PELLEGRINAGGIO A MARIA AUSILIATRICE IN TORINO
PARTENZA CON QUALUNQUE TRENO
nei giorni 21-22 e 23 - 24 MAGGIO 1906
DALLE STAZIONI QUI RETRO INDICATE
AVVISI E NORME PER ISCRIVERSI AL PELLEGRINAGGIO.
1. Le partenze pel pellegrinaggio a TORINO avranno luogo nei giorni 21-22 e 23-24 Maggio.
2. I pellegrini possono compiere il viaggio tanto di andata quanto diritorno valendosi di tutti i treni aventi vetture della classe del biglietto, eccezione fatta dei direttissimi pei portatori dei biglietti di 2' Classe e dei diretti per quelli muniti di biglietti di 3' Classe.
3. Per far parte del pellegrinaggio occorre inscriversi presso il Delegato Regionale o presso gl'Incaricati qui indicati, almeno 6 giorni prima della partenza, ritirando la tessera di riconoscimento.
4. 1 pellegrini concorrono alle spese (l'organizzazione, ex voto, ecc., colla offerta di 50 Centesimi: quelli in partenza da Stazioni aventi il biglietto di 3' Classe inferiore a L. 3, l'offerta è di soli 25 Cent.
5. La Tessera di riconoscimento è personale, nè può cedersi ad altri e serve ad acquistare il biglietto a prezzo ridotto.
6. I biglietti rilasciati da Stazioni distanti fino a 200 Km. fra andata e ritorno hanno la validità di 5 giorni con diritto ad una fermata nel ritorno, quelli distribuiti da Stazioni distanti da 201 a 400 Km. hanno la validità di 6 giorni con una fermata nel ritorno, finalmente quelli da Stazioni distanti oltre 400 Km. hanno la validità di 10 giorni con due fermate nel ritorno. Nessuna fermata è permessa nel viaggio di andata.
7. Tanto nell'intraprendere la corsa di ritorno, come ogni successiva ripresa del viaggio, i biglietti dovranno essere regolarmente vidimati secondo le norme consuete.
8. Le tessere di riconoscimento devono essere timbrate dalle Stazioni di partenza all'atto del rilascio biglietto. Si raccomanda quindi ai pellegrini di assicurarsi dell'adempimeuto di tale formalità a scanso di contestazioni duraute il viaggio.
9. La Tessera ed il Biglietto ferroviario devono conservarsi dal pellegrino tino a viaggio compiuto per essere esibiti ad ogui richiesta al personale ferroviario. Il pellegrino che smarrisse la tessera od il biglietto ferroviario, sarà tenuto a pagare un nuovo biglietto a tariffa intera senza possibilità di rimborso
ANNO XXX. N. 4. APRILE 1906.
PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO
SOMMARIO: In preparazione al mese di Maria Ausiliatrice . . . pag.- 99 Conferenze Salesiane: Del dovere e della facilità di cooperare alla salvezza altrui » 101 Il nostro tesoro spirituale . 1o2 In onore di S. Francesco di Sales (Feste e conferenze)» 103 Le nostre Chiese : La Chiesa di S. Agostino a Milano 1o6 Per i pellegrinaggi al Santuario di Valdocco 11o Tra i nostri emigrati - Nella Colonia Vignaud ;
Nel Perù, ecc, 11o DALLE MISSIONI: Cina: Il felice arrivo dei Missionari; India: La prima conferenza salesiana; Patagonia Meridionale: Un'escursione nella Terra del Fuoco; Matto Grosso: Attraverso le foreste dell'Alto Araguaya . . . . pag. 113
IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE: Nuove Chiese e cappelle - I ricordi del mese - Pel 24 corrente - Grazie e favori - Maria SS. Ausiliatrice tra i nostri emigrati - Elenco dei graziati ed orario » 119 NOTIZIE VARIE : La bontà del S. Padre - A Valdocco - In Italia: Biella, Comacchio, Pedara - Spagna e Portogallo : Madrid, Vitoria, Utrera, Lisbona - Dalle Americhe : Nel Messico, Lima . 124 Necrologia - S. E. R. Mons. Mattia Vicario ecc. . . 126
DURA ancor viva, in quanti vi presero parte, la memoria delle solennissime feste di Maria SS. Ausiliatrice celebratesi l'anno passato, e la gioia, la pietà, l'entusiasmo, non solo del gran giorno ma pur di quelli che lo precedettero e lo seguirono, hanno ancora nell'anima nostra un'eco dolcissima.
A questo, senza dubbio, contribuì efficacemente la devota catena delle sacre funzioni mensili, la quale, cominciata da pochi anni, venne già arricchita di speciale indulgenza plenaria dal Romano Pontefice ; alludiamo alle devote commemorazioni del 24 di ciascun mese, le quali con tanto profumo di religiosa pietà si svolgono nel Santuario. Quante ferventi suppliche innanzi la Taumaturga Immagine! qual tenera gara per accostarsi alla Santa Comunione ai piedi del suo santo altare ! e, diciam pure, quante segnalatissime grazie!...
Ma, dal 24 aprile al 24 maggio, sarà tutto un mese che noi consacreremo alla nostra celeste Protettrice, tutto un mese di pietà, di fervore e di giusto entusiasmo. Si darà principio alla piissima pratica la sera del 2 3 corrente ; s'inaugurerà cioè l'annuo periodo più solenne pel Santuario, il più caro per noi e per moltissimi devoti, il più ricco per tutti di benedizioni e di grazie.
Ma perchè affrettare con tanti sospiri l'aurora benedetta del 24 maggio? perchè dedicare un mese intero nel prepararci a questa solennità? E non vi son altre feste, anche tra le dedicate alla Vergine, che dalla liturgia universale sono ammantate di culto più solenne?
Ohi la festa di Maria SS. Ausiliatrice non è solo la solennità titolare del Santuario di Valdocco e di cent'altri templi e cappelle dedicati alla stessa Regina; ma è la festa della Madre, della Patrona; della Regina dell'intera Famiglia Salesiana; ed è per questo titolo, che i Figli di D. Bosco, con tutti i loro alunni e Cooperatori, e quanti son devoti della pietosa Regina Ausiliatrice sparsi nelle più remote parti del mondo, al sorgere del 23 aprile s'accendono dello stesso fervore e sentono tutti egual bisogno di raddoppiare le prove d'affetto per la loro dolcissima Madre, coll'inaugurare quella serie d'inni, di preci e di opére buone, che divien sempre più affettuosa e solenne man mano che si avvicina all'aurora sospirata del 24 maggio
Era ancor modesto nelle sue mura l'Oratorio di Valdocco, benchè già albergasse più di 8oo giovanetti - modesto come l'umiltà della sua origine - ma il tempio della Vergine Ausiliatrice subito alzò gigante la sua mole, ed Ella, l'amabilissima Madre, dalla reggia sua, ora splendente di ori e di marmi, stese sorridente lo scettro sull'opera del suo Servo devoto, in atto di protezione perpetua.
Da quel dì la missione di D. Bosco si allargò ancor più rapidamente ; e mentre continuavano a sorgere nuove case pei giovanetti, fioriva un'altra famiglia che fregiandosi del titolo delle Figlie di Maria Ausiliatrice, prese a rivolgere alle più bisognose tra le fanciulle le stesse cure affettuose, finchè nel 1875 Ella, la buona Madre, apriva contemporaneamente ai suoi figli prediletti le porte d'Europa e la via ai remoti lidi di America. D'allora in poi, quale rapidità di espansione! qual messe abbondante ! quanti motivi di conforto
E non doveva naturalmente diventar sempre più viva la nostra riconoscenza? e non dovevasi procurare, che di anno in anno all'accresciuto sviluppo dell'Opera Salesiana, dovuto alle raddoppiate benedizioni della Vergine Ausiliatrice, rispondesse condegnamente un accrescimento di santo tripudio e di più vivo splendore nella sua festa dolcissima ?
È per questa ragione, che nel i 9o6 il giubilo nostro dev'essere più solenne che mai ; poichè Ella, la pia, la dolce, la tenera Madre, quest'anno ha dischiuso dinanzi a noi un nuovo vastissimo orizzonte! Noi già sentiamo la gioia che ci pioverà in cuore nella sua prossima solennità, al pensiero che finalmente anche nelle remote spiagge dell'India e della Cina s'eleverà dal cuore dei nostri fratelli l'inno dell' amore e del ringraziamento alla grande Benefattrice. Noi vorremmo che il Nome suo dolcissimo fosse benedetto ed invocato in tutto il mondo!...
E in tutto il mondo , prostrate in atto di amore che intendere non può chi non lo prova, noi avremo compagne nel devoto nostro omaggio le falangi dei nostri Cooperatori e dei numerosissimi devoti dell'Ausiliatrice. È già una schiera grande, in gran parte riconoscente per insigni favori ottenuti, e tutta ognor fidente nella protezione materna, quella che vola in ispirito ogni giorno al Santuario, come ci dicono le quotidiane relazioni e le suppliche ferventi e devote. Ma nel mese imminente quanti cuori palpiteranno d'amore per la Vergine Ausiliatrice quante anime voleranno ogni giorno in ispirito a renderle i più affettuosi omaggi nel suo bel Santuario l...
Ma chi non abbisogna dell'aiuto di Maria? Deh! per l'amore che ogni figlio affettuoso porta alla madre sua, per la riconoscenza che ogni cuore benfatto sente per chi gli ha elargito un benefizio, per la memoria altresì degli antichi e strepitosi trionfi concessi dalla Vergine Potente al Popolo Cristiano, per noi insomma, per la Chiesa e per la patria, al sorgere del 23 corrente, inginocchiamoci tutti, o Cooperatori, innanzi le Immagini della Vergine Ausiliatrice, facendo a gara nell'onorar degnamente - per tutto il mese a Lei dedicato - la Madre nostra, la munifica Protettrice delle Opere di Don Bosco, l'Ausiliatrice potente del popolo cristiano.
Del dovere e della facilità di cooperare alla salvezza altrui (1).
UN ERRORE grossolano è il credere che della salvezza eterna delle anime debbano interessarsi solo i sacerdoti, a questa specialmente delegati, e che gli altri non debbano o non convenga che se ne occupino. Sarebbe come dire, che noi non dobbiamo curarci della salute fisica dei nostri fratelli, anche dove possiamo, solo perché non siamo medici laureati appositamente.
Ogni Cooperatore stabilisca quindi di soddisfare a quest'obbligo di zelare la salute altrui, precisamente com'è geloso della sua. L'amor proprio e l'accidia spesso inducono a crederla un'impresa difficile ed impossibile per esonerarsi da quel pochino di fatica, con cui invece si riuscirebbe con tanto vantaggio proprio ed altrui. In simile inganno, certo anche per opera diretta del demonio, cadono non pochi, precisamente quando trattasi d'adoperarsi anch'essi per la salvezza delle anime.
- Non sono un prete io, si dice : non ho le qualità ed abilità acconce : non ho la scienza necessaria: non ho autorità: bisognerebbe esser santi : ho tanti impegni in famiglia e tanti affari attorno : son troppo giovane: sono una povera donnicciuola : non ho denari : son malaticcio non ho amicizie ed influenze: non son libero: ho superiori, che non approverebbero: sono in un paese apatico, ove ogni sforzo torna vano: insomma mi domandate l'impossibile: rem difficile postulasti (IV Reg. 2,10).
Questi e simili sono spesso i pretesti, coi quali taluni si rifiutano a portar anch'essi il loro contributo pel bene delle anime altrui.
Ma, lo ripetiamo , queste non sono punto ragioni attendibili, ma vani pretesti. Infatti nè Dio, nè la carità esigono che ciascuno in particolare faccia tutto e dia mano a tutte insieme le multiformi industrie, onde è ricco lo zelo per la salute altrui, ma richiedono solo che ciascuno faccia quanto gli permettono l'età, le condizioni fisiche e morali, l'istruzione, la coltura, la posizione sociale, l'abbondanza o meno degli averi. Si domanda solo quanto si può con agevolezza, senza pregiudizio di altri doveri od impegni, senza danneggiar nessuno, senza comprometter nè la propria sanità, nè un giusto decoro, senza alcun pericolo. È Dìo stesso, che pone questi limiti allo zelo per il bene altrui: infatti se da tutti lo vuole: Mandavit unicuique; a tutti però soggiunge : Come potete, secondo le vostre forze : Recupera proximum tuum secundum virtutem tuam (Eccli. xxix, 27).
Or, dato che in una sfera sì svariata e vasta possa un Cooperatore far del bene ad altri, potrà rifiutarsi?
Ebbene si veda come davvero chiunque può prestar opera, pur in diverse proporzioni e maniere, alla grand'opera della salute altrui.
a) Colla persona lo fanno tutti quei generosi, che, dato per sempre un addio al mondo ed alle sue promesse, col triplice vincolo della vita religiosa esibiscono tutto se stesso in pro dei prossimi, non risparmiando a sè sacrificii d'ogni fatta pur di salvare un'anima. Il Cooperatore Salesiano senza, direm così, uscire di casa, di questi eroi ne trova tosto una sterminata falange nei Figli di quel D. Bosco, nel cui stemma è compendiato il programma suo personale e della Pia Società : Datemi anime e mi basta : Da mihi animas, cetera tolle (Gen. xiv, 21).
b) Colla limosina quanti non chiamati da Dio con speciale vocazione, riconobbero però il dovere d'aiutare i primi nell'evangelica carità fornendo loro i mezzi materiali perché quelli fossero più liberi ad effondere sulle anime i tesori della loro mente e del cuore. Ed anche qui quali eloquenti esempi non ha il Cooperatore in tanti laici d'ambo i sessi, che dalle prime mosse di D. Bosco sino al prodigioso sviluppo toccato ora dall'Opera sua, offersero somme ingenti o l'obolo della vedova non senza generosi sacrificii, ed ai quali dobbiamo le numerose e grandiose Case d'educazione, i sontuosi Templi, le vaste Missioni e tante altre mirabili iniziative Salesiane !
c) Coll'ingegno contribuirono tanti eccellenti scrittori e pubblicisti, che in libri appositi, in giornali, in ferventi allocuzioni e conferenze, in chiesa e fuori, illustrarono, elogiarono e diffusero l'Opera dell'umile Prete di Valdocco, circondandolo di quel prestigio, per cui sì rapidamente del suo nome e de' suoi Istituti fu ripieno il mondo.
d) Coll'autorità giovarono e giovano ancor tanti coll'approvare e raccomandare l'Opera Salesiana. Già tre Sommi Pontefici le diedero fortissimo impulso con ripetuti e solennissimi encomii : numerosi principi della Chiesa ed in numerabili Presuli e Dignitarii se ne fecero eco e vollero i Figli di D. Bosco nelle loro Diocesi, eccitando i loro fedeli a soccorrerli. - Ma a questi sommi vanno aggiunti tanti altri personaggi, che la loro autorità ed influenza sociale estesero anche a queste opere, rimovendo ostacoli, accaparrando privilegii e favori ed anche poderosi aiuti. Sacerdoti di ogni grado e paese, Professionisti, Artisti, Industriali e Possidenti (non esclusi anche uomini di Governo pur in tempi di tanta politica atea), tutti, dico, figurarono fra i benefattori dei Salesiani, a cui resero segnalati servigii, anche solo col prestigio di loro autorità. Ma non si ponno dimenticare schiere innumerabili di persone di più bassa sfera ma di non meno preziosa e sublime attività in raccoglier limosine (simili a Maria nelle nozze di Cana che, non potendo far essa, induce chi può , Gesù, a beneficare i poveri sposi) nel diffondere stampati, nel suggerire a famiglie gli Istituti Salesiani pei figli (imitando la fantesca ebrea, che indica a Naaman chi può guarirlo, Eliseo) nel prestare ai Figli di Don Bosco tanti preziosi servigii.
e) Colla preghiera finalmente giovano immensamente alle opere di zelo dei Salesiani quei Cooperatori, che, sforniti di beni temporali, d'un distinto ingegno o d'influenza sociale, ricorrono all'unico ma validissimo mezzo della preghiera, colla quale assediano Dio pregandolo delle sue benedizioni sulle sante imprese Salesiane, che ritengono come proprie, ed implorando efficacia ai singoli membri della Pia Società negli svariati loro uffizi, corrispondenza per tante anime loro affidate, pregando per i benefattori vivi e defunti, e dispiegando così un interesse vivissimo e di una grande utilità.
Vede adunque il buon Cooperatore che chiunque può coi Salesiani collaborare alla salute dell'anima altrui , potendo tutti disporre d'alcuno dei mezzi suesposti, il che spiega come Dio possa obbligare ogni uomo ad adoperarsi per le anime degli altri : Mandavit unicuique. Ognun d'essi pertanto si proponga di cooperar sempre più zelantemente coi mezzi materiali o morali che gli fornisce la Provvidenza.
(1) Dal Manuale dei Cooperatori Salesiani, composto da Sua Eccellenza Rev.ma MONS. PASQUALE MORGANTI, Arcivescovo di Ravenna (ved. Considerazione III e, per intero, Considerazione IV). - Il Manuale venne pubblicato dalla Scuola Tipografica Salesiana di Milano, e si può avere da tutte le Librerie Salesiane, rilegato in tela, al prezzo di L. 1,30. Dalla sua diffusione noi ci ripromettiamo un grande risveglio di fede e di azione tra le schiere dei nostri Cooperatori ; per questo torniamo a raccomandarlo caldamente.
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o, se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo la intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:
ogni mese
1) in un giorno,scelto ad arbitrio da ciascuno ; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;
3) nel giorno in cui si radunino a conferenza;
dal 10 aprile al 10 maggio:
1) il 12 aprile, giovedì santo ;
2) il 15 aprile, Pasqua di risurrezione;
3) il 3 maggio, invenzione della S. Croce;
4) l'8 maggio, Apparizione di S. Michele Arcangelo.
Inoltre, recitando 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità, ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella. E tutte queste indulgenze le potranno acquistare tutte le volte, che pei fini indicati reciteranno i suddetti 6 Pater, Ave e Gloria, in qualunque luogo, senza bisogno di confessione o di comunione o di visita, purchè siano in grazia di Dio.
Nei giorni poi del Venerdì Santo (13 aprile), del Sabato Santo (14 aprile), dell'Ottava di Pasqua (16-22 aprile) e di S. Marco Evangelista (25 aprile) visitando qualunque Chiesa o pubblico Oratorio e quivi pregando secondo la mente del Sommo Pontefice, potranno lucrare l'indulgenza di 30 anni e di 3o quarantene.
In ultimo torniamo a ricordare, che tutte le indulgenze concesse ai Cooperatori:
I) sono applicabili alle anime sante del Purgatorio;
II) che pel loro acquisto è richiesta per tutti la recita quotidiana di un Pater, Ave e Gloria Patri, secondo l'intenzione del Sommo Pontefice coll'invocazione: Sante Francisce Salesi, ora pro nobis.
Feste e conferenze (Continuazione e fine - Ved. Boll. di marzo.).
BOLOGNA - (Conferenza Salesiana, il 18 febbraio nella Chiesa della Santa). - I Cooperatori invitati con affettuosa circolare dal Direttore diocesano, Monsignor Giacomo Carpanelli, accorsero numerosi alla Chiesa della Santa « dove pare che risuoni ancor l'eco di quelle grandi voci, che illustrarono le opere di D. Bosco, e ne resero nei Bolognesi più vivo il desiderio.»
L'oratore, M. R. D. Domenico Pasi, Parroco a S. Margherita in Faenza, additò all'uditorio i danni deplorevoli cagionati al nostro secolo dalla scuola e dall'educazione laica, alla quale trovò efficace rimedio nell'educazione impartita secondo il sistema di D. Bosco. Il suo dire, brioso ed elegante, avvinse per quasi un'ora gli uditori, sul volto dei quali era facile scorgere l'approvazione alle idee maestrevolmente svolte dal dotto conferenziere.
Dalla cattedra, donde si era degnato di presiedere la Conferenza, prese quindi la parola l'Em.mo Arcivescovo, Card. Domenico Svampa. Pigliando le mosse dal Vangelo della Domenica, Sua Eminenza disse che l'Opera Salesiana ben si può paragonare alla semente evangelica, parte della quale non portò frutto, perchè cadde sopra i sassi.
«Purtroppo, esclamò l'Eminentissimo, i Salesiani non possono sempre e dappertutto apportare in mezzo alla gioventù i frutti che essi vorrebbero, perchè non sono sufficientemente favoriti !... »
Teniamo a dichiarare che questa verità non tocca certamente i Cooperatori di Bologna, poiché - precisamente per opera loro - l'Istituto Salesiano della B. Vergine di S. Luca, coll'annesso Oratorio festivo, in pochi lustri ha potuto fare dei passi da gigante sulla via della carità, quantunque non abbia ancor raggiunto la méta. Dei suoi centonovanta alunni interni, ventisei son mantenuti del tutto gratuitamente, e - appena trenta - son quelli che corrispondono regolarmente all'intera pensione : e questo, nonostante le critiche circostanze in cui evidentemente viene a trovarsi un istituto di beneficenza, che comincia a beneficare quando non ha ancora i mezzi sufficienti per far fronte alle ingenti spese che richiede prima di tutto la fabbrica dell'istituto medesimo, e di un istituto qual si volle a Bologna. Ma - ne siamo schiettamente persuasi - anche a Bologna i nostri Cooperatori riusciranno a fare molto di più per la povera gioventù abbandonata (a moltiplicare, cioè i posti gratuiti nell'Istituto, anzi, se fosse possibile, renderli tutti quanti gratuiti ; dare maggior sviluppo alle scuole professionali ; aprire, in qualche punto più importante della città, un altro oratorio festivo) man mano che riusciranno a radunare nella misura necessaria i mezzi indispensabili per fare la carità, cioè l'elemosina. Questa è la nostra intima convinzione.
«L'Opera, che compiono i Salesiani, disse pure l'Eminentissimo Card. Arc. D. Svampa, è opera di sublime carità verso il prossimo ; carità chiamata buona da S. Agostino, e che - secondo il medesimo Dottore - non può mai essere disgiunta dalla carità ottima, la quale si dirige direttamente a Dio. Il cooperare adunque coi Salesiani è atto di carità buona ed ottima... Per questo l'Eminentissimo Porporato volle che sorgesse in Bologna l'Istituto Salesiano, monumento quasi della carità verso il prossimo; ed a fianco dell'Istituto Egli osa elevare l'artistico tempio votivo al S. Cuore di Gesù, monumento della carità verso Dio, colla quale impresa Egli intende di suggellare la sua missione episcopale.... »
L'eloquente e felice parola dell'Eminentissimo fu ascoltata con evidente entusiasmo dai devoti ed amantissimi figli; i quali, mentre augurano all'amatissimo Padre e Pastore il pronto compimento degli ardenti suoi voti, gli porgerano - ne siamo certi - quel soccorso di cui Egli stesso abbisogna nell'ora presente.
Prima e dopo la Conferenza la Schola Cantorum dell'Istituto svolgeva un scelto programma in canto gregoriano, gustato assai per la finezza dell'esecuzione.
A sera l'Em.mo Cardinale degnavasi intervenire insieme con numerosissimi Cooperatori al nostro teatrino, ove si replicavano le scene « In Israele » con felicissimo successo.
- La festa di S. Francesco di Sales nell'Istituto della B. V. di S. Luca fu tutta di famiglia ed animata dalla più schietta pietà ed allegria.
Durante il triduo di preparazione i numerosi giovanetti studenti ed artigiani ascoltarono ogni sera la parola facile del loro Direttore, che presentò alla loro considerazione lo sfondo caratteristico della santità del nostro celeste patrono, additandolo come modello anche della gioventù studiosa.
Il giorno 29 l'ill.mo Mons. Alessandro Amadei, Arciprete di S. Biagio in Cento e Canonico di quella Collegiata, tenne infra missam il panegirico del Santo.
Trattò « della carità cristiana in contrapposto all'egoismo moderno » ; e in mezzo a concetti alti e nobili, presentati con magistrale chiarezza e semplicità, risaltò netta e spiccata la figura di S. Francesco che vinse l'eresia e l'egoismo colla mitezza e carità di Cristo
La festa fu onorata altresì dalla presenza del Rev.mo Monsignor Giacomo Carpanelli, Direttore Diocesano dei Cooperatori, e da altri egregi benefattori.
BOBBIO. - In occasione della festa di S. Francesco di Sales ebbero luogo tre conferenze, nelle quali si trattò « della necessità del Catechismo Cattolico, e dello zelo che debbono avere i Cooperatori per l'insegnamento del medesimo. Si parlò pure diffusamente di quell'ancora di salvezza per la gioventù, che è l'Oratorio festivo. »
I buoni Cooperatori Bobbiesi accorsero a tutte le sacre funzioni, nelle quali i giovani dell'Oratorio di S. Luigi cantarono il mottetto O Doctor optime, con vero trasporto divoto verso il Santo, che Don Bosco scelse per titolare del suo Istituto.
ISEO (Inaugurazione dell'Oratorio festivo. - Conferenza Salesiana). - Ci scrivono da Iseo
Un vero avvenimento si compieva la domenica 25 febbraio coll'inaugurazione dell'Oratorio festivo Salesiano in locali suoi proprii forniti dalla generosità del sig. Arciprete D. Paolo Micanzi, del sig. Bonardi e di altri ottimi Cooperatori Iseani. Coll'inaugurazione dell'Oratorio si combinò pure la festa di S. Francesco di Sales.
» Al mattino teneva la Conferenza Salesiana nella vasta e splendida chiesa parrocchiale il rev. Don Antonio Dones, Direttore dell'Istituto S. Ambrogio di Milano, venuto a rappresentare l'Ispettore Salesiano D. Lorenzo Saluzzo. L'argomento trattato fu dei più toccanti: le Missioni Salesiane, e l'offerta raccolta ed inviata a Torino fu abbondante. I buoni Iseani promisero anche di raccogliere biancheria ed abiti di ogni genere da inviare ai poveri selvaggi della Terra del Fuoco e del Matto Grosso : e siam certi che si ricorderanno della loro promessa.
«Nel pomeriggio fu un viavai di signori e signore a visitare i bei locali e lo splendido giardino di ricreazione già rigurgitante di più che duecento giovanetti, che si divertivano allegramente dopo aver compiuto il loro dovere da buoni cristiani. Una parola di encomio e di congratulazione al sig. Arciprete, ed all'ing. Zuccoli, che dirige così bene i lavori di costruzione e di adattamento.
« Il clou della festa fu alla sera. Il fior fiore della cittadinanza si era radunata nella sala-teatro per commemorare il solenne importante avvenimento. Alle briose e franche declamazioni dei giovanetti, ai loro canti gentili si alternarono i suoni delicati, e la saggia parola delle notabilità del paese. Riboccante di affetto per la gioventù fu il discorso del signor Arciprete, il quale congratulavasi cordialissimamente colla sua popolazione d'aver fatto un gran passo nella via del progresso. Fu un'accademia riuscitissima.
» E noi che in quella sera deliziosa abbiam pregustati i frutti dell'Opera Salesiana promettiamo di appoggiare, sostenere, aiutare quest'Oratorio festivo a vantaggio della nostra cara gioventù, come ci raccomandò il rappresentante della Pia Società. Salesiana, venuto da Milano. »
LEGNAGO (Il 10 marzo nella Chiesa Arcipretale di Porto). - Il numeroso uditorio attentamente seguì il discorso del Direttore dell'Istituto S. Davide in Porto Lung'Adige, che espose « le ragioni per cui l'opera di D. Bosco è l'opera atta a restituire alla società presente la religione che le fu tolta dallo spirito sovversivo del secolo, e accennò all'opera santa di coloro che coadiuvano i figli di D. Bosco».
Dopo la conferenza Mons. Davide De Massari impartì la Benedizione col SS. Sacramento. La cara riunione lasciò in tutti una grata impressione.
LUGO (Ravenna). (Il 29 gennaio nella Chiesa dell'Istituto Salesiano). - L'onorarono col loro intervento le loro Eccellenze RR.me Mons. Pasquale Morganti Arcivescovo di Ravenna, e Mons. Francesco Baldassarri, Vescovo diocesano.
Alla Messa solenne, cantata dagli alunni ed assistita pontificalmente da Mons. Morganti, Mons. Baldassarri tessè uno stupendo panegirico in cui fece rilevare l'umiltà , la dolcezza e l'eroico zelo del Salesio per la salvezza delle anime.
Nel pomeriggio tenne la Conferenza ad un uditorio straordinario di persone d'ogni condizione, tra cui numeroso clero, l'Ecc.mo Mons. Morganti. La fama dell'illustre Conferenziere e più ancora la modestia delle sue venerate sembianze al comparire sulla tribuna raddoppiò l'attenzione e l'entusiasmo dell'uditorio che per circa un'ora stette estatico a quel suo spigliato, semplice ed affascinante discorso.
Parlò del bene immenso che è destinato a fare la Pia Unione dei Cooperatori all'Opera Salesiàna. e alla società ; rilevò i vantaggi degli Oratori, Ospizi e Collegi fondati da D. Bosco che hanno dato e dànno tuttavia alla Chiesa centinaia e centinaia di Sacerdoti ed alla patria migliaia e migliaia di buoni operai e onesti cittadini; accennò pure alle missioni, alle colonie agricole e ai mirabili effetti ottenuti colla diffusione della buona stampa, soprattutto colle Letture Cattoliche. E nonostante tanta mole di beni, essendovi scarsità di mezzi, specialmente per ciò che riguarda la salvezza della gioventù, giacchè i bisogni e i pericoli aumentano, conchiuse raccomandandosi caldamente alla carità dei lughesi, i quali non mancheranno, come non hanno mai mancato, di amare e soccorrere la gioventù educata nelle case di D. Bosco. A tal fine propose di costituire anche in Lugo un Comitato, di Patronesse, ed altri modi pratici per coadiuvare le istituzioni salesiane. »
Dopo le sacre funzioni i Venerandi Presuli si compiacquero di assistere ad un trattenimento drammatico-musicale.
Per quest'occasione, essendosi S. Santità Papa Pio X degnato di accordare la croce pro Ecclesia et Ponti fece all'illustre Marchesa Spreti V. Borea, premurosa madre della Casa Salesiana di Lugo, il veneratissimo Pastore Diocesano, con opportune parole di circostanza, fece la consegna della meritata onorificenza all'esimia signora congratulandosi seco lei vivamente, presenti i Cooperatori e le Cooperatrici a comune edificazione ed incoraggiamento.
MANTOVA (Il 4 febbraio nella Parrocchia di S. Barnaba Apostolo). - A cura di quel zelante Direttore diocesano, Arciprete Amos Marchesi, anche quest'anno si tenne ai Cooperatori Salesiani di Mantova la prescritta conferenza. Il loro concorso fu consolante, ed abbastanza numeroso fu pur quello dei fedeli desiderosi di sentire a parlare delle Opere di D. Bosco. Noi ci associamo col zelante Arciprete nell'augurare all'azione Salesiana un maggior sviluppo nella sua città.
NIZZA MONFERRATO (Il 1° febbraio nella Chiesa del S. Cuore, annessa all'Istituto N. S. delle Grazie. - Conferenza Salesiana). - Alle numerose Cooperatrici, a uno stuolo grande di gentili signore, parlò con semplice, fine eleganza il rev.mo sig. Teol., D. Annibale Robba, Parroco degnissimo di quell'importante cittadina.
Disse il bisogno di salvare, mercè il trionfo della verità cristiana nei cuori giovanili, una società, che per il progressivo affievolirsi di ogni fede religiosa corre rapida ad inevitabile sfacelo.
Ora, e siccome a diffondere e fortificare il sentimento cattolico in mezzo ai giovani, la odierna famiglia, ahimè ! nulla o poco vale, chè non ne sa più di Dio ; e non vale la scuola, da cui fu tolto via ogni programma religioso; e nemmeno giova il tempio, perchè un soffio maligno e potente ne allontana i poveri giovani e li disperde per le vie, su le piazze e in luoghi più tristi ancora » l'egregio oratore con tinte smaglianti, indovinatissime « invocò ed esaltò l'Opera Salesiana degli Oratori Festivi - opera di religione e di patriottismo insieme la quale nella tempesta, che tutto sconvolge minacciando rovina universale, è una imbarcazione di salvataggio sicuro. »
La pratica conferenza dello zelantissimo Cooperatore Teol. Annibale Robba ha destato un vero entusiasmo per l'Opera di D. Bosco - e ne sia ringraziato il Signore che solo inspira i pensieri efficaci e santi.
SANLURI (Sardegna). - (Il 29 gennaio, nella Parocchiale). - Riuscì solenne mercè lo zelo del rev. Dott. Barra che ama tanto l'Opera di D.Bosco.
Il Teol. Raimondo Barra celebrò la santa Messa, e prima di distribuire ai Cooperatori la Santa Comunione, rivolse loro un commovente fervorino. Celebrò la messa solenne il rev. Don Antonio Curreli, mentre il rev. Don Putzu con perfetta intonazione eseguì le note soavi del canto gregoriano. Alla sera il sullodato Dottor Barra, Vicario-Foraneo, delineò stupendamente la soave figura di S. Francesco di Sales.
STELLA S. MARTINO (Varazze). - I buoni Cooperatori di Stella S. Martino, l'ultimo giorno di carnevale, ebbero la prescritta conferenza. Con zelo disse acconce parole il sacerdote D. Giuseppe Crosio del Collegio di Varazze.
Benedica il buon Dio quei buoni Cooperatori unitamente al loro benemerito Arciprete, al quale porgiamo i più sentiti ringraziamenti per quanto fa a nostro vantaggio.
ASCONA (L'11 febbraio al Collegio Salesiano). - Scrive la Patria di Lugano : « Se non dicessimo altro che la festa fu un trionfo di quel centinaio di giovani, diremmo abbastanza. » Alla messa solenne si ebbe musica del Perosi eseguita con proprietà e con finezza, e il discorso fu detto elegantemente dal direttore. La festa fu coronata da un dramma commovente, che riscosse copiosi e meritati applausi dall'eletto pubblico che stipava il nuovo ed elegante salone.
Con questa serie chiudiamo la rassegna delle Conferenze Salesiane, tenutesi in occasione della Festa del nostro Patrono, ammirati dello zelo e della pietà ognor crescente tra le schiere dei Cooperatori.
LA CHIESA DI S. AGOSTINO nell'Istituto Salesiano di S. Ambrogio
IN MILANO
Il 5 maggio, sacro nella Liturgia Ambrosiana alla Commemorazione della Conversione e del Battesimo di S. Agostino, sembra sia definitivamente fissato - e molto a proposito - per l'inaugurazione del tratto già eretto del Tempio monumentale che, ad onore del S. Vescovo d'Ippona, si volle sorgesse nella città spettatrice della sua conversione e del suo battesimo.
I lavori di sistemazione procedono alacremente. Nell'esterno è già scoperta l'artistica cancellata coll'imponente scalea, e la maestosa facciata si presenta in tutta la severa grandiosità dello stile lombardo. Nell'interno è un lavorìo immenso. Le ampie navate son già sgombre dai ponti, ed ormai è quasi ultimato anche il pavimento. Manca però di posare un altare in capo alla navata centrale con le sue balaustrate che ne limitino il presbiterio, di fianco chiudere un'arcata che serva provvisoriamente di sagrestia, alzarvi il pulpito, collocarvi alcuni confessionali, l'organo ecc. ecc., per poter inaugurare il sacro edifizio. Ma tuttavia, speriamo che non si dovrà maggiormente ritardare l'ora da tanti sospirata.
Nel prossimo numero daremo il programma delle solennità , che accompagneranno l'inaugurazione ; ora non torneranno discari ai lettori alcuni brevi cenni sullo stile e sul disegno del grandioso monumento, sul tratto felicemente compiuto, sull'Opera che avrà nella nuova Chiesa una sede veramente decorosa, e finalmente sui mezzi di cui si vuol servire la Divina Provvidenza per condurre a compimento un'impresa così grande.
Stile e disegno della Chiesa.
Il concetto della Chiesa sorse insieme con quello dell'Istituto Salesiano di S. Ambrogio del quale essa è destinata a costituire la parte più importante, così pel rispetto morale come pei riguardi edifizii.
La situazione sua centrale tra gli edifici dell'Istituto, con la fronte sulla via Copernico, la rende facilmente accessibile e dall'Istituto me desimo, e dalla strada.
La distribuzione definitivamente adottata per la pianta, è, con poche modificazioni nelle misure, quella del primo progetto 1895, cioè di una chiesa, in forma di croce latina, a tre navate e tre absidi, e col presbiterio all'incrocio della navata principale col transetto. Lo stile si volle lombardo, in considerazione del Santo patrono dell'Istituto; la Chiesa essendo posta sotto l'invocazione di S. Agostino, afferma, con lo stile medesimo, una più significante concordia di carattere e di espressione.
Nel progetto primitivo si era sviluppato il tipo a vòlte, impostate sui piloni che dividevan le navate; in seguito, nell'intento di rendere più semplice la struttura e meno costosa la costruzione, il partito delle vólte e dei piloni venne abbandonato, adottando invece le colonne a dividere le navate, e il tetto a capriate visibili e decorato a formelle policrome; col quale partito, mentre è possibile conseguire una maggiore economia di costruzione, si conferisce anche all'ambiente interno un carattere più prossimo a quello delle primitive basiliche cristiane; il che, nei riguardi dell'espressione religiosa, è sempre di indiscutibile vantaggio. Le colonne granitiche reggono sui capitelli - di forme assai semplici e in parte derivate dal capitello cubico - dei pulvini pure in granito, e richiamanti le forme bizantine, sui quali s'impostano gli archi. Superiormente alle navate laterali corrono i matronei, dai quali si guarda nella navata maggiore per ampie aperture a trifora, le cui luci son separate da colonnine di pietra con capitelli ispirati alla maniera del S. Vitale di Ravenna, e del S. Ambrogio di Milano. La navata centrale si eleva al disopra dei matronei, per prender luce viva dai fianchi, fino a 2o metri sul pavimento della Chiesa, alla quale altezza son posate le armature del tetto, che coprono la navata centrale e il transetto.
Il presbiterio sarà coperto da vólta ottagona, portata e dai muri che ergendosi sui quattro arconi maggiori all'incrocio dei bracci determinano il quadrato del presbiterio, e inoltre dagli archetti d'angolo a strombatura, che provvedono al passaggio dalla pianta quadrata alla ottagona. Il tetto a piramide ottagona che la ricopre è portato a sua volta da archi posanti su pilastri e colonnine, che recingon la volta, seguendo i lati dell'ottagono, a guisa di galleria, secondo le maniere antiche delle cupole lombarde. Anche le tre absidi sono coperte da vólte a mezza tazza sferica.
Il piano della chiesa si trova a m. 2.20 sul piano stradale, ed è formato da soffitti in cemento armato che coprono i vasti sotterranei, i quali si spingono di altrettanto sotto il medesimo piano stradale, per cui hanno un'altezza netta di m. 4,20.
La parte compiuta.
I sotterranei son già completamente costrutti per tutta l'estenzione della Chiesa.
Superiormente, la parte di chiesa costrutta si limita, per ora, al piedicroce (ossia al tratto più lungo, che va dall'ingresso del tempio al principio della crociera) ed è chiusa provvisoriamente, verso il presbiterio, da una doppia parete d'assi.
La facciata, a mattone scoperto (pietra-vista), ha davanti un'ampia gradinata di 14 alzate, in granito, quante valgono appunto a superare l'accennata soprelevazione di m. 2.20 ; tre porte dànno accesso al vestibolo centrale , e alle navate laterali. Corona la fronte un triplo ordine di logge, la prima delle quali corre per tutta la larghezza di quella, sola interrotta dai forti pilastri a conci di pietra che delimitano il corpo centrale, e, in corrispondenza alle navate minori, ne segue le linee inclinate terminali ; le altre due sono limitate alla navata centrale, e ne costituiscono il fastigio.
La maggiore varietà venne adottata nella composizione dei sedici capitelli per le colonne delle logge accennate, pur sempre inspirandosi alle forme offerte dal S. Ambrogio di Milano, e da altre chiese lombarde: intrecci di rami e foglie, di nastri annodati, di animali.
Notevoli sono i capitelli della maggior loggia centrale, recanti i simboli dei quattro Evangelisti, e tra i medesimi capitelli, specialmente notevole quello a sinistra di chi guardi l'occhio centrale, che porta un anello Pendulo, scolpito nel medesimo blocco di pietra del capitello, sull'esempio di quello che sta nella loggia superiore del nartex del S. Ambrogio di Milano e dell'altro che fiancheggia la porta del S. Savino di Piacenza. L'anello pendulo ha forma assai simile ad un battente di porta, e, nelle antiche Chiese accennate, si volle da alcuno simboleggiasse il Pulsate et aperietur vobis del Vangelo.
Le decorazioni.
Ma a completare la Chiesa, anche nella sola parte costrutta, è necessario condurre a termine la decorazione pittorica, la quale, sia per riguardo allo stile nel quale la chiesa venne disegnata, sia pel carattere che l'ambiente deve avere, è complemento indispensabile del sacro edificio. Della decorazione una piccola parte venne eseguita sulla vólta e sul soffitto a cassettoni del vestibolo, applicandovi a fresco, sul tono azzurro dominante dei fondi, motivi di carattere bizantino e lombardo, e, in campi scelti opportunamente, dei detti della Genesi e dello stesso S. Agostino.
Questa piccola parte decorata , che venne eseguita come campione di quanto dovrà poi farsi in seguito, basta a mostrar l'efficacia e la necessità della decorazione pittorica anche pel resto della chiesa.
Ma prima di chiudere questi cenni, sentiamo il dovere di segnalare alla riconoscenza dei Cooperatori il nome dell'esimio architetto sig. Cecilio Arpesani, al quale si deve il grandioso disegno, nonchè la diligente e scrupolosa assistenza nella sua esecuzione (1).
(1) E qui ci piace registrare anche le principali Ditte che
cooperarono alla costruzione del sacro edifizio
Impresa costruttrice, per le opere murarie, i soffitti in cemento armato e pel
tetto - Ing. Castiglioni, Malgarini e Calastretti.
Graniti per colonne, capitelli, pulvini - Innocente Pirovano.
Graniti per conci e gradinata - Francesco Comolli.
Pietre decorate, colonnine, capitelli, contorni delle porte nella fronte -
Angelo Colombo.
Serramenti in ferro - Officine dell'Istituto. Porte scolpite in noce per la
facciata - Laboratori dell'Istituto.
Cancellata in ferro davanti la gradinata - Arcari Giuseppe.
Decorazione pittorica - Cav. Ernesto Rusca.
Fin da quando il benemerito Comitato Salesiano Milanese, presieduto dall'infaticabile Don Pasquale Morganti (oggidì veneratissimo Arcivescovo di Ravenna ed Amministratore Apostolico della diocesi di Comacchio) concepì il generoso proposito di erigere in Milano un istituto degno della grande Metropoli Lombarda, fu deciso pur anche d'innalzare nel mezzo dei medesimo un tempio che armonizzasse coll'ampio istituto, e servisse non solo per la grande famiglia dei giovanetti ivi ricoverati, ma eziandio per la popolazione dei dintorni. E poichè si volle intitolato da Sant'Ambrogio l'Istituto, inauguratosi nelle memorande solennità Santambrosiane del 1897 (presenti molti Eccellentissimi Presuli e tre Eminentissimi Cardinali, tra cui il Cardinal Giuseppe Sarto , Patriarca di Venezia, oggi PIO X Pontefice Ottimo Massimo) assai opportunamente si stabilì che il tempio, il quale sarà il più bell'ornamento del medesimo, prendesse il nome del grande Agostino, che da S. Ambrogio ricevette la luce della verità ed il santo battesimo.
E già si sospirava l'ora di veder realizzata almeno in parte - anche questa seconda opera grandiosa, quand'era imminente l'alba del secolo XX. Tutto il mondo cattolico - n'è ancor viva la memoria - allora si scosse, e sentì più imperioso il bisogno di levare il cuore al Re immortale dei secoli, e invero fu una gara universale per trovare qualche nuova forma d'ossequio al Largitore d'ogni bene, con solennizzare degnamente il sorgere del nuovo secolo. Anche la Pia Società Salesiana consacrò il sorgere del 19oo con nuovi e speciali omaggi ; e non per ultimo devesi tra questi registrare l'Opera di S. Agostino in Milano, l'istituzione cioè di un sodalizio « il più numeroso possibile, di persone d'ambo i sessi, d'ogni condizione, non esclusi i fanciulli e le fanciulle giunti all'uso della ragione, che si propongono con determinate pratiche pie di ottenere dal Signore la salvezza della gioventù, sia col preservare dalla colpa quella ancora innocente, sia col convertire quella già caduta. »
« Infatti gli ascritti al pio sodalizio, come spiega l'apposito Manuale, si incaricano, ciascuno secondo la propria possibilità, di far pregare anche altri allo stesso scopo e specialmente di inviare al Direttore del Sodalizio una esplicita domanda di preghiere particolari per certe determinate persone giovani della propria famiglia o no, che si vedessero bisognose di tale aiuto.»
Quest'Opera opportunissima ebbe la piena approvazione ecclesiastica dal Card. Ferrari Arcivesscovo di Milano, fu arricchita di speciali favori spirituali dal Sommo Pontefice Leone XII, e com'era a prevedersi, ovunque fu conosciuta, fu accolta con non comune entusiasmo. Noi la raccomandiamo vivamente a tutti i Cooperatori (1).
Nell'attuale cappella dell'Istituto, ed in seguito nell'erigenda chiesa dedicata a S. Agostino, la grande conquista di Ambrogio, si celebrerà almeno una volta ogni settimana, e preferibilmente al giovedì, una messa applicata pei bisogni di tutta la gioventù pericolante ed in particolare dei giovani, per cui saranno state chieste preghiere speciali. Prima della messa che sarà celebrata a favore dei socii sì zelatori che protetti, saranno lette anonime le domande speciali ed ultimamente pervenute, per eccitare ed interessare più vivamente gli astanti a pregare pei raccomandati in favore dei quali sarà applicato anche il S. Rosario. Alla sera, colla stessa intenzione, esposto il SS. Sacramento, sarà letta un'apposita preghiera pei raccomandati e si chiuderà la funzione colla Benedizione.
Per ciascuno , che si iscrive o che si vuole far iscrivere nell'Opera, è richiesta l'offerta d'una lira una volta tanto, (da inviarsi al Direttore dell'Istituto S. Ambrogio, Via Copernico 9, Milano) di cui si varrà il Direttore per le spese dei varii esercizii pii. Se provvidenzialmente affluissero in copia queste'offerte fisse, od altre straordinarie fatte per procurare preghiere o funzioni particolari a favore di qualche raccomandato, si potrà realizzare il desiderio già vivo nei promotori dell'Opera di aumentare ed anche di poter rendere quotidiana la Messa in favore dei raccomandati.
(Dallo Statuto dell'Opera - Ved. Manuale della Pia Opera di S. Agostino per la preservazione dei giovani pericolanti e la conversione dei traviati. - preso la Scuola tipografica salesiana, Milano).
(1) Può iscriversi nell'Opera di S. Agostino qualunque persona
giunta all'uso di ragione o come socio zelatore o come protetto. Sono socii
zelatori tutti coloro, che si uniscono piamente in questo sodalizio per
ottenere da Dio la preservazione o la riabilitazione di tanta gioventù
pericolante o pericolata. Sono socii protetti poi tanto quei giovani, che dànno
di loro iniziativa il nome all'Opera, come quelli, che vi vengono iscritti dai
zelatori o da chiunque altro anche a loro insaputa o contro volontà per
raccomandarne a Dio la salvezza o promuoverne la conversione.
« L'Opera, scrisse il rev.mo sig. D. Rua nell'amplissima sua raccomandazione,
viene proposta in modo speciale ai genitori ed educatori, in modo specialissimo
ai Direttori o alle Direttrici di Collegi, Ospizii, Riformatorii, Oratorii
festivi e simili, poichè sono appunto costoro che hanno sotto la loro tutela in
gran numero i giovani e che, più che non altri, assistono con tanto schianto
del loro cuore a frequenti defezioni dalla fede e dalla virtù da parte di
adolescenti pur ottimamente educati. »
La Pia Opera, eretta fin qui nella cappella interna dell'Istituto, verrà
prossimamente trasportata nella bella chiesa d'imminente inaugurazione, ove ci
ripromettiamo che possa giungere a quella vita rigogliosa, che ben si merita.
Chiunque considera la grandiosità del disegno della nostra Chiesa di S. Agostino, al primo senso di ammirazione sente spontaneamente associarsi un pensiero quasi di sgomento e di vivissima preoccupazione : Come condurre a compimento quest'impresa? Chi le ha fornito i mezzi fin qui ? Chi le verrà in soccorso in avvenire?
A maggior gloria di Dio e dell'ammirabile sua Provvidenza, dobbiam subito confessare di aver toccato con mano quanto sia cara a Dio l'erezione di questo tempio. E la Divina Provvidenza che ci è venuta in soccorso fin qui, non solo ci aiuterà a liquidare i gravi debiti presenti, ma ci darà pur mano a condurre a compimento il maestoso edifizio.
Ma dopo Dio, l'inno della nostra riconoscenza deve pubblicamente riconoscere le benemerenze dell'infaticabile Comitato Salesiano Milanese, che fu ed è l'anima ed il sostegno di tanta vitalità d'azione, servendosi di ogni più affettuosa e delicata industria per giovare all'ardimentosa impresa.
Anche i singoli Cooperatori Lombardi, specialmente i benemeriti Cooperatori Milanesi, meritano l'assicurazione della nostra più viva riconoscenza. Ben sappiamo, poichè l'Ispettore D. Lorenzo Saluzzo ce ne assicurò più volte con sentita ammirazione, quant'essi amino le Opere tutte di D. Bosco, ma particolarmente l'Istituto di S. Ambrogio che è insieme di tanto onore e di tanto vantaggio alla loro diletta Milano, e la bella Chiesa di S. Agostino. Ebbene, colla riconoscenza di beneficati e colla fiducia propria di chi ancor abbisogna dell'aiuto di persone care e generose, noi ci permettiamo di sollecitare in quest'occasione qualche speciale soccorso da tutti i buoni Cooperatori di Milano e dell'intera Lombardia, a favore della Chiesa di S. Agostino. Chi non può giovarle direttamente con offerte personali, s'industri a cercare altri cuori generosi, a procurar nuovi associati alla Pia Opera di S. Agostino, nuovi abbonati al «D. Bosco» (il simpatico periodico che è pur l'organo dell'Opera Salesiana in Milano (1) a fare insomma qualche cosa in questa solenne circostanza. Le benedizioni invocate dai quattrocento giovanetti accolti nell'Istituto di San Ambrogio e le preghiere nostre riconoscenti, unite a quelle delle migliaia di fedeli che frequenteranno il nuovo tempio, saranno il miglior premio per tutti i benefattori.
(1) Il D. Bosco è un periodico mensile pedagogico-ascetico che ha lo scopo nobilissimo di confortare gli insegnanti nelle tante pene che incontrano nel loro ministero : I° col dimostrare quanto sia grande, importante e meritorio l'ufficio di educatore in faccia a Dio, alla Chiesa, alla Società; 2° col dare ogni mese il ritratto con illustrazione di un santo educatore modello, facendo risaltare quella virtù in cui maggiormente si distinse; 3° col narrare in breve la biografia di un santo fanciullo o di una santa fanciulla per dimostrare l'efficacia della buona educazione; 4° coll'istruire, mediante utili ed ameni bozzetti o dialoghi, o poesie, o piccoli articoli ; 5° col dare notizie pedagogiche; 6° col riferire nella Varietà articoletti concernenti l'educazione fisica, morale, intellettuale, religiosa. Nello stesso tempo è l'Organo dell'Opera Salesiana di Milano. Ogni educatore, ogni famiglia cristiana dovrebbe procurarsi un sì utile e caro periodico. Per abbonarvisi, inviare cartolina-vaglia di Lire DUE alla Direzione del « Don Bosco » Via Copernico 9, Milano.
nel 21=22 e 23-24 Maggio
Sono già state concesse specialissime riduzioni ferroviarie per quelli che verranno in pellegrinaggio al Santuario di Maria SS. Ausiliatrice in Torino, come annunziamo nelle prime pagine di questo numero.
Ci affrettiamo a pubblicare l'elenco degl'Incaricati per la distribuzione delle tessere, nonchè delle stazioni autorizzate alla concessione dei biglietti e dei prezzi loro, e le norme relative, affinchè i buoni Cooperatori possano prender per tempo le loro decisioni.
Dalla Colonia Vignaud (Rep. Argentina).
Una Missione. - Grave flagello. - La fede degli Italiani. - Commoventi ricordi (1).
Colonia Vignaud (Prov. e Diocesi di Cordoba), 29 settembre 19o5.
REV.MO ED AMAT.MO SIG. DON RUA,
IN questo dì sacro al suo Patrono, che è pur Patrono di tutta la Chiesa, credo di non poter farle dono più gradito, che darle conto del compimento di una di quelle raccomandazioni da Lei fatteci nella nostra adunanza dell'anno scorso. Rammenterà che Ella disse agli Ispettori delle Case Salesiane all'Estero, convenuti presso la tomba di D. Bosco in Valsalice : - Vi raccomando gli emigrati, gli italiani specialmente, perchè sono nostri fratelli e vanno a quelle moderne nazioni con un gran capitale di fede, di religiosità e di morale, che se è ben conservata e coltivata, contribuirà efficacemente a formare il carattere cristiano di quelle nuove colonie e popolazioni, e sarà anche la base vera della fortuna materiale di quegli stessi emigrati.
Ebbene, nella Repubblica Argentina, anche noi ci siamo ricordati della sua paterna raccomandazione; ed incominciamo a vedere i frutti delle nostre care sollecitudini in questa Colonia italiana, la quale, come diceva il Visitatore Parrocchiale della Diocesi di Córdoba, è una vera oasi in questi deserti.
Dopo aver visitato le Case di S. Nicolas e del Rosario, mi recai col mio segretario a Córdoba, dove questi e D. Milano, che ci aveva preceduti, diedero una breve missione ai giovanetti dell'Oratorio Festivo, che nelle Domeniche ascendono già fino a 500 e 570. Poi, tutti e tre, ci siamo diretti a questa Colonia Vignaud per predicarvi una missione in italiano, durante la novena della Madonna del SS. Rosario, titolare di questa Chiesa.
Fin dalla scorsa domenica, quantunque le nostre lettere non giungessero a tempo per preavvisare nella festa anteriore che si sarebbe cominciata la missione, tuttavia i coloni che si eran passata la voce, accorsero numerosissimi ; a segno che il lunedì, al mio arrivo, restai meravigliato al vedere tanta gente che usciva di Chiesa dopo la funzione e che andava ad occupare una cinquantina di carri (allogandosi sei, sette e fin dieci persone in ciascuno) per far ritorno alle loro case ; e il concorso andò aumentando ogni mattina ed ogni sera. Devo agiungere, che tutti fanno dei grandi sacrifizii per udire la parola di Dio.
Ad esempio, il 24 agosto, queste campagne furono visitate dalle locuste (langostas). Fu una vera piaga di Egitto, poichè vennero in tanta quantità da oscurare il sole e piombando sui raccolti divorarono in un'ora tutte le speranze di questi poveri campagnuoli, depositando ovunque innumerevoli uova, per cui si può dire che il tremendo flagello presentemente si trovi nascosto fra quel po' di messe che tornò a germogliare o a crescere, ma con seria minaccia di ripetere quando che sia la terribile devastazione.
In seguito a questa disgrazia, pochi giorni sono passarono per questa provincia i ministri dell'Agricoltura e della Guerra, e d'accordo stazionarono in tutta la linea distaccamenti di soldati, incaricati di aiutare i coloni a perseguitare la langosta dissotterrando le uova, prima che ne esca la saltana (la cavalletta saltante che poi si converte in voladora, cioè volante) ; poichè e nell'uno e nell'altro stadio queste divorano sin la corteccia delle piante e le lasciano spelate completamente I poveri coloni adunque devono andare, ciascuno in compagnia di 4 soldati per ogni quadrato (cioè per 2o ettari) a fare questo lavoro faticosissimo, al quale è tenuta l'intera famiglia. Per questo si credeva che la missione quest'anno non avrebbe avuto l'esito dei due anni anteriori ; ma invece, dovemmo ammirare ciò che può la fede, radicata nell'anima di questi buoni coloni, i quali con zelo non trascurano di fare tutto ciò che possono per distruggere l'accennato flagello, pur sperando anche dal Signore un opportuno soccorso.
Quelli che intervengono alle funzioni della Missione (tutti italiani, e in gran parte Piemontesi, Lombardi e Veneti) appartengono alle Colonie che circondano quella di Vignaud, per un giro di 7 od 8 leghe, e cioè a La Bicha, La Ramona, San Pedro, Bossi, La Carolina, Aldao, Tacoral, Orgentoble, Seber, Campo de San Miguel, Milesi, Brinkmann, le quali attualmente non hanno nessun cappellano. Anche altri paesi, popolati tutti da Italiani, come Morteros (che è la Parrocchia da cui dipende questa cappellania), Sunchales, Portena, ecc., somministrano un buon dato dei loro abitanti alle nostre funzioni, specialmente per la frequenza ai SS. Sacramenti.
La Missione procede con quest'ordine: - al mattino, comodità di ascoltare la S. Messa e di accostarsi ai SS. Sacramenti; alle 9, Messa colla recita del S. Rosario, indi canto del Veni Creator e predica; in fine Benedizione col SS. Sacramento. Dopo pranzo si fa il catechismo; subito dopo un'altra predica, e quindi solennemente l'esercizio della Via Crucis... E' proprio commovente sentire tutto questo popolo, coi ragazzi e le ragazze, cantare divotamente le strofe dello Stabat. Sembra di essere in alcuna delle più fervorose parrocchie d'Italia.
Oggi si tenne una gara Catechistica da una cinquantina di ragazzi che frequentano queste scuole, con grande soddisfazione di quanti furono presenti all'edificante spettacolo. Vi assisteva pure il benemerito signor Ernesto Vignaud, felice di veder coronate, con sì abbondanti frutti, le fatiche incontrate per dotare convenientemente di assistenza religiosa e di scuole la sua Colonia.
E qui, amatissimo Padre, debbo dirle che praticando con questi coloni, noi impariamo ad amare maggiormente la nostra cara patria, l'Italia, la quale è veramente ricca di certi tesori, il cui valore giustamente si conosce solo fuori di essa. Tutti lo diciamo e tocchiam con mano: in Italia c'è un buon popolo ; e poichè sic populus sic sacerdos, dobbiam dire, che in Italia c'è un buon Clero. In coteste campagne vi sono dei veri apostoli che sanno insegnare con amore le verità della fede e la pratica delle virtù cristiane alla povera gente ! Questi buoni padri e madri ci contano quanto han sofferto in tanti anni e in tante vicissitudini fuori della patria : ma in tutto vedono e benedicono la mano di Dio ! si conosce che vivono di fede !
E quale rispetto hanno pel sacerdote, che ad essi ricorda il sacerdote del paese natio!... Oh ! sentisse come ci contano l'assiduità dei loro antichi Parroci nello spiegare il Vangelo, nel fare la Dottrina, nel preparare alla prima Comunione i fanciulli. Molti ripetono i consigli ricevuti prima di partire per l'America e si gloriano di averli sempre praticati
Oggi stesso uno dei Coloni mi contava un fatto commoventissimo che vo' narrarle. Giovanetto allora sui 13 anni, egli si era fisso in capo di venire con altri in America. Lo seppe il suo Parroco, che trovandosi a letto infermo lo mandò a chiamare, e l'esortò a non partire senza ricevere la 1a Comunione. Infatti lo convinse a differire la partenza di 15 giorni, nei quali lo volle sempre presso il suo letto per istruirlo convenientemente, dopo cui si alzò per confessarlo, ed un'altra volta per dargli lui stesso la Santa Comunione. Allora, vedendolo ben preparato, come gli diceva, contro ogni pericolo che potesse incontrare e ben prevenuto della scarsità di aiuti religiosi che avrebbe trovato nei nuovi paesi ai quali veniva, lo lasciò partire.
Questa carità del mio Parroco, diceva il pio colono che ora è un buon padre di famiglia, mi ha fatto tanta impressione che ho sempre procurato di mantenermi religioso; cosicchè quando mi parlano male dei nostri Sacerdoti, mi sento scaldare il sangue nelle vene e non posso far a meno di difenderli davanti a coloro che o non li conoscono o li disprezzano, perchè non li hanno mai conosciuti ».
Eccole, carissimo Padre, alcuni primi fiori di questa Colonia Vignaud, che Ella sa, come si sia accettata con tanta scarsità di personale, spinti dalle istanze di tante buone persone, ma soprattutto per fare un po' di bene ai nostri connazionali.
Attendendo a dovere questa chiesetta, non c'è a dubitare, che tra poco qua concorreranno i Coloni Italiani in tanta quantità, che si potrà fare u n gran bene.
I signori Vignaud hanno già preparato un bell'edifizio per le scuole, ma si vede la necessità, appena si possa, di stabilire anche qui un piccolo convitto maschile, specialmente pei mesi d'inverno.
Debbo poi annunziarle che anche l'ottima consorte del sig. Vignaud, la buona signora Anita, ha preparato una bella casa, capace di ricevere una ventina di convittrici, la quale verrà inaugurata nella festa del S. Rosario. Col consenso della ven. Curia Vescovile di Córdoba, ne assumeranno la direzione le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Ed ora faccio punto , perchè il lavoro che ci dà la S. Missione, come le ho detto, non è indifferente. Martedì, mercoledì, ieri ed oggi abbiamo visto venir su carri varie schiere di venti e più ragazzi dai 15 ai 2o anni di alcune Colonie lontane 7 leghe e più : così pure varie donne con otto o dieci ragazze sui 16 e 18 anni, e tutti preparati da pie persone di campagna per essere da noi esaminati, confessati e promossi alla prima comunione.
Le ripeto, questa Colonia è un gran campo salesiano, è un estesissimo centro di missione, è una benedizione per i nostri buoni emigrati. Vedo che gli stessi missionari si sentono entusiasmati da questo spettacolo di fede, e ne ricevono stimolo a lavorare con maggior ardore.
Perdoni, se la fretta m'ha impedito di dare un po' d'ordine a queste notizie ; accetti l'affettuoso omaggio che in nome di tutti i Salesiani dell'Argentina le offro in questo suo onomastico, e ci benedica.
Ubb.mo e aff.mo figlio in G. C. Sac. GIUSEPPE VESPIGNANI.
Del Perù.
Una lettera del Ministro della R. Legazione d'Italia.
Ispettore delle Case Salesiane del Perù e della Bolivia, avendo notificato al titolare della Legazione d'Italia in Lima alcune deliberazioni prese in merito al IV Congresso Salesiano (del quale abbiam fatto più volte parola e daremo speciale ragguaglio nei prossimi numeri) aveva in risposta la seguente:
R. LEGAZIONE D'ITALIA
N° 1586.
Lima, 23 dicembre 1005.
Molto Reverendo Signore,
Mi onoro segnarle ricevuta della sua pregiata comunicazione del 12 corrente e degli annessi documenti, dei quali sentitamente La ringrazio.
Non può abbastanza lodarsi l'idea di organizzare una Esposizione professionale-agricola degli Istituti Salesiani, e sono sicuro che non mancherà l'approvazione di quanti si interessano al progresso civile di questi paesi. In pari tempo apparirà maggiormente quanto pratico e ispirato a sensi di modernità sia l'indirizzo degli Istituti Salesiani.
Sono poi lietissimo e gliene esprimo la mia sincera soddisfazione, della notizia da Lei favoritami, che nella terza sessione della riunione generale dei Reverendi Direttori delle Case Salesiane, si tratterà dell'insegnamento della lingua italiana nei Collegi e dei mezzi di estenderla, dell'immigrazione e dei mezzi di cooperare al nobile scopò che la Commissione Salesiana permanente, incaricata dell'assistenza degli emigrati all'estero, avente sede in Torino, si propone di conseguire coll'istituzione di Comitati, Patronati e Segretariati del popolo.
Così gli Istituti Salesiani allo scopo di beneficenza congiungeranno anche lo scono patriottico, e mentre verranno in aiuto dei nostri connazionali meno favoriti dalla fortuna , gioveranno anche a diffondere la nostra lingua e propagare la nostra civile influenza nel Sud America, dove così largo campo è aperto alla laboriosità degli agricoltori e degli operai italiani, con vantaggio anche di questi paesi, in cui i nostri incontrano così simpatica e benevola accoglienza.
Le sarò oltremodo grato se a suo tempo V. S. Molto Reverenda vorrà farmi conoscere le conclusioni che saranno prese in proposito dalla riunione dei Signori Direttori delle Case Salesiane, sia per mia norma, sia anche per poterne rendere edotto il R. Governo, e meglio mettere in vista le benemerenze dell'Istituto Salesiano verso l'Italia.
Gradisca, Molto Reverendo Signore, gli atti della mia distintissima considerazione.
Il R. Ministro T. CARLETTI.
Dando conto dell'esito del IV Congresso, non mancheremo di far conoscere le deliberazioni prese a vantaggio dei nostri Emigrati. Da parte nostra ci auguriamo vivamente che l'attività dei zelanti Cooperatori Peruani porga modo a quei nostri Confratelli d'innalzare in Lima la nuova chiesa già progettata, la quale tornerà di grande vantaggio alla numerosa Colonia Italiana di quella capitale.
Cina.
Il felice arrivo dei Missionari diretti a Macao -Tratti provvidenziali -Festose accoglienze e richiesta di personale.
(Lettera dei Sac. Luigi Versiglia al sig. D. Rua)
Macao (Cina), 13 febbraio 19o6. AMATISSIMO PADRE,
E' col cuore traboccante di riconoscenza verso il nostro buon Dio, che le do la lieta notizia del nostro arrivo. Il viaggio fu quanto di meglio si sarebbe potuto desiderare, ed abbiamo sperimentata in particolar modo l'amorosa Provvidenza del Signore perfino nelle più piccole cose. Non un contrattempo, non una dimenticanza, non un inconveniente, ma tutto come meglio non si sarebbe potuto desiderare, e precisamente come se ogni cosa fosse stata studiata con diligenza.
Si arrivava ad un porto? subito si trovavano le persone che si desideravano. A Colombo trovammo quasi per incanto i PP. delle Missioni Francesi, a Singapore i PP. della Missione Portoghese, e così via via, anche pei buoni uffici di un buon signore Portoghese, pratico di questi luoghi, il quale, appena noi arrivavamo, aveva cura, senza dir nulla, di farci queste belle improvvisate : e questa fu una speciale provvidenza del Signore.
Non sto a dirle i contrattempi che sarebbero succeduti ad Hong-Kong, per causa dell'anticipazione sull'ora indicata tanto nel telegramma da Singapore come sui giornali. Ma invece tutto riuscì a meraviglia, come se tutto fosse stato con ottimo ordine predisposto. Deo gratias!
E le accoglienze ?
Ad Hong-Kong, trovammo il Segretario del Vescovo ed il bravo Canonico Suarez, i quali s'incaricarono di tutto senza lasciarci nel minimo imbarazzo.
A Macao ci attendeva il Decano dei Canonici, persona molto rispettabile, il Vicario generale, e molti Canonici. Il Superiore dei Gesuiti e diversi PP. della Compagnia ci accolsero con tanto cordialità quanta non ne avrebbero potuto usare con i loro confratelli.
Sua Eccellenza Mons. Vescovo attendevaci nella nostra casa e si astenne dal venirci incontro solo perchè il tempo in quel momento era piovigginoso. S. E. ci accolse con tanta paterna bontà e con maniere tali, che ci accorgemmo subito di aver acquistato un buon padre e un padre santo. Amorevolmente ci condusse subito nella nostra cappelletta, e là ci benedisse in nome di Maria SS. Immacolata, alla quale egli aveva già dedicato l'Istituto.
Dopo sì liete accoglienze essendo ancor necessario qualche giorno per gli ultimi preparativi alla nostra casa, fummo ad alloggiare dai PP. della Compagnia, che ci si mostrarono pieni di ogni premura. Ci trattano proprio con tutta la cordialità, ammettendoci nell'intimità della loro famiglia, dove resteremo per due o tre giorni. Poi andremo alla nostra casetta, la quale è abbastanza bellina e commoda, e per adesso sufficiente.
Sa, sig. D. Rua? Con nostra sorpresa abbiam trovato una tipografia regolarmente provvista di macchinario , caratteri ecc. proprio al completo e con abbondanza. Ciò vuol dire che, un altr'anno al più tardi, bisognerà assolutamente pensare al personale conveniente. Di più dovremo fare ai piccoli Cinesi la scuola di lingua portoghese, e questo non ci sarà possibile prima di due o tre anni ; per cui, per tutti i riguardi, sarà meglio che Ella pensi a mandarci in aiuto qualche buon confratello portoghese. Per ora dobbiamo aggiustarci facendo frequentare ai nostri le classi dei Padri Gesuiti, ma Ella comprenderà che l'orario per studenti, qual è quello dei Padri, non può adattarsi tanto comodamente all'orario per artigiani , quali devono essere i nostri.
In fine oso pregarla di un favore. Qui in diocesi vi è un periodico, detto Bollettino della diocesi, organo ufficiale del Vescovo, ma che porta anche una larga rivista di cose letterarie, scientifiche ecc. Detto Bollettino, mi disse Monsignore, verrà a noi quando lavorerà la tipografia. Vorrei perciò pregarla ad aver presente, nell'assegnarci un rinforzo di personale, anche questo futuro incarico.
Ringraziandola di tutto anticipatamente, termino perchè mi preme inviarle subito queste poche notizie messe in carta questa sera medesima, appena arrivato, per affrettarle il piacere che Ella proverà nell'apprendere il nostro arrivo.
Ci benedica e preghi per noi. Per tutti,
Suo dev.mo figlio
Sac. LUIGI VERSIGLIA
P. S. - Noti che l'anticipo del nostro vapore, fu nientemeno di 5 giorni : invece del 18 siamo arrivati ad Hong-Kong il 13, alle ore 9 1/2 antimeridiane. Sieno nuovamente rese al buon Dio le più vive azioni di grazie. (1)
India.
La prima Conferenza Salesiana. Il lavoro dei Missionari. (Lettera del Sac. Giorgio Tomatis).
Tanjore (South India) 6 febbraio 19o6.
AMATISSIMO SIG. DON RUA,
Ho il piacere di annunziarle che la scorsa domenica (4 febbraio) ebbe luogo la 1a Conferenza dei Cooperatori Salesiani in India.
Avendo visto la festosa accoglienza fattaci da questi buoni cristiani di Tanjore e la viva simpatia che subito ci dimostrarono, credetti di poter cominciar a far conoscere la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, alla quale essi pure avrebbero potuto iscriversi regolarmente. Per non escluderne alcuno, pregai il rev. sig. Parroco a farne parola in chiesa ed egli vi si prestò di gran cuore. Parlò di D. Bosco, dei Salesiani e dei loro Cooperatori, e invitò quelli che volessero più particolari e più copiose notizie ad un'apposita Conferenza, la quale, come le ho accennato, ebbe luogo la domenica 4 febbraio nella sala che ci serve di scuola. V'intervennero una quarantina di persone, cioè quasi tutti i capi delle famiglie cristiane di casta della città. Non vi accorsero le donne, poichè esse qui non si occupano che delle loro case; e mancavano pure i parias, poichè questa classe non è ammessa nelle adunanze, ove si trovano uomini di casta.
Dopo la preghiera d'uso ed un po' di lettura il rev. D. A. H. Coelho, parroco di Tanjore e nostro ottimo amico, prese la parola in tamul.
Parlò « del dovere che ha ogni cristiano di lavorare per il bene del suo prossimo, specialmente in una città come Tanjore, ove ancor regna il paganesimo, poichè di 75,000 de' suoi abitanti nemmeno un decimo sono cristiani.... Parlò dello scopo dei Salesiani e dei Cooperatori, dell'opportunità dell'Opera Salesiana in Tanjore, sia per il bene dei cristiani, sia per la conversione degli idolatri. Invitò poi tutti a dare il loro nome alla Pia Unione e ad osservarne il regolamento, specialmente per ciò che riguarda l'istruzione degli ignoranti, e quindi di tanti infedeli, sulle verità di N. S. Religione, ed anche sull'obbligo di dar buon esempio, mezzo potentissimo, com'egli disse, per attirare al lume della fede, collo splendore delle più belle virtù, tanti poveri idolatri.
Dopo la Conferenza si fece l'ascrizione di quelli che manifestarono il desiderio di far parte della Pia Unione dei Cooperatori, e son lieto, amatissimo Padre, di unire alla presente l'elenco dei primi quaranta cooperatori indiani, pieno di speranza che il loro stuolo andrà, coll'adesione di molti altri cristiani delle vicine città, sempre più aumentando.
Grazie a Dio, noi stiamo tutti bene. Il lavoro non manca. Siamo in mezzo a molti idolatri. Dappertutto vediamo pagode, alcune delle quali sono veri monumenti di architettura. Quattro sono molto grandi e molto frequentate : le minori oltrepassano il centinaio. In ogni strada, in ogni angolo, s'incontrano mucchi di idoli di ogni forma e di ogni genere : alcuni son veri mostri, orribili a vedersi, eppure son adorati da tanti infelici. Preghi, veneratissimo Padre, e faccia pregare per la conversione di questi idolatri.
Noi per ora ci stiamo occupando alacremente nello studio della lingua : però abbiamo già la direzione della scuola parrocchiale frequentata da 13o ragazzi, ove alcuni buoni maestri insegnano in tamul. I ragazzi hanno lezione di catechismo ogni giorno, e dopo la scuola della sera van tutti in chiesa per la visita al SS. Sacramento. Circa 35 di questi alunni sono pagani.
L'Orfanotrofio nostro ha già 30 giovanetti e speriamo che ne avrà presto di più se potremo ampliare il locale. Quanto ce ne sarebbe bisogno ! ricevo ogni dì domande d'ammissione, e l'assicuro, amato Padre, che tutti son casi proprio degni di pietà. Qui, in generale, v'è gran miseria ; il suolo è molto secco, quindi se non piove come capitò quest'anno, non v'è raccolto di riso ed allora si soffre la fame... L'orfanotrofio è di assoluta necessità.
Abbiam pure l'Oratorio festivo; v'intervengono tutti i ragazzi delle Scuole. Al mattino assistono alla Messa parrocchiale, durante la quale ascoltano la predica del sig. Parroco. Alla sera, dopo un po' di ricreazione, hanno un'ora di catechismo fatto dai nuovi cooperatori e dai giovani più grandicelli ; poi vanno tutti in chiesa, ove si recita il Rosario e ricevono la Benedizione di Gesù Sacramentato. In generale i giovani sono molto docili ed ubbidienti.
Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Vescovo di Meliapor, che ci chiamò in questa sua diocesi, vorrebbe pure affidarci la formazione dei Catechisti. Sono buoni cristiani, che dopo circa due anni di preparazione in una casa ad hoc, son mandati in aiuto dei parroci e dei missionari nel loro ministero. Il loro aiuto è indispensabile : fanno il catechismo, si occupano del servizio della chiesa, dirigono le preghiere, ecc. ecc. Vedremo quello che da noi si potrà fare: certo che ci vorrebbe già altro personale.
Abbiamo pure aperto le prime scuole professionali : e da tre giorni sentiamo il rumor dell'incudine e del martello ; il calzolaio ha già fatto un paio di pantofole ! speriamo che farà progresso.
Vedo che mi son dilungato alquanto : faccio punto raccomandando me ed i miei cari confratelli e la nostra missione alle preghiere sue ed a quelle di tutti i nostri carissimi confratelli e benefattori. Ci benedica, amatissimo Padre, e benedica specialmente il suo
Aff.mo ed obb.mo figlio in C. J.
Sac. GIORGIO TOMATIS Missionario Salesiano.
Patagonia meridionale
Un'escursione nell'Isola grande della Terra del Fuoco.
(Una lettera del catechista Pietro Maria Rossi).
Dawson (Magellano), 25 dicembre 19o5. REV.MO ED AMATISSIMO PADRE,
Dopo la metà dello scorso mese di agosto, in compagnia del confratello Faustino Minicci, e di alcuni nuovi cristiani, andai nell'isola grande della Terra del Fuoco in cerca di Indii. L'escursione, che si fece col battello della Missione, durò dodici giorni.
Incontro con gl'Indii - Senza viveri - Pesca prodigiosa.
Il primo giorno fu abbastanza felice; il vento era propizio, si fece la traversata dello stretto quasi tutta a vela. Ad alcuni chilometri dalla spiaggia, vedemmo in un punto del fumo, indizio certo che colà vi era gente. Il timoniere indirizzò quindi il battello da quella parte, e così fin da quella prima sera incontrammo in un toldo due indigeni, con un bambino di pochi mesi, i quali, il giorno dopo, salirono a bordo, e vennero poi più tardi, in compagnia degli altri, insieme con noi alla Missione.
Lasciata l'imbarcazione al sicuro in un piccolo seno, ci disponemmo per passar la notte nel bosco, a circa cento metri dalla spiaggia; per poi all'indomani, proseguire il viaggio per più di cinquanta chilometri. Con la stessa vela del battello improvvisammo felicemente la capanna. All'indomani, per tempo, accompagnato dai due più anziani, Cristoforo ed il vecchio Eliseo, mi allontanai un poco verso la Punta, che gli Indii chiamano del Rio Grande. Da principio, per alcuni chilometri non si vedevano che toldos abbandonati, ma finalmente scorgemmo in lontananza qualche cosa che si moveva. Eliseo mi assicurò che era gente ed aveva ragione: erano otto individui, tre indigeni con le loro mogli e due ragazzi. Avevano visto il fumo del nostro fuoco e venivano con alcune pelli di guanaco in cerca di noi. Erano stati l'anno precedente alla Missione, ma ora venivano solamente in cerca di pane. Però essi non manifestarono la loro intenzione, ed io li condussi al nostro piccolo accampamento, dove vennero subito abbondantemente serviti di tutto quello di cui potevamo disporre.
Intanto il confratello Minicci, avendo portato con sè alcune tavole, improvvisò una magnifica nicchia sopra la cima di un monte, in prossimità del mare, ove collocanmo un'immagine del Cuor di Gesù. È più che giusto che sorgano qua e là di questi piccoli monumenti in onore di quel Cuore divino, che va effondendo l'abbondanza dei suoi carismi in queste terre.
Venuto il momento di partire, invitammo anche i nuovi arrivati a proseguir con noi il viaggio per andar poi tutti insieme alla Missione. Ma uno ci disse che non aveva ancora finito la sua canoa; un altro, che lì per lì non sapeva che cosa dire, fattosi animo esclamò « Quando il sole sarà un po' più alto, verró. »
Salutatili, proseguimmo il cammino verso il Mirantasco.
In questo viaggio, abbiamo avuto occasione di toccar con mano che il demonio non era contento di noi. Essendo egli arrivato con le sue arti maligne ad allontanare alcuni nuovi Cristiani dalla Missione, certo pretendeva, che glie li lasciassimo tiranneggiare a suo talento. Ma sapendo quant'egli sia pessimo padrone, non glie la daremo vinta; anzi faremo tutto il possibile, affinchè, quanto prima, quei pochi figli prodighi nuovamente ritornino alla casa paterna.
All'ottavo giorno dalla nostra partenza, avendo distribuito gli alimenti con generosità fraterna anche a coloro che poi non ci seguirono, quantunque avessimo ucciso tre guanachi, rimanemmo senza viveri; ma il vecchio Eliseo, con la sua vista di lince , scorse in lontananza sopra uno scoglio due lupi marini. Preso quindi il fucile, ci avvicinammo ad essi colle dovute precauzioni, ma il proiettile non li ferì appieno, per cui si gettarono nell'acqua, e non si videro più. La cosa incominciava a farsi abbastanza seria: l'estanzia più vicina, distava, per lo meno, più di novanta chilometri, e si sa che qui nella Terra del Fuoco le ferrovie non esistono ancora. Regnava però sempre tra noi il buon umore ed una dolce e caritatevole allegria. Ci ricordammo allora di quel detto del Beato Curato d'Ars « La Croce è piantata in tutti i lati del mondo, affinchè ve ne sia un pezzetto per tutti. » Dopo aver messa tutta la confidenza nel nostro buon Padre Celeste, ci raccomandammo alla Divina
Provvidenza, e si gettò la rete: e questa, in pochi minuti, con nostra grande meraviglia si riempì, e fu necessario per tirarla alla spiaggia, usar tutte le precauzioni per non romperla. Erano centoventi pesci, di circa un chilogramma caduno, che ci fornirono il necessario alimento nei quattro giorni, che ancora ci rimasero di viaggio. Noi, vista tant'abbondanza, gettammo nuovamente la rete, ma invano ; la Provvidenza ci aveva già dato il necessario, e non si raccolse più nulla.
Una terribile burrasca - L'invocazione di "Maria Ausiliatrice „ - Ritorno alla Missione - Tutti in pellegrinaggio al monumento del " Serro-Alto.,,
Consolati da una tal pesca, che ci parve prodigiosa, ci mettemmo di bel nuovo in mare per la traversata, affine di arrivare in vista del Canal San Gabriele. Avevamo percorso un dieci chilometri, quando quasi all'improvviso si alzò un forte vento sud-est seguito da una grande tempesta. Solamente chi ha viaggiato da queste parti, può farsi un'idea delle burrasche, che sanno suscitare i forti venti incostanti nell'Arcipelago Fueghino. Non è gran tempo che il Vapore Ventura, trovandosi in viaggio per Puntarenas, dovette retrocedere e rifugiarsi alla Punta S. Valentino, dove sorge la nostra Missione del Buon Pastore; e il Magallanes in un viaggio di sette ore dovette impiegare più di cinque giorni. Altre burrasche ci avevano sorpreso da Genova a Montevideo, e dalle Malvine a Puntarenas; ma, tenuto conto della diversità del battello, non erano da paragonarsi a quella. Le onde molto più alte dell'imbarcazione, si accumulavano le une con le altre, producendo un rumore assordante. Sebbene fossero solamente le undici antimeridiane, pure, la spessa nebbia e le dense nubi producevano una certa oscurità, che sembrava fosse giunta la notte. Una povera india, avvolta in alcune pelli di guanaco, col suo piccolo bambino legato dietro le spalle, dava ogni tanto delle occhiate alle onde spumeggianti e piangeva. Mi guardai all'intorno; eravamo undici : alcuni tremavano da capo a piedi; altri si guardavano in faccia silenziosi. Il timore che qualcheduno avesse dimenticato l'estote parati del Vangelo, mi affliggeva profondamente ! Umanamente parlando, non c'era più speranza di arrivare a terra ! Al vecchio Adamo tornavano in memoria le antiche superstizioni non ancora del tutto spente; e con gesti, cantilene e prolungati sospiri mettevasi con grande serietà a scongiurare le onde. In altri tempi si sarebbe riso, ma allora non era il caso. Gli dissi di fermarsi, ma egli fece mostra di non capire, e seguitò imperterrito i suoi strani esorcismi. Vedendolo irremovibile nelle sue idee, presi in mano la Corona del S. Rosario, e me la misi al collo; al mio atto l'indio Cipriano fece altrettanto, e subito altri seguirono l'esempio. Allora mettemmo tutta la nostra confidenza nella Celeste Ausiliatrice del Popolo Cristiano ; appesi una sua medaglia al palo della vela; e colle lacrime agli occhi e con tutto il fervore possibile, incominciammo la recita delle Litanie Lauretane. La vittoria stava riservata a Maria ! Le onde minacciose, tentano di fare ancora gli ultimi sforzi, ed il cupo rumore intorno a noi si fa più assordante ; ma per poco. Giunti all'invocazione : Maria Auxilium Cristianorum, ora pro nobis! con nostra grande meraviglia, cessa completamente il vento; le onde si calmano, e dopo tre ore di navigazione, arriviamo felicemente a terra. Subito l'Ave Maris stella e il Te Deum laudamus risuonarono in queste spiagge lontane in ringraziamento di un così segnalato favore.
Alla Missione, ci attendeva una consolante sorpresa. Era giunta da Roma una nuova Enciclica del Santo Padre Pio X ; ed è bene sia fatto noto ai nostri buoni Cooperatori e Cooperatrici, che anche in queste ultime estremità del Nuovo Mondo, la parola del Vicario di Gesù Cristo viene accolta e praticata, in quella guisa che i Figli obbedienti ed ossequiosi ascoltano la la parola del Padre. Anche qui il lavoro è diretto a svolgere il santo programma del Sommo Pastore : « Instaurare omnia in Christo. »
Il diciotto settembre, qui alla Missione fu per tutti un giorno di comune allegrezza. Alla mattina, dopo la santa Messa, c'incaminammo verso il Serro-Alto, donde si gode una magnifica vista, circa a sei chilometri dalla Missione San Raffaele, sulla cui cima sorge già da due anni un magnifico monumento, dedicato ai Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria. Il panorama è splendido ! Oltre il Porto Ovest, alcuni laghi, la Punta San Gioachino ed il territorio della Punta dei SS. Pietro e Paolo, si vede anche una gran parte della Terra del Fuoco , con i suoi alti monti (2135 m.) coperti di nevi perpetue. E là ci fermammo alcune ore in onesti divertimenti, e prima di discendere per far ritorno alla _Missione, innalzammo fervide preci al nostro Creatore, onde affrettare quell'avventurato giorno, in cui mercè la protezione della Santissima Vergine Madre di Dio, risuonerà anche in tutte queste terre lontane il Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat !
Mi benedica, amatissimo Padre, e con me benedica pure, gli abitanti di queste ultime terre. Suo aff.mo Figlio in Corde Jesu
PIETRO MARIA Rossi Missionario Salesiano.
Matto Grosso Le due Colonie fra i Coorados.
(Relazione dell'Ispettore D. Antonio Malan). III (1)
Attraverso le foreste dell'Alto Araguaya
Cuyabà, 7 settembre 19o5. AMATISSIMO PADRE,
Eccole finalmente la terza ed ultima parte del mio viaggio attraverso le folte foreste del Matto Grosso.
Impiantata, come le dissi nell'ultima mia, la nuova Colonia «Immacolata Concezione», io e Don Balzola, con l'indio Giulio ed i miei fidi compagni, il coadiutore Gabet e il distinto giovane Pio Bueno, partimmo subito alla volta dell'Alto Araguaya, e più determinatamente al luogo denominato Macedina, che dista 8o chilometri oltre la cara Colonia ultimamente fondata. Come strada non avevamo che una semplice picada (un sentiero aperto dai viandanti a forza di scure e di falcetti tra le folte boscaglie delle foreste Mattogrossensi), intricata però da nuovi arbusti e tronchi di alberi che con poca gentilezza spesso ci accarrezzavano bruscamente i vestiti e le bardature senza risparmiare i cavalli e i disgraziati cavalieri.
La prima tappa - Arrivo a Macedina - La cordialità del Maggiore Cicero - Amministrazione dei SS. Sacramenti - Due casi curiosi.
Ci sorprese, sinistra, la notte del 22, una di quelle notti frequenti piene di insidie e di orrori che intimidiscono il cuore del più intrepido viaggiatore, e che non sono sconosciute al missionario nelle sue apostoliche pellegrinazioni, il quale però anche nella cupa e misteriosa oscurità di quelle ore di trepidazione si conforta nel pensare alla splendida visione del premio eterno, che incessantemente gli addita quella Mano medesima che lo inviò a, portare la Buona Novella a tanti infelici, ancora sepolti nelle tenebre delle più infelici superstizioni.
Come al solito, pernottammo a ciel sereno nelle rive verdeggianti di un ruscello chiamato Corrego fundo, per la spaventosa profondità, aspirando un'umidità che penetrava fino alle midolla, sebbene avessimo acceso un bel falò, ove si contorcevamo crepitando i tronchi verdi che andavamo gettando nelle fiamme. I nostri stomachi incominciavano già a sentire gli stimoli della fame e il sonno invocato non veniva ad appagare o attutire il desiderio della natura. Che anzi il sonno ci apportò una legione di famelici insetti, come i terribili polvora, mosquitos e carrapatos, che non rispettarono neppure i nostri animali, i quali, sentendosi perseguitati, durante la notte si sbandarono, procurandoci nuove fatiche e sudori.
All'imbrunire del secondo giorno ci trovammo felicemente alla méta. Una lega prima di arrivare a Macedina vennero ad incontrarci 12 cavalieri, inviati dall'egregio capo di quella modernissima località il sig. Maggiore Cicero ; cosicchè preceduti e seguiti da quell'illustre comitiva arrivammo salutati dal festoso rimbombo di petardi, e fummo accolti con tanta cortesia che ci fu di conforto.
Macedina era un quartiere militare destinato a reprimere a ferro e fuoco le gesta dei terribili Boróros, che un tempo aggredivano gli inermi passeggieri, massacrandoli barbaramente. Questi fatti sanguinari scomparvero quasi totalmente colle fondazioni dell'opera nostra evangelizzatrice a pro di questi miseri figli di Tupá (TUPÁ è il nome col quale chiamasi l'Essere Supremo da quasi tutti gl'indii del Brasile. ). In seguito, Macedina divenne una colonia agricola per l'allevamento di ottime razze di buoi e cavalli e un centro mineralogico per la ricerca di oro e diamanti, abitato quasi esclusivamente da onesti cittadini dello Stato di Bahia, sotto la savia direzione dell'ottimo e caritatevole maggiore Cicero, che impiega tutti i suoi sforzi, onde si conservi intatto il tesoro delle tradizioni religiose in seno a quelle famiglie, felicissime in quella sera del 23 giugno di avere, per la prima volta! un sacerdote in mezzo a loro. Chiamati da molto tempo per amministrare i Santi Sacramenti in quella località, approfittammo della occasione propizia, volendo soddisfare i giusti desideri di quelle pie persone che dimostrano di sentire così profondamente i benefizi della religione, e vi giungemmo la vigilia di S. Giovanni Battista, patrono di quelle terre.
Il maggiore Cicero con la sua naturale affabilità ci volle ospiti sotto il suo tetto, ove ci fermammo fino alla mattina del 25; durante il qual terni o, muniti di tutte le facoltà dall'Eccmo Vescovo, amministrammo molti Santi Sacramenti.
Prima di battezzare e cresimare molte di quelle care anime, e di celebrare o regolarizzare molti matrimoni, non mancammo d' istruirle convenientemente. Ci capitò il bel caso di battezzare, cresimare e ammettere alla S. Comunione una persona, che si volle anche accostare al Sacramento della Penitenza, dopo del quale si unì regolarmente in matrimonio. Speriamo che le sue nozze benedette quasi contemporaneamente dalla grazia abbondante di tanti Sacramenti, abbiano ad essere seguite da perenni benedizioni.
Le voglio anche accennare un altro caso, piuttosto curioso. Dal Rio Bonito che bagna i fertili terreni di Goyaz, a 28 leghe di distanza, arrivò un tale a richiedere il Maggiore Cicero di un rimedio per una povera ammalata. Nei due giorni che si trattenne a Macedina il nostr'uomo si dimenticò dell'urgenza dei rimedi, ma trovò.... una sposa che io battezzai e cresimai; e volendo quegli celebrar. tosto gli sponsali, la promessa preparò in gran fretta la sua dote senza incomodare le sarte e le modiste, limitandosi a trovare in prestito per sè e per lo sposo i vestiti strettamente necessarii per dare all'atto una certa cnnvenienza ! Si confessarono, si comunicarono e finalmente si unirono in matrimonio. Quindi il sollecito sposo tornò presso la povera inferma, coi rimedi che era venuto a cercare e... colla sua consorte.
(Continua).
Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto del Cristiani. PIO PP. X.
NUOVE CHIESE E CAPPELLE.
TRENTO - All'Istituto Salesiano la festa di San Francesco di Sales ebbe un'importanza speciale per l'inaugurazione della nuova cappella, dedicata a Maria Ausiliatrice.
Al mattino Sua Altezza, il Principe Vescovo, procedeva alla benedizione dell'oratorio, circondato dal clero salesiano e dai numerosi convittori che seguivano colla più viva attenzione e divozione le varie e simboliche cerimonie. Quindi Sua Altezza celebrava la messa della comunità, ed al vangelo rivolgeva con amabile e paterna semplicità una breve esortazione ai giovanetti, spiegando loro il senso delle cerimonie compiute ed i motivi del rispetto che devesi alla chiesa, considerata come casa di Dio e luogo d'orazione. Disse com'essi stessi avrebbero potuto rendersi templi vivi dello Spirito Santo coltivando nel loro cuore lo spirito di pietà e di purità. Conchiuse con un fervido invito all'amore di Maria Ausiliatrice, la grande patrona delle opere salesiane.
Alla messa solenne celebrata dal rev.mo mons. Daprà, ed alle funzioni della sera, la piccola scuola di canto dell'Istituto eseguì scelta musica. La lieta giornata si chiuse con una bella produzione drammatica.
Una parola di elogio al modesto quanto valente sig. Giovanni Miori di Trento, decoratore della nuova cappella. Egli, congiungendo due cose assai difficili a mettersi assieme: - arte ed economia - seppe intonare la decorazione ad una sobrietà così elegante e divota, da rendere il grazioso Oratorio un vero gioiello.
Maria SS. Ausiliatrice sorrida dalla sua nuova sede ai numerosi giovanetti dell'Istituto e benedica copiosamente i loro buoni benefattori.
BARRANQUILLA (Colombia). - Nella chiesa di S. Rocco, il 26 novembre u. s. venne inaugurato un nuovo bellissimo altare in onore di Maria Ausiliatrice. La cara cerimonia si svolse con grande solennità, presente il sig. Governatore del Dipartimento, tutte le associazioni religiose della parrocchia e il nostro D. Evasio Rabagliati, l'apostolo dei poveri lebbrosi della Colombia.
L'altare, artisticamente lavorato, venne eretto a cura del consiglio direttivo di quell'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice, la quale è fiorentissima.
Ci scrivono, che anche Maria SS. Ausiliatrice, colla frequenza dei suoi favori mostra di avere assai caro il tenero culto che le professano i buoni cittadini di Barranquilla, i quali, in ogni loro bisogno, hanno appreso a ricorrere con particolar fiducia ai piedi di Maria SS. Ausiliatrice.
MORELIA (Messico). - In Morelia si è posta la prima pietra di un nuovo Santuario in onore di Maria Ausiliatrice (Ved. tra le Notizie varie).
Dagli Annali del Santuario.
1869. - In data 18 aprile, Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Alessandro Ottaviano Riccardi dei Conti di Netro, Arcivescovo di Torino, visto il memoriale presentato dal Servo di Dio, Don Giovanni Bosco, « per alimentare ed accrescere la divozione dei fedeli verso la Santa Madre di Dio e l'augusto Sacramento dell'Eucaristia » erigeva, e con apposito decreto dichiarava canonicamente eretta all'altar maggiore del Santuario l'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice.
1870. Addì 5 aprile, il Sommo Pontefice Pio IX, seguendo la consuetudine dei Romani Pontefici « di arricchire di particolari onori e privilegi le Società dei fedeli dirette all' esercizio di opere di cristiana pietà e carità » con apposito breve e con la Sua Apostolica Autorità innalzava l'Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice, in poco tempo divenuta fiorente ed estesissima, al grado di Arciconfraternita « con tutti e singoli gli onori, le preminenze, le prerogative, i diritti e i privilegi soliti. »
Come vede il lettore, due nuovi ricordi riguardanti l'Associazione di Maria SS. Ausiliatrice, che perciò torniamo a raccomandare nuovamente.
N. B. - Per ascriversi all'Arciconfraternita dei Divoti di Maria SS. Ausiliatrice basta inviare semplicemente nome, cognome e indirizzo al Rettore del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, Torino. Non è prescritta alcuna annualilità pecuniaria ; tuttavia, come chi desidera ricevere il libretto dello Statuto dell'Associazione, all'atto dell'ascrizione fa quella libera offerta che crede, così sarebbe assai conveniente che, potendo, pur si facesse qualche offerta annuale per sostenere le spese necessarie pel culto e pel mantenimento del Santuario specialmente durante il mese e le feste titolari di Maggio.
Pel 24 corrente.
Oltre le private intenzioni dei nostri benefattori, nelle sacre funzioni che si celebreranno nel Santuario il 24 corr., avremo anche quest'intenzione generale che raccomandiamo a tutti i lettori :
Imploreremo le benedizioni di Maria SS. Ausiliatrice sui numerosissimi divoti, che per grazie speciali ricorreranno a sì tenera Madre nel bel mese a Lei consacrato.
Gravemente infermo di peritonite.
Il 10 settembre u. s. un' inattesa notizia, paurosa come la minaccia di una tremenda sciagura imminente, veniva a gettare il mio povero cuore di padre in uno stato di desolazione mortale: il mio figliuolo era gravemente infermo di peritonite, e venivo chiamato a visitarlo.
Ripiene di ansia tormentosa furono quelle lunghe ore, che il viaggio interpose all'istante in cui potei trovarmi vicino al suo letto l'animo mio si sentiva profondamente accasciato sotto il peso della nuova sventura, che m'incombeva. Già tanti vuoti di persone care aveva fatto la morte attorno a me! Tra le sue vittime era pur caduta l'amata mia consorte ; ero rimasto superstite con due figli, ma il primogenito, consecratosi interamente al Signore, non era più mio. Mi restava, unico rampollo di mia famiglia, solo più lui, il mio Francesco, collocato da me lontano, proprio all'ombra del Santuario dell'Ausìliatrice per apprendere una professione. Quante volte avevo pregato che almeno lui mi volesse il cielo serbare incolume e buono ! Eppure, durante il viaggio, un pensiero crudele, insistente e fatto probabile dalla qualità seria della malattia, continuamente mi tormentava: « Lo ritroverò ancor vivo? » Ma fortunatamente quando giunsi, la crisi temuta e paurosa era già passata. Nel momento, in cui maggiore era la trepidazione ed il timore, colui che in quell'asilo di carità fa da padre a tutti quei numerosi fanciulli lo aveva benedetto nel nome di Maria Ausiliatrice, assicurandolo che Ella non avrebbe smentito la sua benevolenza materna.
Tuttavia ogni pericolo non era ancora scomparso; triste e dolorosa perdurava la situazione; il medico non osava pronunciarsi... Ma un'intima voce mi diceva che la Madonna me l'avrebbe salvato ! A Lei pertanto si rivolsero a questo fine molte anime buone, e a Lei ricorsi anch'io incominciando una fervorosa novena. Ebbene, l'infermo andò tosto migliorando e dopo pochi giorni si trovò interamente fuor di pericolo.
Ora sano ed allegro egli continua il suo lavoro, ed io son certo che ogni volta che entrerà nel tempio dell'Ausìliatrice , posando lo sguardo sulla Incoronata Regina, non mancherà d'innalzare un fervido ringraziamento a Lei, che dal limitare di morte lo ricondusse al più lieto rigoglio della vita.
Caprile, marzo 19o6.
PIETRO Bozzio.
La medaglia al collo di una bambina.
Michelina, un fior di bambina di quattro anni, venne colta da fierissima malattia. Mentre la poveretta soffriva in preda ad atrocissimi dolori, i parenti, afflitti, desolati quanto mai, non sapevano come darle un sollievo; e vedevano spegnersi a poco a poco ciò che al mondo avevano di più caro. Anche i medici non ne davano più speranza alcuna; e gli occhietti dell'innocente bambina, così amabili, così vìspi, che prima brillavano tanto alla vista dei suoi cari, stavano per chiudersi nel sonno di morte.
Ma in un momento di santa inspirazione, la pia sua madre, da fervente divota di Maria, si rivolse a Lei, e La pregò con fede che volesse restituirle sana e salva la sua cara figliuolina. E mise al collo della piccola malata una medaglia di Maria Ausiliatrice,
Stupendo prodigio ! La misera bambina, che fino allora bruciava da un'ardentissima febbre, e che fino allora non aveva potuto prendere un istante di riposo, fu colta da un lieve sopore e placidamente si addormentò. Intanto la famiglia pregava, pregava sempre, e insieme piangeva contemplando quel caro visino, che, fuori dell'usato appariva composto in una subitanea calma. Da molto tempo non avea più chiuso occhio... Finalmente con grande stupore degli astanti l'inferma con una vocina sonora e graziosa ad un tempo, si sveglia ed esclama: « La Madonna mi ha guarita! » E la bimba era perfettamente guarita.
In riconoscenza alla SS. Vergine Ausiliatrice la buona madre di Michelina, di nome Sorrentino Maria, prega che la grazia ricevuta sia fatta pubblica nel Bollettino Salesiano. Ed intanto offre al Santuario di Valdocco come pegno del suo amore L. 5, pregando di celebrare una messa di ringraziamento all'altare dell'Ausiliatrice.
Siano, 21 dicembre 19o5.
CORVINO S.
Maria Ausiliatrìce fra ì nostri emigrati
CINCINNATI OHIO U. S. A. - Tre anni or sono mi trovavo colpito d'una malattia, che, se non mi obbligava al letto, era però molto lunga e noiosa. Leggendo un giorno il Bollettino Salesiano, rimasi colpito a vedere le tante grazie che la Madonna di D Bosco dispensa ogni giorno a chi a Lei ricorre con fede; ed anche a me venne il desiderio, come m'era stato suggerito dalla mia buona mamma, di raccomandarmi con fede a sì cara Madre, e così feci. Nel medesimo tempo feci pure il voto, che se avessi avuto la grazia di star meglio, al più presto possibile avrei fatto un regalo alla Madonna Ausiliatrice a seconda delle mie forze, mi sarei fatto inscrivere nell'elenco dei Cooperatori Salesiani e avrei pubblicato la grazia sul Bollettino. Sebbene indegno, la grazia l'ho ricevuta ed ora mi trovo benissimo. Quindi col cuore pieno di riconoscenza verso Maria SS. Ausiliatrice, eccomi ad adempire al mio voto. Con questa relazione compiego un vaglia cambiario sul Banco di Napoli per L. 30; venticinque sono in adempimento del mio voto, cinque per una mia nipote che desidera di esser ascritta anch'essa fra le Cooperatrici Salesiane...
Sia benedetta la Vergine Ausiliatrice ! 24 gennaio 19o6.
GIUSEPPE MAZZA.
VINELAND=NEW YERSEY (U. S. A). - Non si prega mai invano quando si ricorre alla gran Madre Maria Ausiliatrice. Mesi or sono queste contrade erano infette dal tifo. Tutti i vicini erano stati colpiti da questa terribile malattia, di cui tanti son morti. Noi ricorremmo alla Madonna di Don Bosco con tre novene e con la promessa di una piccola offerta ; ed abbiamo ricevuta la grazia... Abbiam fatto tre novene di ringraziamento ; ed ora che la malattia è cessata, pieni di riconoscenza ci affrettiamo a mandare un'offerta per la celebrazione di una messa di ringraziamento con preghiera di pubblicare la grazia nel Bollettino.
19 dicembre 19o5.
SMANIOTTO MARCO.
CAIRO (Egitto). - Soffrivo al cuore ed allo stomaco e non potevo più muovermi ; ero ridotto in fin di vita. Mi feci visitare dai medici, ma le medicine che presi, sembrò che mi aggravassero il male. Ero ridotto in uno stato che mi aspettava la morte da un minuto all'altro, quando mi venne l'idea di tralasciare le medicine e di fare un voto alla Madonna di Don Bosco, perchè mi ridasse la salute. Da quel giorno cominciai a migliorare; ora tutti i mali son cessati e godo perfetta salute.
Prego tanto che si pubblichi questa grazia nel Bollettino Salesiano.
Dicembre 19o5.
GUALTIERO FURLANETTO.
MENZIES (West-Australia). - Il 9 novembre restammo improvvisamente senza lavoro. Non posso ridire lo strazio nostro, quando ci fu data dal padrone tale notizia. Dovemmo partire, girare per paesi sconosciuti, e in un tempo in cui i lavori sono scarsissimi ! Nessuno potrà comprendere in che desolazione ci trovavamo in quei giorni. Fu allora che pensando alle grazie che Maria Ausiliatrice avevami elargite nel passato, pieno di fiducia, insieme col mio compagno, a Lei mi rivolsi anche questa volta: e cominciai una novena nel modo indicato nel Bollettino, promettendo di far celebrare una santa messa al suo altare, e di pubblicare un cenno della grazia ricevuta. Le nostre preghiere vennero subito ascoltate. Dopo due giorni di dolore, mi decisi di recarmi presso alcuni padroni che mi avevano fatto lavorare l'anno scorso, quantunque non avessero bisogno di operai... ed ecco che non appena udirono il nostro deplorevole stato, ci dissero subito: « Incominciate a lavorare per noi! » Tutti giulivi ci incamminammo alla nostra misera dimora che è lontana otto miglia dal paese, in mezzo ad un profondo deserto, sotto una misera tenda, esposti a tutte le intemperie del tempo... ed ora proseguiamo il nostro lavoro. Col più vivo affetto invio una lira sterlina, perché si celebri una santa messa secondo la nostra intenzione e ci si ascriva all'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice.
24 dicembre 19o5.
SCOLARI LORENZO.
MOMPOS (Repubblica di Colombia S.-A.). - Giorni sono il nostro bimbo Gian Carlo Maria, di appena 10 mesi, fu colpito da grave infermità. Coll'anima straziata dal dolore invocammo la potente e misericordiosa protezione della Vergine di D. Bosco, ed Ella ci esaudì pietosamente, ridonandogli come per incanto la salute. Sia per sempre benedetta l'Ausiliatrice dei Cristiani! E qui siaci pur concesso manifestare pubblicamente la nostra grande riconoscenza all'Ausiliatrice per una desideratissima grazia che ci volle concedere l'anno 1904 durante il bel mese a Lei consacrato. D'allora in poi fu un succedersi, assai frequente, di celestiali favori che ci dànno a conoscere fino all'evidenza, quanto sia buona e generosa la Vergine di Don Bosco con chi la venera e la invoca con fede. Degnisi l'Ausiliatrice dei Cristiani continuare sulla nostra famiglia la sua materna protezione, e noi vivremo sempre riconoscenti verso sì cara Madre. Viva Maria SS. Ausiliatrice!
10 gennaio 19o6.
GIACINTO E FEDELINA MACCHI.
S. NICOLAS (Repubblica Argentina) - La signora Giuseppa Fio, nata in Romano Canavese e da due anni residente in S. Nicolàs de los Arroyos, soffriva tali dolori, che la rendevano assolutamente incapace di compiere i suoi doveri di madre. Si servì di medici e di medicine ma inutilmente. Ricordando la tenera divozione a Maria SS. Ausiliatrice, che aveva imparato ad amare nel Santuario di Torino, fiduciosamente si raccomandò alla pietosissima Madre con una santa novena, accostandosi infine ai SS. Sacramenti nella nostra Chiesa a Lei pure dedicata. Ed ecco che, compite queste pratiche di pietà, Maria Ausiliatrice la esaudì, concedendole la salute di cui aveva tanto bisogno.
23 febbraio 19o6.
D. BARTOLOMEO MOLINARI Salesiano.
Rivolta d'Adda - Il 27 del passato dicembre l'unica nostra bambina Maria fu colpita dal morbillo. Il male cresceva di giorno in giorno. Il bravo medico curante faceva ogni sforzo per combatterlo ma tutto era inutile ; e la malattia prendendo piete si cambiò in grup, poi in polmonite doppia con scarlattina; sicchè l'undici gennaio la piccola creatura dopo una pessima giornata di convulzioní sulla sera entrava in agonia ! Che dolore al sentirsi dire dal Dottore, che non v'è più speranza e che fra poche ore la bambina sarebbe morta! Fu allora che con viva fede ci raccomandammo a Maria SS. Ausiliatrice, promettendo l'offerta di L. 10o, e la pubblicazione della grazia. Subito adempimmo in parte la nostra promessa ed ora che la bimba è guarita, la sciogliamo interamente.
24 febbraio 19o6.
GIOVANNI REGAzZI e ANGELINA NEGRI Coniugi.
Troia (Foggia). - Molti sono i momenti della vita in cui da una forza maggiore si è spinti, e quasi direi costretti, a rivolgere la mente in alto, ed in uno di questi momenti mi son trovato anch'io. Ecco come. Mia sorella Maria s'era messa a letto affetta da meningite cerebrale. Il caso era grave, e trovandomi lontano dalla famiglia per ragione di studi, ricevetti da mio padre la notizia che la malattia della sorella non lasciava adito a speranza alcuna. Non è a dire da quale scoraggiamento fui preso ; ma non avevo letto sul Bollettino tante grazie ottenute per intercessione di Maria Ausiliatrice? Animato da questi pensieri pregai con quel fervore che solo può ispirare la trepidazione per un'amata persona, e promisi di far pubblicare la grazia sul Bollettino. Dopo pochi giorni una cartolina mi diceva che la sorella andava migliorando. Ero stato esaudito.
Troia 3 marzo 19o6.
GIUSEPPE D'ERRICO.
Cornigliano Ligure. - Di tutto cuore rendo infinite grazie alla potentissima Ausiliatrice per l'ottenuta guarigione di mia mamma, gravemente ammalata di polmonite e mal di cuore, con pericolo della vita. Ricorsi a Lei fiduciosa con una novena promettendo una messa di ringraziamento e la pubblicazione della grazia sul Bollettino; e durante detta novena si ebbe già a notare un miglioramento, indi la guarigione. Piena di gratitudine adempio la promessa, e nuovamente ringrazio la Vergine, alla quale mai non si ricorre invano.
5 marzo 19o6.
GIULIA QUAGLINO.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:
A*) - Agliano: R. A. B. 5 - Airolo (Canton Ticino): Una Suora 7 - Alice Castello: N. N. 4 - Aosta: G. B. 15 -Arco: Callierotti Luigia 5 - Argenta: Teresa Zavaglia ved. Manica ed altre pie persone 5o - Azzone, Santi Pietro 5.
B) - Baldissero: Quaglia Catterina 5 - Balestrate (Palermo): Vitino Aiello 2 - Belforte Monf.: Bosio Domenico 5 - Borgomanero : Cerutti Teresa 3 - Bianzè (Novara): Costanzo Giuseppe, 11 - Borno: Corneglia Copartigiana Maria in Martinelli - Bosa (Cagliari): Vittorio del Boca 5 - Bra: Fissore Maddalena, 5 - Brescia: Bianchetti Giovanni Leone - Bronte: Meli Salvagno D. Giuseppe 5.
C) - Calascibetta: Corvaia Elisa 5 - Calciavacca (Torino): Le Figlie dell'Oratorio 9 - Campione (Brescia): Re Giuseppe 10 - Campodolcino: D. R. M. 6. - Caprino Bergamasco: Turla Battista 3 - Casale Monferrato: Solerio Albertina 3; Giordano Lucia ved. Solerio 5 - Caresana: Ramo Teresa 20 - Castelferro: Bisio Carlo 3 - Castellano (Austria): Casimiro Graziola 3 - Castelletto Uzzone: Bogliacino Annetta - Castelnuovo Calcea: Lazzarino Bartolomeo 3 - Castiglione Fiorentino (Arezzo): Giusti Paolo e Lucia 5 - Cavour: Nepoti Angela - Celle Bellino: Sorelle Richard; N. N. -Chawensod (Torino): Impérial J. 5 - Chiavari (Genova): Una Cooperatrice 10 - Clusone (Bergamo): Ferrari Gio. Batta 12 - Costigliole d'Asti: Borio Luigia, 100 - Cremnago (Como): Conti Luigi 5 - Cugnasco: Morinini Clara 5 - Cuneo: N. N. 100 -
D) - Desenzano sul Lago (Brescia): Famiglia Bagatta 2 - Dignano: Costantini Attilio 45
F) - Firenze: Realdon Marco 5 - Fiumicello (Litorale Austriaco): Gottard Enrico 4,19.
G) - Galbiate: Longhi Maria 2 - Gavignano: Gregori Vincenzo 1,5o - Genova: Valentino Genova 5 ; Castognato Ida 10 - Gordona: D. A. 5 - Gorlago: Bassi Elisa S.
I) - Iglesias: Manca Giovannina 10 - Intra: D. A. Bonaudo 5 - Isnello: Sideli D. Carmelo 10.
L) - Lodi: V. Q. 5 - Lombriasco: Margherita Camisassa; N. N. 5 - Luino (Como): Nina Pellegrini S.
M) - Magadino(Canton Ticino): Coniugi Alessandro e Luigia Sargenti 5 - Maggianico (Como): P. M. - Moggio: Bianchi Giuseppina, 3 - Maniago (Udine): Siega Costante 5 - Margarita di Cuneo: Crosio Lina io - Mazzarino: Giagusa Don Gaetano 2 - Mezzo Lombardo: Virginia Giuliani 3,20 - Messina: Keller Fanny 5; Gorgianni Pier Maria 10; M. M. 2. - Mirano: Anna Guerra 1o; Luigia Andreon 4 - Milano: Zineroni Casate Anna 10; I. C. 5 - Monigo di Treviso: D. Pio Antonelli 10 - Montanaro (Torino): V. E. 10 - Monteleone (Catanzaro): Avv. Angelo Mantella 1o - Marello: Cravero Margherita, 2.
N) - Negrar (Udine): Tomasi Maria 1o - Niscemi: Lo Menso Maria 5 - Novi Ligure: Timossi Genoveffa 25 ; Basaluzzo Maria.
O) - Ovada (Alessandria): A. S. 5; A. Morchio 5.
P) - Palermo: Costantino Immordino - Parma: N. N. 5 - Pegli: Elisa Salviati 10 - Perdesseno (Austria) : Frapporti Desiderato 5 - Pettinengo (Biella): Miniggio Giuseppina 10. - Piarensa: Trenchi Cesare 5 - Piobbico (Pesaro): Rinaldoni Filippo 5 - Piossasco (Torino): Piatti Luigi - Pontevico: Grandoni Maria 5 - Piscina: Beltramino Anna.
R) - Rivalta Torinese: Vaia Maddalena 1o; Gonella Catterina 2; Scozzone Angela 3.
S) - Sampeyre: Nella Giovanni Antonio 7 - S. Francisco (Cordoba): 20 - S. Giovanni in Bianco: Gamba Rosina 25 - S. Remigio di Parodi Ligure (Alessandria): Tacchino Carolina 5 - Santa Teresa (America del Sud): Bursio Battista 6 - S. Vittoria d'Alba: Poro Teresa nata Jardini 5 - Scanza: Leonilda Chiesa 2 - Senaso (Tirolo): Tonasi Matteo 10 -Senurbi per S. Basilio (Cagliari): Francesco e Maria Satta Cappai 15 - Serina (Bergamo): Una povera famiglia 2- Sesto al Reghena: Brusadini Angela 2,50 - Sestri Ponente: Bassini Zeffira 5 - Soave (Verona): A. O. 1 - Solbiate Olona: Erminia Bernacchi ved. Vagner - Sondrio: Menatti E. 5
T) - Torino: M. Lombardi ; N. N. 5 ; N. N. 5; - Manzetti Vittorio 10; Una figlia di Maria riconoscentissima 3; E. B.; Domenico Gonna 1 ; Scassa Luigia ; Suor Ermelinda Lucotti per segnalatissima grazia ; Comba Luca ; Regina Piccinino
Mantellero - Torrigliano: N. N. 1 - Tremezzo: Sampietro D. Antonio 25.
U) - Udine: L. T. P. 1.
V) - Valle di Imarano (Tirolo): A. P. - Venezia: I coniugi Pagnano 2.50 - Vicenza: Luigia Nalesson 4- Vigevano: Capp. Rigora Andrea 5 - Vercelli: Maddalena Barbera Rollone 40 - Villalvernia (Alessandria): Maria Feretti in Milanese, 2 - Villa Gambaragno (Svizzera): Meschini Camilla 5Viguzzolo (Alessandria) Bondone Vincenzo 2.
X) - C. A. Z. Zoo.
TORINO
Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi commissione in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.
Ogni sabato, alle 7,30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.
Dal 10 aprile al 10 maggio.
8 aprile: Domenica delle Palme - Ore 9.30, Benedizione delle Palme, Messa solenne.
11 aprile: Mercoledì Santo - Ore 17, Canto dei divini uffizi.
12 aprile: Giovedì Santo - Ore 6.30 Messa solenne - Ore 14, Via Crucis - Ore 17, Canto dei divini uffizi - Ore 19, Lavanda dei piedi.
13 aprile: Venerdì santo - Ore 6.30, Funzione secondo il rito - Ore 17, Canto dei divini uffizi - Ore 19, Via Crucis.
14 aprile: Sabato santo - Ore 6,30, Benedizione del fuoco: Profezie: Messa solenne - Ore 19.15, rosario e Benedizione solenne.
15 aprile: Pasqua di Risurrezione - Ore 6 e 7.30, Messa della comunione generale - Ore 9.30, Messa solenne - Ore 15.30, Vespro, discorso, benedizione solenne.
16 aprile: Seconda festa di Pasqua - Ore 6, Messa, predica, benedizione - Ore 19, Vespro predica, benedizione.
22 aprile: Domenica in albis - Ore 10, Messa solenne.
23 aprile: Apertura solenne del Mese di Maria Ausiliatrice. - L'orario del mese è il seguente:
Giorni feriali : Messe dalle 4,3o alle 10.30 - Ore 5.30, Messa, predica, benedizione - Ore 7.30, Seconda Messa della Comunità - Ore 19.15, lode, predica, benedizione.
Giorni festivi.- Messe dalle 4.3o alle 11.30 - Ore 5.30 e 7.30 Messe delle due Comunità - Ore io, Messa solenne - Ore 14.30 e 16.30, Vespri, predica, litanie e benedizione solenne.
Oratore: Sac. Dott. Francesco Zublena, Salesiano.
24 aprile: Commemorazione mensile di Maria SS. Ausiliatrice - Indulgenza plenaria - Speciali funzioni alle ore 5,30, 7.30, e 19.15.
4 maggio : Festa della SS. Sindone e Primo Venerdì del mese: ad onore del S. Cuore di Gesù, esposizione dei SS. Sacramento per tutto il giorno. 6 maggio: Patrocinio di S. Giuseppe - Orario festivo.
La bontà del S. Padre.
DELL'AFFETTo vivissimo e nel pieno attaccamemto che ci stringe al Sommo Pontefice, non potevamo tralasciare di esprimere pubblicamente i nostri figliali sentimenti nella fausta ricorrenza del Suo Onomastico, e volemmo che parlasse il cuore
E il linguaggio del cuore trovò un'eco gradita nel cuore del Papa ! Ce ne assicurò, con una sollecitudine e con una cordialità che ci commosse, il seguente biglietto di Mons. Giovanni Bressan, che siamo felici di riportare.
N. 305 Vaticano li 6 Marzo 1906.
Mong. Giovanni Bressan CAPPELLANO SEGRETO DI SUA SANTITÀ
con distinti ossequi partecipa che il Santo Padre, grato dei sentimenti espressi nell'articolo del Bollettino Salesiano del corrente mese di Marzo, rinnova con tutto il cuore e coll'antico affetto l'Apostolica Benedizione all'intera famiglia dei benemeriti Salesiani ed alle Opere loro.
A Valdocco.
I nostri giovanetti celebrarono con particolar affetto la cara solennità di S. Giuseppe. Allo splendore delle sacre funzioni, ripiene di religiosa pietà, corrispose un'insolita gioia nell'interno dell'istituto. La festa ebbe termine nell'aula del teatrino, con una bell'accademia in onore di S. Giuseppe e del Direttore, a cui gli alunni e i superiori dell'Oratorio vollero manifestare solennemente i sensi della loro più viva riconoscenza.
- Gli artigiani sul finire del mese u. s. attesero per tre giorni ai santi esercizi, predicati con molto zelo dal nostro D. Canepa e dal venerando D. Reffo della Pia Società di S. Giuseppe. Gli studenti compirono lo stesso ritiro sul principio di questo mese. La Vergine Ausiliatrice rimuneri le fatiche dei zelanti oratori, col rendere efficaci i buoni proponimenti dei giovanetti.
- Per la Settimana Santa è atteso a Valdocco il nostro buon Padre e Superiore D. RUA, di ritorno da un lungo viaggio compiuto nell'Inghilterra, nella Spagna e nel Portogallo. Il sig. D. Rua partiva dall'Oratorio, accompagnato dal rev.mo D. Giuseppe Bertello, la mattina del 1° venerdì di febbraio, festa della Purificazione di Maria SS. Le notizie dei suoi due mesi di viaggio furono sempre buone, e ne ringraziamo vivamente il Signore.
Rinviando ogni relazione in proposito al prossimo numero, con tutto il cuore diamo il bentornato all'amatissimo Padre.
In Italia.
BIELLA - La domenica 18 marzo, nell'Istituto di S. Cassiano ebbe luogo la premiazione dei più assidui all'Oratorio, alla presenza di Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giuseppe Gamba, di vari signori Canonici e Consiglieri comunali e di moltissime signore, note per la loro benemerenza.
I premiati furono più di cento, ed era commovente il vedere tanti figli del popolo appressarsi con franco e docile contegno a ricevere i premi veramente generosi, offerti dalle famiglie doviziose, fra cui si distinse la celebre ditta Boglietti.
Il pubblico guardava dalle finestre, ammirando e plaudendo, perchè veramente l'aula assai ampia conteneva appena i giovani, e gli invitati ad honorem.
I bravi giovanetti dell'Oratorio diedero un saggio di educazione religiosa e civile assai spigliato, che eccitava le continue approvazioni del pubblico. Il prof. D. Simonetti ricordò i risultati splendidi e modernissimi delle Opere Salesiane in varie case testè da lui visitate ed elevò un inno di entusiasmo a D. Bosco.
Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giuseppe Gamba, Vescovo della città, conchiuse con elevatissime parole.
COMACCHIO - All'Oratorio Salesiano. - Grazie al Signore, il numero dei giovanetti che assiduamente lo frequentano è giunto a tal punto, da far parere i locali insufficienti. In realtà quelli son più di trecento, ed anche i giovanotti del Circolo Pio X son saliti a quasi cinquanta. Molti dei giovani appartengono alle prime famiglie della città ; la quale a cominciare da tutte le autorità civili, militari ed ecclesiastiche, ha dispiegato per l'Oratorio le più vive simpatie ed una grande benevolenza, da cui ci sembra di dover ripetere l'ammirabile incremento del medesimo. La nostra devota riconoscenza.
- L'ultimo lunedì di carnevale, in compagnia degli alunni del suo Seminario giungeva a Comacchio l'Ecc.mo Mons. Pasquale Morganti, Arcivescovo di Ravenna ed Amministratore Apostolico della diocesi di Comacchio. E la sera, presenti tutte le Autorità ed il Seminario di Ravenna, nell'Oratorio Salesiano si volle dare in onore di Sua Eccellenza una bella rappresentazione. I Seminaristi fecero ritorno della stessa sera a Ravenna; ma Sua Eccellenza degnavasi rimanere a Comacchio per tenervi all'indomani una conferenza alle. signore Cooperatrici ed ai giovani del Circolo Pio X, dopo la quale, accompagnato dalla più viva riconoscenza dei nostri confratelli, in barca chiusa messa graziosamente a sua disposizione dall'egregio Direttore delle RR. Saline, faceva anch'egli ritorno alla sua città residenziale. Il Signore conservi lunghi anni all'affetto dei figli di D. Bosco il zelantissimo Presule. '
PEDARA (Sicilia) - All'Istituto S. Giuseppe si commemorò il 18° anniversario della morte di D. Bosco, con un'accademia musico-letteraria.
Nella sala del teatro, magnificamente addobbata, convennero moltissimi ammiratori delle opere salesiane. Sul palcoscenico , artisticamente ornato a piante e fiori e sfarzosamente illuminato ad acetilene, spiccava il busto di D. Bosco. Dopo il canto dell'Inno Salesiano un professore lesse la prolusione, a cui tennero dietro prose, poesie e dialoghi in italiano, latino, francese, greco e siciliano. Ammirata la spigliatezza con cui quei bravi giovani eseguirono le varie parti loro assegnate.
Il trattenimento lasciò il più dolce ricordo, e riaccese in tutti il più vivo affetto per l'indimenticabile nostro Fondatore.
Spagna e Portogallo.
MADRID - S. A. R. l'Infante Donna M. Teresa, accompagnata dalla contessa di Mirasol, il 17 febbraio visitò le scuole salesiane della Ronda di Atocha, fra il giubilo dei duecento alunni che gratuitamente le frequentano. Dopo una breve visita al SS. Sacramento nella nuova Chiesa di Maria SS. Ausiliatrice, Sua Altezza Reale visitò le singole classi per cui ebbe parole di vivo encomio. Passò quindi nella sala delle accademie, dove gli alunni eseguirono in omaggio all'Augusta Visitatrice alcuni pezzi di musica classica e Le diressero un cordiale saluto. L'omaggio si chiuse con un bell'esercizio di ginnastica, splendidamente eseguito da dodici fanciulli. Prima di partire Sua Altezza tornò nuovamente in chiesa, ove ricevette la Benedizione coll'Augustissimo Sacramento. Gli alunni, che l'acclamarono festosamente tanto alla partenza come all'arrivo, rimasero altamente edificati della pietà e della bontà dell'Augusta Donna.
VITORIA - La visita dei sig. D. Rua - Ci scrivono: Dopo varii giorni di ansiosa aspettazione, abbiamo finalmente avuto il piacere di rivedere l'amatissimo nostro Superiore Generale D. Rua. Giunse a questa stazione le 6 1/2 di sera del 22 febbraio, accompagnato dal sig. D. Giuseppe Bertello e dall'Ispettore di questa provincia Celtica, che il dì innanzi s'era recato a riceverli in S. Sebastian. In pochi minuti una vettura li trasportò al Patronato dove il veneratissimo sig. D. Rua fu ricevuto come in trionfo, tra bandiere, acclamazioni inni e discorsi. A tali manifestazioni d'amore rispose l'amato padre dirigendo la sua aflettuosa parola a quell'affollata udienza giovanile ; e quindi si passò tosto alla Cappella per il Te Deum e la Benedizione.
« Il dì seguente fu tutto occupato nel visitare le scuole e nel fare e ricevere varie visite. Fu tra le più cordiali quella che egli fece a Mons. Vescovo, il quale promise di restituirgliela tra poco a Torino. Anche la Fondatrice di questo Patronato ebbe una visita dal sig. D. Rua. I membri della Giunta del medesimo Patronato si presentarono anch'essi a fare atto di ossequio al nostro amato Superiore. Chiudevasi la giornata con una solenne accademia musico-letteraria in cui gli alunni interni ed esterni gareggiarono nell'esprimere i più sinceri sentimenti ed affetti d'amore e gratitudine verso il Superiore della Pia Società Salesiana.
» Quando s'intonò l'antico inno dell'Oratorio di Valdocco: Andiamo, compagni, D. Bosco ci aspetta... il sig. D. Rua non solo unì la sua voce a quella dei cantori, ma si alzò per fare la battuta. Un subbisso d'applausi a D. Bosco, a D. Rua e a Don Bertello fu la chiusa dell'accademia.
» Il giorno dopo, sabato 24 febbraio, verso il mezzoggiorno il veneratissimo Superiore ci faceva distribuire una medaglia di Marìa Ausiliatrice, e partiva per Bilbao, Santander, Salamanca, Lisbona, a visitare altri suoi figli...»
UTRERA - Il XXV Anniversario della fondazione del Collegio di N. S. dei Carmen - Fu celebrato il 16 febbraio insieme colla Solennità di S. Francesco di Sales. Il triduo fu predicato da tre illustri oratori, antichi alunni del Collegio. La messa solenne fu pontificata dall'Ecc.mo Vescovo di Lystra. Gli alunni eseguirono la sacra liturgia in canto gregoriano : il discorso di circostanza fu detto dall'ispettore delle Case Salesiane dell'Andalusia, rev. D. Pietro Ricaldone.
Nel pomeriggio ebbe luogo una tornata accademica, disse la prolusione il sig. Andrés de Mora Batanero, che ebbe un affettuoso ricordo pel compianto D. Oberti e le parole più soavi per l'Eminentissimo Card. Spinola testè passato a miglior vita. L'adunanza si sciolse coi più vivi applausi ad un affettuosissimo telegramma del S. Padre.
LISBONA - Con intervento del sig. D. Rua, e fra il plauso di tutta la nobiltà lisbonese il 19 marzo u. s. s'inaugurò il nuovo fabbricato delle Scuole Professionali di S. Giuseppe.
Nel prossimo numero daremo ampia relazione del solenne avvenimento.
Dalle Americhe.
NEL MESSICO - Lo sviluppo dell'Opera Salesiana nella Repubblica del Messico merita un cenno speciale. Abbiamo dinanzi un accurato rendiconto del gran bene, che, coll'aiuto del Signore, si è potuto realizzare nell'anno decorso, e non faremo che spigolare : eppure i nostri lettori avranno a restarne compresi di meraviglia e a benedire il Signore.
Nella capitale, l'opera più importante, compiutasi nel 1905, fu la costruzione di un grande Oratorio Festivo e l'inaugurazione delle Scuole Serali pei giovanetti ed adulti. Chi conosce la Colonia S. Giulia ove sorge l'Istituto Salesiano, non può non apprezzare il bene immenso che queste istituzioni esercitano fra il popolo. Il disegno dell'Oratorio è artistico insieme e grandioso ; appena sarà condotta a termine la prima parte dello splendido edifizio, non mancheremo di porlo sott'occhio ai lettori.
L'Istituto. Salesiano di Messico si arricchì pure di una magnifica Scuola litografica, di nuovi refettori capaci di 500 alunni e di nuova cucina, dispensa e lavanderia ; sistemò la nuova infermeria, terminò decorosamente le sale di scuola e di studio, ed arricchì tutte le scuole professionali di nuovo macchinario, specialmente il reparto delle arti grafiche. Anche l'insegnamento vi ebbe un consolante sviluppo ; giacchè si aggiunsero due nuovi corsi, e si inaugurò regolarmente una Scuola Commerciale, che, per la pratica degli alunni fu provvista di otto macchine Remington, di ultima perfezione. E a tante cure risposero degnamente la riuscita e il progresso dei giovanetti : i loro lavori, inviati all'Esposizione di San Louis Missouri furono premiati con medaglia d'argento!... Quindi nessuno farà le meraviglie, se aggiungeremo che il loro numero (non solo nella casa della Capitale ma in tutte le altre della Repubblica) aumentò straordinariamente : nell'istituto di Messico si è proprio triplicato.
- Anche a Puebla si fornirono di nuovo macchinario le scuole professionali già esistenti, e si diè un impulso considerevole alla costruzione dei nuovi laboratori. Tre furono condotti a compimento. Quando sarà finito, il nuovo edifizio farà grande onore ai Cooperatori di quella città.
- A Morelia si collocò la prima pietra di un nuovo tempio in onore di Maria SS. Ausiliatrice, il quale di già sorge vari metri da terra.
- A Guadalajara si aperse una nuova casa per alunni studenti ed artigiani, la quale sebbene sia sul principio, mercè la generosità di quei cooperatori, fa concepire anch'essa le maggiori speranze.
A raggiungere ovunque tanto movimento contribuì efficacemente un viaggio di propaganda fatto da uno dei nostri Sacerdoti, che tenendo conferenze salesiane in tutte le più importanti città acquistò nuovi aiuti all'opera, aumentando considerevolmente il numero dei Cooperatori. Tant'è vero che le Conferenze Salesiane, se ben fatte, tornano di incalcolabile e certo vantaggio.
Ma per dire tutta la verità, dobbiamo anche aggiungere, che la ragione di uno sviluppo così grande dell'Opera Salesiana nel Messico deve pur ricercarsi nel meraviglioso diffondersi della divozione a Maria SS. Ausiliatrice.
LIMA. - Un telegramma in data 27 marzo u. s. ci recò la cara notizia che il IV Congresso Salesiano, tenutosi in Lima nell'occasione delle Feste Centenarie di S. Turribio, ebbe un esito felicissimo.
I nostri più vivi ringraziamenti a Dio e a Maria SS. Ausiliatrice, e i più sinceri rallegramenti a quei zelanti Cooperatori.
IO. BAPT. M. MENGHINI - De Oratione Quadraginta Horarum in Instructionem Clementinam Commentaria - 2a Edizione - Roma, Tip. Desclée, Lefebvre et C.
L'eruditissimo Mons. Menghini, Cerimoniere Pontificio, autore di altre preziosissime opere liturgiche, in quest'aureo commento dell'Istruzione di Papa Clemente XII circa i riti da osservarsi nell'Orazione delle 40 Ore coll'Esposizione del SS. Sacramento, offre a tutti i Parroci e Rettori di Chiese quanto è prescritto pel decoro di questa solennissima funzione. E se si pensa che anche le cerimonie liturgiche per la semplice Benedizione col SS., Sacramento debbono ricercarsi nella citata Istruzione, ogni Ecclesiastico vede di' per sè l'importanza del trattato che raccomandiamo. - Rivolgersi direttamente all'Autore « Via del Curato, n. 10, ROMA » con vaglia-cartolina di L. o,5o.
S. E. Rev.ma Mons. Mattia Vicario VESCOVO DI NOVARA.
a mattina del 5 marzo u. s. alle ore 7 1/2, nella sua sede vescovile, rendeva quasi improvvisamente l'anima a Dio S. E. Rev.ma Mons. Vicario Mattia.
La crudezza dell'inverno aveva fortemente influito sulla fibra dell'ottimo Vescovo, il quale, nel suo zelo ardentissimo, non ostanti le insistenze del medico, non volle risparmiarsi alle gravi fatiche della Visita pastorale e del quotidiano disbrigo degli affari, con quell'attività che sempre lo distinse. Ed aveva superato felicemente un forte attacco d'influenza ed era tornato alla sua vita indefessa, quando la sera del giorno 4, temendosi una ricaduta, il medico, recatosi al suo capezzale, dopo una diligentissima diagnosi rimase impressionato da una recrudescenza dei soliti disturbi cardiaci. La notte si vegliò a fianco del Vescovo, almeno per precauzione, Ma nel mattino un cameriere si accorse che Sua Eccellenza mancava. Accorsero i famigliari ; Monsignore rivolse a tutti uno sguardo pieno di espressione e di affetto : sul suo capo fu pronunziata la formola dell'assoluzione sacramentale, ed egli si ripiegò dolcemente ; la sua anima era volata in seno a Dio, mentre gli veniva conferito il Sacramento dell'Estrema Unzione.
La notizia si sparse rapidamente per la città, destando in tutti immensa costernazione ed il più vivo rimpianto.
Mons. Mattia Vicario nacque a Fontanetto Po; diocesi di Vercelli, il 1849. Educato a Torino fra i Tommasini della Piccola Casa della Divina Provvidenza, fu richiamato in diocesi da Mons. Fissore, ove fu ordinato sacerdote nel 1872, e poco dopo annoverato fra i Canonici della Metropolitana. Fu oratore vivace, popolare ed elegante. Compreso dell'efficacia della buona stampa fondò e assunse la direzione del giornale: La Metropoli Eusebiana. Ma le cure del giornale non lo trattennero dagli esercizi fruttuosi del ministero che amò teneramente, attendendo indefesso all'amministrazione dei sacramenti, al pulpito, e all'assistenza del moribondi. Leone XIII, conosciute le rare qualità del zelante canonico, nel marzo 1895 lo preconizzava Vescovo di Saluzzo, e nel 1901 dicembre lo promoveva alla sede di Novara.
Memori dell'affetto vivissimo che l'esimio Prelato ebbe per D. Bosco e per le Opere Salesiane, ci associamo cori commozione profonda al lutto che ha colpito la diocesi novarese e il venerando Episcopato Subalpino; e mentre raccomandiamo l'anima eletta ai comuni suffragi, ripetiamo col Comitato Diocesano di Novara
«Un gran Vescovo è morto, dalla mente vasta, e forte, dall'animo pieno di angelici sensi, dal cuore che non conosceva confini nelle sue nobilissime estrinsecazioni !... La memoria di Sua Eccellenza Mons. Mattia Vicario rimarrà indelebile nel cuore e nella mente di tutti i novaresi; il suo spirito aleggerà sempre Angelo Tutelare di virtù, di pace, di felicità sulla vasta regione, ch'Egli ha tanto amata ! »
Iddio conceda la gloria dei giusti all'anima del santo Pastore.
La sig.a Bonavìa Ludovìca n. Delfino.
Questa pia signora, madre dell'indimenticabile nostro confratello D. Giovenale Bonavia, circondata dall'affetto dei suoi cari, dopo lunga e penosa malattia sopportata con esemplare rassegnazione, spirava serenamente com'era sempre vissuta, il 29 gennaio u. s. nell'età di 82 anni.
La sua morte che fu uno specchio della sua vita esemplare ha lasciato in quanti la conobbero ed ebbero la fortuna di avvicinarla un vivo rimpianto.
La religione e la famiglia, queste due sublimi idealità del cuore, occuparono e compendiarono tutta la sua vita. La religione fu per lei non sterile pratica di culto, ma sentimento operoso e attivo di carità e di bellezza morale e alla famiglia dedicò le sue maggiori e migliori energie. Modello di sposa e di madre e di vedova essa fu sempre maestra di virtù. Al figlio D. Giuseppe, alla famiglia ed ai congiunti le nostre sentite condoglianze.
Il sìg. Raffaello Cortesìnì.
Bagnone (prov. di Massa.-Carrara), la mattina del 24 dicembre p. p., dopo lunga malattia, sopportata con cristiana rassegnazione, placidamente spegnevasi nel bacio del Signore, il sig. Raffaello Cortesini nell'età di anni 73.
Uomo di carattere franco e leale, di pietà convinta, di animo caritatevole, fu vivamente compianto da tutti e la sua memoria vivrà in benedizione. Ammiratissimo delle opere Salesiane, ne fu anche zelante Cooperatore.
Il suo parroco ci scrisse
« Devotissimo della Madonna di D. Bosco, ne portava sempre la medaglia inviatagli dal rev.mo D. Rua, e varie volte nel Santuario di Valdocco fece eseguire novene per grazie da impetrare, o ricevute. Morì qual visse : le ultime sue parole furono : Maria Ausiliatrice, aiutatemi !... »
Dal 15 gennaio al 15 marzo
Abeni Angela, negoziante - Travagliato.
Allais D. Felice, parroco - Casteldelfino. Amadei Alessandro - Mondolfo, Pesaro.
Amadori D. Antonio, parroco - Castagnolo Minore. Amitrana M. Gaetana - Troina. Anomale-Amerio Anna - S. Vittoria d'Alba. Arbizzoni Luigi, industriale meccanico - Milano. Ardizzoia Marietta V.a Renolfi - Torino. Argenton D. Carlo, vicario - Megliadino. Asietti Martina - Prato Sesia. Baccalario D. Giuseppe, prev. em. - Acqui. Baffi D. Bartolomeo, arciprete V. F. - S. Imerito. Balboni D. Roberto - Cento. Balestra D. Andrea - Ventimiglia.
Barravecchia D. Carmelo, arcip. parroco -Carlentini. Bassi Carolina - Nave.
Bassi D. Giovanni, canonico - Como.
Bathiat Sac. Canonico, curato - Clermont-Ferrant. Battaglini Catterina - Proceno, Roma.
Belloni D. Ferdinando, cappellano - Sarego, Vicenza. Benincori D. Enrico, parroco - Robecco sul Naviglio. Benoni D. Gio. Batt., rettore - Bonavicina, Verona. Bernardi Giuseppe - Vergato Villa d'Alano. Bertoletti D. Giuseppe, parroco - Calvisano, Brescia. Bertoletti Giacomina V.° Santicoli - Piancamuno. Bertoli Pietro del Castellazzo - Piancamuno. Bertolini Gio. Batt., cassiere B. C. - Vicenza. Bellossi D. Pietro, cappellano - Locate Triulzi. Bianchi Marina V.a Favero - Milano.
Bianchire D. Gio. Maria - Campo S. Piero.