PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XXXIX - N. 11 1 NOVEMBRE 1915
Sommario. - Il ritiro mensile dei Cooperatori - Il Senato e la Camera dei Deputati di Colombia nel Centenario di Don Bosco - Una via intitolata a Don Bosco - Il titolo e la festa di Maria Ausiliatrice - Per il tempio votivo ai Becchi - Coro imponente di affettuosa ammirazione - Riconoscenza al Venerabile - Il Vescovo di Cuenca e la Missione di Gualaquiza - Un ponte sull'Indanza - Grazie e favori - Note e Corrispondenze.
AD illustrare quello spirito di fede che devono aver i Cooperatori per esercitare l'apostolato religioso-sociale loro assegnato da Don Bosco, parrebbe naturale che accennassimo qui i mezzi indispensabili per acquistar detto spirito e per alimentarlo.
Però non faremmo altro che enumerare i doveri proprii di ogni buon cristiano; e siffatto elenco, se da un lato ci farebbe meglio comprendere come mai il nome di Cooperatore salesiano, secondo la nota espressione di Don Bosco, abbia a diventar sinonimo di buon cristiano, tuttavia non direbbe nulla di nuovo, qualora non c'indugiassimo a parlare del carattere speciale della pietà di Don Bosco, cui è bene cerchino d'informarsi anche i Cooperatori.
Tralasciando per ora questa enumerazione e rinviando il rilievo dei tratti caratteristici della pietà del Venerabile, non possiamo e non dobbiamo però tacere d'un esercizio che D. Bosco era solito raccomandare più d'ogni altro, come mezzo necessario e infallibile al profitto spirituale; diciamo l'Esercizio della Buona Morte.
Nel divoto Manuale intitolato: « Il Cattolico provveduto per le pratiche di pietà secondo i bisogni dei tempi » (1), compilato e edito da' Don Bosco stesso, leggiamo queste parole, che ci paiono scritte per i Cooperatori (2)
« Sebbene sincera sia la nostra volontà di servire il Signore e di condurre una vita veramente cristiana, tuttavia abbiamo bisogno di rinforzarla di quando in quando con esercizi di pietà e nutrirla con salutari riflessi. Perciò prendiamo la lodevole usanza di fare ogni mese un giorno di ritiro, onde renderci sempre zelanti nel servizio di Dio... ».
Ecco, in breve, delineata la pia pratica e definito il suo scopo!
E Don Bosco insiste con calore
« Ogni mese scegliamo quel giorno che ci torni di maggior comodità per meditare le grandi verità della religione, alle quali il mondo pensa solo superficialmente. Ascoltiamo la voce del Signore, che si fa in particolar modo sentire nel ritiro : noi riceveremo grazie corrispondenti allo zelo che avremo per la nostra salute. Non è che un giorno, che ci si dimanda. E chi può rifiutarsi d'impiegare ogni mese un giorno ad un affare cosí importante ? Tanto tempo troviamo per gli affari temporali, per darci ai piaceri e ai divertimenti ; e non troveremo poi un giorno da pensare un poco piú seriamente alla salute dell'anima nostra? ».
Egli a questo forte invito fa seguire alcune norme per compiere il ritiro, un breve esame di coscienza per quel giorno, e varie meditazioni sul peccato, sulla tiepidezza, sull'amor di Dio, sul santificare le azioni della giornata, sullo zelo, e sulla morte; tutte mirabilmente adatte allo scopo e tali che non possono essere ignorate da chi vuol comprendere lo spirito di D. Bosco.
Nella quinta meditazione « Sullo stato di un'anima che non ha zelo » svela apertamente quanto gli prema il suscitare numerosi cooperatori del suo santo apostolato, cioè delle anime che brucino al par di lui del sacro fuoco di gìovare alla salute eterna dei propri fratelli.
« L'amor di Dio e l'amor del prossimo, esclama (1), ecco il fuoco sacro che Gesù Cristo è venuto a portare sulla terra e che ardentemente desidera d'accendere nei nostri cuori... Ve n'ha forse una scintilla in quell'anima che guarda colla medesima indifferenza la gloria di Dio e gli oltraggi a lui fatti, la salute e la perdita dei suoi fratelli? Evidentemente quest'anima trasgredisce il primo comandamento della legge di Dio.
» In quanto al comandamento dell'amor del prossimo che è simile al comandamento dell'amor di Dio, se esso ci obbliga di soccorrere i nostri fratelli nelle loro necessita temporali, c'impone poi un'obbligazione assai più stretta di assisterli e di aiutarli nei loro bisogni spirituali. Noi dobbiamo amare il nostro prossimo come Gesù Cristo amò noi tutti: per salvar l'anima nostra Egli ha versato tutto il suo sangue ».
Ed è così compreso da questa verità che rinforza ancora il pensiero e si sente nelle sue parole lo strazio del suo cuore nel veder la rovina di tante anime, e vi s'intravvede già l'idea ardimentosa di lanciare a tutto il mondo il programma d'una cooperazione salesiana.
« E facile illudersi sopra lo zelo. Taluno crede che sia solo cosa propria dei ministri di Dio l'occuparsi della salute delle anime. E questo un grande inganno. In questi malaugurati tempi il demonio lavora a tutta possa per tentare o perdere le anime. Gli eretici, gli increduli, gli empi, i cattivi cristiani usano mille industrie per corrompere la fede e i costumi... ed io avrò la viltà di dire con Caino : Sono io forse il custode del mio fratello?
» Dio comanda a ciascuno d'aver cura del suo prossimo. Intanto noi ci addormentiamo sopra un'obbligazione di tale importanza... ma alla morte quale spaventoso svegliarsi! al Tribunale di Dio quale tremenda sentenza ! » (1).
E per questo, fidente che la pratica del ritiro mensile possa indurre i buoni cristiani a oltrepassare la barriera della pietà individuale per slanciarsi nell'esercizio della carità, ben trentotto pagine del citato Manuale egli dedica all'Esercizio della Buona Morte, e in fine ne riassume i mirabili frutti in poche parole (2)
« Il frutto di questo esercizio deve essere un religioso distacco dalle cose terrene che nella morte dovremo abbandonare; dev'essere l'accrescimento nell'amor di Dio, e l'orrore e la fuga di quanto può a lui dispiacere ; un vero desiderio di lavorare alla nostra santificazione coll'esercizio delle virtù proprie dell'età e del nostro stato ; la pratica costante delle opere buone » .
Ma se il miglior frutto del pio esercizio, secondo D. Bosco, è la pratica costante delle opere buone, chi non ravvisa in questa frase un altro accenno all'Unione dei Cooperatori Salesiani, ai quali poi egli assegnò come « scopo fondamentale » e « fine principale » non solo « l'esercizio della pietà », ma anche « la vita attiva nell'esercizio della carità verso il prossimo? » (1).
E qui si comprende anche perché il Venerabile, mentre non pose nel Regolamento nessuna pratica speciale pei Cooperatori, non tralasciò di consigliare a essi alcuni giorni di Esercizi Spirituali ogni anno, e volle esplicitamente inculcato, per non dir prescritto, il Ritiro mensile o l'Esercizio mensile della Buona Morte. Ecco le testuali sue parole (2)
« 1. Ai cooperatori Salesiani non è prescritta alcuna opera esteriore, ma affinché la loro vita si possa in qualche modo assimilare a quella di chi vive in comunità religiosa, loro si raccomanda la modestia negli abili, la frugalità nella mensa, la semplicità nel suppellettile domestico, la castigatezza nei discorsi, l'esattezza nei doveri del proprio stato, adoperandosi che le persone dipendenti da loro osservino e santifichino il giorno festivo.
» 2. Sono consigliati di fare ogni anno almeno alcuni giorni di esercizi spirituali. L'ultimo giorno di ciascun mese, od altro giorno di maggior comodità, faranno l'esercizio della Buona Morte, confessandosi e comunicandosi come realmente fosse l'ultimo della vita (2).
Non è quìndi una novìtà la vivissima esortazione che facciamo ai Cooperatori, ma un'esplicita raccomandazione di Don Bosco, espressamente benedetta dal Vicario di Gesú Cristo con la concessione di particolare indulgenza plenaria, stabilita pel giorno del ritiro mensile.
Diremo altra volta dell'importanza che Don Bosco annetteva a questo pio esercizio e dei frutti meravigliosi che ne raccolse; e in seguito diremo pure delle norme che, nel praticare questo punto del Regolamento, potranno seguire i Cooperatori.
Oh! se ci fosse dato di vederli abbracciare senza indugio questo proposito! Come sarebbero lieti i Salesiani di compierlo con loro! Certo nessun'altra opera - per i frutti meravigliosi che produrrebbe - potrebbe ricordar meglio ai posteri la data centenaria della nascita del piissimo ed operosissimo nostro Fondatore
(1) Torino, Tipografia dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, 1868.
(2) Op. cit., pag. 514.
(1) Op. cit., pag. 534.
(1) Ivi, pag 535. (2) Ivi, pag. 547.
(1) Ved. Regolamento; ed. cit. del 1876, pag. 6. (2) Ivi, ed. cit., pag. 14.
Sua Santità Papa Benedetto XV, nell'udienza accordata al Rev.mo Mons. Assessore del Santo Ufficio il giorno 5 agosto 1915, si è degnato concedere speciali indulgenze a tutti e singoli i fedeli che, con cuore almeno contrito, reciteranno la seguente piissima preghiera del Canone della Messa, veneranda per la sua remota antichità, e le annesse invocazioni:
Per la Pace.
« Liberateci, o Signore, ve ne preghiamo, da tutti i mali passati, presenti e futuri, e per la intercessione della beata e sempre gloriosa Vergine Maria Madre di Dio, e dei beati vostri Apostoli Pietro, Paolo e Andrea, e di tutti i Santi, concedeteci benevolo la pace nel corso della nostra vita, acciocché, sostenuti dall'aiuto della vostra misericordia, restiamo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni perturbamento. Ve ne preghiamo pel medesimo Gesú Cristo Signor Nostro. Cosí sia.
» La pace del Signore sia sempre con noi. Agnello di Dio, che togliete i peccati del mondo, concedeteci la pace ».
Le indulgenze concesse per la recita di queste preghiere in latino o in qualsiasi lingua, purché fedelmente tradotte, sono le seguenti:
1) Indulgenza di 300 giorni ogni volta, applicabile ai defunti.
2) Indulgenza plenaria una volta al mese, pur applicabile ai defunti, a chi le reciterà ogni giorno lungo il mese, a condizione che, confessato e comunicato, preghi anche secondo l'intenzione del Sommo Pontefice.
COLOMBIA
L'adesione delle Camere legislative al Centenario di D. Bosco.
L'11 agosto le Onorevoli Camere Legislative di Colombia interpretando i sentimenti di tutta la Nazione, dichiaravano di associarsi ai Salesiani e ai loro Cooperatori nel celebrare il 1° Centenario della Nascita del Venerabile D. Bosco.
Noi non abbiamo parole che sappiano dire la dovuta riconoscenza per un tanto onore: e ci limitiamo a ripetere la protesta di quei confratelli « di continuare - pel bene della Colombia - a sacrificare tutta la vita nei lazzaretti e nell'educazione della gioventù, specialmente la più povera e bisognosa ».
Ecco il testo delle adesioni inviate al rev.mo D. Antonio Aime, Ispettore dei Salesiani a Bogotà, che aveva comunicato alle Onorevoli Camere il programma dei festeggiamenti:
REPUBBLICA DI COLOMBIA
N. 249
SENATO. Segreteria.
Bogotà, 11 agosto 1915.
Al Rev. Superiore dei Salesiani Città.
Ho l'onore di trasmettere a V. S. R. l'ordine del giorno approvato nella seduta d'oggi dall'On. Senato.
« Il Senato si associa ai benemeriti Salesiani nella celebrazione del i° Centenario della nascita di Don Bosco, insigne benefattore della gioventù abbandonata: e ordina che questa sua deliberazione si partecipi al Superiore dell'Istituto presente nella Capitale ».
Iddio la conservi.
CARLO TAMAYO.
REPUBBLICA DI COLOMBIA
N.° 15
CAMERA DEI DEPUTATI Presidenza.
Bogotà, 11 agosto 1915.
Molto Rev. Don Antonio Aime, Ispettore dei Salesiani.
Mi è altamente caro e onorifico il trasmettere a V. S. R. l'ordine del giorno che quest'Onorevole Camera approvò nella seduta d'oggi, nel prender atto dell'ossequioso suo comunicato, in data di ieri. L'Ordine è del tenore seguente:
« LA CAMERA DEI DEPUTATI, prendendo occasione della Nota letta in seduta, e
CONSIDERANDO:
1° Che il giorno di lunedí 16 corrente si compie il 1° Centenario della nascita del Ven. Giovanni Bosco, Fondatore della Società Salesiana e di vari altri pii Istituti di carità e di beneficenza: e
2° Che la Repubblica ha contratto uno special debito di gratitudine verso i membri della benemerita Società Salesiana per i loro insigni, continui e segnalatissimi servizi resi all'educazione della gioventù, specialmente delle classi lavoratrici e bisognose, e per l'eroica assistenza dei lebbrosi di Colombia;
DECRETA
di associarsi agli omaggi che in occasione del 1° Centenario dell'illustre Fondatore si tributano alla sua memoria, e con quest'atto la Camera si fa interprete dei sentimenti di tutto il popolo Colombiano.
Quest'ordine del giorno sarà inviato al R. Ispettore dei Salesiani in Colombia, in risposta alla sua Nota cortese, e verrà pure pubblicato in manifesti ».
Con pienezza di stima, ho l'onore di professarmi di V. S. R.
Dev.mo Servitore
R. QUIJANO GóMEZ.
I FESTEGGIAMENTI.
Non ci è ancor pervenuta la relazione, ma possiam dare queste notizie.
In tutte le case dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice si collocò a ricordo dei due Centenari una statua di Maria Ausiliatrice e un busto del Venerabile.
A Bogotà si tennero tre commemorazioni: una per gli alunni interni; la seconda per gli ex-allievi; la terza per i Cooperatori. Questa ebbe luogo nel cortile del grandioso Istituto diretto dai PP. Gesuiti. Esordì l'on. dott. Sottosegretario al Ministero degli Esteri; S. E. il Ministro degli Esteri, l'on. dott. Marco Fidel Suàrez tenne la commemorazione ufficiale sul tema: Il Centenario di Don Bosco e l'Opera Salesiana; e S. E. il Ministro della Pubblica Istruzione, l'On. dott. Emilio Ferrero, illustrò i Primi XXV anni dell'Opera di Don Bosco in Colombia.
Per l'affluenza delle prime notabilità e delle più elette famiglie, di tutta la magistratura e dei membri piú ragguardevoli del Clero, tale adunanza rivesti il carattere di un imponente congresso.
Per l'occasione la scuola tipografica salesiana di Bogotà pubblicò un numero-ricordo, col programma dei festeggiamenti, le adesioni riferite, i giudizi di eminenti personaggi sull'Opera Salesiana, una monografia dell'Opera di Don Bosco in Colombia e varii scritti assai interessanti, come un'ode a Don Bosco del poeta colombiano Belisario Pena, che è forse la piú splendida poesia scritta in onore del Venerabile.
Per queste feste centenarie - leggiamo nel numero citato - si stabilirono nel Lazzaretto di Agua de Dios due battaglioni giovanili che hanno i nomi gloriosi di due prodi guerrieri colombiani Girardot e Ricaurte.
Un valoroso generale, colpito oggi dal terribile malore, donò loro una magnifica bandiera, lavorata a Bogotà da una signorina patrizia. All'ombra del vessillo colombiano oggi si schierano i figli del dolore e quei miseri corpicciuoli paiono rivivere al ricordare le gesta dei loro gloriosi condottieri. Cosí, in mezzo all'entusiasmo che ispirano in ogni colombiano le glorie patrie, dimenticano le proprie sofferenze ed hanno anch'essi un solo desiderio: la felicità della Patria.
Il nostro confratello Don Evasio Rabagliati, sebbene lontano, non dimentica mai i suoi cari infermi: piú volte inviò ad essi forti somme di denaro, ultima quella di 45o dollari agli infermi di Contratacion, in occasione del Centenario di Don Bosco. Molti malati di questo Lazzaretto, grazie l'attiva carità della signorina Saturia Samper V. e di varie signore della Capitale ebbero ciascuno un vestito nuovo; e mercé lo zelo dei Salesiani addetti alla loro assistenza spirituale vennero inaugurati importanti miglioramenti negli ospedali.
In vero, nulla nelle passate Feste Centenarie dev'essere stato piú caro a Don Bosco dei sorrisi fatti brillar dai suoi figli sulle tumide labbra di quegli infelici.
Feste commoventissime ebbero luogo il 25 e 26 agosto anche in Agua de Dios, delle quali attendiamo la relazione.
BOLIVIA
Incoronazione di Maria Ausiliatrice a Sucre.
Il 29 maggio nel tempio di S. Agostino della capitale si svolse solennemente il rito dell'incoronazione del gran quadro di Maria SS. Ausiliatrice. Piú migliaia di persone presenziavano la cerimonia, alla quale fu degna preparazione lo splendore delle sacre funzioni celebratesi ogni giorno per tutto il mese.
Il sacro rito fu compiuto da Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Vittorio Arrien, Arcivescovo di Sucre, che fece l'ingresso nel tempio, accompagnato da tutto il clero secolare e regolare della città e dal rev.mo Capitolo Metropolitano.
Una splendida allocuzione di Sua Eccellenza sulle glorie dell'Ausiliatrice dei Cristiani precedette la cerimonia, per la quale il S. Padre Benedetto XV inviò una speciale benedizione apostolica ai padrini sig. Zaverio Saavedra e signora Amalia V. de Argandoíia, alle Dame del Comitato e a tutti i presenti.
All'indomani, 30 maggio, Mons. Arcivescovo celebrò solenni pontificali alla messa e ai vespri. Il rev.mo P. Rettore dei Gesuiti disse il panegirico, e una devota, lunga e imponente processione per le vie e le piazze principali della metropoli fu degna corona dell'indimenticabile festa.
Il 16 agosto grande letizia per il Centenario di Don Bosco. L'Arcivescovo pontificò solennemente la messa pro gratiarum actione. Verso sera accorsero all'Istituto Salesiano tutte le autorità e le prime famiglie per la commemorazione civile. Parlarono il Vicepresidente dei Cooperatori sig. dott. Federico Bustillos e il direttore del collegio Don Pasquale Richetta sul tema: Don Bosco nella storia della pedagogia.
Una via intitolata a Don Bosco a La Paz.
La commemorazione del Centenario di Don Bosco a La Paz fu un vero avvenimento.
Il Collegio Salesiano, illuminato artisticamente le sere del 15 e 16 agosto, attrasse una folla immensa nei suoi dintorni, mentre la banda musicale eseguiva uno scelto programma.
Le funzioni religiose vennero distinte da una frequenza alla S. Mensa, davvero straordinaria. La messa solenne Pro gratiarum actione fu cantata dal Superiore dei Gesuiti, e la nostra schola cantorum esegui la grandiosa messa a 4 voci del Singerberger.
La Commemorazione, tenutasi la sera del 16 con gran solennità, fu aperta con belle parole del Presidente dei Cooperatori sull'opportunità dell'Opera di Don Bosco; e il Can. Dott. Avellino Costas illustrò i punti piú salienti della vita del Venerabile. Il pubblico eletto e i numerosi ex-allievi li applaudirono entusiasticamente. Egregia la musica eseguita.
A perpetuo ricordo del Centenario, venne inaugurata la Via Don Bosco, aperta dal Municipio per porre in comunicazione il Collegio omonimo col Viale 16 luglio, il piú splendido della città.
PERÙ.
Il 15 agosto S. E. Mons. García Irigoyen pontificò la messa solenne nella Chiesa dell'Istituto
Salesiano della Capitale. Nel pomeriggio con intervento dell'Ecc.mo Mons. Arcivescovo, del suddetto Prelato, e dell'ecc.mo Ministro d'Italia, dinanzi a un'imponente assemblea, si tenne la commemorazione civile. Disse il discorso il signor Luigi Valle y Suàrez, Vice-presidente degli ExAllievi Salesiani.
Il giorno dopo i vari Istituti dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice aperti nella Capitale e nel vicino porto di Callao e in Chosica, si radunarono in massa nella Chiesa di Maria Ausiliatrice in Lima-Brena, insieme cori molti ex-allievi e cooperatori.
Celebrò il Delegato Apostolico S. E. Rev.ma
Mons. Scapardini, la cui presenza, notava il giornale La Unión, ricordava a proposito una delle prime caratteristiche del Venerabile Don Bosco, il suo amore al Papa. La Comunione fu generale. La funzione terminò alle 10 con uno splendido discorso di Monsignor Scapardini.
STATI UNITI.
Ci scrivono da New York
Vi sono degli uomini, che non appartengono di piú a una nazione che all'intera umanità. La loro comparsa sulla terra, splendido raggio della virtù di Dio manifestata agli uomini, è giusto che interessi l'umanità tutta quanta.- Tra i loro nomi gloriosi risplende quello del ven. Don Bosco, il benefattore, il padre, l'amico della gioventù. Il 16 agosto di quest'anno si compiva un secolo della sua comparsa al mondo. A commemorare l'importante avvenimento anche i Salesiani dell'America del Nord, non secondi ad altri nello zelo per la salute delle anime e nell'affetto e devozione al ven. Padre e Fondatore, hanno svolto un programma di speciali festeggiamenti.
Le feste furono iniziate il 29 gennaio con una messa solenne nella Chiesa della Trasfigurazione. al 29 Mott St., New York. Quella prima parte dei programma resterà memorabile per la conferenza detta alla sera dal rev.mo Mons. Michele Lavelle, Vie. Gen. dell'Archidiocesi di New York in rappresentanza di S. E. il Cardinale Farley, e per l'Accademia musico-letteraria svoltasi nel teatrino della Scuola Parrocchiale, con grande concorso di popolo.
In San Francisco California, poco dopo la inaugurazione della grande Esposizione Mondiale, ebbe luogo la seconda commemorazione il 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice. La presenza dell'Ispettore dei Salesiani, la solennità delle funzioni promosse dal rev. D. Raffaele M. Piperni Parroco della Chiesa Salesiana dei Santi Pietro e Paolo, la stampa di un numero unico d'occasione, e l'accademia musico-letteraria cui prese parte il nuovo Arcivescovo di San Francisco S. E. Rev.ma Mgr. Edward J. Nanna D. D. impressero anche a questa parte di festeggiamenti un'impronta indelebile di grato ricordo e di risveglio religioso.
Il 15 ed il 16 agosto, ebbe luogo la terza parte solenne, grandiosa, nella Parrocchia della Trasfigurazione al 29 Mott. St. New York. Il 15 a sera vi fu solenne funzione ove parlò eloquentemente il predetto Mons. Lavelle, e quindi un'accademia musico-letteraria nel teatro delle Scuole.
Il 16 nella stessa Chiesa della Trasfigurazione vi fu messa solenne pro gratiarum actione, con discorso del salesiano Don Voghera.
La sera dello stesso giorno a Filadelfia Pa. nell'Istituto Salesiano, venne celebrato l'avvenimento con un'accademia musico-letteraria presieduta dall'Ispettore Don Coppo.
Siccome molte persone sono ora assenti dalla città per le vacanze, si farà nel prossimo ottobre un'altra solennissima commemorazione di chiusura, che non mancheremo d'accennare.
ARGENTINA
Due preziosi autografi di Don Bosco.
L'Ispettore Don Giuseppe Vespignani ha fatto distribuire ai 20.000 alunni dei Salesiani ed alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice dell'Argentina, insieme con un prezioso suo commento, queste due belle e autografe raccomandazioni di Don Bosco, a ricordo delle Feste Centenarie.
Noi le offriamo volentieri a tutti i piccoli amici di Don Bosco, pregandoli di averle sempre innanzi e di praticarle.
I.
Mio caro Don Vespignani,
Dirai agli studenti ed ai nostri ascritti che io attendo grandi cose da loro. Moralità, umiltà, studio : ecco il loro Programma e Dio vi benedica tutti. Credimi in N. S. G. C.
Nizza Monf. aff.mo amico
22-8-80. Sac. Gio. Bosco.
II.
Mio caro Don Vespignani,
Dirai a' tuoi e miei cari figliuoli, che questo loro amico dall'Europa manda un consiglio Per essere felici : Fuggite il peccato e frequentate la Santa Comunione. Tu ne farai la spiegazione.
Torino, 31 dell'81. aff mo amico Sac. Gio. Bosco.
Sembrano due di quelle ardenti parole che il Venerabile soleva dire all'orecchio dei suoi figli e che sempre operavano effetti sorprendenti. Tanto poteva in lui l'amore delle anime !
Da una lettera del Missionario D. Beraldi, Parroco di Fortin Mercedes
Anche in mezzo ai deserti patagonici risuonò il nome di Don Bosco piú maestoso che mai.
Il giorno 15 d'agosto, festa dell'Assunta, abbian celebrato il centenario della nascita del nostro Venerabile Padre.
Vi fu gran festa e grande allegria: 1e Comunioni, Messa solenne, e battesimo e prima Comunione di un ragazzino russo, che bene instruito e prepa rato ha domandato con molta insistenza di essere cattolico. Si è convertita tutta la famiglia, che presto verrà a farsi battezzare per esser tutti figli della Chiesa Cattolica.
Abbiamo il Collegio pieno di ragazzi: bisognerebbe che fosse sette volte piú grande per poter ricevere tutti quelli che domandano di venire. La Divina Provvidenza ci aiuta come tenera madre. Non ci lascia mancare il necessario.
Mi si permetta di aggiungere una cosa:
Se l'Italia e l'Europa piangono per la guerra, qui noi piangiamo per la pioggia. Quest'anno è un anno senza pioggia: la raccolta del grano è quasi perduta, la gente si lamenta, e si prevede una grande miseria.
URUGUAY
Solenni cerimonie imponentissime.
Il 16 agosto nella vastissima cripta della chiesa di Maria Ausiliatrice a Montevideo, capace di piú migliaia di persone, celebrò la messa della comunione generale Sua Ecc. Rev.ma Mons. Pio Stella, Vescovo Ausiliare dell'Archidiocesi. Alle 9.30 segui una messa solenne pro gratiarum actione, cantata dal Parroco della Cattedrale. Alla sera nell'ampio salone del Circolo Operaio Cattolico, con intervento degli alunni del Collegio Pio di Villa Colon, dei Talleres Don Bosco di Montevideo e di Manga si svolse un imponente trattenimento musico-letterario. Disse il discorso il dott. Ippolito Gallinal sull'Opera di Don Bosco, fra l'entusiasmo universale.
A Paysandú si svolsero le stesse feste con sommo splendore. Le comunioni distribuite nella Chiesa Parrocchiale furono numerosissime.
Pubblichiamo, in questo Bollettino, alcune fotografie illustranti l'inaugurazione del Monumento eretto al compianto Mons. Lasagna innanzi al Collegio di Villa Colon, e un'istantanea di un grandioso pellegrinaggio della gioventú cattolica all'annesso Santuario di Maria Ausiliatrice.
CHILÌ
„Don Bosco è la gloria d'Italia",
Un ricordo senza dubbio incancellabile lascerà fra i cattolici di Magallanes e specialmente nei nostri alunni, ex-alunni e Cooperatori i festeggiamenti del io Centenario della nascita di D. Bosco.
Questi cominciarono nel porto di Porvenir il 15 agosto, con numerose rappresentanze e la musica cittadina di Puntarenas.
A Puntarenas la mattina del 16 agosto vi fu solenne funzione religiosa con intervento degli alunni del Collegio S. Giuseppe, le alunne del Collegio di Maria Ausiliatrice, dell'Asilo della S. Famiglia e dei vari Oratori Festivi, che si accostarono in massa alla mensa eucaristica. Alle 2 pom. nel Collegio S. Giuseppe s'inaugurò una lapide commemorativa, presenti S. E. il Governatore del Territorio e il Console d'Italia, sig. Carlo Casaro, al quale venne ceduto l'onore dello scoprimento della lapide. « Accetto, egli disse, l'onore che mi si riserva, poiché l'immortale italiano Don Bosco ha recato alle altre nazioni non solo la fede e la civiltà, ma anche il nome della sua Patria. Don Bosco è la gloria d'Italia «. Al cader del velo che scopriva la lapide, la musica cittadina intonò la marcia reale italiana, che fu ascoltata in piedi da tutta l'adunanza. Segui un trattenimento accademico e, a sera, un convegno intimo degli ex-allievi, al quale parteciparono anche alcuni amici ed ammiratori.
Insieme col nome di Don Bosco rimarrà eternamente scolpito nel cuore di Puntarenas, quello di Mons. Fagnano, l'infaticabile missionario che già nel 1887 inviava in Italia una piccola india raccolta nelle vicine regioni selvagge, l'unica rappresentante delle nostre Missioni che potè ripetere al Venerabile, in lingua italiana, un saluto e un ringraziamento!
Concorde omaggio della stampa alla memoria di Don Bosco
II° ELENCO. GIORNALI E PERIODICI ITALIANI.
La Difesa di Venezia - n.° del 17 agosto: Il 1o Centenario dalla nascita di Don Boscoardore di carità e virtú evangelica (Filippo Crispolti).
La Gazzetta di Venezia - n.° del 16 agosto, Un grande apostolo della carità.
La donna e il lavoro di Vicenza - n.° del 3 set= tembre: - Il Centenario del Ven. Don Bosco.
La Madonna dell'Orto di Chiavari - n° di settembre: - L'esempio dei santi: il Ven Don Bosco (Tini Giuseppe).
L'Unione .di Vercelli - n.° del 21 agosto Per Centenario di Don Bosco.
La Settimana Religiosa di Genova n.° del 29 agosto: - Il primo centenario della nascita del Ven. Don Bosco.
Il Bollettino del Terz'Ordine Francescano*, organo ufficiale delle Congregazioni del Terz'Ordine del Piemonte - n.° di ottobre: - Il Centenario di un grande terziario: il Ven. Don Giovanni Bosco (P. C. A.).
Il Bollettino della Società Antischiavista Italiana* di Roma n.° del 31 agosto: - Nel centenario di un apostolo moderno (Virginio Prinzinvalli).
Nostra Signora degli Angeli di Arcola (Genova) - n.° di settembre: - Il Centenario della nascita di Don Bosco (vari articoli).
La Voce del cuore di Bologna - n° di settembre - Don Bosco, l'amico dei giovanetti (E. de Thienis).
GIORNALI ESTERI.
El Pueblo* di Buenos Aires - n.° del 15 agosto: - Il Centenario di Don Bosco (La cerimonia di ieri coll'assistenza del presidente della Repubblica; il discorso del Deputato Nazionale Dott. Cafferata - L'Opera Salesiana : sua fondazione : sua diffusione nel mondo. ciò che è stata e ciò che rappresenta nel nostro paese).
id.: - n.° del 16 e 17 agosto.
La Nacion* di Buenos Aires-n.° del 14, 15, 16 agosto: - Il Centenario di Don Bosco, ecc.
La Razon* di Buenos Aires - n.° del 13 agosto: - Centenario di Don Bosco, (L'Opera del grande educatore: suoi effetti nell'Argentina ove ha 25.000 alunni).
La Union* di Buenos Aires - n.° del 12 e 14 agosto: - Il 1° Centenario della nascita del Ven. Don Bosco: L'opera Salesiana nell'Argentina.
La Prensa* di Buenos Aires - n. ° del 14 agosto: e Centenario di D. Bosco: gli omaggi odierni.
id.. del 15 agosto.
La Argentina* di Buenos Aires - n. ° del 15 agosto.
La Gaceta de Buenos Aires* - n.° del 13 agosto: - Centenario di Don Bosco: L'Opera Salesiana nell'Argentina.
El Diario* di Buenos Aires - n.° del 13 agosto: - Omaggio dell'Argentina a Don Bosco nel 1° Centenario della sua nascita.
El Radicai* di Buenos Aires - n.° 15 agosto: - Il Centenario di D. Bosco.
La Patria degli Italiani di Buenos Aires: - n.° del 16 agosto: - Don Bosco (Vir). - In omaggio alla memoria del Ven. Don Bosco, Fondatore dei salesiani, nel suo Centenario (P. V. ex-allievo del Collegio S. Giovanni Evangelista di Torino).
La Maùana* di Buenos Aires - n.° del 14 e 15 agosto: - Omaggio al Ven. Don Bosco nel 1° Centenario della Nascita.
La Capital* di Rosario di Santa Fé (Rep. Arg.) n.° del 27 giugno - Il Centenario di Don Bosco.
La Reaccion* di Rosario di Santa Fé (Rep. Arg.) - n.° del 27 giugno: - Il Centenario di Don Bosco.
La Union* di Lima - n.° del 16 agosto: - Il Centenario di Don Bosco: Cenni biografici del Venerabile.
La Prensa* di Lima - n.° del 16 agosto: - Centenario della nascita di Don Bosco.
La Cronica* di Lima - n.° del 16 agosto: - Centenario di Don Bosco.
El Comercio* di Lima - n.° del 16 agosto: - Il Centenario di Don Bosco.
La Patria di Lima - n.° del 16 agosto: - Nel Centenario della nascita del Venerabile Don Bosco: Le Opere Salesiane.
El Eco Publico di Valencia (Venezuela) - n.° del 29 luglio: - Nel Centenario di Don Bosco (Michele Girolamo Ocando).
Libertarie di Oporto (Portogallo) - n.° del 5 settembre: - Il Centenario di Don Bosco: Don Bosco e Victor Hugo.
A Noite* di Rio di Janeiro - n.° del 15 agosto: . - Il Centenario del Fondatore di una grande istituzione.
Jornal do Brasil* di Rio de Janeiro - n.° del 15, 16, e 17 agosto: - Don Bosco (Carlos de Laet.) - Il Centenario di Don Bosco (E. de Paula): Goccia a goccia (A. C.).
O Imparcial do Rio de Janeiro - n.° del 16 agosto: - L'Opera di D. Bosco (Lacerda de Alm.).
Il Corriere Italiano di Rio de Janeiro - n.° del 16 agosto: - Il 1° Centenario di Don Giovanni Bosco (Dott. Digalma).
El Bien di Montevideo - n.° del 1, 6, 11, 12, 14, 17 e 22 agosto: - una serie di articoli di propaganda dell'Opera Salesiana.
La Capital* di Sucre (Bolivia) - n.° del 15 agosto: - Viva Don Bosco! Il 1° Centenario della sua nascita.
La Industria di Sucre n.° del 14 agosto: - Centenario del Ven. Don Bosco.
PERiODICI ESTERI.
El Oeste di Buenos Aires - n.° del 15 agosto:
Il Centenario di Don Bosco.
Semana Social di Buenos Aires - n.° del 15 agosto: - Don Giovanni Bosco.
Tribuna Universitaria, organo del « Circolo Cattolico di Studenti » di Buenos Aires - n.° di agosto - Don Bosco, la fanciullezza, la gioventú e l'operaio (Rosendo Michans).
Fray Mocho* di Buenos Aires - n.° del 20 agosto: - Centenario di Don Bosco.
The Souhern Cross di Buenos Aires - n.° del 2o agosto: - A Glorious Centenary.
P. B. T. » di Buenos Aires, « Settimanale illustrato Per fanciulli da 6 a 8o anni* » - n.° del 21 agosto: - Il Centenario di Don Bosco.
Caras y Caretas* di Buenos Aires - n.° del 21 agosto: - Il Centenario di Don Bosco.
Vita Coloniale* di Cordova (Rep. Arg.) - n.° del 21 agosto: - Il Centenario di un grande italiano.
Ricorre quest'anno il centenario dell'istituzione della festa di Maria Ausiliatrice: ecco la ragione che ci indusse a scrivere questa nota (1).
Tutti conoscono le circostanze storiche che diedero origine al titolo ed alla festa di Maria Ausiliatrice. In seguito alla vittoria di Lepanto, l'anno 1571, il Santo Pontefice Pio V, che all'intercessione di Maria attribuiva quella strepitosa e memoranda vittoria, faceva a di Lei onore inserire nelle Litanie Lauretane il titolo di Auxilium Christianorum.
Pio VII, dopo la liberazione dalla schiavitù napoleonica e il suo ritorno trionfale a Roma, avvenuto il giorno 24 maggio 1814, ritenendo pure questo insigne e non meno memorando favore come dovuto all'intercessione di Maria, non contento di avere, a meno di un anno di distanza, di propria mano, incoronato il suo simulacro a Savona (2), volle ancora istituire una festa ad onore di Lei, sotto il titolo di Ausiliatrice. Ciò fu il 15 settembre 1815. Ma la festa venne fissata al 24 maggio, anniversario dell'ingresso del Pontefice nell'eterna città.
Però se i fatti accennati determinarono i Somari Pontefici S. Pio V e Pio VII a proclamare il titolo e a istituire la festa, nella loro stessa mente il titolo e la festa trascendevano i fatti particolari determinatiti e consacravano un sentimento e una persuasione universale e perenne della cristianità, un privilegio e un diritto, oseremmo dire, che la Vergine aveva innato per la sua stessa dignità e acquisito per il suo incessante intervento in favore dei fedeli e della Chiesa.
Giova rintracciare e chiarire l'origine e lo sviluppo di questo concetto, per meglio comprendere il senso del titolo e l'importanza della festa di Maria Ausiliatrice.
* *
Il concetto sostanzialmente è già inchiuso nel titolo fondamentale ed essenziale di Maria SS., quello della sua divina maternità. Maria è madre di Dio in quanto è madre di Gesù Cristo. Essendo madre di Gesú Cristo, è in qualche modo madre di tutti i fratelli di Cristo, ossia di tutti i fedeli cristiani, che Gesù incorporò a sè nella sua unione ipostatica colla natura umana e cementò e vivificò con l'effusione del suo sangue: con quella natura umana che nel serio di Maria erasi formata: con quel sangue che Maria stessa gli aveva somministrato. Ora, che cosa di più naturale per una madre che aiutare i proprii figli? Maria dunque è naturalmente l'aiuto o l'Ausiliatrice dei cristiani.
Ma una ragione più profonda e piú reale è racchiusa in quel titolo. Maria è madre di Dio, perché madre del Verbo incarnato. Il Verbo s'incarnò per compiere l'opera della redenzione. Maria è cosí associata all'opera stessa e diviene corredentrice del genere umano. Ma la sua cooperazione all'opera sublime non è puramente materiale e passiva, sibbene attiva, libera e cosciente. Essa per le sue virtú, specialmente per l'umiltà e la verginità, meritò di essere scelta conte madre di Dio; prestò fede alle parole dell'Angelo e diede il suo consenso all'incarnazione; sul Calvario, acconsentendo all'immolazione del suo Divin Figlio, in certo modo offri e consumò con Lui il sacrificio.
Corredentrice del genere umano, perché associata all'opera di redenzione, Maria doveva pure venir associata nella continuazione e nell'attuazione dell'opera medesima attraverso i secoli. Siccome l'opera redentrice di Cristo è continuata dalla Chiesa, ed è attuata nelle anime dei fedeli, Maria naturalmente doveva essere la Protetrice della Chiesa e l'Ausiliatrice del popolo cristiano - proteggendo la Chiesa nelle lotte e nei pericoli, soccorrendo i Cristiani nelle loro necessità e specialmente aiutandoli a conseguire il frutto finale della redenzione.
Chi diede Gesú Cristo al mondo e cooperò alla sua redenzione, doveva al mondo stesso dare - in modo subordinato, ben inteso - tutto ciò che ha rapporto con Cristo ed è richiesto pel compimento della redenzione medesima. Se questa non è una necessità logica, dipendendo dalla libera volontà di Dio, è un postulato dell'armonia delle opere divine, che il senso cristiano intuì e i fatti, divinamente ordinati, confermarono.
La pietà cristiana vide già raffigurata l'Ausiliatrice del popolo cristiano nella scena del Calvario, quando Gesú volgendosi alla madre e additandole Giovanni le diceva: Donna, ecco tuo figlio ; e a Giovanni: Ecco tua madre. Si piacque la pietà cristiana di vedere in quella scena, simboleggiata in Giovanni tutta la Chiesa o tutta l'umanità. Maria era in quel momento costituita e ufficialmente dichiarata madre dei fedeli o dell'umanità.
Le prime applicazioni, non ancora piene, ma virtualmente feconde, di questo concetto le troviamo nei primi scrittori cristiani. S. Giustino e Teofilo Antiocheno stabiliscono già il parallelo fra Eva e Maria: come da Eva ci venne la morte, cosí da Maria ci venne la salute... S. Ireneo sviluppa piú ampiamente questo parallelo; e non solo dice che Maria per la sua fede e la sua obbedienza fu, causa della nostra salute, ma che divenne anche avvocata di Eva e dei suoi figli, cioè degli uomini o dei cristiani presso Dio. Ecco il concetto chiaramente affermato dell'Ausiliatrice dei cristiani.
Questo concetto andrà sempre allargandosi e concretandosi con applicazioni generali e svariate.
Al Concilio di Efeso, S. Cirillo Alessandrino in una magnifica orazione proclama che Maria SS. fu Colei che sconfisse l'eresia e fece trionfare la verità della fede; e a Lei sciolse un inno di lode, proclamandola scettro della retta fede. Il suo pensiero si estenderà e diventerà sentimento comune; e la Chiesa proclamerà nel suo ufficio che Maria sola profligò tutte le eresie nell'universo mondo.
In un sermone del secolo VII, attribuito a S. Ildefonso, ma probabilmente di un altro autore suo contemporaneo, si legge una commovente apostrofe alla Vergine, la quale è in sostanza la celebre antifona Sancta Maria, succurre miseris, che la Chiesa da antichissimo tempo mantiene nel suo ufficio della B. V. Si dica che l'apostrofe dello scrittore del secolo VII è un ampliamento o una variante (mozarabica) dell'antifona liturgica, oppure che l'antifona liturgica è una derivazione dell'apostrofe; esse ad ogni modo ci dimostrano il sentimento del popolo cristiano, che nella Vergine vede la sua protettrice e il suo aiuto in ogni necessità. L'aiuto della Vergine qui è specificato per ogni ceto di persone. Rimane però ancora generico nel suo concetto.
Ma un secolo piú tardi, in un magnifico squarcio oratorio di S. Germano, Patriarca di Costantinopoli, noi troviamo il concetto specificato in tutte le sue particolarità. Maria protegge la Chiesa e salva la fede, mantiene l'ordine e la pace nella società; libera dai nemici e porta il suo aiuto anche agli eserciti combattenti per la Religione e per la patria; soccorre tutti i singoli suoi figli, in qualunque stato si trovino: dai Sacerdoti ai semplici fedeli, dagli Imperatori ai piú miseri tapini. L'idea di Ausiliatrice è implicita in tutte queste espressioni.
Dopo lo sviluppo analitico del concetto, la sintesi. La sintesi fu fatta magnificamente da S. Bernardo, il gran divoto di Maria. Egli, che in mille modi e in mille circostanze sfogò il suo tenero affetto verso Maria e celebrò la sua potenza e i suoi benefici; egli, a cui la tradizione attribuisce la celebre preghiera Recordare, compendiò il suo pensiero in quelle notissime parole: E volontà di Dio che tutto noi abbiamo per mezzo di Maria - quia sic est voluntas Eius, qui totem nos habere voluit per Mariam.
E il nostro divino Poeta nel Paradiso, per bocca appunto di S. Bernardo, cantava
Donna, sei tanto grande e tanto vali che qual vuol grazia e a Te non ricorre, sua disïanza vuol volar senz'ali.
Ma questo non è solo il concetto di S. Bernardo e di Dante. È il sentimento comune dei fedeli: è il pensiero della Chiesa.
Il culto stesso che la Chiesa tributa alla Vergine, la frequenza con cui l'invoca, il tono e le parole che adopera nelle preghiere che le rivolge, dimostrano questa persuasione e questo sentimento.
I canti e le divozioni piú popolari alla Vergine confermano il medesimo fatto. Qual canto piú popolare alla Vergine, che l'Ave Maris stella? Ed esso, mentre le scioglie l'inno di lode, riconosce ed invoca il suo patrocinio.
Quale divozione più popolare del Rosario? Ed esso non solo è una continua invocazione alla Vergine, ma è intimamente collegato colla storia e colle manifestazioni del suo patrocinio.
Eminentemente popolari, per la loro origine e per il loro uso quotidiano, sono la Salve, Regina, e la Sancta Maria, (seconda parte della salutazione angelica). Ed esse non sono che un'invocazione del Patrocinio di Maria. E non è popolare e comunissima l'antifona « Sub tuum praesidium » con l'Oremus: Concede? Ed essa non è che una invocazione del patrocinio e dell'aiuto di Maria.
Chi potrà narrare la storia di questo patrocinio e ridire gli aiuti che Maria porse ai suoi figli?
Ma fatti speciali e grandiosi, operati da Maria e tutti in favore della Chiesa e della Cristianità, si collegano particolarmente con la storia del titolo e della festa dell'Ausiliatrice; la vittoria sugli Albigesi, la vittoria sui Turchi a Lepanto, a Vienna e a Corcira, la liberazione di Pio VII da una prigionia che per 5 anni aveva tenuto completamente sospeso il governo della Chiesa. Fatto, quest'ultimo, che uno scrittore non esita a proclamare piú grande e piú importante di quelli verificatisi, quando Costantino, data la libertà alla Chiesa, edificava la prima basilica a Roma, o quando Leone III incoronava in Roma stessa Carlo Magno imperatore, o quando Gregorio XI, indotto dalle preghiere di S. Caterina, riconduceva a Roma la dignità papale.
E un tal fatto compitosi al principio del secolo XIX, - secolo che si volle chiamare della libertà e dell'irreligione - rivestendo - tutti i caratteri del prodigioso e attribuito all'intercessione di Maria, determinò, come si disse, il Pontefice Pio VII a istituire la festa in onore di Maria Ausiliatrice, a ricordo perenne e ad attestazione suprema di gratitudine. (Continua)
(1) Da un bell'articolo del nostro Confratello, dott. D. Eusebio Vismara, in Rivista Liturgica (Lu goslo 1915). - Attesa l'indole del nostro periodico, sopprimiamo le numerose citazioni.
(2) L'incoronazione ebbe luogo il 10 Maggio 1815. Questo avvenimento fu pure di questi giorni solennemente commemorato con grandiose feste, coll'intervento dell'Era. Card. Ferrari, Arcivescovo di Milano, quale legato pontificio, e di altri Eminentissimi Cardinali ed Eccellentissimi Vescovi (Savona, 28 Aprile - 13 Maggio).
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione dei Sommo Pontefice, possono lucrare Indulgenza plenaria (come dal Decreto della S. Congregazione delle Indulgenze, 2 ottobre 1904):
dal 10 novembre al 10 dicembre:
1) il 21 novembre, Presentazione di Maria Verg.; 2) il 22 novembre, festa di S. Cecilia; 3) l'8 dicembre, Solennità dell'Immacolata.
LA fredda stagione che si avvicina stenderà un candido manto anche sui lavori della Chiesa di Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti ; non assopirà però la gara dei cuori gentili che ci mandano l'obolo loro per innalzare il vagheggiato Santuario. Questo ricorderà ai posteri due cose: la nostra esultanza filiale nel 1° Centenario di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice, e il nostro fervido voto per la pace delle nazioni!
Rose e Gigli.
I bimbi e bimbe dell'asilo di Cassolnovo, che ebbero il vanto di essere in capo alla lista dei piccoli sottoscrittori per l'erigendo Santuario dei Becchi, inviano una seconda offerta di L. 10, col voto che sia di sprone ad altri.
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I bimbi dell'asilo di Cassolnovo Molini, seguendo con gioia l'esempio dei compagni dell'Asilo vicino, mandano a Maria Ausiliatrice pel Santuario dei Becchi l'umile offerta di L. 5.
I bimbi di Cannobio umiliano alla B. Vergine Ausiliatrice l'obolo di lire 7, perché sien trasformate in mattoni per il caro Santuario che sorgerà sulla terra da Lei prediletta con tante meraviglie, e implorano fiduciosi una benedizione sua e un suo sguardo materno per crescere buoni.
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Le mamme di Trino Vercellese esultano nel vedere molti loro bimbi innocenti stendere le manine per offrire una piccola moneta in onore di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco, e promettono nuove offerte. - L. 6.
L'Asilo Principessa M. Clotilde di Torino-Valdoceo pone fidente i suoi cari angioletti sotto la speciale protezione della più tenera e potente delle madri con la prima offerta di Lire 10, raccolte pel Santuario dei Becchi. Benedica ad essi la dolcissima Madre e alle loro famiglie.
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I bambini dell'Asilo « Andrea Verna » di Torino Martinetto impazienti pel ritorno dei loro cari genitori, non vogliono rimanere estranei alla cara e santa dimostrazione data da molti loro piccoli amici e, per ottenere la sospirata pace, offrono quali fiorellini bianchissimi i loro cuori alla Madonna di Don Bosco, con l'offerta di L. 10.
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L'Asilo di Nizza Monferrato, diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, si affretta a schierarsi nella nobile gara di gentilezza e di fede per il tempio votivo dei Becchi, con la prima offerta di L. 10.
Piccoli amici di D. Bosco e Maria Ausiliatrice.
Dora Colella e Francesco Colella di Pratola Peligna, desiderosi di ottenere una special benedizione da Don Bosco e da Maria Ausiliatrice si privano di Lire 2 per l'erezione della chiesina dei Becchi.
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Maria, Achille e Leopoldino Graziani di Alvito (Caserta) mandano una lira ciascuno per la costruzione del nuovo Santuario, dal quale Maria Ausiliatrice benedirà particolarmente i fanciulli.
Matilde, Carluccio, Pierino e Giuseppino Carmagnola di Torino, offrono L. 2 perché la Madonna riconduca loro sano e salvo il fratello Giovanni che si trova al fronte.
Mamme e insegnanti devote.
Una povera mamma, che ama di tenero amore il suo figliastro, col piccolo obolo di L. 1 per la Chiesa dei Becchi chiede a Maria Ausiliatrice la grazia di vederlo crescere docile alle sue cure e a togliere dai parenti il dubbio che essa non l'ami! - S. T.
*
Appresi dal Bollettino Salesiano il caro omagg dell'infanzia divota di Maria Ausiliatrice e mi affretto - con l'offerta di L. 10 - a inscrivere nell'albo santo dell'innocenza la mia Maria Dolores, di sei mesi, perché la Vergine Ausiliatrice me la conservi sana e la faccia crescere buona come il Ven. Don Bosco voleva i suoi figli. - C. C. di Lombardore.
Trivero Maria implora da Maria Ausiliatrice la benedizione ai suoi due figli Mario e Ferruccio. - L. 2.
*
Vergine SS., mi porgo sotto la tua materna protezione con i miei alunni, affinchè il mio lavoro possa, col tuo santo aiuto, riuscire di gloria a Dio e proficuo di bene alle piccole anime a me affidate. - L. 5. - I. F. insegnante municipale, Torino.
Pii giovanetti e giovanette.
Un fiorellino che si nasconde... felice di convertirsi in tanti granelli d'arena. - Torino, L. 20.
*
Per insperato favore, ottenuto dalla Madonna di Don Bosco, C. L. di Torino offre L. 5, qual umile omaggio di riconoscenza per l'erigendo Santuario dell'Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti.
Le giovanette dell'Oratorio festivo di S. Giusto Canavese umiliano a Maria Ausiliatrice l'umile obolo di L. 10, fidenti che le compagne di cento altri Oratori abbiano a far più di loro.
Sono L. 10 che offro a Maria Ausiliatrice per il Santuario dei Becchi, in pegno di figliale affetto e in fiduciosa domanda della sua materna protezione. - Pia.
Da Maria SS. Ausiliatrice implorano la sospirata pace e la sua benedizione materna sulla cara famiglia le sorelle Peraldo. - L. 5.
Preci e ringraziamenti.
A Lei, alla celeste Sovrana debbo tanti grazie ! Mi associo festosa all'inno della riconoscenza, inciso a caratteri d'oro nel Santuario di Maria Ausiliatrice presso la casa ov'ebbe i natali il Ven. D. Bosco. - M. A. L. 5.
*
Vorrei offrire dei fiori il fiore piú gradito a Maria Ausiliatrice in pegno d'imperitura riconoscenza per due insigni favori ricevuti... Colla promessa di una prece quotidiana di ringraziamento, mando L. 5o pel Santuario dei Becchi perché, convertite in mattoni, dicano il mio grato animo anche dopo la mia morte. - O. G.
Anche i Collegi.
Chi vorrà negare il suo obolo al Santuario votivo dei Becchi? Alla lettura del Bollettino Salesiano, che ne caldeggia l'erezione, sorse subito fra i nostri allievi un gruppo di collettori e raccolse la somma di L. 70, che in pegno di vivissima riconoscenza a Maria SS. Ausiliatrice per insigni favori ricevuti, elevata per mio conto a Lire 1oo, mando come prima offerta al nobile fine. -- Cuorgné, Collegio G. Morgando, 24 ottobre :1915. -- Don Gius. Mossetto, Direttore.
Per i nostri morti.
La carità verso le anime del Purgatorio : Raccolta di preghiere l'acquisto del maggior numero d'indulgenze in suffragio dei Defunti, compilato da Francesco Rosa. - Bel volume di pagine 736, elegantemente stampato e rilegato in tela, taglio nero o rosso, L. 2.50. - Per l'acquisto rivolgersi direttamente all'Autore sig. cav. Francesco Rosa, Via Borgo Nuovo, 96, Roma., o alle Librerie della S.A.I.D. « Buona Stampa », Corso Regina Margherita, 176, Torino - e Parma e Catania.
È una vera novità: è il più completo manuale di pietà pei divoti delle anime Sante del Purgatorio, e dovrebbe perciò entrare in ogni famiglia cristiana.
Avendone l'Autore umiliata copia al S. Padre Benedetto XV, ebbe questa risposta dall'Em.mo Card. Gasparri, Segretario di Stato: « L'Augusto Pontefice, la cui paterna carità raggiunge con altissima efficacia anche le anime dei suoi figli che appartengono alla Chiesa Purgavate, mentre ringrazia la S. V. Per il filiale e riverente omaggio, fa voti che al nobile e pio intendimento della S. V. corrisponda il favore, onde è degna presso i fedeli l'anzidetta utilissima raccolta di preghiere, ed augura che questa con una larga diffusione nelle famiglie contribuisca piamente alla liberazione delle anime dal carcere del Purgatorio ».
Che il voto del S. Padre, massime durànte questa guerra che fa tante vittime, si compia largamente!
S. E. Mons. Giorgio Gusmini Arcivescovo di Bologna.
Per lui rivisse la scuola cristiana.
In questi tempi in cui pel socialismo di Stato che ogni cosa invade, la scuola va perdendo, ogni giorno piú, il suo carattere educativo, il che vuol dire che non tende più a formare la gioventú alla vita, la cui base è la forza morale del carattere, la Provvidenza ha suscitato Don Bosco che a questo bisogno particolarmente ha provveduto con l'Istituto che prende il nome da uno dei piú eminenti educatori cristiani dell'età moderna, S. Francesco di Sales; Istituto tanto più importante in quanto per l'indirizzo stesso del Ven. Fondatore tende ad educare sanamente alla vita la gioventù abbandonata. lo faccio voti che il Centenario della nascita del grande uomo, del Venerabile sacerdote, segni un risveglio di forze, interiori nell'Istituto al raggiungimento del nobilissimo scopo ed esteriori colla serietà di appoggio all'opera eminentemente sociale e cristiana.
Bologna, 13 agosto 1915.
+ Giorgio, Arcivescovo.
S. E. Mons. Teodoro Valfrè di Bonzo Arcivescovo di Vercelli.
Fede, pietà, carità cristiana.
Molto si è discorso, specialmente da 5o anni a tutt'oggi, sui metodi per l'educazione religiosa e civile della gioventú, che bisogna salvare dalla fiumana dei mali che innonda la società odierna. Ma di troppe chiacchiere si sono fatte e piú delle volte senza pensare di dove si dovesse incominciare per educare i giovani.
Don Giovanni Bosco, ora Venerabile e che presto speriamo onorare Santo, con meno chiacchiere, ma con più fatti, si prefisse, tra i diversi problemi che si presentarono alla sua mente, quello massimo - Salviamo la gioventù - e la volle salva mettendo per fondamento del suo programma : la fede, la carità e la pietà cristiana. Con questo programma, operò miracoli di bene.
Lode al grande Sacerdote che, sull'esempio del Redentore, predilesse i giovani e seppe rendersi benemerito della società religiosa e civile, oltrecché per tanta altri titoli, per l'istituzione dei suoi Oratori per la gioventú.
In onore ed in omaggio alla ricorrenza del primo Centenario dalla nascita del Venerabile Don Giovanni Bosco, si assecondi efficacemente l'opera dei suoi figli, i Salesiani, se si desiderano giorni migliori per la Chiesa e per la Patria.
14 agosto 1915.
+ TEODORo, Arcivescovo.
(1) Sono altre affettuose adesioni - di Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi - pel Centenario di Don Bosco, pubblicate dall'Italia di Milano nel n° del 16 agosto.
S. E. Mons. Calchi-Novati Vescovo di Bobbio.
Formi sacerdoti educatori.
Unisco la mia povera parola al concetto di lodi che da tutto l'Episcopato s'innalza in onore del Ven. Don Bosco, grande apostolo della gioventú, nel primo centenario della sua nascita. Qual voto mai può formare un vescovo, piú ardente che quello d'aver sacerdoti come Don Bosco che educhino santamente la gioventú? Interceda egli da Dio copiosissime grazie di scienza cristiana, di fortezza d'animo, d'azione sagace e costante a tutte le nostre giovanili cattoliche associazioni.
Saronno, 14 agosto 1915.
+ PIETRO, Vescovo di Bobbio.
S. Ecc. Mons. Gaggia Vescovo di Brescia.
Lo spirito di D. Bosco al futuro Congresso.
Nel 1815 avea luogo il Congresso di Vienna e nasceva il Ven. Don Bosco. Parrà strano l'avvicinare questi due fatti tanto dissimili fra loro: là, Vienna la ricca capitale di un grande impero ; qui un povero paese ignorato del Piemonte : là tutti i potentati d'Europa, imperatori, re, principi, ambasciatori; qui un bambino impotente, figlio di genitori ignobili ed oscuri : là tutto il fasto e la pompa di una corte superba; qui poco meno che la miseria. Eppure è qui dove Dio guarda pietoso e prepara un suo grande disegno a pro' dell'umanità, non là dove follemente si avvisano i potenti di coordinare l'Europa e ricondurre l'età dell'oro sulla terra.
Nei tempi antichi fu detto che la differenza tra il conquistatore e il ladrone sta dall'essere il primo un ladrone in grande ed il secondo un conquistatore in piccolo. Ai nostri tempi si parò ben dire che quegli imperatori e re, raccolti a congresso, fossero altrettanti « gheiaba » che a Vienna, come altri lungo una spiaggia della Barberia, faceano tra loro la cernita degli schiavi, non schiavi persone, ma schiavi popoli e nazioni, di cui disponeano a lor talento, come suggeriva l'interesse e l'egoismo, non meno grande della paura, che era stata cagione, poco finanzi, d'accordarsi tra loro. Vi si stabili anche la Santa Alleanza, che altro non era veramente se non la difesa comune del comune delitto contro la libertà delle nazioni, e che dissero santa, forse ad imitazione di Virgilio, dove è chiamata sacra l' « auri fames ».
Credevano essi nel loro orgoglio di poter dare nuova forma al mondo e plasmarlo a loro grado si da dover cantare l'in terra pax; ma con essi non edificava il Signore, che disperde i superbi; e la loro pace fu un secolo di rivoluzioni, di guerra e di regicidi.
Voglia Iddio che il 1916 incominci un secolo degno dell'anima di Don Bosco, ed Egli ne lo ottenga colla sua potente intercessione, si che cancelli l'opera funesta e non anco cessata di quello, che al suo principio fu spettatore delle feste licenziose e delle danze di Vienna. La vera pace e il vero bene dei popoli e degli individui non venne già da Roma e da Augusto ma dalla « minima » Betlem e da Lui, che era chiamato il figlio del labbro.
Non vi è alcuno che invochi un nuovo Congresso di Vienna, fatto a somiglianza del primo, od uno nuova santa alleanza, che sancí tanta ingiustizia contro i popoli e ribadí catene che avea promesso d'infrangere : al contrario non havvi uomo, che non ricordi con dovuta e giusta ammirazione il figlio del contadino piemontese, che col sacrificio di tutto sè fu benefattore del popolo, sollevò tanti infelici, fu padre degli orfani, la provvidenza dei derelitti, l'apostolo ed il maestro del povero, il consolatore di tanti animi abbandonati e depressi ; e portò l'opera sua oltre quanto non seppero i potenti di Vienna, anzi fino là fra terre ignorate dalla geografia di quei grandi, che credevano avere in pugno tutto l'universo. Nè solo : ma perpetuò sé stesso fra noi nei suoi figli e discepoli, sí che ancor vive beneficando, come al principio, mentre del Congresso di Vienna per buona ventura, quasi piú nulla rimane, se non il ricordo dell'impotenza umana, anche di re e di imperatori, che fabbricano sulla sabbia della propria superbia e della propria cupidigia.
Ringraziamo Iddio di avere concesso alla Chiesa ed ai, popoli questo degno rappresentante della sua paternità : e il centenario della nascita di Lui sia di sprone a' suoi figli a ritrarre copiose in sé le virtú di un padre tanto caro e venerato, li accenda a continuare, come fanno con si grande alacrità, l'azione salutare e redentrice, anzi ad allargarla quanto abbracciava il cuore del S. Fondatore, largo come il Cuore di Gesù, che vuole tutti salvi : e sia di eccitamento a ognuno ad imitarne ed aiutarne l'opera benefica fra noi, e sia, infine, la sua memoria di avvertimento a tutti, che solo in Gesú può trovarsi salute e redenzione, e solo gli uomini di Dio sono i grandi benefattori delle nazioni e dei popoli.
14 agosto 1915.
+ GIAcINTO, Vescovo di Brescia.
S. E. Mons. Giovanni Cazzani Vescovo di Cremona.
È una potente apologia del Cristianesimo.
Non v'ha dubbio che Don Giovanni Bosco sia stato dei più grandi uomini dell'età sua e di tutte le età cristiane : dico di quei veri grandi, la cui grandezza non umilia, non confonde e non sacrifica alcuno, ma conforta ed eleva, della più vera e santa elevazione, immense moltitudini, e di sua luce consola e onora tutta l'umana famiglia. E fu celeste benedizione per la Chiesa Cattolica, in tempi di tanta ostilità contro di essa - calunniata come nemica dei piú recenti progressi - che un si grande benefattore e educatore dei tempi nuovi, il quale tutti i progressi piú arditi e piú veri della scuola e del lavoro mise a profitto di una immensa opera educatrice del popolo. sia stato e sia apparso evidentemente a tutti, formato, animato e condotto dallo spirito piú schiettamente cattolico e romano.
La figura e l'opera di Don Bosco sono una potente apologia della fede cattolica e possiamo augurarci che il Centenario della sua nascita sia come l'auspicio fortunato di una migliore armonia tra cattolicismo e civiltà, nell'età nuova, che fra tante rovine e tanto sangue va maturando.
15 agosto 1915.
+ GIOVANNI CAZZANI, Vescovo.
S. E. Mons. Pietro Zanolini Vescovo di Lodi.
Il suo astro torni a rischiarare.
La Chiesa non ha ancora posta sul capo del Venerabile Don Bosco la corona dei Beati. Però il mondo, e specialmente l'Italia, edificati dalla sua santità e beneficati dal suo apostolato alla salvezza della gioventú, già contemplano come stella fulgidissima nel firmamento eterno Colui che erudí nella giustizia tante generazioni.
È giusto quindi e santo che ricorrendo domani il primo centenario dalla sua nascita al mondo, salutiamo con gioia il sorgere luminoso sulla terra di questo astro che ancora nell'opera sua salesiana manda tanta luce di carità e di fede, e auguriamo che esso torni a rischiarare le menti di tanta gioventú che facilmente è traviata dietro falsi miraggi di scienza e di felicità.
Insegni loro, col suo esempio, Don Bosco, come nell'ossequio a Dio e alla sua religione, nella purezza dei costumi, nel costante sacrificio di sé, il giovane trova la sua nobiltà vera, e insieme vendesi pronto ad ogni cimento per adempiere tutti i suoi doveri anche verso la Patria.
15 agosto 1915.
+ PIETRO, Vescovo.
S. E. Mons. Paolo Origo Vescovo di Mantova.
Albero magnifico.
Ogni buon albero porta buoni frutti, ha detto Nostro Signore; e tanto sarà piú buono un albero quanto maggiori e migliori i frutti da esso prodotti.
Quale albero magnifico fu dunque il Venerabile Don Giovanni Bosco che vivo e morto fece allignare tanti alberi fruttiferi colle sue Istituzioni Salesiane nei due continenti (europeo e americano) a salvezza della gioventú?
Mirabile provvidenza di Dio! In tempi in cui dal nemico si lavora indefessamente e colle piú sataniche arti a strappare la fede dai giovani cuori e corromperne i costumi, Dio suscita quest'Uomo che si può chiamare il salvatore della gioventú nel secolo decimonono e nel nostro.
E quanti giovani, da Lui educati, ora sul campo dell'onore ricorderanno il Padre e lo onoreranno col loro valore e la loro pietà!
Benedetto il giorno in cui si disse : È nato un tanto uomo! benedetto il seno che lo ha nutrito.
14 agosto 1915.
+ PAOLO CARLO, Vescovo.
S. E. Mons. Francesco Ciceri Vescovo di Pavia.
Educò al patriottismo.
È un peccato che la ricorrenza del primo centenario della nascita del Ven. Don Bosco avvenga in un anno nel quale l'attenzione degli Italiani è troppo distratta da tale commemorazione: Penso però che se questa coincidenza suggerisse di fare un elenco dei giovani italiani, secolari ed ecclesiastici, formati dall'opera di quel Santo, che fanno alitare nel nostro esercito lo spirito educato alla sua scuola, gli si intreccerebbe una corona di gloria veramente singolare. La famiglia salesiana potrebbe procurargli questa corona.
14 agosto 1915.
+ FRANCESCO, Vescovo di Pavia.
S. E. Mons. Giovanni Pellizzari Vescovo di Piacenza.
Grande dinanzi alla religione e alla patria.
Don Bosco è divenuto grande dinanzi alla religione ed alla patria, perché ubbidi al comando di Gesú Cristo « ite, docete omnes gentes »: andate, istruite tutti i popoli. Egli ha istruito nella religione la gioventù, e la salvò dalla corruzione ; istruí i popoli, e li tolse dall'errore e dalla colpa ; evangelizzò i selvaggi, e portò dovunque la vita cristiana, la grazia, la benedizione e la pace.
Monito a tutti quelli che comandano. L'insegnamento del catechismo cattolico dona prosperità e pace ai popoli; la guerra al catechismo conduce i popoli agli odi, alla barbarie, ed a sanguinosi combattimenti sui campi di battaglia.
14 agosto 1915.
+ Giov. M., Vescovo.
S. E. Mons. Pietro Grassi Vescovo di Tortona.
Sacerdote santo, educatore insigne, apostolo generosissimo.
Quanti credono un'opera di carità esser più gran cosa che la conquista di un regno, quanti in un cuore acceso di amore più che umano ammirano più profondità che nelle dotte elucubrazioni del filosofo, maggior ampiezza e splendore e fecondità che nel giro degli astri, non ripeteranno se non troppo dicevole che si festeggi a gara la prima centenaria celebrità della nascita del Venerabile Don Bosco, del quale è veramente a dir col poeta
Se il mondo sapesse il cor ch'egli ebbe...
Assai lo loda e piú lo loderebbe.
Sacerdote santo infatti, educatore insigne, apostolo generosissimo, fu tale che pietà, carità, verità, furono in lui, per dirla con l'Ozanam, come tre fiamme ardenti di uno stesso focolare, le quali irradiano indivise dal gran cuore di lui in tutta la loro luce, in tutto il loro calore, in tutta la loro elettricità.
Di Don Bosco parve scritto ne' cieli, quasi preannunzio e impresa di tutta la sua vita, il detto del salmista : « Tibi derelictus est pauper: orphano tu eris adiutor »; e colla carità (che è veramente la pienezza della legge, e nella quale necessariamente si assomano, si fondono, si fecondano, e insublimano tutte le altre virtú) egli, con quella semplicità che si ignora ed è la cima della perfezione, e quella continuità che sola assicura il successo, seppe fare meglio che un'opera di semplice beneficenza; ci diede tutta una fioritura di opere di moralizzazione individuale e sociale, di elevazione delle anime, di attuazione mirabile di tutte le piú riposte e preziose energie del cristianesimo, cosí che forse a milioni gli uomini, nell'antico e nel nuovo mondo, devono a lui più che il tetto, il pane, il lavoro... la dignità, il sapere, la fede, la virtù, tutto ciò insomma che forma il piú alto onore e il piú prezioso patrimonio della adamitica progenie.
Degna veramente di poema e di storia è tutta l'opera di Don Bosco, né può essere pure in iscorcio ritratta nelle poche righe a me segnate dalla tirannia dello spazio; ma, a ripensarla -- cosí varia, cosí molteplice, cosí diffusa, cosí nuova, cosí geniale anche e ai tempi meravigliosamente adatta - vien fatto di ricordare involontariamente il grano di senape evangelico, che essendo il più piccolo di tutti i semi crebbe in albero grande da ricovrarvicisì sopra a schiere gli uccelli, giacchè anche il picciol seme gittato primieramente da Don Bosco a Torino crebbe presto in tal pianta i cui rami benefici si stendono optai su tutta la faccia della terra, chiamando alla propria amica ombra tutti i piccoli, i derelitti, i diseredati, gli invocanti assistenza, difesa, aiuto, conforto, luce di sapienza e balsamo di carità. Ma sulla sua opera, per quanto meravigliosa, s'aderge l'uomo, s'aderge il santo, il Venerabile, Don Bosco, uno veramente di quegli spiriti magni, nei quali riguardando, piú in sé si esalta l'umana specie. Che dire che non sia troppo disuguale al suo merito?
Che rivisse in lui la carità inesauribile e diffusiva di Vincenzo de' Paoli, la dolcezza mite, soave, amabilissima di Francesco di Sales, la festività gioconda di Filippo Neri, la paternità amorosa e sollecita del Miani, la pietà fattivo di Antonio Maria Zaccaria, la serena pazienza del Calasanzio, la fiducia nella Provvidenza di Gaetano da Tiene, e nelle inventive del genio della carità che possedeva tutta la fecondità di Francesco d'Assisi e di Domenico di Gutzman ? Senza dubbio, ciò non sarebbe che affermare il vero, chè tutte in sé accolse Don Bosco riunite, fuse in un'armonia stupenda, eppure improntate come anche tutte di un carattere proprio e personale, queste svariatissime e meravigliose perfezioni; ma io chiuderò col dire che Don Bosco fu un santo antico e moderno insieme; eternamente giovane come l'Evangelo, del quale la sua vita intera coerente dall'infanzia fino alla morte, e tutta un'eroismo sublime di virtù ininterrotto ed uguale - non fu se non una costante e luminosa attuazione, quasi musica che dallo scritto suona viva nel canto.
14 agosto 1915.
+ SIMoN PIETRO, Vescovo di Tortona.
Nello svolgere qnesta rubrica, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni Pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana , né prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.
N. N., essendo stato colpito da una piaga nel labbro inferiore, dopo alcuni mesi di sofferenze, avendo consultato tre medici chirurgi i quali lo tormentavano con le continue caustigazioni senza nessun miglioramento, si decise di andare a consultare un professore di università, dal quale si ebbe il doloroso annunzio che per guarire era indispensabile un'operazione chirurgica. Il povero infermo cadde in tale abbattimento che parve dovesse soccombere; perché affetto del diabete non poteva essere o ;girato, e intanto, non subendo l'operazione, il valente chirurgo riteneva che il male si complicasse a rovina dell'infermo.
Il caso era quindi disperato. Gli capitò nelle mani il Bollettino Salesiano e leggendo le varie grazie che si sono ottenute da Maria Ausiliatrice per l'intercessione del Ven. Don Bosco, mosso da divina ispirazione, scrisse sullo stesso Bollettino questo voto: « Se Maria SS. Aiuto dei Cristiani per l'intercessione del Ven. Don Bosco mi farà guarire senza ricorrere all'operazione chirurgica, io manderò al secondo Successore di Don Bosco l'elemosina di L. 5o e farò stampare nel Bollettino la grazia ottenuta ». È un fatto, da tutti creduto un miracolo. Il paziente, in men d'un mese, senza medico e senza medicine guarí cosí perfettamente da non rimanergli alcuna traccia del male sofferto. Per affermare che la grazia è stata ottenuta per l'intercessione del Ven. Don Bosco, il paziente dice che durante il tempo che passò dal voto emesso alla guarigione ottenuta, egli cosí pregava: -- Venerabile Don Bosco, interessatevi dei gravi bisogni del vostro secondo Successore; voi sapete quanto sono grandi i bisogni dell'Opera mondiale che gli avete affidato, guaritemi, ed io gli manderò l'elemosina promessa; è ben poca cosa, ma è sempre qualche cosa per le sue grandi necessità a.
Il graziato vuol restare sconosciuto, mentre per mio mezzo scioglie il suo voto e prega inserire nel Bollettino Salesiano la grazia ottenuta.
Siracusa, 11 settembre 1915.
Cari. ALESSANDRO BRANCATI.
Una bella grazia ha ricevuto il giovane Rivetti Giovanni di Michele di questa Parrocchia. Egli l'attribuisce all'intercessione del Ven. Don Bosco.
Addí 2 giugno 1915, questo bravo giovane d'anni 18 cadde gravemente ammalato. Il suo male era dichiarato da due medici il tetano; e purtroppo in quattro giorni il giovane era quasi disperato dai dottori. Egli allora insieme colla brava famiglia si raccomandò assai al Ven. Don Bosco. Gliene diedero il suggerimento il fratello maggiore Cesarìno, allievo dell'Oratorio Salesiano in Casale Monferrato; ed il parroco sottoscritto.
La grazia della guarigione è venuta in poco tempo, ed ora prego farne annunzio sul Bollettino Salesiano a gloria del Ven. Don Bosco.
Valdivilla di S. Stefano Belbo, 22 sett. 1915.
Sac. LUIGI SETTIMANO, Arciprete.
Una giovane di ventisette anni, Bianchi Domenica di Pietro, il giorno dopo l'Assunta si metteva a letto gravemente inferma. Il giorno dopo, centenario della Nascita di Don Bosco, il medico dichiarò formalmente l' avanzarsi della terribile malattia della peritonite. Unitamente a tale morbo mortale la povera giovane era affetta altresí da una forte bronco polmonite; quindi lo stato di lei era del tutto disperato umanamente.
Che fare? Mi ricordai che Don Bosco ha fatto sempre grazie ed esortata la giovane, alla quale avea già amministrato tutti i conforti religiosi, ad intraprendere con me e con quei della famiglia una novena a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice, promettendo una elemosina per le Opere Salesiane e di farne pubblicare la grazia col Bollettino Salesiano, con fede la incominciarlo, benedicendo l'inferma tutte le sere con una reliquia del Ven. Don Bosco, che io ho presso di me.
Non era ancor terminata detta novena che l'ammalata era affatto fuor di pericolo ed ora riconoscente, quantunque ancor convalescente, adempie alla promessa ed invia per la fabbrica del tempio di Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti, o per altre Opere Salesiane, l'offerta di lire 1o.
Lava di Malanno (Brescia), 25 sett. 1915
D. GIOVANNI FORMENTELLI, Rettore, BIANCHI DOMENICA.
L'anno scorso il 24 gennaio, venni a conoscere, con grande mio dispiacere, che il giorno precedente era accaduta una grave disgrazia ad una persona di mia conoscenza. Mentre stava per salire su un tram elettrico, avendo messo un piede in fallo, sdrucciolò e cadde; e in quel momento capitò un furgone che la travolse causandole la frattura communicativa del braccio sinistro e diverse contusioni al capo.
Subito la raccomandai caldamente a Dio ed Maria SS. Ausiliatrice perché la salvassero ed insieme incominciai una novena, interponendo l'intercessione del Ven. D. Bosco, promettendo la pubblicazione della grazia sul Bollettino Salesiano e un'offerta.
Nello stesso tempo, per lettera (non potendo farlo in persona, perché io pure ammalata) consigliai la stessa novena e le stesse promesse alla famiglia di quel pover'uomo.
Ebbene, quantunque credessero di dovergli amputare completamente il braccio, dopo pochi giorni seppi che le cose andavano bene, che era scomparso ogni pericolo di amputazione, e che di già era guarito di tutte le altre contusioni; e difatti in poco tempo poté riprendere la sua professione.
Piena di riconoscenza alla gran Vergine Ausiliatrice ed al Ven. Padre D. Bosco, adempio quindi la promessa, inviando un'offerta promessa in ringraziamento.
3 aprile 1915.
MARIA CASAZZA V. CROCE Cooperatrice Salesiana.
Nel giorno 22 dello scorso febbraio 1915, da una mia cugina, per nome Bonetto Maddalena, venni invitata a recarmi da un pronipote, il quale giaceva gravemente infermo di polmonite acuta, e dal dottore era stato dichiarato perduto. Verso le io antimeridiane aveva ricevuto il SS. Viatico ed era rassegnato a morire dicendo: - Vado a vedere mio padre! - morto anni or sono a Bibiana. - Noi l'esortammo a confidare nel valido aiuto di Don Bosco e dell'Ausiliatrice, e a fare almeno un triduo di preghiere, colla promessa -di pubblicare sul Bollettino Salesiano la grazia. Ora il ragazzo è guarito bene, e già si reca giornalmente al lavoro, giacché è un povero operaio.
L'umile sottoscritta, che fortunatamente è cooperatrice salesiana fin dai tempi del Ven. Don Bosco, si crede in dovere di mantenere la promessa, e perciò espone il fatto in tutta la sua candidezza ed in pari tempo invia un'offerta pel Bollettino e i Missionari Salesiani d'America.
Lusernetta, 27 aprile 1915.
GIUSEPPINA ODDINO ex-lliaestra.
Tempo fa, per due anni di seguito, fui costretta ad interrompere il mio lavoro di insegnante a cagione di un grande indebolimento di forze nel primo anno e di tale incommodo nel secondo che non so descrivere.
In mezzo a indicibili sofferenze, ricorsi con gran fiducia al Venerabile Padre dei poveri, il caro Don Bosco, promettendo un'offerta, che inviai poco dopo, affinché m'intercedesse da Maria SS. la grazia di riacquistare la salute, per poter riprendere il mio impiego, perché le mie circostanze erano miserabili.
Non furono vane le mie preghiere, e la sua Madonna ebbe pietà di me ridonandomi salute e forza, sí che ora, già da tre anni, posso proseguire nell'insegnamento senza alcuna interruzione. Oh! Venerabile Don Bosco, colle lacrime agli occhi, ti ringrazio di cuore, pregandoti di esprimere la mia riconoscenza alla cara Madre, Salute degli infermi, poiché io ero indegna di tal grazia!
Corio, 2 ottobre 1915.
ANDREINA AIMONE.
NELL'EQUATORE Le Missioni dell'Oriente.
Grazie alla presenza di Mons. G. Costamagna nelle terre affidate alle sue cure pastorali, sulla diffcilissima Missione Salesiana dell'Oriente dell'Equatore cominciano a spuntar giorni di liete speranze.
S. E. Rev.ma Mons. Emanuele Maria Polit, Vescovo di Cuenca, con Lettera Pastorale del 15 maggio u. s. ha raccomandato per quella una particolare elemosina a tutti i fedeli della sua diocesi: e Mons. Costamagna, tra le altre imprese, ne ha potuto compiere per mezzo dei suoi missionari una arditissima.
Ecco i documenti.
LA LETTERA PASTORALE del Vescovo di Cuenca.
La splendida lettera, riboccante di fede e di carità, comincia col ricordare la colletta, da raccogliersi in perpetuo, nella festa della SS. Trinità, in tutte le chiese della diocesi. È una delle 4 collette prescritte per goder dell'ampio indulto del digiuno e dell'astinenza dopo la soppressione della Bolla della S. Crociata, avvenuta sotto il Pontificato del S. P. Pio X. Or questa Colletta è destinata « per cooperare al sostenimento delle nostre Missioni dell'Oriente, cioè del Vicariato Apostolico di Méndez e Gualaquiza ».
« A chi di voi, o Venerabili Sacerdoti, chiede l'egregio Prelato, non è palese l'importanza di quest'opera e l'obbligo che abbiamo noi principalmente e poi tutti i fedeli della Diocesi di contribuirvi? Sull'opposto versante delle Cordigliere Orientali delle Ande, alla stessa latitudine in cui ci troviamo noi, sappiamo che vivono varie tribù selvagge, pagane la maggior parte, appartenenti alla grande famiglia Jivara...».
Quindi illustra il dovere speciale che incombe ai suoi diocesani di aiutare la vicina missione la quale per un secolo fu compresa nei confini della diocesi, e insieme scioglie benevolmente quest'inno ai nostri missionari.
« La giovane e ardente Congregazione del Ven. Don Bosco è già penetrata in quei rinchiusi domini di Satana; ha cominciato a fargli guerra senza tregua e a battere in breccia i suoi quasi impenetrabili ridotti di ignoranza, di superstizione, di poligamia, di vendetta e crudeltà sanguinaria, e della piú vile e turpe idolatria. Sa Dio solo quanti ostacoli ha dovuto vincere ; quante fatiche e sudori, quanti eroici sforzi e sacrifizi le ha costato il lavoro di più di vent'anni! E al fronte di questa difficile campagna abbiamo visto un dei figli prediletti del Ven. Don Bosco, il Vicario Apostolico di una delle Missioni più difficili, Mons. Giacomo Costamagna, che fu costretto ad una lunga e forzata assenza, la quale, grazie a Dio, è terminata. Così oggi lo vediamo, sebbene in età già avanzata, con vigor giovanile e zelo veramente apostolico, recarsi in persona a riorganizzare il centro di Gualaquiza e fondare la nuova stazione d'Indanza, aiutato da alcuni pochi, ah! troppo pochi confratelli e collaboratori, che si son sentiti rianimati e fortificati dalla presenza sua e dal suo esempio ».
La lettera passa a raccomandare l'accennata elemosina, dimostrandone la bellezza e la necessità di cooperare alla evangelizzazione degli infedeli e termina coll'augurio « che tutti i Reverendi Sacerdoti divengano altrettanti Cooperatori della Missione Orientale ».
Un ponte sull'Indanza. (Lettere di Don A. Del Curto a Mons. Costamagna).
I.
Indanza, 2o maggio 1915.
Eccellenza Rev.ma ed amatissimo Padre,
Non ho mai sofferto tanto come in questo mese di maggio. Mi caddero insieme tanti lavori ad un tempo; e la condotta degli enormi travi per la costruzione del ponte mi costa una fatica indicibile. Per questo lavoro abbisognavano non meno di 5o uomini. Dove trovarli in questo luogo, che è la desolazione delle desolazioni? Lunedì scorso, con 40 uomini, 20 lavoratori della casa, 10 dati dal signor Rios e 10 selvaggi, si è condotto il legno piú pesante a pochi metri del margine del fiume; e quella sola giornata, che mi costa piú di 20 sucres, mi lasciò senza forze e senza voce. A rendere piú difficile il lavoro si aggiunge la pioggia torren ziale. Pur nondimeno se avessi avuto una decina di uomini di piú, il ponte sarebbe già quasi al termine.
Mi son deciso di servirmi ogni domenica di tutti gli uomini che vengono alla messa per la condotta del legname, e spero che in due o tre domeniche, tutto sarà finito, per ciò che riguarda la travatura...
Tutto suo affamo figlio in G. C. Don ALBINO.
II.
Indanza, Missione del S. Cuore, 24 luglio 1915.
Eccellenza Rev.ma ed amatissimo Padre,
La costruzione del gran ponte sopra il fiume indanza, che coll'aiuto divino abbiamo potuto condurre a buon termine in questi giorni è altra prova che mette in evidenza l'amor grande dell'E. V. per questo nuovo centro di Missione del suo Vicariato, amore spinto fino al piú duro sacrifizio, se si considerano le incredibili strettezze in cui si trova V. E., e le gravi fatiche che ha dovuto affrontare per mettere insieme la somma necessaria a tale scopo.
Con quale profonda contentezza io perciò vengo oggi a darle ragguaglio del compimento di quest'altra impresa maturata dall'influsso dei suoi amari sudori.
Quando nel mese di gennaio u. s., mentre ancora si lottava contro tanti ostacoli per innalzare la Casa della Missione in mezzo a questa foresta vergine, Vostra Eccellenza teneva fisso il suo sguardo in quest'altra opera difficile, capace d'impensierire e stancare non solo alcuni poveri Missionari ma anche una ditta commerciale disposta ad ogni spesa col miraggio di un utile grande, fummo tentati di credere che il suo pensiero passeggiasse quella volta per le dorate regioni dei sogni. E che siffatto ideale non potesse essere se non una bella utopia, me lo dicevano i vani tentativi già fatti da una forte impresa e la convinzione generale in tutta la regione dell'Azuay, che il fiume omonimo alla nostra residenza non ammette ponti di sorta.
PUÒ quindi immaginarsi l'E. V., che terribile incubo fu per me la sua lettera di febbraio, nella quale lessi ben chiaro il precetto: Pònti al Ponte!
Zhiri, quel vecchio jivaro, ultra centenario, che pavoneggiava con tanta grazia il rendingote ricevuto in dono da V. E. nell'ultima visita, seppe il mio imbroglio, e:
- La cosa, ripeteva, è certamente difficile. Quanti bianchi son venuti con questo fine ed hanno rinunziato all'idea!
Ma dopo aver pensato un po guardandomi con un'aria buona, come di chi vuol concedere un favore:
- Però laggiù, soggiunse lentamente, a poca distanza, in un luogo a tutti ignoto e quasi inaccessibile, io conosco un precipizio sul quale, in tempi remoti, alcuni jivari poteron gettare un ponte, che fu la causa della morte di molti, ma il ponte fu fatto.
Senza por tempo in mezzo ci recammo colà. Quale andito meraviglioso, o nascondiglio eminentemente pittoresco! Sotto il ciglione incavato e liscio della roccia mugge il fiume ristretto in poca riva. Io tremava ad ogni passo; il vecchio mi si volgeva di tanto in tanto e mi chiedeva:
- Puoi?
- Fin qui posso, ma se si rompono i rami che mi sostengono, mi salverai?
- Non temere! non sai che io sono il miglior nuotatore della tribú?
E giungemmo al punto ove il fiume entra in un vero corridoio. La parete di sinistra può misurare più di cento metri di altezza ; ma a poca distanza fra gli arbusti monchi, cresciuti malamente in una linea trasversale dei fianchi, non pareva impossibile praticare un sentiero, mentre la distanza fra sponda e sponda non poteva superare i venti metri, e la sponda sinistra si presentava comoda e sicura.
Il 26 d'aprile si incominciarono i lavori del sentiero e di preparazione del materiale. Chiesi ai confratellli della casa di Cuenca le corde necessarie; e solamente in giugno coll'aiuto di 40 uomini, alcuni della Colonia, altri mandati dal Municipio di Gualaceo, si poté compiere l'ardua impresa della condotta del legname.
Attraversammo il bosco senza difficoltà ; però arrivati al margine che precipita con violenza verso il fondo, le grosse funi non valsero a sostenere il peso enorme del primo trave, che scomparve nell'abisso, irreparabilmente perduto. Si pensò allora al cordone metallico che possiede il sig. Dr. Remigio Crespo nella sua tenuta del « Pan de azucar ».
Non vi era tempo da perdere. Mi recai colà passando il fiume Trionfo, dove poco mancò non perdesse la vita il nostro caro Giovanni, mentre tagliava a nuoto la rapida corrente.
Quel cordone fu una vera provvidenza perché il lavoro poté continuare senza incidenti.
Ma si avvicinava un terribile ostacolo: l'inverno colle sue pioggie dirotte e colle sue terribili piene!
Tutti i lavoratori, umili e sempre sottomessi alla voce del Missionario, si erano famigliarizzati coi capricci delle intemperie; una sola cosa li intimoriva... il passaggio del fiume!
- Se il Padre ci obbliga (avevano detto tra loro) ci ribelleremo !
E, purtroppo, si era nel frattempo anche sparsa la voce fra i centri di Chordeleg, Pushío e Delegsol che in quel lavoro dovevano morire dieci uomini, e si diceva che un santo uomo di Dio lo aveva saputo nell'orazione. Ci fu anche chi vide, nelle prime ore del mattino, alzarsi uno spettro bianco... dalla parte del fiume...
Povero me, che in mezzo a difficoltà cosí gravi doveva pur lottare contro tante superstizioni!
Eppure era assolutamente necessario che una parte degli uomini si trasportasse all'altra sponda. Fu allora che il povero Missionario, debole ed inesperto, dovette dare l'esempio (mettendo a rischio due volte la vita) per infondere un po' di coraggio in quella gente.
Ora il ponte è finito ; e fu un vero favore di Maria Ausiliatrice che si sia terminato senza la minima disgrazia. Sopra l'abisso tetro e spaventoso, omai passano sicuri gli Iivari dei dintorni che si recano alla Missione per udire la Santa Messa e assistere al Catechismo; e cosí anche le numerose tribú del Zamora, che vanno con frequenza a Mendez ed a Santiago, avranno occasione di sentire una santa parola.
Questo lavoro rappresenta uno dei beneficii più positivi, che Vostra Eccellenza poteva fare alla Regione Orientale.
La Colonia di Indanza vede ora aperti avanti a sè bellissimi orizzonti: opera patriotica, opera civilizzatrice è questa ; ché ad essa è intimamente congiunta la prosperità e la vita di tante famiglie. Diceva bene V. E. che questo ponte sarebbe stato la scoperta di un grande tesoro.
Nutro la grata speranza che V. E., che mai perdona a sacrifizi quando si tratta del bene del suo Vicariato, verrà a benedire quest'opera che Le stava tanto a cuore. Potessimo compiere la solenne cerimonia nel mese prossimo, per festeggiare il Centenario della Nascita del nostro Venerabile Padre! Un ponte, che facilita la civilizzazione di tante povere anime, è anch'esso un monumento degno di Don Bosco!
Nel terminare questa lettera, che omai passa i limiti della moderazione, mi permetta di farle presente il grande aiuto che ricevetti in questo lavoro dal signor Dott. Antonio Muñoz e dalle Autorità principali di Gualaceo. A tutti ho fatto pervenire la mia umile voce di gratitudine, anche a nome di V. E.
Accetti in fine l'E. V. l'omaggio del rispettoso affetto, col quale ho l'onore di baciarle l'anello, e mi creda sempre
Dell'E. V. Reverendissima
Umilissimo figlio in G. C. Sac. ALBINO DEL CURTO.
(Continuazione - Vedi num. Precedente).
Le Missioni.
Tutte le più antiche e le piú importanti missioni dei Salesiani si trovano negli Stati dell'America meridionale. E evidente che la posizione che quivi acquistò la Pia Società doveva essere assai favorevole all'azione dei Missionari. I Missionarii avevano nelle vicinanze un punto d'appoggio fisso, dal quale potevano aver sempre un pronto soccorso; in casi di bisogno e in particolari circostanze potevano far conto sui soccorsi della popolazione a loro soggetta. Le autorità dello Stato si mostrarono quasi dappertutto favorevoli alla loro opera; e hanno loro elargito larghi aiuti morali e materiali. Cosí ad es. il Chili cedette ai Figli di Don Bosco l'Isola Dawson affinché erigessero colà una stazione pienamente tranquilla, il Brasile diede sovente larghe sovvenzioni in vestiario e viveri per le Missioni; e i Salesiani seppero mostrarsi riconoscenti e cosí si conservarono il favore. Sovente inviarono notizie delle loro missioni ai giornali e alle Autorità. Sopratutto fece profonda impressione la presentazione di Indii convertiti ai civilizzati. Nel 19o8 una banda musicale formata di giovanetti dei terribili Bororos si presentava nelle principali città del Brasile, suscitando generale ammirazione. Già alcun tempo prima ragazzi indii della Terra del Fuoco avevano dato concerto musicale in Punta Arenas (Patagonia).
Così lavorano i Salesiani oggidí in tutta l'America Meridionale e Centrale con grandissimo risultato, fra un popolo che altamente li apprezza. Essi, in breve tempo, divennero i principali fautori del risorgimento della vita religiosa nell'America (Pag. 17 e seguenti).
Alle brevi spigolature d'indole generale, surriferite, ci piace far seguire Più lunghi Passi sulle singole nostre Missioni. E un omaggio che intendiamo rendere al Ven. Don Bosco e a tutti i nostri Missionari al compiersi del quarantennio dacchè fu gettato il piccolo seme delle Missioni Estere Salesiane che con la grazia di Dio crebbe in albero gigante (1875 - novembre - 1915).
PATAGONIA, PAMPA E TERRA DEL FUOCO.
Il paese e gli abitanti.
Le regioni più meridionali dell'America del Sud sono in gran parte affidate alle Missioni dei Salesiani. Queste regioni si estendono su quasi Km2 1,2oo,ooo e raggiungono così approssimativamente l'area dei regni di Germania e Austria
Ungheria. Appartengono alle Missioni Salesiane anche le isole inglesi di Falkland (Malvine) e l'arcipelago al sud dello stretto di Magellano, l'oriente del quale fa parte dell'Argentina, l'occidente del Chile. Il complesso però di quelle contrade è formato dalla Patagonia e dal territorio della Pampa centrale. Il vasto territorio che misura da Nord a Sud 2000 km., oltrepassando con tale estensione la distanza da Colonia a Costantinopoli, non fu esplorato esattamente se non negli ultimi decennii. Fino a questi tempi le tribù degli Indi non permettevano ai bianchi d'entrare nell'interno di quelle regioni.
La Pampa, che col suo Territorio fa due volte la Baviera, è in gran parte una sterminata pianura, non interrotta che da piccole colline. Una missionario salesiano così la descrive: « Per un tratto sterminato si elevano colline e colline, che di quando in quando si perdono in vallate e pianure monotone, nel fondo delle quali biancheggiano le superficie dei laghi. Boschetti, seminati qua e là a guisa di tappeti verdeggianti, rallegrano il paese. In mezzo a queste vallate, colline e macchie abitano los Estancieros (i coloni) ed i pastori coi loro armenti. Il terreno, quando viene coltivato, è fertile e produce ogni sorta di biade, legumi e frutta».
Il fiume Rio Colorado, il quale come tutti i fiumi dell'Argentina meridionale, ha le sue sorgenti nella catena delle Ande, divide la Pampas dalla Patagonia. Questa terra che con un territorio di Km2 850.000 equivale ai territori dell'Inghilterra e della Francia, fa intieramente parte dell'Argentina, se si eccettuano i pochi tratti meridionali allo stretto di Magellano. Politicamente forma quattro Territori, che prendono i nomi dei grandi fiumi... (il Neuquen, il Rio Negro, il Chubut, il Santa Cruz).
Secondo la qualità del terreno la Patagonia si può dividere in tre larghe zone, le quali, disuguali per superficie, percorrono la regione in direzione parallela da nord a sud e, rivolgendosi verso oriente, si estendono anche alla Terra del fuoco.
Contrade deserte e sabbiose costeggiano l'Oceano Atlantico e si elevano poco per volta verso l'interno. Procelle terribili fanno aggirare in turbinio dense nuvole di polvere, inaridiscono il terreno e soffiano per le vaste contrade.
A poco a poco le contrade marittime finiscono in estese alture, non interrotte che da colline sparse e massi dirupati. Avviene che il viaggiatore per interi giorni non trova acqua, e solo stagni paludosi, senza scolo, e sorgenti d'acqua salata colpiscono il suo occhio. Ma un panorama tutto diverso gli si offre nelle larghe e profonde vallate dei grandi fiumi. Pascoli verdeggianti e campagne floride rallegrano il viaggiatore.
La parte piú bella della Patagonia è il lontano occidente, il paese montuoso a pié delle Ande. Il deserto cessa. Alte foreste, alternandosi con freschi prati, si mostrano ai pendii. Numerosi torrenti spumanti fecondano le verdi praterie, dalle quali sbocciano fiori di magnifici colori e piante aromatiche e salutari in grande abbondanza. Più verso l'occidente la regione diventa più selvaggia e grandiosa.
Da alte cime coperte di neve precipitano torrenti, che, schiumando si aprono il passo per le strette gole, nelle quali rimbalzano con grande veemenza; si uniscono con altre acque, e scorrono quasi grandi fiumi nelle valli profonde verso l'oriente. Ai confini, fra l'Altipiano e le Ande, si estendono, fra i monti, laghi di un cupo azzurro come l'incantevole Nahuel-Huapí, donde esce il Rio Limay, il lago Buenos Aires, il Viedma, l'Argentino e molti altri, nei quali si specchiano le Ande con le loro cime dentellate e coperte di neve. « Dalla pianura melanconica e monotona, - cosí ci descrive un missionario il Lago Argentino, - si giunge d'improvviso in un luogo incantevole. Le limpide acque, che riflettono il bell'azzurro del cielo, le catene di montagne con le loro forme svariate, che pel colore rossiccio formano un bel contrasto coll'azzurro del lago, il verde cupo della fresca vegetazione e le fitte ombre delle annose quercie, i pendii animati da pecore, cavalli e guanacos, fin giú alle sponde, e gli uccelli acquatici vaganti in mille direzioni sulle acque, specialmente i bianchi cigni dalla testa di velluto nero, e i galleggianti blocchi di ghiaccio che si sospingono interrompendo la agitata superficie, tutto ciò dà alla regione un incanto che il viaggiatore non si sazia di contemplare. Una specie di nostalgia uri prese a quella vista, e chi sa per quanto tempo lui sarei fermato là in contemplazione, se il dovere non mi avesse chiamato altrove ».
Scene di simile bellezza si incontrano nelle isole che sono vicine al sud della Patagonia, specialmente nella Terra del Fuoco. Viaggiatori che hanno visitato la Terra del Fuoco, la paragonano alla Norvegia meridionale, per le sue magnifiche foreste, per i suoi fiumi, ghiacciai e cascate d'acqua. È vero che ciò vale soltanto per la parte occidentale e meridionale dell'isola; la parte settentrionale ed orientale non è meno sterile ed aspra delle zone della Patagonia, che guardano verso l'Oceano Atlantico. Non conoscendosi fino ai nostri tempi che questi deserti tratti di paese, non v'era un'importante colonia di bianchi in tutto il vasto territorio. Perciò tutte le isole erano in possesso assoluto degli uomini rossi, al pari della Patagonia e della Pampa. Ma le popolazioni dell'arcipelago della Terra del Fuoco si distinguevano molto dai popoli del continente. Colà vivevano al settentrione i fieri Araucani e nel sud i forti e bei Tehuelci, due popoli bellicosi e rapaci, che trovano piacere a cacciare su focosi cavalli e con speciali palle che lanciano a uccidere l'agile guanaco e il veloce struzzo. Si dice che prima della loro sottomissione (1879-1880) il loro numero sia stato di circa 70.000. Oggidì non rimangono più di alcune migliaia di Araucani nei territori della Pampa, del Neuquen e Rio Negro; e mancano sicure notizie riguardo al numero dei Tehluelci, ma pare che anch'essi non siano lontani dall'estinguersi.
Le piccole tribú degli Indii nelle isole fredde dello stretto di Magellano vivono per lo piú nella massima povertà. Piú fortunati erano gli Onas, un popolo di cacciatori, i quali avevano la loro residenza solo nella Terra del Fuoco. Sono questi di alta statura, di corporatura robusta, coperti di grosse pelli di guanaco. Le altre piccole popolazioni, gli astuti Alacalufi egli Yaghan, appartengono alla gente piú povera della terra. Gli innumerevoli canali dell'arcipelago della Terra del Fuoco sono la loro patria; le piccole cave le loro case; il mare dà loro il sostentamento. La lotta continua contro le tempeste e le onde dell'Oceano e la loro estrema povertà hanno affrante le loro forze; sono uomini deboli, piccoli, d'una fisionomia non molto simpatica.
Attività dei Salesiani.
I Gesuiti fecero i primi tentativi di missione nella Patagonia nel secolo XVII. La loro espulsione dalle colonie spagnuole nell'anno 1767 troncò la loro azione. Per più di cent'anni quella terra non ebbe più missionari. La fine del dominio spagnuolo nell'America Meridionale e le continue guerre civili nell Argentina fecero sì, che in seguito gli Indii fossero totalmente padroni della Patagonia, eccetto alcun tratto sul littorale. Essi impedivano con sanguinosi assalti e con terribili violenze l'impianto d'ogni considerevole colonia. Solo nell'anno 1879-188o il generale argentino Roca riuscì a sottomettere le pelli rosse. La maggior parte, fuggendo innanzi alle truppe regolari, si rifugiò nelle Ande. Dopo la guerra se ne trovarono appena 30.000 sul territorio argentino.
D'allora in poi il colono è il padrone della Patagonia e della Pampa. Dapprincipio, naturalmente, i coloni erano ancor pochi: invece negli ultimi anni il numero degli emigrati crebbe assai, dacchè fu provato che i territori, creduti dapprima improduttivi, sono invece molto fertili, purché siano ben coltivati.
La Pampa nell'anno 1896 aveva una popolazione di 25 000 abitanti, nel 1912 il numero degli abitanti sali a 90.000. Gli altri territori presentemente hanno una popolazione di 100.000 abitanti.
Oltre questi vi sono ancora 16.ooo abitanti nei territori cileni.
I figli di Don Bosco entrarono come messaggeri di pace insieme colle truppe vittoriose dell'Argentina nell'interno della Patagonia. Essi dovevano portare al popolo vinto le consolazioni della fede. La storia e le notizie del popolo e del paese della Patagonia ci dicono sufficientemente quali difficoltà dovettero incontrare i Salesiani. Dinanzi al loro sguardo si estendeva un paese immenso e sconosciuto, senza vie di comunicazioni, con vasti e aridi deserti, con fiumi violenti e terribili tempeste. Nulla, propriamente nulla, affatto nulla vi si trovava, che potesse alleggerire il lavoro; nessuna chiesa, nessuna scuola, nessuna casa; bisognava erigere e ordinar tutto. Il popolo che era affidato alle loro cure viveva sparso in piccoli gruppi per tutto il territorio; un popolo rozzo, rapace, umiliato ed esacerbato. A tutto ciò si aggiungeva la previsione di una forte emigrazione, che non si poteva prevedere in quali punti si sarebbe di preferenza stabilita, e la certezza che non pochi fra gli emigranti sarebbero stati avventurieri o di quelli che cercano fortuna.
I Salesiani, di fronte a tante difficoltà, non si perdettero d'animo. Conce punto di partenza delle loro prime imprese scelsero Patagones, una cittaduzza sulla riva sinistra del Rio Negro, distante circa sei ore dallo sbocco del medesimo nell'Oceano Atlantico. Qui si erano già stabiliti parecchi di loro, prima della spedizione contro gli Indi e avevano la cura d'anime dei coloni. Tre sacerdoti ed alcuni coadiutori aumentarono poi la piccola comunità, ed eressero un'altra stazione in Viedma alla riva destra del fiume....
Nell'anno 1881 i Missionari Salesiani cominciarono ad esplorare l'interno della Patagonia e i loro viaggi durarono spesse volte sei, sette e talvolta otto mesi. Dapprincipio si restrinsero prudentemente a percorrere il settentrione di questa regione, i territorii del Nio Negro, del Nequen e del Limay. Enormi erano gli strapazzi che i primi pionieri avevano a sopportare. Ancor oggidí questi viaggi sono il maggior peso del Missionario nella Patagonia, quantunque le condizioni siano presentemente migliorate e i viaggi siano accorciati a causa del gran numero di fondazioni. Il missionario Don Vacchina cosí descrive un viaggio degli ultimi anni. « Con parecchi cavalli e muli e con un altare portatile si va alla cerca delle pecorelle smarrite. Nel viaggio il missionario dorme sulla nuda terra avvolto in una pelliccia o in luna coperta in balia delle intemperie. La carne, piuttosto avvoltolata nella cenere che arrostita, forma il suo nutrimento; e l'acqua, fangosa e salata, la sua bevanda quotidiana. Nelle Ande il missionario deve salire cime quasi inaccessibili, e il sentiero lo trasporta sull'orlo di spaventevoli abissi, dove basta il minimo passo falso della cavalcatura per precipitare nell'abisso oscuro. Talora si devono passare a guado fiumi e torrenti, che non sono segnati sulle carte e tuttavia hanno già fatto qualche vittima. Nella pianura non mancano le paludi ingannatrici, che si nascondono sotto un tappeto di verdi piante e d'erba. Il cavallo senza sospetto vi balza dentro come su d'un prato e vi resta incagliato senza poterne uscire, ed è quasi un miracolo se non vi sprofonda anche il cavaliere ».
Veri eroi si possono chiamare questi Missionari, che sprovvisti di armi, ardiscono entrare nelle vaste pianure della Patagonia, che arditamente entrano nell'accampamento degli Indii, e nelle capanne dei Cacichi e rimangono fra i selvaggi fino a che li hanno preparati pel battesimo, per quanto le circostanze lo permettano; veri eroi come i sacerdoti Fagnano, Beauvoir e specialmente l'instancabile D. Milanesio, il quale con ragione è chiamato il « Padre degli Indi ». Questi nei primi quindici anni della sua lunga apostolica carriera ha battezzato di propria mano 5000 Indi e di piú circa 2oo0 bambini dei coloni.
Lo zelo, col quale i Salesiani cominciarono la loro opera, non rimase senza frutto. Subito fin dai primi anni si ottennero risultati superiori a ogni aspettazione...
In seguito a queste notizie, Roma acconsentì alla proposta di Don Bosco di organizzare gerarchicamente la Patagonia ed eresse un vicariato apostolico nella Patagonia del Nord e una prefettura apostolica nel Sud
Primo Vicario Apostolico fu nominato D. Giovanni Cagliero. Egli nacque l'11 gennaio 1838 a Castelnuovo d'Asti, terra natale di Don Bosco; e ancor molto giovane entrò nella Congregazione dei Salesiani, da poco tempo fondata. Don Bosco voleva assai bene al giovine intelligentissimo e ben presto gli affidò importanti Uffici. Quando egli mandò i primi Salesiani nell'Argentina, diede loro Don Cagliero come superiore. Il grande conoscitore degli uomini non aveva sbagliato nella scelta; in Don Cagliero sembra si siano trasfusi e lo straordinario talento organizzatore del venerabile suo Maestro, e là sua affabilità e modestia affettuosa, e specialmente il suo zelo instancabile per la salvezza delle anime. Questo Prelato andava senza posa a visitare il vasto territorio delle sue missioni; dappertutto diede esercizi spirituali al popolo e istruzioni sulle verità della fede. Nei soli primi 25 anni egli percorse 300.000 km.; attraversò nove volte l'Oceano; nelle Ande per una caduta da cavallo rimase ferito gravemente. L'opera sua è ammirata da tutto il mondo. Nel 1904 il Sommo Pontefice Pio X lo promosse arcivescovo e nel 19o8 affidò alla sua provata prudenza il difficile incarico di Delegato Apostolico nelle repubbliche del Centro America. Ma la piú bella consolazione per il venerando Prelato già avanti negli anni è indubbiamente quella che nel territorio affidatogli 30 anni fa in uno stato cosí selvaggio, ora quasi tutti gli abitanti sono cattolici, tutti i fedeli sono provveduti del necessario, e in molti luoghi fiorisce una vita veramente cattolica.
(Continua). P. Gius. GRISAR S. J. (1).
(I) Op. Cit. pag. 22-30.
*
Abbiamo da Viedma:
« Una notizia che farà piacere a tutti quelli che amano la Pia Società Salesiana, è che il nostro Ispettore D. Luigi Pedemonte, in vista dell'efficace contributo che con viaggi, descrizioni e conferenze presta agli studii geografici della Patagonia venne - in data 18 agosto 1915 - nominato socio attivo dell'Istituto Geografico Argentino ».
Al rev.mo Don L. Pedemonte, dal quale abbiamo ricevuto testè un interessante ragguaglio da lui presentato all'Arcivescovo di Buenos Aires sulle Missioni della Patagonia che non mancheremo di comunicare quanto prima ai lettori - torni gradita l'espressione cordiale dei piú vivi rallegramenti.
NEL SANTUARIO. Pellegrinaggio spirituale.
Il 24 corr. si ripeteranno le solenni funzioni propiziatorie ber la pace e secondo le intenzioni del S. Padre. Vogliano associarvisi spiritualmente tutti i Cooperatori.
GRAZIE E FAVORI (*)
Riconoscenza eterna.
Non ho mai dubitato di quanto disse San Bernardo, cioè che nessuno ricorse mai a Maria senza esserne consolato, ma ora ho potuto toccar proprio con mano la consolante verità.
Da diversi mesi ero tormentato da grave malattia d'occhi che andava sempre crescendo al punto che nei primi del mese di maggio avevo quasi perduta la vista. Consultato un celebre dottore, questi riscontrò in me una cheratite parenchimatosa con irido-ciclite plastica bilaterale. Intraprese la cura senza nascondermi la gravità della malattia e l'incertezza di una completa guarigione. Impressionato da tanto pericolo e consigliato da un ottimo sacerdote salesiano, intrapresi con mia madre una novena a Maria SS. Ausiliatrice con promessa di far pubblica la grazia se a Lei fosse piaciuto esaudirmi.
Ebbene oggi, col cuore pieno di riconoscenza, posso adempiere il voto. Infatti, ritornato dal Dottore dopo la novena, egli come sbalordito e non credendo a sé stesso mi disse di non riconoscere piú i miei occhi e potermi dire quasi guarito.
Grazie a Dio ho sempre amato di un amore ardentissimo si cara Madre, ed ora protesto che la mia riconoscenza sarà eterna.
Roma, 24 settembre 1915.
MARIO BLASI
Ex-allievo Salesiano del Collegio Leonino di Orvieto.
Una guarigione prodigiosa.
Il giorno 16 dello scorso ottobre, il ragazzo Isetto Antonio, di Varazze Pero, d'anni 10, restava impigliato per le vesti in un palo del molino che girava vorticosamente, fratturandosi una gamba ed il braccio destro con ferita lacerocontusa dalle spalle al gomito, in modo che l'osso era tutto scoperto.
Il caso era grave. Si mandò ad accendere una lampada al Santuario di Maria SS. Ausiliatrice per tre giorni. Intanto l'infelice venne ricoverato d'urgenza nell'Ospedale di Varazze, ma putroppo la vasta ferita andava in cancrena e i medici disperavano di salvarlo.
In mezzo a tanto sconforto ci rivolgemmo fiduciosi alla Madonna Ausiliatrice, facendo pur celebrare una messa al suo altare con promessa di pubblicare la grazia.
Con stupore di tutti, la cancrena in pochi giorni scomparve, senonché l'osso del braccio divenne nero e fu necessaria un'amputazione che si esegui l'11 novembre. Credevasi che il povero ragazzo dovesse restar infelice per tutta la vita, cioè col braccio rigido e insensibile. Invece Maria Ausiliatrice volle compiere la grazia. Al ragazzo infatti, si unì nuovamente l'osso dal gomito alla spalla, di modo che egli ora si serve del suo braccio perfettamente.
Chiedendo la protezione di Maria Ausiliatrice per tutta la famiglia e per quanti, parenti e amici, si sono interessati ed hanno fatto voti per la sua guarigione, invia tenue offerta.
Varazze, 10 aprile 1915.
Don GIOVANNI PASERI.
Torino. - La novena consigliata dal Ven. Don Bosco colla potente intercessione di Maria Ausiliatrice e l'invocazione: « Don Bosco, pensateci Voi » mi ottennero una importante grazia temporale dalla misericordia di Dio. Continuate a concedermela, Vergine Ausiliatrice; io continuerò, a pregarvi.
12 settembre 1915.
Una madre consolata.
Forlimpopoli. - Quanto è buona Maria non lascia mai dal consolare i divoti che a Lei ricorrono.
Qualche anno fa si ammalò un mio nipote improvvisamente. Al principio sembrò cosa leggera. ma in pochi giorni il male si aggravò tanto che i medici dissero che non v'era piú rimedio. Avvertita, senza frapporre indugio ordinai al Santuario di Maria Ausiliatrice per un triduo di preghiere, per ottenerne la guarigione, promettendo di farla pubblicare nel Bollettino. Oh misericordia di una madre si buona e potente. Quasi subito migliorò e non solo guarí, ma dopo d'allora è stato sempre bene e gode sempre ottima salute. Quanta riconoscenza vi debbo, o cara Madre! Continuate, vi prego, la vostra speciale protezione su me e su quella famiglia.
Aprile 1915.
TERESA GIORGETTI B.
Buenos Aires. - Una famiglia di Cooperatori salesiani soffriva una grande molestia per parte di una persona, da cui doveva aspettarsi aiuto e consolazione. Che fare? « Ricorriamo all'Ausiliatrice di D. Bosco, facciamo una novena e promettiamo un'offerta». Detto fatto, e l'aiuto di Maria SS.ma non si fece aspettare.
In una maniera veramente mirabile ed inaspettata fu resa la pace alla famiglia ed ora sono tutti contenti ed hanno aumentato la loro fiducia in Maria Ausiliatrice.
12 Agosto 1915.
D. BARTOLOMEO MOLINARI.
Trecastagni. - O Maria, chi ricorre a Te con fiducia, non rimane deluso! Un mio caro zio che posso chiamar padre, l'inverno passato s'ammalava d'asina e bronchite. In tanto dolore, piú che alla scienza medica, ricorsi alla potente Ausiliatrice dei Cristiani con fervorose preghiere promettendo di far pubblica la grazia. Oh! prodigio! La Vergine Santa raccolse le mie lagrime e non tardò ad esaudirmi.
Il caro zio, dopo tante sofferenze, incominciò a migliorare e ora trovasi perfettamente guarito.
Riconoscente verso si buona Madre, sciolgo il voto ed invio la tenue offerta di lire 10.
14 luglio 1915.
ANGIOLETTA D'AMICO.
Volvera. - Il mio caro nonno, dopo un anno di penosissima malattia, mercè una novena è quasi completamente guarito. In ringraziamento abbiamo fatto fabbricare un bellissimo pilone dove abbiam posto una statua di Maria Ausiliatrice. Grazie, Aiuto dei cristiani, grazie in eterno
24 maggio 1915.
CANAVESIO MICHELE.
Tanco. - Da varii anni, fra alcuni miei congiunti, regnavano, disgraziatamente, sentimenti poco benevoli. Standomi assai a cuore, pel bene delle loro anime, che venisse eliminata ogni causa di dissidio, interposi i buoni uffici di Maria SS. Ausiliatrice, e questa nostra buona Madre non tardò a far spuntare l'ora del reciproco perdono e del mutuo rinnovato affetto.
Siano rese vivissime grazie a Maria Ausiliatrice, regina della pace, al cui altare prego celebrare una messa di ringraziamento.
Maggio 1915.
N. N.
Belpasso. -Mia madre, colpita improvvisamente da un terribile colpo apoplettico, fu ridotta agli estremi. Per tre giorni non diede segno di miglioramento. Al domani del terzo giorno doveva venire il Sacerdote per amministrare all'ammalata i conforti di nostra santa religione. Tutta la mia famiglia era immersa in grande desolazione perchè perdendo la madre, noi figli saremmo rimasti del tutto orfani, essendoci mancato da alcuni anni il padre. Allora io, non confidando piú nei rimedi della scienza umana, ricorsi con piena fiducia alla Madonna di D. Bosco; e cominciai a fare quelle pie pratiche che avevo appreso durante il mio studentato nel Collegio Salesiano di Pedara, promettendo di pubblicare la grazia ottenuta nel Bollettino, Al secondo giorno della novena, mia madre cominciò a migliorare con grande stupore dei medici e l'ultimo giorno della novena si alzò per un po' da letto, e continuò nella guarigione, ed ora si trova benissimo.
Grato alla Vergine Ausiliatrice, adempio la mia promessa.
22 dicembre 1914.
LAUDANI GIUSEPPE,
Chierico nel Seminario di Catania.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti
A) - A. C., 5 - A. C. C., 5 - A. C. H., 5o - A. D. R., 2 - A. M., 20 - A. S., 6 - A. S., 5 - Acquarone Attilio, 10 - Agosti Vincenzina, 120 - Aimone Andreina - Alberti Vincenzina - Alcotti Ester - Aletto Maria, i - Allievo Teresio, 2 - Alossa Amalia, 5 - Ameri Oreste -Amoroso Antonino di Costanzo - Andreetta Adelia, 2 - Anselmetti D. Vittorio, 2 - Anzini Sac. Agostino, Rettore, io - Aprile A.
B) - B. E., 5 - B. G., io - B. G. - B. G., 5 - B. L., 30 - B. M., 5 - Baffé Lucia, 5 - Bainotti Giovanni Maria, 37 -Balduzzi Maddalena, Lo - Baloire Maria, 20 - Barale Teresa in Torta, io - Barbini Gesuina, 5 - Bassino Olimpia, 1o Bedeschi Teresina, 7 - Beffa Gioconda, 5 Berdini Giselda, 3 - Bernotti Eligio e Marianna Coniugi, 2 - Berrone Clara, 2 - Bersana Orsola e Sorelle, i - Bertolini Amedeo - Bianchi Domenica, io - Bianco Antonietta, 2 - Bianco Maria - Bilardo Giovanni - Bima-Lunati Coniugi, 5o - Bisio Angela - Blasi Mario - Boalio Maria - Boccalatte Angela - Boero Francesca, 3 - Bondini D. Mario, 5 - Bonesio Ortensia --Bongiois Sorelle, io - Bonino Laura - Borelli Lucia, 5 - Borro Nicoletta, 2 - Borsarelli Prof.ssa Onorina, 5 - Bosco Luigi - Bosio Angelo, 5 - Bottallo Angelo di Francesco, 5 - Bovio Giacinta - Brentana Ottavia, 5 - Bresolin Giuseppe, 3 - Brunengo Luigia, 25 -- Bruno Antonina - Bursio Paolina, 2.
C) - C. D., io - C. E. - C. R., 1,30 Calamita Teresa, 2o - Camandone Luigia - Camardi Maria, i - Campane Zaira, 7 - Candelero Maria - Capparelli Ved. Luigina in Fioravanti, 55 - Famiglia Capriolo, io - Carozza Pietro De Fanti, 4 - Catena Soldano Maria 5 - Ceccon Rosina, 5 - Celebron Costantino, 2 - Cernazzano Pierina, 3 - Cinato Venanzio, 5 - Clary D. Chiaffredo, 5 - Clerico e Famiglia, 70 - Colombatto Sebastiano - Colombo Maria Ved. Zino e altre, 12 - Comba Rosa, 5 - Comitini Vincenzina in Arezzo, 17 - Consolo Clotilde in Bianchi, 70 - Una Cooperatrice Salesiana, io - Un Cooperatore Salesiano, roo - Corrias Luigina, 2 - Cossetta Giuseppe, 5 - Costantino Margherita Craviotti Maddalena - Cravotta Emilia, 5 - Cremonese Alessio, 5 - Crevacore Pietro, 2 - Crosara Tilde, 2 - Cuino Giuseppa, 25 - Maria Cusinetti, 6o.
D) - D. S., 1o - Dal Pino Suor Luisa, 7 - Danelon Lucia, 3 - De Guidi - Dell'Arte Marino e Marianna, 6,90 - Del Col-Frossen Anna, 5 - Dellaca Edoardo, io - Della Rovere Elena, 5 - Depetris S. D. M., 2 - Destefanis Maria - De Vecchi Maria in Pollati, 50 - Damigella Dubois, 5.
E) - E. B. S., 5 - E. G., 5o.
F) - F. F., io - F. F., 2 - F. G., 5 - Fabris Sorelle, io - Facco Antonio, 5 - Fasano Cav. Michele, 5 - Fassati Marianna - Favero Girolama - Pavro Emilia - Fedrigo Lodovica, 5 - Fenati Angiolina, 5 - Ferrero Chiara, i - Ferrero Lucia - Fioretti Assunta, 2 - Forgia Concettina in Arena, 1o - Fossati Teresa, 2 - Franco Vincenzo, 30 - Fresia Margherita - Fumagalli Giulia in Bottagisio, 15.
G) - F. G., 6 - G. G., 16 - G. L., 5 - Gagli Caterina fu Francesco, 4 - Gallarati Michelina, ioo - Gamba Ignazio, io - Gamba Pietro, 3 - Garbarini Giuseppe, 3 - Gei Rosa, 5 - Gennaro Enrichetta - Ghiglione Egidio, 2.50 - Giordano Giuseppe, 30 - Giordano Luigia, 2 - Girando Giuseppe, io - Gobbi Giuseppina Ved. Gilardi, io - Grassi Ch. _Mario, 5 - Gregorio Margherita, io - Guarera Salvatore, 5 - Guastavino Assunta, 5 - Guiglia Carolina, 5 - Guzi Cleotea in Stignani.
I) - Ianno Ida - Ingegnoli Maria, 2 - Invernizzi Angiolina, i.
L) - L. G. S. _L, 7 - L. P., 5 - L. P., 20 - L. R., 5 - Lafranconi Adele, 5 - Lanza Tommaso di Michele - Lasagna Orsola - Leoncini Bice, 5 - Leoni Sorelle, 5 - Lombardi Giovanni, io - Lombardi Laura, 1.5o - Lombardo Carlo, io - Longo Annetta - Longo Patania e Famiglia - Lovisolo Lorenzo, 20 - Lucia Giovanni, 5 - Lunardoni Virginia, 7 - Lusso Filomena fu Francesco - Lusso Lorenzo e nipoti, 14.
M) - M. B., 20 - M. C., 5 - M. C., 22 - M. F., 5 - M. G., 5 - M. L. G., 1,25 - _I. M., 25 - M. M., 5 - M. P., 50 - M. P. B., 6 - Maffei Carolina - Mandrile Petronilla - Marchetti Teresa in Omboni, 5 - Marchisio Maddalena, 1,20 - Margotta Teresa, 5 - Martinelli Ersilia, 2 - Martinolo e Famiglia, 5 - Mascheretti Sorelle Anna e Zaira - Massara Casimira in Pelizzetti, 50 - Mattirolo Giuseppina, 3 - Mautino Lina - Mazzoleni Lucia, 5 - Meda B., 35 - Menchetti D. Pietro, 5 - Miconi D. Luigi, Parroco, 2 - Migliardi Battista, 3 - Molino Maria - Mongini Massimo, 25 - Montalbetti Achille, 5 - Montini Dott. Giorgio, 10o.
N) - N. N., 1 - N. N., 1,2o - N. N., 1.5o - N. N., 2 - N. N., 3 - N. N., 3.io - N. N., 4 - N. N., 5 - N. N., 6 - N. N., 7 - N. N., 8 - N. N., 1o - N. N., 11.7o - N. N., 12 - N. N., 15 - N. N., 20 - INT. N., 20 - N. N., 25 - N. N., 25 - N. N., 45 - N. N., 5o - N. N., 5o - N. N., 6o - ed altre 66 persone anonime -Una madre consolata - Una madre a mezzo Ruschena Vittoria, 5 - Naretti P. - Necchi Giuseppe, 5 - Nerone Giuseppa, 2 - Nerone Teresa, io.
O) - O. V.
P) - P. A., 5 - P. A., 7 - P. E., 10 - P. F - P. M., 5 - P. N. - P. O. B. - Paderi Rita, io. Pagani Cunegonda in Lunghi, 5 - Panetto Giuseppe, 5 - Panetto Giuseppina, 5 - Paretti D. Basilio, 2.50 - Parisotto Eugenia, 2 - Paroni Maria, 3 - Passera Maria, 20 - Patri Angelina, 15 - Pedretti Antonia, io - Pelliano Elodia, 3.50 - Penzo Maria, io - Perego Clotilde, 5 - Perico Giuseppe, io - Piretta Maria, io - Prola Maddalena, 3 -. Pronello Teresa in Viotto, 33 - Pulvirenti Filadelfo, 3.
O) - Quaranta Laura, 3.
R) - R. E. - R. G., 5 - R. T. - R. T., 20 - Radaelli Rosalia, 6 - Rattalino Andrea - Reggio Enrica - Ricci Palmira, 3.50 - Ricci Paolina - Rinuzzi Lorenzina, 5 - Rivetti Giovanni di Michele, 2,50 - Rocchetti Emmilia, 50 - Rolanda Antonia Ved. Ghiglietti, io - Rondano Pietro, 5 - Rossetti Giovanni - Rossi Suor Pierina, 15 - Rostagno Eugenia - Ruzzeddu Ida, 3 - Ruzzi Angelo, 20.
S) - S. A., 5 - S. B., 5o - S. C., io - S. M. M. - S. P. V., 5 - Saggiorato Amelia in Ortolani, 5 - Salgarello Alfonso, 3 - Salvetti Coatti Alba, 3 - Sartoris Maria, 50 - Scaramellini Francesca, 7 - Scudella Maria in Stella, 3 - Scudellari Pietro, 5 - Sella Vitalina, 3 - Selva Maria - La Famiglia Serratrice, riconoscente a Maria SS. Ausiliatrice per grazia segnalata da Lei ricevuta ad intercessione del Ven. Don Bosco, offre un Braccialetto d'oro - Setti D. Luigi, 3 - Sirio Matilde Ved. Tavallini, 5 - Spina Egle, 5 - Spinardi Matteo, 5.
T) - T. C. - T. L., 5 - T. T., 5 - Tecchio Angelo e Maddalena, 7 - Testuzza Dott. Agostino, 1o5 - Testa Angelo, 5 - Toffanin Italia, 5 - Tomalini Abramo e Teresa Coniugi, io - Tomasi Maria, 5 - Tononi Gregorio, 5 - Torini Augusta, i - Toscani Franco, 5 - Troja Vincenzo, 5 - Truffa Clementina, 5 - Turco Carolina.
U) - Ulla Enrichetta, i - Umana Dott. Antonino, 5.
V) - V. G. F., 5 - V. M. - Vaira Antonio, 5 - Vallenzasca Giuseppina Ved. Zerboni, 17 - Veisi Lorenzo, 5 - Vendemmia Francesco, r - Vielmi Carolina, 2o - Viglianco Lorenzo, 2 - Vigo Bianca, 3 - Vivensi Lina, 25 - Vobasso Caterina - Volta Clotilde - Volta Teresa Ved. Forzani, 5. - V. T. offre un braccialetto d'oro.
Z) - Zanaroli Irene, 5 - Famiglia Zibetti, 5.
Le persone, delle quali è registrato il nome nel riferito elenco, appartengono ai paesi seguenti
PIEMONTE: Alice Belcolle, Alessandria, Azeglio, Bagnolo Piemonte, Bellinzago Novarese, Bibiana Famulasco, Biella, Bolzano Novarese, Borgomanero, Borgomasino, Bosconero, Bra, Bricherasio Brusnengo, Bussoleno, Canove di Govone, Chiavenna, Caprezzo, Caramagna Piemonte, Cardè, Carmagnola, Casal Grasso, Cassano Spinola, Cassine, Castelnuovo d'Asti, Castelrosso, Cavaglià, Ceresole Reale, Chivasso, Cisterna d'Asti, Ciriè, Condove, Corio Canavese, Cornegliano d'Alba, Costigliole, Crescentino, Cumiana, Dogliani, Entraque, Farigliano, Feletto Canavese, Gabbiano Monferrato, Gattinara, Giaveno, Intra, Ivrea, Lanzo Torinese, Mercenasco, Mira bello Monferrato, Mombello, Monasterolo, Moncalieri, Moncestino, Mondoví Piazza, Montanaro, Moretta, Nizza Monferrato, None, Novara, Novaretto, Omegna, Orsara Bormida, Osasio, Paesana, Palestro, Piossasco, Pont Canavese, Pozzolo Formigaro, Revigliasco, Riva di Chieri, Rivoli, Rossingo Monferrato, San Damiano d'Asti, S. Giorgio Canavese, S. Luca, S. Maurizio Canavese, S. Mauro Torinese, S. Salvatore Monferrato, Santa Maria Maggiore, Santo Stefano Roero, Saint Vincent, Scalenghe, Settimo Torinese, Sommari va Bosco, Susa, Tonengo Canavese, Torino, Torre Pellice, Tortona, Trino Vercellese, Tronzano Vercellese, Valdivilla, Valle. Giolitti, Valle Superiore mosso, Valpellice, Varallo Pombia, Varallo Sesia, Varengo Monferrato, Vercelli, Verolengo, Veruno, Vignale Monferrato, Vigone, Villanova d'Asti, Villanova di Mondoví, Villanova Canavese, Villanova Biellese, Villastellone, Villalvernia, Vinchio d'Asti, Virle Piemonte, Volpiano, Volvera.
LIGURIA: Cogoleto, Degna di Vellego, Genova, Moneglia, Pietra Ligure, Sampierdarena, Savona, Sestri Levante, Terzorio, Varazze.
LOMBARDIA: Bema, Bergamo, Bormio, Borsano, Branzi, Breno, Brescia, Calcinato sul Chiese, Campodolcino, Candia Lomellina, Cellatica, Chiari, Civate, Con fienza L., Casei Gerola, Corbetta, Cortenova, Eno, Garbagnate Monastero, Gorreto, Greco Milanese, Gussola, Iseo, Lava di Malonno, Luino, Milano, Perledo, Portalbera, Premadio, Rivanazzano, Rongio, S. Giorgio Lomellina, Scaldasole, Sesto Calende, Sonico, Talamona, Terno d'Isola, Varese, Vigevano, Vimercate, Voghera, Zandobbio.
VENETO: Bosco di Chiesanuova, Breganze, Butrio Udinese, Caldogno, Castelnuovo Veronese, Chioggia, Cittadella di Padova, Colà, Cologna Veneta, Gambellara, La Valle, Minerbe, Mozzecane, Mussolente, Negrar, Orgiano, Palmanova, S. Daniele del Friuli, S. Giorgio di Perlena, S. Vito al Tagliamento, Sommacampagna, Thiene, Treviso, Tribuno, Udine, Valdagno, Valle di Cadore, Venezia, Verona, Vicenza, Villaverla, Vittorio.
EMILIA: Argenta, Bologna, Borgotaro, Caste! S. Giovanni dell'Emilia, Castel S. Pietro dell'Emilia, Cento, Faenza, Ferrara, Forlí, Granarolo, Lavezzola, Lugo di Romagna, Rimini, Sasso Morelli, Verrucchio.
LAZIO: Arnara, Genzano di Roma, Monterotondo, Roma.
MARCHE: Comunza, S. Elpidio a Mare, Senigallia.
TOSCANA: Bucine, Filetto di Villafranca Lunigiana, Giona, Pisa, Vicopelago.
NAPOLETANO: Andria, Atina, Benevento, Casoli, Chieti, Fiumata, Gioiosa Ionica, Limosano.
SARDEGNA: Bosa, Mogoro, Nurri, S. Basilio Sardo.
SICILIA: Acicatena, Acireale, Bivona, Caltanisetta, Castiglione di . Sicilia, Catania, Cerami, Mazzarino, Mineo, Nunziata Mascali, Ragusa, Sciava, Siracusa, Termini Imerese, Troina, Valguarnera Caro pepe, Vizzini.
N.B. - Per l'Estero ci limitiamo a notare i paesi, donde ci giunsero relazioni inviate da italiani.
FRANCIA: Nancy, Nizza Marittima, S. Louis. MALTA: Gozo, Vittoria.
SVIZZERA: Locarno, Solduno.
AMERICA: Buenos Ayres (R. Arg.), Portland Oregon (S. U.) S. Francisco di California, S. José di California.
In questi e in tutti gli altri paesi, fiorisca e si diffonda sempre più, in aiuto del popolo cristiano, la divozione alla nostra dolcissima Madre Celeste!
Mons. Felice Guerra.
Il Salesiano Mons. Felice Guerra, nominato Vescovo tit. di Amata e Amministratore Apostolico di Santiago di Cuba, fu consacrato nel mese di settembre, e sul principio del mese scorso era accolto trionfalmente a Santiago di Cuba.
Al novello Pastore rinnoviamo con fraterna esultanza l'espressione vivissima dei migliori auguri
PER GLI EMIGRATI ITALIANI
Il salesiano Don Giovanni Ferrazza manda al sig. D. Albera questo interessante resoconto del lavoro compiuto dal Segretario del popolo, annesso alla nostra Parrocchia di Maria Ausiliatrice in New-York alla 12° strada, dal 1° gennaio al 1° luglio 1915.
Nella mia ultima relazione diceva di non aver visto mai, nei miei 15 anni di America, tanta miseria tra i nostri connazionali, come in quest'anno. Ebbene tale penuria aumenta ed ebbe il suo colmo in febbraio; dovuto forse al fatto che in quell'epoca fu approvata e vigeva una legge nello stato di New-York, in base alla quale, nei lavori pubblici intrapresi dalla Città o dal Governo, si dovevano impiegare solo operai cittadini degli Stati Uniti, o naturalizzati, cioè di altre nazionalità fatti cittadini americani. Appena approvata questa legge, un numero straordinario di operai italiani rimase senza lavoro.
Gli impresarii dei lavori pubblici furono costretti a prender solo lavoratori cittadini, i quali, favoriti dalle leggi, domandarono tosto aumento di paga. Gl'impresarii protestarono contro la legge, adducendo che nei contratti di appalto non si era posta nessuna condizione circa la qualità o scelta degli operai. Fu riconosciuta la ragionevolezza delle proteste e venne modificata la legge (che in pratica non esiste piú); e cosí verso la metà di marzo furono impiegate nuovamente le forti braccia degli operai italiani preferiti sempre nei lavori di scasso ed in molti altri.
Durante quel periodo le famiglie dei nostri connazionali, ebbero molto a soffrire. Buon per noi che l'inverno fu mite assai.
Ora la mano d'opera è ricercata, le miserie diminuite alquanto, e si starebbe relativamente bene se non fosse del terribile flagello, che devasta il mondo intiero.
Presentemente sono scarsi i lavori femminili, ma riprenderanno appena incominci a declinare l'estate: invece è piú ricercata l'opera manuale degli uomini.
Negli accennati sei mesi noi abbiamo fatto del nostro meglio per render meno pesanti le sofferenze dei poveri, con soccorsi e con lettere di raccomandazione, indirizzando gli operai ai diversi dipartimenti di carità, per soccorsi maggiori e permanenti; e raccomandando gli operai ai diversi Bureau of emploiment (uffici di collocamento al lavoro). E qualche cosa di bene si è ottenuto, specialmente dalle Congregazioni di carità (Charity Organization Society), dalle Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli, e dall' « Italica Gens ».
I visitatori delle famiglie hanno continuato le visite fino al 30 giugno u. s. Ora faranno due mesi di vacanza. Però l'Associazione « United Catholic Works » (Opere Cattoliche Riunite) ha provveduto divertimenti e passeggiate ai ragazzi degli operai, durante le vacanze scolastiche (dal 1° luglio al 10 settembre).
Abbiamo anche ottenuto 15 giorni di gratuita permanenza in campagna a 25 ragazzi e ragazze, appartenenti alle famiglie piú povere del nostro distretto.
Ora stiamo organizzando un asilo, dove raccogliere i ragazzi, i cui genitori devono andare al lavoro e non hanno a chi lasciarli. Ma di questo dirò nel prossimo resoconto semestrale.
Intanto ecco il riassunto del lavoro, eseguito da questo Segretariato, dal 1° gennaio al 30 giugno,
1°) Si visitarono in tutto 2334 famiglie, in cui trovansi piú di 1o605 persone, senza contare i dozzinanti. Questo lavoro costò alla società United Catholic Works 45o dollari, pari a L. 2700.000
2°) Questo Segretariato ha ottenuto dal Consiglio Particolare della Società S. Vincenzo de Paoli 30o dollari, pari a L. 18oo.oo, che furono distribuiti in soccorso alle famiglie bisognose dal novembre a marzo incluso.
3°) Di più ha compito il seguente lavoro:
Lettere al R. Consolato Italiano per ottenere rimpatrii gratuiti, 32.
id. : alle Organizzazioni di Carità per soccorsi, 16.
id.: per ottenere impiego o lavoro, 54.
id.: per collocare orfani o ragazzi poveri la istituti, 34.
id.: per ritirare dagli Istituti gli stessi ragazzi dopo cambiate le circostanze, 6.
id.: per ottenere oggetti di vestiario, 6o.
id.: per fare accettare infermi gratuitamente in ospedali, 16.
id.: per risparmiare condanne a persone arrestate, 14.
id. : per aiuto in operazioni bancarie, 6.
Certificati di povertà, per ottenere sussidii o beneficenze o esenzioni di tasse avventizie, con esito buono, 18o.
Inoltre molte altre lettere e raccomandazioni di vario genere.
Per compiere detto lavoro si spesero in cancelleria e francobolli ed altre minute spese, 23.50 dollari, pari a L. 140.000.
Si aggiunga che la Conferenza Parrocchiale di S. Vincenzo de' Paoli ha distribuito 1oo.oo dollari (e forse piú) pari a lire 6oo.00o.
Quindi risulta che, dalle vacanze dello scorso anno, alle vacanze di quest'anno, le Società riunite « United Catholic Works » e le Conferenze di S. Vincenzo De' Paoli, pel tramite di questo Segretariato, spesero in favore degli italiani di questa colonia, 823,50 dollari pari a lire 4940.00 circa.
TRA I FIGLI DEL POPOLO
NAPOLI. - Nell'Oratorio Salesiano al Vomero, come rileviamo da una circolare di quel direttore) nell'anno scolastico 1914-1915, chiuso il 30 settembre u. s., « gl'inscritti sono stati 338; promossi alla prima comunione 47; novità aggiunta, la recita del Rosario, con le Litanie tutte le sere, affinché il Signore benedica i nostri benefattori ».
Il 15 settembre cessava di vivere il giovane diciottenne Gennaro Reitano, allievo assiduo per ben sette anni di quell'Oratorio. La sua condotta buona ed il suo ingegno svegliato fecero si, che, dopo il primo anno di frequenza all'Oratorio, fu designato come catechista, e tale si mantenne sino alla fine della sua mortale carriera. Un particolare edificante.
« Dieci giorni circa prima di morire - scrive quel direttore - mi disse che voleva far testamento e, fattosi portare quel danaro che egli possedeva, lo consegnò per l'Oratorio.
«Poca cosa in vero, ma gran cosa, perchè era tutto quello che possedeva. Io lire ne son servito per far celebrare delle Messe per la sua anima, sicuro che quell'interesse, che egli ebbe per venino in aiuto dell'Oratorio, lo inspirerà a quanti leggeranno queste sue memorie... ».
LANUSEI. - Conferenza Salesiana. - Rileviamo dalla Voce del popolo del 3 ottobre : - Il nostro bel Collegio Salesiano è stato di questi giorni onorato della visita graditissima di due Superiori della benemerita Pia Società e cioè del Catechista generale Teol. D. Giulio Barberis e dell'Economo Generale D. Bretto.
Domenica 26 settembre Don Barberis tenne nella vasta Cappella dell'Istituto una importantissima Conferenza alla presenza di S. Ecc. Mons. Emanuele Virgilio, Vescovo d'Ogliastra, del Comm. Mameli, di molte autorità civili e militari e di molte distinte persone della città, nonché di un numeroso stuolo di Cooperatrici Salesiane.
Egli parlò con dizione elegante ma insieme chiara e piacente, di Don Bosco e della sua opera. Rievocò con commossa parola la nobile e santa figura di D. Giovanni Bosco, impreziosendo la esposizione della vita del grande apostolo piemontese della gioventú, col felice richiamo di molti episodi e fatti meravigliosi, di cui l'oratore fu il fortunato testimonio oculare.
Parlò quindi dell'efficacia educativa dell'Opera di Don Bosco nelle città e nei paesi; dei Cooperatori salesiani e della loro missione, rivolta a coadiuvare la grand'opera restauratrice della società, iniziata da Don Bosco e proseguita dai Salesiani.
Pini ringraziando i cittadini di Lanusei per l'accoglienza che han fatto all'Opera di Don Bosco fin dai primi anni della sua istituzione nel circondario.
Dopo di lui elle fu applauditissimo, a gentile invito dell'illustre conferenziere, Mons. Vescovo rivolse la sua dotta ed affascinante parola allo stuolo immenso di uditori e cordialmente ringraziò il rev.mo Don Barberis e tutti i figli di Don Bosco per ciò che essi han fatto e fanno nella sua diocesi.
NEW-YORK. - Gara catechistica e premiazione. - La sera del 25 giugno u. s., al e Tammany Hall », si svolse bellamente un duplice programma: la prima gara catechistica e premiazione per la scuola domenicale di Catechismo della Chiesa di Maria SS. Ausiliatrice 429 E. 12 St. N.V. City, sotto la presidenza di Mons. Lavelle, Vicario Generale.
Il coro di S. Cecilia esegui un mottetto per la circostanza; indi il nostro Don Diamond tenue in inglese il discorso di apertura tacendo rilevare la grande necessità d'istruzione religiosa nella gioventú. Il direttore del Sundav-School, organizzatore dell'accademia, annunziò in italiano lo scopo della gara e della premiazione pubblica. quello cioè di animare i ragazzi e le ragazze a frequentare con assiduità il catechismo domenicale.
Segui la gara pei ragazzi, sostenuta con franchezza ed energia; e ai due rimasti vincitori fu regalata al primo una medaglia d'oro del valore di 5 dollari, al secondo una medaglia d'argento.
Dopo la gara delle ragazze, pure riuscitissima, ebbe luogo la premiazione generale.
FANCESCA FIORENTINA. - Cercando la via - Libro per le giovinette. - Elegantissimo volume illustrato. (L. 3 presso la S.A.I.D. Buona Stampa Torino, Corso Regina Margherita, 176, - Parma e Catania).
- Le belle maniere. Nuovo galateo per le giovinette. (L. 1.50, presso le stesse librerie).
Pochi sono i libri che si possono dare in mano alla gioventù perché le servano di guida. La gioventù femminile, poi, alla cui avidità di letture è necessario opporre circospette barriere affinché non ne venga guastato il delicato sentire, non aveva ancora il suo libro che l'accompagnasse nella formazione e nell'educazione del cuore e della mente, coordinandosi praticamente alla evoluzione del pensiero giovanile nella scuola e nella vita. Le Antologie, oggi così numerose, possono parere troppo scolastiche: il loro ufficio si esaurisce nella esposizione di una grande varietà di atteggiamenti artistici, ossia di stili e persone diverse, la quale sveltisce convenientemente la fantasia e informa l'intelletto con esempi per necessità brevissimi; anche le migliori difettano, per la loro stessa natura, di unità d'intonazione. E poiché abbondano le opere dedicate alla donna di casa, alla sposa, alla madre, ci voleva il libro delle giovinette che frequentano la scuola, il libro che, esponendo la loro vita interiore ed esteriore, si mettesse accanto ad esse a risvegliar pensieri, suggerir considerazioni, proporre giudizi, con una moralità emergente da tutta la tessitura delle notizie, con nuova varietà di forme e con un linguaggio italianamente puro.
Questo difficile cómpito venne affidato a una giovine signora, fiorentina di nascita e nutrita di buoni studi, conoscitrice amorosa della gioventù, alla quale dedica, nelle Scuole medie, un un po' del tempo lasciatole libero dalla famiglia, e le speranze non furono deluse. Il suo « Cercando la via...» è e sarà letto con piacere e con profitto dalle giovinette d'Italia, trovandovi esse, sapientemente alternate, scene della vita e della scuola, pensieri, considerazioni sul costume, novelle, una favola scenica, ecc., ecc. Certi della bontà dell'opera, noi raccomandiamo questo libro alle giovani studenti, con ogni encomio.
Con pari favore additiamo a tutte le giovinette il nuovo galateo, scritto appositamente per esse. « La cortesia - dice loro l'egregia autrice - è la dote che meno costa e più frutta. A qualunque classe sociale voi apparteniate, potrete servirvene e farvene come una seconda bellezza, come una veste leggiadra che v'adornerà assai meglio dell'altre e non sarà di sgomento ai vostri genitori. Anche se sarete costrette a guadagnarvi da vivere con lavori manuali, non sarà per voi meno necessaria questa cortesia di anodi, che v'attrarrà il rispetto e la simpatia altrui, e vi renderà la vita più piacevole, procurandovi l'intimo compiacimento di sentirvi dappertutto a vostro agio e di vedervi attorno, dovunque, persona con cui vi sentite in perfetta cordialità. Credetemi, se non sono avviluppate da questa esteriore veste di grazia e di cortesia, la vostra virtù e il vostro sapere saranno manchevoli, come pietre preziose che la mano dell'uomo non abbia lavorate, palesandone tutto lo splendore e il pregio nascosto ».
E le « Belle maniere » insegneranno alle giovinette come debbano vestire di grazia e di cortesia ogni parola, ogni gesto, ogni atto, ogni comportamento, e, diremmo quasi, ogni pensiero, perchè non si dà gentilezza senza bontà profonda.
Don Giulio Costantino.
Superiore Generale per 12 anni della Pia Società di S. Giuseppe in Torino, ereditò dal compianto Don Cocchi, e specialmente dal Servo di Dio Don Leonardo Murialdo, un fraterno affetto per l'Opera nostra; e come il Murialdo fu unito al Ven. Don Bosco e a Don Rua da profonda amicizia, cosí egli fu stretto a Don Rua e a Don Albera da sincera stima fraterna.
I cari Giuseppini hanno perduto in lui una delle prime colonne del loro fiorente Istituto; e noi, associandosi al loro dolore, vorremmo consolarli con quelle care dimostrazioni di affetto che essi diedero a noi in morte di Don Bosco e di Don Rua. Sien loro di sollievo le fervide preci di suffragio, che noi abbiamo innalzato e innalzeremo ancora pel loro amato Superiore; e all'attuale loro Superiore Generale, il venerando Don Reffo, dicano in particolar modo la nostra partecipazione profonda.
Don Giulio Costantino era nato in questa città il 10 ottobre 1842, e quivi mori il 13 ottobre u. s., a 73 anni compiuti. Di lui scrisse il Momento
« Fu uomo mitissimo, di costumi semplici, di vita innocente, carissimo a quanti lo conobbero, un vero Padre in mezzo ai suoi artigianelli che lo ricorderanno sempre con singolare affetto e riconoscenza. Lavorò indefesso e per la sola gloria di Dio, non ammassando altri tesori che quelli di innumerevoli meriti, che gli hanno formato una bella corona pel Cielo ».
Sia pace e gloria all'anima sua!
Can. Francesco Morra.
Canonico della Cattedrale di Asti, dove diè vita a numerose opere giovanili, veline dall'Angelo della morte invitato al cielo quasi finprovvisamente. La mattina del' 11 ottobre si trovava all'ufficiatura corale e doveva leggere una lezione, quando gli s'ottenebrò a un tratto la vista. Era un primo insulto apoplettico. Recatosi a casa, fu nuovamente colpito al cuore, e di quella stessa sera, dopo breve agonia, cessava di vivere. Buon per lui che era preparato! Raccomandiamolo al Signore nelle nostre preghiere, anche per ottener la grazia che la morte ci colga ben disposti al gran passo.
Conte Don Lodovico Tallandini.
Sacerdote e Parroco di S. Maria della Pace a Bagnacavallo, apprese da Don Bosco l'amore alle anime, alla gioventù, ai poveri, alla sua chiesa, allo splendore delle sacre funzioni. Anima pia, mite e gentilissima, diffuse un gran bene attorno a sé, proponendosi a modello in ogni cosa Don Bosco.
Un solo fu il rimpianto del suo cuore: quello di non aver abbracciato da giovane la vita salesiana, perché le mille occupazioni sopraggiunte non gli permisero piú di soddisfare il suo vivo desiderio.
Mori santamente il 3o agosto u. s. All'angosciata famiglia sia di conforto il pensiero di aver acquistato un protettore in paradiso!
Marchese Francesco Ricci di Cereseto.
Ancor bambino, ebbe piú volte occasione di avvicinare il Venerabile Don Bosco, al quale la sua illustre famiglia fu sempre larga d'affetto e soccorsi; e dalla piissima madre, la March. Teresa Ricci, una delle prime e piú generose Cooperatrici Casalesi, apprese ad amare l'opera del Servo di Dio.
Vero Cooperatore Salesiano, attese con cura alla cristiana educazione dei figli, ai quali tramandò intatto il ricco patrimonio di fede e di virtú cristiane ereditato dai maggiori; e con l'esempio, la parola e generosi soccorsi ai bisognosi coadiuvò validamente molte opere buone.
Spirò in Milano il giorno 26 maggio, in età di 52 anni. Alla desolata famiglia le più sentite condoglianze.
Comm. Antonino Arceri.
Capo sezione a riposo del Ministero delle Finanze, lascia il piú grato ricordo nella nostra casa del S. Cuore in Roma, avendo coadiuvato in molte guise lo svolgimento di quell'opera fin dai suoi primordi. Il defunto Commendatore nutriva per Don Bosco una venerazione altissima. Sia pace all'anima sua.
Franchina Montefamerio n. Valimberti e Carolina Bordano ved. Torsellino.
Queste generose benefattrici dell'Opera Salesiana in Chieri, volarono al cielo l'una il 14 giugno e l'altra il 26 luglio scorso con una morte edificante. Vissero ambedue nella ritiratezza, trovando la felicità nell'adempimento degli umili doveri familiari e nell'esercizio assiduo delle opere di carità. Fra queste predilessero l'Oratorio di S. Teresa e l'Oratorio di S. Luigi di quella città. Conobbero tutte due, fin dalla loro giovinezza, il Venerabile Don Bosco e, ammirandone poi lo zelo e la santità, andavano orgogliose di essere in relazione con lui e di poterlo aiutare con frequenti offerte nelle sue opere. La memoria di queste due nostre Cooperatrici sarà in ricordanza e benedizione perenne nella loro città natale e nel cuore dei figli di Don Bosco.
Dott. Cav. Romolo Ragnini.
Tenente Colonnello Medico, Direttore dell'Ospedale Militare di riserva in Via Boezio 1, Roma,
mori improvvisamente per paralisi cardiaca la vigilia dell'Assunta, 14 agosto u. s. Con lui è scomparsa una bella figura di soldato, che servi la patria in tutta la vita. Collocato in posizione ausiliaria per limiti di età, dopo breve tempo fu dal Ministero richiamato in attivo servizio. Preposto da due mesi alla direzione dell'Ospedale di Via Boezio, aveva saputo talmente cattivarsi l'amore di tutti i dipendenti, che lo chiamavano gentilmente e affettuosamente il papà buono.
Pregando il riposo eterno all'anima eletta, inviamo cordiali condoglianze alla famiglia, specie al fratello Mons. Rodolfo, Cappellano Maggiore della Regia Marina, altamente benemerito dell'Opera Salesiana in Ancona.
Teresa Carra ved. Costantini.
Il 23 luglio, munita di tutti i conforti di nostra santa religione, che ricevette con profonda pietà, rendeva in Roma la sua bell'anima a Dio quest'esimia Cooperatrice, affezionatissima al Ven. Don Bosco e gran divota di Maria Ausiliatrice. Nel triste ricordo dell'irreparabile perdita, al figlio prof. Carlo e ai parenti tutti, sia di cristiano conforto il pensiero dei suffragi che in questi giorni si applicheranno per la cara defunta.
Cooperatori defunti dal 1° agosto al 1° ottobre:
Albertoni Margherita - Varallo Sesta. Alessio Maria Roccatagliati - Pegli.
Andreoli Teresa - Chironico.
Arborio Mella conte Carlo - Vercelli. Barbagallo Leonardo - Nunziata. Barbarioli Pietro - Roveredo in Piano. Barraca Teresa - Mondovi. Berbetti Albina - Ivrea.
Bertazzoni Giuseppe fu Gioachino - Polesine. Bonora Rosa - Finalpia. Bulgheroni Rachele - Camerlata. Cafaggini D. Domenico - Lubbiano. Calcaterra Catterina - Domaso. Casari Carlo - Bellinzago Novarese. Cattani Pia - Marradi. Clavena Marianna - Ovada. Costa Giuseppe - Osasco. Costantini Teresa - Roma. Cristiani Giuseppa V. Tedeschi - Tortona. De Feo D. Gerardo - Omignano. Fasoli Anna - S. Pietro Incariano. Fava Giacomina - Vittorio. Galardo Alessandro - Firenze. Gandini Luigi - Varese. Germani comm. Pietro - Roma. Grasso Marianna - Riposto. Guizzetti Giacomo - Firenze. Magnelli Livia - Empoli. Manenti Angelo - Milano.
Martini Bernardi cont.ssa Ernestina - Firenze. Neirotti Giacomo - Rivoli. Pavoncelli Libera - S. Maria in Stella. Pavoni Paolo - Roma.
Pestarino D. Andrea - Piepasso. Pezzotti Giuseppe - Iseo. Pieri Giovanni - Peveragno. Porro Pietro - Feisoglio. Quaregna Giovanni - Goglianicco. Regiani D. Luigi - Ravenna.
Sansoldi cari. D. Giov. Batt. - Fossano. Savariro Angela - Alpignano. Segadelli Cap. Paolo - Piacenza. Soldati Teresa Va. De Luca - Torino. Soldati Nob. Vittoria - Torino.
Suor Maria Giuseppa Lima - Musoncelli. Testa cav. Pietro - Bologna. Vanuini Alfonso - Vigo di Camugnano. Zappi marchesa Verginia V.a Mori - Faenza.