PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XXXIX - N. 10 OTTOBRE 1915
SOMMARIO
Scopo fondamentale della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.
Pel nuovo anno scolastico.
Il Ven. Giovanni Bosco (Cav. A. Poesio).- Il VII Congresso Internazionale.
Echi delle Feste Centenarie: Commemorazione del Centenario della Festa di Maria Ausiliatrice in Torino -- Concorde omaggio della stampa alla memoria di Don Bosco - Il Presidente della Repubblica Argentina all'inaugurazione di un nuovo Collegio Salesiano. - L'Ex Presidente del Brasile e il battesimo di un neofito. - Le Camere del Senato e dei Deputati diColombia e le Feste Centenarie di Don Bosco.
Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti.
Un interessante giudizio sulle Missioni Salesiane (P. G. Grisar S. J.).
Riconoscenza al Ven. Don Bosco.
Giudizi su Don Bosco e l'Opera sua: L'organizzatore (Filippo Meda).
Il Culto di Maria Ausiliatrice: Echi della Festa Titolare. - Grazie e graziati.
Note e Corrispondenze: Commemorazioni di Don Bosco a Venezia, Cagliari, Verona. - La proposta di un ex-allievo. - Notizie varie.
ABBIAM detto chi sono, che fanno e come sono organizzati i Cooperatori Salesiani. Ora veniamo a proporre alcune norme o consigli per le loro varie categorie, alle quali vorremmo tracciare quasi una guida pratica di cooperazione.
Però prima d'entrar in questa materia è necessario premettere una dichiarazione
SULLO SCOPO FONDAMENTALE DEI COOPERATORI SALESIANI.
« È importante per ciascuno di noi - scrive Mons. Morganti nel suo Manuale dei cooperatori salesiani (1) - conoscere a fondo la Cooperazione Salesiana a cui ci sìamo impegnati. È molto inesatta e monca l'opinione di coloro, che la fanno consistere solo in opere giovevoli ad altri ». Infatti scrive Don Bosco nel regolamento: « Scopo fondamentale dei Cooperatori Salesiani si é di fare del bene a se stessi mercé un tenore di vita, per quanto si può, simile a quello che si tiene nella vita comune » . Essi « anche in mezzo alle loro ordinarie occupazioni, in seno alle proprie famiglie » debbono « vivere come se di fatto fossero in Congregazione ». Per questo la Pia Unione è considerata dai Sommi Pontefici « come un terz' Ordine degli antichi » con questa differenza « che in quelli si proponeva la perfezione cristiana nell'esercizio della pietà » mentre i Cooperatori Salesiani hanno per fine principale la vita attiva nell'esercizio della carità verso il prossimo e specialmente verso la gioventú pericolante (1) ».
Senonché questa vita attiva, diretta « in modo particolare a giovare al buon costume e alla civile società » non può sussistere senza l'esercizio della pietà, cioè senza una pratica esemplare della religione.
Iddio è ammirabile nei suoi santi. Alcuni giungono alla perfezione nell'apparente continuità delle estatiche dolcezze della vita contemplativa, altri nel frastuono assordante e nelle dure fatiche della vita attiva. Eppure ai primi non mancano difficoltà, lotte e disinganni; come non mancano ai secondi gioie e consolazioni di paradiso. Il paradiso è meta e premio comune; e come il suo pensiero è per tutti un invito e un conforto, cosi l'acquistarlo, o cari Cooperatori, a tutti costa fatica.
Quale delle due schiere dà maggior gloria a Dio, o quale è piú opportuna ai bisogni della Chiesa militante? Ispirate dalla vera carità, che abbraccia non solo l'amor di Dio ma anche l'amor del prossimo, ambedue corrono parallele verso il cielo: e mentre l'una, colla vita appartata dal mondo e spesa nella contemplazione, fa scorrere anche sul mondo torrenti di benefîzi al pari dell'altra: la seconda, colla vita logorata nelle fatiche per amor di Dio, dà a Dio egual onore che la prima. L'una e l'altra - checché ne dicano i mondani - si completano a vicenda e son degne di eguale ammirazione, benchè sieno nettamente distinte.
Il Ven. Don Bosco appartiene alla schiera delle grandi anime attive. La sua figura morale, cioé la nota personale della sua intelligenza, del suo cuore, di tutta quanta l'anima sua, è mirabilmente scolpita, senza incertezze e senza interruzioni, nell'intera sua vita. Pieno di riboccante amor di Dio, che gli traspariva incessantemente dalla persona, dalle parole e dai ogni atto, egli, per amor di Dio, amò eroicamente tutti gli uomini, preferendo i più bisognosi, i giovani.
« Giovanni Bosco - diceva il Card. Alimonda - è un divinizzatore del proprio secolo... » perché « la virtù animatrice di Don Bosco è la celeste carità.
» Egli invero a tutto si piega, a tutto si presta, ai lavori della scuola, alle ansie dell'educazione, ai rigori del tirocinio, ai ministeri del catechista, alle ricerche del provveditore, si acconcia a mutare servigi, a mutare case e luoghì; a tutto si accomoda, perché ama Dio ed il prossimo: Charitas omnia sufferi.
» Egli crede, né mai di credere si rimane: crede che la bontà di Dio sia più grande della malvagità dell'uomo, che la virtú debba sconfiggere il vizio, che Gesú abbia più caro un'anima bella che non tutto il conserto fisico dei cieli e dei mondi, che per non lasciare perire il credente egli si obblighi pure al prodigio: questo crede, perché ama Dio, sommo bene e Padre degli uomini : Charitas omnia credit.
» Egli spera tutto, perché si rifonde nella Provvidenza: spera di acquistare la santità e di formare dei santi ; spera che non sarà abbandonato, né lui né i proprii discepoli, da Colui che manda la rugiada mattutina ai campi e veste di piume gli uccelli dell'aria; spera e ne ha pronto compenso, che nessun fondatore di Ordine religioso vide mai vivendo, come vede egli, tanta dilatazione, tanta floritezza del proprio istituto. Sìcché gli è bello sperare, perché ha la speranza della carità: Charitas omnia sperat.
» E tutto egli sopporta: sopporta i digiuni, le vigilie, il rovescio deglì avvenimenti, la diserzione degli amici e le critiche dei nemici : sopporta fin le lodi che gli vengono e che gli dànno noia; sopporta il peso di una vita a settantadue anni che mai non posa dal fare il bene; sopporta tutto, perché ama Dio ed i suoi fratelli : Charitas omnia sustinet » (1).
Questo amor di Dio e dei suoi fratelli, questa eroica preoccupazione per gli altri, quest'altruismo sublime motivato dall'amor di Dio, piú che un sospiro, l'ideale o il programma, fu la vita di Don Bosco e dev'essere la vita dei suoi Cooperatori.
Ma per battere siffatta nobilissima via, non basta l'impeto o il proposito generoso di un istante, né un carattere naturalmente attivo ed esuberante di giovinezza; ci vuole profondo spirito di fede, e questo non può sussistere senza la pratica dei doveri cristiani.
Don Bosco chiamò la Pia Unione dei Cooperatori « un modo pratico per giovare al buon costume e alla civile società » ; ma nessuno può dare agli altri ciò che egli non ha.
Don Bosco non esitò a dire che « verrà un tempo in cui il nome di Cooperatore vorrà dire buon cristiano » e soggiunse: - « I Cooperatori saranno quelli che aiuteranno a promuovere lo spirito cattolico... Piú la Santa Sede sarà bersagliata, pizi dai Cooperatori sarà esaltata, pini la miscredenza in ogni lato va crescendo e piú i Cooperatori alzeranno luminosa la fiaccola della loro fede operativa (1) ». - Dunque i Cooperatori debbono aver fede e una fede viva, cìoé operativa, per la quale un'anima non solo è cara per sé stessa a Dio, ma è cara a Lui anche per quell'apostolato dì bene che compie all'infuori, intorno a sé. Nel concetto di Don Bosco - come s'è detto - i Cooperatori debbono essere altrettanti apostoli del bene.
Per questo devono necessariamente esser cristiani nel senso più integro della parola, e vivere esemplarmente la vita cristiana. Solo ponendo questa base, essi raggiungeranno lo scopo fondamentale della Pia Unione; e tanto maggiore sarà il bene che faranno a se stessi, quanto piú operosa, in virtú della fede che li anima, sarà la carità che eserciteranno verso gli altri.
(1) Milano, Scuola Tip. Salesiana 19o5, pag. 1-3. - La prima edizione è omai esaurita, e noi preghiamo caldamente l'Ecc.mo Autore a volercene allestire una seconda con tutte le migliorie che l'esperienza sua ,e il suo affetto all'Opera nostra gli sapranno suggerire.
(1) Vedi il Regolamento, ediz. cit. Torino, 1876. Par. III, pag. 6.
(1) Card. G. ALIMONDA: Giovanni Bosco e il suo secolo: Torino, Tip. Salesiana, 1888: pagg. 7 e 50-51.
(1) Ved. Bollettino Salesiano, agosto 1886.
Ai RR.mi Rettori ed Insegnanti delle scuole medie dei Seminari, agli egregi Presidi, Direttori e Professori di ogni altro Istituto, ai RR. Parroci e Sacerdoti, e a quanti altri possa interessare, annunziamo che la Libreria Editrice Internazionale della « Buona Stampa » ha già pubblicato il nuovo Elenco dei Libri di Testo per l'anno scolastico 1915-1916. La scelta dei libri di testo per le scuole è indubitatamente una delle cose che maggiormente preoccupano gli educatori in genere, i padri di famiglia in ispecie. Trovare un libro ben fatto, il quale risponda pienamente alle esigenze dei programmi e delle disposizioni governative, e nello stesso tempo nulla contegna che disdica sotto l'aspetto morale e religioso, sicché il giovane allievo possa adoperarlo senza pericolo alcuno, è cosa delicata e ad un tempo difficile e importante. Nell'intento di provvedere a questo bisogno universalmente sentito, il Io Congresso dei Cooperatori Salesiani, tenutosi a Bologna, fece voto che i Figli di Don Bosco dessero in tempo la maggior pubblicità possibile all'elenco dei Libri di testo, che unitamente al programma scolastico sogliono diramare ogni anno alle loro Scuole Liceali, Ginnasiali, Normali, Complementari ed Elementari. E il voto fu ascoltato.
Il 3° Congresso dei Cooperatori, tenutosi a Torino, tornò nuovamente sull'argomento.
In ossequio a questi voti, calorosamente espressi da Em.mi sigg. Cardinali e da Ecc.mi Vescovi e da altri illustri personaggi del Clero e del Laicato, noi, tenendo innanzi le norme sopra indicate, ogni anno abbiamo continuato a compilare un elenco di libri di testo, piú che abbondante, pubblicati da noi e da altri per le Scuole Liceali, Ginnasiali, Normali, Complementari ed Elementari. E quando la Libreria Internazionale della « Buona Stampa » si fece rilevataria della Libreria Salesiana di Torino, non mancammo di assicurarci che la nostra santa iniziativa avesse a continuare inalterata: e noi siamo ben lieti di dichiarare che essa continua realmente ed è perciò, sotto ogni aspetto, degna di ogni fiducia.
Infatti: « dove sono in Italia i buoni libri di testo? r> si domandava la Civiltà Cattolica. E la stessa autorevole Rivista rispondeva: « Ben è vero che tra noi non ce n'è quell'abbondanza che hanno avuto cura di comporre per tempo i cattolici in Francia, ma ce n'è a sufficienza e può vederlo ciascuno da sé nei catalogi di libri scolastici, messi a disposizione di tutti gli istituti cattolici dalla Libreria Editrice Internazionale della « S.A.I.D. Buona Stampa » di Torino, rilevataria delle edizioni salesiane. Ivi sono enumerati i migliori e piú sicuri libri di testo, non solo di propria edizione, ma anche di tutte le altre case editrici italiane, quali quelle di Paravia, Vallardi ed altre. Favoriamola questa buona stampa!... »
« Favoriamola! » ripetiamo anche noi, e chi, interessato, non avesse l'annunziato elenco dei libri di testo, lo chieda alla Libreria Internazionale della S.A.I.D. Buona Stampa di Torino, o alle sue filiali di Parma e di Catania e l'avrà gratuitamente. Abbiano tutti la bontà di esaminarlo e di sceglierne quei libri che loro paresse interessare, scrivendo per le relative commissioni di acquisto alle Librerie suddette che si pongono a loro disposizione, e dalle quali potranno avere ogni possibile facilitazione.
NB. - Il nuovo Elenco propone anche molti ottimi testi per i Corsi Teologici o di Scienze Sacre.
DISCORSO DEL CAV. ARTURO POESIO (1)
Contemplando il gigantesco edificio innalzato dal Ven. Don Bosco a gloria di Dio ed a salvezza della società, l'ammirazione si rivolge del pari e all'opera e alle virtú che essa presuppone nel suo artefice.
Quanto lavoro, quante fatiche! quanta tenacia di propositi, quanta mole di sacrifici esso deve essere costato.
Nessuno piú di Don Bosco ha diritto di essere annoverato fra gli eroi del lavoro, del sacrificio e della perseveranza.
Col lavoro, col sacrificio e colla perseveranza guidati dallo zelo piú fervido, egli, superando gli ostacoli della sua povera condizione e dei contrasti domestici, riuscí a rendersi adatto al compito che la Provvidenza gli assegnava.
Col lavoro, col sacrificio e colla perseveranza congiunti colla previdenza e collo studio, vincendo la indifferenza dei piú e la guerra dei tristi, poté fondare, sviluppare, consolidare e diffondere l'opera sua.
Col lavoro, col sacrificio e colla perseveranza sposati col tatto piú fino e colla piú consumata prudenza, superando difficoltà senza numero, egli giunse a perpetuare le sue istituzioni, ottenendo l'approvazione della costituzione della Pia Società Salesiana.
Sereno in mezzo alle lotte, non si piegò giammai né allo sconforto né al peso delle fatiche e moltiplicò la sua abnegazione col crescere dell'opera sua.
La mente non riesce a comprendere come un uomo abbia potuto reggere a tanta mole di lavoro e di cure...
Eppure, egli, mentre passava al confessionale ore ed ore in ogni giornata, mentre attendeva alla direzione delle sue case, mentre visitava i benefattori per stimolarne la generosità, mentre si adoperava con mille industrie per procurarsi i mezzi di far fronte ai bisogni delle sue opere e sopraintendeva alla costruzione degli edifici che sorgevano; mentre per varie necessità era costretto a frequenti e faticosi viaggi; mentre nei tardi anni consumava ore ed ore per accogliere e consigliare e confortare le numerose persone di ogni ceto che si rivolgevano a lui per consiglio e per aiuto... trovava tempo ancora di scrivere per le stampe; e sono piú di cento le sue pubblicazioni di vario argomento : polemiche, ascetiche, letterarie, amene e storiche, alcune anche di non piccola mole e di grande importanza, e le sue lettere si contano a migliaia e a migliaia ogni anno.
Tanto lavoro sorprende, anche se si tiene presente che egli, pur nei suoi ultimi anni, non dormiva mai piú di 6 ore per notte e vegliava due intere notti per ogni settimana.
Piú volte ammalò per fatica; ma guarito, riprendeva le sue abitudini.
Nel 1884 il celebre Dott. Combal, di Parigi, chiamato da Don Albera - ora degno successore di Don Bosco, ed allora Ispettore delle Case di Francia - per visitar l'amatissimo nostro Padre gravemente ammalato, dopo di averlo esaminato, concluse dicendogli: - Lei ha consumato la vita nel troppo lavoro; la medicina che ci vuole per lei è il riposo assoluto.
- Ed è l'unico rimedio a cui non posso assoggettarmi, rispose sorridendo Don Bosco...
E continuò a lavorare finché tutte le forze furono consunte.
Tanto piú riesce meravigliosa la sua forza di lavoro, la sua resistenza ai sacrifici piú duri, quando si rifletta, che egli la congiungeva colla pratica costante della frugalità, con la mortificazione piú austera e rigorosa, tantoché egli era giunto a tal perfezione in questa virtú da far ritenere che fossero in lui soppressi la sensibilità e lo stimolo del gusto.
E a compendio dei suoi esempi, lasciava per ricordo e per massima ai suoi salesiani questo motto : « Lavoro e temperanza ».
* * *
Tanto eroismo di virtú naturali conduce il pensiero alle piú alte virtú soprannaturali donde le prime traggono origine ed alimento.
Chiunque consideri la figura di Don Bosco, si sente irresistibilmente trascinato in alto, verso le supreme regioni della fede.
Dall'alto vennero a lui l'inspirazione, la guida, la forza ed all'alto egli colle sue opere richiama le anime.
Egli visse di fede ed ogni suo atto, ogni sua parola trova nella fede soltanto la sua origine e la sua spiegazione. L'opera sua ne è cosí intimamente e sostanzialmente penetrata che riesce impossibile, anche volendo, concepirla, neppure parzialmente da essa separata.
Pertanto chiunque ammiri Don Bosco e plauda l'opera sua, volontariamente od inconsapevolmente, è condotto a rendere omaggio alla salutare dottrina di N. S. Gesù Cristo, alla benefica azione, della Chiesa cattolica, di cui la vita e l'opera di Don Bosco rimangono, nel secolo XIX, una manifestazione ed una prova fra le piú belle e grandiose.
La misura della fede di Don Bosco è rivelata dalla sua carità. Chi ebbe la sorte privilegiata di vivere accanto a lui può dire di aver assistito alla luce di un'anima accesa dal fuoco dell'amor di Dio.
In Dio convergevano gli affetti di lui, e la sua unione con Dio fu abituale anche in mezzo alle occupazioni materiali piú disparate.
Le sue parole lasciavano trasparire ad ogni istante l'intimo fuoco che lo divorava; e nella sua predicazione, nella sua conversazione, nei suoi scritti la carità di Cristo, espressa in varie forme appropriate al momento e alla persona, brilla e fiammeggia incessantemente..
Ma piú che nelle parole e negli scritti, la carità di Cristo, che consumava il cuor di Don Bosco, si manifestò nelle opere.
Fu la carità di Cristo che, prendendo forma di devozione e di amore verso Colui che in terra è di Gesti Cristo il rappresentante ed il Vicario, fece del Ven. Servo di Dio uno dei piú strenui ed invitti difensori del Pontefice Romano.
Burrascosi furono i tempi in cui Don Bosco visse; ma né gli sconvolgimenti politici, né le bufere dei moti popolari, né le insidie settarie, né le lusinghe, le minaccie e le persecuzioni, valsero a far vacillare, neppure per un istante, la sua fedeltà verso il Papa, ch'egli seppe congiungere, in un armonico pensiero di giustizia e di ordine, col piú illuminato amore verso la Patria e coll'ossequio verso tutte le autorità costituite.
E fu prova e premio insieme di questi suoi pregi, l'affidatogli incarico di delicatissime trattative per la nomina dei Vescovi di numerosi diocesi vacanti ; trattative che ogni italiano deve ricordare con riconoscenza perchè furono di vantaggio insieme alla Chiesa ed alla patria e riuscirono di consolazione al cuore del Pontefice e di utilità spirituale ai governanti ed al popolo d'Italia.
La carità di Cristo, di cui arse Don Bosco, come da venti secoli si va verificando in tutte le anime piú elette della Chiesa cattolica, si è però sopratutto palesata nella forma di amore del prossimo.
Il motto da lui prescelto per la Pia Società Salesiana « Da mihi animas, caetera tolle » è tutto un programma che rivela la ardente sete della salvezza eterna del prossimo, la quale costituisce in ultima analisi il fine supremo di tutta l'opera sua.
Nessuna pubblica calamità, o privata sventura, lasciò il suo cuore freddo e muto; basta richiamare al pensiero lo slancio di generosità di cui dié prova nel colera di Torino del 1854 ed in quel di Ancona del 1865; basta ricordare i soccorsi morali e materiali prodigati alle innumerevoli persone di ogni ceto che, specialmente negli ultimi anni di sua vita, affollavano quotidianamente la sua anticamera.
Ma la forma speciale, il carattere particolare, la nota prevalente della sua carità fu la predilezione per la gioventù. Ed invero era questa la forma di carità più necessaria ai tempi nostri. Due piaghe affliggono specialmente la società nostra: il disagio, il pervertimento e la ribellione delle classi lavoratrici e la progrediente dissoluzione della famiglia, che si presentano sopratutto dolorose ed esiziali per le loro conseguenze in danno della gioventù. I,a carità di D. Bosco si rivolse appunto alla cura di queste piaghe; poichè da un lato egli attese colle sue istituzioni a supplire alla deficiente efficacia della educazione famigliare, ed a sostituirla occorrendo ; e dall'altro lato, coll'ordinamento delle istituzioni medesime, si adoperò a preparare alla società nuove generazioni di operai moralmente, intellettualmente, e professionalmente adatte ai tempi nuovi, antesignane delle schiere dei lavoratori dell'avvenire, consci dei loro diritti, al pari che dei loro doveri, marcianti verso la loro elevazione sotto il candido vesillo della Chiesa di Cristo.
Per quest'opera era necessaria sopratutto un grande fuoco di amore, e D. Bosco circondò le anime dei fanciulli di un amore veramente sovrumano, e di una bontà e tenerezza ineffabili.
I pedagogisti di tutto il mondo hanno esaltato il metodo educativo che Don Bosco con tanto successo, creò ed applicò nei suoi Istituti. Ebbene il suo metodo, che egli chiamò preventivo, è essenzialmente il metodo della bontà e dell'amore. E il metodo della madre che segue il bambino, incerto nei primi suoi passi, coll'occhio dell'affetto, e non lo minaccia, non aspetta ch'ei sia caduto per punirlo; ma lo accompagna colle braccia aperte con tenera ansia e lo guida e lo ammaestra ad evitar gli ostacoli, lo sorregge se vacilla, se cade lo rialza con premura, sostenendone la debolezza cogli incoraggiamenti e col conforto amorevole.
Il benessere ed il progresso dei suoi figli fu la cura piú assidua del cuore di Don Bosco e all'uopo nessun sacrificio gli parve grave. Per evitare ad essi una privazione non risparmiò a se stesso umiliazioni, fatiche e sofferenze senza numero; e consunse nel procurare il loro vantaggio la sua stessa salute e tutte le sue forze. Le prove infinite della sua sollecitudine e del suo affetto per i suoi figli, che la storia salesiana ha registrate con aurei caratteri indelebili, sono tali e tante che parranno ai posteri incomparabili meraviglie.
E veramente, o Signori, non soltanto per questo titolo il Venerabile Fondatore dei Salesiani, è stato, nella sua vita, l'uomo delle meraviglie.
Tutta la sua storia è una catena di vicende in cui il meraviglioso ed il soprannaturale hanno una parte non certamente secondaria.
Bene spesso sul suo sentiero si vedono segnate, accanto alle sue, altre orme che non sono di piede umano.
Dio, affidando al povera contadinello dei Becchi la missione di farsi pastore di innumeri greggi di giovanetti, non gli prometteva potenza e tesori, ma gli assicurava invece un piú valido presidio, associandovi la sua Benedetta Madre, Maria SS. Ausiliatrice. E Maria Ausiliatrice da quel giorno stette al suo fianco, e fu sua guida, consigliera, consolatrice e difesa.
Chi potrà penetrare e rivelare tutti i misteri, tutti gli incanti, tutte le grandezze di una cosí privilegiata collaborazione, di una cosí santa e sublime corrispondenza tra il cuore pietoso della Madre di Dio e il cuore volenteroso e devoto del suo Servo prediletto?
Maria Ausiliatrice si assume la protezione della vita di Don Bosco e Don Bosco dedica tutta la sua vita al servizio di Maria Ausiliatrice.
Maria Ausiliatrice allieta Don Bosco colla sua celestiale visione e Don Bosco raccoglie nel suo cuore l'immagine di Lei e la riproduce nella sua gloria, nel santuario di Torino, ergendole un perenne trono di amore alla venerazione e diffondendola alla venerazione dell'universo orbe cattolico.
Maria Ausiliatrice largisce a Don Bosco doni e favori soprannaturali, e Don Bosco se ne serve e li profonde a gloria di Maria.
Maria Ausiliatrice raduna intorno a Don Bosco turbe innumeri di fanciulli, e Don Bosco li guida ai piedi di Maria Ausiliatrice.
Maria Ausiliatrice colla sua protezione onnipotente crea per mezzo di Don Bosco l'immensa Opera Salesiana, e Don Bosco, per mezzo dell'Opera Salesiana prepara nel mondo il trionfo di Maria Ausiliatrice.
Nella ricorrenza, provvidenzialmente concomitante, del Centenario della istituzione della festa di Maria Aiuto dei Cristiani e della nascita del Ven. Don Bosco, il popolo cattolico constata che il nome di Maria Ausiliatrice e quello del Suo Apostolo di Valdocco si trovano congiunti in un vincolo inseparabile di gloria. Oggi non è possibile in nessun angolo della terra invocare Maria Ausiliatrice senza che il pensiero ricorra a Don Bosco al quale specialmente è dovuta la diffusione della devozione di Maria Ausiliatrice, tantoché essa vien appunto chiamata la Madonna di Don Bosco; e non è possibile esaltare Don Bosco e l'Opera sua, senza celebrare le glorie di Maria Ausiliatrice, che per mezzo di lui quest'opera appunto manifestò nei nostri tempi la sua potenza e la sua bontà,.
La vita di D. Bosco diventa sotto tale aspetto una serie di armonie tra il Cielo e la terra, è un poema in cui l'elemento divino e l'umano s'intrecciano e si confondono ; una di quelle epopee di cui possono dare al mondo il grandioso spettacolo soltanto gli eroi della santità, quando, nella lotta per il bene, essi ci appaiono rivestiti della stessa forza di Dio, sfolgorante nei prodigi.
E tale ci appare Don Bosco.
La sua storia è storia di prodigi.
Egli stesso lasciò scritto che gli avvenimenti futuri erano a lui svelati palesemente e che la Vergine, conducendolo quasi per mano, gli aveva visibilmente indicato il suo cammino, intervenendo personalmente per salvarlo dai pericoli, per guidare i suoi passi alla mèta.
Si videro segnati alla giustizia di Dio i nemici di lui, e piovvero i piú grandi favori su coloro che lo beneficarono.
Le sue pupille ebbero il dono di veder attraverso alle anime come attraverso al terso cristallo, e nel suo braccio parve trasfusa la potenza divina.
Si videro moltiplicarsi nelle mani di Don Bosco le particole per la Comunione dei suoi figli e il pane per il loro nutrimento: egli alzava la destra a benedire e colla sua benedizione scendevano le grazie più strepitose... e i ciechi vedevano, i sordi udivano, i morbi più ostinati si dileguavano e talvolta per il suo intervento i corpi irrigiditi dall'estremo gelo ricuperavano la vita e il moto.
Tali prodigi innumerevoli che Maria SS.ma compiva per mezzo del suo Servo, pubblicamente ripetuti in molte città, furono nelle mani celesti della Vergine non soltanto il mezzo per favorire e sostenere le opere salesiane, per risolvere le difficoltà umanamente insuperabili che si paravano innanzi al cammino del suo zelante apostolo, ma furono altresí i segni coi quali volle dimostrargli il suo celeste gradimento, la sua predilezione, e preparargli la glorificazione davanti al popolo cristiano.
L'umiltà eroica del Ven. Servo di Dio, che apparve sempre piú mirabile, non valse a sottrarlo ancor vivente alla glorificazione.
La sua fama si era estesa per tutta la terra. Pontefici, Vescovi, Principi e Personaggi illustri di ogni nazione lo venerarono e l'onorarono, come uomo straordinario, chiamandolo il tesoro d'Italia, il genio provvidenziale dei suoi tempi, il Santo, il taumaturgo di Valdocco.
Davanti a lui furono visti prostrarsi Cardinali e Vescovi e folle immense di popolo per implorarne la benedizione. Il suo passaggio nelle città era un avvenimento che richiamava intorno a lui le moltitudini plaudenti; ed i suoi ultimi viaggi a Roma, a Parigi, a Marsiglia ed a Barcellona ebbero aspetto ed importanza di autentici trionfi.
Ma più che tutti gli onori ed il pubblico plauso fu grande, intorno a Don Bosco, l'amore dei suoi figli...
Io non dimenticherò mai lo spettacolo a cui assistetti la prima volta il gìorno della mia ammissione nell'Oratorio, nel novembre 1885.
Era l'ora della ricreazione ed altissimo era il clamore che si elevava dal cortile, in cui 50o giovanetti studenti si divertivano rincorrendosi lietamente, nella foga animata del gioco. Ad un tratto, come per incanto, i giochi s'interrompono, e tutti quei fanciulli, spontaneamente, obbedendo ad un concorde sentimento, si ammassarono sotto un bolcone sul quale era comparso tiri vecchio sacerdote, che avanzava lentamente a piccoli passi, curvo sotto il peso degli anni e delle fatiche... era D. Bosco. Egli erasi fermato a guardare teneramente i suoi figli e questi, tenendo in lui fisse le pupille e più ancora le anime, erano rimasti per un istante immobili e muti quasi vinti dalla commozione... poi scoppiò alto, solenne, entusiastico l'applauso ed il grido: Viva D. Bosco !
E D. Bosco, sorridente, salutava con ambe le mani paternamente.
Si sentiva che fra quel vecchio sacerdote e tutti quei fanciulli passava una di quelle correnti di affetto che sollevano gli animi oltre i confini delle cose umane, in un supremo slancio di sentimenti che vanno oltre la vita.
E non soltanto dai suoi Istituti, ma da ogni città, da ogni borgo, dove i suoi ex-allievi senza numero si erano sparsi, portando in mezzo alla vita, col tesoro delle massime sante da lui imparate, il ricordo incancellabile della sua bontà e dei suoi benefici, si innalzava verso di lui un coro incessante, commovente, di benedizioni, di venerazione, di affetto entusiastico...
I vincoli di tanti cuori, che erano legati a lui da ogni parte della terra, e che chiedevano a Dio, come suprema grazia, la sua conservazione, pronti a rinnovare gli esempi di quell'eroico Gamerra che aveva offerta al Signore la sua giovane vita in prezzo di quella del Padre di tanti orfani, sembra che avrebbero dovuto trattenerlo in perpetuo in mezzo a noi.
Ma quando, consunte le energie del corpo, si attenuano i legami, che stringono lo spirito immortale a questo fragile involucro votato alla corruzione, chi può trattenere ancora un'anima, già unita a Dio nella vita, dal suo slancio verso il creatore?
E suonò anche per il nostro dilettissimo Padre l'ultima ora... Si chiusero quegli occhi sorridenti che avevano esaurita tutta la loro luce nel rivolgersi paternamente, soavemente sulle miserie dell'umanità; cessò di battere quel cuore che aveva palpitato sempre per la salvezza delle anime; quella mano benefica che aveva sparsi tanti favori, che si era alzata tante volte a benedire... ricadde inerte per sempre... e le sue care sembianze furono involate ai nostri occhi.
Ma la sua immagine noi la conserviamo sempre con noi. Del nostro cuore abbiamo fatto per essa una edicola sacra, davanti alla quale arde un fuoco che non si spegnerà che colla nostra vita... Ed innanzi a questa tomba noi sentiamo, noi proclamiamo che la morte non ci ha tolto tutto Don Bosco... ma che in mezzo a noi sopravvive ancora la parte piú eletta delle sue facoltà.
Egli ha dato alla terra soltanto le consunte reliquie delle sue stanche fibre... ma il suo pensiero, la sua volontà, la sua parola, la sua carità, egli li ha trasmessi a noi in eredità... quale sacro patrimonio destinato ancora alla nostra salute...
Rimane il suo pensiero, che egli ha scolpito nei suoi libri e nelle sue lettere, e continua ad essere luce, guida, alle menti che tendono al Cielo.
Rimane la sua volontà, che egli ha trasfusa nei suoi salesiani e nelle figlie di Maria Ausiliatrice, e continua ad essere propulsore prodigioso di santo ed indefesso lavoro per la cristiana rigenerazione del mondo.
Rimane la sua parola che, conservata nella memoria dei suoi successori e dei suoi figli, e ripetuta di labbro in labbro per tutto l'impero salesiano, su cui il sole non tramonta mai, continua ad essere per la gioventú di ogni
paese conforto, sollievo, stimolo alla virtú, dolce richiamo alle vie del cielo.
Rimane, o Signori, la carità di Don Bosco; questo sacro fuoco che divampava in lui, egli l'ha comunicato a tutti i suoi figli, e divina scintilla continua ad ardere, passando da cuore a cuore, accendendo a poco a poco nelle fibre della società, torpide e fredde, il calore e la vita che vengono da Gesú Cristo.
Tutti i cuori che serbano in sé viva ed accesa una scintilla della carità di Don Bosco, oggi palpitano con piú accelerato ritmo. Oh! quanti nostri fratelli in quest'ora solenne, mentre noi abbiamo la sorte di star raccolti intorno all'avello venerato del nostro Padre dilettissimo, quanti nostri fratelli, dico, invidiando il nostro privilegio, protendono verso questo sacro mausoleo i loro affetti, le loro anime.
Sopra i confini segnati tra i popoli dai monti e dai mari, sopra gli abissi scavati tra gli uomini dall'odio che in questo triste momento storico insanguina l'Europa, passa in quest'ora l'onda immensa dell'affetto dei figli di Don Bosco, che, uniti in un solo palpito, dimentichi di ogni livore, recano ai piedi di questo caro avello il tributo mondiale della venerazione e della riconoscenza imperitura.... preludio di quel più vasto e piú degno omaggio a cui speriamo di assistere nel giorno in cui questa tomba sarà tramutata in altare, e le glorie dell'apostolo della gioventú saranno celebrate tra gli incensi, le preghiere e gli inni della suprema apoteosi cristiana.
(1) Continuazione e fine. (Vedi num. precedente).
Dal 28 al 31 ottobre si terrà in S. Paulo (Brasile) il VII° Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani, che non avendo potuto aver luogo l'anno scorso a causa della guerra era stato tramandato ad epoca indeterminata. La guerra purtroppo dura ancora, ma nelle feste centenarie di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice fu tanto l'entusiasmo di quei Cooperatori, che si riattivarono i Comitati del Congresso e lo fissarono senz'altro alla fine di questo mese, subito dopo i grandi festeggiamenti che avranno luogo a Rio de Janeiro per le Nozze d'Argento Episcopali dell'Em.mo Card. d'Albuquerque.
In quegli stessi giorni, celebrandosi identici festeggiamenti a Bahia pel Giubileo Episcopale di quell'Arcivescovo Primate, si terranno là pure solenni Conferenze Salesiane, coll'intervento di vari Prelati.
Rallegramenti e cordiali auguri
COMMEMORAZIONE DEL CENTENARIO della festa di Maria Ausiliatrice in Torino.
Il 24 u. s. nel Tempio di Maria Ausiliatrice, interamente parato a festa, ebbe termine il Solenne Novenario rivolto a commemorare la Data Centenaria del Decreto col quale venne istituita la festa di Maria Ausiliatrice. Dal primo all'ultimo giorno le singole sacre funzioni, per pietà e concorso di fedeli, riuscirono imponentissime.
La mattina del primo giorno celebrò all'altare di Maria Ausiliatrice Sua Eminenza Rev.ma il Card. Agostino Richelmy e numerosi oltre l'usato furono i fedeli che si accostarono alla Mensa Eucaristica. Dopo messa l'Eminentissimo Principe sali in pulpito e con grande affetto rilevava come cent'anni fa, allorché il Sommo Pontefice istituiva la festa di Maria Ausiliatrice, non v'erano ancora né il Santuario di Valdocco né alcuno dei fedeli presenti nel Santuario, ma lo sguardo di Dio contemplava già le meraviglie che il Ven. Don Bosco, bambinello allora di pochi giorni, avrebbe compiuto nel nome di Maria Ausiliatrice, e si posava con compiacenza anche sopra la devota moltitudine adunata per celebrare il Centenario dell'atto riconoscente del Settimo Pio.
Ciò premesso, togliendo l'argomento dalla liturgia del giorno, consacrato al ricordo dei dolori di Maria Santissima, scese eloquentemente a dimostrare come fu appunto ai piedi della Croce, che la Madre di Gesú divenne l'Ausiliatrice di tutti i Cristiani, e ne traeva soavi e pratiche esortazioni. L'amabile e dotta parola del piissimo Pastore fu ascoltata colla piú santa letizia dall'affollato uditorio, al quale Sua Eminenza si degnò anche impartire la Benedizione Eucaristica.
Alla sera, dinanzi al SS. Sacramento esposto, parlò ogni giorno su temi eucaristici - illustando la divozione alla Madonna come la intendeva il Ven. Don Bosco - il nostro confratello D. Giuseppe Brancati, e la sua parola tornò carissima ai divoti che affollavano la Basilica. Anche i nostri bravi giovani artigianelli contribuirono assai allo splendore delle sacre funzioni assistendovi in gran numero vestiti da chierichetti, ed eseguendo tutti i giorni le litanie e il Tantum ergo in musica.
Il Santuario, per tutta la novena, presentò l'aspetto dei giorni precedenti la festa annuale del 24 maggio. Ed era proprio commovente il veder tante madri « angosciate per la sorte dei figli » e tanti bravi soldati inginocchiati per terra « implorare con gemiti la cessazione dell'immane flagello » ed « affrettare coi voti la sospirata pace! »
Tale trasporto di edificante pietà fu ancor maggiore la domenica 19 e il 24 settembre.
In quest'ultimo giorno la distribuzione delle S. Comunioni si protrasse a ogni messa. Quella delle 6 fu celebrata da S. E. R. Mons. Giuseppe Castelli, Vescovo di Susa, che ricordando le lotte e i trionfi, i dolori e i conforti passati, rivolse ai fedeli un toccante incoraggiameno a raddoppiare la fiducia nell'aiuto di Maria SS.ma.
Alla messa solenne, cantata del nostro rev.mo Rettor Maggiore D. Albera e assistita pontificalmente dallo stesso zelantissimo Presule, eseguirono soavissime melodie in canto gregoriano, in unione colla Schola Cantorum del Santuario, il coro delle alunne dell'Opera Pia Barolo e quelli dell'Istituto S. Pietro, delle Suore Francescane e di altri Pii Istituti. Dopo l'ultimo Vangelo si ripetè per tre volte dai cantori e dal popolo il Parce Domine, quindi si recitò da tutti la Preghiera del Santo Padre, e Mons. Vescovo cantò l'Oremus per la pace.
Il sacro tempio fu mèta per tutto il giorno di pii pellegrinaggi.
A notte si espose il SS. Sacramento e Sua Ecc. Rev.ma Mons. Castelli con eloquente e devota parola predicò l'Ora Santa, dopo la quale ripetè la Preghiera per la pace e impartí la Benedizione Eucaristica. Il Santuario era rigurgitante fin oltre la soglia di una folla divota.
La mattina appresso lo stesso Ecc.mo Vescovo celebrò nuovamente all'altare di Maria Ausiliatrice per tutti i morti in guerra.
Accolga la Beata Vergine Ausiliatrice tante preghiere e, come in altri tempi di terribili prove, ci aiuti, ci protegga e ci salvi!
Concordo omaggio della stampa alla memoria di Don Bosco.
Molti giornali e periodici, in Italia e all'Estero, si sono largamente occupati di Don Bosco e dell'Opera sua, in occasione del 1° Centenario dalla sua nascita. Se ci fosse possibile, accoglieremmo ben volentieri nelle nostre colonne tutto ciò che fu scritto in proposito; ma, vedendoci costretti a limitarci ad una minima parte, compiamo il dovere di almeno elencare quella stampa quotidiana e periodica che parlò del nostro Venerabile Padre e Maestro in detta occasione ed ebbe la bontà d'inviarci il numero corrispondente.
Che se quest'elenco non sembrerà completo, vogliano scusarci le Redazioni dei periodici non registrati, ritenendo per certo che non ci pervenne il loro invio, e sappiano che siam pronti a riparare all'omissione in un prossimo elenco.
1° ELENCO GIORNALI ITALIANI.
Il Momento* di Torino - n.° del 16 agosto : - Il Ven. Don Bosco, 16 agosto 1815-1915 (Filippo Crispolti).
La Stampa di Torino - n.° del 16 agosto : - Il Centenario di D. Bosco.
Il Giornale di Torino - n.° del 15 agosto : - Il Centenario della Nascita di Don Bosco (A. P.).
L'Osservatore Romano di Roma - n.° del 15 agosto : - Il Centenario della Nascita del Ven. Giovanni Bosco (I).
Il Corriere d'Italia* di Roma - n.° del 16 agosto: - 16 agosto 1815-1915. Il Centenario di Don Bosco (Filippo Crispolti).
L'Italia* di Milano - n.° del 16 agosto: - Nel Centenario della Nascita del Ven. Don Giovanni Bosco, 16 agosto 1815-1915. L'omaggio dei Vescovi alla memoria dell'Apostolo della Gioventù (con articoli degli Em.mi Ferrari, Richelmy, Maffi e delle LL. EE. RR. Origo, Ciceri, Zanolini, Gaggia, Cazzani, Pellizzari, Gusmini, Valfrè di Bonzo, Morganti, Grassi, e Calchi Novati). - Ardore di carità e virtù evangelica (Filippo Crispolti). - L'Organizzatore (F. Meda). - Un voto e un augurio di Don Paolo Albera - Don Bosco a Milano.
L'Avvenire d'Italia* di Bologna - n.° del 15 agosto. - Il Centenario della Nascita del Ven. Don Bosco: 1815, 16 agosto 1915 (F. Crispolti).
Id.: altri articoli nei numeri seguenti.
Il Giornale d'Italia* di Roma: - n.° del 17 agosto : - Per un centenario : Don Bosco (Paolo Orano).
La Vittoria di Roma: - n.° del 29 agosto: - Un benefattore dell'umanità : Don Bosco (Francesco Aquilanti).
Il Cittadino di Genova - n.° del 16 agosto: - I cent'anni dacché nacque Don Bosco (Fuscolino). id.: altri articoli nei numeri seguenti. L'Unità Cattolica di Firenze - n.° del 15 agosto: - Un apostolo dei tempi moderni (Vindex). Il Verona Fedele di Verona - n.° del 16 agosto: Il Centenario di Don Bosco.
(*) I segnati con asterisco avevano il ritratto del Venerabile ; alcuni anche altre illustrazioni.
RIVISTE E PERIODICI ITALIANI.
La Civiltà Cattolica di Roma - n.° del 4 settembre: - Il Centenario della Nascita del Ven. Don Bosco.
La Scuola Cattolica di Milano - n.° di settembre: - Il Sistema educativo di Don Bosco (Don Luigi Vigna).
Vita e pensiero di Milano - n.° del 2o agosto: - Nel 1° Centenario della nascita di Don Bosco (A. Cojazzi).
La Rassegna Nazionale di Firenze - n.° del io settembre: - Nel Centenario di un pacifico conquistatore: Don Giovanni Bosco (Rif.).
Il Pro Familia* di Milano - n.° del 15 agosto:
Il Centenario di Don Bosco (Sabinus).
Il Bollettino Ecclesiastico di Vicenza - n.° di settembre: - Il Centenario della Nascita del Ven. Giovanni Bosco (Can. N. Ignazi).
La Voce dell'Operaio* di Torino - n.° del 15 agosto: - Il Centenario del Ven. Don Bosco: 15 agosto 1815-1915. - Depose i potenti ed esaltò gli umili.
id.: altri articoli nei numeri seguenti.
L'Italia Reale - Corriere Nazionale - in 2 n. di agosto.
Il Don Bosco* di Milano - n.° di agosto e settembre: - D. Bosco giudicato dagli altri. (A. C.).
Il Zelatore del Terz'ordine Francescano* di Bologna - n.° di agosto: - Il Ven. Don Giovanni Bosco (Fr. Bonaventura, Cappuccino).
La Settimana Sociale - n.° del 21 agosto: - Una ricorrenza memoranda.
Stille Benefiche* di Lodi - n.° del 26 agosto: - Il grande apostolo della gioventù, ecc.
Vita Nova* di Roma-Testaccio - n.° del 26 agosto: - Il Centenario di Don Bosco.
L'Aurora di Acqui - n.° del 2o agosto: - Un centenario.
Il Foglio dei giovani*, Organo del Consiglio Regionale Piemontese della Gioventù Cattolica Italiana, Torino - n.° del 28 agosto: - Il Centenario della nascita di un apostolo della gioventù.
La Trebbia di Bobbio - n.° del 29 agosto: -Nel I° Centenario della Nascita del Ven. Don Bosco.
La Domenica* di Bologna - n.° del 29 agosto: - Nel 1° Centenario della Nascita del Ven. Don Giovanni Bosco.
La Campana di Melegnano - n.° di agosto e settembre: - Cenni storici della Vita del Ven. Don Bosco.
L'Amico della Gioventù di Catania - n.° dei 15 agosto: - Il Padre buono (Melilli).
Il Leone di S. Marco di Venezia - n.° del 22 agosto: - Ardore di Carità e virtù evangelica (F. Crispolti) - A Lei che importa? (Card. Maffi ).
L'Amico delle Famiglie* di Genova - n.° del 22 agosto: - Il Centenario di D. Bosco. id.: altri articoli in numeri seguenti. L'Eco del Santuario di Oropa di Oropa del 1° settembre: - Lo spirito di Don Bosco. L'Operaio Ligure* di Genova - n.° del 22 agosto: - Cent'anni fa.
id.: n.° del 19 settembre: - Per tutti coloro ai quali non importa (D'Angiolo Oriani).
Il Cittadino di Girgenti - n.° del 5 settembre: - Il Centenario di Don Bosco.
Il Bollettino della Società Antischiavista Italiana* di Roma - n.° di agosto: - Nel centenario di un Apostolo moderno (Virginio Prinzivalli).
L'Angelo Consolatore di Reggio Emilia - n.° di luglio, agosto e settembre: - Don Bosco e la gioventú.
Cultura giovanile di Fermo - n.° di agosto: - Don Bosco (P. Grano) - l'Agiografia di Paolo Orario (F. C.).
La Croce* di Napoli - n.° del 22 agosto: - L'opportunità della Commemorazione (Mons. Morganti) - Centenario glorioso (G. Petrone) - Che importa? (Card. Maffi).
Il Biellese di Biella - n.° del 13 agosto: - Il Centenario di Don Bosco.
La Riscossa di Bregange - n.° del 14 agosto: - Alla memoria del Ven. Don Bosco nel primo centenario della Nascita (P. Agostino Ruelli).
La Voce dell'Immacolata* di Vigevano - n.° di agosto 1915: - Dopo cent'anni - Don Bosco e la stampa - Don Bosco e l'Eucaristia - Un grande amico di Don Bosco: Mons. A. M. Bellasio, ecc.
Il Catechista Cattolico di Torino - n.° di agosto - Il miracolo pedagogico (D. Luigi Vigna).
L'Aurora del SS. Sacramento* di Milano: - n.° di settembre: - Il Centenario di un Apostolo.
Il Cittadino* di Macerata - n.° del 14 agosto: - Il Centenario di un grande, 1815-16 agosto 1915 (Dott. Torello Simonelli).
L'Ape di Cerignola - n.° del 22 agosto: - Il I° Centenario di Don Bosco (V. Sac. Tufariello). La Concordia di Fano - n.° del 21 agosto: - Figure di pace - Che importa? (Card. Maffi). La Campania Sacra di Capua - n.° di agosto - Il Centenario di D. Bosco.
Il Presidente della Repubblica all'inaugurazione di un nuovo Collegio Salesiano.
Ogni città, ogni paese, ov'è una casa salesiana o un gruppo di ex-allievi e di cooperatori, festeggiò cosí solennemente la data centenaria della nascita di Don Bosco che meriterebbe un cenno speciale. La festa piú solenne naturalmente fu quella di
BUENOS AIRES.
Il sabato 14 agosto Sua Ecc. Rev.ma l'Arcivescovo Mons. Espinosa benedisse e dichiarò inaugurato il nuovo Collegio ed Oratorio festivo di S. Francesco di Sales in Almagro, eretto su disegno del nostro confratello, prof. D. Ernesto Vespignani : e fecero da padrini alla cerimonia l'Ecc.mo sig. Presidente della Nazione, Dott. Vittorino de la Plaza, e la signora Ersilia Cambral Munter de Anchorena.
Circondavano il Capo dello Stato il Ministro degli Esteri e dei Culti, Dott. Giuseppe L. Murature, il Ministro dei Lavori Pubblici Dott. Moyano; l'Intendente Municipale Dott. Arturo Gramajo e numerose signore del Comitato Ausiliare di Cooperatrici Salesiane.
Tre mila giovani dei vari Collegi Salesiani della capitale, in costume da ginnasti, schierati lungo le pubbliche vie, accolsero il primo Magistrato della Nazione e in corteo lo accompagnarono al Collegio, dove l'ispettore Don Giuseppe Vespignani l'attendeva innanzi all'ingresso e uno degli alunni gli diede il benevenuto.
Benedetto il nuovo edificio, l'On. Dott. Giovanni Cafferata, Deputato al Parlamento Nazionale, pronunziò un discorso sull'opera sociale e patriottica dei Collegi Salesiani nell'educazione della gioventú.
Eccone alcuni passi che non si possono leggere senza commozione. Anche separati dall'oceano, noi sentiamo vibrar in essi, piena e convinta, l'anima di quel nostro grande benefattore.
« Vecchio antico di questa casa e di questa benemerita Pia Società, che appresi ad amar da fanciullo per ammirarla da uomo, vengo ad offrire a Don Bosco nel giorno centenario della sua nascita l'omaggio della mia parola, la quale se ha non l'accento e il colorito di altre più eloquenti, non è seconda a nessun'altra per intensità di affetto e vivezza simpatia, da me sempre addimostrata.
» Come argentino mi faccio l'interprete della gratitudine nazionale verso l'Opera Salesiana fiorente tra noi con si eccellenti e splendidi frutti, per cooperare alla sua grandezza e alla sua gloria. Come rappresentante del popolo, riconosco. che questo popolo, nella sua espressione Più genuina, l'operaio e il figlio dell'operaio, a essa va debitore di grandi benefizi. Come cattolico, rendo omaggio alla memoria di un Figlio prediletto della Chiesa, colonna della sua fede, araldo della sua dottrina, soldato della sua causa, eroe delle sue battaglie
» Non ho mai potuto presenziare le riunioni festive nei recinti delle case salesiane, senza sentirmi profondamente commosso e senza rievocare la memoria dell'Apostolo, il cui spirito pare che aleggi come una benedizione celeste sulle teste di questi fanciulli, sottraendoli alle seduzioni del vizio e ai pericoli dell'abbandono, della degradazione e del delitto.
» Con questa materia prima, informe e rozza, lo zelo di Don Bosco e dei suoi figli ottiene capolavori sovrani.
» Studenti, operai, professori, cittadini, pastori di anime, sorgono da questa massa apparentemente informe, come raggi di luce da una massa incandescente. E cosí si crea un'accolta di uomini sani, con un chiaro concetto della vita, della propria responsabilità, e dei propri doveri, dal cuor generoso, dallo spirito temprato, dal carattere fermo, che sono più tardi in mezzo alla società il contrappeso e l'equilibrio che la difendono contro il disordine, l'anarchia e la rivoluzione....
» Pensiamo un momento ai benefizi che rende alla società, alla Nazione, a questa Capitale, questa casa di Don Bosco col suo Oratorio festivo, raccogliendo nel suo recinto fino a 2.000 giovani per dare ad essi uno svago fisico e l'educazione spirituale. E come quest'Oratorio e questa casa sono tutte le altre di Buenos Aires e tutte quelle che, da Jujuy fino all'estrema Patagonia, quasi oasi benedette, sono sparse sul suolo della Patria....
» ... Ma io non avrei assolto il compito che mi proposi nel prendere la parola se non terminassi questo breve elogio a Don Bosco e all'Opera sua, coll'invitarvi, o Signori, a compenetrarvi di tutta la sua importanza sociale, di tutto il suo valore nello sviluppo del nostro progresso, di tutta la sua eccellenza nell'educazione del nostro popolo. Perciò chi per i propri ideali religiosi, chi per le proprie aspirazioni patriottiche, e gli altri per brama di miglioramento sociale, tutti dieno a quest'opera la loro protezione, il loro incoraggiamento, la loro cooperazione, nella certezza che faranno un opera santa di giustizia, e di vero patriottismo.
» Per tal modo ci renderemo benemeriti della religione, della Società e della nostra Patria ».
Segui nel cortile dell'istituto, solennemente inaugurato, un brillantissimo saggio ginnastico, dato dalle squadre dei vari Collegi, separatamente e tutt'insieme; quindi il Presidente, l'Arcivescovo e le altre Autorità visitarono le Scuole Professionali dell'attiguo Collegio Pio IX, partendone altamente ammirate e soddisfatte.
La Domenica 15 agosto, più dì cinquecento ex-allievi assistettero alla messa celebrata dall'ispettore Don Giuseppe Vespignani e si accostarono tutti alla S. Comunione. Piú tardi presero parte alla messa solenne ; quindi sedettero a mensa coi loro antichi superiori. I brindisi, numerosi e pieni della piú viva riconoscenza al comun padre Don Bosco, furon coronati dal saluto di D. Vespignani, che rivolse agli adunati la parola del padre e dell'amico.
Tutti i giornali di Buenos Aires consacrarono articoli a Don Bosco e all'Opera Salesiana, adornandoli di molte illustrazioni. Il Pueblo gli dedicò 17 delle sue lunghe colonne e 18 illustrazioni!
Il Consiglio Nazionale degli Ex-allievi curò la stampa di un francobollo commemorative, graziosissimo, che ebbe la piú larga diffusione. Essa rapprensenta ii Ven. Don Bosco ai piedi di Maria Ausiliatrice in atto di additare ad un giovane la Madre celeste, alla quale il fanciullo offre il giglio della sua giovinezza cristiana. In alto, ai lati, sono le due date 1815-1915: a basso è la scritta: I° Centenario di Don Bosco.
IN PATAGONIA.
Anche nei Territori della Patagonia, che furono il sogno ed ebbero la predilezione del Venerabile, venne degnamente commemorata la data solenne. Ci scrivono da Viedma.
La Commemorazione del Centenario del nostro Venerabile Padre, preceduta da un triduo di Conferenze su Don Bosco e l'opera sua, riuscí solennissima.
La domenica 15 corr., l'ampio teatro del Collegio di S. Francesco di Sales, già un'ora prima della fissata, era rigurgitante di pubblico. Appena giunto l'Ecc.mo sig. Governatore del Territorio, salutato al suo ingresso dalle note della Banda Popolare e dell'orchestra dell'Istituto, prese la parola l'oratore designato, il rev.mo sig. D. Luigi Pedemonte, Ispettore delle Case e Missioni Salesiane della Patagonia, che tratteggiò in modo mirabile la figura del nostro Padre e Fondatore.
Tra i presenti, oltre l'Ecc.mo sig. Governatore dott. Pietro A. Serrano, notammo pure gli Ecc.mi Inez Cetrado, Dott. Giulio Lastra e sig. Carlo Evrat, Segretario della Governazione, il Comandante del Distretto militare maggior Huber; il sig. Difensore dei Minorenni, il sig. Capo di polizia, il sig. Presidente del circolo « De Obreros » conte Dott. Emilio De Rege, i sig. Capo Stazione, il Segretario Capo del Tribunale, i direttori delle Scuole dello Stato, le primarie famiglie di questa Capitale, ed un numero imponente di operai.
Quasi al completo erano pure i nostri buoni Cooperatori e Cooperatrici, ex-allievi ed amici, che anche in questa circostanza vollero darci una nuova prova dell'affetto ed ammirazione che nutrono per il nostro venerabile Padre.
Al buon esito della solenne Commemorazione molto contribuí il trissettimanale « Flores del Campo » unico Giornale Cattolico del Ter ritorio, fondato dall'indimenticabile Mons. Giovanni Cagliero. Il valoroso periodico, già da alcuni mesi, veniva preparando l'ambiente con appositi articoli.
***
Da una lettera del nostro Missionario Don Bernardo Vacchina, Vicario Foraneo del Chubut:
La Divina Provvidenza, contro ogni nostra previsione, per una serie di circostanze varie, ha disposto che anche nel centro di questa Patagonia e proprio nello sconosciuto Chubut, si elevi un modesto monumento al nostro Venerabile Padre e a Maria SS. Ausiliatrice. Esso farà la sua bella figura in una delle, strade più belle e spaziose e di fronte alla piazza principale. La Municipalità vi prende parte attiva con una sovvenzione, il resto lo farà il popolo col nostro aiuto.
Abbiamo pure ricevuto molti materiali per la nuova chiesa di Maria Ausiliatrice. Il Governo ce ne impose il piano, ma ce ne dà anche i mezzi... E di stile gotico, con un bel campanile, alto 32 metri. Anche le campane furono già ordinate, e forse si trovano già in Buenos Ayres.
Anche in Puerto Madryn mercè l'opera del Governo e di quella popolazione si farà qualche cosa.
Commemorazioni Varie - L'Ex-Presidente al battesimo di un giovanetto neofito - Altre notizie.
Dal Brasile ci son giunte varie notizie, ma ci manca una relazione completa.
Pel Centenario di Don Bosco tutti i giornali di Rio de Janeiro (tra cui il Corriere Italiano) parlarono con alta ammirazione di Don Bosco e dell'Opera sua.
A S. Paolo il 16 agosto si fece la proclamazione solenne dell'aggregazione del nostro Santuario del S. Cuore alla Basilica Vaticana. Alle 3 pom. s'inaugurò le stemma della Basilica sulla porta maggiore del tempio, egregio lavoro in marmo bianco di Carrara; al di fuori si scopersero le statue dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, e nell'atrio s'inaugurarono il busto di Mons. Lino de Carvalho, già Vescovo di San Paolo quando si pose la prima pietra del Santuario, e il busto del Venerabile Don Bosco. Il Vicario Generale parlò a nome dell'Arcivescovo.
Lo stesso giorno fu battezzato solennemente nello stesso Santuario un giovane meticcio del Rio Negro, e il Presidente dello Stato Dott. Rodriguez Alves, ex-Presidente della Nazione, si compiacque essergli padrino, e la sua figlia madrina.
Un altr'omaggio permanente del io Centenario di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice è la fondazione di un Pensionato per Studenti Universitari nella capitale. È già aperto e c'è tutto a sperare che il piccolo seme gettato, possa avere grande sviluppo in avvenire.
* *
Del nostro Collegio di Nicteroy ci scrivono
Le feste centenarie di Don Bosco, celebratesi nel Collegio S. Rosa di Nictheroy (Brasile) ebbero per caratteristica la stima che pei Venerabile conserva una nazione intera e l'affetto che la famiglia Salesiana unitamente a' suoi Cooperatori ed alunni nutre per il gran Padre e Maestro. Causa le tristezze dei tempi, le solennità esterne ebbero il carattere più intimo possibile, tuttavia vi furono bellissime manifestazioni di fede ed entusiasmo. Il giorno 15, festa dell'Assunta, il Monumento commemorativo a Maria Ausiliatrice per il quarto Centenario della Scoperta del Brasile fu mèta d'un devoto e solenne pellegrinaggio delle diverse parrocchie, collegi ed istituti religiosi della città. Si chiese a Maria il ristabilimento della pace e dell'amore di Gesù fra gli uomini. Vi assistette il vescovo Diocesano Monsignor Benassi e parlò ascoltatissimo Don Enrico
Magalhàes, parroco di S. Lorenzo.
Inoltre tutta la stampa di Rio de Janeiro, senza eccezioni di sorta, salutò il giorno centenario con parole di ammirazione, come data ricordante il sorgere di un grande Conquistatore di cuori, di un nuovo Apostolo di Gesú che benedice i fanciulli, di un nuovo Padre dei poveri e dei derelitti. Numerosissimi furono i telegrammi e le adesioni ricevute dai Vescovi e dalle Autorità civili e militari.
Ricordiamo quello dell'Eminentissimo Cardinale Arcoverde, Arcivescovo della Capitale: « Rio. -Cordiali congratulazioni data d'oggi con voti prosperità collegi, auspice benedizione grande Fondatore Don Bosco ».
L'Eccellentissimo Nunzio Apostolico, Monsignor Giuseppe Aversa, così telegrafava al Direttore:
o Felicitandola coi confratelli causa inaugurazione busto Don Bosco auguro viva sempre la simpatica figura nelle Opere Salesiane e di cuore benedico tutti ».
La messa della comunità del giorno 16 fu celebrata da Monsignor Benassi, che parlando della pazzia della croce trasse argomento per un bellissimo elogio di Don Bosco.
A mezzogiorno, coll'intervento dell'autorità, si inaugurò un artistico busto del Venerabile nel cortile centrale del collegio. Fu una vera apoteosi dell'umile contadinello dei Becchi. Alla cerimonia assistette il nostro battaglione scolastico sotto l'abile direzione del tenente istruttore signor Joaquim de Mello.
Scroscianti applausi salutarono il cader del velo che copriva il busto e l'innalzarsi a' suoi fianchi della bandiera brasiliana e pontificia, salutate dalle note giulive della banda e dal presentat'arm dei giovani alunni. Quindi il sac. dott. Giov. Guallerto di Amaral, brillante conferenziere, disse un dotto discorso su Don Bosco e il suo sistema educativo.
A sera vi fu ancora una solenne commemorazione nel nuovo teatrino del collegio, che per la circostanza veniva felicemente inaugurato. Convennero ad essa ammiratori, amici, rappresentanze, ed un largo numero dei nostri Cooperatori e Cooperatrici. Fu la chiave d'oro delle nostre feste Centenarie. Il programma, ben preparato, fu ancor meglio eseguito e la cara ed imponente riunione si sciolse tra gli evviva a Don Bosco e all'Opera Salesiana.
L'ispettore Don Giuseppe Gamba, in data 25 giugno u. s., scriveva al sig. Don Albera
In ogni casa si fecero feste straordinarie per solennizzare il primo centenario dell'istituzione della festa di Maria Ausiliatrice e in modo mai visto, qui a Montevideo, ai Talleres D. Bosco.
Poco tempo prima, coll'intervento di Don Vespignani, di Don Rota e di Don Peretto e con altri confratelli dell'Argentina e del Brasile, abbiamo inaugurato il monumento di Mons. Lasagna di f. m. e la cripta dei Talleres di Don Bosco.
Che Le dirò della nostra cripta?
E capacissima, bellissima, ecc. Io e molti altri non ci stanchiamo mai di rimirarla. Tutti dicono che è un miracolo aver potuto farla sì presto, sì bella, senza aver un soldo quando s'incominciò, e in un tempo come il presente! E ne hanno ben donde. Si è pregato molto e la Madonna ci ha esaudito.
Deo gratias!
Stiamo facendo i preparativi per la festa del Centenario del nostro Ven. Padre, che celebreremo il 16 d'agosto. Come in omaggio a Maria Ausiliatrice abbiano edificato la cripta; in omaggio al nostro Padre abbiamo edificato ed inaugureremo in agosto due belli e spaziosi laboratorii; uno pei falegnami e l'altro pei fabbro-ferrai.
Le Camere Legislative e le Feste Centenarie di Don Bosco.
Il Senato e la Camera dei Deputati della nobile nazione colombiana, « interpretando il sentimento nazionale » votavano in data 11 agosto un'entusiastica adesione ai festeggiamenti promossi da quei nostri confratelli e Cooperatori pei 1° Centenario dalla nascita di Don Bosco.
Pubblicheremo, con gioia, i due documenti nel prossimo numero.
Indulgenza plenaria dal 10 ottobre al 10 novembre: 1) l'11 ottobre, Maternità di Maria SS.
2) il 16 ottobre, Purità di Maria Vergine.
Una nobile e santa gara - per opera sopratutto delle Figlie di Maria Ausiliatrice - si è accesa fra gli angioletti che popolano gli Asili Infantili, a favore della chiesa erigenda in onore di Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti, innanzi alla casetta ove nacque Don Bosco. Dire della bellezza di questo omaggio infantile è superfluo. Un bimbo e una bimba che dànno il loro piccolo obolo per un tempio che ricorderà ai posteri il lo Centenario della nascita di Don Bosco e dell'Istituzione della Festa di Maria Ausiliatrice, non potranno non avere una speciale benedizione dall'Ausiliatrice dei Cristiani e - ci sia lecito il dirlo - anche dall'Apostolo della gioventù, per tutta la vita.
In segno di plauso noi pubblichiamo le adesioni ricevute, augurandoci che la santa gara avvampi e si dilati non solo tra gli asili d'Infanzia, ma anche nelle Scuole, nei Collegi, negli Oratori e nelle stesse famiglie dei Cooperatori.
Rose e Gigli.
I bimbi e le bimbe di Cassolnovo, desideranda esser dei primi a rendere omaggio a Maria Ausiliatrice, inviano per l'erigendo Santuario dei Becchi una prima offerta di L. 5, implorando la speciale protezione della celeste Patrona per sè e pei loro cari, combattenti.
Abbiamo appreso dal Bollettino Salesiano la santa idea di affidare l'erezione della nuova Chiesa presso la culla del Ven. Don Bosco alle piccole oblazioni dei bimbi. Desiderando di concorrervi tra i primi riandiamo l'offerta di L. 6, certi che le preghiere dell'innocenza, già per sè efficaci innanzi il Trono di Dio, saranno cosí più efficaci per noi, per nostre famiglie e per il nostro paese. - I bimbi dell'Asilo di S. Ambrogio (Torino).
All'innumerevole stuolo di bimbi e bimbe, che da ogni parte del mondo, dove è invocato con fiducia il nome di Maria Ausiliatrice e suona benedetto il nome del Ven. Don Bosco, vanno a gara nell'inviare le loro piccole offerte per il caro Santuario dei Becchi, con l'offerta di L. 5 vogliamo associarci anche noi, affinché l'omaggio reso negli anni dell'innocenza alla Madre di Dio e al suo gran Servo sia fonte di celesti benedizioni ai nostri fratelli soldati, e a noi per tutta la vita. - I bimbi dell'Asilo di Lombardore a mezzo del Direttrice, Suor M. Veronica dell'Immacolata Concezione.
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Anche i piccoli montanini dell'Asilo e delle scuole elementari di Finero (Novara) offrono il loro soldino (Lire 5) per l'erezione della nuova Chiesa di Maria Ausiliatrice ai Becchi, sperando che la gran Vergine voglia presto ricondurre i loro padri e congiunti in seno alle famiglie care. - La Direttrice dell'Asilo.
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Mando L. 6. raccolte fra i bimbi di richiamati in un Asilo Urbano della nostra città. Don Bosco benedica e protegga questi bimbi innocenti, che di cuore offrirono il loro piccolo obolo! - Torino, settembre 1915. - Maria Carmela Bianco, insegnante.
Sotto lo stendardo di Don Bosco si schierano i bimbi dell'Asilo di Bertoulla (Torino) perché crescano fiori graditi a Maria Ausiliatrice (L. 5). - La Direttrice dell'Asilo.
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Noi, bimbi dell'Asilo di Crusinallo (Novara) siam lieti di poter inviare la nostra piccola offerta di L. 6 per la Chiesina di Maria Ausiliatrice ai Becchi perché la Madonna di Don Bosco ci benedica e faccia ritornare sani e salvi i nostri babbi.
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I bimbi dell'Asilo « Istituto Immacolata di Novara » mandano per mezzo mio l'obolo di L. 15 per l'erigenda chiesa votiva di Maria Ausiliatrice ai Becchi, unendo, all'omaggio della loro innocenza, la preghiera quotidiana alla divina Ausiliatrice perché voglia benedire a tutti i bimbi d'Italia, alle loro famiglie, ed affrettare alla Patria nostra i giorni della pace, del trionfo e di rinnovata Fede. La Direttrice dell'Istituto.
Appena seppi della nuova Chiesa in costruzione ai Becchi, affidata alle piccole oblazioni dei bambini e delle bambine degli Asili Infantili, comunicai l'idea a questi cari angioletti e raccolsi tra loro la tenue somma di L. 10, nella fiducia che la Vergine Ausiliatrice voglia colmarli di sue particolari benedizioni. - Gattinara, settembre 1915. - La Direttrice dell'Asilo Infantile Patriarca.
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Inviarono un fiore a Maria Ausiliatrice per l'erezione della Chiesa dei « Becchi » anche i bimbi degli Asili Infantili di:
Falicetto (Torino), L. 6. - Moncrivello (Novara) L. 6. - Lingotto (Torino), L. 5. - Borgomasino, L. 6 - Pernate (Novara), L. 10 - Premosello, L. 6.
Piccoli amici di D. Bosco e di Maria Ausiliatrice.
Guglielmina Campia, novenne, di Torino, offre L. 5 in favore del Santuarietto dei Becchi per ottenere una benedizione speciale dalla Madonna di Don Bosco, per sé e il felice ritorno dell'amatissimo babbo che si trova al fronte.
Verna Giacomo Andrea, di due anni e mezzo, di Torino, si consacra alla Madonna di Don Bosco offrendo L. 5, per l'erezione della Chiesina di Maria Ausiliatrice.
Mamme e insegnanti devote.
A Te, o Maria, perché riceva sotto il manto della tua protezione materna la mia Teresina, di due mesi appena e preservi il padre da imminenti pericoli. - L. 5. - Torino, agosto, 1915 - Angiolina De Marchi Pilone.
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Nelle tue mani, o Vergine Ausiliatrice, consacro la mia Franceschina perché qual fiore di Cielo cresca a conforto dei suoi cari e ottenga la tua benedizione sulla famiglia e sul padre lontano. - L. 5. - Onorina Riccardi Giuglardi, della Chiusa di S. Michele.
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In Maria SS. depongo ogni mia fiducia e speranza di bene per i miei cari e piccoli allievi. - L. 5. -
Luigia Ludovica Negri, Direttrice dell'Asilo Aporti
Torino.
Con l'animo trepidante per un pericolo che sta per colpire la mia cara famiglia, faccio volonterosa la mia piccola offerta di L. 5. a Maria Ausiliatrice, a favore del suo tempio ai Becchi, per mano del mio Renato, di due anni e mezzo, fiduciosa che l'innocente attirerà la benedizione della Madonna non solo sopra di sé, ma anche sulla mia cara famiglia. - Eleonora Rolfi Alfieri di Gattinara.
Pii giovanetti e giovanette.
Le allieve della Scuola e del Laboratorio diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Bagnolo-Piemonte, L. 15.
Signorina Clotilde Bravo di Torino, L. 5.
Vari periodici hanno parlato con alta ammirazione della santa vita del tenente Avv. prof. Loreto Starace, ex-allievo dei Collegi Salesiani di Roma e Trevi, perito al Carso il 26 luglio u. S.
« La mia vita - egli disse ad una religiosa il giorno che parti pel fronte - è nelle mani i Dio ed io a Lui l'ho già offerta per il bene delle anime, quindi considero questo tempo dei miei combattimenti come un purgatorio. Quando il Signore mi vedrà pronto, al termine di esso oh allora, se Egli cosí vuole, un colpo di fucile... e il cielo! » Pare prevedesse la sua fine.
Parti per il fronte, sovranamente confortato dalla fede. « La fede - egli scriveva dal fronte -, è un dono cosí grande che se sapessi di aver salva la vita in questa guerra, ma di perdere in seguito il tesoro inestimabile della fede, preferirei mille volte morire sui campi di battaglia... Per questo pregate, perché la vita conta poco, purché la fede rimanga intatta fino all'ultimo respiro... Chi ama veramente Dio, ha come scopo precipuo il servirlo e il servirlo bene, poco importa il come ».
Ed egli lo servi, anche sui campi di battaglia, con fedeltà esemplare ammirata da tutti!
La sua morte destò nella natia Castellamare di Stabia universale rimpianto. Ai suoi funerali intervennero, col fior fiore della città, tre Vescovi, il Sotto-Prefetto, il Comandante del Cantiere Navale, il Commissario Prefettizio, le Autorità Militari e Civili al completo.
Di lui, del modo con cui entrò nell'Ospizio del S. Cuore in Roma, delle sue virtù non comuni, della sua carità pel prossimo, del suo zelo per la gloria di Dio, diremo piú diffusamente a edificazione dei nostri ex-allievi.
Un INTERESSANTE GIUDIZIO sulle Missioni Salesiane.
Il ch.mo Padre GIUSEPPE GRISAR S. J. ha pubblicato nell'autorevole periodico Die Katholischen Missionen di Friburgo vari articoli sulle Missioni dei Salesiani di Don Bosco, che i nostri confratelli di Vienna raccolsero in elegante fascicolo (1). Nel desiderio di far cosa gradita ai nostri Cooperatori e di rendere omaggio ai nostri Confratelli Missionari, ci permettiamo di tradurne fedelmente alcuni passi, citando l'opuscolo suddetto.
La Pia Società Salesiana e le Missioni.
La giovane Pia Società Salesiana vide il suo còmpito nella salvezza e nell'educazione della gioventú abbandonata, per mezzo degli Oratorii festivi e delle scuole professionali, di istituti d'educazione elementare e superiore; ma ben presto il rapido sviluppo le favori altri fini ed altri mezzi (2).
In poche decine di anni, l'istituzione di Don Bosco divenne un considerevole fattore nella grand'opera delle Missioni Cattoliche.
La forza, il vigore, che portò il grano di senapa a sí grande svìluppo e a dare cosí copiosi frutti fu sopratutto l'evidente assistenza di Dio, lo zelo ardente e la gran fede del Fondatore e dei suoi collaboratori e, non per ultimo, il loro modo prudente di operare (3).
Don Bosco era un geniale organizzatore, che seppe servirsi di tutti i mezzi del suo tempo per raggiungere il suo altissimo scopo. Egli ed i suoi figli hanno dato all'opera delle Missioni un impulso degno d'essere altamente apprezzato. La loro attività nei paesi di Missione per l'educazione e per il miglioramento delle arti e mestieri è degna d'encomio. Anche nella loro patria essi seppero risvegliare l'interesse per le Missioni e promuovere le vocazioni alle medesime. Alcune istituzioni, che ora sono in uso, ebbero da tempo origine dalla loro esperienza, come i mezzi di cui altre società si servivano furono da loro accettati e perfezionati. Tutto il loro operare porta il suggello di una pronta attività, del saper trovare profitto da ogni espediente, e d'uno stabile progresso.
Il primo coefficiente per la prosperità delle Missioni.
Don Bosco seppe usare sopratutto la condizione fondamentale per la buona riuscita delle missioni: il dar loro numerosi ed abili operai. Questo fatto merita grande considerazione, se si riflette che l'aumento della sua Società fu per lunghi anni quasi esclusivamente di persona raccolte in Italia, la quale, come è noto, non è in questi ultimi tempi molto ricca per le Missioni (1).
Come mai questa giovane Società, malgrado il continuo e crescente lavoro in Europa, poté lasciar partire cosí numerose schiere per le Missioni? In primo luogo la multiforme attività dei Salesiani fra la gioventú offerse loro, la felice occasione di risvegliare le vocazioni ecclesiastiche e religiose. Secondo una statistica dell'anno 19o8 la Società contava solo in Italia nelle sue diverse scuole, convitti e officine, 10923 alunni e in 63 Oratori Festivi piú di 13300 frequentatori regolari. A questi si aggiungano quelli degli altri Stati Europei in cifra rotonda dì 8ooo e circa 8700 che frequentano gli Oratorii Festivi. Adunque solo in Europa si trovavano piú di 40000 giovani in attiva e continua relazione coi Salesiani.
Si capisce da sé che molti tra le file di questi allievi entrarono nella Pia Società. Anche nei paesi al di là del mare i figli di Don Bosco fin dal principio non perdettero di vista il punto importante dell'aumento della loro Società e realmente riuscí loro di fondare fiorenti noviziati nell'America del Sud, che pure è così povera di vocazioni ecclesiastiche (2).
I Figli di Maria sono per le Missioni Salesiane apprezzabili operai, perché di solito dànno ad esse giovani robusti, indurati alla fatica, i quali per seguire la loro vocazione dovettero già sostenere, la maggior parte, gravi sacrifici. Il gran numero degli aspiranti permette alla Società di far una buona scelta fra loro, Il dover - già in età adulta - applicarsi allo studio delle materie ginnasiali per parecchi anni e la semplicità della vita negli istituti è per gli aspiranti una buona scuola di rinnegamento di sé stessi, mentre la loro abilità in qualche arte o mestiere viene piú tardi a proposito ai futuri Missionari (1).
Altro coefficiente : lavoro e mezzi materiali.
La seconda cosa che occorre per il prosperamento del lavoro delle Missioni è la preghiera e i soccorsi materiali dalla madre patria. Don Bosco seppe assicurare ai suoi figli lontani tutte e due le cose con l'istituzione della « Pia Unione dei Cooperatori Salesiani » che ebbe nel 1876 l'approvazione della Chiesa. I Papi Pio IX e Leone XIII vollero essi stessi ascriversi a questa Unione, cui concessero numerose indulgenze.
È scopo di questa Pia Unione il promuovere tutte le opere salesiane; e in essa i soccorsi per le Missioni prendono, secondo il regolamento, un posto assai importante. Difatti i Cooperatori Salesiani misero insieme grandi somme per le Missioni, quantunque non vi sia alcuna quota fissa, che da loro si richieda.
È loro prescritta solamente la recita di un Pater ed Ave, secondo l'intenzione del Sommo Pontefice e l'invocazione: San Francesco di Sales, pregate per noi.
Per mezzo della sua organizzazione, che in molti punti ricorda la Società per la Propagazione della Fede, dove sia bene istituita e ben governata questa Unione è di grande aiuto per promuovere le opere dei figli di Don Bosco. Ripetutamente s'incontrano, fra le notizie del Bollettino Salesiano, relazioni dei volenterosi sacrifizi a cui si sobbarcano i Cooperatori. Regolari Conferenze assicurano il mantenimento di questo spirito apostolico.
Negli ultimi tempi ebbero luogo Congressi internazionali dei Cooperatori con larga partecipazione di dignità ecclesiastiche e di distinte persone secolari: nel 1895 a Bologna, nel 1900 a Buenos Ayres, nel 1903 a Torino, nel 19o6 a Milano e Lima, nel 1909 a Santiago del Chili ecc. Il Superiore Generale nei suoi frequenti viaggi si prende a cuore di raccogliere personalmente i Cooperatori per ringraziarli e risvegliare in loro tale entusiasmo. Al presente questa pia Unione che è come il Terz'ordine della Pia Società, è la visibile Provvidenza dei Collegi Salesiani. Conta piú di 300.000 membri, la maggior parte dei quali si trovano in Italia e nell'America del Sud.
(1) Jos. Grisar C.J.: Die Missionen der Salelianer don Boscos. Verlag der Salesianer Don Boscos, Wien III, Hagenmüllergasse, 43, 1914.
(2) Pag. 8
(3) Pag. 9-10.
(1) Pag. 10. (2) Pag. 11.
(1) Pag. 12.
Il Periodico per i Cooperatori è il Bollettino Salesiano, che Don Bosco fondò nell'anno 1877 ed oggigiorno pubblicato in otto lingue con una media superiore alle 26.000 copie (1)....
Questo periodico mensile presenta ai lettori in modo chiaro e popolare tutte le opere della Pia Società; ha pure pregevoli articoli sopra le Missioni, nelle quali lavorano i figli di Don Bosco, invita a soccorrere le Opere Salesiane e contiene preziose relazioni etnologiche scritte dai Missionari. ... Il Missionario Salesiano D. Malan per le sue pubblicazioni sopra gli Indi del Matto Grosso ottenne una medaglia d'oro dalla Società Geografica di Parigi.
Il periodico, bellamente illustrato, vien dato gratuitamente a chi lo richiede; ed anche in ciò si palesa l'ampio sguardo di Don Bosco e il suo cuore apostolico. A questo modo il Bollettino Salesiano ottenne una immensa diffusione e nel modo il più semplice, guadagnando numerosi amici e benefattori per le Opere Salesiane. A molti poveri esso recò le benedizioni di una buona lettura.
Cìò che ha fatto il Bollettino Salesiano per ravvivare l'interesse per le Missioni nei paesi meridionali che molte volte si mostrarono indifferenti per le opere della Propagazione della fede, è degno di encomio (2).
Seguendo fedelmente lo spirito di Don Bosco, i suoi figli si sono sforzati, e con ragione, di guadagnare alle loro opere le autorità ecclesiastiche e civili. Benchè in qualche Stato e in molte città dell'America meridionale imperi la sètta, pure vi sono riusciti quasi dappertutto. Coltivando il patriottismo nei loro collegi, onorando solennemente le autorità con feste patriottiche, musiche e teatri, colla loro gratitudine seppero farsi strada e acquistare le simpatie delle Autorità, tanto dello Stato, quanto della Chiesa. Al pari dei Vescovi visitano gl'Istituti Salesiani i Presidenti degli Stati e onorano le loro esposizioni di lavori manuali, le distribuzioni dei premi e le gare degli scolari.
Piú ancora che con l'apparato esteriore, la cui importanza presso gli abitanti dell'America del Sud, cosí amanti del fasto e della novità, non è da tenere in poco conto, mercé gli evidenti risultati della loro opera per promuovere la cultura e la educazione, i Salesiani guadagnarono le simpatie dei ben intenzionati governanti di quelle Nazioni.
(1) Il Bollettino si pubblica ora in nove lingue ed in più di 30oooo esemplari. L'edizione italiana è di 84000 esemplari (Nota della Red.).
(2) Pag. 12 e segg.
I Figli di Don Bosco portano agli Stati dell'America meridionale sopratutto ciò che loro
fa bisogno: arte, commercio, agricoltura e scuole professionali, le quali sono ordinate in modo esemplare e dirette da maestri e insegnanti bene esperimentati. Seguendo programmi d'istruzione ben ponderati, quali furono ideati dal grande pedagogo Don Bosco, gli allievi vengono avviati nella teoria e nella pratica perché apprendano bene il loro mestiere. Esami semestrali pubblici dimostrano i progressi degli scolari; le esposizioni dei lavori compititi mostrano ai numerosi visitatori l'attività e l'elevatezza delle scuole (1).
Ritorniamo all'azione principale dei Salesiani: l'Educazione. Oltre le Scuole professionali, essi fondarono in tutta l'America del Sud, Ospizi e Istituti d'istruzione inferiore e superiore, i quali godono grande stima. L'ampio internato e ginnasio di Nictheroy presso Rio Janeiro p. es. gode in tutto il Brasile una fama straordinaria; esso viene regolarmente visitato dal Presidente dello Stato. I figli di Don Bosco per mezzo delle loro numerose scuole educano per quei Governi una generazione forte, amante del lavoro, e donano alla Chiesa dell'America meridionale ciò che le mancava fin ora, cioè uomini credenti fra la classe media.
Gli ex-allievi.
Per conservare gli alunni zelanti della religione hanno formato dappertutto le Associazioni degli Ex-Allievi, delle quali fanno parte uomini d'ogni condizione. In Buenos Ayres nel 1911 questa Società contava circa 2000 membri, che visitano regolarmente i loro antichi maestri, fanno comunioni generali, pellegrinaggi, ecc. Le singole Società ultimamente vennero federate insieme in una grande unione generale, che tiene imponenti assemblee nelle piú importanti città. Con questo mezzo si otterrà, almeno nell'avvenire, che gli allievi delle scuole religiose, usciti dai collegi, non s'abbandonino alla generale tiepidezza. In tali unioni essi trovano a ciò un poderoso sostegno.
(1) Pag. 15. - Il piú efficace e razionale sviluppa ai ben ordinati Programmi delle nostre Scuole Professionali si deve al compianto Dott. Don Giuseppe Bertello, che ne fu, per piú di 12 anni, Direttore generale (N. d. R.).
Nell'America Meridionale i Salesiani si occupano con zelo anche per la gioventù derelitta seguendo l'esempio del Fondatore. Essi promuovono da anni la cura della gioventù nel miglior senso della parola. Dappertutto hanno aperti numerosi Oratorii Festivi; dove, secondo gl'insegnamenti di Don Bosco, essi attendono e coltivano con l'istruzione religiosa anche ogni sorta di sport, la musica, il canto. Migliaia di poveri giovanetti vengono cosí preservati da gravi pericoli, e, il che è piú importante nell'America meridionale la quale è cosí scarsa di Clero, vengono anche istruiti nella Dottrina cristiana, In molti luoghi agli Oratorii festivi sono aggiunte Scuole serali.
Nel 1907 frequentavano gli Oratori Salesiani dell'Argentina 6ooo giovani; nel Brasile 2700; nell'Uruguay e Paraguay 2000 , in tutta l'America Meridionale 16.ooo. Con grandissima gioia accorrono i ragazzi a siffatte riunioni, le quali sono organizzate in un modo pienamente corrispondente alla loro natura vivace e chiassosa.
Secondo il sistema di Don Bosco, i Sacerdoti e i Maestri che sono incaricati della sorveglianza, devono procurare di alternarsi a vicenda e tenersi sempre, come in tutti gli Istituti Salesiani, al cosí detto Sistema preventivo; il quale esclude qualunque punizione corporale. Per mezzo della loro influenza e sorveglianza i maestri devono prevenire tutte le occasioni, che renderebbero necessaria la punizione (1).
Le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Collo stesso sistema dei Salesiani, coi loro stessi metodi, lavorano per il benessere della gioventú femminile dell'America Meridionale, anche le Figlie di Maria Ausiliatrice in numerosi Oratori e Istituti, ove promuovono la scienza e l'educazione religiosa.
Per il bene del popolo.
I mezzi, dei quali si servono i Salesiani per cattivarsi la benevolenza delle Autorità Civili ed Ecclesiastiche, servono anche ad acquistar loro il favore del popolo. Colle scuole, colle numerose solennità ed esposizioni, colle loro bande musicali e pubbliche accademie, attirarono anche nelle loro Chiese il popolo spesso indifferente. Nelle funzioni ecclesiastiche con molta abilità assecondarono i desiderii e i bisogni dello spirito dell'America Meridionale. Le solennità sono celebrate con grandissima pompa. Dignitari ecclesiastici e celebri oratori vengono invitati a prendervi parte e a predicare. Le 'stesse chiese sono fabbricate con sommo decoro. Alcune chiese dei Salesiani, ad es. quelle di Buenos Ayres, di San Paolo, di Nictheroy e altre, si possono senza dubbio ritenere tra le piú splendide dell'America Meridionale, mentre le pubbliche gare catechistiche risvegliano l'interesse per l'istruzione religiosa, e la divozione alla Madonna di Don Bosco viene propagata con grande vantaggio del popolo.
Essi si servirono inoltre delle associazioni. Dappertutto dove lavorano i Salesiani, nell'America del Sud fiorisce la pia Unione dei Cooperatori Salesiani. (Continua).
(1) Secondo il sistema di Don Bosco i Salesiani non devono soltanto alternarsi nella continua assistenza dei giovani, ma tutti, dal direttore all'ultimo assistente, devono esser sempre in mezzo a loro (N. d. R.).
Nello svolgere questa rubrica, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni Pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana , né prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli
Il mio figlio unico, di nome Antonio, fu colpito mesi sono da gravissima polmonite e la povera creaturina pareva che ad ogni istante volesse abbandonarci. Mandai la triste notizia a un mio cugino che si trovava all'Oratorio Salesiano di Torino, e n'ebbi in riscontro un piccolo lembo del vestito del Ven. Don Bosco col consiglio di cominciare una novena a Maria SS. Ausiliatrice, preponendo l'intercessione di Don Bosco.
Misi la reliquia sul petto del fanciullo, e incominciai la novena. Subito l'infermo incominciò a migliorare, uscì da ogni pericolo e giunse a guarigione perfetta.
Adempio la promessa fatta di pubblicare la grazia sul Bollettino e invio una lieve offerta.
Bergamo, agosto 1915.
GiAcoMo CAVAGNA.
Con somma gioia dell'anima mia sento il dovere di render nota a tutti la grazia ottenuta per intercessione del Ven. Don Bosco.
Per certe ustioni riportate accidentalmente un mio nipotino fu colto dopo pochi giorni da una risipola diffusissima con altissima febbre: e in seguito apparvero tutti i sintomi gravissimi di un meningismo.
Malgrado tutte le premurose ed illuminate cure dello zio dottore, il male non accennava ad arrestarsi; che anzi infieriva maggiormente, e fu spedito dal medico.
Fu allora che io e la famiglia, perduta ogni umana speranza, ci siamo rivolti all'aiuto potente del Ven. Don Bosco, promettendo di pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano.
Incominciammo la novena con gran fervore, ponendo sul guanciale del bambino la reliquia del Venerabile e l'immagine di Maria SS. Ausiliatrice. Si domandava di tanto in tanto al medico se c'era ancora qualche speranza, ma questi rispondeva che solamente un miracolo poteva salvarlo, e che quand'anche questo si fosse avverato, il bambino resterebbe mutolo e sordo a causa del meningismo.
Lo strazio della famiglia era indicibile; di momento in momento si aspettava la catastrofe. Ma oh! grazia veramente divina! In un attimo il bambino apre gli occhi, e pare ritornato da morte a vita. Volle infatti lasciare il letto per andare nelle braccia della mamma e poi da me; ed ora il carissimo nipotino è completamente guarito, vispo e allegro, senza che il male gli abbia lasciato nessuna traccia.
Col cuore pieno di gratitudine adempio la promessa mandando una piccola offerta per le opere di Don Bosco, con la preghiera che sia resa pubblica la grazia.
Palma Montechiaro, 28 luglio 1915.
IRENE LA MARCA FALCI.
La mia bambina fu colpita da entero-colite: ci raccomandammo a Maria SS. Ausiliatrice; e dopo qualche giorno, non vedendo alcun miglioramento, cominciammo una novena al Ven. Don Bosco.
Fin dal primo giorno successivo la bambina prese da sé un po' di latte e continuò sempre a migliorare in modo che ora' è quasi guarita.
Sono certo che il cuore paterno del Ven. Don Bosco ha voluto consolare i suoi cooperatori.
Perosa Argentina, 15 agosto 1915.
Dott. CARLO BERTOLOTTO, Notaio.
Anche in Poianis, piccola frazione di Prepotto, paese dell'estremo lembo Friulano, Maria SS. Ausiliatrice ha voluto far sentire la sua protezione materna.
Gravemente ammalata di tifo, ebbi la fortuna di essere visitata da alcuni Salesiani dimoranti in questi dintorni per ragioni di servizio militare, e mentre trepidavo pei miei piccoli bimbi, mi fu presentata un'immaginetta di Maria SS. Ausiliatrice e fui invitata a domandarle con gran cuore la grazia. Passarono alcuni giorni di angosciosa aspettativa senza miglioramento, non mi stancai però di ripetere la mia domanda alla Madonna del Ven. Don Bosco. - Non per me, ma per i miei figli ! - Le andavo . dicendo. Ai 15 di agosto mi trovava ancora aggravatissima. Era di buon mattino quando venne a visitarmi uno dei suaccennati Salesiani; tolse dal Bollettino Salesiano un ritratto del Venerabile e porgendomelo e invìtandomi a baciarlo: - Gli dica che è tempo di finirla! - soggiunse, oggi è il Centenario della sua nascita e deve ottenerle da Maria SS. Ausiliatrice la grazia. Baciai il ritratto e ripetei ingenuamente le sue parole: - E tempo di finirla.
Alla sera cominciai a migliorare ed ora mi trovo quasi completamente ristabilita. Rendendo alla Vergine e a D. Bosco i piú vivi ringraziamenti, prometto di amarli tanto tanto, e di propagarne la divozione.
Poianis, 2 settembre 1915.
MARIA BOTUSSI in MARINIG.
Nell'inverno scorso, per una fatale caduta riportai la fruttura del femore sinistro che per parecchi mesi mi tenne inchiodata in letto in preda a dolori acutissimi.
Le cure premurose del sanitario e quelle dei fanghi d'Acqui mi recarono qualche notevole sollievo, ma con grande difficoltà poteva muovermi, appoggiandomi sulla gruccia da cui omai disperava liberarmi. Anche il medico mi diceva che non sarei più guarita e che mi rassegnassi alla mia sorte. Non mi diedi per vinta e volli sperimentare ancor una volta la potenza di Maria Ausiliatrice e quella di Don Bosco. Mi recai al Santuario di Valdocco, pregai con tutta l'effusione del cuore e quella mattina stessa potei recarmi all'altare per comunicarmi senza piú il sussidio delle grucce, che da circa un anno mi erano indispensabili.
Ora sono completamente guarita e col cuore riboccante d'immensa gratitudine rendo infinite grazie a Maria Ausiliatrice ed al Ven. Don Bosco che mi ottennero dal Cuore sacratissimo di Gesú tanta grazia.
Alice Castello, maggio 1915.
MASSARA FRANCESCA.
Un fiore di più alla celeste corona che circonda la fronte dell'innocente Servo di Dio, Domenico Savio.
Verso la metà dello scorso dicembre, essendo di ritorno da una passeggiata serotina, mi accorsi di esser preso dalla febbre paludica, comune e quasi endemica in questi paesi tropicali.
Il malore crebbe e aumentò sino a impedirmi la digestione assoluta di qualsiasi alimento, solido o liquido. Per consiglio dei medici provai il cambiamento di clima in piú luoghi, via inutilmente. Il mio stomaco non funzionava più, e la conseguente dispepsia mi accasciava con disturbi epatici violenti e molesti.
Mi sosteneva in piedi e mi alimentava, ma senza beneficio alcuno; spossato, pallido e dimagrito, soffriva di giorno e non riposavo la notte!
Cosí passarono gennaio e febbraio del corrente anno, quando ai primi di marzo mi giunse da Torino, in pacco confidenziale, il volume delle Deposizioni Canoniche e giurate sopra le virtú e santità del nostro piccolo Servo di Dio, Savio Domenico! Lo lessi da capo a fondo insieme colle mie deposizioni, fatte a Torino nel processo diocesano!
Pieno di santi e lieti ricordi, ricordava i primi tempi dell'Oratorio passati in compagnia del nostro Domenico dal 1854 al 1857; egli alunno ed io chierico, in piú circostanze suo assistente. E godeva nel rammentare la sua vita innocente, la sua singolare pietà e precoce santità, diretta, alimentata e sostenuta dal nostro Ven. Don Bosco!
La mattina dell'otto marzo, piú oppresso e piú spossato del solito, e senza aver potuto recitare il divino uffizio, né digerire la tazza di caffé presa quel mattino, me ne uscii a passeggio nei pressi della Legazione. A un tratto mi sovvengo che quel giorno era la vigilia della sua santa morte (9 marzo 1857) e che egli, quale angelo in terra, aveva il diritto di stare cogli angeli in Cielo!
Pieno di fiducia nella sua intercessione e ripieno di famigliare confidenza, mi fermo, rivolgo lo sguardo e il pensiero al santo fanciullo e gli dico
- Oh mio caro Domenico, sino adesso ti ho pregato per altri; vediamo un po' se sei buono a fare qualche cosa anche per me ! L'anima mia prima di tutto; ma la salute ed il benessere fisico pare mi facciano bisogno pel disimpegno della mia missione! Ricòrdati del tuo antico assistente; inténditi con Don Bosco e Maria Ausiliatrice, e, se cosí piace a Dio, liberami da questo brutto malessere!
Alle 10 me ne tornava a casa e per un'ora rimasi assopito nel seggiolone, quando, sentendomi molto sollevato, presi a recitare con facilità il Breviario, in aspettazione del Dottore, che mi avrebbe visto verso le undici e mezzo.
Venne, mi visitò, mi diede una ricetta e pranzò con noi. Ma già non aveva più bisogno né delle sue cure né dei suoi rimedii! Il mio Domenico mi aveva concesso la guarigione al momento di domandargliela. Quello fu il primo pranzo che dopo tre mesi di sofferenze potei digerire bene e ritenere senza difficoltà! Erano scomparsi il paludismo, le sue febbri e ogni altro viale!
Ripresi il mio primo vigore, il solito colore e slancio pel lavoro, le udienze e le corrispondenze interrotte! Passarono altri tre rasesi e quattro e cinque; e grazie al mio piccolo Santo intercessore, continuo sano, robusto e forte come per lo innanzi; preparato a compiere il ciclo dei miei settant'otto anni e pronto a consacrare i miei ultimi giorni al bene della Chiesa, della religione e della nostra Pia Società.
Ad majorem Dei gloriam, Ecclesiae decus, et Concivis nostri splendorem!
Costarica, S. José, 16 agosto 1915, glorioso Centenario del gloriosissimo Natalizio del nostro Ven.Padre Don Bosco « 16 agosto 1815 ! »
GIOVANNI CAGLIERO, Arcivescovo.
L'organizzatore (1).
Il lato che mi ha sempre maggiormente colpito nello studio della figura di Don Bosco, fu la sua attitudine eccezionale di organizzatore; non già perché in questa attitudine stia il principale dei suoi meriti in faccia a Dio - ben altri ne acquistò colla pratica delle piú alte virtú cristiane - ma perché non si può negare che umanamente l'opera sua non avrebbe avuto la estensione e la efficacia che noi ammiriamo, se in lui non fosse stato questo particolarissimo talento - usiamolo nel senso della parabola evangelica - che gli permise di conseguire cosí straordinari risultati.
Organizzatori, come poeti, si nasce, non si diviene: voi noti sapete spiegare, se non ammettendo l'esistenza o l'assenza di una qualità particolare nell'individuo, perchè l'uno sappia creare istituzioni che moltiplicano l'impulso o buono o cattivo ch'egli imprime alla vita, e l'altro invece si esaurisca in manifestazioni personali di bene o di male, sicché scomparendo, nessuna traccia, se non per avventura di memorie, lasci dietro di sé.
Di quali elementi poi questa qualità speciale dell'organizzatore risulti non è cosa facile il definire; appena si può formarsene un concetto studiandola nei singoli che la possedettero e che, in diversi campi, la applicarono e la svolsero.
Veduto in Don Bosco, il talento organizzatore è senza dubbio prima di tutto un grande, elevato spirito di carità effusiva: in lui è l'amore attivo del prossimo, secondo il precetto di Cristo, quello che lo muove a raccogliersi intorno giovani da educare, da redimere, da trasformare in onesti cittadini, in figli fedeli della Chiesa, in suoi collaboratori, in missionari: ma molti altri furono come Don Bosco, ardenti di zelo, e pur non seppero, nonché compiere, neppure ideare l'edificio imponente della sua associazione e delle sue opere.
Gli è che Don Bosco trovò in sé stesso - prezioso dono di Dio - l'istrumento che doveva servirgli per attuare la sua missione provvidenziale; trovò cioè quella facoltà di vedere e di sentire la vita nella sua espressione sociale e collettiva, per la quale taluni individui, quasi dimentichi del proprio io, non sanno e non possono agire se non nella complessità di un organismo continuamente in azione, al quale infondono col proprio pensiero ogni giorno, ogni ora anzi, l'energia motrice e ordinatrice.
A noi, ignari del valore di una tale facoltà, il guardare certe complicate e vaste aziende, dà quasi un senso di smarrimento e di confusione: e credo che anche di fronte all'opera salesiana, ormai mondiale, parecchi si trovrebbero incerti, domandandosi come si connettano, come si alimentino, come si facciano camminare d'accordo,
tante cose, tante iniziative, tanti istituti, tante persone. E invece chi le ha create, chi le ha fatte grado grado sviluppare dal germe primigenio, ne conosce il segreto, è pronto a scoprire ed a riparare ogni difetto, a coordinare ogni parte della grande macchina, della quale l'inventore, che prima di disegnarla e di costruirla, l'ebbe chiara nella sua mente, finisce coll'aver famigliare ogni variazione anche minima di rumore.
E studiando Don Bosco ci si accorge subito come un altro degli elementi principali ed essenziali dello spirito di organizzazione sia la capacità, rara, rarissima, di conoscere e di scegliere gli uomini e di plasmarli. L'organizzatore è conte il generale di un grande esercito; egli ha il suo disegno in testa, il suo piano concreto, i suoi obbiettivi finali, e di suoi obbiettivi intermedi da raggiungere grado, grado; ma ha bisogno di esecutori, ha bisogno anzi di una gerarchia di esecutori che gli siano e intelligentemente i devoti.
Nelle istituzioni sociali, e. specialmente in quelle a fondo religioso, il trovarli è meno agevole che nelle istituzioni corrispondenti ad interessi personali, quali le industrie ed i commerci; occorre nel capo un discernimento profondo, una pratica consumata delle anime, sicché non gli accada di lasciarsi ingannare con scelte cattive, e specialmente per poter scoprire, magari tra i piú umili e i piú apparentemente inadatti, i soggetti utili da essere portati innanzi, da essere provati, da essere formati. t in questo lavoro che l'organizzatore si afferma sovrano: in questo lavoro di selezione, di trasfusione del proprio spirito in altri, direi persino di suggestione. E vedetelo in Don Bosco: egli creava le opere, ma man mano creava gli uomini destinati a governarle sotto la sua direzione; quanti, trascinati e avvolti dal suo fascino, lo seguirono, lo compresero, lo aiutarono, lo sostituirono! ma furono tutti e sempre uomini - e in ciò sta la vitalità della organizzazione - che avevano coscienza di dovere a lui tutto, che per ciò gli rimanevano fedeli, provando quasi il bisogno di sentirsi uniti a lui, uniti nella comunione della fede, dei propositi, delle fatiche, di avere sempre innanzi la sua imagine, negli occhi il riflesso dei suoi sguardi, nelle orecchie l'eco della sua voce, nell'anima la venerazione della sua santità.
Organizzatori di questa fibra, di questa forza non muoiono; essi sopravvivono non soltanto coloro esempi ma con una reale continuità di imperio morale: essi sono la luce che continua ad attraversare gli spazi, di onda in onda, anche quando la fonte luminosa si è spenta.
FILIPPO MEDA
Deputato al Parlamento..
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(1) Dall'Italia di Milano, 16 agosto.
ECHI DELLA FESTA TITOLARE (I)
A Biella si celebrò la festa di Maria Ausiliatrice il 23 maggio. Una moltitudine immensa fin dalle prime ore del mattino si affollò alle sacre funzioni, che si svolsero con grande solennità e pompa e un numero straordinario di sante comunioni. Anche durante il giorno fu sempre un succedersi di devoti davanti al simulacro di Maria. Alle 18 salì il pulpito padre Cristoforo e con parole affascinanti disse un magnifico panegirico all'Ausiliatrice. Assisteva, tra l'uditorio numerosissimo, attorniato da zelanti ecclesiastici, Sua Ecc. Mons.Vescovo. Segui la processione dopo la quale Sua Eccellenza parlò alla folla che occupava la chiesa e parte della piazza S. Cassiano, e impartí la Benedizione col SS. Sacramento.
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Dalla vicina Crocemossa scrivono: - « Il nostro caro Santuario attrasse molti fedeli a pregare l'Ausiliatrice. L'oratore D. Fontanella, tracciando la storia dei benefizi di Maria Ausiliatrice attraverso i secoli, trasse le lagrime. Il nostro Vicario D. Debernardi esortò il popolo a piangere le proprie colpe, causa di tutti i mali, e ad invocare l'aiuto dell'Ausiliatrice in questi gravi momenti: « Qui torneremo, disse, a sciogliere il voto di grazia al trono dell'Ausiliatrice! »
A Pisa la solennità di Maria SS. Ausiliatrice si volle unita alla chiusura del mese mariano. La domenica precedente 30 maggio, nella chiesa di S. Eufrasia vi fu una solenne cerimonia per la Comunione generale, a cui presero parte tutti i giovani dei Circoli ed Oratori salesiani, e moltissimi fra i cooperatori.
Lunedí 31, sino dalle prime ore del giorno, fu un accorrere di fedeli a prostrarsi dinanzi all'effigie dell'Ausiliatrice che troneggiava tra fiori e lampade; e la sera in cara festa ebbe magnifico epilogo nel panegirico felicemente inspirato alla rievocazione dei meriti e della bontà di Maria; nella bella e classica musica eseguita dai giovanetti dell'Oratorio festivo e nella benedizione solenne impartita da Sua Eminenza il Cardinal Pietro Maffi, Arcivescovo.
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A Firenze, per festeggiare Maria SS. Ausiliatrice fraternizzarono in bella gara di amore l'Oratorio festivo e l'Istituto Salesiano, nei giorni 30 e 31 del passato maggio. Numerosa assai fu l'affluenza ai SS. Sacramenti. Le Messe solenni furono accompagnate colle note della Missa de Angelis e la messa a 4 voci del Gruber. La sera nell'Istituto tenne il discorso di Maria SS. Ausiliatrice S. E. Mons. Donato Velluti-Zati, arcivescovo di Patrasso. In sede diversa si svolsero due accademie commemorative del Centenario della Celeste Regina, molto ben riuscite, anche per l'esecuzione accurata di scelta musica.
A Cotignola, provincia di Ravenna, la divota. famiglia Graziani, che ebbe sempre grande divozione a Maria Ausiliatrice, promosse un triduo ed una festa solenne. Il giorno della festa numerose furono le S. Comunioni. Alle 10 cantò messa solenne il direttore dell'Istituto Salesiano di Faenza, mentre un coro di quegli alunni eseguiva una bella messa del maestro Stein.
Il nostro Missionario Don Innocenzo Montanari fece il panegirico infra missam, ed alla sera tenne pure una conferenza sull'azione salesiana fra gli emigrati italiani di New-York.
La devozione che i cotignolesi portano all'Ausiliatrice va ognor crescendo, poiché la Madonna invocata sotto questo titolo li ricompensa con speciali favori.
A Napoli, volendosi festeggiare Maria SS. Ausiliatrice, si tenne la conferenza ai Cooperatori nella Chiesa parrocchiale della Rotonda il 3o maggio. Alle 10 celebrò la Messa pontificale il Parroco Mons. Francesco Popolo, e salì in pergamo, il prof. D. Tommaso Chiappello. Ricordò il motivo del pio convegno, poi con felice brevità accennò alle difficoltà immense che incontrò il Ven. D. Bosco e che felicemente superò mercé l'Aiuto di Maria Ausiliatrice, per condurre a termine l'opera sua. Concluse mandando un caloroso plauso alla carità napoletana ed animando vivamente l'eletto stuolo di benefattori presenti ad aiutare i figli di D. Bosco, che lavorano al Vomero. Mons. Enrico Marano impartí la Benedizione pontificale.
Lo stesso giorno gli alunni del nostro Oratorio festivo, in numero di circa duecento, si accostarono alla Mensa Eucaristica. La funzione si svolse alternando le preghiere a canti armonizzati, e finí con la Benedizione Eucaristica. Nel pomeriggio, nel cortile cambiato in vero anfiteatro, affollatissimo, la squadra « Partenope » esegui uno svariato saggio ginnastico. Il trattenimento si chiuse col canto dell'Inno Salesiano eseguito da tutti i gio vanetti dell'Oratorio, i quali si ebbero da Mons. Laviano, a ricordo della festa, un quadretto di Maria SS. Ausiliatrice.
Solennissimi furono pure i sacri riti celebrati nell'Istituto Salesiano di Catania la domenica 30 maggio, resi piú imponenti dalla partecipazione di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Emilio Ferrais, Ausiliare di quell'Em.mo Card. Arcivescovo. Predicò il triduo di preparazione e disse il panegirico il sac. Francesco Di Gaetano. Sua Eccellenza presiedé la bella accademia musico-letteraria, tenutasi la vigilia in onor suo e di Maria Ausiliatrice; celebrò all'indomani la messa della Comunione Generale, e la sera prese parte alla devota processione che si svolse nell'interno dell'istituto, illuminato a notte a luce elettrica. Con la festa di Maria Ausiliatrice si chiuse l'anno scolastico, essendo stato l'istituto trasformato in ospedale militare.
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A Figline Valdarno fu un continuo fervore che si manifestò nell'accorrere ad ascoltare la parola di Dio e nell'accostarsi ai santi Sacramenti, dal 23 aprile al 24 maggio, in cui si compi una devota processione nell'interno dell'Oratorio.
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Il primo centenario della istituzione della festa di Maria Ausiliatrice, venne anche festeggiato a:
San Severo nelle Puglie. Il giovedí 27 maggio vi fu un'assemblea di cooperatori e di cooperatrici sotto forma di conferenza salesiana, e poi fu dato principio al triduo di preparazione in onore della Vergine benedetta. La domenica mattina 30 maggio vi fu l'iscrizione di molti soci alla Pia timone dei di voti di Maria Ausiliatrice, eretta nell'Oratorio Salesiano, indi messa, durante la quale molti giovanetti si accostarono alla Mensa Eucaristica. Per la funzione religiosa del pomeriggio la cappella era interamente gremita. Dopo la Benedizione solenne si passò tutti nel cortile, ove fu benedetta una statua di Maria Ausiliatrice, collocata in un'aiuola del cortile stesso a ricordo del centenario.
Bronte. - La commemorazione ebbe luogo il 24 maggio, nella chiesa del SS. Rosario annessa al Collegio Maria, la cui direzione è affidata alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Per le attuali circostanze ebbe puro carattere religioso, e non poteva riuscire piú bella e piú commovente tanto per il numeroso intervento di popolo, quanto per la fede viva che si sprigionò dai cuori dei presenti.
Più di 400 giovanette si accostarono alla S. Comunione, e 50 per la Ia volta. L'Arciprete, assistito dal Clero locale, cantò messa solenne. Alla sera disse il discorso di circostanza il rev.mo Can. Gregorio Biaso.
Abbiamo ricevuto brevi relazioni anche di devotissime feste celebratesi in molti istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ricordiamo tra essi quello di Buscate, ove si ebbe uno straordinario concorso di fedeli, con numerose prime comunioni, e nel pomeriggio una processione imponente.
GRAZIE E FAVORI (*)
Grazie, o Maria Ausiliatrice !
Da vari mesi la mia cara mamma, Maria Venturi Penati, di anni sessantatre, sentiva un grave malore di stomaco. Si consultarono diversi medici, ma tutti concordi dichiararono trattarsi di un tumore maligno, già molto radicato e diffuso, di cui non era piú possibile liberare la paziente con un'operazione chirurgica. L'esame radioscopico confermò e precisò purtroppo la gravissima diagnosi e noi tutti si viveva nell'angosciosa tema d'una catastrofe che, a giudizio di tutti i medici, non doveva esser lontana.
Una mia buona zia cercava un giorno d'infondermi coraggio e mi consigliò di fare una novena alla Madonna di Don Bosco, raccomandandole piena fiducia nella Madre Celeste. Seguii con fede tale consiglio e... oh! bontà suprema di Maria! fui pienamente esaudita; ottenni quel che non era umanamente possibile sperare: la guarigione della mia mamma! Nel quinto giorno della novena, essa, fra uno svenimento e l'altro, accusa un dolore fortissimo, quasi insopportabile, fra la cavità toracica e l'addominale. « Mio Dio, è il preludio della catastrofe!,» ci ripetiamo fra noi con angoscia disperante... Ma no, quell'acerba sofferenza preludeva invece l'immediata, completa, prodigiosa liberazione... ed emise il tumore nero, duro e di dimensioni impressionanti.
Ora la mia cara mamma è completamente guarita ed attende, senza piú avvertire il menomo disturbo, alle sue occupazioni domestiche. I medici non sanno spiegare scientificamente il fenomeno, ma noi proclamiamo con la più ardente e commossa gratitudine e con viva esultanza che la nostra mamma solo alla Potente Ausiliatrice deve la ricuperata salute! Oh! grazie, grazie, Maria!
Cotignola di Romagna, 24 giugno 1915.
GIULIANA PENATI TABANELLI.
Cremona. - Non invano ricorre a Maria chi in Lei ripone la sua fiducia! ed io l'ebbi tutta nell'invocarla per la guarigione della mia unica figliuoletta, che era vessata da fortissime febbri.
Scrissi subito a Torino perchè incominciassero una novena a Maria SS. Ausiliatrice; e dopo solo due giorni la mia bambina era quasi senza febbre, e cosí è andata sempre migliorando, finché terminata la novena, era completamente guarita. Piena di gratitudine, invio l'offerta per le opere di Don Bosco e rendo pubblica la grazia, pregando la SS. Vergine a tenere sotto il suo celeste manto la carissima piccina e tutta la mia famiglia.
25 febbraio 1915.
B. I. N.
Calosso. - Quant'è vero, che non si ricorre mai invano alla celeste protezione di Maria SS.! Mia figlia Teresa in Pavia venne colta da un forte nervoso alla testa che, in certi momenti, la rendeva come maniaca e, per ben quattro volve tentò darsi la morte, ma sempre ne venne scampata. Per ovviare ad ulteriori disgrazie, fu ritirata in una casa di salute e dopo sei mesi di cura si è perfettamente ristabilita.
Attribuisco tale guarigione alla potente Ausiliatrice cui, unitamente a mio figlio, pregai fervidamente per la povera demente, e insieme promisi un'offerta e la pubblicazione della grazia sul Bollettino Salesiano.
Sciolgo ora il debito della perenne mia gratitudine invitando tutti a ricorrere alla gran Vergine Ausiliatrice nelle proprie necessità e a unirsi meco per ringraziarla dell'ottenuto favore. Viva Maria Ausiliatrice!
24 febbraio 1915.
AMABILE SCAGLIONE.
Torino. -Da vari anni ero ammalata e i rimedi usati nulla valevano a ridonarmi la salute. Una notte, grandemente afflitta per questa malattia, e non potendo riposare, mi rivolsi con fiducia a Maria Vergine SS. Ausiliatrice, pregandola a volermi ridonare la salute promettendole di pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano. quella notte stessa cominciai a migliorare ed ora grazie a Maria Ausiliatrice mi trovo completamente guarita.
La SS. Vergine Maria Ausiliatrice sarà sempre il mio aiuto e conforto.
28 maggio 1915.
C.A.
Altre relazioni, inviate dai sottoscritti devoti di Maria SS. Ausiliatrice, ci pervennero dai luoghi seguenti
PIEMONTE: Agliano d'Asti - Alessandria - Alice Belcolle - Ayas - Bagnolo Piemonte - Bellinzago Novarese - Benevagienna - Biella - Bolzano Novarese - Borgomanero - Borgomasino - Borgo S. Martino - -Boscomarengo - Bosconero - Bra - Briga Novarese - Brignano Curone - Brusasco - Bussoleno - Buttigliera d'Asti - Cantavenna Monferrato - Caramagna - Cardè - Carmagnola - Casa bianca - Casale Monferrato - Cassano Spinola - Castelboglione - Castellamonte - Castino - Cavatore - Cerrina Monferrato - Champorcher - Chivasso -
Cisterna d'Asti - Condove - Cornegliano d'Alta- Costigliole - Cumiana - Dogliani - Domodossola - Dronero - Entraque - Fenillia Frassinello Monferrato - Frassineto Po - Gattinara - Gisola - Gottasecca - Isola d'AstiIvrea - Lusiglié - Mandello Vitta - Mezzenile - Mirabello - Mombercelli - Moncestino - Mondoví - Montanaro - Montegiove - Monticello d'Alba - Moretta - Morozzo - Nizza Monferrato - None - Novara - Novaretto - Omegna - Ormea - Osasio - Ovada - Paesana - Perosa Argentina - Peveragno - Piccolo S. Bernardo - Piossasco - Re di Val Vigezzo -Riva di Chieri - Roasio - Rodallo - Saliceto - Saint Vincent - S. Benigno - San front - S. Giorgio Canavese - S. Marzano Oliveto - S. Mauro Torinese - S. Salvatore Monferrato - S. Maria Maggiore - S. Vittoria d'Alba - S. Stefano Roero - Scarmagno - Settimo Rottaro - Sordevolo - Susa - Ta vagnasco - Terzo d'Acqui - Torino - Trezzo Tinella - Trino Vercellese - Varengo M.° - Vercelli - Virle Piemonte - Vische Canavese - Volpiano - Volvera.
LOMBARDIA: Bergamo - Bogliacco - Bollate C. Sole - Breno - Brescia - Buscate - Busto Garolfo - Caidate - Casei Gerola - Cassolnovo - Cegni di Casanova di Destra - Cesano Maderno - Codevilla - Corbetta - Cortenedolo - Cortenova - Fego di S. Margherita - Garbagnate Monastero - Iseo - Laveno - Lodi - Lovero Valtellino - Lumezzane S. Sebastiano - Mairano - Mantova - Melzo - Merlino - Milano - Moggio - Morbegno - Oggiono - Pavia - Pian Camuno - Piazzo Alto - Pieve del Cairo - Piabega - Premadio - Prato S. Pietro - Rovello - S. Giorgio Lomellina - S. Giovanni Bianco - Scaldasoie - Sesto Calende - Sonico - Stradella - Tradate - Vertova.
VENETO: Asiago - Bassano Veneto - Cà di David - Camalò - Caprino Veronese - Castelnuovo Veronese - Cittadella di Padova - Cornedo - Crosta - Fiesso d'Artico - Fiume Veneto - Fonte - Fonzaso - Gambellara - Galmico di Palmanova - Lorenzago - Negrar - Poianis di Prepotto - Ponzano - Pordenone - Porpetto - Prata di Pordenone - Puia di Pordenone - Roverchiara - S. Daniele del Friuli - S. Leonardo d'Udine - S. Pietro di Morubio - S. Stefano di Cadore - Sommacampagna - Stallavena - Tarcento - Turrida di Sedegliano - Valle di Cadore - Vicenza - Vittorio - Vivaro.
LIGURIA: Andora Stazione - Bordighera - Cairo Montenotte - Campoligure - Campomorone - Carro - Chiavari - Cicagna - Ellera - Finalmarina - Genova - Larvego di Campomorone - Moneglia - Montecalvo ligure -- Oneglia - Porto Maurizio - Ri Chiavarese - Rocchetta Ligure - S. Stefano al mare - Spezia - Stella S. Martino - Varazze.
EMILIA: Bologna - Borgotaro - Ganeso - Castel S. Giovanni - Castel S. Pietro - Cento -Comacchio - Cona - Faenza - Ferrara - Fontanellato - Gambulaga - Lugagnano - Mezzano di Romagna - Ponte dell'Olio - Ravarrano - Reno Inferiore di Tizzano - Rimini Sasso Morelli - Zibello.
MARCHE: Acquacanina - Ripe - S. Elpidio a mare.
TOSCANA: Casola in Lunigiana - Filetto - S. Pellegrinetto - Varano - Villafranca in Lunigiana - Figline Val d'Arno - Firenze - Navacchio - Pisa - Volterra.
LAZIO E UMBRIA: Frascati -- Genzano di Roma - Roma - Pila sul Gromolo.
NAPOLETANO: Atina - Brindisi - Caserta - Gaeta - Gallico - Ortona a Mare - Piedimonte d'Alife - S. Giovanni Rotondo - Trofa.
SARDEGNA: Ales - Atzara - Bosa - Genoni - Lula - Mandas - Mogoro - Murri - Oliena - Santadi - Settimo S. Pietro.
SICILIA: Acicatena - Aragona - Barrafranca - Belpasso - Bivona - Caltanisetta - Caltavuturo - Castiglione di Sicilia - Castrogiovanni - Catania - Comitini - Mirto - Nunziata - Palagonia - Palazzo Adriano - Palma Montechiaro - S. Giovanni Gemini - S. Domenica Vittoria - S. Venerina - Sciava - Terranova Sicula - Termini Imerese - Valguarnera Sicula - Vizzini.
SVIZZERA: C. Ticino Locarno - Mendrisio - Isola di Malta - Gozo (Vittoria).
AMERICA: (Argentina) Buenos Ayres - (Brasile) Recite - (Stati Uniti) Paterson.
Quelli che ottennero grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di .S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, sono i seguenti:
A) A. C., 5 - A. C. C., 5 - A. D. R., 2 - A. CH., 50 - A. M., 20 - A. S., 6 - Actis Anna - Agosti Maddalena, 3 - Albenga (Famiglia). - Albertazzi Giovanni, 5 -Aleo Costa Filippo, 2,50 - Alessandroni Giuseppina in Moyne, 8 - Alessi Rosina, 5 - Allegrezza Maria, 30 - Allocco Margherita - Ambrosini (Famiglia), 3 - Arcari Maria, 25 - Arduino Cecilia, 5 - Anatano Palmira, 2.
B) B. E., 5 - B. G., 5 - B. G. - B. G., io - B. L., 30 - B. M., 5 - Ballo Rosetta, 4 - Balme Ved. Danna Caterina, 2 - Banfi Carlo e famiglia, 6 - Barbagallo Teresa e Maria, 8 - Barbero Michele, 2 - Beano Alessandro, 5 - Bellotti Martino, 2 - Benassi Carmenio e Carmine coniugi, 5 - Benassi Corvi Anna, 5 - Bendanti Raffaele, 5 - Berdini Giselda, 2 - Bertalotti Cav. Dott. Carlo, Notaio, i o - Bevilacqua Pier Isidoro, Maestro, 5 - Bianchi Maria, io - Boaldi Maria - Boccardo B. Maria, 5 - Bollo Caterina, 3 - Bollo Braccio Massimilla, 5 - Budini Modesta e altri, 22 - Bongiorno Serafina - Bongiovanni Maria - Bono Enrichetta, 8 - Bor Marta, 7 - Borgo Angela, io - Bosio Firma, 5 - Bottussi Maria in Marinig, 5 - Brambilla Maria in Crippa, 5 - Buscaglia Carlo, 2 - Bussi Carolina, io - Butera Scrimali D. Andrea, io - Butti Erminia, 6.
C) - C. D., io - C. R., 1,30 - C. Marianna fu Giuseppe, 5 - Cabrini Giuseppina, 3 - Calcaterra Colomba Suor Irene, 3 - Calvi Giuseppina, 6 - Angela Calzetta, 5 - Campagno Carolina, 5 - Cantamessa Paolo, 5 - Cantone Paolina, 5 - Carneri Achille, 5 - Famiglia Carrera, 17 - Carrera Ernesta - Famiglia Casanova, 5 - Cassola Amalia in Curone, 5 - Cavagna Giacomo - Celloi Maria, 5 - Celuda Alessandro, 3 - Chiampan Gerolamo, 5 - Chiarovano Margherita, 5 - Cimato Pietro, io - Cirrito Giuseppina in Sciarino, 3 - Civalleri Caterina, io - Clementi Elena, 2 - Cocco Paolo, 7 - Colnoetti Giovanni, 2 - Camardi Concetta in Mauro, 5 - Conciatori Maria, io - Confalonieri Eugenio, ioo - Confortini Cav. D. Confortino, 5 - Costa Angelo, 2 - Costantino Giuseppe - Cotta Maria in Premoselli - Cremaschi Andrea, 25 - Cretier Gedeone, 2 - Crisci Giuseppina, 13 - Cristino Pasquale, 5 - Crugnola Carolina, 5 - Cuter Teresa, 5.
D) - D. S., io - Dalmazzo Margherita - Damilano Carlo - Danese Ernesta - De Ca stella Antonietta - De Filippo Luisa, z - De Mario Marianna in De Candido, 2 - De Nicolai Carlo Chimico Farmacista, 5 - Delfino Giuseppina, 30 De Olazabal Enrichetta - De Vecchi Maria in Pellati, 5 - Un devoto di Maria - Diblasi Giuseppe di Angelo. 5 - Dotta Marietta, Maestra - Drappero Coniugi Ignazio e Maddalena.
E) - E. B. S., 5 -- E. V. Vittoria di Maria.
F) - F. P. F. A., 30 - C. L., P. Massimo, io - Fabris Maria, io - Falis Maisola Francesco, 2,50 - Fagiuoli Carolina in Ducati, 12 - Fantina Anna - Ferraris Antonietta, io - Festa Maria - Una Figlia di Maria, 2 - Figus-Spiga Giovanni, io - Filippini Cristina - Fioretti Assunta Ved. Caviglione, 2 - Fogal D. Pier Antonio, 5 - Forzani Giuseppe, 5 - Fossati Clara, 8,io - Fossati Margherita - Frattini Maria, 5 - Francino Adele - Fugazza Giuseppe.
G) - G.B.F., 5 - G. F., 6 - G. L., 5 - Gabetti C., 3 - Gaglielfo Fausto, 5 - Galieti D. Nazario, 6 - Gallini Giuseppa, 7 -Gallo Adelina, io - Gancia Raspini Rosa— 5 - Gandolfo Alfonso, z - Garbellini Angelo, 2 - Garbesi Groppi Carolina,5 - Garibaldi Ughetto Edvige, 25-Garibotto Rosa, io - Garzetti Ida, io - Gastaldi Adelina, 3 - Gedda Caterina - Ghiggia Paolina - Ghiotto D'Ippolito, io - Ghirardi Marianna, 2 - Giacomin Vittore di Angelo, io - Gianotti Anna - Gianotti Enrico, io - Giovanini Rosa - Giudice Giuseppina, i - Giutti Serafina Ved. Serafino, 5 - Gobbi Giuseppina Ved. Gilardi, io - Gratino Caterina, 2 - Graziano Marianna, 5 - Grazzotti Camilla, 20 - Guida Pierina - Guizzetti Caterina, io. 1) - Ielmorini Gottardo, 5.
L) - L. G. S. M., 7 - L. P., 5 - L. P., 2o - La Marca Irene in Falci - Lanza Caterina, 4 - Lanza Raffaele, 7 - Lanzarini D. Edoardo, g - Lassalaz Panfico, 2 - Leali Carlo, 5 - Lepori Ida, 5 - Lia Giovanni Battista, 25 Locatelli Bortolo, 5 - Ved. Longhi, 5.
M) - M. B., 20 E M. C., 22 - M. F., 5 - M. G., 5 - M. M., 25 - M. P. B., 6 - Maddonnini Giuseppe, 5 - Maggioni Teresa, io -- Magnano Angelina, 5 - Madia Teresa, 20 - Magrini Cesira, io - Malaspina Adele in Casari, 5 - Malaspina Bianca, io - Mancini Attilia, io - Marchisio D. Olindo, io - Marnaglietti Giuseppina, 5 - Marocchino Maria - Martini Nicolò, 6 - Martino Caterina, io - Maruzzi Lucia, 5 - Masia Alessandra in Carrara, 20 - Mastalli Maddalena fu Giovanni, 15 - Mazzucco Angelo, io - Mele M. Antonia, 15 - Mercando Angela, i - Mereu Lucia, 2 - Mezzullo Concetto di Pasquale, 2 - Migliardi Battista, 8 - Milone Emilia, 25 - Morcaldi Bambina, 5 - Morgando Giuseppe - Mosca Caterina - Mottino Battistina, 2 -- Mura Margh., 5 - D. Musso Biagio, 15 -Famiglia Muzio.
N) - N. N., 6o - N. N., 45 - N. N., 25 - N. N., 20 - N. N. a .. D. L. Bresciani, Parroco, 20 - N. N., 15 - N. N., 12 - N. N., io - N. N. io - N. N., io - N. N., 8 - N. N. 7 - N. N. 6 - N. N., 5 -- AN. N. 5 - N. N., 3,10 - N. N., 3 - N. N., 2-N. N. 1,50-N. N., 1,20 e altri trentaquattro anonimi - Antonietta N. - Navarra Giovina, io -- Navone Pierino, 5 -- Necco Maria Luisa in Ravizza, 2 - Nicosia Rosario, 5 - Noaglio M. Ved. Pagani, 5 - Nobile Enrichetta, io --- Nossassa Marietta, io - Nursia Giov. io.
O) - O. V. - Obert Giovanni Giuseppe, 5 - Felicina Osorti, 15 - Ottonello Maddalena.
P) - P. A., 7 - P. A., 5 - P. M., 5 - P. N. - P. O. B. - Paderi Rita, io - Panetti Rosa, 2 - Paoloni Gio. Battista di Riccardo, 5 - Pascut Giuseppe, 7.50 - Pasi Allegri Elvira, 5 - Patri Giuditta, 5 - Pattoni D. Lodovico, 5 - Pavia Luigi, 5 - Penna Lucia, r - Pensotti Teresa, io - Pernigotti Avv. Giuseppe, 40 - Pesavento Maria in Landi, 5 - Pesce Comm. Vincenzo, ioo - Petiti Giuseppina, 3 - Piazza Lia in Gregori, io - Pisano Adelina, i - Poggi Tommaso - Poli Fanny, io - Ponsiglione Concetta, 5 - Porcella Raffaella, 5 - Porcellini Arcangelo, 5 - Potenza Vincenzina in Militello, lo - Pozzo Antonio, 2 -Predevello Fioravante, 4 - Prevignano Giuseppina, 5 - Giuseppe Prono, - Pugolotti Domenico, 3 - Puiatti Giovanni, 5.
R) - R. E. - E. T., 20 - Radaelli Rosalia-, 6 - Famiglia Raffa, 4,50 - Ranza Maria, 2 - Recalcati Emilio, 5 - Reforgiato Cristina, 5 - Regis Maddalena - Ressa Mary, 5 - Revelli Nina Arrigo, 5 - Robino Giuseppe - Romano Maria, 7 - Rondano Pietro, 5 - Rosselli Elena in Del Turco, 5 - Rossi Domenica Ved. Candolini, io - Ruella Carolina, 5 - Ruffiero Rosa, 7.
S) - S. A., 5 - S. C., io - S. M. M. - S. P. V., 5 - Sacco Enrico, 6 - Salette Giuseppina, i - Saluzzo Padre Francesco delle Scuole Pie, 7 - Sanneris Can. Dr. D. Michele, Vicario Generale, io - Sarrugeri Carlo, 5 - Savin Battista fu Pacifico, 4 - Savojini Prudente, 4 - Famiglia Scagliotti - Scarmich Angela, 5 - Sciarotta Domenica, 5 - Sferazza Giuseppina Sirio Matilde Ved. Tavallini, 5 - Sirito Marietta, 1,20 - Sisinna Rosina, 3 - Soldini Angiolinetta, io - Sonetti Dorotea, 5 - Sorelle Sonzogni, i - Sorbello Giuseppina, 5 - Spalla Lucia ,5 -- Sparta Michele fu Francesco, 3 - Stresia Fortunata, 3.
T) - T. C. - T. T., 5 - Tecchio Angelo e Maddalena, g - Termignon Anna, 15 - Terranova Fortunata di Giovanni, 3 - Testa Clara, 5 - Torta Caterina, 3 - Trotta Erminia, 5 -Tullui Luciana, 3.
U) - Ulla Fiorenza, 2 - Una famiglia a mezzo di D. Giovanni Granata, 2.
W) - Wasserm Maddalena, 27,50.
V) - V. G., F., 5 - Valla Francesco, 2 -- Varetto Giuseppina, 3 - Vazzola Caterina, 6 - Vendemmia Francesco, 5 - Vignato Domitilla, 5 - Vita Consoli, 30 - Vuillermin Maria, 5 - Vusio Adele, 5.
Z) - Zagarese Giulia, 1,50 Zambotta Elisa, 25 - Zamperetti Angela - Zampieri Gelmina, 5 -Zampieri D. Pietro, 5 - Zangirolami Teresa - Zanon Teresa, i5 - Zarattini Speranza, 2 Zavaroni Marietta, 5 Zeli Anna, 5 - Zucca Scala Giuseppe, 6 - Zunino Edoardo, 21.
Il 24 corrente nel Santuario di Valdocco si ripeteranno le solenni funzioni secondo le intenzioni del S. Padre.
Commemorazioni del Ven. Don Bosco
L'omaggio di Venezia. - Imponente l'attestato di stima e di affetto, dato al Ven. Don Bosco, presente il suo Successore, il 6 maggio u. s. dal fior fiore del Clero e del Laicato di Venezia. Alla destra di D. Albera sedeva l'ill.mo e rev.mo Mons. Brunetti Vicario Generale Capitolare, e alla sinistra il nob. Avv. Luigi Tagliapietra, Assessore Comunale, espressamente delegato dal Sindaco di Venezia, Conte Filippo Grimani, a rappresentare il Comune.
Tutt'intorno, in tutta l'ampiezza del salone dell'Istituto Patronato a Castello, erano molte famiglie patrizie, illustri membri del clero, della magistratura, dell'esercito e un numero grande di Cooperatori e Cooperatrici. Ricordiamo il Conte e la Contessa de Mori, Mons. Pantaleo, Mons. Previtali, Mons. Cattin, Mons. Paganuzzi, Mons. Jeremich, Rettore del Seminario, Mons. De Bianco, gli assessori comunali Cav. Valsecchi, Rag. Biraghi e Avv. Cav. Pesenti, Dott. Centanini, Conte Ing. Bullo, Avv. Cervellini, Avv. Candiani, Cav. Tessari, Dott. Dei Poli, Cav. Penassi, Rag. Sclliszzi, Conte Avv. Paganuzzi, Avv. Vian, Dott. Ciazzi, Maggiore Cav. Cogliolo, Contessa Persico Della Chiesa, sorella di Sua Santità, Contessa Soranzo, Marchesa Paolucci, Contessa Sardagna, Contessa Rocca Lucca, Contessa Morosini, Contessa di Robilant, Contessa Connestabile della Staffa, i Direttori didattici Cav. Agostini e Scarpa, il Dott. Saccardo, i direttori e rappresentanti di vani Istituti cittadini e Circoli cattolici e una larga rappresentanza del Clero secolare e regolare della città: un'assemblea imponentissima.
L'Avv. Prof. Emilio Cav. Pasenti tenne il discorso, e così esordiva eloquentemente
« Come dopo lo scrosciar della folgore e l'infuriar della tempesta, sul cielo - ancora tutt'avvolto da nubi - fa breccia un raggio benefico di sole che « ogni cor rallegra » e finisce col trionfare glorioso sull'orizzonte, portatore d'un mare mirabile di luce, di colori, di scintilifo e di festa; così ad un periodo sociale saturo di odi, di minacce, di sterminio, di sangue, di prepotenze, di ribellioni al cielo e alla terra, alle autorità divine ed umane, vediamo sempre far seguito l'età del pentimento, della riabilitazione, del ritorno alla saggezza, alla concordia, al rispetto, all'amore. E in queste età benefiche certo la Provvidenza - con tratti eloquenti dell'inesauribile Sua bontà - crea e dona giganti del pensiero e dell'azione, della scienza e della carità, della dottrina e dell'amore, muniti di forza soprannaturale, perché sorretti e guidati da Dio; i quali trasformano gli uomini, modificano i tempi, trascinano l'umanità dalla china di perdizione all'ascesa verso la virtú, con un lavorio incessante ed energico delle coscienze, dalle passioni e dalle dottrine settarie pervertite e rovinate.
» Cosí - per tacere di molti altri - all'opera di scristianizzazione, in tempi delle invasioni barbariche, oppone quella magnifica e infaticabile del Pontefice Gregorio Magno; alle aberrazioni e violenze degli Albigesi l'eloquenza, e la pietà di Domenico di Guzman; alle ribellioni della Germania, della Svizzera, dell'Inghilterra, di parte della Francia, per le riforme di Lutero, di Zuinglio, di Calvino, di Arrigo VIII, quella sapiente e regolatrice del Concilio di Trento e di mille ordini Religiosi, fra i quali emerge gigante ed atleta la Compagnia di Gesú, ch'ebbe a padre Ignazio di Lojola; e finalmente al periodo sovvertitore d'ogni principio si divino che umano (quale fu appunto quello della Rivoluzione Francese, col suo divorzio completo dalla Chiesa di Cristo, col culto ufficialmente riconosciuto del piú laido e sozzo materialismo e sensualismo, col riconoscimento d'un diritto solo, quello della violenza la piú brutale e la piú feroce), l'azione di due anime belle e care, di due menti superiori, di due cuori, tutto dolcezza ed amore:
Federico Ozanam e Giovanni Bosco.
» Non è inopportuno, né artificioso questo magnifico binomio; poiché se noi potessimo per un istante' solo approfondire l'indagine - con diligente analisi - sulla vita e sulle opere dei due sommi, non ci sfuggirebbe affatto come entrambi, pur seguendo indirizzo diverso, fecero scopo dell'esistenza loro un identico obbietto nobile e santo: i poveri e l'educazione della gioventú.
» E certo però che piú vasta, piú perfetta, piú efficace è quella dell'umile e santo sacerdote di Castelnuovo d'Asti. Su Lui riscontriamo, passo passo seguendo la troppo breve sua vita, posato lo sguardo di predilezione della Provvidenza. Dai primi anni della sua carriera mortale, da quell'età che per gli altri è di spassi, di divertimenti, di spensieratezza, fin dalla puerizia si notano in Lui segni manifesti dell'avvenire che l'attende, della gloria elle Gli è serbata, dell'unanime venerazione che il mondo intero ai suoi piedi dovrà deporre....».
Il rev.mo Mons. Vicario Capitolare aggiunse enfatiche parole e la nobile adunanza applaudiva freneticamente i telegrammi del S. Padre e del Patriarca eletto Mons. La Fontaine.
L'inaugurazione di un busto a Cagliari. - L'ultima domenica di maggio, nell'Istituto Salesiano di Cagliari, alla presenza dell'Arcivescovo S. E. Rev.ma Mons. Rossi, dei Cooperatori Salesiani e di un'eletta moltitudine di signori e signore, s'inaugurava, a ricordo del Centenario di Don Bosco, un busto di lui, collocato sulla porta d'accesso al porticato.
L'avv. Luigi Colomo illustrò la figura del Venerabile mettendone in vista le altissime doti di apostolo e di santo, celebrando l'opera sua attiva e indefessa esercitata a vantaggio della gioventú, oggi sempre piú fiorente per lo zelo dei suoi figli.
Dopo l'applaudito discorso, tra nuovi applausi scroscianti cadeva il velo che ascondeva il busto del Venerabile.
Il busto è assai somigliante e posa su una mensola svelta ed aggraziata. Ai lati sono fissate due lapidi in marmo, pronte ad accogliere i nomi dei benefattori dell'Opera Salesiana di Cagliari, e in esse son già quelli di S. E. Rev.ma Mons. Pietro Balestra, signor Gaetano Garzia, Donna Carlotta Coiana Sartorio, comm. Luigi Merello, donna Colettina Thorel Giera e signora Clelia Valle.
Dopo l'avv. Colomo parlò la nobil donna Elisa Coiana beone, tracciando alle signore un programma di apostolato salesiano.
Indi lo studente Claudio Atzi tessé un serto nobilissimo a Don Bosco, a nome degli ex-allievi salesiani; il sig. Claudio Villasanta disse di Don Bosco e della stampa cattolica in modo splendido e commovente; e il direttore dell'Istituto destò il piú vivo interesse svolgendo con la consueta facondia un tema di grande importanza: l'opera degli Oratori festivi in Cagliari.
Tutti gli oratori furono caldamente applauditi, e vivissimi applausi salutarono il conte avv. Anrico Sanjust e l'Arcivescovo Mons. Rossi, che, a conclusione della cerimonia, vollero portare il contributo della loro eloquenza.
Quindi nella cappella dell'Oratorio, alla presenza dell'Arcivescovo, degli invitati e degli alunni, assiepanti anche il vasto porticato, il rev.mo Dott. Mario Piu, direttore diocesano dei nostri Cooperatori, intonava il Te Deum ed impartiva la Benedizione Eucaristica.
Nell'Istituto Don Bosco di Verona, il giorno del Centenario dalla nascita del nostro Venerabile Padre ebbe luogo una modestia festicciuola per l'inaugurazione di un busto di Don Bosco nell'atrio d'ingresso.
Non si fecero inviti; presenziavano soltanto il Direttore del Comitato Salesiano Mons. Serenelli, il Vice-Direttore Mons. Grancelli, il Conte Comm. A. M. Cartolari, qualche sacerdote ed amico.
« Notammo anche - scrive il Verona Fedele - parecchi de' Salesiani richiamati sotto le armi. Dopo un inno in musica, il Direttore dell'Istituto spiegò il perché della cerimonia semplice e modesta: disse che non si poté avere per la circostanza il busto in marino, il quale, mediante la generosità degli amici dei Salesiani, verrà eseguito per i festeggiamenti solenni e invitò Mons. Serenelli a rimuovere il drappo che nascondeva il busto provvisoriamente collocato.
»Indi Mons. Grancelli tenne una bellissima commemorazione, mostrando che veramente Don Gio. Bosco fu, come il Giovanni di Zaccaria, homo missus a Deo, ut testimonium, perhiberet de lumine. Ei rese con l'opera sua testimonianza a Gesú che è luce di vita e di verità. Toccando di quest'opera applicò a Don Bosco nelle singole circostanze la parabola del Samaritano letta appunto nel Vangelo di iermattina; e conchiuse auspicando al giorno nel quale sarà decretato dalla Chiesa a Don Bosco l'onor degli altari ».
La proposta di un ex-Allievo.
Leggevamo nell'Avvenire d'Italia del 17 agosto:
L'ex-allievo salesiano, sig. Tommaso Marcheselli di Bologna, nell'occasione del primo centenario della nascita di Don Bosco ci scrive per suggerire una sua proposta. Premesso che l'Opera Salesiana trae ogni sua forza dalle sorgenti della carità mondiale, il proponente cosí si esprime: « Si sono vantate le benemerenze della Pia Società Salesiana, e l'eroismo dei civilizzitori e degli educatori, l'opera gentile e benefica di italianità da essa compiuta all'estero; ma non si è fatto il calcolo delle spese grandiose che in questo lavoro, che deve avere un suo eletto morale sicuro e imperituro, hanno dovuto incontrare. Ora, chi può, chi deve appoggiare l'opera di Don Bosco? La mia proposta è povera ed è semplice: mi chiedo se forse possa valere qualche cosa in questo momento, in cui, da Torino, vengono a noi gli echi delle manifestazioni salesiane! Non potrebbero adunque tutti i buoni cittadini, in omaggio alla memoria del Grande di cui ricorre il Centenario, iscriversi fra i cooperatori salesiani? La cosa non è difficile: la quota annua è minima, alla portata di tutte le borse, anche le piú modeste. Io credo che se quanti sono i lettori dell'Avvenire facessero propria la mia proposta e volessero lanciarla per le case, per le officine e per i campi, ottenendo che solo il dieci per cento degli italiani si iscrivessero nelle file di quei Cooperatori che formano la vera forza della Società Salesiana, non solo le sarebbe assicurato e consolidato l'avvenire; ma le sue opere, in tempo relativamente breve, diventerebbero cosí giganti da togliere agli avversari velleità di nuove lotte inique contro i migliori educatori della nostra gioventú ».
Grati a chi lanciò e a chi pubblicò la buona idea, abbiam voluto comunicarla ai nostri lettori, perché essi vogliano darle per i primi pratica diffusione. Gl'indirizzi delle benemerite persone che desiderano essere iscritte fra i Cooperatori Salesiani siano inviati al nostro Rettor Maggiore Don Paolo
Albera, o ai Direttori delle varie Case Salesiane„ o all'Ufficio del Bollettino Salesiano, Via Cottolengo, 32, Torino.
Il missionario D. Balzola.
Il nostro Missionario Don Giovanni Balzola, - come a suo tempo annunziammo - fu incaricato dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide di visitare la Prefettura Apostolica del Rio Negro in Brasile, affidata dal compianto Pio X alla Pia Società Salesiana. Or egli, il 10 settembre u. s., reduce dalla visita accennata, è giunto a Torino, dove non era piú tornato da diciassette anni. Lo accompagna un giovane meticcio di quelle terre, che fu battezzato nella nostra Chiesa del S. Cuore di Gesú in S. Paolo, il 16 agosto u. s.
In questo suo ultimo viaggio dal Matto Grosso a Rio de Janeiro e al Rio Negro, e dal Rio Negro a Rio de Janeiro e poi in Italia, Don Balzola ha percorso né piú né meno di trentamilasessanta chilometri!
Speriamo di pubblicare alcune sue note di viaggio fin dal prossimo numero.
Nell'Associazione S. Cecilia.
Sn proposta della Presidenza dell'Associazione Nazionale di S. Cecilia e previa l'adesione Consiglio Direttivo, l'Eminentissimo sig. Card. Bisleti, Protettore dell'Associazione, ha nominato alla carica di secondo Vice-Presidente, rimasta vacante con la morte dell'ill.mo sig. Conte Francesco Lurani, il salesiano Don Giovanni Battista Grosso, delegato regionale per la regione piemontese.
Congratulazioni all'esimio e attivissimo propagandista di canto gregoriano in Piemonte.
GLI EX-ALLIEVI
NEL BRASILE. - Continuano il loro lavorio affettuoso, alacre, incessante.
L'Unione di Rio de Janeiro ha fondato un suo periodico quindicinale: « O Mensageiro ». Da esso apprendiamo come fra quei soci siano fiorenti due opere assai opportune: una Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli e una Lega per la Comunione frequente. Ed una terza, non meno preziosa, è quella che si organizza in questi giorni: la Lega Sociale di Moralità allo scopo di arrestare e annullare la diffusione di libri e stampe immorali.
Un altro periodico è sorto a Bahia, dal titolo A Tribuna : è mensile e anch'esso rispecchia l'attività e lo zelo di quei valorosi ex-Allievi.
TRINO VERCELLESE. - L'Oratorio Sacro Cuore di Trino Vercellese ha felicemente compiuto il quinto lustro di vita operosa e benefica, che si esplica in un Oratorio festivo, un Convitto e una Chiesa pubblica.
L'Oratorio festivo accoglie nell'inverno circa 300 giovani (tra piccoli e grandi) e circa 250 nelle altre stagioni), e ad essi l'insegnamento della dottrina cristiana è dato in aule apposite e con metodo scolastico. .
Il Convitto è una succursale della Casa Centrale di Torino, per orfanelli che frequentano le classi elementari. Pochi sono i Convittori che pagano una modesta retta. Alle scuole sono ammessi anche vari esterni. In tutto si hanno normalmente un'ottantina di alunni, che dànno gli esami, con buon esito, nelle Scuole Comunali del luogo.
La pubblica Chiesa del S. Cuore è molto frequentata dal popolo del rione. In essa è in fiore la divozione a Maria SS. Ausiliatrice cui viene dedicato il 24 di ogni mese; e si fan pure funzioni particolari la prima domenica e il primo venerdí del mese ad onore del S. Cuore di Gesú.
Il XXV° di questa Casa Salesiana si festeggiò in marzo, in occasione della visita del nostro Superiore Generale.
Il di solenne fu preceduto da un triduo di conferenze sociali, dettate dalla fluida e toccante parola del Can. Prof. Emiliano Pasteris.
Le funzioni del mattino si svolsero nella chiesa parrocchiale con gran concorso di popolo. Dopo i vespri, presente una folla immensa che gremiva la piazza e le adiacenze, il Prevosto Can. Teol. Don Francesco Rosso prese la parola all'aperto e tenne il discorso commemorativo. Quindi si scoperse una lapide sulla facciata dell'istituto, colla seguente iscrizione:
« Sensibile agli impulsi del Vangelo e del Vicario di Gesú Cristo, il Teol. Mons. Silvino Nervi, Prevosto Vicario For. di Trino, Cameriere Segreto di S. S. Leone XIII, coadiuvato dai parrocchiani, erigeva e nell'anno 1881 inaugurava la Chiesa del Sacro Cuore e l'annesso Oratorio Maschile, dove la Gioventú Trinese ricevesse l'istruzione religiosa e trovasse assistenza specialmente nei giorni festivi. I Salesiani di Don Bosco, ricorrendo l'anno 25° da che il venerato Prevosto loro affidava Chiesa e Oratorio, pongono, plaudente la Cittadinanza, questa lapide a ricordo di lui e del suo zelo. - 14 marzo 1915 ».
Segui una brillante e ben riuscita accademia musico-letteraria, durante la quale giunse il seguente telegramma:
« Santo Padre invia, con effusione, benedizione apostolica Rev.mo D. Albera, Prevosto Teol. Rosso, Salesiani, Cooperatori, allievi ed ex-allievi adunati ricorrenza venticinquennio Istituzione .Mons. Silvino Nervi. - Cardinal GAsPARRI.
Applauditissime furono anche le adesioni di S. Ecc. Mons. Arcivescovo di Vercelli, dell'Avv. Cesare Delmastro, Sindaco di Gattinara, patria di Mons. Nervi, e del Prevosto di Gattinara Don Andreoletti.
VIEDMA. (Rio Negro - Repubblica Argentina). - In memoria di Don Garrone. -La domenica di Pentecoste, 23 maggio u. s., nel camposanto di Viedma s'inaugurava un monumento marmoreo eretto a cura di un apposito Comitato di ammiratori, sulla tomba del Missionario Salesiano Don Evasio Garrone. Le alunne del Collegio Maria Ausiliatrice, gli alunni del Collegio S. Francesco ,di Sales e i soci del Circolo Operaio Cattolico, con i loro vessilli abbrunati, si recarono in corteo alla cerimonia. Al Camposanto li attendeva una folla di popolo commosso, sempre memore dell'esimia carità del compianto Missionario, che dotò Viedma di un Ospedale e di una farmacia che fan tanto bene ad infermi di ogni classe sociale. Erano presenti tutte le autorità, molte signore e la Commissione promotrice del Monumento, con la presidente signora A. Lanza, la quale, compiuta la benedizione rituale, disse della soddisfazione che provava nel veder l'opera compiuta. Quindi fu letto un nobile telegramma dell'eccellentissimo Signor Governatore del Territorio, assente da Viedma, il quale diceva tutto il suo cordoglio per non poter presenziare l'omaggio « che era pegno non equivoco dell'ammirazione e del ricordo costante dei Popoli del Rio Negro » alla memoria del « Cavaliere senza macchia, che per bontà di carattere e per sentimenti altruistici si sentiva amichevolmente e affettuosamente legato a tutti quelli che lo avvicinavano! »
« Italiano di nascita, soggiunse il dott. Francesco Pierrafreccia attuale direttore dell'Ospedale, Don Garrone traeva dall'Italia tutti gli entusiasmi che quella terra incantevole sa ispirare; per lui l'infermo non era né un povero né un ricco, né un plebeo né un patrizio; era anzi tutto e sopra tutto un uomo sofferente, e perciò ogni visita che faceva ed ogni ricetta che dava questo prete medico era accompagnata da una parola di conforto, ben sapendo che l'uomo, come non vive di solo pane, cosí quando è infermo non guarisce soltanto con medicine ».
In fine rivolse belle parole di ringraziamento ai presenti e a tutta la popolazione il direttore del Collegio Salesiano, Don Francesco Manachino.
Em.mo Card. Serafino Vannutelli.
Nella notte del 18 al 19 agosto si è placidamente addormentato nel Signore quest'eminentissimo Principe di S. Chiesa, nato il 26 novembre 1834, in Genazzano, da antica e cospicua famiglia. Dire delle sue virtú e dei suoi meriti insigni non è còmpito nostro. Di lui cosí scriveva all'Em.mo Card. Vincenzo il S. Padre Benedetto XV la mattina stessa del 19 agosto: Le condoglianze possiamo e dobbiamo farcele a vicenda, perché la perdita del Cardinale Serafino Vannutelli segna un grave lutto non solo per la famiglia a cui apparteneva, ma anche per tutta la Chiesa, che egli ha sempre servito con intelligenza ed amore.
Noi per il venerando virtuosissimo Estinto chiediamo una prece a tutti Cooperatori, la quale sia pure di balsamo all'animo angosciato dell'Em.mo suo Fratello, Card. Ponente, o Relatore, della Causa del Servo di Dio Domenico Savio.
Em.mo Card. Claudio Vaszary.
L'Em.mo Card. Claudio Vaszary, Primate di Ungheria, travagliato già da vari anni da gravi infermità, cessava di vivere il 3 settembre u. s. Di famiglia nobilissima, educato all'amore e alla pratica della religione sulle ginocchia materne, rinunziò alla vita agiata della famiglia e entrò nell'ordine di S. Benedetto, nel quale lo splendore delle piú elette virtú lo fece salire alla prima carica di Arciabate. Beato lui, che corrispose generosamente alla voce di Dio! Il suo esempio sia di sprone a tanti giovanetti.
L'Em.mo era nostro insigne Cooperatore e noi, dolenti di non poter far giungere ai cari Cooperatori di Ungheria l'espressione della piú vive e sincere condoglianze, vogliamo raccomandata l'anima benedetta del defunto Porporato ai nostri lettori.
Em.mo Card. Benedetto Lorenzelli.
Una terza volta l'Angelo della Morte ha visitato il S. Collegio in amen di un mese! La notte dal 15 al 16 settembre egli scendeva a S. Miniato e tornava al cielo con l'anima dell'Em.mo Card. Lorenzelli.
Questo dotto Porporato continuò fino all'ultimo ad attendere ai suoi studi filosofici, ai quali dal suo eletto ingegno e dalla sua profonda dottrina era particolarmente portato, e si deve a lui il ristabilimento dell'insegnamento tomistico in tutti gli Istituti Ecclesiastici di studi superiori.
A Lui che tanta stima e venerazione nutriva per Don Bosco e per Domenico Savio, l'omaggio della nostra affettuosa riconocsenza.