PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
ANNO XLVIII. TORINO, GIUGNO 1924 NUMERO 6.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)
SOMMARIO: Due altissimi riconoscimenti dell'attività salesiana nelle Missioni Estere. - VIII Congresso Nazionale per l'Educazione e la Cultura religiosa. - Nel mese del S. Cuore. - « Atti della S. Sede ». - Dalle lettere dei Missionari: Una nuova stazione missionaria. - La Missione del Ciaco Paraguayo. - "Abbiamo la chiesa, ci manca il sacerdote". - Dai Vicariati di Gualaquiza, di Shiu-Chow, e del Kimberley. - Figurine indigene dell'Assam. - Nella Basilica di Maria Ausiliatrice. - Anime riconoscenti al Ven. D. Bosco. - Azione salesiana. - Il nuovo Arcivescovo di Torino. - Cinquantenario delle Missioni. - Congressi del Sacro Cuore. - Notizie varie.
Nel mese di maggio ci giungeva una cara notizia, che siamo lieti di comunicare ai lettori in questo mese di giugno, ravvisando in essa un pegno delle benedizioni che Maria SS. Ausiliatrice e il Sacro Cuore di Gesù riserbano all'azione salesiana nelle Missioni.
È noto l'accresciuto favore che universalmente si accende per l'apostolato missionario; ed ai nostri Cooperatori è particolarmente noto - per la parte attiva che vi prendono - lo sviluppo confortante delle Missioni affidate alla Società Salesiana.
Per provvedere ai più urgenti bisogni, anzi al più urgente di tutti i bisogni, - quello di raccogliere ed educare molti aspiranti alle Missioni Estere - fin dal 1922, e precisamente il giorno in cui l'E.mo Cardinal Giovanni Cagliero, della Società Salesiana, celebrava l'anno sessantesimo di Sacerdozio, il III Successore del Ven. Don Bosco, Don Filippo Rinaldi, stabiliva di erigere un grande Istituto, unicamente allo scopo accennato, e d'intitolarlo al primo Missionario Salesiano, anche per rammentare in perpetuo ai nuovi aspiranti missionari a quale zelo e a qual carità essi debbano inspirarsi per acquistare e mantenere inviolato nello svariatissimo campo dell'apostolato delle Missioni Cattoliche lo spirito del Ven. Don Bosco.
E con l'aiuto di Dio e la benedizione di Maria SS. Ausiliatrice, augusta Patrona delle Opere e delle Missioni Salesiane, in due anni l'« IsTiTUTO CARD. CAGLIERO », potè raccogliere più di 20o aspiranti!
A tutelare e favorire la formazione delle nuove vocazioni e ad assicurarne un numero sempre più copioso in avvenire, era conveniente, anzi necessario, implorare dalla S. Congregazione di Propaganda Fide l'erezione canonica dell'Istituto. Così si fece.
L' « Istituto Cardinal Cagliero » canonicamente riconosciuto « Seminario per aspiranti Missionari Salesiani ».
E la S. Congregazione di Propaganda, in data 3o aprile 1924, con apposito decreto, firmato dall'E.mo Card. Van Rossum, Prefetto della stessa Sacra Congregazione, « attesa la necessità di preparare il maggior numero di Missionari per l'opera immensa della propagazione della Fede presso tutti i popoli », erigeva canonicamente l'« ISTITUTO CARD. CAGLIERO », come seminario di aspiranti alle Missioni Salesiane, e lo dichiarava « alle sue dipendenze, e partecipe di tutti i diritti e privilegi di cui godono simili Istituti », e ne sanciva e comunicava lo statuto.
Codesta sanzione - la più alta che si potesse desiderare - non solo deve rallegrare coloro che quotidianamente ci assistono nei molteplici e gravi bisogni delle nostre Missioni, ma dev'essere anche una più forte attrattiva per le generose anime giovanili a dare il nome all'Istituto, ed ai Cooperatori più zelanti un più alto e costante invito a reclutare con assidua cura ed inviare a noi quei buoni e bravi giovani, che desiderano consacrarsi al fruttuosissimo apostolato delle Missioni Cattoliche, sotto la bandiera di Don Bosco.
È questo, particolarmente questo, il frutto migliore che, con la grazia di Dio e la materna assistenza di Maria SS. Ausiliatrice, ci ripromettiamo dal presente comunicato.
L' « Istituto Salesiano per le Missioni » dichiarato " Ente morale ".
Ma per compiere, su vasta scala, nuove reclute di aspiranti missionari e curarne la completa formazione e provvedere contemporaneamente ai gravi bisogni dei Missionari che si trovano sul campo del lavoro, sono indispensabili - dopo l'aiuto del Signore - copiosi mezzi finanziari. E la Divina Provvidenza ha voluto sul principio di quest'anno aprirci una nuova via che potrà - con la cooperazione di tutti - procurare più largamente alle Missioni nostre gli aiuti indispensabili.
Il 13 gennaio u. S., d'ordine di S. E. il Ministro Guardasigilli di Grazia, Giustizia e Culti, don. F. Oviglio, veniva eretto in Ente morale un nuovo istituto, ideato dallo zelo caritatevole di alcuni nostri amici e benefattori, il quale, abbracciando tutta l'attività della Società Salesiana a favore dell'apostolato missionario, è denominato « ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI ».
« Per venerare la memoria del Ven. Don Bosco - dice lo Statuto - è costituito, con sede a Torino, l'Ente denominato « ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI ».
« Scopo dell'Istituto Salesiano è l'assistenza sotto qualunque forma, religiosa, morale, materiale ecc. delle Missioni Salesiane all'Estero.
» L'Istituto, per il conseguimento del proprio fine, potrà sussidiare Missioni, istituirne delle nuove, favorire la preparazione di Missionari, provvedere alla loro invalidità e vecchiaia, aiutare in qualunque modo qualsiasi iniziativa rispondente al fine.
» Il patrimonio dell'Istituto è costituito dagli edifizi esistenti in frazione Becchi (Murialdo) di Castelnuovo d'Asti, comprendenti la casetta ove è nato Don Giovanni Bosco, dell'annesso edilizio sacro e terreno circostante, quale risulta dall'atto costitutivo », e sopratutto « dai lasciti ed oblazioni che verranno fatti all'Istituto da Benefattori ».
Bastano queste parole per comprendere tutta l'importanza del nuovo Ente morale.
Tuttavia, non crediamo inutile l'osservare che, volendo beneficare con disposizioni testamentarie le nostre Missioni, è necessario - per non dar luogo a contestazioni, attenersi esattamente alla denominazione dell'Istituto, senza variarne o toglierne alcuna parola: ad es: - Lascio mio erede universale l'« ISTITUTO SALESIANO PER LE MIssIONi »; oppure: - Lascio un legato di... all'« ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI ».
Così in Italia. All'Estero converrà aggiungere la specificazione « DI TORINO », accennare cioè l'« Istituto Salesiano per le Missioni » di Torino.
I due alti riconoscìmenti - tanto quello della Chiesa, come quello del Governo d'Italia - nel più vasto movimento missionario che si delinea anche per la nostra Società fin dall'anno venturo - in cui ricorre il Cinquantenario dell'inizio delle Missioni Salesiane - ci sono di lietissimo auspicio. Tocca, però, anche ai benevoli Cooperatori l'aiutarci con azione concorde, pratica ed efficace; e di questo diremo dettagliatamente nel prossimo numero.
Noi, intanto, nell'intimo del cuore, sentiamo il dovere di rendere pubblicamente i più vivi ringraziamenti a molti Cooperatori, i quali, seguendo l'impulso della loro carità e l'ispirazione del Signore - che veglia amorosamente sull'Opera Salesiana - vengono opportunamente in nostro aiuto.
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Un grazie specialissimo a coloro che, leggendo nel « Bollettino » qualche particolare appello, si fanno un dovere di rispondere con tanta carità e premurosa sollecitudine, come se si trattasse di cosa che strettamente li riguardi. Il Ven. Don Bosco non mancherà di ottenere a loro e alle loro famiglie - ad intercessione di Maria SS. Ausiliatrice - le grazie più elette, oggi, domani, in eterno!
Fanciullo di nove in dieci anni, Giovanni Bosco - il futuro apostolo della gioventù - vede, in sogno, la Vergine e Nostro Signore che gli additano la missione che l'attende e il metodo da seguire: - Non con le percosse, ma con la carità! - e gliene additano anche i prodigiosi risultati: - Schiere di capretti e di animali feroci... cangiati in mansuetissimi agnelli!
(È la scena che sta in fronte a questo numero del BOLLETTINO, lavoro dello scultore Matroianni, a cura della Libreria Salesiana di Roma, editrice della vita del Ven. Don Bosco in 10 serie di cartoline illustrate).
(Venezia, 22 - 25 Aprile).
L'VIII Congresso Nazionale degli Oratorii e delle Scuole di Religione per l'Educazione e la Cultura Religiosa, si svolse dal 22 al 25 aprile in Venezia, per iniziativa del Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Filippo Rinaldi, sotto la Presidenza Onoraria e le alte direttive dell'Emo Card. Patriarca Pietro La Fontaine, Ordinario locale, e con l'appoggio e l'intervento di tutto l'Episcopato Veneto.
Preceduto da una Comunione Generale dei fanciulli nelle principali Chiese parrocchiali della città la mattina del martedì 22, s'iniziò alle ore i8 dello stesso giorno con solenne sacra funzione e un elevato discorso del Card. Patriarca nella Basilica di San Marco.
Il discorso del Card. Patriarca.
L'Eminentissimo esordisce con l'esprimere la profonda consolazione del suo animo di pastore per un Congresso da cui deriverà gloria a Dio e bene alle anime credenti ed all'intera Nazione. Ricorda che per il buon esito delle adunanze in ogni diocesi d'Italia si fanno speciali preghiere, per cui l'auspicio non potrebbe essere migliore.
Quindi si chiede quali ragioni militino in favore del Congresso, quale ne è la necessità e quale l'utilità. Sua Eminenza risponde con una similitudine, e dopo aver accennato alla rovina materiale che in mezzo agli uomini produce il male ribelle della tubercolosi, per cui meritano somma lode ed hanno diritto ad essere ascoltati coloro che si studiano di trovare e di applicare rimedii a tanta rovina, passa a rilevare le funeste conseguenze di un male ben più terribile perchè costituisce la tabe funesta non dei corpi ma dello spirito, e cioè il vizio che è generato dalla ignoranza della fede e della verità. Medico sommo di questo male è Gesù che ha portato in terra il rimedio della fede cristiana e ne ha dato il deposito agli Apostoli ed ai loro successori, costituendo la Chiesa e i Pontefici infallibili maestri di verità. Tutta la storia della Chiesa prova la benefica influenza che questo divino rimedio ha portato in mezzo alla società. Sua Eminenza osserva che, oggi, il mondo, meglio che il pane della fede, gradisce purtroppo le ghiande dell'errore; donde la necessità di intensificare i rimedii; e l'urgenza di studiarli e di proporli mediante opportuni congressi.
E rifacendosi nuovamente all'esempio di N. S. Gesù Cristo, che volle a se vicini i fanciulli per insegnarci a comprendere la necessità di conservare ad essi l'innocenza per mezzo degli opportuni insegnamenti, rileva che l'opera educativa deve procedere per gradi, ed accennando all'episodio evangelico dell'incontro del giovane col Salvatore, viene a trattare della necessità di portare all'opera di educazione della gioventù la maggior sollecitudine perchè non avvenga che, a somiglianza dell'adolescente del Vangelo, i nostri giovani si allontanino da Gesù senza comprendere la bellezza dei suoi insegnamenti.
Di cotesta opera educativa cita ad esempio meraviglioso il Ven. Don Bosco e in rapida sintesi ricorda le benemerenze dell'Opera da Lui fondata e continuata dai suoi figli. Oggi, dice l'Eminentissimo, quest'opera appare sempre più necessaria mentre la degenerazione morale che si afferma anche nell'età più tenera offre episodi tanto dolorosi alla considerazione degli onesti.
L'adunanza inaugurale.
Alle ore 20, 3o di quella stessa sera, si tenne la seduta inaugurale nello storico Salone Napoleonico del Palazzo Reale, gentilmente concesso dal Comune, con intervento di tutte le autorità.
Il primo saluto venne porto all'adunanza dallo stesso Eminentissimo Card. Patriarca, il quale presentò S. E. R. Mons Celestino Endrici, Vescovo e Principe di Trento, a Presidente effettivo.
Ebbero quindi la parola il Presidente Effettivo, il degno Rappresentante del R. Commissario Comunale, S. E. Mons. Dante Munerati, salesiano, Vescovo di Volterra, rappresentante del nostro Rettor Maggiore e recante al Congresso, col saluto e la benedizione del S. Padre, una sua Lettera Autografa e il Vice-Presidente Don Stefano Trione, che dà lettura della Lettera del Papa e, con altre comunicazioni, esprime il riconoscente ossequio del nostro Rettor Maggiore, promotore del Congresso.
IL BREVE DEL S. PADRE.
Al Diletto Figlio Nostro Pietro del Titolo dei SS. XII Apostoli della S. Romana Chiesa Cardinale Prete La Fontaine, Patriarca di Venezia.
PIO PP. XI.
Diletto Figlio Nostro, salute e Apostolica Benedizione.
Fu senza dubbio lietissima la notizia che da Te recentemente ricevemmo, che cioè in codesta Tua sede si terrà presto l' VIII Congresso Nazionale, per il quale le scuole di Religione e gli Oratori potranno avere ovunque sviluppo ogni giorno maggiore.
Poichè tra le opere utili all'umana società quale può riuscire ora più proficua che quella di istruire le menti degli uomini nella dottrina cristiana, mentre osserviamo che sopratutto dall'ignoranza delle cose divine derivano tutti quei mali dai quali i popoli, nel momento attuale più che in altri tempi, sono tanto miseramente affetti?
Da ciò deriva in particolare quella, a dir vero, incredibile depravazione di costumi e quella forma di vita propria dei popoli pagani: e tutti veggono con quanto scapito delle anime ciò avvenga. Quello che in modo particolare reca dolore è il vedere che in così grande splendore di ogni genere di scienze, per le quali la nostra generazione riluce, sola viene trascurata la divina sapienza. Onde deriva che troppi cattolici di ogni età e di ogni condizione si lascino menare da ogni soffio di nuove dottrine e bestemmino quello che ignorano. E la stessa Fede, un po' alla volta, va indebolendosi, quella Fede, alla quale questo umano e civile progresso deve la `sua gloria e il suo sviluppo.
Perciò riteniamo non solo opportuno, ma anche necessario che tutti, clero e popolo, osservino questo dovere di impartire diligentemente l'istruzione religiosa, dal momento che Iddio comandò ad ognuno di aver cura del suo prossimo.
E poiché, o diletto Figlio Nostro, vediamo i Vescovi della veneta regione bene disposti sotto la Tua guida in quest'affare, volgendo l'esortazione in un elogio, ci Congratuliamo cordialmente con Voi per questo vostro zelo, nè minore lode vogliamo si abbiano i Salesiani che di tale Congresso sono i promotori e che sogliono disseminare opportunamente prima di tali adunanze degli opuscoli che trattano le materie poste in discussione, perché quelli che intervengono alla discussione intervengano meglio preparati. E voglia Iddio che tutti i voti che sono proposti in tali opuscoli possano sortire il loro effetto.
Ma vi è anche un grande motivo per noi di gioia. Apprendemmo infatti dalla Tua lettera che in cotesto Congresso verrà commemorato l'Aquinate nel compiersi del VI secolo dalla sua Canonizzazione. Nobilissimo scopo davvero vi Proponeste: poiché Egli, Patrono e custode di tutte le scuole cristiane, apparve disceso dal Cielo perchè la Chiesa si servisse dei mirabili suoi scritti e a spianare le più gravi difficoltà e a formulare quei capisaldi della dottrina cristiana, dei quali ha bisogno la formazione vera dei fedeli.
Perciò, tutti, sotto gli auspici dell'Angelico Dottore, insistete su questo tanto fruttuoso proposito con il quale va congiunta così grande speranza di comune salvezza, e tanto più in codesta città magnificentissima, nella quale esistono tanto meravigliosi monumenti della Fede avita e di sante imprese.
Noi, pertanto, confidando che partecipino al Congresso moltissime persone d'ogni ceto, non solo delle Regioni confinanti, ma anche di tutta Italia, invochiamo fervorosamente per Voi l'aiuto della Divina Sapienza, e in auspicio dei celesti doni ed insieme quale testimonianza della nostra peculiare Benevolenza, a Te, in primo luogo, o diletto Figlio Nostro, ed inoltre ai singoli Vescovi e a tutti quelli che interverranno al Congresso, con grande amore impartiamo l'Apostolica Benedizione.
Dato a Roma, presso S. Pietro, il 13 aprile, Domenica delle Palme, l'anno 1924, terzo del nostro Pontificato.
PIO PAPA XI.
Educazione e cultura cristiana.
Quindi ebbe la parola il chiarissimo prof. Rodolfo Bettazzi di Torino, che disse un magistrale discorso sull'educazione e cultura cristiana. Fu felicissimo e applauditissimo. « Abbia l'insegnante cristiano - insisteva l'egregio oratore - un'anima calda che senta - per poterla trasfondere nei suoi scolari - il fascino della bellezza e della verità; che vibri di amore, anzi di carità (chi è cristiano intende la distinzione); che sappia al Creato strappare i segreti delle sue armonie per rivelarli alle anime giovanili, assetate di bellezza, di luce, di verità. - « Vuoi tu dunque, poeta l'insegnante cristiano? » - Sì, signori: così lo voglio. Poeta che, magari, non sappia maneggiare le rime, e con conosca la forma moderna dei versi, che parli in prosa, ma che senta l'armonia del Creato e influisca il misterioso legame di amore che avvince tutte le cose create fra loro e al Creatore, e lo sappia rivelare con quell'efficacia che viene dal sentirlo, prima, egli stesso. Poeta, come lo fu Francesco d'Assisi, di cui la poesia irregolare nel metro e ingenua nelle rime ebbe le ispirate elevazioni dell'inno al sole, e penetrò e intese tutta la sua vita, sì che seppe egli vedere fratelli e sorelle in tutte le creature, persone o cose che fossero. Sommo poeta, Francesco, e perciò - come fu giustamente scritto - sommo educatore.
» Questa la scuola, signori, questo il maestro: scuola e maestro credenti in Cristo, affidantisi a Cristo, ispirantisi a Cristo, che vogliono rendere a Cristo il primo posto nella società, attraverso la generazione che essi sono chiamati a educare.
« Tale scuola e tali maestri chiede l'Italia, questa terra da Dio prediletta, di cui andiamo giustamente orgogliosi per il suo passato di meriti e di gloria, ma che troppo poco ci adoperiamo a rendere grande veramente, anche nei giorni nostri, di una grandezza almeno che non sia solo parvenza di grandezza. Perchè essa torni tale, vada essa, colle anime dei suoi figli, verso Lui che solo dà la grandezza e ritorni a Dio, e prepari nella scuola gli spiriti delle generazioni che vengono su oggi, sì che essi vivano, operino, amino, soffrano come Cristo ci insegna nel Vangelo.
» Perchè la scuola apprenda a far questo, qui, o signori, ci troviamo oggi raccolti: in questa terra veneziana che non ha soltanto gli incanti del cielo e del mare, dell'arte e del genio, ma ha anche fitta nel cuore dei suoi figli la fede cristiana, e nella mente stampati i ricordi di secoli di missione di civiltà che fu civiltà cristiana.
» Se da qui partiremo coll'anima piena di fervore per una scuola cristiana veramente degna di questo nome: se ci lascieremo sapendo quello che si debba fare perchè la generazione che viene su e ci chiede luce di verità e fiamma di virtù cresca pura e incontaminata, amante di Dio e della patria, innamorata di ogni ideale bello, te benedetta, o Venezia, che alla gloria che narrano S. Marco e il tuo mare, questa aggiungerai: di aver saputo insegnare all'Italia come si educhino gli italiani ».
Telegrammi di omaggio.
In fine si lessero ed approvarono due telegrammi, uno dell'Eminentissimo Card. Patriarca al Santo Padre in ossequio e ringraziamento della sua affettuosissima Lettera, l'altro di S. A. il Vescovo Principe di Trento, Presidente effettivo del Congresso a S. M. il Re.
Eccoli testualmente, con le risposte.
SANTO PADRE, ROMA. - Umiliando a Vostra Santità per sapientissima affettuosissima Lettera Apostolica inviatami occasione Ottavo Congresso Nazionale Educazione Cultura Religiosa vivis sime grazie, umilio altresì alti sudditanza Vescovi presenti e Congressisti che meco implorano rinnovellata Benedizione Apostolica. -- PIETRO LA FONTAINE, Patriarca.
Card. LA FoNTAINE, Venezia. - Augusto Pontefice, paternamente grato filiale omaggio Eminenza Vostra, Vescovi, Congressisti, rinnova di cuore con fervidi auguri, Apostolica Benedizione. - CARD. GASPARRI.
SUA MAESTÀ RE VITTORIO EMANUELE, Roma. - Ottavo Congresso Nazionale Educazione Cultura Religiosa, presenti Card. Patriarca ed Episcopato Veneto, invia ossequenti omaggi Vostra Maestà, augurando all'Italia sempre maggiori progressi educativi culturali nei sacri amori Religione, Famiglia, Patria. Viva il Re. - ENDRICI, Vescovo Principe di Trento, Presidente Effettivo del Congresso.
S. A. MoNS. ENDRICI, Vescovo e Principe di Trento, Venezia. - Sono molto grato a V. A. ed agli Eminenti Prelati, convenuti a Venezia, del saluto tanto cortese che ricambio coi più cordiali voti per il miglior esito dei lavori del Congresso. - VITTORIo EMANUELE III.
Quella sera, per gentil disposizione del R. Commissario Comunale, venne illuminata a festa la piazza di S. Marco, in omaggio al Congresso.
Seconda adunanza generale.
Si svolse la sera del 23 nella chiesa di S. Moisè, affollata e imponentissima, come la precedente.
Il Prof. Ugo Amaldi della R. Università di Padova svolse il tema: « Cultura Religiosa superiore agli uomini cattolici. La parola colta, il ragionamento chiaro e convinvente, il porgere vivo e il profondo entusiasmo dell'esimio oratore ottennero un vero trionfo di consensi e di calorosi applausi dell'eletta assemblea.
Il prof. D. Alberto Caviglia, salesiano, di Torino, trattò del « Compimento morale della Scuola Media di Religione », che deve formare il carattere cristiano nei giovani, per prepararli alle lotte della vita.
Il prof. D. Paolo Lingueglia, Direttore dell'Istituto Salesiano di Faenza, disse della « Scuola Media di Religione », illustrando la necessità di estendere l'insegnamento religiosoanche ai Corsi Superiori e additando sagge norme pratiche.
Negli intermezzi Don Trione, a nome della Presidenza, fece varie interessanti comunicazioni all'Assemblea.
Terza adunanza generale.
Ebbe luogo la sera del 24, in San Moisè, come la precedente.
Per il primo ebbe la parola il salesiano prof. Don Ernesto Carletti, che parlò dell'« Oratorio a programma completo », quale oggi s'impone nei quartieri popolari delle grandi città e in tutte le grandi città industriali, ottenendo all'opera, cui Don Bosco pose mano prima d'ogni altra e dalla quale egli trasse i primi aiutanti per compiere numerose altre iniziative, entusiastici, applausi dall'assemblea.
Il Padre Alessio Ambrogio Magni S. J., di Padova, pronunciò un discorso magistrale sulla Scuola Superiore di Religione. Competentissimo in materia, svolse il tema in modo esauriente e scultorio, applauditissimo.
L'illustre P. Reginaldo Fei, dell'Ordine dei Predicatori, professore dell'Università di Friburgo, commemorò brevemente, ma elegantissimamente, l'Angelo delle Scuole, San Tommaso d'Aquino, esaltandone l'angelica. purezza del vivere e la dottrina prodigiosa.
Al Congresso, infatti, si vollero opportunamente associati solenni festeggiamenti per il VI Centenario della Canonizzazione di S. Tommaso, che si svolsero dal 25 al 27 aprile, nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
Anche un giovane operaio, il sig. Latino Piantini, ebbe la parola. Disse della formazione religiosa del giovane nell'Oratorio, e la sua fu un'attraentissima pagina di vita vissuta, ascoltata con gradimento.
Negli intermezzi parlò nuovamente, a nome della Presidenza, Don Trione, dando comunicazione di adesioni, e presentando proposte.
In fine S. A. il Principe Vescovo di Trento ringraziò i presenti, si congratulò per il lavoro compiuto ed invocò sopra di esso le benedizioni del Signore, perchè apporti, dappertutto, copiosi frutti per il bene della famiglia, della Chiesa e della Patria!
I lavori di sezione.
Il lavoro maggiore dell'VIII Congresso per l'educazione e la cultura religiosa si svolse in cinque sezioni, che si adunarono contemporaneamente in cinque aule del Seminario Patriarcale, gentilmente concesse: due per i temi riguardanti gli Oratori, due per le Scuole di Religione, una quinta per le proposte varie.
Ogni sezione ebbe tra i presenti la fortuna di accogliere parecchi congressisti assai competenti nelle materie che si trattavano, per cui il lavoro si svolse assai proficuo e con pratici risultati, come non si poteva meglio desiderare. Si tenne conto anche degli studi e dei voti inviati al Congresso da varie città e diocesi.
Non mancheremo di pubblicare i deliberati più importanti.
Nel mese del S. Cuore.
Avendo, quest'anno, iniziato la pubblicazione mensile di particolari intenzioni per i divoti del sacro Cuore di Gesù, è più che giusto che aggiungiamo una parola sullo stesso argomento nel mese sacro a questo Cuore Divino.
Il Ven. Don Bosco e Don Rua e Don Albera non si stancarono mai d'inculcare a tutti la più tenera divozione verso il Sacro Cuore di Gesù; e se c'è cosa che stia particolarmente a cuore anche all'attuale Successore del Ven. Don Bosco è proprio questa: - promuovere una divozione sincera ed operosa, con tutto il corredo delle sue pratiche manifestazioni, verso il Cuore adorabile di nostro Signor Gesù Cristo.
Il nostro venerato Superiore ci ripete di continuo che l'Opera Salesiana è un nuovo pegno della bontà del Cuore di Gesù per le nuove genrazioni; - che il Ven. Don Bosco attinse il suo metodo di educare, fatto di dolcezza, di vigilanza e di preveniente carità, direttamente dal Cuore adorabile di Gesù Cristo; - e che noi non potremo mai sciogliere tutto il debito di particolare riconoscenza che dobbiamo al Cuore del Divin Salvatore.
Oh se ci fosse dato di cooperare, almeno, a diffondere cotesta divozione dolcissima!
Ci approfittiamo della circostanza per raccomandare ai Cooperatori le ascrizioni all'AssoCIAZIONE DEI DIVOTI DEL SACRO CUORE DI GESù, canonicamente eretta nell'omonima Basilica edificata in Roma dal Ven. Don Bosco. Non vi sono obbligazioni pecuniarie, determinate; ognuno fa quell'offerta che crede, e le offerte vengono particolarmente impiegate per aiutare e coltivare nuove vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie. Rivolgere le domande di ascrizione al Rettore della Basilica del S. Cuore di Gesù, Via Marsala N. 42 - Roma (21).
Nella stessa Basilica veniva eretta dal venerato Don Rua, con l'approvazione di Papa Leone XIII, la PIA OPERA DEL SACRO CUORE di Gesù, per la celebrazione di SEI MESSE QUOTIDIANE, secondo le intenzioni dei singoli ascritti. Si possono ascrivere alla Pia Opera anche i defunti, e per ogni ascrizione è fissata la offerta minima di una lira italiana. È questo un immenso tesoro di grazie e di benedizioni, al quale dovremmo far partecipi tutti i nostri defunti! NOI L'ADDITIAMO PARTICOLARMENTE ALLE MADRI E ALLE SPOSE E AI FIGLI DEI CADUTI IN GUERRA. Con una piccola offerta essi possono assicurare a ciascuno dei loro cari la partecipazione ai meriti di SEI MESSE QUOTIDIANE!
L'Opera ha due centri: una a ROMA, l'altro a TORINO; quindi anche le ascrizioni si possono inviare, o al Rettore della Basilica del S. Cuore di Gesù, Via Marsala N. 45, Roma (21) - o al Rev.mo Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei Salesiani, Via Cottolengo N. 32 - Torino (9).
Il "Bollettino Salesiano„ dà le notizie più Importanti contenute in "ACTA APOSTOLICAE SEDIS" per annuire a insistenti inviti di egregi sacerdoti e quasi eco perenne dell'amore tenerissimo che il Ven. Don Bosco nutrì per la Sede Apostolica (Ved. Boll. di maggio u. s.).
I) Con Motu Proprio, del 25 marzo 1924, il S. PADRE Pio XI, rievocando « con soave diletto dell'animo », il ricordo del ministero sacerdotale che, con l'aiuto di Dio, potè compiere in mezzo ai fanciulli e ai giovinetti in altri tempi », esprime tutta l'augusta sua compiacenza ai Cavalieri di Colombo d'America, i quali « han voluto, nel terreno dei Sacri Palazzi Apostolici, tra l'Ospizio di S. Marta, il Sant' Uffizio e le mura di Leone IV, alle porte di un nuovo popoloso quartiere operaio, costruire, aiutare e dotare con signorile generosità un insieme grandioso di locali », ed offrirlo « al Padre Comune, perchè Egli vi compia nel miglior modo i Suoi più cari disegni a favore della gioventù,- stabilisce « le disposizioni ... opportune per trarre i maggiori vantaggi spirituali dall'opera - e dichiara che «fine della nuova istituzione - posta sotto la protezione del Principe degli Apostoli e perciò denominata Oratorio di S. Pietro, e divisa in due sezioni, maschile e femminile - è la cristiana e civile educazione della gioventù, anzitutto mediante l'istruzione religiosa e le pratiche di pietà, e poi con tutte le altre opere sussidiarie e di onesta ricreazione che via via si riconosceranno opportune (dopo-scuola, dopo-lavoro, ricreatorio, palestra, e simili) ».
II) Con Motu Proprio del 27 aprile 1924, il SANTO PADRE Pio XI, continuando il vivo interessamento degli ultimi suoi Predecessori, sancisce importantissime disposizioni per l'insegnamento della Sacra Scrittura. Nessuno, quind'innanzi, potrà insegnare Sacra Scrittura, se non avrà conseguito i gradi accademici presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma; perciò e i Superiori degli Ordini ed Istituti Religiosi e i Vescovi sono obbligati ad inviare a Roma alcuni dei loro candidati al sacerdozio, che mostrino particolar attitudine a tali studi, perchè frequentino le Scuole del Pontificio Istituto Biblico. Il Santo Padre consiglia anche e benedice il pensiero di raccogliere nelle singole diocesi offerte per il mantenimento di uno o più di tali alunni; ed Egli stesso offre la somma di lire 200.000 per due borse di studio al fine suddetto.
III) In occasione del IX Centenario dalla morte di S. Enrico Imperatore - unico degli imperatori del S. R. Impero, ascritto al catalogo dei Santi - SUA SANTITÀ PAPA PIO XI concede speciali indulgenze e privilegi per le feste centenarie che si celebreranno a Bamberga, ed eleva quella chiesa metropolitana, costrutta dal Santo Imperatore, alla dignità di Basilica Minore (Lettere Apostoliche del 21 gennaio 1924).
IV) Con Lettera all'E.mo Card. Dubois, Arcivescovo di Parigi, IL SANTO PADRE Pio XI ricordando quanto fece Papa Pio X, di s. m., per il canto liturgico, commenda lo zelo dell'Eminentissimo rivolto pure allo stesso santissimo scopo, coll'appoggio dato, tra l'altro, al fiorire dell'Istituto appositamente eretto dai Benedettini di Solesmes a Parigi, augurandosi che dalla Francia intera vi accorrano gli studiosi, specie sacerdoti e religiosi, affinche il canto della Chiesa, « che è quasi la voce della Sacra Liturgia », largamente diffuso tra il popolo, rechi consolantissimi frutti (10 aprile 1924)
V) Con Lettera all'E.mo Card. Michele Lega, IL SANTO PADRE Pio XI commenda il proposito dei Ravennati, auspice quell'Ecc.mo Arcivescovo, di trasferire il Corpo di S. Apollinare dalla chiesa propria fuori delle mura alla Chiesa Cattedrale, approva il pensiero dell'Eminentissimo di presenziare la sacra cerimonia, e lo autorizza ad impartire, nel giorno solenne, la Benedizione Apostolica in Suo nome (10 aprile 1924).
VI) Con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, in data 26 marzo, il Santo Padre Pio XI conferma il privilegio di poter celebrare la Messa votiva dei SS. Apostoli Pietro e Paolo ai due altari esistenti nel Carcere Mamertino ad onore dei Principi degli Apostoli, in ogni giorno dell'anno, con le eccezioni consuete; - e con altro decreto, dello stesso giorno, concede alla chiesa di Wassenaar, dedicata al Buon Pastore, di celebrare con rito di 1a classe ed ottava comune la solennità titolare, con l'officio e messa propria della seconda domenica dopo Pasqua.
VII) L'8 aprile, nel Palazzo Apostolico Vaticano si è tenuta la Congregazione Preparatoria per discutere il dubbio sopra l'eroismo delle virtù esercitate dalla Ven. Serva di Dio LUCIA FILIPPINI, Fondatrice e Superiora dell'Istituto delle Maestre Pie chiamate, come dal suo nome, Filippini.
E il 29 dello stesso mese, presso l'E.mo Card. Antonio Vico, Ponente della Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Ven. Serva di Dio MARIA MICHELINA DEL SS. SACRAMENTO, Fondatrice delle Ancelle del SS. Sacramento e della Carità, si è svolta la Congregazione Antipreparatoria per discutere su due miracoli che si asseriscono operati per intercessione della stessa Venerabile. (Cfr. n. 5., anno XVI, vol. XVI, 1 maggio 1924).
Dalle lettere dei nostri.
Una nuova stazione missionaria.
Nel Congo s'è aperta una quarta stazione missionaria, e precisamente a Shindaika, nel mezzo della vergine foresta equatoriale. Il capo del villaggio, dal quale dipendono anche altre popolazioni vicine, ed altri negri, si son subito messi alla costruzione della casa del Missionario e di una cappella che sarà dedicata all'Immacolata, essendosi decisa la fondazione della nuova missione il giorno dell'Immacolata.
Gli inizi sono assai consolanti. Si spera di aver presto da 20o a 300 catecumeni. Già nella festa di S. Giuseppe si amministrarono 32 battesimi!
Anche la residenza di La Kafubu deve avere, ornai, un nuovo nucleo di cristiani; perchè una trentina di uomini, donne e fanciulli, vennero preparati al sacramento del Battesimo per le feste di Pasqua.
Ci consta anche che la residenza di Kiniama ha già 50o catecumeni.
Peccato che ci manchino notizie particolareggiate.
Una nuova cappella dedicata a Maria Ausiliatrice.
Shillong, 1 aprile 1924. - La festa di S. Francesco di Sales nell'Orfanotrofio, quest'anno, ebbe un carattere di alto fervore e di esultanza domestica, per la benedizione della nuova cappella dedicata a Maria SS. Ausiliatrice. Compì il sacro rito il sottoscritto, che vi celebrò anche la prima Messa, che gli orfani accompagnarono in canto gregoriano. Infra Missam ebbi la consolazione di amministrare 11 battesimi e 10 prime Comunioni. Nel pomeriggio si diè principio al triduo di apertura dell'anno scolastico professionale 1924 con una prima conferenza, a cui presero parte circa 400 fanciulli e fanciulle, cattolici, pagani, protestanti e maomettani.
L'anno scorso un alunno dell'Orfanotrofio maschile e un'alunna del femminile ottenevano dal Governo inglese una borsa di studio, per la splendida riuscita ai pubblici esami. Il Signore continui a benedire le nostre opere giovanili e tutte le opere missionarie.
Sac. PAOLO BONARDI, Miss. Salesiano.
Una statistica consolante.
È quella dei Battesimi amministrati nelle Missioni Salesiane.
Ci scrivono dalla Cina che nelle feste di Natale del 1923 vennero conferiti più di 100 battesimi nella nuova chiesa di S. Giuseppe ad Ho-Si.
A Shillong, nell'Orfanotrofio, si ebbero 11 battesimi il giorno di S. Francesco di Sales.
Don Balzola nell'ultima escursione, di cui avemmo notizie, ebbe la consolazione di amministrarne 423, e nella penultima 150.
Nella nuova stazione missionaria, aperta nel Congo a Shindaika, si ebbero 32 battesimi per la festa di S. Giuseppe; ed una trentina ne vennero preparati a La Kafubu per le feste di Pasqua.
Altre lettere dall'India, dalla Cina e dall'America accennano a numerosi altri battesimi!
Come avremmo caro di poter pubblicare -completa e dettagliata - una statistica così consolante! Ci auguriamo di poterlo fare in un prossimo numero!
Valga - questo semplice accenno - conte speciale invito ai nostri Missionari di mandare al rev.mo Sig. D. Rinaldi, o alla Redazione del « Bollettino Salesiano », i semplici dati richiesti
La Missione del Ciaco Paraguayo. Ci scrive il Missionario D. Giusto M. Bottignoli,
La selvaggia regione del Ciaco Paraguayo fu scoperta fin dal 1536, ma già da quell'epoca la conversione dei suoi infelici abitanti parve un problema difficile.
La scarsità degli operai evangelici, la mancanza di mezzi per penetrare nelle vergini foreste, l'alternarsi dell'eccesso e della mancanza di acqua, le fiere e i rettili velenosi annidati nel folto della selva, la distanza fra le varie tribù reciprocamente ostili fra loro, furono ostacoli che frustrarono gli sforzi generosi dei più arditi missionari.
All'ardua impresa si sono ultimamente ac cinti i figli di Don Bosco, stabilendo la loro dimora provvisoria sulla sponda del fiume Paraguay, e internandosi passo passo nelle foreste per mettersi a contatto con gli indi.
Non ora si può accennare ai frutti da raccogliersi in questa messe promettente; ma non tarderanno a maturare, se, come il buon Dio ci continuerà la sua amorosa assistenza, i benemeriti Cooperatori non ci faranno mancare il loro valido appoggio.
La missione, oltre a presentare le estreme difficoltà di comunicazione suaccennate, è anche vastissima.
Sopra una superficie di 277 mila chilometri quadrati vivono migliaia e migliaia di selvaggi, distribuiti in 9 diverse tribù, denominate: Tobas, Lenguas, Pilagaes, Angaitès, Sanapanàs, Tamanaas, Ciamacocos e Guanàs.
Vagano abbandonati a se stessi; ma sovente si avvicinano al fiume al passaggio di qualche piroscafo, e portano con sè varie specie di uccelli e d'animali della selva, pelli di tigre, tessuti preziosi da loro stessi lavorati, e molti altri oggetti in legno o in pietra per il cambio.
La loro vita è semplice. Amano gelosamente la propria famiglia e custodiscono con ogni vigilanza i propri figliuoli; non si mescolano con altre tribù, rispettano il matrimonio, evitano la poligamia.
Credono vagamente nel soprannaturale; ed il loro culto è rivolto alla luna, che considerano come una dea notturna.
Una notte, durante la mia permanenza fra i Ciamacocos, si verificò un'eclisse quasi totale di luna. Immantinente uno strepito sempre più crescente di grida, gemiti e urla si alzò dalla vicina capanna. Ne chiesi la ragione, e mi si rispose che quegli schiamazzi erano scongiuri contro lo spirito cattivo, che aveva occultato la guida diletta delle foreste, e che non sarebbero cessati finchè non fosse ricomparsa.
Hanno pure una credenza confusa sulla risurrezione dei morti. Qualche tribù seppellisce i cadaveri verticalmente, in guisa che la testa tocchi quasi la superficie della tomba, perchè credono che in quella posizione il morto risusciterà più presto a nuova vita.
Per quanto mi consta dalla convivenza con loro, in generale sono mansueti e laboriosi. Temono il civilizzato; e se non si vedono tormentati o perseguitati nelle loro usanze, non lo fuggono, nè lo insidiano.
Nell'attuale penetrazione civile e religiosa, i nostri Missionari non mancheranno di approfittare di queste felici disposizioni, incoraggiandole e sviluppandole, per portare anche quegli infelici a maggior contatto con la civiltà. E per prima cosa, seguendo gli insegnamenti del Fondatore, rivolgeranno le loro cure ai giovani anche nel cuore della foresta, nella certezza di poter, in seguito, pienamente evangelizzare anche i genitori.
Iddio largheggi il suo aiuto a quest'opera, piena di difficoltà, ma santa e urgente.
Sac. GIUSTO M. BOTTIGNOLI Missionario Salesiano.
« Abbiamo la chiesa, ma ci manca il Sacerdote ! » .
Il missionario don Zaccaria Genghini scrive da Junin de Los Andes (Patagonia):
Il paese di S. Martin de los Andes, situato sulle sponde del lago Lacar, a poca distanza dai confini della repubblica del Cile, conta già 26 anni di esistenza. Fondato nel 1898 dal colonnello Celestino Perez, il primitivo nucleo di popolazione aumentò progressivamente per la fertilità delle terre e l'abbondanza dei meli, i cui frutti d'ogni colore e sapore invitarono a stabilirsi nella località.
Fino ad oggi, però, non aveva una chiesa propriamente detta; e i missionari salesiani, nelle frequenti escursioni, officiavano e amministravano i Sacramenti, ora in una casa, ora in un'altra, concessa dai proprietari.
Dall'anno 1913, in occasione della prima visita dell'ispettore D. Luigi Pedemonte, si pensò alla costruzione di una chiesa, ma per circostanze impreviste non potè condursi ad effetto. Nel 1920, quando venne in visita pastorale Mons. Giuseppe Amerigo Orzali, accompagnato da Don Pedemonte, si ritornò a parlare della chiesa. Approfittando della buona circostanza, furono nominati due comitati, uno di signori e l'altro di signore, per mettere subito in atto il voto di tutti, e i loro lavori e sacrifizi furono coronati da felice successo. Il 1° novembre 1922, il sottoscritto, in qualità di assistente ecclesiastico dei due comitati, benedisse e pose la pietra fondamentale. La costruzione continuò alacremente, e, nonostante le immancabili difficoltà, il 21 aprile del 1923 fu benedetta e il 22 inaugurata la nuova cappella.
Il caro don Bonacina, Direttore del collegio D. Bosco di Junin de los Andes, in rappresentanza dell'ispettore infermo, procedette alla benedizione, sotto una pioggia torrenziale, che non impedì il concorso di oltre 150 persone. Una rappresentanza delle Figlie di Maria Ausiliatrice, venute espressamente da Junin de los Andes, diè risalto e rallegrò la cerimonia con canti melodiosi, accompagnati dall'armonium.
Il 22 aprile, domenica fra l'ottava del Patrocinio di S. Giuseppe, la campana chiamò i fedeli alla prima messa nella nuova chiesa, che si riempì di popolo, accorso a presenziare l'atto commovente di 28 bambini d'ambo i sessi, che si accostavano per la prima volta alla Santa Comunione. Non mancarono persone adulte che seguirono un esempio così bello!
La cappella misura 20 metri di lunghezza per 7 di larghezza, ed è costruita completamente con legname del luogo. Mancano ancora molte cose, appropriate al luogo santo: ma confidiamo che presto avrà tutto il necessario per la buona volontà di tutti e l'abnegazione e il sacrifizio dei membri dei due Comitati.
Rev.mo Padre, ora devo ripeterle ciò che ho udito dalla bocca di molti: « Abbiamo la chiesa; ma ci manca il sacerdote ». Ed è così. Il nostro ispettore, con personale così scarso e una missione così estesa, non potrà mantenervi un sacerdote con residenza fissa. Eppure si farebbe tanto bene! S. Martin de los Andes ha già una popolazione urbana di oltre 8oo persone, che, unita a quella dei dintorni, molto popolati, arriva a circa 1400 anime.
La gioventù, specialmente femminile, che gironzola per le strade, ha bisogno d'istruzione e di educazione cristiana. Le basti sapere che le scuole dello stato l'anno scorso ebbero 18o alunni, e quest'anno sommano a 210. Che messe per i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice!
Dal Vicariato Apostolico di Mendez e Gualaquiza..
Un paesello divotissimo di Maria Ausiliatrice.
(Lettera dal Missionario Don Telesforo Corbellini al Vicario Ap. Mons. Comin).
Santiago di Mendez, z5 febbraio 1924. Eccellenza Reverendissima,
Sono tornato da Macas, dove passai alcuni giorni in intenso lavoro, ma con tante consolazioni.
Nell'andata mi furono compagni di viaggio un giovinotto e due ragazzi, che si offersero, spontaneamente, ad accompagnare il Missionario.
Cordialità kivara!
La prima notte la passammo nella casa del Kivaro José Grande, un buon vecchio, che, nella sua selvatichezza, ha sempre un posto cordiale per il Missionario. Ogni volta che vi entro, sono sempre il benvenuto nella sua capanna. Immediatamente il buon vecchio mi cede il suo sgabello, mi invita a sedere, mette a mia disposizione il suo puèak (il letto o luogo dove dorme), e se arrivo bagnato o inzaccherato, come succede il più delle volte per le pioggie, pensa subito a farmi asciugare e ripulire gli abiti.
Anche la sua donna è di buon cuore. Quando mi vede, prende un enorme pigninga (una grande scodella) della famosa cicia de juca; e col più bel sorriso sulle labbra me la presenta, lieta di regalare all'ospite una bibita squisita, rifocillante. Veramente, dopo un giorno di un continuo saliscendi per scoscesi e lunghi pendii e per sentieri impraticabili, che mettono alla più dura prova i nervi e i muscoli e la buona volontà di qualsiasi viandante sotto un caldo tropicale, si ha bisogno di qualche cosa di confortante; e non c'è altro che quello che vi offre la generosità Kivara, cui bisogna far buon viso, dimenticando il ributtante sistema di fabbricazione.
La notte seguente pernottammo in casa di Fidel Ceballos; e il terzo giorno eravamo a Macas. M'aveva preceduto di poche ore la notizia dell'arrivo, e bastò a quei popolani per improvvisare un cordiale ricevimento. Un bel tratto prima di arrivare a Macas, mi vidi correre incontro un gruppo di allegri fanciulli, e trovai archi di verde e di fiori all'entrata del paese e nella piazza; donde, accompagnato dalle autorità e da una folla di popolani, m'incamminai alla chiesa parrocchiale, ove le campane non cessavano di suonare a festa per annunziare l'arrivo del Missionario.
Dalla gioia al dolore più intenso!
Ma durò poco quell'allegria, chè una triste notizia gettò nell'angoscia molte famiglie, anzi tutto il paese.
Alla stagione delle pioggie era succeduto l'estate e molte persone se n'erano approfittate per recarsi a Riobamba a far delle provviste. E facevano ritorno al loro paesello, contenti di portar seco anche dolci e giuocattoli pei bimbi, quando, dopo il primo giorno di marcia, un dopo l'altro cadono tutti ammalati dì maligna influenza. Una febbre altissima li bruciava, li tormentava una tosse persistente, ed un acutissimo dolore sembrava che loro spezzasse le tempia; mentre il sole li abbrustoliva e la sete li divorava, senza un ricovero nella notte, senza speranza di soccorso e con la paura di non riveder più le famiglie. È facile immaginare quanto patissero.
La posta portò la triste notizia e le varie famiglie corsero immediatamente in loro soccorso, mentre il panico dell'invadente epidemia s'impossessava della popolazione.
Dopo dieci giorni di penosissimo viaggio, tutti gli ammalati giunsero alle loro case, alcuni camminando a stento, altri portati a spalle; e due morivano per istrada.
E, subito, il male terribìle si propagò, e il numero dei malati crebbe tutti i giorni. Ben pochi ne andarono esenti.
Che giorni tristi! che giorni di lutto quelli! Intere famiglie giacevano in letto, senza avere chi desse loro un aiuto!
Scene commoventi.
Non mi risparmiai per recar loro i conforti della religione. Quali scene strazianti!... In una casa trovai, su di una stuoia, un giovane, già forte e robusto, ridotto uno scheletro, e delirante... e al suo fianco, ammalati anch'essi, due fratelli e, nella stanza vicina, la sorella che, stringendo al petto un bambinello di pochi mesi, gemeva per i dolori del male, mentre la vecchia madre, tutta rattrappita per un'acuta artrite articolare, era l'unica persona che potesse attendere a quei malati.
In una capanna, perduta nella boscaglia, trovai una povera vecchia, sola sola, giacente al suolo. Le chiesi da quanto tempo fosse ammalata e chi le facesse compagnia, e se avesse delle medicine.
- Ah! Padre, è più di una settimana, - mi rispose - che sono ammalata e sono sola, senza aiuti e senza medicine, non ho altro che un po' di acqua per estinguere l'ardore della sete. Che notti, che notti terribili, così da sola! Guarda, Padre « l'unica compagnia » - e m'indicava un'immagine di Maria Ausiliatrice: - non ho fatto altro e non faccio altro che pregare e supplicare Maria Ausiliatrice; e Maria Ausiliatrice mi ha sostenuta e mi ha inviato il Padre che provvederà ai miei bisogni.
Le diedi alcune medicine, le suggerii varie norme per non aggravare la malattia, l'animai a continuare tutta la sua fiducia nella protezione di Maria SS. Ausiliatrice, e immediatamente andai in cerca di una persona caritatevole che volesse assistere la povera ammalata. E non fu difficile trovarla, perchè la carità di N. S. Gesù Cristo regna in quella popolazione. Se non si trovava una persona sana, erano gli stessi convalescenti e gli stessi ammalati men gravi che si prestavano volentieri per assistere quelli che avevano bisogno di assistenza.
Per quella povera gente senza medico e senza medicine, fuorchè le erbe della foresta, la presenza del Missionario e la tenera divozione alla Madonna di Don Bosco furono le uniche consolazioni di quei giorni.
« Maria Ausiliatrice ci protegge! ».
Occupato, com'era, dal mattino alla sera, spesso anche durante la notte, nel visitare infermi e nell'amministrare i SS. Sacramenti, toccai con mano l'aiuto del Signore che mi diede una resistenza superiore ad ogni fibra più robusta; e provai delle consolazioni ineffabili, anche perchè era convinzione di tutti che l'inaspettato arrivo del Missionario in quelle settimane era un tratto amoroso della Divina Provvidenza, una segnalatissima grazia di Maria Ausiliatrice. Quella popolazione è tutta sotto la protezione della nostra tenera Madre: e tutti mi andavano ripetendo: « Maria Ausiliatrice ci protegge! »
Privi, da 25 anni, del conforto della presenza di un sacerdote, nel 1918, quando i Salesiani Don Albino Del Curto e D. Giulio Martinez vi si recarono a predicare una Missione e vi lasciarono un'immagine di Maria Ausiliatrice, si votarono tutti alla Madonna di Don Bosco e nelle seguenti visite dei Missionari, grazie la cooperazione della zelante signorina Elena Mercede Navarrese, la devozione alla benedetta Madre di Dio è andata sempre più estendendosi.
La devota pratica della Corte di Maria.
Due anni fa il Missionario spiegò ad un piccolo gruppo di devoti la pratica della Corte di Maria: e quelle poche parole furono un seme che diè i frutti più consolanti, tanto che ora è difficile trovar una casa che non riceva, a sua volta, come dicono qui, la visita di Maria Ausiliatrice. Oh! se vedesse con quale entusiasmo si compie, in giro permanente, la Corte di Maria! Ogni casa prepara un altarino, ben illuminato e adorno di tele e fiori olezzanti, dove si colloca la santa immagine e avanti al quale la sera si raduna tutta la famiglia, e spesso anche altre, che passano lunghe ore in canti devoti e in preghiere. Oh! come son contenti di ricevere « la visita » della Madre di Dio! quanta fiducia hanno nella Sua protezione! e come Le sono devoti!
Se qualche famiglia è lontana dal paese, arrivando il suo turno di ricevere « la visita » della Madonna, lascia ogni occupazione e, solo per questo, fa delle ore e ore di viaggio, e accoglie a festa nella sua casetta l'immagine della Madre di Dio.
Un poveretto, piangendo, mi confidava le sue pene per la cattiva condotta del figlio e della moglie, supplicandomi a far in modo che arrivasse anche nella sua casa l'immagine della Madonna: - Son sicuro, mi diceva, - che se avrò anch'io la fortuna di ricevere periodicamente la visita della Madonna, nella mia famiglia tornerà la pace!
Le grazie della Madonna.
In vero, cotesta divozione a molte famiglie ridonò la pace e lo spirito religioso e di orazione, allontanò da altre il peccato, ed individui, che prima erano di scandalo, divennero esemplari!
C'è di più: Macas, il disgraziato paesello che è privo da tanti anni di assistenza religiosa da parte del prete cattolico, da vent'anni era stato preso di mira da un ministro protestante della setta evangelica, il quale vi aveva fissato la sua dimora, ed ogni festa procurava di entrare in ogni casa, per leggervi la Bibbia e propagare dappertutto il disprezzo per la Religione Cattolica, spargendo, a profusione, nefasti foglietti volanti di propaganda settaria.
Ebbene, tanto lavoro non approdò mai a nulla, grazie alla sincera divozione che il paese professa per la Madonna. Chi percorse quasi tutta l'America Meridionale e conobbe intimamente anche questa popolazione, ebbe a dire di non aver trovato un paese così cattolico, come questo.
Negli ultimi anni il protestante intensificò il lavoro, tentò anche di aprire una scuola e sperava, davvero, di poter avere da un momento all'altro, dei proseliti. Fu allora che si istituì in Macas la Corte di Maria Ausiliatrice, e dal giorno che il paese si mise sotto il manto di
Maria SS. il protestante dovette darsi per vinto e lasciò Macas fremente di collera, confessando esplicitamente di ritirarsi « sconfitto da Maria Ausiliatrice ».
Due giorni dopo il mio arrivo, egli vi tornava per un nuovo tentativo, e andò di casa in casa ad invitare tutti ad una conferenza, che la sua signora avrebbe rallegrato con pezzi musicali. Nessuno si mosse; ed essi, sconfitti ancor una volta, fecero ritorno all'attuale loro dimora, in piena foresta.
Una processione di ringraziamento.
Riconoscentissimo per tanti segnalati favori, il paese volle dare una pubblica manifestazione di gratitudine alla Madonna, e l'immagine di Maria Ausiliatrice passò in trionfo per le strade accompagnata da tutti i fanciulli, le donne, e gli uomini, che pochi giorni prima giacevano ammalati.
Oh come tutti, col cuore riboccante di gratitudine, cantavano le glorie della Celeste Benefattrice!
Pochi giorni dopo, io prendeva commiato da quei buoni popolani per ritornare alla Missione di Mendez, e tutti ebbero un gemito e la supplica che non li abbandonassi, o almeno che il Missionario Cattolico tornasse fra loro.
Commosso, li assicurai che ben presto saremmo tornati a rivederli, e li incoraggiai a continuar sempre ad amare Maria Ausiliatrice, che non potrà lasciare senza sacerdote un popolo che tanto l'ama e l'onora.
Un'altra grazia.
Nel ritorno mi fermai in Sucula, dove trovai un infelice, gravemente infermo di corpo e di anima. Sposatosi civilmente con una disgraziata e abbandonato dai suoi, aveva, per vivere, cioè per aver denari dal Ministro protestante, rinnegato la Fede! Grazie a Dio, non esitò a ravvedersi del mal passo e, fatta la doverosa ritrattazione, ricevette con grande pietà i SS. Sacramenti, insieme con la sua famiglia, che lo riammise nel suo seno. E pochi giorni dopo, stringendo il Santo Crocifisso e pronunciando i dolcissimi Nomi di Gesù e di Maria, passava a miglior vita.
Che Iddio susciti qualche cuore generoso e moltiplichi, così, il nostro drappello, da poter accudire anche questa vigna promettente.
Gradisca, Eccellenza, i miei ossequi, e mi benedica, mentre, baciandole il S. Anello, godo professarni
Di V. E. Rev.ma
Obb.mo e dev.mo in G. C.
sac. TELESFORO CORBELLINI Missionario Salesiano.
Dal Vicariato Apostolico di Shiu=Chow (Cina).
S. E. Mons. Luigi Versiglia, Vescovo tit. di Caristo e Vicario Apostolico di Shiu-Chow (Cina), ci ha inviato copia del resoconto ufficiale sul lavoro compiutosi nel Vicariato nell'anno 1922-1923
Premesso che la regione del Pak-Kong che segna i limiti della Missione di Shiu-Chow fu in tutto l'anno, ed è ancora, uno dei teatri principali della guerra tra il Nord e il Sud della Cina; - che certi distretti, come quelli di Chi-Heng, Lin-Chow e Yeong-Shan furono dalle fazioni nemiche presi e ripresi almeno sette volte, con le conseguenti rapine e spogliazioni ogni qualvolta un'armata era costretta a ritirarsi, e con l'imposizione di enormi taglie tutte le volte che un'altra riusciva ad entrarvi - che, quasi ciò non bastasse, le bande dei pirati, approfittando dell'inevitabile semi-anarchia, crebbero a tale di sfrenatezza che la povera gente non era più sicura in nessun posto ed in molti distretti non osava più uscire di casa, neppur per i più urgenti lavori di campagna, con quali tristi conseguenze imminenti è facile supporre, dice dell'opera pietosa indeffessamente compiuta dai Missionari, ora per salvare villaggi, cristianità e famiglie, ora per alleggerire le ingiuste imposizioni e consolare ed infondere coraggio a quelli che stavano sotto l'incubo continuo di gravi minacce.
Quest'opera di carità disinteressata - osserva Monsignore - che si è svolta in favore non solo dei cristiani, ma anche dei pagani, non potrà a meno di portare a suo tempo preziosi frutti; tant'è vero che già si nota un grande aumento di stima verso i Missionari ed una corrente di simpatia sempre maggiore verso la Chiesa Cattolica... È un'opera che non si può tradurre in cifre, ma che è stata benedetta anche dal Signore con frutti tangibili.
Basta osservare questo semplice specchietto:
ANNO 1921-22 1922-23
Confessioni di Precetto 1409 1532
Confessioni di devozione 14624 20418
Comunioni di precetto 1387 1506
Comunioni di devozione 28067 46049
Numero dei cristiani 2872 3078
Battesimi di adulti 182 232
Battesimi in articulo mortis 261 224
Scuole maschili 11 13
Scuole femminili 12 12
Alunni 271 381
Alunne 113 196
Attese le accennate condizioni, certo non fu possibile por mano a nuove opere rilevanti nei distretti, ma si cercò - in compenso - di completare l'organizzazione delle opere del centro.
Nel Collegio di S. Giuseppe di Shiu-Chow, nel borgo di Ho-Si, oltre all'aver esteso il programma d' insegnamento anche alle tre classi d'istruzione primaria superiore, si iniziò una classe preparatoria per un gruppo di alunni, decisi di abbracciare lo stato ecclesiastico e questa classe passava, col primo dell'anno, in appositi locali, costrutti vicino ' alla residenza del Vicario Apostolico.
Vi si diede anche principio ad una scuola esperimentale di catechisti, alla quale prendono parte molti volonterosi giovani del collegio, pur continuando i loro studi regolari.
Fra un bisogno sentitissimo in tutta la Missione, quello di poter avvicinare la classe femminile per far arrivare anche alle povere figliuole i preziosi benefizi della nostra S. Religione, Mancava il tratto di unione, e questo ornai è venuto. Sono arrivate sei zelanti religiose dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice fondate dal Ven. Don Bosco, le quali, installate in conveniente istituto, per loro appositamente preparato, mentre attendono ancora indefessamente allo studio della lingua, animate dallo spirito di zelo del Fondatore si slanciarono già alle fatiche dell'apostolato: e sotto la loro direzione va anche prendendo forma definitiva la scuola delle catechiste indigene che già aumentarono fino a sedici.
Coll'aiuto di queste due squadre, cioè dei giovani catechisti, accompagnati e guidati da diversi Missionari, quivi chiamati espressamente dai loro distretti, e delle Catechiste, accompagnate e guidate dalle Suore, si potè, non è molto, effettuare la preparazione al battesimo di un centinaio e più di catecumeni, che, sparsi, in diversi villaggetti, intorno ad Ho Shi, da quasi tre anni attendevano l'istruzione necessaria.
Le stesse buone Figlie di Maria Ausiliatrice hanno anche presa la direzione della scuola femminile, già esistente in Città, che per mezzo loro, col nuovo anno cinese, venne convertita in vero orfanotrofio e collegio femminile per le povere fanciulle della Missione.
Nella stessa città di Shiu Chow, e precisamente nel territorio dell'antico mandarinato, venne preparato un vasto locale per le scuole professionali, che venne iniziato col nuovo anno cinese, e in questa stessa località si prepararono i locali per il Piccolo Seminario.
Dal Vicariato Apostolico del Kimberley
(Lettera del Vicario Apostolico Mons. E. Coppo al Sig. Don Rinaldi).
Broome, dicembre 1923, Rev.mo Signor Don Rinaldi,
Il lavoro di studio e di preparazione, che ci tiene occupati, non mi ha permesso d'inviarle molte notizie. Riparo, in qualche modo, al lungo silenzio, scrivendole qualche cosa di questi abitanti.
La pesca delle madreperle.
Broome è considerata come un importantissimo centro della pesca delle madreperle.
Nelle sue acque stanziano circa 300 velieri equipaggiati in tutto punto, e occupati nella pesca delle preziose conchiglie. Vi sono degli impresari che ne hanno parecchi a loro disposizione. L'equipaggio è composto da un palombaro, generalmente giapponese, da un aiutante incaricato di regolargli l'aria e di rispondere alle sue segnalazioni, da un bianco destinato ad aprire le conchiglie, e dalla ciurma: cinque o sei marinai per lo più malesi o giapponesi.
Quando i velieri sono pronti, prendono il largo verso le zone perlifere e vi rimangono mesi interi, approvigionati da apposite golette che trasportano i viveri.
Il palombaro scende ogni giorno in mare in cerca delle perle, e quando ne ha raccolte una dozzina, il che richiede un paio d'ore di lavoro, ritorna a galla, per ridiscendere ancora dopo un breve riposo. Nel frattempo lo sgusciatore, apre le valve e tagliuzza minutamente le carni, osservando attentamente, se in esse, o incastonata nel guscio, si nasconda qualche perla.
Così procede il lavoro tutti i giorni Sul cassero della nave, serrate e compatte s'innalzano pile di valve madreperlacee. Se la fortuna è propizia, si fa una preziosissima collezione di perle: gemme reali e di gran valore, se perfettamente rotonde e lucenti; di minor prezzo, se imperfette di forma o di rifrazione.
Ma le conchiglie non si trovano così facilmente, come si potrebbe credere. Il palombaro deve spesso camminare centinaia di metri tra l'una e l'altra, e, in media non riesce a raccoglierne molto più di mezza tonnellata ogni mese.
L'industria non è, quindi, delle perle, ma delle conchiglie madreperlacee; quelle sono un fine secondario, e uno sprone ad una ricerca più attenta. Da sola, la vendita delle conchiglie dovrebbe coprire tutte le spese e dar un giusto guadagno ai cercatori, i quali, anche dalle perle, hanno senza dubbio un guadagno rilevante, ma non dovrebbe calcolarsi, o calcolarsi semplicemente in più, perchè incerto. Invece, sia per l'aumento del costo di mano d'opera e degli apparecchi, sia per il deprezzamento della madreperla, a stento essi riescono a coprir le spese.
Così, si svolge la vita peschereccia, la qualrappresenta anche un forte pericolo, sopratutto per i palombari, che, nell'ascesa, se non usano somma prudenza, vengono colpiti, per il subitaneo dislivello di pressione, da quella che è chiamata « la paralisi del palombaro ».
Quando si verifica il doloroso incidente, l'individuo vien subito nuovamente calato per alcune ore in mare, poi estratto a poco a poco. Oppure è immediatamente posto in una camera d'acciaio, dall'apparenza di un ebollitore, ove si comprime l'aria, fino a raggiungere la pressione corrispondente a una data profondità d'acqua: e dopo parecchie ore la pressione si riduce, gradatamente, a quella naturale dell'atmosfera.
Durante quest'operazione il paziente può comunicare all'esterno per mezzo del telefono, e con uno speciale apparecchio ricevere anche vitto e medicine, senza che la pressione diminuisca.
Ambedue i sistemi sono efficaci e spesso rimettono l'infelice, totalmente o in parte, allo stato normale.
Ma non sono infrequenti le disgrazie mortali, e la storia dell'industria perlifera di Broome registra purtroppo numerose vittime. Al cimitero della cittadina riposano parecchie giovani esistenze, spente in seno al mare.
Altre perle. - In cerca dl anime!
Ma... altre perle, infinitamente più preziose, attendono l'opera dei Salesiani, che son venuti anche nel Kimberley unicamente in cerca di anime, ripetendo l'enfatico grido del Ven. Fondatore: « Da mihi animas... Dateci delle anime! »
La popolazione di Broome è di poco superiore alle 4000 persone, in massima parte pagane. Tuttavia alla prima missione che predicai subito dopo il mio arrivo, ebbi la soddisfazione di veder la piccola chiesa piena di cattolici di svariate nazionalità, australiani, giapponesi, cinesi, filippini, irlandesi, spagnuoli, ed anche parecchi acattolici.
Mattino e sera vi fu una frequenza conso lante, benchè facesse un caldo opprimente; e all'ultimo giorno le varie nazionalità erano rappresentate anche alla S. Comunione.
« Colle di Maria ».
Finita la Missione, uscii da Broome, per visitare il luogo, in cui circa 25 anni fa venne aperta la prima missione per gli aborigeni; e celebrai la Santa Messa nella casetta che le Suore di S. Giovanni di Dio hanno eretto sulla collina prospiciente l'Oceano.
La località era semplicemente conosciuta col nome di « Punta d'entrata », ed io la chiamai Colle di Maria: « Maryknoll », in onore di Maria Ausiliatrice, nella certezza che la nostra buona Madre Celeste proteggerà quanti vi si raccoglieranno per onorare il suo Divin Figliuolo.
« Via Maria Ausiliatrice ».
Mi preparai quindi per la visita alla missione di Beagle Bay, lontana circa 140 chilometri. Fino a poco tempo fa, per arrivarvi, bisognava rassegnarsi a viaggiare un po' per mare e un po' per terra, in mezzo ad aspre difficoltà; ma da qualche anno i benemeriti Padri Pallottini son riusciti ad aprire una strada fra le immense boscaglie, che rende più facile l'accesso e meno disagiato il viaggio.
Non è certo la via Appia, nè pretende di rivaleggiare con le interminabili vie di cemento armato, che attraversano gli Stati Uniti; ma per queste regioni rappresenta un progresso e una vera benemerenza. Anche questa mancava di un nome ufficiale, ed io la intitolai « Via Maria Ausiliatrice ».
Alla volta di Beagle Bay.
Il tempo non mi permette, oggi, d'aggiunger altro; ma spero di poterle presto inviare una relazione sul lungo viaggio e sull'importante missione di Beagle Bay.
Vogliano intanto i nostri Cooperatori pregare per noi e per questa missione, così bisognosa delle benedizioni di Dio. Preghi Ella pure per il suo
Dev.mo in C. J.
+ ERNESTO COPPO Vescovo titolare di Paleopoli e Vicario Apostolico del Kimberley.
Figurine indigene dell'Assam.
U Severin e Ignatius.
U Severin, a primo aspetto, lo giudichereste un monello. Ha l'argento vivo nelle vene; lo sguardo irrequieto, l'accento pronto e vivace. La mamma mi diceva un giorno, pensosa: « Se la Madonna non aiuta il mio Severin, chissà cosa diverrà!... » E forse, più che un birichino, davvero avrebbe potuto diventare un cattivo soggetto, se la religione cattolica non si fosse impadronita di quel cuore e non vi avesse sparso a piene mani semi di bontà e di onestà. Poichè, sotto l'esteriore ruvido e vivace, Severin nasconde una tempra gagliarda.
Il padre, un protestante sfegatato, lo tormenta con ogni sorta di vessazioni per impedirgli la pratica della nostra S. Religione. In casa lo obbliga a leggere ad alta voce la Bibbia protestante, con biliosa ostentazione canzona e deride i « Romani », cioè: i Cattolici; e, se lo vede recitare le preghiere del mattino e della sera, lo batte crudelmente. A Pasqua, perchè non potesse venire alle funzioni, gli portò via di notte i vestiti, lo chiuse in camera, e lo minacciò di percosse, quand'egli tentò di fuggire in camicia.
Il povero ragazzo, per l'affetto che, tuttavia, nutre verso i genitori e perchè apprese alla missione il « Beati quelli che soffrono persecuzione per la giustizia », sopporta tutto con ammirabile pazienza. Ma un giorno le pretese del padre giunsero al colmo. Dopo averlo battuto, avendolo visto a far il segno della Croce, pretendeva che l'accompagnasse al tempio protestante. Aveva detto agli amici che avrebbe trionfato della volontà del figlio, e voleva vincerla ad ogni costo.
U Severin oppose tutta l'energia del suo piccolo corpo. Nè percosse, nè minacce poterono smuoverlo; si aggrappò ad un battente della porta, e:
- No! mai! ripeteva. Ammazzami!... Mi trascinerai morto, ma, vivo, non verrò mai dai protestanti!
Lo snaturato padre, vedendo accorrere gente alla barbara scena, abbandonò sulla soglia il misero corpicciuolo, quasi esanime. U Severin non si turbò per questo; ma, riprese le forze, continuò e continua a frequentare l'orfanotrofio e la missione, ogni volta che può sfuggire alla tirannia paterna.
Ignatius, un povero orfanello tutto solo al mondo, caduto improvvisamente ammalato in iscuola, mentre attendeva allo studio della Dottrina Cristiana, è un altro frugolo che ci ha guadagnato le simpatie dei protestanti. Da tre giorni ci alternavamo, Bah-Joh ed io, al suo lettuccio, quando il male s'aggravò a vista d'occhio, e mandammo tosto in cerca delle Suore. Fortunatamente esse sapevano che in quello stesso pomeriggio era giunta da Calcutta una lady-doctor (dottoressa), che godeva fama di valente e caritatevole.
Una di loro uscì, e tornò poco dopo con la dottoressa, che esaminò attentamente il nostro malatino, e mi disse: - Padre, il caso è gravissimo. Credo opportuno che gli amministri gli ultimi conforti della sua Religione: io intanto vado in cerca d'un'automobile per condurre il poverino all'ospedale. Chissà! forse riusciremo ancora a salvarlo.
Gli amministrai, infatti, l'Estrema Unzione: e giunse l'automobile, su cui il piccolo infermo venne adagiato, ravvolto in soffici coperte. All'ospedale lo affidai alle cure dei medici, chiedendo ansiosamente a Maria Ausiliatrice la grazia della guarigione. Tre mesi egli giacque in letto; e finalmente fu salvo.
Quando feci per compensare il disturbo alle varie persone che mi erano così premurosamente venute in aiuto, non solo non vollero un centesimo, ma mi diedero in cambio molti elogi per l'azione svolta dai missionari tanto nell'orfanotrofio, come nei vari reparti della Missione. Ed erano tutte protestanti!
Al capezzale dell'orfanello, come a quello di un figlio diletto, aveva amorosamente vegliato Don Bosco, che, al disopra delle discordanze religiose, aveva fatto vibrare fortemente la nota dell'onestà e dell'amore. La povertà dell'orfanotrofio e l'opera del missionario verso tanti piccoli infelici, che altrimenti languirebbero senza un pane e senza un sorriso, avevano commosso gli stessi nostri avversari in materia di religione.
Sac. PAOLO BONARDI Missionario Salesiano.
Le Solennità Titolari a Torino=Valdocco.
Dovendo accennare le note più significative delle annuali solennità della Basilica di Maria SS. Ausiliatrice, prepotente sentiamo il bisogno di sciogliere un inno di ringraziamento al Signore, che, ogni anno, ne accresce l'entusiasmo e la pietà. Nessun'altra attrattiva, infatti, se non l'intimo proposito di rendere omaggio all'Ausiliatrice dei Cristiani, sin dal principio del mese di preparazione attira al Santuario una folla di fedeli da ogni punto della città, anche dai sobborghi più lontani, per ascoltare le glorie della Madonna di Don Bosco ed accostarsi alla Santa Comunione ai piedi del suo altare! È proprio e solo il Signore che accende nelle anime tanto fervore di pietà, a gloria sua e della sua Santissima Madre!
E veramente la divozione a Maria Ausiliatrice si va dilatando e soavemente e fortemente affermando, non solo in altre città e paesi del Piemonte, d'Italia, e dell'Estero, ma in questa stessa città, che vide sorgere il Santuario tra i prati deserti che allora la circondavano, oggi anch'essi popolati e frementi di vita!
E con quanta fede! Le note caratteristiche delle nostre feste, per grazia di Dio, son sempre le stesse: frequenza e pietà di fedeli, avidità e abbondanza della divina parola, splendore di sacre cerimonie.
Ogni giorno si celebrarono tre funzioni, alle 6, alle 17, alle 20; e ogni volta una moltitudine di fedeli accorse al Santuario.
Non possiamo ancor dire il numero delle Sante Comunioni distribuite dal 23 aprile al 24 maggio, ma possiamo assicurare che quest'anno fu più rilevante dei precedenti.
Tre predicatori, il salesiano Don Maurilio Manassero al mattino, il salesiano dott. Don Secondo Rastello alla prima funzione della sera, e verso notte il prof. Don Annibale Giordani, zelantissimo parroco della diocesi di Concordia, bandirono la divina parola; e tutti e tre ebbero il conforto di un proprio e costante uditorio, avidissimo di sentir parlare delle glorie della Madonna, particolarmente delle meraviglie di Maria SS. Aiuto dei Cristiani.
Coll'attenerci, poi, fedelmente agli esempi e alle raccomandazioni del Venerabile Fondatore, e per l'apparato del tempio e dell'altare - dinnanzi il quale, nello scorso mese, tornarono a splendere, riabbellite, le sei lampade, che il Ven. Don Bosco, nonostante la sua povertà, voleva quotidianamente accese davanti il SS. Sacramento, - e per la frequenza e bontà delle esecuzioni musicali, nelle quali, con slancio, si associarono alla schola cantorum dell'Oratorio altre scholae cantorum salesiane di Torino, lo splendore dei sacri riti non lasciò nulla a desiderare e, senza dubbio, contribuì ad attirare tanta folla di devoti, specie al cominciare della novena, da dare, ogni giorno, ad ogni funzione l'aspetto di una divotissima, imponente, straordinaria solennità.
Ed anche quest'anno, ai torinesi e agli istituti educativi e religiosi della città si associarono parecchi istituti e numerosi pellegrini del Piemonte e di altre parti d'Italia; ricordiamo il pellegrinaggio di Lanzo Torinese e quello di Foglizzo Canavese, che prese parte alle funzioni del giorno anniversario della Pontificia Incoronazione della Sacra Immagine (17 maggio). Così pure molti furono i sacerdoti accorsi a celebrare nella Basilica, e più i graziati dalla Madonna, venuti a narrare le meraviglie della sua bontà e della sua potenza. Se dovessimo pubblicare tutte le relazioni che ci furono consegnate durante il mese di Maria Ausiliatrice, non ci basterebbero più numeri del « Bollettino ».
A rendere più cari e solenni gli ultimi giorni, quest'anno si volle associata alle feste la celebrazione di alcune « Giornate Missionarie », e l'entusiasmo toccò veramente il colmo. Maria SS. Ausiliatrice volle ancor una volta mostrarci la verità delle parole dette da Don Bosco poco prima di morire: « Quelli che desiderano grazie da Maria Ausiliatrice, aiutino le Missioni e saranno sicuri di ottenerle! »
Pro " Giornate Missionarie ".
Lo scorso mese abbiam pubblicato un nuovo « Numero Unico » pro « Giornate Missionarie ».
Eccone il sommario:
NEL CINQUANTENARIO DELLE MISSIONI SALESIANE: Il Successore di Don Bosco. - Le Mis sioni Salesiane. - Norme d'azione. - Procurateci « aiutanti missionari». - GLORIA A MARIA AuSILIATRICE, augusta Patrona delle Missioni Salesiane. - ATTIVITÀ APOSTOLICA: Incremento della Missione Salesiana dell'Assam. - Una statistica consolante. - Chi feconda l'opera dei Missionari? - Notizie varie dalla Cina e dalle altre Missioni. - L'OPERA DELLA GRAZIA: Nelle Missioni della Terra del Fuoco. - « Fuoco al bahito, fuoco al diavolo! ». - « Sacro Cuore di Gesù, venga il tuo Regno in Cina! » - Spigolando dal « Bollettino Salesiano »: Un bimbo bororo fa la 1a Comunione a cinque anni. - Una prima Comunione in Patagonia. - Un angelo di più in paradiso. - COL METODO DI DON Bosco Cinesi aspiranti alla Società Salesiana. - Per amore a Don Bosco! - Una sfida al foot-ball. - Il figlio di un gran Cacico Patagone. - CooPERAZIONE MISSIONARIA : « Tutti possono esser Missionari! » - Come si possono aiutare le Missioni Salesiane.
NB. - Ne teniamo disponibili un buon numero di copie, a prezzo di stampa, a scopo di propaganda.
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Ci spiace, ma, per non tardare la pubblicazione di questo numero, rinviamo i particolari delle feste al prossimo mese, con le relazioni delle onoranze rese in altre città alla nostra augustissima Patrona.
Nel Santuario di Torino.
il 24 del mese, si compiono speciali funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. - Al mattino ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata, e sono particolarmente i divoti di Valdocco, che con vivissima fede accorrono alle devote funzioni. Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirvisi in ispirito.
GRAZIE E FAVORI (*)
Una guarigione prodigiosa.
Il dott. Carmelo Monato, medico-chirurgo condotto di Siculiana (Girgenti), inviandoci una sua offerta « per il culto di Maria SS. Ausiliatrice e per il maggiore sviluppo delle Opere del Ven. Don Bosco » unisce altra offerta di persona graziata da Maria SS. Ausiliatrice con questa dichiarazione:
« Rimetto Lire 100 in soddisfazione di voto fatto da certa Vincenza Gentile, maritata Bruno Virone Gerlando, per prodigiosa guarigione concessale in persona del figlio unico Alfonso, di anni cinque. Questo bambino si ammalava, negli ultimi giorni del mese di ottobre 1923, con febbre continua, a tipo setticemico, che ben presto si complicò a bronco-polmonite apicale destra, ritenuta di natura specifica, che andò sempre avanti, in modo grave, allarmante e quasi irrimediabile, non solo a parere mio, che ne ero il curante, ma eziandio di altro medico, chiamato con me ripetutamente in consulto. Quando le cose si ridussero gravissime e la povera madre sunnominata era in un vero stato di disperazione, per salvare la vita dell'unico figlio e conservarlo all'affetto del padre trovantesi emigrato in America, le proposi con mia figlia di votarsi alla miracolosa Madonna di Don Bosco, cominciandole una novena e facendole una qualunque promessa. La desolata madre accettò la proposta e colla fede più viva cominciò la novena, e promise le lire cento. La sera del 24 novembre fu cominciata la novena; la mattina del 25 il bambino ammalato ebbe un abbondante vomito di pus, che non si potè accertar bene se proveniente dalla pleura, dal fegato o da qualche caverna ròttasi: il giorno 27 la febbre cadde per sempre, il bambino andò sempre migliorando ed ora gode magnifica nutrizione e salute, per modo da formare la gioia e la delizia, non solo della madre, ma anche dei padre tornato dall'America, e che non si stancano di benedire e ringraziare la celeste Mamma Ausiliatrice, che in modo tanto prodigioso ed inaspettato salvò il loro figlio.
Di tutto quanto ho riferito si può far cenno nel « Bollettino » nella forma e maniera che si crederà più conveniente, sempre per la maggior gloria di Maria SS. Ausiliatrice!
Siculiana, 10 aprile 1924.
Dott. CARMELO MONATO, Medico-chirurgo condotto.
GLORIA AL DIVIN CUORE DI GESÙ E ALLA SUA SS. MADRE! - Correvano i tristi giorni dell'influenza e delle febbri invernali. Molti tra i nostri amici e conoscenti ne erano colpiti, ed alcuni, cui l'influenza si era volta in polmonite, erano morti. Ed ecco che ad un tratto si ammala un mio fratello col quale convivo, poi una sorella, poi un nipotino di quattro anni; tutti con sintomi gravi ed allarmanti: febbre intensa, insonnia completa, tosse insistente. Le cose si mettevano male, ed io temevo specialmente per i due adulti, ai quali la polmonite sarebbe stata fatale, perchè entrambi già malati di cuore. Allora mi rivolsi alle sole sorgenti di ogni bene: al Cuore Sacratissimo di Gesù, il gran Medico dei corpi e delle anime, la cui misericordia infinita sorride ai giusti ed accoglie i peccatori: e alla Madre sua SS. Maria Ausiliatrice, la salute degli infermi, la consolatrice di tutti i figli suoi. E li pregai con tutto il mio cuore, con tutta la mia fede, con tutte le mie forze; li pregai colla certezza di essere esaudita, per la guarigione, per la salvezza dei miei poveri ammalati, promettendo la pubblicazione della grazia ed un'oblazione per le Opere Salesiane secondo le mie povere forze. E la grazia venne repentina, meravigliosa, strabiliante. La notte stessa, che seguì la mia preghiera, cessò improvvisamente la febbre a tutti e tre i miei ammalati, che si addormentarono di un sonno calmo e riparatore, quale da un pezzo non avevano più goduto. Qualche giorno di convalescenza e furono guariti; ed io, commossa e riconoscente, sciolgo la promessa fatta, implorando ora e sempre, per me e per tutti i miei, la Misericordia infinita di Gesù Nostro Signore e della sua augusta e tenerissima Madre Maria Ausiliatrice.
Torino, 5 - IV - 1924.
I. P.
UNA NOVENA A MARIA AUSILIATRICE. - Colpiti da sintomi di grave malattia i miei cari genitori, pei quali i medici avevano fatto cattiva prognosiin special modo per la mamma tre valenti professori avevano dichiarato il caso disperato - mi rivolsi ad intercessione del Ven. Don Bosco a Maria SS. Ausiliatrice, e dopo pochi giorni di preghiera, i dottori trovano i malati fuori di pericolo, convalescenti!
Protraisi allora, e mantengo la promessa, di far pubblica la grazia, implorando dalla Vergine Santa, con la salvezza dell'anima la salute e la pace. L. A.
A MARIA SS. AUSILIATRICE, ORA E SEMPRE, TUTTA LA MIA DEVOZIONE! - La invocai in terribili frangenti, durante la guerra, e mai inutilmente. Ci furono dei momenti in cui la mia vita non dipendeva più dagli uomini, e ricorsi a Lei in un supremo slancio di amore. La morte mi stava dinanzi, spaventoso fantasma, e non pensavo nemmeno alla salvezza del corpo. Invece fui sempre salvo, ed in modi veramente miracolosi.
In questi ultimi tempi ricorsi nuovamente per aiuto alla Celeste Regina. Quello che domandai con fede e confidenza non mi mancò. Ebbi anzi di più di quanto speravo.
Sento il dovere di ringraziare pubblicamente la Madonna di Don Bosco perchè altri, leggendo, trovi incitamento, forza e speranza, nell'invocarla sempre ed in ogni luogo.
Belluno, 7 - IV - 1924.
Un ex-allievo, Cooperatore.
QUANTI AIUTI MI HAI DATI IN CINQUE ANNI DI LOTTA! - E ben giusto ch'io faccia nota a tutti la Tua Bontà.
Tre anni fa era in Sicilia, in un asilo di pace, dove speravo di poter fare il mio noviziato religioso. Una terribile bufera, che da due anni infieriva sul mio capo, mi strappò via. Ma la Madonna non mi abbandonò. Mi guidò in un seminario, che la carità d'un Papa diede alle Calabrie, e, quando tutto pareva impossibile per l'opposizione dei miei genitori, Ella mi prese per mano e mi condusse qui, a ringraziarla nel Suo Santuario, e a dare il mio nome alla diletta Società Salesiana. Adempio il voto di pubblicare la grazia ricevuta.
Torino, 14 - IV - 1924.
Ch. Agostino Pugliese.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - A. B. e M. S., A. B. I., A. C. R., A. D. R., A, R., A. S., A. T., Adobati ch. Giuseppe, Aghemo Felicina, Agos Luigi, Alghisi Rita, Aliverti Antonietta, Amato Concettina in Mascolino, Angelucci Anna in Venturi, Ansaldi Matilde, Antoniazzo Antonio, Arena Rosaria.
B) Baldassaro Suor Lucia, Ballarlo Maria, Barabino Suor Rosa, Bassignana Romilda, Baudino Lorenzo, Bavazzano Francesco, Belingheri Maria, Bellino Lucia, Bellucci ing. Romano, Benedetti Attilio, Bennati dott. Mando, Benzon Maria, Bernardi Riccardo, Bernero Adele, Bernocco Teresa in Cogno, Bertacco Bartolomeo, Bertaina Giuseppe, Bertello Maria, Bertolotti Antonia, Besana Gentile, Bianchi Antonia, Bianco Alessandrina, Bigai Celestina, Blunda Nicolina, Bondini cav. doti, don Mario, Sonetti Giuditta, Bonizzoli Angela, Bonvicini Teresa, Bonzo doti Maggiorino, Borelli Angela, Borghino Teresa, Boschi marchese Tommaso, Botto Giovanni, Bovo Giuseppe, Bozzola Rosa in Culacciati, Brentini E., Bruno Rosa, Brusa Alberto maestro, Brusadin Angela vedova Carniel.
C) - C. M., C. T., Caccia Lucia, Calabrese can. Giacomo, Calabrese Ab. Antonio, Camesano Caterina, Camino Clelia, Camossi G., Campagna Teresa, Insegnante, Canelotti Quintino, Canepa Petronilla in Riva, Cantarutti Luigia, Capello Camillo, Cappo Pietro, Capra Alessandrina in Barbissini, Capra Maria in Ribaldone, Caputo rag. Luigi, Carderi Clelia, Carello Rosa in Pagliarello, Carena Luigia, Carignano Lorenzo, Carrer Marianna, Casari Maddalena, Castellani Maria, Cava Virginia, Cavalletto Caterina, Cedolin Carla, Cedroni Maria, Cerruti Angela, Chasseur Germana, Chetti Amelia, Cialente Benedetto, Coletti Alessandro, Colombo Isabella, Colombo Marianna, Combi Battista, Concate Giuditta in Meneguzzo, Conti Colomba, Corradini Nino, Corsi Giovanna, Cortaresio Albina, Costa Giovanni, Costanzo Marta, Cristino Giovannina, Crocitto Cristina, Cutrì Francesca Maria.
D) - Dabbene Teresa, Dal Fiol Guglielmo, Dall'Olmo Amelia, Dal Zio Flora, Del Boca Vittoria, Del Cero Claudio, Demartini Alessandrina in Boccalatte, D'Alessandro Giuseppe, D'Alitto prof. Costantino, Di Croce Maria in Colombo, Di Rosa prof.ssa Nina, Di Fausto Demetrio, Di Giusto Danilo, Diottalevi Zedira, Di Salvo Salvatore, Dobronolaj Filomena, Donelli Giovanni.
E) - E. M., Emiliani rag. Paolo, Enrico Domenico, Enrico Maria, ex-allievi dei Salesiani di Belluno e Sampierdarena.
P) - Fabbri Antonina in Canducci, Fabbro Assunta, Facelli Carlo, Facta Matteo, Famiglie De Nicolai e Poldi, Fangazio Rosetta, Ferrero Lucia, Ferrero Maria, Ferorelli Maria, Ferrari Monica, Ferraris Severina, Festa Maria, F glie di Maria Ausiliatrice, Filotea Benedetto, Flora Aurelio, Fogliato Francesca, Formica d. Francesco, Fournier Lorenzo, Fracchia Angela, Franceschini Ester, Francia Anna, Fretti Emilia, Frera Nicola, Furlanetto Antonia.
G) - G. A., G. M., Gaino Bartolomeo, Gallo Angela, Gallotti Lucia, Garelli Maria, Gambardella Giuseppe, Gamero Margherita, Gandolfi Gabriela, Gaolio Antonia, Garzonio Carlo e Maria, Gastaldi Gisella, Gavazza Rosa, Gay Teresa, Germano Domenico, Ghetti Lucia in Graziani, Ghione Flaminia, Giabetti prof., Giacobbe Angela, Giancola Maria in Mortara, Giannini Annunziata in Darni, Giuffrida Maria, Gori Teresa, Gossi Rina, Grassi Angiolina in Bagna, Graziani Giuseppe, Grilli G., Guerrasio Cristina, Guglielmetti Vincenzo.
H) - Hicks Nellic.
H) - Kopa d. Tommaso.
J) - Javelli Annetta, Job Filomena, Joppolo Salvatore, Julio Maria.
I) - I. I., I. P., Immaville suor Emma, Isnardi Fortunato, Isoardi Anna.
L) - L. A., L. O. P., Lanciarini Isabella, Lilloni Marietta, Locatelli Speranza, Lolli Giuseppina, Lolli Maria, Lombardi Attilio, Lombardi Domenico, Longo Cristina, Lo Presti Celsina in Seminerio.
M) - M. A., M. F., M. I., M. Maria, M. T., Machet Vittorio, Maggioni Bortolina, Magnagnagno Lina, Malaspina Colombina, Malgarotte Pietro, Mandrile Lucia, Maquignaz Elzè, Marcolini Rosina, Maschio Giacomo, Massone Giovanni, Mattioli A., Mazza Elvira in Rossi, Mazzanti Colombo, Mazzi Augusto, Melandri Santina, Meneguzzo Serafina, Mensingher Rosina, Mezzano Giovanni, Mezzolama Maria in Laro, Micheli Anna in Zignori, Miglio Giuseppe, Mina Mariuccia, Mion Giuseppe, Mondani Sofia, Monteforte Robina in Scaduto, Moraldo Giacomo, Morgando dott. Rina, Mori Serafina, Moricca dott. Giuseppe, Morini Delfina, Moriondo Delfina, Moriondo Marianna, Moscato dott. Carmelo, Mulas d. Paolo, Murgia Giovanna Maria, Musoni Maddalena ved. Rolli.
N) - Negro Mario, Nespolo Elisa, Nosetti Maria.
O) - Ogno Caterina in Schiaffino, Olivero Giovanni, Olivieri Giuseppe, Olivieri Virginia, Omarini Caterina, Ottonello Caterina.
P) - P. F. F. A., P. M., Pachner Francesco, Papa Maddalena in Manerba, Paschetta Felicita, Pedrelli Augusta, Pedrini Elisa in Bosa, Pelissero Maria, Pelizza Antonia in Gandini, Pellegrini Anna, Perron Celestina, Perruchon Giulia, Pession Abramo, Petralia Giuseppa, Pezzana Bartolomeo, Pilat Agnese in De Martin, Pilia Teodora, Pirovano Gesuina in Cavagnera, Pitto Carlotta, Pontremoli prof. cari. Stefano, Pozzo d. Giovanni, Prandi Marietta, Prato Adele.
R) - Radaelìi Lucia in Besana, Raineri Antonia, Ramponi Maria, Rasera Davide, Ravarino Adele, Regis Maria Teresa, Respina avv. G., Restaguo Matteo, Ricci Gemma, Rolla Adele in Falciola, Romanelli Carlo in Tuccimei, Romano, Romeo Carmelina, Ronchi Anna, Rossi Elvira, Rossi Pasqualina, Rossi Rosa in Arlunno, Rossi Teresa in Civardi, Ruscone e famiglia.
S) - Sabino Rosa, Salaris Lucia, Salvagno Maria Rosa, Sannori Clara, Sartori Emma, Savelli Maria, Scagliotti Giulietta, Scalerandi Maria, Scarlata Giovannina in Immordino, Scarrone Arcangela in Piccio, Schiavi Paolo, Schirru Maria ed Edoardo, Sciacca Giovanna in Anastasi, Scolaro can. Gaetano, Seria Rosaria, Serra Francesco, Siletta Giovanni, Simondi Emma, Simonetta Mario, Soardo Italia, Sorelle Canevali, Penna, Piasco, Sosio Maria, Sottimano Vastina, Spiardorello sorelle, Spinoglio Clementina, Spinucci Alberta, Stratta Luigia.
T) - Tagliaferri Giuseppe, Testa Maria, Tiraboschi Severino, Tizzani Giuseppe, Tomalini Angiolina, Torregrossa Luigi, Torri Marianna, Tortore Teresa, Tostes Evangelina, Trevisan Giannina, Triberti Mariangela, Truccano Giovanna, Tucci dott. Michele.
U) - Ugo Angela ved. Cavatore.
V) - V. M., V. N., Vagni Gentile, Vergano Emilia, Vergata Salvatore, Vigliocco Margherita, Villa Claudia, Vinai Margherita, Vivalda Giuseppina ved. Grosso, Voi Maddalena, Vovalà Attilio.
Z) - Zamboni Antonia, Zanella-Vauda, Zanini Anna, Zanoni Baron-Amalia, Zanotto Natalina, Zois Maria.
Ogni giorno fate vostra l'intenzione assegnata agli ascritti all'Apostolato della Preghiera; e il zo venerdì del mese, sacro al Cuore di Gesù, e il 24, sacro a Maria SS. Ausiliatrice, raccomandate anche l'intenzione speciale, da noi proposta.
INTENZIONI PER IL MESE DI GIUGNO
Intenzione quotidiana:
« IL REGNO SOCIALE DEL S. CUORE.
Perchè l'ineffabile carità del Cuore dolcissimo di Gesù illumini, regga e santifichi, non pur le anime e le famiglie cristiane, ma tutti gli stati, tutte le nazioni, tutt'intera l'umanità, chiamando tutti i popoli, dissidenti e infedeli, all'unità della Fede, e faccia spuntare sul mondo intero la PACE DI CRISTO NEL REGNO DI CRISTO.
Per il 1° venerdì e il 24 del mese:
« IL GIORNO DEL PAPA ».
L'Augusta Persona del Vicario di N. S. Gesù Cristo fu sempre bersaglio dei più odiosi e volgari insulti dei nemici della Chiesa, e centro dell'amore più tenero dei cristiani più ferventi. Diffondere l'amore e la divozione al Papa è cooperare nel modo più efficace all'espansione e al trionfo del Regno di Dio. Preghiamo, perchè dappertutto si celebri ogni anno la festa, cioè « il giorno » del Papa!
INTENZIONI PER IL MESE DI LUGLIO.
Intenzione quotidiana:
« I RITIRI CHIUSI ».
Un corso di esercizi spirituali, anche di pochi giorni, per sacerdoti, per uomini e giovani cattolici, per signore e signorine ed anche per soli operai, se si compie in luogo ritirato, tutt'insieme raccolti anche per il vitto ed il riposo, è una sorgente ampia e perenne di ogni divina benedizione. Fortunatamente, dappertutto, vengono promossi tali corsi di ritiri spirituali, massime nei mesi di estate e di autunno. È, quindi, di vera opportunità, pregare il S. Cuore di Gesù, perchè li moltiplichi e li renda fruttuosi. Ne avvanteggeranno non solo gli individui, ma le popolazioni e le famiglie, la Chiesa e la Società.
Per il 1 venerdì e il 24 del mese:
« LE VOCAZIONI SACERDOTALI, RELIGIOSE, E MISSIONARIE ».
Preghiamo il Padrone della Messe, perchè mandi molti buoni operai nel suo campo!... La vocazione allo stato ecclesiastico e all'apostolato missionario è una grazia speciale del Signore; imploriamola, tutti, e con tutta l'anima. Un nuovo sacerdote, un nuovo missionario che otteniamo dalla bontà divina è sempre una grazia così grande di cui non possiamo pienamente comprendere le benefiche conseguenze. Chiediamo al Signore ed a Maria SS. Ausiliatrice di moltiplicare, in conformità dei bisogni, le vocazioni alla Società Salesiana e all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, specialmente per le Missioni.
Nel parlar del Ven. D. Bosco, e di qualunque altro nostro Servo di Dio, intendiamo sempre protestare, come protestiamo solennemente, di non voler contravvenire in niun modo alle pontificie disposizioni in proposito, non intendendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè di prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di Don Bosco - ci gloriamo d'essere ubbidientissimi figli.
Da morte a vita.
Il ch. Raimondo Rodriguez, di questo Istituto Internazionale Ven. Don Bosco, il 30 marzo u. s. era colpito da polmonite che in breve lo riduceva agli estremi. Perduta omai ogni speranza di salvarlo coi mezzi umani, non ci restava che il ricorso all'aiuto del Cielo. Pieni di fiducia nella intercessione del Ven. Don Bosco, al quale è intitolato questo Istituto, incominciammo una novena in suo onore. Il primo giorno della novena fu giorno di angoscia per tutta la comunità. Il malato che aveva già ricevuto il Viatico, l'Estrema Unzione e la Benedizione Papale, nelle prime ore del mattino (5 aprile) entrava in agonia. E già gli si stavano realmente recitando le preghiere degli agonizzanti, mentre un gruppo di superiori e compagni circondavano piangendo il sito letto ed il resto della Comunità, raccolta in Cappella, pregava per lui, quando, per un complesso di circostanze che ritenemmo predisposte dalla bontà del nostro Ven. Padre, giunse insperato in quel momento il Medico curante. Il quale, vista l'estrema gravità del caso, applicò con rara abilità i rimedii suggeritigli dall'arte sua, non nascondendo però che tutte le sue cure sarebbero riuscite forse inutili, perchè al malato mancava il cuore. Ma il nostro Ven. Padre sostenne il cuore del morente e rese efficaci le cure del dottore, sicchè dopo una giornata passata in viva trepidazione, verso sera l'ammalato, come passando da morte a vita, cominciò a riaversi ed in breve apparve così sollevato da mostrare che aveva superato la crisi. Prima che la novena fosse al termine, l'infermo era fuori di pericolo. Ora è guarito perfettamente, e si unisce a noi tutti per ringraziare il Ven. Don Bosco del segnalato favore, promettendogli di impiegare tutte le sue energie per la gloria di Dio e per la salvezza della gioventù.
Torino, 10 maggio 1924.
Sac. FELICE MUSSA, Direttore.
La mia bambina improvvisamente fu colpita da doppia polmonite, e, in breve, tutte le speranze di salvarla andarono deluse: l'arte medica era impotente! Nella crudele angoscia, la mia buona mamma pensò di far accendere una lampada nella Cappella delle Figlie di Maria Ausiliatrice; ed una suora, commossa al sentire il gravissimo stato della bimba, mi consegnò una reliquia del Ven. Don Bosco, dicendomi di porla sul guanciale dell'inferma e di cominciare una novena, dandomi la grazia come certa. Oh potenza singolare del Ven. Don Bosco! Il giorno stesso la piccina cominciò a migliorare, come per incanto la febbre prese a diminuire, e in pochi giorni ella si trovò fuori pericolo.
Riconoscente al Ven. Don Bosco, che mi ha ottenuto da Maria SS. Ausiliatrice la guarigione della carissima figliuola, mando un'offerta per le Opere Salesiane.
Gravellona Toce, 19 - IV - 1924.
Maestro ALBERTO BRUSA.
Sieno rese le più vive grazie al Ven. Don Bosco, per segnalatissima grazia. Già le umane speranze erano perdute, e l'arte medica credevasi impotente, quando persone devote mi consigliarono a cominciare la novena consigliata dal Ven. Don Bosco. La ripetei per tre volte; alla fine, non solo il male era scomparso, ma aveva riacquistato anche le forze da tempo perdute. Sieno grazie al Ven. Don Bosco, al quale Maria SS. Ausiliatrice tutto concede.
Somano, 3 - IV - 1924.
MARIETTA PRANDI.
Da più anni soffrivo di reumatismi, e nè medici nè medicine a nulla valevano. Avendo avuto la fortuna di passare a Torino e di visitare la camera di Don Bosco e di Don Rua, mi raccomandai alla loro intercessione, chiedendo ad essi la ozia guarigione, ormai disperata, con la promessa di pubblicare la grazia sul <i Bollettino Salesiano ». Trovandole ornai quasi guarita, grazie a Dio e all'intercessione di Don Bosco e di Don Rua, voglioo adempiere subito la promessa, nella certezza di ottenere stabilmente completa guarigione.
12-XII-1923.
Una Figlia di Maria Ausiliatrice.
Una persona, gravissimamente inferma, non dava più speranza di guarigione. Ottenuta una reliquia del Venerabile e posta la medesima sul male, con grande sorpresa dello stesso medico curante, a poco a poco il pericolo scomparve, come per incanto, e in breve l'infermo riacquistò, la primiera salute. Riconoscente a Don Bosco per tanta grazia, desidera che sia resa di pubblica ragione.
Batataes (Brasile), gennaio 1924
Evangelina Tostes del Retiro Boa Vista.
L'ingresso del nuovo Arcivescovo di Torino.
La data del 4 maggio 1924 resterà scolpita a caratteri d'oro nella storia della Chiesa in Piemonte, per l'unanime consenso che unì tutte le Autorità al Clero e al popolo nell'accogliere in trionfo il nuovo Arcivescovo, S. E. R. Mons. Giuseppe Gamba.
In quel giorno noi pure gustammo una soavissima gioia nel concorrere, come meglio ci fu possibile, all'indimenticabile dimostrazione. Tutte le nostre Case presero parte, in massa, all'imponente corteo, che si schierò lungo le vie al passaggio del venerato Pastore, e lo accompagnò alla Metropolitana, dove, sulla porta maggiore, una bella epigrafe ricordava al nuovo Arcivescovo, insieme col B. Cottolengo e il Ven. Cafasso, anche il nostro Ven. Fondatore - e dove la Schola Cantorum dell'Oratorio di Valdocco, prima della Benedizione Eucaristica, eseguiva il Te Deum del Card. Cagliero. Quante rimembranze! come ci sgorgarono fervidi dall'animo i più santi voti!
La sera dell'8 maggio Sua Eccellenza Reverendissima scese per la prima volta all'Oratorio, dove s'eran dato convegno tutte le associazioni cattoliche cittadine per un'affettuosa dimostrazione collettiva. I nostri alunni, schierati presso l'ingresso, furono i primi a salutare con cordialissimi applausi il nuovo Pastore.
Subito dopo Sua Eccellenza si recò in teatro, letteralmente gremito; e sacerdoti, parroci e prelati, con S. E. Mons. Pinardi, e varie personalità e capi del movimento cattolico, gli fecero corona.
Fu una serata indimenticabile. Il comm. prof. Gustavo Colonnetti, Presidente della Giunta Diocesana, aprì l'adunanza recando il saluto della milizia cattolica e annunziando che i singoli rappresentanti delle organizzazioni avrebbero espresso i propri sentimenti e propositi. Il Presidente degli Uomini Cattolici, prof. Bettazzi, rilevò che se l'inquadramento degli uomini viene per ultimo, pure, essi sentono il dovere di portare il loro peso, anzi il maggior peso di lavoro. Il Presidente della Federazione della G. C. disse che i giovani non vogliono portare solo fervore d'entusiasmo, ma una coscienza formata e la consapevolezza delle proprie responsabilità. A nome dell'Unione Femminile parlò la signorina Buffa, enumerando le benemerenze dell'organizzazione; e la signorina Valletti prese la parola a nome delle giovani. Infine lo studente De Marchi recò il saluto e l'omaggio dei Fucini e delle Fucine. Terminati i discorsi, Mons. Callori annunziò una speciale benedizione del Sommo Pontefice.
L'uditorio, sorgendo in piedi, acclamò lungamente il Papa e il nuovo Arcivescovo, il quale chiuse l'assemblea ringraziando, anzitutto, con animo commosso, e rivolgendo quindi una parola particolare ai vari gruppi dell'A. C., invitando tutti ad attingere nella preghiera l'energia dell'azione.
Eccellenza Reverendissima, in multos annos!
Cinquantenario delle Missioni Salesiane.
Sia benedetto il Signore! Da più parti riceviamo con frequenza notizie consolanti. In varie cìttà si vanno formando attivi Comitati, ai quali dànno il nome tutte le Autorità Governative, Civili ed Ecclesiastiche. In altri luoghi vengono promosse interessanti « Giornate Missionarie », o si tengono dai nostri opportune Conferenze, con largo intervento di Cooperatori, Ex-Allievi, e di altre persone. È una propaganda, la quale produrrà dei frutti sempre più consolanti, quanto più andrà allargandosi. E noi torniamo a chiedere a tutti la più cordiale cooperazione.
A NAPOLI si è formato un grande Comitato, composto del fior fiore dell'aristocrazia e di uno stuolo di amici, presieduto dall'ill.mo signor Barone Giuseppe Carelli, che ha già discusso alcune proposte intorno alle varie manifestazioni da compiere, secondo le direttive del Comitato Centrale di Torino. Venne pure approvata la proposta di una giornata missionaria degli esploratori cattolici, che si svolse la domenica 11 maggio nella Chiesa dei Genovesi e nell'Istituto Salesiano del Vomero, dove il prof. Don Nicola Castellano, direttore dell'Istituto Salesiano di Castellamare di Stabia tenne una conferenza, alla quale seguirono evoluzioni scautistiche, applauditissime.
Anche a PERUGIA si è costituito un grande Comitato d'onore, composto di tutte le autorità e di tutta la nobiltà del luogo, e il nostro don Fasulo tenne una graditissima conferenza con proiezioni luminose sull'opera dei nostri missionari, nella Sala de Notari.
Il carissimo Don Fasulo tenne altre conferenze nell'Umbria, nelle Marche, in Romagna e nel Lazio. Ricordiamo, con particolare riconoscenza, per l'entusiasmo che raccolsero, quelle che ebbero luogo a Spoleto, Trevi, Senigallia, S. Marino, Rimini, Urbino, Gualdo Tadino, Todi, Terni, Macerata, Tolentino.
A RIMINI, organizzata da un illustre Comitato cittadino, al quale diede cordiale adesione S. E. il Ministro on. Oviglio, la conferenza ebbe luogo nel teatro dell'Istituto Salesiano.
Il 29 aprile, promossa da un altro benemerito Comitato di ex-allievi e distinti ammiratori, si svolse una solenne manifestazione di omaggio verso l'Opera delle Missioni Salesiane nella maggior sala dello storico Palazzo Comunale di FAENZA, con l'intervento di tutte le Autorità ecclesiastiche, civili e militari e di imponente folla di signori e signore. Tenne il discorso d'occasione il nostro don Stefano Trione.
Merita particolar lode anche il lavoro svolto con ardente zelo e degni frutti dai nostri alunni di Sampierdarena, Castellamare di Stabia, Chioggia, e dai seminaristi di Bova Marina. Il Ven. Don Bosco li rimuneri con una speciale benedizione.
A tutti quelli, che tanto benevolmente si adoperano a promuovere la conoscenza delle Missioni Salesiane e a procurare ad esse il cordiale appoggio di quanti amano il trionfo della Fede e della Civiltà, col nostro grazie più cordiale, l'assicurazione delle fervide preghiere delle nuove schiere di redenti!
Congressi ad onore del Sacro Cuore.
Nel mese corrente a Santiago del Cile, presso il Santuario della Gratitud Nacional, si terrà il IV° Congresso Salesiano ad onore del Sacro Cuore.
Il primo ebbe luogo a Casalmonferrato, il secondo a Bahia Bianca nell'Argentina, il terzo a S. Paolo del Brasile.
Il Terzo Congresso si svolse nell'ottobre u. S., preceduto da una novena di preghiere e di sacre funzioni; e v'intervennero vari Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi, ed Autorità Civili e Militari. Aderirono, benedicendo e augurando, anche Em.mi Cardinali ed altri Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi.
I lavori si svolsero in due sezioni: maschile e femminile, sui temi: - Il Sacro Cuor di Gesù e l'Eucarestia. - Il Sacro Cuore e la Guardia d'onore. - Il Sacro Cuore e la gioventù. - Santa Margherita Maria Alacoque e il Sacro Cuore. - Le promesse del Sacro Cuore.
Come frutto salutare, tra molte altre proposte e deliberazioni si ebbe il proposito di celebrare solennemente ogni anno la festa di S. Margherita Maria Alacoque, che fu la prima promotrice della divozione al Sacro Cuore: di tenere un corso di esercizi spirituali per giovani studenti: e di promuovere una Comunione generale riparatrice.
Il Congresso terminò con una giornata eucaristica. Dalle 5 alle 11 continuarono le S. Messe e le Comunioni riparatrici. Nel pomeriggio si svolse una processione solennissima.
Altri Congressi sono in preparazione a S. Salvador nell'America Centrale, e a Montevideo nell'Uruguay, ed altri si svolgeranno in seguito presso le Chiese salesiane, dedicate al S. Cuore nelle varie parti del mondo.
Quando il Santo Padre Leone XIII, di f. m., affidava a Don Bosco l'erezione del Tempio Votivo Internazionale al S. Cuore presso il Castro Pretorio in Roma, nessuno si sarebbe ripromessa una fioritura così ampia di opere dedicate al S. Cuore.
Questi Congressi rispecchiano, infatti, l'attuazione pratica della divozione al Cuore dolcissimo di Gesù, quale Don Bosco la volle universalmente in fiore nelle sue istituzioni. Ritenendo come punti programmatici le parole di Gesù: « Lasciate che i pargoli vengano a me - Pregate il padrone della messe, affinchè mandi operai nel suo campo - Sento pietà della turba », ogni Congresso si propone lo studio dei mezzi per educare al S. Cuore i giovani, mediante istituzioni e associazioni, adatte alla loro età, e una soave pietà religiosa, che ne compenetri il cuore, per suscitare vocazioni religiose, ecclesiastiche e missionarie, e diffondere sempre più la vita e la pratica cristiana fra le popolazioni.
Con questi frequenti richiami al Divin Cuore e al risveglio di fervore e di pietà, si vorrebbe trasformare le singole chiese a lui dedicate in altret tanti santuari con annesse pie associazioni e pratiche divote - prima tra tutte, quella di consacrare al Divin Cuore le famiglie - e sviluppare quelle opere eucaristiche, particolarmente rivolte a coltivare la pietà tra il popolo cristiano.
* L'Em.mo CARD. BOURNE A NAZARET. - L'Orfanotrofio Salesiano di Nazareth ebbe la visita dell'Eminentissimo Card. Bourne, Arcivescovo di Westminster, accompagnato da tre vescovi e 15o pellegrini inglesi. Andarono incontro all'Em.mo, preceduti dalla banda musicale, superiori e giovani, spargendo la via di fiori, e cantando l'inno inglese: « Dio salvi il Re! ». Sua Eminenza, dopo la visita alla nuova Basilica, passò nel salone, ove, agli omaggi presentatigli da un alunno, rispose rievocando ancor una volta con gioia i dolci vincoli che l'uniscono al Ven. D. Bosco e alla Famiglia Salesiana.
Fu l'unica visita che l'Eminentissimo fece a Nazareth.
* CORSO D'AGRARIA A CASTELNUOVO D'ASTI. - Anche quest'anno nell'Istituto Salesiano di Castelnuovo d'Asti si svolse nel periodo invernale un corso serale d'agraria a vantaggio della gioventù del luogo. Oltre fio furono gli iscritti, che con assiduità accorsero alle lezioni. Quest'anno il programma si basò particolarmente sullo studio della vite, cui, molto opportunamente, si aggiunsero nozioni di frutticoltura, avuto riguardo all'indole della regione e in conformità all'indirizzo così vivamente caldeggiato dai nuovi programmi governativi. Venne anche istituita una bibliotechina circolante, per completare l'istruzione impartita dal corso, con grande soddisfazione dei buoni concittadini del nostro Venerabile Fondatore.
* LIETI FRUTTI DI UN CONVEGNO DI COOPERATORI. - A Baracaldo, popolarissimo centro operaio della Spagna, si è svolto un Convegno di Cooperatori Salesiani. Fra le deliberazioni che si presero, merita particolar menzione quella di dedicarsi attivamente all'elevazione morale del popolo, istituendo a tal fine un corso di scuole professionali salesiane di arti e mestieri, dove i giovani poveri ed abbandonati, possano ricevere la formazione morale, ed essere avviati a un'arte o una professione.
Forti dell'appoggio di persone generose, che a Baracaldo e nella vicina Bilbao non mancano, venne inoltrata un'apposita istanza alle Autorità; e il Municipio di Baracaldo rispose ufficialmente, dichiarando di far sue all'unanimità le conclusioni del Convegno e autorizzando il Consiglio Comunale ad adottare i mezzi convenienti perchè l'iniziativa possa raggiungere presto il suo fine.
- A Baracaldo, e dintorni, trionfa la divozione a Maria Ausiliatrice. Come attestato di amore alla Madre Celeste, tutto un importante quartiere operaio si consacrò a Lei. Gli ex-Allievi regalarono per la circostanza una statua di Maria Ausiliatrice.
S. E. Mons. GIOVANNI BATTISTA BORACCHIA. - Spirò santamente, come santamente era vissuto il 24 aprile u. s.. Nato a S. Croce di Beverino nel 1849, fu prima prevosto zelantissimo ed amatissimo di Lerici, nella diocesi di Luni-Sarzana, e dal 1892 Vescovo di Massa Marittima. Pio, prudente e zelante, di alto senno pratico e di modi delicatissimi, era una vera immagine del Buon Pastore. Il suo ricordo vivrà eternamente in benedizione! Pieno com'era di cordiale affetto per l'opera nostra, il compianto Pastore ha diritto anche alla nostra memoria e ad affettuosi suffragi.
Cav. FIRMINO Nob. CONCINI. - Cittadino onesto e cristiano esemplare, lavorò sino alla vigilia della morte, sorretto dal godimento di compiere tutto il suo dovere e dall'affetto per la famiglia. Copri importanti cariche, fu direttore del Civico Ospedale di Treviso e membro di opere pie, e compì, dappertutto, una larga azione di bene.
ANGELINA CERRATO DESIDERI. - Cugina del compianto vescovo salesiano Mons. Luigi Lasagna, che morì vittima di un disastro ferroviario nel 1895 in Brasile, fu zelante cooperatrice delle Opere Salesiane, e diè largo contributo ad altre opere buone, coronando la vita benefica con una santa morte, alla Spezia, dove risiedeva da anni.
GIACOMO VESPIGNANI. - Fratello del Sac. Giuseppe Vespignani, Direttore Generale delle Scuole Professionali e delle Colonie Agricole Salesiane, e del coram. Sac. Ernesto, salesiano anch'esso e da anni consacrato ad un attivissimo lavoro di costruzione di chiese ed istituti religiosi in America, si spense, a Popiglio (Firenze), dopo penosissima malattia. La notizia tornerà assai dolorosa al caro Don Giuseppe, che si trova presentemente egli pure in America, in visita alle case salesiane. Non sia discaro ai lettori l'elevare una prece per l'eterno riposo dell'estinto.
VERONICA SERCI ved. COSSu. - Donna pia e forte, educò cristianamente la figliuolanza, cui profuse i tesori della sua mente e del suo gran cuore; e fu questo il suo maggior ideale e il suo miglior conforto, vedendone i consolantissimi frutti. Spirò il 3 maggio, in Serramanna, provincia di Cagliari, affettuosamente assistita fino all'ultimo istante da due figli sacerdoti, ammirati anch'essi della virtù della loro madre! Che il Signore moltiplichi il numero di coteste donne, veramente cristiane!
FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE defunte dal giugno 1923 all'aprile 1924.
ARMELLES Suor Encarnación da Ares del Maestre (Spagna), † a Jerez de la Frontera (Spagna) il 18 marzo 1924, in età di anni 32.
Lunga e penosa infermità la colmò di meriti e la rese gratissima allo Sposo celeste.
BORELLO Suor Giustina da Cornegliano (Cuneo), † ad Alessandria il io aprile 1924, in età di anni 58.
Sarà sempre caro il suo ricordo a chi ha goduto di tutto il suo cuore, di tutto il suo zelo, specie per la scuola e per l'insegnamento del catechismo.
CANNAS Suor Luigia da Villamar (Cagliari), † a Roma il 16 settembre 1923, in età di anni 23.
Colta da meningite tubercolare dopo un mese di vestizione religiosa, fece con generosità il sacrifizio della vita, felice di emettere i santi voti la vigilia della morte.
CANEGALLO Suor M. Elena da Villalvernia (Alessandria), † a Roppolo Castello (Novara) il 6 marzo u. s., in età di anni 33.
Troppo felice dei voti perpetui emessi nell'ultimo agosto, diceva al buon Dio: « Perdonatemi, o Signore, se vi chiedo di vivere ancora! »; ma, giunto il momento estremo, spirò contenta dei lunghi sacrifizi.
CANTINI Suor Maria da Rosario S. Fè (Argentina), † a Rodeo del Medio (Argentina) l'11 giugno 1923, in età di anni 30.
Visse poco, ma lavorò assai per crescere nella virtù, specie nella modestia, nell'umiltà, e nella carità per le fanciulle più umili e bisognose.
CASALI Suor Angiolina da Lugagnano (Piacenza), † a Conegliano (Treviso) il 31 marzo u. s., in età di anni 26.
Le sue consorelle ci dicono: - E passata come l'angelo del sacrificio! - Più dolce e cara le sarà parsa la gioia del paradiso!
CORTESE Suor Caterina da Calamandrana (Alessandria), † a Nizza (Francia) il 14 febbraio 1924, in età di anni 49.
Figlia del Monferrato, passò la vita religiosa in Francia, dov'era chiamata « La nostra martire! » Gli ultimi suoi giorni furono una vera agonia e un perfetto esercizio nell'amor di Dio, espresso col ripetuto sospiro: «Mio Dio, quanto vi fate aspettare! ».
DACOMO Suor Virginia, da Milano, † a Damasco (Siria) il 21 settembre 1923, in età di anni 30.
Insegnante a Damasco, nell'ultimo ritiro spirituale si era proposta di « passare un anno nella più amorosa unione con Dio ». Felice, che fece il santo proposito prima di passare all'eternità!
DA COSTA Suor Erminia da Cuyabà, † a Coxipò da Ponte (Matto Grosso) il 16 ottobre 1923, in età di anni 32.
Appartenente ad una delle più distinte famiglie del Matto Grosso, non appena entrò nell'Istituto, si consacrò al lavoro nella Missione per la quale, con gioia, offerse a Dio anche la giovine vita.
DRAGO Suor Francesca da Alba (Cuneo), † a Roppolo Castello (Novara) il 6 settembre 1923, in età di anni 51.
Colta dal male che non perdona, si era fatto tale un abito di mortificazione, da non far intravvedere qual cosa fosse più o meno di suo gusto. E conservò sino all'ultimo questa volontà e piena lucidità di mente. Contava 30 anni di vita religiosa.
FANESI Suor Vincenza da Pagliare (Ascoli Piceno), † a Livorno (Toscana) l'8 febbraio u. s., in età di anni 37.
Benchè sorpresa da altissime febbri infettive, conservò, quasi sino all'ultimo, la conoscenza perfetta del suo stato e tutto il suo spirito di pietà, edificando i presenti con i continui, dolcissimi colloqui col Signore. Così Egli premiava chi, nel suo ufficio di infermiera, era stata prodiga di carità con le sorelle ammalate.
FRANCA Suor Rita da Queluz (Brasile), † a S. Paolo (Brasile) il 29 ottobre 1923, in età di anni 29.
Costretta a lasciar il noviziato per il sanatorio, dopo brevissimo tempo passò al cielo, assistita dalle consorelle, che avevano riposto in lei le più care speranze.
GAJARDO Suor Sabina da Paral del Maure (Chile) † a Puntarenas (Chile) il 3 dicembre 1923, in età di anni 53.
Si dedicò generosamente alla Missione dei Fueghini, senza mai venir meno al duro, paziente, e pressante lavoro quotidiano, sorretta da carità profonda.
GIUSTINIANI Suor Chiarina da Roma, † a Nizza Monferrato il 3o novembre 1923, in età di anni 74.
Anima superiore per natura e per educazione fu direttrice ed ispettrice per lunghi anni, pia, umile, esemplare. Sempre col sorriso buono sul labbro, sempre piena di attenzioni delicate, disinvolta e gelosamente osservante delle Regole dell'Istituto, visse venerata ed amata dalle consorelle e da quanti la conobbero. La sua vita sarà conosciuta con edificazione dalle giovinette e dal popolo cristiano.
GUALFREDO Suor Angela da Lu Monf. (Alessandria), † a Viedma (Argentina) 31 luglio 1923, in età di anni 63.
Lavorò per 42 anni nelle Missioni della Patagonia, sostenendo i lavori più umili e faticosi, con la virtù dei santi, mortificata, piissima.
HERNANDEZ Suor Laura da Rosario S. Fè (Argentina), † ivi il 24 novembre 1923, in età d'anni 49.
Coronò, con una morte invidiabile, 26 anni di religiosa osservanza, accumulando meriti per l'eternità.
HUGUES Suor Alessandrina da Pragelato (Torino) † a Nizza (Francia) il 19 gennaio 1924, in età di anni 64.
Alla sua anima pia, delicata e generosa, il buon Dio non chiese poco: ma, e in patria e in Francia, Suor Alessandrina seppe dire in 45 anni di vita religiosa, più con le opere che con le parole, al Signore e alle superiore: - Oh, quanto vi amo! - Cessò di vivere quando, da pochi mesi, aveva riassunto la direzione di un Patronato in Francia.
LLUMEL Suor Francisca di Rubi (Spagna), + a Sarrià (Spagna) il 1° novembre 1923, in età d'anni 51.
Di ottimo carattere, godeva la stima e la generosità di molte anime pie, ammirate del suo zelo e della sua carità, e se ne valse per mille opere di beneficenza, non risparmiando mai, per i miseri, nè industrie, nè fatiche.
MACCHI Suor Carolina da Samarate (Milano), a a Tirano (Sondrio) il 19 agosto, in età d'anni 43.
Preposta per 10 anni alla direzione dell'Asilo e di altre opere pie a Tirano Baruffini, ebbe a divisa la carità, unita a tal finezza di modi, che la resero superiore e cara a tutti.
MESSINA Suor Maria da Giarre (Catania), † a Junin de los Andès il 14 agosto 1923, in età d'anni 59.
Di 25 anni di vita missionaria, ne passò 20 ai piedi delle Ande, dove oggi è pianta da molte anime semplici, disseminate tra quelle gole.
MoLACCHINO Suor Luigia da Camagna (Alessandria) † a Nizza Monferrato il 18 settembre 1923, in età d'anni 62.
Mirabile per longanime pazienza e giovialità, sopportò religiosamente per oltre un anno i crudi dolori di un tumore maligno, purificandosi per volar immediatamente allo Sposo Celeste.
NoE' Suor Giuseppina da Castano 1° (Milano), † a Nizza Monferrato il 2 gennaio 1924, in età di anni 49.
Potè, con verità, asserire che ciò che la consolava in punto di morte era di non essersi mai risparmiata a bene dell'Istituto; giacchè ne' suoi 3o anni di vita religiosa non trasse dal carattere ardente che un continuo spirito di sacrifizio.
OSSELLA Suor Sera fina da Casal Monferrato (Alessandria), † a Tortona (Alessandria) il 3 febbraio 1924, in età di anni 65.
Di forte virtù, in patria e missionaria per 27 anni in Colombia e fra i lebbrosi, non cercò altro che Dio e il dovere.
PENDOLA Suor Virginia da S. Pietro Novella di Rapallo, † in Alessandria il 29 luglio 1923, in età d'anni 35.
Suo merito sommo fu la fedeltà con cui corrispose alla vocazione, sia nel superare i più dolorosi contrasti, sia nell'osservare esemplarmente tutti i doveri inerenti alla vita prescelta.
PICCONE Suor Teresa da Rivarolo Ligure (Genova), † a Nunziata di Mascali (Catania) il 26 gennaio 1924, in età di anni 65.
All'udir qualche parola a carico del prossimo, e negli eventi spiacevoli, le erano naturali le espressioni: - Cose che passano, cose che passano... Se questa è la volontà di Dio, così sia!
PRETE Suor Emilia da Agliano (Alessandria), morta ivi il 18 maggio 1923, in età d'anni 2o.
Nascosta nella breve carriera mortale, mostrò tutta la bellezza dell'anima, quando, colta da fiera meningite, serenamente si spense, ripetendo continuamente ardenti giaculatorie.
REVESADO Suor Rosario da Vitigudino (Spagna), mortavi il 6 febbraio u. S., in età di anni 25.
Professa da pochi mesi, portò al Cielo il patrimonio de' suoi desideri di perfezione religiosa.
SANcHEZ Suor Rita da Santiago (Chile), † a Puntarenas (Chile) il 7 ottobre 1923, in età d'anni 49.
Logorò tutte le sue energie nell'evangelizzazione delle fanciulle della Terra del Fuoco, nella Missione della Candelaria, cara universalmente per il suo cuore tanto caritatevole.
SISTO Suor Adelaide da Mirabello (Alessandria), † a Lu Monferrato il 29 ottobre 1923, in età d'anni 42.
Lavoratrice instancabile, di grande abilità e robustezza, peri di congestione cerebrale, quando dava ancor tanto affidamento di sè. Com'è vero che la morte arriva, quando meno si aspettai
ABBADINI Felice, † Gorno (Bergamo). ALLIETTA Maria, † Demonte (Cuneo). BELLO Maria, † S. Giorgio (Venezia). BERTARELLI Cav. Giulio, † Milano. BIESTO Cav. Luigi, † Monesiglio (Cuneo). BOLOGNESI Can. Massimiliano, † Bagnacavallo. BORGOGNA Avv. Francesco, † Torino. CAMPORA Agostino, † Villafranca Piemonte. CANOVA Teresa, † Biella (Novara). CARGUINO Caterina, † Borgaro Torinese. CATTANEO Maria, † S. Colombano al Lambro. CHIESA Giovanni, † Milano. COCCIA D. Mariano, t Isnello (Palermo). CORONA Luigi, † Vignale Monferrato. DELLA CHIESA D'ISACCA C.ssa Clara, † Torino. DE NIcHILo Michele, † Stornara (Foggia). DONADA D. Francesco, † Castel S. Pietro (Svizzera). FABBIANo Angiolina, † Milano. FoPPOLi D. Giuseppe, † Ponte in Valtellina (Son.) FRANCH R. E., † Erie (Stati Uniti-America). GHIGo Ermelinda, † Casalmonferrato. GIORDANO Ing. Pasquale, † Caserta (Vicenza). MASSERI Maria n. TACCHINI, † Melegnano (Milano) MAZZAGARDI Vincenzo, † Fratta Polesine. MILANESE Cav. D. Giuseppe, † Piazzo (Torino). NARDONI Filomena, † Roma. NUTI BRENTANI Angelina, † Tredozio (Firenze). PADDEU D. Antonio, † Orgosolo (Sassari). PATETTA Serafino, † Niella (Belbo). PATRIZIO ODORICO Cesira, † Seguals (Udine). PAVIA Ignazio, † Buttigliera d'Asti. PEROSINO Domenico, † Tigliole d'Asti. PozzoLI Giovanni, † Vignale Monferrato. REGOLI SANDRI Gina, † Casola Valsenio (Ravenna). RIVA Cav. Carlo, † Torino. RIZZOTTO Teresa, † Nova Padova (Brasile). STROZZI Can. Giovanni, † Roma. SUARDI Maria Ved. GUERRA, † Barghe (Brescia). VASCHETTI Giuseppina, † Milano. ZOLIN Antonio, † Breganze. Zoppi Luigia, † Broglio (Svizzera). ZUPPICHINI Pierina, + S. Michele al Tagliamento.