PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
ANNO XLVIII. TORINO, DICEMBRE 1924 NUMERO 12.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)
SOMMARIO: "Buone feste!„ - La Beatificazione del Ven. Cafasso. - Ricordando il Ven. Don Bosco. - Dalle Case Salesiane di Terrasanta: Sul Sepolcro di S. Stefano. "Atti della S. Sede- li tempio di Gesù Adolescente. - "Abbiam bisogno anche di medicinali,,. - Dall'Assam: "Sacro Cuore di Gesù... màndaci il Missionario". - Dal Vicariato Apost. di Shiu-Chow (Cina). - DA gran Ciaco Paraguayo. - Le meraviglie di Maria Ausiliatrice. - A gloria del S. Cuore! - il Congresso di Buenos Aires. - Il nuovo Economo Generale. - Convegni di Decurioni in Sicilia. - Notizie varie. - Salesiani e Cooperatori defunti. - Indice dell'annata.
insieme con i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, e la gioventù alle loro cure affidata - presenta ai benemeriti Cooperatori, alle benemerite Cooperatrici, e alle loro Famiglie, i più fervidi auguri per le prossime
FESTE DI NATALE E DI CAPO D'ANNO.
In tutte le Case Salesiane dell'uno e dell'altro Continente si faranno speciali preghiere per i nostri cari Benefattori e le zelanti Benefattrici; e in modo speciale s'innalzeranno ferventissimi voti secondo le loro intenzioni nella CasaMadre, ai piedi di Maria SS. Ausiliatrice, sulla Tomba del Venerabile Fondatore, negli Istituti di formazione di nuovo personale, nei vari Centri di Missione, negli Ospizi di carità rigurgitanti di poveri orfanelli, e negli Istituti di Palestina. Dal primo giorno della novena del Natale fino all'Epifania, tutte le sere gli alunni dell'Orfanotrofio Cattolico di Gesù Bambino in Betlemme, accompagnati dai Superiori, si recheranno a visitare il Santo Presepio, e deponendo il Libro dei benefattori nel luogo dove nacque N. S. Gesù Cristo, pregheranno fervorosamente secondo le loro intenzioni. Nell'Album d'oro dell'Orfanotrofio di Betlemme sono inscritti "collettivamente„ anche tutti i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane.
Voglia il Divin Salvatore, ad intercessione di quella Benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani, benignamente accogliere le nostre confidenti preghiere e colmare i Benefattori nostri delle più elette benedizioni ora e sempre, in modo particolare nell'anno imminente, "Anno Santo" e Cinquantenario delle Missioni Salesiane.
Il 1° novembre, solennità d'Ognissanti, in Vaticano, nella Sala Ducale, si dava pubblica lettura di due decreti. Col primo si dichiarava potersi sicuramente procedere alla Beatificazione dei Ven. Giuseppe Cafasso, Rettore del Collegio Ecclesiastico di Torino, conterraneo, amico, benefattore e direttore di spirito del Venerabile Don Bosco. Col secondo venivano approvati due miracoli proposti per la canonizzazione del B. Giovanni Maria Vianney.
Alle parole di ringraziamento, rivoltegli a nome delle diocesi di Belley e di Lione e dell'archidiocesi di Torino, il Santo Padre rilevava la speciale bontà della Provvidenza divina che volle far sorgere sull'orizzonte della Chiesa questi due nuovi astri, appunto mentre « scende dal Cielo, sale dalla terra, si solleva dai misteriosi regni della pena purificatrice, il triplice inno di desiderio, di preghiera e di gloria, nel quale si esprime la Comunione dei Santi, questa divina circolazione di preghiere e di grazie, di meriti e di premi, questa magnifica circolazione che seconda l'altra ancor più magnifica e veramente divina, la circolazione del Sangue di Cristo che con la grazia del Capo purificando, santificando, glorificando, attraversa tutte le membra del mistico Corpo ».
Accennando alla vita del B. Vianney, il Santo Padre parlò con particolare affetto della consolazione che dalla glorificazione di lui trarranno tanti poveri, piccoli, umili parroci, pastori di anime sconosciuti, dimenticati da tutti », confinati spesso in angoli remoti, « vere sentinelle avanzate e perdute, perdute alla memoria, al plauso, alla conoscenza dei gran pubblico... ria non sconosciute all'amore, alla gratitudine di tante anime che non. hanno altri conforti che loro e il loro ministero ».
E del Ven. Cafasso tessè quest'elogio:
Il Cafasso fu un santo.
Nel Venerabile Cafasso la santità « trovò una larga e molteplice preparazione, quella preparazione che può ben dirsi la regola nella santità: intelligenza splendida, energia di volontà e quella ricchezza di doni naturali, per cui in qualunque direzione si fosse incamminato, qualunque carriera avesse percorso, avrebbe lasciato di sè traccia profonda e luminosa; ma sopratutto grazia di Dio con tutti i tesori di santità e con tutti gli aiuti bene spesso prodigiosi che sogliono accompagnarla: nè ci voleva meno per le difficoltà dei tempi che la Provvidenza assegnò al Venerabile Giuseppe Cafasso.
Lo disse anche Don Bosco.
Quando si pensa che la vita sua durò soltanto 49 anni e che si chiuse nel 186o, è detto in quale periodo terribilmente difficile di storia ecclesiastica e civile, massime nel suo Piemonte, essa dovette trascorrere. Il giansenismo non era ancora scomparso e continuava ad annebbiare le menti e ad intristire i cuori, il rigorismo avvelenava le anime, il regalismo tiranneggiava sovvertendo ogni ordine non soltanto nei popoli, ma anche nelle file del Clero. La giovinezza di Giuseppe Cafasso è già un albore di santità, le sue virtù sono l'ammirazione di quanti lo conoscono, tra gli altri anche di quel conoscitore di anime che fu il Venerabile Don Bosco che, giovanissimo egli stesso, lo conobbe giovanissimo e ammirò i tesori di quell'anima sacerdotale.
La Provvidenza aveva suscitato il teologo Guala che nel Convitto Ecclesiastico, ancor oggi dopo più di un secolo ancora fiorente e fecondo di santi franti, preparasse un riparo ed un centro di edificazione e di formazione ai sacerdoti desiderosi di servire più fedelmente Iddio e la Chiesa, e dal 1817 ivi erano convenute le anime più elette. Là convenne quasi per istinto di santa simpatia anche il Venerabile Cafasso, là le sue splendide doti subito si rivelarono, si conobbero i tesori che in lui la Provvidenza aveva adunato, e lo stesso fondatore soleva dire ai suoi Ite ad Joseph, e il nuovo Giuseppe era il nostro Venerabile, ed affermava che in lui essi avrebbero avuto un superiore migliore di sè.
Maestro, confessore e consigliere.
In quell'Istituto il Venerabile Cafasso diventava ben presto maestro del giovane clero, con calore di carità e con luce di sanissime idee contrapponendo ai mali del tempo gli opportuni rimedi. Ed egli al giansenismo opponeva uno spirito di soave confidenza nella Divina Bontà, al rigorismo uno spirito di giusta facilità e paterna bontà di ministero, al cesarismo una sovrana dignità di coscienza rispettosa ai tutte le giuste leggi e di tutte le legittime autorità, ma accompagnata, dominata e guidata dalla perfetta osservanza dei diritti di Dio e delle anime, dalla devozione inviolabile alla S. Sede ed al Sommo Pontefice e dall'amore filiale per la Santa Chiesa. Questo spirito egli si industriava di trasfondere nel giovane Clero, nell'ammirazione di tutti, nella consolazione del Vicario di Gesù Cristo. Maestro e formatore di sacerdoti, per felice necessità egli fu anche maestro e formatore di innumerevoli anime, poichè il suo spirito si riversava in ogni direzione. Confessore ricercatissimo, fu anche all'infuori del ministero sacramentale il consigliere universale di piccoli e grandi, nobili e plebei, .massimi e minimi, sacerdoti, vescovi, magistrati. Tutti, e da ogni Parte, a lui ricorrevano, ai suoi consigli, sempre altrettanto luminosi che sicuri, alle sue indicazioni spesso profetiche, ai suoi indirizzi sempre inspirati a divina sapienza.
"Avremmo voluto qui il Card. Cagliero!„
Avremmo voluto che fosse presso di Noi a dividere la gioia di questo giorno il Cardinale Cagliero, il quale ricorda di essersi a' suoi tredici o quattordici anni per la prima volta incontrato col Venerabile Cafasso, e una volta ancora, un poco più tardi, in compagnia del Venerabile Don Bosco. E l'uno e l'altro hanno e detto e scritto le impressioni indimenticabili che serbarono da quell'incontro e le sicure direttive che ne raccolsero per la loro vita e carriera sacerdotale.
Apostolo di carità e di verità.
Maestro, confessore e consigliere, il Venerabile Cafasso fu anche apostolo in tutto il magnifico significato della parola, apostolo di carità e di verità. Apostolo di carità, come Nostro Signore cline passava beneficando e sanando i corpi e le anime; apostolo fra i giovani, la sua predilezione; apostolo fra i poveri, la sua simpatia; apostolo fra gl'infermi, la sua compassione; apostolo fra i carcerati e i giustiziati, fino a diventare popolarissimo sotto il nome di « Prete della forca ».
In tempi che diedero larga messe agli estremi supplizi, nessuno in Piemonte andò al patibolo, lati vivo, senza la sua assistenza e il beneficio dell'opera sua, premiata e coronata non rare volte dalla miracolosa salvazione di più di un'anima negli ultimai istanti.
E fu anche apostolo di verità: predicatore magnifico tanto nella parola quanto negli scritti volumi di trattati, conferenze, dissertazioni, meditazioni ed istruzioni, che raccoglievano universale plauso, così che alla sua scuola si formavano oratori sacri di non piccola fama e di non poco merito.
Conquistatore di anime.
Ma sopratatto ed in tutto fu un uomo di Dio, un vero cacciatore, conquistatore di anime. Uomo di Dio che lo spirito di cui era ripieno, spirito ecclesiastico fatto di preghiera, di mortificazione, di zelo, di sacrificio, seppe trasfondere in quanti lo avvicinavano: spirito ecclesiastico tutto palpitante di filiale pietà verso la Vergine Madre e di indicibile divozione verso il SS. Sacramento.
Alcuni ammonimenti.
In tutto questo magnifico insieme una noto, non possiamo non ricordare, perchè corrisponde ad una necessità e ad una preoccupazione del momento presente. In tempi torbidi e frementi Per ire Politiche, uno dei punti Più chiari e fermi nel programma del Venerabile Cafasso era « niente politica ». Occhio a tutti i giusti interessi, Più attento ai Più grandi; consigli in tutte le direzioni, più ponderali e coscienziosi in quella dei pubblici interessi; tutta la cooperazione possibile, salva la dignità e la universale carità del Sacro Ministero; ma nulla che potesse abbassare o compromettere questa dignità e questa carità nelle lotte e negli odii di parte: tutto quello (come non vederlo?) che mirabilmente risponde alla necessità e condizioni di tempi nostri, ed anche (perchè tacerlo?) alle preoccupazioni che le accompagnano.
Sappiamo bene che i Nostri sacerdoti, i sacri Pastori veggono chiaramente in queste direzioni e vivamente sentono questa necessità. Sappiamo bene che la Nostra parola giunge, sempre a cuori aperti e filiali, a intelligenze illuminate e pronte, ed è ciò chi allieta il Nostro cuore liberandolo da ogni preoccupazione e riempiendolo di sicura fiducia nell'avvenire della Chiesa e della Società.
Ci occorre alla memoria un'altra nota che il Venerabile Cafasso soleva assiduamente ripetere nelle confessioni, come nella predicazione, un'alta parola che sembra anch'essa preparata per i nostri giorni: la parola che alla donna ricordava il dovere della cristiana modestia nell'abbigliamento.
Con solennità quasi apocalittica il Venerabile ammoniva.: « Quando pensate e attendete al vostre abbigliamento, pensate anche a quella toletta onde vi abbiglierà per la sepoltura la morte; che cose vorreste allora aver fatto? come vorreste allora esservi presentate nelle conversazioni, nel tempio, alla Mensa Eucaristica? » Grandi parole, degne di un apostolo e troppo opportune anche ai bisogni dei tempi attuali.
Ed ancora un altro pensiero, un altro ammonimento del Venerabile Cafasso oggi ancora trovi. tutta la sua opportunità: quello che gli ispiravo la preoccupazione pel traviamento e la rovina di tante anime nello spiritismo e nelle pratiche spiritiche.
Ben venga dunque questo grande e santo spirito che ha veduto con tanta verità, che ha mirato così lontanamente le necessità delle anime e dei tempi. Valgo il riflesso della sua opera apostolica ad illuminare gli spiriti, a santificare le anime in ogni direzione, a richiamarle efficacemente a Dio...
Il rito solenne della Beatificazione del Ven. Giuseppe Cafasso avrà luogo nella prossima primavera, e non mancheremo di preannunziarne il giorno ai lettori.
Nel mese di ottobre, a quanti ebbero la fortuna ii conoscere il Ven. Don Bosco rinnovavamo la preghiera - qualora non l'avessero fatto anteriormente - d'inviarci quelle particolari notizie del loro incontro e delle relazioni che ebbero col Servo di Dio, meritevoli di essere conosciute.
Parecchi risposero benevolmente all'invito e noi cominciamo a pubblicarne le relazioni, lieti se esse ce ne procureranno delle altre.
Ricordo di seminario.
Mons. Giuseppe Faletti, Arciprete di Diano d'Alba, ci manda questa memoria, che ha pubblicato anche nel suo Bollettino parrocchiale.
Ero entrato da pochi giorni nel secondo anno di liceo. Tra i nuovi compagni, uno ne vedevo che appariva sempre un po' sopra pensiero.
Una sera lo invitai a passeggiare con me, e dopo un po' di preambolo, gli domandai, se... quel suo contegno, un po' impacciato e melanconico, fosse effetto di nostalgia?
- Mai più! mi rispose. Gli altri anni era per me una festa, quando terminate le vacanze, potevo ritornare all'Oratorio di Torino. T'immagina, se posso provar pena nell'aver lasciata la famiglia, ora che l'ho così vicina.
- E allora?
- Vedi! non posso dimenticare ciò che mi ha detto Don Bosco...
- Ti ha fatto qualche cattiva profezia?
- Terminato l'anno scolastico, andai a salutare Don Bosco. Egli mi diede la sua benedizione, poi m'interrogò: « Ora che hai terminato il ginnasio, e fatti gli Esercizi, avrai pensato, m'immagino, al tuo avvenire. Che cosa hai deciso? » « Vado a casa, passerò le vacanze in famiglia; ad ottobre, andrò al noviziato, vestirò l'abito e mi renderò salesiano ». In quel momento la persiana della finestra della camera di Don Bosco, sbattendo contro il muro, fece echeggiare un colpo, secco secco. Don Bosco ridendo: « Hai sentito, mi disse, quel colpo? È per protestare contro la bugia che tu mi hai detto in questo momento. Tu... andrai a casa, vestirai l'abito talare, andrai in Seminario d'Alba, e da Don Bosco non ritornerai più... »
- Poi aggiunse altro che qui non è il caso di riferire.
Don Bosco, conchiudeva il mio buon compagno, è un profeta; ciò che dice, succede sempre. Le sue parole, non le posso dimenticare un momento. Mi sforzo di dimenticarle, ma vedo che è fatica gettata. Ciò ti spiega il perchè non posso stare allegro come gli altri.
Quel mio caro confratello vive tuttora. La profezia di Don Bosco, si verificò anche nei più minuti particolari.
Come conobbi il Venerabile.
Nei primi anni del mio sacerdozio, verso il 1883 od 84, mi si presentò in parrocchia una donna piemontese, chiedendomi pel viaggio a Torino, per andarsi a gettare ai piedi del sacerdote Don Giovanni Bosco, da che, essendo donna perduta in peccato, certo avrebbe ritrovato nell'uomo di Dio la salute con la Grazia Divina, poìchè Egli ne aveva salvate tante altre, oltre che dava educazione a tanti orfani e giovani figli della strada.
Così principiai ad avere stima di Don Bosco; e poi, con la lettura del Bollettino, appresi tante sue meraviglie, con desiderio d'imitarlo in qualche modo.
Pertanto, avendo un mio amico appreso a far parlare i piccoli muti nell'Istituto Fratelli Guadagno Firenze, sperimentammo riunirli in una scuola per esercitarli ed educarli; ma, perchè poveri tapinelli, occorreva anche nutrirli.
Nel bisogno scrissi a Don Bosco cercando aiuto, memore della sua carità. Il Servo di Dio si degnò rispondermi, suggerendomi buoni consigli ed inviandomi anche una somma discreta, dicendo che era tutto quello che aveva fra le mani.
Peccato di non aver conservato quella lettera edificante, per mia mala abitudine, sebbene mi rimase simpatia per la Società Salesiana e nominato cooperatore umilmente.
Accludo vaglia di L. 100, di cuore, per le vocazioni alle Missioni Salesiane.
Tanti rispetti al Superiore Generale, Successore di Don Bosco, con preghiera di raccomandarmi a Lui, onde mi protegga dal Cielo, dove spero vederlo nell'amplesso beato.
Lanciano, 10 ottobre 1924.
CONCEZIO LUIGI MARFISI
Can. Penit. della Basilica di Lanciano. Una vocazione predetta.
Mi trovava a Vercelli, con la mia nonna, quando, festeggiando a Torino lo sposalizio del fu Re Umberto I con la Regina Margherita, ci recammo anche noi alle feste. Dopo essere state alla Metropolitana per venerare la S. Sindone esposta in quella circostanza, la nonna mi condusse dal Ven. Don Bosco, dal quale aveva già ricevuti consigli e favori. Dopo avergli parlato, si chinò verso me e mi disse all'orecchio:
- Bàciagli la mano, che è un santo!
Sorpresa a tale invito, e temendo, come era solita, che la nonna mi burlasse, dissi francamente:
- Ma i Santi non sono in paradiso? Il Venerabile, sorridendo, rispose:
- Ha ragione, i Santi sono in Paradiso; e se uno vi tenesse già un piede, coll'altro potrebbe ancora cadere e restar fuori!...
E mi benedisse e mi regalò una coroncina coi grani celesti, e disse a mia nonna:
- Questa bambina si farà religiosa!
Mia nonna rimase tutta contenta, e mi ripeteva sovente la profezia.
Dopo d'allora varie peripezie attraversarono la mia esistenza e non dimenticai mai le parole di Don Bosco. Nel 1871 mi trovava colla mamma a Palermo e, dovendo ritornare con lei in Piemonte, c'imbarcammo sul bastimento « Messina » per traversare il mare sino a Genova; ed ecco, sul principio del viaggio, si sollevò una furiosa burrasca e la macchina si ruppe. Pareva tutto perduto, ma a me pareva sempre di vedere il Ven. Don Bosco e, ricordando la profezia, ebbi sempre la speranza di salvezza.
Entrai, più tardi, tra le figlie di Maria Ausiliatrice. Ed era novizia a Nizza Monferrato nel 1881, quando fui lieta di poter conferire col Ven. Padre, al quale manifestai la mia gioia di aver potuto conseguire l'ideale di farmi religiosa, ma dissi anche che temeva molto che i miei cari non potessero conseguire la vita beata..
Don Bosco mi rispose:
- Il Signore non vi ha chiamato a farvi religiosa solo per salvare l'anima vostra, ma anche quelle dei vostri parenti sino alla 4a e 5a generazione, e tutte quelle che volete; purchè perseveriate nella vocazione.
E mi regalò tre medaglie per i parenti.
Toccai con mano le verità delle parole di Don Bosco, perchè il nonno, allora di oltre 90 anni, morto poco dopo di un colpo, libero pensatore e vissuto lontano dalla Chiesa, ricevette prima di morire i SS. Sacramenti; come fece anche la mia carissima mamma.
Un altro ricordo di Don Bosco.
Nel 1887, trovandomi a Torino, ebbi la consolazione di recarmi con altre suore forestiere ad augurargli buon onomastico. Ci era stato imposto di non farlo parlare, per ordine del medico; e siccome non l'avevo più visto dopo il 1881, era persuasa che non mi avrebbe conosciuto. Invece, quale non fu il mio stupore, quando rivolgendosi a me, senza guardarmi, mi chiamò per nome, e, senza che io parlassi, lesse anche nel mio pensiero...
Saronno, 15 - 10 - 1924.
Suor ELISA MAROCCHINO,
Figlia di Maria Ausiliatrice.
Sul Sepolcro dì Santo Stefano.
Siamo lieti di poter dare, in questo mese di dicembre - in cui il pensiero cristiano vola con più forte nostalgia alla patria di Gesù - care notizie del suo paese.
A BEITGEMAL il Sepolcro di Santo Stefano comincia ad esser mèta di devoti pellegrinaggi. La festa dell'antica invenzione del Sepolcro, il 3 agosto, già quest'anno rivestì un carattere tutto speciale di fervore e di entusiasmo. Il dì innanzi v'erano convenuti in pellegrinaggio tutti i religiosi della comunità del Sacro Cuore di Betharram col loro superiore P. Buzy. Vi si recò anche il Vicario Patriarcale dei Maroniti. Il giorno della festa le sante messe sul venerato Sepolcro cominciarono all'alba. Mons. Giorgio Dumet celebrò per la comunità in rito maronita. Numerose le Sante Comunioni. Nello stesso giorno ebbe luogo la chiusura dell'anno scolastico dell'annesso Orfanotrofio, con premiazione agli alunni migliori, alla presenza del Console d'Italia, cav. Vincenzo Speranza, accorsovi da Gerusalemme.
Tra le visite, particolarmente degne di menzione in questi ultimi mesi, ci vengono segnalate quelle di dieci Professori del Pontificio Istituto Biblico di Roma, di diverse nazionalità, col loro direttore P. Mallon, d. C. di G.; della Scuola Americana di ricerche archeologiche, diretta dal prof. Albright; dei Governatori di Gerusalemme, Giaffa, e Gaza; dell'Ispettore Generale della Gendarmeria inglese, di Mons. Carlo Respighi, ecc. ecc.
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Accanto al Sepolcro, e precisamente nella Scuola Agricola di Beitgemal, fioriva, da tempo, un ambulatorio e distributorio farmaceutico, il quale, in ossequio ai desideri del Santo Padre di cooperare con tutti i mezzi alla conversione dei Mussulmani, quest'anno ha fruttuosamente intensificato il suo lavoro. Ne parleremo, di proposito, quanto prima.
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Da BETLEMME ci scrivono che è assai accresciuto il numero degli alunni gratuitamente ricoverati nell'Orfanotrofio di Gesù Bambino: poveri giovani del tutto abbandonati, piccoli armeni sfuggiti alle stragi, ed anche parecchi poveri figli di emigrati europei.
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A GERUSALEMME merita particolar rilievo il Circolo degli allievi, che al presente ne conta una quarantina. In giugno ebbero benedetta la nuova bandiera per mano dell'Eminentissimo Card. Giorgi; e tutti, pieni di fede e di riconoscenza al Ven. Don Bosco per l'educazione ricevuta, si propongono una vita di attivo apostolato con un convegno mensile, con preghiere quotidiane e col proprio buon esempio!
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Anche a NAZARET, ove il Tempio di Gesù Adolescente - il più bello della Galilea - attira lo sguardo dei pellegrini, si sta attivamente lavorando. Si vuole unire in apposito sodalizio tutta la gioventù allo scopo di spronarla a seguir le orme del suo esemplare divino...
Ai carissimi confratelli di Terrasanta, la preghiera di ricordarci - specialmente nelle imminenti solennità - con i nostri Cooperatori!...
I) IL SANTO PADRE, con motu proprio del 20 ottobre u. s., ha istituito una scuola di perfezionamento nelle lettere latine nell'Ateneo Gregoriano di Roma, il quale sotto l'antico e storico norie di « Collegio Romano » fu già, dalla seconda metà del secolo XVI, un nobile focolare degli studi di latinità, come di ogni altra cultura letteraria e scientifica, sacra e profana, secondo le parole scolpite nel frontispizio: Religioni ac bonis artibus. Chi penetra nello spirito del documento - osserva la Civiltà Cattolica - e s'interna a studiante l'ampia motivazione, sente che l'importanza del fatto particolare in se stesso, è poco o nulla rispetto a quella dell'alto significato che esso assunte, dello spirito che l'anima, e della premura segnatamente che esso dimostra nel Capo della Chiesa, in ordine alla formazione del clero, perche vi abbia più larga parte, nella cultura letteraria, lo studio del latino, non colpe studio di lingua morta, ma di lingua sempre viva e perenne nella storia della Chiesa.
2) IL SANTO PADRE ha inviato lettere gratulatorie a Mons. Seipel, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Austriaca, per non esser rimasto vittima dell'attentato che gli fu teso, e per il XXV di sacerdozio; - agli scrittori della Civiltà Cattolica, nel LXXV anno dell'autorevolissima rivista; - a Sua Ecc. Mons. Teotonio Emanuele Ribeira de Castro, Vescovo di San Tomè de Meliapor, per l'anno XXV d'episcopato.
3) IL SANTO PADRE, con la costituzione apostolica Ad sacrosanti apostolatus del 1° febbraio u. s., ad istanza dell'Arcivescovo Mons. Elvezio Gomez de Oliveira, salesiano, ha nuovamente smembrato l'archidiocesi di Marianna, creando la diocesi di Juiz de Fora.
4) LA SACRA CONGREGAZIONE DEL S. OFFICIO ha messo all'indice dei libri proibiti: L'esperienza etica dell'Evangelio (Brani scelti dal Nuovo Testamento) - Introduzione, traduzione e note di Adolfo Omodeo. Bari, Laterza.
5) LA SACRA CONGREGAZIONE PER LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, con lettera ai Vescovi d'Italia, ricordata « la tradizionale disciplina, confermata da tanti Pontefici e da tanti Concilii, antichissima ed universale » e recentemente sanzionata dal Codice di Diritto Canonico al can. 822, I, « essere la chiesa il luogo destinato alla celebrazione della Santa Messa », dichiara che « le facoltà degli Ordinari » per permettere la celebrazione della Santa Messa all'aperto « sono assai limitate, non potendosi esercitare se non in qualche caso straordinario, nè senza giusta e ragionevole causa, la quale dev'essere unicamente ispirata alle altissime ragioni del culto divino e al bene spirituale dei fedeli... È quindi fuor di dubbio che non si avrebbe la causa giusta e ragionevole, voluta dal citato can. 822, se la celebrazione della Messa fuori della chiesa fosse richiesta in occasione di commemorazioni profane, o per dare risalto a feste di carattere politico,... molto più poi... se si trattasse di celebrazioni, nelle quali, per la loro stessa natura, si insinui alcunchè di superstizioso o di pericoloso al retto sentimento religioso o alla purezza della fede nel popolo cristiano... In questi casi l'Ordinario, se i richiedenti insistessero invocando speciali ragioni di luogo, di tempo e di persone, trasmetta la petizione alla Sacra Congregazione dei Sacramenti, alla quale spetta la decisione in proposito » (26 luglio 1924).
6) LA SACRA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO - con decreto del 15 aprile u. S., - ha stabilito che d'ora innanzi non si devono tenere Congressi Catechistici o di Scuole di Religione - NAZIONALI o REGIONALI - senza darne anteriore avviso alla stessa S. Congregazione, accompagnandolo da una copia dei temi che si vogliono discutere. Questa norma tassativa per i Congressi Nazionali e Regionali è dichiarata direttiva, ossia è caldamente inculcata, anche pei Congressi Catechistici Diocesani.
7) S. CONGREGAZIONE DEI RITI. - È stata introdotta la Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio MARIA GIUSEPPINA RosSELLO, nativa di Albissola, diocesi di Savona, Fondatrice delle Figlie della Misericordia (Decreto 23 luglio u. S.).
Si sono tenute le Congregazioni Antipreparatorie per discutere il dubbio su due miracoli che si asseriscono operati da Dio ad intercessione della B. TERESA DEL BAMBIN GESÙ e su due miracoli del B. PIETRO CANISIO, sacerdote della Compagnia di Gesù, proposti per la loro Canonizzazione.
Si son compiute tutte le pratiche per procedere alla Beatificazione del VENERABILE GIUSEPPE CAFASSO, compatriota e maestro di spirito del nostro Venerabile Fondatore, ed alla Canonizzazione del B. GIOVANNI M. VIANNEY, Curato d'Ars.
(Cfr. numeri 9, 10, 11 « Acta Apostolicae Sedis »).
È vivo desiderio del nostro Rettor Maggiore, il sig. Don Rinaldi, d'inaugurare solennemente il nuovo Tempio, che si sta erigendo a Torino in Borgo San Paolo ad, onore di Gesù Adolescente e della Sacra Famiglia, entro l'Anno Santo 1925. Sarà l'omaggio ufficiale della Società Salesiana e dei suoi Cooperatori al Salvatore Divino. I lavori sono a buon punto, come i lettori possono vedere dalle illustrazioni che pubblichiamo; ma per compierli, e per compierli a tempo, è indispensabile e urgente la più ampia cooperazione. Il Signore benedica chi ci verrà in aiuto!
"Abbian anche bisogno di medicinali".
(Appello a quanti possono venirci in aiuto).
Jan fa (Canton-Cina), 15 ottobre 1924. Amatissimo Padre,
Di grande consolazione mi fu il suo scritto, che mi fece palese il suo gran cuore di padre, per la salute anche corporale dei suoi figli, specialmente se più lontani.
L'anno scorso, purtroppo, come altri confratelli della Missione di Shiu-Chow, fui colto da febbri malariche; e quest'anno me ne liberai con una buona cura di chinino.
Per noi il chinino è una vera provvidenza, perchè molta parte della Missione è in territorio infestato dall'accennato pericolo. E non solo da adesso, ma negli annali della Storia Cinese è ricordato che certe volte l'imperatore della Cina infliggeva come pena a certi delitti il domicilio coatto in zone infestate dalla malaria, e la nostra Provincia è tra queste.
L'uso, anche preventivo, del chinino giova assai alla nostra salute, e ci riesce un gran mezzo per far accogliere volentieri la parola di Dio da tanti poveretti, disfatti dalle stesse febbri malariche. La maggioranza di questi contadini sopporta il male per mesi e mesi - se non soccombe - sol perchè non hanno soldi da comprar il chinino. Due pastiglie di chinino costano, qui, quanto dodici soldi in moneta italiana: e le scarse provviste per i bisogni nostri personali non bastano per soccorrere tanti altri.
Come fare?
Cuori generosi, spero, ci verranno in aiuto, in vista, anche, del frutto spirituale che seguirà la carità del Missionario.
Negli anni passati l'uso, a pro' di poveri piagati, di un po' di tintura di jodio, regalataci da un munifico benefattore di Torino - il comm. Schiapparelli - ci attrasse la simpatia di paesi interi. Qualcuno tra noi, ed anch'io tra essi, potrebbe asserire, che l'aver usato la tintura di jodio a pro' dei soldati feriti, che si combattono da vari anni su queste contrade, trattenne i medesimi da atti collettivi di vandalismo nei paesi di nostra residenza; i paesani stessi lo dicevano.
La simpatia che suscita la carità del Missionario è uno dei mezzi più grandi per abbattere la barriera di prevenzioni, che tien lontani da lui tanti animi naturalmente retti. Ma la carità del Missionario è in proporzione dei mezzi di cui dispone, e tra questi son anche i medicinali.
Altro benefattore di Torino - il cav. Piccinino dell'Ospedale Oftalmico - ci regalò pel male d'occhi un suo specifico, col quale abbiam fatti molti amici e anche dei figli di Dio.
Quindi, amato Padre, dico grazie a lei e a tutte le anime generose, che col concorso della loro carità ci hanno messo e ci metteranno in grado di procurare a tanti la salute del corpo per disporli a provvedere a quella dell'anima.
Mi benedica, amato Padre, con tutti i miei Cinesi, e mi creda sempre, suo dev.mo figlio in C. J. Don ERNESTO FOGLIO Missionario Salesiano.
Una preghiera.
N. d. R. - Ci permettiamo ripetere una preghiera fatta altre volte:
I nostri Missionari chiedono con quotidiana insistenza - non solo lini e oggetti per l'esercizio del sacro ministero - ma anche, e sopra tutto, tele, abiti, calzature, per vestire i piccoli alunni dei numerosi Orfanotrofi ed altri neofiti, e medicine e mille altre cose necessarie per assistere fraternamente ed iniziare alla vita civile i nuovi cristiani. Additiamo, quindi, alle egregie Direzioni delle varie Case, Ditte, Negozi e Stabilimenti Commerciali la grande opera di fede e di civiltà che esse possono compiere in qualunque tempo dell'anno inviando al Rettor Maggiore dei Salesiani, sig. Don Filippo Rinaldi, Via Cottolengo 32, Torino, quanto credono di assegnare ed elargire alle Missioni Salesiane. Il Signore, per le fervorose preghiere dei beneficati, non mancherà di benedirle anche nei loro affari, in proporzione della loro generosità.
(Relazione del Missionario Don Paolo Bonardi).
Shillong (Assam), 29 settembre 1924. Amatissimo Signor Don Rinaldi,
Vorrei essere capace di comunicarle la commozione profonda che sento in cuore dinanzi al fatterello che sto per narrarle; molto semplice, in vero, ma che a me richiamò alla mente le soavi scene di fervore delle primitive comunità cristiane!
Il nuovo villaggio di Nohorani.
Nel Distretto Missionario del Bramaputra, percorso con tanto infaticabile zelo dai nostri carissimi Confratelli Don Gil e Don Piasecki, un gruppo di cristiani aveva emigrato dal nativo basti (villaggio), non trovandovi sufficente terreno da coltivare, e si era trasferito dentro il folto della foresta, fondando il villaggio di Nohorani (o Vahorani).
L'opera di diboscamento e la preparazione dei non pochi ettari scelti per la coltivazione del riso occupò molto tempo: e le tigri e i leopardi, fino allora indisturbati inquilini della località, cominciarono ben tosto a mettere a dura prova la pazienza dei cristiani, che, alfine, vedendosi rapinare quasi quotidianamente capre e vitelli, si videro costretti a costrurre delle piccole capanne sulle sommità degli alberi, ove stanziare, a turno ininterrotto, delle sentinelle armate di arco e frecce e munite di speciale apparato di canne, per dare il segnale d'allarme ai sopraggiungere delle fiere.
La vita, ciononostante, trascorreva serena per quella buona gente, priva di bisogni e senza l'ansia del domani. Divise le ore tra il lavoro dei campi e la caccia, sapevano trovare tempo, come qualsiasi altro buon indiano, per godersi beatamente le lunghe ore di ozio, fumando dentro la capannuccia di foglie di palma, o assorti nella contemplazione della natura bellissima, esuberante di fiori e di verde sotto la fiamma del solleone. Come cristiani, poi, conservavano sempre, tenacemente radicata in cuore, la fede instillata dal Missionario, il quale per l'addietro, sempre che l'avesse potuto, non aveva mancato di visitare il basti nativo una volta all'anno, per dar loro la S. Pasqua e per battezzare gli angioletti che, nell'annata, avessero allietato le loro capanne di novelli vagiti.
Ma là, nel cuore della foresta vergine, a quel loro villaggio ove nessun sentiero battuto faceva capo, e che nei cinque mesi delle pioggie, trovasi isolato, come in un'immensa laguna il Missionario non era mai giunto, e per tale assenza v'era pericolo che la Fede andasse illanguidendo. Che fare?
Santi ricordi. - La sacra immagine, la cappella e la croce.
Ricordarono che il Missionario aveva loro inculcato con speciale insistenza la divozione al Sacro Cuore; ricordarono che quand'erano al basti, ragazzi, scorrazzavano per la jungla in cerca dei più bei fiori per ornare l'immagine benedetta di Lui; ricordarono le feste religiose che di tanto in tanto facevano tra di loro, nell'assenza del Missionario, e le processioni, e la danza coi tamburi, e le canzoni delle loro donne; ricordarono... tante altre care memorie di quei tempi passati,... e un di loro prende un pezzo di tavola, e, così, come sa e rammenta, scolpisce in essa l'immagine del Sacro Cuore, mentre gli altri si dànno a costrurre una capanna nuova, con una gran croce avanti, che diviene il luogo della preghiera in comune.
"Sacro Cuore di Gesù, mandaci il Missionario! ".
Con fiducia incrollabile, come sotto l'influsso di un'ispirazione divina, pensano che il Divin Cuore, onorato così, compirà il loro vivo desiderio mandando il Missionario, e nel canto della loro chiesetta gli apprestano già un bel lettuccio per quando arrivi, e una tavola che potrà servirgli da altare; e stabiliscono che mattina e sera, là, tutto il villaggio si radunerà in ginocchio a pregare! E difatti ogni giorno, dinanzi alla rozza scultura saliva in coro anche questa preghiera: « Sacro Cuore di Gesù, mandaci il Missionario! » e le mamme, con la squisita tenerezza loro propria, levando i piccini in alto verso il Sacro Cuore, sillabando, facevano ripetere anche ad essi l'invocazione: « Sa ... cro Cuo...re di Ge ... sù, rnàn...da...ci il Mis...sio...na...rio! ».
La supplica di tante anime buone fu esaudita. Una notte del giugno u. s., a ora tardissima, per entro ai silenzi e al buio pauroso della foresta, il Missionario Cattolico, affranto dal lungo viaggio fatto tutto a piedi, giungeva a quel villaggio per portarvi, con affetto di padre, i carismi dello Spirito rinnovellatone delle anime. Era il nostro caro Don Leone Piasecki, e l'accompagnava il catechista del distretto.
Impossibile descrivere il gaudio di quei buoni cristiani! Impossibile descrivere la cordialità, la tenerezza, la venerazione, di cui furono prodighi col Ministro inviato dalla Provvidenza! Seguirono alcuni giorni di evangelizzazione, e vennero amministrati molti Battesimi e Cresime, e benedetti vari Matrimoni ed anche tombe, perchè anche i morti esultassero dell'avvenimento insieme coi vivi; ed ogni giorno fu una Comunione Generale.
"Siamo contenti che il nostro Sacro Cuore entri nella grande capanna del Papa".
All'atto di congedarsi, quando molti, specie dei vecchi, piangevano come per la separazione dal più amato de' padri, il Missionario domandò in dono quella rozza scultura a cui erano state rivolte, da tanti umili, così ferventi preghiere. Non volevano privarsene: ma quando seppero che sarebbe stata mandata a Roma e che sarebbe giunta ai piedi del S. Padre, quando il Missionario, tratta dal breviario un'immaginetta di Pio XI si fece ad infiammare gli animi all'amore del Papa, come ci ha insegnato Don Bosco, ed ebbero promessa che in compenso del loro sacrificio avrebbero ricevuto in cambio un'altra statua più bella e più grande per la loro chiesetta - e, speriamo, benedetta dallo stesso Vicario di Gesù Cristo! - « Sì » dissero più volte; « Si, siamo contenti che il nostro Sacro Cuore entri nella grande capanna del Papa, e Lui ci mandi il suo: basta che non ne siamo privi, e che tu pure, Padre, torni presto tra noi! »
Amatissimo signor Don Rinaldi, ho cominciato questa mia confessando la mia incapacità nel narrarle convenientemente una storia così semplice, eppur tanto sublime, e termino con due domande. Anzitutto la prego ad inviarci un nuovo rinforzo missionario che ci metta in grado di poter curare maggiormente varie cristianità sparse sui monti, nelle pianure, e dentro le foreste di quest'Assam immensa, e saziare tante anime sitibonde di vita eterna. In secondo luogo ci trovi un'anima generosa che voglia inviarci una bella statua del Sacro Cuore, colle braccia levate a benedire tutta quanta la nostra cara Missione.
Gradisca anche gli ossequi di quest'ultimo de' suoi figli, che Le vuol tanto bene, e preghi perchè il Signore e Maria Ausiliatrice mi tengano la mano sul capo. Anche a tutti gli altri Superiori i più affettuosi saluti.
Sempre dev.mo figlio in C. J. Sac. PAOLO BONARDI.
N. d. R. -- Il caro Don Bonardi, una settimana dopo che aveva inviato questa lettera al nostro Rettor Maggiore, e precisamente il 5 ottobre, solennità del Santo Rosario, tornando a Shillong da un paese vicino, cadde a capo fitto di bicicletta, in una discesa pericolosissima, riportando varie contusioni e fratture. Per buona sorte venivano subito dietro a lui alcuni confratelli con Mons. Mathias, che lo raccolsero con i dovuti riguardi e lo trasportarono a Shillong. Il suo stato era gràvissimo. il medico, prontamente accorso, lo diede perduto; e, invece, fin dal giorno seguente, per una grazia del cielo, che il caro Missionario attribuisce all'intercessione del Venerabile nostro Padre Don Bosco, prese a migliorare e in breve fu dichiarato fuor di pericolo. In attesa di ricevere dal graziato il racconto del gravissimo rischio e del segnalato favore, inviamo al caro Don Bonardi i più cordiali rallegramenti, e ringraziamo noi pure Iddio e Don Bosco.
(1) Nel cartello, applicato all'immagine, è questa scritta: « I cristiani del villaggio di Nohorani in Assam, da molli anni privi del Missionario, scolpiscono quest'immagine del S. Cuore e dinanzi ad essa si radunano ogni giorno a pregare perché il Signore mandi loro il Missionario. - Anno 1924 ».
La visita Pastorale di Mons. Versiglia.
In attesa, ancora, del resoconto ufficiale del lavoro compiuto dai nostri Missionari nel Vicariato Apostolico del Cuantung in Cina, dall'agosto del 1923 all'agosto del 1924 - resoconto promessoci dallo stesso Mons. Versiglia - offriamo ai lettori alcuni semplici appunti, di Monsignore e dei suoi compagni, sulla visita Pastorale compiuta ai vari distretti del Vicariato nell'anno che muore; gioveranno a dar un'idea delle difficoltà che accompagnano i viaggi missionari in quelle terre, battute ancora dalla guerra civile, e del bene che vi compie - egualmente - la grazia di Dio.
Le difficoltà dei viaggi.
Mancanza, frequente, di mezzi di trasporto e pioggie dirotte quindi anche cadute per i sentieri impraticabili, dove non potevano tener fermo il piede nemmeno i cavalli: digiuni forzati e forzate stazioni deserte... chi può enumerare le mille peripezie dei nostri viaggi?!
L'inclemenza del tempo mi obbligò a fermarmi per alcuni giorni a Tong Fong Teu, con immensa gioia dei cristiani, che si sentirono rinfrancati dalla nostra presenza. La zona è infatti quanto mai infestata dai pirati, che vi commettono ogni sorta di ribalderie... Pochi giorni prima del nostro arrivo, avevano battuta una povera vecchia...
Il tratto da Nam Yung a Fong Tong fu più disastroso ancora dei precedenti. Per l'impraticabilità dei sentieri dovemmo prendere la via lunga e compiere l'ardua salita del Fou Tao. Tuttavia l'ascesa andò benino: sulla cima ci fermammo al Tcha Tin per riscaldarci e ristorarci e riposare anche i cavalli. Ma, ripresa la marcia, da mezz'ora camminavamo sulla cresta del monte, quando il tempo incominciò a imbronciarsi, a cadere la pioggia e ad alzarsi un vento furioso che ci ruppe gli ombrelli.
L'acqua gelata, in pieno febbraio, ci scrosciava contro i vestiti, la faccia e il collo, flagellandoci senza pietà. E non v'era un angolo in cui ripararci! Ad un tratto i cavalli s'impuntano, e non si va nè avanti nè indietro, e trascorriamo una mezz'ora fra brividi e sospiri.
Finalmente le nuvole si alzano, e lentamente scendiamo a piedi verso Cin Kong, trascinandoci dietro i cavalli. Non si camminava più, si scivolava e si sdrucciolava...
Come Dio volle, arrivammo alla sera a Cin Kong, ove una buona famiglia cristiana ci accolse con ogni riguardo e cordialità. Ci cambiarono i vestiti, c'imbandirono la cena, e mentre noi riprendevamo le forze, il buon capo di famiglia ricordava con gioia i Vescovi, che aveva ospitato e a cui aveva offerto il suo vin dolce di riso, di fabbrica personale. Il suo figlio minore vegliò fino a mezzanotte per asciugare e stirare i nostri abiti...
Ci rimmettemmo in viaggio. A Chi Hing cercammo una barca, ma non fu possibile trovarla a nessun costo. Eran tutte nascoste nei torrentelli e piccoli affluenti per non esporle ad esser preda dei soldati. Ci fu giocoforza costeggiare il fiume per una stradicciuola perdentesi tratto tratto fra le risaie e fra gli arbusti della collina, e pernottare presso una famiglia di pagani, felici di albergare degli europei e, per giunta, missionari.
E fu fortuna, perchè nell'ultimo tratto verso Shiu Chow la via era quasi deserta, e non potemmo trovare un po' di tè, nè un po' di riso. Sembrava che un silenzio di dolore e di morte incombesse ovunque: la strada si snodava fra paesi deserti, bruciati o distrutti da masnade di soldati d'ogni partito, che da più d'un anno colle loro scorrerie da Canton al Kiang Si gettano ovunque il terrore. Vedemmo il bel mercato di Tai Kiu, notissimo per la sua posizione pittoresca ai piedi delle colline, ridotto ad un mucchio di cenere; e, così, ove prima si godeva un'ospitalità cordiale, non trovammo che spelonche abbandonate...
Un assalto dei pirati.
I servi ed i portatori, che seguivano la nostra comitiva, erano rimasti alquanto indietro, e poco lungi da Tai Kiu erano stati assaliti da una dozzina di ladri, che, puntando le rivoltelle e i pugnali, li obbligarono a cedere i bagagli. Il capo dei servi tentò di reagire, di protestare, di discutere, ma fu bendato agli occhi, e un pugnale alla gola lo persuase a star zitto.
I poverini portavano, oltre ai nostri indumenti personali, anche un bastone pastorale, l'unico che avessi, due macchine fotografiche, un prezioso materiale fotografico, una ricca bandiera offertami dai commercianti di Nam Yung ed altri oggetti, destinati all'Esposizione Missionaria. Di tutto furono spogliati, persin dei pochi soldi che avevano; sicchè dovettero continuare la via chiedendo la carità ai campagnoli, per giungere solo all'indomani a Shiu Chow, stanchi, sfiniti e con gli occhi ancor tremanti di paura. Denunciammo subito l'accaduto alle autorità; ma in questi periodi di torbidi c'è poco da attendere dagli uomini.
Il 25 febbraio scendeva in treno a Lin Kong How per salire al Lin chow. Passata la notte nella residenza di D. Boccassino, ripartimmo al mattino seguente sul vaporino Wai Tal, ma le rapide del fiume erano così frequenti e la forza del motorino così debole, che sovente dovemmo scendere a riva e tirare con la corda a tracolla l'imbarcazione.
Per colmo, a un certo punto, si ruppe l'elica, ed i motoristi, per aggiustarla, scesero fino alla gola nell'acqua gelata. Usciti fuori, fu necessario riscaldarli artificialmente con vino cinese, perchè si temeva che morissero assiderati.
Anche quest'incidente passò, e continuammo sino a Yong Shan, ove ci fu concessa una delle tante barche requisite dalle autorità militari...
Un balzo pericoloso.
In breve, le vicende più pericolose ci accompagnarono quasi in tutta la visita, che si protrasse per oltre tre mesi, e precisamente sino alla fin d'aprile...
Al martedì dopo Pasqua partimmo per Thong Thong, benchè tutto sembrasse congiurare contro il nostro viaggio. Non una sedia, non un portatore. Il mio cavallo era morto la sera prima, e dovemmo metterci in cammino a piedi, fiduciosi solo nell'aiuto della Provvidenza.
Dopo quattro ore incontrammo Don Barberis, ma anche il suo cavallo era inservibile per una larga piaga, che gli lacerava il dorso.
Percorremmo una cinquantina di chilometri a piedi. A due ore dalla mèta, quando la stanchezza si faceva notevolmente sentire, spingiamo avanti lo sguardo nella speranza che Don Foglio, dalla sua residenza, ci abbia mandato incontro qualche mezzo di trasporto. Ed ecco, infatti, al passaggio d'un canale, due giovani che ci attendono, ben lieti di offrirci i loro cavalli, che inforchiamo subito.
Ma in una ripida discesa, il cavallo che cavalcava io, imbizzarritosi non so per che, cominciò a trottare, poi a darsi a precipitosa fuga, travolgendo due piccoli bufali che incontrò sul sentiero. Sebben vecchio cavalcatore, non riuscii a trattenerlo. Mi raccomandai allora a Maria Ausiliatrice, studiai il posto e balzai d'un colpo a terra, cavandomela, grazie al cielo, con un semplice strappo alla veste, sopra la spalla.
Finalmente scorgemmo Don Foglio e alcuni cristiani, venutici incontro, e proseguimmo con loro fino a Thong Thong, che s'intravvedeva nella verde conca. All'ingresso tutti i fedeli, insieme con i maggiorenti, che ci ricevettero con un mondo di saluti e un lungo sparo di mortaretti, ci furono attorno e gremirono la piccola chiesetta, ormai insufficiente per quella cristianità.
Fervore edificante.
In compenso, non ci mancarono mai, in nessun luogo, le dimostrazioni di affettuosa riverenza e di fervore edificante. Se dovessi accennare a una a una tutte le scene di pietà e di fede, dovrei ripetere le stesse cose. Basteranno pochi accenni sporadici.
A Chi Hing, nonostante il tempo cattivo, ci vennero tutti incontro per molta strada, ed alla sera eravamo circondati da un gran numero di uomini, venuti anche dai paesi vicini, chi per ricevere il battesimo, chi la cresima: e l'indomani la cappella era proprio gremita. V'erano anche dei neofiti accorsi dalla zona di Ciang Fa, ove fino allora non si avevano cristiani: e in tutti un fervore e una fraternità cordiale, che ebbe il suo epilogo alla sera, in una commovente funzioncina, piena di sentimento e d'intimità.
A Nam Yung, al ponte, ove s'inizia la città, ci attendevano i cristiani, che improvvisarono un corteo, con fanfare e musiche rusticane, sparo di mortaretti e sventolio di bandiere. Anche il Presidente e il Vice-presidente della Camera di Commercio, con altre notabilità, vollero unirsi al corteo, che attraversò la città pavesata a festa con fiori e bendiere. Quivi benedissi la nuova cappella, dedicata a S. Francesco Saverio, e amministrai un numero consolante di cresime e di comunioni.
Eguale entusiasmo si verificò a Ciang Kong, ove in due giorni ebbi la soddisfazione di distribuire 16o comunioni, e di passare a benedire, una a una, tutte le case, con quanta gioia dei buoni cristiani è facile immaginare!
Non manca nemmeno la fede! Ci recammo ad Ham Kwong su una barca di cristiani, e per tutto il viaggio la barca fu convertita in cappella. In essa si celebravano le S. Messe, si pregava, si predicava, si amministravano i SS. Sacramenti, mentre i bravi cristiani si sostituivano per turno ai remi e al timone, per poter attendere tutti alle pratiche di pietà. Alla sera, quando giungevamo al luogo di sosta, adocchiato un gruppo di barche, infallantemente si ancoravano nel mezzo, e, finita la parca cena, intonavano le loro preghiere. Sapevano che a quel canto melodioso e cadenzato i pagani avrebbero fatto capolino dalle barche e dal villaggio, e che qualcuno dei più arditi sarebbe addirittura salito sulla loro barca, per godere con agio di quella novità. Era per noi una buona occasione per parlare del buon Dio, e ne approfittammo largamente. E tutta quella buona gente, di solito, ci ascoltava con interesse e attenzione! Son certo che se potessimo coltivare i pochi semi gettati, non mancherebbero copiosi frutti.
I cristiani stessi, finita la preghiera, si convertivano in altrettanti missionari, spiegando le nostre parole, rispondendo opportunamente alle domande che loro si facevano, e sciogliendo le obbiezioni; e la loro parola, semplice e persuasiva, e il loro aspetto, sereno e tranquillo, erano per i pagani le prove migliori della bontà della dottrina, che sentivano predicare per la prima volta...
A Lin Chow ci vennero incontro Don Ronchi e Don Pasotti con folti gruppi giovanili, con i quali, a suon di trombe e tra lo sparo dei petardi, in lungo corteo, percorremmo la via principale della città, per recarci alla chiesa, dove: ringraziammo di gran cuore il Signore. Là pure m'era riserbata la gioia di distribuire la S. Comunione a tutti i cristiani, e di dare la cresima e il battesimo ad un bel numero di persone, che trovai ben preparate...
Due giorni dopo eravamo a Tung Pi. Don Pasotti ci precedette e ci accolse insieme coi notabili, con le numerose sezioni scolastiche d'ambo i sessi, i maestri, le kuneon, i cristiani e i catecumeni, preceduti da stendardi e da una fanfaretta. Ed anche qui i ricevimenti furono quanto mai cordiali, e preziose le gioie godute. La frequenza alle funzioni fu commovente, e tutto l'insieme delle giornate quivi trascorse assunse un'imponenza da farci toccar con mano la grazia del Signore: 21 battesimi, 33 cresime, 208 comunioni!
Quella cristianità fiorisce in modo consolantissimo. La nostra scuola maschile inferiore conta 13o alunni, e la femminile, recentemente aperta, una quarantina. Vi sono tre maestri e una maestra: e l'affluenza alle nostre scuole non è solo dovuta alla ripetuta manomissione delle scuole cittadine da parte dei soldati, ma anche ad una felicissima corrente di simpatia e di benevolenza verso i missionari. Basti il dire che alcuni scolari son disposti persin a comperarsi il banco di scuola e a rilasciarcelo poi gratuitamente, pur di venir da noi. Forse bisognerà aprirvi una scuola superiore.
« Chi verrà in nostro aiuto?... »
Ma non si creda che la missione vada a gonfie vele; i suoi bisogni son molti e gravi, e se dovessi enumerarli ad uno a uno, non finirei così presto.
C'è bisogno di missionari; i pochi che ha presentemente la Missione sono sovraccarichi di lavoro, e non potranno durarla a lungo, perchè ogni troppo stroppia... C'è bisogno di catechisti e di catechiste, e in gran numero; le donne specialmente difettano di istruzione, poichè, per la dura condizione in cui si trovano, dovendo lavorare da mane a sera, crescono ignoranti. A Ki T'am da molti anni non avevano potuto avere una Kuneon che le istruisse, ed appena seppero che ne aveva destinata una per loro, un gruppo di donne, anzichè attenderla, salirono esse stesse a Lin Chow, per andarla a prendere.
Un angelo di più in paradiso.
E fu provvidenza! Appena fuori dell'abitato, si arrestarono con silenzio a un fioco vagito, che veniva da un cespuglio: si diressero a quella parte, e trovarono una povera creaturina abbandonata, che portava diverse ustioni alla fronte, sulle labbra, e su altre parti del corpo. Una delle tante vittime della superstizione! L'indovino aveva sentenziato che era invasata dallo spirito maligno, e quindi bisognava disfarsene; e perchè lo spirito non passasse a tormentare altri, il povero corpicino era stato martoriato col fuoco.
La buona Kuneon con le donne cristiane raccolse il bambino, e lo portarono alla missione, ove fu battezzato e adottato per figlio da un bravo catecumeno, venuto egli pure per ricevere il battesimo...
In più luoghi c'è bisogno estremo di aprire la scuola, e in altri, in molti altri, c'è bisogno di portar soccorsi d'ogni genere, per l'estrema miseria che vi regna.
Povere residenze!...
Quanta povertà, ad es., nella residenza di Chung Fung! La cappella è omai insufficiente per il numero dei cristiani, che va sempre più aumentando. Le pareti di mattoni crudi e mal connessi, mentre lasciano passare l'umidità, non permettono riattamenti. Un'unica cameretta, se così si può chiamare, serve da sala da letto, da ricevimento e da pranzo per tutti i missionari. Le formiche bianche rosicchiano inesorabilmente i libri, i paramenti e le stesse travi. È urgente apportarvi un rimedio, anche per assecondare il movimento spirituale che s'accenna promettente.
Chi verrà in nostro aiuto? Le spese, alle quali la Missione va incontro annualmente per il sostegno di tante opere in corso e per allestirne delle nuove, è superiore alle nostre forze. Confidiamo nella Divina Provvidenza, perchè si tratta della salvezza delle anime!...
Quelli che desiderano grazie da Maria Ausiliatrice, aiutino le nostre Missioni, e saranno sicuri di ottenerle.
Sac. GIOVANNI Bosco.
Alla vigilia della prima Missione Cattolica tra quelle infelici tribù. (Relazione dell'ispettore Don Riccardo Pittini al sig. D. Rinaldi).
Fuerte Olimpo (Alto Paraguay) 27 luglio 1924.
Amatissimo Padre,
L'iniziativa di una missione tra i selvaggi del « Gran Ciaco Paraguayo », che l'anno scorso si presentava così irta di ostacoli, si trova presentemente quasi a un passo della realtà.
Dovremo rinunziare al proposito primitivo, di fondarla all'interno, a varie decine di chilometri dalla via del fiume Paraguay. Questa distanza costituirebbe un grave pericolo d'isolamento per la Missione, a causa dei periodici straripamenti del fiume e delle pioggie copiose che innondano per centinaia di leghe il territorio basso, piano, impermeabile del Ciaco.
Un pericolo, non meno grave, offrirebbe la penuria di acqua potabile, massime durante le spaventose siccità.
Inoltre le tribù, essenzialmente nomadi per la necessità di emigrare in cerca di alimento, negli ultimi anni tendono, con insistenza, dall'interno verso la via del fiume cercando il contatto degli « obrajes » o imprese di legname, delle fabbriche di tannino, delle « estancias » per l'allevamento di bestiame, disseminate a grandi distanze le une dalle altre, nei punti ove l'elevazione del suolo sul livello delle acque è sufficiente per rendervi possibile la vita.
Quivi gli uomini sono occupati nei lavori più umili e faticosi, con una ricompensa e un trattamento da parte dei civilizzati che spesso si confonde con un po' di sfruttamento. Le donne, poi, i vecchi, i bambini e gli inabili al lavoro passano la vita ammucchiati e confusi coi numerosi cani in miserabili tolderie, fatte di pali confitti nel suolo e coperti da un basso tetto di paglia, che li protegge malamente dalle inclemenze del tempo e dagli assalti di mille insetti.
Comunque siffatta tendenza delle tribù verso la via del fiume rende possibile, anzi favorisce, l'esistenza di una Missione, che avrà sempre di mira l'interno del paese.
Tra i Lenguas. - 26 Battesimi.
È questa una convinzione che si è venuta maturando durante le ultime settimane trascorse nell'Alto Paraguay, in compagnia del caro confratello paraguayo, Sac. Emilio Sosa Gaona, da quattro anni qui addetto agli interessi spirituali delle famiglie lavoratrici.
Siamo partiti da Concepción, la cittadina più settentrionale del Paraguay, il venerdì 11 piglio, su di un vaporino che alla mezzanotte seguente ci lasciò in un isolotto denominato « Napegue », dove ci attendeva la famiglia del sig. Giovanni Cabrica, grande amico nostro ed amico e protettore di un numeroso nucleo di indi « Lenguas », che da vari anni lavorano ai suoi ordini nel taglio e trasporto di legname e in qualche piccola piantagione di mandioca e di patate dolci, qua e là per l'isola. L'ottima sua consorte con zelo veramente apostolico li vien preparando alla vita civile e religiosa.
Così, la domenica seguente, ebbi la gioia indicibile di celebrar loro la Santa Messa al rezzo di due grandi alberi in riva al fiume, di dirigere loro una buona parola che veniva subito tradotta da un interprete, e sopratutto di battezzarne ventisei dopo il mezzodì di quel giorno davvero memorando.
I Lenguas sono, senza dubbio, la razza più numerosa e la migliore del Gran Ciaco. Ultimi venuti dall'ovest in epoca che non possiamo precisare, seppero imporsi e predominare su tutta la regione centrale e meridionale. Il loro tipo fisico conserva grande somiglianza colle razze degli arcipelaghi dell'Estremo Oriente. Di carattere dolce e tranquillo, di costumi relativamente puri, di cuore sensibile sotto le fredde ed impassibili sembianze del volto, potranno essere incamminati senza grandi difficoltà per la via del Vangelo. Anzi l'isola di Napegue sarà con altri due isolotti adiacenti il luogo prescelto per una Missione che irradierà la luce della Fede su tutta la razza che si agita lì di fronte, nelle sterminate pianure del Ciaco.
Con questa dolce speranza lasciammo l'isola la sera del lunedì, diretti verso il Nord alla gran fabbrica di tannino della Compagnia Nordamericana di Pinasco.
A Pinasco.
Qui sostammo fino al sabato seguente, ospiti del Dott. Eusebio Ayala, Gerente dell'Impresa ed ex-presidente della repubblica del Paraguay.
Era mio vivo desiderio studiare sul posto le condizioni di alcune centinaia di indii Lenguas, Senapands, Angaytés ecc., venuti di recente colle loro famiglie da grandi distanze ad offrire i loro servigi all'amministrazione della fabbrica.
Nei dintorni di questa esse vivono divise in cinque grandi tolderie, alimentandosi un po' coi magri guadagni del lavoro e un po' anche di pesca e dei rimasugli che possono ottenere, qua e là, dalle famiglie dei « cristiani ». È questo il nome che distingue qui i civilizzati dagli indii.
Potei visitarle una per una, distribuendovi i soliti regali. Mi serviva d'interprete un egregio spagnuolo, il sig. Giuseppe de Alarcòn, per lungo tempo convissuto con loro sino a possederne la lingua e, con la lingua, il cuore.
Grazie a questo dominio morale su di essi, ne potemmo raccogliere un buon numero in casa sua per il rito della Santa Messa, che si svolse incompreso dinnanzi ai loro sguardi attoniti, ma infuse meglio nelle loro anime la grazia del Sacrifizio Divino.
Restammo in Pinasco solo cinque giorni, e furono sufficienti per conquistare l'affetto degli indii. Quando passavamo daccanto a loro, ci dimostravano con un cenno di saluto e col sorriso, che raramente sfiora le loro labbra in presenza di stranieri, la loro contentezza. Abbiamo promesso loro tutto l'appoggio materiale e morale, facemmo intendere il proposito di fondare una prossima Missione nelle isole di Nafegue, destinata alla preservazione della loro razza; e con questa dolce speranza comune li lasciammo alla mezzanotte del sabato seguente, quando c'imbarcammo sul « Bermejo », navigando sempre verso il Nord sul fiume Paraguay, in direzione delle terre occupate dalla tribù dei « Ciamacocos ».
E sul tramonto del lunedì vedemmo venirci incontro una barchetta la quale ci portò in casa del sig. Nicolò Salsa da Montanaro (Piemonte), che in questa remotissima parte del Paraguay si dedica con successo al taglio del « chebracio » ed all'allevamento di numeroso bestiame. Vi era già stato ospite l'anno scorso, ed ora passammo 4 giorni con lui, come in casa nostra.
Tra i Ciamacocos.
Il giovedì mattino, a cavallo, ci dirigemmo verso il « Centro », come dicono qui, cioè verso la regione occidentale del fiume, e traversando palmeti interminabili e fitte boscaglie, si giunse, al cader del sole, alle vicinanze di una grossa tolderia di Ciamacocos.
Un indio, venutoci incontro, corse ad annunziare la nostra visita, che si effettuò dopo un po' di cena.
Al chiarore di una lampadina percorremmo un lungo sentiero che terminava nel posto prescelto in mezzo al bosco per loro dimora.
Una lunga fila di fuochi accesi al rezzo degli alberi diceva il numero delle famiglie. Ci accolsero con un slancio un po' sospettoso. Infatti alcuni maligni avevano diffuso strane prevenzioni sul conto nostro.
Solo quando si cominciò a distribuir loro dei sigari ed alcuni mi riconobbero per la visita dell'anno scorso, a poco a poco ci si avvicinarono e quattro di essi intonarono, un dopo l'altro in nostro onore i loro canti selvaggi.
E noi, per non essere da meno, alternammo con essi il « Lodate Maria, o lingue fedeli!... », quasi volendo lasciare nell'aria e nella foresta vergine la prima impronta del dolcissino nome.
La mattina seguente un gruppo di uomini, donne e bambini, accorsero al nostro accampamento, assistettero abbastanza raccolti alla Santa Messa, la prima celebrata in quei luoghi, e ricevettero con gioia vari regali e, sopratutto, la promessa da parte nostra di superare ogni ostacolo per accorrere in loro aiuto. Purtroppo il nostro aiuto arriverà quando il funesto contatto colla gente denominata « civile » ne avrà contaminato i corpi e le anime, precipitando l'estinzione di queste povere razze! Il Signore c'invii dei missionari capaci di affrontare tutte le difficoltà e di preservarli dall'estrema rovina!
Altri Battesimi.
Prima di partire potei amministrare il S. Battesimo a due famiglie tra le più cospicue della tribù dei Ciamacocos », e per noi fu la miglior ricompensa del faticoso viaggio. Il loro esempio sarà fecondo e contribuirà a distruggere certe prevenzioni diffuse da qualche maligno.
Ai due capi di famiglia si imposero i nomi di Paolo e Filippo, in omaggio al compianto Don Albera e a Lei, carissimo Padre.
Qui anche, in Olimpo, il paesello che da tre anni è quasi residenza dei nostri missionari nell'Alto Paraguay, abbiamo battezzato e cresimato ieri il caro indio Ciamacoco Tommaso, da molti anni al servigio di una famiglia paraguaya. Poverino! Lo scorso anno, per stimolarlo a prepararsi gli aveva regalato una camicia pel di del suo battesimo: e si presentò, gongolante di gioia, colla sua camicia nuova, gelosamente conservata per un anno: e mi ha posto tanto affetto che vuole accompagnarmi a Montevideo!
Termino colla speranza di poter, quanto prima, inviarle una proposta concreta che si vien maturando col concorso di varie circostanze favorevoli, circa la fondazione della prima Missione cattolica nel Gran Ciaco Paraguayo.
Voglia benedire, caro Padre, gli sforzi di questi suoi figli, e specialmente del
Suo aff.mo in G. C. Sac. RICCARDI PITTINI Ispettore.
il Culto di Maria SS. Ausiliatrice.
A Cherasco.
A Cherasco, ad iniziativa del prof. Gino Bernucco, zelante cooperatore salesiano, si è formato un Comitato composto delle più elette personalità cittadine per erigere un'artistica cappella ad onore di Maria SS. Ausiliatrice nella chiesa parrocchiale di S. Martino. La domenica 11 novembre ebbe luogo la benedizione della bella statua della Vergine che verrà esposta nella cappella erigenda. La cerimonia si svolse sulla pubblica piazza di S. Martino, presente tutto il popolo della città e dei dintorni, in mezzo ad una miriade di luci elettriche e di lampioncini e ad una profusione di fiori. Compiuto il sacro rito dal rev. arciprete D. Calorio, la ricca statua, tra canti e suoni e molti ceri accesi, in mezzo alla folla plaudente e orante fu portata ai quattro lati della via, come a quattro stazioni, da cui l'Ausiliatrice benedisse la città, tutta pavesata a festa. I fortunati, che poterono entrare nella vasta parrocchia, udirono quindi il discorso entusiasta del rev. Arciprete, che disse le lodi della Vergine Ausiliatrice e ringraziò gli offerenti per la nuova Cappella, di cui delineò il grazioso progetto. La cara funzione ebbe termine colla benedizione del SS. Sacramento e col concerto della banda musicale sulla stessa piazza di S. Martino.
Morozzo (Cuneo).
Ci scrivono:
L'anno scorso, qui in Morozzo, quasi a custodia del paese, venne eretta una graziosa cappella dedicata a Maria SS. Ausiliatrice, nel luogo stesso dove prima sorgeva un piccolo tabernacolo. Quest'anno, grazie allo zelo del rev. Prevosto Teol. Cardone, vi si celebrò solennemente la festa titolare, e la cara cappelletta non solo è frequentata ogni volta che vi si celebra la S. Messa, ma è divenuta la mèta preferita delle brevi passeggiate di molte anime divote, che la fanno echeggiare ogni volta di preghiere e di canti.
Mirabello Monferrato.
Il 7 settembre u. s., si celebrò a Mirabello, in occasione del venticinquesimo della venuta delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la festa della Madonna di Don Bosco. Fu una solennità caratteristica nella sua semplicità, un vero trionfo in cui tutta la popolazione Mirabellese, volle dimostrare la sua profonda devozione verso l'Ausiliatrice del popolo cristiano.
Una Comunione Generale di ben 1500 persone, una processione interminabile fra archi e festoni, una fantastica illuminazione alla sera lasciarono in tutti i più soavi ricordi. La festa fu onorata dalla presenza della rev.a Madre Generale Suor Luisa Vaschetti e dal Prefetto Generale dei Salesiani Don Pietro Ricaldone.
Nel Santuario di Torino.
il 24 del mese, si compiono speciali funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata, e sono particolarmente i divoti di Valdocco che con vivissima fede accorrono alle devote funzioni. Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirvisi in ispirito.
GRAZIE E FAVORI (*)
« La Madonna me lo ha salvato!... ».
Dovevo partire per il Marocco, dove mi attendeva mio marito, che colà era arruolato in qualità di ufficiale nella Legione Straniera e che non vedeva da un anno. La vigilia della partenza, il mio unico figlio si ammalò, colpito da febbre fortissima con vomiti. Sommità mediche, chiamate a consulto, diagnosticarono un ittero infettivo con impressionanti fenomeni meningei ed albuminurici, e dichiarono il bambino grave. Mio padre promise che, se il bambino guariva, avremmo pubblicata la grazia. I medici avevano prescritto che il bambino bevesse. Cinque giorni e cinque notti il bambino non riuscì a ritenere neppure una goccia di acqua. Mi diceva: « Se preghi, di cuore, guarirò »; e mi faceva mettere in ginocchio, e lui giungeva le mani e ad occhi chiusi, dove filtravano lacrime, pregava.
La notte del sesto giorno il bambino s'alzò a sedere, indicando un angolo della camera. Si credette al delirio, ad un'imminente catastrofe. Supplicammo la Vergine SS. di non prendercelo, e con quale fede! Ad un tratto il mio Valdemar si mette a gridare: - La Madonna! La Madonna dice che se bevo, ora, riterrò. -Ed avidamente appressò alle labbra il bicchiere, che tremante gli porgeva... Bevve!... Da quel momento incominciò il miglioramento, lento, pieno d'incagli; ma ogni volta il piccolo ripeteva: « Se preghi bene, anche questo passerà »; ed ogni complicazione, visibilmente, scompariva dopo le nostre preghiere.
La Madonna me lo ha salvato!
Riconoscente adempio al voto fatto da mio padre, che, vivo ci ha aiutati col suo esempio di fede viva, ed ora dal cielo intercede per noi presso la Madonna Ausiliatrice, della quale era tanto devoto.
Signore, non dimenticateci, dite una sola parola, e saremo salvi!
Montemagno, dicembre 1923.
META Principessa AAGE nata Calvi di Bergolo.
UNA GUARIGIONE PRODIGIOSA. - Nel maggio passato mia moglie fu colpita da una violenta risipola, in seguito alla quale si svolsero gravi complicazioni da ridurre la povera malata in pericolo di vita. Quando pareva perduta ogni speranza nei mezzi umani, io mi rivolsi con tutta fiducia alla Vergine Ausiliatrice, promettendo di render pubblica la grazia e di offrire un piccolo obolo al suo Santuario.
La mia preghiera fu esaudita e mia moglie prodigiosamente e del tutto risanata fu conservata all'affetto della sua famiglia.
Coll'animo riconoscente sciolgo il mio voto, raccomandandomi ognora alla protezione della Madonna di Don Bosco.
Favigliano, 29 settembre 1924.
ARNALDI CARLO, geometra.
« SIANO GRAZIE A TE, O BUONA MAMMA! » - La mia curaziana Sartori Natalia in Molveno, dopo lunga malattia proveniente da debolezza eccessiva, nella quale si temeva dovesse soccombere, riusciti vani tutti i rimedi dell'arte medica, si rivolse a Maria SS. Ausiliatrice con tutta confidenza e fiducia, e la carissima Madre ascoltò presto la sua supplica e andò migliorando. Ora sta bene, e riconoscente pubblica per mezzo mio la grazia.
Molveno, 27 settembre 1924.
Sac. LUIGI RAUZI, Parroco.
LEGGENDO L'INVITO DEL VEN. DON Bosco: « Quelli che desiderano grazie da Maria Ausiliatrice, aiutino le Missioni e saranno sicuri di ottenerle! » non esitai un sol momento ad inviare la mia offerta per le Opere Salesiane e per una novena alla Vergine Ausiliatrice. Oppressa e tribolata da lungo tempo, ottenni la importantissima grazia nel periodo della, novena. Grazie o Vergine Ausiliatrice! Grazie, Don Bosco!
Un'abbonata.
GRAZIE, GRAZIE, o AUSILIATRICE DEI CRISTIANI, della tua continua protezione sulla uria famiglia Mi hai guarito un figliuolo che minacciava di essermi rapito da una dolorosissima colica; mi hai per due volte salvata la figlia Bianca, prima da una pericolosa appendicite ed ora da crudele sinovite; la nostra riconoscenza sarà eterna.
Il mio tenue obolo per le opere di Don Bosco in segno di gratitudine e questa relazione perchè tutti abbiano a unirsi con me a predicare la potenza dell'Ausiliatrice!
Verona, 18 ottobre 1924.
BUSELLO BETTILI CAROLINA.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) A. A., A. M., Abbonata (un'), Abrate G., Accatino M., Accatino T., Agagliati L., Aime E. insegnante, Aime V. in Aymar, Aymone C., Alcuri M., Allemandi Cav. M., Allia ing. G., Allievi A., Ambrois C., Amerio M., Angeli A. in Baldacci, Angius L., Antonini M., Aragone L., Arbizzóni E., Arbati T., Armas P. e P., Arnaldi geom. C., Arrigoni P., Artisi G., Audisio L., Augusta A., Avida A. in Fresilla, Azatti L., Azzolini M.
B) B. A., Badera C., Badino C., Bado F., Bagliani L., Balbo L., Baldi G., Baldis M. in Villata, Balma M., Banchini Nazzari di Cambiano, Barale L., Barbero T., Barbieri L., Barcellini I., Bardi C.ssa L., Barile C., Barile suor T., Bartoli V., Bassi T., Battelli F. in Bartocelli, Battiati S., Battistello G., Battisti D.r, Battocchio G., Beccaria A., Beccaris V., Bellini A., Beltramone M., Beltrutti G., Benacchio A., Benedicenti B., Berardo G., Beretta A., Beretta M., Bergonzoli G., Bernatto B., BerraT., Bertetti C., Bertoldo F., Besio F., Besnati A., Bettega P. in Mariani, Bettintani I., Bettola G., Biaggini L., Bicégo O. in Crosara, Biolchini M. in Pieracci, Boasso S., Boccalatte L., Bocci d. F., Bochiali A., Bodrito F., Boero P., Boiocchi F., Boldo F., Bollano D., Bolsami F., Bonardi C., Bonetti D., Bonin M., Bovino G., Bonomelli M., Bonomini B., Borbei L., Borello D., Borlandelli A., Borra E., Bortoloso R., Bosco L., Besio M. in Maccari, Bossi B., Bottanelli F., Bozzelli I., Bravi R., Brescianni D., Bria F., Bridi G., Brignoli P., Brondolo M. in Astrua, Brovia E., Bruni G., Bruno A., Buetto R., Buffa G., Buratti A., Burzio A., Burzio B., Bussa M.
C) - C. C., C. C. R., C. G., C. R., C. T., Calarco ch. G., Calameo-Nava cav. L., Calcagno A., Callerio G., Callegari G., Calvo A., Campagna M., Campagnola M., Campo R., Campora E., Camusso V. in Caratti, Canati V., Canavesio M., Candeli F., Canziani E., Capello M., Capirone T., Caputo-Nicolosi G., Carelli A., Carletto R., Carosio-coniugi, Carozzi C., Casabona A., Casale D., Casale G., Casasco C., Casati A., Castagna C., Castagna M. Castellani L., Cattaneo M., Cavalieri M. in Preziot'i, Cavallo C., Cerato G., Ceretto M. ved. Agostino, Ce. retto P., Certi C., Cerutti E., Cervio R., Cherasco C., Chiappella A., Chiattone D., Chierico (un) di Milano, Chierichetti L., Ciarleglio R., Ciccarelli M. in Approdino, Cigala L., Cinna C., Cipriani S., Cirillo M. in Soreca, Cirincione I., Cislaghi M., Civieri M., Clemei ti M., Cogo T., Coltura B., Contissone A. ved. Cannaferriva, Contor C., Contu M., Corino I. in Bellarate, Cor radi L., Correngia P., Corrias A., Costadoni C., Covani M., Cravero M., Cristiani d. M. Crudeli G., Cugnasca I.
D) D. L., Dagna R., Dal Ri C., Damilano E., Damonte L., Darbesio M., De Allegri T. in Grosso., De Angeli E., De Leonibus A., Delitala A., Delladio M., Della Vestra V., De Martini G., Dematt is S., Demergasse F., Demichelis F., De Orsola S., Desirello M., Di Francesco G. Di Giorgi A. in Giannini, Dolazza ing. G., Dondero avv. A., Donetti A., Drocco T.
E) - Ermoli E. in Valsecchi, Esposita A.
F) - Facchetti A.; Famiglie Accamo, Alberto, Aliberti, Boffano, Ghio, Magnano, Rota, Sivelli; Fancello S, Fanciotto A., Farina M., Farin i S., Farina U. e V., Farinetti O., Faverio P. in Da Prà, Fazio M., Federle M., Ferrando M., Ferraro G., Ferrero A., Ferrero M.. Ferro C., Finello M., Fiorini A.. Flora A., Flora M., Foglierí M. T., Fornero C., Franchini A., Frigerio C., Fratelli Galleana.
G) - Gamba T., Garino L., Garrione Giuseppe, Gar, rone Lu gi, Gasparini A., Gazzola conte G., Genta D. in Gasino, Genta G , Gera A., Gerardi A., Giacchi M., Giacomuzzi P., Giandroiie T., Giani C., Gino F., Giussani M., Giusti C., Gobbato R., Gorelli C., Graglia M., Grana,lia S , Grassi M., Gregari A., Griffa G., (.uarnieri E., Guidetto D., Gusberti E.
I) - Imrn avelle suor E. Incutti M. in Fiorenza, job G. B., Josola C.
L) - L. A. C., Lai P , Lana A., Landucci N., Leoni rag. B., Librizzi M. in Militello, Locatelli L., Lo Marto T., Lombardo D., Lombardo G., Lombardo T., Longo A., Losano R , Luchese G., Lunardoni V.,
m) - M. M. M., Nlaggiarotto E., Maglia E., Main R. ved. Ja, Manca r., Manerba V., Nlanio G., N[au2ani L., Marcello C.ssa NI in Grimani, Mario R, Marcoui L. in Moretti, Marcuzzi A., Marietti G., Marinoni C., Mar. tinetii E., Martinetto Guerruro T., Martinotti L. in Nasi, Mascetti rag. U., Massa NI. in Accini, Massetti C., Nlassola M., Maugeri S., Mizzoleni L., Mazzonzelii E.. Medda C. in Sionis, Melas R., Melis C., Mercati Mons. A., Miglio C., Milanesi E., Milesi N., Molinari A., Molino O., Molteui F., Moncalvo G., Mongelli G., Monticone E., Moro C., Mosconi ch. V., Mussa C. Mossen A., Mus Celestina.
N) - Nani I. in Semprini, Negro P., Novo F.
O) - Oberti C., Obini C., Oddone G., Oggero C., Olivieri A., Omarini C., Onisco A., Orru P.
P) - P. C., P. M., Piagnucco T. in Casalatti, Paioletti V., Palamini A., Palnusano C., Pallua avv. doti S., Panzeri C., Parona C., Patacchia D. ved. Giacobino, Pavese N., Pecetto M., Peirani S., Perasso E., Pernice cav. G., Pilato dott. P., Pirazzi G. in Maffioli, Piuma R., Pizzi A., Pontorno L., Porta P., Puzzi C., Prado P., Puiatti M.
Q) - Quaranta d L., Quattro alunne dell'Istituto Magistrale di N. S. delle Grazie a Nizza Monferrato, Quetto L.
R) - Rabino M., Ranza G., Ranzi d. L., Ravera M , Bavera S , Repetti S., Revessi A , Righetto L., Righi V., Rivetti E., Rizzoli T., Robello A., Rocca M., Roffinello M., Roli M L. Rombai A ed A., Ronco E., Ronfano G., Ronga d F., Russato M., Rossetti A., Rossi A, Rossi C., Rossi L., Rossi M., Rosi S., Rous G., Rovato C., Rovere L., Rovetta NI., Rubin E., Rustici F.
S) - S. D., Saccardo L., Sada Maunzio, Sala T., Sandri M., Santuz M., Sartorio P., Sciré R. in Costa, Serpero D , Sibuna, Silvestri G., Simondi E , Somaria R. Sopera M.; Sorelle Ciati, Fabbiano; Spina E., Spina R„ Suppi P.
T) - T. G., Tabbò L., Tacca M., Tampieri L., Tassi L., Tesando M., Tessari A., Thea N., Tita E. in Corvaia, Tombolini G., Tommaselli d. E., Torino E , Tosi M. A., Travasi L., Trinchero F., Tronconi E., Turotti B,
V) - V. D., V. M., V. P., Vaccari NI., Valente A., Valentini M., Vernetti R. in Gimbasso, Viano T., Viganò d. P., Vigand P., Viganotti V., Vignole N. R. in Sigrin, Villa G., Villosio P., Vittiman J., Voiello V.
Z) - Zacco G., Zacchi L., Zampieri G., Zana L., Zanchi P , Zanello E., Zanetta T. in Cerutti, Zanni D., Zanini L., Zannuri A., Zauli G., Zecchi M., Zeduri - Diottalevi, Zoppis E., Zottici A.
Ogni giorno fate vostra l'intenzione assegnata agli ascritti all'Apostolato della Preghiera; e il 1° venerdì del mese, sacro al Cuore di Gesù, e il 24, sacro a Maria SS. Ausiliatrice, raccomandate anche l'intenzione speciale da noi proposta.
INTENZIONI PER IL MESE DI DICEMBRE. Intenzione quotidiana: « DIO CI CONCEDA DEI SANTI ».
L'Anno Santo è ordinariamente caratterizzato da varie Beatificazioni e Canonizzazioni. Preghiamo il Signore che si degni benedire i lavori in corso per le cause di Beatificazione e Canonizzazione di molti Venerabili e Beati, affinchè il rito solenne della loro ascrizione al catalogo dei Beati e dei Santi parli al cuore di tutti gli uomini, cattolici ed acattolici, e, moltiplicandosi il numero delle anime elevate all'onore degli altari, la Chiesa e il mondo intero possano ottenere in maggior copia le grazie divine.
Per il 1° venerdì e il 24 del mese. « LE CAUSE DELLA SOCIETÀ SALESIANA e.
Per grazia di Dio anche la Famiglia Salesiana, sebbene sorta ieri, ha in corso varie Cause di Beatificazione e Canonizzazione, tra cui le più care e più importanti sono quelle del Fondatore, il Ven. Don Bosco, di Don Rua, modello dei suoi figli ed ammiratori, e di Domenico Savio, modello dei suoi alunni. Preghiamo fervorosamente il Signore a benedirle, ad intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, nostra madre e patrona, affinchè il nome Salesiano suoni più venerato e possano tutti i figli ed ammiratori di Don Bosco compiere un bene maggiore.
Un "grazie" ed una preghiera.
Il « Grazie! » più cordiale alle Redazioni dei giornali e periodici che ci concedono il cambio, ed una parola di scusa ad alcune che, nell'anno che termina, non hanno ricevuto regolarmente il « Bollettino ». Abbiamo già provveduto perchè coll'anno nuovo l'invio si compia regolarmente.
Un « Grazie! » speciale alle Redazioni che si dànno anche premura di pubblicare il Sommario del « Bollettino »; è pur questo un modo di cooperazione salesiana.
Una preghiera, poi, ai Redattori dei vari periodici delle nostre case. Per dare un notiziario completo e sollecito delle cose nostre, abbiamo bisogno che tutti, anche dall'Estero, anzi specialmente dall'Estero, c'inviino direttamente e regolarmente copia dei foglietti e periodici locali.
E da tutti, anche dall'Estero, l'invio si faccia a quest'indirizzo, in italiano: - REDAZIONE DEL BOLLETTINO SALESIANO, VIA COTTOLENGO N. 32, TORINO.
li Congresso di Buenos Aires.
Ci son giunte le prime notizie. Il IX° Congresso dei Cooperatori Salesiani, tenutosi a Buenos Aires dal 4 al 9 ottobre u. s. ebbe un esito brillantissimo. Tutta la stampa locale se ne interessò diffusamente, rievocando con parole di alta ammirazione la figura del Ven. Don Bosco e l'opera dei suoi primi Missionari.
Le adunanze del Congresso furono precedute da varie assemblee di ex-allievi e coronate dalla sfilata di 12.000 allievi, ex-allievi, allieve ed ex-allieve per le vie della capitale, fino al palazzo del Governo.
Si è stabilito, a ricordo del Congresso e del I° Cinquantenario delle Missioni Salesiane, di erigere un nuovo grande Istituto per bambini da 7 a 12 anni, orfani, poveri o abbandonati.
La relazione dettagliata, che non ci è ancor giunta, ai prossimi numeri.
Il nuovo Economo Generale.
A succedere al compianto Economo Generale Don Concili venne chiamato dal rev.mo sig. Don Rinaldi il Dott. DON FEDELE GIRAUDI, Ispettore delle Case Salesiane del Veneto e della Lombardia. Al nuovo Economo Generale l'omaggio dei più fervidi auguri.
Convegni di Decurioni in Sicilia.
Il voto fatto dai Decurioni Salesiani di Sicilia nei convegni tenuti il 1923 in occasione della visita del sig. Don Rinaldi, di volere cioè raccogliersi ogni anno, ha avuto la prima attuazione.
Il loro numeroso intervento ai cinque convegni tenuti in vari centri colla partecipazione dei Direttori Diocesani, di Zelatori, Zelatrici, Cooperatori, Cooperatrici, Ex-allievi ed Ex-allieve, e il vivo interesse preso alle discussioni ed alle altre manifestazioni svoltesi, diedero una consolante riprova delle larghe simpatie con cui la generosa Isola circonda ed incoraggia l'Opera di Don Bosco.
Il privo convegno ebbe luogo il 13 agosto a MESSINA, nel Collegio Salesiano S. Luigi. Vi parteciparono con Mons. Bruno, Direttore Diocesano, i Decurioni dell'Archidiocesi di Messina e della Diocesi di Patti.
Il secondo convegno si tenne il 27 agosto a CATANIA, nell'Istituto S. Francesco per l'Archidiocesi di Catania e le Diocesi di Acireale, Caltagirone e Nicosia. Presiedette S. E. Mons. Ferrais.
Il terzo Convegno si svolse il 9 settembre a PALERMO nel Convitto D. Bosco. Ai Decurioni delle Archidiocesi di Palermo e di Monreale e della Diocesi di Cefalù, si unirono Decurioni accorsi da altre Diocesi per il solenne Congresso Eucaristico. che si era svolto nei giorni precedenti. Presiedette S. E. Mons. Cento, Vescovo di Acireale, già benemerito Direttore Diocesano di Macerata.
Un altro Convegno si tenne il 4 ottobre a CANIcATTÌ nel salone dell'Oratorio festivo Maria Ausiliatrice, coll'assistenza dell'Ecc.mo Vescovo di Caltanisetta Mons. Giovanni Jacono, presenti i Direttori Diocesani, molti Decurioni e Zelatori delle Diocesi di Girgenti, Caltanisetta, Piazza Armerina ed i Cooperatori locali.
L'ultimo dei Convegni si tenne il 9 ottobre nell'Istituto D. Bosco di TRAPANI per le Diocesi di Trapani e di Mazzara del Vallo.
Ai vari Convegni, ai quali parteciparono i rappresentanti di circa 200 importanti centri dell'Isola, fu presente il nuovo Ispettore Salesiano Sac. Don Giovanni Segala e relatore il nostro propagandista Don Fasulo.
Dopo il resoconto dell'attività esplicata dalla Pia Unione dei Cooperatori nelle varie Diocesi ed il richiamo alle deliberazioni prese nei Convegni dell'anno scorso, argomento principale delle discussioni svoltesi, sempre con carattere di praticità, fu il modo di celebrare l'imminente Anno Giubilare delle Missioni Salesiane.
In ossequio all'appello del COMITATO CENTRALE DI TORINO fu stabilito di costituire in tutti i centri « Comitati di Azione Missionaria » per concretare l'aiuto alle Missioni Salesiane, procurando nuove vocazioni e mezzi per mantenerle.
E siamo lieti di rilevare che ai nobili propositi cominciano a corrispondere i fatti, poichè ad iniziativa dei Decurioni Salesiani vanno sorgendo nelle varie città della Sicilia « Comitati di Azione Missionaria ».
Quelli di Palermo e di Catania, costituitisi colla benedizione e coll'adesione degli Em.i Cardinali Lualdi e Nava, nella loro prima riunione presero impegno di provvedere ciascuno alla fondazione di una borsa missionaria.
Il Convitato di Canicattì, presieduto dal rev.mo arciprete prof. Don A. Ficarra, colla collaborazione della Gioventù Cattolica maschile e femminile del luogo, promosse una giornata missionaria degna di menzione, che, preceduta da una conferenza dell'ispettore D. Segala, si svolse solenne e fruttuosa la prima domenica di ottobre. Al mattino, a tutte le Messe celebrate nelle varie chiese della città, furono tenuti discorsi missionari. Nel pome riggio, nella vasta chiesa-madre letteralmente gremita, dal Vescovo di Caltanisetta fu impartita la benedizione ai bambini che portavano l'obolo per la Santa Infanzia; quindi sfilò un'imponente processione eucaristica cui parteciparono tutte le Associazioni Cattoliche locali, e numerosi Circoli Giovanili della Provincia con banda e vessilli. Il Santissimo, cui faceva corteo tutto un popolo devoto, fu portato dal Vescovo di Girgenti Mons. Lagumima e da Mons. Jacono. A sera, dinanzi ad un pubblico numeroso e scelto, fra cui gli Ecc.mi Vescovi e le autorità cittadine, Don Fasulo illustrò con proiezioni le Missioni Salesiane di America; e cinque nuovi aspiranti missionari, già accolti nelle Case di formazione di Pedara e di S. Gregorio, furono un tangibile frutto della proficua giornata.
Con egual fervore il movimento missionario si va allargando e sviluppando non solo nei luoghi dove sono Case di Don Bosco, ma anche in altri centri. Iddio benedica il santo seme gettato a piene mani dai nostri benemeriti amici, e dia loro la consolazione di raccoglierne nel prossimo anno, copiosi frutti.
ITALIA.
IL Nuovo TEMPIO DEL S. CUORE DI GESÙ a Casalmonferrato è stato aggregato alla Basilica Vaticana e, quindi, vennero ad esso concesse « tutte le Indulgenze e grazie spirituali elargite dai Sommi Pontefici alla Basilica Vaticana », di modo che « tutti i fedeli debitamente disposti », visitando detto tempio, « possono godere di tutte le Indulgenze, privilegi e grazie spirituali, come se visitassero personalmente la Basilica Vaticana ».
DONO DEL S. PADRE PIO XI ALLA BIBLIOTECA DEL PENITENZIARIO DI VOLTERRA. - Il Santo Padre, il quale si ricorda sempre benevolmente di Volterra, da lui visitata per ragioni di studio quando era direttore della Biblioteca Ambrosiana, per il tramite di Mons. Vescovo Munerati, ha fatto pervenire alla Direzione di quel Penitenziario, per la biblioteca dei detenuti, oltre cento volumi di lettura amena ed educativa, accompagnando il dono con parole gentili e con l'Apostolica Benedizione per i detenuti, il personale e quanti cooperano alla riabilitazione morale dei reclusi.
Una delle prime visite di Mons. Munerati a Volterra fu al penitenziario, e con ottimi frutti.
SPAGNA.
DURANTE I FESTEGGIAMENTI CHE LA CITTÀ DI BARCELLONA organizzò in onore dei Sovrani di Spagna, la banda musicale delle nostre scuole professionali diede un concerto, per cui le LL. Maestà ebbero parole di alta compiacenza. La
Scuola tipografica salesiana di Sarrià ne pubblicò il programma, elegantissimo, ad otto colori.
L'ESPOSIZIONE DIDATTICO-PROFESSIONALE DELLE SCUOLE SALESIANE DI SIVIGLIA, inauguratasi con intervento di Mons. Arcivescovo e di tutte le Autorità, ebbe l'onore di una visita delle LL. AA. RR. Don Carlo di Borbone e Maria Luisa di Orleans. Sul labbro degli augusti visitatori si udiva frequente l'esclamazione: « Davvero che l'Opera di Don Bosco è provvidenziale! »
* I LAVORI DEL TEMPIO DEL S. CUORE DI GESÙ SUL « TIBIDABO », presso Barcellona, proseguono alacremente, mercè il concorso di anime divote e generose, e sono meravigliosi. Nei mesi scorsi salirono a visitarli anche le LL. AA. RR. il Principe delle Asturie e l'Infanta Donna Isabella.
NORD-AMERICA.
* A Los ANGELES, IN CALIFORNIA, la chiesa salesiana dell'Immacolata venne trasportata da N. Spring all'angolo di Darwin St. e Orvenue 20, cioè al centro del maggior numero degli italiani residenti in detta città, dove, quanto prima, verrà eretta una grande parrocchia con scuole per i figli dei numerosi emigrati.
CENTRO-AMERICA.
* IL S. PADRE Pio XI, pel tramite dellE.mo Card. Cagliero, si è degnato dar una prova della Sua Sovrana benevolenza al Presidente della Repubblica di Panamà, Dott. Belisario Bona, inviandogli un'artistica medaglia. L'atto paterno del Vicario di Gesù Cristo tornò carissimo all'egregio uomo dì Stato.
IL GOVERMO DELLA REPUBBLICA DEL SALVADOR ha inviato una splendida medaglia d'oro al reparto Esploratori Don Bosco del Collegio di S. Tecla, accompagnata da un artistico diploma con questa dedica: « Repubblica del Salvador. - Per quanto il Collegio Salesiano di S. Tecla ha fatto con splendore e patriottismo nel giorno della commemorazione del primo Centenario della Indipendenza si concede il presente Gran Diploma d'Onore con Medaglia d'oro, come premio unico, aggiudicato all'unanimità nella storica ricorrenza. - Il Presidente della Repubblica Alfonso Quinonez - Il Ministro della Pubblica Istruzione R. Arrieta Rossi - Il Sindaco Carlo C. Urrutia - Il Presidente del Comitato Centrale Direttivo dei festeggiamenti d'agosto Giuseppe A. March ».
* A CARTAGO, nella Repubblica di Costarica, vennero benedetti i nuovi locali per le Scuole professionali sarti e falegnami. Vi convenne anche il Presidente della Repubblica, il quale comunicò all'assemblea che il Governo aveva istituito sessanta posti gratuiti nell'Istituto Salesiano per fanciulli, preferibilmente orfani, tra i 12 e 14 anni..
EQUATORE.
* A CUENCA È STATA BENEDETTA UNA NUOVA CHIESA, dedicata a Maria SS. Ausiliatrice. Compì il sacro rito il Vescovo Missionario Mons. Comin.
Duecento furono i padrini della consacrazione che con generosità vollero soddisfare una parte dei debiti contratti per condurre a termine il sacro edificio. I festeggiamenti, solennissimi, furono un nuovo e grandioso trionfo della Vergine Ausiliatrice nostra.
BRASILE.
DURANTE LA RIVOLUZIONE MILITARE CHE TURBÒ LA CITTÀ DI S. PAOLO anche il nostro Collegio del S. Cuore ebbe a subire considerevoli lanni materiali. Alle 9,2o e alle 9,3o del 5 luglio due granate scoppiavano sulle scuole professionali; ma, fortunatamente, non si ebbero a lamentare disgrazie personali, pur trovandosi, a pochi passi, un migliaio di alunni. Fra, doveroso quindi, innalzare al Signore per tanto favore l'inno del ringraziamento; e la solenne cerimonia ebbe luogo il 7 settembre nel Santuario del Sacro Cuore, con intervento del Presidente dello Stato Dott. Carlo de Campos. Finita la messa, s'intonò da 6oo giovani cantori il Te Deum; ed alla cerimonia religiosa tenne dietro un'adunata famigliare, coronata da un discorso del Presidente, che manifestò il suo grande compiacimento, assicurando che nessuna manifestazione gli era tornata così gradita e commovente come quella, della quale avrebbe conservato il più caro ricordo.
* LA cITTÀ DI PETROLINA, nello Stato di Pernambuco nel Brasile, ha accolto il suo primo Vescovo, Mons. Antonio Malan, Salesiano, già Prelato Ordinario di Registro di Araguaya. La cattedrale era gremita di autorità e di popolo. Monsignore, finito il solenne pontificale, con semplice linguaggio rivolse la sua parola di apostolo alle nuove anime affidate alle sue cure, lasciando la più cara impressione. I festeggiamenti si prolungarono più giorni.
Al I° Vescovo di Petrolina cordiali auguri.
REPUBBLICA ARGENTINA.
A ROSARIO, IN OCCASIONE DELLA VISITA DI S. A. R. IL PRINCIPE DEL PIEMONTE, venne allestita un'esposizione dei lavori delle Scuole professionali dei Collegio Salesiano, tipografi, fabbrimeccanici, falegnami-ebanisti, sarti e calzolai. S. A. R., accompagnato dall'Ecc.mo sig. Governatore e da tutte le autorità della Provincia e dal Municipio, si compiacque d'inaugurarla ed ebbe per i giovani alunni parole di encomio.
* A MENDOZA, NEL COLLEGIO DON Bosco, venne indetto un concorso fra gli alunni sul modo di celebrare convenientemente il mese di agosto, in cui ricorre il genetliaco del nostro Venerabile Fondatore. Venti furono i premiati, e dieci furono le proposte accettate dai Superiori. Piacerà conoscerle nella loro semplicità fervorosa:
1° Lettura in refettorio dei Cinque lustri dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, 1a fondazione del Ven. Don Bosco;
2° Fare una visita quotidiana al SS .mo Sacramento e a Maria Ausiliatrice per affrettare la Beatificazione del Venerabile;
3) Nella visita al SS.mo Sacramento pregare per l'aumento e la perseveranza delle vocazioni salesiane;
4) Promuovere concorsi di composizioni su Don Bosco e di declamazioni relative;
5) Intensificare la pietà mediante l'osservanza del regolamento e la maggior frequenza ai SS. Sacramenti, e la vita liturgica coll'esattezza delle sacre cerimonie e la diligente esecuzione del canto ecclesiastico;
6) Acquistare una più intima conoscenza dell'Opera di Don Bosco, mediante conferenze settimanali tenute dal Direttore;
7) Offrire tutti a Don Bosco, alla fine del mese, una corona di dieci di condotta;
8) Intensificare lo studio ed ottenere le più alte classificazioni anche in scuola;
9) Promuovere l'allegria nelle ricreazioni, come voleva Don Bosco, giuocando con tutto lo slancio giovanile, e combattere il peccato, unica fonte di vera tristezza;
10) Alla fin del mese fare una colletta a vantaggio delle Missioni Salesiane.
* Nello stesso istituto fu eretto un grazioso monumento a Maria Ausiliatrice, per festeggiare il Cinquantenario delle Missioni Salesiane.
CHILE.
* IL NOSTRO COLLEGIO DI VALPARAISO, come tanti altri collegi salesiani del Sud America, nei mesi scorsi, fu mèta di cordialissime visite del R. Ambasciatore Giuseppe Giuriati, del Comandante di Stato Maggiore, del Cappellano straordinario e di tutti gli ufficiali, sottufficiali e marinai della R. N. « Italia ». Troppo lungo sarebbe il semplice elenco. Dappertutto fu un scambio di gentilezze cordiali.
A Valparaiso il R. Ambasciatore con tutto l'equipaggio assistette il 29 giugno, insieme con la Colonia Italiana, alla Santa Messa, celebrata nei giardini dell'istituto, da Mons. Lonmbardi; e i nostri alunni salirono a bordo della R. Nave ad ammirare l'interessantissima esposizione fluttuante.
* A PUNTARENAS (Magellano) gli ex-allievi dell'Istituto Don Bosco festeggiarono il terzo anniversario della fondazione della loro unione con l'inaugurazione di una nuova sala di lettura, cui diedero il nonne del nostro Rettor Maggiore Don Filippo Rinaldi.
* CON DECRETO DELLA SACRA CONGREGAZIONE CONCISTORIALE, in data 26 ottobre u. s., il Santo Padre Pio XI ha destinato alla Chiesa Cattedrale di S. Carlo di Ancud nel Cile il nostro confratello Mons. Abramo Aguilera, già Vicario Apostolico di Magallanes, trasferendolo dalla Chiesa titolare di Isso.
Auguri cordialissimi di fruttuoso ministero pastorale al giovane e zelante Prelato.
Cav. Ing. RODOLFO SELLA. - Modello di professionista intimamente ed apertamente cristiano, ansò il bene in tutte le più eloquenti manifestazioni. La sua vita fu una splendida apologia della Fede. Riboccante di carità, nutriva in cuore un attivissimo zelo per ogni opera rivolta all'elevazione delle classi povere ed operaie. Pieno di ammirazione per Don Bosco e legato in riverente amicizia con Don Rua e gli altri successori del Venerabile Fondatore, fu benefattore nostro, affettuoso e zelante, in tutta la vita. La sua memoria vivrà a lungo in mezzo a noi, e saranno continui per l'anima sua i nostri suffragi.
Can. Teol. GABRIELE BoSSI. - Si spense, troppo presto, il 29 ottobre u. s. Era nato a Bardonecchia il 18 marzo 1867. Alunno dei Seminari di Chieri e di Torino, fu vice-curato a Poirino e a S. Massimo nella nostra città; quindi passò a Pecetto, dove lasciò un'orma profonda della pietà e delle virtù che egli andava insegnando dal pergamo.
Da sedici anni era Curato Vicario perpetuo della Metropolitana di Torino.
Tutta pietà e zelo, fu il consigliere, l'amico il fratello dei suoi parrocchiani, che vedevano sempre volentieri la sua figura buona, che li consolava nei dolori e soccorreva nel bisogno.
I poveri, gli ammalati e i giovani formarono le sue delizie. Gloria all'anima benedetta!
Teol. Coll. Don PIETRO CoRGIATTI. - Un'altra gravissima perdita ha fatto il Clero Torinese con la morte inattesa del pio, dotto e zelantissimo Curato di S. Massimo, passato all'eternità la notte dal 17 al 18 novembre u. s. Affezionato ad ogni opera buona, in varie circostanze mostrò tutto il suo interessamento anche per l'Opera Salesiana, da buon Cooperatore. Raccomandiamo anche per l'anima sua benedetta una prece.
Don STANISLAO MALVISI. - Anche il buon parroco di Foglizzo Canavese, grande ammiratore e amico dell'Opera di Don Bosco, è passato all'eternità. Sacerdote pio, colto e zelante, alternava le opere di pietà e del sacro ministero con lo studio e pubblicò una storia della sua parrocchia e un altr'opera ad esaltazione del sacerdozio.
All'anima buona il nostro grato ricordo e le preghiere; alla desolata madre l'espressione sincera del cordoglio dei numerosi salesiani che lo conobbero.
Don ANTONIO CARANDA. - Prevosto di Saluggia, zelò ogni opera buona, particolarmente l'educazione cristiana della gioventù, per la quale aperse un Oratorio festivo, e lo volle affidato ai Salesiani. Da anni costretto a restar sempre in letto, continuò tuttavia, quasi sino all'ultimo, ad interessarsi dei bisogni dei parrocchiani, con attività singolare. Volò al cielo la mattina del 9 novembre. Pace all'anima sua!
AIMERITO Sac. Giovanni, nato a Poirino (Torino), † a Nizza Monferrato il 2 - EX - 1924, a 43 anni..
Maestro comunale a Foglizzo Canavese e direttore di quell'Oratorio festivo, poi direttore per tre anni a Trino Vercellese, di pietà semplice e sentita, di carattere mite e buono, fu sempre amato da tutti. Pareva il ritratto della robustezza, e una rapida paralisi lo rapì al nostro affetto il giorno stesso dei morti. Da un mese appena si trovava a Nizza, come direttore di quell'Oratorio festivo, e si era cattivato l'affetto di quanti l'avevano conosciuto.
BIDONDE Sac. Alberto, nato a Rauch (Buenos Aires), † a Buenos Ayres il 12- VI 1924, a 32 anni.
Allievo del collegio di Bahia Bianca, giovanissimo sentì l'invito del Signore che lo voleva salesiano e l'ascoltò. Conseguito il diploma di Maestro a Bernal, si diede con abnegazione all'insegnamento. Anche in ricreazione, pieno di zelo per la formazione cristiana degli alunni, era l'anima dei loro giuochi. Sacerdote da 6 anni, colpito da grave malattia, fece il sacrifizio della vita al Signore, chiedendo altre vocazioni alla nostra Società e al sacerdozio.
COMPAIRE Marco, nato a Cavour (Torino), † a Viedma (Argentina), il 3 - VII - 1924, a 5o anni.
Questo buon confratello rese molti servizi all'Ispettoria Argentina, dal 1893 alla morte. Di carattere allegro e soave, era il modello del coadiutore salesiano, umile, pio, laborioso.
CONELLI Sac. Arturo, nato a Milano il 23 settembre 1864, † a Roma il 7 - x - 1924, a 6o anni.
Abbiamo detto dell'Economo Generale della Società, nello scorso numero.
Il 6 novembre si celebrò per lui un solenne funerale di trigesima nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino. Celebrò il nostro Rettor Maggiore sig. Don Rinaldi, e il prof. Don Eugenio Ceria, direttore della Casa Salesiana di Genzano, disse l'elogio funebre, rilevando le doti caratteristiche del compianto Superiore, sopratutto lo zelo, prudente e saggio, con cui disimpegnava i più delicati uffici.
Altri funerali solenni si celebrarono a Napoli, con elogio detto dal prof. D. Tommaso Chiappello, e a Roma, nella Basilica del Sacro Cuore, dove don Ceria ripetè l'elogio detto a Torino. Assisteva alla cerimonia S. E. Rev.ma il sig. Card. Evaristo Lucidi, ed erano presenti anche gli Ill.mi e Rev.mi Monsignori Zonghi, Arcivescovo di Colossi; Ridolfi, Arcivescovo di Irenopoli; Bevilacqua, Arcivescovo di Scitopoli; S. E. il signor Conte Maggiorino Capello, Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario del Nicaragua; Mons. Migone, Mons. Canapa, Mons. Borgia, e molti altri Prelati, Sacerdoti, Religiosi, nonchè varie distinte personalità del laicato.
Vale, anima desideratissima!
CATTANEO Sac. Ernesto, nato a Castelletto Scazzoso (Alessandria), † a Chieri il 2 novembre 1924, a 35 anni.
Pieno di fervore apostolico, nel 1918 partiva per la Cina, ma sorpreso in viaggio da fiera emorragia, era costretto a scendere a Port-Said, donde fu accompagnato alle Case Salesiane di Alessandria d'Egitto e di Cremisan, quindi in Italia, e per 6 anni si venne preparando alla morte.
D'animo delicatissimo, non volle che si avvisassero i parenti della sua ora estrema, e consegnò per loro questo scritto: « ... La vostra presenza mi avrebbe commosso troppo; per questo motivo io stesso ho detto di non chiamarvi. Ecco, questa è la mia ultima lettera, conservatela! Vi ringrazio del bene che mi avete fatto, e vi aspetto tutti in paradiso! »
Il Signore non mancherà di accordare alla nostra. Società speciali benedizioni per questa giovine esistenza, anelante all'apostolato, spentasi nel dolore e nel sacrifizio!
EsTRAYER Emilio, nato ad Avignon (Francia), † a Nizza Marittima il 7 - VIII - 1924.
Giovane quindicenne entrò nell'Oratorio di San Leone a Marsiglia, ed ascrittosi alla Società Salesiana, dapprima aspirò al sacerdozio e poi fu nostro coadiutore attivo e zelante, che si prestava, abilmente, a qualunque bisogno. Fu ottimo assistente di laboratorio, assistente generale, insegnante ed anche portinaio; ed esercitò ogni ufficio con zelo, con prudenza, e sopratutto con fede vivissima.
FUMAGALLI Sac. Salvatore, nato a Perego (Como), † a Milano il 4 - VIII - 1924, a 55 anni.
Allievo di ginnasio all'Oratorio di Torino, conobbe il Ven. Don Bosco, da cui ebbe tratti speciali di bontà paterna. Inviato in Spagna, fu direttore a Rialpo e in seguito a Malaga e a Bejar. Dopo vent'anni di lavoro, tornato in Italia, prestò l'opera sua a Treviglio e Milano, velando con profonda umiltà lo zelo attivo e illuminato, che noli diceva mai basta dinanzi al lavoro e a qualsiasi sacrifizio.
Guzik Sac. Guglielmo, nato ad Osielec (Polonia), † a Stryi l'8 - vIII - 1924, a. 35 amni.
Compì gli studi sacri in Italia, nell'Istituto Teologico Internazionale Salesiano, che allora si trovava a Foglizzo Canavese; e nei nove amni di sacerdozio fu lavoratore instancabile, amato dai giovani e dai confratelli, stimato dalle autorità scolastiche che ebbero modo di conoscerlo.
Il 22 luglio, benche indisposto, si recava a dare l'ultimo saluto alla madre morente, e giunse appena in tempo ad accompagnarla al camposanto; poi fu subito colto dal male che lo trasse alla tomba. Era uno dei primi allievi dell'Istituto Don Bosco di Oswieçim.
OLES Sac. Giuseppe, nato a Prztajka (Alta Slesia), † a Cordoba )Argentina) il 20 - VII - 1924, a 52 anni.
Sceso dalla Polonia a Valsalice, negli anni in cui tanti altri suoi connazionali, mossi dall'esempio del principe don Augusto Czartoryscki, e pieni di ammirazione e di affetto per il Ven. Don Bosco, vennero in Italia per farsi salesiani, ebbe la fortuna di ammirar da vicino le eroiche virtù del nostro Don Andrea Beltrami, al quale prestò, per più anni, umili servizi. Volato al cielo questo Servo di Dio, sentì vivo il desiderio di consacrarsi alle Missioni, e ottenne di recarsi nella Repubblica Argentina, dove fu maestro ed assistente attivo prudente. Colto da grave malore, venne premurosamente trasportato ad una casa di cura; ma non appena conobbe che era giunta la sua ultim'ora, volle tornare in collegio per morire in mezzo ai confratelli!
PERINO Sac. Luigi, nato a Caselle Torinese, † a Torino il 6 - IX - 1924, a 6o anni.
Accolto all'Oratorio di Valdocco nel 1878 e compiuto in tre anni il corso ginnasiale, consigliato dal Ven. Don Bosco entrò in Società, e non appena ordinato sacerdote andò a Roma come prefetto o amministratore dell'Ospizio del S. Cuore. Quindi fu direttore a Gualdo Tadino nell'Umbria, e ad Ancona, dove iniziò una bella chiesa che ebbe il conforto di vedere compiuta dopo 12 anni di fatiche; in fine fu anche direttore a Bari. Da cinque anni era tornato all'Oratorio di Valdocco, come aiutante dell'Economo Generale don Conelli, e di un mese lo precedeva all'eternità. Compagni ed affettuosamente uniti in terra, il Signore li volle uniti anche in cielo.
VASTA Sac. Luigi, nato a Riposto (Catania), † a Viedma (Argentina) il 3 - VIII - 1924, a 57 anni.
Sacerdote colto e zelante, coronò gli studii con la laurea dottorale, e in età già matura voile consacrarsi alle Missioni e partì per la Patagonia. Destinato a Viedma, fu buon professore di teologia morale. Pieno di zelo e di rara esperienza ha lasciato il più caro ricordo tra i confratelli e gli alunni, e tra quanti ebbero agio di giovarsi dei suoi saggi consigli.
ALLASIA Maddalena, † Varzo (Novara).
ALLEMAND Gaustina, † Millaures (Torino). ALLIOTTA Santa, † Terranova. BAREL Francesca, † Torino.
BELLIA , † Vesignano (Torino). BORGARO Angela, † Vesignano. BOTTINI Pacifico, † Casalino (Novara). CARDANI D. Angelo, † Novara. CIPOLLA Michelina, † Randazzo (Catania). CIRESOLA Francesco, † S. Michele Extra. CoRINo Caterina, † Torino. CoRINo Giovanni, † Torino.
DE BLASI Cesario, + Brooklyn (Stati Uniti). FAGGIONI Maria Ved.va BOCCHIA, + Fezzano. FAGNANI Giuseppina, † S. Nazzaro (Pavia). GALLIZIA Lucia, † Moggio Udinese. GIROLDINI Giov. Batt., † Suna (Novara). GRASSI D Giovanni., † Como. LOCATELLI Giuseppe, † Lavina (Bergamo). MARIANI Antonio, † Vaprio d'Adda (Milano). MENEGATTI Maria, † S. Bartolomeo in Bosco. MICHELETTI Comm. Antonio, + Borgo di Fossato. MORANDI Luigi, † Bologano (Trento). MOSCONI Agnese, † Leffe (Bergamo). MOSCONI Giulio, † Leffe (Bergamo). PASQUALI D. Pasquale, † Tiezzo (Udine). PERSICO Francesca, † Mondovì-Breo. RADICE Giulia, † Santhià (Novara). ROSINI Roberto, † Roma. Rossi Orsola, † Occimiano (Alessandria). SALNITRI Salvatore, † Corredo (Vicenza). SCKENBARI Concettina, † Ragusa. SELVA Battista, † Introbio (Como). SERRA Paolo, † S. Antioco (Cagliari). TACCHI VENTURI Grand'uff. Luigi, † Roma. TARICCO Bartolomeo, † Novello (Cuneo). TAVELLA Maria, † Pozzolo Formigaro. TESSARI Ive Rosa, † Venezia. TITLI Maria n. MUSSA, † Druent (Torino).
R. I. V.
Notificazioni e Documenti.
Il Sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane (10 gennaio 1924), pag. I, e 309.
CINQUANTENARIO DELLE MISSIONI SALESIANE 1875-1925). - Appello del Comitato Centrale e norme d'azione, 6. - Azione degli ex-allievi, 31, 170, 249 - Azione delle Ex-Allieve, 31. - Azione delle Dame Patronesse, 31. - Azione giovanile, 32, 170. - I primi frutti dell'appello, 63. - Conferenze e giornate missionarie, 63, 92, 136, 165, 170, 329.
I3 nuovo Arcivescovo di Torino, 7, 164.
Sotto la bandiera di Don Bosco, 8. Reclutiamo aiutanti per le _Missioni, 29.
Il Servo di Dio Don Augusto Czartoryski, salesiano, 57.
e Avanti!... sulle orme di Don Bosco!... », 85.
In morte della Superiora Generale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 8g.
Un appello dei Vescovi Slovacchi per avere i Salesiani nelle loro diocesi, 91.
Ricordando il Servo di Dio Domenico Savio, 103. + Vogliamo essere cavalieri e buoni cristiani », Il 3. Giornate « pro vocazioni sacerdotali », 114.
Due altissimi riconoscimenti dell'attività salesiana nelle Missioni Estere, 141.
VIII° Congresso Nazionale per l'Educazione e la Cultura Religiosa (Venezia, 22-25 aprile), Io9
e 143. - Il Breve del S. Padre, ivi. Nel mese del S. Cuore, 147.
Cooperazione salesiana missionaria, 169.
Il Sepolcro di S. Stefano a Beitgemal, 172 - Ved. anche 314.
L'Opera di Don Bosco nel Venezuela (D. G. Vespignani), 182.
Il nostro" Rettor Maggiore, 184.
Nuova Chiesa per gli Italiani a S. Francisco di California, 191.
Tre virtù maggiormente inculcate dal Ven. Don Bosco, 197.
Il Congresso Internazionale di Buenos Aires: Adesioni, 201, 227. - Prezioso Autografo del S. Padre, 253. - Dopo le solenni adunanze, 329.
Care notizie di famiglia: il sig. Don Rinaldi ai piedi del S. Padre: la festa della riconoscenza: pro Missioni Salesiane, ecc., 217.
L'insegnamento del Catechismo, 225.
Nel regno del dolore e della carità (D. G. Vespignani), 228.
Al lo Congresso Spagnuolo per l'educazione cattolica, 230.
Necessità di un Clero indigeno in Cina (D. S. Garelli), 240.
Carità e fede di tre nobili Cooperatrici (D. G. Vespignani), 256.
Agli insegnanti e ai Revv. Parroci e Sacerdoti, 226, 259.
La partenza di 10o Missionari Salesiani, 281.
Le feste per S. Francesco di Sales ad Annecy, 283. L'Opera di Don Bosco in j goslavia e la consacrazione di un nuovo Santuario di Maria Ausiliatrice, 284.
S. A. R. il Principe di Piemonte negli Istituti Salesiani dell'Argentina, del Cile e dell'UruguaY, 304
La Beatificazione del Ven. Cafasso, 310.
Dalle lettere del Veci. Don Bosco.
Come si ha da lavorare per la gioventù, 33.
« A vostro incoraggiamento e conforto!... », 62. « Carità... Carità... Carità!... », 87. Circa la scelta dello stato, 117. Parla Don Bosco!..., 277.
Al Rev. Clero. « Atti della S. Sede », 64, 88, 118, 148, 185, 245, 316. Le Missioni Salesiane.
I campi delle Missioni Estere Salesiane, 35.
As5AM : La Prefettura Apostolica dell' Assam (Mons. L. Mathias), Ig, 20, 97. - Le residenze missionarie dell'Assam visitate e rovinate dal terremoto (D. G. De Ponti), 38. - Tra gli adoratori di Durga (D. P. Bonardi), 74. - Come viaggiano i nostri nell'Assam (D. G. Ternani), 126. - Figurine indigene dell'Assam (D. P. Bonardi), 158. - Incremento della Missione (Mons. L. Mathias), 176. - La festa del Papa a Shiliong (D. P. Bonardi), 272. - « S. Cuore di Gesù,... màndaci il Missionario! » (D. P. Bonardi), 318.
CHACO PARAGUAYO: La Missione del Ciaco, 149. - Alla vigilia della prima missione (D. R. Piltini), 324.
CINA: Un altro orfanello cinese... aspirante Missionario (D. G. Cucchi (ra), 47. - Bagliori di carità tra gli orrori della guerra, nel Vicariato Ap. di Shiu-Chow, 72, 100. - Dal Vicariato Ap. di Shiu Chow, 155. - La visita pastorale di Mons. Versiglia, 320. - Abbiamo bisogno di mnedicinali!, 317.
CONGO BELGA: La Missione Salesiana del Katanga, 203. - Nuovo centro di Missione a Shindaika (D. G. Bufkens), 210, 296.
EQUATORE: Istantanee di vita kivara (D. Salva: Core Duroni), 42. - Le meraviglie naturali dell'Equatore (D. G. Crespi), 68. - Gli indii della Sierra Equatoriana (D. C. Crespi), 69, 99. - Trentesimo anniversàrio della Missione di Gualaquiza (D. C. Crespi), 123. - Un paesello divotissimo di Maria Ausiliatrice (D. T. Corbellini), 152. - Tra i selvaggi di Gralaquiza (.). C. Crespi), 178, 264. - Un'esplorazione al Santiago (D. C. Crespi), 266.
INDIA: Tutti possono essere missionari ;D. G. Tomatis), 121.
KIMBERLEY (Australia): Da S. Francisco di California al Kimberley (Mons. E_. Coppo), 40. - Ved. anche pag. 65, 92. - Dal Vicariato Ap, del Kimberley (Mons. E. Coppo), 156. - : is e pastorale in aereoplano, 234.
PAMPA CENTRALI;: La Missione della Pampa Centrale, 13.
PATAGONIA: « Abbiamo la chiesa, ci manca il
Sacerdote! » (D. L. Genghini), 151. - « I miei viaggi nella Terra del Fuoco » di A. M. De-Agostini, 200. - Il principio della Missione Salesiana di Puntarenas (D. F: Griffa), 270.
RYGISTRO DO ARAGUAYA: Fervore di vita cristiana tra i Bororos (D. E. Carrà), 48. -- I,a caduta di un bolide tra i Bororos, 96.
RIO NEGRO: Un'escursione apostolica nel Rio Negro (D. G. Balzola), 16. - « Rimani con noi, o Padre buono! » (D. G. Balzola), 44. - Dalla Missione Indigena di Taracuà (D. G. Balzola), 94.
VENEZUELA : Ardita escursione nell' Amazonas (D. G. Balzola), 292.
Di alcune popolazioni indigene del Perù (D. G. B. Gaibarri), 237.
Altre notizie missionarie.
DALLE LETTERE DEI NOSTRI: « Ti preghiamo a celebrare secondo la nostra intenzione ecc. », 11. - Edificante interessamento per le Missioni (Mons. D. Comin), 12. - Il Battesimi di UJiri: l'arrivo delle Figlie di Maria Ausiliatrice nell'Assale, 65. - Per amore a Don Bosco, 67. - Dalla Cina, 92, 120, 175, 263. - Dal Vicariato Ap. del Kimberley, 65, 92. -- Da Sbillong (Assalii), 93, 175, 235, 262. - L'« umile eroe » dell'Azuay (Equatore), 93. - Una lettera degli orfani di Shillong, 120. - Terribili vicini, ivi. - Una nuova stazione missionaria, 149. - Urla nuova cappella, ivi. - Una statistica consolante, ivi.
DALL'ORIENTE E DALL'OccIDENTE: Ai piedi delle
Ande: Piangono a vedere il Missionario!: Da Santiago di Mendez; 8oo battesimi in io mesi: « Questi bimbi non sono cinesi; sono angeli! » ecc., 231. - Una gara catechistica tra i Bororos; Un centro promettente della Patagonia: Per il trionfo dei Papa!: Mendicante per i Missionari, ecc., 260. - Dall'Assam: cifre eloquenti: una pietosa proposta: fervore edificante, 290.
Le Meraviglie di Maria Ausiliatrice,
Grazie e favori, 21, 49, 76, 1o6, 131, 161, 187, 214, 242, 274, 301, 326.
Un nuovo Santuario a S. Paolo in Brasile, 21. Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice, 131. Volete grazie da Maria SS. Ausiliatrice?, 131. Le feste titolari del Santuario di Valdocco, 159,
186. - Echi delle feste titolari in Italia e all'Estero, 187, 214.
il Culto di Maria SS. Ausiliatrice: a Cherasco, a Mirabello e a Morozzo, 320.
A gloria del S. Cuore, 10, 34, 78, 1o8, 135, 162, 190, 216, 244, 273, 300, 328.
Anime riconoscenti al Ven. D. Bosco.
Ved. pag. 24, 52, 102, 134, 163, 246,
Una benedizione di Don Bosco, 52.
« Verrà il giorno in ,cui ti ricorderai! », 258. Ricordando il Ven. D. Bosco, 312.
Azione Salesiana e notizie varie.
Conferenze Salesiane, 25.
Dal paese di Gesù, 25.
Quali sono le condizioni per essere Cooperatori Salesiani?, 137.
Convegni di Decurioni, 191, 220, 329. Don Bosco « Educatore », 110, 192. Tra gli ex-allievi, 249.
Ved. anche Cinquantenario delle Missioni Salesiane. Al Cooperatori, 7, 39, 61, 171, 226, 227, 317. Nuovo Vescovo Salesiano (Mons. Dante Munerati), 7, 52, 79, 219.
Fiume a Don Bosco, 26.
Contro la stampa immorale, 26.
Mons. Malan, Vescovo di Petrolina, 53,
Ad onore di S. Francesco di Sales, 53, 81, 109. Convegno Militare « F. Bianchetta », 53. Care notizie da Santiago di Cuba, 54. Il muovo Procuratore Generale, 8o. La beneficenza negli Istituti Salesiani, 8o. L'Opera di Don Bosco a Venezia, 109. In famiglia, 137.
Congressi ad onore del S. Cuore, 165.
La nuova Superiora Generale delle Figlie di Maria ausiliatrice, 218.
Per la Beatificazione di Pio X, 220. Mons. Giuseppe Lustosa, 277. Monsignor Enrico Mourào, 277.
Una specialissima benedizione del S. Padre, 306. Il nuovo Economo Generale, 329. NOTIZIE VARIE dell'Italia e dall'Estero: 26, 54., 83, 110, 138, 166, 193, 240, 278, 3o6, 330.
Necrologio.
Madre Caterina Daghero, 89.
S. A. R. Maria Isabella di Baviera, Duchessa di Genova, 91.
Dott. D. Arturo Concili, 288. Salesiani, 221, 332.
Figlie di Maria Ausiliatrice, 967. Ved. le ultime pagine di ogni numero.
In questi giorni, in cui si fanno o si rinnovano tanti abbonamenti a giornali e periodici, raccomandiamo vivamente ai Cooperatori i tre mensili, annunziati nella pagina di fronte:
LE « LETTURE CATTOLICHE » fondate dal Ven. Don Bosco nel 1853, indicatissime per tutte le famiglie cristiane;
« GIOVENTÙ MISSIONARIA » riccamente illustrata, che ha lo scopo di destare nei giovinetti la più fruttuosa ammirazione per l'apostolato;
« RIVISTA DEI GIOVANI » indispensabile per la cultura e la vita cristiana degli studenti delle scuole medie e superiori.