PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
ANNO XLVIII. TORINO, MAGGIO 1924 NUMERO 5.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)
SOMMARIO: « Vogliamo essere cavalieri e buoni cristiani ». - Giornate « pro Vocazioni Missionarie ». - Dalle lettere del Venerabile: Circa la scelta dello stato. - « Atti della S. Sede ». - Dalle lettere dei Missionari: Dal Matto Grosso, dalla Cina e dall'India. - Tutti possono essere missionari! - XXX Anniversario della Missione di Gualaquiza. - Come viaggiano i nostri nell'Assam. - Nella Basilica di Maria Ausiliatrice. - Anime riconoscenti al Ven. D. Bosco. - A gloria del Sacro Cuore! - Cinquantenario delle Missioni Salesiane. - Azione salesiana. - Notizie varie.
Il Santo Padre Pio XI, il 7 aprile, riceveva in udienza il Consiglio Superiore Generale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede.
La presentazione venne fatta dall'Eminentissimo Card. Guglielmo van Rossum, Prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide, e il Santo Padre fu assai lieto nell'udire come quest'anno la somma raccolta sia stata di gran lunga superiore a quella dell'anno scorso, e come ciò dia motivo a sperare che in futuro si possa pian piano raggiungere quella somma che potrà adeguatamente corrispondere alle necessità delle Missioni.
« Tornando ai vostri paesi - disse il S. Padre - direte a tutti che la vostra visita e la vostra Presenza Ci ha consolato, anche per quello che essa dice del bene che si fa per mezzo di voi in tante parti del mondo. Direte a quelli che sovvengono con la loro generosità alle vostre assidue diligenze di amministrazione e di distribuzione di tanta carità, che diamo a loro quella benedizione che Iddio Prometteva benefactoribus, tanto più che qui si tratta di un beneficio così eletto, come quello di cooperare all'evangelizzazione del mondo, alla Propagazione della Fede.
Direte a tutti in ogni luogo che questa è cosa che Ci sta al sommo della mente e in fondo al cuore, al sommo d'ogni pensiero e in fondo a tutti gli affetti e i desideri
Bisogna riandare col pensiero (è una riflessione che spesso ci accade di fare) alla vecchia gloriosa Roma, a quella grandezza che doveva sembrare così superba a coloro che l'avevano edificata. Allora, al più alto culmine della potenza romana, si offriva al mondo una forza formidabile che poteva essere anche un'utile e temibile alleanza, ma poi sudditanza e contribuzione senza limiti, ma poi ancora i barbari che sopravvengono e diventano i padroni di quella città, che era usa a dominare i popoli.
Ora invece, da questa stessa città, per mezzo dei diversi dicasteri, attraverso ai quali si esercita senza posa l'azione salutifera della Santa Sede e del Romano Pontificato, si diffonde dalle grandi arterie fino agli estremi capillari il Sangue salutifero del nostro Redentore divino ».
E dopo essersi nuovamente rallegrato del progresso fatto, da un anno in qua, dalla grande Opera, Sua Santità degnavasi con la generosa offerta di 1oo.ooo lire dimostrarle il suo personale attaccamento e la brama di vederla sostenuta dai Cattolici di ogni nazione.
« Noi - soggiungeva il sapientissimo e generoso Pontefice - vogliamo pur fare qualche cosa per l'Opera che tanto amiamo: le porgiamo, Eminentissimo, questa piccola offerta, contributo personale Nostro alla Propagazione della Fede: sono 1oo.ooo lire: non è tutto quel che vorremmo, ma è qualche cosa, ed è la dimostrazione che anche Noi sentiamo il dovere di fare ciò che domandiamo sia fatto da tutti i fedeli: ed a tale proposito conchiudiamo con la bella parola di un Nostro lontano e grande Predecessore (grande non fosse altro che per la chiusura del Concilio di Trento) di Pio IV, il quale la rivolgeva all'imperatore, che pareva ricusarsi a qualche dovere: « VOGLIAMO ESSERE CAVALIERI E BUONI CRISTIANI ».
Ammirino anche i nostri Cooperatori l'esempio del Papa: ogni commento è superfluo!
Maggio - il mese della Madonna - e Giugno - sacro al Cuore di Gesù - per la maggior frequenza alle chiese e le divote pratiche che vi si compiono, mirabilmente si prestano a richiamare il popolo all'adempimento dei suoi gravi doveri, non meno che la Quaresima. Gli animi stessi dei fedeli - salutarmente ritemprati alla Mensa Eucaristica - son più disposti ad accogliere e praticare un buon invito.
I temi, sui quali converrebbe insistere, sotto troppi: non se ne può determinare una scelta generale per tutti i luoghi. Tuttavia se ne possono riconoscere tre d'importanza universale:
I° L'amore e la divozione al Romano Pontefice; ora sopratutto, che, all'avvicinarsi dell'Anno Santo, gli animi di molti fedeli si preparano a pellegrinare a Roma per l'acquisto del Giubileo;
2° L'obbligo che tutti abbiamo di concorrere efficacemente allo sviluppo delle Missioni Cattoliche;
3° La necessità di promovere nuove vocazioni sacerdotali.
Ad inculcare l'osservanza di questi doveri torna opportunissima la celebrazione della
« Festa del Papa » - di « Giornate Missionarie » - e di Giornate pro Vocazioni sacerdotali ».
Il « BOLLETTINO SALESIANO », com'è santamente orgoglioso di essere stato tra i primi e più efficaci divulgatori della « Festa del Papa » in Italia e all'Estero, - e non cessa di raccomandare la celebrazione di « Giornate Missionarie » - vorrebbe anche efficacemente cooperare a diffondere la celebrazione delle « Giornate pro vocazioni sacerdotali ».
A questo fine rinnova ai cooperatori, specie ai Sacerdoti - Zelatori -- Decurioni - e Direttori Diocesani - il più fervido appello. Ne parlammo fin dall'anno scorso, riferendo la Lettera dell'E.mo Card. Vicario di Sua Santità, con la quale, in ossequio al vivo desiderio del Papa, s'indiceva una giornata di preghiere al santissimo scopo in Roma, col voto che fosse esempio luminoso a tutte le altre diocesi d'Italia; e torniamo a parlarne (Cfr. Boll. Sales. di luglio u. s., pag. 170.). Qual argomento migliore per le stesse conferenze che prescrive il Regolamento della nostra Unione?
Le modalità per la celebrazione di queste « Giornate pro Vocazioni Sacerdotali » possono essere quelle in uso per la « Festa del Papa » e per le « Giornate Missionarie ».
Al mattino tutte le preghiere e le sante Comunioni - dappertutto s'inculchi una Comunione generale - sieno offerte al Cuore dolcissimo di Gesù « dal quale ci venne, come da sorgente, il dono inestimabile del sacerdozio (1) ». A tutte le Messe si rivolga ai fedeli un fervorino sull'importantissimo argomento; e sullo stesso tema, alla Messa solenne o ai Vespri, versi anche il discorso del giorno, e sia pratico e pieno di fede. A tutte le funzioni, poi, tanto in chiesa come alla porta della medesima, si raccolga l'obolo per i grandi e piccoli Seminari ed i Collegi dove si coltivano nuove vocazioni: e, dove si può, si attuino altri mezzi, acconci divulgare lo stesso grande ideale.
È il Santo Padre, che vivamente preoccupato « per il numero esiguo di coloro che aspirano al sacerdozio », « invita i fedeli a rivolgersi al Cuore dolcissimo di Gesù Cristo, del quale ci venite, come da sorgente, il dono inestimabile del sacerdozio...
Dovunque si domandano sacerdoti santi ed istruiti; sacerdoti per le campagne, sacerdoti per il ministero parrocchiale, sacerdoti per tutte le opere buone; ma spetta, in gran parte, ai fedeli di procurarli, sia donando i proprii figli al Signore, sia fornendo i mezzi per la loro educazione, sia moltiplicando le loro preghiere al padrone della messe, che mandi operai alla sua messe (Matteo, IX, 38). Seminate e raccoglierete! (2) ».
Nella scorsa Quaresima, anche molti Vescovi d'Italia e dell'Estero, nelle loro Lettere Pastorali, intrattenevano i fedeli sullo stesso importantissimo argomento.
(1) Dalla citata Lettera dell'E.mo Card. Pompili, Vicario generale di Sua Santitè, del 17 giugno 1923. (2) ivi.
« Iddio non ha lasciato l'uomo abbandonato a sè stesso nella buféra della vita, ma lo vuole accompagnato dalla sua grazia, sostenuto dalla sua virtù, ha voluto perciò il Sacerdozio, quale visibile incarnazione di Lui, che accompagna il mortale pellegrino sulla via sassosa della vita, quale immagine vivente di Lui, che ha definito sè stesso « la Carità »: Deus charitas est! - Voi andrete, ha detto, continuerete la mia opera, porterete la buona novella ai poveri, sanerete i cuori infranti dal dolore e dalla colpa: evangelizare misit me, sanare contritos corde (1). »
Gesù disse agli Apostoli: « Quella Missione che il Padre ha dato a me, io la do a voi. Andate: ammaestrate tutte le genti; battezzatele nel nome del Padre, del Figliuolo, dello Spirito Santo... Io sarò con voi sino alla fine dei secoli (2) ».
« Dalle parole di Gesù è manifesto derivar due cose: la prima che Gesù Cristo, a reggere la sua Chiesa, prepose gli Apostoli con Pietro e i discepoli, l'altra che tutti questi non doveano finir con la morte, ma morendo doveano avere i loro successori, e questi altri ancora sino alla fine del mondo, senza interruzione. Se così non fosse, come sarebbero state vere ed avrebbero potuto avere un pratico effetto le ingiunzioni e le promesse di Cristo? Come quei pochi eletti ed in poco tempo avrebbero potuto percorrere tutta la terra, annunziare il Vangelo a tutto il genere umano, e Gesù Cristo come avrebbe potuto restare con essi quaggiù fino alla consumazione dei secoli, se nel giro di pochi anni eran già tutti morti? Pietro adunque, il primo Papa, ebbe successore Lino e poi gli altri fino al regnante Pio XI; gli Apostoli ebbero successori Mattia salito dal grado inferiore dei Discepoli a quello superiore degli Apostoli, Paolo, Barnaba e poi i Vescovi Tito, Timoteo, Simeone; ai Discepoli successero i Sacerdoti. Così ampliata man mano la Religione di Cristo nel mondo, crebbe anche il numero dei suoi ministri, si costituì la Gerarchia, restando Egli sempre il Principe dei pastori, il Pontefice eterno, il Vescovo delle anime, il Sommo Sacerdote, col Papa, coi Vescovi, coi Sacerdoti: e così sempre sarà fino al termine del mondo, finchè vi saranno uomini da salvare (3).
(1) Lettera Pastorale dell'E.mo Card. Nasalli Rocca, Arcivescovo di Bologna.
(2) Giov., 20: 21. Matteo, 28: 19, 20.
(3) Lettera Pastorale di Mons. Cucchi, Vescovo di Senigallia.
Occorrono dei sacerdoti alla Chiesa perchè essa possa compiere fra le anime la divina missione datale da Cristo.
È con il sacerdote, infatti, che la Chiesa fa di noi eredi di Dio e coeredi di Gesù Cristo; è col sacerdote che essa ci nutre della sua dottrina e ci disseta con le grazie dei Sacramenti; è con la voce del sacerdote che essa ci mostra la via del dovere, ci sostiene nelle difficoltà, ci consola nei dolori; è col sacerdote che benedice le nostre famiglie cristiane e presiede all'educazione dei figli; è col sacerdote che essa va al capezzale dei morenti per sollevarli a speranze immortali, incoraggiarli nel momento finale del transito; è col sacerdote, infine che essa piange e prega per i nostri morti.
Occorrono sacerdoti per la nostra società. Non è solo perchè abbiamo un'anima da salvare che noi abbiamo bisogno del sacerdote, ma anche perchè la sua presenza corrisponde ad una necessità sociale di prim'ordine ed è la sola garanzia possibile contro il ritorno offensivo dei più tristi errori e della loro irriducibile opposizione ai benefizi della civiltà cristiana.
Il sacerdote porta con sè l'idea dell'oltre tomba, il sentimento del dovere e l'amore di Dio, il pensiero delle sanzioni future ed eterne; egli è il grande educatore delle anime; è il richiamo vivente alla coscienza, il contrappeso del culto instintivo, dell'interesse personale e della gioia terrena. Ecco perchè Nostro Signore diceva agli Apostoli: - Voi siete il sale della terra e la luce del mondo!
Giuseppe de Maistre non ha fatto che commentare la parola divina, quando scrisse: « Il sacerdozio deve essere la preoccupazione suprema di ogni società che vuol rinascere ». E lo stesso Guizot scrisse: « Se la Chiesa non fosse esistita, il mondo sarebbe stato tutto in balia della pura forza materiale ». Ed il Curato d'Ars esclamava: « Lasciate una parrocchia per vent'anni senza sacerdote, e là si adoreranno le bestie (1). »
Dove manca il sacerdote...
« Dove non è il sacerdozio o dove il sacerdozio è ridotto al silenzio o all'inerzia, là infuria la passione bruta, l'egoismo più rivoltante, la scostumatezza più laida.
Quante volte nella nostra vita pastorale, visitando parrocchie che erano senza sacerdote, ci sentimmo ripetere dalle ingenue e pur sapienti labbra di povere donne, di contadini robusti, di giovani artieri ancora: Mandateci un prete, perchè altrimenti diventiamo, noi e i figlioletti nostri, tante bestiole (2) ».
Si torna al paganesimo
« Le famiglie senza figli, e la scuola senza religione non Possono darci vocazioni. Non si vogliono più figli e quelli che ci sono vengono allevati male: come è possibile aver dei preti?
Ed ecco che invece di disputare il terreno al nemico noi siamo costretti, per forza di cose, ad abbandonare anche le nostre posizioni. Così per mancanza di sacerdoti, noi siamo costretti a lasciar scoperte numerose parrocchie man mano che la morte fa i suoi vuoti nelle file del clero.
Occorre una fede robusta e temprata per superare questa crisi, ma intanto molti cristiani fatalmente si perdono nel forzato abbandono a se stessi. Quando in un villaggio la parrocchiale è chiusa, quando nella chiesa il tabernacolo è vuoto, quando le campane non suonano più regolarmente la S. Messa, a poco a poco la domenica prende l'aspetto degli altri giorni: in principio si soffre, poi ci si abitua. Qualche cosa si spegne in fondo all'anima, e tutte queste buone volontà che avevano bisogno di essere sostenute scivolano insensibilmente verso l'indifferenza ed il paganesimo.
Purtroppo, fra dieci o quindici anni, noi ci troveremo a questo punto.
Ed in questo stato di cose c'è da meravigliarsi che il paese tutto si perverta fatalmente?... È tutta una, generazione che va alla deriva ed al paganesimo (1) ».
(1) Lettera Pastorale di Mons. Champavier, Vescovo di Marsiglia.
(2) Lettera Pastorale dell'E.mo Card. Arcivescovo di Bologna.
(1) Lettera Pastorale di Mons. Landrieux, Vescovo di Digione.
« - Dateci i vostri figli, o genitori cristiani: è a Dio che voi li regalate. Il giovane che va al servizio di Dio entra nella più nobile delle case. Questi fanciulli ci vengano da tutti i ceti sociali; dal popolo, dalle classi medie e dalle classi superiori, che conservano fede alle loro tradizioni cristiane.
Tale dovere in altri tempi era compreso altamente dalle famiglie cristiane... Ora siamo ben lontani dagli anni in cui i genitori offrivano spontaneamente i loro figli alla Chiesa, stimando che non c'è quaggiù dignità paragonabile a quella del sacerdozio cattolico, onore più grande di questo! Per vari motivi queste belle tradizioni sono scomparse o per lo meno indebolite.
La fede è diminuita ed altre preoccupazioni tormentano gli spiriti.
Si cerca una professione che dia innanzi tutto del lucro.
Conosciamo delle persone che reclamano un pastore per la loro parrocchia e che si sono mostrate desolate al pensiero che un loro figlio si potesse far prete!
Vi sono delle parrocchie che chiedono al loro Vescovo un parroco e che, da cent'anni, non hanno mai dato un sacerdote alla Chiesa!
Un giorno, un padre ci scrive lamentandosi che il figlio è in Seminario e non può guadagnare nulla per la casa: e reclama dal Vescovo il compenso di un'indennità annuale per il figlio! (1) ».
Quali le cause?
« Le cause si riassumono tutte nella diminuzione del sentimento religioso che ha portato ad
uno sfacciato indifferentismo, cosicchè tutto ciò che riguarda gli interessi spirituali della Chiesa e delle anime viene posposto a qualunque altro pensiero di utilità materiali o addirittura trascurato. Questa svalutazione, purtroppo, è penetrata anche nelle classi popolari ed ha spostato completamente l'indirizzo dei pensieri e delle aspirazioni. Oggi si cerca prima di tutto, o solamente, il proprio interesse, il proprio miglioramento materiale. Quindi in seno alla famiglia manca al fanciullo quell'atmosfera veramente cristiana, atta a far germinare le vocazioni.
Le tristi condizioni economiche del clero aggravano la situazione. A tutto questo, poi, si deve aggiungere la minore venerazione, in cui ora è tenuta generalmente la missione sacerdotale. Da ultimo viene l'impossibilità da parte dei Seminari ad aprire generosamente le loro porte a molti che non possono sostenere la spesa di educazione, dato che questi vengono in maggioranza dalle classi povere (1) ».
(1) Lettera Pastorale di Mons. Gieure, Vescovo di Bayonne.
(1) Lettera Pastorale di Mons. Fronzi, Arcivescovo di Camerino.
Ne additiamo due:
1° La preghiera al Signore perchè mandi operai...: Rogate ergo Dominum messis, ut mittat operarios in messen suam (Luca, 10, 2).
2° Diffondere in mezzo al popolo il giusto concetto del sacerdozio cattolico, facendogliene apprezzare la grandezza e la bellezza divina, e l'utilità e l'importanza sociale.
Ora questi - precisamente questi - son i frutti che si debbono raccogliere con le « Giornate pro Vocazioni Sacerdotali ».
Benedica Iddio quanti raccoglieranno quest'invito, che lanciamo, con fede, dall'altare di Maria SS. Ausiliatrice.
Purtroppo c'è qualcuno che si abusa del nome di Don Bosco e dei Salesiani, anche con lettere circolari e stampati, per raccogliere offerte a vantaggio d'iniziative personali, che non hanno alcuna attinenza con la Direzione Generale delle Opere e Missioni Salesiane.
Rammentino i benevoli Cooperatori che ogni offerta per le Opere e Missioni Salesiane va esclusivamente indirizzata al Successore del Ven. Don Bosco, signor DON FILIPPO RINALDI, VIA CoTTOLENGO N. 32, TORINO; il quale non ha mai dato e non dà mai ad alcuno l'incarico di collettare a suo nome.
Una lettera di Don Bosco, che tornerà carissima ai giovani e a quanti amorevolmente cooperano, con educarli cristianamente, allo felicità loro, temporale ed eterna.
Venne indirizzata dal Venerabile agli alunni di quarta e quinta ginnasiale del Collegio S. Carlo di Borgo S. Martino nel giugno del 1879. Breve, semplice, scultoria, è un eco delle care conferenze che teneva agli alunni delle stesse classi dell'Oratorio, per aiutarli, amorevolmente e santamente, nella scelta dello stato.
Eccone la sostanza.
Gli uomini sono divisi in due stati: secolare o ecclesiastico; ma hanno uno stesso dovere: secolari od ecclesiastici, tutti quanti, in questo mondo, devono camminare per la via del cielo.
Chi sceglie lo stato secolare, deve riflettere se nella professione o nell'impiego, che vuole abbracciare, potrà compiere i doveri del buon cristiano: e far la scelta di buon accordo con i genitori.
Chi abbraccia lo stato ecclesiastico, deve far molto di più; cioè:
I) Conoscere ed attenersi alle norme stabilite dal Divin Salvatore.
II) Avere il consiglio favorevole del suo direttore di spirito. .
III) Ascoltare la voce della coscienza, calpestando ogni umano riguardo.
Chi entra nello stato ecclesiastico in questo modo, può tener assicurata la salvezza dell'anima propria e di altre anime.
Ma nello stato ecclesiastico vi sono diverse vie, che tendono tutte a Dio. Le principali sono queste: Prete nel secolo, - prete in religione, - prete nelle Missioni Estere. Quindi, chi deve scegliere prenda consiglio da persona pia, dotta e prudente, ed entri per la via più adatta alle proprie forze fisiche e morali.
Chi s'incammina per queste tre vie, incontrerà molte difficoltà, che provengono unicamente dal mondo, il quale vorrebbe tutta la gioventù al suo servizio, mentre Iddio, con pieno diritto, la vorrebbe tutta per sè.
E qui brillava la prudenza e la santità del nostro Venerabile Fondatore, che soleva sciogliere ogni difficoltà ai suoi figli spirituali, con pratiche conferenze, in privati colloqui, e, spesso, con illustrazioni che riceveva dall'alto.
Egli è morto, ma nel preziosissimo documento che riferiamo, abbiamo i santi consigli che soleva dare a tutti:
1° Frequente Comunione.
2° Ricorso a Maria SS., che è anche la Madre del Buon Consiglio.
Così facendo negli anni in cui deve conoscer la via per la quale il Signore lo vuole al cielo, ogni giovane può esser sicuro di vivere giorni sereni e di non errare nella scelta.
Ecco la lettera:
Ai miei amati figli di 4a e 5a Ginnasiale di Borgo S. Martino".
Prima d'ora avrei desiderato di rispondere ad alcune letterine scrittemi dal caro vostro professore e da parecchi di voi. Non potendo ciò lare a ciascuno in particolare, scrivo una lettera per tutti, riserbandomi di parlare a ciascuno privatamente, nella prossima festa di S. Luigi.
Ritenete adunque, che in questo mondo gli uomini devono camminare per la via del cielo in uno dei due stati: ecclesiastico o secolare.
Per lo stato secolare ciascuno deve scegliere quegli studi, quegli impieghi, quelle professioni che gli permettano l'adempimento dei doveri del buon cristiano, e che sono di gradimento ai propri genitori.
Per lo stato ecclesiastico poi si devono seguire le norme stabilite dal nostro Divin Salvatore: rinunziare alle agiatezze, alla gloria del mondo, ai godimenti della terra per darsi al servizio di Dio, e così vie meglio assicurarsi i gaudi dei cielo, che non avranno più fine. Nel fare questa scelta ciascuno ascolti il parere del proprio confessore, e poi, senza badare nè a superiori, nè ad inferiori, nè a parenti, nè ad amici, risolva quelli. che gli facilita la strada della salvezza e lo consoli al punto di morte.
Quel giovinetto che entra nello stato ecclesiastico con questa intenzione, egli ha morale certezza di fare gran bene all'anima propria e all'anima del prossimo.
Nello stato ecclesiastico inoltre vi sono molte diramazioni, che devono tutte partire da un punto e tendere al medesimo centro, che è Dio. Prete nel secolo, prete in Religione, prete nelle Missioni Estere, sono i tre campi in cui gli Evangelici Operai son chiamati a lavorare e a promovere la gloria di Dio. Ognuno può scegliere quello che gli sta più a cuore, più adattato alle sue forze fisiche e morali, prendendo consiglio da persona pia, dotta e prudente.
A questo punto io dovrei sciogliere molte di coltri, che si riferiscono al mondo, che vorrebbe tutta la gioventù al suo servizio, mentre Dio la vorrebbe tutta per sè. Tuttavia procurerò verbalmente di rispondere o meglio spiegare le difficoltà che a ciascuno possono occorrere nel prendere qualcuna di queste importanti deliberazioni.
La base, poi, della vita felice per un giovinetto è la frequente Comunione, e leggere ogni sabato la preghiera a Maria SS. sulla scelta dello stato, come sta descritta nel Giovane Provveduto.
La grazia di N. S. Gesù Cristo sia sempre con tutti voi, e vi conceda il prezioso dono della perseveranza nel bene.
Io vi raccomando ogni giorno al Signore, e voi pregate anche per me, che vi sarò sempre in Gesù Cristo,
Torino, 17 giugno 1879,
Affezionatissimo Amico Sac. GIOVANNI Bosco.
Al rev.do Clero
"Atti della Santa Sede".
Il "Bollettino Salesiano" dà le notizie più Importanti contenute in ACTA APOSTOLICAE SEDIS ", per annuire a insistenti inviti di egregi sacerdoti e quasi eco perenne dell'amore tenerissimo che il Ven. Don Bosco nutrì per la Sede Apostolica (Cfr. Boll. di marzo e aprile. ).
I) Nel CONCISTORO SEGRETO, tenuto nell'Apostolico Palazzo Vaticano il 24 marzo u. s., Sua Santità Papa Pio XI pronunziò una paterna allocuzione, toccando dei recenti motivi di gioie e di dolori, provati dal suo cuore di Pastore Universale, disse delle liete speranze che gli riserva. l'Anno Santo con i grandi pellegrinaggi a Roma. e l'Esposizione Missionaria Vaticana: - creò Cardinali di Santa Romana Chiesa gli Eminentissimi Giorgio Guglielmo Mundelein, Arcivescovo di Chicago, e Patrizio Giuseppe Hayes, Arcivescovo di New York, - e, tanto in detto giorno, come il 27 marzo, in cui tenne CONCISTORO PUBBLICO, preconizzò vari Arcivescovi e Vescovi.
II) Nella LETTERA APOSTOLICA « Unigenitus Dei Filius » del 19 marzo u. s.; - indirizzata ai Superiori degli Ordini e degli Istituti Religiosi - il Santo Padre Pio XI, dopo aver premesso la raccomandazione di tener fisso lo sguardo al proprio Fondatore per godere con sicurezza dei frutti speciali della propria vocazione, e gli ammonimenti di non far mai del nazionalismo nelle Missioni Estere e di non trascurare l'istruzione religiosa nell'educazione della gioventù, scende ad illustrare il dovere e il modo di assicurare l'istruzione conveniente - letteraria, filosofica e teolocica - a tutti i religiosi avviati al sacerdozio, essendo essa indispensabile tanto ai religiosi di vita contemplativa per raggiungere una più intinta unione con Dio, quanto a quelli di vita attiva per raccogliere copiosi frutti nell'esercizio del sacro ministero, massime nei tempi presenti, rilevando con S. Girolamo, come « Sancta rusticitas solum sibi prodest ». Ed affinchè gli studi, tanto raccomandati, raggiungano appieno il loro scopo, il Santo Padre ricorda di studiare con spirito di fede e con retta intenzione, poichè la scienza, disgiunta dalla fede, è più di danno che di vantaggio.
In fine raccomanda di assistere diligentemente istruire nella religione anche i fratelli laici.
III) Con LETTERE APosTOLICHE sono state erette le nuove Prefetture Apostoliche di Kong-Moon, Cina, con territorio distaccato dal Vicariato Apostolico di Canton, e di Thsuapa, nel Congo Belga, con territorio dismembrato dal Vicariato Ap. di Nuova Anversa. Fu pur ampliato il territorio del Vicariato Ap. di Leopoldville. E vennero elevati al grado di Basilica Minore il tempio di S. Vincenzo de' Paoli a Madrid e il Santuario della B. V. Consolatrice a Verdelais, nella diocesi di Bordeaux.
IV) Meritano specialissima menzione i favori spirituali concessi dal Santo Padre Pio XI, con LETTERE APOSTOLICHE del 7 marzo, per la celebrazione dei CONGRESSI EUCARISTICI Internazionali, Nazionali, Regionali, e Diocesani. Ricordiamo l'Indulgenza plenaria a quanti, confessati e comunicati, visiteranno il SS. Sacramento in qualunque chiesa del luogo ove si celebra il Congresso: parteciperanno alla Processione Eucaristica: riceveranno, in fine, da Benedizione papale; - l'indulgenza di 7 anni e 7 quarantene a quelli che visiteranno il SS. Sacra--,:cento solennemente esposto, o interverranno a qualunque funzione religiosa, o seduta plenaria o parziale; --- l'indulgenza di 1oo giorni, ogni volta, a coloro che compiranno qualsiasi atto di religione con spirito di compunzione; - l'indulto, in un giorno da stabilirsi dalla presidenza del Congresso, cantare o pontificare la Messa del SS. Sacramento, con facoltà al Vescovo celebrante, o ad altro dei Vescovi presenti al Congresso, d'impartir in fine la benedizione Papale con Indulgenza plenaria; e per i sacerdoti congressisti il permesso di celebrare la Messa votiva del SS. Sacramento; - l'indulto, ove si faccia la notte d'adorazione, di cominciare la celebrazione di una Messa alla mezzanotte e di distribuire in essa la Santa Comunione; e di celebrare altre Messe, appena finita la prima, o all'una dopo la mezzanotte; - la dispensa dal coro e la quasi presenza per ogni effetto, durante il Congresso e i giorni di viaggio, a tutti i Canonici e Beneficiati che, con licenza dell'Ordinario, intervengano a dette adunanze; ed eguale dispensa per i giorni e le ore necessarie a quelli che attendono ai preparativi delle medesime; - la facoltà ai Vescovi di permettere ai sacerdoti, che restano nei paesi in cura d'anime, di binare anche nei giorni feriali; - la dispensa a tutti i Congressisti dalla legge dell'astinenza e del digiuno, durante il Congresso e nel viaggio; - e finalmente, a tutti i fedeli del Mondo Cattolico, o della Nazione, o della Regione, o della Diocesi (secondochè il Congresso è Internazionale, Nazionale, Regionale, o Diocesane) di poter lucrare durante il Congresso l'Indulgenza plenaria, alle solite condizioni, visitando devotamente qualunque pubblica chiesa od oratorio, e l'indulgenza di 300 giorni, toties quoties, a tutti quelli, come sopra, che con preghiere od elemosine contribuiranno al buon esito delle solenni onoranze eucaristiche (7 marzo 1924)
V) E stato scomunicato e sospeso a divinis il sac. Ernesto Bonaiuti, e sono stati condannati e messi all'Indice tutti i suoi libri e scritti (Decreto del S. Ufficio, 28 marzo 1924).
VI) I revv. A. Brassac e G. Ducher si son sottomessi al Decreto del S. Ufficio in data 12 dicembre u. s., col quale veniva proibito il Manuel biblique ou Cours d'Ecriture Sainte à l'usage des Séminaires.
VII) La S. CONGREGAZIONE DEI RELIGIOSI ha dichiarato che la disposizione del can. 643 § 2 del Codice di C. D. dev'essere osservata anche quando la dote portata dalle Suore in religione è nulla, o minima, e però insufficiente (2 marzo 1924).
VIII) La S. CONGREGAZIONE DEI RITI - d'ordine del S. Padre - ha pubblicato il Decreto dell'Introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio PAOLO GINHAC, sacerdote della Compagnia di Gesù. Nato a Serverette, diocesi di Mende, in Francia, il 31 maggio 1824, e dal Signore chiamato a vita perfetta in modo meraviglioso, corrispose anche in modo mirabile al celeste invito, e mori santamente a Castres, carico di meriti, il 10 gennaio 1895.
IX) La S. CONGREGAZIONE DEI RITI ha dichiarato che le bandiere non appartenenti a società manifestamente contrarie alla Religione e di cui gli statuti non sieno condannati, e che non abbiano emblemi per sè proibiti, possono esser ammesse nelle chiese, e, qualora se ne chieda graziosamente la benedizione, possono anche esser benedette con la formula del Rituale Romano (15 dicembre 1923).
(Cfr. n.° 4, anno XVI, vol. XVI, I aprile 1924).
Se sapeste quante anime Maria Ausiliatrice vuol guadagnare al Cielo per mezzo dei Salesiani! Ven. GIOVANNI Bosco.
Dalle lettere dei nostri.
Traduciamo letteralmente da una lettera di alcuni alunni dell'Orfanotrofio di Shillong, recante la data 19-II-924, queste semplici dichiarazioni di profonda riconoscenza:
« Amato Padre!... quanto siamo contenti che il Signore ci abbia mandato i Salesiani, preti e laici, per fare intelligenti noi e tutti gli abitanti dell'Assam! Essi, in vero, pensano ad educare il nostro corpo, e sopratutto a tenere le anime nostre lontane dal peccato.
» Noi ringraziamo Dio e Don Bosco che hanno formato la Società Salesiana a salvezza dei popoli di tutto il mondo! E supplichiamo te, o buon Padre, di mandare qui, nell'Assam, ancor molti missionari; e salutandoti ti promettiamo di pregare per te, affinchè Dio benedica te, i tuoi lavori e la tua missione. - Addio, addio dai tuoi figli dell'Orfanotrofio S. Antonio di Shillong. - AMBROSIUS, ecc. ».
Terribili vicini !
Dal Sangradouro, una delle Colonie della Missione Salesiana tra i Bororos, in data 24 febbraio u. s. il missionario don Cesare Albisetti ci dà questi tristi particolari:
Quando ebbe inizio la nostra Missione, i poveri Bororos stavan fra due fuochi, i civilizzati li massacravano al sud sulle rive del Garças e i Cajamos a nord sul Rio das Mortes. In sì triste situazione la Divina Provvidenza mandò loro il Missionario Salesiano che fu la loro salvezza e li incamminò per la via della civiltà e della fede.
Ma i Caiamos non lasciarono i terribili e sanguinosi loro assalti, facendo passare, più volte, ai Bororos ed alla Missione dei terribili quarti d'ora; e continuano ad esser un grave incubo per tutti.
Son già vari i Bororos, ai quali, con nodosi e pesanti bastoni, fracassarono orrendamente il cranio dopo il nostro arrivo.
Ogni anno abbiamo una loro visita poco gradita.
In uno di questi assalti, presero di mira una nostra residenza campestre, abitata solamente nei tempi dei forti lavori agricoli. Entrarono nella piccola cappella, e, visto un gran quadro del Sacro Cuore, gli diedero una forte bastonata sulla fronte proprio come se fosse stato un Bororo. Davvero che non sapevano quel che si facessero! Il quadro fu ben restaurato, ed ora è oggetto di particolar divozione.
Un mese fa, dopo alcuni giorni di prudente esplorazione, come si potè verificare seguendo le loro tracce, fecero una nuova visita alle piantagioni della Colonia S. Cuore, rubando grano turco, canna e zucche, e si ritirarono con una fuga così precipitata da non fermarsi se non dopo una ventina di chilometri, solo per prender fiato e riordinare la refurtiva, e ripresero subito la fuga per mettersi al sicuro sulle opposte sponde del Rio das Mortes.
Il Sacro Cuore di Gesù faccia sì che anche quei poveretti possano veder la luce del Vangelo e curvar le ginocchia ai piedi della Croce!
Nuove opere in Cina.
Riceviamo da Shiu Chow (Cina):
ha festa di S. Francesco di Sales ebbe una solennità particolare, perchè segnò un avvenimento di prim'ordine per la nostra missione: l'apertura della casa di formazione per nuovi salesiani.
Dopo l'intimo fervore della comunione generale e delle funzioni religiose, la giornata, trascorsa in santa allegria, ebbe il suo epilogo carissimo alla sera, con un trattenimento in onore dei nostri futuri confratèlli. Tra gli evviva degli alunni, a norie di essi, parlò, con accento commosso, sulla sua vocazione salesiana l'aspirante A Piu, stampatore.
Altro motivo di conforto ci fu procurato dall'apertura delle scuole professionali Don Bosco. Fin dal principio di febbraio i nostri sì misero alacremente al lavoro per i preparativi immediati e l'allestimento definitivo dei locali: e nella festa di S. Giuseppe la nuova opera, che segna un altro gran passo nello sviluppo del nostro programma, potè essere solennemente inaugurata.
Il Vicario Apostolico Mons. Versiglia ha compiuto la visita pastorale in parecchie località, non senza avventure e pericoli, perchè svoltasi in paesi infestati dai pirati, e accompagnata da pioggia insistente o... da cadute da cavallo.
In alcuni centri tutte le notabilità, compresi i pagani, andarono incontro a Monsignore con bandiere, musiche e segni di gioia. E i cristiani approfittarono tutti della visita per accostarsi ai SS. Sacramenti, e dar anche una prova della costanza con cui studiano la dottrina. Vi fu una vecchietta che davanti a Monsignore recitò spigliatamente tutto il catechismo, da principio alla fine!
Tutti possono essere Missionari !
(Lettera del Sac. Giorgio Tomatis, Missionario Salesiano).
Mylapore (Madras), 7 febbraio 1924.
Rev.mo Sig. Don Rinaldi,
La settimana scorsa ho dovuto recarmi a Tanjore, ed ho passato alcuni giorni con quei carissimi confratelli che trovai occupatissimi, e in ottima salute.
Hanno sempre molto da fare, ma di quei giorni stavano preparando il materiale per un'esposizione scolastica, che dovrà aver luogo tra alcune settimane: ed era bello vedere l'interesse col quale anche ogni alunno attendeva al lavoro affidatogli. Tutti lavoravano in quaderni in bella copia e schizzi geografici e disegni i più svariati; e vi attendevano alacremente anche durante le ricreazioni. Abituati a riportare i primi premii alle gare sportive, vogliono primeggiare anche nei lavori scolastici!
Come si preparano le prime Comunioni a Tanjore.
Anche nella parrocchia vi era molto movimento: ragazzi in casa, fuori di casa, nei corridoi, dappertutto. Si trattava di prepararne più di 15o, fra ragazzi e ragazze, alla 1a Comunione, elle doveva aver luogo la domenica dopo, insieme con la festa di San Francesco di Sales. E il caro Don Mora preparava del Perosi!
La funzione della 1a Comunione a Tanjore si celebra solennemente due volte all'anno, ed è sempre numerosa.
Per esservi ammessi i ragazzi devono avere studiato il Catechismo nelle scuole, o in chiesa, o nei villaggi, sotto la direzione del catechista. Quelli che abitano nei villaggi, in quell'occasione si recano a passare quindici giorni accanto alla parrocchia per un'istruzione più accurata sotto la direzione immediata del parroco. Le ragazze sono affidate alle Suore e dormono presso di loro: e i ragazzi dormivano in una chiesa, ove si dice la Messa solo la domenica, assistiti dai loro catechisti. In detti giorni vivono a spese dei nostri.
Al mattino assistono tutti alla S. Messa, durante la quale recitano le ,preghiere e il S. Rosario e alle 9 cominciano i catechismi, divisi in vari gruppi, sotto la direzione dei catechisti, mentre il Missionario va da una classe all'altra per assicurarsi che studino ed imparino, e dà a tutti le spiegazioni necessarie in pubblico ed in privato. Dalle 9 alle 12 ripetono ad. alta voce le risposte del catechismo e continuano dalle due alle quattro senza stancarsi. E da ammirare la diligenza con cui prendon parte a tali riunioni.
Negli ultimi tre giorni, oltre il catechismo nelle scuole, hanno anche istruzioni comuni in chiesa. Al mattino parlava il nostro confratello Don Maria Arulsamv ed alla sera Don Paolo Mariaselvam, i quali, essendo anch'essi indiani, sanno adoperare un linguaggio che è capito da tutti.
« Vorremmo avere la chiesa! ».
Durante il mio breve soggiorno in Tanjore fui testimonio di un'altra scena interessante.
Una sera giunse da un villaggio lontano, una commissione di uomini cattolici per presentare una supplica al parroco e direttore D. Mederlet, presenti tutti gli altri sacerdoti. Furono ricevuti, com'è costume, in forma solenne. Il capo si avanzò coli un grande involto, nel quale aveva quattro grosse ghirlande di petali di rose fresche, legati da una rete di fili che si sarebbero detti d'argento, e ne inghirlandò i quattro sacerdoti presenti, dopo di aver fatto a ciascuno un profondissimo inchino tra i calorosi applausi dei presenti.
Quindi presentarono la supplica, la quale era scritta parte in prosa e parte in poesia. La poesia, che accennava anche i quattro sacerdoti presenti e ne ripeteva i nomi, venne cantata con una cantilena speciale, mesta, insinuante.
Scopo della supplica era di ottenere la costruzione di una cappella nel loro villaggio, dove, in seguito, un sacerdote si recherà più frequentemente a celebrare.
Dico il vero che la loro fede mi commosse. Dissero che al loro paese sono abbastanza numerosi i cristiani; ma, non avendo cappella, vedono troppo di rado il Missionario, il quale è costretto a celebrare la S. Messa in una capanna improvvisata, indecente per Nostro Signore. Soggiunsero che allorchè avranno la cappella, essi provvederanno una piccola campana, e la suoneranno ogni giorno per l'Angelus ed ogni domenica ed ogni festa, per radunare i cristiani a pregare insieme ed udire un po' di catechismo e qualche buona lettura fatta dal catechista: e ciò ravviverà la Fede fra di loro e a poco a poco attirerà al Cristianesirno anche molti pagani, che, recandosi curiosamente alle loro riunioni, non potranno a meno di farsi cristiani.
Don Mederlet li richiese se avrebbero potuto fare qualche cosa per la chiesa desiderata, ed essi, consultatisi a vicenda, risposero:
- Siamo poveri, ma concorreremo tutti volentieri e c'impegnano di provvedere i mattoni!
Come non accogliere le loro suppliche e non ammirare tanta fede? Promettemmo di far tutto il possibile per soddisfarli, e anch'io promisi un'offerta, aspettando che la Provvidenza me la mandi.
Un appello ai cuori generosi!
Amato Padre, chi sa quanti buoni Cooperatori se conoscessero questo bisogno nei suoi particolari, vorrebbero riservarsi l'onore e la consolazione e il merito di suscitare il nuovo luogo di preghiera!
L'erigere una chiesetta, ov'è già un bel numero di cristiani, è un validissimo mezzo di evangelizzazione; è un faro che splenderà tutt'attorno, è il richiamo alla preghiera in comune: è assicurare l'unione dei neofiti nel fare il bene e nel sostenersi mutualmente nella fede.
In questi paesi, ove il demonio, adorato da tanti milioni di pagani e sotto le forme le più strane e ridicole, opera talvolta cose straordinarie ed incomprensibili, tanto da condurre in errore anche gli eletti, è indispensabile l'erigere una cappella nei luoghi dove son cristiani, dove il Missionario possa radunarli nelle sue visite.
La visita del Missionario è una festa. Anche da lontano accorrono tutti alla Santa Messa, e molti, o quasi tutti, si accostano alla Santa Comunione.
La S. Comunione è il gran mezzo di conversione, che opera nei convertiti come il lievito nella farina: li nobilita, li distacca dalle pratiche pagane, li solleva a sentimenti soprannaturali, completamente ignorati prima della conversione; e questo distacco dalle pratiche idolatre e quest'attaccamento a Gesù diviene sempre più forte nelle nuove generazioni.
Ma prima di tutto ci vogliono... dei Missionari! Gli angeli custodi di tanti pagani devono guardare con compiacenza la bella fioritura di nuove opere missionarie che allieta l'Italia ed altre regioni d'Europa!... Ed anche i nuovi Missionari Salesiani troveranno un campo vastissimo nelle varie Missioni che ci sono affidate; e nel lavoro apostolico, pur nella privazione di tante cose necessarie, gusteranno consolazioni che compensano largamente ogni sacrifizio. E cosa divina lavorar pel bene delle anime, e le cose divine son sempre dolci.
Tutti possono essere Missionari!...
Ma ci vuole per tutto la benedizione di Dio. Ho ormai vent'anni di esperienza di vita missionaria, qui in India, e mi son persuaso che non è chi pianta, nè chi inaffia l'autore dei frutti, sed qui incrementum dat, Deus! Conosco un Missionario che, in un viaggio in Europa, ottenne che un'intera Comunità religiosa claustrale mettesse a sua disposizione tutto il bene che in essa si compie, e da quel tempo egli opera dei miracoli: compie conversioni numerosissime, ha aperto scuole e seminari, e trova sempre i mezzi necessari a tanto lavoro. Egli attribuisce tutto alle preghiere di quella santa comunità, la quale, in questo modo compie un vero apostolato.
Si può dunque, anche non vivendo in paesi di Missione e senza essere veri Missionari, essere Missionari dappertutto..., perchè tutti possono cooperare alla conversione dei pagani, aiutando i Missionari coi mezzi materiali indispensabili e con la preghiera.
Non potrebbero anche le nostre Missioni avere, tanta fortuna?
Mi benedica, rev.mo Padre, benedica tutti Missionari di Tanjore e di Meliapor, e mi creda
Suo aff.mo in C. J. Sac. TOMATIS Giorgio Missionario Salesiano.
N. D. R. - Le parole del nostro caro Confratello, riboccanti di fede, andranno certamente al cuore di molti lettori. Non si potrebbe, dunque, nei singoli Istituti, Oratori, Circoli giovanili, ecc., come si fa già per raccogliere sussidi materiali, unirsi tutti nella medesima intenzione di preghiere e indirizzarle al « Padrone della messe » per una Missione in particolare, ad implorarle costantemente l'abbondanza delle benedizioni divine?
Torneremo, di proposito, su questa proposta.
XXX° anniversario della Missione dl Gualaquiza.
(Lettera del Missionario Salesiano don Carlo Crespi al Sig. Don Rinaldi).
Cuenca, 1 marzo 1924.
Amatissimo Padre,
Col 1° marzo 1924 si compiono 3o anni dacchè i Missionari salesiani, invitati dal Governo Equatoriano per incarico della S. Sede, assumevano l'evangelizzazione della razza Kivara in Gualaquiza.
Le difficilissime condizioni politiche, la morte Ai molti missionari, la mancanza di mezzi finanziari e sopratutto il carattere eccezionalmente selvaggio dei Kivaros, hanno isterilita la già difficile opera missionaria sopratutto durante la guerra. Ora però che il Vicario Apostolico, Monsignor Comin, ha potuto ottenere nuovi operai, ora che zelanti comitati missionari d'Italia, Spagna, Stati Uniti, Messico, Cuba, Ecuador, hanno voluto con raro sentimento altruistico ascoltare il commovente appello del Pastore dei Kivaros, ed insieme col preziosissimo obolo della preghiera donargli anche oggetti, tessuti, paramenti per le poverissime chiese e denari per il consolidamento Nelle opere esistenti ed allestimento delle nuove, un santo alito di vita è penetrato e la Missione va riorganizzandosi verso nuove conquiste.
Amatissimo Padre, permetta che dica nuove conquiste, perchè se la Missione dei Kivaros non può presentare, come le altre, intere tribù convertite alla Fede ed alla Civiltà, questo però può affermare, di aver compiuto rnirabilmente l'opera di preparazione.
Mercè difficilissime esplorazioni si son potute stabilire le sedi di Gualaquiza, Indanza, Mendez, sedi che permettono di avvicinare in tutta la loro estensione i selvaggi, arrivando ai confini delle Missioni Francescane e Domenicane.
Tra i coloni di Rosario.
Nel dicembre scorso ebbi la fortuna di accompagnare Mons. Comin in visita a Gualaquiza. Non sto a narrarle le difficoltà del viaggio. Chi si abbandona ai pericolosi cammini deve essere disposto a tutto, a ricevere dei colpi poco graditi da rami sporgenti nel sentiero che s'infossa e s'incassa nella roccia, delle bastonate nella schiena da non voluti archi trionfali, cioè dai tronchi d'albero caduti ed ingombranti il cammino, e molte volte anche a cadute poco gradite nel fango colla povera bestia impossibilitata a rialzarsi.
Prima di arrivare alla zona dei selvaggi, passato il freddo Paramos delle Cordigliere, il missionario passa attraverso piccole possesioni di coloni, il cui nucleo più importante è posto nelle ridenti posizioni di Aguacate e Rosario.
A quest'ultima posizione arrivammo verso sera quasi improvvisamente. Ci scorse però un piccolo indietto, il quale si attaccò alla corda della campana, ed in breve fu organizzato un ricevimento cordialissimo all'illustre Pastore. Si potè subito attendere alle confessioni, ed all'indomani numerose furono le S. Comunioni. La chiesa, una miserabile capanna, in parte scoperta, senza pavimento, senza arredi, senza porte, mercè la generosità degli amici delle Missioni, sarà presto riedificata in posizione migliore.
Tragico passaggio.
Intanto ai rintocchi della campana si radunavano sulla collina opposta i coloni di Aguacate addetti sopratutto alla coltivazione della paja toquilla, con cui si tessono i famosi cappelli di Panamà.
Tra le due colline corre uno dei torrenti più rapidi e spaventosi dell'Oriente Equatoriano. Dalle pioggie notturne era notevolmente ingrossato e l'eco cupa dell'onda si ripeteva nelle valli incrociantisi. L'unico ponte era caduto e rimaneva un solo palo, in parte già lesionato attraverso le sponde. S'immagini Lei, amatissimo Padre, lo spavento nel doversi cimentare a un passaggio tanto pericoloso. I buoni coloni per l'occasione, credendo di farci un regalone, avevano messo all'altezza di un metro dalla trave una liana di nessuna resistenza. Fu giuocoforza passare, e non so ciò che provò Monsignore. Benchè mi fossi messo al passaggio con tutta tranquillità, quando fui nel mezzo sentii il sangue ritirarmisi completamente. Il palo incominciava a muoversi ed a scricchiolare: la violenza spaventosa dell'onda che sbatteva contro le rive macigni colossali con rumori assordanti e che roteava nei gorghi spaventosi alberi giganteschi, appariva in tutta la sua tragicità. Una leggiera mancanza d'equilibrio, una piccola incertezza nell'incrociare i piedi, ci avrebbe dato inesorabilmente in braccio alla morte più crudele. La Vergine però ci assistette maternamente, e potemmo risalire ad Aguacate non senza aver dato ordine che fosse posto provvisoriamente un buon cordone d'acciaio regalato dal nostro Governo Italiano e si provvedesse presto al rifacimento del ponte a costo dei più grandi sacrifizi.
La nuova chiesetta di Aguacate.
Nella nuova chiesetta ci attendeva un buon numero di coloni. Dopo la S. Messa un bel gruppo di bambini ci intratteneva con dialoghetti e poesie. Mancava solo la musica per completare l'accademia. Fu estratto quindi dai cassoni un grammofono e per lunghe ore i migliori canti risuonarono nella valle, tra la viva compiacenza di molti, che mai avevano visto un simile istrumento musicale.
Monsignore s'interessò vivamente delle condizioni religiose e morali di questa nuova residenza missionaria. Vi stabilì definitivamente un sacerdote, organizzò il servizio religioso, le scuole per l'educazione dei piccoli indigeni, una incipiente farmacia e lasciò denari e tessuti affinchè, terminato il ponte di Aguacate, si risolva il problema della viabilità, e la colonia si avvii ad un benessere religioso e materiale.
Tra i selvaggi.
Dopo due giorni si proseguì il cammino nella foresta e si arrivò dopo il passaggio del terribile Cutan, zona orribilmente pantanosa, alla sede della Missione.
L'aver cambiato il giorno d'arrivo non permise un ricevimento rumoroso; appena però nei giorni seguenti si sparse la notizia della venuta del Vescovo, i Kivaros vennero da tutte le parti.
Amatissimo Padre, pare impossibile che gli sforzi organizzati di un secolo di evangelizzazione abbiano così poco influito sulla natura feroce e barbara di questi selvaggi!...
Come dissi l'affluenza fu grande, ma affluenza interessata: « Obispo venendo, mucho regalando ». - Viene il Vescovo, molto regalerà! -. Era questa la frase che si ripeteva tra di loro e colla speranza di regali si potè far loro un po' di bene, organizzare istruzioni catechistiche e sopratutto la frequenza domenicale.
Sentiamo il tamburo!...
Fu di grande interesse sopratutto il grammofono. Quasi nessuno aveva visto ed udito un simile istrumento, e subito fu battezzato col vocabolo Kivaro « Tùnduli », cioè tamburo,
« Tùnduli oyendo! Tùnduli oyendo! » era la frase che con insistenza puerile andavano ripetendo bocche di selvaggi, sbucati dalle più remote foreste. E Monsignore stesso molte volte s'adattò a caricare la macchina ed a cambiare i dischi. Graditissimi sopratutto alcuni canti, le voci di guerra, i suoni confusi, le risa sgangherate. Qualche donna sopratutto aveva una gran paura che nel disco ci fosse il demonio, e stava ben aderente al marito, o nascosta per paura di qualche brutto scherzo.
Il problema di attrarre i selvaggi alla Missione è il più arduo e il più difficile. Le Jivarie più vicine sono a circa 2 ore dalla casa nostra, le altre tutte più lontane da 3 a 12 ore. Ora per ottenere che vengano almeno qualche volta è necessario avere grandi attrattive, cibi abbondanti per sfamarli, ciccia per dissetarli e regali in specchi, aghi, ami, tessuti, ed anche medicinali per poterli opportunamente curare. Solo con questi mezzi abbondanti si può spe rare di averli qualche ora con noi, di averli attenti per qualche minuto al catechismo, e di udirli ripetere magari macchinalmente alcune delle preghiere, che il compianto Monsignor Costamagna fece comporre nella loro lingua.
Salviamo i giovani!
Don Bosco, parlando della civilizzazione dei selvaggi dell'America del Sud, disse chiaramente che la conversione degli adulti sarebbe stata difficilissima e che i giovani avrebbero formate le nuove generazioni. Ai giovani soprattutto gli sforzi dei missionari.
Mercè difficili esplorazioni alle Kivarie, si sono potuti studiare ottimi elementi che aprono il cuore alla più bella speranza.
È certo difficile indurli a vivere col missionario. L'incanto della foresta troppo influisce sulla loro anima, avida di libertà; però alcuni birichini già si sono indotti a convivere coi missionari. E una vita collegiale, tutta singolare, a cui il sacerdote non solo deve mantenere lautamente i selvaggetti, e fare grandi spese per procurare loro anche delle distrazioni, ma è necessario che ogni tanto paghi le mamme, affinchè permettano ai figli di rimanere alla Missione.
La riorganizzazione della Missione richiede, quindi, dei grandi mezzi. Le coltivazioni dei canapi devono essere estese, affinchè abbondanti siano i frutti per mantenere i selvaggi di passaggio; le comunicazioni colle diverse Kivarie devono essere più rapide con sentieri praticabili e ponti sicuri; i locali delle Missioni devono essere rinnovati secondo le nuove esigenze.
Si fa quindi vivo appello agli amici d'Italia, Spagna, Stati Uniti, Messico, Cuba e del mondo intero, che già generosamente vollero aiutare il povero Vescovo dei Kivaros e gli permisero d'iniziare un nuovo lavoro, affinchè continuino ad assisterlo colle preghiere e con offerte adeguate ai nuovi ed urgenti bisogni...
Prof. Don CARLO CRESPI.
Come viaggiano i nostri nell'Assam.
Tre giorni col cavallo di S. Francesco.
(Relazione del Missionario Don Giovanni Fergnani ai sig. Don Rinaldi).
È il primo febbraio.
Bastone alla mano, casco in testa, Crocifisso al petto - tre o quattro coolies (culis) avanti, carichi dei bagagli, e il convoglio in completo assetto, è pronto a mettersi in moto.
All'ultima stretta di mano dei confratelli ed amici della Casa centrale si risponde con una stretta al cuore.
Il primo giorno.
Il viaggio, che stiamo per intraprendere, non è la spedizione a uno dei Poli, e molto meno la conquista dell'Everest. Tuttavia, tre giorni di gigantesca altalena, su e giù per balze scoscese, burroni franosi, scendendo in valli profonde da cui guadagnare sommità aeree, per ripetere in senso opposto, molte volte, la stessa ginnastica; attraverso fiumi, boschi, torrenti, paludi; e quasi sempre in viottoli aspri, irti di ciottoli e pieni d'insidie; non sembra un affare da prendersi facilmente a gabbo. Un passo falso sull'orlo d'un precipizio, il tronco fradicio, sospeso su di un abisso, che si spezzi sotto il piede, un malanno che t'incolga lungo la via, così isolati, lontani dal consorzio umano, e... tutto sarebbe finito.
Malinconia d'un momento! La cara immagine, affacciatasi in quell'istante di tante anime buone, specie dell'Apostolato dell'innocenza, che accompagnano il Missionario con le loro preghiere, ci fece rialzare la fronte serena.
In nomine Domini... e si parte.
« Oh! se avessimo un cavallo!... »
Trascorsi i ridenti sobborghi della città, e, voltate le spalle al grandioso panorama delle montagne, che sovrastano Shillong, si entra presto nella quieta solitudine della Happy vallev, popolata soltanto da poche caserme militari. Un piccolo sentiero c'introduce quindi nella regione boschiva. L'orizzonte si chiude tutto all'intorno: vi regna una pace ammaliatrice. Noi non scorgiamo altro che una infinità di snelle e oscure colonne di pini, che spargono un'acre fragranza di resina, mentre sugli alti, verdi, impenetrabili ombrelli si diffonde un .cupo, prolungato sussurrio del vento, che vi passa ondeggiando, come sopra i flutti d'un mare in burrasca.
Cosa singolare! A volte si propaga un rumore così pieno di fracasso, che ci fa torcere impaurito lo sguardo, come fosse un treno invisibile, che arrivi in gran corsa. Dentro il mistero della foresta ci scopriamo divotamente il capo, mormorando un De profundis alle anime sante dei nostri morti, le quali non mancano mai di soccorrere il povero viandante.
Usciti all'aperto, ecco che si para innanzi un'alta e maestosa parete di montagna, che ostenta une. ricca e superba vegetazione, e cade così a piombo che, a prima vista, pare un ostacolo insormontabile. Noi intanto si scende, si scende sempre al. basso, fino alle sue basi, dove scorre un ramo dell' Umkhen, su cui è stato gettato un misero ma provvidenziale ponte in pietre. Non molto tempo fa si doveva passare su di un cedevole e barcollante sostegno di canne, con la prospettiva poco; lieta al di sotto, a più che discreta profondità, delle acque spumeggianti fra i massi.
« Or chi sa da qual man la costa cala », disse 'l maestro mio fermando il passo, « sì che possa passar chi va senz'ala? »
Non altrimenti che i due Poeti, sconcertati, a piedi dell'alta montagna del Purgatorio, anche noi ci arrestiamo esaminando con la mente perplessa quale e dove sia il cammino. Nascosta nell'eterno rezzo odorante di muschio una stretta via serpeggia lungo un fianco dell'erta roccia; mentre spalanca dall'altro la vacuità d'un baratro oscuro e pauroso. Qualche fiore vermiglio di rododendro, sparso nelle ripide sponde, con una gentile nota di pietà, tempera alquanto la rude e selvaggia natura del luogo.
Questa non è che la prima delle tante scalinate che ci toccherà affrontare. È il punto in cui si richiede tutta la possa delle nostre gambe. Coraggio! E si va, si sale, si carpa sempre, si ansa, si sbuffa. Spesso solleviamo il capo come per dimandarci: - Quando arriveremo alla cima?
Il viso s'infiamma, si tirano respironi affannosi; il sudore piove attraverso il viso, dal viso scorre sulla barba, che diviene una, grondaia.
Amato Padre, seguendo melanconicamente, cori gli occhi terra terra, lo stillicidio che ogni passo lascia cadere sulla livida pietraia, andiamo sospirando:
- Oh se avessimo un cavallo!... quante fatiche di meno, e quanto tempo risparmiato!
« Gloria e magnificenza le opere Sue!... ».
Il bagliore di alcuni tetti di zinco e altri coperti di paglia che intravediamo in mezzo a fasci colossali di bambù, fra cui rosseggiano con bellissimo effetto alcune piante cariche di arance mature, ci dicono che si costeggia il grosso paese di Sohrynkham. Di qui abbiamo finalmente il sollievo d'un viottolo più agevole, sopra un immenso altipiano. da cui si slarga il più sconfinato orizzonte. Da ogni banda, a perdita d'occhio, lo spettacolo quanto mai svariato e imponentissimo d'innumerevoli alture, che sorgono come per incanto e par che si rincorrano e s'urtino a vicenda, come una ridda grottesca di caproni cozzanti: quasi tutte incappucciate nel ricco manto dei boschi.
Una specialità di queste montagne sono certe smisurate spaccature, che si prolungano in linea direttissima, per parecchie miglia, nel cui fondo scroscia sempre qualche torrentaccio, le quali sembrano tagli netti, fatti da mani gigantesche sulla crosta di questa terra. I loro ciglioni, sebbene completamente rivestiti di esuberante verzura, scendono a picco, con un salto solo, da metter le vertigini, specie al pensiero che offrono la favorita e indisturbata dimora a ogni sorta di belve.
Tante magnificenze - confessio et magnificentia opus Ejus - cantano l'inno trionfale al Creatore. E forse pochi come il Missionario, a così intimo contatto con l'aperta e immensa natura, ne comprendono le segrete bellezze. Conquistatore e poeta, egli lancia il suo occhio d'aquila attraverso l'incommensurata, vastità dello spazio. E su quelle vette fumose e indistinte, e dentro i recessi più nascosti, indovina, cerca, fruga san l'ardenza irrequieta del buon pastore le tante pecorelle smarrite che dovrà condurre all'ovile!
La prima tappa.
Siamo nella stagione della tregua delle piogge: la più indicata a battere le creste dell'Assam. Tant'è vero che noti c'è neppur passato per il capo di premunirci contro le eventualità del maltempo. Si alza invece d'improvviso una minacciosa nuvolaglia, che, dopo il guizzo di quattro serpenti di fuoco, seguiti dal brontolio sordo del tuono, sospinta da un gagliardo potente, ci regala una fredda spruzzata. Non avevamo altro riparo che affrettarci dietro le svoltate più oste; ma ad ogni sbocco delle valli eravamo schiaffeggiati da sbuffi violenti e villani. Che brutto e repentino cambiamento di scena! Vestiti con panni leggeri, oramai molli di sudore e di pioggia, non c'era da star troppo allegri. Sono le volte in cui le febbri vi attendono per assalirvi a tradimento.
Per buona sorte riapparve il sereno, che ci rinfrancò. Verso sera, sull'imbrunire, la prima tappa era raggiunta. Noi si varcava la soglia del bungalow di Mardlingkneng, benedicendo mille volte in cuor nostro la saggia presidenza del governo inglese, che ha seminato queste lande, pressochè inospitali e deserte, di rifugi che sono una vera salvezza. Diversamente non vi resterebbe altro conforto che farvi spolpare le stancate ossa da popolatissime famiglie di animaletti rossicci, in qualche sconquassata capanna. E ancor grazie a trovarla!
Trangugiato un boccone alla peggio e rese grazie a Dio della sua assistenza, ci buttammo in un angolo, ravvoltolati in coperte di lana, a riposo, più sodi del masso manzoniano, che dal vertice d'alta montagna batte sul fondo e sta.
Tre bellissime stelle del timone dell'Orsa Maggiore, sospese così verticalmente che l'ultima pareva toccasse la terra, a poca distanza, brillavano attraverso l'ampia vetrata della nostra camera, come fossero tre lampade accese.
Il secondo giorno.
La fiamma viva d'un bel sole mattutino ci rallegra lo spirito e ci aiuta a sgranchire le membra tuttora indolenzite. Il treno dei coolies s'incam mina. E noi... dietro. Si attraversano regioni desolate. Nel fondo delle valli paludi fangose; sul dorso e nei fianchi dei monti tutto un arido seccume, su cui errano armenti di vacche, che paiono carcasse ambulanti. La gente di queste contrade ignora affatto la cultura del fieno, sicchè nel lungo periodo di siccità non hanno un fil d'erba per lo scheletrito bestiame. Si vedono qua e là dalle jungle incendiate alzarsi colonne di fumo, che farebbero pensare a fenomeni vulcanici. Più da vicino c'imbattiamo in qualche uomo seminudo, tutto intento ad accumulare le zolle del magro terreno a forma di piccole dighe, sotto le quali ardono frasche di pini: sistema primitivo d'ingrasso chimico, che precede la semina delle patate e del così detto riso di montagna. È quanto produce questo ingratissimo suolo.
E come vi possano vivere degli esseri umani è solo spiegabile col fatto che le loro esigenze si riducono a un pugno di riso, qualche phan-kapò, o patate dolci, condite con vegetali bolliti. Solennità di prima classe, allorquando riescono a mettere i denti in un frustolo di carne porcina.
- Che paese è questo?
- Puriang -- ci risponde un cortese vecchierello.
Di qui a salti e a sbalzi, come capre, sulle grosse pietre d'una maestosa gradinata, scendiamo verso la profondità d'un imponente vallone. In senso inverso scontriamo lunghe teorie di uomini e di donne, curvi sotto il peso di mercanzie che vanno a vendere chi sa a quale mercato. Infelici! per una somma derisoria fanno distanze enormi, carichi di pesi che stancherebbero i nostri muli. Così scarsamente nutriti è un mistero come resistano a tali fatiche. Far da bestia da soma ecco l'occupazione ereditaria di questi poveri montanari, la cui muscolatura, esercitata fin da ragazzi a siffatta animalesca giostra, si sviluppa e s'indurisce non meno di quella dei quadrupedi da tiro. Qua tutto si deve portare sul dorso. E abbiamo davanti a noi lo strano spettacolo d'una ventina di uomini, i quali, cinque per lato, trasportano una pesantissima lastra di marmo, come se fosse un trastullo.
Pur con le spalle libere noi arriviamo alla cima della tremenda rampata con un palmo di lingua fuori della bocca. In compenso si gode un panorama d'una grandiosità superlativa. Si tocca il confine che divideva il popolo Khassi dal popolo Syngteng. Quest'ultimo, mezzo secolo fa, ebbe l'audacia di opporsi all'avanzata inglese. Veramente da queste rocce, da cui si domina così vasto orizzonte, si poteva osservare e attendere il nemico come dagli spalti di una fortezza inaccessibile. Ma i giavellotti, scagliati dai più abili arcieri, che cosa avrebbero potuto contro i proiettili sibilanti e micidiali dei biondi Europei?... Sconfitti, la loro capitale, Lurì-Lurà, che aveva inizio a questo limite e si stendeva nella fresca conca d'una valletta ombreggiata di pini, fu distrutta e data alle fiamme. Tristi reliquie della passata grandezza sono rimasti numerosi strati pietrosi, che servivano da fondamenti alle case e ai negozii. Si addita, ancora, la pietra detta del tributo. Una lugubre selva di scheggiate stele, monumenti funebri, ricordano quante vittime perirono in quella lotta disgraziata.
« Oh! se avessimo un cavallo!... ».
Trascorsi i miseri avanzi di Lurì-Lurà, la conformazione del suolo si presenta meno aspra e sgradevole. Boschetti isolati di pini incoronano in modo assai caratteristico la sommità più culminante d'un terreno che si abbassa e si rialza come le ondulazioni di un mare agitato. Noi lasciamo alla destra la via più battuta, che mena a Jowai, il capoluogo delle Jainthia-Kills (nome molto appropriato, che significa regione piena di alture) per inoltrarci in una fitta selva, altre volte mèta di riposo e di ristoro. Nel timore che la notte ci sorprenda, in cammino, cosa da evitarsi assolutamente in questi paesi, preferiamo seguitare.
Poco tempo dopo apparisce sotto i nostri occhi, laggiù, molto in basso, e come rinchiuso da alte balze rocciose, lo specchio risplendente d'un bel fiume, il Myntang, il quale si gira e si rigira in tante curve da dare l'illusione che vi sieno non uno, ma molti corsi d'acqua.
Si fa uno studio particolare per scoprire dove sia possibile il guado. Di ponti qua non si parla. E durante le piogge il suo volume s'ingrossa talmente che diventa quanto mai pericoloso. Il nostro Mario Calzi, che credeva traghettarlo sulla groppa d'un ronzinante, travolto dalle onde lui e la bestia poco mancò non vi lasciasse la vita. E dovette la salvezza alle sue sperticate gambe di granatiere. Anche D. Mazzetti, il mio compagno di viaggio, mi racconta come egli stesso, portato a cavalluccio sulle spalle d'un robusto coolie, se non fosse stato sorretto in tempo da altri, che gli sguazzavano accanto, cavallo e cavaliere avrebbero fatto un bagno involontario, con molta probabilità di bere più del necessario.
Balzando di macigno in macigno, noi si passò senza incidenti. E fu un grande sollievo per le nostre povere estremità pedestri, già gonfie e riscaldate come il fuoco, tuffarle nel refrigerio di quelle acque correnti: Maggiori difficoltà s'incontrano nella bassa regione delle risaie, perchè è facile restarvi impanati senza via di uscita. Che quadro sporco e ripugnante! Ci troviamo di fronte a una vera palude Stige, in cui degli esseri, ai quali si stenta dare il titolo di uomini, imbragati fino a mezza persona, menano energici colpi di zappa nella melmosa fangaia.
Nuvole spesse di letali anoféli si sollevano, per molti mesi dell'anno, da questi miasmatici pantani. Causa di morte anticipata, sono pure l'unica risorsa di vita per questa povera gente.
Prima del termine del secondo giorno di viaggio, quando la spossatezza pareva stesse per soverchiare le forze, si figuri, amato Padre, come io restai, allorchè l'ottimo compagno mi accennò ad una molto ardua salita che avremmo dovuto ancora superare.
- Oh se avessimo un cavallo! -- risospirai profondamente dall'intimo del cuore - quante fatiche di meno e quanto tempo risparmiato!...
Breve riposo...
Coraggio! Il viottolo penetra nell'ombra oscura d'una vasta boscaglia, che mette nell'animo un certo senso di ribrezzo. Qualche rigagnolo taglia il cammino e si precipita nelle paludi sottostanti, le cui acque tralucono fra i liberi spazii delle alte piante. La luce del sole era quasi scomparsa. Non potrò arai dimenticare l'impressione che mi fece la figura d'un uomo che intravidi nel cupo sfondo della selva. Totalmente svestito, alto, gigantesco, dal colore di bronzo mi par sempre di vederlo nell'atto di buttate l'accetta sul tronco d'un pino, già ferito in tre parti, disteso al suolo. A ogni colpo, che risonava forte in quel silenzio, volavano le schegge per l'aria.
Additandomi una grossa capanna: - Ecco la nostra casa! - mi dice finalmente con volto lieto D. Mazzetti. Noi siamo arrivati in Nonghah. Sia lodato il Cielo!
Nessuno, io credo, a questo punto, oserà negarci il diritto al riposo. Eppure ecco uno sciame dei Cristiani, che stavano già alle vedette al nostro arrivo. Prima di tutto parecchi chiedono di confessarsi. Poi c'è il teacher col registro in mano, che deve render conto dell'andamento della scuola. C'è il mistrì, il quale attende gli ultimi schiarimenti a proposito dell'erigenda cappella, giacchè la chiesa attuale è in condizioni indegne di Dio e degli uomini. C'è il vecchio Giùsef e gli altri anziani, che imbaccuccati nei loro non troppo lindi mantelli, domandano istruzioni intorno a una causa in corso. Eppoi dobbiamo dirci il Breviario, allestirci da noi medesimi, com'è possibile, un po' di cena. E solo ad ora assai più tarda del consueto, con le ossa fracassate a quel modo, ci fu dato di cadere come corpi morti sopra un mucchio d'erbaccia secca, che benedicemmo come il letto più soffice di questo mondo.
Il terzo giorno.
Nell'ultimo giorno il tragitto è alquanto più corto, ma senza confronto più penoso! La principale via del paese di Nongbah non è che una specie di botro assai accidentato e polveroso, che si trasforma in un torrente di fango e di altro nella stagione delle piogge. Eccoci di nuovo, soli soletti, negli aperti e liberi campi. Che almeno la benigna natura con la sua varietà attraente ci renda meno disastroso l'interminabile pellegrinaggio. Ohimè, invece, che crudele disinganno! La solita faticosissima altalena di su e giù, giù e su, monti e valli, valli e monti, aridi, deserti., eterni.
Unica rarità: un falco bianco, orlato appena di nero, che alza il volo davanti a noi, per un buon tratto, quasi ci animi al cammino. Molto tempo dopo apparve sotto un bosco solitario, severo, nei pendio d'un alto colle, un gruppetto di quattro fanciulli, di varia statura, forse fratelli; uno dei quali, circondato dagli altri, sonava contento il suo zufolo di canne. Alla comparsa improvvisa di due barbe s'interruppe. Ma incoraggiato da un compagno, che gli battè la palma della mano sulla schiena, il pastorello riprese la sua musica sempre uguale, ma assai melanconica e soave.
Noi eravamo fermi sull'altura opposta ad ascoltare. Caro figliuolo! In quel luogo deserto, senz'alcun segno di vita, quella tua nenia così semplice e primitiva, ci fu più cara di una sinfonia del Rossini. Gli mandai mille benedizioni.
Fu una distrazione, ma troppo passeggera. I monti si succedevano alle valli, le valli ai monti; come un flusso e riflusso, d'una monotonia spaventosa: non finivano più. Si sarebbe detto che più si andava innanzi, più ne spuntassero, come per effetto d'incantesimo, dalle viscere della terra.
« Là c'è Raliang!... ». - Finalmente!...
Per consolarci si guarda l'orologio: siamo in pien meriggio, e il sole di questi paesi, appena può liberarsi dal fastidioso ombrello delle nuvole, vuol subito far capire ch'è una cosa che scotta, e tutt'altro che piacevole.
Si arrancava, si sudava, si trafelava... Parecchie volte avrei voluto sedermi almeno per un momento. Ma poi come rialzarsi?!... Avanti, meglio andar sempre avanti, finchè la caldaia è accesa.
- Lo vede (m'indica, come pratico dei luoghi, l'intrepido amico) l'albero, che sormonta con tutta la sua chioma quell'immensa foresta?
- Quale?... Sì, lo vedo. - La distanza era tale che si scorgeva appena.
-- Ebbene, là c'è Raliang!
A quell'annunzio mi parve che le mie povere gambe cadessero come troncate da un colpo di coltello!... Coraggio!
La configurazione della natura muta quasi all'improvviso, e prende una, grandiosità, che S'impone. Più ardite le vette dei monti, più orridamente profondi i burroni, i boschi si alzano in ogni parte fitti, impenetrabili, solenni. Curiosi certi larghi recinti di canne dal pennacchio a scope, disposti a quei modo per chiudere e difendere le capanne dai venti.
Qualche anima vivente sbuca dal folto delle siepi e ci saluta.
- Kublèi, fadàr.
- Kublèi!
Ora ci tiene compagnia una lunga risaia, che serpeggia sotto una costa rocciosa. E chiamata la grande risaia, per antonomasia.
- Coraggio! stiamo per arrivare. -- E questa speranza ridesta l'ultima scintilla di forze.
Tre fanciullette che stan raccogliendo non so che cosa, gettando abbandonati i loro corbelli, ci corrono incontro. Sono cristiane.
- Jn iaroh ia fesa Krist: (Sia lodato Gesù Cristo).
- Jyman la junom: (Sempre in eterno).
Capanne, galline, maiali... Eccoci a Raliang, ultimo Tule, -- Alcuni Cristiani son fermi sulla strada per salutare il Fadàr rambà, il nuovo superiore.
- Kublèi.
- Kublèi.
Te Deum laudamus! Dopo tre giorni siano arrivati finalmente alla nostra residenza e, subito subito, dobbiamo prepararci per un'altra gita di piacere in un luogo chiamato Lamìn, dove si terrà un importante meeting dei nostri Cristiani. La distanza è segnata con precisione dalle carte geografiche: 5o miglia inglesi, cioè 8o chilometri rotondi. Col ritorno, dopo una settimana, 8o+8o= 16o! E sempre per le solite vie! E non sarà nè il più lungo e neppure il più difficile viaggio.
Vede, se ho non una ma mille ragioni di ripetere, finchè trovi un'eco nel cuore caritatevole di qualche benefattore o benefattrice, il pietoso ritornello:
- Oh! se avessimo un cavallo!... quante fatiche di meno e quanto tempo risparmiato!
Supponiamo che il Piemonte fosse un sol altipiano, tutto aspro di monti, all'altezza media di duemila metri circa, senz'altre strade che viottoli angusti, impraticabili a qualunque mezzo di trasporto. Ammettendo che in Torino risiedessero appena due preti per il Piemonte intero, costoro si troverebbero press'a poco nella necessità seguente: di dovere cioè, per esempio, oggi andare a fare un battesimo ad Alessandria, domani a recare il viatico a un ammalato a Novara, e un altro giorno, a dir messa a Cuneo. E notiamo bene: sempre con l'unico aiuto delle proprie gambe!
Non si dica: - Ciò è assurdo! - Per i Missionarii Salesiani di Raliang è una faticosa realtà!... Amato Padre, dica Lei pure una parolina a qualche anima buona!...
Raliang, febbraio 1924.
Sac. GIOVANNI FERGNANI, Missionario salesiano.
N. d. R. - Il caro Don Fergnani, in una noterella Privata, ci fa sapere che per l'acquisto di un cavallo sarebbero sufficienti 25o rupie, pari, al cambio attuale, a 1750 lire italiane. Ci dice anche che avrebbe bisogno di una piccola ma buona macchina fotografica e di una piccola ma buona macchina da scrivere, e promette, in compenso, a noi frequenti e interessanti relazioni e belle fotografie per il « Bollettino », ai Benefattori la più cordiale riconoscenza, espressa ogni giorno con ferventi preghiere sue e di quei cristiani.
è il periodico mensile, che zela praticamente tra la gioventù il migliore interessamento per le Missioni Cattoliche, in articolar modo per le Missioni Salesiane. Diffonderlo è un'opera buona. Abbonamento annuo L. 5.
indirizzare le richieste alla Libreria della S. E. I. Corso Regina Margherita, 174, TORINO (9).
Cartoline Missionarie.
Abbiamo allestito varie serie di cartoline delle Missioni Salesiane della Patagonia, della Terra del Fuoco, della Cina, dell'Assam, del Congo, ecc. per i nostri amici e Cooperatori.
Si vendono assortite, al prezzo di L. 1,5o alla dozzina - e di L. 10 al cento - franche di porto.
ASSOCIAZIONE dei divoti di Maria Ausiliatrice.
Raccomandiamo a tutti di ascriversi e di procurare nuove ascrizioni all'Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice, fondata dal Ven. Don Bosco ed elevata dal Sommo Pontefice Pio IX al grado di Arciconfraternita.
Agli ascritti si propongono due cose: Promuovere la gloria della Madre del Salvatore, per meritarsi la protezione di Lei in vita e particolarmente in punto di risorte; e promuovere e dilatare la venerazione a Gesù Sacramentato.
Rivolgersi alla Sacrestia del Santuario.
Intenzioni generali di preghiere.
DAL 23 AL 27 APRILE, - I bisogni particolari tutte le Nazioni.
DAL 28 APRILE AL 4 MAGGIO. - Le Missioni Cattoliche, particolarmente le Missioni Salesiane.
DAL 5 AL 11 MAGGIO. -- il Sommo Pontefice e i bisogni di S. Chiesa.
DAL 12 AL I8 MAGGIO. -- Le nostre opere giovanili, la vita cristiana dei nostri giovani e le vovazioni sacerdotali.
DAL 19 MAGGIO AL 24 MAGGIO. -- La Causa
di Beatificazione del Ven. Don Bosco.
IL 25 MAGGIO. -- I Cooperatori Salesiani e i Devoti di Maria Ausiliatrice defunti.
Volete grazie da Maria SS. Ausiliatrice?
* In primo luogo abbiate fede, pregate! Pregate Gesù in Sacramento, che è il centro di tutte le grazie, e Maria SS., che ne è la dispensatrice.
PER NOVE GIORNI recitate 3 Pater, Ave e Gloria a Gesù Sacramentato, con la giaculatoria Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento, e 3 Salve Regina alla Madonna con la giaculatoria Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
* In secondo luogo promettete di viver sempre in grazia di Dio, e mentre fate le accennate preghiere -- una volta almeno - accostatevi ai SS. Sacramenti della Confessione e Comunione.
* In terzo luogo ricordate la parola del Divin Salvatore. - Date e vi sarà dato. - Voi volete una grazia? Fate anche voi un'elemosina a vantaggio delle opere suscitate da Maria Ausiliatrice per l'educazione cristiana della gioventù e per la conversione dei popoli idolatri, soccorrete le Opere Salesiane.
Erano queste le raccomandazioni che faceva il Ven. Don Bosco a quanti gli domandavano in qual modo potevano ottener grazie da Maria SS. Ausiliatrice. Praticatele esattamente, ed esperimenterete voi pure i mirabili effetti di questa divozione.
GRAZIE E FAVORI (*)
Fu un vero miracolo!
Da Sua Eccellenza Mons. Luigi .Olivares, Salesiano, Vescovo di Sutri e Nepi, riceviamo la seguente relazione:
Dopo due anni e mezzo di salute buona, a conferma del grande favore ottenuto da Maria Ausiliatrice, compio il dovere di darne pubblicamente notizia.
Nell'agosto del 1921, per indebolimento generale causato da una emorragia e dal dolore della perdita di una bambina, fui assalito da forte itterizia. Le mie condizioni erano assai gravi: i medici curanti dubitavano della guarigione, o al più la ritenevano possibile dopo una cura lunga e tutta speciale.
La sera della vigilia dell'Assunta venne a trovarmi Mons. Vescovo, salesiano: mi narrò il fatto della pioggia ottenuta da Don Bosco il giorno dell'Assunta del 1864 a Montemagno, e concluse: « Voglia Maria Ausiliatrice, per intercessione di Don Bosco, far piovere anche domani, non l'acqua, ma la grazia della sua guarigione! » Mi incoraggiò a sperare, e mi diede la benedizione di Maria Ausiliatrice.
L'indomani, poco prima di mezzogiorno, stanco di trovarmi a letto, benchè debolissima,, mi sforzai di alzarmi: mi raccomandai a Maria Ausiliatrice, e alla meglio, coll'aiuto dei famigliari, mi vestii, ponendomi a sedere, sfinito.
A un tratto mi sento rifluire il sangue nelle vene: mi prende un nuovo vigore, quasi prodotto da scossa elettrica: le mani, fin allora d colore giallo cadaverico, riacquistano il roseo
Maria Ausiliatrice mi ha guarito! Piango per la commozione, e alla mamma, alla moglie e agli altri, che accorrono a vedermi, annuncio il miracolo. Per più ore non mi posi a letto, e potei tranquillamente girare per casa. Quando la sera vennero i medici curanti, espressero la più alta meraviglia, trovandomi oramai guarito.
Grazie, Maria Ausiliatrice! Mai non diminuirà la mia riconoscenza a Te, anche perchè la mia cara famiglia in parecchie altre occasioni ha esperimentato l'efficacia della Tua protezione. Non cessare, o Madre, di volerci bene!
Ronciglione, 24 febbraio 1924.
Comm. DOMENICO MORDACCHINI, Cooperatore salesiano.
DA MORTE A VITA. - Da più giorni la mia bambina trovavasi colpita da grave gastro-enterite, che la ridusse in fin di vita. Quando omai non si aveva più speranza alcuna e la piccina si trovava in agonia, giunse mia zia, che, visto il caso disperato, mi consigliò di fare con lei una preghiera a Maria SS. Ausiliatrice, con la promessa di pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano. Accondiscesi di tutto cuore, si pregò a lungo, ed appena terminate le preghiere, vidi la bambina migliorare così rapidamente, che si poteva dire completamente guarita. Questa grazia la ricorderò sempre, e la mia divota riconoscenza verso Maria SS. Ausiliatrice non verrà mai meno, ma farò ricorso a Lei in tutte le necessità della mia famiglia.
Visone d'Acqui, 2 febbraio 1924.
FELICE ALFONSO Bosio.
ERA GIÀ IN AGONIA! - Mia nuora, una giovanissima sposa, ebbe felicemente la sua prima bambina il 6 gennaio u. s.; ma dopo due giorni ammalò di setticemia. Il caso era grave, tanto più che qui in paese serpeggiando l'influenza puerperale, quasi tutte le donne che erano nelle sue stesse condizioni ne erano colpite, ed un caso identico era stato seguito da morte.
Ogni speranza di salvare mia nuora era perduta; i dottori non avevano risparmiato cure e rimedi, ma inutilmente; la morte era certa, imminente. E vari giorni passarono in quella che era un'agonia per tutti, quando ebbi, per caso, la novena della Madonna Ausiliatrice. La incominciai piena di fede. Mia nuora volle, con insistenza, i Sacramenti, e da allora, posso dire, incominciò la grazia.
Avevo fatto fare pubblici tridui e preghiere, ma la Madonna ha voluto concedere il miracolo sotto il nonne di Aiuto dei Cristiani con meraviglia e stupore di tutti, medici compresi. Compio la promessa e faccio noto a tutti che uria nuora era già in agonia e' che è risuscitata solo per un miracolo della Madonna di Don Bosco!
18-3-1924.
ANNA CESARETTI.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - A. B., Abbondi Ines, Adriano Luigia, Albarello, Lucia, Albera Luisa, Alberzoni Giovanna, Albini Lina, Alemanni Caterina, Alessio Francesca, Aletto Maria, Amasio Emma, «Anonime» di Champoluc, Antonini Maria, Apostolo Pierina, Arduino Giovanni, Ariotto Melania, Arnaudo Caterina, Arneodo Pietro, Arrieta Giuseppe, Avanzini Marietta.
B) - B. O., Bagnasco Rosa, Baravalle Marcellina, Barbagallo Luigi, Barbero Carolina, Barbero Ercole, Barbieri Giulia, Baresi Annita, Bassino cav. Savino, Baudino Teresa, Bazzini Rosa, Beccaria Prospina, Bedetti Giovannina, Bellagamba Giovanna, Bellando Domenica, Bellucci Alessandro, Beltramo Felicita, Benedetti Margherita, Benintendi Marietta in Aiela, Bentivegna don Gaspare. Benzoni Stella, Beolo Antelio, Beretta Maria, Beigonzo Maria, Bernasconi Eroma, Bertagna Elvira, Bertaso Buontilio, Bertone Antonietta, Berutto Maria, Be zacola Maria in Fedrigo, Biagioni Francesco, Bianchini Luigia, Bobbío Giugeppa, Boggio Eugenia, Bologna Filomena, Bonalunii Felicita, Bonino Ernestina in Traeq, B,.r(i,ga Domenica, Burgnino Margherita, Borio Clotilde, Bortolani Adele, Boschi Tommaso, Bussi Clementina in Moli, liovio Giuseppina, Brosan go, Bruna Giustina, Brunella Giuseppnia, Bruschi Angela, Bucci Teresina, Buffa Anna, Busolli Enrica in Bragadin, Bussi Giuseppina, Butti Ercolina.
C) - C. A., C. G., C. M., C M. R., Caltran Ottavio, Calza Lucia, Carnerani Irma in Cassinari, Camos don Daniele, Campi Maria, Canegallo Felicita, Canegallo Nina, Canera Attilio, Cantergiani Maria in Teggi, Capelli Angiolina, Cardellini Carlo, Carelli Antonietta, Careri Ernesta, Carpeni Augusta in Costanzí, Cartello Lucco, Casanato prof dott. Vittorio, Cassini Giuseppina, Catania d. Amedeo, Cattadori Chiara, Cecchetta d. Domenico, Cecchetta Teresa in Miscia, Cellario Carolina, Cerotti Antonio. Cesareiti Anna, Ce-chi Erminia, Chiarenza Luigi, Chicco Angela, Ch esa Clementina, Cignarella Albina, Cimino Angela, Cini Carolina, Colombo Maria in Dedè, Concina Giacomo, Coniugi Poggio, Cattana e Cattaneo, Contu Grazia in Cardia, Convittrici di Intra, Coppola Olimpia, Corich Giuseppe, Corselli Francesco, Costa Marietta in Trugiio, Cricca Settimia, Crosara Odilia in Bicego, Crosetti Adelaide, Crudeli Giulia, Cuccitiara eh. Giovanni, Cugnasca Ida.
D) - D. G , Dalia Antonina in Corsetti, Daros Catterina, Davico Sebastiano, D'Amico Michelina, D'Ottavi Oscar, Degandez Apollonia, De Gasperis Ferdinando, Delbecchi Maria Luisa, Degrandi Maddalena, De Liello Teresa, Delogu Maria Antonia, Delpiano Clemente, Del Savio Maria, De Marchi Teresa, De Maria Amalia, De Paol. Barberina, De Serafini Gaetano, De Vincenzi Bianca, De Vincenzi Dedesmona, Dogliotti Rosina in Bianchi, Donato Rita Insegn.
E) - Enquilino Giuseppina, Ernani Angiolina, Etzi Adelina, E P. di Capriglio.
F) - Facciotto Antonio, Famiglie Barale ved. Arnaudo, Barrani ved. Vincenza, Barberis, Fazio, Lanza e Righi, Mano, Marchese, Mioni, Raineri, Tuisti, Fanti Lina, Fassetta Mario. Fava Ida, Favre Delfino, Favretto Albina in Panizza, Favretto Luigi, Felicetti Maria, Fellini dott. Fellino, Ferraro Giuseppe, Ferrarotti Maria, Ferrazza Valeria, Fetrero Giovanni, Ferri ing. Benedetto, Ferruglio mons. Domenico, Fichera Mariannina, Filippi Clotilde, Finocch aro Francesco, Fogliatti Lucia, Franceschinis Sofia, Fusari Maria.
G) - G. M., G. P., Gabino Celestina, Gaglione Tommaso, Gallero Giuseppina, Gallesi Clotilde, Gallina Angela, Gallo Maria in Paroara, Galzenati Rosa in Biglietti, Gantara ved. Ro lino, Gandolfi Gabriela in Fenoglio, Garavoglia Lena, Gardin Elisa, Geretti Paolo, Garrone Antonio Luigi, Garzino Maria in Tonelli,.Gasparini Annunciata, Gazzelli Pia e Camilla, Gèrard Giulia in Perret, Gerolla Esterina, Gervasi Ernesto, Gervasi Giuseppe, Gervasi Luigi, Ghiglione Gilda, Ghiglione-Oreggia Ghiotti
Rosa, Giacomuzzo Erminia, Giannini Giulio, Girard Giovanna, Giratti Egisto, Giraudo Bernardo, Giudice Teresa, Giuggi Grazia, Glarey Angelo, Goisis Grondiglia in Ratti, Graziani Antonietta, Grosso Emilia in Stresia, Guadi Annibale, Guaschino Camillo, Guidoni Elisa.
J) - Jordany Maria in Vevey, Jovino Concetta.
I) - Innocenti Pia, Ivaldi Virginia.
L) - Lamprati Caterina, Lana Antonietta, Lanza Lazzaro, Legi Margherita in Leidi, Lerma dott. Giuseppe, Licciardello Francesca, Loda Luigia, Lomarsi Angela in Ferrè, Lopez Nunzia, Lupi Carmelina, Lupo Pietrina, Lugano Rosa.
M) - Maccagno Giovanni, Maggi Giuseppina, Malaspina Rina in Taverna, Manesero Giuseppina, Manno Maria, Marcasoli Elisa, Mariucola Giuseppina, Marino Giovanna, Marinoni Francesco, Mariuzzi Angelina, Martini Margherita, Marzocchi dott. Alessandro, Marzorat; Linda, Masi Aldennina, Mastelloni avv. Nicola di Salza, Mattiello Attilio, Mattiuzzi Catterina, Mazzini Maria, Mazzonis Marsico, Meggiorini Ida, Mele Marianna in Etzo, Mellica Angela, Messano Carmelina, Messina Rosa ved. Isaia, Migliavacca Francesca, Migone Angela, Milani Teresa in Lualdi, Milano d. Giuseppe, Mingoia Francesco, M noli Maria, Moccietta M. in Bessone, Mochi d. salvatore, Molinari d. Eugenio, Momo Erminia, Monari Augusta, Monti Enrico, Monti Marianna, Montini Ada in Serra, Mordacchini coram Domenico, Morisi Virginia, Morosini Elvira, Mortarino Margherita, Mosconi eh. Valentina, Muller Maria in Bandini, Mura cav. Raffaele, Musnardo Angela.
N) - N. E., Naldoni Francesco, Navone Antonio, Nenna d. Gennaro, Nodari Colomba, Nota Maria.
O) - O. M., Oliva Umberto, Ortolani Lucia, Ottone Maria, Ottonello Caterina.
P) - P. B., P. F. F. A., Pace d. Antonino, P. Carlo Lombardo delle Scuole Pie, Pagani Carlo e Giuseppina, Pagliassotti Margherita, Parolini Cecilia, Pelamatti Domenica, Pellanda Maria, Pelle Clelia, Pellegrini Anna, Pelleri Pietro, Pellini Corrado, Pennisi Giuseppe. Perlo Caterina, Perolini Guido, Perrot Maria, Piazza Giovanni, Picciardello Francesco, Piccini Anna, Picconi avv. Alessandro. Picena d. G , Pidello Angiolina, Pirazzi Rosa, Pistis Beniamino, Pittini Italia, Pizzagalli Camilla in Magno, Plancher Annunziata, Platania Giovanni, Poggeschi Giuseppina, Polfastrelli Rosa in Ciccarelli, Pozzi Anna, Puzzali Luigi, Pressano Giovanni, Prevedello Fioravante, Prono Michele, Pronzato Severina, Puddu d. S. M., Ispettore in Terra Santa, Puiatti Maria.
Q) - Quaglia Marianna, Quartieri Merope.
R) - Rabai Elisa, Rabotti capitano Augusto, Raineri Maria, Rameno Carolina, Rebolini Antonio, Reig Giulia in Bessone, Reforgiato Cristina, Rege Giulia in Moretto, Rey Maria in Ronchini, Riccardi Prim t va, Riggio Maria, Ripamonti Emilia, Ripamonti Irma, Ripamonti Paolina, Rissolle Teresa, Rolfo Angiolina, Rollone Malia, Romano Clara, Romeri Cornelia, Romano Teresa, Roncara Silvestro, Rossi Colomba, Rosso Anna, Rota Giovanniua, Rovasengo F., Rustici Francesca in Citicci.
8) - Saha Erminio, Sagone Carmelina in Palazzo, Salvadeo Edvige in Brambdla, Salvetti Alba in Coatti, Salera Anna, Sancassani Francesco, Sansone Liboria, Santanero Anna, Scaglione Rosina in Porco, Scaramellini Mar a. ;,ardilli Paola, Semeraro Angiolina, Serafini Candida, Sergio Giovannina in Colucci, Siccardi Caterina, Signorino Luigia, Silverio Cipriano, Soldano Agatina in Arena, Spalla Ernesta in Voghera, Spezia Luigia, Spinelli eh. Francesco, Stricca Enrichetta, Stualdi Suor Serena.
T) - T. A., Tabacco Palmira, Taffone Paola in Parodi, Tamburini Coniugi, Tanzi Antonietta in Lojacono, Tarantino Vincenzo, Tarditi Delfina, Taroni Ancilla, Tebaldi Giuseppina, Testa Giuseppe, Tommasi Giovanna, Tommasi Maria, Tonini Anna, Tosini d. Giacomo, Tovo Angiola, Travani Leonardo, traverso Marias.
V) - Vai Raimondo, Varetto Costantino, Veneziano Croce, Venturino Chiara, Vianello Maria, Viassone Angela. Vietti Ernesta in Del Conti, Vilardo dott. Pietro, Villa Teresa, Visconti Teresa, Voiello Rosina.
Z) - Zarbò Pietrina, Zaccotto Rita, Zampieri Alice, Zanchetta Amabile, Zerbino Giuseppe, Zimbone Renda, Zois Maria, Zuccali Caterina, Zunino don Nicola, Zeri Elisabetta.
Santuario - Basilica di Maria SS. Ausiliatrice, Torino.
GIORNI FERIALI. - Messe dalle ore 5 alle ore 10. - Ore 6: Messa della sezione artigiani, discorsivo, Benedizione. - Ore 7,30: Messa della Sezione Studenti. - 17: Canto di una lode, Predica, Benedizione. - 19,45: Rosario, Predica, Benedizione.
GIORNI FESTIVI: (4, 11, 18 maggio). - Messe dalle ore 5 alle 11,30. - Ore 6,30: Messa della Sezione Artigiani. - Ore 7,30: Messa della Sezione Studenti. - Ore 9,30: Messa solenne. - Ore 15,15: Rosario, Predica, Benedizione. - Ore 17: Vespri, Predica, Litanie e Benedizione solenne.
ORATORI: ore 6,3o rev. Don Maurilio Manassero, Salesiano. - Ore 17 (e 1a funzione pom. giorni festivi) rev. Dott. Don S. Rastello, Salesiano. - Ore 20 (e 2a funzione pom. giorni festivi) rev. prof. Don Annibale Giordani.
GIOVEDI 15 MAGGIO. - Comincia la Novena.
SABATO 17 MAGGIO. - Anniversario della Pontificia incoronazione di M. Ausiliatrice. - Ore 9, Messa in canto.
DOMENICA 18 MAGGIO. - Ore 8: Pellegrinaggio degli Oratori festivi e Circoli giovanili salesiani. -- Ore 15,3o: Adorazione predicata per le Figlie di Maria e le Oratoriane.
23-25 MAGGIO. - Corte di Maria.
VENERDI 23 MAGGIO. - Vigilia della Solennità di Maria SS. Ausiliatrice. - Ore 7,15: Messa di Sua Ecc. Reverendissima Mons. Giov. Battista Pinardi, Vescovo Tit. di Eudossiade. - Ore 17: Primi Vespri pontificati da S. E. R. Mons. Dante Munerati, Vescovo di Volterra, Salesiano. Discorso e Benedizione solenne. - Ore 2o: Magnificat, Predica, e Benedizione. - Illuminazione e concerto.
NB. - Il Santuario rimane aperto per la Veglia Santa. Alle ore 22,15: Ora di adorazione predicata, Magnificat, Supplica a Maria SS. Ausiliatrice. Recita del S. Rosario.
SABATO 24 MAGGIO. - SOLENNITA' DI MARIA SS. AUSILIATRICE. - Messe dalle 0,30 alle 13. - Ore 6,30: Messa del rev.mo D. F. Rinaldi, Rettor Maggiore dei Salesiani. - Ore 7,15: Messa di Sua Ecc. Mons. Munerati. -- Ore 10: Messa Pontificale di S. E. R. Mons. Giuseppe Gamba, Arcivescovo di Torino; Panegirico detto dal rev. D. A. Giordani - Ore 16: Rosario, Discorso del rev. Don Rastello, Benedizione pontificale. - Ore 18,30: Secondi Vespri pontificali; Processione; Benedizione col SS. Sacramento, impartita dall'Ecc.mo Arcivescovo. Illuminazione e concerto.
DOMENICA 25 MAGGIO. -- Orario come il 24. - Ore 7,15: Messa di S. E. R. Mons. Costanzo Castrale, Vescovo Tit. di Gaza. -- Ore 10: Messa Pontificale di S. E. Rev.ma Mons. Dante Munerati.
26-28 MAGGIO. - Mattino: Predica e Benedizione solenne. - Alle ore 20, Predica, ecc. come nel mese.
GIOVEDì 20 MAGGIO. - Chiusura delle feste. - Ore 7,15: Messa celebrata da un Ecc.mo Vescovo. - Ore 9,30: Messa solenne con assistenza pontificale. - 16,30: Vespri solenni. Conferenza Salesiana. - Te Deum e Benedizione pontificale.
Nel parlar del Ven. D. Bosco e di qualunque altro nostro
Servo di Dio, intendiamo sempre protestare, come protestiamo solennemente, di non voler contravvenire in niun modo alle pontificie disposizioni in proposito, non intendendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè di prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di Don Bosco - ci gloriamo d'essere ubbidientissimi figli.
Oh! prodigio!... fu un attimo!
Eravamo alla fine di dicembre dello scorso anno, quando il mio unico bambino, Giancarlo, che allora contava appena 15 mesi, si ammalò di raffreddore che poi, causa il periodo della dentizione, gli causava diverse complicazioni: Sicchè il caro tesorino soffriva assai, aveva la febbre e ciò che più di tutto ci preoccupava, era che il piccino non poteva avere riposo nè giorno nè notte, scosso da sussulti spasmodici. Io era alla disperazione; quando il 26 dicembre mio marito va pel medico e ritorna dolente di non averlo trovato. Fu allora che ebbi un pensiero. Se mi rivolgessi ad un santo miracoloso!
Mio fratello, proprio in quei giorni, mi aveva spedito una reliquia del Ven. Don Bosco, esaltandomene l'intercessione; mi alzo e, piena di fede, prendo questa Reliquia e l'appoggio sul capo della mia creatura. Oh! prodigio! oh! miracolo! oh insuperabile grazia! Fu un attimo! subito ne vidi l'effetto! Insensibilmente il piccino si calmò e prese sonno, e all'indomani era guarito. Io sono ancora commossa e piena di fede, e non manco mai di ringraziare il Venerabile.
Con l'animo riboccante di gratitudine, adempio la promessa e prego di darne avviso sul Bollettino.
Tripoli, 13 marzo 1924.
CICCHETTI TERESA MISCIA.
Sempre buono Don Bosco!
Improvvisamente, un giorno, mio marito si accorse di non distinguere bene gli oggetti. Corremmo da un celebre oculista, che fece una terribile diagnosi, parlando di paralisi dei muscoli.
Passammo, quella sera angosciosa, le mie figliuole ed io, senza farci scorgere da mio marito, a piangere ed a pregare; e ci rivolgemmo al Ven. Don Bosco, acciocchè intercedesse presso il Signore e la Vergine Santissima,
Sempre buono Don Bosco! La mattina dopo mio marito disse di star bene. Tornammo dal l'oculista, che lo visitò e dichiarò che non aveva più alcun male. Sono ormai tre mesi, e mio marito non ha più sofferto nulla.
Riconoscente al Venerabile, vogliamo rese a Lui pubbliche grazie, mentre inviamo nostra piccola offerta.
ANTONIETTA M. BESSONE.
Da morte a vita.
Il giorno 16 gennaio scorso venni telegraficamente chiamato al cappezzale della mamma gravemente ammalata. Il mio primo pensiero in quel momento angoscioso fu una preghiera al nostro Venerabile Padre, promettendo di fare venticinque S. Comunioni in suo onore, qualora fossi arrivato in tempo a far ricevere all'ammalata gli ultimi Sacramenti
La trovai affetta di gastroenterite, avvelenamento al sangue, con complicazioni nefritiche.
Un confratello dell'Oratorio S. Filippo Neri ne ricevette la confessione e le amministrò il S. Viatico.
Da quel momento la misi sotto la protezione di Don Bosco, pregandolo insieme con i giovani aspiranti di questa casa per ottenere la guarigione. E non ricorsi invano, perchè, subito, i mali cominciarono a sparire, sicché dopo quattro giorni io potei riprendere il mio lavoro!
La famiglia, ringraziando assieme con me il nostro Padre, invia riconoscente un'offerta per le opere da Lui fondate, e prega di pubblicare nel Bollettino questa dichiarazione.
S. Gregorio di Catania, 18 marzo 1924. Ch. ORAZIO ITALIANO.
Manderò un'offerta.
Ero andata lontano, fuori dal mio paesello, Tornata a casa, stanca, cenai e mi coricai. Al mattino dopo, ritiro la roba, verifico quanto avevo portato a casa la sera prima, e, con aria sorpresa, trovo che mi manca il portafoglio. Cerco per ogni verso in casa e fuori, inetto tutto e tutti sossopra, e non lo trovo. Pensai: l'avrò perduto pel viaggio; e mi rincresceva il non trovarlo più. Alla sera vado a letto. A capo del letto tengo una piccola immagine del Venerabile D. Bosco; la guardo e, fissando il mio sguardo sullo sguardo suo bonario, gli dico: O Venerabile D. Bosco, fatemi trovare il mio portafoglio, e manderò un'offerta al vostro Bollettino. Recito un Pater, Ave e Gloria e mi corico. Ai mattino mi alzo, e preparo il caffè alla mia bambina che, seduta accanto a me, attende.
Ad un tratto, improvvisamente, ella esclama: Mamma, mamma, ecco il tuo portafoglio. Sorpresa mi volto, e vedo il mio cane (un semplice cane da guardia) che depone colla sua bocca, lì, ai miei piedi, il portafoglio. Chi glielo diede, e chi gli disse o gli fece intendere di portarlo a me?... Non so. L'avevamo cercato per ogni verso, anche nella cuccia del cane, e inutilmente!... Grazie a voi, o Venerabile e caro D. Bosco, che io amo tanto, anche perchè avete fatto scuola ad un mio zio carissimo, ora defunto... Deh! ottenetemi anche di ricuperare, e presto, un'altra grossa somma di denaro, che mi sembra perduta per sempre, ed io, come vi ho promesso, manderò ai vostri carissimi figli, per i vostri cari fanciulli, dieci volte dieci...
Volvera (Torino), 2o marzo 1924.
Una cooperatrice.
Invio un'offerta per soddisfare ad una promessa fatta nel mese di ottobre, quando il mio Sandruccio, preso da convulsioni, mi restava quasi morto tra le braccia. Mi raccomandai al Venerabile Don Bosco promettendogli anche la pubblicazione della grazia sul Bollettino. Ottenni la guarigione del mio piccino e mantengo la mia promessa.
Lurago d'Erba 26-III-94
Anna Caspani-Bertoni.
Viva Don Bosco !
A Lui, sì alla potenza sua interceditrice, io debbo la revoca della sentenza medica, che stava per condannarmi ad una morte la più spasmodica.
In seguito ad una caduta e a mal praticate cure le ferite lacero-contuse riportate sull'osso nasale minacciavano divenire cancrenose, mentre l'infezione già aveva intaccato l'osso e minacciava il cervello.
Consigliata di rivolgermi al Ven. Giovanni Bosco, a Lui affidai con pienezza di fede e di abbandono la mia guarigione.
Ed egli mi ispirò anzitutto di mutare chirurgo, mutamento che ritardato di un'ora - secondo dichiarazione del medesimo - mi sarebbe stato fatale; - egli, mediante il contatto della sua Reliquia applicatami sulla parte malata, rese così efficaci le cure chirurgiche e medicamentali da arrestare e far scomparire la mortale infezione. Anche la risipola - manifestatasi ad aggravare maggiormente il caso - dovette retrocedere al prodigioso contatto.
Oh evidentemente la Celeste Ausiliatrice cede con facilità al suo fedel Servo le chiavi dei divini tesori! Questa volta egli le ha in vero usate a favore della sottoscritta, che stimerà grazia ancor più segnalata, se le sarà concesso di spendere in ringraziamento tutta la ottenuta sopraesistenza, consacrandola all'Istituto che dal cuore del Venerabile ebbe creazione e vita!
Ines Abbondi.
Ogni giorno fate vostra l'intenzione assegnata agli ascritti all'Apostolato della Preghiera; e il 1° venerdì del mese, sacro al Cuore di Gesù, e il 24, sacro a Maria SS. Ausiliatrice, raccomandate anche l'intenzione speciale qui proposta.
INTENZIONI PER IL MESE DI MAGGIO 1924. Intenzione quotidiana:
« LE CONGREGAZIONI MARIANE ».
Perchè corrispondano al fine per cui sono istituite, perchè crescano di numero e di associati, perchè diffondano anche negli altri, in tutto il mondo, l'amore e la divozione alla Madre di Dio.
Per il 1° venerdì e il 24 del mese:
« LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DEL VEN. DON BOSCO ».
È l'intenzione che, da più anni, veniamo raccomandando nelle Feste di Maria SS. Ausiliatrice. Don Bosco fu l'apostolo della divozione a Maria Ausiliatrice: abbiamo imparato da lui ad amare e ad onorare questa nostra dolcissima Madre. È quindi doveroso, che nei giorni dei suoi trionfi noi ricordiamo alla Vergine la Causa della Beatificazione del suo fedelissimo Servo. L'esaltazione di Don Bosco contribuirà, a diffondere sempre più il dolcissimo culto all'Ausiliatrice dei Cristiani.
INTENZIONI PER IL MESE DI GIUGNO. Intenzione quotidiana:
« IL REGNO SOCIALE DEL S. CUORE ».
Perchè l'ineffabile carità del Cuore dolcissimo di Gesù illumini, regga e santifichi, non pur le anime e le famiglie cristiane, ma tutti gli stati, tutte le nazioni, tutt'intera l'umanità, chiamando tutti i popoli, dissidenti e infedeli, all'unità della Fede, e faccia spuntare sul mondo intero la PACE DI CRISTO NEL REGNO DI CRISTO.
Per il 1° venerdì e il 24 del mese:
IL GIORNO DEL PAPA ».
L'Augusta Persona del Vicario di N. S. Gesù,, Cristo fu sempre bersaglio dei più odiosi e volgari insulti dei nemici della Chiesa, e centro dell'amore più tenero dei cristiani più ferventi. Diffondere l'amore e la divozione al Papa è cooperare nel modo più efficace all'espansione e al trionfo del Regno di Dio. Preghiamo, perchè dappertutto si celebri ogni anno la festa o « il giorno » del Papa!
Quelli che desiderano grazie da Maria Ausiliatrice, aiutino le Missioni, e saranno sicuri di ottenerle
Ven. Giovanni Bosco.
(1875 = 1925 ).
Giornate e Conferenze missionarie.
Mercè lo zelo e il vivo interessamento di molti cari amici cresce l'entusiastico movimento « pro Missioni salesiane ».
A Rovigno, nell'Istria, la domenica 23 marzo si celebrò un'interessantissima Giornata Missionaria, alla quale prese viva parte tutta la cittadinanza. Mons. Nediani, quaresimalista del Duomo, tenne la conferenza. « L'obolo offerto con piccoli sacrifizi, disse l'oratore, quanto bene può procurare alle povere anime guadagnate alla religione dalla carità del Missionario! Sentiamo con piacere che alcune buone persone lavorano per preparare indumenti e vestitini, che presto saranno spediti per le Missioni di Don Bosco. Maria Ausiliatrice sorrida a queste anime generose, e faccia sì che altre persone ne imitino l'esempio ».
Altra giornata Missionaria, in preparazione al Cinquantenario, ebbe luogo a Chieri la domenica 23 marzo. Al mattino Don Trione tenne una conferenza in duomo, e la sera ne tenne un'altra don Fasulo nell'Oratorio S. Luigi, con 1oo proiezioni sulle Missioni della Patagonia.
A Borgomanero tutti i Cooperatori, insieme con numerosissimi altri fedeli, presero parte alle conferenze missionarie, tenute dal salesiano dott. Don Evasio Spriano, dimostrando, con la generosità delle offerte, qual alta fiamma di carità e di zelo essi alimentino.
Il nostro propagandista dott. Don Antonio Fasulo ebbe la consolazione di veder eguale interessamento a Torino, Centallo, Pinerolo, Sampierdarena.
A Torino il Consiglio Direttivo dell'Associazione Impiegati della Fiat, nel programma dei trattenimenti soliti a svolgersi nella sede sociale di via Carlo Alberto, volle includere una Conferenza sulle Missioni Salesiane; e il segretario dell'Associazione cav. Donnelli, nel presentare l'oratore, ebbe parole di altissima stima per Doli Bosco e di cordiale benevolenza per l'opera dei suoi figli.
A Centallo, prov. di Cuneo, la direzione scolastica del comune, volendo collaudare un apparecchio per proiezioni, offerto dal Patronato, ed iniziare un ciclo di trattenimenti ricreativo-morali in conformità ai nuovi regolamenti governativi, volle un salesiano, che alle alunne ed agli alunni delle varie scuole raccolti dal corpo insegnante illustrasse l'opera di Fede e di Civiltà compiuta dai Missionari di Don Bosco nella Terra del Fuoco; e a sera, ad invito del quaresimalista, Don Fasulo parlò anche in chiesa pel Giubileo d'Oro delle nostre Missioni e nel teatrino parrocchiale ripetè, per il popolo, la conferenza con proiezioni.
A Pinerolo l'iniziativa partì da Donna Maria Facta Arnosio, Presidente del Comitato Patronesse Opere di Don Bosco, che insieme con le altre signore del Comitato assistè alle conferenze tenutesi nel locale teatro vescovile, alla presenza di S. E. Luigi Facta e del Vescovo S. E. Mons. Bartolomasi, il quale ebbe sentite parole di affetto ed ammirazione per Don Bosco « fulgida gloria del Piemonte e dell'Italia ».
A Sampierdarena la conferenza ebbe luogo nel Circolo Don Bosco, con pubblico eletto e numeroso, a corona della Giornata missionaria, celebratasi in preparazione al Giubileo.
Anche a Figline Valdarno (Toscana) si tenne un trattenimento missionario drammatico-letterario, che fu assai gustato. Disse il discorso ufficiale il salesiano D. Luigi Mori.
In fine, facciamo una speciale menzione della riuscitissima Giornata Missionaria, organizzata dal Circolo Auxilium dell'Oratorio di Valdocco in Torino, per iniziativa del suo vicepresidente Giovanni Masera. Tutto il giorno fu consacrato al pensiero e alla propaganda delle Missioni. A questo scopo le funzioni religiose del mattino e le sante Comunioni - assai numerose -; e nel pomeriggio discorso in chiesa e conferenza con proiezioni; e a sera trattenimento teatrale. Si raccolsero con piccole offerte e col provento di una lotteria 1500 lire, che vennero consegnate al sig. D. Rinaldi, quale quota annuale per il mantenimento di un alunno dell'Istituto Card. Cagliero per le Missioni Estere Salesiane.
NB. - Tutte le OFFERTE PER LE MISSIONI SALESIANE sieno inviate direttamente al sig. DON RINALDI, che regolarmente le assegna e le rimette a questa piuttostochè a quella Missione, secondo il desiderio degli oblatori.
Istituto "Cardinal Cagliero„ per le Missioni Estere Salesiane.
L'Istituto « Cardinal Cagliero », fondato allo scopo di provvedere nuovo personale per le Missioni Estere Salesiane, ha iniziato, fin dallo scorso anno scolastico 1922-23, appositi corsi di preparazione e di studi per giovani aspiranti allo stato ecclesiastico e missionario, o a quello di coadiutori dei sacerdoti missionari, nella CASA SALESIANA D'IVREA (Torino).
Le accettazioni sono gratuite.
Le domande, accompagnate da una dichiarazione del Parroco che attesti della buona condotta degli aspiranti e dell'inclinazione e capacità loro alla vita missionaria, vanno dirette al Rev.mo D. Filippo Rinaldi, Via Cottolengo 32, Torino, 9.
Quali le condizioni per essere Cooperatori Salesiani?
Eccole nei termini testuali, indicati dal Ven. Don Bosco:
1. Età non minore di 16 anni.
2. Godere buona riputazione religiosa e civile.
3. Essere in grado di promuovere, o per sè o per mezzo di altri, con preghiere, offerte, limosine o lavori, le Opere della Pia Società Salesiana.
La Pia Unione » non lega alcuno in coscienza, e perciò vi possono partecipare le Famiglie secolari e religiose, e gli Istituti o Collegi, per mezzo dei rispettivi Genitori o Superiori.
Coloro, quindi, che ci propongono nuovi Cooperatori, abbiano la bontà di osservare se essi possano adempiere l'ultima condizione richiesta dal Ven. Fondatore, la quale dice espressamente che i Cooperatori devono essere in grado di sostenere le Opere Salesiane anche con offerte e limosine, tali almeno da compensare l'invio gratuito del « Bollettino ».
In famiglia.
* IL CINQUANTENARIO DELL'APPROVAZIONE DEFINITIVA DELLA SOCIETÀ SALESIANA. - Venne benevolmente ricordato da vari giornali, con parole di grande ammirazione per il Ven. Fondatore e di benevolenza per i suoi figli. Rileviamo, tra gli altri, l'Avvenire d'Italia, il Corriere Toscano, il Corriere del Mattino, il Momento. Ai vari scrittori e alle singole Redazioni cordiali ringraziamenti.
* PER LA BEATIFICAZIONE DEL VEN. DON Bosco. - Una bella iniziativa si è diffusa quest'anno nei collegi salesiani di Spagna, specie in quelli dell'Ispettoria Betica. Il 31 gennaio u. s. anniversario della morte di Don Bosco, tutti i giovani si accostarono alla Santa Comunione per affrettare la Beatificazione del Venerabile; quindi si raccolsero nella sala dei trattenimenti, avanti la cara Immagine paterna, per un'intima dimostrazione d'affetto. I direttori, con brevi parole, rievocarono familiarmente qualche fatterello della vita del Venerabile, e gli alunni chiusero l'adunata col canto dell'inno a Don Bosco.
Complessivamente, si ebbero 3000 S. Comunioni, offerte al Signore allo scopo d'affrettar il giorno in cui il Ven. Don Bosco sarà elevato all'onore degli altari, e, insieme, una graziosa offerta per le spese della Causa.
* IN MEMORIA DI DOMENICO SAVIO. - Il 9 marzo, anniversario della morte del Servo di Dio Domenico Savio, venne commemorato in molti Istituti educativi, entusiasticamente.
A Genzano di Roma s'inaugurò un'artistica lapide, alla presenza di 400 giovani e di una gran folla di popolo. A Verona si tenne una festa popolare giovanile edificantissima. In molti collegi salesiani di Spagna si svolsero altri festeggiamenti con visibili frutti di benedizione. E grande, davvero, il fascino che esercita sulle masse giovanili la figura di questo carissimo allievo di Don Bosco. Che il Signore affretti a lui pure la gloria degli altari!
* ANCHE IL 6 APRILE, anniversario della morte del 1° Successore del Ven. Don Bosco, il Servo di Dio Don MICHELE RuA, fu intima festa in molte anime e spontanea rievocazione della sua memoria in vari giornali. Ricordiamo con particolare riconoscenza l'Avvenire di Firenze e Vita giovanile di Pisa.
Vita giovanile scriveva: « Che Don Rua fosse un santo, è convinzione di quanti ebbero la fortuna di avvicinarlo e di vederlo. La sua modesta cameretta di Valdocco fu sempre mèta di continui pellegrinaggi di persone di ogni nazione, attirate dalla fama della sua santità. Quanti si accostavano a lui, uscendo da quella cameretta, avevano una sola parola: « Don Rua è un santo ». E questa voce la ripeterono popoli interi, i quali, tutte le volte che l'umile sacerdote si volse per l'Italia e per l'Estero, si affollarono intorno alla sua mistica figura di asceta, trasformando col loro spontaneo entusiasmo le sue visite in veri viaggi trionfali ».
L'Avvenire lo ricordava « mitissimo ed energico organizzatore di volontà », « suscitatore di energie », « protettore dei giovani », « uno dei tipi rappresentativi più simpatici e venerandi dell'Italia cristiana »; - « un'anima grande, chiusa in corpo gramo e dentro esili forme; uno spirito di asceta austero ed energico; un grande cuore Paterno dal palpito possente immenso »; - « un apostolo, un grande educatore e un grande italiano » - « cortese, caritatevole, colto, intelligente e modesto », che « passò la vita beneficando »; - un semplice povero evangelico prete torinese, che ha lasciato dell'opera sua, del suo ministero, del suo apostolato, tracce vaste e profonde sopra tutta la terra ». E chiudeva la rievocazione con queste parole: « Non è a stupire se, così essendo, l'opera sua varcherà il tempo e rifulgerà immortale nella coscienza e nel pensiero delle generazioni future. La vita di don Rua ha in sè tanta poesia, che è ben difficile raccoglierne tutte le riposte ed arcane bellezze... Piangiamo e preghiamo ma confortiamoci; il cuore ne dice che questa bara, che oggi baciamo in lagrime, sarà domani... un altare! ».
In Italia.
* IN SUFFRAGIO DI MADRE C. DAGHERO. - Da tutte le parti ci giunge l'eco dell'unanime rimpianto e dei solenni suffragi per la defunta Superiora Generale delle Figlie di M. Ausiliatrice.
Particolare importanza - scrive l'Unione - pel numerosissimo intervento di autorità ecclesiastiche e civili, di rappresentanze, di popolo, ebbe il solenne funerale di trigesima celebrato nel Santuario di Maria Ausiliatrice, annesso alla Casa Madre di Nizza Monferrato.
Celebrò S. E. Mons. Milone, Vescovo di Alessandria, e disse il discorso funebre il rev.mo Dott. Don Alessio Barberis, Salesiano.
Il sig. D. Rinaldi inviò a rappresentarlo il nostro Economo Generale, Dott. Don A. Conelli. Il Consiglio Comunale di Nizza, volle, intervenendo, dare ancor una prova di venerazione all'Estinta.
A Roma il 10 aprile u. S. pontificò S. E. Rev.ma Mons. Luigi Olivares, Vescovo di Sutri e Nepi: disse l'elogio funebre il ch.mo Mons. Salotti, grande ammiratore dell'Opera Salesiana, e impartì l'assoluzione al tumulo l'E.mo Card. Cagliero.
* PER GLI ORFANI DI GUERRA. - L'egregio Cooperatore avv. Giacinto Nardone di Putignano ha pubblicato uno studio del prof. Pietro, suo fratello, cultore di studi storici, morto in guerra; e ne offre 15o copie a beneficio dei nostri Istituti « Orfani di guerra ». Lo studio tratta di « Genova e Pisa nei loro rapporti commerciali col mezzogiorno d'Italia tra la fine del secolo XII e gl'inizi del XIII », e si vende a lire 10. Rivolgere le richieste allo stesso avv. Giacinto Nardone, Putignano (Bari), e presso la Libreria della Società Editrice Internazionale TORINO, Corso Regina Margherita, 174.
* CURA PRFSSO LE TERME E I FANGHI DI AcQui. - Le Figlie di Maria Ausiliatrice dell'Istituto S. Spirito di Acqui ci pregano di far noto che, presso di loro, possono trovar pensione ed alloggio le signore e signorine cooperatrici ed ex-allieve e loro conoscenze che avessero bisogno di recarsi ad Acqui per cura presso le Terme e i Fanghi. Rivolgersi per ulteriori schiarimenti, direttamente alla Direttrice dell'Istituto Santo Spirito - Acqui (Alessandria).
All'Estero.
* Nuovo ISTITUTO SALESIANO. - È stato aperto a Las Palmas, nelle Isole Canarie, per i fanciulli poveri. Sorge nei locali, ampi e spaziosi, che una volta formavano il centro di educazione e di studio dell'elemento più ricco e aristocratico del luogo. Trasformati in scuole professionali per i figli del popolo, essi accolgono già 15o alunni interni e un centinaio di esterni, che vengono gratuitamente educati e istruiti in un'arte o professione, che assicurerà loro un onesto avvenire.
* NEL POPOLOSO BORGO DI MADRID, DETTO delle Quattro Strade, da tre anni i figli di D. Bosco hanno aperto un Oratorio festivo, in cui si ripetono le scene del prato di Valdocco. In una vasta estensione di terreno, dove possono comodamente divertirsi un migliaio di giovani, si alza un padiglione che serve da cappella e da teatro: accanto ne sorge un altro, di due piani, dove sono le scuole. Ogni giorno son trecento poveri fanciulli, che vengono gratuitamente istruiti, e alla sera le aule sono occupate da una cinquantina di giovani operai, dai 15 ai 25 anni. E poichè divertimenti svariati e adatti alle diverse età, funzioni religiosi inframmezzate da canti e preghiere, recitazioni drammatiche e gare sportive rendono la vita oratoriana attraente e gradita, alla domenica sono circa 6oo gli assidui, un bel numero dei quali si accosta settimanalmente ai SS. Sacramenti, mentre, fino a poco tempo fa, ignorava i doveri religiosi.
* IL SECONDO CONGRESSO DI ARCHITETTURA, tenutosi a Santiago del Chilì nel settembre 1923, conferiva la Medaglia d'Oro al salesiano compi. D. Ernesto Vespignani, architetto-costruttore della chiesa monumentale di Maria Ausiliatrice e della Basilica del SS. Sacramento in Buenos Aires e di molte altre chiese ed edifici nell'Argentina e vicine Repubbliche. L'onorificenza meritamente si unisce alle altre già conferite al benemerito figlio di Don Bosco. Cordiali rallegramenti.
* NUOVO ISTITUTO AD AYAGUALO (SALVADOR). - Per incarico dell'ispettore salesiano e con la benedizione dell'Ecc.mo Vescovo diocesano, il nostro missionario Don Giuseppe Rocca nel dicembre e gennaio scorso compì un'escursione apostolica nella repubblica del Salvador, in cerca di giovani aspiranti allo stato ecclesiastico, per i quali venne appositamente aperta ad Ayagualo una casa di formazione, allo scopo di provvedere alla grave mancanza di sacerdoti.
L'escursione, che ebbe i caratteri d'una missione e durò un mese, destò un salutare fervore religioso nelle popolazioni, che vedevano tanto di rado il prete, ed ottenne anche frutti consalanti. In varie località alcuni benefattori si proffersero di aiutare i giovani aspiranti; in altre, come nelle capitali dei dipartimenti di Sonsonate e di Ahuachapàn, si manifestò il desiderio di aver una casa salesiana.
Come frutto dell'escursione vennero accettati trenta giovani, che si trovano già nell'Istituto di Ayagualo, desiderosi di diventare buoni ministri del Signore.
* IL MISSIONARIO SALESIANO D. ALBERTO DE AGOSTINI ha raccolto, in uno splendido volume, i risultati dei suoi viaggi nella Terra del Fuoco.
Avendo, con fede di missionario e audacia da esploratore, percorso quelle regioni, osservandone diligentemente i fenomeni, scalando ed esplorando ghiacciai e vette fino a ieri imperfettamente conosciute, col pubblicarne ora i risultati, egli reca un importantissimo contributo allo studio della Terra del Fuoco - della quale determina definitivamente e geograficamente paesi e regioni, potenzialità e valore pratico, caratteri di flora, di fauna, di popolazione, di clima e di suolo - di modo che la stessa carta dell'Ammiragliato inglese, l'unica esistente e che fu la guida dei pochi e audaci esploratori di quelle regioni e la base dei negoziati politici cileni e argentini per la determinazione dei confini - viene a cambiare aspetto.
Di particolare interesse è lo studio etnografico sugli indi dell'arcipelago fueghino, tra i quali si svolse e si svolge l'opera dei nostri Missionarii.
L'interessante volume, corredato di grandioso materiale fotografico, che per artistica bellezza e precisione forma un coefficiente d'insuperabile illustrazione, non deve mancare in nessuna biblioteca. Ne riparleremo, con agio, più diffusamente (1).
(1) A. M. DE AGOSTINI, Missionario Salesiano. I miei viaggi nella Terra del Fuoco.
SCHULLER Mons. LoDovICO. - Tempra eminentemente sacerdotale, visse tutta la vita nel servizio di Dio, di null'altro bramoso che di illuminare le anime con la luce delle verità della fede. Autore apprezzato di varie opere catechistiche, compose anche un catechismo per il popolo, che ebbe larga diffusione in tutta Italia e preparò mirabilmente la via al Catechismo pubblicato dal Santo Padre Pio X. Il venerato Monsignore era anche nostro affezionato cooperatore e nutriva grande stima per don Bosco e per l'Opera Salesiana. Sia pace all'anima sua!
BALDI LUIGIA EMILIA. - Frequentò, postulante delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nel 1921, la 3a normale di Nizza. Alla vigilia degli esami pel diploma si recò a casa ammalata. Sopportò rassegnatissima due anni e mezzo di malattia, solo dolente di aver sofferto poco. Aveva fatto voto, se così piaceva al Signore, di farsi figlia di Maria Ausiliatrice e di consacrarsi all'assistenza dei lebbrosi. Spirò, santamente, in Garbana (Pavia), la notte dal 5 al 6 aprile u. s.
CAV. GIOVANNI DONNARUMMA. - Notissimo agli operai delle montagne delle province di Salerno e di Avellino, coprì molte cariche, segnalandosi sempre per grande generosità d'animo verso gli umili, e rettitudine e operosità singolare. Cooperatore fervente, fu il primo ad ispirare, a volere, a mantenere l'opera benefica di un Oratorio Festivo nel suo comune, a Siano, bramoso che i fanciulli corressero al sacerdote. Una prece per l'anima benedetta!
Preghiamo anche per
BUGARINI Mons. Vincenzo, † Roma. BURCHERI Maria, † S. Cataldo.
BuRSI Arturo, † Torino.
BUSNARDO Maria, † Casoni (Vicenza). CAIROLA Cav. Avv. Zaverio, † Torino. CALOLRA Lodovico, † Alice Castello. CAPPELLI Pietro, † Firenze.
CARPANONI Rinaldo, + Bismantova (Reggio Em.). CAVALLO Annetta, † Roasenda (Novara). CHIAPUSSO Zenaide, † Novalesa (Torino). CORAZZA Rosa, † Salobbi (Trentino). CORRADETTi Barbara, † Acquaviva Picena. CRESCINI Ferdinando, † S. Ambrogio di Valpolicella. CROSA Polissena, † Trino.
DALAN Anna, † Bassano (Vicenza). DALLON Filomena, † Donnaz (Torino). DA RIN, Francesco † Vicenza.
DEDOMINICI Costanzo, † Saluzzo (Cuneo). DEIDDA Luigia, † Seni (Cagliari). DIPIETRA Vincenzo, † S. Cataldo.
Durando Paola, † Farigliano (Cuneo). FALCONI Teresa, † Costa di Mezzate. FESTI Luigi, † Fiavè (Trento).
FOGLIA Maria, † Novalesa (Torino).
FoLLis Giovanni e Bernardo, † Alice Castello. FRANCAVILLA Marianna, † S. Giovanni Gemini. FRANCHINI D. Pietro, † Vicenza.
FRANCISCONI Catterina, † Alice Castello (Novara). FRECCHIANI Pietro, † Treviglio.
GAGGIO Martellina, † Grava (Alessandria). GALLIANO Vincenzo, † Roburent (Cuneo). GANDOLFI Felicina, † Torino.
GARDETTO D. Luigi, † Rivarolo Canavese. GARELLI Angelina, † Faenza.
GAvoTTo Giacomo, † Villanova di Mondovì. GAY Cav. Giov. Batt., † Fossano. GHEZZI Battista, † Madone (Bergamo). GIACOMUZZI Francesco, † Ziano (Trentino). GIOVANNINi Giuseppe, † Casabianca (Torino). GIRARDI Giovanni, † Verona.
GIUBLENA Maddalena, † Tricerro (Novara). GONEI,LA Ved. Vincenza, † Antignano d'Asti. GORDINI D. Faustino, † Albareto (Parma). GRIPPA Pietro, † Asso (Como). LAGO Domenica, † Madone (Bergamo). LIGI Carlotto, † Perugia. LOCATELLI Ermelinda, † Terno (Bergamo). LoCATELLI Maria, † Madone (Bergamo). LUSARDI Agnese, † Roccavarsi (Parma). MAGANA Caterina, † Brez (Trento). MAGGIORA Giuseppe, † Asti. MANZONI Maddalena, † Bologna. MARAZZI D. Giuseppe, † Cremona. MARCHI Rosa, † Torino. MASSARA Giacono, † Alice Castello. MASSARI Clotilde, † Morsasco (Aless.). MATIoTTI D. Giovanni, † Lograto (Brescia). MATTIo Ch. N., † Piasco (Cuneo).
MAZZocco Giovanna DE FAVER, † Quero (Belluno). MIANI Giuseppe, † Rualis (Udine). MINELLA Margherita, † Crescentino. MORBELLo Luigi, † Casale Monf. MORTINI Margherita, † Gussola (Cremona). MOUSAMET Paolo, † Challant S. Victor (Torino). NATTA Giovanni, † S. Sebastiano Po (Torino). NOVASIO Domenico, † Lanzo Torinese. OTTONE Giacomo, † S. Pier d'Arena. PASCHETTA Luigia, † Morsasco (Alessandria). PASTORINO Teresa, † Loano. PEDROLI Adelaide, † Besozzo (Como). PEROSINO Domenico, † Tigliole d'Asti. PICCA Domenica, † Paesana (Cuneo). PIGNATO Roberto, † S. Cataldo. PIOLA Pietro, † Torino.
PIOMBINO Gemma, † Genova. POLOMINI Luigi, † Darfo (Brescia).
POZIONI Mons. Domenico, Vescovo, † Hong-Kong. PRETI PIOLA Maddalena, † Invorio Inf. (Novara). PREVITERA D. Michele, † Riposto (Catania). QUINTAVALLE D. Fortunato, † Scurano (Parma). RAVASCHINo Angela, † Varazze (Genova). RAVETTO Serafino, † Alice Castello. REGOGLIOSI Pericle, † Breme Lomellina. REINA Nob. Maria, † Como. ROSA Ved. FRANCESCONO, † Alice Castello. Rossi Pietro, † Sassello (Genova). ROVERDINI Filomena, † Ponte di Falmenta (Nov.). SALUSSOGLIA Andrea, Francesco e Teresa, † Alice C. SANTI Italia, † Fiume.
SARDI Mons. Vincenzo, † Roma.
SCOPPETTO Can. Giuseppe, † Bitetto (Bari). SERAFIN Giuseppina, † Cimadolmo (Treviso). SIGNORINI D. Giovanni, † Ponte di Legno (Brescia) SIGNORINI Giuseppe, † Scacciano (Forlì). SoRZi Giovanni, † Terno (Bergamo).
SPAGARINO Angela, † Piana (Nizza Monf.-Aless.). STUCCHI D. Luigi, † Corsico (Milano). TAGLIORETTI Giuseppina, † Como. TEMPINI Maria, † Capo di Ponte (Brescia). TIBONi Emanuele, † Ponte di Falmenta (Novara). TORTA Giacomo, † Nizza Monf.