I LUGLIO 1915
ANNO XXXIX - N. 7
PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
Redazione e Amministrazione - Via Cottolengo, 32 - TORINO.
Sommario. - Organizzazione dei Cooperatori Salesiani - Il Centenario di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice nell'Argentina, nel Perú e nel Brasile - Il 70° genetliaco di D. Albera - Commemorazioni di Don Bosco - Tra riviste e giornali - Eroismi ignorati e poco corrisposti - Feste di Maria Ausiliatrice - Pel 16 agosto p. v. - Notizie varie - Cooperatori Salesiani defunti.
Ossequenti alle direttive del rev.mo Don Albera, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno iniziato o inizieranno al più presto nelle loro Case, non escluse quelle adibite ad usi militari, opere svariate di assistenza, di ricovero e di protezione a vantaggio dei figli dei richiamati. Dare asilo notturno a giovani senza tetto, offrire una minestra ai più poveri, raccogliere, istruire e assistere lungo il giorno gli abbandonati, è parte genuina del nostro programma, che guadagnò fin dai primordi all'Opera di Don Bosco, insieme con alte simpatie, la stima e l'appoggio di ogni ceto di persone.
Vivamente bramando di vedere moltiplicate tali opere, le quali - ora sopratutto che son chiuse le pubbliche scuole - sono riconosciute di necessità assoluta, noi facciamo appello allo zelo e alla carità degli esimi Cooperatori nostri e delle nostre instancabili Cooperatrici ! Diano essi mano pronta ed operosa ai Salesiani e a quanti si adoperano al medesimo scopo con attività superiore ad ogni elogio - suscitino nuove iniziative a vantaggio della gioventù nelle loro città e nei loro paesi - zelino ed appoggino ovunque la costituzione di alacri e volonterosi Comitati di assistenza civile.
Cosí ci renderemo veramente benemeriti dei nostri fratelli. E mai il bene fatto ai fratelli è lasciato senza premio da Dio !
III
Come sono organizzati.
NoN occorre diffonderci lungamente su questo punto; ma non possiamo far a meno di dirne una parola. È bene che ogni cooperatore conosca l'organizzamento, semplice e spedito, dell'unione alla quale appartiene.
« L'associazione (dei Cooperatori Salesiani) - scrive Don Bosco - è umilmente raccomandata alla benevolenza e protezione del Sommo Pontefice, dei Vescovi, dei Parroci, dai quali avrà assoluta dipendenza in tutte le cose che si riferiscono alla religione.
» Il superiore della Congregazione è anche il Superiore di quest'associazione.
» Il direttore di ogni casa della Congregazione è autorizzato ad ascrivere associati, trasmettendo di poi nome, cognome e dimora al Superiore, che noterà ogni cosa nel comune registro.
» Nei paesi e nelle città dove non esiste alcuna di queste case, e dove gli associati giungono a dieci, sarà stabilito un capo col nome di Decurione, che sarà preferibilmente un prete o qualche esemplare secolare. Esso corrisponderà col Superiore, o col direttore della Casa Salesiana più vicina.
» Ogni Cooperatore, occorrendo, può esporre al Superiore quelle cose, che giudica doversi prendere in considerazione.
» Ogni tre mesi e anche piú sovente, con un bollettino o foglietto a stampa, si darà ai soci un ragguaglio delle cose proposte, fatte o che si propongono da farsi. Sul fine poi di ogni anno ai soci saranno comunicate le opere che nel corso dell'anno successivo sembreranno doversi di preferenza promuovere, e nel tempo stesso si darà notizia di quelli, i quali nell'anno decorso fossero stati chiamati dal Signore alla vita eterna, i quali verranno raccomandati alle comuni preghiere.
» Nel giorno di S. Francesco di Sales e nella festa di Maria Ausiliatrice, ogni Decurione radunerà i membri della propria decuria per animarsi reciprocamente alla divozione verso di questi celesti protettori, invocando il loro patrocinio a fine di perseverare nelle opere cominciate secondo lo scopo dell'associazione (1) ».
Queste le poche norme organiche, stabilite da Don Bosco per il funzionamento
della Pia Unione. Egli stesso però, moltiplicandosi per grazia di Dio il numero dei
Cooperatori, vide che v'era bisogno di qualche dettaglio di piú, e nel 1882 pubblicava in forma di opuscolo altre norme generali, che trascriviamo integralmente (2)
« Per soddisfare alle ripetute istanze di molti fra i nostri zelanti Cooperatori, abbiamo creduto conveniente di esporre per loro direzione alcune Norme generali, che potranno servire fino a tanto che si comporrà un apposito manuale.
» I. - I Decurioni secondo il nostro Regolamento, sono Capi di dieci o piú Cooperatori o Cooperatrici del luogo.
» II. - Il Parroco è pregato di essere Decurione dei Cooperatori della propria Parrocchia.
» III. - Qualora egli non possa esercitare quest'opera di carità, potrà anche a nome del sottoscritto pregare qualche buon Sacerdote od anche un buon secolare di sua fiducia, il quale ne faccia le veci e prenda il nome di ViceDecurione.
» IV. - Se in una Parrocchia si possono costituire parecchie Decurie, il Parroco ne sarà Capo o Direttore: essendone impedito, ne farà le veci un Sacerdote di sua fiducia, col titolo di Vice-Direttore. Nelle città Vescovili, dietro proposta del Rev.mo Mons. Vescovo, verrà scelto un membro del Capitolo, il quale presiederà a tutti i Decurioni e Cooperatori della Città. - Dove esiste una Casa Salesiana, il Direttore di essa sarà pure il Capo dei Decurioni e Cooperatori di quel luogo.
» V. - Ogni Decurione terrà registrato il nome, cognome, e indirizzo di tutti i Cooperatori della sua Decuria, e si porrà in comunicazione col Sac. Giovanni Bosco, Superiore della Pia Associazione.
» VI. - Se qualche Cooperatore cade ammalato, il Decurione, informatone, lo visiterà caritatevolmente e gli somministerà tutti quegli aiuti, consigli ed assistenza che al medesimo Decurione saranno compatibili. Avvenendone la morte, inviterà i Soci locali a pregare per l'anima di lui, e ne darà avviso alla Direzione in Torino, perché sia inscritto fra i Defunti e si facciano per l'anima di lui le preghiere ed i suffragi prescritti dal nostro Regolamento.
» VII. - E pure Uffizio del Decurione fare conoscere la Pia Unione a quelle persone le quali abbiano i requisiti necessarii per esservi ascritte. (Seguono in nota i requisiti).
« VIII. - Quando trova qualche persona disposta ad entrare nella Pia Associazione, ne prenderà nome e cognome, indirizzo e lo trasmetterà al Superiore, per avere il relativo Diploma di aggregazione, e l'invio del Bollettino Salesiano. Tuttavia nei luoghi dove vi è il Capo o Direttore, il Decurione prima di proporre una persona all'accettazione, ne parlerà col medesimo, o almeno glie ne consegnerà il nome e cognome, perché lo scriva nell'elenco comune. La stessa consegna egli farà, quando sappia che taluno per altra via abbia ricevuto l'aggregazione.
» IX. - Qualora si facessero in un pacco solo recapitare i Bollettini al suo indirizzo, egli avrà cura di farli pervenire al piú presto a destinazione, o per sé, o per mezzo del Vice-Decurione o di altra persona pia e fidata.
» X. - Ogni anno terrà almeno una conferenza nella festa di S. Francesco di Sales, e un'altra nella festa di Maria SS. Ausiliatrice.
» XI. - A seconda delle circostanze, il Decurione potrà anticipare o posticipare queste Conferenze, tenendole in tempo, ora e luogo, che siano per tornar di maggior comodità ai Soci, di maggior vantaggio all'anima loro e al bene della Pia Associazione. Il modo dell'invito sarà o un avviso del pergamo, o un apposito biglietto, o un avviso personale.
» XII. - Il Decurione presiederà la Radunanza. I temi da trattarsi saranno il Suffragio dei Cooperatori defunti, le Missioni Salesiane Estere, la necessità di bene educare la gioventú, il modo di fare il Catechismo ecc., oppure si leggerà un brano della storia dell'Oratorio o della vita di S. Francesco di Sales.
» XIII. - Nelle Conferenze egli avrà di mira d'informare i Soci allo zelo per la Religione e pel buon costume, al sacrifizio, alla carità, alla dolcezza, che sono le virtú caratteristiche, onde devono risplendere i Salesiani e i loro Cooperatori.
» XIV. - A presiedere queste Conferenze potrà anche invitare qualche persona autorevole o costituita in dignità ecclesiastica, o qualche Sacerdote dell'Istituto Salesiano.
» XV. -E ancora uffizio del Decurione notare in apposito Registro le offerte, che nelle Conferenze o in altre occasioni si fanno dalle persone caritatevoli a vantaggio delle Opere Salesiane, e inviarle al Superiore in Torino. Noterà l'occasione in cui furono raccolte le limosine, e, se le ebbe privatamente, tramanderà eziandio nome e cognome dell'oblatore.
Per quanto spetta alle Conferenze, in quei luoghi ove le Decurie sono parecchie, l'uffizio del Decurione sarà devoluto al Capo o Direttore, e, in sua mancanza, al Vice-Direttore.
» XVI. - Di mano in mano che aumenta il numero dei Cooperatori, il Capo, o chi ne fa le veci, proporrà al Superiore qualche zelante Cooperatore per la formale elezione a Decurione.
» XVII. - Il Decurione e il Capo sono pregati di presentare al Superiore le loro osservazioni ed a fare quelle proposte, che crederanno riuscire utili al buon andamento dell'Opera.
Sac. GIOVANNI BOSCO.
Queste semplicissime Norme, come è accennato, non erano secondo Don Bosco che un ampliamento incompleto di alcuni punti del Regolamento, in attesa che si compilasse apposito Manuale. Infatti, nei primi anni del Rettorato di Don Rua, dopo varie adunanze con alcuni zelanti Direttori Diocesani fu redatto il Manuale teorico-pratico ad uso dei decurioni e direttori della Pia associazione dei Cooperatori Salesiani (1), e in esso le norme surriferite furono diligentemente assegnate come direttive dell'azione dei Decurioni, e completate con altre riguardanti il Direttore Diocesano, il Condirettore, il Zelatore e la Zelatrice, e i Comitati Salesiani.
Il Direttore Diocesano è il centro del movimento salesiano di una diocesi; presiede ai Decurioni ed anche ai Condirettori o Vice-Direttori della medesima; e si tiene in frequente relazione col Superiore, al quale fa presenti quelle osservazioni e proposte che crede utili al buon andamento dell'associazione (2).
Il Condirettore o Vice-Direttore, è il Capo dei Decurioni dei paesi e città piú importanti di una diocesi, eletto dal Superiore su proposta del Direttore diocesano; fa nella sua città o paese quanto è prescritto pel Direttore nella città vescovile, e si tiene egli pure in relazione diretta col Superiore (1).
Il Zelatore e la Zelatrice sono cooperatori zelanti che si propongono di coadiuvare i Direttori, i Condirettori e i Decurioni nello svolgimento del programma loro assegnato, o di promuovere direttamente in altre guise la cooperazione salesiana (2).
Un nucleo di zelatori o di zelatrici forma un Comitato Salesiano, la cui pratica utilità, a lato di un Direttore o Condirettore e a vantaggio dell'Opera Salesiana locale o dell'Opera Salesiana in genere, non solo è visibile nei grandi centri, ma è preziosa e ricca di frutti, anche se composto di pochi membri e in qualsiasi luogo.
Queste sono le semplici linee dell'organizzazione dei Cooperatori Salesiani.
Or qui occorre un'osservazione importantissima. I Zelatori e le Zelatrici, non altrimenti che i Decurioni, i Condirettori e i Direttori, devono tenersi in frequente corrispondenza col Superiore dell'Associazione, cioè col Superiore della Pia Società Salesiana; perché, come abbiamo già rilevato, nel concetto di Don Bosco « ogni Cooperatore Può esporre al Superiore quelle cose, che giudica doversi prendere in considerazione » e quel Può è un dolce, un paterno invìto.
Quali devon essere le relazioni fra i Cooperatori e i Direttori locali è detto dal Regolamento e dalle altre Norme stabilite da Don Bosco. Essi devono interessarsi di loro, possono e devono giovarsi dell'opera loro, ma insieme devono favorire le loro comunicazioni col Superiore Generale.
Similmente gli Ispettori Salesiani, che sovraintendendo a varie case sparse in vaste provincie o in un intero stato o nazione, nei loro viaggi frequenti vengono naturalmente a contatto coi Cooperatori, hanno il diritto e il dovere di assisterli, dirigerli, e insieme di promuovere le loro relazioni col Superiore Generale.
Non sarà mai abbastanza ripetuto al proposito il concetto di Don Bosco. Istituendo i Cooperatori Salesiani, egli ebbe in mira due cose: moltiplicar gli uomini attivi e zelanti del bene, sopratutto della gioventà, e circondarsi di cuori generosi che lo aiutassero direttamente nelle sue imprese. Per questo duplice scopo di allargamento di azione benefica e di sostegno diretto all'Opera Salesiana, egli volle che essi, e compissero un tal programma ne' loro paesi, e avessero in pari tempo lo sguardo e il cuore al centro della Pia Unione, cioé al Superiore Generale delle Opere Salesiane, per ricevere direttamente da lui le norme dell'azione e per far giungere in mano a lui i mezzi che gli sono indispensabili per il sostegno delle opere intraprese e incominciarne delle nuove. Non per altro motivo Don Bosco volle che il Bollettino Salesiano, anche col sacrifizio di sollecitudine nel dare alcune notizie, si stampasse nelle varie lingue sotto gli occhi suoi a Torino, perché unica e ben determinata fosse la linea d'azione tracciata ai Cooperatori, e insieme perché questi dal normale ricevimento periodico di consigli, inviti, e appelli dal Superiore, si sentissero dolcemente portati a corrispondere con lui.
Non altrimenti egli volle pure che i Salesiani scrivessero una volta all'anno al loro Rettor Maggiore, o Superiore Generale; ed egli stesso, fino al 1884, cioè finché gli durarono discrete la sanità e le forze, rispose diligentemente di proprio pugno ai suoi carissimi figli.
Pertanto questa raccomandazione circa la corrispondenza diretta di tutti i Cooperatori col Superiore Generale, non sarà mai abbastanza inculcata: poiché quanto piú sarà praticata, tanto sarà maggiore la forza morale e materiale della Pia Unione.
Ai Zelatori quindi, alle pie Zelatrici, ai Decurioni, ai Condirettori e Direttori Diocesani, ai Direttori e agli Ispettori nostri, abbiam voluto ricordarla come prima norma direttiva della loro azione e base fondamentale della loro organizzazione.
(Continua).
(1) Ved. opuscolo cit. Cooperatori Salesiani ecc. Capo V, Art. 2-8, pag. 9-1o.
(2) Norme generali, ecc.
(1) Torino, Tipografia Salesiana. (2) Ivi, pag. 23.
(1) Ivi, pag. 25
(2) Ivi, pag. 29 e 26.
Entusiastiche notizie dall'Argentina, dal Perù e dal Brasile particolari festeggiamenti ideati per il 1° Centenario dell'Istituzione della festa di Maria Ausiliatrice e della nascita di Don Bosco, come abbiate annunziato, vennero da noi tramandati a tempo migliore. L'ansia in cui era la Patria nostra, lo stato anormale nel quale si trovavano da lunghi mesi molte Nazioni europee che avrebbero dovuto unirsi al nostro giubilo, le preoccupazioni del mondo intero pel dilagare di una guerra cosí vasta e prolungata, ci obbligarono all'ultimo momento di soprassedere.
Ma non ci han seguiti nella sospensiva i nostri cari Confratelli di America. Sebbene anch'essi in gravi strettezze pel contraccolpo che il conflitto europeo va portando in ogni parte, d'accordo colle autorità civili ed ecclesiastiche stabilirono di non differire alcuna delle festività ideate per le due date centenarie.
Ad essi non solo doleva troppo il lasciarle trascorrere quasi inosservate: ma anche un motivo speciale li consigliava a sciogliere quest'anno l'inno del ringraziamento; alla brama di sdebitarsi della loro pietà filiale, univasi la fiducia di poter meglio impetrare sul nostro emisfero la tranquillità e la pace.
Anche un altro motivo li indusse all'attuazione del loro programma: l'esser liberi di associarsi a noi - in pii larghe rappresentanze - il giorno che ci sarà dato di porre l'aureo scettro in mano a Maria Ausiliatrice!
Apprezzando, come si meritano, tali attenzioni fraterne, mentre ne esprimiamo pubblicamente a tutti la nostra riconoscenza, ci accingiamo volentieri a registrare le loro imponenti manifestazioni.
L'eco soave ci conforterà alquanto nella mestizia della nostra dilazione e c'insegnerà anche a rivestire, a suo tempo, i differiti festeggiamenti di maggior lustro e splendore.
NELL'ARGENTINA.
L'Argentina, la prima terra americana alla quale Don Bosco inviò i suoi Missionari, è pur la prima delle nobili nazioni d'America nel festeggiare la data centenaria della Festa di Maria Ausiliatrice e della Nascita del nostro Fondatore. Fin dall'aprile u. s. il
Consiglio Nazionale degli Ex-Allievi stabìliva il seguente programma:
« Le feste commemorative s'inizieranno in maggio e si chiuderanno in ottobre con il pellegrinaggio a Lujàn.
» Il mese di maggio sarà dedicato a solenni funzioni religiose in onore della Vergine di D. Bosco, Maria Ausiliatrice.
» Nel mese di giugno si terrà la tradizionale assemblea di ex-Allievi, celebrandosi le feste di S. Giovanni e di S. Paolo.
» In luglio avrà luogo il Concorso di sociologia e apologetica e diversi festeggiamenti.
» In agosto, Feste generali in omaggio a Don Bosco. - Inaugurazione del nuovo Oratorio festivo e solenni tornate accademiche.
» In settembre, Concorso di ginnastica degli alunni dell'Opera di D. Bosco e gran Corteo.
» Nei giorni 7, 8 e 9 ottobre, Congresso degli ex-Allievi della Repubblica Argentina e delegazioni. Il 10 ottobre, pellegrinaggio a Luján ».
Lettere Pastorali sul 1° Centenario di Maria Ausiliatrice e dei Ven. D. Bosco. In base al riferito programma l'Arcivescovo della Capitale Mons. Antonio Mariano Espinosa, e i Vescovi del Cuyo, di Salta e
La Plata, Mons. Orzali, Mons. Romero e Mons. Terrero, hanno avuto la bontà di scrivere magnifiche lettere pastorali per invitare i propri fedeli ad associarsi all'esultanza dei Salesiani e dei loro alunni e Cooperatori.
Rinviando il riassunto delle altre lettere a un prossimo numero, cominciamo a pubblicare la splendida lettera dell'Arcivescovo di Buenos Aires, che rimarrà un documento imperituro dello zelo e anche della paterna benevolenza dell'esimio Prelato che accompagnò i primi Missionari Salesiani in Patagonia.
LETTERA PASTORALE per commemorare il Centenario di Maria Ausiliatrice e del Ven Don Bosco.
Noi, DOTT. MARIANO ANTONIO ESPINOSA PER GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICA ARCIVESCOVO DELLA SS.MA TRINITÀ DI BUENOS AYRES, ASSISTENTE AL SOGLIO PONTIFICIO.
Al Ven. Decano e Capitolo Metropolitano, al Clero Secolare e Regolare e ai Fedeli della nostra Archidiocesi, salute, Pace e Benedizione in N. S. Gesù Cristo.
VENERABILI FRATELLI
E DILETTI FIGLI NOSTRI,
DoPO aver tributato in questo bel mese di maggio il nostro ossequio filiale alla Vergine Immacolata di Lujàn
col Pellegrinaggio diocesano, col quale abbian voluto ricordare il Centenario della Solenne Incoronazione di N. S. della Misericordia in Savona compiuta per mano del Sommo Pontefice Pio VII a scioglimento di un voto fatto durante la sua prigionia in quella stessa città; un'altra data memoranda ci si offre per essere commemorata, ed è il Centenario dell'istituzione della Festa di Maria Auxilium Christianorum, che lo stesso Pontefice, nel 1815, comandò si celebrasse il 24 maggio di ogni anno per ringraziare la SS. Vergine del suo ritorno alla Cattedra di S. Pietro e del suo ingresso trionfale nell'Eterna Città.
La festa di Maria Ausiliatrice.
Come nel 1571 S. Pio V aveva aggiunto alle invocazioni delle Litanie Lauretane la nuova:
Auxilium Christianorum, ora pro nobis, per ricordare ai fedeli la prodigiosa vittoria di Lepanto riportata ad intercessione di Maria, così quest'altro Pio confermò detta invocazione con una festa, che ci rammenta a sua volta tutte le antiche grazie e vittorie ottenute mediante il patrocinio della SS. Vergine e ci sprona a ricorrere costantemente a Lei e chiederle aiuto in ogni necessità di ordine pubblico e privato, così per la Chiesa come per la Patria.
L'antifona e l'Oremus, con cui la Chiesa invoca Maria «Aiuto dei Cristiani » mentre espongono innanzi la Regina del Cielo tutte le necessità delle varie classi sociali, chiedono in pari tempo la forza, la costanza e gli aiuti per riuscir vittoriosi nelle lotte contro il nemico delle anime nostre sino al termine della vita.
Anche gli inni, Saepe dum Christi, ecc., che la Chiesa canta in tal giorno, come ci ricordano le vittorie che il Popolo Cristiano ad intercessione di Maria riportò sopra i nemici della Religione, così ci stimolano anche a sperare e a pregare che la Vergine Ausiliatrice ci assista nei combattimenti spirituali, e che cessino in pari tempo i tumultuosi orrori della guerra e brilli sopra i popoli cristiani l'iride della pace mercè la sua potente protezione. Tanta si no bis faveat Patrona, bellici cessat sceleris tumultus!... Venit adjutrix pia Virgo coelo lapsa sereno!
La necessità dell'aiuto di Maria.
Il mondo cristiano giammai ha sentito cosí stringente la necessità d'invocare l'aiuto di Maria per conseguire la pace, come nelle attuali circostanze, in cui tante nazioni si trovano coinvolte in una conflagrazione terribile ed universale. I paesi che ieri primeggiavano per la loro forza e potenza meravigliosa e si trovavano alla testa del progresso e della civiltà moderna, oggi, avvolti in una lotta sanguinosa e titanica, vedono ogni dí cadere a migliaia i loro figli sui campi di battaglia, senza che vi sia un'autorità superiore, una forza morale, un mediatore influente, che a nome dell'umanità valga a impedire tale orrenda e irreparabile catastrofe.
Al mirare quelle innumerevoli vittime della guerra, al vedere quelle schiere di giovani, i più belli e robusti, che formavano ieri la delizia delle famiglie e la speranza della patria, oggi esposti alla morte più crudele, non possiamo non elevare nel pianto il nostro sguardo al cielo ed esclamare con i Profeti: « Signore perdonate al vostro popolo: si plachi la vostra giustizia e cessi l'ira vostra: guardate il vostro Figlio, Gesú Crocifisso: Respice in faciem Christi lui! Ascoltate pure le suppliche della vostra Madre divina, di Colei che, per la sua misericordia e potente intercessione, si chiama l'Aiuto dei Cristiani! »
Un gran peccalo delle nazioni moderne.
Dobbiamo però riconoscere che pesa un gran peccato sopra le nazioni, che si gloriano anche del nome di cristiane: e il gran peccato è lo scandalo, o la depravazione teorico-pratica della gioventù, mediante la scuola e la famiglia senza Dio, la stampa e la pornografia, il liberalismo e il libertinaggio, i teatri e il giuoco. Tutto quest'insieme di armi formidabili è quello che ha pressoché distrutto la fede e la morale cristiana nella maggior parte della nostra gioventú, e in questo disastro religioso-morale le nazioni moderne hanno una gravissima responsabilità dinanzi al cielo e alla terra... Noi, come Cristiani, sentiamo ancora tutta la forza di quelle minacce del Vangelo: « Guai al mondo, per gli scandali! Guai a quelli che scandolezzano i piccoli, i giovani; sarebbe meglio che si gettassero in mare!... ecc. (Math., xviii, 6 - Marc., IX, 41 - Luc., xvii, 2). Persuadiamoci che in tutto il mondo e sopra tutte le classi sociali pesa questa responsabilità di salvare la gioventú, col cooperare alle opere sociali, con cui si combattono in ogni nazione la stampa malvagia, la scuola atea e la corruzione. Senza questa reazione, senza questa santa Crociata per la difesa della gioventú, non si potrà avere giammai, nè riconciliazione col cielo, né pace fra gli uomini!
L'Opera di Don Bosco.
L'Ausiliatrice stessa dei Cristiani, in questo anno del suo Centenario, ci offre un bello ed eloquente esempio dei mezzi di azione e cooperazione per conseguire la pace e il benessere sociale. La Divina Madre del Redentore e degli uomini, come nei secoli antichi, cosí nell'ultimo, volle offrire al mondo cristiano gli aiuti speciali di cui abbisognava contro i pericoli e i mali che andavano seminando i nemici del bene: e a far questo si servì di un suo servo e divoto, che volle fosse l'Apostolo e il Padre della gioventú, il Ven. Don Bosco, di cui pure, per felice coincidenza celebriamo il Centenario della nascita il 16 agosto di quest'anno. Ecco là, nell'Opera sua cosí vasta e multiforme, la condanna e la pratica soluzione di tutte le teorie e di tutti i problemi sociali, che occorrono e son discussi oggigiorno.
I Salesiani.
L'Opera di Don Bosco ebbe principio da un Oratorio Festivo, che venne fondato a Torino il giorno dell'Immacolata del 1841 e si sviluppò col nome di « Oratorio di S. Francesco di Sales » nel noto sobborgo di Valdocco, all'ombra del Santuario di Maria Ausiliatrice, comprendendo poi in un solo stabilimento le grandiose Scuole Professionali di Arti e Mestieri e le Scuole Ginnasiali con circa 1ooo alunni interni, e le Classi Elementari annesse, diurne e serali, per giovani esterni.
Pregato dal nostro venerato predecessore Mons. Aneiros, nel 1875 il Ven. Don Bosco inviò alla nostra Repubblica i primi Salesiani, che si stabilirono subito a Mater Misericordiae e a S. Nicolas de los Arroyos ; poi vennero loro canonicamente affidate le due parrocchie di S. Giovanni Battista alla Boca (1878) e quella di S. Carlo in Almagro (1878), salendo questa
Casa Centrale dell'Opera di Don Bosco nell'Argentina ad emulare quella di Valdocco in Torino.
Noi siamo orgogliosi di ricordare che toccò a Noi l'andar a stabilire nel 1879 i primi Missionari Salesiani nella Patagonia, dove col loro zelo continuano a conquistare tante anime per la Religione e per la civiltà cristiana!
Tanto la nostra Capitale, come le Province e i Territori, hanno veduto durante quaranta anni estendersi e moltiplicarsi quest'Opera eminentemente popolare. I suoi Oratori festivi raccolgono ed educano grandi masse della nostra gioventú, preservandola dai pericoli dell'ozio, del vagabondaggio e delle compagnie perverse; le Scuole Professionali di arti e mestieri
formano un gran numero di operai bravi ed onesti; le Scuole Agricole e viti-vinicole educano nelle Province e nei Territori buoni agricoltori; e i Collegi gratuiti e semigratuiti per interni, orfani e semi-orfani, dànno a migliaia di giovani l'insegnamento elementare, secondario, normale e commerciale.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Ma l'Opera di Don Bosco non rimase ristretta all'azione dei Salesiani. Quella mente, che si accostò tanto a Dio, comprese appieno l'importante missione che poteva compiere la donna in questo secolo materialista, e fondò le Figlie di Maria Ausiliatrice, infondendo in queste Vergini cristiane quello spirito di carità, di abnegazione e di sacrifizio, che vince i cuori più ribelli; e, formando in esse un cuore materno per consolare tutte le afflizioni e alleviare tutte le infermità dell'anima e del corpo, le rese veramente ammirevoli agli occhi di Dio e degli uomini, dei buoni e dei cattivi, dei cristiani e anche degli stessi infedeli.
Infatti l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice fa per le fanciulle, non solo di povera e modesta condizione, ma anche per la classe agiata, quello che i Salesiani fanno per i fanciulli.
Frutti consolanti.
Ambedue le Istituzioni educano nel nostro paese, nelle loro settantacinque case, un totale di 25,000 fanciulli e fanciulle, con quello stesso metodo e con quello stesso spirito di carità, attiva e paziente, che il saggio Fondatore seppe infondere nell'opera sua provvidenziale. Il felice risultato ottenuto da quest'Opera nei quartieri della Capitale, le numerose vocazioni che ha suscitato tra i figli del nostro popolo e più ancora la vitalità dei suoi Circoli di Ex-allievi e di Ex-allieve che esercitano la loro propaganda benefica fra la gioventù, nelle famiglie e in mezzo alla società, dimostrano chiaramente che l'Opera di Don Bosco è sommamente provvidenziale ed è una nuova manifestazione del potere e della bontà di Maria « Aiuto dei Cristiani » per salvare il mondo.
I Cooperatori Salesiani.
Ma il Ven. Don Bosco volle associare all'Opera sua anche un altro elemento, che mirabilmente risponde ad una necessità del secolo nostro: egli formò la Pia unione Internazionale dei Cooperatori delle Cooperatrici Salesiane, non solo a sostegno della sua Istituzione, ma anche per promuovere fra i ricchi e i facoltosi l'esercizio della carità e per diffondere fra loro il suo spirito di operosità benefica a vantaggio della gioventù abbandonata. Questi Cooperatori sono i terziari salesiani, ad imitazione dei terziari degli antichi Ordini Religiosi, ma col distintivo particolare di un'azione sociale benefica e della elemosina, come dice il loro Regolamento, approvato e indulgenziato dai Sommi Pontefici. Ogni Casa e ogni ramo dell'Opera di Don Bosco deve avere il suo nucleo di Cooperatori; e questi hanno da accompagnare l'azione salesiana con la loro cooperazione in modo che il popolo, o l'operaio, veda e senta di essere avvicinato, non solo dal sacerdote e dalla suora, ma anche dal ricco e dal facoltoso allo scopo di dar soccorsi a lui, ai suoi figli, alla sua famiglia. L'azione e la cooperazione salesiana sono inseparabili, tanto nello spirito, come in tutte le loro manifestazioni. Così soltanto si spiega come l'Opera di Don Bosco si sia diffusa tanto rapidamente e siasi tanto profondamente radicata in quasi tutti i paesi della terra.
Ecco un'opera provvidenziale!
Ecco qui, pertanto, un'Opera grande, nata nella Chiesa in questi ultimi tempi per alleviare tanti mali e salvare tante anime. Quest'Opera di Don Bosco, con i suoi Salesiani, i suoi allievi, ex-alunni e Cooperatori, forma la grande Crociata che la SS. Vergine « Aiuto dei Cristiani » ha mandato al mondo, quasi esercito pacifico che ha da combattere contro l'empietà e la corruzione, come quella che ha per iscopo la salvezza della gioventú e del popolo dalla corruzione e da ogni altro male. La sua parola d'ordine è : « preghiera, lavoro e sacrifizio » simboleggiati nello stemma salesiano: Da mihi animas, caetera tolle : dàmmi le anime e prenditi il restante!
Facciamoci tutti Cooperatori Salesiani.
Schieriamoci dunque tra le file di questa religiosa milizia, che inalbera al fronte lo stendardo di Maria Ausiliatrice e marcia sotto gli ordini del Ven. Don Bosco; e tutti siamo attivi e costanti cooperatori di quest'Opera provvidenziale. Così si compirà il presagio, che quest'Apostolo dell'età nostra, fidando nella protezione della SS. Vergine, giunse a formolare in queste parole: che verrà un giorno in cui « Cooperatore Salesiano sarà sinonimo di buon cristiano! »
Con ciò non si ha da credere che questo Padre della gioventù abbandonata volesse restringere la cooperazione dei ricchi all'Opera sua in particolare; no, il Regolamento della Pia Unione e le parole e gli scritti di Don Bosco ci dimostrano che egli voleva eccitare in tutti quelli che si chiamano cattolici e bramano di esserlo veramente, lo spirito dell'azione sociale e la pratica della beneficenza: come lo prova la predilezione sua per le conferenze di S.
Vincenzo de' Paoli, all'Opera del Ven. Cottolengo, ecc.
L'intervento di Maria Ausiliatrice.
Meraviglioso, in vero, fu lo spirito di generosa carità, che il Venerabile disseminò, nei suoi viaggi e con le sue conferenze, nelle principali città d'Italia, Francia e Spagna; ma per commovere e indurre molte famiglie, ricche e facoltose, a praticare con generosità l'elemosina, fu pur necessario che intervenisse visibilmente Maria Ausiliatrice con miracoli di guarigioni, conversioni e altri favori spirituali e temporali. È in questo modo che Don Bosco giunse a persuadere ogni classe di persone esser sacro dovere per ogni cattolico il favorire e proteggere tanto le opere religiose quanto le opere sociali di propaganda e di carità cristiana, se si vogliono ottenere le grazie e gli aiuti celesti, salvar se stessi, le famiglie e la società nell'ordine spirituale e temporale.
,, Auxilium Christianorum, ora pro nobis."
Voglia « la Madonna di Don Bosco », così oggi è popolarmente chiamata Maria Ausiliatrice, rinnovare nel nostro Paese, e in mezzo, a tutti i cattolici, i suoi prodigi e spandere i suoi aiuti celesti sopra i ricchi, affinché essi a lor volta diano costante e generosa cooperazione alle opere religiose e sociali, che vanno sorgendo in mezzo a noi per la salvezza della gioventú e del popolo. Le opere che particolarmente raccomandiamo sono la Buona Stampa, le Scuole Cattoliche, le Conferenze di S. Vincenzo e le altre opere di carità, che, secondo lo spirito della Chiesa, son promosse e sviluppate nella nostra Capitale e in tutta la Repubblica.
Voglia il Cielo che spunti presto il giorno nel quale, mediante l'Aiuto di Dio che ci ha da venire per intercessione della SS. Vergine, e la Cooperazione dei fedeli, possiamo vedere tutte le opere cattoliche talmente vigorose e attive da poter offrire protezione e aiuto a tutte le necessità spirituali e materiali dell'amato nostro popolo e della gioventú, che forma la piú bella speranza della Religione e della Patria!
Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis!
I festeggiamenti.
Ad ottenere queste grazie, invitiamo tutti i fedeli devoti di Maria Ausiliatrice, ad assistere alle solenni funzioni, che si celebreranno ad onore della Celeste Patrona dell'Opera di Don Bosco nel suo Santuario di Almagro, specie negli otto giorni della S. Missione che si terrà dal 23 al 3o maggio, e alla processione che avrà luogo la sera di quest'ultima domenica.
Noi, piacendo a Dio, terremo nello stesso
Tempio-Omaggio, solenne Pontificale il giorno 31, e intoneremo il Te Deum in ringraziamento dei benefizi ricevuti ad intercessione di Maria SS.ma e per implorare la sua assistenza e protezione nelle presenti necessità.
Questa Lettera Pastorale sarà letta in tutte le Chiese e Cappelle dell'Archidiocesi, nella festa susseguente il giorno in cui sarà ricevuta, all'ora del maggior concorso.
La Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figliuolo e Spirito Santo, discenda sopra di voi e vi rimanga in eterno. Cosí sia.
Dato nel nostro Palazzo Arcivescovile di Buenos Aires, Capitale Federale della Nazione Argentina, il giorno dell'Ascensione 13 maggio dell'anno del Signore 1915, firmata di nostra Propria mano munita del nostro sigillo e controssegnata dal nostro Segretario.
+ MARIANO ANTONIO, Arcivescovo
di Buenos Aires.
Per mandato di S. E. R. Emanuele Elzaurdia, Canonico Segretario.
Non ci sono ancor giunte le relazioni dei festeggiamenti promossi in tutta l'Argentina pel Centenario di Maria Ausiliatrice, ma i programmi che abbiamo ricevuti ci autorizzano ad annunziare che essi furono degni della solenne ricorrenza.
Ci piace ricordare il disegno che ornava l'artistico manifesto dei riti solennissimi indetti nel nuovo tempio di Almagro in Buenos Aires. In alto, in mezzo a mistica nube e in uno sfondo giallo-oro è Maria Ausiliatrice. A basso: nel mezzo un'ara sulla quale è scritto : Pax, pace ! alla destra una donna, in bianchi veli, prostrata, in profondo raccoglimento, « la Preghiera » ; tutt'intorno un'ampio bosco di verdi ulivi, dai quali sorge e s'incurva uno splendido arcobaleno fino alla visione della Vergìne.
E il fervido pensiero di tutti che dalla Vergine sarà ridata al mondo la pace !
Inaugurazione di un nuovo Istituto.
Il 16 maggio ebbe luogo in Avellaneda (Buenos Aires) la benedizione del nuovo Collegio Maria Ausiliatrice, eretto in via Belgrano 647, come omaggio a Maria Ausiliatrice e al Venerabile Don Bosco in occasione dei loro Centenari. L'ispettore Don Giuseppe Vespignani tenne al mattino una conferenza salesiana, durante la messa solenne,
nella chiesa parrocchiale. Nel pomeriggio benedisse la Cappella e l'istituto Sua Ecc. Rev. Mons. Francesco Alberti, che pronunziò anche un discorso di circostanza. Fecero da madrine alla benedizione della Cappella la signora Maria Lertora de Bervier; alla benedizione del Collegio le Signore Cooperatrici componenti il Comitato e la signora Marianna B. De Barceló. L'inaugurazione di una grande scuola di cucito, detta di S. Vincenzo de' Paoli, si compi sotto gli auspici della signora Agnese Dorrego de Unzué.
In seguito ebbe luogo nel teatrino un trattenimento musico-letterario svolto dalle alunne del Collegio. La Acción, periodico settimanale di Avellaneda, unendosi con entusiasmo « al fausto avvenimento della solenne inaugurazione del Collegio Maria Ausiliatrice, nuovo tempio del sapere, congiunto alla solida educazione della gioventú » pubblica un bell'articolo sul duplice centenario con varie illustrazioni.
NEL PERÙ.
La Consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice ad Arequipa.
L'ispettore delle Case Salesiane del Perú, della Bolivia e dell'Equatore, sac. Giuseppe Reyneri, invia al sig. Don Albera la consolante notizia della Consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice ad Arequipa.
Arequipa, 4 maggio 1915.
REV.MO SIGNOR DON ALBERA,
COL cuore innondato di santa consolazione le do un annunzio che, son certo, allieterà anche il suo cuore paterno che sente come sue le pene e le gioie de' suoi figli.
Giovedì p. p. 29 aprile, il Tempio, promesso a Maria SS. Ausiliatrice nel 1896 da Don Calcagno di v. m. e dai suoi compagni d'esilio, cominciato poi nel 1899 e che costò molte fatiche e sudori a tanti zelanti confratelli, primi tra i quali l'indimenticabile Don Santinelli e D. Taricco di f. m., potè dirsi un fatto compiuto.
Infatti S. E. Rev.ma Mons. Mariano Holguin, degnissimo Vescovo della Diocesi, assistito dalla parte più eletta del Clero regolare e secolare, procedette alla sua consacrazione solenne. I sacri riti, già di per sè sublimi, accompagnati dal canto liturgico, riuscirono commoventissimi.
Ci pareva di vedere il Venerabile nostro Padre Don Bosco ed il suo primo successore
Don Rua di v. m. ed i suddetti confratelli sorriderci dal cielo, ed Ella, amato Padre, con tutti i superiori attuali rispondere al sorriso dei primi con un cordiale Deo gratias!
Ieri l'altro poi, 2 corr., lo stesso Mons. Vescovo inaugurò solennemente il Tempio celebrando alle 7 1/2 la S. Messa della Comunione generale, cui prese parte, coi giovani interni ed esterni, una grande moltitudine di fedeli, commossi, come i giovani, fino alle lagrime, nel vedere alfine realizzato ciò che era stato per vani anni, più che un ideale, un roseo sogno luminoso.
Assistevano alla S. Messa anche i Padrini del Tempio e dell'Altar Maggiore, l'illustre famiglia patrizia Goyeneche rappresentata dal sig. J. A. Vivamo e signora Consuelo Rada de Corralez Diaz ; i sigg. Padrini dell'altare del S. Cuore di Gesù, sig. Alfredo de Romana e consorte; e dell'Altare di S. Giuseppe, sig. Dr. Adolfo Chavez e signora; insieme col Comitato del Tempio, presieduto dalla Nobil Donna Candelaria R. de Romana.
Prima della cerimonia fu cantata dai giovani, coadiuvati dagli antichi allievi e dai confratelli, l'antifona Corona Aurea. Alle prime note dell'antifona si tolsero i veli che coprivano i tre altari, e si celebrò ad essi contemporaneamente. L'altar maggiore, eseguito dalla ditta Ricchino di Genova, è di effetto magnifico.
La Messa solenne venne cantata dal rev.mo Mons. Manuel Nicolás Silva, Vicario Generale della Diocesi e Direttore dei Cooperatori. Vi assisteva coi signori sullodati la parte più eletta della cittadinanza.
La cerimonia riuscì memoranda per lo splendore dei sacri riti e per la perfezione con cui fu eseguita la Messa Te Deum del Perosi.
Brillante fu il panegirico di Maria SS. Ausiliatrice, detto dal rev.mo P. Jesús Margañón, Superiore dei Gesuiti, il predicatore più rinomato di Arequipa, che disse magistralmente le glorie di Maria Ausiliatrice e del suo tempio, ricordando gli umili principii ed il graduale svolgimento dell'opera, che doveva essere e sarà un perenne Omaggio a Gesù Redentore ed al suo Vicario in terra.
A corona dei festeggiamenti ci giunse una Benedizione del S. Padre e l'adesione dell'Episcopato Peruano, aumentando la generale soddisfazione degli intervenuti, condivisa dal direttore, dai confratelli e dai giovani della casa che tutti, a gara, avevano lavorato del loro meglio perchè la cerimonia riuscisse solenne.
E qui debbo un encomio speciale alla benemerita signora Candelaria R. Ved. de Romana
che si può chiamare la donna forte di cui parlano i Libri Santi, poiché a una pietà illuminata e profonda unisce un'attività straordinaria. Appartenente a una delle famiglie più distinte della città, aiutò sempre efficacemente i Salesiani col suo obolo e col prestigio del suo nome, e diede speciale impulso ai lavori del Tempio, raddoppiando ultimamente la sua energia perchè la consacrazione e inaugurazione segnasse una data memoranda negli annali della Casa Salesiana di Arequipa.
Amato Padre, tra breve Ella riceverà una medaglia commemorativa della cerimonia, il Numero Unico che si stampa ora, i giornali che ne parlarono e tutto ciò che ha relazione con questo fatto sí importante, che ricorderà perpetuamente ai posteri l'Anno Centenario della Nascita di Don Bosco e della Festa di Maria Ausiliatrice!
Ella, come fu ricordata da molti che ebbero la fortuna d'avvicinarla nel 1902, quando fu qui per la visita straordinaria, così voglia ricordarsi di noi, affinché ora e sempre corrispondiamo alla comune aspettazione, da degni figli di D. Bosco.
Nel porgerle a nome mio e di tutti i confratelli, giovani, antichi allievi, Cooperatori e
Cooperatrici, l'espressione del più rispettoso ossequio, mi raccomando con essi alle sue fervide preci e mi raffermo
Di lei, amato Padre,
Umil.mo Figlio in Corde Jesu
Sac. GIUSEPPE REYNERI.
NEL BRASILE.
Ai primi di giugno u. s. si tenne in S. Paolo - ad iniziativa di quell'Ecc.mo Arcivescovo - un imponente Congresso Eucaristico. Le sedute ebbero luogo nell'Istituto Salesiano e i nostri Confratelli - memori degli esempi di Don Bosco, che verbo et opere c'insegnò ad integrare la divozione alla Madonna col culto più tenero a Gesù in Sacramento - tennero, in tutti i giorni del Congresso, continuamente esposto il SS. Sacramento nell'attiguo Santuario del S. Cuore, dove molti Vescovi condussero da varie parti della Repubblica devoti pellegrinaggi.
Miglior omaggio non potevasi rendere a Maria Ausiliatrice nel suo Centenario !
Commemorazioni di Don Bosco
« Don Bosco e l'opera sua sociale femminile ». - La domenica 9 maggio, a cura delle ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice residenti a « Nizza Monferrato », si tenne nel Teatro Sociale, con grande concorso d'ogni ceto di persone ed ottimo esito, il discorso commemorativo del centenario di Don Bosco, detto dal marchese Filippo Crispolti.
Egli incominciò cosí: « Noi ci troviamo qui in un'ora in cui le inquietudini o le impazienze degli animi italiani aspettano di conciliarsi in un'unica e disciplinata concordia per virtú della parola del Re, la quale venendo dall'unico custode dell'onore e degli interessi d'Italia, suoni pace o suoni guerra, farà degli italiani un cuor solo. In quest'ora sembra un contrasto tuttociò che distrae, ma questa solennità non è una distrazione, ove è manifesta la catena d'una città che può seguire il suo cammino spirituale anche in mezzo alle ansie. Cosí è un atto di preparazione morale, poiché il ricordare gli animi grandi e santi è un attingere alle fonti sicure d'ogni eroismo in qualunque campo esso si eserciti ».
E passò dire che il soggetto gli era suggerito dalla città. A Nizza infatti, nell'antico convento dei Cappuccini, che era diventato un emporio enologico e che Don Bosco nel 1878 riscattò, fu trasferita fin d'allora la casa madre dell'Istituto che governa quattromila suore sparse per il mondo: a Nizza le Figlie dell'Ausiliatrice reggono scuole, che fra elementari, complementari e normali hanno finora istruito e licenziato circa diecimila giovinette, molte delle quali divenute maestre nei luoghi italiani piú distanti, diffondono e moltiplicano il seme della retta e soda cultura.
E scese a studiare il modo e lo spirito con cui si svolse sotto l'ispirazione di D. Bosco questo vastissimo saggio di femminismo cristiano.
Quindi tracciò per sommi capi la bella figura di Suor Maria Mazzarello sulle cui virtú si è compiuto presso la Curia d'Acqui il processo canonico e le cui spoglie mortali riposano a Nizza. Mostrò quanti spontanei caratteri dell'iniziativa presa da lei e dell'indole che vi rivelò, andassero quasi provvidenzialmente incontro all'impronta che Don Bosco avrebbe dato loro. Disse anche quali perfezionamenti vi portasse il totale abbandono che essa, pur conservando involontariamente una fisonomia propria, fece dei proprii criteri e delle proprie attività alle direzioni del Venerabile sacerdote. Cosicche l'opera femminile non fu un'aggiunta a quella di Don Bosco, ma un'integrazione di essa.
E l'oratore passò a mostrare quale influenza religioso-morale ed economico-sociale, eserciti il nuovo istituto, sopratutto perche ha tenuto conto d'un fatto nuovo, cioè della necessità in cui oggi si trova la donna delle classi minori e medie di abbandonare in molte circostanze la casa e procurarsi il necessario sostentamento da sé coi mestieri o colle professioni. Esso ha risoluto, come ha fatto il Salesiano per i giovani, il gran problema di antivenire colla flessibilità dei sistemi sposata all'inflessibilità dei principi, le vie che prenda in una epoca così rapidamente mutevole come la nostra, l'elemento femminile; cosicché l'educazione sana e la cultura soda non gli corrano dietro affannosamente in ritardo, ma siano pronte, predisposte, proporzionate a tutti i bisogni dei tempi nuovi.
Conchiuse accennando alla grave ora che l'Italia attraversa, dicendo che dovunque la donna saprà compiere, senza vanità, senza dissimulare le proprie giuste ansie, ogni sacrifizio che la patria possa domandarle; dovunque supplisca nei vari ordini di lavoro agli nomini che un eventuale guerra possa chiamare lontano; dovunque aiuti la pubblica fortuna colla preghiera, coll'esempio di fortezza e purezza, coi consigli di perseveranza, di costumatezza, d'elevazione spirituale dati agli uomini, ivi sarà molto facile trovare la traccia diretta od indiretta d'un'opera educativa quale Don Bosco la volle e le Suore di lui la praticano. « Ed allora si riconoscerà che non per nulla - può ben dirlo un uomo nato lontano di qui - non per nulla, dico, Iddio fece nascere il maggiore educatore moderno e la sua grande cooperatrice in terra piemontese, cioè, dov'era suggerito dalle tradizioni l'opportunità di sperimentare specialmente l'influenza religiosa sopra le spontanee virtù del coraggio guerresco e della meta e virile disciplina. Poiché quest'esperimento poteva dare la creazione del tipo costante d'uomini e di donne, quali l'Italia e la Chiesa hanno diritto d'augurarsi, ossia tale che apprendano dal timor di Dio ad essere liberi da ogni specie materiale e morale di timore umano, nel che è tanta parte della sapienza di cristiani e di cittadini ».
Fragorosi applausi accolsero la interessantissima conferenza, per la quale numerose adesioni giunsero da ogni parte d'Italia. Applauditissimo il telegramma del S. Padre
« Santo Padre, compiaciutosi lieta notizia solenne commemorazione primo centenario nascita Venerabile Don Bosco, fa voti che odierna testimonianza di filiale affettuosa venerazione coteste ex-allieve alla memoria del grande Apostolo della gioventú valga a perpetuare nei loro cuori lo spirito fecondatore di cristiane virtú, e ben volentieri imparte alle ex-allieve, all'egregio Oratore, alle signore del Comitato e ai singoli presenti e particolarmente alla Superiora generale e Figlie di Maria Ausiliatrice la implorata benedizione. -
Card. GASPARRI ».
« La vita di Don Bosco ». - La manitestazione di affetto, di venerazione, di riconoscenza data a Don Bosco il 21 aprile, alla presenza di Don Albera, dai Cooperatori Salesiani di Pavia, con a capo quel zelantissimo Vescovo Mons. Francesco Ciceri, fu memoranda. Riferiamo dal Ticino
« Con parola piana, sobria, penetrante, il Canonico Dott. Attilio Moiraghi tenne viva l'attenzione del folto uditorio per oltre un'ora...
« La grande figura di Don Bosco è fatta rivivere dalla parola dell'oratore in tutti i suoi aspetti coi quali operò le meraviglie che del suo nome riempiono il mondo. Cosí ci vien presentato Don Bosco nella sua fanciullezza, nella sua giovinezza, quando contadinello, nei lavori dei campi, quando studente, sui banchi di scuola, già lasciava trasparire la sua virtú, e la grande missione cui lo chiamava il Signore col suo amore alla pietà, colla sua forza indomita nel superare le gravi difficoltà che provenivano dalla sua misera condizione di fortuna, colle sante industrie da lui escogitate per nascondere fin d'allora sotto il manto dell'umiltà il suo amore e la carità verso il prossimo.
» Viene pure esaminata l'opera di Don Bosco quale scrittore di opere popolari, numerose (oltre 10o) e fra esse alcune di grande valore, come la Storia d'Italia, in cui si ammira la purezza della lingua e l'erudizione del Venerabile. Si sofferma quindi alquanto sull'opera degli Oratorii, ed è qui che fa trasparire tutta la grandezza del Servo di Dio. Difficoltà, che avrebbero sgomentato chiunque, vengono superate da Don Bosco, armato solo della sua grande fede e della sua fiducia nella Provvidenza...
» Viene pure lumeggiata la vita di Don Bosco nei suoi rapporti con ministri di Stato, con Sovrani, col Sommo Pontefice; e quella interiore da cui attingeva le prodigiose risorse nell'educazione dei giovani, nella conquista di quanti ebbero a trattare con lui... ».
D. Albera « con voce velata da commozione confessa che non sa quali pensieri preferire, tanti son quelli che s'affollano alla sua mente. Si sente commosso nel vedere il suo venerato Padre glorificato in maniera così mirabile in tutte le parti del mondo, specialmente in quest'anno della sua Commemorazione Centenaria. Quanto piú Don Bosco amò l'umiltà, tanto piú Dio lo volle esaltato...
» Il soave trattenimento venne chiuso da Sua Ecc. Mons. Vescovo, il quale volle unire i suoi ringraziamenti e le sue esortazioni a quelle di Don Albera, per i cooperatori salesiani: esorta pure ad amar l'opera degli Oratorii, e ad imitare Don Bosco, che si può chiamare il santo dei nostri tempi. Questo pensiero suggerisce al Vescovo di ricordare due uomini dei nostri tempi e della nostra città, che han coronata la loro vita esemplarmente cristiana colla morte preziosa dei santi : Contardo Ferrini e Mario Chiri... ».
« L'Opera di Don Bosco ». - Alessandria, che va meritamente gloriosa di aver nella sua provincia la terra che diede i natali a Don Bosco, Castelnuovo d'Asti, la domenica 21 marzo, in occasione della visita di D. Albera a quell'istituto salesiano, volle solennemente commemorare il Centenario di Don Bosco con una conferenza nella vasta Cattedrale, gremita di cooperatori e di fedeli. La conferenza fu detta dal nostro Don Trione.
a L'illustre e simpatico Oratore, scriveva l'Ordine del 26 marzo, espose a grandi linee l'inizio e lo svolgersi dell'opera salesiana nella sua multiforme attività e feconda efficacia, quale sgorgò dalla mente vasta e dal cuore grande di D. Bosco.
« Prinio oggetto delle cure di quel grande apostolo furono i giovani operai, che, abbandonati nei trivii o chiusi nelle officine, imparando col vizio l'odio di classe, fornivano un alto contributo alla delinquenza. Don Bosco ne studiò la misera condizione nella clinica delle carceri e per essi ideò le scuole professionali, ove i giovani si preparano una posizione onorata nella società e non si guastano il cuore. Accanto ad esse ecco sorgere le scuole secondarie per i giovani, che un giorno saranno arbitri della società colla scienza e difenderanno contro gli assalti dei maligni l'idea morale e religiosa, secondo quei principii che appresero alla scuola del mite Don Bosco. Poi i circoli universitari e i ricreatori festivi, ove i giovani possono raccogliersi, prendere deliberazioni ed uscire in falange compatta a combattere le battaglie della vita.
» Altrettanto si fece per le giovani operaie, sotto la guida delle Suore di Maria Ausiliatrice.
» E per provvedere all'avvenire di quest'opera già cosf vasta, Don Bosco fonda la pia Società di San Francesco di Sales, nella quale preti e laici, imbevuti del medesimo spirito e miranti ad un medesimo ideale, perpetuano nella società l'opera del loro fondatore.
» Ma non bastava ancora: Don Bosco pensava ad una piú grande Italia, all'Italia che emigra, e si espande colle sue braccia, col suo commercio, colle sue produzioni; e per questi operai italiani, spesso abbandonati o sperduti nel vortice febbrile dell'attività americana, inviava i suoi sacerdoti e fondava i Segretariati per assisterli nei molteplici bisogni spirituali e corporali e tener alto in essi lo spirito cristiano e patriottico.
» Un ultimo e certo non meno urgente desiderio della sua carità furono i poveri infedeli, ai quali mandava missionari e suore, che civilizzando gli indigeni aprivano un nuovo campo all'attività agricola e coloniale italiana.
» E la benedizione di Dio è scesa su Don Bosco e l'opera sua; le sue case si son propagate in tutto il mondo con una fecondità prodigiosa, apportando ovunque colla religione e la civiltà il nome di Italia.
» Un fremito di commozione invase la folla quando comparve sul pergamo la mite figura di Don Albera, che ebbe sul suo labbro squisitamente paterno la parola della riconoscenza per tutti quelli che si interessano delle Opere Salesiane e le sostengono colle loro preghiere e colla loro carità.
» Alle 19.30 il vasto salone del teatro dell'Istituto Salesiano era stipato dalla piú eletta porzione del Clero e della cittadinanza alessandrina, accorsa per rivedere Don Albera e per udire ancora una volta la parola dell'infaticabile Don Trione, il quale, presentato dal prof. Adolfo Galassini, del Regio Liceo, tenne un' interessantissima conferenza sull'emigrazione italiana e sull'opera dei salesiani nelle due Americhe.... ».
Con gioia e di tutto cuore ringrazio Maria SS. Ausiliatrice, aiuto dei Cristiani e il Venerabile D. Bosco per avermi guarito ben già due volte nel 1913 un mio bambino da bronchite e per altre due grazie ricevute nel corrente anno.
Lo stesso bambino, il 2 di questo aprile, fu colpito da forte polmonite, con forti dolori da ambe le parti, che gl'impedivano la respirazione; indi fu colto da febbre fortissima e in due giorni fu ridotto a tale stato che si credeva perduto.
Subito mi rivolsi con tutta fede a Maria Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco che tanto amava i bambini. Incominciai la novena consigliata dal Venerabile, aggiungendo un Pater, Ave, Gloria per Lui e promettendo una piccola offerta.
Il quarto giorno principiò a migliorare, l'ottavo volle alzarsi e andar in braccio al babbo per qualche momento; al nono si fece vestire e cominciò a camminare e da quell'ora sempre progredí in meglio. Al presente sta benissimo!
Sul principio di gennaio mio marito fu preso da grave malattia che i dottori dichiararono contagiosa. Non si può immaginare il dolore della famiglia. Incominciai la novena consigliata da D. Bosco: pregai molto e a lungo; e il male a poco a poco scomparve; ora egli pure è perfettamente guarito.
Come sempre ho adempito alle mie promesse ed ora ringrazio la Vergine Ausiliatrice e La prego a non voler cessare di benedire la nostra casa ed i suoi divoti, continuando a vigilarci e a proteggerci.
Torino, 28 aprile, 1915.
M. MARIA.
Pur sempre mantenendo una condotta degna di un figlio del Ven. D. Bosco, fui accusato di violazione di una serqua di articoli dei Codici Civili, Penali e Commerciali. L'atto d'accusa faceva rizzare i capelli anche al piú profano nelle scienze giuridiche. Consultai diversi legali sulla mia difesa, ma tutti, compreso anche l'Avvocato d'ufficio, esigevano il previo deposito di una somma troppo forte per le mie povere finanze.
Che fare?!... Mi rammentai d'essere stato un prediletto del Ven. D. Bosco nei felici anni passati dal 1872 al 1878 nel caro Collegio di Borgo S. Martino, e incominciai un triduo, tutto ad onore del Ven. D. Bosco, che nominai mio difensore.
Quindi, senza alcuna umana difesa, mi presento in tribunale, e il Ven. D. Bosco, che mi sentiva vicino, mi infuse tanta serenità d'animo, tanta lucidità di memoria, tale eloquenza che per piú di un'ora trattenni l'attenzione di tutti. Cosa abbia detto, certo piú non lo saprei ripetere; ho solo ben presente che il Pubblico Ministero, in luogo di sostenere l'accusa, ritirò tutti i quattro capi d'imputazione, provocando dal Tribunale una sentenza di non luogo a procedersi per inesistenza di reati.
Gloria all'Avvocato mio, il Ven. Don Bosco!
Quale primo acconto dell'onorario dovuto a sí alto ed amorevole Patrocinatore, accludo L. 15, riservandomi di saldare il debito appena mi sarà possibile, con facoltà di rendere pubblica questa segnalatissima grazia, ottenuta per l'esclusiva assistenza del Ven. D. Bosco.
P*** 2o aprile 1915.
E. B.
« Evviva Don Bosco! ». È questo il grido che erompe spontaneo dall'animo mio grato e commosso, per un segnalatissimo favore testé ottenuto mercé la di Lui intercessione.
Dolentissimo di non potere entrare in dettagli giacché trattasi di cosa delicatissima, adempio però con gioia alla promessa di render pubblica la concessione della grazia non esitando a dire ch'essa è di tale evidenza che basterebbe da sola a meritare al Venerabile l'onore degli Altari.
Grazie dunque gliene rendo dall'intimo del cuore, e mentre son lieto di additare agli afflitti con quanta potenza Egli sa intercedere presso la Vergine Santissima, unisco una piccola offerta per Messa di ringraziamento, con la promessa di rendere pubbliche quelle altre grazie che dal Venerabile attendo, s'Egli me ne giudicherà degno.
Valguarnera, maggio 1915.
FRANCESCO FEDERICO.
Negli ultimi giorni di aprile ho cominciato una novena di tre Pater, Ave e Gloria, pregando il Signore che mi concedesse per intercessione del suo ven. Servo Giovanni Bosco, che il mio babbo potesse almeno alzarsi di letto per il giorno 8 maggio, promettendo di pubblicare la grazia nel Bollettino Salesiano.
Con gioia soddisfo alla mia promessa ringraziando il Signore, poiché egli ha voluto esaltare il suo Servo e mi ha esaudito !
Bologna, 8 maggio 1915.
ANGELO ARPEGGI.
Mio marito da qualche tempo andava soggetto a fissazioni. Pensieri pessimisti lo tenevano continuamente agitato; non prendeva piú né cibo né riposo. I dottori non sapevano a che partito appigliarsi e si temeva fortemente, poiché la stessa malattia aveva condotto al suicidio altre persone pie ed assennate, che la stessa sciagura avrebbe colpito anche la nostra famiglia. Mi sovvenni in buon punto del Ven. Don Bosco che ebbi il bene di conoscere, e lo pregai ad ottenerci da Maria Ausiliatrice la grazia: ed ecco a poco a poco ritornare la pace nella famiglia, perchè mio marito fu salvo.
Siano rese grazie a Maria Ausiliatrice e al Suo servo fedele Don Bosco.
Cartosio, 2 marzo 1915.
S. L.
Ai primi del corrente mese di marzo la mia famiglia ed io ci trovavamo in angustie per un affare importantissimo che ormai non dava speranza di esito favorevole. Mi rivolsi allora con gran fede a Maria SS. Ausiliatrice e promisi l'offerta di dieci lire per la causa della beatificazione del Ven. Don Bosco, ove si risolvesse in bene l'affare in parola.
Maria e il Ven. servo di Dio vennero prontamente in nostro soccorso in un modo affatto insperato e impreveduto.
Rinconoscente pertanto dell'insigne favore ottenuto, adempio la mia promessa e rendo pubbliche grazie a Maria SS. Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco, che interposero presso Dio il loro validissimo patrocinio.
Costalunga (Verona), 26 marzo 1915. MARTINELLI LuIGIA.
Nello scorso mese, una mattina, mentre la mia famiglia faceva colazione, ad un tratto il mio figliuoletto Antonio di circa un anno si mise a piangere disperatamente e poi rimase inerte; non dava piú segni di vita. Mia moglie non sapendo che fare, col cuore spezzato 'e colle lagrime agli occhi si mise a gridare: - O potente Ausiliatrice, o Don Bosco, salvate il mio bambino!
In brevi istanti questi incominciò a dare un piccolo respiro, ed ora grazie al Signore e alla Vergine e al Ven. D. Bosco, finita la novena, non è piú preso da quelle terribili crisi. Con l'anima piena di gioia mandiamo una piccola offerta.
Campomolino, 19 marzo 1915.
ANTONIO SANTUZ e MARIA.
Il 6 giugno u. s. nell'Oratorio Salesiano di Torino si compi un'intima dimostrazione di affetto con una fervida gara di auguri al rev.mo nostro Superiore Generale, che compiva in quel giorno 7o anni.
Confratelli ed alunni, non contenti di averlo ricordato in modo specialissimo nelle loro devote Comunioni, si radunavano in cortile attorno a Lui, e lí, su due piedi, gli improvvisavano una festicciuola, semplice ma graziosa e indimenticabile. Don Albera ne fu commosso.
Dopo varie suonate della banda, prese pel primo la parola il suo antico maestro Don Francesia, declamando la forbita poesia che pubblichiamo a ricordo.
A lui tenne dietro Don Trione, augurando all'amatissimo Superiore, a nome di tutti i confratelli, di giungere felicemente alla sua Messa d'Oro (che sarà nel 1918) e poi a quella di Diamante.
Quindi anche gli alunni, studenti, artigiani e oratoriani, ebbero tutti il loro spigliato e cordiale rappresentante.
Un d'essi diceva:
Lo dico sinceramente, proverei un gusto matto, se potessi vedere il sig. Don Albera tornar giovanetto di quindici o sedici anni per giocare in mezzo a noi. Non piacerebbe a voi pure, compagni, vedere il venerato Superiore vestito come noi, giocare con noi, poniamo il caso, a palla avvelenata? Scommetto che neppur uno ricuserebbe di fare una partita con lui. Ma pur troppo ciò è impossibile. Eppure, io son certo che quando egli scende nel nostro cortile a passeggiare, e ci vede tutti giocare allegri, quando i superiori gli dànno buone notizie dei nostri studi, della nostra pietà, egli rivede se stesso in noi e ripensa alla, sua giovinezza, torna addietro di quasi sessant'anni, sui banchi della scuola, quando ascoltava le lezioni del suo antico professore, e sorride all'amabile figura di Don Bosco che l'esorta al bene... Oh sorridiamo noi pure al buon Padre e promettiamo di esser sempre la sua consolazione !
E fu davvero una ferma promessa generale di consolare in ogni guisa il venerato Superiore, che da vari mesi - a causa della guerra - ha tante preoccupazioni piú dell'usato
Or ecco la poesia di Don Francesia:
Ha settant'anni !... E parvi bella cosa il dir a un galantuomo: Tu sei vecchio? non giova che sia fresco come rosa, e nitido la faccia come specchio nè l'aver settant'anni od anche di piú non mi par che sia merto di virtú.
Ma so che voi veniste a Lui davanti a fargli sentir oggi un po' di festa: son ilari gli aspetti ed i sembianti, dolce tripudio intorno si ridesta, perché cogli anni ciascheduno addita i molti fiori ch'Ei raccolse in vita.
Chi loda sue virtú, chi l'alto ingegno, chi il lungo faticar e giorno e notte, chi la sua mèta ad infallibil segno, chi l'opre belle, laboriose e dotte, e chi... ma credo che nessuno al certo potrà cantar... del giovinetto il merto
Io sol posso tornar indietro indietro, e Lui vedere fanciulletto ancora, quando tant'alto poco piú d'un metro e dolce nel sembiante com'aurora, qui, della scuola nel modesto banco, crescea sereno di Don Bosco al fianco.
E come un dí vedeva innanzi a me umil, modesto, studioso e buono, quel Domenico Savio, che oggi è il re vostro, o fanciulli, piú che ambito dono; Lui pur ricordo, e con amor lo dico, ché maestro gli fui nel tempo antico.
Per grazia del Signor, nella carriera d'insegnante nel corso ginnasiale, ebbi una bella e numerosa schiera di giovanetti che s'onora e sale; chi medico e dottor, chi monsignore, ma sovra tutti... c'è il Rettor Maggiore!
Lui semplice mirava in quei bei giorni, oh! non sí bianco ancor, questo si sa! già docile nei modi e nei contorni, eguale nel sorriso e la bontà... pur da Don Bosco si mostrava a dito quest'albero nascente e sí fiorito.
Oh! scuola bella, splendida di gloria, che la traente rivede con piacere! Ognuno riportò ricca vittoria nelle diverse e nobili carriere!... sol io rimasi qui confuso al piano sempre poeta... con la cetra in mano.
E di tutti cantai con dolce vena alternando la gioia ai mesti cateti, e fra la lieta e variopinta scena i sorrisi scoppiàr e i larghi pianti, di cogliere sperando con decoro qualche foglietta di caduco alloro...
Ma... fra tutti gli onor nei par che sia l'ascriver Voi scolaro e super ore!... non credo nascer possa gelosia, ed onorando Voi mi faccio onore: quanto piú Voi sarete ardito e destro in silenzio dirò: Gli fui maestro!
Ora serie novella cominciate di vita, perché sopra i settant'anni! che V'accompagni dell'età passate la pace e la salute... e non gli affanni... rara che ai settanta ne aggiungiate diece poi dieci ancora, è la modesta prece...
Questo pensiero che spaventa e accora colui che visse invano gli anni suoi, il venerando Vostro capo indora e Vi congiunge ai valorosi eroi! ché l'ore vostre sempre al bene intese si coronàr di gloriose imprese.
Mi pare di veder Sampierdarena alzarsi e tripudiar al Vostro nome: indi Marsiglia in esultanza piena con Parigi infiorar le Vostre chiome, e per lodarvi sollevarsi a volo vedo l'antico col novello polo.
Che Voi colà n'andaste, son molt'anni, quasi a presagio di futuri eventi! né V'arrestar le strade ed i malanni non la rozzezza delle incolte genti; ma n'andaste giocondo, e a meraviglia molti rivolser sopra Voi le ciglia.
Ché quale a messagger che porta olivo s'adunàro i fratelli al nuovo duce! Voi l'aspettato, Voi l'esempio vivo, Voi la pace dei cori, Voi la luce... e la Terra del Fuoco ed il Brasile Vi salutàr con l'Argentina e il Cile.
Oh! che viver possiate altri settanta, ma sempre arzillo e in mezzo a questa gente ch'ora Vi suona allegramente e canta, perché i favori ricevuti sente... Che Vi possan lodar, coprir di fiori fra i Cherubi del cielo e gli splendori!
Poi carico di merti e di ghirlande, come Don Bosco un dí, come Don Rua, mentre che il Vostro nome più si spande mettiate in ciel la fortunata prua... Questa è la bella e luminosa mèta che v'assegna col vate anche il profeta!
Dell'esultanza per l'Onomastico dell'amato nostro Superiore e dell'annuale Commemorazione del Ven. Don Bosco, compiutasi il 29 giugno u. s., diremo un'altra volta.
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e qui vi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare Indulgenza plenaria (come dal Decreto della S. Congregazione delle Indulgenze, 2 ottobre 1904)
dal 10 luglio al 10 agosto:
1) il 16 luglio, festa della Madonna del Carmine. 2) il 6 agosto, festa della Trasfigurazione di N.
S. G. C.
L'Opera Salesiana e la guerra. - L' « Italia » di Milano del 2o aprile, aveva un articolo su « l'Opera Salesiana e la guerra - Intervista col Successore di D. Bosco » riferito da altri giornali e ricordato anche dalla Settimana Sociale del 1° maggio fra gli e articoli notevoli ».
Dopo avere constatato, come epilogo d'un suo viaggio d'ispezione, che l'Opera Salesiana dilata vieppiú le sue conquiste mercé l'aiuto visibile della Provvidenza, Don Albera venendo a parlare delle Case esistenti in Austria diceva che esse naturalmente risentirono della condizione difficile di cose creata dalla guerra, tuttavia erano ancor aperte, meno quelle di Przemvsl, Lubiana, Leopoli e Cracovia che furono trasformate in Ospedali per i feriti.
« Anche in Inghilterra, soggiungeva D. Albera, l'opera nostra progredisce e si sviluppa, tanto che attorno a Londra sorgono già cinque o sei istituti salesiani fiorentissimi.
» Nel Belgio abbiano una diecina di case, le piú provate dalla guerra attuale, specialmente quella di Liegi, nella quale sono ricoverati degli Ufficiali Tedeschi e circa cinquanta orfani, che non sapevasi dove mandare ».
Parlò anche del suo viaggio recente in Ispagna, attribuendo le ragioni di tanto entusiasmo da parte di quelle popolazioni al gran bene che van facendo le Scuole Salesiane, popolari e professionali. Tutte le principali Autorità me ne resero, disse, solenne testimonianza.
Raccontò poi del suo viaggio in America dove l'opera di D. Bosco si esplica sotto varie forme: nelle missioni, nei lazzaretti per lebbrosi, nelle scuole, negli oratori, nel ministero parrocchiale, nei segretariati del popolo a favore degli emigranti italiani. Dalla prima Chiesa, accettata in America nel 1875 a Buenos Avres, per opera del salesiano Mons. Cagliero, quanta strada si è fatta sino ad oggi!
Accennando allo stato delle Case in Oriente, disse che pur esse son oggi costrette ad una vita difficile per le condizioni recate dalla guerra, e conchiuse:
« Ad ogni modo quello che è veramente confortante è che l'Opera, cosí modestamente iniziata dal Ven. D. Bosco, progredisce vittoriosamente di giorno in giorno. Il granello di senapa ha fecondato un albero gigantesco che estende ornai i suoi rami per tutto il mondo, e di ciò va data lode al Signore ».
Efficacia educativa delle relazioni dei Missionari. - La Settimana Sociale, organo del Segretariato Generale dell'Unione Popolare fra i Cattolici d'Italia, illustrando con vari articoli la suprema importanza di propagare in mezzo al popolo, e segnatamente tra la gioventú, l'idea missionaria, nell'articolo IV° (ved. numero del 24 aprile 1915) scrive:
«... I mirabili risultati, che nell'educazione dei giovani, ottengono i Salesiani ed i Gesuiti, noi in parte li attribuiamo all'educazione missionaria che essi impartiscono.
» E chi può misurare la parte di simpatia, di suggestione, d'interessamento, di stimolo, che nel periodico, il « Bollettino Salesiano, può avere la semplice rubrica delle Missioni?
» Taluni convertiti debbono la loro conversione alla semplice lettura delle relazioni dei Missionari, dalle cui pagine interessanti si sprigiona un non so che di soave, di evangelico, di divino, da riuscire una lettura spirituale oltremodo gradita, che non stanca mai, anche per certi indifferenti ed increduli, i quali sogliono dare il bando ad ogni altro libro di spirito e.
Omaggio a Maria Ausiliatrice. - « L'Eco degli Oratori » il caro periodico bimensile che si pubblica a Milano dalla Federazione degli Oratori Lombardi, nel primo numero di maggio pubblicava in prima pagina uno splendido cliché di Maria Ausiliatrice, con queste enfatiche parole :
« Giovinetti, vi è un nome tenero come il nome di madre e per noi cristiani dolcissimo : è il nome di Maria!
» Pronunziatelo spesso questo nome e pronunziatelo con amore, con fede e umiltà. Pronunziatelo sopratutto in questo mese di maggio, sacro a Maria, sacro alla Vergine Madre ; pronunziatele devotamente sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani, e ne avrete sempre dolcezza. e conforto in vita e segnatamente in morte ».
Don Bosco e la Gioventú. - Il graziosissimo periodico milanese « Associazione Giovani studenti S. Stanislao », redatto con fine gusto pratico scientifico, nel numero del 3o aprile u. s. reca un discorso del nostro prof. D. Albino Carmagnola, Prevosto di S. Agostino a Milano, su Don Bosco e la gioventú, detto ai membri dell'associazione suddetta nel Palazzo Arcivescovile, alla presenza dell'Em.mo Card. Ferrari.
Il Dott. Antonio Koch, professore all'Università di Tubingen, nella sua Teologia Morale
(Lehrbuch der Moraltheologie, 3a ediz. Herder, Freiburg,) cita queste care parole di Don Bosco, tolte dal suo Manuale di pietà, Il Giovane provveduto, dalla breve istruzione sulla S. Comunione: e Egli è in questo Sacramento che i Martiri trovavano la loro fortezza, le Vergini il loro fervore, i Santi i loro coraggio ».
*
Non è vero che l'età nostra ripugna dalle manifestazioni religiose. - Nella scuola normale di Nizza Monferrato, retta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, il Marchese Filippo Crispolti disse alcune parole dopo avere il giorno innanzi nel teatro della città per cura delle ex-allieve commemorato il Centenario di Don Bosco e il 78° anniversario della nascita della compianta prima Superiora, Suor Maria Mazzarello. Le belle parole dette dal Marchese Crispolti alle allieve maestre di Nizza Monferrato furono pubblicate nel « Pro Familia » del 23 maggio u. s. - Ne stralciamo un passo
«... Un uomo insigne, che non era dei nostri, mi disse, in un giorno non lontano: « Voi mi tacciate di poco religioso, ma quanti fra i laici hanno piú spesso di me parlato di Dio? » E io, pur colla riverenza che la mia giovinezza comandava verso la sua età, il suo grado, la sua fama, gli risposi: « Non basta parlare di Dio. Ciò può dare tale impiego all'ingegno, da alimentare anche la compiacenza della superbia. Bisogna parlare a Dio.» Allora ci si scalda tanto del suo fuoco, che sentendoci figli sentiamo la sua comune paternità sugli uomini, siano essi apparentemente anche minori di noi; e in luogo dell'orgoglio sopra di loro, si alimenta in noi la carità verso di loro. Di questa carità deve essere fatta l'influenza di chi insegna su chi deve imparare. Essa sola può trasfondere nell'allievo il cuore del maestro a rendere superflua verso di lui la repressione ed il terrore. Essa sola può col suo caldo sviluppare secondo natura e secondo la rettitudine cristiana la piccola pianticella.
» Ma sia che andiate ad insegnare in luoghi ove la religione sia tenuta in onore, sia andiate in quelli ov'è sospettata, non nascondete che da essa viene lo spirito, onde la vostra pedagogia è avvalorata.
» Non è vero che l'età nostra ripugna dalle manifestazioni religiose. Vedete: ieri io doveva celebrare D. Bosco e le sue suore. Sapendo che in teatro sarebbero convenute persone di tutti i partiti, io avrei potuto, senza tradirlo, laicizzar un po' il soggetto, ossia fermarmi sopra i criterii e i frutti civili e sociali elle l'educazione salesiana impiega e produce. E non volli. Preferii mettere piuttosto in luce tutte le ispirazioni religiose che informarono l'opera congiunta di Don Bosco e della Mazzarello. Fu un discorso quasi di sacrestia. E avete potuto vedere con quale profonda attenzione e consenso fui ascoltato... ».
*
Un Seminario Americano e il Centenario di Don Bosco. - L'Opera di Don Bosco nell'Argentina. -
Nel Seminario Conciliare di Buenos Aires, a Villa Devoto, fu proposto agli alunni uno studio sul tema Don Bosco e l'Opera sana sociale, come omaggio nel 1° Centenario della sua nascita. Raccolti i lavori, fu giudicato migliore quello del chierico Matteo V. Filippo, che si volle inviato alla rivista
Estudios » per essere pubblicato ; e noi abbiamo sott'occhio l'opuscolo-estratto, in 18 pagine, adorne di varie incisioni.
Il giovane autore pone in fronte al suo lavoro il gran sospiro di Don Bosco: « Da mihi animas, caetera tolle » con questo commento di Mons. Ramón A. Jara, Vescovo di La Serena: « Dopo aver riunito nell'anima sua, per un prodigio della Grazia, l'umiltà di S. Francesco d'Assisi con lo zelo di S. Domenico, l'ardente amore di S. Teresa colla forza creatrice di S. Ignazio di Lojola, la carità di S. Vincenzo de' Paoli con la mansuetudine di San Francesco di Sales, Don Bosco si presenta al mondo colle braccia aperte e nel nome della Chiesa ripete le parole del Salvatore: « Lasciate
che i fanciulli vengano a me! »
E fatta una breve introduzione sulle caratteristiche della giovinezza del Venerabile, che furono come altrettanti bagliori del futuro apostolato, il bravo chierico illustra brevemente le opere di Don Bosco: gli Oratori festivi, i Collegi, le Scuole Professionali, le Missioni, i Cooperatori, gli Ex-allievi ecc. In fine riporta una recente statistica dell'Opera di Don Bosco nell'Argentina, della quale ricaviamo questi importantissimi dati riassuntivi, che segnaliamo ai Cooperatori.
I Salesiani hanno nell'Argentina 44 Case (Oratori, Scuole professionali e Collegi) : con 7458 alunni negli Oratori, e 6190 alunni nei collegi e scuole professionali. Di questi, 1154 sono alunni studenti interni; 728 alunni artigiani interni; 4608 semi-convittori ed alunni esterni. - Degli alunni interni, 855 son tenuti gratuitamente ; così pure dei semi-convittori e degli esterni, 2055 frequentano i nostri istituti e le nostre scuole gratuitamente.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno nell'Argentina 29 Case (Oratori, Collegi, e Scuole di Lavoro): con 5995 alunne negli Oratori e 5671 nei Collegi e nelle Scuole di Lavoro. Di queste 831 sono alunne studenti interne, e 466 operaie - 4374 alunne semiconvittrici ed esterne. belle alunne interne: 332 sono accolte gratuitamente; ed altre 2018 semiconvittrici ed esterne frequentano del pari gratuitamente le varie scuole.
Ai bene coli Professori del Ven. Seminario cordiali rallegramenti.
*
L'Opera dei Salesiani a prò dei lebbrosi in Colombia. - La « Sociedad » di Bogotà (Colombia),
organo della « Crociata Nazionale della stampa Cattolica » sotto l'immediata direzione del Convitato Centrale, nel numero del 15 febbraio u. s. ha un articolo entusiasta sul XXV° dell'entrata dei Salesiani in Colombia, nel quale, dopo aver enumerate le varie opere di educazione e di assistenza religioso-sociale compiute da quei nostri confratelli, conchiude: « Questa opera portentosa, degna di tutta la nostra ammirazione, che con illimitata carità stanno realizzando nei Lazzaretti verso i nostri disgraziati fratelli i poveri lebbrosi, costituisce per i salesiani la migliore apoteosi, una delle pagine piú gloriose della loro storia, la piú sublime e commovente di tutte le opere da loro compiute qui in Colombia, la gemma più preziosa che adornerà la loro corona nel regno dei cieli ».
EQUATORE
La nuova residenza di Indanza. Eroismi ignorati e poco corrisposti.
(Lettera del Sac. Albino Del Curto).
Indanza, 2 aprile 1915.
REV.MO SIG. D. ALBERA,
LE scrivo dalla nuova Casa di Missione, che sorge umile, modesta, ma spaziosa, comoda, consistente, nella lontana foresta di Indanza.
Anche questa fondazione porta l'impronta caratteristica delle Opere di Dio, che hanno sempre come principali fattori il dolore e la lotta. Quante difficoltà possiede, tutte le mise in campo questa selva selvaggia per impedire l'entrata del missionario, che sommamente debole, inesperto, sprovvisto dell'alimento necessario, senza tetto, perseguitato da frequenti uragani e continue pioggie per ben due mesi, sarebbe certo caduto sotto il peso di tanti patimenti nel labirinto intricato e buio di questi boschi inospitali, senza un aiuto del Cielo!
Verso la metà del mese di settembre u. s. finalmente avevamo trovato il luogo da tanto tempo sospirato, che pareva rispondere ottimamente a tutte le indicazioni ricevute dal nostro veneratissimo Vicario Apostolico, Mons. Giacomo Costamagna; e con grande attività ci dedicammo al difficile lavoro di disboscamento. Ma ecco, dopo alcuni giorni, incominciare per parte dei selvaggi una serie di violenze ben piú difficili di quante avevano presentato la foresta e gli elementi. In principio tentai resistere, poi considerai come cosa più prudente abbandonare quel luogo e ripiegai un po' piú verso ovest della valle in cerca di un'altra zona. La trovai dopo alcuni giorni, e qui mi aspettava una prova che fra tutte per me fu la piú dolorosa. S'infermò gravemente il mio compagno di apostolato, il carissimo D. Bonicatti, che dovemmo trasportare immediatamente su di una lettiga all'ospedale di Gualaceo, attraverso un cammino impossibile per 8o chilometri. Poco dopo gli tenevano dietro i due aspiranti coadiutori che si trovarono pure in grave pericolo di vita; e cosí rimasi solo nella inesplorata foresta, solo e infermo, quasi inutile avanzo di un terribile naufragio.
Eccole, amatissimo Padre, in poche parole le prime vicende di quest'opera, piccolo germoglio piantato in un campo difficilissimo, che domanda la sua benedizione e l'aiuto delle sue preghiere.
La natura del paese.
Indanza è una regione sconosciuta dai lontani e dai vicini. Sto facendone uno schizzo che piú tardi, con i necessarii istrumenti, spero completare.
La posizione di questa valle, che fiancheggia l'estesa curva tracciata dal fiume dello stesso nome da ovest ad est, dal Pan de Azucar alla confluenza col Zamora, è importantissima, perché è facilmente accessibile alle numerose tribú del Junganza, di Mendez, ed al fiume navigabile del Santiago.
A questa zona la natura è prodiga non solamente di un suolo feracissimo, come ben lo dimostrano le ricchissime produzioni di caffè, della canna da zucchero, della yuca o maniot, del banano, maiz, riso, cacao e ortaggi d'ogni specie; ma anche di un clima sano e delizioso.
La nota caratteristica di questa zona è l'assenza completa di pianure; in tutta la sua estensione è un gran sistema di alture e valli o un complesso di contrafforti e colline, che presentano nel loro declivio il manto verde e grandioso della foresta tropicale. Questa proprietà dà alla regione un gran vantaggio, perché le acque corrono torrentose nel letto dei fiumi, impedendo la formazione di paludi che viziano l'aria colle esalazioni malsane, come si osserva in Gualaquiza e nelle regioni del Santiago.
Qui abbondano sopratutto le gazzelle, il tapiro, il porco selvatico, e molte varietà di uccelli dalle splendide piume. Ma questo suolo ha pure i suoi nemici : il vampiro ed altri ditteri che perseguitano il viaggiatore nelle ore di riposo, e serpenti terribili di considerevoli dimensioni, piú frequenti che in Gualaquiza; ma pel Jivaro il piú terribile di tutti i nemici è lo stesso Jivaro.
Gli abitanti.
Ho il nome di tutti quelli che vivono qua e là presso la casa della Missione: tra piccoli e grandi non arrivano al centinaio. Però, un po' piú verso est le abitazioni sono assai numerose.
Fuori di qualche piccola variazione nella lingua, non vi sono sensibili differenze fra questi e i selvaggi del Zamora, di Gualaquiza, dell' Upano, del Morona e del Santiago. Anche qui vivono dispersi l'uno dall'altro e sempre in continua lotta tra loro. Non hanno società, non hanno storia, non una legge, non conoscono neppure la tradizione. Anche il Jivaro di qui è scaltro ma pur abbrutito nella piú degradante barbarie. 9 ingegnoso, come lo manifestano le sue case, gli abbigliamenti e gl'istrumenti di guerra, ma non ha fatto mai un passo piú in là nei suoi lavori. La Cordigliera che lo separa dal mondo civile e la foresta quasi impenetrabile lo rendono autonomo, e il terreno sommamente produttivo lo fa superbo: egli non ha bisogno di nessuno e non vuol essere disturbato nella pratica de' suoi costumi perversi.
Nell'insegnamento del catechismo, al quale ci siamo consacrati costantemente dal giorno del nostro arrivo, abbiamo subito notato le loro buone attitudini intellettuali. Vari, specialmente i piccoli, sanno benissimo il piccolo manuale d'istruzione religiosa compilato da Mons. Costamagna in lingua jivara.
Ma che monta se non c'è modo di sottrarli agl'influssi del loro istinto selvaggio e corrotto, contro il quale furon vani anche gli sforzi eroici di varie Congregazioni nel secolo passato? Oh amatissimo Padre! qui pure si alzerà un bel giorno un grande edifizio che darà gloria a Dio, non ne dubito; ma quanti operai scompariranno ancora nelle fondamenta ! Chi sa per quanto tempo si dovrà ripetere anche di noi: Euntes ibant et flebant mittentes semina sua! Qui è inutile sognar trionfi : la razza è difficile. Ci aiuti perché nessuno soccomba di sconforto, e perché possiamo popolare il cielo almeno di bambini che in gran numero ricevono il santo battesimo.
La Colonia.
Fu posto in evidenza le mille volte dai fatti che le colonie sono d'una efficacia grandissima quando si tratta di incorporare un territorio selvaggio alla massa civilizzata. La Colonia che esiste qui, formata da varie famiglie di Gualaceo e Chordeleg, immigrate dieci anni fa durante una terribile carestia nell'Azuay, non è grande. Unita, potrebbe prosperare immensamente. Al nostro arrivo abbiam osservato che i coloni vivevano in un isolamento completo, sia per la distanza che li separa, come per la mancanza di vie di comunicazione. Neppure si conoscevano tra loro. Appena si aperse la nostra Cappella al servizio religioso, la cosa cambiò di aspetto. Ognuno tracciò un cammino attraverso la foresta per venire a noi: perché tutti sanno molto bene che la religione è amica di chi lavora e soffre. Vedesse con che piacere, nei giorni festivi, passano alcune ore nella Casa della Missione, dopo una settimana di vita faticosa! Oggi stesso, mentre le scrivo, ho qui avanti un quadro edificante. Sono molti uomini lavoratori, testé arrivati, che desiderano passare tre giorni in ritiro per prepararsi alla Comunione Pasquale!
Colla venuta del Missionario la Colonia va crescendo, e questo movimento cosí utile alla nazione è favorito anche dal Governatore dell'Azuay e dalle autorità civili di Gualaceo.
La visita del Vicario Apostolico.
Il giorno 3 gennaio u. s. fui chiamato a Gualaceo per accompagnare S. Ecc. Mons. Costamagna nella sua prima visita a Indanza.
Dopo di aver amministrato il sacramento della Cresima e seminato i tesori della sua parola e del suo zelo ardente nei paesi di Gualaceo, Chordeleg e San Giovanni, nei quali fu oggetto di particolare attenzione da parte dei parroci di quei luoghi, RR. D. Clodoveo Vasquez, D. Antonio Muñoz, D. Giovanni Mera e D. Elia Spinoza, si dirigeva al nuovo vastissimo campo di azione. Senza darsi un istante di riposo, fu visto il veterano soldato di Gesú Cristo, ornai settantenne, correre da Gualaquiza al Sigsig, dal Sigsig a Gualaceo e subito a Indanza, fra le selve estese, irte di pericoli, affatto sconosciute e prive di vie di comunicazione. La febbre della santa conquista lo divora e avviva nelle sue vene un soffio perenne di gioventú.
Quando giunse alla linea di separazione fra i due versanti, orientale ed occidentale, sulla vetta delle Ande, misurando di un solo sguardo le estese giogaie che partendo dalla cima vanno a morire nella estesa pianura amazzonica, sembrava oppresso da una profonda tristezza. Laggiú, nell'impenetrabile mistero di quegli abissi, vedeva il suo gregge non credentem et contradicentem. Ed egli pensava: « Quando risplenderà in quelle tenebre il sole divino?... Il piccolo seme è ornai gettato nel solco profondo. Quali saranno i destini della nuova Missione che ci costa tanti sacrifici? »
Verso nord-ovest si presentava al nostro sguardo la valle di Gualaceo, che è pur fulgente di bellezza. Quanta fertilità in quel suolo, favorito dal miglior agente di fecondità, quale è il mite clima che lo accarezza. Però tante ricchezze agricole son privilegio di pochi. Tutte le case dei poveri si vedono sulla estesa fascia arida che cinge tutto all'intorno la pianura. Le pendici sono coperte di antica lava vulcanica. Oh! veramente che per tanti e tanti abbando nati dalla fortuna, l'unico avvenire è di là a pochi passi: la foresta d'Indanza. Quindi Ella può comprendere con quanto giubilo fu appresa la notizia di questa nuova fondazione, specialmente fra i poveri figli del campo.
Quando arrivammo a Corpus Christi, già Sapote, che era la prima nostra mèta, la pioggia cadeva a torrenti e la foresta, nella oscurità della notte, presentava un aspetto sommamente triste. Alle volte basta un sol raggio di sole per rallegrare un tugurio!
La veneranda figura di Monsignore risaltava in quel quadro oscuro alla luce della gran fiamma. Un numeroso gruppo di lavoratori, accorsi dalle vicinanze, pendevano dalle sue labbra; ed egli dimenticando le fatiche all'ardua giornata, colle attrattive del suo zelo apostolico, elettrizzava quelle anime nell'insegnamento della religione. Era un quadro di una poesia infinita, l'antica e profonda poesia delle scene apostoliche.
Il giorno 5 doveva essere funestato da un gravissimo incidente. Avevamo superati i passi più difficili, e dopo un giorno di pioggia continua veniva a rallegrarci il sole in tutto il suo fulgore, quando improvvisamente... il cavallo di Sua Eccellenza, nello sforzo di svincolarsi da una rete di radici nascoste sotto il fango, perdette l'equilibrio e precipitò di un balzo travolgendo il Vescovo verso l'abisso. Compreso di terrore, mentre un brivido violento mi agitava da capo a piedi, lanciando un grido mi gettai al soccorso e notai tosto il prodigio. A pochi metri di profondità dal margine del cammino, sporgevano incrociati sul ciglione di una voragine, due arbusti. Non c'era in quel punto altra vegetazione. Ebbene a quei due mozzi tronchi egli rimase sospeso, non so come, e fu salvo da morte sicura. La nostra cara Ausiliatrice, che invocammo nel pericolo, ci aiutò prontamente !
Rimaneva un'altra gravissima difficoltà da superare. Il cavallo era caduto in una fossa più profonda e nella violenza che faceva per uscire da quel luogo, era in pericolo di sparire nel precipizio che s'inabissava orribile lí di fianco. La nostra guida era rimasta in Corpus Christi con una grave ferita. Che potevamo fare noi soli, nella triste desolazione della nostra impotenza? Ci ricordammo nuovamente, che quando manca l'aiuto umano entra in campo il braccio divino. Lo invocammo; e in brev'ora d'angustia, per altro di improbo lavoro, superammo anche quell'ostacolo e potemmo proseguire il cammino.
Era il giorno dell'Epifania del Signore, della manifestazione di Gesù Cristo alle genti, quando Monsignore celebrava il Divino Sacrifizio per la prima volta in queste vergini foreste e gettava le basi dell'opera sua redentrice consacrandola al Sacro Cuore di Gesú. Quel giorno fu ancor piú solenne per l' intronizzazione ufficiale dell'immagine di Nostro Signore e della Vergine Santa; commoventissima cerimonia che ci riempi di santa letizia, nel mirare le divine sembianze di Gesú Cristo e quelle dolcissime di Maria sorridere a questa regione per tanti secoli immersa nella piú triste barbarie.
L'amato Pastore non riposa un istante. In mezzo ai poveri selvaggi, che ogni giorno gli fanno visita, il suo zelo si accende d'una nuova vampa; e lo spettacolo desolante del suo ovile, perduto nella notte dell'errore, dà alle sue forze un nuovo coraggio.
Anche la musica, cosí atta a risvegliare nobili affetti e a reprimere le passioni turbolente, egli chiama in aiuto nelle lunghe ore d'istruzione religiosa. Il canto cosí patetico alla Vergine, in lingua jivara: Virgen Maria, Yus Nacuri, ii asci Luacañi amiñu arti; e la preghiera di S. Bernardo al Sacro Cuore di Gesú sono due lavori di una bellezza incomparabile, ispirati al suo genio sempre fecondo dalla regione d'Indanza. Come non rimanere commossi all'udire, sebbene in un modo ancor molto imperfetto, il canto sacro sulle labbra di questi selvaggi?
Le fatiche apostoliche di Monsignore non furono dunque mal corrisposte. Frutto dei suoi sudori e sacrifizi furono numerosi battesimi e l'amministrazione della Cresìma a molti selvaggi, non solo bambini, ma anche a varii adulti. Altra primizia dei suoi sudori, versati in questa zona difficilissima, fu la benedizione di un matrimonio di due jivari; nonché la divozione e il raccoglimento di tutta questa gente indomita durante l'ultima funzione, che durò piú di tre ore.
Preghi, amato Padre, preghi, affinché questi manipoli siano frequenti anche in queste terre sconosciute.
Le popolatissime regioni di Mendez esigono pure una casa: ma come può provvedere l'amatissimo nostro Vescovo alle ingenti necessità del campo a lui affidato, cosí povero di mezzi e di personale? I pochi missionari occupati in Gualaquiza e Indanza sono quasi tutti senza salute, ed il zelante Monsignore si trova nell'impossibilità di far surrogare per qualche mese i piú bisognosi. Quante volte l'ho visto versar lagrime nell'amarezza delle sue pene
Voglia, amatissimo Padre, raccomandarci al Signore e inviare una speciale benedizione a me e al mio nuovo compagno di lavoro D. Corbellini.
Di lei, Dev.mo in Corde Jesu
Sac. ALBINO DEL CURTO.
NEL SANTUARIO Il 24 giugno con vivo fervore ed accresciuta fiducia si rinnovò nella Basilica di Maria Ausiliatrice la devota e commovente funzione per pregar Iddio e la benedetta sua Madre ad affrettare il giorno della pace, a benedire alla nostra patria e ad accogliere i voti santi e magnanimi di Papa Benedetto XV. Il rev.mo Don Albera, Rettor Maggiore dei Salesiani, celebrò egli stesso la Santa Messa; e com'ebbe fine la distribuzione delle numerosissime Comunioni sali in pulpito, e prima d'impartire la benedizione papale infervorò i presenti a perseverare fiduciosi e concordi nella preghiera. La solenne cerimonia terminava colla benedizione di Gesù in Sacramento, al quale s'inchinò la moltitudine dei fedeli, insieme coi vessilli delle numerose Associazioni accorse alla Basilica. Alla sera vi fu un'ora solenne di adorazione secondo le stesse intenzioni.
Il 24 corrente si rivelerà la stessa funzione. Vogliano parteciparvi in ispirito tutti i Cooperatori.
FESTE DI MARIA AUSILIATRICE
La ricorrenza del 1° Centenario della festa di Maria SS. Ausiliatrice e della nascita di Don Bosco venne festeggiata in modo speciale dai giovani cattolici di Borgo S. Donnino, ove fiorisce un Oratorio Salesiano. Auspice il Circolo S. Filippo Neri, le feste si svolsero nei locali e nella Cappella dell'Oratorio festivo dal 17 al 25 aprile.
Ogni giorno della novena fu contraddistinto da belle ed edificanti dimostrazioni di religiosa pietà, date dalle associazioni cattoliche locali che accorsero per turno a pregare, a ricevere i SS. Sacramenti e a udire la divina parola annunciata con zelo da parecchi sacerdoti, i quali intrattennero gli uditori su vari argomenti, attingendoli dalla vita di Maria Vergine e del Ven. D. Bosco.
Sull'altare sfavillante di ceri campeggiava la nuova statua della Madonna, benedetta il giorno
18 dal M. R. Vicario Perpetuo del Duomo, direttore dei Cooperatori salesiani della città.
Domenica, 25, giorno di chiusura delle feste, la manifestazione di fede sorpassò proprio ogni previsione. Sotto il porticato dell'ampio cortile era stato eretto un altare ove il nostro Don Luchelli, direttore dei Salesiani di Parma, salì per celebrare la Santa Messa. Una moltitudine immensa gremiva il locale e il celebrante rivolse ad essa parole di circostanza ascoltate con religiosa attenzione.
Parteciparono alla solennità i giovanetti e le giovanette della parrocchia del Duomo che in quel giorno facevano la la Comunione ; le Suore Canossiane di Busseto con le loro Educande; le Figlie di Maria Ausiliatrice di Parma con un centinaio di normaliste che eseguirono, durante la le cerimonie, vari canti; una schiera numerosa di bimbe e di bimbi di Sanguinare condotti dal loro Parroco; vari giovani della lontana parrocchia di S. Vittore venuti in bicicletta col loro stendardo; le socie del Circolo locale « B. Giovanna. d'Arco » le quali resero pur esse piú imponenti coi loro inni le religiose cerimonie; e molte rappresentanze. Piú di 8oo furono le comunioni.
Nel pomeriggio vi fu anche una conferenza su Don Bosco, alla quale assistette numeroso pubblico; quindi, formatosi il corteo, tutti gli intervenuti si recarono alla Cattedrale, dove col canto del Te Deum e colla benedizione eucaristica ebbi termine la solennissima festa.
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Con particolare solennità si commemorò la. stessa data centenaria in Chieri, ove l'apostola di Maria Ausiliatrice compi i suoi studi e si preparò al sacerdozio. Disposte da una divota novena, predicata dal nostro confratello D. Anzini,. 2000 furono coloro che la piattina della domenica 30 maggio si accostarono a ricevere il Pane dei forti. Le numerose comunioni furono offerte secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, il quale, gradendo l'omaggio, inviava una speciale benedizione apostolica alle Suore di Don Bosco, alle loro educande, alle figlie di Maria, alle ex-allieve e alle Oratoriane.
Alla sera dello stesso giorno, dopo le solenni funzioni di chiesa, si svolse nel teatrino dell'Istituto S. Teresa un'accademia in onore della Vergine. Disse il perché della festa un'ex-allieva, la signorina prof. Margherita Stoppino.
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A Savona, eccheggiante ancora del tripudio centenario in onore di N. S. della Misericordia, la festa dell'Ausiliatrice rivesti un raccoglimento universale, quale si conveniva all'ora presente. E doppia fu la commemorazione. Il 24 maggio i Cooperatori e le Cooperatrici si raccolsero numerosi intorno all'altare della Vergine, per assistere al Santo Sacrificio della Messa e per udire, nel pomeriggio, la parola del Sac. Angelo Guazzone che 'tenne l'annuale conferenza. Egli parlò dell'opera salesiana e dell'influenza, dell'Ausiliatrice, specialmente in rapporto alle condizioni presenti, e piacque la sua parola e scese nei cuori devoti.
Ma l'Ausiliatrice attendeva un nuovo trionfo, quello delle numerose schiere di giovani, che frequentano l'Oratorio. E le vide la domenica dopo prostrate al suo altare per ricevere Gesú e ascoltare le sue lodi; e genitori e figli e persone d'ogni classe e condizione sociale si raccolsero ancora una volta alla sera nel teatrino dell'Oratorio per udire dal nostro Don Fasulo quello che la Vergine aveva saputo ispirare a Don Bosco. Proiettate sulla tela passarono le svariate istituzioni, e la parola del conferenziere illustrò tutta l'opera grande, che iniziata con una semplice catechismo in una sacrestia di Torino, si svolse in opere pedagogiche e sociali abbracciando studio, lavoro, e sofferenze umane.
Nizza Monferrato, che si vanta di ospitare la Casa Centrale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, prese parte vivissima alla festa celebratasi in onore della Madre Celeste la prima domenica di giugno. Sua Eccellenza Mons. Vescovo di Acqui celebrò la Messa della Comunione Generale, alla quale accorsero numerosissime le Ex-allieve; pei compi l'accettazione di nuove Figlie di Maria, impartí la S. Cresima a varie bambine, e nel pomeriggio distribuì alle 6o alunne della 3a Normale il Diploma di Religione, congratulandosi paternamente con le valorose, che anteposero sempre lo studio della scienza divina a quello delle scienze umane. Contemporaneamente il rev.mo D. Filippo Rinaldi teneva conferenza alle ex-allieve. Cantato il vespro, il nostro confratello Don Spriano disse il panegirico, additando in Maria Ausiliatrice la fautrice potente della verità, della santità e della libertà della Chiesa; indi si compi un'imponentissima processione attraverso i cortili dell'Istituto, alla quale, con le oratoriane, le educande, le Suore e numeroso Clero; prese parte piú di un migliaio di ex-allieve.
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Vercelli commemorò solennemente Maria Ausiliatrice nella Parrocchia del S. Cuore al Belvedere. Al mattino del 30 maggio vi fu comunione generale, con numerose prime comunioni; alle 10 messa cantata; alla sera, processione solenne dalla chiesa alla nostra Grotta di Lourdes passando per i cortili interni. Precedevano il SS. Sacramento le ragazze dell'Oratorio Femminile con stendardo e i giovani dell'Oratorio maschile con bandiera: quindi venivano le associate alla Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice col popolo.
Arrivati all'altare della Grotta e esposto il SS. Sacramento, fu recitato da tutti il Santo Rosario, e tenuto un discorso di circostanza. Infine venne impartita la Benedizione coronata col canto d'un inno alla Vergine, a tre voci, eseguito con perfezione ed effetto meraviglioso.
Nello stesso giorno vennero ufficialmente costituite l'Associazione delle Madri e Spose Cristiane, e l'Associazione delle figlie di Maria aggregate all'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice.
La manifestazione religiosa e patriottica nello stesso tempo che Novara vide verificarsi la domenica 23 viaggio intorno alla statua di Maria Ausiliatrice, riusci di un'imponenza e di una grandiosità nuova per quella città, in cui il sentimento religioso è pur radicato e profondo. Una folla enorme stipava nel tardo pomeriggio le adiacenze dell'Istituto Salesiano e quando la lunga, interminabile e ordinatissima processione cominciò a svolgersi, erano migliaia e migliaia di persone che assistevano al religioso corteo di penitenza. E invero ogni esteriore forma mondana esulò completamente dalla processione grandiosa. Dall'umile popolana delle Confraternite e pie Unioni Parrocchiali, alla ricca dama dell'aristocrazia dell'Unione delle Donne Cattoliche, erano tutte le madri novaresi che elevavano suppliche al trono di Maria; quelle madri che hanno i loro figli alle frontiere e domandavano all'eccelsa Regina protezione su loro e la benedizione celeste sulla nostra Patria.
Centinaia di vessilli e piú di cinquemila persone ordinate e devote componevano la maestosa, processione. La statua sorridente di Maria Ausiliatrice, preceduta da tutto il clero novarese e se guita dal Vescovo, passò benedicendo la folla immensa, in mezzo ad una continua pioggia di fiori gettati dai balconi riccamente drappeggiati, mentre per l'aria s'elevava solenne e grave un inno a Maria Ausiliatrice. Furon viste delle madri vol. gersi con viva fede alla Vergine e implorare aiuto pei loro figli, rendendole omaggio di sospiri e di fiori; vi furori pure dei soldati - poiché la processione si svolse nelle vie adiacenti alle caserme - che si unirono alle suppliche materne, presentando le arati e domandando su di esse la protezione celeste.
Al ritorno la folla pigiò completamente il Santuario, il lungo corridoio interno. di accesso e le adiacenze; e Mons. Vescovo, mentre il popolo cantava il Miserere, impartí tre volte la Benedizione, sulla porta della Chiesa, su quella del corridoio e all'altare maggiore.
Lunedí 24, una folla enorme gremì ancora il Santuario, rinnovando le grandiose manifestazioni.
Quel giorno si recò al Santuario anche un numeroso pellegrinaggio della vicina Garbagna e martedì accorse ai piedi della Vergine il pellegrinaggio di tutti i bimbi degli asili della città, guidati dalla signora Direttrice Emilia PonzettiFerreri.
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A Milano la solennità di Maria Ausiliatrice in S. Agostino fu più splendida di quanto si poteva desiderare. Intervenutovi l'Eminentissimo Card. Ferrari a celebrar la Messa della Comunione generale e ad amministrare la Cresima, appena indossati gli abiti pontificali, dall'alto del trono prese a rivolgere la sua commossa parola alla moltitudine che gremiva la vasta chiesa. Espresse dapprima il grande affetto che porta a quella nuova parrocchia e largamente encomiò la cura « squisitamente amorosa » che ha della medesima il suo primo Prevosto; quindi prese a mostrare con accento vibrato l'opportunità della Festa di Maria Ausiliatrice e d'invocare il suo potente aiuto nelle gravi circostanze in cui ci troviamo. Conchiuse raccomandando di pregare per la vittoria dei nostri eserciti e per il conseguimento di una pace onorata e duratura. L'Eminentissimo celebrò quindi la S. Messa e distribuí la Santa Comunione a circa duemila persone.
In seguito Sua Eminenza passava nel cortile dell'Istituto a benedire la nuova artistica statua di Maria Ausiliatrice, posta colà a vegliare, Madre amorosa, sii trastulli dei nostri giovanetti.
La messa solenne fu celebrata dal rev.mo Prevosto di S. Gioachino e il panegirico venne detto dal Prevosto locale Don Albino Carmagnola, il quale tenne anche alla sera un caldo discorso a tutto il popolo, che gremiva la Chiesa per la funzione di chiusura.
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Roma, nel Santuario del S. Cuore di Gesù al Castro Pretorio, rese imponentissimo omaggio a Maria Ausiliatrice. Tutte le sere del mese di preparazione il sacro tempio fu gremito e lungo il giorno l'altare della Madonna circondato da divoti imploranti. Predicò Don Gianferrari, che, a rendere sempre più popolare la devozione, parlò ogni sera del culto di M. Ausiliatrice e del Ven. D. Bosco, apostolo di essa.
Per la novena il bel simulacro fu collocato sull'altar maggiore fra una vasta ed artistica raggiera, fulgente di centinaia di lampadine elettriche, e ogni giorno si ebbe benedizione pontificale. Si prestarono a questo omaggio le LL. Ecc. Mons. Capotosti Segretario della Congregazione dei Sacramenti, Mons. Turchi Segretario della Congregazione dei Religiosi, Mons. Pardini vescovo tit. di Zama, Mons. Valbonesi vescovo tit. di Menfi, Mons. Koiunian Arcivescovo di Calcedonia, Mons. Ceppetelli, Patriarca di Costantinopoli, e Mons. La Fontaine Patriarca di Venezia.
La domenica 16 maggio si diè la benedizione rituale a piú di mille bambini i quali recarono fiori a Maria e ricevettero in dono una medaglia. Alla sera vi fu ora solenne di adorazione per la pace con fervorini e canti.
Il giorno di Pentescoste l'ill.mo Mons. Faberì rivolse fervide parole e distribuí la Comunione a 50o figlie di Maria, appartenenti alle diverse Pie Unioni esistenti nella Parrocchia. Alla sera pontificò ai vespri Mons. Taquet Arciv. tit. di Salantina. Segui la Conferenza Salesiana, cui assisteva l'Em.mo Card. Cassetta, che impartí la Benedizione.
La festa, a differenza degli altri anni che si rimandava alla chiusura del mese, si celebrò il 24, perché la divozione a Maria Ausiliatrice va divenendo sempre piú popolare, non solo nella Parrocchia del S. Cuore ma anche negli altri rioni di Roma. Dalle 5 a mezzogiorno si distribuirono ininterrottamente S. Comunioni. Alle 7 celebrò l'Em.mo Card. Lega. La messa solenne venne pontificata da Mons. Leite da Vasconcellos, Vescovo di Beja. I cantori, coadiuvati da valenti professori delle Cappelle Romane, sotto la direzione del nostro M. ° D. Antolisei, eseguirono inappuntabilmente la Messa « Lauda Sion » del Palestrina. Tutto il giorno fu un pellegrinaggio continuo di fedeli, seminari, istituti religiosi, ai piedi di Maria Ausiliatrice. Alla sera la chiesa era incapace di contenere la folla che si pigiava fin sulla strada. Dopo il panegirico, inneggiante alla Madonna di D. Bosco, l'Em.mo Cardinale Pompili, Vicario di Sua Santità, impartiva la Benedizione.
GRAZIE E FAVORI (*)
Grazie, potente Ausiliatrice.
Fin dal settembre 1913 Costanza CasadeiZaghini di questa parrocchia di Spadarolo presso Rimini fu colpita da grave malore nella gamba sinistra e dovette per moltissimi mesi stare a letto fra dolori atrocissimi. Per quanto i medici le prodigassero tutte le cure possibili, non furono in grado di guarirla, anzi peggiorava di giorno in giorno, sicché da essi era stata abbandonata come incurabile ed era ridotta agli estremi per la violenza di cotesto malanno.
Il povero marito era in preda al piú straziante dolore; senonché appena a questa povera donna fu suggerito da un buon sacerdote di fare una Novena a Maria SS. Ausiliatrice di Torino essa si riebbe e cominciò sentirsi meglio e allora noi tutti insieme con lei pregammo di cuore: « O Maria, voi siete non solo l'aiuto dei cristiani, ma anche la salute degli infermi. Deh! per quel Gesú che voi stringete nelle braccia date la salute a questa povera donna ».
Maria Ausiliatrice non si lasciò pregare invano. Il malore che la tormentava notte e giorno spari come per incanto e gli stessi medici meravigliati di si repentina guarigione rimasero stupefatti e riconobbero, loro malgrado, che qui vi era alcun che di sopranaturale.
La graziata, riconoscente per il favore ricevuto, mi ha pregato di pubblicarlo nel Bollettino Salesiano e di unire un'offerta pel Santuario della Vergine, affinché tutti conoscano che Maria Ausiliatrice soccorre sempre i suoi divoti, specialmente coloro che le si rivolgono nei casi piú disperati.
Spadarolo, maggio 1915.
Sac. FRANCESCO GuIDOaALDI, Arcip. Il paese di Castellinaldo si consacra a Maria SS. Ausiliatrice.
Gli abitanti di Castellinaldo d'Alba la domenica 23 maggio u. s. si radunavano in parrocchia e, precedentemente disposti, si consacravano solennemente a Maria Ausiliatrice per godere della sua protezione materna in vita e in morte. Compiuta la cerimonia, se le circostanze non li avessero dissuasi, sarebbero accorsi tutti a Torino, dove, tuttavia, vollero che si recasse una loro numerosa rappresentanza. I buoni Castellinaldesi infatti giunsero al Santuario la notte del 23 al 24 maggio, guidati dal rev.mo loro Arciprete; si accostarono ai SS. Sacramenti e passarono la notte in adorazione. Che la Vergine Ausiliatrice continui a spargere tra loro le più elette benedizioni!
Ecco alcune relazioni lasciate dai buoni pellegrini al Santuario.
Il ragazzetto Benso Carlo di Antonio, di Castellinaldo d'Alba, di anni 10, circa il 2o aprile u. s. fu colpito da polmonite riconosciuta dal Cav. Dott. Giacchero delle più maligne, perchè intaccato l'apice del polmone. Furono presto amministrati i SS. Sacramenti della Confessione e SS. Viatico al poverino, che continuò in stato grave fino alli 4 maggio. Alle ore 7 di tal giorno il prelodato sig. Dottore, chiamato d'urgenza riscontrò con dolore che l'infezione del polmone era passata alla meninge. Il Parroco sottoscritto gli amministrò tosto l'Estrema Unzione e la Benedizione Papale e fece voto a Maria Ausiliatrice che avrebbe portato al suo Santuario di Torino il buon Carlino se si degnava di salvarlo. La Mamma nello stesso tempo, ad insaputa del Parroco, votava anch'essa il figlio a Maria Ausiliatrice, promettendo di farle celebrare una Sessa al Santuario se glielo conservava. Intanto l'infermo continuava privo totalmente dei sensi fino a mezzogiorno dello stesso dì 4 maggio. A tale ora Carlo apre gli occhi, riconosce tutti, si inette a parlare, e interrogato dichiara di non sentirsi più nessun male. Verso le ore 4 poni. ritorna il sig. Dottore, lo visita diligentemente e non gli trova più traccia nè di meningite né di altra malattia. E oggi perfettamente ristabilito il fortunato ragazzo è venuto in Pellegrinaggio a Torino a ringraziare la Madonna Ausiliatrice.
24 maggio 1915.
Sac. SIBONA LUIGI Arciprete.
La sottoscritta Olmo Maria n. Grasso fu colpita da gravissima malattia. Non bastarono le amorose cure del Dott. Giacchero a salvarla. Si dovette procedere a difficile operazione fatta dal Prof. Ferria di Torino alla Casa di cura di Alba. L'inferma fu votata a Maria Ausiliatrice con promessa in caso di guarigione di una visita e una offerta al suo Santuario di Torino. Oggi 24 maggio essa non è ancor in grado di portarsi a Torino, ma si può già dire quasi guarita e perciò si affretta a porgere alla buona Mamma Celeste i piú vivi e pubblici ringraziamenti, impegnandosi di soddisfare alla fatta promessa.
24 maggio 1915.
OLMo MARIA n. GRAsso.
Stradella. - Era oppresso da cattive persone che lati perseguitavano con gravi calunnie infamanti il mio onore, e tentavano portarmi nei tribunali. Visto che i mezzi umani non riuscivano a salvare la mia posizione resa così vacillante, mi rivolsi alla Vergine Maria Ausiliatrice di Don Bosco promettendo, se otteneva la liberazione di tutte le oppressioni che mi circondavano, avrei fatto celebrare una messa in suo onore e pubblicare la, grazia ottenuta nel Bollettino. Il fatto si è che dopo nove giorni (recitando ognuno di essi tre Ave Maria con la giaculatoria Maria, Auxilium Christianorum, e le Litanie) tutta è caduta come un incantesimo la famosa montatura di mali, ordita diabolescamente contro di me; e quelle stesse persone che mi odiavano (credo non sappiano neppur loro darsi ragione di ciò) ora mi armano e mi circondano con ogni attenzione per riparare al mal fatto. Di ciò debbo riconoscenza perenne alla Vergine Ausiliatrice; e colla presente pubblicazione intendo, soddisfare al voto promesso.
Convitto Civico di Stradella, 23 aprile 1915. ENRICO DAL Bosco.
Torino. - Sin dalla mia gioventù ho nutrito viva divozione e fede ardente in Maria Ausiliatrice, e di molte grazie vado debitrice alla cara Madonna di D. Bosco! Quante volte, dopo una divota novena con il voto di far celebrare una Messa all'altar maggiore della Basilica ottenni segnalati favori! Protezione negl'interessi, aiuto in difficili momenti, conforto e protezione per ben allevare la famiglia, coraggio nel sopportare le avversità! Accennerò ora solo due grazie per adempiere la promessa di pubblicarle.
Mia figlia era afflitta da una specie di esaurimento che si accentuava gradatamente e diveniva inquietante per la minaccia di svilupparsi in malattia inguaribile. Per consiglio del venerando D. Rua. di santa memoria, ricorsi alla Madonna Ausiliatrice e al Ven. D. Bosco! Oh! quante volte, con lo sconforto nell'anima, ma con ferma fede di ottenere la grazia, mi recai alla tomba del Venerabile D. Bosco in Valsalice! Quante comunioni io feci all'altare di Maria Ausiliatrice! Morto Don Rua, continuai a pregare ed ora, riconoscente, innalzo l'inno del ringraziamento: mia figlia ricuperò la primiera salute!
Già da parecchi anni mio figlio soffriva per un difetto alla gola; e tale imperfezione andava aggravandosi. Consigliata dal caro D. Rua, ricorsi al Ven. D. Bosco e alla Madonna Ausiliatrice, feci parecchie novene, e, avvenuta la morte di D. Rua, continuai a pregare, e fui esaudita.
Oh! Voi tutti che soffrite, pregate e confidate con cristiano abbandono nella bontà della B. Vergine Ausiliatrice, e sarete consolati.
8 aprile 1915.
Una Cooperatrice Salesiana.
Milano. - Siano rese grazie infinite a Maria Ausiliatrice, dispensatrice delle grazie, che si degnò esaudire le mie preghiere concedendomi importanti favori spirituali e materiali, dei quali, col cuore commosso, la ringrazio pubblicamente, inviando un'offerta.
15 maggio 1915.
G. B.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:
A*) - Aci Catena : Marietta Tropea in Marsano, 7 - Adro : Dina Parzani, 5 - Africo: N. N. a mezzo della signora Filomena Pannuti, io - Agliano d'Asti: Antonio Vespo, 5 - Airasca N. N., 40 - Airolo (Canton Ticino): N. N., io - Albuzzano : Giuseppina Gallotti, 5 - Alcamo N. N., io - Alessandria : Fanny Dal Ri, 2 - id.: G. C., i - A lice Bel Colle : Caterina Veggi Ved. Ottazzi, 5 - Alice Castello : Francesca M<assara - Alì Marina : Carmela La Rocca, io - A1mese : G. D., io - Alpignano : V. M., 5 - Ancona : Contessa Angela Baluffi, io - Antibes (Francia): Pietro Isnardi, 13 - Archi: Maria Tucci in Torelli, 3 - Arquata Scrivia : Celeste Patri, 4 - Ascoli Piceno : Ernesta Piaez, 5 - Ayas (Valle d'Aosta): Giovanni Pietro Obert, 6.
B) - Bagnatica : Battista Maestroni, i - Bannio : Elena Rabaglietti, 7 - Bardolino Onesta Bandinelli, i - Bardonecchia : N. N., 5 - Bari : Caterina Gonnelli, 25 - Bellinzago Novarese : Alfonsina Giuglia, 5 - Benevagienna Margherita Ravera, 16 - Benevello d'Alba Pietro Vigolungo, 5 - Besano : Laura Caro in Girola, 5 - Besazio (Canton Ticino): I coniugi Galli riconoscenti per l'aiuto ottenuto durante una malattia e pel miglioramento conseguito, 5 - Bessolo Torinese : Una Cooperatrice Salesiana; - id. : Trentatre persone riconoscenti a Maria Ausiliatrice.- Biancavilla: Le Figlie di Maria Ausiliatrice, 2 - Bibbiana : Luigi Foleo, io - Biella Adele Magliola in Poma, 20 - Bologna : F. A. B., io - Bolzaneto - S. Cipriano : Maddalena Grasso, 2,50 - Boretto : D. Costante Sosiani, io - Borgomanero : Avvocato Carlo Monti - Borgotaro Annunciata Gasparini e Peppina Vietti, 5 - Bova : Ettore Mollica, 3 - Bracchio : Marietta Rigoli Ved. Grossi, 5 - Brandizzo Canavese : Luigi Nepote - Brivio : Adele Tentori, 15 - id.: N. N. - Bronte : Adele Ghezzi, 5 - id.: Concettina Di Bella, 6 - Brugherio : Luigi Motta, 2. - Brusatasso : Ersilia Magrinelli, 12 - Bruzolo : Francésco Richiero, 5 - Buggerru : Giovanni Gottini, 5 - Buriasco : Giovanna Prezioso - Busto Arsizio: Giuditta Gadda in Testori, 3 - Butera Luisa Gaudenzi, 25.
C) - Caltanisetta : Oldegonda Menozzi, 3 - Cambiano : Famiglia Vaudano, 40 per favori ricevuti ad intercessione di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco implorando altre grazie, con promessa di aiutare secondo le sue forze l'Opera Salesiana - Campiglia Cervo : N. N., 2 - Campo filone Santori Massimino, 2 - Candia Lomellina : B. T. B., 5 - Candiana: Bettino Turri, io - Canicattì : Giuseppina Gangitano fu Ferdinando, 5 - Capriolo: Marietta Canevali, 5 - Carife: Vito Mirra fu Francesco, 5 - Carignano : Teresa Vasarotto - Carini : Pietro Giambanco di Vincenzo io - Carmagnola : Ottavia Novella, 20 - id. Teresa Priasco, 3 - id. : Antonio e Rosa Vaudagna, 5 - id.: Battista Bosco - id.: Antonia Alerina, 15 - Cartosio : Annetta Gaino Bogliolo, 5 - Casa Bianca : Rosa Giovannino, 2 - Casa bianca di Verolengo : Pio Torazzo e Consorte - Casanova di Dest-ra : Antonia Buscaglio, io - ( : sate Vecchio : Rosa Lissoni, 5 - Caselette : Rosina Sanguinetti Maestra, 2 - Casoni Vicentino: Luigia Martinetto, 3 - Castagnole : B. L. - Castelboglione : C. G., 5 - Castellanza : Sorelle Colombo, 2 - Castellinaldo : L'Arciprete D. Luigi Sibona per la sua popolazione, per sè e per la sua famiglia - Castello d'Arzignano : Clorinda Pasetto, i - Castelnuovo d'Asti: Giovanni Cagliero, 5 - id. : Maria Musso, io - Castelnuovo Scrivia: Maria Pavarone, 5 - Castelrotto : Umberto Saffirio, 2 - Castelvetere sul Calore : Pasqualina De Gregorio, 5 - Castiglione di Sicilia : Vincenzo Ci mino, io - Castrogiovanni : Teresa Cicero, 3 - Castronovo di Sicilia : Francesca Pellitteri, 2 - Cavagliù : Elisabetta Boschetti - id.: Giuseppe Guelpa - id. : E. R. P., io - Cavallerleone : Antonio Busso, io - id.: Tommaso Busso, 40 - Cava Manara : Clementina Grossi Ved. Segazia, 50 - Cavour : Caterina Odetti, i,5o - Cellatica D. Luigi Prati, 5 Cessole : Una madre di famiglia, 2 - Chiari : N. N., 5 - id.: B. Ottavia, io - Chiaverano : N. N., 2 - Chieri : Marianna Rigo - Chiusa di Pesio : Beatrice Gerbino in Basso - Chivasso : Coniugi Cena, 25 - id.: Marcellino Morra, 5 - id.: Concetta Cena - id.: Angela Carpegna, 8,50 - Ciconio Canavese : Angelo Delaurenti - Cisterna d'Asti : Enrico Sacco - Cittadella di Padova : Lucia Sabadin, 5 - Clusone N. N., i - Coassolo Torinese : M. A. - Coassolo S. Nicolao : Margherita Mognetti, 4 - Coggiola Biellese : Mariannina Ubertalli, io - Colcavagno Giuseppina Cavallero - Colonia Castez (Rep. Argentina): Giuseppe Caula, 47.85 - Como : Candida Albonico, 3 - id.: Luisa Orsenigo, 2 - Concordia dell'Emilia: Celeste Secchi, 2 - Confienza : Lorenzo Bezzi, 5 - Con fienza di Pavia Maria Vandone di Giuseppe, 5 - Conselve : Luigi Marescalchi, Segretario Comunale, 5 - Cordovado : Teresa Zamparo, 3 - Corno Canavese : Andreina Aimone, 5 - Cuneo : Margherita Olivari, 3.
D) - Diano Gorleri : Caterina Vatteone, io - Dogliani : Una figlia di Maria - Dolianova Francesca Puscedda Ved. Baudino, 4 -- Domodossola : N. N., 1000 - Dorgali : Giovanna Testone in Dettori, 5 - Druent : Margherita Lisa, 5 - id.: Battista Musso, 5.
E) - Ellera : Catterina Ravaschino, 5.
F) - Faenza: N. N., 5 - Faeto di Monfestino Francesca Candeli in Casolari, 8,50 - Ferrara Ferri Maria, 2,50 - Finalmarina: Gino Lenzi, 4 - Firenze : Giovanna Gallareto, 3 - Fontanelle di Oderzo : A. D., 5.50 - Forlì : Zaira Bondini, 3 -Forotondo : N. N. e D. Carlo Guggione Parroco, 6 - Fumane : Emilia Cottivi, 2.
G) - Gaiarine : Maria Santuz, 2 - Gallarate Massimino Pizzoli, 5 - Garessio : Maddalena Maddalena Martini, 5 - Gargallo : Giacomo Gavineili. Gavardo : Giuseppe Devoti, 5 - Gazzoldo degl'Ippoliti : Giovanni Cielo Cooperatore Salesiano, 20 - - Genova : Maria Casazza Ved. Croce, 5,60 - Gerace Superiore : N. N., 15 - Gerbonte : Francesco Lanteri di Agostino, 5 - Ghirla Valganna Maria Z. G. - Gioiosa fonica : Benedetta Rodinò, 25 - Gorlasco : Elvira Magnaghi - Grana Monferrato : Angiolina Oldano, i - Granarolo : D. Sebastiano Fenati, 5.
I) - Isola di Rovegno : Luigi Isola, 5 - Isola di Verona : Sofia Marchetti in Ferrari, 20 - IS~ sime : Romano Alby, 5 - Ivrea : Donna Scolastica Cavassi, Abbadessa Monastero dei Ss. Maria e Michele.
L) - La Loggia : Cav. Uff. Enrico Belli - La Morra: Anna Prandi Ved. Bosio, io - Lione (Francia): Margherita Becchino, 5o - Lisio Filomena Faroppa - Loco di Rovegno : Eugenia Poggi - id.. Giulia Poggi, 3 - Lodi : Giuseppe Maddonini, 2 - Lula : Lucia Asproni, 5 - Lusevera : Angelina Bobbera, 25.
M) - Mantova : Ulisse Righi, io - Marano di Valpolicella : Adele e Maria Zardini, 5 - id. Anna Maria Lonardi, 2,50 - Masio : Marietta Volta, 5 - Massa Marta-a: Zaira Armanini, 5 - Mazzarino : Gaetano Alessi Batù, 3 - Mede Lomellina : Angelina Gobba, 5 - Meta : Paola Castellano, 5 - Milano : Teresa Guaga, 4o - id.: Cav. D. Giovanni Rossi, 5o - id.: Alessandro Bergomi, 2 - id.: N. N., io - Mirabello Monferrato : Evasio Castellaro, 5 Mira fiori : Marianna Moriondo, io -- Modica Alta: C. G. A. - Mombarcaro : Pietro Vigherchio, 3 - Mombaruzzo : Rosa Dagna, 3 - Moncalieri : Maddalena Ferrero, 2 - Mondovì Piazza : Donatilla Vassallo, 30 - Montaldeo : Elisa Valle in Repetti, io - Montanaro : Famiglia Oreggia - Montecalvo Adelina Gastaldi, 2 - Montemaggiore Belsito Filippo Chianchiao, io - Montemagno : D. Giuseppe Mazzetti, io - Montesilvano : Giovannina Castellani, 2 - Montesolaro : Famiglia Oldani, 5 - Moriondo Torinese : Maria Cochis, 5 - Murisengo : Teodolinda Fontana, 5,5o - Muzolone Rachele Randon, 2.
N) - Negrar : Corina Tedugi, 5 - Ne-Statale Maria Rossi di Giovanni, 15 - New York (S. U. Am.): Maria G. - Niscemi : Giuseppe Mongelli, i - Nigoline : Francesco Orsatti, 5 - Novara D. Vito Convoli, 2.
O) - Oleggio : Gaudenzina Brambilla. 5 - Ormea : Vincenzo Seno - Orsara Bormida : Paolo Mariscotti, 5 - Ortona a Mare : Lucia Penna, i - Osaiio : Tommaso Rossi - Ovada : Rosina B., io - Ozieri : N. N., 2,50.
P) - Padova : Albino Benazzato, io - Palermo : Carola Stuat - Palestro : N. N. 5o-Parma Virginia Bavagnoli, 20 - Parona all'Adige : Luigia Marani e Maria Caccia, 5 - Pavia : Francesca Cortese in Casella, 5 - Pecco Canavese : Giuseppe Levetto fu Battista, muratore, 5 - Pellestrina Vincenzo Scarpa Dini, 5 - Pessione : Luigi Gioda, i - Piavese : Dalmazzo e Luciano Brussino, 5 - Pinerolo : C. C. - id.: Annetta Spagnoli, 2 - id.: Rosa Aimar, 4 - id.: Diciasette persone riconoscenti a Maria Ausiliatrice, 9 - Pisa : Cli. Pietro Bergonzi - id.: Cesira Barsotti, 1,5o - Pisogne Sara Santi, 5 - Pissatola di Badia Polesine : Clemente Tosatto Ex-allievo Salesiano - Pollenzo Colombina Marengo in Parato, 5 - Pont Canavese : C. L. - Ponte S. Pietro : Maria Agazzi, 7 - Pontedassio : Antonietta Stella Ved. Gandolfi, io - Pordenone : Natale Turco, 15 - Portacomaro : Maria Mortera, 9 - Portici : Giuseppe Scognamiglio, 8 - Portomaggiore : Maria Caranti, 7 - Prata di Pordenone : N. N., 3 - id.: N. N., 5 - Puja di Pordenone : Maria Puiatti di Carlo, 5.
Q) - Quarto di Gossolengo : Maria Berti, io - Quinto al mare : Teresa Lavarelli Ved. De Gregori, 5o.
R) - Randazzo: Birelli R., 5 - Refrancore Giuseppina Manetta in Casalone - Rho : Maria Caselli, 2 - Riva di Chieri: T. A. - id. : Matteo Giglio - Rivalta : Rita Gorgerino in Carignano - id.: Coniugi Audisio - id.: Maddalena Carignano - Rocca Grimalda : Paola Scarsi di Michele, 8 - id.: C. S., io - Roma : Maria Stefani, 20 - id. Rita Poldrini - Roppolo Castello : Modesta Rovere in Sciondino, 25 invocando grazie per sè, la famiglia e la patria sulla tomba del Ven. D. Bosco -- Rossana : Assunta Barale, 3 - Rossano Veneto : Angelina Miron in Venzo, 4 - Rovigo Diario Franceschini, 2.
S) - Saluzzo : Carmen Vicarelli, 2o per la guarigione dello sposo, ottenuta nello scorso anno e perchè Maria Ausiliatrice protegga sempre la sua famiglia - id.: Contessa Teresa Mocchia di Coggioia - id.: Giuseppe Alloda, 5 - id.: G. F., 2 - S. Bartolomeo : Lucia Biarese, 5 - S. Colombano Agostino Dondero, 2 - S. Domenica Vittoria : N. N., 15 - S. Giovanni di Bellagio sul Lago : Martir..e.ta Sancassani in Galletto - S. Giuseppe di Cairo : O. P. - S. Gregorio di Veronella : Silvia Zanetti, io - S. Martino Stella : Giuseppina Siccardi, 4 - S. Mauro Torinese : Ercolina Gerenzani, 15 - Sannazzaro dei Burgondi : Laura Romani, 5 - S. Pietro Incariano : Z. E. B., io - S. Pietro Mussolino : D. Emilio Cisco Parroco, 5 - Sanremo : Alessandro Chiavassa, 2 - S. Rocco di Bernezzo : Maria Serra di Giacomo, io -- id. Maddalena Olivero, 5 - S. Salvatore Monferrato Luigi Raiteri, 5 - id. : Tizzani di S. Lazzaro, io - S. Stefano di Magra: Ferdinanda Marinari, 5 - Sarnano : Carlo Calcagnoli, 2 - Sassuolo : D. Giuseppe Casoni, r5 - Scaletta Zanglea: Elvira De Luca, 5 - Scano Monti ferro : Letizia Dettori, 5 - id.: Speranza Atzeni Ved. Cocco, 5 - Sesto al Reghena : Pia Brusandini, 25 - Settimo S. Pietro : Sac. D. Murru Vicario Foraneo, .5 - Soave Veronese : Ernesta Castagnedi, 3 - Somma Lombardo : Regina Montagnoli, 5 -Sorgono Violante Costa in Azara, 2,50 - Socio : Maria Nardi in Frigo, 5 - Stella S, Gio. Battista : Canepa Geronima - Strambino : Giuseppe Dezutti, 3,50 - Stupinigi : Famiglia Buglione, 20 - Suzzara Mantovana : Adalia Bigliardi, 3.
T) - Teramo : Virginia Olivieri, 20 - Terranova Monferrato: Luigia Guaschino, 7 - Tiedoli Marina Costa io - Tiglione : Coniugi Cerrato - Tonco Monferrato : N. N., 3 - Torino : N. N. - id.: N. N., 45 - id.: N. N. - id.: N. N., 5 - id. : N. N., 5 - id. : N. N., 15 - id.: B. G., io - id.: B. G. - id.: B. P., io - id.: B. R. - id.: B. S. -- id.: B. T., io - id.: C. A., 2 - id.: C. FA., io - id.: C. A. - id.: C. A. - id.: C. G., 2 . id.: G. G., 5 - id.: G. O. U. - id.: G. R. - id.: I. N., 30 - id.: M. B., 5 - id, : M. P., io - id.: P. E., io - id, : R. A. Monica -- id.: R. C., 50 - id.: S. G., = id.: S. L., 5 - id, : Angiolina Acchiardi - id. : Vincenzo Arietti - id. : Amalia Arneodo -- id.: Maria Berardo, io --- id.: Caterina Berardo in Rubino, 2 - id.: Basilio Bertinaria - id. : Giuseppina Bionda - id.: Famiglia Bonfanti - id. : Caterina Borello -- id. : Giovanni Canalis - id.: Attilio Carcera, i - `id.: Cavaglià Caterina, 3 - id. : Maria Contorno - id.: I?ninna C. C. - id. : Maria Cortese —id. : Angela Castelli, 5 - id. : Emma Darbesio -- id.: Giovanna Dauli - id. : Caterina Debernardi - id.: Ferraris Annetta - id.: Rosa Maddalena Flandin, 5 - id.: Giovanna Frussotto, 5 - id. : Maddalena Genero, 5 - id.: Ermenegilda Graneris, 5 -- id.: Maria Garione - id.: Maddalena Giminetti, 5 - id.: Margherita Garone, r o - id. : Virginia Gagliardi - ed.: Margherita Iliano e Famiglia - id.: Agnese Isabella, 3 - id.: Margherita Monza - id.: Margherita Novarese, io - id. : Sig. Pedraita, 2 - id.: Elisabetta Piana, io - id.: Vittorina Ouarello, i id. : Quattordici persone riconoscenti a Maria Ausiliatrice, 7,20 - id.: Ida Ruzzeddu, 3 - id.: Giovanni Righini, 3 id.: Camilla Richiardi, 5 - id. : Virginia Ringrazio - id. : Teresa Rossotto - id.: Vittoria Repiquet - id.: Caterina Roncati, 5 - id. : Saletta Obmpia - id.: Famiglia Secco - id.: Maria Ternero, 4 - id.: A. Tirogio id.: Emilia Tortarolo, 1,30 - id.: Maria Maddalena Zanini - id.: Una pia Cooperatrice, 50 - Torre Berretti : Maria Invernizzi, 5 - Torre S. Maria (Caspoggio): Silvi Bruseghini, i,6o - Torre dei Passeri : Nina Palmerio in Cavalli, 20 - Traschio Ottone : Emilia Bonardi, 5 - Treviso : Cli. Mario Dal Ceredo, 3 - Tnecesimo : Vincenzo Bertosio, 15 - Trino Vercellese : Battista Tavanó - Trisobbio : Maddalena Pizzorno, i - Trivero Biellese : C. A. I., 28 - Troia : Adele Trincucci.
U) - Uras : D. Angelo Ghiani, 4.
V) - Valfenera d'Asti: Margherita Capra, i - id.: Vittorio De Marchi, i - Valguarnera Caropepe : Francesco Federico, io - Valle del Pozzo Giuseppe Boido, 5 - Varallo Sesia : Sorelle De Marchi, 5 - Varazze : Maria Delfino, 2 - id. Maria Costa. i - id. : Colomba Berrino in Ferro, 5 - Varigotti : Famiglia Peluffo, 3 - Varzera de Santerem (Portogallo): Guglielmina Cotrin - Venezia : Cecilia Milani, i - Vercelli : Caterina Marotto, 5 - Verolavecchia : Lucrezia Brunelli, 4 - Verona : Adele Beretta in Perovano, 5 - id. Angelina Albanini, io - Vestigné : Modesta Vugliano - id.: Teresa Fornera Ved., i - Vezzo Novarese : Teresa Maffei Maestra, io - Vicenza Vittoria Francescato, 4 - Vico Equense : Catello Starace, i o - Vignale Monferrato : Coniugi Cigezza, io - Vi.: Giuseppe Cossetta, 2 - Villadeati :Vittoria Garoglio, io - Villalba : Giovannina Scarlata, 2,00 - id. : N. N. - Villanova Franca Virginia Paderi, 15 - Villa Rossa : Clemente Vitello, 4,90 - Villastellone : G. B. L., 5 - Vinovo G. M. - Vinzaglio : Bartolomeo Pezzana 3.
Santuario di Maria Ausiliatrice TORINO-VALDOCCO
Ogni giorno, celebrazione di una messa santa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per ogni corrispondenza in proposito, come anche per Messe o novene o tridui di Benedizione col SS. Sacramento scrivere all'indirizzo dei Sac. Paolo Albera, Via Cottolengo, 32, Torino.
Ogni sabato, alle 7,15 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.
Il 16 agosto p. v. compiono i cent'anni dalla nascita del Ven. Giovanni Bosco.
Noi speravamo di poterli celebrare con l'inaugurazione del Monumento; ma tutti sanno che quest'atto solenne - al pari del Congresso Mariano e degli altri festeggiamenti che avrebbero dovuto accompagnare l'apposizione dell'aureo scettro gemmato all'immagine di Maria Ausiliatrice - è stato rinviato. Tuttavia l'imminente data centenaria non deve passare inosservata.
Esortiamo quindi tutti i Cooperatori e le Cooperatrici, perché quel giorno o il giorno antecedente - domenica 15 agosto - vogliano ascoltar la S. Messa e, potendo, accostarsi alla S. Comunione, coll'animo di ringraziare la Divina Bontà che volle dare a questi nostri tempi il Ven. Giovanni Bosco.
Invitiamo pure i Cooperatori di Torino a recarsi a Valsalice il 15 agosto, nel mattino e nel pomeriggio, per cantare l'inno del ringraziamento insieme col nostro Rettor Maggiore Don Albera.
All'indomani egli si farà un dovere di recarsi all'umil cappella dei Becchi a Castelnuovo d'Asti, presso la casetta ove Don Bosco ebbe i natali, ed applicherà il S. Sacrifizio per noi tutti col fervido voto che sia impegno comune - mercé la fedeltà agli insegnamenti paterni - di ottenere da Dio che spunti presto il giorno della sospirata Beatificazione del comun Padre e Maestro!
Sono invitati ai Becchi i Cooperatori e le Cooperatrici dei paesi vicini.
N8. - Dell'uno e dell'altro convegno daremo i particolari nel prossimo numero.
AUGURII.
Il 21 maggio u. s. l'Em.mo Card. Andrea Carlo Ferrari, Arcivescovo di Milano, compiva fra il plauso dei suoi figli il suo Giubileo Episcopale; e l'11 giugno l'Em.mo Card. Francesco di Paola Cassetta, Prefetto della S. Congregazione del Concilio, celebrava la sua Messa d'oro.
Ai venerandi Principi di S. Chiesa, ai quali giunse onorifica e ben augurante la voce augusta del S. Padre, tornino accetti anche gli umili ma fervidi auguri dei Salesiani e dei loro Cooperatori.
Il 2 maggio un'eco di giubilo, al quale partecipò anche il S. Padre, si diffuse pure nella vetusta archidiocesi di Vercelli pel compiersi del trentennio di Episcopato di S. E. Rev.ma Mons. Teodoro dei Conti Valfré di Bonzo. Voglia l'Ecc. Presule, cui l'Opera Salesiana è debitrice d'imperitura riconoscenza, gradire anche da noi ogni augurio filiale!
Il Santo Padre con decreto della S. Congregazione Concistoriale in data 5 giugno u. s. ha nominato Vescovo Ordinario dell'Esercito e dell'Armata in Italia S. E. Rev.ma Mons. Angelo Bortolomasi, Vescovo titolare di Derbe ed Ausiliare dell'Em.mo Card. Arcivescovo di Torino.
Al pio ed operoso Prelato pel quale ogni dí hanno un ricordo commosso nelle loro preghiere tutte le buone mamme italiane, all'esimio Presidente del Comitato Torinese per i festeggiamenti centenari di Maria Ausiliatrice l'augurio fervidissimo che egli sposi al piú presto la sua voce all'inno del ringraziamento che s'innalzerà all'Ausiliatrice del Popolo Cristiano per i nuovi favori elargiti alla Chiesa e alla Patria!
NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
TORINO. - La 1a domenica di giugno il rev.mo sig. Don Albera allietava colla sua desiderata presenza le numerosissime Oratoriane, Allieve ed ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che si riunirono con slancio d'affetto all'Istituto omonimo, per far corona d'omaggio al venerato Superiore. Questi, celebrata al mattino la Messa nella Cappella dell'Istituto e distribuita la Comunione Generale alle intervenute, ebbe anche la bontà di predicare alla sera l'ora santa di adorazione mensile e quindi assistere alla riunione che si tenne in suo onore.
La bella giornata, che fu un vero plebiscito d'affetto pel venerato successore di Don Bosco e di Don Rua, lasciò nell'animo di tutte un caro ricordo e un vivo sentimento di riconoscenza per l'amatissimo Superiore.
- La domenica dopo ebbe luogo l'adunanza semestrale delle ex-Allieve. Il vasto teatrino accolse le numerose intervenute, le quali, udita la relazione morale e finanziaria (che attestò ancor una volta la floridezza e il continuo sviluppo dell'associazione, forte di oltre 5oo ascritte) considerando la condizione difficile in cui alcune delle famiglie delle associate si trovano in seguito al richiamo sotto le armi di vari loro membri, approvavano all'unanimità la proposta di istituire, nell'Unione stessa, un Comitato per ottenere alle Socie i sussidi che il Governo, od appositi Enti, hanno stabilito per le famiglie dei richiamati.
Il Comitato, tosto nominato, ha iniziato i suoi lavori aggiungendo un nuovo ramo di pratica attività a quelli di cui va lieta la fiorente Unione.
COOPERATORI ZELANTI
SAN CATALDO (Caltanisetta). - Un nuovo Circolo ed Oratorie festivo. - In S. Cataldo sono sorti da poco tempo un Circolo giovanile e un Oratorio festivo per opera del Can. Cataldo Pagano, del Can. Calogero Cammarata e del Sac. Girolamo Maira, con l'aiuto di altri sacerdoti. Le due istituzioni furono accolte con molta soddisfazione dalla cittadinanza « la quale -- ci scrivono - ha ravvisato in queste due opere l'ancora della salvezza per la gioventú, che in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante, corre il pericolo della perdizione.
» Il 23 maggio si celebrò - per iniziativa del Clero locale - una splendida festa in onore di Maria Ausiliatrice nella Chiesa di S. Stefano. Quel che fece maggior risalto fu l'intervento dei giovanetti dell'Oratorio e del Circolo giovanile: i primi in numero di circa 2oo; i secondi circa 70. Essi, alle 7 del mattino, movendosi dai loro locali e in ben ordinato corteo, con la bandiera alla testa e recitando il Rosario frammezzato da inni sacri, si recarono alla detta chiesa, offrendo uno spettacolo mai visto in S. Cataldo. Assistiti da alcuni sacerdoti, colà ascoltarono in atteggiamento edificante la S. Messa; cantarono qualche mottetto e dopo un caloroso fervorino del sac. Giuliana, si accostarono tutti alla S. Comunione. Coll'intervenire alla festa i detti giovani si sono posti sotto la protezione di Maria SS. Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco. Benedica quest'apostolo della gioventú le due opere, perché educhino alla società uomini virtuosi e zelanti della gloria della religione del bene della famiglia e della patria ».
TRA I FIGLI DEL POPOLO
TORINO-VALSALICE - All'Oratorio festivo «Ven. D. G. Bosco». - La commemorazione del Servo di Dio Domenico Savio è oramai divenuta una festa tradizionale per l'oratorio di Valsalice, presso le amate tombe del Ven. Don Bosco e di D. Rua, e a poco a poco va assumendo anche il carattere di festa degli Antichi Allievi. Quest'anno ebbe luogo la domenica 14 marzo con particolare solennità: anzi fu il motivo di richiamare all'Oratorio molti giovanetti che per il cattivo tempo non poterono frequentarlo durante l'inverno. Difatti essi vi accorsero numerosi oltre ogni aspettativa fin dal mattino, accostandosi quasi tutti ai SS. Sacramenti e prendendo parte all'Esercizio della Buona Morte. Parecchi tra gli intervenuti erano degli - non ancor molto - Antichi Allievi (poiché l'Oratorio è solo nel suo ottavo anno di vita, e la piú parte de' veri antichi allievi sono sotto le armi): ed essi tennero una piccola radunanza in cui si die' principio all'Unione degli Ex-allievi dell'Oratorio Valsalice.
Nel pomeriggio si ebbe ancora un maggior intervento, sia di giovanetti, come anche dei loro parenti, i quali si recano sempre volentieri a prendere una benedizione presso la Tomba di Don Bosco. Alla funzione religiosa, segui, nel teatrino, la commemorazione del giovanetto Domenico Savio, illustrata da proiezioni, quindi una gaia commedia, a cura dei giovani attori dell'Oratorio.
BORGO S. DONNINO - Concorso filodrammatico. - Durante le accennate feste di Maria Ausiliatrice, dal 17 al 25 aprile u. s. si svolse nell'Oratorio Salesiano un riuscitissimo Concorso filodrammatico. Il Salone San Donnino per nove sere fu sempre stipato di un pubblico vario e attentissimo, insieme con apposita giuria, che riscontrò in ogni società preparazione cosciente, ottimi elementi e consolanti promesse. Constatando come il teatro, quando è impostato sui criterii della morale religiosa e civile, apporti diletto ed istruzione ai giovani, tutti gli intervenuti si augurarono che un tal genere di propaganda educativa trovi sempre maggiore appoggio e ai concorrenti furono larghi di plausi e di acclamazioni.
Adirono il concorso il Circolo « Domenico Maria Villa » e la « Compagnia della Trinità » di Parma; la « Fides » e il Circolo « B. Giovanna d'Arco » di Borgo; il Circolo « Silvio Pellico » di Busseto. Recitarono pure, ma fuori concorso, le « Figlie di Maria » ed altra volta i giovani del Circolo e San Filippo Neri » della città, per sostituire un'altra compagnia, mancata all'ultima ora.
Negli intermezzi di ciascuna recita vennero eseguiti scelti canti, accompagnati al pianoforte dall'egregio M.° Amadei.
La Giuria assegnò il primo premio a pari merito alle Compagnie « Trinità » di Parma, « Giovanna d'Arco » e « Fides » di Borgo. Il secondo premio venne conferito al Circolo « D. M. Villa » di Parma. I premi consistevano in seriche bandiere, finamente lavorate e generosamente offerte da un Comitato di signore.
Anche ai bambini di Sanguinaro (Noceto), accorsi nel periodo delle feste a fare nell'Oratorio la loro prima Comunione, fu donata una bandiera.
La distribuzione dei premi pel Concorso si effettuò la domenica 25 agile nel Salone « San Donnino », dopo il bozzetto « Speranza nostra, salve! » recitato dai giovani dell'Oratorio locale.
ROMA. - Il 6 maggio u. s.. alla presenza di due sacerdoti salesiani e di altri testimoni venne esumata la salma di Zeffirino Namuncurà, figlio del gran Cacico Emanuele, morto l'11 maggio 19o5, la cui identificazione risultò dalla precisa ubicazione segnata dai registri mortuari (riquadro 38, fila 20, coppia ultima, il 2°), dalla relativa croce con targa a zinco avente impresso ben chiaro nome e cognome, e da una seconda targa trovata frammista alle ossa e che si è racchiusa nuovamente colle medesime, avente la seguente dicitura: « Namuncurà Zeffirino di anni 18, nato a Chimpay, (Rio Negro), morto 11 maggio 1905) ».
Le ossa così identificate vennero composte in una cassetta-ossario di zinco, in cui si racchiuse pure, entro tubo di cristallo con tappo smeriglio e intonacato di cera vergine, apposito verbale vergato su pergamena firmato da tutti i presenti.
Ai resti così composti, colle preci di rito venne assegnato il loculo n. 358, fila 11, nuovo riparto del Campo Verano, ove furono deposti e murati alla presenza dei firmatari.
Parvum Manuale ad usum Sacerdotum, complectens quae in Sacramentorum administratione et in sacro ministerio exercendo saepe occurrunt, cum variis benedictionibus et instructionibus praesertim super indulgentiis e Rituali Romano aliisque authenticis documentis, vel fide dignis, excerptis e collectis cura Sac. J. B. - Torino, Parma, Catania, Libreria Internazionale della Buona stampa. - Un grazioso e comodo volumetto di 482 pagine in rosso-nero; legato in tela, L. 2,50.
Sebbene si comprenda facilmente dal titolo quanto questo Manuale, piccolo di mole, sia denso di materia, tuttavia crediamo opportuno darne un'idea piú completa al Rev. Clero.
Il volumetto si divide in due parti.
La prima contiene le formole per l'amministrazione dei SS. Sacramenti, la Benedizione Apostolica ai moribondi, la benedizione Mulieris post partum ecc.; e il tutto è corredato da note illustrative secondo le ultime decisioni della S. Sede.
Seguono i principali Inni, la Sequenza della Messa dei Defunti e le Litanie dei Santi, della B. V. M., del SS. Nome di Gesú, del Sacro Cuore e di S. Giuseppe, approvate per tutta la Chiesa.
La seconda parte comprende una scelta di benedizioni non riservate, tolte dal Messale e dal Rituale Romano; poi quelle riservate ai Vescovi oa a Sacerdoti da loro delegati, quali ad esempio, le benedizioni dei paramenti, dei vasi sacri, ecc.: indi molte benedizioni proprie degli Ordini e Congregazioni Regolari.
Seguono: l'elenco delle Indulgenze Apostoliche e, per disteso, varie istruzioni sul modo di validamente applicarle agli oggetti di pietà: le indulgenze annesse ai sacri oggetti che toccarono i luoghi santi e le Sacre Reliquie ivi esistenti; le Indulgenze dette delle Stazioni di Roma e i giorni in cui si possono lucrare; le condizioni generali richieste per l'acquisto delle Indulgenze; i Decreti, necessari a conoscersi, concernenti la validità dell'applicazione di indulgenze a oggetti di divozione, come medaglie, croci, corone, ecc.: il decreto del S. Uffizio circa la sostituzione della medaglia be-nedetta agli scapolari; l'indulto e le facoltà che godono i Missionari Apostolici approvati; e molte altre importanti e recenti decisioni delle Sacre Romane Congregazioni.
Un indice copiosissimo, in ordine alfabetico,, facilita il ritrovo di tutta quanta la materia.
Ecco un ricchissimo Manuale per l'esercizio del sacro ministero, di formato assai comodo ed elegante, che riesce di vera utilità pratica a tutti i rev. Sacerdoti, sostituendo lo steso Rituale Romano. Noi lo raccomandiamo specialmente a tutti i Sacerdoti che si trovano presentemente tra i rulli: ari. Fu compilato, coli gran cura, dal nostra compianto Don Gioachino Berto.
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MONS. PASQUALE MORGANTI, Arcivescovo di Ravenna e Vescovo di Cervia : Sia orabiti . - Preghiere del Sarcerdote. - Elegante volume in-16 di pagine XXXII-676, con stampa a due colori e ricca copertina. - Faenza, libreria Salesiana L. 2,50.
Benedetta la mente che l'ha ideato! benedetta la penna che ha scritto questo libro !
È il miglior Vademecum pel sacerdote avido di formare il suo spirito alla preghiera corrispondente alla sua sublime vocazione. Il preziosissimo volumetto non contiene davvero la parola dell'uomo, ma quella di Dio, che l'Ecc.ma Autore toglie continuamente dalle S. Scritture per porla sul labbro del Sacerdote. Tutte le aspirazioni, tutti i doveri, tutti i pericoli, tutte le nuove esigenze del ministero Sacerdotale - reso più difficile nelle odierne contingenze - alla luce delle sentenze bibliche son vagliati, esaminati e convertiti in una vigorosa e forte preghiera. Lo stile incisivo e scultorio, reso più vivo anche con risorse tipografiche e vivificato da caratteristiche similitudini che dànno sapore di novità e singolare risalto alle massime scritturali, forma dell'opera un vero gioiello, che non ha riscontro se non in minori collezioni di celesti Colloqui che si trovano nelle Opere di alcuni Padri.
Anche la forma di preghiere facili a prestarsi come preparazioni o ringraziamento alla S. Messa, o come visita al SS. Sacramento, o come testo di meditazione, dà un valore ancor maggiore all'opera, che è un'assoluta novità, alla quale è di lieto auspicio il lusinghiero autografo con cui il S. Padre Benedetto XV, accettandone la dedica, si congratulava con l'Ecc.mo Autore. Unanime è pur l'accoglienza festosa che le han fatto le migliori riviste ecclesiastiche.
Non è quindi solo un elogio la nostra parola, ma soprattutto un annunzio ai Cooperatori sacerdoti, che è uscito questo libro, del quale - a parer nostro - nessuno di loro dovrebbe tardar l'acquisto. Si rivolgano alla Libreria Salesiana di Faenza, o a quelle della S.A.I.D. Buona Stampa a Torino, Parma e Catania.
Mons. Andrea Carpenè.
Il 4 aprile all'alba di Pasqua cessava di vivere il Canonico Mons. Andrea Carpené, zelantissimo Direttore diocesano dei Cooperatori Salesiani di Ceneda. Anima generosa e instancabile, manifestò sempre vivissimo zelo per diffondere lo spirito di D. Bosco e, convinto dell'eccellenza delle istituzioni del nostro Fondatore, dimostrò ad esse una simpatia costante, attivissima.
Lo stesso slancio egli rivolse ad ogni altra opera buona. Arciprete di Cordignano per quasi tre lustri, Canonico della Cattedrale per 33 anni, professore del patrio Seminario e Vicario Generale, spiegò, sempre e ovunque, uno zelo ardente illuminato, promosse numerose vocazioni al sacerdozio, gridò innumerevoli anime a Dio, ammirato per esimie doti di mente e di cuore, esemplare per vita mortificata e per fermo carattere, largo nella beneficenza, guidato in ogni atto da una fede pura, generosa, incrollabile.
Non sia discaro a nessuno dei lettori il suffragare largamente quest'anima benedetta!
Don Cristino Razeto.
Nato a Recco nel 1835, mori ottuagenario il 16 aprile u. s. ad Oriolo, diocesi d Tortona, ove da lunghi anni era arciprete-parroco, pio, esemplarissimo, zelante. Fu pure Direttore Spirituale del Seminario maggiore; e incalcolabile è il bene che fece colle sue virtù, coronate da una dolcezza, prudenza e saggezza incomparabili.
Pieno di amore a Gesú in Sacramento e a Maria SS.ma aveva pure un amor grande e sincero per tutti. Austero solo con se stesso, visse povero e mori povero ma beneficò quanti ricorrevano a lui per elemosina. Ammiratore grande di Don Bosco, aveva dell'Opera Salesiana un'alta stima e nutriva una tenera divozione per Maria Ausiliatrice. Solo quattr'anni or sono egli fu a Torino il 24 maggio e, pur di celebrare all'altare di Maria Ausiliatrice, attese il suo turno, con grande edificazione nostra, fin dopo il mezzodí.
La sua salma venne tumulata, con grandi onori, nel camposanto di Torriglia. L'anima sua, a parer nostro, è già felice nella gloria dei santi!
Can. Torraso Alasia.
La mattina del 13 giugno, tra il rimpianto universale, confortato ripetutamente dalla benedizione dell'Em.mo Card. Arcivescovo e di Mons. Costanzo Castrale, chiudeva dopo breve malattia la sua vita esemplare il teol. Tommaso Alasia, della Pontificia Facoltà teologica di Torino, Pro-Cancelliere della Curia Arcivescovile e Canonico Onorario della Metropolitana. La sua nota saggezza, operosità e bontà d'animo lo resero caro ed apprezzato a tutti. La sua memoria rimarrà in benedizione. Dolenti per la sua inattesa scomparsa, noi troviamo conforto nel pensiero del gran premio che il Signore deve aver dato all'esemplare suo Ministro, cui sempre ci legheranno i piú saldi vin coli d'imperitura riconoscenza.