattino, grande festa: messa solenne cantata dal nostro veterano D. Balzola, il quale, coi suoi 6o anni suonati (sembra che ne abbia 40), di cui 25 di missione, possiede ancora una voce che farebbe invidia a molti baritoni. Si direbbe che v'è in essa qualche cosa della robustezza della natura fra la quale è vissuto tanto tempo, qualche cosa degli echi delle foreste vergini di Matto Grosso e del Rio Negro... Il coro, composto dagli altri sette Salesiani e dal sottoscritto che accompagnava all'armonio, eseguì la nota Messa de Angelis in gregoriano, con una precisione tale che non ricordo aver udito migliore in nessuna altra chiesa del Rio Negro. E questa mia persuasione soggettiva non è lontana dalla verità oggettiva, poichè, almeno nei tempi moderni, non consta che siasi mai cantato Messa solenne in questa regione, eccetto nell'anno 1915, quando D. Balzola fece la sua prima escursione su pel Rio Negro col nostro confratello Don Solari. In detta occasione ci fu una messa cantata, essendo celebrante il primo, ed il coro composto... dal secondo, risultando un canto liturgico quanto mai, poichè non era soltanto a voci sole senz'accompagnamento, (l'armonio appartiene ad un'epoca posteriore), ma ad una sola voce. Ma lasciamo anche queste reminiscenze storiche, se no, non entreremo mai in argomento.
Don Balzola aveva detto al popolo dopo la Messa solenne: « Oggi, all'1 pomeridiana, tutti al porto per salutare i nostri fratelli che partono ». Insieme con me scendevano pure due dei nostri confratelli laici. E, prima dell'ora indicata, tutto S. Gabriel si dirigeva verso il luogo dell'imbarco. Mancava la banda musicale, mancavano i discorsi, ma abbondava la cordialità.
Non fu sull'Isabel che c'imbarcammo, come alla venuta; fino al giorno seguente ci dovemmo servire della barchetta (montaria, come si chiama nel Rio Negro) della nostra Missione. Nella parte anteriore pigliano posto quattro rematori; il resto forma una specie di capanna di paglia, dove si collocano i bagagli ed i passeggeri al riparo del sole e della pioggia (due persone ci stanno comodamente): a poppa il pilota, o pratico del fiume, maneggia il piccolo timone.
All'ultima ora mancarono due rematori. Che fare? I nostri due confratelli si tolgon la giubba, e, in manica di camicia... giù a remare. Questa occupazione non è nuova per loro, avvezzi come sono a piccoli viaggi nel fiume, specialmente alla pesca quasi quotidiana.
Ma non era ancor passata un'ora, quando ci sorprese un temporale che, pur in mezzo a un fiume, non lascia di esser pericoloso, specialmente per una piccola barchetta. Questi temporali sono abbastanza frequenti nel Rio .Negro, e, quello che c'incolse, fu uno dei più violenti: vento, acqua a catinelle, lampi e tuoni per più di un'ora. Sapemmo più tardi che a S. Gabriel erano in grande ansia per noi, poichè colà (cosa che forse non era mai successa) ci furono persino disgrazie personali prodotte da fulmini. Io, chiuso nella sala di bordo già descritta, tentando di sbarrarne l'entrata col mio paracqua, invano invocava il diritto di non bagnarmi, stando sotto coperta; e gli altri godevano del benefizio dell'aria libera, tentando pure invano la pioggia d'inzupparli ancor di più, essendolo già fino alle ossa.
Ma, come Dio volle, anche la furia degli elementi si calmò, e noi potemmo approdare alla riva del fiume, il che sarebbe stato pericoloso tentare durante la tempesta. E veda un po' adesso il rovescio della medaglia! Eravamo vicini alla casa di un nostro buon amico, il sig. Virgilio, il quale ci accolse a braccia aperte, e, quel che è più, un'oretta dopo ci faceva sedere alla sua mensa, fornita in abbondanza di ogni ben di Dio. Fu un vero banchetto di Pasqua. E, dopo una notte tranquillamente passata nella nostra rete, ripigliavamo il nostro viaggio la mattina seguente, gratissimi al sig. Virgilio per la generosa ospitalità concessaci.
Il motore non funziona. - A S. Isabel. Perchè il Rio Negro si va spopolando. - Sulla tomba di Mons. Giordano.
Prima di mezzodì, eravamo al termine della prima parte del nostro viaggio : giungevamo alla casa dell'amico Fontes, che ci aveva condotti, nell'andata, sul suo battello Isabel. Ma questo era occupato, ed egli ce ne offrì un altro, un po' più piccolo, ma proporzionato al numero dei passeggeri, che erano soltanto tre. Porta il suo stesso nome, Fontes, con motore a petrolio come l'altro. Rimandammo a S. Gabriel la nostra montarla, con saluti e notizie ai nostri confratelli; e, verso le 5 pom., ripigliammo la via del fiume. Un piccolo incidente: il battello non volle far onore al suo padrone e pilota Fontes, poichè fin all'1 1/2 dopo mezzanotte non ci fu verso di far funzionare il motore, lasciandosi il battello portare dalla semplice forza delle acque. Fortunatamente, come dice il proverbio portoghese: Para abaixo todos os Santos ajudam (per discendere tutti i Santi aiutano); e noi andavamo precisamente in discesa.
Il giorno 7 di mattino giungemmo a S. Isabel, dove dal giorno prima ci aspettava il Francisco Salles. Una sorpresa da registrarsi nella parte topografica del nostro viaggio. Non ricordo se le diceva nella mia anteriore che S. Isabel, che in altri tempi ebbe fino a 6o case, al nostro passaggio ne contava soltanto 6, delle quali una sola abitata. Ebbene, nello spazio di un mese giusto (dal 7 marzo al 7 aprile) le case erano ridotte a tre, rimanendo sempre una sola abitata. Il padrone, volendo forse approfittare di qualche trave o cosa simile, le distrusse.
Così avviene lo spopolamento del Rio Negro, che va attribuito, non soltanto allo stato sanitario del quale nessuno si occupa, come feci notare nell'altra mia, ma specialmente alla svalorizzazione della gomma elastica (borracha), primo prodotto dell'Amazzonia. S'immagini che in altri tempi (una dozzina di anni fa) questa merce aveva raggiunto il prezzo favoloso di 18.ooo reis al chilo (più di 6o lire italiane al cambio attuale), ed ora si vende a 2.700, nove lire circa! Fu quella veramente l'età dell'oro per quelle regioni. Unico vantaggio, perchè si verifichi il detto che « non ogni male viene per nuocere », è che la mancanza di danaro frenò certe immoralità che resero tristemente celebri quei luoghi.
Ripigliato il nostro posto a bordo del Francisco Salles, in sei giorni di prospera navigazione giungemmo a Manaos; e fu in quest'ultimo tratto del viaggio che provai tana delle più forti emozioni: la visita al cimitero, dove riposano i resti mortali del nostro compianto Mons. Giordano. All'andata avevamo visitato il Barracão Javary, dove egli aveva reso il suo ultimo respiro; ma non ci era stato possibile visitare S. Joaquim, sulla riva opposta del fiume, dove esiste il povero camposanto, quasi sperduto in mezzo al bosco. Neppure al ritorno il piroscafo toccò questo punto; ma. il Col. Giovanni Amazonas, di cui parlai nella mia precedente, ci offerse gentilmente il suo battello a petrolio, col quale in un'ora circa (è questo uno dei tratti più larghi del fiume) ci trasportammo colà, mentre il Francisco Salles attendeva a caricare e scaricare le sue merci.
Che desolazione dappertutto! Vi sono case che ricordano in qualche modo una prosperità passata. Una chiesa, assai bene edificata, ma che non arrivò al tetto, è sospesa da più di 12 anni. Persino il fiume, colla sua lenta opera d'erosione, minaccia d'ingoiare, a poco a poco, ciò che rimane dell'antico paese. Una famiglia, delle pochissime rimaste, venne al nostro incontro e ci condusse al camposanto. Aprendoci il cammino fra arbusti ed erbacce che ci contendevano il passo, giungemmo con certa difficoltà alla dimora dei morti. Povero cimitero ! Aperto completamente da uno dei lati, e mal chiuso dagli altri tre, che conservano di altri tempi certe rovine di muri di cinta, dà libera entrata agli animali di ogni razza, con pericolo evidente di profanazione dei cadaveri. La tomba di Mons Giordano fu circondata da una piccola ringhiera dì ferro: ed mia croce, pure di ferro, porta una laconica iscrizione. Tutto questo in aspettativa di poter più tardi (tre anni, secondo la legge del paese) trasportar le ossa a S. Gabriel, dove un'urna decente e una conveniente lapide marmorea ricorderà ai posteri la vita e le virtù del primo Prefetto Apostolico del Rio Negro.
Era ancora di buon mattino, ed avevamo con noi l'altarino portatile. Coll'aiuto della famiglia, che ci aveva accompagnato, lo si eresse proprio a lato della tomba, che non era stata ancora benedetta, perchè nessun sacerdote era passato di là dopo il 5 dicembre. La benedissi e compii il mesto ufficio di celebrar la S. Messa in suffragio della bell'anima del nostro confratello. E con quale emozione! In mezzo al bosco, presso la riva silenziosa del fiume, assistito da sei o sette persone, celebrava in suffragio di un valente missionario, caduto sul campo del lavoro, lungi dai suoi fratelli e privo delle ultime consolazioni della Chiesa! e il sacerdote, per causa del rito (era il Venerdì della settimana di Paqsua) si vedeva obbligato ad esclamare ad ogni tratto: Alleluia, alleluia! Che contrasto!... Ma pensandoci bene, mi sorrideva la speranza che quegli alleluia, pronunziati sulla tomba d'un missionario, fossero un'eco degli alleluia con cui gli angeli dovevano aver accolto in cielo l'anima del prode, che aveva combattuto in terra le legittime battaglie del Signore, dell'apostolo che aveva portate tante anime a Dio !
A Manaos.- Povera diocesi! - La bontà del Vescovo. - Si riparte. - Per la Missione del Rio Negro.
Il 13 aprile giungevamo a Manaos, dove dovevamo imbarcarci nei grandi vapori nazionali alla volta di Rio Janeiro. Ma due giorni prima ne era partito uno, e perciò fummo obbligati a battere di nuovo alla porta del Vescovo, il quale ci accolse con affetto paterno, dicendosi felice di aver la nostra compagnia che veniva a interrompere la solitudine in cui vive, poichè è si scarso il clero secolare della sua Diocesi (10 sacerdoti in tutto!) che non può permettersi il lusso di un segretario che abiti con lui, dovendo servirsi, per quest'ufficio, dello stesso Parroco della Cattedrale. Povero Vescovo! Non ha seminario, nè grande nè piccolo, e neppure un collegio cattolico per ragazzi. Le ragazze sono più fortunate, poichè vi sono due stabilimenti d'istruzione diretti da Suore italiane, le Dorotee e le Figlie di S. Anna.
E dei 10 sacerdoti, nove sono stranieri, o di altri Stati del Brasile. Quanto soffre il buon Vescovo, il quale, zelante ed attivo com'è, si vede con le mani legate, impotente ad intraprendere opere ecclesiastiche, essendo la Diocesi (anche per questo si merita la simpatia dei Salesiani!) carica di debiti, quantunque non contratti da lui! Perciò s'immagini quanto egli desideri di avere, come operai nel suo campo, i Salesiani, i quali lavorerebbero al lato dei PP. Cappuccini, gli unici religiosi (in numero di sei o sette) che ha nella sua Diocesi.
Per quasi due settimane fummo ospiti di Mons. Joffily, Vescovo di Manaos, per mancanza di vapori pel Sud.
Il giorno seguente il nostro arrivo, giunse dall'Italia Mons. Prospero Bernardi, Vescovo Tit. di Palto, dell'Ordine dei Serviti, ai quali la S. Sede affidò la nuova Prelatura dell'Acre, enorme territorio che confina colla Bolivia e completamente abbandonato finora. Anch'egli ed i suoi tre confratelli condivisero con noi la generosa ospitalità del Vescovo, e ci facemmo ottima compagnia.
Il 25 partiva da Manaos sul vapore Parà, rifacendo il cammino del Sud, e passando per gli Stati del Parà, Maranhao, Pianhy, Ceirá, Rio Grande do Norte e Parahyba, giungeva il 7 maggio a Pernambuco, dove mi fermai per la visita annuale alle tre Case di quello Stato.
Al Maranhao potemmo rivedere il nostro carissimo Mons. Elvezio il quale, sempre animato dallo spirito di D. Bosco, fa veri miracoli d'attività e zelo apostolico. Quantunque cagio nevole di salute, era in procinto d'incominciare una visita pastorale ai luoghi più remoti della sua Diocesi, fino ad ottobre.
Dopo Pernambuco, visitai anche le Case degli Stati di Sergipe e Bahia, giungendo finalmente a Rio Janeiro il 17 giugno di sera.
E qui faccio punto, chiedendo scusa della mia lungaggine e del poco interesse di questa lettera, non contenendo ragguagli che possano far sufficentemente risaltare l'importanza della nostra opera al Rio Negro. Mi rimetto per questo alle lettere dei nostri Missionarii, davvero benemeriti della Religione e della Società, dando alla prima buoni cristiani, e degni cittadini alla seconda.
E sia la mia ultima parola una supplica a Lei, veneratissimo Padre, e ai nostri carissimi confratelli e ai benemeriti Cooperatori, affinchè vogliano soccorrere con tutti i mezzi, materiali, personali e specialmente spirituali, quella Missione, una delle più recenti e difficili di quante furono confidate alla nostra amata Società.
Mi benedica e mi creda sempre
Suo umil.mo e ubb.mo figlio in G. e M.
Sac. PIETRO ROTA.
Festa popolare ad onore del S. Cuore di Gesù.
(Lettera del Missionario Don Giov. Balzola).
S. Gabriel, 24 maggio 1920.
Ven.mo ed Am.mo sig. D. Albera,
Viva Maria SS. Ausiliatrice ed il nostro Ven.le Padre Don Bosco! Le scrivo, mentre sta piovendo fortemente, e col pensiero sono nel Santuario di Torino e presso il Monumento a Don Bosco....
Domenica prossima celebreremo la solennità di Maria Ausiliatrice, e intanto stiamo continuando la pratica del suo bel mese con predica, rosario, e benedizione col SS. Sacramento tutte le sere, come non si è fatto mai nel Rio Negro.
Ieri, festa di Pentecoste, la Schola Cantorum di S. Gabriel, composta di ragazzi e di giovinotti, preparati dal nostro instancabile Don De Britto, fece il suo debutto alla Messa cantata. Tutte le domeniche del mese, dopo le funzioni, lo stesso nostro confratello intrattenne e divertì l'accorsa popolazione con la lanterna magica: ottimo espediente per l'istruzione religiosa di molti, che, attratti dalle velate d'opere d'arte della vita di Maria SS. e di Nostro Signore Gesù Cristo, ne ascoltano con gusto la spiegazione.
Il 3 maggio, sacro all'Invenzione della S. Croce, abbiamo celebrato una gran festa sul monte di S. Gabriel, che venne consacrato al Sacro Cuore di Gesù. , Tutta la popolazione vi prese parte.
Sotto a una gran pietra di 18 metri per 12, si è formata una caverna, dove celebrai Messa e collocai e benedissi una statuetta del Sacro Cuore, quindi, per una scala fatta con molta pazienza, salirono tutti sopra la pietra. Là si benedisse la Croce, che domina tutto il Rio Negro e Don De Britto tenne un commovente discorso, raccomandando al S. Cuore di Gesù le foreste che s'estendono tutt'intorno sino all'estremo orizzonte.
L'idea di coronare questo Monte colla Croce mi venne fin dal primo giorno che posi piede a S. Gabriel. Mi costarono, è vero, molti sudori, i sei mesi impiegati nell'aprir la strada in prezzo alla foresta per giungere sulla vetta, non avendo nessuno che m'aiutasse: e il giorno che giunto in cima nell'enorme macigno, mi accinsi per innalzarvi la gran Croce, mi accadde un caso che mi fece ricordare al vero la Passione di Nostro Signore. Dopo aver inchiodato lassù stesso i due bracci della grossa e rude Croce, sentii vivo il desiderio d'innalzarla io stesso, da solo, e fermarla subito a posto. Tentai e ritentai, e quasi quasi mi persuadeva che mi era forse impossibile pel suo enorme peso in vista delle deboli arie forze, poiche dopo vari tentativi, caddi indietro; e la Croce mi si rovesciò sul petto, ma fortunatamente, per una sinuosità della pietra, senza farmi del viale. Il momento però era critico, perche, così come caddi sotto la croce, da solo, non aveva la forza nè di uscirne nè di moverla. Era verso sera e mi rassegnai a rimanervi fino a notte, quando, da casa, non vedendomi arrivare, sarebbero venuti a cercarmi. Senonche, dopo un breve riposo, feci uno sforzo e giunsi a liberarmene. Ne fui così contento, che, non volli scendere dal monte senza prima inalberare la Croce, e, grazie a Dio, vi riuscii.
Questo Monte di S. Gabriel non è gran cosa: conta solo 22o metri sul livello del mare, ma siccome è rotondo e isolato in mezzo alla sterminata pianura di foreste, pare di considerevole altezza e ha l'aspetto d'un'alta torre in mezzo a una città, come la Mole Antonelliana a Torino.
Amatissimo Padre, pare che il Signore voglia far gravare su questa Missione un'altra croce assai più pesante. Sono tre mesi soltanto che è giunto il nuovo personale, e la nostra piccola casa è ridotta quasi a un'infermeria. Tutti i nostri cari confratelli, chi più, chi meno, pagano il tributo al nuovo clima. Nulla di grave, è vero, sua impossibilità di lavorare, mentre c'è tanto e tanto lavoro.
Gradisca e voglia trasmettere agli altri Superiori i nostri più cordiali saluti, e ci benedica tutti, in snodo particolare il suo
Suo figlio in C. J.
Sac. GIOVANNI BALZOLA Missionario Salesiano.
EQUATORE.
Gli ex-allievi dell' Istituto Salesiano di Guayaquil si sono uniti in Comitato promotore per solennizzare la consacrazione episcopale di Mons. Domenico Comin, nominato Vescovo di Obba ed eletto Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza.
Nella stessa città si fanno preparativi per la posa della prima pietra di un Santuario a Maria Ausiliatrice, la Patrona della Missione Salesiana tra i Jivaros.
Nel Santuario, il 24 del mese. si compiono, mattina e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica: - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata - ed è il popolo di Valdocco, con le associazioni della Parrocchia, che con vivissima fede, accorre alla devota funzione.
Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirvisi in ispirito.
Echi delle feste titolari.
MODENA. - L'ultimo giorno del mese di maggio nell'Istituto Salesiano S. Giuseppe si celebrò la festa di Maria Ausiliatrice con gran pompa.
La Cappella era stata parata come nelle più grandi solennità, e la statua dell'Ausiliatrice, posta su d'un maestoso trono, tutto circondato da lampadine elettriche, da ceri e da fiori olezzanti, sorrideva ai suoi divoti.
Alle ore 7 1/2 ci fu la Messa della Comunione generale con canto di mottetti, e alle 10 la Messa solenne, cantata con vero affiatamento e con grande maestria dai giovani del Collegio.
Nel pomeriggio, dopo un eloquente quanto affettuoso panegirico, con la statua della Ausiliatrice si fece la processione per il cortile, il quale era stato completamente imbandierato, e s'impartì la benedizione con il SS. Sacramento.
Chiuse la simpatica festa, che lasciò in tutti tanti ricordi e fece prendere tante buone risoluzioni, una riuscitissima accademia musico-letteraria. I canti, gli inni, le poesie s'alternarono bellamente alle dolci melodie, che si sprigionavano dalle corde del violino e dai tasti del piano, tocchi da mani maestre, e tutto contribuì a rendere la festa più geniale, sentita ed affettuosa.
GIRGENTI. - Ci scrivono: « Anche in questo Seminario, il giorno 24 del mese consacrato all'Ausiliatrice dei Cristiani, non potemmo restare indifferenti e una bella festa di famiglia fu organizzata.
Già dal primo maggio avevamo preparato in giardino un bell'altare, e si andò a gara per circondarlo di fiori e per cantar le lodi della nostra tenera Madre. Al sentir che grandi feste si celebravano a Torino nel Santuario di Valdocco, si preparò una solenne accademia musico-letteraria. Un bell'arco trionfale, adorno di verdi rami, bocce alla veneziana, iscrizioni e lanterne, circondarono il trono di Maria Ausiliatrice. Chi più contento di noi?
La sera del gran giorno, verso le ore 6, si diede principio al caro trattenimento. Presiedette lo stesso signor Rettore. Il discorso d'introduzione fu letto da un giovane studente di teologia, entusiasta ammiratore del Ven. Don Bosco e della sua opera: trattò il tema: « Il Cooperatore Salesiano ed il suo compito », una vera conferenza: ed era necessaria, in verità, perchè ormai qui i Cooperatori possono formare varie decurie. Seguirono discorsi, poesie, dialoghi e canti, distribuiti in un vasto progamma.
Chiuse il signor Rettore dicendo della necessità della divozione alla Vergine in un sacerdote. Si pose fine al bello spettacolo con una splendida fiaccolata. Voglia la Vergine Ansiliatrice benedire dal Cielo questo nostro Seminario, e suscitare anche tra i nostri giovani chierici gli Apostoli zelanti, sinceri imitatori del Ven. Don Bosco.
ESTE. - La domenica 6 giugno al Collegio Manfredini, come conclusione del mese di maggio, si svolse una simpatica festa in onore di Maria Ausiliatrice, con l'intervento di S. Ecc. Mons. Luigi Pelizzo, che celebrò la Messa della Comunione Generale e assistè alla Messa solenne inframmezzata dal panegirico.
Verso le 17, in un trionfo di fiori, di suoni e di canti, la statua dell'Ausiliatrice veniva processionalmente portata pei cortili spaziosi e per l'amenissimo orto circostante. La banda del Patronato SS. Redentore, una larga rappresentanza del Circolo S. Prosdocimo e molti signori e signore concorsero a rendere più solenne la funzione, che si concluse in cappella colla Benedizione solenne.
L'accademia musico-letteraria in onore della Madonna troneggiante nel mezzo del salone principale fu presieduta - in assenza di S. Eccellenza - dall'abate mitrato Mons. Dalla Valle. L'Avv. Bortolo Galletto, antico allievo affezionatissimo, tenne il discorso d'apertura, coll'impeto oratorìo suo proprio, sulle glorie di Don Bosco e Maria Ausiliatrice, eccitando, tra vivi applausi, i giovani allievi alla riconoscenza verso i loro educatori, all'ardore per lo studio, al coraggio cristiano, necessario ad essi specialmente nell'avvenire.
Si svolse poi un breve scelto programma di canti, di suoni con archi, e di declamazioni, concluso dalla paterna parola di Mons. Abate.
A notte s'improvvisò nel vasto cortile, con ledi a pieno coro cantate dai giovani, con allegre suonate della banda, con lancio di razzi e sparo di mortaretti, una pia serenata alla Madonna, che lasciò in tutti la più soave impressione e fu indovinatissima conclusione di tutta la festa.
RIVALTA TORINESE: - Come sempre, dal 1904 ad oggi, le feste religiose e civili che annualmente si celebrano in onor di Maria Ausiliatrice la 1a domenica di agosto, riuscirono solenni e degne di Rivalta, buona ed ospitale. Tra le funzioni religiose, la novena e il triduo predicato in parrocchia dal salesiano Don Lajolo, assurse a grande importanza la processione solenne, cui parteciparono ufficialmente tutti i sodalizi religiosi, le società civili coi rispettivi vessilli, le autorità comunali ed una vera onda di popolo devoto e festante, preceduto dalla banda locale.
Riuscitissima poi l'illuminazione ed il concerto serale intramezzato dal canto di scelte lodi. Anche i vari spettacoli cinematografici, che si svolsero con scelte films nell'interno del giardino salesiano, fecero godere ai Rivaltesi, molti dei quali nuovi a tali spettacoli, le meraviglie dell'obiettivo e dello schermo.
Quest'anno, poi, la popolazione di Rivalta effettuò anche il sogno da lungo caldeggiato, cioè il pellegrinaggio a Valdocco. Condotti dal rev.mo sig. Arciprete locale, unitamente alle rappresentanze di Orbassano e di Rivoli, i Rivaltesi, parecchie centinaia, la domenica 22 agosto accorsero qui devoti ad implorare grazie e favori e dimostrarono quanto sia la loro pietà verso l'Ausiliatrice, e quale il loro entusiasmo per le opere di Don Bosco.
GRAZIE E FAVORI (*)
Grazie, o Maria Ausiliatrice!
Pochi giorni prima che incominciasse il mese di Maria Ausiliatrice; uno dei nostri giovani liceisti cadde gravemente ammalato. L'estrema violenza della febbre, che durò altissima per quattro giorni consecutivi e la delicata complessione dell'organismo, già provato da gravi e replicate malattie, allarmarono non solo noi e la famiglia dell'ammalato, ma lo stesso medico curante che, dopo accurato esame, trasse i pronostici più neri.
Persuasi purtroppo che lo stato del caro infermo poteva far temere le più funeste conseguenze, cominciammo senz'altro una novena di benedizioni e di preghiere a Maria Ausiliatrice, affidando ad Essa i nostri timori e le nostre speranze. Per alcuni giorni una polmonite e una pleurite allarmante parevano proprio confermare le tristi previsioni della scienza umana, quando, inaspettatamente e improvvisamente, nel quinto giorno della novena, la febbre scomparve, quasi completamente, portandosi via ogni minaccia delle due temute malattie.
Com'era avvenuto ciò? Il dottore constatava con piacere il lieto fenomeno, che però gli riusciva strano e inesplicabile, al di fuori di un intervento superiore, quale noi l'avevamo invocato. Maria SS. Ausiliatrice, prevenendo le nostre più liete aspettative, aveva troncato il corso della malattia, l'aveva domata prima della solita crisi, e ci aveva liberati da un incubo mortale.
Riconoscenti per l'insigne favore i Superiori e i giovani, secondo la promessa fatta, rendono di pubblica ragione la grazia, la famiglia dell'alunno fa la sua modesta offerta, e tutti promettono riconoscenza e devozione profonda verso Maria Ausiliatrice.
Chieri, giugno 1920.
I Superiori e gli Alunni del Pensionato Don Bosco per liceisti.
Preservato da un'operazione di mastoidite.
La notte dal 1° al 17 febbraio p. p. fui colpito da fortissimi dolori all'osso mastoideo destro, e a tutta la parte facciale della stessa parte.
Il medico disse essere una nevralgia. I dolori continuarono sempre fortissimi fino al 24 in cui l'orecchio prese a suppurare, e il male si rivelò un'otite media acuta.
Il 3 marzo fui a una clinica di Torino e il Dottore, dopo una piccola operazione all'orecchio, temeva dovermi operare di mastoidite per essere l'osso di continuo gonfio e infiammato.
Ricorsi con piena fiducia a Maria Ausiliatrice, facendo qualche promessa, e molte pie persone si unirono a me nel fare la novena raccomandata dal Ven. Don Bosco. I giorni passavano un po' angosciosi, perchè il Dottore ripeteva sempre che l'operazione, ben difficilmente, si poteva evitare. Ma la mia fiducia in Maria Ausiliatrice aumentava, e la mattina del 9 marzo, dopo un brevissimo riposo, avuto dopo una notte insonne, come tante altre, in cui ripetevo continuamente la piccola preghiera: « Ricordatevi, o piissima Vergine Maria », ebbi la sensazione che la grazia era fatta, e lo dissi subito alla Suora infermiera; ed era fatta davvero. Infatti, alla visita, il dottore mi trovò un po' meglio, sebbene dicesse essere tutt'altro che fuori di pericolo, e mi tenesse per altri giorni in osservazione.
Grazie, o Maria Ausiliatrice, di questo insigne favore, e grazie pure di tanti altri che riconosco d'aver ricevuto e di altri che ignoro. Grazie, e fa' che me ne serva in bene!
Arignano, 28 aprile 1920.
FERDINANDO MACCONO, Salesiano.
Una grazia segnalata.
Per riconoscenza alla B. V. Ausiliatrice, si desidera sia pubblicata la prodigiosa guarigione che descrivo.
La piccola Teresa Barbara Maifredi, affetta da due ascessi freddi, uno alla spalla sinistra, l'altro alla coscia destra, dopo un Mese di cura in famiglia, veniva ricoverata nel nostro Ospedale il 30 gennaio c. a. L'infermità fu denominata « Morbo di Pott », e giudicata pressochè inguaribile. La madre della bambina, vedendosi mancare le speranze nell'arte medica, ricorse fiduciosa a Maria Ausiliatrice, incominciando una novena di preghiere e promettendo un'offerta per la guarigione. Intanto i medici proseguivano due volte allo svuotamento artificiale dell'ascesso sulla spalla. Il giovedì, 19 febbraio, la bambina annunziò di non sentire dolore alcuno, né alla spalla, nè alla coscia: e il medico, venuto per eseguirle un terzo svuotamento, fu colto da meraviglia per non trovar più nessuna traccia di male. Interrogato, disse ripetutamente, di non saper spiegare come avvenne una guarigione così repentina. Volle trattenere la bambina otto giorni nell'ospedale, per accertarsi della stabilità della salute, e licenziandola non nascose il timore che il male si ripetesse in altre parti del corpo. Ma or sono quattro mesi che la bambina è guarita perfettamente, e non ha più dato segno di indisposizione, mangia con appetito, studia, giuoca allegramente.
In vista della grazia speciale ricevuta da Maria Ausiliatrice, potè ottenere di essere ammessa alla 1a S. Comunione, sebbene in età di non ancor sette anni, e dalle pagine del Bollettino gode manifestare pubblicamente la propria gratitudine.
Chiari, 10 giugno 1920.
Don GIACOMO CENINI, Decurione.
Maria Ausiliatrice ascolta la preghiera degli innocenti.
Due anni fa, un'indigena di nome Francesca, si conficcò nella mano destra un ago. Soffrì per più giorni e con l'applicazione di varii rimedi non sentì sollievo di sorta. Una notte che soffriva più del solito, il figliuoletto Gaetano, di cinque anni, non lasciò mai d'invocare la Madonna con queste parole: - Maria Ausiliatrice, togliete l'ago dalla mano della mamma - ed ecco, ad un tratto, spuntar fuori l'ago così bene, che la paziente, da sè, con facilità lo trasse fuori senza dolore di sorta.
Al sentire l'indigena a raccontare il fatto, mi sentii così commossa che pensai subito di farlo palese, perchè ci persuadiamo tutti che la Madonna esaudisce le orazioni degli innocenti.
Matto Grosso (Colonia del S. C. di Gesù
24 maggio 1920).
Suor CATERINA Bosso.
MONCRIVELLO. - 24-V-192o. - Eulalia nostra al principio d'ottobre u. s, s'ammalò e dai sintomi non si tardò a constatare la febbre tifoidea. Più tardi vi fu complicazione con tifo intestinale, che in breve ridusse la nostra piccola inferma in fin di vita.
La sera del 12 novembre le furono amministrati gli ultimi Sacramenti.... era agonizzante! ...
Noi ricorremmo con fede vivissima, con tutto lo slancio del nostro cuore, al Ven. Don Bosco ed a Maria SS. Ausiliatrice.
La malatina si conservava ancora in vita, ma la febbre si manteneva costantemente altissima. Poi, a poco a poco, si venne a un miglioramento, sì da farci rinascere, d'un tratto, nel cuore la speranza. Ma ecco assalirla repentinamente la broncopolmonite doppia. Già ci rassegnavamo a vederne da un istante all'altro la fine, poichè'si credeva quasi impossibile che una bimba di io aiuti potesse sopportare sì a lungo una febbre quasi costantemente a 400. Ma, con meraviglia di tutti, la piccina migliorò fino a sopportare completamente la crisi.
Una terza prova l'avemmo a Natale quando si manifestò nuovamente la bronco-polmonite con febbre altissima. Con raddoppiate suppliche ricorremmo ai nostri Protettori, e non tardò a venir la consolazione.
Famiglia M. FRASSÀ.
VENEZIA- 23 luglio 1920. -Una cuginetta, per nome Bice a Fiorano al Serio, che ora ha 12 anni, all'età di sei anni stava giuocando con le sorelline e, appoggiata col visetto sopra di un tavolo, rideva. Una sorella, sempre scherzando, le diede un colpetto sul capo che fu fatale. Subito le si chiuse ermeticamente la bocca: fu portata a Bergamo e fu tentato tutto il possibile per rimetterla allo stato naturale. Inutilmente: solo un pochino poterono aprirgliela. Due anni fa, quando fui profuga cori la mia sorella nella sua casa, potei vederla questa bambina: faceva pena, sorseggiava quattro o cinque volte per prendere solo un cucchiaino di caffè; e tutto il giorno doveva succhiare bricciole di cioccolato che schiacciava prima con le dita. Così passarono sei anni, quando, due illesi fa, improvvisamente quella povera bocca si chiuse del tutto: la piccina pareva condannata a morire. Fu portata subito a Bergamo e a Milano da specialisti, e all'Ospitale Rachitici sotto il prof. Galeazzi. Io feci promessa a Nostra Signora Ausiliatrice di pubblicare la grazia, se si otteneva, sul Bollettino Salesiano: e gli specialisti dissero che bisognava tentare l'operazione, ma non diedero speranza alcuna di probabilità di riuscita, perchè tutto faceva vedere che o sotto l'operazione sarebbe spirata, o sotto il tormento della fame.
Ebbene, la mia cuginetta Bice, oggi, è perfettamente guarita, ed io, colte ho promesso alla Madonna, prego di pubblicare questa mia dichiarazione sul Bollettino Salesiano.
ELISA FORRES.
FIRENZE. - v - 1920. - Riceviamo e pubblichiamo: « Anna Maria P. di S. M. veniva colpita il 9 aprile da una grave otite; si temeva di doverla sottoporre ad una operazione. _Ala invocata con fervore Maria Ausiliatrice, recitando ogni giorno un'Ave Maria, e promettendo di far celebrare una messa di ringraziamento e pubblicare sul Bollettino la grazia ottenuta, la bambina cominciò a migliorare e dopo qualche settimana è guarita. Grazie, o Vergine Santissima!
N. N.
VARENGO MONFERRATO. - 14 - VI - 1920. - L'anno scorso mni trovavo gravissimamente ammalato di polmonite doppia, e con complicazione di altre malattie, per cui due dottori mi dichiararono in fin di vita. Feci ricorso a Maria SS. Ausiliatrice insieme con la mia cara famiglia, pro mettendo di fare un'offerta al suo Santuario di Torino e di pubblicare la grazia, se guariva. Con sorpresa dei dottori e di quanti conoscevano il mio grave stato, ricuperai la perfetta salute, ed oggi compio la mia promessa e ringrazio pubblicamente la Celeste Ausiliatrice dei Cristiani.
CASSINI SEVERINO.
OVADA - V - 1920. -- Da molto tempo soffrivo assai, e non trovavo nessun sollievo ai miei mali. Mi venne suggerito da persona devota di Maria Ausiliatrice di raccomandarmi fiduciosa a sì buona Madre, interessando la benevolenza del Rettor Maggiore dei Salesiani, affinché la novena, ch'io avrei fatto, fosse contemporanea alla novena che per lite si farebbe nel Santuario di Torino.
Bontà di Maria Ausiliatrice! Contrariamente a quanto si credeva impossibile, potei lasciare il letto e mi trovo in piena convalescenza ben avviata.
Riconoscentissima, mando un'offerta per le Opere di Don Bosco e ringrazio pubblicamente, corte avevo promesso, la Santa Madonna di Don Bosco.
RITA COSTA.
TROFARELLO. - 24 - Ix - 1919 - Ho ottant'anni e, se sono ancor vivo, lo devo a Maria Ausiliatrice. Mi trovava sul fienile, quando, d'un tratto mi scivolò un piede e caddi a terra ove si trovava un tridente che mi si piantò nel fianco, da cui fu estratto a fatica. In quel brutto momento mi rivolsi a Maria Ausiliatrice, e fui salvo e non sentii alcun male. In fede
GIOVANNI BOSIO.
FAENZA. - 24 - III - 1920. - Era in letto da 40 giorni. Non vedendo una via di guarigione, intrapresi la novena consigliata da Don Bosco, e l'ultimo giorno mi trovai perfettamente guarito. Mando un'elemosina per due messe, da celebrarsi nel tempio votivo dei Becchi in ringraziamento.
NAZZARENO BOLOGNESI.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe ai ringraziamento, per il tempio erigendo alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - A. B. di Campobasso, A. C. di Torino, A. C. M. di Torino, A. V. T. di Ascoli Piceno, Abbà L , Abbanelli M., Abbapane G., Abbate G. in Rizzo, Abbate M. in Cancello, Abluvioni M., Abondis C., Accano m. ed F., Accastello M., Acorciani B., Agostelli O., Agostinelli P., Agosto V., Agosto A., Agostucci N., Agosti A., Agosti E., Agostini C , Ajmini O., Ajmonetti G., Aires F., Airuno M., Allasia T., Albarello L., Aldovini coniugi, Alessi G., Alessiati G., Allasia T., Allais G., Allazzetta S., Allisiardi A., Aloncello S., Alpigiano D., Alunni della 3a elementare della R. Scuola popolare italiana di Smirne, Angelini C., Angelinotti E., Angius L., Anglosini M., Anselmi M., Anselminetti O., Anselmini B., Appiani M., Aprile C., Aprilotti B., Apuceni G., Arato M., Arbinoglio S., Ariizzone M., Arioletti N., Aristofane G., Arpetti L., Arvisoli B., Arzolini M., Arzuletti M., Asinari B., Aspardi L., Asquiui c.ssa L., Assolari F. in Mis, Astori C. in Grimoldi, Asvisio C., Attardi N., Aymonod G., Azzolini M., Azzaroni F.
B) - Badoanni M., Baghino E , Bagna A , Babbiano T., Balicco G., Ballatore M., Banfi A., Barba G., Barborelli S., Barbucini L., Barbuchelli N., Barcella C., Barcinoni O., Barcolini V., Barconcini Z., Bardolini A., Bardozzi M., Barducci d. O., Barduini L., Barduzzi L., Bareux C., Barrani V., Bartocelli M. in Ferruggia, Barudi d. P., Baselico M., Basetti C., Basoli A. in Zappareddu, Battaglia T., Battaglini G., Battagliotti N., Battimani 0., Battiston Secondiano e Battiston Antonio, Banchelli T., Banchero R., Bazzolini M. T., Bazzoli D., Belfanti A., Bella M., Belleni d. P., Bellintani I , Beltrami L., Benotti N., Bergadano T., Bergonzi M., Berganzi P., Bertonzi A., Berganzi M., Bernardini R., Bernardi M., Bertamini C., Bertamini D., Bertamini M., Bertinetti C., Bertola G , Bertoli A., Bertolini T., Bertoni B , Berutti L., Bettoni L., Bezza F., Bianco A , Biendrate M., Pigliato B. E., Binda C., Bionda MI., Biumer B., Bobone A. in Ricci, Bodrito L., Boggioni E., Boi A., Bologna R., Bolzac M., Bona M., Bonafede E., Bonaldi I., Bonasso L., Bonaudo E. e F., Bonaudo I., Bonavia G., Bondìno C., Borselli G., Bougiovanni M., Bonomelli M., Borgaro C., Borgatello L., B rgatello L. in Cassini, Borgatello M., Borgno F., Borsotti A., Bortolussi C., Boschetti M., Bosetti C., Bosio M., Bossi A:, Bussola R., Bottauello L., Batteri F . Botti F., Bottigliero A., Bottiglioni I.., Bottiglioni E., Buveri Z., Bovio S., Bovo in Folco, Bovo G., Bozzelli I., Bozzini A., Brach-Papà V., Braga M., Brarnbilla d. F., Brandaliso A., Brozzo G., Brunetti F., Bruno A., Bruno G., Buffa G., Buffolo A., Buoto I., Burzio B , Buscaglino L.
C) - C. B. di ***, C. B. di Entraque, C. C. di Acireale, C. L. di Avigliana, Cabiddu G. ed L., Caboni C., Cabras F., Cabras M., Caffi E., Cagliero M., Carro D., Callegaris V., Caltabiano A , Camilleri C., Campigotto M., Campora L , Canale S., Canepa C., Canevali I., Canevalis B., Cannata C., Canni d. E., Capone A., Cappelleri M., Capranin M., Caracciolo T., Carbonara I., Carciola G., Carelli G., Carignano F. e Cous irte, Carminati C., Carminati G., Carpoca M , Carrara G., Carta A. in Tamburino, Caruso C., Casabona R., Casaregola cav. G., Casaroti O., Casarotti M. T., Casassa de L., Cascone F., Cassini S., Castelletti R. in Varese, Castelli E., Castellono S., Castelnuovo M. Cattaneo IVI. in Quaglia, Catellani d. E., Cavalli L., Cavallo A., Cavigioglio F., Cazzola L., Ceccato A., Cecrhin d. F., Celada C., Celli G., Cena L., Cerato G., Ceresa M, A., Cesena d. A., Cesco C. in De Na do, Chenna M., Chiais M., Chiappazzo M., Chiappone A., Chiappone I., Chiesa L., Chisio I., Ciboldi A., Cichi G., C fra R., Ciutio A., Cinzia T. in Batti-Gentili, Cipriani A. in Sartoris, Cirlo d. B., Civero T., Civran A., Coco M., Codeglia F., Cogno M., Col 'A , Colla C., Collina G., Cologna G., Colomba d. A., Colombo G e consorte, Concina G., Condemi d. R. Arciprete, Congin C in Obim, Coniugi Blandino, Consiglio d. A., Conti C., Cooperatrice Salesiana di Cassacco, Coppo sr. L., Cordone P., Coré P., Corello M., Coriasco M., Corsanego L., Corsi E., Corsi G., Costa M., Osta R., Costadone G., Costamagna G., Costanzi E., C stanzi V., Cotza L., Cravero C., Cravero M., Cravino MI., Cr.tviotto B., Crespi A., Cristino M., Crocco Z., Croce cav. E., Croce M., Croce V., Cugusi M., Curioni S., Curletta T. M.
D) - D. A. di Desana, D. M. di ***, Da Catro G., Daghero ML, Dagna V. in Rissone, Dalla Colletta E., Dallagrese B., Dalprà S., Dal Santo E., Danesi M., Danna L., Da Pia A in Zotto, Darbesio M., David L., Deagostini M., De Bernardini C., De Blasi C., De Borzatti mons. G., De Brustia A. in Guido, Decaroli V., De Fioléo A., Degli Esposti C., Del Bosco V., Del Mutto L. in Negri, Delser C., Dematteis G., De Pasquali G., De Seta D., De Simone A., Deval G., Devota di Maria Ausiliatrice di ***, Dall'Armellino R., D' Urbano C., D'Urbano R., Diaco P., Di Bella C., Di Buono A., Di Falco A., Di Odoardo A , Diolaiuti M., Dolando L., Donati V., Dondero A., Dondero B., Dondesi C., Dosio A., Dovigo d. A., Draga D., Drago F., Dublane M., Dugnani C., Duranti G.,
E) -- E. T. di ***, E. R, di Mombercelli, Egli S., Einaudi M., Ercolani L., Espa M. ved. Pilleri, Esploratori Cattolici del III° Reparto S. Luigi di Torino,, innalzando vive preghiere di ringraziamento alla Vergine Santissima Ausiliatrice per intercessione della quale ottennero la salute ad un loro collega e superiore gravemente infermo, uniscono un'offerta come tenue pegno della loro imperitura devozione alla Madonna di Don Bosco.
R) - F. M. di Torino, Fabritiis A. in Pennacchio, Failla A., Failla F. in Guarino, Faina c.ssa C., Famiglie Bosco, Chisello, Dalmasso, Del Bosco, Donato, Giordano, Giunta, Ing. Canessa, Masera, Micca, Mognano, Peano; Farudi G., Faure R., Fellini F., Fenati A., Fenati D., Fercu A., Ferrandes can. A., Ferrari F., Ferrari L., Ferreri C., Ferrero L., Ferri E., Ferrigno sr M., Fesion G., Filippini A , Filippini C., Filippini M., Filotti R., Fiora E., Fioravanti T., Flora M., Focacci M., Foncellino V., Fontana D., Fontana M., Forlani M., Formica A., Fornasero C., Forno M. in Ivaldi, Foschi A., Fossa C., Fossa E., Fracchia C., Fracchia C., Frarnba GFrancese Francese A., Franchi A., Francia G., Fianchino D., Francone M., Freiotto T. in Panica, Freire S. G., Fritz di P., Fugazzi G., Fumelli A. in Rossi, Funzi S., Furlanello M., Fusari A.
G) - G. M. di Vella, G. T. di Mombello, Gabellini M., Galeazzi G., Galli G., Gallizio C., Gallo E., Gallo G., Galvagnì P., Gandini A., Gangemi A., Gardo G., Garofoli M., Gasparini L., Gasparolo C., Gatti 13., Gattoni E., Gaudeozi I., Ganna P., Gavio G., Gazzaniga G., Gazzaniga M., Gerbelle d. G., Gerini C. in Alippi, Gervaso L.,, Ghelfi M., Ghislandi V. L., Giacchero D., Giambanco E., Giani D. in Rossi, Giannola V., Gianoglio E., Gianotti A., Giardina L. in Mazzi. Gilardino C., Gilmozzi R., Giordalano M , Giovanetti G., Giovarmivi G., Giovannini M., Giovannotti G., Girando S., Giuliano G., Giuseppa sr. A. M., Goal E., Gonzato G., Gorria G., Gradara G., Graziani D. in Valgimigli, Grillone F., Guadagnini L., Guarnieri E., Guasco M., Guerra M., Guida M.
I) - I. L. d'Isola di Rovegno., Imberti E., Incutti F., Invernizzi G., Isola G., Isorni D., Ivaldi M., Ivaldi V.
1) - Jaccod M. in Perruchod, Jazzutti d. A.
L) -- Lago G. B., Lana A., Lana G., Lanciani I., Lardi B., Liantaud M., Liguetti d. P., Lissandrini d. V., Loddi F., Loffi A,, Lonardi A., Longhi A. A. in Gravogno, Longhitano, Lovisolo T., Lucca A., Long C. in Beria.
M) - Magister Rosina ed Anna di Soiduno, grate a D. Bosco e a Maria Ausiliatrice, Mabirto U., Magni P., Maiani T. in Arduini, Mainardi S., Maistri V., Maladorno A., Malcutti C., Malerba T., Maletto G. B., Maloberti I., Manfredo E., Manzoli M., Marangoni P., Maravigna I., Marchesini B. M., Marchetti M., Marcolin R. Marenco A , Marenco R., Margarìta d. G., Margherita di Torino, Mariani A., Marini A., Marino M., Maritano M., Marmori G., Marosso M., Martino C., Mascarelli A , Mascheui NI., Mascare d. C., Mascolino C., Masenga O., Massaro F., Massaro L., Massaruto G., Massolino, Mastalli M., Mastrangelo M., Mazza S., Mazza A., Mazzolevi T., Mazzoletti R., Messina R. ved. Troja, Mignatta A., Mignatta G., Mignini R., Nligoni C., Milanesi C., Milanesio A., Milani T. in Lualdi, Milano F., Militello M., Mina C., Minelli G., Minghetti Z., Mirabile C., Mo M., Molinari M., Mondino M., Monni G A. in Espa, Montaldo G., Montanaro Teol. d. P., Monticone A., Montini A., Monzeglio E., Monzeglio F., Marchio M. ed L., Morivo C., Moriondo G., Morosoli G., Morotti d. A., Moscio L., Mosconi d. G., Mottadelli E., Mottura F. ved. Ferrero., Mularoni A., Mularoni V., Muraglia L., Murgio F., Musmeci S., Museo F., Musso M., Mutti A.
N) - N. B. di Pinerolo, N. E. di Torino, N. F. di *** Napoletano D., Nasalli-Rocca c.ssina M P., Navarro C., Negra G., Negri C., Neirotti M., Neri G., Nicoletti N., Nicomede M., Nilo G., Ninatti G., Nizzi L., Nolli M. in Mutoni, Nota M., Novelli G., Novello G.
O) - Ognibene M., Olivari B., Olivieri T., Origo d. G., Orsini G., Orta P., Orto C., Ottino P.
P) - P. E. di *** P. L. di Ornavasso, P. M. di Bolognano, P. R. di Cremona, P. V. di Milano, Pagliarello R., Pallavicini A., Palumbo G., Panizza C., Paoletti M., Papetti L., Papi A., Parenti V., Paruzzi G. T., Pascot G., Pasolini B., Passalacqua A., Pasteris C., Paternostro B., Pedrini R., Pellegrini A., Pellerino E., Pellissier F., Pena L., Penza M., Perasso F. in Carraio, Peretto D., Perez L. A., Perin V., Perini G., Periti A., Peroni L., Perosa NI., Perruchon S., Perruzzi P., Pession can. P.. Petito A., Pezzane B., Piacentini L., Piazza ch. E., Piazzino P., Piberi, Piccolo M., Picca M., Piccione M., Pie persone di ***, Acceglio, Acquanina, Agrate Conturbia, Albiano d'Ivrea, Arnesano, Biancavilla, Bizzarone, Bolzano Vicentino, Borghetto S. Spirito, Borgomanero, Bussolengo, Cadelbosco di Sopra, Calcababio, Camandona, Canale d'Alba, Cannero, Carmagnola, Casale Monferrato,, Casciago, Casola in Lunigiana, N. N. di Castelli entauo, Castelgomberto, Castelnuovo d'Asti, Civitaluparella, Fontevivo, Frassinere, Fubine Monferrato, Ghedi, Girifalco, Grontardo, Guardiagrele, Incisa d'Elba, Laurenzaua, Livorno Vercellese, Locarno (C. T.), Macerata Feltria, Mentoulies. Mongrando, Montecorvino Rovella, Olmo al Brembo, Orbassauo, Ornavasso, Ortanso, Padova, Pettinengo,. Piacenza d'Adige, Pinerolo, Rancio, Valcuvia, Rimini, Roma, Roveredo in Piano, S. Marzano Oliveto, Torino, Trofaretlo, Tronzano Vercellese; Pieroni M. ed N., Pie trolucci D., Piffari P., Pilleri A., Pio M., Pio P., Piras E., Pirello A., Pistone E., Pittia E., Piazzola C., Poggesi C., Polazzi P., Poletti L., Pollone A. ved. Pol, Pomi C., Pontara L., Prandi M., P asdocimo L., Prato F., Prato E., Prato G., Prato M. in Alberti, Predelli B., Prestiani M., l'retti R., Pretto C., Primavera A., Pronello T., Prosperi A. in Sigismondi, Prosperi M. in Sini, Provenzano M- A., Puggiani ch. fr. L. da Thiesi, Pulvirenti dr. S.
Q) - Quaglia e. M., Quass lo M. E., Quattrocchi G.
R) - R. B. cooperatrice salesiana di ***, R. E. di Trino Vercellese, R. M. di ***, Raggi G., Ragni L. E., Raineri L., Rapetti R., Rapini M., Ramazzi A., Ratti e Radaelli, Ravaglia P., Ravetti E., Raviola B., Razzoli D., Re L., Reale R., Rebusco B., Regine S., Repetto Z., Reverdito M., Rey L., Reymondi E., Ricca G., Ricca R., Riccardi B., Ricolmi C., Rigasso I., Righetti R., Righi d. L., Rigitano M., Rigotti G. M., Rinaldini O., Riolfo A., Ripamonti F., Ristivo G.. Rizzi R , Roana M , Robba G., Roberto B., Robbiolo A., Robezzano A., Roc B., Rocca can. G,, Rocca T. in Salomone, Roccamo G., Roda G., Rodighiero A., Rognoni A., Roletti A., Rolfo A., Rolfo G. B., Rolfo G., Romano C., Romano G., Romano P., Romeo E., Romeo C. in Seaccianoce, Roncati C , Ronchi P., Rossi D., Rossi E, in Giani, Rossi G., Rossi mons. G , Rossi M., Rossi N. in Giustiniani, Rossi P. di Castions della Presolana, Rossi P. di Somma Lombardo, Rossi T., Roveda C., Rovere R., Ruffoni M.
S) - S. F. di Chivasso, S. G. di Chivasso, Sabi M., Sacchi M., Saffirio M., Sajetto T., Salera A., Salomone T. in Rebaudengo, Salto A., Saluzzo G., Salvadro G., Salvatori L., Salvi F., Salvi M., Sandrone L., Sangiotto NI., San ero F., Santus D., Sanvenero P., Sapini L., Sartori A., Savio L., Savio T , Sayour E , Sbarra R., Scabini A., Scampini M., Scandura O., Scapin M. in Villetto, Scarpa V. in Dini, Schiavi M., Schinone M., Sciabbarrass C., Sciamanna B., Scocco C , Scolaro can. d. G., Scribanti M., Scrizzi F., Scuderi L., Secio L., Sempreboni T. in Brugnoni, Senno A., Serangeli E., Sorci R., Sereno M., Sernagiotto E., Sianca M., Sianca T., Siccardi E., Siffredi A., Silloni A-, Silvera C., Silvestri A., Sironi M., Sisto I., Sitzia L., Smeraldi L., Solei G., Sorelle Borsellini, Filippa, Mara, Marocco, Opezzi, Penna e Piasco, Sormani d. G . Sorice M., Socio A., Spadoni M., Sperotto M., Spreafico R. in Beltrami, Stefanelli A., Stefani dr. S., Stradella d. P., Superiori ed Alunni del Pensionato Liceisti di Chieri.
T) - T. R. di Mortegliano, Tacconi L., Tallarini d, L., Tebaldi C., Tentori G., Termine A., Testolini d. A., Testore A., Tognetti P., Tolti G., Tomatis M., Tommasi R., Tomrnasini P. in Donà, Toni A., Tonietti E. ved. Fouletier, Tonon A., Torchio L., Torelli M. in Tucci, Torres E., Torriani M., Tosellì M., Tosi G., Tren d. G. B , Trombotto A., Tropini G., Tucci A., Turco E.,. Turotti B., Turri B.
U) - Uda T., Umbellino M.
V) - V. D. in Martignoni, Vaccaro V., Vachino F., Vacino L„ Valenti C., Valentinotti O., Valganio A., Valla M., Vanella G., Vanett P., Vanini P., Vanole V., Vanzetto M.. Vaschetti G., Vassallo M., Vassura F., Vendrame G., Venieri L., Venturi A., Vernazza M., Vertua G., Vezzoli B. in Mazzotti, Viale P., Vidulìch M., Viganò S., Vigliani G., Vignati A., Vige lungo S., Villata A., Villata M., Virgili G., Viscardi C., Visconti M., Viscuso C., Vitali G., Volsi d. G., Vuillermet A., Vuillermoz C.
Z) - Z. C. di Torino, Zaffaroni E., Zamparo M., Zampieri L., Zanelli d. L., Zanini M., Zappulù-Tornabene barone G., Zecchetto A., Zedda F., Zeduri prof., Zignone F., Zingali M., Zoja F., Zuccarino P.
Nell'onomastico del S. Padre.
Avendo l'Em.mo Card. Cagliero, a nome di tutta la Famiglia Salesiana, umiliato a Sua Santità i più devoti auguri in occasione del suo Onomastico, ne riceveva in risposta questo splendido telegramma:
Card. Cagliero, Istituto Salesiano, Torino. - Sua Santità, vivamente compiaciutasi omaggio filiali auguri espressi da Vostra Eminenza insieme rev.mo D. Albera, a nome intera Congregazione Salesiana di Don Bosco, ringrazia ed imparte di tutto cuore Eminenza Vostra, degnissimo Superiore Generale Congregazione, Salesiani sparsi in tutto il mondo, loro allievi e rispettive famiglie, Apostolica Benedizione. - Card. GASPARRI.
L'Em.mo Card. Cagliero è nostro ospite graditissimo fin dal 26 giugno, e non tornerà a Roma che alla metà di ottobre.
ISTITUTI SALESIANI
È tempo di vacanza, e molti genitori vanno in cerca di buoni istituti educativi per collocarvi i figliuoli nel prossimo anno scolastico. I nostri bravi Cooperatrici e le zelanti Cooperatrici, cui son noti gli Istituti e Collegi Salesiani della propria regione, abbiano cura di farli conoscere a tutti quelli cui possono tornar utili e vantaggiosi, e faranno un'opera buona.
FERRARA. - GLi ESAMI FINALI AL CoLLEGIO S. CARLO. - Spigoliamo da una lunga corrispondenza pubblicata dall'ottimo Avvenire d'Italia: « Ci rincresce dirlo, ma uno dei più fiorenti e principali collegi della nostra città (e per la modestia dei Salesiani che lo dirigono, e perchè i 100 e più collegi di Don Bosco esistenti in Italia non hanno bisogno di réclame) non è sufficientemente conosciuto e forse non adeguatamente apprezzato ». Quindi, « prima di tutto vada una lode sincera e ben meritata a tutti i superiori e convittori per la bellissima riuscita dei pubblici esami e una specialissima ai 25 convittori che sono stati promossi senza esame. Di 14, frequentavano l'Istituto Tecnico della città, tutti 14 furono promossi, e di questi, 9 senza esame. In terza tecnica i licenziati senza esame furono 6, di cui uno, primo su centoventi, fu proclamato vincitore del premio della città ed ebbe lode speciale dal Consiglio dei professori. In seconda tecnica, 2, di cui uno primo su tutti candidati. In prima tecnica 7, senz'esame. In quarta ginnasiale, i. Inoltre, dei circa 5o allievi che si presentarono candidati alla promozione od alla licenza nella sessione di luglio, solo 6 furono rimandati a ottobre. L'esito straordinario si deve e al metodo educativo dei Salesiani, e all'assistenza oculata nell'adempimento dei compiti scolastici, ed alle ripetizioni continue e sistematiche di abilissimi professori.
» I locali, occupati ed ottenuti per uso collegio dalla fiducia del R. Governo, sono i monumentali chiostri di S. Benedetto in Corso Porta Po. La splendida arte profusa in ogni particolare dal Cinquecento e tutte le comodità della vita moderna: termosifone, bagni caldi e freddi, illuminazione elettrica e a gas, teatro, cinematografo, ogni sorta di lieti giuochi, fanno del Collegio un delizioso soggiorno.
» L'educazione morale-civile ha per fondamento l'amore alla Religione ed alla Patria. I superiori studiano, seguendo il sistema educativo del Ven. Don Bosco, di migliorare gli allievi col prevenirne con assidua vigilanza le mancanze, anzichè reprimerle coi castighi, inspirando ai giovani l'amore al dovere col consiglio, colla ragione e coll'esempio.
» Come dal lato morale e civile e scientifico, così nulla è trascurato di quanto possa conferire allo sviluppo fisico e stato sanitario degli allievi. Orario, vitto, appartamenti, ricreazioni, passeggiate, bagni caldi e freddi, esercizi ginnastici, tutto è regolato secondo le prescrizioni dell'igiene moderna. Oltre alle materie scolastiche si dànno pure lezioni di pianoforte, di violino, di dattilografia, di stenografia, di telegrafia ».
BOLOGNA. - LA CHIUSURA DELL'ANNO DI LAVORO NELLE SCUOLE PROFESSIONALI SALESIANE.
- La prima domenica di agosto, con una cerimonia intima e l'intervento di parecchie notabilità del mondo industriale e commerciale della città, si chiudeva nelle scuole professionali dell'Istituto Salesiano l'anno di lavoro. Per l'occasione i piccoli operai ed i loro maestri d'arte avevano improvvisato in uno dei vasti saloni dell'istituto una Mostra d'arte e di lavori, ben riuscita, cime che raccolse ammirazione ed encomi da quanti la visitarono.
Gli intervenuti - scrive l'Avvenire d'Italia - furono concordi nel riassumere, diremo così, un'impressione generale: che le scuole professionali salesiane, pur non avendo quella larghezza di mezzi, che è a disposizione di quelle così dette ufficiali, tengono valorosamente il loro posto. Esse rappresentano così, non soltanto la continuità morale fra la famiglia e la scuola; ma una metodica, efficace e redditizia preparazione alla vita. Il giovane artiere, uscito da quelle scuole, mentre sarà nella generalità dei casi un ottimo ragazzo, sarà nella totalità un perfetto operaio, conoscitore non soltanto di tutti i piccoli o grandi segreti del mestiere, le piccole o grandi risorse nell'arte sua, ma padrone di un senso, chiamiamolo, artistico, da lui acquisito naturalmente e quasi senza sforzo durante una lunga convivenza con artisti provetti, di null'altro appassionati che della propria arte e del proprio lavoro.
» Chi non lavora non mangia! sarà una allegra trovata bolscevica... in teoria; ma in pratica essa non può essere che una regola di vita dell'operaio laborioso ed onesto, che ispira la sua vita agli immortali principi cristiani. Per questo le scuole professionali salesiane non sono solamente una benemerenza che i degni continuatori di Don Bosco ripetono verso il proprio Paese; ma sono la costante affermazione di un principio inconfutabile; che, cioè, dove c'è fede c'è tranquillità, pace, laboriosità, produzione- e che la salvezza dell'umanità tutta, in questo così burrascoso dopo-guerra, sta nel far ritornare l'Umanità al Cristianesimo ».
LANZO TORINESE. - AL COLLEGIO S. FILIPPO NERI, per mezzo di quel sig. Sindaco, è pervenuto, dall'Amministrazione Scolastica Provinciale di Torino, questo autorevole lusinghiero encomio, firmato dal R. Provveditore Staffetti e dal Medico Provinciale Sacchi.
« Relazione di visita al Collegio maschile Don Bosco in Lanzo. - Il Collegio maschile Don Bosco in Lanzo sorge sull'alta collina, che, come uno sperone, separa la gran valle della Stura di Lanzo dalla valle del torrente Tesso, di modo che il fabricato costruito proprio - sul dorso domina a levante tutto il piano canavesano e a ponente tutta la valle della Stura di Ceres. Il Collegio vive perciò alla grande aria e in pieno sole. Non è quindi a stupirsi se i convittori, che in numero di 25o circa abitano in collegio, abbiano a beneficiare di tali inestimabili vantaggi. Il grande fabbricato è costituito da due parti: la vecchia, rappresentata dall'antico convento dei Cappuccini; la nuova, fatta costruire dal benemerito fondatore Don Bosco; quest'ultima meglio corrispondente ai bisogni speciali per cui fu costruita; l'altra, adattata convenientemente, viene più specialmente adibita a servizi generali. Ma sopratutto è doveroso rilevare, ciò che più conforta l'animo dell'educatore e dell'igienista, l'ordine perfetto, la disciplina seria e paterna, la scrupolosa pulizia che riscontra in tutto il Collegio, nel personale, negli alunni... » Per questi motivi il documento esprime « parere pienamente favorevole per il funzionamento del Collegio , al personale direttivo «che sopraintende con tanto amorevole zelo ed intelligenza alla vita dell'Istituto.
LOMBRIASCO. - SCUOLA D'AGRICOLTURA. - Anche quest'anno la nostra scuola d'Agricoltura di Lombriasco licenziò un bel gruppo di 12 giovinotti, che per tre anni attesero con serietà ed amore agli studii dell'agraria e al lavoro pratico dei campi.
Per completare il corso ed anche per avere un diploma di più, i giovani del III° Corso si recarono due volte a Torino per un esame d'innesto e frutticoltura, come al solito degli altri anni. L'esito fu più che felice, ed i giovani si ebbero parole di lode dagli esaminatori.
Il 21 luglio una Commissione, presieduta dal rev.mo Don Ricaldone, Direttore Generale delle Scuole Professionali ed Agricole Salesiane, e dal Prof. Ghiei-Gamacchio, Direttore della Cattedra ambulante d'Agricoltura, si recò alla scuola per gli esami finali di Agronomia, Agricoltura, Industria Agraria, Contabilità ed Economia rurale. L'esito non poteva essere migliore, ed i voti riportati dagli allievi furono di piena soddisfazione degli stessi professori.
La domenica 1° agosto la Scuola celebrò la festa del Sacro Cuore e la chiusura dell'anno scolastico. I giovani vi si erano preparati con una devota novena. Alla Messa della. Comunità si accostarono tutti alla S. Comunione, col proposito di mantenersi ferini negli insegnamenti avuti. La giornata passò allegramente, rallegrata dalle note melodiose della banda della Scuola. Alla sera, prima di impartire la benedizione col SS.mo Sacramento, si cantò il Te Deum e si rinnovò la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù.
La festa fu coronata da un riuscitissimo saggio ginnastico-musicale, eseguito dagli alunni con alta soddisfazione dei forestieri che assiepavano il cortile.
Le domande d'ammissione alla Scuola sono una prova che essa è conosciuta e stimata e che gli amanti del progresso agricolo vedono la necessità assoluta di conoscere non solo la pratica, ma anche la teoria dell'Agricoltura moderna.
A questa Scuola sono ammessi i giovani che abbiano compiuto i 12 anni e subìto l'esame almeno della 4a elementare. Per informazioni rivolgersi alla Direzione Scuola d'Agricoltura - Lombriasco.
FRASCATI (Roma): - LA SCUOLA NORMALE di Frascati, pareggiata dal 1° Ottobre 1915, cominciò subito ad affermarsi coll'esito splendido dei suoi primi esami di licenza, quando due terzi dei candidati conseguirono la licenza d'onore; e in questi cinque anni di vita ha continuato a dar frutti copiosi, non ostante le gravi difficoltà del periodo di guerra, tanto da meritare sempre le più lusinghiere approvazioni dalle autorità governative, che con frequenza hanno ispezionato l'istituto.
La Scuola ha sede in edificio costruito appositamente secondo le più rigorose norme dell'igiene e della pedagogia, a poca distanza da Frascati, sui ridenti colli Albani, in amenissima altura, coltivata a oliveti. A pochi passi dal fabbricato scolastico è il Convitto Villa Sora, nell'antica villa Buoncompagni, dove i giovani che frequentarlo il Normale, possono, alla Scuola dei Figli di Don Bosco, completare la loro formazione civile, morale e religiosa. - Per Programmi, schiarimenti e accettazioni, rivolgersi alla Direzione.
NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
NIZZA MONFERRATO. - PREGHIERE PER I MISSIONARI: - Le Educande del Collegio N. S. delle Grazie scrivono al rev.mo Signor Don Albera: - « Anche quest'anno, con vivo ardore, alimentato da quell'attiva fiamma interna che anima ogni figlio di Don Bosco e ogni figlia di Maria Ausiliatrice nelle terre lontane di Missione, dove si è apostoli perchè ai fanciulli splenda la vera luce e sia salva e piena la vita, anche quest'anno il nostro apostolato di preghiera, di mortificazione, di sacrificio, conobbe la forza gagliarda che ogni nobile causa avviva, ed avvivò il nostro lavoro per la salvezza di tutte le anime, di quelle che ancor vivono nell'ombra di morte e non conoscono il grande mistero della Redenzione, e di quelle che sono vacillanti nel bene.
» Siamo una giovane e forte schiera che abbiamo fatto nostro il grido del grande Apostolo Don Bosco: « Da mihi animas », grido che vogliamo risuoni anche nelle nostre case. Sì, continueremo ad essere cooperatrici dei Missionari, che soffrono e si sacrificano per la propagazione niella Fede, conforto e salvezza dei morenti, custodi invisibili dell'innocenza tanto insidiata, apostoli zelanti per i deboli e per i cattivi...
» Intanto Le presentiamo la relazione dell'anno 1919-20, diligentemente registrata nei nostri quadernetti e scritta, speriamo, anche nel Libro della Vita: Sante Messe ascoltate 14626 - Sante Comunioni fatte - 22599 - Santi Rosari recitati 21638 - Via Crucis compiute 14787 - Preghiere varie recitate 708311 - Fiori di virtù 15859
Visite a Gesù Sacramentato 185873 ».
In Italia.
BOLOGNA. - IN MEMORIA DEL CARD. SVAMPA. - Nella cripta del tempio monumentale dove riposano le ossa del compianto veneratissimo Cardinale Arcivescovo dell'Archidiocesi Bolognese, al compiersi del mesto anniversario dalla sua morte - 10 agosto - si svolse una devota funzione di suffragio, promossa dal Circolo Giovanile che ne porta il nome.
Ai soci del Circolo D. Svampa si unirono i giovani dei Circoli Salesiani Giovanni Bosco e Domenico Savio, i soci della Cassa popolare del Sacro Cuore, le Associazioni femminili della parrocchia e un largo stuolo di fedeli, che parteciparono al pio esercizio della Via Crucis, al canto del De profundis ed alle preghiere esequiali, con un senso di particolare devozione e compianto per l'Uomo grande, che, nonostante il continuo distanziarsi del giorno fatale della sua morte, raccoglie ancora tant'onda di affetto in quella zona che Egli volle rigenerare cristiana con l'erezione di una Chiesa, la più bella fra le moderne della città.
Nella domenica 8, riunendosi poi nella cappella dell'Istituto Salesiano i soci dei Circoli Svampa, Bosco e Savio, con i giovani dell'Oratorio, per le festive preghiere, si applicò la Messa pel venerato £stinto, a cui si associarono i presenti, facendo la S. Comunione.
MILANO. - ECHI DELLA CONSACRAZIONE DEL TEMPIO DI S. AGOsTINo. - L'Em.mo Card. Cagliero, che celebrò solennemente il primo pontificale nel nuovo tempio, fu latore d'una speciale benedizione del S. Padre a tutti i benefattori dell'Opera Salesiana in Milano e di particolari Indulgenze, a tenore del seguente Rescritto:
«Benediciamo di cuore i Superiori, gli Alunni, i Cooperatori Salesiani, i Parrocchiani e tutti quelli che hanno concorso alla costruzione della Chiesa parrocchiale di S. Agostino e dell'annesso Istituto S. Ambrogio in Milano: - e concediamo:
» I. L'Indulgenza Plenaria pel giorno della dedicazione e consacrazione della medesima, nonchè per tutta l'ottava, ai fedeli che confessati e comunicati, partecipino ad alcune delle sacre funzioni, pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice e per la conversione dei peccatori.
» II. La medesima Indulgenza Plenaria concediamo, alle stesse condizioni, per l'anniversario della suddetta consacrazione e per l'ottava seguente.
«III. La Indulgenza Plenaria quotidiana ai fedeli che, confessati e comunicati, visitino la Chiesa e preghino, come è detto sopra.
(Queste Indulgenze sono applicabili alle Anime Sante del purgatorio).
BENEDICTUS P.P. XV ».
NOVARA. - INAUGURAZIONE DI UN BUSTO AL VEN. DON Bosco. - Spigoliamo dall'Azione Novarese dell'ii giugno: - Fu una dimostrazione grandiosa, imponente, resa al grande Apostolo della Gioventù e all'Opera da Lui istituita.
Il vasto tratto del Baluardo Lamarmora, di fronte al Collegio Salesiano, era gremito di una folla varia, pittoresca e desiderosa di vedere, di ammirare, di applaudire.
Tutte le maggiori Autorità cittadine erano presenti: Mons. Gamba, il Prefetto Comm. Vigliani, l'On. Aldo Rossini, il Procuratore del Re Cav. Savinelli, il Provveditore degli studi Canestrini, Mons. G. B. Del Signore, Vicario Generale, il Presidente della Camera di Commercio cav. uff. G. Rossi, il Comm. Avv. Brughera, il Colónnello Salvaneschi del 54 Fanteria, Mons. Barberis, Mons. Tailetti, D. Marucco, presidente della Giunta Diocesana, l'Avv. Della Porta, il prof. Bosone, il sostituto procuratore del Re cav. Carillo, l'Ispettore scolastico prof. Baroli, rappresentante gli antichi allievi dell'Istituto, l'avvocato Fontana, Giudice del Tribunale, ecc.
Tutte le Autorità fanno degna corona attorno al venerato Successore di Don Bosco, Don Paolo Albera.
A un tratto uno squillo richiama l'attenzione di tutti: il velario cade, ed appare la figura soave di Don Bosco, sorridente di quel sorriso che scendeva fino al cuore dei giovani e li sapeva conquistare. Un fremito d'entusiasmo passa per la folla e uno scoppio di applausi si alza irrefrenabile e si ripercuote solenne all'intorno. La banda di Galliate, diretta dal maestro Marazzini, attacca subito il maestoso inno di Don Bosco musicato dal Pagella su parole di G. Ruffino; e in coro poderoso si uniscono le cinquecento voci degli alunni dell'Istituto Salesiano e delle alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il comm. Dott. Marchisio, con nobili ed elevate parole, esprime l'alto significato della cerimonia che si compie, e perchè Novara, subito dopo Torino, abbia voluto innalzare un monumento a Colui che in tutto il mondo, con la carità di Cristo, seppe diffondere il nome e la gloria d'Italia. A nome del Consiglio, consegna ai Superiori Salesiani il monumento, opera dell'artista novarese cav. uffi. Gaudenzio Rossi, e presenta l'oratore ufficiale, l'Avv. Pacifico Montani.
Questi, con parola lucida, viva, affascinante, seppe magistralmente rappresentare la grande e luminosa figura dì Don Bosco. Egli, che ebbe la singolar fortuna di conoscere personalmente Don Bosco, di parlare con Lui, seppe dare al suo discorso illustrativo della vita dell'Apostolo della gioventù, tale una forza e, diremo quasi, una passione, da riscuotere frequenti, unanimi, calorosi applausi.
Don Albera sorse in fine a ringraziare commosso: la sua voce esile non potè giungere a tutti, ma tutti fissando in lui lo sguardo dicevano: E un santo che parla.
La memoranda giornata si chiuse con una conferenza, con projezioni luminose, tenuta dal nostro D. Fasulo.
MACERATA. - S. E. MoNS. DOMENICO PASI, nuovo Vescovo di Macerata e Tolentino, nella Prima Lettera Pastorale ai suoi diocesani, ha un commovente saluto per i Salesiani.
« ... Che dirò a voi, benemeriti Figli del Venerabile Don Bosco, che imparai a conoscere e ad amare nei primi anni della mia giovinezza, e che nell'Oratorio Festivo della mia città m'insegnaste i primi rudimenti della fede e mi facesti quasi gustare le prime gioie della sacerdotale vocazione? Oh! ne son certo, voi non potete dubitare della sincerità del mio affetto per le vostre persone, per l'opera vostra, perche troppo ben mi conoscete, fino a tenermi (e di questo onore che mi fate, ve ne sono assai grato) come uno dei vostri fratelli. L'inizio della nostra amicizia risveglia in me le più soavi memorie, perche mi ricorda gli anni più belli del mio Sacerdozio, quando, per oltre 16 anni, nella mia città natale, fui vostro Parroco ed attesi all'incremento dell'opera vostra, con la parola, con l'insegnamento, con lo scritto, con l'azione, nelle adunanze, nei congressi..., dovunque.
» E potrei oggi non rivolgere a voi una parola di affetto tutto particolare, oggi,, dissi, che dopo essere stato consacrato Vescovo nella Chiesa del vostro grande Istituto a Faenza, in mezzo ad una festa indimenticabile di parenti, di concittadini, di amici e di mille giovani, la Provvidenza mi ha chiamato Vescovo di una città, dove l'Opera Salesiana, voluta dall'inesauribile generosità di un illustre mio Predecessore, l'Ecc.mo Mons. Raniero Sarnari, di s. m., ha già dato prove incomparabili della vostra bontà, dello zelo con cui lavorate alla salvezza della Patria, educando ed istruendo la generazione nuova, che della Patria è la più fervida speranza? Oh! amici miei carissimi (lasciate che con così dolce nome io vi chiami) seguitate nella santa opera intrapresa, anzi raddoppiate l'attività vostra, perche oggi è moltiplicato il livore dell'empietà ai danni della gioventù nostra, che solo potrà trovare scampo nel Collegio, nell'Oratorio, nella Scuola di lavoro, diretta da voi! Tutto questo a voi domanderò con insistenza amorosa e paterna, perche l'Oratorio Festivo possa essere molto frequentato ed assorga a tanto rigoglio di vita, da chiamare all'ombra delle sue benefiche tende tutta la gioventù Maceratese, e perchè nella vostra nuova Scuola di Lavoro, fatta con quella modernità che è il contrassegno delle Opere Salesiane del Ven. Don Bosco, la nostra gioventù operaia trovi la via per guadagnarsi un pane onorato e copioso. Dio lo voglia! »
All'Estero.
ADALIA. (Anatolia). - I SALESIANI, che fin dal 1913 apersero un Istituto in questa città dell'Asia Minore, ad invito dell'Associazione Nazionale per soccorrere i Missionari Italiani all'Estero, nell'ora scorso anno scolastico ebbero il conforto di veder frequentate le loro classi diurne da 95 alunni e le serali da 106. I 95 alunni delle scuole diurne erano, per nazionalità, distinti così: 11 italiani; 35 ottomani, 18 israeliti, 8 armeni, 23 ortodossi. Dei 106 alunni delle Scuole serali, ad eccezione di una diecina d'israeliti e di una quindicina d'ottomani (tre dei quali maestri nelle loro Scuole) il resto erano tutti ortodossi, chè già dànno prova del profitto fatto, usando della lingua italiana, quando hanno da trattare con nostri connazionali.
L'anno scolastico si chiuse con un saggio accademico musico-letterario e la distribuzione dei premi.
Ambedue le scuole diedero ottimi saggi di recitazione e di musica vocale; e l'anno venturo, se l'aiuto dei buoni ci assiste, avranno la loro brava musica istrumentale. Il Comando di Rodi, il Ministero della R. Marina, il sig. Console Marchese Ferrante, seguono l'Opera colla più alta simpatia. Il Comandante del Settore, il sig. Maggiore Sartoris, l'ha fornita di un grazioso teatrino. A tutti gli ammiratori e benefattori i sensi della nostra più viva riconoscenza.
CAPE-TOWN (Sud-Africa). - CARE NOTIZIE. Spigogliamo da una lettera del nostro confratello Don Tozzi al signor Don Albera: - Godo di poterle annunciare l'arrivo dell'ottimo sig. Don Cogliolo, nostro nuovo Direttore, che mi succede in ufficio.
Con le migliori disposizioni ci preparammo . alla festa solenne di Maria SS. Ausiliatrice, resa più lieta ancora per la prima Messa di un nostro Confratello che l'amatissimo Mons. Vescovo Rooney aveva ordinato il giorno prima nella nostra Cappella. La Comunione Generale di tanti giovanetti ricevuta dalle mani del nuovo sig. Direttore e la messa novella di un salesiano, ci fecero sperare che presto si possa aprire, anche qui, un nuovo campo all'Opera Salesiana così benedetta da Maria SS. Ausiliatrice nella sua festa.
Campo novello?! Non v'è che uscire dalla città e vedere le centinaia di capanne e tuguri di indigeni e mulatti, sparsi fra le macchie dell'incolta campagna che sembrano implorare, dal fondo del cuore, il pane dell'educazione e del Vangelo.
Qualche tempo fa il Paramount Chief Griffetta o re indigeno del Basutoland, che è cattolico, venne a Cape-Town con alcuni capi di tribù e il loro Cappellano. Li accogliemmo con pompa, ed a suon di banda. Il loro fare, schietto e ingenuo, ci faceva bramare che i figli di Don Bosco potessero anche qua, vicino a noi, dedicarsi a redimere queste pelli nere, che hanno cuori semplici e naturalmente buoni, da metter vergogna a tanti Europei.
Or non è molto, due nostri confratelli vennero qua dal Congo Belga, percorrendo oltre cinque mila miglia, per essere ordinati Sacerdoti. Quando dissero fra noi la loro messa novella, giovani e confratelli pregavano ferventemente il Signore a mandare molti novelli operai in questo immenso continente ove trovansi più di cento milioni di anime, che ancor non bevono le acque salutari alla fonte del Salvatore. Il nostro sguardo sta fisso quindi verso l'interno dell'Africa, ora abbiamo bisogno che nuove vocazioni generose si sviluppino fra i nostri bravi giovani italiani. Ad essi fa appello il buon Gesù... Qua, su questo terreno vergine, giacciono molte anime che aspettano dall'Italia Cattolica una mano, una guida, la risurrezione e la vita.
VISITA DEL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE: - Ci scrivono ancora: Il 10 giugno l'Onorevole F. S. Malan, Ministro della Pubblica Istruzione e Miniere, si degnava visitare quest'Istituto Salesiano, ornai noto ed apprezzato in tutto il Sud-Africa. L'accompagnavano l'on. Giovanetti, Sindaco di Pretoria e membro dell'Assemblea Legislativa, il sig. G. M. Hofmeyr, Sotto Segretario, e il Cav. Labia, Console d'Italia.
Ricevuto dal Direttore dell'Istituto e, da vani altri Salesiani passò a visitare la casa, e particolarmente s'intrattenne nei laboratorii, ammirandone l'ordine, il programma d'insegnamento e i lavori in esecuzione.
Quindi, nel porticato interno dell'Istituto, ove erano schierati gli alunni, ascoltati alcuni pezzi di musica eseguita dalla banda, volle rivolgere a tutti la sua autorevole parola. Cominciò col dichiarare la sua grata sorpresa per quanto aveva osservato, accentuò la sua soddisfazione nel notare l'allegria e la buona disposizione degli alunni, e, lodando l'opera solerte e caritatevole degli insegnanti, esortò gli alunni alla corrispondenza ed alla gratitudine.
Passando poscia dalla lingua inglese all'Olandese, fu lieto di trovare buon numero di giovanetti che lo capissero e volle dimostrare con pratico esempio quanto sia utile il possedere le due lingue a chi voglia nel Sud-Africa farsi un'onorata posizione sociale.
Il discorso dell'on. Ministro ebbe anche la nota cristiana quando ricordò agli alunni d'innalzare la loro mente a, Dio, Datore d'ogni bene, e di professare sempre rispetto alle Autorità costituite, perchè appunto esse rappresentano Iddio. Promettendo di ritornar presto a visitare l'Istituto, s'accomiatava, esternando ancora una volta ai Superiori la sua alta soddisfazione.
TUCUMÀN (Repubblica Argentina). - DALLA REPUBBLICA ARGENTINA -Ci giunge, all'ultimo momento, una bella relazione della parte presa degli Istituti Salesiani al centenario della morte del più grande fautore dell'indipendenza patria, il Gen. Manuel Belgrano, celebratosi particolarmente a Buenos Ayres e in Tucumàn. La pubblicheremo nel prossimo numero.
Dott. Don Luigi Marazzani.
Di tempra antica, ricco di spirito sacerdotale, còlto, erudito, predicatore zelante, di una generosità inesauribile, di una bontà esemplare nell'adempimento del sacro ministero, prima come coadiutore ad Oreno, poi teologo a Vimercate, indi Prevosto di Zibido al Lambro, e da un ventennio Arciprete di San Tomato in Milano, seppe cattivarsi l'affetto, l'ammirazione di tutti.
Consigliere prudente, attese con solerzia al rifiorire di case religiose: dimostrò nelle opere la sua divozione alla Santa Sede, seguendone con entusiasmo le direzioni, portando il contributo del suo consiglio illuminato e della sua operosità all'azione cattolica della sua parrocchia e della città. Instancabile nell'adempimento delle opere sacerdotali, e specialmente nell'amministrazione dei Santi Sacramenti e nelle funzioni del culto, anche negli ultimi giorni di sua vita, colla generosità dell'animo volle supplire alle debolezze fisiche con fervore di spirito che sembrava accrescersi in lui, quanto più lo abbandonavano le forze. La morte noti lo sorprese, ma trovò preparata la sua bell'anitra a ricevere la corona del servo buono e fedele.
Don Marazzani fu uno dei generosi benefattori dell'Opera di Don Bosco a Milano. Il Signore gli doni il premio della sua carità.
Preghiamo anche per:
ACQUARONE Vincenza † Porto Maurizio ALBERToLLI D. Pietro † Sigirino (Svizzera) ALLOATTI Cristina † Torino
AMARI D. Giuseppe † Modica
ANDREOLI D. Angelo † Ortonovo (Genova) ANGIUS Agostino † Cagliari
ANTOLINI PIACENTINI Bianca † Crema ANTONINÍ Can. D. Tranquillino † Lugano ARRABITO D. Pietro † Modica ATTI D. Raffaele † Bologna
BACCHIALONE Gio. Batt. † S. Dalmazzo Tenda BADI Illuminato † Novara
BAIRATE Maria † Maggiora (Novara) BAMONTE D. Biagio † Ottati (Salerno) BARETTA Marco † Torino
BARONE D. Luigi † Rancio di Lecco BELLINGERI Agostino † Nervi
BELTRAME PEROSA Maria † Azzano
BENCETTI Beniamino † Treviglio BERNARDINI Brigida † Viceno BERNASCONI Primina † Chiasso (Conio). BESENVAI, Enrichetta † Chambave (Torino) BESESTI D. Cesare Maria -j Canegrate (Milano) BESESTI D. Enrico † Villa Vergano (Milano) BI,ATTO n. FORESTO Maria † Castelrosso (Torino) BoLTAzzI Giuseppina † Torino BONARDI D. Vittorio † Caramagna Piemonte BONOMINI SALVINELLI Maria † Inzino BORDONE Giuseppe † Carmagnola (Torino) BOSCHETTi Giov. Batt. † Montecchio M. BRADA ved. NoLLi Erminia + Sesto Cremonese BRANDO Giuseppe † Maratea
BRATTI Ved. GENTILI Marianna † Cesena BRENTA Giuseppe † Casale Monf.
BUFFA Avv. Cav. Costantino † Perrero (Torino) BUGNONE Mario † Rivera (Torino) Busso Maria † Piobesi Torinese CACCIA D. Girolamo t Monticello (Como) CALDERARI Giuseppina † Lugano CAMERANO Maria † Torino
CAMPAMA VoLpI Luigia † Monza
CARBONI MASIA Catterina † Bosa. (Cagliari) CELLA D. Vincenzo † Fontanigorda CHIRICOSTA fu Gius. Francesco † S. Ilario Ionio CLERICI D. Carlo † Castellana COLOMBO Teresa † Chioggia
COLONELLI Augusto † Matelica
COMETTA Prof. Augusto † Lugano
CRAION Ved. VERNAZZA Bianca + Varazze CRAVETTA DI VILLANOVETTA C.ssa Del fava + Torino CRIMI fu Pietro Concetta † Randazzo CRIMITI di Domenico, Maria † S. Ilario Ionio CUNEO Prof. Giuseppe † Savona DAL MASO Giovanni † Boves DA PRA Abramo † Lozzo Cadore D'AQUILA Giuseppe † Cagliari DE BERNARDI Teresa † Torino DE CARLO Vittoria + Palermo DELLA BIANCA D. Francesco † Bertiolo (Udine) DE MARIA D. Giovanni + Lugano DEMARTINI n. FERRERO Carolina † Lu Monf. DE OSTI D. Pietro † Montanaso Lombardo DEpoLI MUSOMI Erminia † Olmeneta DE PRETI M. Angiolina † Campo Tartano DESTEFANrs Abramo † Montelupo Albese DESTEFANis Nicola † Torino
DI PALMA MARTINES † Messina
DIscEPOLI Prof. Giuseppe † Gualdo Tadino DI STEFANO Can. D. Francesco † Belpasso
Do Maria Teresa † Vigone
DORIA Giovanna † Chioggia
ETZI Geremia † Mandas (Cagliari) FADINI Francesco † Treviglio
FAINI V. NEGRI Clementina † Landriano FALCE Rocco Vincenzo † Brienza (Potenza) FAURE Angela † Millaures (Torino) FAUSTINELLI D. Domenico † Breno FAZio Michelina † Marsala
FEGHETTO MAROSTICA Filomena † Colorado FERRANDI Francesco Treviglio FERRARI D. Celestino † Sermone FERRARI fu Gaetano Luigi, † Landriano FERRETTI D. Giacomo † Banco (Svizzera) FILLINI D. Vittorio † Montecastelli (Pisa) FIORINI Antonio † Sona (Verona) FISICHELLA Ing. Giuseppe † Biancavilla FORTINA Giacomo + Oleggio Gr. FOTI fu Sebastiano Angela † Randazzo FRACCHIONI Costantino + Piacenza FRANCHI Cav. Prof. Evasio † Torino FRANCHI D. Spirito † Terrazzano (Milano) GALLETTI Gaspare † Ardenno (Sondrio) GALLIDABINO D. Vito † Casciago (Como) GALLO di Francesco Peppina † S. Ilario Ionio GAMBETTA Nicolò † Valleggia (Genova) GANGITANO Rosalia † Piazza Armerina GANNI Corinna † Livorno GARAGOZZO Rosa † Randazzo GARBACCIO Mariella † Valle Inf. Mosso GARBERO Maria † Vesime (Alessandria) GASPERI Adele † Rendena (Trentino) GAUDIO Teresa † Casale Monf. GENISIO Martino † S. Benigno Can.
GANNI Ch. Pasquale † Ponte Valentino (Svizzera) GERRATANA Rosina -j Modica Alta GHIRARDI D. Giuseppe † Fiesse (Brescia) GHIRLANDA D. Giacomo † Madonna del Piano GIACCHINO fu Bern. Bartolomeo † Albissola Sup. GIACHINO Ferdinando † Tuffo (Cocconato) GIANNI Agostino † Gardolo GIODA Lucia † Birino
GIUDICE Bar. Giuseppe i Favara (Girgenti) GRATTERI Sera fina † S. Ilario Ionio GIALINO Maria † Sostegno (Novara) GUARDARELLA Prof. Fusci † Modica GUERRIETi TANTILLO Margherita + Modica Alta GUERRINI D. Antonio † Casola Canina (Bologna) GUGLIELMOTTI Lorenzo † Civitavecchia GUIDETTI Domenico † Tizzano Val P. INVERNIZZI Maria † Barzio (Corno) IPPOLITI Antonia i Pereto (Aquila)
JoCTEAU BOMBRINI Baronessa Candida t Torino LEONORI Angelo † Montemarciano (Ancona) L0CATELLi D. Enrico † Vergiate (Milano) LONGOBARDI D. Michele † Castellamare St. LAURENTI Ugo † Ferrara MAGGIORI; GIUNTA Mariannina † Pozzallo MAGLIONI D. Salvatore † Bovino (Firenze) MALASPINA Giov. Batt. † Strevi MALASPINA Sera fina † Cervesina (Pavia) MANASSERO Antonio † Macello (Torino) MANSERATO D. Giovanni † Villanova (Padova) MANTOVANI D. Giuseppe + Saliceto S. Giuliano MORETTI Annetta † Gubbio (Perugia).
o modo pratico di giovare al buon costume e alla civile società
Il Bollettino Salesiano è il periodico mensile che s'invia gratuitamente ai Cooperatori, alle Cooperatrici, e a tutti gli amici delle Opere di Don Bosco. Si pubblica in nove lingue (italiano, francese, spagnuolo, tedesco, inglese, polacco, portoghese, ungherese e sloveno) e, complessivamente, in più di trecentomila esemplari. In poche pagine dà ai lettori un'idea dell'azione salesiana in ogni campo; tratta di educazione cristiana, di Oratori festivi, di Scuole professionali, e di Colonie agricole: dà conto dei lavori e dei sacrifizi dei Missionari Salesiani in favore degli emigrati e dei selvaggi; zela il culto di Maria SS. Ausiliatrice, pubblicando le grazie che si ottengono per la sua intercessione; e sopratutto si studia di popolarizzare lo spirito del Ven. Don Bosco.
Il Ven. Don Giovanni Bosco (nato il 16 agosto 1815 a Castelnuovo d'Asti, morto a Torino in concetto di santità il 31 gennaio 1888, dalla Chiesa dichiarato Venerabile il 24 luglio 1907), è l'apostolo della gioventù dei tempi nuovi, il fondatore dell'Oratorio Festivo moderno e di Ospizi e Collegi per l'educazione dei figli del popolo, con un metodo tutto suo, basato su di una perseverante attività preventiva, fatta di vigilanza e di carità. A perpetuare quest'apostolato tra la gioventù maschile e femminile, Don Bosco fondò la Pia Società Salesiana, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e l'Unione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane. Dopo la sua morte tenne la direzione delle Opere Salesiane, e diè loro grande impulso, il Sac. Michele Rua († il 6 aprile 1910), e, dopo Don Rua, il rev.mo Sac. Paolo Albera, che è tuttora il Superiore Generale delle Opere Salesiane.
La Pia Società Salesiana prosegue l'apostolato iniziato da Don Bosco a favore della gioventù maschile: - l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice compie la stessa missione in mezzo alla gioventù femminile: - i Cooperatori hanno anch'essi un vasto apostolato.
I Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane si propongono di vivere secondo lo spirito di Don Bosco e di diffonderlo in mezzo alla Società, ricopiando, localmente, l'azione salesiana, specialmente a favore della gioventù, e sostenendo, con preghiere e con offerte inviate al Successore di Don Bosco, lo sviluppo delle Opere e delle Missioni Salesiane.
Localmente, lo svolgimento - totale o parziale - del programma della Cooperazione Salesiana, qual fu tracciato dal Ven. Don Bosco, è affidato a Comitati d'azione salesiana formati di Cooperatori in modo, che, tanto nelle città come nei paesi, vi siano possibilmente una o più persone rispettivamente incaricate: 1) Per l'aiuto diretto alle Opere e alle Missioni Salesiane; 2) Per l'azione locale dei Cooperatori, e precisamente: a) per l'azione religioso-sociale; b) per le vocazioni allo stato ecclesiastico; c) per la buona stampa; d) per l'assistenza della gioventù.
Individualmente, i Cooperatori, ossequenti al concetto fondamentale che ebbe Don Bosco nell'istruirli, inviano al Superiore Generale le loro libere offerte a sostegno delle Opere e Missioni Salesiane, per il Bollettino Salesiano e sopratutto per la diffusione dell'Opera in nuove terre di Missione e in tutti quei paesi che ne hanno urgente bisogno; ed appoggiano l'azione che si propongono i Concitati locali di azione salesiana.
Tutti i Cooperatori Salesiani, regolarmente iscritti, hanno i seguenti vantaggi:
1) Partecipano al merito delle opere di carità e di zelo che si compiono dai Salesiani in tutto il mondo;
2) Godono della celebrazione di una messa quotidiana secondo la loro intenzione e di speciali preghiere che si fanno ogni giorno nel Santuario di Maria Ausiliatrice per invocare le benedizioni di Dio sopra i Benefattori delle Opere di Don Bosco e sulle loro famiglie;
3) Possono lucrare molte indulgenze e godere di altri favori spirituali direttamente ad essi concessi;
4) Hanno, dopo morte, perpetui suffragi in tutte le Case Salesiane.
Le condizioni per essere ascritti all'Unione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane sono 1° Età non minore ai 16 anni; 2° Godere buona riputazione religiosa e civile; 3° Essere in grado dl promovere, o per sè o per mezzo d'altri, con preghiere, con offerte, limosine o favori, le Opere della Pia Società Salesiana.
Per ascrizioni tra i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane e invio d'offerte per il « Bollettino » o per le Opere Salesiane, la corrispondenza s'indirizzi al Rev.mo Sac. Paolo Albera -Via Cottolengo, 32 - Torino.