ANNO XXXV - N. 12. Torino, Via Cottolengo 32. DICEMBRE 1911.
PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI BOSCO
SOMMARIO: I nostri auguri . . 353 Il S. Padre e gli Emigrati Italiani - L'azione nostra per gli Emigranti - L'Opera di D. Bosco nell'Impero Austriaco. - Visita del sig. D. Albera . . . 359
Spigolature (da libri, riviste e giornali) . 366 DALLE MISSIONI : Repubblica Argentina: Sedici mesi in Missione attraverso il Territorio del Rio Negro - id.: Dal Territorio del Chubut-Chilì: El amigo de la familia »
Tesoro spirituale .
IL CULTO Di MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente - Norme pratiche, ecc. - Grazie e graziati 371 NOTE E CORRISPONDENZE: A Valsalice - Riverenti omaggi - Tra i figli del popolo - Notizie varie: In Italia, all'Estero 375
Necrologio ;81
Indice dell'annata 382
VENGONO dal cuore, e volano festanti a tutti i Benefattori delle Opere Salesiane ! Vengono dal cuore, buono e sensibilissimo, del venerando Successore di D. Bosco DON PAOLO ALBERA, e dai cuori egualmente riconoscenti dei suoi figli ; e, a gara, volano a ripetere a tutti i Cooperatori e a tutte le Cooperatrici le espressioni più care con la promessa delle più ferventi preghiere! E un plebiscito di profonda riconoscenza cristiana, qual seppe suscitarlo Don Bosco e rinnovarlo per più di quattro lustri Don Rua.
Le prime voci di questa concorde dimostrazione di affettuosa riconoscenza, le prime note di quest'inno di fede, salgono fervorose fin dall'8 dicembre, il dì in cui non v'ha uno dei Figli di Don Bosco, che rimembrando l'umile inizio dell'apostolato paterno non si senta commosso nell'intimo del cuore, e dall'intimo del cuore non ringrazi fervidamente Iddio di aver dato al Padre una così santa missione e d'avergli posto accanto una sì ampia schiera di anime generose, da cui ebbe i mezzi che gli abbisognavano.
E l'8 corrente si compiono settant'anni dall'incontro di Don Bosco con Bartolomeo Garelli, l'umile figlio del popolo, al quale il Venerabile diede la prima lezione di catechismo, con in mente il programma ben distinto di tutto un apostolato d' istruzione, di redenzione, e di preservazione a favore della gioventù povera e abbandonata. Si compiono settant'anni da quel dì memorando; e quale sviluppo ha già raggiunto in questo tempo l'Opera sua ! Nel 1841 Egli non aveva una casa, ed oggi son circa 35o gli istituti che lo chiamano Fondatore; non aveva una cappella e le Chiese di Don Bosco or si contano anch'esse a centinaia; e quell'unico giovanetto che pendeva in quel giorno dal suo labbro, oggi ha una moltitudine di fratelli di cento terre e di cento lingue diverse, che con eguale entusiasmo sanno tutti ripetere un nome: Don Bosco!... Come mai un povero pastorello, un umile figlio del campo, interamente sprovvisto di mezzi di fortuna, riuscì ad operare tali meraviglie?
Lo disse egli stesso a voi, o benemeriti Cooperatori e zelanti Cooperatrici, nella lettera che vi lasciò morendo:
Senza la vostra carità io avrei potuto fare poco o nulla; colla vostra carità abbiamo invece cooperato colla grazia di Dio ad asciugare molte lagrime e a salvare molle anime.
E, riconoscente, ordinava ad ogni suo Successore: - che nelle comunioni e private preghiere, che si fanno e si faranno nelle Case Salesiane, siano sempre compresi i nostri Benefattori e le nostre Benefattrici ; e che metta ognora l'intenzione che Dio conceda il centuplo della loro carità anche nella vita presente, colla sanità e concordia nella famiglia, colla prosperità nelle campagne e negli affari, e colla liberazione ed allontanamento da ogni disgrazia.
Or queste preghiere, più copiose e ferventi che mai, s'innalzeranno, o buoni Cooperatori e benemerite Cooperatrici, nella Notte di Natale, ìn cui, secondo il consueto, si celebreranno presso noi le tre Messe della giocondissima Solennità e si distribuirà ai presenti la Santa Comunione. La cara cerimonia si compirà in tutte le nostre Chiese e Cappelle; e le preghiere che ivi s'innalzeranno, specialmente nella Basilica di Maria Ausiliatrice e nelle Chiese e Cappelle degli Ospizi, degli Orfanotrofî, e delle nostre Missioni di America, d'Africa e d'Asia, invocheranno una pioggia di elettissime grazie sui nostri Benefattori.
*
Dal principio della Novena del S. Natale fino all'Epifania, tutte le sere, gli alunni del nostro orfanotrofio Cattolico di Gesù Bambino a Betlemme, accompagnati dai loro Superiori, si recheranno a visitare il Santo Presepio, e vi deporranno il libro nel quale sono scritti i nomi dei loro benefattori pregando secondo le loro intenzioni. Nell'Albana della carilcl dell'Orfanotrofio di Betlemme si legge pure la scritta: Tutti i Cooperatori e tutte le Cooperatrici Salesiane; perciò - dal 15 dicembre al 6 gennaio - anche per voi, o cari lettori, si faranno speciali preghiere nella S. Grotta ove nacque il Divin Redentore !
Il Santo Padre e gli Emigranti Italiani
A sovrana sanzione del nostro lavoro per gli Emigrati, e perchè i Cooperatori e le Cooperatrici si sentano vieppiù accesi a darci mano in quest'opera e di carità religiosa e patria ad un tempo » siamo lieti di riferire parte della Lettera inviata per ordine di Sua Santità a tutti gli Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi d'Italia dall'Em.mo Card. Merry del Val, Segretario di Stato.
Uno degli argomenti più particolarmente cari al cuore dell'Augusto Vicario di Gesù Cristo ed oggetto delle Sue più pietose provvidenze è stato da un ventennio; quello della emigrazione, sia permanente che temporanea, degli operai italiani all'estero. Questa pontificia sollecitudine, figlia della visione dei molteplici pericoli di ordine religioso, morale e sociale, cui i medesimi sono esposti, fu tradotta dai Sommi Pontefici Leone XIII, di s. m., e Pio X, felicemente regnante, in atti di grandissima importanza pratica e consegnata in documenti memorabili, fra i quali hanno il primo posto le Circolari di questa Segreteria di Stato, in data del 18 maggio 1899, del 19 giugno 1900 e del 25 gennaio 19o8, dirette, rispettivamente, agli Arcivescovi di Milano, Torino e Vercelli, ai Metropolitani, ed ai Vescovi d'Italia.
Nei citati documenti, a rapidi tratti si faceva constare il fatto del sensibile moltiplicarsi di quegli esuli volontari, che, abbandonando il focolare domestico, valicano i confini della patria, per cercare in terre straniere, dell'Europa, del Levante e delle Americhe, una sorte men dura, e ne rimangono lontani per molti mesi dell'anno e talvolta per sempre. Si descriveva, a tale proposito, la triste condizione specialmente degli emigranti temporanei, i quali, in determinata stagione, prendono la via dell'estero in cerca di lavoro, si stabiliscono in luoghi moralmente infestati dalla eresia e dal socialismo e, senza essere più sostenuti dalle cure amorose dei genitori, della sposa, dei figli, che ordinariamente hanno lasciati nel paese natìo, nè dal ministero paterno del proprio Parroco, ignoti fra ignoti, finiscono sovente con l'abbandonarsi al vizio, col divenir vittime di sètte sovversive e col perdere persino il sacro ed inestimabile tesoro della Fede. S'invocavano finalmente - dopo avere con soddisfazione riconosciuto il motto sino allora fatto dai Vescovi e dalle varie Opere sorte, con l'approvazione dell'Autorità Ecclesiastica, per l'assistenza degli operai italiani - le cure dei Prelati sempre più provvide ed alacri, affinchè quell'ingente numero di lavoratori nostri, sparsi nei vari Stati, non mancassero colà di quegli spirituali ed altresì materiali presidi ed aiuti, senza di cui vano sarebbe stato poi sperare nella loro perseveranza e voler scongiurare il pericolo di ravvisarli, al loro ritorno in patria, molto diversi da quali ne partirono, vale a dire viziati nella mente e nel cuore, perversi e pervertitori.
Ed ora il Sommo Pontefice Pio X è lieto dei risultati sin qui ottenuti, grazie ai quali si può ammirare diffusa, per tante e svariate Opere di religione, di beneficenza, di istruzione, di cooperazione e di previdenza a favore dei nostri emigranti, una bella fioritura di carità, religiosa e patria ad un tempo. Al raggiungimento di sì confortevoli risultati ha contribuito la maggior parte delle Congregazioni religiose d'Italia, rappresentate nei vari paesi della nostra immigrazione, parecchie delle quali si sono all'uopo recentemente confederate.
Se non che, troppo preme al Santo Padre la sorte degli emigranti, perchè Egli si tenga interamente pago di ciò e non si senta invece, stimolato dalla altissima Sua Missione, a cercare ogni modo per apportare a tale organizzazione sempre nuovi perfezionamenti, che rendano al lamentato male, il quale pur non accenna a cessare, adeguato rimedio.
È infatti a conoscenza della stessa Santità Sua che all'elemento emigrante, specialmente delle città secondarie, dei paesi e delle campagne, non è peranco abbastanza nota l'importanza delle accennate Opere istituite in suo favore, anzi sovente ne ignora perfino la esistenza. Avviene, così, che partano molti nostri operai, senza pensare a porsi in relazione con i centri delle suddette Opere, i quali potrebbero sicuramente illuminarli ed opportunamente indirizzarli alle tante Missioni e Segretariati, che corrispondono coi detti centri e trovansi nelle regioni stesse dove essi si recano.
Mancata agli emigranti, per così dire, la prima orientazione, ne consegue che sempre malagevole, spesso anche impossibile, sia poi al più esperto zelo cattolico il raggiungerli sulla malaugurata via ed il salvarli dalle insidie e dai mali in cui ben presto vanno a cadere. E, a questo proposito, è risaputo da tutti come, in alcune stazioni specialmente dell'estero, per le quali sogliono passare con maggiore affluenza gli operai italiani, e nelle più note città industriali, non manca mai un buon numero di loschi speculatori, di propagandisti del socialismo ed anche di emissari del protestantesimo, che attendono la facile preda al varco e la fanno loro col seducente miraggio di procurare agli emigranti protezione, lavoro ed alloggio ; ma, in realtà, con fine di sfruttare la buona fede e le preziose energie proprie dei nostri lavoratori o di ingrossare con essi le file del proselitismo settario. Il primo cedere a queste male arti - le quali confermano, purtroppo, quanto previdente ed operoso sia lo spirito del male - è il preludio triste di quelle colpe, con cui quei poveri operai comprometteranno più tardi la loro coscienza e lo stesso loro benessere materiale : l'apostasia, il sovversivismo e tutti quei funesti disordini morali, che qui è bello tacere, ma che tanto detraggono, nel concetto degli stranieri, alla onorabilità del nostro buon popolo italiano.
Così grave male invoca un rimedio pronto ed efficace....
E qui la lettera scende a dare disposizioni importantissime, quali la costituzione in ogni diocesi di un Comitato per l'emigrazione (al quale possono far capo vari Sotto-Comitati), che si tenga in relazione con i principali uffici centrali d'informazione, e sia efficacemente coadiuvato, con norme tassative di delicata carità e di abile previdenza, da ogni Parroco.
A soddisfazione dei buoni Cooperatori facciamo seguire, ai vivi desideri della S. Sede, un piccolo saggio di quello che l'Opera di D. Bosco va compiendo a favore degli Emigrati.
NEW YORK CITY - Segretariato di Mott St. 29. - Il nostro confratello Eugenio Tedeschi ci manda il seguente resoconto che a noi sembra un quadro fedele del lavoro dei Segretariati degli emigranti in generale, e ci fa conoscere in particolare la fisionomia del Segretariato Salesiano di Mott Street:
-- Arriva la posta... la prima lettera che apro è del Superintendent della Carità Pubblica ed è semplicemente un gentile rabbuffo: « Sig. Tedeschi, lei ci raccomanda troppi bambini. Faremo quanto desidera nella sua del 20 corr., ma ci lasci respirare ». Depongo la lettera e penso alla risposta... Presto detto però!
Il portinaio viene e son chiamato in parlatorio. E una povera tubercolotica di Sciacca; deve andare in Italia e desidera far ricoverare i suoi bambini. Mi fa compassione, essa piange perchè è sulla strada e suo marito ha tutto speso in seguito alla sua malattia: è un caso complicato che richiede tre operazioni diverse. Viene una ragazza che aspetta una raccomandazione per una fabbrica. Arriva una terza donna con due bambini; non hanno che mangiare; il figlio grande non lavora e desidera una raccomandazione presso una fabbrica di biscotti. Viene un agente della Charity Organization Society, di cui sono membro, e domanda spiegazioni di un caso dei dintorni portato innanzi al Comitato. Intanto giunge una piacentina di Bardi: ha cinque figli e il marito ammalato di reumatismo: non può pagare la pigione e stanno per essere gittati nella strada. Poi entrano due orfanelle a domandare i soliti buoni per il pane; poi i parenti di un prigioniero per una raccomandazione all'avvocato; poi una figliuola che ha bisogno di andare in campagna per rimettersi in salute. Negli intermezzi sono al mio tavolo; scrivo, raccomando, invoco i primi sussidi, ecc.
Così arrivano le due, quando capita il vecchio Salemi: - Buone nuove, segretario! la sua lettera ha fatto buon effetto; mi volevano dare 250 dollari; ma io, attenendomi alle sue istruzioni, non ho voluto firmare nessuna carta... - È un padre disgraziato, nativo di Montemaggiore in provincia di Palermo, cui il 25 marzo di questo anno morì una figlia nell'incendio di una fabbrica di camicette, nella quale era impiegata insieme ad una sorella; e che miracolosamente si era salvata. Col suo lavoro era il sostegno della famiglia, la quale dopo la sua morte si trova non solo moralmente abbattuta, ma altresì in cattive condizioni economiche.
Il caso era abbastanza difficile. D. Coppo che era presente, strinse le labbra, aggrottò le sopracciglia e disse: « We must find out the righ man if we want succede (per riuscire dobbiamo trovare il nostro uomo). Scrivi una dettagliata relazione del fatto, che porterai al tal signore; se chiede spiegazioni, gliele darai a voce ». Andai e si poterono così ottenere 25o dollari come primo assegno. Il vecchio Salemi va via giubilante; pover'uomo!
Ma ritorniamo al nostro ufficio. Che cosa fece, si domanderà, il nostro Segretariato di Mott. St. nel primo semestre del 1911 ? Il quadro della vita e del movimento or ora descritto può servire a dare un'idea vera del lavoro ininterrotto, crescente, moltiplicantesi a mano a mano che il popolo venne a conoscenza che da mattina a sera tarda l'Ufficio era aperto, e che l'incaricato era sempre a disposizione, volenteroso di dare tutto quell'aiuto morale e materiale che i casi richiedevano. Ed è proprio mirabile il constatare quanta fiducia inspira il Segretariato gratuito, retto secondo norme di carità, fondato all'ombra del campanile parrocchiale.
Le condizioni demografiche della Parrocchia della Trasfigurazione, dove è il Segretariato, furono e sono sempre le medesime con prevalenza dell'elemento meridionale: Potenza, Napoli, Cosenza, Reggio, Palermo, Catania, Girgenti vi hanno i nuclei più numerosi. Vi restano ancora pochi genovesi, attivi, esperti e tutti in buone condizioni finanziarie.
Le condizioni sanitarie sono sempre più in pericolo di diventare seriamente critiche a causa dei Tenement-Houses, o casermoni, in cui sono alloggiati i nostri connazionali.
Nelle mie numerosissime visite a domicilio, ho dovuto constatare che questi Tenements sono veri covi in cui la moralità è sempre in pericolo e l'igiene non è assolutamente salvaguardata, essendovi troppo scarsa l'aria, la luce, lo spazio e conseguentemente la pulizia. E comune il caso di trovare famiglie di sei od otto persone in un appartamentino di una stanza di 20 metri quadrati e di una cucinetta di 12. Due famiglie abitavano in tre stanze con 16 figli. Le famiglie di otto, dieci e dodici membri sono numerosissime, e finchè i figli non arrivano all'età di guadagnare, restano generalmente nell'appartamento di due stanze e la cucina. L'aria che là entro si respira, specialmente in inverno, è sempre corrotta ed esiziale. Così i nostri robusti campagnuoli meridionali, anche all'età di 30, 4o anni, cadono sotto la falce della tubercolosi che è la piaga di tre vie popolatissime in cui non vi sono meno di 20.000 italiani. Preoccupato di questo, D. Coppo distribuì più volte alla porta della chiesa gran quantità di istruzioni per combattere la tubercolosi, e poi chiamò un espertissimo dottore a tenere una conferenza, illustrata da proiezioni, sulla terribile malattia. È l'ambiente che bisognerebbe cambiare e migliorare ; ma finchè non interverrà una legge a mettere le cose a posto, si prevede un futuro sempre più disastroso per la salute degli italiani.
Il nostro Segretariato lavora specialmente per salvare i ragazzi che hanno parenti tubercolotici. Per riuscire più facilmente, abbiamo interessati alcuni bravi dottori italiani che visitano gratuitamente i casi da noi proposti; ci rilasciano un certificato medico che si unisce ad una urgente raccomandazione, e così i ragazzi vengono del tutto gratuitamente, o in parte, accolti in Istituti di beneficenza. Molte altre circostanze ci decisero a prenderci cura dei ragazzi, e siamo lieti di constatare che di 119 casi da noi raccomandati solo pochissimi non furono ammessi. Questi casi di fanciulli, erano, come si può aspettare, associati generalmente a condizioni di povertà e talora di estrema miseria, in cui o per malattia o per mancanza di lavoro le famiglie erano cadute. Il soccorso a queste era necessario, e si è sempre generosamente fornito. Quando si prevedeva che il caso era tale cui non bastavano i primi soccorsi, allora si ricorreva alla Charity Org. Society, alla Association for improving the conditions of the poor; due Istituzioni queste che dispongono d'immensi capitali. Di grande aiuto ci fu in questo la locale Conferenza di S. Vincenzo, che, sotto l'abile direzione del Dr. Cereseto, ha fatto e fa un bene immenso nella Parrocchia. Così si poterono provvedere di soccorsi settimanali 96 famiglie del complessivo di 315 membri. Dobbiamo però far giustizia ai nostri connazionali, che pochi eccettuati, hanno sempre cercato di non vivere a spese della pubblica carità, ma di lavorare, per migliorare le proprie condizioni.
Noi manchiamo ancora di una vera Agenzia di collocamento gratuito al lavoro; tuttavia si potè con un po' di industria accaparrarci le simpatie di industriali, di alcune case di commercio e di appaltatori di pubblici lavori. Le pratiche eseguite furono 86. Dopo fatte le debite investigazioni sulle condizioni morali e finanziarie delle famiglie, si ottenne il ritorno in famiglia a 20 ragazzi trattenuti al Catholic Protectory. Altre pratiche di questo genere sono in via di esecuzione.
Per il rimpatrio di connazionali ci attenemmo ad un metodo più sicuro per ottenere dal R. Consolato il viaggio gratuito. Questo fu di richiedere una dichiarazione medica, o di povertà di unirsi alla nostra raccomandazione. E davvero possiamo dire che le pratiche nostre ottennero dalla cortesia del Console Generale d'Italia l'effetto desiderato; e fu concesso il rimpatrio gratuito a 30 connazionali poveri.
Ci prestammo volentieri e sempre per la corrispondenza degli analfabeti, per consigli legali, certificati di battesimo, di matrimonio, permessi, informazioni, ricerca di parenti, ecc., ecc.
Le visite alle prigioni continuarono regolari come l'anno scorso. Dovemmo occuparci di casi eccezionalmente strani in cui l'opera nostra risultò di un aiuto immenso agli avvocati per mettere in luce certi punti di controversia giuridica; ed in tal modo le informazioni nostre valsero a far assolvere pienamente o a mitigare la pena ai colpevoli. I casi furono 2o; in tre di essi si trattava di vendette e di ricatti.
Le leggi di immigrazione assunsero in quest'anno una severità eccezionale, si direbbe quasi inumana. Per i casi di immigranti da aiutare che ci capitarono, ci rivolgemmo al Rev. P. Moretto della Società S. Raffaele. Essi furono 18. Non possiamo fare a meno di tributare un meritato encomio allo zelo del P. Moretto ed alla amicizia che egli addimostrò al nostro Segretariato, occupandosi efficacemente delle persone a lui indirizzate.
Avemmo due pratiche ben riuscite di adozione di bambini da parte di famiglie benestanti.
I casi per ricovero all'Ospedale furono solo 12. In generale questo incarico viene assunto dai medici curanti, che dirigono i loro pazienti ai numerosi Ospedali.
Ecco, in breve, riassunto il lavoro compito da questo Segretariato durante il Primo semestre dell'anno corrente. I casi registrati furono 415; ma le operazioni richieste per condurli a termine furono in numero di gran lunga superiore. Anche il caso di un semplice ricovero di orfani, di lattanti, di una raccomandazione di lavoro o di sussidio, richiede spesso un lungo lavoro epistolare, generalmente accompagnato da investigazioni sul luogo. Nostra norma di condotta fu sempre questa: accettare i diversi casi con precauzione; assicurarsi che i fatti stieno come vengono raccontati: deciso una volta di interessarsene, seguirli fino al loro proscioglimento. Così il nostro Segretariato si assicurò una fiducia di buona organizzazione e confidenza, direi quasi, illimitata fra i connazionali che qui accorrono dai quattro punti cardinali della città.
Fummo richiesti di informazioni dal Sud America, da molte città d'Italia e da molti Segretariati del Sud d'Italia e della Sicilia. Abbiamo anche organizzato l'invio di bambini accompagnati dalle mamme, all'ospedale di S. Giovanni posto sul mare, dove possono godere di tutte le agevolezze per ristabilirsi in salute. I ragazzi delle scuole che non hanno opportunità di fare le vacanze in campagna, li mandammo a gruppi di 5o, e per quindici giorni, a Spring Valley.
Abbiamo fondata una Cassa di risparmio tra i giovani della Parrocchia: e abbiamo già depositati più di 40o dollari. Il risultato sembra buono e forse ne allargheremo il beneficio a tutta la Parrocchia... però sempre adagio... E chi sa che in seguito non si possa anche aprire una Cooperativa! Però occhio sempre ai mali passi!...
Mi resterebbe ora da illustrare il lavoro del Segretariato col racconto dei fatti di cui ebbe ad occuparsi, veri drammi alcuni, che da soli rivelerebbero le tristi condizioni in cui vivono molti connazionali provenienti dal mezzogiorno d'Italia....
NEW YORK CITY -- Segretariato di 429 E. 12th Street. - Questo Segretariato nello stesso semestre ha condotto a termine oltre 50o pratiche. Circa 85 furono dirette al collocamento di emigranti, 19o ebbero per fine di soccorrere con aiuti, consigli e sussidi vari poveri indigenti ; altre provvidero a facilitare il rimpatrio di emigranti o il ricovero di orfanelli italiani.
MONTEVIDEO (Uruguay). - A « Villa Colon,. », presso il Santuario di M. Ausiliatrice e il Collegio Pio, promossa dalla « Lega Patriottica Italiana nell'Uruguay » e col concorso efficace di quei nostri confratelli, la 2a domenica di ottobre si svolse una festa commemorativa di due date gloriose, (il 7 ottobre, Vittoria di Lepanto, e il 12, scoprimento dell'America).
Gli accorsi, giunti in buon numero dalla vicina capitale, con alla testa la banda di musica del Collegio e Don Bosco », ebbero agio di soddisfare la loro devozione nell'artistico Santuario e di visitare i magnifici musei che adornano il Collegio.
Dopo il pranzo che ebbe luogo lungo i viali, all'ombra dei giganteschi eucaliptus, la banda musicale eseguì un concerto di pezzi italiani; quindi l'avv. sig. Giuseppe Serralunga, accorso espressamente da Buenos Aires, pronunziò da una tribuna improvvisata all'aperto un'eloquente allocuzione, che scosse le intime fibre dei numerosi convenuti. La festa si chiuse colla Benedizione del Santissimo Sacramento nel Santuario.
Non si può dire qual bene facciano ai nostri connazionali queste manifestazioni, che per il doppio carattere religioso e patriottico ridestano mirabilmente i ricordi della Patria lontana.
GENERAL LAGOS (Pampa-Central - Rep. Argentina). - Missioni tra emigrati tedeschi. - Da una lettera del sac. Mattia Saxler, addetto alla Parrocchia di S. Rosa di Toay, rileviamo
« .... Molte famiglie tedesche riandarono ad invitarmi alle loro colonie, per aver agio di soddisfare i loro doveri religiosi. Annuii. Dapprima mi limitai ad una breve escursione alle colonie di Anguil, Mirasol e Quemú-Quemú, ove fui ricevuto con trasporti di giubilo. Mi fermai tre giorni in ogni luogo ed ebbi da lavorare nel sacro ministero dal riattino alla sera. Furono giorni pieni di santo entusiasmo pel bene. Quei bravi coloni lasciarono in disparte i loro lavori e per il raggio da sette ad otto leghe all'intorno accorsero tutti alle istruzioni ed alle funzioni sacre. E circa 1ooo furon quelli che si accostarono ai SS. Sacramenti: donne, giovani e uomini, di ogni età e condizione.
» Visto il buon esito, visitai in quest'anno molte altre colonie, dando comodità a circa 700 famiglie di compiere i doveri del buon cristiano. Le colonie visitate in questa seconda escursione furono Macachín, Campo de la Merced, C. Argentino, C. Aguirre, C. Zapatel, C. Spineto, C. Camisa, C. Aramet, L. Gutierrz, C. Escala, C. Espiga de Oro, C. Carlota, Mirasol, C. San José, C. Busguet, C. Cocoa, Quehué, Brost, C. San Antonio e Campo Torella : e colla grazia di Dio e la benedizione di Maria Ausiliatrice si ebbero ottomila comunioni, - di cui 1oo prime - 38o battesimi, 400 cresime e 20 matrimoni.
» Questa gente è addetta all'agricoltura e particolarmente alla coltivazione del grano, che è il prodotto più adatto per queste terre. Gli altri raccolti, a causa della grande siccità, l'anno scorso furono nulli. Faccia Iddio che quest'anno possano avere un raccolto migliore....».
VISITA DEL SIG. DON ALBERA
DAL 13 ottobre al 9 novembre u. s. il nostro Rettor Maggiore Don Paolo Albera compiva un lungo viaggio attraverso l'Impero Austriaco, per visitare gli Istituti Salesiani di Oswiecim, Daszawa, Przemysl, Cracovia, Vienna, Radna e Lubiana.
Le festose accoglienze che ebbe, ovunque passò, dalle Autorità Civili ed Ecclesiastiche e dai nostri Confratelli e Cooperatori, ci inducono a darne un breve ragguaglio, anche per aver agio di rendere a quelli, che lo accolsero così affettuosamente e cordialmente, i più vivi e sentiti ringraziamenti.
Oswiecim
IL 1° DECENNIO DELL'ISTITUTO G. BOSCO.
IMPONENTE MANIFESTAZIONE DI FEDE.
L'amatissimo nostro Superiore lasciava Torino il 13 novembre, accompagnato dal Direttore Generale delle Scuole Professionali e Colonie Agricole Salesiane, D. Pietro Ricaldone; e con viaggio ininterrotto, eccettuata una piccola tappa a Vienna la mattina del 14 per celebrare la S. Messa, giungeva alla sera ad Oswiecim.
Oswiecim, una cittadina della Galizia di 1o.ooo abitanti, ai confini dei tre Imperi, Austriaco, Germanico e Russo, è la culla dell'Opera Salesiana in Polonia. Lo splendido Istituto Giovanni Bosco, con scuole ginnasiali, professionali e chiesa pubblica, fu inaugurato il 21 ottobre 19o1 coll'intervento dell'indimenticabile D. Rua, del compianto Card. Principe Puzyna, Vescovo di Cracovia e del Governatore o Vicerè di Galizia, Conte Pininski.
Compivasi adunque il 1° Decennio di quella fondazione e lo si volle solennizzare con feste speciali, alle quali fu invitato anche il nostro Rettor Maggiore.
Il nuovo Governator di Leopoli sig. Bobrzynski e il Presidente della Dieta sig. Badeni, impediti d'intervenirvi, espressero il loro rammarico : non mancarono però di accorrervi un rappresentante del Consiglio Scolastico regionale, il Prefetto, il Sindaco ed altri autorevoli personaggi.
La celebrazione di queste feste di famiglia era stata fissata per la terza domenica di ottobre, e il sig. D. Albera giungeva all'Istituto il sabato innanzi, quando S. E. Rev.ma Mons. Anatolio Nowak, Vicario Capitolare dell'Archidiocesi di Cracovia e già Ausiliare del defunto Card. Arcivescovo, aveva allora allora dato la Cresima ed impartito pontificalmente la Eucaristica Benedizione.
Tutti i giovani e i confratelli subito si schierarono con gioia per accogliere il Successore di Don Bosco, e con loro fe' ala al suo giungere anche una folla di ammiratori, compreso quell'illustre Prelato.
La musica istrumentale die' fiato negli strumenti e i 26o alunni attaccarono l'Inno Salesiano, dopo di che il Direttore dell'Istituto si fe' innanzi e disse un affettuoso saluto all'amato Superiore, che rispose con parole commosse.
All'indomani il vastissimo tempio, già in rovina ed ora ristorato in gran parte ed aperto al divin culto, non valse a contenere la folla divota, accorsa non pur dalla Galizia, ma dalla Slesia, dalla Posnania e specialmente dalla Polonia Russa e Germanica. Per tutta la mattinata, e fino a lunga ora dopo il mezzodì, dentro e fuori del tempio continuò la stessa calca, talchè fu mestieri, durante il pontificale, celebrare e predicare contemporaneamente su d'un terrazzo prospiciente un ampio porticato per dare comodità a tutti di meglio soddisfare al precetto festivo. E pari alla moltitudine fu l'affluenza ai SS. Sacramenti. Fu uno spettacolo di cui è difficile, senza averlo visto, farsi un'idea!
Il sig. D. Albera celebrò la Messa della comunità, e S. E. Rev.ma Mons. Nowak pontificava la solenne, dopo avere con un elevato discorso, tutto amore pci Salesiani, inaugurato un marmoreo monumento alla memoria di Mons. Kuyez, il caro e piissimo Prelato che chiamò i Salesiani ad Oswiecim.
« A Deo factum est istud! esclamava Mons. Nowak; ce lo dicono le antiche rovine risorte a tanto splendore; ce lo dice la mirabile diffusione dell'Opera Salesiana compiutasi da questo centro; ce lo dice il bene che essa ha prodotto e va producendo in Polonia. I Salesiani son venuti tra gli ultimi al lavoro; ma sono tra i primi a raccogliere i più lieti manipoli di messe abbondante. A Dio e ad essi la nostra riconoscenza! ».
La Schola Cantorum eseguì una messa a 4 voci del Singerberger ed il rev.mo P. Janinki, dei Minori, che aveva preso la parola anche dieci anni or sono in occasione dell'inaugurazione dell'Istituto, tenne il discorso di circostanza.
La solennissima cerimonia terminava ad un'ora dopo mezzodì, colla Benedizione Eucaristica.
A mensa, attorno il Vescovo e il sig. D. Albera, si assisero molte ragguardevoli persone e tutt' attorno i Superiori, vari ex-allievi, e gli alunni presenti dell'Istituto, nonchè 8o allievi dell'Istituto Professionale Lubomirski di Cracovia, recentemente affidato ai Salesiani. Erano complessivamente circa 60o commensali.
Ai brindisi parlò Mons. Nowak, prima in polacco, benedicendo all'Opera di D. Bosco trapiantata in Polonia ed a chi era riuscito in 10 anni a farvela crescere gigante, il dott. D. Emanuele Ma nassero, oggi ispettore delle Case Salesiane del Piemonte; quindi parlò in latino, dichiarando al sig. D. Albera in nome del clero della diocesi là più viva soddisfazione pel lavoro compiuto dai figli di D. Bosco, augurando nuovamente all'Opera del Venerabile la più rigogliosa dilatazione.
Seguì nel cortile gremito .un breve saggio ginnastico, quindi i vespri, poi un'imponente riunione nel teatro dell'Istituto, con altri membri del Clero e molte ragguardevoli persone.
L'imponente seduta s'inaugurò coll'esecuzione dell'inno « D. Bosco »; e l'avv. Gasiorowski disse il discorso di circostanza, illustrando le opere compiutesi nel trascorso decennio. Anche vari ex-allievi (che in quei due giorni si riunirono per formulare lo Statuto e stringersi in associazione) presero la parola, rievocando dolci ricordi. In fine sorse il sig. D. Albera per ringraziare, in lingua italiana, tutti i presenti, primo fra tutti Mons. Nowak e la autorità locali; e dopo aver esclamato accennando al grandioso spettacolo di fede che aveva veduto : Non inveni tantam fidem in Israel! fece mirabilmente risaltare una così spontanea e commovente unione di menti e di cuori nel rendere omaggio all'opera di Don Bosco. In fine dovette benedire all'imponente assemblea.
Il sig. D. Albera si fermò ad Oswiecim fino al pomeriggio del 18 ottobre, ricevendo, restituendo e facendo varie visite, tra cui una all'Orfanotrofio della Principessa Oginska.
A Leopoli.
Il 18 ottobre, insieme con Don Ricaldone e Don Tirone, nuovo Ispettore, il sig. D. Albera lasciava per alcuni giorni Oswiecim, alla volta di Przemysl ove passava la notte, e il dì seguente giungeva a Leopoli o Lembere per far visita all'Arcivescovo Mons. Giuseppe Bilczewski, che, al pari del Vescovo di Przemysl ed altri, aveva inviato un affettuosissimo telegramma di adesione alle feste di Oswiecim.
L'eminente Prelato fu con lui di una amabilità straordinaria, lo intrattenne a lungo e si disse molto contento del bene che con l'aiuto del Signore compiono nella sua diocesi la casa e l'annessa chiesa salesiana di Daszawa. Avrebbe anche desiderato trattenerlo a mensa, e ripetutamente glie ne ripetè l'invito, che il sig. D. Albera non potè accettare per l'itinerario già fissato; chè, fatta visita anche al Vescovo Ausiliare, Mons. Ladislao Bandurski, Vescovo tit. di Cidonia, ripartiva immediatamente per Daszawa.
Daszawa.
Ossequiato nella stazione di Stryj dal parroco decano di quella città, sac. Alessandro Cislo, scendeva alla stazione di Chodowice; e di qui su carrozza inviata da Mons. Trzopinski, Rettore del celebre Santuario di Kochawina, giungeva alle 18 alla casa salesiana di Daszawa, destinata per l'educazione dei giovani adulti aspiranti allo stato ecclesiastico, ossia per l'Opera dei figli di Maria Ausiliatrice.
Accolto a suon d'orchestra, dopo un momento di riposo, fu invitato ad un breve trattenimento di filiale omaggio. Pel primo prese la parola il Direttore, il quale espresse la gioia di tutti nel poter ossequiare l'amatissimo Superiore; e ultimo sorse a parlare il sig. D. Albera, il quale ricordando come era stato costituito da D. Bosco 1° Direttore dell'Opera dei Figli di Maria, si disse quanto mai esultante di vederla così fiorente in Polonia. Finito il trattenimento, la comunità si adunò in chiesa, nella quale si erano raccolti anche quei buoni Ruteni per la recita del S. Rosario ed egli impartì la Benedizione col SS. Sacramento.
Il giorno dopo celebrata la messa della Comunione generale, visitava la casa. Vari ecclesiastici, tra cui non possiamo tacere i rev. Parroci di Chodowice e di Stryj e il rev.mo Mons. Trzopinski, Prelato di Kochawina e fondatore dell'Istituto, accorsero ad ossequiare il nostro Rettor Maggiore e gli fecero onorata corona a mensa; e gli alunni con canti, suoni ed un saggio ginnastico, gli espressero nuovamente la loro esultanza.
Przemysl.
Inaugurazione del nuovo Oratorio.
La mattina del 21 ottobre il sig. D. Albera tornava a Przemysl, ove all'indomani, giorno di domenica, doveva inaugurarsi il nuovo edifizio, che era mestieri erigere per dare il necessario incremento a quell'Oratorio.
La festa riuscì egregiamente. Traduciamo dall'Echo Przemyskie del 27 ottobre:
« Uno splendido fabbricato è sorto nel quartiere Zasanie. Sul terreno, acquistato da S. E. Rev.ma Mons. Pelczar insieme con Mons. Krementowski di s. m., venne eretto un grandioso Istituto Salesiano, secondo il progetto Ceradini-Majerski. La domenica passata fu appunto il giorno della sua solenne inaugurazione. La nuova costruzione viene quanto mai a proposito, avendo per iscopo di facilitare l'educazione della gioventù artigiana, negletta e insidiata.
» Alle ore 16 arrivò S. E. Mons. Pelczar e dopo breve preghiera nella cappelletta del vecchio edificio, processionalmente e in abiti pontificali, accompagnato da Mons. Fischer, suo Vescovo Ausiliare, si recò al nuovo fabbricato, ove compiuto il sacro rito della benedizione inaugurale, rivolse la parola al popolo, il quale gremiva l'ampia platea e la galleria della vasta sala.
D. Bosco - diceva Monsignore - ebbe una visione in cui vide i suoi Figli recarsi a lavorare tra le genti del Nord. E così avvenne di fatto. Non appena si sparse nel nostro paese la fama delle sue opere in pro della gioventù povera ed abbandonata, ben presto essa fu seguita dai Salesiani. Essi in questi ultimi anni vennero anche nella nostra città, ove lavorano alacremente in mezzo agli artigianelli, raccogliendoli nella loro casa la sera dei giorni feriali e tutto il pomeriggio nei dì festivi, per istruirli, educarli e preparare così alla società una classe di cittadini laboriosi, fermi nella virtù, nella fede e nell'amore di Dio e della Patria. Chi diede pertanto anche solamente l'obolo della vedova in aiuto di questo Istituto, compì un'opera che gli attirerà la riconoscenza dei posteri, poichè i Salesiani potranno spiegare d'ora innanzi un'attività maggiore in pro della gioventù artigiana. Ed allorquando presso questo medesimo Istituto sorgerà coll'aiuto di Dio una chiesa e si erigerà sul Zasanie una parrocchia, non solo l'assistenza spirituale di questo paese diverrà sempre più proficua, ma prenderà pure maggiore slancio l'azione sociale e patriottica per migliorare le condizioni della popolazione operaia.
» Compiuto l'atto della benedizione dell'edifizio, Sua Eccellenza ritornò processionalmente in cappella, ove impartì la benedizione col Santissimo.
» Poco dopo la gran sala si riempì nuovamente di pubblico per assistere ad una piccola accademia in onore di Sua Eccellenza e del rev.mo sig. Don Albera.
» Parlò pel primo il Direttore dell'Oratorio, Don Valentino Kozak, per esprimere sensi di gratitudine a Mons. Pelczar, ringraziandolo della benevolenza usata verso i Salesiani, e ringraziare tutti quelli che in qualche modo concorsero a prestare aiuto all'opera condotta a compimento, assicurandoli che i Salesiani faranno del loro meglio per corrispondere alla fiducia posta in loro.
» Una profonda impressione fece in tutti il discorso di D. Albera, tradotto punto per punto i polacco dal Direttore dell'Oratorio. Egli pure ringraziava sentitamente Monsignor Vescovo delle sue sollecitudini per la gioventù abbandonata, sollecitudine, che ebbe la sua espressione nel grandioso e bell'edificio testè solennemente benedetto.
L'accademia si chiuse colla splendida esecuzione del melodramma « Il Fabbro » del M.° De Vecchi. Gli intermezzi furono rallegrati dalle armonie dell'orchestra del 3° Ginnasio civico sotto la battuta del M.° prof. Novak.
Alla sera Monsignor Pelczar e molti distinti Ecclesiastici gradirono una modesta agape nel refettorio del nuovo istituto. Non mancarono molti distinti personaggi civili, tra cui il pretore Kruszynski. Anche qui Monsignore salutò il Rettor Maggiore dei Salesiani con un discorso proferito in classico latino ».
E veramente la cordiale amabilità di Mons. Vescovo di Przemysl verso il nostro Rettor Maggiore non poteva essere più grande. Nel giorno della festa lo volle, insieme con quelli che l'accompagnavano e numerosi invitati a pranzo con sè in episcopio, e gli diede tante prove di sincero affetto che mai le più care. E tanta è la soddisfazione di quell'eccellentissimo Pastore di avere una Casa Salesiana nella sua diocesi, che insistè vivamente presso il sig. D. Albera per due nuove fondazioni.
A Tarnów.
Per lo stesso motivo - cioè per la richiesta di due altre fondazioni salesiane - l'indomani (22 ottobre) il sig. D. Albera si recava a visitare Sua Ecc. Rev.ma Mons. Leone Valega, Vescovo di Tarnòw. Il distinto Prelato ebbe in parte soddisfatte le sue vive istanze, poichè il sig. D. Albera gli promise di aprire, appena possibile, una casa presso la sua città residenziale.
Cracovia.
Della medesima sera il nostro venerato Superiore giungeva a Cracovia. Quivi, appena dal 1° settembre u. s., alcuni nostri confratelli hanno assunto la direzione di un Istituto già esistente - l'Asilo Lubormiski - e con tutto ciò le accoglienze di que' 162 alunni non potevano essere più cordiali.
Il sig. D. Albera vi si fermò due giorni e in questo tempo fece visita a Sua Ecc. Rer.ma Mons. Nowak, ed all'illustrissimo sig. A. Fedorowicz, Delegato del r. i. Governatore di Galizia, dai quali fu ricevuto con somma stima e grande cortesia; e tanto l'uno quanto l'altro ebbero la bontà di restituirgli premurosamente la visita.
Qui pure ebbe domanda di due nuove case salesiane, delle quali una gli venne dalla signora Baronessa Lepicka, che desidera di affidare ai Salesiani la direzione dell'Istituto S. Giuseppe, che ha per iscopo l'educazione di giovani ortolani e giardinieri.
Lasciava Cracovia il 25, accompagnato dall'affetto non solo dei confratelli, cui la sua parola e la sua presenza furono di forte eccitamento al bene, ma anche dei giovani, nei quali la sua memoria resterà incancellabile.
Tornato per alcuni giorni ad Oswiecim per dare comodità ai confratelli di parlargli, nel pomeriggio di sabato, 28 ottobre, arrivava alla capitale dell'Impero.
Vienna.
VERO PLEBISCITO DI RIVERENZA E DI AFFETTO.
L'Istituto Salesiano di Hagenmullergasse, 43 (Wien III) era vestito a festa: molte cooperatrici portarono fiori, ghirlande, iscrizioni. Entrato in casa, il buon Padre ebbe solenne ricevimento nel teatro, ove i ragazzi dell'Oratorio e gl'interni con canti e declamazioni lo salutarono successore di D. Bosco e di D. Rua, erede delle loro virtù, custode fedele delle tradizioni salesiane, esempio vivente dello spirito di D. Bosco.
Ed egli salutò teneramente tutti i presenti, sì disse felice di vedere in quei giovani un gruppo di quella moltitudine immensa di gioventù che Don Bosco vide in avvenire affidata ai suoi figli, e loro raccomandò che approfittassero degli insegnamenti dei Superiori per crescere degni della Chiesa e della patria.
La domenica, 29 ottobre, numerosi cooperatori e cooperatici assistettero alla sua messa alle ore 9, mentre i giovani dell'Oratorio e dell'Istituto eseguivano una delle stupende messe popolari in lingua volgare. A mezzodì presero parte alla frugale mensa di famiglia gli amici intimi della Casa: Mons. Dr. Ernesto Commer, Professore all'Università di Vienna, il parroco sig. Widl, l'I. R. Ispettore scolastico, il notaio dott. Coglievina, ecc.
Alle 5 pom. impartì la benedizione col SS. Sacramento ai numerosissimi Cooperatori e Cooperatrici; e subito dopo cominciò una grandiosa accademia in suo onore. La sala teatrale, parata a festa, non potè contenere tutti quei signori e signore, che volevano aver la fortuna di vedere il nostro Rettor Maggiore. Vi erano rappresentanti di tutte le classi sociali. Il Capitolo Metropolitano mandò cinque de' suoi membri : Mons. Schòpfleuthner, Mons. Cecconi, Mons. Barone v. Hackelberg-Landau, Mons. Conte Esterhazy e Mons. Sixt. Del Clero diocesano erano presenti Mons. Dott. Scheiner, il clero della Parrocchia, ed altri sacerdoti della città e dei dintorni. Del Clero regolare: il Rettore della Congregazione del Verbo Divino a S. Gabriel,. il Rettore dei Resurrezionisti, e quelli dei Redentoristi e dei Fratelli delle Scuole Cristiane, nonché molte Suore. Eranvi pure la contessa Triangi, ed altri membri della nobiltà viennese, ed ufficiali, magistrati e un numero stragrande d cittadini.
Inoltre, non pochi, come il Principe Schwarzenberg, il principe Liechtenstein, il conte Kuefstein e la contessa Rességuier (che da anni insiste perchè i Salesiani accettino una sua chiesa con casa e terreno a Nisko sui confini della Galizia colla Polonia Russa) si diedero premura di manifestare il loro rincrescimento di non poter venire; e da tutte le parti della monarchia, della Germania e della Svizzera giunsero telegrammi e lettere di adesione e di omaggio.
Lo scelto programma era in gran parte opera di celebri penne viennesi, come del poeta dott. Kralik e di Mons. Commer; e similmente i pezzi di musica vocale a 4 e 2 voci, al pari di varie suonate per violino, erano di classici compositori. La prima parte dell'accademia fu un inno a Don Bosco, a Don Rua, e a Don Albera. In forma di ode vibrata o d'incantevole racconto o di scherzo soave festeggiarono i versi stupendi, pieni di forti immagini e d'ispirati concetti, questi tre condottieri della schiera salesiana.
Profonda impressione fece il discorso d'occasione del rev.mo Mons. Schòpfleuthner. Oratore stimato, apostolo di Vienna, egli può dire ciò che altri non oserebbe, e lo può dire nel modo che non converrebbe a nessun oratore.
« L'Opera Salesiana (sono i suoi pensieri), nel suo nascere e nel suo sviluppo è per nei un enigma: non la si comprende. I Salesiani debbono avere dei mezzi segreti, che dànno loro questa spettacolosa vitalità ed assicurano gli strepitosi successi, elle abbagliano i nostri occhi. Io cercherò di svelarli:
» 1° mezzo: la preghiera. Pietà di D. Bosco e dei suoi fanciulli, pietà nelle Case Salesiane.
» 2° mezzo: la frequente Comunione. D. Bosco precorse efficacemente i decreti di Papa Pio X.
» 3 ° mezzo: la mansuetudine. Il sistema educativo salesiano.
» Fortuna grande per Vienna è di avere i Salesiani; obbligo di Vienna l'aiutarli, perchè si consolidi la casa presente e se ne fondino almeno tante altre, quanti sono sono i distretti della città, cioè ventuna! ».
Conchiuse col promettere, a nome dei presenti, che i Cooperatori rimarranno sempre fedeli all'Opera incominciata.
Anche le bambine viennesi vollero salutare in francese ed in tedesco il Successore di D. Bosco, ricordandogli i bisogni delle fanciulle e pregandolo di buoni uffici presso la Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, affinchè si fondi presto per loro un Istituto od Oratorio in Vienna.
Seguirono una stupenda ode latina di Mons. Commer, un dialogo dei giovani dell'Oratorio e un commovente saluto a D. Albera, come all'amico della gioventù operaia, del rappresentante del Circolo operaio, fondato il giorno stesso nell'Oratorio.
Un fragoroso applauso salutò il sig. D. Albera, quando montò sulla tribuna degli oratori, indi religioso silenzio in un momento di grande aspettazione. E parlò. Cordiali e commoventi furono le sue parole, tradotte al pubblico da un interprete; parlò con quel suo modo attraente e soave, del desiderio che aveva di vedere coi proprii occhi il lavoro dei suoi figli in quella metropoli e di poter salutare e ringraziare quei nostri cooperatori tanto benemeriti. Trovò l'Istituto internamente operoso e pieno di buona volontà, esternamente appoggiato alle simpatie di tante buone persone, alla benevolenza del fiore della cittadinanza. Il vedere l'opera di D. Bosco accolta a Vienna con tanta bontà lo colma di gioia e lo conferma nella speranza che la casa potrà sorpassare le difficoltà materiali in cui ora versa, e fare un gai bene alla gioventù della Capitale. Un gran campo di lavoro si apre a Vienna ai figli di D. Bosco e, se non mancherà loro l'aiuto dei buoni, essi potranno raccogliervi frutti ubertosi. Allevato da fanciullo al fianco di D. Bosco, testimonio dello sviluppo dell'Opera sua, ebbe mille occasioni per convincersi, che l'Opera del Venerabile è opera di Dio; e le manifestazioni di simpatia e riverenza, che oggi si tributano al Successore di D. Bosco ma che sono da riferirsi al Fondatore, lo confermano in questa convinzione. L'oratore della festa parlò della preghiera dei Salesiani, ed il Rettor Maggiore sente vivo il bisogno di pregare per i Cooperatori Viennesi e per le loro famiglie, tanto ai piedi di Maria Ausiliatrice, coree sulle tombe dei nostri padri.
Lo saluta un sonoro applauso : nell'aula regna un'impressione violenta, alcuni piangono di commozione, altri chiamano quello uno dei giorni più belli della vita, mentre i Monsignori presenti costringono il sig. D. Albera a dare la benedizione all'assemblea. Che momento, che senso di venerazione, quando tutti caddero in ginocchio ed il Successore di D. Bosco invocò le benedizioni del Cielo ! In fine tutti accorrono a baciargli la mano e molti signori e signore lo fanno in ginocchio.
Personaggi eminenti e ragguardevolissimi ricevettero il sig. D. Albera e lo trattarono con venerazione profonda; tra essi S. A. I. l'Arciduchessa Maria Josepha. Furono a restituirgli la visita Sua Ecc. Rev.ma Mons. Bavona, Nunzio Apostolico, e il Principe-Arcivescovo Mons. Nagl, Cardinale eletto, il quale si era mostrato affettuosissimo e non aveva lasciato di ricordare l'Oratorio Salesiano di Trieste, ove disse di aver passato le ore più belle. E tutti i giornali cattolici parlarono della visita di D. Albera con profonda riverenza.
Ma giunse il 1° novembre e venne il momento dell'addio. Ancora una benedizione ai confratelli, ai giovani, alla casa e ai suoi benefattori, e il buon Padre partiva per andare a visitare altri figli. La memoria però di questi giorni che furono un avvenimento per l'Istituto Salesiano di Vienna, non si scancellerà ; eterno ricordo ne serberanno i cuori e la benedizione del Successore di D. Bosco ed i suoi saggi ammaestramenti e le sue preghiere otterranno al nuovo Istituto la forza vitale di svilupparsi per il bene di tanti giovani e di mantenersi sempre nello spirito del nostro Fondatore.
Radna.
Radna è una piccola borgata che giace in un punto incantevole della Carniola, là ove la Sava ne segna i confini colla Stiria a poca distanza da Zagabria, e che si presta magnificamente per una sede di studi. Là infatti vengono formate alla vita salesiana le nuove reclute, e colà pure mentre un nucleo di chierici attende agli studi filosofici e teologici, altri vi compiono il corso ginnasiale. In tutto son circa 8o giovani che si vanno formando allo spirito di Don Bosco, per poterne proseguire l'apostolato in mezzo alla società.
D. Albera vi giunse la sera di Ognissanti e l'accoglienza non poteva essere più affettuosa. Alla stazione di Steinbruck erano accorsi ad attenderlo il Parroco di Licktenwald e il direttore; e poichè erano già scese le tenebre, tutto il Collegio volle esternargli il suo giubilo anche di lontano con una bella illuminazione, con archi di gioia e iscrizioni di saluto. Compiuto il ricevimento, il sig. D. Albera si recò con tutti in cappella, ove seguì la recita dell'intero Rosario in suffragio dei defunti; e nel discorso solito, a tenersi nelle nostre case dopo le preghiere della sera, raccomandava ferventi suffragi per le anime dei Salesiani e dei Cooperatori defunti, specie per quella del compianto Don Rua, sebbene umanamente si speri che sia già al possesso della gloria celeste.
L'indomani mattina, quei buoni chierici e giovani studenti recavansi a visitare il camposanto, poi avevano il conforto di potere individualmente visitare e parlare col Superiore. L'entusiasmo per la sua bontà giunse al colmo: e veramente il buon Padre, seguendo gli esempi cari di D. Bosco e di D. Rua, fu tutto a tutti, nè mancò di seguire quei suoi figli anche in un'escursione campestre, godendo della loro compagnia. Accenniamo a quest'umile particolare, perchè quell'atto di affabilità paterna commosse profondamente quei bravi chierici, che vollero anch'essi la soddisfazione di esprimergli insieme i loro affettuosi sentimenti.
Il 4 novembre con lui sedevano a mensa i parroci dei dintorni, lieti di far la conoscenza col nuovo Successore di D. Bosco; il quale poco dopo tornava alla stazione recando con sè il cuore di tutti.
Al passaggio del treno nelle vicinanze dell'istituto un agitar di cappelli ed uno sventolio di fazzoletti lo salutarono ancor una volta, mentre già era in viaggio alla volta di Lubiana.
Lubiana.
IL 1° DECENNIO DELL'ISTITUTO SALESIANO. SPLENDIDO OMAGGIO ALL'OPERA DI D. BOSCO.
Vi arrivava il sabato 4 novembre alle 5 1/2 pom., e il dì seguente anche quei confratelli celebravano il decennio dell'apertura di quella Casa.
A Lubiana i Salesiani hanno un bellissimo istituto fabbricato su disegno dell'illustre Profes sore Architetto Mario Ceradini, che forma la meraviglia di tutti coloro che lo visitano per la praticità, la comodità e l'eleganza delle sue linee architettoniche, e contiene al presente i 7o giovani, 40 dei quali frequentano il ginnasio della città e gli altri le scuole elementari interne. Accanto ad esso fiorisce pure da due anni l'Oratorio festivo che conta già da 15o a 2oo ragazzi. La chiesa pubblica anch'essa magnifico disegno del Prof. Ceradini, benché, per mancanza di mezzi, non sia ancora compiuta, ma innalzata fino a metà e coperta provvisoriamente, è funzionata in tutta regola.
Qui il ricevimento del sig. D. Albera fu quanto mai solenne. Alla stazione si trovarono a dargli il benvenuto il Vicario Gen. Mons. Giovanni Flis, a nome del Capitolo della Cattedrale, e tutto il Comitato Salesiano di Lubiana con a capo il presidente Can. Kajdiz, il Can. Cekal, il Prof. Dott. Gio. Janezic, il catechista D. Gio. Smrekar, ecc. Fuori della stazione lo attendeva una lunga fila di vetture coi servi in livrea, mandate dall'E.ccmo Presidente della Carniola, dal Principe Vescovo di Lubiana e da altri insigni Benefattori della città. In pochi minuti, trasportati su quelle, tutti pervennero alla Casa Salesiana, dove schierati in due lunghe file sul piazzale della chiesa, con a capo la loro brava banda, attendevano i giovani alunni dell'Istituto coi loro Superiori per acclamare entusiasticamente e salutare colui che da tanto tempo bramavano di conoscere personalmente. Il sig. D. Albera, dopo il primo saluto, seguito dai signori che l'avevano accompagnato, dal popolo, e da tutti i giovani, entrava in chiesa, ove davanti all'effigie di Maria Ausiliatrice ringraziava il Signore del buon viaggio concessogli. All'uscita, la banda, preparatasi nel frattempo sotto il lungo portico del cortile superiore, dopo brevi parole del Direttore lo salutava nuovamente ed i giovani l'acclamavano entusiasticamente col loro triplice « Zivijo » (evviva) e passavano a baciargli la mano. Egli rispondeva ringraziando del solenne ricevimento e dopo un po' di tempo impartiva solennemente la benedizione col SS. Sacramento ai giovani interni, ed esterni ed al popolo che aveva riempito la chiesa.
Il giorno seguente, per dare comodità ai Cooperatori e Cooperatrici che anche da lontano si erano recati a Lubiana per vedere e conoscere il Superiore dei Salesiani, il sig. D. Albera saliva all'altare alle 5, ed infra missam distribuiva la Comunione a uno stuolo numerosissimo di Cooperatori e Cooperatrici che credettero essere quello il modo più utile e più bello di celebrare il 1° decennio dell'Opera Salesiana e la visita del Rettor Maggiore. Dopo messa questi rivolse loro alcune parole di congratulazione, di ringraziamento e d'incoraggiamento per la loro pietà e zelo nell'aiutare l'Opera di D. Bosco a Lubiana, parole che vennero subito volte in lingua slovena, affinchè potessero essere da tutti comprese; ed in fine distribuiva a tutti una bella medaglia di Maria Ausiliatrice.
Alle 9, ricevuto dalla banda, arrivava il rev.mo Mons. Sebastiano Elbert, Canonico Prevosto di Rudolfswerth, Prelato mitrato, che dopo la predica di circostanza detta dal dott. D. Giuseppe Valjavec, pontificava la messa solenne, alla quale prestarono servizio i giovani interni, mentre gli altri loro compagni eseguivano la Missa de Angelis in gregoriano e scelti pezzi di musica liturgica.
Terminato il pontificale un buon gruppo di dame della città recavasi ad ossequiare il nostro Superiore per attestargli la stima che hanno per Lui e l'affetto che le lega all'Opera di D. Bosco.
Alle 12.20 accolto al suono dell'inno imperiale giungeva l'ecc.mo sig. Presidente della Provincia, barone Schwartz, che si degnava di prender parte alla nostra mensa e in fine esprimeva in tre lingue (in sloveno, in italiano ed in tedesco) la sua ammirazione e la sua gratitudine per l'opera piena di sacrificio, ma estremamente utile, anzi necessaria, che i Salesiani di Lubiana esplicano non solo a benefizio di ottimi giovani che aspirano allo stato ecclesiastico, ma anche a pro di altri che per la loro indisciplinatezza non possono essere accolti in altre scuole. D. Albera, profondamente commosso, rispose ringraziando. Erano pur presenti il Vescovo Americano, Mons. Giovanni Stariha, il Prelato Elbert, il Presidente ed il Direttore della » Kranjska hranilnica », il sig. D. Gio. Smrekar, nostro primo benefattore, il P. Zuzek d. C. d. G., i Direttori Salesiani di Trieste e Radna, e vari altri signori.
L'ecc.mo Presidente fu con tutti di un'amabilità inarrivabile. Dopo la refezione volle discendere in cortile e per oltre mezz'ora s'intrattenne in mezzo ai giovanetti, cui non si saziava di vedere a divertirsi tanto allegramente, insieme coi chierici e sacerdoti della Casa.
Il Vescovo Diocesano, Mons. Antonio Bonaventura Jeglic, che al mattino, impedito dalla consacrazione di un altare nella chiesa dei Francescani, non aveva potuto partecipare alla solennità, si recava all'Istituto nel pomeriggio e, salito in palpato, pronunziava un bellissimo discorso sopra il nostro decennio, quindi impartiva pontificalmente la benedizione col SS. Sacramento.
Ma la gente non era ancor soddisfatta, e voleva di nuovo vedere e sentire il nostro Superiore, che dovette recarsi ancor un'altra volta all'altare per rivolgere a tutti la sua parola, la quale, come al mattino, da un sacerdote della Casa venne tradotta immediatamente in sloveno. Quindi, impartita la benedizione di Maria Ausiliatrice, egli continuò a distribuire medaglie a quanti non avevano potuto riceverla al mattino.
Coronò la bella giornata una brillante accademia musico-letteraria nel teatrino. Erano ad essa presenti, oltre i due Ecc.mi Vescovi sunnominati, il Vice-Presidente della Provincia, Conte Chorinski, in rappresentanza del sig. Presidente; il capitano provinciale, nobile Suklje; il Commissario Imperiale, nobile de Laschan; il Presidente del Comitato Salesiano, Can. Kajdiz; il Parroco D. Giovanni Barlè, il direttore del 2° ginnasio della città, dott. Bezjak; e molti altri. Degno di rilievo fu specialmente il discorso che tenne il dott. Bezjak sulla necessità dell'educazione morale e religiosa da impartirsi alla gioventù dei nostri tempi, nel quale ebbe splendide parole di encomio e di incoraggiamento per l'educazione impartita dai Salesiani. Del decennio parlò in un breve ma denso discorso il dott. Don Giuseppe Valjavec, riassumendo le copiose notizie da lui raccolte sul medesimo argomento e stampate in elegante opuscolo, che venne distribuito a tutti i presenti. Chiuse il trattenimento l'amabile e desiderata parola del nostro rev.mo Superiore che fu indovinatissimo nel ringraziare tutte le autorità intervenute alla festa. La seduta si sciolse al suono dell'inno imperiale.
Il sig. D. Albera passò ancora tre giorni a Lubiana, che impiegò nel fare visita alle autorità, nel visitare la casa, e nel parlare coi confratelli, per sentirne i bisogni, consigliarli, aiutarli ed incoraggiarli vieppiù all'adempimento dei loro doveri.
Mercoledì poi (8 novembre), distribuito un bel ricordino a tutti i giovanetti che si erano raccolti per dargli l'ultimo saluto, verso mezzogiorno partiva da Lubiana alla volta di Torino.
Di ritorno.
La sera giungeva a Trieste. Alla stazione era ad attenderlo la carrozza della munifica benefattrice dell'Oratorio di Via dell'Istria, la nobile Baronessa Emma De Seppi, che insieme con altri membri del Comitato Salesiano accorse ad ossequiarlo. Anche quei buoni giovani andarono a gara nel fargli onore, improvvisando quasi un bel trattenimento musico-drammatico in suo onore, presente un buon numero di Cooperatori.
Quivi pernottò e l'indomani mattina (9 novembre) alle 5.45 si riponeva in viaggio e insieme con D. Ricaldone giungeva felicemente a Torino alle 7 di sera, ove i nostri giovanetti, schierati sotto i portici, lo attendevano.
Era una sera piovosa: ma su tutti i volti splendeva un'allegrezza insolita pel ritorno appunto di Lui, che, erede dello spirito di D. Bosco e Don Rua, è pure erede del loro affetto per noi e della loro riconoscenza per i nostri Benefattori.
Don Bosco educatore.
«... Come maestro ed educatore della gioventù povera ed abbandonata il Sacerdote Cattolico Giovanni Bosco - ordinariamente chiamato Don Bosco - ha acquistato una fama mondiale.
» Questi, secondo Vincenzo de' Paoli, era figlio di poveri contadini del borgo di Murialdo (Castelnuovo d'Asti) e conduceva nella sua gioventù le pecore al pascolo. In età di 26 anni venne ordinato sacerdote e si portò a Torino nell'Istituto dell'abate Cafasso (il Convitto Ecclesiastico di S. Francesco d'Assisi) per perfezionarsi nella morale pratica per la cura delle anime. Qui ebbe occasione di visitare le prigioni di rilevare che la causa della demoralizzazione della maggior parte dei giovani delinquenti era la mancanza di un buon insegnamento, poichè allora in Italia non esisteva ancora nessun obbligo di scuola. Egli perciò raccoglieva i ragazzi più abbandonati intorno a sè in una cappella, e si prendeva cura di loro. A questa riunione giovanile diede il nome di Oratorio di S. Francesco di Sales.
» Il Sistema educativo di D. Bosco corrisponde tutto colla dolcezza di S. Francesco di Sales; il suo era il sistema preventivo. Si adoperava tutto per prevenire il male in mezzo ai giovani col trattamento amorevole e con una vigilanza continua. Ginnastica, musica, recita di poesie, ecc. erano per lui mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, coltivare la virtù e curare la sanità. Dava anche buone note per diligenza e condotta, e mise in pratica altri appropriati mezzi d'emulazione. Esigeva prima di tutto uno spirito untile: - Uno studente superbo è uno stupido ignorante.
» Giovanni Bosco ha « divinizzata » la pedagogia studiando le coscienze dei suoi allievi, dando loro per guida l'elemento religioso, ed accoppiando all'insegnamento la carità cristiana.
» Per le sue meravigliose doti naturali nella direzione della gioventù, per la sua perseveranza, pei suoi incredibili risultati pratici, egli è divenuto immortale e viene non senza ragione chiamato il mondiale miracolo pedagogico.
(Dal « Compendio della Storia della Pedagogia » del Dr. A. FUNKE, Direttore delle Scuole Normali governative di Warendorf. - Paderborn, presso Ferdinand Schoningh).
Il chiar.mo pedagogista tedesco Dott. Prof. F. W. FORSTER, dell'Università di Zurigo, ha pubblicato ultimamente un libro dal titolo Schuld und Stuhne (colpa e espiazione). Nel sostenere l'insurrogabilità del principio dell'espiazione cita a pag. 27 il modo di vedere del Ven. D. Bosco con queste parole
« Il grande educatore italiano D. Bosco, che com'è noto è stato un pioniere dell'umanizzazione della disciplina (disciplina preventiva anzichè repressiva), sostenne pure con fermezza e chiarezza di principii, di fronte alla moderna criminologia, l'insurrogabilità della pena. Questa concezione di D. Bosco è difesa dal criminalista italiano L. Ellero in un saggio dal titolo : - Appunti sui detenuti detti incorreggibili.... »
Segue una citazione presa dal Salesianische Nachrichten (Bollettino Salesiano - ediz. tedesca) del febbraio 1911, citazione tradotta dal nostro Bollettino italiano dell'ottobre 1910 , pag. 308: Un bell'omaggio.
REP. ARGENTINA
Sedici mesi in missione attraverso il Territorio del Rio Negro. (Lettera del Sac. D. Andrea Pestarino).
Pringles, 15 settembre 1911. R.mo ED AMAT.MO SIG. D. ALBERA,
PERSUAso di far cosa gradita al suo cuore paterno, le invio un cenno dell'ultima Missione, che abbiam dato nel Territorio del Rio-Negro e che è durata 16 mesi. Comìncìò il 18 febbraio 191o sotto gli auspici del glorioso Patriarca S. Giuseppe, cioè al principio del suo mese, e terminò solamente col mese del S. Cuore di Gesù sulla fine del giugno u. s.
Di ritorno a Pringles, approfittai della tranquillità del luogo per fare 8 giorni di ritiro spirituale e poi andai a Patagones per assistere alle feste patronali della Madonna del Carmine, e vi rimasi fino a metà agosto per accondiscendere al giusto desiderio del nostro zelante D. Marchiori di visitare i fedeli di quella estesissima parrocchia.
Quindi tornai a Pringles, ove starò ancora qualche giorno, per dare la stessa comodità di visitare i suoi parrocchiani al carissimo D. Salvioni.
Venendo ora, amatissimo Padre, al mio argomento, avrei non pochi fatti da narrarle e tutti importanti e provvidenziali; ma per il timore di essere troppo lungo, mi limito a far menzione dei posti visitati e dei frutti raccolti e a qualche breve osservazione.
Luoghi visitati.
1° Sulle sponde del Rio Negro visitammo: Pringles, Cubanea, Sauce Bianco, General Frias, Conesa Sur, Cabeza de Buey, Paso Chocori, Caitacó, La Carolina, Castre, Distrito Alvaro Barros, Choele-Choel, Chimpoy, Chelforó, Chichinales, Bajada Santa Maria, La Providencia, e la Colonia e il paese di Roca.
A Roca arrivammo la vigilia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, e rimanemmo nella Colonia fino a metà settembre, aspettando il tempo opportuno per continuare la nostra Missione. Nel frattempo preparammo alcuni ragazzi alla Prima Comunione, ed io predicai i Santi Esercizi agli alunni del Collegio S. Michele ed a quei della Scuola Agricola S. Giuseppe.
2° Nel dipartimento di Nueve de Julio, distretto del Cuy, visitammo Tricacó, Patucó, Punta Sierra, El Cuy, Mayoco, S. Antonio del Cuy, Pailanuf, Tra palco, Chasicó, Tronsenco, Cari-Yegua, Palenque Neyeu, Lonco-Huasca, Rio Lintay.
3° Nel Dipartimento di Bariloche visitammo: Michihuao, Tapalco, Keleinalal, Mencué, Blancura, Cura-Lanquen, Pilauhue, Pilqui-Ne yeu, B-cena-Paraada, Comallo, Li;nay, Coquelen, Canadón Bianco, Pilca-Neyeu, Neneo-Roca, Comallo alla sorgente, CaiiadóndelTrdnsito,AnecónGrande, Caiiadón Eloriaga, Trailacauhua, Anecón-Chico, Caiiadón Chileno, Contallo, Estancia Pilca-Neyeu, Pichi-Leu/u, San Ranión, Niricó, San Carlos de Bariloche a Nahuel Huapi, Las Rayas, ChenqueNeyeu, Chacay-Barruca, Menucos Negros, Fitamichi, Ñorquincó, Portezuelo, Rio Chubut vicino alla sua sorgente, El Buquete, El Bolsón o Valle Nuevo, La Golondrina e Lago Paolo da cui nasce il Rio Turbio, che sbocca nell'Oceano Pacifico. Questi tre ultimi posti appartengono al Territorio del Chubut.
Di ritorno da « El Bolsón » presso l'Officina Telegrafica di Ñorquincó avemmo il consolante incontro di due missionari del Chubut: Don Vidal e il suo degnissimo catechista, coi quali passammo un giorno di fraterna espansione. Deo gratias et Mariae e al glorioso Patriarca S. Giuseppe! la cui novena stavamo facendo.
4° Il 30 marzo u. s. entrammo di nuovo nel Dipartimento di Nueve de Julio, distretto Presidente Uriburu, e visitavamo Manuel-Choique, Yepeirea, Yuguiche, Hahual-Neyeu, Quetriquile, Milico Gorra, Cañadón Caliente, Rucu Luan, ÑeLuan, Maquinchas, Trayen-guiñeu, Laguna Escondirla, Aguada Esquivel, Los Menucos.
Fra « La Escondida » e « Aguada Esquivel », trovammo la prima squadra dei lavoranti della ferrovia a Nahuel Huapi. Erano tutti italiani. Ci offrirono un bicchiere di vino, che accettammo con piacere, e bevemmo alla prosperità della nostra seconda patria, l'Argentina, e della nostra cara Italia.
5° Nel Dipartimento Veinticinco de Mayo Distretto di Valcheta, visitammo Ganzo Lauguen, Sierra Colo rada, Talcahuala, Corral Chico, Arrogo Seco, Nahuel-Neyeu, Loma Partida, il paese di Valcheta, Punta del Agua, Cerro Sombrero, Aguada Cecilio.
In « Aguada Cecilio ».il giorno di Pentecoste battezzai e cresimai cinque piccoli indigeni, dei
quali furono padrini i figli maggiori del sig. Ing. Guido Jacobacci, Direttore della Ferrovia di S. Antonio a Nahuel Huapi, e madrine la dignissima consorte del sig. Jacobacci, signora Cesira Pelleschi e le signorine Jacobacci e Fermani. È da notarsi che vennero espressamente da S. Antonio col treno delle 6 ant. Lode ai nostri ottimi italiani.
6° In ultimo visitammo a Cinco Chañares i paesi di S. Antonio, Conesa e Pringles.
Mancando erba per le nostre cavalcature nei dintorni di Aguada Cecilio e di Cinco Chañares, ci venne in aiuto l'egregio Vice-direttore della Ferrovia, sig. Ing. Carlo Brebbia, mandandoci del fieno ad ogni stazione, fin da Valcheta. Senza questa carità non avremmo potuto fermarci in quei posti.
In S. Antonio accettammo la cortese ospitalità che ci offerse il Direttore della Ferrovia sig. Guido Jacobacci, che ci trattò con affettuosissima larghezza.
Il cammino percorso in questa escursione fu di 1230 leghe, che equivalgono a 615o chilometri; e ciò non ostante non potemmo visitare una terza parte del Dipartimento 9 di Luglio; due terzi del dipartimento 25 di Maggio e i Centri dei Distretti di S. Antonio, Generai Frias, Cubanea e S. Javier.
Per potere visitare annualmente e con soddisfacente profitto delle anime tutti i Dipartimenti e i Distretti menzionati nella presente, abbisognerebbero tre Sacerdoti di più col loro rispettivo catechista, con residenza nei paesi di S. Carlos de Bariloche, di Valcheta e di S. Antonio.
La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Preghiamo dunque con fervore e costanza il Padrone della messe, che si degni mandare nuovi e zelanti operai nel suo campo!
Frutti di questa Missione.
1° Amministrai 937 Battesimi, dei quali 8o di adulti; 672 cresime; 450 Comunioni; 55 Prime Comunioni; e benedissi 54 matrimonii. Contammo 2493 persone alla santa Messa e visitammo 1o5o famiglie.
2° Abbiamo distribuito 300 crocifissi; 1700 Medaglie del Cuor di Gesù e di Maria SS. Ausiliatrice; 28o corone; 48 scapolari della Madonna del Carmine; 5o oleografie di Maria Ausiliatrice, della Sacra Famiglia, ecc.; 45o quadretti religiosi di vari santi; 55 immagini di Prima Comunione e Zoo di Cresima; 850 catechismi; 300 cartelle scolastiche; 40 libri di scuola; 120 Bollettini Salesiani, 3200 foglietti religiosi, dono di vari Collegi Salesiani; e finalmènte 400 libretti di propaganda, inviatici dal Collegio Pio IX di Buenos-Aires.
3° Il coadiutore Giuseppe Caranta ha visitato più di 8o infermi e facilitò loro le medicine corrispondenti e, grazie a Dio, tutte con felice esito. Le medicine, somministrate gratis a molte persone povere, ci vennero generosamente fornite dalla Farmacia di S. Francesco di Sales a Viedma, alla quale noi e tutte le persone beneficate siamo sommamente grati.
Il buon esito di questa Missione lo attribuiamo alle fervorose preghiere di moltissime pie persone alle quali ci raccomandammo prima di in - cominciarla; alle famiglie che affettuosamente ci ospitarono ed alle anime generose che ci aiutarono a coprire le spese incontrate.
A tutti rendiamo i più sentiti ringraziamenti e per tutti chiediamo al Buon Dio ogni sorta di benedizioni.
Si degni, amatissimo Padre, accettare i nostri umili e filiali ossequi e benedire la nostra opera di evangelizzazione e civiltà, alla quale coll'aiuto del Signore daremo nuovamente principio nel prossimo ottobre.
Di V. S. Rev.ma aff.mo figlio in Gesù e Maria Sac. ANDREA PESTARINO, Missionario Salesiano.
PS. - A giorni partirò da Pringles per dare una breve missione nei distretti di Pringles e General Villegas, con animo di tornare a metà ottobre a Conesa Sur, ove rimarrò alcuni giorni per poi intraprendere il lungo giro durante la primavera.
Dal Territorio dei Chubut
Una fruttuosa Missione (1)
A compimento delle notizie date intorno una escursione fatta dal missionario D. Francesco Vidal, in compagnia del chierico Giacomo Kaczmarczyk, attraverso il Territorio del Chubut, pubblichiamo queste altre, tolte da una seconda lettera giunta da Rawson:
Da Esquel passammo a Leleque, ove una compagnia inglese ha vasti possedimenti. Visitammo quasi tutte le case, e in tutte vi fu del bene da fare; ed avemmo gentili accoglienze anche dagli agenti delle Compagnie, i quali, sebbene protestanti, ci furono prodighi di molte attenzioni.
Quindi passammo ad un altro paesello, Cholila, abbastanza pittoresco, circondato da monti non interamente brulli e da campi coltivati. Anche per noi la messe fu abbondante nei 4 giorni che ci fermammo colà. La gente è quasi tutta chilena e bene istruita nella religione. I figli son subito battezzati da bravi cristiani, sicchè il missionario ha solo da supplire le cerimonie rituali.
Di là si passò a due paesi, i più belli e pittoreschi di tutto il nostro viaggio, nel cuore delle Cordigliere, ove vidi i primi boschi del Chubut, cipressi altissimi e boschetti impenetrabili di varie piante.
Alla sinistra di Epuyen (così si chiama il primo paesello) v'era un bosco in fiamme fin dal mese di settembre, e ci dicevano che non si sarebbe spento prima di giugno o luglio, al sopraggiungere delle Bandi pioggie o della neve.
Ma da Cholila a Epuyen e poi a Bolsón (il secondo centro) che strade, che salite e che discese! con a basso il fiume rumoreggiante, che finisce in un lago incantevole su quelle alture, a circa due mila metri! Delle molte case, nascoste e disperse fra gli alberi e dietro le cime delle montagne, quasi non se ne vede nessuna, ma i battesimi furono numerosi ed anche i matrimoni.
Visitando la scuola, vi trovammo un buon numero di ragazze e ragazzi, e dire che soli pochi i genitori che mandano i figli alla scuola. In Bolsón vi sono più di cento famiglie. Oh come sarebbe qui necessaria una cappella ed una fermata più lunga di un sacerdote che ricordasse a questa gente di fare qualche cosa anche per l'anima! Il legname per costrurre una casa si può prendere gratuitamente dai boschi vicini; non occorre che chiederne il permesso e la gente ci diceva che volentieri ci avrebbe dato la mano per questo.
In Epuyen si benedisse un cimitero che fin da un'ultima missione, data tre anni fa, stavano preparando.
Da Bolsón, che più di metà è sul Territorio di Rio Negro, andammo fino alla fattoria di Mayten ed alle case più vicine, battezzando e cresimando; poi a Ñorquinco dove ci incontrammo con il nostro zelante confratello D. Andrea Pestarino che da molti mesi stava in missione attraverso il Territorio di Rio Negro. Che festa cordiale! La gente qui è tutta indigena, come anche nel prossimo Cushamen, ove l'affluenza alle funzioni fu abbastanza grande.
Il tempo stringeva, perchè mancavano solo 15 giorni per la settimana santa, in cui dovevamo essere di ritorno a Rawson. Ma Iddio dispose altrimenti. I nostri cavalli non ne potevano più e poichè altri buoni non ne potemmo ottenere e dovevamo rifare ben 8oo chilometri, non arrivammo a casa che dopo Pasqua con molta fatica.
Cushamen, un centro d'indigeni, fu l'ultimo campo del nostro lavoro. Di là movemmo direttamente per Rio Chico, Gastre, Sacanara, Telsen, ecc.
I frutti di questa Missione furono i seguenti: 385 battesimi, 5oo Cresime, 32 Matrimoni ed un numero considerevole di confessioni e comunioni.
Ne sia benedetto il Signore!
N. d. R. - Contemporaneamente a D. Vidal anche il missionario D. Gennaro Alonso, addetto ad un centro di Missione aperto a Puerto Madryn, a nord di Rawson, accompagnato dal sig. Giovanni Battista Saldias, ricorreva il Territorio di S. Cruz, per un percorso di 1300 chilometri spingendosi da Valle de los Martires ad Aguada del Guanaco, El Hunco, Laguna de la Bombilla, Cañadón Grande, Aguada del Toro Hosco, Sierra Negra, Laguna de los Palacios, Cañadón Rosario, Laguna del Mate, e Colonia San Martin, amministrando 114 battesimi, 98 cresime e 14 matrimoni.
Non mancheremo di offrire ai lettori interessanti episodi di queste apostoliche escursioni nei prossimi numeri.
CHILÌ
PUNTA ARENAS. -- « El Amigo de la Familia » è il titolo di un periodico settimanale, che si pubblica dai nostri Confratelli di Punta Arenas In tipi nitidissimi ed accuratamente stampato è già nel suo quart'anno di vita e non ne abbiamo mai parlato... unicamente perchè non lo conoscevamo. È stata una felice combinazione che ce n'ha messo in mano una dozzina di numeri, e da essi abbiamo appreso tante care notizie.
Molteplice e degna di rilievo è l'azione dei Salesiani in quella città.
L'assistenza religiosa da essi è prestata non solo nella Chiesa Parrocchiale e in quella di Maria Ausiliatrice, ma anche nella Cappella della Sacra Famiglia, e in quelle di S. Giuseppe ai Tres, Puentes, del Carmine a Rio Seco e nelle due Cappelle di S. Antonio a Leña Dura e a Tres Brazos, cioè in sette chiese o cappelle, dove ogni festa i fedeli hanno comodità di ascoltare la S. Messa ad ore fisse.
Il Colegio S. José, con più di 200 alunni inscritti, è un altro campo di fecondo lavoro, che gode le più vive simpatie della cittadinanza. La scuola di ginnastica diretta da un Ufficiale dell'Esercito, l'introduzione dei lavori manuali nelle classi primarie, le varie scuole professionali, l'istituzione di una scuola di musica istrumentale fra gli alunni, e recentemente l'apertura di un desideratissimo Corso Commerciale (con lezioni di religione e di varie lingue, nonchè di contabilità, aritmetica commerciale, scienze naturali, storia, geografia e ginnastica) hanno fatto di quell'istituto una preziosa palestra per la formazione di tanta gioventù, cui, se adorna di appropriata istruzione, nella nuova città sempre più rigogliosa sotto ogni aspetto, sorride il più lieto avvenire.
L'ecc.mo sig. Fernando Chaigneau, Governatore del Territorio, il sig. Sagnuza, Governatore Marittimo, e il 1° Alcade della città, sig. Rodolfo Stubenrauch, il 17 giugno u. s. onoravano il collegio di una visita. Dopo aver presenziato uno splendido saggio musico-ginnico-letterario, si recavano nelle singole classi e nelle scuole professionali, avendo parole del più alto elogio per lo zelo sagace di Mons. Fagnano e l'attività dei suoi aiutanti.
E qui noi vorremmo aggiungere una parola anche di tante belle solennità - tra cui non possiamo tacere quella, commoventissima, di 5o prime comunioni - e della frequenza all'Oratorio femminile ed all'Oratorio maschile (il quale si popola regolarmente di oltre 200 a 250 alunni), e degli importanti servizi che rende alla scienza quell'Osservatorio metereologico, e di tante altre cose degne di nota; ma per questa volta facciam punto, contenti di aver fatto conoscere ai redattori dei vari periodici nostri il servizio che ci renderebbero, se volessero farci regolare invio delle loro pubblicazioni.
Al nostro amatissimo Mons. Fagnano mandiamo intanto i più vivi rallegramenti.
Indulgenza Plenaria: - dal 10 dicembre al 10 gennaio:
1) il 25 dicembre, solennità del Natale di Nostro Signor Gesù Cristo ;
2) il 1 gennaio, Circoncisione di Nostro Signor Gesù Cristo;
3) il 6 gennaio, Epifania del Signore.
Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente,
Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario-Basilica di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.
Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario-Basilica avremo questa intenzione generale:
Ricorrendo in questo mese il 70° Anniversario del principio dell'Opera Salesiana, imploreremo da Maria SS. Ausiliatrice una speciale benedizione su tutti gli Oratori festivi, che continuano la prima iniziativa del Ven. D. Bosco.
NORME PRATICHE per l'aggregazione di nuove Associazioni di devoti di Maria Ausiliatrice all'Arciconfraternita eretta nel Santuario-Basilica a Valdocco-Torino.
Non di rado siamo pregati da benemeriti Cooperatori di aggregare all'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice, eretta nel suo SantuarioBasilica in Torino, ma non sempre da tutti si pon niente alle condizioni indispensabili per la, validità dell'aggregazione, che sono le seguenti
1. - É necessario che la Confraternita od Associazione da aggregarsi, abbia lo stesso nome e scopo, sit ejusdem nominis et instituti della Primaria Torinese, cioè sia intitolata Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice o Aiuto dei Cristiani, ed abbia per iscopo principale: Dilatare la divozione alla Beata Vergine e la venerazione a Gesù Sacramentato ecc., per meritarsi la sua protezione in vita e particolarmente in punto di morte, come è stabilito nel Regolamento della Pia Associazione.
2. - Inoltre fa d'uopo ch'essa venga prima canonicamente eretta dall'Ordinario locale, e non sia ancora ad altra Arciconfraternita aggregata.
3. - Il Vescovo erigente di propria mano, ovvero per ispeciale mandato il suo Vicario Generale, attesti che la Confraternita od Associazione aggreganda è stata canonicamente eretta, e che non è ancora aggregata ad altra Arciconfraternita; la quale attestazione, in un col consenso e commendatizia del medesimo Ordinario, devono mandarsi al Rev.mo Rettor Maggiore dei Salesiani, Via Cottolengo, 32 - Torino.
Si prega pertanto che i Benemeriti Direttori Diocesani, o chi per essi, occorrendo, facciano conoscere a chi di ragione quanto sopra, per la validità dell'atto.
Ricordiamo pure che il medesimo Rettore ha eziandio la facoltà, previo il consenso del rispettivo Ordinario, di erigere la pia Associazione di S. Luigi Gonzaga negli Oratorii festivi diretti da qualche Sacerdote Cooperatore Salesiano, purchè se ne faccia dimanda allo stesso, inviandogli ad un tempo il
consenso in iscritto del prefato Ordinario, col titolo della Chiesa o Cappella, in cui se ne desidera l'erezione.
GRAZIE E FAVORI
Grazie, o Maria! *)
Il 2o novembre 191o cadeva ammalato di tifo il mio unico fratello; la febbre era sempre alta e il medico prevedeva qualche grave com plicazione, come avvenne sul finire del secondo settenario. Ebbe un'emorragia gravissima che in 24 ore lo ridusse in fin di vita. Mi disperai nel vedere che tutte le cure erano inutili, e che la scienza dei primi professori non arrivava a sottrarlo da tanto pericolo. Tuttavia, incoraggiata da una pia persona, mi avvicinai al letto, e con fede ed una scintilla di speranza dissi a mio fratello di promettere un'offerta al Santuario di Valdocco e di recitare una Salve Regina a Maria Ausiliatrice. Da quelle labbra morenti usci la bella risposta « Recitiamola insieme! »
Allora mi prostrai accanto il letto con le mani giunte e recitammo la prece. Uscivano dal mio labbro le frasi interrotte dal pianto e dalla disperazione, chè questo mio cuore si sentiva incapace di sopportare con rassegnazione il colpo fatale. Ma non si ricorre invano a Maria, che, prima ancora di aver terminata la prece, volle farci vedere la sua potenza. Quegli occhi vitrei che sembrava più non potessero aprirsi, si schiusero e mi guardarono in faccia con uno sguardo placido e sereno e tutto pieno di vita. E guarì
Ah Maria! Io ti ringrazio, o madre mia. Tu sei la fonte d'ogni grazia, Tu la speranza di chi dispera, il conforto degli abbandonati, la salute degl'infermi.
Torbe di Prun (Verona), settembre 1911.
ROSA QUINTARELLI.
Prodigiosamente guarita.
Amore e gratitudine oggi mi portano al Tuo Santuario, Augusta Vergine Ausiliatrice, per la grandissima grazia che ottenni dalla materna Tua bontà della guarigione da seria malattia.
Adempio al mio voto con tenue offerta e cedo la penna all'egregio mio medico curante, che ne faccia la fedele dichiarazione.
PASQUALE ERNESTINA.
Certifico che la Pasquale Ernesta d'anni 22, di Vignole, era affetta da varii anni da grave malattia polmonare, accompagnata da persistente singhiozzo, che la metteva nell'impossibilità di alimentarsi. Valenti medici constatarono la gravità della malattia. Venne sottoposta a tutte le cure consigliate dalla scienza e dall'esperienza, ma invano, essa peggiorava continuamente. La Pasquale, sfiduciata di tutte le cure, stette diversi mesi senza essere più curata. Adesso mi si presenta completamente ristabilita ed attribuisce detto fatto ad una grazia ottenuta con incessanti preci. Questi furono i fatti da me constatati, e per cui lascio speciale testimonianza.
Vignole Borbera, 26-10-911.
Dott. E. GHIGLIONE.
Buenos Aires. - Carmen Scrigna, che habita in via Caseros n. 781, era talmente grave per complicazione di varie infermità, che i dottori Ferrer, Errera, Sobrecasa e Prando la davano spedita e volevano tentare una difficile operazione contro la volontà di tutta la famiglia.
In quel doloroso frangente la sorella dell'inferma, Elena, riceve dalla posta e per la prima volta (giacchè prima non lo conosceva affatto) un numero del Bollettino Salesiano e vi legge sopra le grazie di Maria Ausiliatrice. Ammirando i favori concessi da questa buona Madre, dice in famiglia : « Perchè non ricorriamo alla Madonna di D. Bosco? » Detto fatto: apre il Bollettino alla prima pagina del Culto, ov'è una piccola immagine di Maria Ausiliatrice, lo mette sopra un tavolo, vi accende due candele, promette una messa e tutti pregano, pregano.
Il dì seguente torna il medico Ferrer e pieno di stupore esclama: « È fuori di pericolo ; è una morta risuscittata! Non vi è più bisogno di nessuna operazione » Ma la signorina Elena soggiunse: « L'ha guarita Maria SS. Ausiliatrice! »
In fede,
Buenos Aires, settembre 1911,
Sac. BARTOLOMEO MOLINARI, Sales.
Torino. - Ai primi di novembre dell'anno scorso 191o mio padre veniva a Torino per consiglio dei medici, dovendo subire un'operazione chirurgica al piede. All'ospedale di S. Giovanni fu visitato da due distinti dottori, che non vollero riceverlo stimando inutile l'operazione pel grado della malattia e per l'età troppo avanzata del buon vecchio, che ha passato gli ottanta. Al Cottolengo fu visitato dal dottor primario, ma non fu ricevuto per le stesse ragioni. Condotto all'Ospedale maggiore di Asti con maggior speranza di farvelo accettare essendo di quel circondario, neppure là per gli stessi motivi lo si volle ricevere; mentre noi di famiglia, dolentissimi, ci aspettavano di veder incancrenito tra breve tutto il piede del povero padre.
Ci raccomandammo con fiducia a Maria SS. Ausiliatrice interponendo l'intercessione del Ven. D. Bosco, e il buon vecchio guarì, come ho potuto constatare coi miei occhi. Adempio la promessa coll'animo pieno di gratitudine e di divozione.
7 ottobre 1911,
D. ANDREA TORCHIO.
Monteleone di Cicagna. -- A Te, Maria Ausiliatrice, l'omaggio del mio cuore riconoscente e grato. Tu sei, o Vergine, che strappasti da certa morte il mio caro angioletto. Affetto da fiera polmonite, che in pochi giorni lo ridusse in fin di vita, ei non lasciava speranza alcuna di guarigione. L'arte medica tutti aveva tentati i mezzi per salvarlo, ma vana riusciva ogni prova. Nell'estrema angoscia ricordai la tua potenza, o Vergine Ausiliatrice, ed in Te tutta posi la mia fiducia. E tu, buona tanto, asciugasti le mie lacrime, esaudisti i miei voti. A Te dunque ora e sempre la mia riconoscenza ed il mio perenne affetto.
18 settembre 1911.
ELENA ARATA.
Grignano. - Da lungo tempo mio babbo soffriva per mancanza di respiro e non potendo riposare neppure la notte deperiva ogni giorno, e già si prevedeva la perdita di sì cara esistenza. Si ricorse a vari medici, ma tutto era inutile ! Mi fu suggerito d'incominciare una novena alla Vergine Ausiliatrice; ed il terzo giorno della novena giunse una lettera dalla famiglia dichiarando con grande consolazione di tutti la completa guarigione del babbo.
Ma nello stesso tempo si metteva a letto affetta dal tifo la mamma ed essa pure fu spedita dai medici. Feci allora promessa di pubblicare le due grazie ed incominciai un'altra fervorosa novena e fui per la seconda volta esaudita. In segno di gratitudine alla Celeste Madre compio la mia promessa.
3 ottobre 1911.
AMELIA CARLOTTO.
Cotignola, - Quanto è buona Maria ! Avevo la mamma gravemente ammalata, i medici avevano dichiarato essere impossibile la guarigione. Mi rivolsi allora caldamente a Maria Ausiliatrice, e fui ascoltata! La mamma superò felicemente una grave operazione, ed ora è completamente ristabilita.
Ella pure si unisce a me per inviare una piccola offerta e per ringraziare, con tutta l'effusione dell'anima, la cara Madonna di Don Bosco!
11 ottobre 1911.
SANTINA MELANDRI.
Cassinelle (Ovada). - La bontà dell'Ausiliatrice non ha limite. Io posso dirlo, perchè più e più volte l'ho esperimentata, ed esorto tutti quelli che si trovano afflitti a ricorrere a Lei con vera fede. Già per altre innumerevoli grazie volevo mandare un'offerta, ma l'ultima - la guarigione di un bimbo, le cui condizioni erano già più che disperate - fu quella che mi dimostrò in particolar modo la gran bontà di Maria, e vorrei poterla ringraziare conce a Lei si conviene. La mia fiducia in questa buona Madre non verrà mai meno.
Novembre 1911.
SILVAGNO LUCIA.
Alessandria. - Quanto buona è Maria! lmmensa era la mia pena nel vedere una persona di mia famiglia, a cui sono teneramente affezionata, star lontana durante molti anni dalle sorgenti vive della grazia, quali sono i SS. Sacramenti.
Ricorsi quindi con grande favore e con tutta fiducia i Colei che è invocata sotto il bel titolo di Aiuto dei Cristiani ! Ed Essa si degnò esaudire le mie povere preghiere e consolarmi. Quell'anima, a me sì cara, superò ogni ostacolo, e s'accostò alla Confessione e Comunione. Madre mia dolcissima, non cesserò mai di ringraziarti. Intanto invio al tuo Santuario una tenue limosina pegno della mia più viva gratitudine.
Settembre 1911.
E. R.
Costantinopoli-Pancaldi. - La pia e caritatevole vedova Natale Canzuch nel rigido inverno dell'anno scorso fu colpita d'apoplesia. Si temeva per la sua esistenza a cagione dell'infierir del male, del complicarsi d'altra malattia e dell'età avanzata. Dai Sacramenti attingeva la forza, il coraggio e la rassegnazione. Baciava con fervore una reliquia di Maria SS.ma ch'io stesso le portai: « Oh se la buona Madre mi facesse la grazia! mi diceva, quanto le sarei riconoscente ! » « Ma sì, legga nel Bollettino Salesiano quanto è buona Maria Ausiliatrice! quante grazie Ella comparte nel suo cuore materno. Su, l'invochi: Maria, aiuto dei Cristiani, pregate per me! » Lo fece con tutta l'effusione dell'anima e con le lagrime agli occhi. Quanti la conoscevano non finivano di pregare per lei che era l'esempio della parrocchia. E Maria Ausiliatrice la rimise del tutto. Gongolante di gioia dopo d'esser venuta in chiesa a ringraziare la celeste Signora: « Oh quanto è buona la Madonna, esclamava, Ella m'ha benignamente graziata. Viva Maria Ausiliatrice! Viva la Madre mia ! ». E mi diede un'offerta che invio per l'Opere Salesiane, ed alcune messe in rendimento di grazie con preghiera di essere ascritta fra le Cooperatrici Salesiane.
12 settembre 1911.
Can. GIOVANNI LEOTTA.
S. Bernardo (Ivrea). - Da otto mesi un male mi affliggeva, e nè le cure nè i consigli di due medici valevano a risanarmi, stante la mia avanzata età. Già disperavo di poter ancora guarire, quando fui consigliata a ricorrere alla Vergine Ausiliatrice con una novena. Subito la invocai, promettendo insieme una piccola offerta e la pubblicazione della grazia sul Bollettino. Essendo stata esaudita, riconoscente adempio la mia promessa.
9 ottobre 1911.
OTTINO MARIA.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:
A*) - Acqui : Cirisito Anna -Agira : N. N., io Agliano d'Asti.- Penna Palmira - Alessandria Chiarina Collo, io - Aosta : Margaria Angela, 2 - Arias : C. Attesano, 25 - Arvier : Burgay Guglielmo, 3 - Ascoli Piceno : Rita Giovanelli, 5 - Asti: Laustra G. Francesco.
B) - Badia di Stura : Mazzucchetti Margherita, io - Baggiovara : Carolina Boscolari, 30 - Bassano Veneto : D. Gio. Dabosco, 5 - Bellinzago Novarese : Bovio Margherita -Miglio, 5 - Belvedere Manfredi Alfonso, 4 - Bergamo : Orsola Tagliaferri - id.: Calioni Ginevra, 5 - Bologna : Ricci Elisabetta, 5 - Borgo S. Donnino : Santi Luigia -id. : P. A., 2 - Borgo S. Martino : N. N, 5 - Bormio G. V., 5 - id.: Gaglia Giuditta - Busca : M. T., I - id.: G. L., 5 - Butera : Carmelo Caltavituro, 5.
C) - Cagliari : Luigi Cotra, i - Caltanisetta Prof. Michele Cucugliata per sè e la sua consorte - Calze : D. Gioachino Mercanti, 5 - Candia Lomellina : Ridone Giuseppina, i - Capriata : N. N., 2 - id.: M. Torrielli, 5 - Carrara: A. V., 5 - Carinagnola Iraldi Marianna, 2 - Casale : G. F. - id. Giovanna Benso-Castellalfero: Maria Avidano, 3 - id.: Cerrato Carolina - Castellinaldo : Mortara Giacomo, io - Castelnuovo di Verona : Giovanni Rigo, io - Castelrosso : Famiglia Antonino, 3 - Castrogiovanni : Teresina Militello, 5 - id.: Giacomo Martinotti, 5 - Cavagnolo : N. N., 6o - Cavalese : E. B., io - Cavallermaggiore : M. L. D., io - Ceresole d'Alba.- Bosetti Margherita, 20 - Cimetta di Codognè : Maddalena Da Re, 5 - Cisterna d'Asti: Pietro Massocco, 20 - Cittadella Maria Malatesta, 5 - Clauzetto : Pietro Bulian, 2 - Colleredo di Prato : Luigi Forno, io - Comacchio : N, N., 5 - Como.- Camilla Gario, 3 - Conegliano Veneto : Maria Gardin, 2 - Corio: N. N., 5 - Corneliano d'Alba: Giordano M., 7,75 - Couvet C.: Secondo Perotti, 33,
E)-Ernesto Alves (Brasile): Pisani Albino, 7,50.
F) - Faenza: Savini Virginia, io - Faliceto M. Momi, 2 - Fara Vicentina : Casali Ida, 2 - Ferrere d'Asti: P. Bartolomeo, 2-Firenze: G. B., Mori, 5 - id.: Letizia Dal Monte, 5 - id.: Caterina Naldi, 5 - Fiumata : Dominici Barbara, 5 - Forlì : Bondini Mario, 3 -- Forno : Piccini Lina, 2 - Francenigo : D. C., 2.
G) - Gattinara : Placidia Bertolo - Giaveno Teresa Ferrero - Girifalco : Francesco Antelitano, 3 - Golfino : Enrichetta Modini, 2,50 - Gombola Brigida Ghiddi, 5.
I) - Ismailia (Egitto): Elena Fulgini, 25 -Ivrea: N. N., 5 - id.: Giuseppina Ferrando Ausermè, io.
L) - Lanusei : Maddalena Bacchiddu- Lercara Concetta Pucci.
M) - Manerbio : Marietta Moltemi, 5 - Marene : Antonio Ponero, 5 - Marsala : Arasma Bua in Genco, 15 - Mazzarino : Can. Bognanni Rocco, 5 - Melazzo : Angela Boschi, 20 -- id.: Giovanna . Bodritto, 5 - Messico : Francesca Tijerina - Milano : Sac. O. A., 10 - Molo Borbera : Pietro Antonio Borassi, 5o - Mondovì : Maddalena Salvati, 20 - Montaldo Bormida : Rucchiardi Margherita, 15 - Montaldo Scarampi : Giuseppe Capra Monteu Roero : Elisabetta Ughetti - id.: Margherita Virano - Montenero : Famiglia Mantegazzi, 4 Motta dei Conti : N. N.
N) -Nave : Alcuni divoti, 27 -Nicosia : S. S. E., io - Nizza Monf.: Sandaletti Lucia - id. : Rosetta Croce Savio, 5 - Novara : T. B., 6.
O) - Oleggio : L. Giuseppe, 7 - Ottone : D. Nardi, 5 - Ottiglio : Angelo Prosio.
P) - Palermo : N. N., 2 - Pastorello : N. N., i - Pavia : Teresa Ciceri, 5 - Pernate : Giovannina Martinelli, 3 - Pietra Ligure : Isabella Castellina -Piobesi Torinese : Giacomo Piobetti, 3 - Pontecasale : Bettino Turri, io - Pont S. Martin : Olivero N., 4 - Pralormo : Francesco Dassano, 5.
Q) - Quingentole (Mantova): Barbieri Luisa Bertazzoni, 30.
R) - Racconigi : Paolo del Bosco, 5 - id. : Angelina De Valle - Rivanazzano : Rosa Scaccheri, io - Roasio S. Ilaria : Giuseppe Gallone, 3 - Rocca Verano : Silvina Giusio, 5 --- Roma : C. G. - id. Pina C. R., 25 - id.: Pia Bianchini, 5 - Romentino : Gina Martelli, 4.
S) - Sale : G. R., 5-- Saluggia : Giuseppe Bollo, 5 - Saluzzo: Lucia Baravalle, 3 - S. Benedetto Belbo (Cuneo): Pesce Gio. Battista - S. Damiano d'Asti: Enrichetta Bertono - San Germano : Re Angelo -- S. Maria Maggiore : Rosa De Bornis, 5 - S. Martino : D. Pietro Bellotti, 6 - S. Martino Stella. Giuseppe Bolla - S. Mauro di Saline : Placida Stefanelli -- S. Pier Lucano : Emma Galassi, 5 -- S. Pietro in Volta : Francesco Sambo, a nome di Scarpa Domitilla - S. Salvatore Monf.: Alessandro Cavalli, 5 - S. Vittoria d'Alba : Vittoria Basso, i,5o - Selva di Progno : Catterina Griso, i - Sestri Ponente : Angiolina Carlarino, io - Settime d'Asti Giovanni Gamba, 5 - Saldano (C. Ticino): Massimina Menabruccio, 5 - Staggiano : D. Remo Farnetani, io - Strambino : Marianna Negro - Suna Teresa Gianelli, 5 - Susa : Linda e Gabriele Bocco, 3 - id. : Maria Libour, 5.
T) - Tonengo di Mazzè : Felice Piretto, 2 - Torino : N. N. - id.: Pasquino Domenico - id. Teresa Rubino - id.: Amalia Torri Maironi - id. : Tourne Rosalia - id.: G. Lini, 2 - id. : N. N. 40 - Torgnon : Rosolina Vesan, 2 - Torre Annunziata : Angelo Eco, 2 - Treviso : G. P. - id. Giuseppe Cirotto, 5 - Troina : Concettina Nerone, 5 - id.: Lucrezia Squillaci, 30 - id.: Teresa Nerone, 2 - Trapani : Valente Salvatore - Turi Elisa Gonelli, io.
V) - Valdagno : Giuditta Taldo, 2 - Valduggia D. B. - Valfenera d'Asti: Domenico Lanfranco, io - Valguarnera : Lucia Giannone, io - Vallegioliti Monf.: Giulietta Guazzotti, 2 - id. : D. Pietro Acuto, 2 - Valsauglio : Famiglia Piovano, 3 - Ventimiglia : N. N., 15 - Vercelli : D. Pio Bobba, 4 - Vergano Nov. : Pietro Geronimi, io - Verolengo : Amedeo Puottino 5 - Villalvernia : Maria Sibaldi, 5 - Vinchio : Virginia Amerio, io - id. : Maria Laiolo, io - id. : C. B., 2.
X) - N. N. - Commuto Nunzia - Masso Giulia, 10 - Pria Mordolo, 7 - N. N., 12 - Nebiolo Ambrogio, 10.
Z) - Zimone : Bernardo Perazzone, 2.
Santuario-Basilica di Maria Ausiliatrice
TORINO-VALDOCCO
Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per ogni corrispondenza in proposito, come anche per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, Via Cottolengo, 32 - Torino.
Ogni sabato, alle 7.30, speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.
Dal 10 dicembre al 10 gennaio.
16 dicembre - Novena del Santo Natale - Ore 6, messa, canto delle profezie, predica e benedizione solenne - Ore 20, canto delle profezie, predica e benedizione solenne.
24 dicembre - Solenne commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice -- Orario festivo.
25 dicembre - Solennità del SS. Natale di N. S. - Ore 9,30, messa solenne - Ore 16, Vespro, predica e benedizione.
26 dicembre - fesa di S. Stefano - Discorso dopo la messa delle 6 e benedizione; discorso prima della benedizione della sera.
31 dicembre - Ultimo , giorno dell'anno - Orario festivo.
1 gennaio - Capo d'Anno - Esposizione del SS.mo Sacramento dalla messa delle 6,3o fino alla sera - Ore io, messa solenne - Ore 16, vespro, discorso, rinnovazione dei voti battesimali, Te Deum e benedizione solenne.
5 gennaio - Primo venerdì del mese - Ad onore del S. Cuore di Gesù, Esposizione del SS.mo Sacramento dalle 6 alla sera.
6 gennaio - Epifania di N. S. G. C. - Come nella Solennità di Natale.
A Valsalice.
Mancheremmo ad un nostro dovere, se tralasciassimo di rilevare la straordinaria affluenza di Cooperatori ed ammiratori delle Opere Salesiane al Seminario delle Missioni Estere a Valsalice negli scorsi mesi.
Pressochè ogni giorno erano persone e famiglie e comitive di ogni ceto e condizione, che chiedevano di vedere la tomba di D. Bosco e quella di D. Rua, che visitavano con devoto affetto e alta ammirazione.
Tra gli accorsi è doveroso ricordare le LL. AA. RR. la Principessa Arnulf ed il Principe Enrico di Baviera, i quali vi furono accompagnati dalle nobili Marchesa Teresa e Marchesina Elisabetta Guasco di Bisio, con cui avevano antecedentemente visitato il Santuario di Maria Ausiliatrice e le camerette di D. Bosco.
S. A. R. la Principessa volle cogliere alcuni fiori presso la tomba del Venerabile, i quali, come ebbe ad esprimersi, l'accompagneranno in Baviera, dove collocati in apposita teca rimarranno per lei il più caro ricordo di Torino.
Un lungo articolo su una delle tante visite compiute a Valsalice è apparso nella Patria degli Italiani di Buenos Aires, nel numero del 6 ottobre u. s.
Il S. Padre si è degnato d'innalzare alla Sede Vescovile di Susa S. Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Castelli, Decurione dei nostri Cooperatori e Prevosto-Vicario Foraneo di Cuorgnè; alla Sede Vescovile titolare di Emesa Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giorgio De Luchi, Direttore Diocesano dei Cooperatori e Canonico Teologo della Cattedrale di Vicenza; ed alla Sede Vescovile di Eucarpia Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Garigliano, dell'Archidiocesi di Torino e Vic. Generale dell'Archidiocesi di Aquila.
Agli esimii Prelati - i quali hanno già ricevuto la consecrazione episcopale - porgiamo i più vivi rallegramenti insieme con i più lieti auguri.
TORINO-VALDOCCO - Il Circolo Sportivo « Valdocco » è riuscito a conquistare uno dei primi posti nel campo ginnastico.
La domenica 3 settembre, la balda squadra, in onore e alla presenza del rev.mo sig. D. Albera nonché di tutti i Superiori e degli alunni artigiani dell'Oratorio, eseguiva la prova generale del Concorso di Saronno; e quattro giorni appresso, con la giovane e già fiorente fanfara, dopo aver implorate le celesti benedizioni ai piedi di Maria Ausiliatrice, partiva alla volta di Saronno, dove nei giorni 8, 9, 10 settembre partecipava al Concorso Interregionale indetto dalla locale Società « Viribus Unitis » sotto l'alto patronato di S. Em. il Card. Ferrari. Tale partecipazione fu resa possibile solo coll'aiuto pecuniario generosamente prestato da esimi benefattori, tra cui van ricordati con riconoscenza l'Em.mo Card. Arcivescovo di Torino, alto Patrono del Circolo, il sig. Michele Franco, Presidente Onorario, e il Dott. Conti, Assessore Comunale di Saronno e fervente cooperatore salesiano.
Il buon cuore dei benefattori e i sacrifici della Direzione e dei ginnasti non furono frustrati, poichè la « Valdocco » tornò da Saronno coi seguenti premi:
Coppa del Sindaco di Saronno, assegnata alla prima squadra Allievi; - Primo Premio per il salto misto seniori; - tre corone d'alloro e un bellissimo oggetto artistico nella gara A; - una corona d'alloro e molte medaglie nella gare individuali
Anche la fanfara, benchè nata da pochi mesi, riportò un insperato successo, venendo classificata la prima tra le forti fanfare concorrenti e guadagnando la bellissima medaglia d'argento donata dal rev. Arciprete di Saronno.
Un ringraziamento speciale va tributato al rev. Sac. Prof. Castelli, direttore del Collegio di Saronno, il quale accordò gratuita e squisita ospitalità ai ginnasti.
- La domenica 17 settembre non solo la squadra vittoriosa ma tutti i soci del Circolo, insieme con cento Antichi Allievi e la Banda .Musicale dell'Oratorio Festivo, venivano signorilmente ricevuti a banchetto in Alpignano nella villa del sig. Franco, loro Presidente Onorario. È la squadra, dopo aver edificato quella buona popolazione intervenendo in corpo alle funzioni parrocchiali, prima di ripartire per Torino la intrattenne piacevolmente per due ore con un pubblico saggio ginnastico.
- Ancor più insigne fu il trionfo della Valdocco al concorso del 23-24 Settembre, promosso dalla « Fides et Robur » di Torino in omaggio all'Em.mo Arcivescovo Card. Richelmy, in occasione del suo Giubileo Episcopale. Basti dire che vi ottenne: la Coppa della gara A, dono magnifico del Municipio di Torino; - la Coppa della gara B, del Consiglio Regionale della F. A. S. C. I.; - il primo premio della gara artistica juniori e il primo premio della corsa a staffetta; - una targa speciale alla fanfara in riconoscenza del servizio prestato nel concorso - e il premio speciale stabilito per la squadra superiore per numero, per classifica e per disciplina.
Ecco una prova di più della bontà del sistema educativo del Ven. D. Bosco, ed una bella dimostrazione che il praticare e professare la religione non solo non ostacola, ma favorisce l'educazione fisica, la quale, quando non sia accompagnata, anzi preceduta da una forte educazione del cuore e della volontà, segna un ritorno verso il materialismo pagano.
NOVARA. - Anche la Società Sportiva « Volontas » dell'Oratorio Salesiano, come già l'anno scorso a Padova, così quest'anno a Saronno si fece molto onore per l'esattezza e la valentia dimostrata nei vari esercizi ginnastici, meritandosi due corone d'alloro, due di quercia e cinque medaglie.
La domenica 1° ottobre, gentilmente invitata al convegno ginnastico indetto dalla Forza e Speranza di Novara per commemorare il suo 1° decennio, v'intervenne e riportò nuovi allori. Si presentò in pista divisa in tre squadre, composte di circa quaranta ginnasti con fanfara. Nei vari esercizi collettivi e individuali si attirò dall'affollato pubblico spettatore prolungati applausi, meritandosi dalla giuria i seguenti premi : Coppa : uff. compi. Amos Brughera: - coppa; consiglio «Forza e Speranza »; - medaglia d'argento del ministero della Guerra; - medaglia d'argento del ministero della Pubbl. Istruzione; - e 7 medaglie individuali.
TREVIGLIO. - Seicento giovani dell'Oratorio San Carlo la domenica 24 sett., preceduti dalla squadra ginnastica e dalla banda, si recavano per la passeggiata annuale a Cassano d'Adda. La gita, allietata da un magnifico cielo e dall'allegria comune, non poteva riuscire più splendida.
Ricevuta dal Prevosto, dal Clero, dalla banda cittadina cattolica e dagli applausi di numerosa popolazione, la lietissima schiera, cantando l'inno Noi vogliam Dio, si recava alla chiesa a ricevere la benedizione. Il Prevosto D. Pietro Pezzali rivolse agli intervenuti che gremivano il tempio brevi e sentite parole illustranti l'Opera di Don Bosco in favore della gioventù negli istituti di educazione e negli oratori festivi.
Alle 15.3o al suono dei dodici rullanti, la balda comitiva raccoglievasi negli ombrosi viali della villa dei Conti Brambilla, dove una abbondante refezione veniva apprestata a tutti i giovani. Un'ora dopo, sulla piazza gremita di popolo, la squadra ginnastica, composta di cinquanta giovani, rallegrò il pubblico con vari esercizi a corpo libero, cogli appoggi e con gruppi plastici che attirarono gli applausi di tutta la folla.
Alle 18, dopo aver ringraziato il Prevosto, il Sindaco e le principali personalità, acclamati dalla popolazione, i seicento giovani fecero ritorno a Treviglio, dove, riuniti in corteo, entusiasticamente accolti, sfilarono al suono della banda per le vie della città.
Un trattenimento drammatico nel teatro delle Associazioni Cattoliche coronava la bella giornata.
SLIEMA-MALTA. - Dai giornali locali rileviamo il sempre consolante sviluppo dell'Oratorio Salesiano di Sliema, che, sorretto dalla simpatia e dall'aiuto di quei buoni Cooperatori, continua sempre meglio la sua opera salutare in mezzo alla gioventù.
Feste solenni e trattenimenti geniali, conferenze e gite d'istruzione, SS. Esercizi e divote funzioni si succedono bellamente per formare i giovanetti alla pietà ed alla istruzione sì religiosa che civile. I quotidiani convegni, allietati da giuochi e chiusi con la scuola di religione e la Benedizione col SS. Sacramento sono affollatissimi; e le periodiche conferenze, tenute ai vari Circoli, specialmente quelle svolte, con Corso regolare, ai giovani della « Salesian Boys' Brigade » diedero campo ad insigni amici e benefattori di rivolgere ad essi la loro efficace parola su importanti e svariati argomenti. Colonnelli, Maggiori, Ufficiali dell'Esercito Inglese, Professori, Medici, Avvocati, nonchè colti Sacerdoti, non disdegnarono di tenere varie conferenze opportunissime ai vari gruppi di giovani con tanto loro profitto. Fu tenuto anche un corso speciale di istruzioni pei soccorsi d'urgenza « First aid » da competente istruttore con splendido esito.
Fra le feste più solenni ricordiamo quella di S. Tarcisio, il piccolo martire dell'Eucaristia, svoltasi quando se ne benedisse la nuova statua, provveduta a cura del Piccolo Clero; la festa di Maria SS. Ausiliatrice con grandi funzioni religiose e un magnifico saggio ginnastico dato dalla « Salesian Boys' Brigade » con intervento di alti ufficiali d'esercito, eminenti prelati e gran folla di popolo; la festa del S. Cuore con adorazione a turno per tutto il giorno e divota processione; quella di San Luigi con solenne triduo, imponenti funzioni e vari trattenimenti nel gran cortile dell'Oratorio straordinariamente illuminato e decorato.
Aggiungiamo una parola sulla Gara Catechistica svoltasi a chiusura dell'anno scolastico.
« Folla, entusiasmo, istruzione e diletto - scrive il Malta - ecco con quali parole si può sintetizzare la festa bella e geniale elle ebbe luogo alla Sliema in onore di Mons. Vescovo P. Pace e in occasione della Gara Catechistica fra i giovani di quell'Oratorio Salesiano.
» Alle ore 6.30 p. m. Mons. Vescovo entrava nel teatro, accolto da applausi ed al suono di una brillante marcia eseguita dalla Banda S. Patrizio.
» Dopo gli applausi, che coronarono il discorso di Don Allegra, S. E. Mons. Pace benedisse il Vessillo della Compagnia e San Giuseppe », sorta da due anni nell'Oratorio Salesiano di Sliema per la formazione morale dei giovani operai, su regolamenti scritti dal Ven. Don Bosco e ricca di copiose indulgenze concesse dai Sommi Pontefici Pio IX e Leone XIII. Il delicato ricamo del serico drappo, artistico e pregevole assai, è grazioso regalo della signorina Teresina Nuzzo; madrina della Bandiera fu la distinta Signora F. Calleja-Gera, insigne benefattrice dell'Oratorio.
» Si svolse in seguito un breve e vario programma di canti e di recite in onore di Mons. Vescovo e quindi ebbe principio la Gara Catechistica fra i giovani dell'Oratorio ritenuti degni, dopo privato esame, di presentarsi alla pubblica gara.
» I gareggianti erano 29 e comparvero schierati sul palco, adorno di bandiere, piante e fiori. Presidente della Commissione esaminatrice e Direttore della Gara era il rev.mo P. E. Anastasi, DD. Priore dei Domenicani, coadiuvato da Don G. B. Busietta e da Don E. Ceravolo. Don G. B. Mangion presentava i giovanetti alla Gara quale loro istruttore... ».
I premiati furono i giovani: G. Caruana Scicluna, Mallia Carmelo, Borg Giovanni, Izzo Eduard, Attard Giulio, Saliba Giuseppe.
Il trattenimento si chiuse con una bizzaria musicale: «Arie ed Artisti», eseguita in elegante costume con accompagnamento della brava orchestra S. Patrizio. La delicatezza della musica, la precisione dei movimenti, la novità del lavoro, produssero la più grande ammirazione in tutti, che in ultimo scoppiarono in calorosi applausi.
TAORMINA. - L'Oratorio festivo, sorto in Taormina per annuire ai desideri dello stesso S. Padre - e promosso dalle generose sollecitudini d'un'anima grandemente bramosa della gloria di Dio e della cristiana educazione della gioventù, s'inaugurò solennemente il 19 marzo u. s. con ottimi auspici, confortato dalla presenza e dalla benedizione del venerando Arcivescovo di Messina Mons. D'Arrigo, di Mons. Albéra, quale rappresentante di Mons. Cottafavi, delegato pontificio, di molti membri della Colonia inglese colà residente, del Clero e di varie autorità locali; e prese il nome di Oratorio, « S. Giorgio », il gran Protettore dell'Inghilterra, in omaggio alla distintissima famiglia Hill, principale benefattrice dell'Opera. Da quel giorno i ragazzi si sono moltiplicati ognor più, oltrepassando in certe domeniche il numero di 15o.
Giuochi, lotterie, premiazioni, lanterne di proiezioni e - tra poco - un grande e completo cinomatografo... tutto si è messo in opera perchè i giovani accorrano all'Oratorio.
E il Signore benedice alle industrie salutari. I ragazzi sono assidui, affezionati, arrendevoli, ed è consolante vederli alla S. Messa, celebrata per loro, assistervi con modestia e raccoglimento, recitando a voce alta le loro preghiere, alternandole col canto di lodi sacre!
Ultimamente si è svolta in cappella una bellissima funzione. Coadiuvati dalle zelanti Fran cescane Missionarie di Maria, i nostri confratelli istruirono nelle verità della Fede una famiglia tedesca protestante, alla quale venne conferito il Battesimo. E i tre figliuoletti, Erminio, Ottone e Carlo Geleng, in omaggio al Ven. D. Bosco ed ai suoi due successori, assunsero i nomi di Giovanni, Michele e Paolo.
TRIESTE. - L'arciduchessa Maria Gioseffa all'Oratorio Salesiano. - Il 6 ottobre (togliamo dal Corriere Adriatico) e alle 3.15 pom. l'arciduchessa Maria Gioseffa scese all'Oratorio salesiano ricevuta dal cav. D. Michelangelo Rubino con vari suoi confratelli e il M° Toffolo. Visitò primieramente la nuova chiesa superiore, che trovò molto elegante nella semplicità delle sue linee architettoniche. Il M° Toffolo eseguiva intanto all'organo una sua improvvisazione, che fece spiccare e gustare la perfezione di quell'istrumento, sebbene di modeste dimensioni. Intrattenutasi poi circa mezz'ora col Direttore nella sala di ricevimento dell'Istituto, volle essere minutamente informata intorno all'opera salesiana nella nostra città, esprimendo la sua ammirazione per l'ing. Budinich, ideatore della nuova chiesa. Scese poscia nella chiesa inferiore che trovò pure assai bella ».
Sua Altezza dimostrò viva soddisfazione per lo sviluppo sempre crescente dell'Oratorio e il desiderio di recarvisi in giorno festivo per vedere lo sciame numerosissimo dei giovanetti che dànno vita all'ampio cortile, ed assistere ad un concerto del corpo musicale.
GENZANO. - Società Ginnastica « Cynthianum. » - Gara Catechistica fra ginnasti. Riferiamo dallo Stadium di Roma: e Un rimprovero che talora vien fatto alle nostre squadre ginnastiche si è quello di dedicarsi con tanto ardore allo « Sport » da dimenticare poi quello che maggiormente importa, cioè lo studio e la pratica della Religione. Non oseremmo affermare che tutte le nostre Società, senza eccezione, si mantengono scrupolosamente fedeli al nostro programma; ma possiamo ben assicurare che la gran maggioranza di esse, mercè lo zelo di chi le dirige ed assiste, continuano a formare il vanto della Religione, nelle rispettive parrocchie.
» Oggi, ad esempio, noi siamo ben lieti di presentare ai lettori dello « Stadium »... 22 giovanetti della balda e sempre vittoriosa squadra di Genzano, i quali nel giorno 19 agosto, davanti ad un numeroso e sceltissimo pubblico, diedero una solenne gara catechistica. Essi avevano frequentato tutto l'anno le lezioni di Catechismo, erano dei più assidui al Dopo-scuola e difficilmente si sarebbe potuto conoscere, se in essi fosse maggiore l'impegno che mettevano negli esercizi ginnastici od in quelli della memoria; e ci pare di non dir poco. E la gara così splendidamente riuscita, destò la maraviglia di tutti i benefattori ed amici, i quali poterono constatare che i giovani della « Cynthianum » possedevano a perfezione la materia del Catechismo. Ci basti il dire che soltanto dopo circa due ore di accanito combattimento e con estremo rigore della giuria nel segnalare anche i più lievi errori dei gareggianti, si riuscì a formare la Corte cogli ultimi superstiti. Così fu proclamato Imperatore Fabrizi Alfredo, Principi i giovani Belardi Remigio e Pucci Leo. Terminata la battaglia, la Corte, scortata dalle nove Guardie d'onore, fu accompagnata tra gli incessanti applausi del pubblico, sul Trono espressamente eretto, dove ebbe luogo la solenne incoronazione. Come deve aver gioito l'ottimo Mons. Arciprete, unitamente a tutto il pubblico presente, allorchè poneva in capo al fortunato giovanetto la bella corona d'alloro !
» A tutti i gareggianti furono assegnati premi secondo il merito: le Guardie d'onore furono decorate con magnifica Medaglia dorata ; all'Imperatore ed a' Principi vennero regalati libretti della Cassa di risparmio di L. 30 e 15 raduno.
» Noi mandiamo un plauso cordiale ai bravi Soci della « Cynthianum » per il bel saggio di ginnastica mentale e additiamo a tutte le squadre, specialmente d'allievi, tiri così caro esempio, con l'augurio che esso venga largamente imitato ».
In Italia.
CAVAGLIÀ BIELLESE. - Il 1° decennio del Collegio Ungherese. -« L'opera meravigliosa di D. Bosco (così il Momento del 26 ottobre) prima di poter elevare fra gli inglesi, i polacchi, gli sloveni, quegli istituti che compiono tanto bene in quelle nazioni, aveva accolti in appositi istituti in Italia i figli di quelle terre, scegliendo fra di loro i soldati della futura conquista e acquistando nello stesso tempo alla nostra bella lingua nuovi cultori pronti a diffonderla nella terra straniera. Così attualmente fioriscono nel nostro Piemonte l'Istituto Germanico di Penango e l'istituto Ungherese S. Stefano di Cavaglià ».
Sono dieci anni che Cavaglià ospita gli studenti ungheresi che ora sorpassano la sessantina; e in Ungheria quest'opera gode grandissima simpatia. I,o dice il numero degli alunni e il numero e lo zelo dei cooperatori salesiani di quella nazione, che due anni or sono si riunirono a convegno a Buda-Pest.
Una bella testimonianza del favore che in Italia ed in Ungheria seppe acquistarsi l'istituto salesiano di Cavaglià, si ebbe il 22 ottobre, in cui si celebrò il decennio della sua fondazione. Volle presenziare la festa Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giov. Andrea Masera, vescovo di Biella, nella diocesi cui sorge l'istituto; e dall'Ungheria vennero espressamente per la circostanza Sua Ecc. Rev.ma Mons. Leopoldo Àrpàd Varàdy, Vescovo di Giavarino, gran croce dell'ordine di Francesco Giuseppe, consigliere ministeriale, membro della Facoltà giuridica dell'Università di Budapest, unitamente al rev. mo Mons. Francesco Robitsek de Ugornza, Canonico di Strigonia e Rettore del Seminario centrale nazionale ungherese.
Erano pure presenti il teol. Giulio Barberis, direttore spirituale della Pia Società Salesiana, in rappresentanza del Rettor Maggiore Don Albera, il rev. Don Cantono, vicario foraneo di Cavaglià col clero della parrocchia e vari parroci della Vicaria, il cav. Nicolello, sindaco di Cavaglià, il conte Carlo Olivieri di Vernier e l'avv. Ferdinando Rondolino, Camerieri di spada e cappa di S. S. e il dott. P. Bertelli, benefattori dell'istituto.
Al mattino venne celebrata una devota funzione religiosa nell'artistica cappella del collegio, ove mons. Varady amministrò la Cresima a ventidue giovani, rivolgendo in ungherese affettuose parole ai suoi compatrioti. Fece da padrino mons. Robitsek.
Alla brillante accademia data in onore degli illustri ospiti nel teatro del collegio, i giovani ungheresi espressero nella loro e nella nostra lingua tutta la riconoscenza verso l'opera di Don Bosco, fra canti e suoni. Pronunziarono applauditi discorsi il Direttore del Collegio, il quale rievocò l'opera compiuta nei decorsi dieci anni, il salesiano dott. Don Zafféry, ex-preside del R. Liceo di Fiume, il vescovo di Giavarino in elegante frase latina, mons. Robitsek, il vicario Don Cantono, il teol. Don Barberis e l'avv. Rondolino che con frase alata rievocò eroici episodi di storia ungherese.
Chiuse la bella riunione Mons. Vescovo di Biella con eloquente parola improntata a vivo entusiasmo, invocando la protezione di Santo Stefano, primo Re d'Ungheria, e di Santo Stefano, patrono della Diocesi Biellese.
L'Ecc.mo Console Austro-Ungarico di Milano, anch'egli grandemente benemerito di quest'opera, impedito all'ultimo momento di prender parte personalmente alla festa, degnavasi parteciparvi con un gentilissimo telegramma.
INTRA. - Il triduo d'apertura del nuovo anno scolastico, solito a farsi in tutte le case salesiane, nel Collegio S. Luigi di Intra fu caratterizzato da una visita di S. E. Rev.ma Mons. Geremia Bonomelli, Vescovo di Cremona. Recatosi ad Intra a presiedere un solenne Convegno Pro Emigratis, durante la sua brevissima permanenza in città non volle omettere di passare un'ora in mezzo al giovanetti del Collegio Salesiano.
Accompagnato dal segretario Mons. Lombardi e dal Cons. Comunale Ceretti, promotore del riuscitissimo Convegno, il mattino del 21 ottobre u. s. si recava al Collegio, ossequiato dai superiori ed accolto a festa dai numerosi giovanetti; e ad essi raccolti nella cappella parata a festa, Mons. Bonomelli rivolgeva con parola affettuosa un semplice e sapiente discorso sull'importanza dell'educazione. Parlando della docilità ai Superiori e del coraggio necessario per vincere tutte le difficoltà dello studio, tratteggiò la figura del Ven. D. Bosco di cui pose in rilievo l'opera meravigliosa compiuta proponendolo pure qual « modello di obbedienza e venerazione verso i Superiori, di docilità ai disegni di Dio, di fortezza contro le difficoltà delle cose e le persecuzioni degli uomini. »
La visita e le sapienti parole del venerando Pastore formeranno pei giovanetti del Collegio di Intra uno dei più cari e preziosi ricordi del nuovo anno scolastico.
MIRABELLO MONF. - La domenica 15 ottobre si inaugurò il nuovo edifizio dell'Oratorio femminile D. Rua. L'opera ebbe principio fin dal 6 marzo 1899. Atteso lo sviluppo assunto, abbisognava di un edifizio conveniente, e coli soddisfazione di tutto il paese finalmente lo ebbe.
Il carissimo nostro D. Francesia predicò il triduo in preparazione; e il Vescovo di Casale Mons. Gavotti compì il sacro rito.
Sua Ecc. Rev.ma giunse a Mirabello nel pomeriggio di sabato, ricevuto all'ingresso della Chiesa Parrocchiale, dove rivolse ai fedeli care parole ed impartì la benedizione col SS. Sacramento. Quindi si recò al nuovo edifizio, e lo benedisse con l'annessa cappella.
La domenica mattina imponente fu la funzione della Comunione generale in parrocchia, a cui le Oratoriane si portarono, partendo dall'Oratorio, precedute dal loro stendardo. Più di mille furono le sante Comunioni distribuite da Mons. Vescovo, che in fine benedisse una bella statua di Maria Ausiliatrice per la chiesina dell'Oratorio. La sacra cerimonia, al pari della messa cantata, fu resa più solenne da scelte armonie della Schola Cantorum del Collegio S. Carlo di Borgo S. Martino. Dopo le funzioni del pomeriggio, nel nuovo istituto ebbe luogo una grandiosa accademia musico-letterarioginnastica a cui partecipò l'intera popolazione ; e il lunedì mattina Mons. Vescovo celebrava nella nuova cappella distribuendo ancora 200 comunioni.
Presente alla riuscitissima festa era pure la rev.ma Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice : mentre il venerando D. Francesia vi rappresentava il nostro Rettor Maggiore.
Mirabello ha pure un Oratorio maschile intitolato dal nome di D. Bosco : all'uno e all'altro i più cari auguri di un santo apostolato.
All'Estero.
BARCELLONA. - Pietà della Reale Famiglia di Spagna. - Il Santuario del S. Cuore di Gesù sul Tibi Dabo, di cui s'è inaugurata la splendida cripta il 18 giugno u. s., assumerà la caratteristica di Santuario espiatorio Nazionale: nazionale perchè tutta la Spagna concorrerà alla sua erezione; espiatorio perchè offerto al Divin Cuore coll'intenzione di riparare i sacrileghi oltraggi a Lui fatti in Barcellona colla rovina di tante chiese e di tanti asili di pietà e di carità nella settimana nera dell'estate 1909. L'idea non poteva esser più bella, e va incontrando le più larghe simpatie.
Anche « Sua Maestà il Re Don Alfonso e la sua Augusta Consorte, il 19 ottobre u. s. aprivano con l'offerta di 1ooo pesetas la lista di doni e delle offerte, con cui i Grandi e il Popolo di Spagna si accingono ad erigere un Trono ufficiale al S. Cuore di Gesù, innalzando il Tempio espiatorio Nazionale sull'amena vetta del Tibi Dabo.
» L'atto del Re è qualche cosa di più di una semplice offerta; l'omaggio è di gran valore, poichè rappresenta il riconoscimento ufficiale dell'Opera. Così i sogni del Ven. D. Bosco, per cui ebbe parole ispirate l'amatissimo nostro Mons. Vescovo il giorno dell'inaugurazione della Cripta, si stanno realizzando. Ne sia lodato Iddio! »
Così la Gaceta di Barcellona.
Nè solo le loro Maestà ma anche gli altri membri della Reale Famiglia hanno fatto al medesimo scopo la loro offerta, dando un bell'esempio di fede alla nobile Nazione Spagnuola.
S. PAOLO (Brasile) - Feste giubilari del « Lyceu » del S. Cuore di Gesù. - Per la ricorrenza dell'anno XXV° della fondazione del « Lyceu e del S. Cuore di Gesù si è celebrato nel Santuario omonimo un triduo di ringraziamento che, al dire della Gazeta do Povo di S. Paolo, rivestì « uno splendore brillantissimo ed eccezionale ».
Il 1° giorno si festeggiò il S. Cuore di Gesù con messa pontificale di S. E. Rev.ma Mons. Alberto Gonçalves, Vescovo di Riberào Preto. Il discorso fu detto dal rev.mo Mons. Dott. Paula Rodriguez, Vicario Generale dell'Archidiocesi; e la Schola cantorum del Lyceu, composta di 130 cantori e diretta dall'ispettore D. Rota, esegui la messa Benedicamus Domino del M. Perosi.
Il 2° giorno pontificò S. E. Rev.ma Mons. Giovanni Battista Nery, Vescovo di Campinas, e tenne il discorso Mons. Nascimento Castro, Vicario Generale di Taubaté. Si eseguì la Missa de Angelis, in modo inappuntabile.
Il 3° giorno pontificò con gran pompa S. Ecc. Rev.ma Mons. Duarte Lepoldo e Silva, Arcivescovo di S. Paolo; e tenne il pergamo il Vescovo di Campinas. Circondavano l'Arcivescovo celebrante i membri più ragguardevoli del Capitolo Metropolitano, e, in posto d'onore, assisteva ai sacri riti l'Ecc.mo sig. Presidente dello Stato.
Ogni giorno fu pure contrassegnato da esteriori festeggiamenti. Il 1° giorno vi fu un grandioso trattenimento musicale; il 2° ebbe luogo un Convegno degli Ex-alunni dell'Istituto, al quale presero parte i rappresentanti di varie case salesiane del Brasile, dell'Uruguay e dell'Argentina; e il 3° una splendida rappresentazione drammatica. Gli Eccellentissimi Vescovi intervennero anche a questi festeggiamenti ; l'ultima sera il salone rigurgitava di nobili famiglie e di altri dignitari, tra cui vari Ecc.mi Ministri, Giudici, Avvocati, e i rev.mi Monsignori Nascimento Castro e Dott. Benedetto de Souza.
Mons. De Souza la stessa sera aveva detto nel Santuario il discorso di chiusura, cui tenne dietro il canto dell'inno del ringraziamento coli l'Eucaristica Benedizione.
Per la circostanza venne pubblicato un bel Numero Unico; e la «Santa Cruz » (l'elegante rivista mensile che da 11 anni si pubblica dai Salesiani di S. Paolo) nel settembre u. s. usciva con un Numero straordinario « commemorante l'anno XXV° dalla fondazione delle Opere Salesiane in S. Paolo »: un grosso fascicolo di 164 pagine, ricco di cenni storici e di illustrazioni, che resterà il più bel documento dei primi cinque lustri di quella importante fondazione.
BUENOS AYRES. -- Anche il Tempio parrocchiale di S. Giovanni Evangelista alla Boca ha compiuto quest'anno il XXV° anniversario della sua fondazione. Le sacre funzioni del triduo solenne furono celebrate dal rev.mo Ispettore D. Giuseppe Vespignani, dal rev.mo Mons. dott. Luigi Duprat, Vicario Generale, e da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giacomo Costamagna, Vescovo tit. di Colonia, il quale tenne conferenze ogni sera. La Domenica seguente, 6 agosto, disse la messa della Comunione Generale l'Ecc.mo Arcivescovo Mons. Mariano Antonio Espinosa; e pontificò alla messa solenne Mons. Costamagna, durante la quale fece il discorso di circostanza il rev.mo Mons. Agostino Piaggio, Deputato Provinciale. Alla sera poi, dopo i vespri e la conferenza ai Cooperatori Salesiani detta dal rev.mo D. Vespignani, impartiva la Benedizione Eucaristica S. F,. Rev.ma l'Internunzio Apostolico Mons. Locatelli.
Il lunedì, alle dieci, con assistenza del rev.mo Mons. Milziade Echague, si fece un funerale solenne in suffragio del parroco D. Stefano Bourlot e di tutti gli altri defunti appartenenti al Comitato promotore dell'erezione della chiesa, nonchè dei defunti delle famiglie che cooperavano alla costruzione.
A ricordo dell'anno giubilare l'attuale Parroco Don Valentino Borsetti, fiducioso nella corrispondenza dei suoi 8o.ooo parrocchiani, ha intrapreso l'artistica decorazione del tempio.
- Due mila e quattrocento alunni interni dei Collegi Salesiani della Capitale anche quest'anno pellegrinavano al Santuario di N. S. di Lujan, accostandovisi in gran numero alla S. Comunione. « Di tutti i pellegrinaggi - scrive la Perla del Plata -- che affluiscono a questo Santuario, non ve n'è nessuno che dimostri maggior ordine, pietà e divozione ».
- Il 29 ottobre u. s. gli stessi alunni, insieme con quelli dei Collegi di Bernal e di La Plata, davano « un gran torneo ginnastico in omaggio all'Ecc.mo Potere Esecutivo della Repubblica Argentina ed ai Cooperatori Salesiani, nella Società Sportiva Argentina in Palermo ».
Sappiamo che aderirono al trattenimento le più spiccate personalità della nazione. Ci mancano altri particolari.
SANTIAGO (Chilì). - Collegio Patrocinio S. Giuseppe - Il 15 settembre i 250 giovani di quell'Istituto si presentavano dinanzi un pubblico elettissimo per un saggio ginnastico. Assisteva e presiedeva fra i numerosi invitati il Generale Bari, accompagnato dall'Ispettore D. Nai. In bella uniforme, dai colori nazionali, essi diedero ottima prova di sè, in svariatissimi esercizi di squadra, a corpo libero, e a tiro a bersaglio.
Fu questo il primo numero di un vasto programma di festeggiamenti, durante i quali si recarono a visitare la città di Valparaiso, prendendo alloggio in quel collego salesiano e visitando gli ameni dintorni della Città. Grande fu l'entusiasmo destato da questa gita. Nel ritorno alla stazione di Llay-Llay, il Collegio fu ossequiato dal Corpo dei Pompieri accompagnato dalla musica; fu un vero ricevimento che crebbe, d'importanza quando soppraggiunse una deputazione della cittadina di Panquehee con a capo la propria banda musicale e il rev. Parroco. L'escursione durò cinque giorni.
Gli ottimi giornali di Santiago « El ferrocarril» e « La Unión » ne parlarono con entusiasmo, specialmente il primo, che rilevò come il Collegio salesiano abbia prevenuto lo stesso Governo nel dare importanza e sviluppo all'educazione fisica.
Cav. D. Giuseppe Arnaldi.
Sofferente da parecchi mesi, si era recato alla Piccola Casa della Divina Provvidenza in'lorino per una più assidua cura della sua malattia. Parve che ne avesse giovamento, tanto che se ne potè ritornare a Farigliano, sua patria, assai migliorato. Ma il miglioramento fu passeggero; chè il male non tardò a manifestarsi violento, e, malgrado le cure più affettuose lo trasse alla tomba il 21 ottobre u. s.
Colla morte di D. Arnaldi è scomparso uno dei più affezionati ex-allievi di D. Bosco, che da molti anni non mancava mai di participare all'annuale convegno in Valdocco, che egli soleva rallegrare con belle poesie in dialetto piemontese.
Maestro e Direttore didattico, compì nella scuola e fuori di essa un gran bene! Vale, o carissimo amico, vivi felice con D. Bosco in cielo!
Berta Stagni, nata Ofenheimer.
Questa nostra insigne benefattrice moriva in Alessandria d'Egitto nel giugno u. s. in età di anni 46. Il lutto dell'illustre famiglia fu lutto della cittadinanza intera e specialmente della Colonia Italiana, che aveva ammirato nella defunta le più elette virtù. Anche gli alunni dell'Istituto nostro intervenendo ai suoi funerali le resero doveroso tributo di gratitudine pei tanti benefizi ricevuti da Lei e dalla sua famiglia.
Vogliano affettuosamente suffragarla anche i nostri lettori.
Maestra Margherita Fogli.
Volò al cielo da Comacchio, ove era noto a tutti il suo zelo per l'Oratorio festivo. Quante premure non ebbe, a quante fatiche non si sobbarcò per poterlo continuamente aiutare. Era la buona Mamma di quei cari giovanetti Che il Signore le affretti il centuplo della sua carità e il premio della sua vita esemplare !
Articoli e documenti.
Diffondiamo la buona stampa, pag. i.
Lettera del rev.mo D. Paolo Albera (1° gennaio 1911), 2.
L'Istituto delle Figlie di Maria Aus. nel 1910, 9. Dopo la III Esposizione delle Scuole Professionali e Colonie Agricole Salesiane, 12.
I danni arrecati dalla cattiva stampa, 34. Il sopranaturale nell'Opera di D. Bosco, 65. Nel 19 marzo (auguri al Santo Padre), 67. Ai divoti di Maria Ausiliatrice, 97. La Vita di D. Bosco, 33, 99.
L'Opera di D. Bosco giudicata da un illustre patrizio torinese (il conte Cesare Balbo), 100.
Il titolo di Maria « Aiuto dei Cristiani » nella mente di D. Bosco, 129.
Per l'insegnamento del Catechismo: Consigli e norme ai catechisti, 132, 163.
Il regno del Cuor di Gesù, 161.
Il Salesiano D. Andrea Beltraini : - I) Cenni biografici - II) Virtù caratteristiche - III) Gli scritti - IV) La morte, 166.
Il 24 giugno a Valdocco, 194.
Il Giubileo Episcopale del Card. Richelmy, 196. Lo stemma salesiano « Da mihi animas... », 236. Il Santuario di Maria Ausiliatrice di Torino, dichiarato « Basilica Pontificia », 257. - Il documento (testo e traduzione), 259.
Della fiducia nei mezzi sopranaturali, 321.
Il Primo Convegno delle Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 279, 326. I nostri auguri, 353,
Il S. Padre e gli Emigranti Italiani, 355
Nuove postille al Decreto della S. Congregazione dei Riti per l'introduzione della Causa di D. Bosco.
La Pia Società Salesiana: IV) Lo sviluppo, 37. L'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice: I) L'origine - II) L'espansione - III) Le fondazioni -Autografo del S. Padre, 68.
Sulla tomba di D. Rua.
6 aprile 191o. - Dati biografici - La voce dei Cooperatori - La sua fede - Altri ricordi - Documenti - (Una preghiera), 104.
Solenni suffragi - La voce della stampa - Altri omaggi - Uno splendido elogio pronunziato alla Corte d'Appello di Torino -Per la tomba, 135.
Spigolature (da libri, giornali e riviste).
L'Opera di D. Bosco in genere e la sua azione per la gioventù germanica - Ai giovani delle nostre Scuole professionali - Il Successore di D. Rua - Alla memoria di D. Rua, 75.
Don Bosco nella lettera di una gran dama fattasi Suora di Carità - Il 2 ° Successore di D. Bosco a Milano - D. Paolo Albera, 14o.
Don Bosco educatore, 366.
II Sig, D. Albera.
Il sig. D. Albera a Milano e a Genova, 185.
Ad Este - A Trieste - A Mogliano Veneto -
A Schio, 198.
A Barcellona, 231. Nell'Impero Austriaco, 359.
Il I. Congresso Internazionale degli Ex-Allievi degli Istituti Salesiani.
La prima circolare del Comitato organizzatore, 15 i.
Il nostro annunzio, 193 - La nostra parola, 225 - Il nostro saluto, 261.
L'appello del Comitato promotore - L'approvazione del sig. D. Albera - Il Comitato d'Onore - Programma e Regolamento, ecc., 227.
L'inno « D. Bosco >, 262.
La nostra relazione
Il 1 ° Congresso Internazionale degli Ex-Allievi degli Istituti Salesiani, 289.
Commovente plebiscito di affetti: Le adesioni, 291.
Il primo giorno: L'inaugurazione - Il saluto del Presidente del Comitato Esecutivo - Il saluto di D. Albera - L'inizio dei lavori - La relazione sul i ° Tema - Mons. Morganti chiude la prima Adunanza, 294.
Il secondo giorno: Due adunanze piene di alacrità, e di entusiasmo - L'omaggio ai Delegati e Rappresentanti esteri - La visita del Card. Richelmy - Il ricevimento del Municipio, 300.
Il terzo giorno: Gli ultimi lavori - Pel centenario della nascita di D. Bosco e della festa di Maria Ausiliatrice - Il discorso del Cav. Poesio -- Il ringraziamento di D. Albera - L'agape fraterna - Tutti a Valsalice, 311.
La voce della stampa, 319.
Unioni ex=allievi,
Regolamenti : Associazione Antichi Allievi Salesiani di Lombardia, 1o.
Nuove Chiese.
Quattro nuove chiese, 203.
Due nuove chiese a Puntarenas, 231.
La 1a pietra di un muovo Santuario al S. Cuore, 2.31. L'inaugurazione della Cripta del Tibi Dabo, 233. Il tempio del S. Cuore di Gesù a Napoli, 234, 265.
Il fit. Congresso degli Oratori festivi e delle Scuole di religione.
L'annunzio, 134 -L'esito, 183. - I) Le adunanze plenarie, 205. - II) I lavori delle Sezioni (Voti e deliberati), 238. - A ricordo del Congresso, 330.
Lettere di famiglia.
Dalla Calabria: La generosità del S. Padre, 78. Dal Sud-Africa: Il nuovo Istituto Salesiano di Cape Town, 267.
Altre notizie,
La morte di due infaticabili missionari (D. Stefano Bourlot e D. Evasio Garrone) - Il buon cuore degli Italiani - Una festa in pieno oceano, 48.
La spedizione di 5o nuovi Missionari - Una nuova Missione in Cina - Un'altra importantissima Missione al Congo, 324.
Dalle Missioni.
Brasile-Matto Grosso: La tribù dei Bororos: Studi del Sac. A. Malan : VI, 15 - Un censimento della tribù dei Bororos (D. G. Balzola), 114 - Un incontro provvidenziale e gli ultimi istanti di un vecchio missionario. 114.
Chili: « El amigo de la umilia », 369.
Chubut (Rep. Argentina): Una fruttuosa missione, 174, - id. 369.
Cina: Un pellegrinaggio a Sanciano (D. G. Fergnani), 18 - Una visita a Canton (D. G. Fergnani), I-II), 52 - id.: III,IV, 8o - I Salesiani di Macao, 83 - La festa delle pignatte (D. G. Fergnani), 115 - In un bazar di beneficenza: id. I) 172 - 11-111) 209 - IV-VIII, 335.
Mozambico: Dalla residenza di Mochelia (D. M. Recalcati), 55 - Il battesimo di un moretto, 241.
Repubblica Argentina: Da Chos-Malal, 273. - Sedici mesi in missione (D. A. Pestarino), 367.
Terre Magellaniche: Folk-lore fueghino: Indi Onas (Dott. A. Cojazzi) : Religione in generale; miti e superstizioni, 141. - id. Famiglia e società, 241, 269, 332.
In fascio: Viedma, 20, 83.
Il Culto di Maria SS. ausiliatrice.
Le feste titolari nel Santuario di Valdocco, 146, 176. Echi della festa titolare, 213, 245.
Nuove chiese e cappelle : New-York, 146, 342 -
S. Salvador, Giussano-Brianza, 342.
Feste e date memorande : Borgo Masino, Corurnbà,
Morelia, Caracas, 117.
Grazie di Maria Ausiliatrice e graziati : 21, 56, 85, 117, 147, 179, 214, 246, 274, 342. 371
Norme per aggregazioni all'Arciconfraternita, 3 71. Note e Corrispondenze.
Omaggio dei Cooperatori di Sicilia, 25. Ai cultori di scienze sociali, 47.
Il nuovo Economo Generale, 59.
In onore di S. Francesco di Sales, 10, 59, 88, 122. Nozze d'Oro del Sen. Barone A. Manno, 150.
Nuovi Vescovi: un altro alunno dell'Oratorio elevato alla dignità episcopale, 150. 375
Per la « Causa » di D. Andrea Beltrami, 150.
Il nuovo Direttore Generale delle Scuole Professionali salesiane, 183.
Il IV Congresso della F.U.C.I., 183.
Per la « Causa » di Suor Maria Mazzarello, 203. Per una data giubilare, 208.
Gite scolastiche, 218.
Per la « Causa » di Domenico Savio, 249.
Il trasporto delle Reliquie di S. Francesco di Sales, 278.
Nuovi direttori diocesani, 323.
A Valsalice, 371.
Tra i figli del popolo.
Trieste, Savona, Alassio, Ferrara, Sliema-Malta, Rosario, 26.
Perosa Arg., Roma, Torino, Trieste, Mm.ga, 59. Caluso, Chioggia, Ferrara, Schio, Savona, Firenze,
Genzano di Roma, Valparaiso, 90
Torino, Spezia, Casalmonferrato, Sliema, 123. Trieste, Trino Vercellese, Birchircara, Caltagirone, Roma, Sansevero, Ferrara, Chioggia, 155. Alessandria d'Egitto, Casalmort,rrato, Napoli,
Gioia dei Marsi, Torino-Valdocco, Rosario, 186. Chieri, Pisa, Spezia, Rosario, 219.
Foglizzo Canavese, Genzano di Roma, Roma, Ancona, Catania, 249
Roma, Bologna, Faenza, Borgia, Modica, Birchircara, 278.
Torino-Valdocco, Novara, Treviglio, Sliema,Malta,
Taormina, Trieste, Genzano, 371.
Tra gli Emigrati.
Lorena, New-York, 153 - Una missior e agli Italiani in New-York, 186.
Gli Ex-allievi.
Torino, 28 - Tournay, 152 - Bologna, 185 - Spezia, 185 - Alessandria d'Egitto, 185 - Buenos Ayres, 185 - Verona, 220 - Dalla Spagna, 220 - Dall'Uruguay, 220 - Milano, 281 - Novara, 281 - Faenza, 281, 345 - Macerata, 281 - Valparaiso, 281 - S. Benigno Canavese, 345 - Maroggia, 345.
Notizie varie.
A Valdocco
La Festa dell'Immacolata, 25 - La partenza da Mons. Costamagna, 25 - Mons. Khayath, 25 - Sacra Missione nel Santuario, 150 - Due funzioni straordinarie, 305 - Ospiti illustri, 150, 277, 345.
Italia
Ali Marina, 282 -- Bagnacavallo, 28 - Bologna, 221 - Cavaglià, 37,8 - Chieri, 91 - Dolianova, 29 - Este, 188, 253, 282 - Ferrara, 222 - Firenze, 61 - Gualdo Tadino, 155 - Intra, 379 --Ivrea, 29 - Livorno, 91 - Macerata, 282 - Milano, 29, 61, 123, 156, 252, 283. 347 - Mirabello Monf., 380 - Mogliano Veneto, 61 - Napoli, 61, 283 - Nizza Monf., 157 -Novara, 30, 346 - Parma, 30, 124, 188 - Roma, 30, 92, 222, 346, -Schio, 284 - Spezia, 157 - Torrion di Bordighera, 157, - Treviglio, 124 - Varazze, 284 - Verona, 124.
Estero
Agua de Dios, 125 - Alessandria d'Egitto, 285 - Alicante, 158 - Barcellona, 62, 380 - Betlemme, 349 - Bogotà, 223 - Bruxelles, 124 -- Buenos Aires, 31, 92, 381 -Callao, 223-- Cordoba, 62Gerusalemme, 92 - Giaffa, 252 - Gorizia, 348 Guayaquil, 252 - Hawthorne, 285 - La Paz, 223 - Liegi, 158 - Lubiana, 158 - Maroggia, 285 - Montevideo, 124, 190 - New-York, 286 - Oswiecim, 30 - Panamà, 31, 158 - Przemysl, 30 - Puntarenas, 94, 286 - Quito, 190, 286 - Rosario, 93 -Salta, 124 - S. Paolo, 380 - S. Tecla, 62 - Santiago, 94, 381 - Scutari, 223 - Sliema-Malta, 189 - Sucre, 94 - Valparaiso, 31, 94 - Vienna, 30 - Vigo-Pontevedra, 158.
Necrologio e Cooperatori defunti.
Pag. 31, 62, 94, 125, 158, 190, 254. 387, 349. 381.