ANNO XXXV - N. 7. Torino, Via Cottolengo 32. LUGLIO 1911.
PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO
SOMMARIO: Il 1° Congresso Internazionale degli Ex-Allievi degli Istituti Salesiani 193 Il 24 giugno a Valdocco 194 Altre feste di famiglia: Il Giubileo Episcopale dell'Eminentissimo Card. Richelmy - Festose accoglienze al sig. D. Albera ad Este, a Trieste, a Gorizia, a Mogliano Veneto, a Schio . . . . 196 La « Causa » di Suor Maria Mazzarello . . . . 203 Nuove chiese 203
Tesoro spirituale 204
Il V° Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione: 1) Le adunanze plenarie . . . . 205
Per una data giubilare . . . 208
DALLE MISSIONI: Cina: In un bazar di beneficenza: II-III) 209
IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente- Echi della Festa Titolare- Grazie e graziati 212
NOTE E CORRISPONDENZE: Gite scolastiche - Tra figli del popolo -- Gli ex-allievi - Notizie varie: In Italia, all'Estero 218
Affrettiamo con giubilo i giorni 8, 9 e 10 del prossimo settembre, nei quali a Torino, nell'Oratorio Salesiano, si terrà il 1° Congresso Internazionale degli ex-allievi degli Istituti di D. Bosco ! Al Comitato Promotore son già pervenute entusiastiche adesioni e promesse d'invio di rappresentanze da varie Associazioni, non solo d'Italia, ma anche di Francia, di Spagna e di parecchie repubbliche del Sud-America.
Nel prossimo numero daremo il Programma particolareggiato del Congresso e quelle altre notizie, che ci comunicherà il Comitato Promotore. Intanto siamo pregati di rivolgere vive istanze a tutti i Cooperatori e a tutte le Cooperatrici che conoscono alcuni dei nostri ex-allievi, a render questi avvisati di detto Congresso e a pregarli - se non hanno già ricevuto un appello individuale dal Comitato Promotore - ad inviare il loro Nome, Cognome e indirizzo al „ Segretario del Congresso Ex-Allievi Salesiani, Via Consolata, 2 - Torino " anche con semplice biglietto di visita e le iniziali e. a. (cioè ex-allievo, per adesione.
IN ogni tempo si giudicò necessaria l'unione tra i buoni per giovarsi vicendevolmente nel fare il bene e tener lontano il male. Così facevano i Cristiani della Chiesa primitiva, i quali alla vista dei pericoli, che ogni giorno loro sovrastavano, senza punto sgomentarsi, uniti con un cuor solo ed un'anima sola, animavansi l'un l'altro a stare saldi nella fede e pronti a superare gl'incessanti assalti da cui erano minacciati. Tale pure è l'avviso datoci dal Signore quando disse: « Le forze deboli, quando sono unite diventano forti, e se una cordicella presa da sola facilmente si rompe, è assai difficile romperne tre riunite: Vis unita fortior, funiculus triplex difficile rumpitur » (1).
Queste parole di D. Bosco ci tornarono in mente le sere del 23 e del 24 giugno nell'ammirare l'intima unione di tanti cuori. È un dono singolare che la Divina Provvidenza fa alle Corporazioni, che Ella suscita in seno alla Chiesa, la dote di questa unità che sorge e regna sovrana nell'unisono perfetto dei cuori e delle menti di tutti i membri che le compongono. Per le differenze d'indole qualcuno di essi può avere un atteggiamento proprio, ma lo spirito è sempre uno in tutti e tutti vivono della stessa vita, come gemme dello stesso tralcio, fiori della stessa pianta, raggi dello stesso faro luminoso. In questa mirabile fusione di energie è da ravvisare - dopo l'aiuto di Dio - la ragione dell'espansione vigorosa e della continua produttività di tali istituzioni, che sono e saranno un'incognita per chi ignora le vie del Signore.
Questi erano i riflessi che ci si affollavano in mente non senza commoverci le sere accennate, nel veder affluire a Valdocco la stessa moltitudine di benefattori ed amici che eravam soliti di scorgere gli anni passati, all'udire gli stessi accenti di giubilo e le stesse note festive, e nel sentir pulsare cogli stessi forti palpiti il gran cuore della Famiglia Salesiana.
Mèta degli sguardi di tutti, in umilissimo aspetto, ma dolce e sereno, sedeva al posto d'onore Don Albera. Un giorno il re della festa, ossia il re dei cuori, era Don Bosco ; poi - per più di quattro lustri - tenne il suo posto il sempre amato Don Rua ; ma, per tutti, Don Bosco e Don Rua rivivevano appieno in Don Albera, come sul labbro de' musici e de' poeti al nome di Lui s'intrecciavano con egual affetto gli altri nomi dolcissimi. Quale il segreto di questa festa di anime, di questo meraviglioso trionfo di carità?
Don Bosco era ancor solo, quando col cuore riboccante di zelo diceva ad alcuni dei giovani da lui raccolti
- Non qui solamente, ma in tutto il mondo, vi son dei fanciulli che non hanno chi pensi a loro e però crescono male... e tribù redente dal Sangue di Gesù Cristo, che gemono ancora nell'abbiezione più compassionevole... e schiere di fratelli, che corrono in cerca di pane in lidi stranieri ed abbisognano ancor più di assistenza spirituale e di conforto. Chi vuol dedicar la sua vita a queste opere di redenzione, si associ a Don Bosco
E l'amore compì il prodigio. I giovani si sentirono scossi in fondo all'anima alla vista del magnanimo Apostolo, che svolgeva nel nome di Dio quell'ampio programma di carità; e, serrandosi al suo fianco, diedero all'Oratorio di Valdocco il vaticinato incremento e apersero nuovi focolari di carità in Italia e all'Estero, avendo però tutti presente e ognor scolpita in cuore l'immagine, e coll'immagine, gli insegnamenti e gli esempi di Don Bosco.
Pochi, ben pochi, furono amati dai propri figli come Don Bosco! Nel 1884 uno di questi, lui presente, giungeva ad esclamare
- « Ah ! celebrino altri i grandi scrittori, che le belle imprese ai posteri tramandano, io celebro Colui che la Legge Santa del Signore scrisse e scrive nel cuore di tanti... Celebrino altri gli artisti, che diedero vita alle tele, ai marmi immortali, io celebro Colui che fece e fa tutt'ora più bella e degna l'immagine vivente di Dio in tanti suoi figli e beneficati. Celebrino altri i valorosi guerrieri, i politici astuti, io canto Colui che nelle sue pacifiche, ma sterminate imprese, la patria onora di utili, onesti e degni cittadini. Sì, te io celebro, o Don Bosco, angelo della nostra vita!... Te noi cantiamo, la cui memoria sempre benedetta ci sta impressa nella mente, scolpita dolcemente e fortemente in cuore. Te noi festeggiamo, il cui nome soavissimo è come il nome di Dio, illumina nelle dubbiezze, rinfranca nei perigli, frena negli sdegni, fortifica nelle passioni, sprona al bene! Oh! quante volte nei torbidi e profani istanti la tua immagine ci appare come iride conciliatrice di pietosi, casti e nobili pensieri! Quante volte la memoria di un tanto Padre trattenne il figlio dall'abisso della colpa e del disonore! Quante volte l'animo esacerbato, addolorato, profondamente addolorato, al ricordarsi di Te, sentì nuova forza e la mente ed il cuore si aprirono a più sereni pensieri, ai santi gaudii della speranza cristiana... (1) ».
L'amore, il più grande amore per Don Bosco, diè vita alla Società Salesiana, e ne divenne l'alimento perenne. Quando Don Bosco morì, nella squisita tenerezza del suo cuore, Egli lasciò scritto per i suoi figli
- « Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti dobbiamo pagare... Il vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro, che avrà cura di voi e della vostra eterna salvezza. Ascoltatelo, amatelo, ubbiditelo,, pregate per lui, come avete fatto Per me! ...»
E i figli ubbidirono; lo piansero - com'era naturale - appena scomparso; ma subito gridarono con slancio concorde: - Don Bosco è morto!... VIVA DON Bosco ! - ed appuntarono lo sguardo nel Suo Successore. E come l'autorità suprema da Don Bosco passò in Don Rua, e da Don Rua in Don Albera, e da questi passerà in altri successori, così l'amore dei figli ne ha circondato e ne circonderà sempre la memoria, avvolgendo in un solo affetto con Lui quanti ne perpetueranno lo spirito di bontà e di carità universale.
Perciò le nostre dimostrazioni del 24 giugno non sono semplicemente una vaga fioritura di riconoscente affetto dei Salesiani e dei giovani dell'Oratorio, ma la vera festa della Famiglia Salesiana. Tra i figli di Don Bosco, non v'è in quel giorno chi non pensi con gioia a Valdocco; e da tutte le Case, non solo dalle più vicine che gareggiano nel mandare attorno al Successore di Don Bosco i loro rappresentanti, ma anche dalle più remote che vari: mesi prima del giorno solenne affidano alle lettere più affettuose i più ardenti auguri, fervidissimo al cielo sale un voto
- Deh ! o Signore, conservateci sempre - Padre e figli - uniti nello spirito di Don Bosco e nel suo amore
Aggiungiamo alcuni particolari.
Tanto la sera della vigilia in cui si festeggiò il sig. D. Albera, come la sera del 24 in cui si commemorò il Ven. D. Bosco, i nostri giovani e i rappresentanti di tutte le Case Salesiane vicine sciolsero con affettuosissimo garbo il loro tributo. Furono particolarmente applauditi: il discorso detto dal prof. D. Albino Carmagnola per la presentazione dei doni inviati da persone benefattrici, da varie Case Salesiane, e dall'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (che con gentil pensiero e finissimo gusto d'arte ha voluto ristorare la Cappelletta privata del Ven. D. Bosco); gli omaggi degli Ex-allievi del Circolo Giovanni Bosco ; i telegrammi numerosi di adesione giunti anche di lontano; le parole dette dal sac. Luigi Ferrari sulla potenza di volontà di D. Bosco nello svolgimento dell'Opera sua; e quelle, veramente ispirate, dette dal sac. Stefano Trione sulla fama di santità del nostro Venerabile Fondatore.
Anche la schola cantorum e quella di musica istrumentale si fecero onore eseguendo sceltissimi pezzi, tra cui l'inno di circostanza, scritto con grande affetto e freschissima vena dal venerando Don Giovanni Battista Lemoyne, e musicato dal Maestro Cav. Dogliani.
Ambedue le sere conchiuse D. Albera ringraziando con espressioni di profonda umiltà ma con gran cuore tutti i presenti, ed esortando i figli di D. Bosco e i loro alunni a seguire fedelmente le orme gloriose di un tanto Padre.
L'annunzio di un imminente atto di sovrana benevolenza del Sommo Pontefice verso la Pia Società Salesiana provocò un'indescrivibile commozione in tutta l'assemblea, che scoppiò in una triplice ovazione al Vicario di Gesù Cristo. Speriamo di poter mettere a parte di tanta gioia i nostri lettori nel prossimo numero.
Il mattino del 24, i Soci del Circolo Giovanni Bosco convenivano in bel numero nella Cappella privata del Venerabile per ascoltarvi la S. Messa celebrata dal loro Assistente Ecclesiastico. Poco dopo, a nome dell'Unione Antichi allievi dell'Oratorio, raccoltasi per la 42a dimostrazione annuale, prendeva la parola con pensieri eletti ed applauditissimi il prof. Piero Gribaudi; e D. Albera, ricordando i benefizi che ricevette egli pure da D. Bosco, si associava commosso alla loro affettuosa dimostrazione.
(1) DoN Bosco, nel Regolamento dei Cooperatori Salesiani, capo I.
(1) Cfr. Boll. dell'agosto 1884.
IL GIUBILEO EPISCOPALE DELL'EMINENTISSIMO Card. AGOSTINO RICHELMY
ARCHIDIocEsI Torinese è meritamente in festa pel compiersi del'anno XXV della Consacrazione Episcopale del suo piissimo ed angelico Pastore, Sua Eminenza il Card. Agostino Richelmy.
Apertosi il ciclo dei festeggiamenti il 28 ottobre u. s. con una devota funzione religiosa nella Basilica della Consolata, essi ebbero una solenne affermazione nell'Accademia musicoletteraria tenutasi per iniziativa del Comitato Promotore nell'Oratorio nostro di Valdocco la sera del 18 maggio, ed avranno il loro coronamento con una grandiosa funzione religiosa nella Chiesa Metropolitana nel prossimo autunno.
A lato di queste dimostrazioni ufficiali, non mancarono, anzi fiorirono e fioriscono in molti punti dell'Archidiocesi, altre manifestazioni di giubilo per parte d'intere popolazioni, parrocchie, istituti e seminari, le quali sono altrettanti trionfi di amor filiale.
Una di queste cordiali manifestazioni ebbe luogo la sera dell'11 giugno nell'Oratorio Salesiano di Valdocco, ove, insieme con i nostri alunni interni, studenti ed artigiani, convennero anche tutti gli alunni del Seminario delle missioni Estere di Valsalice, quelli del Collegio San Giovanni Evangelista, quelli delle Scuole Apostoliche, e le rappresentanze degli Oratori festivi Salesiani di Torino e delle Case Salesiane d'Ivrea e di S. Benigno Canavese, per rendere omaggio collettivamente all'Eminentissimo Principe.
Non tocca a noi il dire se l'umile ma tenera dimostrazione, mossa dai molteplici vincoli di ossequio e di gratitudine che ci legano all'Eminentissimo Card. Richelmy - in cui siamo orgogliosi di venerare un Padre amantissimo ed un insigne Benefattore - sia tornata cara al suo cuore; ma poichè sulla fine dell'omaggio a Lui piacque assicurarcene con parole estremamente affettuose, noi ci sentiamo in dovere di ripetere all'Eminentissimo, insieme coi più fervidi voti, i più vivi ringraziamenti.
Vogliano i buoni Cooperatori e le zelanti Cooperatrici unirsi a noi nell'innalzare al Cielo le preci più fervorose per la conservazione di un tanto Principe di S. Chiesa (1)!
Festose accoglienze al signor D. ALBERA
IL rev.mo nostro Rettor Maggiore dal 25 maggio al 23 giugno fu assente da Torino per visitare varie Case, e ricevette in ogni luogo ove si fermò le più affettuose dimostrazioni tanto da parte dei Salesiani quanto da parte dei Cooperatori. È quindi nostro dovere il darne un breve ragguaglio.
Ad ESTE.
Il sig. D. Albera, accompagnato dall'Economo Generale prof. Don Clemente Bretto, giungeva a Monselice la sera del 25 maggio. Ossequiato dalle autorità ecclesiastiche e civili di Este e dai due direttori dei Collegi Salesiani, prese posto in una elegante automobile, messa a sua disposizione dal sig. Pio Turchetti, e seguito in altre automobili delle autorità si avviava al Collegio Manfredini.
Quivi ebbe le più entusiastiche accoglienze dagli alunni e da una rappresentanza degli antichi allievi. Al mattino celebrò la Messa della Comunità, nella quale ebbe la consolazione di distribuire la Santa Comunione agli allievi ed a molti dei loro parenti. Quindi sull'automobile del Cavalier Pelà fu a visitare il Patronato del SS. Redentore, riportandone le migliori impressioni per il gran bene che questa provvidenziale Istituzione va facendo tra i figli del popolo. Passò poi al Collegio Civico dove quei giovanetti gli improvvisarono una breve accademia di saluto e di augurio; e ritornato al Manfredini trascorse il pomeriggio in famigliare conversazione con quegli alunni.
Verso sera qui ebbe principio un'Accademia musico-letteraria che riuscì splendida per l'esecuzione dei canti da parte delle « Scholae Cantorum » dei due Collegi, per il servizio prestato dalla Banda del Patronato, e per le bellissime prose e poesie declamate con brio e spigliatezza dai giovani convittori. Ammiratissimo il busto a Don Bosco, inaugurato al principio dell'Accademia. Si chiuse la giornata con bei fuochi artificiali ed una illuminazione alla veneziana. Il pubblico non finiva di lodare la riuscitissima festa, che, pur improntata a carattere intimo e famigliare, aveva finito coll'interessare tutta la città.
Da Este, il sig. D. Albera passò a Trieste per la benedizione della nuova chiesa sorta presso l'Oratorio Salesiano in via dell'Istria ad onore di Maria Ausiliatrice.
A TRIESTE. La nuova chiesa di Maria Ausiliatrice. La solenne benedizione.
« Il novello tempio del culto cattolico - scrive il Corriere Adriatico - che costituisce un insigne monumento per la città nostra, venne eretto su piani e disegni dell'ingegnere concittadino dott. Cornelio Budinich, che seppe creare un'opera architettonica di squisita fattura destinata ad abbellire la città nostra.
» L'esecuzione affidata al costruttore edile signor Francesco Ferluga, che si merita la più ampia lode, procedette lesta e spedita, giacché la prima pietra venne collocata circa due anni or sono appena, e cioè il 6 giugno 19o9.
» La nuova chiesa ha la forma di croce latina, mentre l'abside è poligonale ed ha in fianco un locale adibito a sacrestia che, a sua volta, è congiunto con la sacrestia della chiesa inferiore, mediante scala a chiocciola, costruita in apposita torricella.
» Lo stile della chiesa superiore è il gotico in forma quasi esclusivamente veneziana, e vi è palese la tendenza di conferire allo stile architettonico maggiore organicità mediante accentuazione degli elementi costruttivi. Perciò i robusti contrafforti, destinati a vincere le spinte delle arcate interne, sporgono vivacemente dai muri delle facciate, facendosi gradatamente più robusti verso il basso, ciò che a Venezia di consueto manca.
» La navata longitudinale è suddivisa, mediante snelle pilastrate addossate alle pareti laterali, in cinque campate, dalla forma di rettangoli allungati, e coperte ognuna di una volta a crociera archiacuta.
» Immediatamente, sopra il portale d'ingresso, è costruita la cantoria, sostenuta da snelle colonne di marmo; mentre sotto la cantoria risulta uno spazio poligonale, formante quasi un atrio di ingresso, coperto di vòlte archiacute a crociera, munite di costoloni visibili.
» Allo scopo di consolidare la grande guglia di mezzo della facciata principale, poichè esposta alla violenza della bora, sono stati presi speciali provvedimenti. La ricca ornamentazione scultoria della facciata principale è inspirata ai migliori monumenti dello stile archiacuto italiano ed è eseguita, per la massima parte, in pietra d'Istria. Soltanto le ornamentazioni più piatte e di poco oggetto furono eseguite in pietra artificiale.
» La chiesa è illuminata, oltre che dalla grande trifora della facciata principale, da tredici finestroni - alti ognuno sei metri e mezzo. Fra la chiesa e l'Oratorio viene eretto ora il campanile, fiancheggiato inferiormente da alcuni locali di passaggio. Nel suo complesso, il nuovo edificio desta la più giustificata ammirazione dei visitatori.
» Sopra l'ingresso principale della chiesa appaiono scolpite, in lettere d'oro, le sublimi parole di Gesù Cristo: « Sinite parvulos venire ad me ». Internamente, alla destra del pronào, trovasi una iscrizione, scolpita nel marmo, che ricorda ai fedeli, quanto fu fatto per i figli del nostro popolo dal Mecenate dell'Istruzione, Andrea Jasbitz, che mancò ai vivi la notte del 4 aprile 191o. Le sue spoglie mortali riposano ora nella chiesa inferiore, in apposita tomba costruita secondo le più rigorose prescrizioni sanitarie, con ingresso del tutto separato e non accessibile al pubblico ».
L'inaugurazione del nuovo tempio ebbe luogo la domenica 28 maggio.
Alle 7,30 venne celebrata la santa messa nella chiesa inferiore da Sua Ecc. Rev.ma il Vescovo Mons. dr. Karlin, che distribuì la prima comunione a circa 50o ragazzi dell'Oratorio.
La solennità della benedizione della chiesa superiore si svolse alle 9,30.
Alla cerimonia erano presenti S. S. la principessa Hohenlohe, le signore baronessa De Seppi, baronessa Lutteroth, Manussi, de Pott, ed altre distinte dame; e i signori on. cav. Budinich, ing. dr. Budinich, cons. aul. Jacopig, presidente del Tribunale d'Appello cav. Anrico Angelo Jasbitz, cons. prov. Minio, consigliere d'Appello dr. Francesco Piccoli, nob. de Vestri, segretario d'Appello bar. dr. Rinaldini, comm. Sandrinelli e molti altri. Erano intervenuti inoltre l'ispettore delle case dei Salesiani dell'Austria don Manassero, il direttore del collegio salesiano di Gorizia don Mander e quello del collegio di Lubiana don Tirone. La benedizione alla chiesa venne impartita dal nuovo superiore generale dei Salesiani prof. Paolo Albera. Venne poi celebrata una messa con assistenza pontificale, durante la quale i presenti ammirarono la bella voce sonora ed intonata, melodica dell'organo, lavoro apprezzatissimo della fabbrica Inzoli di Crema.
» Terminata la messa il Vescovo Mons. Karlin impartì la cresima a oltre cento ragazzi dell'Oratorio ».
Per tutto il giorno la chiesa fu visitatissima.
Nel pomeriggio, nel vasto cortile dell'Oratorio, si svolse una splendida festa campestre, alla quale i giovani dell'Oratorio - sono oltre un migliaio - una grande massa di popolo, e parecchie personalità, parteciparono (scrive il Corriere Adriatico) « ammirando con commozione quell'evidente prova dell'opera zelantissima e benefica adempiuta dai Salesiani.
» Bisognava vedere quel brulicar di gente, che si moveva a stento sullo spazioso piazzale, quel correre di fanciulli; bisognava sentire quel brusio, quel vociare ch'era quasi un frastuono, eppure aveva una voce così soave, così melodiosa. La banda dei Salesiani e quella dell'Oratorio San Vincenzo si alternavano suonando brani di buona musica eseguita inappuntabilmente; quindi squilli di tromba, che annunciavano il sorteggio del numeri della tombola; da una parte una pesca miracolosa animatissima; poi le note sonore di una marcia, al suono della quale si presentò una schiera numerosa e balda di giovanetti che eseguirono vari esercizi ginnastici, ad essa seguì la squadra degli adulti ed a questa la squadra dei ragazzi dell'Oratorio S. Vincenzo. E l'ammirazione aumentò ancora di fronte alla bella disciplina di tutti quei giovani e allo slancio con cui eseguirono i loro esercizi. Intanto l'aria imbruniva, e, giungeva l'ora fissata per le proiezioni cinematografiche. Allora come un'ondata irrefrenabile tutta quella folla si riversò nella sala. Terminata la rappresentazione, quando l'oscurità della sera era già scesa, ed in cielo brillavano le stelle, e si vedevan luccicare mille lumi sul mare, dal quale giungeva come un bacio la sua brezza, furono accesi parecchi fuochi d'artificio di grande effetto. Ebbe così termine la bella festa, e l'Oratorio un po' alla volta lentamente si sfollò ».
Il lunedì sera, dinanzi un uditorio affollatissimo i giovani filodrammatici diedero una serata di gala ad onore del sig. D. Albera.
« Il trattenimento destò vivo, giustificato interesse e grande compiacimento da parte delle numerose personalità che assistendovi ebbero ancora una volta occasione di constatare quale opera benefica di educazione venga compiuta dai Salesiani a beneficio dei figli del nostro popolo ».
Riconoscenti, i Figli di D. Bosco sentono il dovere di rifondere il merito del bene che possono compiere, al zelantissimo Comitato dei loro Cooperatori. Ad esempio, una festa di beneficenza, indetta dalla munifica signora Baronessa De Seppi pel 21 maggio u. s. nel parco della sua villa, fruttò a beneficio dell'Opera Salesiana di Trieste la somma di 9320 corone !
A GORIZIA.
Da Trieste il sig. D. Albera passò a Gorizia La sua venuta - scriveva L'Eco del Litorale del 31 maggio -era attesa vivamente da quanti hanno imparato a conoscere e ad apprezzare la proficua operosità dei figli di don Bosco. Cosicchè molti furono i cooperatori salesiani che s'erano recati alla Transalpina a salutare don Albera ed a dimostrargli tutta la riconoscenza e la stima che godono a Gorizia quei lavoratori indefessi che sono i Salesiani.
» Appena smontato dal treno, don Albera fu circondato dagli amici. Egli era accompagnato da D. Rubino, direttore dei Salesiani di Trieste. Fu ossequiato in primo luogo dal direttore del locale Convitto di S. Luigi don Mander e poi fu condotto nella sala di 1a classe, messa gentilmente a disposizione dal capostazione. Qui Mons. Faidutti gli diede il benevenuto colle seguenti parole:
» - A nome del Clero e del laicato cattolico della regione, Le dò il benevenuto. La notizia del Suo arrivo fra noi, ci ricolmò di viva gioia, persuasi come siano che colla Sua venuta nuovi benefici elargirà il Signore ai suoi fidi cooperatori, i Salesiani, che tanto lavorano per l'educazione della gioventù. Ci siamo permessi di venirla ad incontrare, seguendo un impulso del nostro cuore, animato di rispetto per la Sua venerata Persona e di gratitudine alla grande Famiglia Salesiana, specialmente a quegli operai che gli indimenticabili don Bosco e don Rua hanno mandato fra noi, dove spiegano sì' intensa e benefica attività. Vostra Riverenza viene nel nome del Signore, e noi tutti ripetiamo: Siate il benvenuto! »
Il signor Don Albera rispose con affettuose parole; quindi accompagnato da Mons. Faidutti e da molti altri illustri ecclesiastici e laici, si recò al Convitto S. Luigi, ove gli si rinnovarono, dai giovani e dai loro superiori, le più festose accoglienze. Ad essi, nella bella accademia musico-letteraria con la quale ossequiarono il Superiore, si unirono i giovanetti dell'Oratorio festivo e molti Coopeperatori.
All'indomani, i giugno, per iniziativa del sig. D. Giovanni Nanut, pio e zelante catechista delle Scuole Popolari-cittadine, D. Albera compiva la solenne cerimonia della prima comunione di circa 250 giovanetti di quelle scuole.
A MOGLIANO VENETO. Un importante convegno di ex-Allievi.
Nel pomeriggio del 1° giugno il nostro Superiore rientrava in Italia e si recava a Mogliano Veneto, per rendere più solenne la festa di Maria SS. Ausiliatrice, che si celebrò il giorno seguente. Al mattino i duecento Convittori ebbero la fortuna di ricevere dalle sue mani il Pane degli Angeli. Alla Messa solenne, celebrata dal reverendissimo Mons. Carlo Silvio Vio, cui intervennero numerosi Cooperatori e Cooperatrici, l'ardente apostolo della buona causa che tutto il Veneto entusiasticamente ammira, il rev. D. Annibale Giordani, disse con fervida parola delle glorie di Maria, Aiuto del Popolo Cristiano.
La mensa modesta alla quale, attorno D. Albera, si assisero numerosi amici e benefattori dell'Opera Salesiana, fu rallegrata da sincera cordialità e da entusiastici brindisi a D. Bosco, a D. Rua, e al loro degno Successore.
A sera, nel vasto cortile centrale del Collegio, trasformato in elegante salone, addobbato a fiori, bandiere, lampioncini, si svolse un trattenimento musico-letterario. Dissero applauditi discorsi il prelodato Don Giordani e vari nostri confratelli; e gli alunni declamarono dialoghi e poesie ed eseguirono sceltissima musica. Al trattenimento pose fine la parola del venerato Superiore, il quale affermò ripetutamente di aver questo ereditato dai due grandi suoi Predecessori: l'amore alla gioventù e la riconoscenza ai Benefattori dell'Opera Salesiana.
L'entusiasmo schietto e spontaneo, con cui superiori, giovani e amici, festeggiarono la visita del sig. D. Albera, andò man mano crescendo, avvivato sempre più dalla paterna famigliarità con la quale egli avvicinava i suoi figli. Indimenticabili sopra tutto furono le due sere in cui, allo splendore di una semplice ma elegante e riuscitissima illuminazione di tutto il Collegio, i figli, stretti intorno al Padre amato, effondevano nel cielo sereno i loro canti a Maria.
Questa prima visita del sig. D. Albera diede occasione propizia agli ex-allievi di presentare l'omaggio della riconoscente loro devozione e del loro memore affetto al nuovo Superiore e di costituirsi definitivamente in regolare Associazione. Aderirono alla geniale e simpatica iniziativa oltre un centinaio, che il giorno 3 giugno intervennero a formare, per i primi nel Veneto, l'Associazione degli ex-allievi salesiani.
Dopo una breve funzione religiosa nella Cappella del Collegio, si raccolsero nella sala del teatro, dove diedero il benevenuto a D. Albera che si congratulò di vederli così numerosi, e li incoraggiò a continuare nella professione franca e generosa dei principii imparati alla scuola di D. Bosco.
Prese quindi la parola il rev. D. Giordani, exalunno dell'Oratorio Salesiano di Torino, il quale rilevò le alte idealità educative che animano l'Opera Salesiana: Fede e Virtù, che gli Antichi allievi devono raggiungere per risanare la moderna società. Terminò applauditissimo incoraggiando i Salesiani a perseverare nella loro missione, assicurandoli dell'appoggio morale e materiale elle loro presteranno ognora gli ex-allievi.
All'amichevole discussione del regolamento proposto, sotto la presidenza dello stesso D. Giordani, presero parte vivissima tutti gli intervenuti, ed all'agape comune regnò la più schietta, cordiale allegria fraterna, avvivata dal sorriso dolce del buon Padre e dalla famigliarità intima che univa le più disparate classi sociali in un soave vincolo di fratellanza.
Al levare delle mense il direttore D. Dones, ringraziò D. Albera dell'onore fatto all'Istituto col presenziare ai solenni festeggiamenti; rivolse un riconoscente saluto agli ex-allievi che così numerosi avevano aderito all'invito; diede lettura di un prezioso autografo del Vescovo di Treviso, dell'adesione di D. Mosè Veronesi, fondatore del Collegio, e di quelle di altri antichi Superiori; in fine porse vivissimi ringraziamenti ai Rettori dei Seminari di Treviso e di Portogruaro, che permisero ai loro chierici ex-alunni salesiani di intervenire al geniale convegno e presentò le affettuose adesioni dei molti aulici impossibilitati a venire.
Dopo un saluto di un giovane del Collegio ai fratelli maggiori, presero la parola l'infaticabile D. Giordani che portò l'omaggio di numerosi exallievi sparsi per la Diocesi di Concordia e per l'alto Friuli, D. Ceolin per i trevigiani, D. Orti per il Seminario di Treviso, e D. Brusasca, e D. Rubino per gli amici di Trieste. Il signor D. Albera commosso a tanta manifestazione di riconoscenza ringraziò augurandosi di rivederli tutti al Congresso Internazionale degli Ex-allievi di D. Bosco, che si terrà a Torino i giorni 8, 9 e 10 settembre.
Commoventissimi furono gli istanti in cui il venerato Rettor Maggiore nella stessa sala del banchetto benedisse tutti gli intervenuti, e poscia preceduto dall'imponente corteo dei duecento convittori e dal numeroso stuolo di ex-alunni, ammiratori ed amici, si recava alla stazione, donde partiva acclamatissimo accompagnato da alcuni Superiori ed amici.
A SCHIO.
Il 4 giugno la Congregazione di S. Luigi di Schio celebrava il 1 ° Cinquantenario di fondazione, e la sera del 3 giungeva colà per rendere più solenne la festa il rev.mo sig. D. Albera, ricevuto alla stazione dal rev.mo Arciprete, da Mons. Saccardo, da D. Ronconi, dalla Presidenza della Società Concordia, dai Superiori e giovani dell'Oratorio, che porgevano il loro benevenuto all'amato Superiore in forma solenne.
All'indomani questi celebrò la S. Messa e con gran gioia del suo cuore distribuì oltre 400 Comunioni; la solenne fu cantata dal rev.mo sig. Arciprete. La « schola cantorum » eseguì la Messa « Te Deum laudamus » del Perosi; e il sig. D. Albera rivolse un'allocuzione ai Cooperatori ringraziandoli di cuore del bene fatto ed animandoli a continuare la loro carità, segnalando tutte le Opere a cui si applica la Pia Società Salesiana.
A mezzodì sedevano con Lui a mensa il sig. Arciprete, Mons. Saccardo, con altri benemeriti ecclesiastici, e parecchi antichi allievi ed una settantina di soci della Concordia.
Il Direttore annunziate parecchie adesioni, invitò i presenti a mandare un salito reverente alla venerata memoria di Mons. Panciera che con Mons. A. Saccardo e D. Giuseppe Capovin cinquant'anni or sono fondava la Congregazione di San Luigi. un saluto filiale al Sommo Pontefice che con suo autografo si degnò di mandare una speciale benedizione; poi al Ven. Don Bosco, al compianto D. Rua, a D. Albera, a Mons. Vescovo, agli antichi Superiori... ed offerse ai presenti un bell'opuscolo illustrato, come « omaggio-ricordo » ai fondatori e benefattori dell'Opera, recante in primo luogo la benedizione del S. Padre.
Il sig. Alessandro Dalla Cà disse delle glorie della Fede e come questa debba essere professata dai membri della Concordia. Il signor Arciprete aggiunse un affettuoso discorso, tutto stima pel sig. D. Albera, che rispose ringraziando.
Dopo le funzioni arrivò la squadra ginnastica di Piovere, ricevuta dalla squadra della Concordia che attraversò la città, preceduta dalla fanfara ed un pubblico numerosissimo assistè al saggio ginnastico che diedero le due squadre, col massimo interesse.
Alle 20.30 vi fu ancora una bella rappresentazione drammatica.
*
Il sig. D. Albera era di ritorno a Torino la sera del 5 giugno, e ne ripartiva la sera seguente alla volta di Barcellona. Completeremo questi appunti di cronaca nel Prossimo numero.
(1) Sua Em. Rev.ma il Card. Agostino Richelmy, Arcivescovo di Torino e Cav. Gran Croce dell'ordine del S. Sepolcro, nacque in Torino il 29 ottobre 1850. Ordinato sacerdote il 23 aprile 1873, fu preconizzato Vescovo d'Ivrea il 7 giugno 1886 e consacrato il 28 ottobre successivo. Promosso con Breve Apostolico alla Sede metropolitana di Torino il 18 settembre 1897, fu creato e pubblicato Cardinale di S. R. C. del titolo di S. Eusebio nel Concistoro del 19 giugno 1899.
Il 23 giugno u. s. nell'Oratorio del Vescovado di Acqui si tenne la prima sessione preparatoria del Processo informativo diocesano, per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Suor Maria Mazzarello, prima Superiora Generale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondate dal Ven. D. Bosco.
Suor Maria Mazzarello nacque in Mornese il 9 maggio 1837, e spirò santamente nell'Istituto di N. S. delle Grazie in Nizza Monferrato il 14 maggio 1881. La sua salma riposa tuttora in quel camposanto:
Il Signore, sempre mirabile nei suoi Santi, esalti quest'umile sua Serva !
IN questi mesi si sono aperte al divin culto quattro nuove chiese salesiane, con nostro giubilo immenso. Son quattro nuove dimore procurate a Gesù Sacramentato, quattro nuove sorgenti di vita, quattro nuove scuole di virtù cristiane, quattro nuovi focolari di carità, quattro nuove palestre di opere buone!
La prima domenica di maggio inauguravasi solennemente il nuovo Istituto Salesiano e l'annessa chiesa di S. Antonio eretti nella Marina di Soverato in Calabria.
La nuova costruzione sorge su una piccola altura, da cui si gode la vista dello storico golfo di Squillace. L'incipiente paesello si estende dai piedi del colle fino alla spiaggia del mare, e tende ad allargarsi sempre più nella pianura, circondata da verdeggianti colline.
Il disegno della costruzione si deve al sig. Ing. Salvatore Sciuto Patti da Catania, che preferì lo stile normanno-siculo. Gli scavi per le fondazioni incominciarono il giorno 24 marzo 19o8 e il 10 rnaggio il sig. D. Rua, di ven. memoria, ne benediceva la prima pietra, coll'intervento dei più ragguardevoli personaggi del paese e di molte persone, fungendo da madrina la signora Marchesa Enrichetta Lucifero, nipote della defunta signora Caterina Scoppa Marchesa di Cassibile, cui piacque fornire i mezzi necessarii.
I lavori procedettero con regolarità. Il 14 agosto 19o9 si potè abitare parte dell'Istituto e il 15 gennaio 191o si iniziarono i lavori per l'interno della Chiesa. La costruzione è in pietra granitica, e rafforzata da forti catene che la cingono all'intorno e che sono collegate con lunghe e robuste putrelle murate al centro di ogni pilastro. Dalla strada sottostante si può ammirare la svelta ed elegante facciata della costruzione, che sembra ancor più imponente per la posizione elevata.
L'interno della chiesa è assai elegante nella" sua semplicità. Dalla tinta uniforme quasi celeste delle pareti spiccano le bianche cornici, che adornano gli spigoli degli archi, delle finestre, delle nicchie e che contornano tutti gli ogivi, ed anche i costoloni della volta, che partendo da numerose e belle mensole si diramano, si intrecciano e si riuniscono in alto al centro della volta e al disopra delle finestre.
L'altar maggiore è in marmo artisticamente scolpito. Degno di nota il tabernacolo, raffigurante un tempietto dello stesso stile della Chiesa, di legno scolpito e decorato in oro, con due sportelli girevoli in modo che, aprendosi, rientrano tra la parete esterna ed interna del tabernacolo senza nasconderne il prospetto.
Gli altari minori, al pari della balaustra, sono anch'essi di marino ed armonizzano con lo stile della della chiesa. L'altar maggiore è dedicato a S. Antonio di Padova ed i quattro minori al S. Cuore di Gesù, a Maria SS. Ausiliatrice, a S. Giuseppe ed a S. Francesco di Sales.
Sua Ecc. Rev.ma Mons. Di-Maria, Vescovo di Catanzaro, grande ammiratore dell'Opera salesiana, giunse a Soverato la mattina del 7 maggio, accompagnato dal suo penitenziere Can. Teol. D. Angelo Tramma, dal suo segretario D. Lorenzo Silvagni e dal Comm. Cav. Vincenzo Varano ; e alle 9, tra lo scampanio festoso del nuovo concerto di campane, e un'immensa calca di popolo convenuto anche da' vicini paesi, procedette alla solenne benedizione della nuova chiesa, assistito dal suo seguito, dal clero locale e da vari sacerdoti salesiani. Terminata la cerimonia il veneratissimo Presule rivolse, a un'onda di fedeli che si era riversata nella chiesa e che la gremiva letteralmente, un'ispirata allocuzione di circostanza, spiegando tutto l'intimo significato della funzione, inculcando il rispetto e la frequenza al tempio di Dio, sollevando nei cuori il più grande entusiasmo; indi celebrò pel primo all'altare del Taumaturgo di Padova.
Alla messa solenne la Schola cantorum dell'annesso Oratorio Festivo, eseguì egregiamente la Missa « Te Deum laudamus » del maestro Perosi, e scelta musica liturgica del Pagella, del Balladori e del Turner.
Il Sindaco, sig. Antonio Arcaro, la Giunta e parte del Consiglio Comunale intervennero ufficialmente alla festa; e molte ragguardevoli famiglie vi assistettero in posti riservati.
Alle 16, dopo il canto dei Vespri, S. E. impartì la Benedizione Eucaristica ai fedeli che tornarono a stipare la chiesa, affermando ancora una volta la loro fede entusiastica e sincera.
Il Sommo Pontefice Pio X, informato della cerimonia, volle porre il colino alla gioia dei Salesiani e di quel buon popolo, col seguente telegramma dell'Em.mo Card. Segretario di Stato
Santo Padre ringrazia del filiale omaggio, benedice Salesiani, loro benefattori, giovanetti, popolo ».
Anche S. E. Rev.ma Mons. Eugenio Tosi, neovescovo di Squillace, da Rho volle associarsi alla festa, con quest'altro telegramma inviato al Direttore D. Eugenio Molinari
« Associandomi inaugurazione, benedico cordialmente Lei, ottimi colleghi, fiducioso loro ministero, immenso vantaggio cara gioventù ».
I grandiosi riti celebrati nel sorriso di quell'incantevole paesaggio e nel trionfo luminoso di un bel sole primaverile, resteranno incancellabili nell'animo dei buoni Soveratesi.
La domenica 28 maggio - come si è già detto in altra parte di questo numero - veniva aperta al divin culto una bellissima chiesa, intitolata a Maria SS. Ausiliatrice, nella città di Trieste.
Giovedì, i giugno, inauguravasi un'altra artistica chiesa in onore del divin Cuore di Gesù, sulla ridente collina del Vomero, a Napoli.
Il i8 dello stesso mese, presente il rev.mo nostro Superiore, era solennemente inaugurata anche la splendida cripta del Santuario monumentale sorgente in onore del S. Cuore di Gesù, sul Tibi Dabo a Barcellona.
Dell'inaugurazione di queste due Chiese sacre al Divin Cuore diremo diffusamente nel prossimo numero.
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'indulgenza Plenaria:
ogni mese:
1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno ; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona morte;
3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;
dal 10 luglio al 10 agosto:
1) il 16 luglio, festa della B. Vergine del Monte Carmelo;
2) il 6 agosto, la Trasfigurazione di N. S. Gesù Cristo.
UN Congresso non produce mai tutto il bene che può, se la sua influenza rimane limitata alle persone che vi presero parte. Fate invece che quanto si è in esso proposto, discusso e raccomandato, giunga a cognizione di molti altri, ed ecco facilmente duplicata, triplicata e illimitatamente accresciuta l'azione salutare delle vostre adunanze.
A quest'unico scopo di diffondere quanto di buono si è concretato nel V° Congresso degli Oratori festivi - perchè più copiosi abbiano ad esserne anche i frutti - noi offriamo queste pagine ai lettori. Tra loro non mancano i generosi amanti della gioventù, anzi - non esitiamo a dirlo - è sopratutto questa comunione d'idee e d'intenti a benefizio dei figli del popolo, che avvince la numerosa falange dei Cooperatori all'Opera di D. Bosco.
Ebbene, leggano essi queste pagine, quelle specialmente che riferiscono il lavoro compiuto dagli attivissimi congressisti; ed ognuno - come meglio può - si adoperi perchè tanti voti sapienti e tante provvide deliberazioni abbiano più pronta, più ampia e più fruttuosa applicazione.
I.
Le adunanze plenarie.
Indetto a suscitare nuove energie a favore degli Oratori e insieme a festeggiare il Giubileo Episcopale dell'Em.mo Card. Richelmy, il Congresso, ebbe luogo nell'Oratorio Salesiano di Torino nei giorni 17 e 18 maggio, sotto la presidenza del rev.mo sig. D. Albera, nostro venerato Rettor Maggiore, e dei rev.mi Mons. Muriana, l'esimio Prelato tanto benemerito delle Scuole di Religione - Mons. Bosia, il solerte direttore di uno dei più prosperi Oratori di Torino - Mons. Condio, l'attivissimo Vice-Presidente del Comitato d'Onore dei festeggiamenti giubilari -Mons. Merisi, degno rappresentante dell'Em.mo Card. Arcivescovo di Milano - nonchè del Curato Teol. Pola, del Teol. Can. Diverio e del prof. D. Stefano Trione.
L'adunanza inaugurale si svolse la mattina del 17, dopo una funzione religiosa, celebratasi nel Santuario di Maria Ausiliatrice da S. E.
Rev.ma Mons. Costanzo Castrale, Vescovo tit. di Gaza e Vicario Generale dell'Archidiocesi Torinese.
Il Presidente effettivo Don Albera diede il benvenuto ai congressisti, mandò un pensiero di riverente omaggio all'Em.mo Card. Richelmy, e die' comunicazione della benedizione inviata dal Vicario di Gesù Cristo in questi termini:
« Il Santo Padre con l'augurio che il quinto Congresso degli Oratorii festivi e delle Scuole di religione riesca fecondo di salutari e pratiche iniziative, benedice di cuore i promotori, i presidenti e quanti vi prenderanno parte. - Card. Merry del Val. »
Il Segretario Generale D. Trione lesse il testo del telegramma di risposta al S. Padre, e fece alcune comunicazioni per il buon ordime delle assemblee.
Chiuse la cerimonia Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Leonida Mapelli, Vescovo di Borgo San Donnino con elette parole di augurio ai Congressisti.
I lavori di sezione si svolsero contemporaneamente in duplice e talvolta in triplice sede, la mattina e la sera del 17 e del 18, coronati ogni giorno da un'adunanza generale.
LA 1a ADUNANZA GENERALE.
Ambedue le adunanze generali furono onorate dall'intervento di Sua Eminenza Rev.ma il Card. Richelmy, nonchè delle LL. EE. Mons. Teodoro Valfrè dei Conti di Bonzo, Arcivescovo di Vercelli; Mons. Matteo Filippello, Vescovo d'Ivrea; Mons. Leonida Mapelli, Vescovo di Borgo S. Donnino; Mons. Costanzo Castrale, Vescovo tit. di Gaza; Mons. Angelo Bortolomasi, Vescovo tit. di Derbe ed Ausiliare dell'Em.mo Arcivescovo di Torino.
L'adunanza generale del 17 fu aperta dall'Em.mo Card. Richelmy, il quale, dopo breve preghiera, prese pel primo la parola ricordando come una settimana prima, quasi alla stessa ora, egli stesse per andare all'udienza del S. Padre Pio X, e avesse la consolazione di intrattenersi a lungo con Lui: come dal suo labbro avesse udito meste parole riguardo la tristizia dei tempi, ma ne avesse pur udite altre di grande conforto; e poichè il Papa, nella sua grande bontà, erasi degnato di farlo come depositario di molte benedizioni, egli compiacevasi di largirne una gran parte al Congresso e a tutti i Congressisti, affinché i loro lavori avessero a dare quei frutti che la Chiesa attende a salvezza della gioventù e della società.
Prese quindi la parola il sig. Don Albera, il quale ricordò con qual gradimento il Comitato delle Onoranze per il Giubileo Episcopale dell'Eminentissimo Card. Richelmy avesse accettato la proposta di tenere il presente Congresso; come anche Sua Eminenza si fosse degnata di approvarlo, benedirlo e raccomandarlo al Clero dell'Archidiocesi ; e, dicendosi felice di ospitare quelle adunanze, rammentò come l'Opera del Ven. Don Bosco abbia incominciato dall'Oratorio, e come il suo successore, il compianto D. Rua, si sia costantemente adoprato perchè gli Oratorii si diffondessero dappertutto, essendo essi il mezzo più efficace per la salvezza della gioventù.
D. Trione die' nuovamente comunicazione del telegramma recante l'augurio e la benedizione del Santo Padre, e di numerosissime adesioni pervenute dall'Episcopato italiano alla Presidenza.
Inviarono infatti la loro benedizione e ì più fervidi auguri per la felice riuscita del Congresso:
a) l'Em.mo sig. Cardinale Carlo Andrea Ferrari, Arcivescovo di Milano - l'Em.mo sig. Card. Aristide Cavallari, Patriarca di Venezia, che inviava al Congresso come delegato per la sua Archidiocesi l'ill.mo Mons. Giuseppe Can. Resch, Arciprete della Concattedrale Basilica di S. Pietro Ap. e Presidente della direzione diocesana; - l'Em.mo sig. Card. Pietro Maffi, Arcivescovo di Pisa;- l'Em.mo sig. Card. Giuseppe Francica Nava di Bontifè, Arcivescovo di Catania, che delegava a rappresentarlo il salesiano D. Antonio Fasulo; - l'Em.mo sig. Card. Alessandro Lualdi, Arcivescovo di Palermo;
b) gli Ill.mi e Rev.mi: Mons. Natale Bruni, Arcivescovo di Modena; -- Mons. Francesco Paolo Carrano, Arcivescovo di Trani, Barletta, Nazaret ed Amministratore perpetuo di Bisceglie; - Mons. Emilio Parodi, Arcivescovo di Sassari; - Mons. Antonio M. Grasselli, Arcivescovo-Vescovo di Viterfo e Toscanella;
e) gli Ill.mi e Rev.mi: Mons. Francesco de Pietro, Vescovo di Acerra; - Mons. Disma Marchese, Vescovo di Acqui; - Mons. Giuseppe Re, Vescovo di Alba; - Mons. Settimio Caracciolo di Torchiarolo, Vescovo di Alife ed eletto di Aversa; - Mons. Antonio Sardi, Vescovo di Anagni; - Mons. Giov. Vincenzo Tasso, Vescovo di Aosta; - Mons. Giovanni Volpi, Vescovo di Arezzo; - Mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi, Vescovo di Bergamo; - Mons. Andrea Righetti, Vescovo di Carpi; - Mons. Michele de Jorio, Vescovo di Castellamare di Stabia; - Mons. Giovanni Cazzani, Vescovo di Cesena;- Mons. Giuseppe Angelucci, Vescovo di Città della Pieve; - Mons. Massimiliano Novelli, Vescovo di Colle di Val d'Elsa; - Mons. Antonio Lamberti, Vescovo di Conversano; - Mons. Andrea Fiore, Vescovo di Cuneo; - Mons. Giosuè Signorì, Vescovo di Fossano; - Mons. Nicola Zimarino, Vescovo di Gravina e Pontepeloso; - Mons. Agostino Cattaneo, Vescovo di Gitastalla; - Mons. Giovanni Battista Nasalli Rocca, Vescovo di Gubbio; - Mons. Francesco Baldassarri, Vescovo d'Imola; -Mons. Sabatino Giani, Vescovo di Livorno ; - Mons. Lorenzo Chieppa., Vescovo di Lucera ed amministrr.tore apostolico di Cariati; - Mons. Giovanni Carli, Vescovo di Luni-Sarzana e Brugnato; - Mons. Giovanni Battista Ressia, Vescovo di Mondovì; - Mons. Raniero Sarnari, Vescovo di Macerata e Tolentino; - Mons. Giovanni Marenco, Vescovo di Massa-Carrara; - Mons. Giuseppe Batignani, Vescovo di Montepulciano; -- Mons. Giuseppe Bernardo Döbbing, Vescovo di Nepi e Sutri; - Mons. Ferdinando Fiandaca, Vescovo di Nicosia; -- Mons. Luigi del Forno, Vescovo di Nocera de' Pagani; - Mons. Agnello Renziillo, Vescovo di Nola; -- Mons. Giuseppe Gamba, Vescovo di Novara; - Mons. Luigi Pellizzo, Vescovo di Padova; -- Mons. Giovanni Oberti, Vescovo di Saluzzo ; - Mons. Raffaello Sandrelli, Vescovo di S. Sepolcro; - Mons. Giulio Tommasi, Vescovo di S. Angelo de' Lombardi e Bisaccia : - Mons. Giuseppe Izzo, Vescovo di Sarago e Cava dei Tirreni; - Mons. Angelo Michele Jannachino, Vescovo di Telese o Cerreto Sannita; - Mons. Luigi Fantozzi, Vescovo di Veroli; - Mons. Ambrogio Daffra, Vescovo di Ventimiglia; - Mons. Pietro Berruti, Vescovo di vigevano.
Altre numerose adesioni vennero inviate da illustri Ecclesiastici e laici, direttori di Oratori, e di giornali e periodici.
Compiuta la comunicazione delle adesioni, ha la parola Mons. Merisi, che riferisce sul 1° tema: « Organizzazione interna dell'Oratorio e formazione del personale insegnante e assistente ».
Parla quindi l'avv. Saverio Fino, Consigliere Comunale di Torino, il quale rileva come l'accresciuta istruzione dei figli del popolo non ha punto elevato il loro livello morale, perchè al pane dell'istruzione manca il lievito della fede e della morale cristiana; descrive le gravi difficoltà di ambiente fra le quali si svolge la vita dei giovani cristiani; e indica nell'Oratorio l'arca in cui l'anima giovanile può rifugiarsi per sfuggire al diluvio di fango che invade il mondo.
Conchiude illustrando ampiamente il concetto ed il funzionamento dell'Oratorio festivo in rapporto alla missione che esso deve compiere, cioè la formazione del giovane che professi e pratichi interamente e coraggiosamente la fede e la morale cristiana.
Segue ancora la relazione di P. Martinengo, che presenta le conclusioni relative allo spirito informatore degli Oratori festivi, e chiude l'assemblea Mons. Mapelli, Vescovo di Borgo San Donnino, che presenta il suo omaggio augurale al Card. Richelmy per il suo Giubileo, e plaude al fervore con cui i congressisti hanno perorato la causa dell'Oratorio festivo.
La giornata è completata da una conferenza con proiezioni, tenuta a notte da D. Trione, allo scopo di dimostrare l'efficacia istruttiva ed educativa delle imagini luminose nei catechismi e negli Oratori.
LA 2a ADUNANZA GENERALE.
L'adunanza plenaria del giorno 18 riuscì ancor più solenne. Il teatro, stipato nella platea e nelle gallerie, presentava una splendida vista. Non pochi egregi signori del laicato cattolico vedevansi in mezzo ai numerosi sacerdoti; e grande era pure la rappresentanza delle Patronesse delle Scuole di Religione.
L'ingresso dell'Ecc.mo Arcivescovo di Vercelli, del Vescovo d'Ivrea, del Vescovo di Borgo San Donnino, accompagnati dal rev.mo Don Albera e da altri Superiori Salesiani, fu salutato da vivissimi applausi. Ai Vescovi favevano corona sul palco Mons. Resch, rappresentante del Patriarca di Venezia; Mons. Merisi, rappresentante del Card. Ferrari; tutta la Presidenza del Congresso ed altri insigni ecclesiastici e superiori di case religiose.
Mons. Muriana riferisce sui lavori compititi nelle sezioni per le Scuole di Religione. Mentre l'illustre Prelato finisce di parlare, entra nell'aula, accolto da un applauso riverente, l'Em.mo Card. Richelmy, accompagnato dall'Ausiliare Mons. Bortolomasi.
Il Can. Diverio, riferendo sugli Oratori femminili, tratteggia con gran calore la missione della donna cristiana nell'odierna società.
Quindi parla il Teol. avv. Viancino di Susa. Constata che la cultura alla quale si forma la gioventù dei nostri tempi si va sempre più allontanando da Dio e dalla Religione, per cui appare sempre più difficile alle menti inesperte il connubio fra la scienza e la fede: di qui la necessità di aprire alla gioventù le porte delle Scuole di religione.
Don Trione approfitta di un breve intervallo per proporre un indirizzo al Santo Padre onde affrettare la Causa di beatificazione di Domenico Savio, modello degli allievi dei nostri oratorii.
In seguito hanno ancora la parola il Teol. Barlassina per riferire « sulla drammatica, sulla musica, e sullo sport, come mezzi di attrazione e formazione dei giovani », e il salesiano D. Felice G. Cane « sulla convenienza e sulla necessità di avviare i giovani degli Oratori alla vita ed all'azione sociale ».
Don Albera, a nome del Comitato Promotore, ringrazia quanti hanno contribuito a rendere proficuo il Congresso, i Prelati, gli oratori, i presidenti delle Sezioni, le signore e i congressisti.
L'Em.mo Cardinale Richelmy ringrazia alla sua volta Don Albera e i Salesiani per l'ospitalità e per la valida cooperazione accordata al Congresso; constata il lieto esito dei lavori di quei giorni e fa voti che nell'umiltà e nella vita cristiana di quanti lavorano per la buona causa si trovi la virtù fecondatrice dei buoni propositi che il Congresso ha altamente affermati.
« Ad attirare - esclama - le celesti benedizioni è necessaria una virtù tutta cristiana: quella espressa nel motto di S. Carlo: « Humilitas ». Ci vuole l'abnegazione di noi stessi per non cercare le cose nostre, ma soltanto quelle di G. Cristo! »
L'OMAGGIO AL CARD. RICHELMY.
A notte, il teatro affollavasi nuovamente di pubblico eletto per l'accademia commemorativa del Giubileo Episcopale dell'Em.mo Card. Arcivescovo di Torino, promossa dal Comitato dei festeggiamenti. La nostra Schola Cantorum e la nostra Musica strumentale ebbero l'onore di prestar servizio a quel solenne convegno.
Sua Eminenza si disse confuso della spontaneità e grandiosità della manifestazione, che attribuì alla bontà grande degli ideatori e di quanti in qualsiasi modo vi cooperarono; e, protestandosene immeritevole, ricordò la santità e le opere con cui, ben più di lui - egli disse - illustrarono l'episcopato un Giovenale Ancina, un Carlo Borromeo ed anche il presente Successore di lui sulla cattedra di S. Ambrogio, il quale colla virtù e col sapere, di tanto lustro ha circonfuso la sacra Porpora! In seguito dichiarando di gradire il pensiero di coloro che in questa ricorrenza hanno voluto dargli modo di avvicinare più di frequente i suoi figli, anche lontani aggiunge che più ancora tornò gradito al suo cuore di padre il felice intendimento di coloro che si propongono di porre a sua disposizione i mezzi per l'erezione di una nuova Chiesa in uno dei sobborghi di Torino più bisognosi di assistenza spirituale, a ricordo del Giubileo e più ancora a conforto di tanti suoi figliuoli.
Una triplice ovazione saluta le paterne parole dell'Em.mo Principe, e le note dell'inno del Congresso, musicato dal sac. Zambiasi di Udine, chiudono la splendida serata.
NB. - La relazione dei lavori delle Sezioni al prossimo numero.
Il 14 giugno 1862 erano ordinati sacerdoti, in Torino, D. Giovanni Cagliero e D. Giov. Battista Francesia, salesiani, e, in Genova, D. Giovanni Battista Lemoyne, che due anni dopo si ascriveva al numero dei Figli di D. Bosco.
Il sorgere dell'Anno Cinquantesimo del loro sacerdozio, fu salutato da una speciale Benedizione Apostolica, e ricordato privatamente, ma cordialmente, da un piccolo gruppo di confratelli ed ammiratori.
Registrando la cara notizia, umiliamo noi pure ai venerandi Figli di D. Bosco i più lieti auguri pel felice compimento dell'Anno Giubilare e di molti altri ancora, fortunatissimi di offrire in questa circostanza ai lettori una bella istantanea di Mons. Cagliero benedicente, presa in una delle sue ultime visite apostoliche e che ci è giunta carissima di questi giorni!
CINA
In un bazar di beneficenza. (Dal diario dei nostri Missionari (1). II.
Davanti alla porta del bazar - Inviti e richiami - Lo sciame delle farfalle - Momenti d'invidiabile tranquillità - La fine educazione del popolo cinese.
IL giorno dopo eravamo al nostro posto.
Una ressa più fitta, direi quasi schiacciante, che chiassa e si agita animatamente, è indizio non dubbio della vicinanza del bazar, le cui alte torri e pinnacoli pavesati di bandiere rosse si attirano gli sguardi fin dai più remoti quartieri della città sterminata.
Malgrado però tutto quel pigia pigia è impossibile non arrestarsi un momento alla porta di entrata.
Strana e grandiosa costruzione! Tutta di legno, letteralmente istoriato, e gremita da una infinità di leggere figurine in rilievo, sopra uno sfondo iridiscente di azzurro-verde, che ti fa subito pensare a una muraglia ricoperta di edera, dentro le cui foglie siano vagamente annidati i più vivi e i più svariati coleotteri del mondo.
Entriamo.
I racconti immaginosi uditi dalla bocca della nonna nelle fredde serate d'inverno sotto la cappa del camino, sono spesso seguiti da sogni ancor più fantastici; e ricordo, fra l'altro, paesi e città impossibili a realizzarsi, sorti a caso, d'improvviso, al solito tocco della bachetta del mago prodigioso. Quà quei lontani sogni paiono aver preso forma e corpo d'una realtà stupefacente. Appena hai messo piede sulla soglia, eccoti lì a far gli onori di casa, certe mezze figure carnevalesche infilzate sopra un cespuglio di frasche stranamente contorte a a spire di serpenti, tirate su a quel modo in grossi vasi di creta.
Due passi avanti s'incontrano degli idoloni superlativi, dalle occhiaie esorbitanti e le pupille mobili, staccate in giro dall'orlo, grosse appena quanto le uova d'oca, la cui diabolica fierezza è confermata da lunghe spade, chiuse nel pugno. Spauracchi innocui del resto sui quali gli uccelletti potrebbero scherzare impunemente.
Poi da qual parte indirizzarci?
Svariati si presentano gli scompartimenti, ma con direzioni diverse; gli archi e le pareti sono tutti ornati da ricchi festoni e lampioncini graziosi.
Superato così il primo sbalordimento, fermo l'occhio sopra grossi caratteri, i quali sembrano voci e richiami, che v'invitano da ogni lato. Si legge ad esempio: Va hing koung shii gas nai; vale a dire che il distinto signor Va hing vi prega a prendere una tazzina di latte; più bello, più fresco, più aromatico non lo troverete al mondo. E, mentre siete come affascinati dalla gaiezza di alcuni vaghissimi uccelli rossi-azzurri, trapuntati in seta cosi da parer vivi, una coppia di garbati signori si avanza cogl'inchini e le maniere più obbliganti a pregarvi di gustare un sorso di quel prezioso nettare, dando in compenso (questo però dipenderà dalla vostra generosità) magari la miseria di un centinaio di dollari, 250 lire soltanto della moneta italiana.
Declinando per questa volta con cavalleresca disinvoltura il cortese invito, passiamo nel centro del bazar, che vi dà l'immagine di una irregolare, ma ricchissima galleria, in molteplici reparti, dove fanno bella mostra di sè le più minute e più rare industrie cinesi.
Lo spettacolo è vario e attraente in ogni parte; senonchè lo sguardo corre con più interesse a certi quadretti, appesi agli angoli delle pareti, a foggia di casse aperte, entro ai quali stanno gruppi bizzarri di puppattoli mostruosi, che ricordano fatti di storia antica, Ma-t'ciou sopra tutti, un terribile guerriero.
- Vivo contrasto con la decadenza attuale: è un popolo che sente la necessità del risveglio; ma quando? come?... - Le mie storiche lucubrazioni vennero tosto interrotte da un nugolo di fanciulle, vestite co' bei colori dell'iride, le quali vi corrono incontro, vi assiepano, vociando, cinguettando con la vivacità di cinciallegre, perchè compriate il bel mazzolino di fiori, di cui hanno piene le mani e i canestrini, sollevandoli tutte insieme fino al vostro viso, per essere ciascuna la preferita.
Le più birichine, con l'audacia e la snellezza di una grazia tutta infantile, riescono a infilzarvi il mazzetto tra le pieghe dell'abito. E allora, notate bene, non c'è più verso di restituirlo, poichè siete voi che l'avete voluto! Bisogna quindi tenerselo a ogni costo, dando appena il regaluccio di cinquanta centesimi almeno.
Lieto della vittoria, quell'allegro sciame di farfallette di aprile, eccolo pronto a rivolare a stormo verso i nuovi arrivati.
Noi, salvaguardati dai fiori in una mano e dalla tessera sul petto, che ci proclama benemeriti del bazar, più facilmente potremo sottrarci ad altri gentili assalti, scusabili d'altronde, quando si rifletta che, anche ammessa la réclame interessata delle merci, tutto l'introito va a beneficio del nobile scopo.
Finalmente posso abbandonarmi all'osservazione serena, indisturbata. E davvero che da molto tempo non avevo più goduto momenti così belli, tranquilli. Qua per tutto è diffuso come un senso d'inesprimibile festa, d'allegria; si respira, direi, un'atmosfera di generale benessere. Quasi quasi siete tentati a non prestar fede ai vostri occhi, per chiedervi fuori di voi dalla meraviglia: - Ma dunque è proprio questa la Cina, la barbara Cina, il cui nome soltanto incute orrore ad ogni animo bennato?
Ah no! qua il tratto finissimo di tutte le persone che vi attorniano, la decenza, anzi il decoro rigorosamente rispettato, dove nulla, anche a volerlo cercare a posta, offende il pudore; la varietà dei bellissimi oggetti che vi abbarbaglia, i ricchi festoni di seta pendenti, la vaghezza di tanti fiori a ogni piè sospinto, tutto insomma vi dà piuttosto l'illusione d'essere capitato in un paese ipotetico, immaginario.
Vivevo, ripeto, avvolto in un'aura di felicità, quand'ecco un rullo cupo, insistente, abborrito, ruppe l'incanto di quell'eden improvvisato. Siamo presso il gran barraccone degli spettacoli di forza!
III.
Nel salone dei giuochi , di forza - Varietà del programma -- I poveri angariati - Contributo dei cristiani - Giudizio di un letterato intorno i nostri orfanelli.
Entro in un vasto salone gremito, animatissimo. L'ordine del pubblico però, si vede subito, è inappuntabile: gli uomini a destra, le donne a sinistra; giacchè la separazione dei due sessi è uno dei postulati più rigorosi nei costumi della Cina. Certe promiscuità permesse tra i popoli civili, sono assolutamente sbandite dai barbari cinesi.
Sopra un gran palco di legno, ornato nello sfondo da vistosi stendardi e da molti attrezzi del mestiere, gli acrobati dànno principio allo spettacolo, annunciato e accompagnato purtroppo da uno interminabile e noiosissimo fracasso di tam tam e tamburi indiavolati. Sono giuochi di gran destrezza, o meglio saggi di feroce sport, che vi fa comprendere quanta energia è latente in quegli snervati figli di Confucio, qualora fossero messi al cimento.
Gli spettatori, non ci vuol molto a capirlo, ci gongolano, e ne provano un gusto matto come a un risveglio delle loro forze antiche, quasi augurio, che dico? certezza di un futuro trionfo contro gli europei oppressori. E, se non con le parole, lo dicevano almeno con gli sguardi di sfida verso di me, povero diavolo di europeo, ogni qualvolta che la bravura dei lottatori strappava una salve più nutrita di applausi.
Ecco alcuni punti del programma: scherma vibrata di coltelli, assalto con terribili tridenti, scontro con spranghe di ferro, duello con cavalletti di legno da una banda e sciabolate dall'altra, pesi enormi sollevati come fuscelli di paglia, contorsioni nervose da rompersi le reni, giro a frombola sul capo e attorno alla schiena nuda d'una catena spezzata di rasoi, e via via mille altri atroci esercizi, da far venire i brividi all'uomo più indifferente di questo mondo.
Ai grandi successe una schiera di fanciulli, che dettero anch'essi prova della loro acrobatica valentia. Non posso nascondere però che in tutta quella esplicazione di forza brutale si scorgeva, come ho detto, una colta ferocia che mi faceva riflettere sul serio ai casi nostri il giorno, in cui questa razza possa maneggiare i nostri strumenti di guerra.
Il loro grido specialmente di tá, tá, tá! (ammazza! ammazza!...) ripetuto di continuo con guizzi di belva e la schiuma alla bocca durante le lotte accanite, inspiravano un senso di ribrezzo.
Anche i rulli incessanti del tamburo e i colpi squarciati e sinistri dei tam tam, parevano, che dico? incitavano realmente i lottatori alla crudele bramosia del sangue.
Appena uscii da quella specie di campo di fiera battaglia, provai tiri vero senso di sollievo, come se mi fosse stato levato un grave peso di dosso, nell'intendere l'eco lontana della banda dei nostri giovanetti, i quali sotto un magnifico chiosco, rallegravano tutto il bazar di liete armonie, quasi fossero voci ed inviti ad ideali più nobili e degni dell'uomo.
La folla intanto ronzava e si pigiava sempre più contro il chiuso recinto del bazar, capace di 50.000 persone.
Anche dentro cresceva l'animazione dei venditori e compratori: i ricchi in modo particolare eran tenuti d'occhio e presi come d'assalto ogni momento. Ma c'erano preparati; infatti dopo un divincolarsi e protestare non troppo insistente, si lasciavano vincere ora a sorbire un sorso di tè ed ora a far acquisto di questo o di quell'altro articolo raro.
Uno scroscio di applausi significava la momentanea liberazione del povero angariato, mentre nello stesso tempo una bella lista appesa in vista al pubblico proclamava la generosità dell'oblatore. Cosi l'amor proprio era stuzzicato e piovevano le offerte.
Lo spettacolo del bazar ogni giorno offriva nuovo pascolo alla curiosità. Oggi però voglio esaminare il tenue, ma non meno generoso contributo dei nostri generosi fratelli di fede, i quali sotto l'intelligente iniziativa del P. Ferqueh prestarono doni e persone in numero non inferiore di cinquanta.
I giovanetti dell'Orfanotrofio di Canton si attirarono l'attenzione per i bei disegni eseguiti dietro la guida della loro maestra, signorina Decourant, con penne a punta di fuoco. Parecchie fanciulle cattoliche sedevano ai banchi per la vendita particolarmente di medicinali; le più piccine facevan parte delle svolazzanti farfalle.
E i nostri orfanelli?... Oltre il fiato speso nel suono, presentarono varie mute complete di abiti alla maniera europea, dal berretto agli stivalini, ch'era un gusto a vedere.
In questo modo la carità cristiana, vera inspiratrice d'ogni opera buona, non arrossiva di deporre il suo umile, ma disinteressato fiorellino tra il fasto clamoroso di una beneficenza pagana. Si fece quanto e più era permesso dalle nostre deboli forze e s'era soddisfatti. Rammento anzi che una volta sentii brontolarmi accanto presso a poco le osservazioni seguenti:
- Si direbbe cosa incredibile! Questi bravi fanciulli sgobbano suonando tutto il giorno a perdifiato, punto primo; questi fanciulli hanno recato il frutto del loro intelligente lavoro, punto secondo. E per di più questi stessi fanciulli lasciano qua i loro soldini per procurarsi un ricordo, testimonio del loro cuore benfatto. Che sorta di educazione è mai questa? E chi ha saputo instillare tanta nobiltà di sentimenti?
Allora rivoltomi al savio e cortese letterato, lo condussi con me indicandogli una bandiera. Egli appuntò i grossi occhiali, onorifico distintivo del suo grado, e scandendo lentamente monosillabo per monosillabo, lesse: - T'in-tciukao! (Religione divina) - o in termini più chiari: Seguaci di Cristo!
SAC. GIOVANNI FERGNANI.
Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente,
Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.
Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo quest'intenzione generale:
Ricorrendo il 24 di questo mese il IV° anniversario del Decreto d' Introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Bosco, nostro Fondatore, supplicheremo instantemente Maria SS. Ausiliatrice a benedire e coronare felicemente i lavori già avanzati del Processo Apostolico.
Echi della festa titolare.
Poiché da un lato i lettori conoscono l'entusiasmo con cui in ogni parte si celebra la festa di Maria SS. Ausiliatrice, essendone essi qua e là testimoni, e dall'altro comprendono che è assolutamente impossibile il darne un ragguaglio completo in poche pagine, preferiremmo astenerci dal discendere a particolari; facendolo, ci limitiamo a far cenno unicamente di alcune relazioni che ci furono raccomandate.
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I Cooperatori di Milano, non contenti degli splendidi riti celebratisi con intervento di Mons. Merisi, canonico del Duomo, nella chiesa di S. Agostino il 28 maggio, si adunavano il 14 giugno nella chiesa propositurale di S. Babila, ove tenne pontificale il rev.mo provicario generale Mons. Enrico Montonati, che disse anche il panegirico infra Missam. La bellezza, la grandezza e la bontà di Maria, Madre nostra, e perciò aiuto in ogni tempo dei cristiani, furono dall'oratore maestrevolmente scolpite nella potenza di cui volle il Signore arricchire a dismisura la Celeste Vergine, a presidio della Chiesa, a bene dell'umana società, contro le insidie e gli errori intesi a corromperla e traviarla da Dio ; e dello spirito di Maria SS. mostrò ripieno il venerabile D. Bosco, che volle in tutto ricopiare Colei, che ispiratrice delle opere sue molteplici, gli fu insieme guida e conforto, lume e speranza nella grande e difficile sua missione. Terminata la messa solenne, si impartì la benedizione col SS. Sacramento, tra le classiche armonie della Schola Cantorum dell'Istituto S. Ambrogio.
Nel Santuario del S. Cuore di Gesù in Roma, la chiusura del mese mariano fu un succedersi di care e solenni funzioni dal giovedì 25, festa dell'Ascensione, in cui dal Teol. D. Giuseppe Oldano fu tenuta la conferenza ai cooperatori salesiani, fino al sabato ed alla domenica 28, vigilia e solennità della nostra Celeste Patrona. Il giorno 28, alla messa celebrata da S. Em. il Card. Respighi, Vicario di Sua Santità, fu uno spettacolo davvero consolante la Comunione generale durata un'ora e mezzo. La messa solenne fu pontificata da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Marenco, Vescovo di Massa. Imponente la funzione della sera. La splendida chiesa era tutta illuminata a luce elettrica, e nello sfondo dell'altar maggiore, le cui linee architettoniche erano segnate da una fila di lampadine, era stata posta come in un trono tra centinaia di lampade, di candele e di fiori, una bella statua della Vergine Ausiliatrice. Un popolo immenso gremiva la chiesa assistendo con animo commosso allo svolgersi delle funzioni, rese più solenni dalla partecipazione di tutti gli alunni dell'annesso Ospizio, che formavano un coro poderoso di voci alternantisi nel canto dei salmi e delle lodi sacre colla Schola Cantorum dell'orchestra, la quale eseguì uno svariato programma musicale.
A Verona, il 1° giugno, conveniva nell'Istituto D. Bosco, S. E. Rev.ma Mons. Emilio Ferrais per celebrarvi la S. Messa e distribuire la S. Comunione ai più che duecento convittori. Dopo la Messa solenne, che fu cantata alle 9 e mezzo dal cav. D. Pietro Scapini, eseguendosi dalla Schola Cantorum, diretta dal prof. D. Gio. Battista Urbano, una Messa del Perosi, Sua Eccellenza parlò brevemente lumeggiando la grandezza del titolo di « madre » in Maria, mostrando com'Ella per questa sua maternità sia davvero l'Ausiliatrice del popolo cristiano. Elevatezza di concetti accoppiata a chiarezza di forma, che li rendeva intelligibili a tutti, anche ai più piccoli; novità di considerazioni, onde di sentimento e di affetto arricchirono il discorso di Mons. Ferrais, che l'uditorio, numeroso e scelto più dell'usato, ascoltò con attenzione religiosissima. Finito il discorso, lo stesso Ecc.mo Vescovo, con l'assistenza di Mons. Serenelli e Mons. Grancelli - direttore l'uno, vice direttore l'altro del Comitato Salesiano Veronese - impartiva la Trina Benedizione.
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Anche la festa celebratasi nell'Istituto Salesiano di Borgia in Calabria è stata un'affermazione solenne della divozione alla Vergine Ausiliatrice dei giovani di quel fiorente Oratorio e del popolo di Borgia, S. Floro e paesi circonvicini. Tutto il giorno fu un accorrere di grande moltitudine per cantar lodi ai piedi della bellissima statua di Maria; e continua fu nel mattino l'affluenza ai SS. Sacramenti. Alla messa solenne si eseguì egregiamente dai giovani cantori la messa « Benedicamus Domino » del Porosi, con accompagnamento di piccola orchestra.
Ma l'aspettativa generale e il concorso veramente straordinario furono la sera. L'edifizio dell'Istituto, il cortile, il palco della musica e parte della strada, apparvero artisticamente ornati con bandiere e splendidamente illuminati con palloncini alla veneziana.
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A Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, il culto di Maria SS. Ausiliatrice si è propagato con sì rapido sviluppo da divenire in breve tempo generale e sentito in tutte le famiglie. Nel nome di Lei si è felicemente stabilita la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani e costituito un Comitato di Dame delle Famiglie più distinte. Sorto come per incanto nella chiesa parrocchiale un altare a Lei consacrato, per tutto il mese di maggio è stato un continuo accorrere di popolo ai piedi di Maria Ausiliatrice in un continuo crescendo di fede e di fervore per onorarla ed una santa gara per arricchire di fiori, di ceri e di altre offerte la sua bella immagine. Ma un vero trionfo fu il 24 maggio. Il concorso dei fedeli a tutte le funzioni e l'affluenza dei divoti attorno al nuovo altare di Maria fu tale da sembrare un giorno festivo.
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Solennissima fu pure la festa, preparata con la predicazione di tutto il mese e preceduta da un solenne novenario, che ebbe luogo il 28 maggio nella Parrocchia di S. Giuliano, affidata ai Salesiani, in Messina. La chiesa era riccamente addobbata per la circostanza: centinaia di ceri splendevano sugli altari e la statua di Maria Ausiliatrice troneggiava sopra un trofeo di rose e gigli.
Nelle varie messe celebrate prima della cantata e più specialmente in quella detta dal Parroco, numerosissimi fedeli, infervorati dal commovente colloquio di circostanza, con le lacrime agli occhi e con la fede nel cuore si accostarono alla S. Comunione. Alla Messa cantata la Schola cantorum del Seminario eseguì ottimamente musica del Perosi; e il rev.mo Can. Prof. Francesco Bruno Rettore del Seminario disse il panegirico di Maria SS. « Auxilium Christianorum » dispiegando come in un quadro le varie fasi di quella protezione che la Vergine ha sempre esercitato a prò della Chiesa di Cristo. La sera ebbe luogo una solenne processione, in cui per la prima volta la statua di Maria Ausiliatrice fu portata in trionfo per le vie della città a confortare del suo materno sorriso i superstiti Messinesi e a benedirne le trepide speranze nella risurrezione della patria diletta. Il sacro corteo, ordinato, calmo e divoto, procedette tra una fitta calca di popolo, salutato - come di costume - a quando a quando dallo sparo di mortaretti, illuminato da fiaccole e fuochi pirotecnici, e rallegrato dal suono della banda musicale.
A Caltagirone la festa fu preceduta da un triduo solenne. La sera del 26 maggio la statua di Maria Ausiliatrice - acquistata in quest'anno - fu portata in processione nella gran chiesa Matrice, dove fu tenuta la conferenza ai Cooperatori dal Salesiano D. Allegra. L'indomani messa con comunione generale celebrata dal parroco Mons. Mineo ; indi messa cantata eseguita dai giovani dell'Oratorio. Nel dopopranzo panegirico e quindi la processione del simulacro per le vie della città, fra i canti dei giovani e le marcie della banda municipale. Dopo la processione, nel grande atrio dell'Istituto Gerbino tutto illuminato con globi alla veneziana ed a luce elettrica, la musica municipale eseguì squisiti concerti in mezzo ad un pubblico numeroso.
Anche in Palermo le onoranze rese a Maria SS. Ausiliatrice furono imponenti.
Il 25 maggio nella Chiesa dell'Istituto Salesiano, il rev.mo Mons. Gaetano Catalanotto, zelante Direttore diocesano dei Cooperatori Salesiani, celebrò la Messa della Comunità e distribuì la S. Comunione ad un largo stuolo di giovani, signori e signore; poi alla Messa solenne, cantata dal rev.mo Mons. Covais, tessè le lodi dell'Ausiliatrice enumerando con alata parola gl'infiniti aiuti prestati da Maria alla Cristianità nel corso dei secoli; e nel pomeriggio dopo i vespri solenni tenne pure la conferenza salesiana tenendo avvinto colla sua forbita parola il colto uditorio per circa un'ora sulla vita e sulle opere mirabili di D. Bosco.
Il giorno 24 era stata divotissima festa nell'isti tuto delle Figlie di Maria Ausiliatrice all'Arenella, e lo stesso zelantissimo Monsignore vi aveva celebrato solennemente la S. Messa e compiuto altre sacre funzioni. Quivi il mese di Maria SS. Ausiliatrice ebbe una splendida corona colla commovente ammissione di un largo stuolo di fanciulli e fanciulle alla 1a Comunione, per mano di Sua Eminenza Rev.ma il Card. Alessandro Lualdi.
Solennissimi riti si ebbero anche ad Alessandria, ove le funzioni celebratesi nell'Oratorio Salesiano furono abbellite dall'interventó e dalla calda parola di S. E. Rev.ma Mons. Giov. Andrea Masera, Vèscovo di Biella; - a Caluso nell'Oratorio S. Andrea, con una caratteristica processione giovanile; - a Cavaglià, nel Biellese, ove tenne la conferenza ai Cooperatori il rev. Vicario Foraneo D. Giovanni Cantono; - a Diano d'Alba con la commovente cerimonia della 1a Comunione di un numeroso stuolo di bambini, e con una solenne processione e discorso del rev. D. A. Anzini, che parlò delle meraviglie operate dall'Ausiliatrice per mezzo di D. Bosco; - a Perosa Argentina, sopra Pinerolo, con altra imponente processione e panegirico del can. cav. Cesano, che con scelti esempi ed indovinati apologhi dimostrò la materna bontà, la clemenza e la sollecitudine della Vergine Santa a pro dei suoi divoti e di tutto il il popolo cristiano; - a Vigevano, con ascoltatissima conferenza del prof. D. Albino Carmagnola; - a Villadossola, con funzioni devote, promosse dalle Suore addette alla direzione del Convitto Operaio e dell'Asilo Infantile, coadiuvate dal prevosto D. Luigi Motta e dal sac. D. Carlo Salina; -- a Pontinvrea, presso Savona, ove mercè lo zelo del prevosto D. Andrea Giovine il 24 maggio tutta la popolazione si raccolse innanzi una bella statua di Maria Ausiliatrice e questa buona Madre mostrò apertamente la sua misericordia; - a Castelnuovo di Verona, con singolare affluenza di fedeli tanto in chiesa, quanto in fondo al paese, attorno il capitello recante l'immagine della nostra Patrona, al quale quella popolazione si recò processionalmente, preceduta dalla banda musicale per una cara funzione di circostanza; - a Schio, nel Veneto, con gran concorso di popolo a tutte le messe; - a Faenza con messa pontificale e panegirico di S. E. Rev.ma Mons. Vincenzo Bacchi, Vescovo Ausiliare di Bologna; - ad Alcamo, in provincia di Trapani, con devote funzioni nella Chiesa Madre e nella Chiesa di S. Francesco; - a Caltanisetta con la pompa consueta, mercè lo zelo del Can. Pulci, Direttore Diocesano, e del prof. Michele Cucugliata; - a Cammarata, in provincia di Girgenti, con straordinaria affluenza di popolo; - a Castellamare del Golfo, con particolar fervore dei Cooperatori, e panegirico del Sac. Gaetano Picciurro; - a Cesarò, come solenne chiusura del mese mariano; - a Licata, nella chiesa titolare, con devoto novenario predicato dal sac. Vincenzo Giglio, e bella processione, rallegrata dalla banda cittadina; - a Nicosia, in provincia di Catania, con funzioni nella Chiesetta dell'Addolorata, e conferenza nella Chiesa del Seminario; - a Sciara, in provincia di Palermo, ove per iniziativa dell'arciprete D. Giorgio Giammartino il mese di maggio fu per intero consacrato a Maria Ausiliatrice; - a Villalba, prov. di Caltanisetta, ove per la na volta fu esposta l'immagine di Maria SS. Ausiliatrice sull'altar maggiore della Chiesa Madre; - - a Vizzini, provincia di Catania, ove è tanta la divozione all'Incoronata Regina di Valdocco, che il 24 di ogni mese non solo è festeggiato, ma è sempre preceduto da un triduo devoto.
Meritano anche un cenno particolare le conferenze tenute : - a San Giorgio Canavese, dal sac. Pietro Renzi, una nella chiesa parrocchiale su Maria Ausiliatrice, ispiratrice e patrona dell'opera salesiana in tutte le molteplici sue esplicazioni, l'altra nel vasto salone dell'asilo infantile sulle Missioni Salesiane della Patagonia e della Terra del Fuoco; - a Legnago, al politeama Salieri, dal rev. D. Secondo Marchisio, direttore del Collegio Mantredini d'Este, che avvalorò il suo dire intorno « Don Bosco e le Opere salesiane suscitate da Maria Ausiliatrice » con magnifiche proiezioni; - e finalmente alla Spezia, nel Santuario di N. S. della Neve, dall'infaticabile Mons. Giandomenico Pini. Di quest'ultima il Popolo di Spezia dà questo sunto importante: e Ricordò come in oggi i veri cattolici, oltre il dovere di vivere ed educare cristianamente la propria famiglia, debbono sentire la loro parte di responsabilità nel conservare alla Patria nostra la gloria della Fede. Giorno più funesto non potrebbe venire per noi di quello in cui Essa tramontasse! Affinché quindi non discendano sull'Italia tali tenebre, principio di barbarie, bisogna ricorrere ai ripari: salvare cioè la gioventù„ specialmente operaia. Nelle grandi e industriose città la fabbrica e il laboratorio strappano troppi babbi e troppe mancane alle cure assidue della prole, e questa, lungo le vie, impara il vizio prima che sappia esservi l'obbligo del dovere. Nel cuore di questi infelici le passioni infiltreranno una tal sete di godere che nulla poi li sazierà, e trovando nel rappresentante di Dio un potente ostacolo morale a sbizzarrirsi, lo odieranno. Tocca a ogni anima cristiana di gridar loro coi fatti, che sono amati più di quello che pensino ».
GRAZIE E FAVORI
Da morte a vita *).
Verso la metà di marzo il mio nipotino, Lorenzino Lana, fu colpito da fiera polmonite che lo ridusse in stato compassionevole. Non valevano le cure intelligenti e premurose dell'ottimo dottore curante, nè l'affetto della sua famiglia a calmare le febbri altissime. Lo stato del caro bimbo lasciava ben poche speranze. Alla polmonite che si replicò tre volte consecutive, s'aggiunsero due otiti e, quasi non bastasse, vi fu un momento in cui comparve a due riprese la minaccia di difterite e di meningite. Era imminente la catastrofe. Vedendo chiuso l'adito ad ogni speranza umana, ci rivolgemmo con fede a Maria SS. Ausiliatrice con una novena, promettendo un'offerta alla cara Vergine, se ci otteneva da Dio la guarigione del bimbo ; e questi, dopo essere stato per circa due mesi tra la vita e la morte, è entrato in piena convalescenza.
Riconoscente a Maria Aiuto dei Cristiani, adempio la promessa.
Novara, 14 giugno 1911.
DOMENICA IMODA.
Guarito da epilessia.
Colpito fin dall'infanzia da frequenti accessi epilettici, che pareva si accentuassero sempre più man mano che crescevo negli anni, sperimentai varie cure, consultai medici, ma con poco o nessun giovamento. I miei genitori ne erano seriamente impensieriti, ma non si perdettero di animo. Animati dalla più viva fiducia, ricorremmo a Maria Ausiliatrice supplicandola di ottenermi la grazia della guarigione, con promessa di visitare il suo Santuario e farvi un'offerta per le Opere Salesiane. Il voto fu esaudito. Gli accessi divennero più rari ; ed ora, da due anni, mi trovo perfettamente guarito ed attendo con meraviglia di tutti a' miei lavori di campagna, senza più alcuna traccia dell'antico malore.
Adempio quindi la promessa, rendendo le più vive grazie a Maria Ausiliatrice, mentre prego sì buona Madre ad essermi sempre propizia in ogni bisogno.
Tricerro, 24 maggio 1911.
CARLO CAVALLO.
Bova Superiore. - Verso gli ultimi del novembre u. s. il mio figliuolo tredicenne venne colpito da grave pleurite con infezione intestinale. Vedutolo, il dottore dichiarò grave il suo stato. Si tennero parecchi consulti con altri bravi sanitari, e tutti confermarono la gravità del caso. Addoloratissima mi prostrai ai piedi di Maria Ausiliatrice, la invocai con viva fede, e non appena terminai la prima novena, il malato incominciò a migliorare sensibilmente,e dopo un tempo relativamente breve la guarigione fu completa. Piena di riconoscenza per la grazia ricevuta, adempio la promessa inviando il mio modesto obolo. Viva la gran Madre Maria
3o aprile 1911.
MATILDE ZUCCALÀ MOLLICA.
Torino. - Rendo pubbliche grazie a Maria SS. Ausiliatrice!... Essendo io colpita l'anno scorso da polmonite doppia, si temette fortemente per la raia vita, Fu allora che mia figlia mi votò alla._ Vergine con un'offerta ed una messa in ringraziamento, se otteneva la guarigione! La grazia non si, fece attendere, ed in breve incominciai a migliorare. Serberò eterna riconoscenza di tanta grazia, e ricorderò sempre che a così tenera Madre debbo la vita.
4 maggio 1911.
BARBARA LEVRA.
Rovegno. - Avendo chiesto preghiere al Santuario di Valdocco per la guarigione del mio povero papà, affetto di bronco-polmonite doppia, che da io. giorni versava in condizioni gravissime da far disperare i medici stessi che lo curavano, mi fu risposto che la mattina del 12 corrente si sarebbe cominciata una novena; e proprio quella mattina si ebbe in lui un notevole miglioramento, che anche il dottore chiamò un vero prodigio, tanto più che cessato ogni pericolo, in breve venne a guarigione completa. Ne sia ringraziata la Vergine benedetta..
2o aprile 1911.
SANTINA ISOLA DI ANDREA.
Isilli. - Colpita la mia cara moglie da tubercolosi incurabile, costernato e nel più grande dolore, mi trovai un giorno a lagnarmi con una mia cognata, tanto divota di Maria Ausiliatrice, ed essa mi disse: - Nulla più ti rattristi, che io voglio pregare la Vergine Ausiliatrice, e pregala caldamente anche tu, che certo vorrà esaudirci. - Da quel momento il caro titolo di Maria Ausiliatrice si scolpì nel mio cuore, ed incominciai a ripeterlo frequentemente col più gran fervore. Oh! prodigio ! Quanto più cresceva in me la fiducia, tanto più la mia moglie si sentiva meno sofferente, cosicchè in breve tempo ella fu guarita. Or son trascorsi otto mesi, e sento il bisogno di rendere grazie alla Celeste Benefattrice.
4 febbraio 1911.
DEIDDA PORCEDDU PIETRO.
Punta Arenas. - Mi trovava sull'orlo della tomba per una grave infermità. Mia madre afflitta e desolata, ricorse a Maria Ausiliatrice, con promessa se io guariva di dare un'elemosina per l'erezione di un nuovo Santuario, che si pensa di erigere in questa città ad onore di Maria Immacolata , e di pubblicare la grazia nel Bollettino Salesiano. Fu tosto esaudita ! Pertanto col cuore riconoscente compio la promessa e non cesso di ripetere: « Ricorrano a Maria Ausiliatrice tutti coloro che sono tribolati ed afflitti ! ed Essa li consolerà ».
31 marzo 1911.
PRUDENZA BONDALLA DI MATETICH.
Fermo. - Come è grande e potente l'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice! Bisognosa da lungo tempo di una grazia segnalata, quasi dubitavo di ottenerla, quando mi sorse l'idea di ricorrere a Maria Ausiliatrice, che sempre aiuta i suoi cooperatori. Feci ripetute novene e preghiere che verinero da Dio più facilmente accettate ; ed oggi con vivissima riconoscenza ringrazio il Signore della ,grazia grande concessami e prego la SS. Vergine Benedetta ad accordarmi sempre la sua speciale protezione.
17 aprile 1911.
MARIA TOSCANI.
Lugano. - Una madre, trovandosi in circostanze morali e fisiche penosissime, angustiata da mille difficoltà e gravi pericoli, senza grandi speranze fece ricorso a Maria Ausiliatrice, con voto di far pubblicare le grazie ottenute, qualora venissero esaudite le sue preghiere. Contro ogni umana aspettativa le cose presero buona piega e la persona che vede miracolosamente esaudita la sua domanda, adempie riconoscente i suoi voti ed incoraggia tutti coloro che soffrono a far ricorso a sì potente Protettrice.
24 aprile 1911.
P. I. B.
Casale Monferrato - Certo Pozzo Francesco, cooperatore salesiano, da qualche anno ogni qual volta mettevasi al lavoro sentiva male ad un braccio, per cui era obbligato ad interrompere il lavoro per qualche ora. Riuscita inutile ogni cura umana, promise a Maria Ausiliatrice di fare un'offerta e pubblicare la grazia se fosse stato esaudito.
La grazia non si fece attendere. Fatta la promessa, il brav'uomo cominciò subito a migliorare, ed ora è perfettamente guarito.
16 maggio 1911.
Sac. E. BIANCO.
Carpeneto. - Per grave caduta rimasta offesa alle vertebre, non poteva occuparmi in nessun lavoro ; tanto erano acuti i dolori che ne aveva alla spina dorsale. Angustiata per il timore di non aver mai più a guarire stante la mia avanzata età, invocai Maria SS. Ausiliatrice, promettendo una piccola offerta e la pubblicazione della grazia sul Bollettino. Essendo stata esaudita, riconoscente, adempio la mia promessa.
19 maggio 1911.
TERESA PROSPERO.
Modica (Sicilia). - Colpito da tifo intestinale, giaceva a letto da ben venti giorni con fortissime febbri. L'arte medica era insufficiente a darmi un qualche aiuto; ci furono momenti allarmanti, disperati. Ma ci venne la santa ispirazione di ricorrere all'Aiuto dei Cristiani. Si pregò per nove giorni, facendo voto di inviare al santuario di Valdocco un'offerta.
Compiuto il nono giorno la febbre scemò, il male sparì, ed io ringraziando la mia dolcissima madre compio il mio voto.
20 maggio 1911.
D. P. V.
Ottennero Pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:
A*) -Acqui :Teresa Dini, 5 - id.: :Eufrosina Dirti Molinari, 5 -- Agliano d'Asti : S. M. 50 - Alcamo Maria Collica, 5 - Al frano : Teresa Scagliotti, 5 --- Aosta : Ch. Ubaldo Nano, 2,50 - Arosio : Luigi Pozzoli, 5 --- Ascona (Svizzera): Basilio Sasselli, 20 -- Asso : Rita Vicini, 5 - Asti : Rosetta Dadone - Avuglione : Adelaide Listello.
B) --- Bazzano : Maria Rossi, 25 - Bellinzago Novarese : Paoro Miglio, io - id. : N. N., io - Belveglio d'Asti: Antinieca Drago - Biella : Basilio Botto --- Bologna : Elisabetta Barigazzi, 5 - Borgo S. Martino : Giuseppe Rota, per segnalatissima grazia, 5 - Borgo Sesia : Caterina Branziano - Boves : Arma Maria Cavallo, io - Bra : N. N., 5 - Breno : Lucia Romelli, 5 - Brusasco : Coniugi Bonfanti - Brusson : N. N., 5 - Buttigliera d'Asti F. A., 5.
C) - Caltrano : Francesco Rizzotti, 5 - Cambiano : Fratelli Bosio, 10 - Campomorone : Angela Montaldo, 5 - Cantalupa (Pinerolo): Felicita Coassolo - Caorle : Elena Vio, 5 - Cardè : Augusto Ardusso, 5 - id. : Luigia Astora, 20 - Carmagnola Clara Rossi, 2 - id.: Clelia Pironti-id.: Giovanni Osella, 3 -' Casabianca di Verolengo : Angela e Adelina Cena - id.: Giovanni Franceschi - Caserta : Amina Avecco, 2 - Cassinette d'Ivrea : Massimilla Borio, 2 - Castellinaldo d'Alba: Giacomo Isnardi, 30 - id.: Rosa Bordino, io - id.: Francesco Molino, 5 - id.: Carolina Bordino, 5 - id.:: Gio. Battista Cavallo, 2 - id.: Teresa Marsaglia, 2 - id. : Dalmazzo Isnardi, 2 -id.: Domenico Gatta, 2 - Castelrosso : Francesco Tiene, 2 - Catania N. N., 2 - Celle Enomondo : Antonio Morando, 2 - Ceresole d'Alba: Vittoria Gaddano, 1,25 - Chatillon : D. C., io - Chiari : Martina Rossi, 5 - Chiusa Pesio : Coniugi Bruno - Chiuso di Maggianico : Angelo Zappa, 5 - Chivasso : Carlo e Carolina Cena, 5 - id.: N. N., 5 - Cittadella : Fiorina Simeoni, 5 - Colleretto Castelnuovo : Maria Carle, 5 - Colognola ai Colli : Rosina Bovi - Condofuri Brigidina Asprea, 5 - Conegliano : Nerina Gera, 20 - Costanzana : Cristina Opezzo, 25.
D) - Dervio : Angela Paruzzu, 5 - id.: Elisabetta Vitali, 2 - Diano d'Alba : G. C., 5 - Dogliani : Giuseppe Sciamengo, 5.
E) - Entra que : Lodovica Castagnero, 2 -Envie Clemente Pittavino, 4 - Erbè (Verona): Teresa Sanini Finotti, 2,50.
F) - Favara : Gesuela Fasulo, io - Feissoglio Luigi Prandi, i - Fiavè (Trentino): N. N., 20 - Finalmarina : Carmelina Vadone - Firenze : P. E., 3 - Fiumata : Teresina Fioravanti, 5 - Foglizzo Pietro Ferrero, io - Frabosa Soprana : Pietro Sicardi, 5 - Frossasco : Angela Bonansea, io.
G) - Galliate Nov.: N. N., 5 - Genova : Piero Romanengo, 1o - id.: Celestina. Ivaldi, 5 - id. R. Rocca, 20 - id.: Paola Maragliano -- id. : M. A., 5 - Ghemme : Angelina Rossari -- Girgenti : Antonio Gandolfo, 2 - Gombola : Marianna Turini, 2 - Gonnostransatza: Evelina Marongiu, 1,25 - Gorno: Giovanni Vaschetti, 5 - Grana Monferrato : Carlo Arobbio - Granarolo di Faenza : Fenati Angelina, 5 - Groguardo : Caterina Guglieri, 2.
L) - Lanzo Torinese .- Luigina Magnetto - Lavenone : Giuseppe Biaggo - Lemma : Santina Paganoni, 2 - Lenta : Marianna Antoniasso, i - id.: Giovanni Cavizzia, 5 - Locarno (Ticino): Irene Anzini in Lanfranchi, 100 - Lombriasco Maria Rebaudo - id.: Antonio Gaido, 2 - Lu Monf.: Maddalena Scaniussi, 20 - Lugano (Svizzera): Ilda Bossi Primavesi.
M) - Macello : Anna Monastero, 2 - Maggia Annunziata Boyetti, 2,50 - id.: Maria Busi, 2 - id.: E. Bozzi, 3 - Malalbergo : Giacinta Nascetti Pasquali, 5 - Martina Franca : Can. Pietro Agrusta, 5 - Maserada : Massimiliano Zuccarello, 3 -- Maz zarino : Crocifissa Buetto, i - Meda : N. N., 2 - Messina: Antonietta Rabe Ottaviani, io - Milano : R. Eligio, 2 - id. : Rosina Tognetti, 2 - id. Noemi Calzavara, 5 - id.: C. C., 5 - id. : Ch. G. B. Penco, 3 - id.: Giuseppe De Rossi, io - Mombello : Margherita Gianasso - Mondovì : Margherita Cigliutti - Montanaro : Clara Rosa, 5 - Monteforte : Luisa Lielo, 5 - Montegrosso d'Asti: P. L., 5 - Monteu-Roero : Anna Virano: io - Monza N. N., 6 - Moriondo Tor. : Bartolomeo Barbaso - Mussomeli : Can. Giuseppe Minnella - id.: Sac. Salvatore Giacalone.
N) - Naro : Sac. C. Celauro - Negrar : Edoardo Zanini, 5 - id.: Lucia Bezzacola, 2 - Nembro Ancilla Zampa Poloni, per segnalatissima guarigione - id.: Vittoria Assola, 1,50 - id.: N. C., 5 - id.: Pietro Moretto, 5 - Nizza Monf.: S. Baldizzone, 5 - Novara : Domenica Imoda, 12 - id.: Rosetta Raspini Garecia, 5 - Novi Ligure Teol. Prev. Siro Meriggi, io.
O) - Oltrona S. Mamette : Lena Gini Sacchi, 2 - Omegna : Annetta Antonioli, io - Orbassano Angela Simondi, 2-- Ovada : Anna Olivieri, Rossi, 5.
P) - Paderna : Giuseppe Fanzio, 15 - Padivarma (Spezia): Eugenia Cima, 5 - Padova : Orsolina Pozza Ved. D'Adda, 90 - Palermo : Sorelle La Barbera - id.: Suor N. N. - id.: Can. Antonio Richichi, 5 - Parè : Fortunato Carololante - Pergine (Tirolo): Oss Enrico, 2 - id.: Jam. Fontanari, 5 - Piana-Biglini (Alba): Giuseppe Maccagno - Pianezza : Clara Chiotti, 5 - Piasco D. Antonio Maurizo, 5 - Piazza Armerina : Signorine Gaugitano, 20 - Piedimulera : Caterina Medana, 3 - Pietraperzia : M. Giovanna Nicoletti, 5 - Piove di Sacco : D. Cesare Salvagna, 2 - Pisano D. Carlo Pisani, 5 - Pont S. Martin : Argentina Castagna - Pontestura : Maria Malachino, 8 - Poscante : Giuditta Pievani, io.
Q) - Quarto S. Elena : Elenetta Dessi Dedoni, 20.
R) - Racconigi : Giovanni Paschetta - Rapallo : Teresa R. - Reazzino : Erminia Pometti, 5 - id.: Dolinda Barlaggi, 7,50 - Renate : Suor Maria Rigoli, 2 - id.: Giuseppina Cozzani, i - id.: S. M. R. - Rimini : Costanza Facchinetti, 20 - Riva di Chieri : Anna Giglio - Riva di Pinerolo Petronilla Riccolfi, 2 - Roana : Antonia Azzolini, 5 - id. : Maria Azzolini Zavi, 5 - Racchetta Tanaro Cristina Petazzi - Roma : Giuditta Pollastrelli n. Ciccarelli - id.: Tarducci Pierina, io - id.: Ch. Mario Adinolfi, per segnalatissima grazia - Rosignano Monf.: Tranquilla Scagliatta, 4.
S) - Saluggia : Brigida Vallino - Sale Castelnuovo : Margherita Bono, 1 - S. Candido di Murisengo : Rosina Maiolio, 20 - S. Clemente di Romagna : Giovanni Tasini, 2 - S. Maurizio di Conzano : Giustina Meda Luparia, 5 - S. Michele d'Asti : B. C., 5 - S. Salvatore Monf.: Amalia Rolla, 2 - S. Agata de' Goti : Carmina Verdicchio, 5 - S. Agata di Militello: Adele Gentili, io - S. Alberto di Ravenna : Pietro Cavalieri, 3 - S. Front (Cuneo): Maria Dossetto - Sasso (Alessandria): Clementina Gattone, 7 - Savigliano : Aurelia Rolando, 5 - id.: Francesco Gatti, 2 - Settimo San Pietro : Luigina Porru, 0.50 - Soave : Elisa Mantovani, 3 - Solevo : Agostino Ferri, 15 - Sondrio Giuditta Gaglia, 8 -Spezia: Clotilde D'Onofrio, 2 - Spruz (Svizzera): Domitilla Biasi, 8 - Stradella : E. Riccardi, 5 - Stram bino : Teresa BussoIone.
T) - Tesero (Trentino): Elisabetta Volcan, 56Tigliole d'Asti: Lorenzo Travo, 2 - Tollo : R. F. 2 - Tonengo : Felicita Monti, 2 - Torino : N. N., 5 -id.: Vittorio Toscani-id.: Maria Rinaldi,2id.: Felicina Lavagna, 5 - id.: Eugenia Morini - id. : Eugenia Poletta, 5 - id.: Familia Masino, zoo - id.: Margherita Massaglia Gorino, i - id. : Luigia Nicolello, 2 - id.: Margherita Perardi, 3 - id.: Fiorentino Mellano, 5 - id.: Francesca Garassino, 5 - id.: N. N., 5 - id.: Matilde Bonapace, 5 - id.: Bartolomeo Garassino - id.: Marianna Papa - id.: Rosa De Nicolai - id.: N. N., i - id.: Maria Fissore, 5 - id.: Amalia Torri, 5 - id.: Lucia Ferri, 5 - id.: G. G. G., io - id. L. L., io - id.: Carlotta Costa - id.: Maria Cane Pessando - id.: Maria Guglielmini, 2 - id.: S. T., 2 - id.: A. G. A. - id. : Famiglia Testa, 5o - id.: D. R., - id.: Lucia Marchisio - id.: Rosa Negro - id. : Teresa Andreatta, 3 - id.: N. N., 15 id.: Maddalena Moriondo - id.: Maurizio Rassetti - id.: F. V. - id.: D. A., 2 - id.: N. N., 2 - id.: Teresa Serra, 5 - id.: Luigia Demartini - id.: M. C., 2 - id.: Claudia Ferrari, 9 - id.: Regina Piccinino Mantellaro, 12 - id.: Angela Pontiglio - Tortorici : Francesca Jopolo Parasiliti, io - Trento : Virginia Unterwegher, 12 - Tricerro Carlo Borgogno, 3 - id.: Giuseppina Coppo, io - Trino Vercellese : R. L. ed R. G., 5o - id. : L. R., 5 - Triora: Maria Martini Allaria, 15 - Trofarello : Suor Maria Rossino - Troia : Eleuterio Papponi - Turi : M. A. Sonnelli, 5.
V) - Valdagno : N. N., io - Valfenera d'Asti : Rita Costa, 5 - Varazze : Emma Colombo Carattini, io -Varese : N. N. 2 - Venezia : C. L., 5 - Viarigi : Giuseppa Cavi - id.: Matilde Gatti, 3 - Vicenza : Giosuè Bordignon, 2 - id.: Elisa Esteso, 3 - id.: Pietro Francon, 5 - id.: Ch. Antonio Paiusco, 3 - Vignale Monf.: Debaudi Caterina, 2 - id.: Rosa Zola, 2 - Villamar: N. N., 2,50 - Villanova d'Asti: Teresa Fogliato, 2 - Villanova Mon f.: G. T., io - Venichio : Antonio Giulone, 5 - Vinovo : V. Griffa - Virle Piemonte : Lodovica Ferrando, 5 - Vittoria-Gozo (Malta): N. N. 5 - Viù : Pietro Brunero, 3.
Dal 3 al 10 del prossimo agosto in Nizza Monferrato, presso l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice si detterà da sacerdoti salesiani un corso di spirituali Esercizi ai quali potranno prender parte pie secolari, maestre e signorine. La retta è di L. 18 a meno che si richiedano speciali riguardi pel vitto e per la camera.
Per le domande rivolgersi alla Superiora Generale Suor Caterina Daghero, non più tardi del 1° agosto.
Gite scolastiche.
Ci son giunte varie relazioni di gite allegramente compiute dagli alunni di alcuni nostri collegi con preghiera di un cenno sul Bollettino per meglio ripetere agli egregi e benemeriti signori, che furono larghi con loro di squisite gentilezze, i più vivi ringraziamenti.
I 6oo e più alunni dell'Oratorio di Torino-Valdocco il 16 giugno u, s., grazie ad eccezionali ribassi concessi dalla direzione del tram Torino-Saluzzo e la generosità di egregi Cooperatori (tra cui è doveroso ricordare S. E. Rev.ma il Vescovo Mons. Oberti e il Direttore Diocesano Can. Savio) potevano con infinito piacere recarsi sino alla città di Saluzzo. Accolti alla stazione da una rappresentanza del Municipio, si recavano subito ai piedi del monumento di Silvio Pellico, ove gli studenti deponevano in omaggio una corona, poi al monumento di Gio. Batt. Bodoni, sul quale deponevano una corona gli alunni artigiani. Raccoltisi quindi sotto le vòlte della Cattedrale, vi ascoltavano devotamente la S. Messa e in gran numero si accostavano alla S. Comunione, lasciando nei numerosi fedeli presenti il più caro ricordo. Nel pomeriggio la scuola di musica istrumentale dava un concerto, che fu assai gustato dalla cittadinanza, la quale, all'ora della partenza, diede alla lunga schiera giovanile una spontanea dimostrazione di simpatia.
Gli alunni del Collegio S. Filippo Neri di Lanzo Torinese, attraversando lietamente la Val Grande parte a piedi e parte su comode carrozze, il 24 maggio salivano sino a Forno delle Alpi Graje, ove, prima del pranzo, si recarono a visitare un divoto santuario della Madonna, assai caro per la maestà delle bellezze naturali che lo circondano e per essere stato santificato da un'apparizione della Vergine.
Il Collegio S. Carlo di Borgo S. Martino scelse a mèta della sua gita la città di Torino e il colle di Superga. Il primo saluto fu al Santuario di Maria Ausiliatrice, ove i duecento alunni si raccolsero di buon mattino anche il secondo giorno della loro permanenza in città accostandovisi tutti alla S. Comunione.
Il 28 maggio gli alunni dell'Istituto Salesiano di Modena recavansi a Bologna, ove, dopo una fermata all'Istituto Salesiano fuori Porta Galliera, divisi in squadre si dispersero per la città alla visita delle principali chiese e monumenti; quindi superando il colle della Madonna di S. Luca, discesero nell'incantevole vallata del Reno a Casalecchio, e dopo il pranzo ripresero l'erta del colle della Guardia per rendere omaggio alla Vergine troneggiante sull'altar maggiore in una corona di mille e mille fiori.
A lor volta gli alunni del Collegio della Beata Vergine di S. Luca di Bologna, l'8 giugno si recavano a Salvaro, accolti festosamente dalla popolazione con a capo la banda musicale e il rev.mo Arciprete, che si mise a loro disposizione con una attività e cordialità singolare.
L'Ospizio del S. Cuore di Gesù di Roma - oltre cinquecento persone tra alunni e superiori - il 18 maggio recavasi in treno speciale a Frascati, atteso dai superiori ed alunni del Convitto Salesiano di Villa Sora. Dopo i reciproci saluti, si formò, preceduta dalla Banda musicale dell'Ospizio, un'imponente sfilata, che si diresse a Villa Sora, nel cui lunghissimo ed ombroso viale fu apprestata a tutti un'abbondante colazione. Divisi in seguito in squadre, si sparsero nei dintorni a visitare le meravigliose ville e le rovine del Tuscolo, ed alle ore 13 tornarono a Villa Sora pel pranzo comune, che fu onorato dalla presenza del rev.mo nostro Superiore D. Cerruti, dell'ispettore D. Conelli, di Mons. Mercanti, e dell'Avv. Bianchetti di Torino. Verso le 17 la numerosa comitiva si recò alla Cattedrale per la solenne Benedizione, quindi la Banda diede concerto in piazza.
Il 1° giugno i 15o giovani dell'Istituto S. Giuseppe di Macerata giungevano a Sanseverino, accolti festosamente dalle rappresentanze del Municipio e del rev.mo Capitolo della Cattedrale e da vari altri egregi signori laici ed ecclesiastici, fra due ali di popolo plaudente, sotto un getto di fiori e di cartellini variopinti inneggianti agli ospiti in arrivo. Dopo la messa, con atto di squisita bontà celebrata appositamente per loro da Sua Ecc. Reverendissima il Vescovo Mons. Bicchi, ebbero tutti un ricevimento e un vermouth d'onore nello storico Municipio. Il Sindaco march. Luzi rispose gentilmente al saluto del direttore e quindi il dott. Fabbrichesi, parlatore colto e elegante, diede ai giovani un esatto cenno dei quadri dell'importante pinacoteca del Comune, che racchiude i primi tesori del rinascimento della Pittura Italiana.
Il pranzo, tenutosi in Sanseverino Alta all'ombra della storica torre e dell'antica cattedrale, fu onorato dalla presenza di S. E. Mons. Vescovo, di vari consiglieri Comunali e di alcuni Canonici della Cattedrale. A sera, la cittadinanza applaudì entusiasticamente il' concerto dato dalla banda dell'istituto sulla piazza municipale prima della partenza.
Di quello stesso dì, i giovani dell'Istituto Salesiano di Gualdo Tadino si recavano in gita totalmente podistica a Nocera Umbra. A metà strada fecero una tappa a Salinala, presso i RR. PP. della Salette, dove venne loro servita un'appetitosa colazione. Rimessisi in via, arrivarono a Nocera verso le undici. Il concerto cittadino mosse ad incontrarli e quei bravi giovani con a testa la loro elegante bandiera, sfilarono a passo di marcia lungo il corso affollato, fino al palazzo vescovile, dove entrarono ospiti graditi di S. E. Rev.ma Mons. Nicola Cola. Al pranzo, a S. E. che sedeva al posto d'onore espressero i sentimenti della più viva riconoscenza per la bella gita loro procurata; quindi passarono a visitare il Duomo e il Seminario, ove diedero un piccolo saggio ginnastico. Prima che si congedassero, Mons. Vescovo volle offrir loro un abbondante rinfresco; e i Seminaristi col rev.mo loro Rettore e parecchi Canonici li accompagnarono affettuosamente fin oltre la porta della città.
* *
Alle esimie Autorità Civili ed Ecclesiastiche, e agli egregi signori che diedero tante prove di affettuosa simpatia agli alunni di questi ed altri istituti salesiani, che in questi mesi compirono o compiono simili gite, esprimiamo noi pure dall'intimo del cuore le più vive azioni di grazie.
Tra i figli del popolo.
CHIERI. - L'Oratorio di San Luigi a Castelnuovo e Mondonio. - Ci scrivono:-« La domenica 7 maggio ebbe luogo la passeggiata che il direttore aveva promesso a quelli che si sarebbero più distinti durante l'anno e specialmente nella quaresima per frequenza all'Oratorio, studio e buona condotta. E molti di noi fummo prescelti. Alle 8 dopo aver assistito alla S. Messa e fatto colazione, partimmo pieni di allegria su tre grandi carrozzoni alla volta di Castelnuovo.
» Ma la mèta della mostra passeggiata era la borgata dei Becchi dove giungemmo a piedi verso le il, cantando allegramente, e dove fummo festosamente accolti da quei bravi contadini che ci offrirono, sul dolce pendio dei loro prati, una poetica tavola da pranzo.
Là, pieni di riverenza e di stupore, visitammo quella casetta tanto misera e quella cameretta tanto umile dove nacque e visse i suoi primi anni quel grande benefattore dell'umanità, e specialmente dei fanciulli poveri, che fu il Ven. Don Giovanni Bosco.
» Nel ritorno passammo per Mondonio, dove, sulla tomba del pio giovinetto Domenico Savio, il nostro direttore ci esortò con belle parole ad imi tarne le rare virtù. Le gallerie di Mondonio ci furono provvidenziali per ripararci dal breve acquazzone, e opportunamente ne approfittammo anche per far merenda.
Rasserenatosi un po' il cielo, ci recammo al collegio salesiano di Castelnuovo per ricevere la benedizione del Sacramento, e i Superiori ci offrirono anche una bicchierata.
» Quando risalimmo sui carrozzoni tutti adorni di bandiere e di verdi frondi e illuminati da variopinti lampioncini, l'allegria fu proprio al colmo e se ne accorsero anche i Chieresi, specie le nostre mamme e i nostri parenti che ci videro tornare e attraversare la città cantando a gran voce l'inno di D. Bosco ».
PISA - La prima domenica di . maggio ebbe luogo la festa sociale del Circolo Don Bosco.
Fin dalle prime ore del mattino, nel cortile e nell'atrio dell'Oratorio imbandierato, si notava un'animazione insolita. Alle 9 arrivava da Livorno la Banda di quell'Oratorio, accolta con giubilo dai Pisani, la quale traversava la città rallegrandola col suono dei suoi strumenti. Alle ore 11, al suono di una marcia trionfale, si inaugurava la Fiera, e il pubblico si accalcava nella sala dove i ricchi e numerosi doni disposti con eleganza sui vari banchi, invitavano a gettare le sorti.
I giovani Livornesi, dopo avere durante il giorno piacevolmente rallegrato gl'intervenuti con uno scelto programma musicale, alla sera furono anche i protagonisti di una bella rappresentazione drammatica.
La fiera si proseguì la seconda domenica nelle ore del pomeriggio, coronata da un'altra rappresentazione, data dal Circolo Don Bosco.
SPEZIA - Con piacere abbiamo seguito in questi ultimi tempi il rifiorire dell'Oratorio S. Paolo. I giovani che lo frequentano regolarmente sono 300 e dànno vita floridissima a due circoli : la Compagnia di S. Luigi per i più grandicelli, e il Circolo S. Luigi per i giovani adulti.
Ambedue hanno la loro sezione drammatica e la sezione sportiva « Fulgor ». La sezione drammatica raccolse allori nei concorsi di Parma e di Genova, e la « Fulgor » si può annoverare tra le migliori società sportive, avendo sempre ottenuto primi premi, a Milano, a Roma, a Rapallo, a Padova. Tra le iniziative del Circolo S. Luigi notiamo la Scuola di Religione per i giovani operai adulti e gli studenti della città, le Conferenze mensili ai soci, varie Radunanze intersociali su argomenti di propaganda, e in modo speciale il Corso di conferenze religiose, durante il tempo pasquale. Tanto quest'anno come l'anno scorso, queste furono tenute da Mons. Pini, Assistente ecclesiastico della F. U. C. I., e non è a dire quali frutti salutari abbia raccolto la sua viva e santa parola.
ROSARIO (Rep. Argentina). - Le prime Comunioni tanto desiderate dal S. Padre, vanno aumentando sempre più in quel nostro Collegio. La prima domenica del mese di Maria Ausiliatrice ben centoottanta giovanetti si accostavano per la prima volta alla S. Mensa dopo essere stati preparati all'atto solenne con un mese di catechismo giornaliero ed un triduo di preparazione con appropriati discorsi diretti a ben prepararli al gran giorno.
Terminata la S. Messa, furono condotti nell'ampio refettorio del Collegio, ov'ebbero tutti una tazza di cioccolatte e dolci. A mezzogiorno, fu loro servito anche il pranzo sotto gli ampii portici che circondano il cortile del Collegio, in modo che trascorsero tutto quel santo giorno in santa letizia.
VERONA. - Un centinaio di ex-allievi dell'Istituto D. Bosco, salutati dalle note festive della musica istrumentale, l'8 giugno ritornavano nel caro nido, ove ricevettero la prima educazione. Preso un vermouth d'onore, dopo breve riposo si raccolsero in assemblea, in cui il direttore Don Ciprandi comunicò le benedizioni del S. Padre, dell'Em.mo Cardinale Bacilieri e del sig. D. Albera, ed aperse la discussione sull'erigenda società exalunni. Fu riaffermato mirabilmente lo scopo di stringere vieppiù i vincoli di amicizia, perchè tutti abbiano occasioni più prossime di conoscersi e di aiutarsi, ed anche di cooperare all'incremento dell'opera di D. Bosco, e fu rimesso al Comitato promotore, che venne per acclamazione riconfermato all'ufficio presidenziale, l'incarico di redigere lo statuto con ogni potere discrezionale di organizzazione.
Seguì il banchetto, rallegrato dai brindisi più cordiali, poi gruppo fotografico e trattenimento famigliare nel teatrino.
Dalla SPAGNA giungono le più consolanti notizie.
A Valencia più di 20o ex-alunni convenivano nelle Scuole Salesiane per la benedizione di uno splendido vessillo dell'Associazione. Compì la cerimonia S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo, che presiedette una solenne tornata accademica, in cui parlò di D. Bosco e dell'Opera Salesiana il dott. Zumalacàrrequi, professore di quell'Università.
A Sevilla la domenica 7 maggio si raccolsero oltre cento ex-alunni delle Case Salesiane dell'Andalusia, che al mattino diedero un bello spettacolo di pietà accostandosi alla S. Comunione. A mezzodì sedevano a mensa attorno l'ispettore Don Pietro Ricaldone ed altri antichi superiori, coronando il banchetto con eloquenti e pratici discorsi inneggianti allo spirito di unione e di azione che deve informare gli ex-alunni.
Eguale adunanza raccoglievasi lo stesso giorno a Malaga, dando vita ad una nuova Associazione.
Dall'URUGUAY. - I nostri antichi allievi a Buenos Aires. - Nel gennaio dello scorso anno un numerosissimo gruppo di antichi allievi argentini si recavano a Montevideo, dove furono accolti cordialmente dai loro amici dell'Uruguay. Quella gita, più che allo svago, mirava a rafforzare le relazioni della gioventù che si educa nei nostri collegi delle due repubbliche.
Ultimamente una rappresentanza dei sette Circoli giovanili salesiani dell'Uruguay restituì la visita agli amici d'oltre il Rio de la Plata. Un centinaio di baldi giovanotti si imbarcavano la sera del 29 aprile, accompagnati dallo stesso ispettore, Don Giuseppe Gamba, e la mattina seguente erano accolti al molo del porto di Buenos Aires da una folta schiera di ex-allievi, alla cui testa era il rev.mo D. Luigi Pedemonte.
Disposti in colonna, si diressero a piedi al prossimo Collegio « S. Caterina », per ascoltarvi la Messa, celebrata da Mons. Costamagna, che al Vangelo disse loro un affettuoso discorsino.
Dopo la colazione servita nell'ampio teatrino del Circolo « S. Caterina » e una prima escursione fatta in buona compagnia per la splendida capitale, a mezzodì convenivano nel nostro Collegio e Pio IX » per l'agape di 250 coperti, che i Salesiani e l'Associazione degli Antichi Allievi dell'Argentina offrivano agli ospiti graditissimi.
Magnifico spettacolo quello di tanta gioventù vincolata dagli stessi ricordi, dallo stesso affetto agli antichi maestri, dallo stesso proposito di essere nel mondo altrettanti apostoli dei santi ideali, appresi all'ombra della bandiera salesiana! Certamente sorrideva dal cielo il nostro Ven. Padre a quel trionfo del suo sistema educativo!
Nel pomeriggio si rinnovarono le gite attraverso l'immensa metropoli, per raccogliersi a sera nel teatrino del Collegio « S. Caterina e, dove si cenò, allegramente.
Se, per amor di brevità, non accenniamo ai magnifici discorsi pronunziati al mezzodì ed alla sera, è tuttavia doveroso ricordare le parole con cui il rev.mo D. Giuseppe Vespignani, Ispettore delle Case dell'Argentina, esortò tutti alla perseveranza nel lavoro, affinchè le Associazioni dei nostri exallievi, colla forza dell'unione, siano veri fattori di rinnovamento cristiano nella moderma società.
Poco dopo, alle ore 22, partiva il vapore con la comitiva di ritorno. Ma ancora si confondevano nell'aria, quasi simbolo dell'affratellamento dei cuori, gli « evviva » e gli « urrah e degli unì agglomerati sul molo per l'addio, e degli altri sull'alto del ponte.
Non si cancellerà così presto il ricordo della magnifica gita, resa più cara dalla squisita e tradizionale ospitalità argentina!
BOLOGNA. - L'opera salesiana per gli emigrati. - Il 30 maggio, la vasta sala dei Fiorentini accoglieva un'elettissima udienza accorsa ad assistere alla conferenza tenuta sulle missioni salesiane dal nostro Don Trione.
Non appena giunse S. E. Rev.ma l'Arcivescovo Mons. Della Chiesa, accompagnato da S. E. Mons. Bacchi e da Mons. Carpanelli, la scuola di canto dell'Istituto della B. Vergine di S. Luca eseguì un soave canto del Gounod. Quindi il conferenziere con parola chiara ed espressiva disse delle svariate Opere e Missioni di D. Bosco fra i popoli civili d'Europa e America, fermandosi specialmente a far rilevare l'importanza di quelle che riguardano le scuole e l'educazione del giovane operaio e delle opere d'assistenza degli italiani emigrati all'estero.
Dopo un altro canto applaudito, l'oratore disse delle Missioni salesiane fra i Patagoni, i Fueghini, i Bororos, e i Jivaros di America, poscia delle Missioni salesiane in Africa, nelle Indie e nella Cina.
La calda parola del conferenziere era mirabilmente illustrata e documentata da numerose proiezioni luminose di effetto attraentissimo. Unanimi e cordiali applausi accentuarono i punti più importanti della conferenza.
FERRARA. - Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Giulio Boschi, Arcivescovo di Ferrara e Vescovo di Comacchio - che ha celebrato testè le sue Nozze d'Oro Sacerdotali, e cui noi ripetiamo con gioia riconoscente l'augurio Ad multos annos! - il 21 maggio compiva nel Collegio S. Carlo una memoranda cerimonia. Alle 7.30 Sua Eminenza celebrava nella cappella del Collegio, assistendovi con i giovani convittori (31 dei quali facevano la Prima Comunione) centinaia di altre persone, parenti e invitati; mentre S. E. Rev.ma Mons. Adamo Borghini, Vescovo Ausiliare, celebrava contemporaneamente nella Cappella dell'Oratorio festivo, alla presenza di circa trecento giovanetti, dei quali un centinaio fra i più grandi ricevettero la S. Comunione.
Dopo la colazione, offerta gentilmente a tutti da S. E. Rev.ma Mons. Borghini, ebbe luogo l'Incoronazione della bella Statua della Vergine Ausiliatrice. L'ampio porticato e il cortile erano gremiti di notabilità del clero e del laicato, Cooperatori e Cooperatrici Salesiane, e di una turba di giovani. Sua Em. il Card. Arcivescovo benedisse le splendide corone d'oro, offerte dai giovanetti del Collegio e dalle loro famiglie; S. E. Mons. Borghini spiegò con belle parole il significato della festa ; quindi l'Eminentissimo sali a posare le corone sul capo di Gesù e della Vergine, tra la più viva commozione degli astanti.
Imponente la funzione della sera. Più di cinquecento giovanetti sfilarono in solenne corteo dinanzi alla statua di Maria A., accompagnata processionalmente, per gli ampi cortili dell'Istituto, dall'Eminentissimo, seguita pure da molte centinaia di devoti. Più solenne ancora il momento, in cui Sua Eminenza uscì col Venerabile sulla soglia della Chiesa per benedire oltre un migliaio di persone, che non avevano potuto capire nell'interno.
Avrebbe poi dovuto aver luogo un breve trattenimento accademico, per presentare a S. Em. l'omaggio dell'Opera Salesiana di Ferrara, nell'occasione del suo Giubileo Sacerdotale. Ma S. Em. trovandosi oltremodo stanco ringraziò del gentile pensiero e offerse a tutti i giovani, già entusiasmati dalla calda e vibrante parola del rev.mo D. Giovanni Pranzini, Arciprete di Mirabello, un abbondante rinfresco. L'Eminentissimo aveva compreso che tutta la festa era preparata a suo onore; che il più bell'omaggio dei Salesiani di Ferrara era quella vivente corona di cinquecento giovanetti, educati alla civiltà, alla religione, all'amore del loro Padre e Pastore.
A sera coronarono la festa proiezioni fisse e cinematografiche nel cortile, fuochi artificiali e concerto della brava banda dell'Orfanotrofio Umberto I.
ROMA. - Al Circolo S. Cuore. - La domenica 14 maggio fu scelta per l'adempimento del precetto pasquale, che per lodevolissime e sante tradizioni dal Circolo S. Cuore si compie, diremo, ufficialmente colla preparazione d'un triduo di prediche morali nella propria cappella. Per l'occasione, cadendo la festa dei SS. Nereo ed Achilleo, illustri martiri venerati nelle catacombe di Santa Domitilla sulla via Ardeatina, quei bravi giovani stabilirono di recarsi a quel luogo, sacro al culto dei martiri, e colà soddisfare il loro tributo di fede e di pietà facendo le loro divozioni sul terreno bagnato dal sangue di tanti eroi della fede, e corroborare l'anima al soffio vitale che si sprigiona da quei sepolcri spiranti forza di abnegazione e di coraggio cristiano.
Infatti nella angusta cappella di Santa Petronilla internata nei cupi labirinti, testimoni delle lagrime e delle sante trepidazioni dei primitivi cristiani e stillanti dalle umide pareti come goccie di pianto e di sangue, fu oggetto della più soave commozione vedere il baldo gruppo stretto attorno all'altare, dove il Sacerdote celebrava il divino Mistero, rispondere all'unisono alle parole del celebrante, alternare preghiere sommesse, e prepararsi con fede profonda alla Santa Comunione. L'anima dei martiri sembrava aleggiare esultante e formare un sol palpito cogli astanti, cui pareva di vedere la turba trionfante di quegli eroi aggirarsi ancora silenziosa nei meandri sconfinati, agitando le palme del martirio. Troppo fugace quell'ora, scritta a caratteri indelebili nel cuore d'ognuno.
Dopo messa il sig. March. Guglielmi della Società dei Cultori dei Martiri volle, con gentile pensiero, offrire al giovanile drappello, nella sala soprastante alle catacombe una buona colazione, e mettere a disposizione dei Soci una guida per la visita degli importanti monumenti dei primi secoli cristiani.
- Conferenze Salesiane. - Dall'Osservatore Romano e dal Corriere d'Italia del 18 giugno togliamo con piacere:
In queste ultime sere ha avuto luogo nel salone-teatro dell'Ospizio del S. Cuore al Castro Pretorio un breve corso di conferenze con proiezioni luminose. L'oratore torinese D. Stefano Trione, segretario della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani e presidente della Commissione Salesiana dell'emigrazione, seppe con mirabile competenza e facilità di eloquio intrattenere l'affollato uditorio sopra il Ven. D. Bosco. sulle svariate di luci opere, oratori festivi, ospizi, collegi, scuole professionali, tipografie, chiese e santuari sparsi in tutte le parti del mondo, tutto documentando con splendidi quadri luminosi tratti dal vero.
Più attraente ancora riuscì la conferenza sulle missioni salesiane nelle terre degli infedeli: quante scene curiossissime e quante opere meravigliose nei vicariati apostolici della Patagonia, e Mendez e Gualaquiza, nella prefettura apostolica della Terra del Fuoco, nelle crescenti nuove cristianità dei Bororos al Matto Grosso nel Brasile, negli istituti salesiani d'Africa e delle Indie! Sono argomenti questi che concorrono sempre meglio a dimostrare la fecondità perenne e prodigiosa della Chiesa cattolica nelle splendide vie dell'apostolato e della redenzione e santificazione delle anime.
L'ultima sera gli uditori manifestarono tutto l'entusiasmo che l'illustre figlio di D. Bosco aveva saputo suscitare in essi, scoppiando in un'interminabile ovazione all'apparire della paterna immagine del Sommo Pontefice Pio X, primo benefattore delle opere salesiane. Con un inno alla bontà ed alla sovrana munificenza del Santo Padre, il facondo D. Trione chiuse il corso delle sue interessanti ed applaudite conferenze.
Analoghe conferenze sugli stessi argomenti, sebbene ridotte a maggior brevità, furono tenute dal suddetto oratore precedentemente alla parrocchia dell'Immacolata dei PP. Giuseppini, a S. Maria Liberatrice al Testaccio, e nel Collegio Spagnuolo, ove degnossi intervenire anche l'Em.mo Cardinale Vives y Tutó.
All'Estero.
SCUTARI (Albania). - Il 7 maggio, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, nell'Oratorio privato delle Figlie di Maria Ausiliatrice, trenta ragazze si accostavano per la prima volta alla Mensa Eucaristica. Quindici di esse erano dell'Orfanotrofio diretto dalle medesime suore, 15 dell'Oratorio festivo, e fra queste la figlia dello stesso Console Italiano sig. Conte Mancinelli. La cara cerimonia, preceduta da tre giorni di spirituali esercizi, fu compiuta da Mons. Bernardino Shllaku, Vescovo di Pulati, che rivolse alle fortunate ragazze un tenero fervorino.
Dopo messa, Sua Eccellenza conferì ad alcune di esse anche il Sacramento della Cresima.
Alla semplicissima funzione erano presenti il sig. Console Italiano e la sua signora con parecchi signori e signore italiane e scutarine, che ne riportarono le più care impressioni.
BOGOTÀ (Colombia). - Il battesimo solenne di tre indi. - La sera della domenica in Albis, 23 aprile u. s., ebbe luogo nella nostra chiesa pubblica di N. S. del Carmine una simpatica e cara funzione che interessò vivamente tutta la città.
Tre giovani della tribù di Ina Papaquiña (Panamà) che da circa un anno, come convittori dell'annesso nostro Collegio Leone XIII, stavano preparandosi e istruendosi nella dottrina cristiana, si presentavano alla porta della chiesa per esservi introdotti per mezzo del Santo Battesimo. Le più insigni e distinte personalità della Repubblica si disputarono l'onore di assistere al S. Fonte i tre neofiti e lasciar ad essi il proprio nome e cognome. Fecero infatti da padrini il Dott. Carlo E. Restrepo, Presidente della Repubblica il Gen. Raymondo Gonzales Valencia, ex-Presidente, e il Dott. Nicolò Isguerra, insigne giureconsulto della Capitale.
Il Sacramento venne loro amministrato solennemente dallo zelantissimo Delegato Apostolica in Colombia, S. E. Mons. Francesco Ragonesi. La cerimonia lasciò la più cara impressione nei numerosissimi presenti e riempì di gaudio ineffabile il cuore dei tre nuovi cristiani, i quali non finivano di ridire la contentezza che sentivano in fondo all'anima per essere stati accolti nel grembo della Chiesa Cattolica.
CALLAO (Perù). - Sua ecc. Rev.ma Monsignor Giacinto Scapardini, dell'Ordine dei Predicatori, Arcivescovo tit. di Damasco e Delegato Apostolico nel Perù e nella Bolivia, il 23 aprile u. s. recavasi a visitare il Collegio Salesiano di Callao. Alunni e superiori, pieni di giubilo per tanto onore, ossequiarono il Rappresentante del Sommo Pontefice con un'Accademia musico-letteraria, riscuotendo i più cordiali ringraziamenti dell'illustre Prelato, il quale, prima di congedarsi ebbe la bontà di lasciarsi fotografare in mezzo agli alunni, a ricordo della sua carissima visita.
LA PAZ (Bolivia). - 11 23 aprile fu giorno di festa pel Collegio D. Bosco. Il Cav. Ruffillo Agnoli, giunto da pochi giorni a quella città per presentare al Governo le credenziali di Ministro Plenipotenziario di S. M. il Re d'Italia, volle visitare il Collegio Salesiano.
Ricevuto alla porta tra due file di alunni in uniforme ed al suono della marcia reale, mostrò subito la sua grande benevolenza dicendo di aver già conosciuto ed apprezzato l'Opera salesiana in varie altre Republiche Sudamericane, e ricordò anche con piacere di aver visitato il nostro Ven. Don Bosco. Un alunno della Scuola d'italiano lesse un saluto che Sua Eccellenza gradì assai, congratulandosi dei progressi dei giovani nel nostro caro idioma «che sarà anch'esso un vincolo di cordialità tra la Bolivia e l'Italia». Anche il direttore parla al Rappresentante del Re d'Italia, facendo grato ricordo della simpatia di Casa Savoia per l'Opera salesiana; e il sig. Ministro rispose con nobili parole d'incoraggiamento, facendo voti per l'incremento dell'Opera di D. Bosco, che disse altamente umanitaria e patriottica.
Sua Eccellenza ebbe la bontà di fermarsi tutto il giorno in Collegio. Alla levata di tavola gradi assai il concerto che diede la nostra banda di musica, continuato al pianoforte con canti che ricordavano la patria lontana; e dopo essersi intrattenuto affabilmente in mezzo agli alunni, interessandosi anche della grande affluenza di giovani all'Oratorio Festivo, si compiacque assidersi in mezzo agli alunni interni per un gruppo fotografico, insieme col sig. Console e con altri signori della Colonia Italiana che l'accompagnavano.