GENNAIO 1906. ANNO XXX. N. 1.
PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D.BOSCO
SOMMARIO: Ai nostri lettori pag, 1 Il sac. Michele Rua, Successore di D. Bosco ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane . . . . 2 Le nostre Chiese: S. Maria Liberatrice al Testaccio in Roma > 10
Conferenze Salesiane 14
Il nostro tesoro spirituale > > Ai Direttori di Collegi ed Oratori festivi . . . > > DALLE MISSIONI - I Missionari diretti all'India ed alla Cina - Equatore : Per la redenzione dei Jivaros - Matto Grosso : Le due Colonie fra i Coroados : I. Alla Colonia del S. Cuore . pag. 15
IL CULTO Di MARIA AUSILIATRICE: Ai benefattori del Santuario - I ricordi del mese - Pel 24 corr. - Feste e date memorande - Grazie e graziati , 22
NOTIZIE VARIE: A Valdocco - Torino - Dall'Italia: Alessandria, Borgo S. Donnino, Borgo S. Martino, Macerata, Parma, Poirino, S. Severo - Dalle Americhe: Ambato, Buenos Aires, Cordoba, Messico, Pontenova, Santiago, Viedma . . . > 27 Necrologia ,
AL sorgere del Nuovo Anno cui siam giunti per bontà del Signore, a tutti i nostri Lettori ed alle pie Lettrici mandiamo il fervido augurio che il 1906 abbia ad essere per la Pia Unione fecondo di molte opere buone!
Per l'affetto che portiamo vivissimo a D. Bosco e a' suoi santi ideali, adoperiamoci, o ferventi Cooperatori, con raddoppiato zelo alla salvezza dell'e anime, circondiamo di cure onor più industriose fa povera gioventù, e, come medio ci è possibile, aiutiamo le Opere dí D. Bosco.
A tal fine, ognuno cerchi, tra i suoi conoscenti ed amici, nuovi e zelanti Cooperatori (vedasi la scheda unita a questo Numero); e in questa circostanza legga attentamente la parola del Successore di D. Bosco, il quale si volle a tutti i Cooperatori con particolar confidenza.
Il signor D. Rua non manderà quest'anno altra circolare distinta dal Bollettino; per cui si raccomanda che la sua Lettera annuale si prenda in molta considerazione.
Benemeriti Cooperatori, Benemeriti Cooperatrici,
OGNI qual volta mi si porge l' occasione di rivolgervi la parola in qualche speciale adunanza, lo faccio solo volentieri ma con diligente premura, conoscendo quanto giovino ad accrescere il vostro zelo l'esposizione di quello che si è fatto e la proposta di quanto si vuol fare coll'efficace vostro concorso. È poi naturale che io provi una soddisfazione maggiore, allorchè mi è dato d'indirizzare la parola non solamente ad una eletta schiera di voi, ma a tutti quanti voi siete, o benemeriti Cooperatori e Cooperatrici di ogni parte del mondo.
Tuttavia, ben poche volte io tolsi in mano la penna con tanto desiderio, conte questa volta. Sento il bisogno, o zelanti amici e sostenitori delle Opere Salesiane, non solo di ottemperare al prescritto del regolamento col mettervi sott'occhio il resoconto dell'anno passato e, come di solito, quello c urge provvedere nell'anno in corso; ma anche di parlarvi no poco intimamente delle nostre cose, affinchè coll'aiuto di Dio e vostro, la Pia Società Salesiana possa continuare a compiere quel bene, che da lei si ripromettono la Chiesa e la Civile Società,
Per esser quindi da tutti facilmente inteso, dividerò questa lettera in tre parti.
Nella I' parte, vi farò partecipi di alcune consolazioni, da me provate nell'anno decorso.
Nella II' vi additerò le nuove opere che abbiamo potuto iniziare, o le già esistenti ampliate, mercè la vostra generosa cooperazione.
Nella III' finalmente, vi esporrò con tutta chiarezza, e dirò anche, con confidenza, quello a cui dobbiamo convergere i nostri pensieri e i nostri sforzi nell'anno 1906, al quale la Divina provvidenza si è degnata di farci arrivare.
1) - Motivi di conforto.
Nell'affetto vivissimo che il mio cuore porta a D. Bosco, torna per me d'ineffabile consolazione il vedere sancite dalla suprema Autorità del Sommo Pontefice molte cose, che tanti anni fa il nostro venerando Fondatore , sagace conoscitore dei tempi e premuroso interprete dello spirito della Chiesa, con zelo instancabile c'inculcava.
Don Bosco e il Canto GregorianO.
Ricorderete ad esempio, come il Sommo Pontefice, felicemente regnante, a restaurare la Musica Sacra, ma soprattutto a restituire al Canto Gregoriano l'antico onore, pubblicasse in proposito un sapientissimo Motu proprio.
Ebbene i più anziani tra i discepoli di D. Bosco ricordano benissimo quanto il nostro buon Padre aiutasse il Canto Gregoriano. Mentre questo era quasi
ovunque trascurato, egli ne istituiva qui all'Oratorio una scuola, per cui dovevano passare tutti gli alunni prima ancora di essere ammessi ad imparare la musica. Quei cantori erano incaricati di preparare le antifone, i salmi e tutti gli altri canti necessari pel decoro delle sacre funzioni. Lo zelo fece concepire a D. Bosco il desiderio di fornire ad ogni parrocchia abili cantori, e per questo il buon Padre voleva, che nei suoi istituti la scuola di Canto Gregoriano non fosse già riservata ai giovanetti studenti, ma comune anche agli artigiani.
Fu quindi per me un dolce conforto l'offrire nell'Oratorio di Torino la più cordiale ospitalità al Congresso Torinese di Musica Sacra tenutosi nel principio del mese di giugno u. s.; com'ebbi vivo rincrescimento di non potervi, perchè lontano, prendere parte. Fui però ben lieto, nel sapere che vi presero parte attiva vari Salesiani, e che anzi uno di essi venne eletto a far parte di una commissione, incaricata di realizzare anche in Italia una Federazione di Associazioni Ceciliane, ossia di Associazioni promotrici del canto religioso.
Questo scrivo colla speranza che lo zelo dei Cooperatori Salesiani abbia anche in questo a ricopiare lo zelo del nostro D. Bosco, nei limiti a ciascuno possibili.
Oh! tornino quei tempi in cui i canti della Chiesa avevano una particolare attrattiva anche per chi era morto alla fede, come per S. Agostino che esclamava: « Quando mi tornano a mente quelle lagrime, ch'io versai, o Signore, ne' principii della mia conversione a sentire la salmodia della tua Chiesa, che mi suona dentro tuttavia, e mi commuove, non per le note, ma pei sentimenti modulati con appropriata espressione e con limpida voce, torno a conoscere la grande utilità di questa istituzione. (Conf., libro X). »
D. BOSCO E IL CATECHISMO.
Ma la prima raccomandazione di Don Bosco , prima non solo per ordine di tempo ma eziandio per la frequenza e lo zelo con cui ce la ripeteva, fu l'insegnamento della Dottrina cristiana. Nè poteva essere altrimenti. Il primo catechismo fatto al povero Bartolomeo Garelli fu la pietra angolare della nostra Pia Società. Il catechismo nelle chiese, sulle piazze, in un prato era il lavoro principale di D. Bosco: fu il mezzo con cui egli trasformò tanti poveri monelli e ne fece dei buoni cristiani ed onesti cittadini. Ne' suoi istituti, volle che uno dei sacerdoti avesse il nome e più particolarmente l'ufficio di Cate chista, e stabilì che all'insegnamento religioso fosse dato il posto d'onore. Anzi seppe tanto nobilitare l'ufficio di Catechista, che in questo Oratorio se ne tennero onorati, oltre zelanti sacerdoti, i principali fra i marchesi, i conti e i nobili di Torino. Secondo la mente di D. Bosco, gli Oratorii, in cui non si facesse il catechismo, non sarebbero che ricreatorii, e fallirebbero al loro scopo quegli istituti educativi ove non s'insegnasse debitamente la religione.
Ora, voi sapete, o buoni Cooperatori, che il Sommo Pontefice Pio X il 15 aprile u. s. pubblicava un'ammirabile Enciclica sull'istruzione religiosa. Dall'ignoranza del catechismo il Santo Padre ripete l'odierno rilassamento e quasi insensibità degli animi.... ed altri gravissimi mali, tra cui il più deplorevole, cioè la dannazione eterna delle anime. Chi farà le meraviglie, se io vi affermo che leggendo questo gravissimo ammaestramento del Papa, mi immaginava di udir ripetere molte cose che ci diceva D. Bosco? ... Facciam quindi tesoro dei consigli e delle raccomandazioni di D. Bosco, ora specialmente che divennero comandi e consigli del Supremo Gerarca. Per parte mia , vi assicuro che nulla mi sta più a cuore, che il veder crescere il vostro zelo per l'Opera degli Oratori e per le Scuole di religione, le quali sono come il perfezionamento dei nostri catechismi.
Gli ORATORI FESTIVI E LE SCUOLE DI RELIGIONE.
« Il catechismo cattolico cogli oratorii festivi, diceva D. Bosco, è l'unica tavola di salvezza per la povera gioventù nel pervertimento della Società. I Parrochi, i Sacerdoti, sebbene zelanti, non possono trovarsi dappertutto; hanno quindi bisogno che altri li aiuti nell'esercizio di questo santo ministero del catechizzare i parvoli; hanno bisogno che altri li facciano venire alla chiesa; ne esortino i genitori a mandarli; hanno bisogno che alcuni ne governi e ne istruisca le varie classi con paterna carità, affinchè il catechismo si faccia con ordine e con frutto. Ecco adunque un campo fertilissimo, dove abbondante è la messe, consolanti e sicuri i frutti. »
In vero, posso dirlo a comune edificazione, nel viaggio da me compiuto in Italia nel mese di giugno u. s. fui molto consolato nel trovare parecchi nostri Oratori festivi veramente in fiore, coll' insegnamento regolare del catechismo e colle scuole di religione. Per ragioni che non occorre esporre, io non posso entrare in certi particolari e narrare casi pietosi che vi darebbero una giusta idea del molto bene che si fece per mezzo delle Scuole di Religione; nulla però mi vieta di affermare che ad esse andarono debìtori molti giovani, che già avevano abbandonate le pratiche del buon cristiano, se le ripresero e continuarono a praticarle senza rispetto umano. In vista di frutti così consolanti, chi stupirà se io non cesserò di raccomandarle, insieme cogli Oratori, quanto so e posso?
Sono sicuro che le mie raccomandazioni non saranno vane. Anzi facendo assegnamento sullo zelo dei Salesiani e sulla vostra cooperazione, ho assicucato il S. Padre Pio X, che noi non vogliamo essere secondi ad altri nell'impartire alla gioventù l' istruzione religiosa.
II) - Opere compiute nel 1905. IN ITALIA.
Venendo all'enumerazione delle opere da noi compiute nell'anno passato, mi è caro cominciare la breve rassegna con alcuni Oratori festivi.
Una di queste provvidenziali istituzioni, cui ninno può negare stima ed appoggìo ove le abbia ben conosciute, si effettuò nel popoloso centro di Aragona in Sicìlia, dove anche si apersero alcune classi elementari. Un altr'Oratorio s'iniziò in Bari, accanto l'Orfanotrofio Leone XIII, la cui inaugurazione doveva effettuarsi nel 1904, ma in realtà si compì soltanto nel settembre u. s.; ed un terzo venne aperto nell'importante città di S. Severo nelle Puglie, ov'era da lungo tempo vivamente desiderato. Così pure mi è caro il segnalare pubblicamente i due Corsi di Religione per alunni delle pubbliche scuole, dalle Elementari alle Universitarie comprese, istituiti nel nostro fiorente Collegio delle Missioni, presso la Chiesa di S. Giovanni Evangelista, qui in Torino.
Un'impresa poi di singolare importanza ci venne affidata in Roma dall'alta fiducia, della quale benignamente ci onora il S. Padre: parlo di una vasta chiesa da costrursi al Testaccio, della quale da più di quattro lustri erano state gettate le fondamenta. Non appena ci venne affidata quest'opera, tosto si pose mano ai lavori, su disegno della architetto Mario Ceradini. Una cospicua offerta per detta costruzione fu fatta dalle nobili Oblate di Tor de' Specchi, alle quali, per donazione pontificia apparteneva la demolita chiesa di S. Maria Liberatrice.
Per speciali ragioni, di cui vi parlerò appresso, non potei permettere che in Italia si accettassero altre fondazioni, fuorchè nella sventurata Calabria. Da varii anni, pensava d'iniziare qualche opera di carità in favore dei poveri fanciulli di quella tribolata regione, mosso dalla conoscenza dei loro pressanti bisogni e delle loro pietose condizioni. Infatti, fin dal marzo u. s. si tentò d'iniziare una nostra residenza a Monteleone, dove quanto prima, grazie alla benevolenza di un egregio nostro Cooperatore e mercè l'appoggio di Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Giuseppe Moràbito, infatìcabile e zelantissimo Vescovo di Mileto, si stanzieranno definitivamente alcuni Salesiani, per dedicarvisi al ministero sacerdotale e aprirvi scuole ed Oratorio festivo. A Borgia, cospicuo borgo della provincia di Catanzaro, anch'esso assai rovinato dal terremoto, con non lievi sacrifizi, si è pure stabilita un'altra residenza, con scuole diurne e serali ed Oratorio festivo. Di là, ogni festa, alcuni Salesiani vanno al vicino paese di Soverato per la cura spirituale della popolazione ed attendere pure all'Oratorio. A queste fondazioni, la misera condizione di molti orfanelli e di molte sventurate famiglie mi costrinse ad aggiungere un'opera, quanto santa altrettanto dispendiosa, cioè l'accogliere del tutto gratuitamente nei nostri Istituti più di ottanta piccoli Calabresi, avviando gli uni ad un'arte o ad un mestiere, ad altri dando comodità di poter continuare il loro corso ginnasiale, ed altri di ancor tenera età destinando alle classi elementari.
Per ciò che riguarda l'Italia, credo conveniente di far parola anche di alcune nuove sezioni, aperte in case esistenti. Qui a Torino, presso le Scuole Apostoliche del Martinetto, abbiamo aperto un Collegio Illirico per giovanetti parlanti la lingua croata, che è così diffusa nel litorale orientale dell'Adriatico ed in tutti i paesi Balkani_
Questo collegio mi sta molto a cuore, poichè è un piccolo Seminario , nel quale germoglieranno le vocazioni necessarie per esaudire in seguito alcune delle pressanti domande che da qualche tempo ci si fanno, di aprir case nelle suaccennate regioni.
Similmente, nel desiderio di giovare nel miglior modo che ci è ancor possibile ai cattolici di Francia, nella casa di Oulx, città dell'antico Delfinato, assai propizia perchè molto vicina alla frontiera, si è aperta una nuova sezione per giovani adulti francesi, aspiranti allo stato ecclesiastico.
Così pure nella Colonia Agricola d'Ivrea, si è decisa una sezione speciale per una Scuola d'Agraria, che si inaugurerà nel prossimo mese di marzo, nella quale un buon numero di giovani potrà avere completo e regolare l'insegnamento teorico-pratico di agricoltura.
ALL'ESTERO.
L'anno scorso non feci parola della nuova fondazione di Vianna do Castello nel Portogallo, compiutasi sul tramontare del 1904; per cui segnalo quest'anno alla vostra carità l'impianto di quelle nuove scuole professionali.
Per ciò che riguarda l'America, il Bollettino vi ha dato notizia dell' inaugurazione della Scuola Agricola del Cuzco nel Perù, e delle Scuole ed Oratorio festivo di Córdoba nella Repubblica Argentina, che vi annunziai l'anno scorso ; ma in realtà queste fondazioni non si compirono che nell'anno 19o5. A queste aggiungo con piacere l'apertura di un Oratorio e di una Scuola ad Ambato, e di un altro Oratorio festivo a Guayaquil nell'Equatore.
A Guadalajara, nel Messico, si aperse un Collegio per annuire alle più insistenti domande: a Valencia nel Venezuela s'inaugurò una pubblica Cappella dedicata a Maria SS. Ausiliatrice; a S. Tecla, nella Republica di S. Salvador, si aperse al divin culto un importante Santuario dedicato alla stessa Celeste Regina ; e in ultimo, tanto a S. Salvador, nell'omonima repubblica del Centro America, come a Corumbà, nel Matto Grosso, s'inaugurarono considerevoli ampliamenti nelle fondazioni ivi già iniziate. Il nuovo locale, nel quale si trasportò il Collegio di S. Salvador, è dovuto alla munificenza di quell'Eccellentissimo Vescovo.
Ricorderete finalmente 1' Omaggio da noi compiuto nella fausta ricorrenza del r° Cinquantenario di Maria SS. Immacolata. Grazie a quella straordinaria spedizione di missionari, non solo si poterono convenientemente rifornire di personale molte Case che ne avevano assoluto bisogno, ma si cominciò pure a dare un qualche sviluppo alla Missione del Chubut, col pór mano ad una nuova residenza a Trelew; ed uno sviluppo ancor maggiore l'ebbe la cara Missione dei Coroados, nello Stato di Matto Grosso nel Brasile, ove presso il Rio das Garças si fondò la nuova Colonia dell'Immacolata Concezione. Il telegramma, che mi recava la sospirata notizia, mi pervenne alla vigilia della festa di S. Giovanni Battista, procurandomi la più dolce consolazione in quel lietissimo giorno.
Ma la suaccennata spedizione del 1904 non fu sufficiente a far sì, che nell'anno decorso non si rinnovassero da varie parti nuove ed insistenti domande di personale. Si dovettero quindi allestire altri drappelli di Missionari, uno dei quali tolse solenne congedo ai piedi di Maria SS. Ausiliatrice sul finir di novembre, per imbarcarsi alla volta della Cina e dell'India, ove s'inizieranno le fondazioni di Macao e di Meliapor. Le lunghe e molteplici difficoltà, che si ebbero a superare per quest'impresa, mi fanno sperar bene di queste due imminenti fondazioni, colle quali la Pia Società Salesiana prende quasi possesso del nuovo campo che le ha dischiuso la Divina Provvidenza nell'estremo Oriente. Anche alle vostre preghiere io raccomando quei nostri Missionari, che in parte si trovano già in alto mare.
FONDAZIONI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE.
Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice furono nell'anno decorso particolarmente benedette dal Signore. Siccome bramate conoscere anche le loro fondazioni, ve ne trascrivo l'elenco, quale mi venne comunicato dalla rev.ma Suor Catterina Daghero, loro Superiora Generale.
« Coll'aiuto di Dio e la benedizione della nostra Madre Celeste, Maria SS. Ausiliatrice, nell'anno 1905 abbiamo potuto accettare a Torino la direzione di una Casa-famiglia per giovani operaie e studentesse, a Somma Lombarda, Angera e Germignana in Lombardia quella di tre convitti per giovani operaie; a Fenegrò, in prov. di Milano ed a Finero, in prov. di Novara, aprire Asili infantili, laboratori ed Oratori festivi. A Napoli poi, a Lomello, in provincia di Pavia, a Premosello, in prov. di Novara e a San Colombano al Lambro, in prov. di Milano, oltre un Asilo con laboratorio ed Oratorio, si stabilirono anche delle scuole.
» Fuori d'Italia, abbiamo aperto una casa a Farnborough in Inghilterra; due a Bogotà ed una terza a Soacha in Colombia per esternati ed Oratori festivi. Un altro esternato con Oratorio festivo si fondò a La Paz nell'Uruguay; a Melipilla nel Chili si potè compiere un'altra importantissima fondazione; e finalmente si accettò la direzione di un ospedale a Ribeirão Preto nello Stato di San Paolo del Brasile ed una nuova casa di missione nel Matto Grosso. »
Come vedete, le Opere di D. Bosco anche nel I9o5 furono tutte largamente benedette dal Signore.
III. - Opera proposta pel 1906.
Secondo il costume introdotto dal nostro buon Padre D. Bosco, e da me fin qui religiosamente seguito, quali opere ora vi proporrò pel nuovo anno 19o6? Molte e tutte di assoluta necessità ed urgenza, ma che in realtà si riducono ad una soltanto. Se voi, o benemeriti Cooperatori e zelanti Cooperatrici, avrete la bontà di seguirmi, attentamente sino alla fine di questa lettera, mi farete un grande favore.
Negli ultimi anni, la nostra Pia Società, non badando nè a spese nè a sacrifizi, si propose seriamente di perfezionare nel miglior modo possibile una partita quanto mai importante, dico la completa formazione dei suoi membri.
Voi conoscete meglio di me lo sviluppo, che han ricevuto in questi ultimi tempi le scienze e le arti. Come non v'è mestiere che non abbia sentito l'influsso di un'evoluzione di perfezionamento, così non v'è ramo di studi che non abbia ricevuto un impulso speciale.
Attesa la loro missione, da svolgersi specialmente nelle officine e nelle scuole, non potevano rimanere indifferenti a questo movimento i figli di D. Bosco. Pertanto si vide conveniente che anche i nostri maestri d'arte venissero informati alle moderne esigenze; e si volle, nonostante i frutti consolanti del metodo adottato antecedentemente, che anche i nostri chierici avessero ogni agio di attendere a quella coltura, cui nell'età presente deve aspirare ogni zelante ecclesiastico.
Quindi d'ora innanzi tutti i nostri Salesiani, sieno essi laici o sieno incamminati al sacerdozio, avranno ogni comodità di poter compiere la propria preparazione. I primi, dopo di aver atteso con serietà alla formazione dello spirito, prima d'essere inviati sul campo del lavoro, hanno un triennio pratico di perfezionamento nelle singole arti o mestieri, da metterli facilmente in grado di divenire coscienziosi maestri. I secondi poi, dopo l'anno di prova al quale sono regolarmente ammessi allorchè hanno compiuto il ginnasio, attendono assiduamente allo studio della filosofia e contemporaneamente sono ascritti al corso normale o liceale per frequentar poi a suo tempo le Scuole Universitarie; nel susseguente triennio sono inviati nei vari istituti non solo per un corso di tirocinio pratico, ma anche per completare contemporaneamente con relativi studi supplementari l'istruzione ricevuta ; e trascorso felicemente il triennio, son nuovamente raccolti ne' vari studentati teologici, per ivi seriamente consecrarsi, durante quattro anni, allo studio delle scienze sacre.
Ciò posto, o miei buoni Cooperatori e Cooperatrici, io non ho parole per ringraziare la Divina Provvidenza che abbia già sì bene avviato la nostra Pia Società su questa via: ma anche non ho parole per dirvi a quali e quanti sacrifizi ci abbia costretti questa felice sistemazione, e come si siano notevolmente accresciute le nostre spese quotidiane.
Al mantenimento di tanti chierici e di tanti laici, ai quali tutti pur bisogna provvedere per avere il necessario personale con cui riempire i vuoti che naturalmente si van facendo anche tra noi e insieme rendere possibìli in seguito nuove fondazioni, aggiungete, o benemeriti Cooperatori, le spese necessarie pel mantenimento di tante nostre case, che non hanno alcuna risorsa, ad esempio le cinque case salesiane della Palestina; le più centinaia di orfanelli ai quali dobbiamo gratuitamente provvedere , non solo l'istruzione, ma anche il vitto e il vestito ; le nostre importanti Missioni in mezzo ai selvaggi ; le varie opere di fondazione, riparazione od ampliamento che si hanno al presente in corso, e dite voi, se non è grave l'assunto quotidiano cui bisogna pensare.
Nel Bollettino si pubblicò l'elenco delle venticinque chiese, che la nostra Pia Società ha presentemente in costruzione; non vi par questa soltanto un'opera, la quale perchè si possa tirar avanti, non dico finire, richiede necessariamente migliaìa e milioni di franchi?
La Pia Società Salesiana, o miei cari Cooperatori, ha potuto felicemente regolarizzarsi in fatto di organamento e di studi, ma non ha ancor potuto sistemare le sue finanze. Ditelo nelle vostre conversazioni, quando crediate di avere innanzi qualche buona persona che ci potrebbe venire in aiuto: - Il Successore di Don Bosco non sentì mai com'ora il bisogno della cristiana beneficenza.
Da parte mia ho proposto di non più accettare nuove fondazioni, finchè non siamo usciti da queste critiche circostanze, essendo già sopra pensiero per mantenere varie promesse in proposito, fatte da qualche tempo. Quanto a voi, o benemeriti nostri Cooperatori, ecco l'unica mia proposta: - Nel 1906, le vostre ordinarie e straordinarie limosine sieno tutte dirette ad ammortizzare i nostri debiti! Se sapeste, come io desidererei di veder aperte le porte di vari nostri istituti ad un maggior numero di poveri giovanetti, e dilatato sempre più il campo delle nostre Missioni! Ma come osar tanto, carichi come siamo di anteriori obbligazioni?
Qualcuno mi dirà: - La Provvidenza c'è e non verrà meno; siatene certi
Ne sono pienamente convinto, e mi pare di averne sempre dato una prova lampante. Ma sta pur scritto, o miei cari , che non dobbiamo tentare il Signore! Non è dunque che io dubiti della Divina Provvidenza; solo, consigliato anche da autorevoli personaggi, non voglio abusarne.
Rivolto quindi a voi, ed a ciascuno di voi in particolare, io vi scongiuro di pensar seriamente a quanto vi ho esposto. Cooperatori delle Opere Salesiane, fate vostre le condizioni in cui queste si trovano ed impegnatevi in ogni guisa per venire ad esse in aiuto.
Quest' anno, per non tediarvi colle mie domande ed anche ad evitare altre spese che pel momento ci riuscirebbero di maggior aggravio, io non vi spedirò altra circolare disgiunta dal Bollettino. L'appello che vi avrei fatto in quella, e che voi avreste senza dubbio preso in particolare considerazione, ve lo faccio in questa : umilmente vi prego di ascoltarlo.
CONCLUSIONE.
Vi chiedo finalmente il forte soccorso delle vostre preghiere. Pregate affinchè il Signore continui a benedire le fatiche dei Salesiani e il buon volere dei giovanetti affidati alle loro cure: da parte mia e loro vi prometto il più largo ricambio. Non lascieremo passar alcun giorno senza sollecitare per voi le benedizioni del Cielo. Gli orfanelli dell'Oratorio di Valdocco, che in modo eccezionale abbisogna della vostra carità, vi ricorderanno insieme con me e coi loro superiori innanzi all'altare di Maria SS. Ausiliatrice; quelli delle altre case avranno tutti i giorni per voi; nelle loro chiese e cappelle, lo stesso ricordo riconoscente.
Confido che il 19o6 abbia a segnare una data memoranda negli Annali della carità dei Cooperatori Salesiani. Il Signore compia le mie speranze!
Assicurandovi nuovamente, che in tutti gli Istituti di Don Bosco, si farà sempre memoria di voi, non solo durante la vostra vita, ma anche dopo la vostra morte, nuovamente mi raccomando alla vostra carità, e mi professo pieno di fiducia e riconoscenza,
Di voi, Benemeriti Cooperatori e Cooperatrici,
Torino, 1 gennaio 19o6.
Obbl.mo Servitore
Sac. Michele Rua
ABBIAMO ristampato, in veste elegante, il Regolamento della Pia Unione, col nuovo Sommario delle Indulgenze, la Lettera-testamento di Don Bosco, ecc. ecc.
Ogni Cooperatore, desìderandolo , potrà averlo dalla nostra Direzione, inviando un'offerta di 50 cent. per le spese di stampa e di spedizione.
Le nostre Chiese
AVENDO stabilito d'illustrare, una dopo l'altra , le nostre chiese in costruzione, ci par conveniente di dar la preferenza al nuovo tempio di S. Maria Liberatrice, che perpetuerà in Roma un titolo gloriosissimo perchè intimamente unito alla più antica basilica dedicata alla Madre di Dio nell'eterna città, e insieme ricorderà ai posteri l'alta fiducia e l'affettuosa benevolenza che il S. Padre PIO X, gloriosamente regnante, ha pei figli di D. Bosco.
Infatti, il S. Padre, previa intelligenza col nostro Superior Maggiore rev.mo D. Rua, affidando l'erezione della nuova chiesa del Testaccio alla nostra Pia Società, con venerato chirografo del I novembre u. s. preponeva all'amministrazione della fabbrica della medesima il Sac. Don Arturo Conelli, Ispettore Salesiano in Roma, e tosto il prof. D. Luigi Rocca, Direttore Genenerale del nostro Ufficio Tecnico, cui è affidata l'impresa della costruzione, per mandato del sig. D. Rua provvedeva i necessari disegni e metteva mano al lavoro.
Eminentissimi Personaggi in questa circostanza dimostrarono la piena loro soddisfazione pel nuovo atto di fiducia dato ai Figli di Don Bosco. Lo stesso Card. Pietro Respighi, Vicario Generale di S. S., fin dal 23 agosto u. s. annunziando al sig. D. Rua la determinazione alla quale si accingeva il S. Padre, con grande bontà che giammai dimenticheremo, scriveva queste parole : « I Salesiani di D. Bosco sono destinati ad operare nel quartiere Testaccio un bene assai grande, come lo stanno già operando al Castro Pretorio ».
Anche vari giornali, parlando di questa Sovrana disposizione del S. Padre, ebbero parole di vivo encomio per la nostra Pia Società, tra gli altri la Civiltà Cattolica; della quale con viva riconoscenza riferiamo questi benevoli apprezzamenti (1).
« Il Santo Padre Pio X ha dato ultimamente ana prova di paterna sollecitudine a bene del suo popolo di Roma, e una nuova dimostrazione di affetto alla pia e benemerita Società Salesiana. All'estremo lembo della città, verso Porta San Paolo, si stende un grosso quartiere popolare, sorto quasi tutto di recente ed estremamente popoloso, chiamato il Testaccio. Esso privo tuttora di chiesa, lontano dalla parrocchia, restava abbandonato alla propaganda dei socialisti, crescendo nell' ignoranza religiosa e nell'odio del prete. Già sotto Leone XIII si erano iniziati lavori per la fabbrica di una chiesa parrocchiale, ma poi trascinati in lungo e interrotti. Ora il Santo Padre li ha fatto riprendere alacremente: e con sue lettere date il 1 novembre ne ha commesso la direzione ai tanto benemeriti Salesiani, così efficaci nelle opere popolari e nella istruzione della gioventù abbandonata....
» E questa la seconda chiesa affidata in Roma ai Salesiani ; e noi godiamo del nuovo atto di fiducia pontificia : prezioso attestato della stima che meritano per l'opera loro infaticabile a beneficio del popolo, e degno suggello della ricorrenza giubilare che chiude i primi venticinque anni dell'opera di D. Bosco in Roma, anni fecondi di così fruttuoso apostolato, in cui si videro sorgere sulla vetta dell'Esquilino chiesa sontuosa, e intorno ampii edifizii, con ospizio, scuole, oratorio festivo e circolo ; una benedizione insomma di pie istituzioni, le più opportune al bisogno dei luoghi e dei tempi.»
E quindi doveroso, che dall'intimo del cuore noi mandiamo nuovamente al Santo Padre l'espressione riverente della nostra figliale ed imperitura riconoscenza.
(1) Ved. il I fascicolo di dicembre u. s. pag. 617.
LA chiesa di S. Maria Liberatrice o Libera nos a Poenis inferni sorgeva al Foro Romano, fra il Palatino e le tre famose colonne, avanzi del tempio di Castore e Polluce, in vicinanza della base rotonda del tempietto di Vesta e della casa delle Vestali. Fu demolita soltanto nel 19oo, per dar luogo a quegli scavi che sotto la diligente direzione dell'egregio ing. Boni riposero in luce l'antichissima chiesa primitiva di S. Maria Antiqua, sopra la quale era stata fabbricata in gran parte l'abbattuta Chiesa di S. Maria Liberatrice, che di S. Maria Antiqua aveva giustamente rivendicato una gloriosa leggenda.
Le vecchie memorie delle Chiese di Roma, parlando di S. Maria Liberatrice ricordano tutte una Profonda caverna dentro la quale il Santo Pontefice Silvestro confinò colle sue orazioni uno spaventoso Drago, che col suo fato Pestilenziale infettava l'aria, cagionando Perciò la morte a molte Persone (1). E la nota leggenda, tanto famosa nel medio evo, di Papa Silvestro che doma il dragone alle radici del Campidoglio Sanctus Silvester ligavit draconem in fine Palatii majoris, qui infinitos Romanos interfecerat, ubi nunc est ecclesia S. Mariae de inferno (1) ossia di S. Maria del profondo, del basso, o della caverna.
Tutti sanno la parte importantissima che ebbe S. Silvestro nella vittoria della Chiesa sul Paganesimo antico; cosicchè la leggenda del dragone esprime a maraviglia la sua figura storica e religiosa. Lo stesso eruditissimo De Rossi dice che la leggenda, anche oggidì popolare, del dragone ucciso o reso innocuo da S. Silvestro, è antichissima ed ha un senso storico preciso. Allude, dice il dottissimo archeologo, alla cessazione del culto di Vesta e del dragone effigiato con lei.
Vesta era considerata come tutrice dell'impero romano. Il fuoco nel suo tempio equivaleva al pegno più sicuro della romana dominazione sul mondo; e talmente era connesso il suo culto colle idee dell'esistenza dello Stato, che quando in sui primordi dell'epoca imperiale la sede del governo venne trasferita nel palazzo di Augusto sul Palatino, vi si dovette erigere un apposito tempietto privato di Vesta, acciocchè la Dea tutelasse da vicino lo scettro. E il Fabretti (2) ci mostra ancor più facile l'origine della leggenda, dandoci il disegno d'una statua di Vesta in trono, sotto il quale sta accovacciato un gran serpente.
Or ecco la verità insinuata della leggenda surriferita. Con opportuno e memorando pensiero il Pontefice Silvestro volle contrapporre il culto della Santissima Madre del Salvatore al culto superstizioso di Vesta in quei luoghi del Foro Romano, dove si alzava il tempio della dea e la casa delle vestali, e che furono l'ultimo teatro della resistenza del paganesimo contro il culto cristiano, poichè solamente nell'anno 396 le ultime vestali furono costrette ad abbandonare il delubro della superstizione. Al culto di Vesta che nella statua sovraccennata quasi nutriva ed accarezzava il serpente, che è pur simbolo del dragone infernale, S. Silvestro sostituì il culto della Madre di Dio che schiacciò il capo al serpente; e ciò fece consacrandole l'antichissima chiesa testè scoperta al foro Romano, detta di S. Maria Antiqua, la più antica chiesa dedicata alla Beata Vergine in Roma, e ricordata nel Catalogo delle Chiese del secolo vii al primo posto tra le chiese dedicate alla benedetta Madre di Dio, dopo S. Maria Maggiore.
La Chiesa di S. Maria Antiqua, nella seconda metà del Ix secolo a quanto pare, rimase sotterrata sotto un monte di macerie, forse per la rovina improvvisa delle vecchie sovrapposte costruzioni del Palatino. Alla sua scomparsa comincia l'età delle leggende.
Ma i recenti scavi resero sempre più evidente l'interpretazione della ricordata leggenda.
« La lunga scala (1) per la quale scendeva S. Silvestro, è la rampa del Palatino ingombra di macerie ; le caverne del dragone sono le cripte dell'antica chiesa poi sotterrata ; l'acqua che dette occasione al nome d'una chiesa superiore (S. Silvester in lacu) è il testè scoperto lacus juturnae o fonte di Giuturna. Inoltre si capisce facilmente come sia sorto il titolo di S. Maria de inferno, onde il medioevo designò quella chiesa stessa oppure qualche altra chiesetta sorta sopra le ruine dell'antica, e che poi diventò la S. Maria Liberatrice, cioè S. Maria Libera nos a poenis inferni » adoperandosi, come si è accennato, in senso spirituale la precedente denominazione de inferno o in inferno.
In conclusione, come la chiesa di S. Maria Liberatrice nel corso dei secoli surrogò la basilica di S. Maria Antiqua, così il titolo di S. Maria Liberatrice o Libera nos a poenis inferni, non fu che la sostituzione di quello di S. Maria Antiqua, sorto dalla leggenda che adombrò la basilica primitiva ; per cui esso è uno dei titoli più gloriosi di Maria Santissima nella storia del suo culto in Roma (2).
Accanto la Chiesa di S. Maria Liberatrice dimorò per qualche tempo una comunità di Religiose Benedettine riformate ; ma queste, a causa dei miasmi che esalavano dalle acque stagnanti nel Foro, furono costrette a ridursi tra le loro consorelle di S. Maria in Giulia. Allora l'accennato monastero, insieme alla Chiesa e a tutte le prerogative ecc. venne concesso alle Nobili Oblate di Tor de' Specchi dai caporioni ed uomini dei Rioni di Pigna e Campitelli radunati in pubblico consiglio nella Chiesa della Minerva il 29 aprile 1548. Giulio III, con Bolla in data 25 agosto 1550, ratificò detta concessione : e infatti le Nobili Oblate ne ebbero il dominio sino alla recente demolizione.
L'immagine di S. Maria Liberatrice, per disposizione pontificia, verrà esposta alla pubblica venerazione all'altar maggiore della chiesa in costruzione al Testaccio, la quale avrà per questo il titolo di S. Maria Liberatrice.
(1) Ved. ad es. PIETRO ROSSINI nel suo Mercurio Errante, pare Ia pag. 207 (edizione del 1776) ; l'opera Roma antica e moderna ecc. vol. I°, pag. 264 (ediz. del 1745); ecc. ecc.
(1) Così in un Codice vaticano (Vedi Civiltà Cattolica serie XVI, vol vi, pag. 471). Coi secoli poi il senso letterale della parola infernus fu surrogato dal senso spirituale, e ne venne S. Maria libera nos a poenis inferni.
(2) De columna Trajana Syntagma, 169o, pag. 339.
(1) Chi desidera maggiori notizie, consulti i dotti articoli della Civiltà Cattolica, serie XVI, vol. vi, pag. 488 e serie XVIII, vol. I pag. 228 e 727.
(2) Gli eruditi dicono che il titolo di S. Maria Antiqua messo a confronto con quello di S. Maria Maior fa con questo in certo modo contrappeso ; .perchè se S. Maria Maggiore ottiene la preferenza perchè è dopo S. Giovanni in Laterano quasi un'altra Cattedrale del Romano Pontefice, tuttavia la dignità della maggiore età spetta a Santa Maria Antiqua, che risale allo storico trionfo del cristianesimo sotto l'impero di Costantino.
DEL disegno della nuova Chiesa venne dato incarico dalla nostra Direzione generale dei lavori all'architetto Mario Ceradini, il cui nome resterà legato a varie chiese ed importanti edilizi della nostra Pia Società.
La nuova fabbrica sorge fra i quartieri del Testaccio, in un'area già destinata anni addietro per l'erezione di una nuova parrocchia, di cui s'incominciarono a gettare le fondazioni circa vent'anni or sono; per cui nell'ideare l'attuale progetto, per ragioni di giusta economia, si dovette sottostare a certi legami di forma e di dimensioni, per non perdere quel tanto del già fatto, di cui si poteva usufruire.
Essa è di croce latina con le tre braccia minori uguali ; quello maggiore si allarga in tre navate separate da quattro robuste colonne levigate, di granito rosso di Baveno. Le dimensioni interne misurano m. 51 di lunghezza e m. 35.50 di larghezza nel transetto ; la superficie occupabile mq. 116o.
Nessuna particolarità nella sua pianta, se non quella di riferirsi ad uno dei tipi più semplici di basiliche, ad esempio a quella di S. Maria Antiqua.
I muri, tutto all'intorno e sopra alle colonne, si alzeranno lisci e sosterranno voltoni a botte, che al loro incrocio si congiungeranno in una vólta a vela che coprirà lo spazio centrale della Chiesa. I voltoni resteranno tagliati da semplici lunette, solo dove le finestre lo richiederanno.
Cosa anticamente d'uso generale e da tanto tempo abbandonata ma che qui si ripristina, sarà il doppio coro, uno al livello della chiesa, l'altro soprastante a quello ; il superiore servirà per l'organo e per la massa dei cantori, e così si troverà nel luogo più indicato dall'esigenze liturgiche e otterrà il maggior effetto fonico, poichè l'abside che lo accoglie è naturalmente il mezzo più adatto a raccogliere e rimandare i suoni per le navate.
Nè si vedono trascurate le moderne esigenze dell'igiene. Le finestre son tutte praticabili pel periodico rinnovamento dell'aria ; le pareti sono spoglie per quanto è possibile da tutti quei risalti e cornici che raccolgono la polvere ; gli spigoli poi sono arrotondati e le modanature a livello del pavimento son fatte in modo da non lasciar angoli rientranti a trattenere le immondizie.
Per ciò che riguarda la parte costruttiva, accenniamo che le pareti, tutte in laterizio benchè dai disegni non appaia, saranno formate da pilastri e trammezze interne ed esterne, in modo che il loro organismo, mentre consentirà ad una buona economia di materiali, si presterà ad una ragionata distribuzione delle forze statiche.
E lo stile e il concetto decorativo ? Noi crediamo che un edificio, al pari di ogni altra cosa, sia in stile quando in esso sia perfetta corrispondenza tra la forma e lo scopo. Lo stile della primitiva basilica cristiana, quello della lombarda, quello della gotica, non essendo altro che il complesso di forme derivanti dall'impiego di speciali e progressivi metodi di costruzione, non sono altro che questo. Lo stile quindi che s'incarna in questa chiesa è il nostro stile. Ogni altra superfetazione rispondente al gusto di altre epoche , non rispondendo ai nostri bisogni, pure ammirandola, non si volle impiegata. Difatti le lunette delle finestre, tagliano le vôlte solamente per quel tanto che è richiesto. Ai capitelli si è data quella forma che il loro speciale ufficio di trasformare un circolo in un rettangolo suggeriva. Dietro l'altar maggiore si è collocato un ordine di colonnette per procurare ai cantori un riparo dalla vista del pubblico. Nel muro di facciata si è aperta una porta per ogni nave, e sopra con grandi ghiere si sono incorniciate le lunette. La parete sopra il portale di mezzo è aperta quasi a giorno per ben illuminare l'ingresso della chiesa, e sopra si è tenuto quel gran tratto di parete liscia ed incorniciata, perchè coi mezzi che saranno acconsentiti vi si possa rappresentare la storia del titolo della nuova Chiesa, di S. Maria Liberatrice. Finalmente ci si permetta di aggiungere che in tanto imperversare di espressioni dell'arte nordica, nervosa e tormentata e contorta, si è voluto far appunto un'opera, che colla sua semplicità, sobrietà, schiettezza, ricordasse quei caratteri, che unici possono far riconoscere l'architettura degli italiani in mezzo a tante altre.
FACCIAMO umile preghiera ai sigg. Direttori,
Condirettori e Decurioni, perchè in occasione della Festa che celebreranno ad onore di S. Francesco di Sales, nostro Patrono, vogliano raccogliere a conferenza i Cooperatori e le Cooperatrici a norma del Regolamento, per lucrare l'indulgenza plenaria e per trattare quegli argomenti che giudicheranno più atti a promuovere la gloria di Dio e le opere della Pia Società di S. Francesco di Sales.
L'attività della Pia Unione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane dipende in gran parte dalle conferenze. Esse giovano a fare ognor meglio conoscere lo scopo della Pia Società Salesiana, che ognuno deve pure aver presente per cooperare con lei; giovano a rilevare i mezzi più acconci a tale cooperazione; giovano a far conoscere il bene che da tutti i soci si va facendo, a reciproca edificazione, e il male che irrompe per impedirlo più efficacemente; giovano a vincere il rispetto umano e ad infonderci maggior coraggio, vedendo che a fare il bene non siam soli; giovano infine ad unire tanti buoni cristiani coi vincoli ognor più forti di vera fratellanza.
Per questo, a fine di animare sempre più i Direttori Diocesani ed i Decurioni a radunare, il più sovente possibile, i loro Cooperatori e Cooperatrici e tener loro dette Conferenze, ed anche per supplire all'impossibilità in cui si trovano molti dei Cooperatori di prender parte alle medesime, quest'anno, sempre che lo spazio ce lo permetta, svolgeremo mensilmente, in pochi pensieri, alcuno degli argomenti che si è soliti a svolgere nelle inculcate adunanze.
Intanto, torniamo a raccomandare a tutti il Manuale di pietà dei Cooperatori Salesiani, edito dalla Scuola Tipografica di Milano.
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o, se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo la intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno l'INDULG. PLENARIA - in FEBBRAIO:
I) il 2, la Purificazione di Maria Santissima;
2) il 22, Cattedra di S. Pietro un Antiochia;
3) in un giorno scelto ad arbitrio da ciascuno;
4) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;
5) nel giorno della conferenza.
Inoltre, recitando 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità, ed in altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrar ogni volta le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.
Raccomandiamo vivamente ai Direttori di Collegi ed Oratori festivi i Foglietti settimanali per la Gioventù, di cui si è fatta editrice la Libreria Salesiana di Torino col 7 corr, E' una pubblicazione settimanale, modesta sì ma di somma importanza. A nostro credere essa è destinata a fare un bene immenso, ovunque sia largamente diffusa.La quota d'abbonamento è modicissima. Se ne veda l'annunzio in copertina, al titolo « l'Oratorio festivo ».
Cogliamo volentieri l'occasione per raccomandare ai sullodati Direttori un'opera in due volumi, tradotta dal francese e pubblicata dalla Tipografia Salesiana di S. Pier d'Arena, cioè: Dio nella Scuola ossia il Collegio Cristiano --Istruzioni ai giovani, di Mons. Baunard, Rettore delle Facoltà Cattoliche di Lilla. Sono più di 50 istruzioni, di spirito soave, fervoroso ed eminentemente educativo, che, lette o predicate, torneranno utilissime e care ai giovanetti.
I Missionari diretti a MELIAPOR nell'India, partirono, come annunziammo, il 17 dicembre u. s. dal porto di Genova.
Il nostro Superiore, nell'atto di abbracciare per l'ultima volta quei nostri confratelli, implorò per essi una benedizione speciale dal S. Padre ; e S. Santità gli fece avere in risposta questo affettuosissimo telegramma
Roma, 16 - 12 - 9o5.
Rev.mo Michele Rua - Orat. Salesiano Torino.
Santo Padre invia speciale benedizione al Sacerdote Giorgio Tomatis e ai compagni che con lui stanno per recarsi alle Indie ed augura che Iddio non solo li prosperi nel lungo viaggio, ma eziandio ne renda fruttuose le fatiche affinchè la nuova missione renda ognor più benemeriti della Chiesa i figli di D. Bosco.
Card. Merry del Val.
I Missionari diretti a MACAO nella Cina, partiranno, a Dio piacendo, il 18 corrente mese, anch'essi dal porto di Genova.
Se il viaggio sarà felice, giungeranno a destinazione nella prima metà di marzo. I benevoli nostri Cooperatori sono invitati ad accompagnarli insieme con noi colle più affettuose preghiere.
Equatore
La vita dei Missionari di Gualaquiza.
Per la redenzione dei Jivaros.
(Da relazioni inviate al sig. D. Rua)
IL REV. D. ANTONIO FuSARINI, Ispettore delle Case Salesiane nell'Equatore, nel giugno p. p. fu a visitare la casa-missione di Gualaquiza, dove alcuni dei nostri, mentre hanno una piccola scuola d'arti e mestieri e di agricoltura per i figli dei bianchi, attendono come possono ai kivari dei dintorni, i quali a poco a poco vanno mitigando il loro terribile carattere.
Infatti (stralciamo da una relazione inviata al sig. D. Rua) « non pochi kivari si son ridotti a vivere uniti in matrimonio religioso, fanno battezzare i loro figli scegliendo i padrini e le madrine fra i bianchi che vivono intorno la missione, ricevono i SS. Sacramenti, si mostrano molto affezionati ed obbedienti ai Missionari, e nei giorni festivi assistono alla S. Messa ed al Catechismo, che si fa loro in kivaro non solo nelle domeniche, ma anche ne' giorni feriali ogni qual volta intere famiglie si presentano alla Casa-missione. L'Ispettore D. Fusarini nel suo onomastico (13 giugno) ebbe la soddisfazione di battezzare una bambina di pochi mesi ed un'altra di circa sei anni. Mentre la prima si agitava e gridava come se fosse invasa dal demonio, la seconda, guidata dal suo babbo kivaro, colle manine giunte e in grande raccoglimento ricevette le sacre unzioni e presentò la sua testina al santo lavacro con tanta pietà da commovere tutti i presenti.
» Anche i fanciulli kivari sarebbero suscettibili di una piena educazione; ma è difficile l'ottenere dalle famiglie che si affidino ai missionari i quali potrebbero farli completamente educare nelle varie case della repubblica...
» Certo, molto maggiori sarebbero i frutti se si potesse penetrare più addentro nella foresta, catechizzare regolarmente i kivari nelle loro capanne, e costrurre nei centri più remoti e più popolosi almeno delle cappelle. Ma per questo, bisogna aprir strade, specialmente per Indanza e Mendez, dove sono più numerosi i selvaggi, e dove sarebbe indispensabile un'altra residenza di missionari.
» Come fare ? Attualmente, i poveri missionari non sanno come provvedere alle più urgenti necessità della vita... non hanno sussidi, e le offerte medesime dei cooperatori diminuiscono considerevolmente. Di qui la necessità che uno di essi viva gran parte dell'anno assente dalla missione in cerca di limosine. Oh ! quante volte i poveri Missionari son costretti ad acquetare gli stimoli della fame con alcuni banani e un po' di yuca, quando non son costretti a levarsi anche questo di bocca per accontentare intere famiglie kivare che si presentano alla Missione, domandando cibo e regali. Non accontentarle sarebbe un volere che non si presentassero più alla Missione
» In breve, bisognerebbe vedere, per farsi un'idea della vita sacrificata che conducono i pochi Missionari di Gualaquiza.... »
Ciononostante, quei generosi confratelli son sempre animati da zelo ognor crescente per la redenzione dei poveri selvaggi. Il Superiore della Missione, il rev. D. Francesco Mattana, in data 20 sett. u. s., scriveva al Sig. D. Rua
« Al presente, o amatissimo Padre, più d'ogni altro tempo sentiamo il bisogno d'aiuti potenti di buon personale e di mezzi pecuniarii, giacchè l'immenso campo evangelico ci presenta, grazie a Dio, speranza fondata di salvare un maggior numero di questi poveri selvaggi.
» Fino ad oggi abbiano lavorato qui in Gualaquiza per mettere buone basi facendoci amare ed apprezzare dai selvaggi, e intanto conoscere i loro caratteri e costumi, e i punti più popolati.
» Ora bisognerebbe stabilire nuove residenze e insieme aprir cammini per poterli visitar più spesso e più facilmente nelle loro case, giacche il visitarli nelle loro boscaglie è il modo migliore per farceli amici, avviarli a spogliarsi delle loro ferocia e indurli a venire a quando a quando alla casa della Missione.
» Perciò ìn questi giorni stiamo aprendo una via da Gualaquiza ad Indanza, cioè verso Mendez e il Pongo, dove avremo fra poco tempo una colonia di buoni cristiani del cattolico popolo di Gualaceo.
» Abbiamo già formato un altro centro tra le tribù de' kivari Pachicosas e Chuchumbleza alle sponda sinistra del gran fiume Zamora ed alla destra del fiume Chuchumbleza, dove già abbiamo incominciato a fabbricare una casa con una cappelletta. Un altro centro si è fondato nella sponda destra del fiume Bomboiza nelle tribù de' Naranza, dove pure abbiamo segnato il terreno per innalzare una cappella ed una piccola casa. Così pure tra i due fiumi Cuchipamba e Cuyes stiamo formando un centro e faremo un'altra cappelletta tra le tribù dei Jivari di Tuledu... Altri ed altri centri pensiamo di formare coll'aiuto di Dio, ad esempio nell'unione del grande fiume Zamora col Bomboiza ecc. Di tutti questi centri già stabiliti, i due punti d'Indanza e Pachicosa chiedono la permanenza assoluta de' Missionarii, epperciò la fondazione di due case di Missione, sia per la lontananza come pel numero di quelle tribù.
» Che ne dice, amatissimo Padre ? Bisognerebbe realizzare queste due fondazioni nel prossimo 19o6... Intanto noi continueremo ad aprire le vie, fabbricare nei due punti delle capanne, ed anche a farvi delle piantagioni per poter preparare ai futuri missionari un po' del necessario sostentamento. Ci par giunta l'ora di allargare la nostra azione a favore di queste tribù fin ora ribelli alla luce del Vangelo, avvolgendo le loro foreste in una rete di centri di missione, ai quali imparino a convenire periodicamente nella certezza di trovarvi i Missionari. Ma per questo è insufficiente quest'unica residenza di Gualaquiza... »
Il sig. D. Rua è assai dispiacente, che il caldo appello del zelante Missìonario gli sia giunto in quelle critiche circostanze , cui Egli accenna nella sua lettera annuale ; per cui rimette quest'apostolico voto alla Divina Provvidenza ed alla speciale carità di qualche insigne benefattore.
Matto Grosso
Le due Colonie fra i Coroados.
(Relazione dell'Ispettore D. Antonio Malan).
I. Alla Colonia del S. Cuore.
Cuyabà (Matto Grosso), 15 agosto 1905.
Revmo SiG. D. RUA,
Questa volta posso darle molte notizie che torneranno assai gradite al suo cuore paterno e che faranno piacere anche al numeroso stuolo dei nostri Cooperatori e benefattori, così zelanti pel progresso dell'umanità povera e disgraziata e così generosi per la diffusione del Regno di Gesù Cristo nei luoghi ancora avvolti delle tenebre dell'ignoranza e del peccato.
In viaggio - Incontro con D. Balzola - L'attesa degli Indii.
Dopo gl'indispensabili preparativi per il viaggio, il 17 maggio, partirono alla volta della Colonia del Sacro Cuore Don Giuseppe Salvetto, con sei missionari oltre il novizio Sabino e due indii venuti dalla Colonia per servire di guide. Io ritardai alcuni giorni la mia partenza per completare alcuni lavori, e nel dì caro del 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice, mi posi anch'io in cammino in compagnia del coadiutore Gabet e del distinto giovane Francesco Pio Bueno, vicepresidente della compagnia di S. Luigi Gonzaga, alla volta della cara Colonia, situata nelle fertili campagne dell'Araguaya.
Mancandoci una bestia da soma dovemmo sostare per due giorni nell'Oratorio S. Antonio del vicino paese di Coxipò do Ponte, ma proseguendo il cammino, il viaggio fu rapido ed ottimo. Non impiegammo neppure mezz'ora per riunire gli animali che, secondo il costume, rimangono sciolti all'aperta campagna durante la notte ed invero la perdita degli animali costituisce uno dei maggiori guai per i viaggiatori che attraversano queste solitudini..
Facemmo una tappa di quasi mezza giornata nella incipiente popolazione di Capim Branco, per amministrarvi i sacramenti ai fedeli ; poi, pieni di un vero entusiasmo dèmmo di sprone ai cavalli per raggiungere la sospirata Colonia.
Mancavano due giorni per arrivare alla Missione, quando ci fu data la dolce consolazione di abbracciare il nostro infaticabile Don Giovanni Balzola, che insieme all'indio Miguel e al nostro alunno Sabino eraci venuto incontro. Presso un limpido ruscello rifocillammo le nostre forze colla tradizionale passóca, carne con farina di mandioca e salsiccia che triturata in un mortaio costituisce un alimento che si conserva per molto tempo ed è il cibo giornaliero per chi deve fare lunghe traversate ; ma è necessario mangiarlo presso qualche ruscello, perchè altrimenti ci sarebbe da soffocare, tanta è l'arsura che produce.
Don Balzola mandò subito il fedele indio Miguel a portare l'annunzio del nostro arrivo, sicchè nel pomeriggio del giorno 4 giugno, quando il sole moriva lontano tra il verde fogliame della foresta, al suono poetico e mistico dell'Ave Maria in un luogo pittoresco, distante mezza lega dalla Colonia, sul monte Santa Cruz vedemmo una turma di indii, che in compagnia di alcuni dei nostri Missionari ci aspettavano allegri e contenti. Tutt' ad un tratto si accendono fuochi di gioia, rimbombano i colpi di fucile, risuonano le grida e gli evviva degli indii per l'arrigôdo del Superiore portante arroias, miriri (biancheria, coltelli e ferri) per salutare il nostro arrivo, il fine felice del nostro lungo itinerario. Il sorriso era sulle labbra di tutti, di noi che arrivavamo, e di tutti gli altri che ci aspettavano. I nostri missionari esultarono di vera gioia nel rivedere alcuni confratelli, dopo un anno intiero passato in mezzo a quelle foreste senza sentire altro linguaggio che il disforme e ululante parlare dei Coroados. Anche i selvaggi, poveretti! non sapevano non godere, ben conoscendo che in generale è il superiore che porta loro quei soccorsi e quegli utensili che tanto attraggono i loro sguardi e dilettano i loro cuori !
Il ricevimento... ufficiale - La vista pietosa degli arrivati dal Rio das Mortes
- L'appoggio del Governo - 24 paia di buoi pel trasporto delle provviste pegli indii.
Sull'entrare della Colonia stavano i Capitani coi rispettivi sudditi, in posizione militare, rendendoci gli onori, mentre le loro bandiere si baciavano fraternamente agitate, dal dolce zeffiro della sera... Il loro intento era di poter guadagnare una camicia, senza perdere la speranza di avere un paio di calzoni e forse anche un bel coltello o una falce o un buon falcetto : cose tutte preziosissime per chi non ha che istrumenti primitivi, come negli antichissimi tempi prima dell'uso del ferro. Si vede che la tribù ha già l'idea del progresso ; ma è un'idea molto imperfetta perchè mira solo al frutto che si può avere dal lavoro, e non al lavoro stesso colle sue spine.
Del resto essi avevano mille ragioni di moltiplicare le loro dimande, perchè erano nudi, sprovvisti di tutto, e tutti un po' malandati per la febbre maligna che serpeggiò durante l'anno nelle verdeggianti campagne irrigate del Rio das Mortes, che corre a 12 leghe di distanza in direzione di N. E. Fu in quell'occasione che giunsero alla Colonia 85 indii ammalati, come le comunicai in una mia anteriore, per avere dai Missionari soccorsi in medicine , vestiti e alimenti. Di questi, pochi erano discretamente coperti; gli uni portavano solo la camicia e tutta a brandelli, altri una specie di blouse, o i calzoni o il panciotto ; alcuni parevano contenti di uno straccio di panno o di sacco e anche di un semplice cappello, non avendo in questo caso altro ornamento che il corpo tinto di urucú, col quale costumano pitturarsi da capo a piedi... Uno di essi conservava preziosamente un collare da prete, che ottenne in un viaggio a Cuyabà un anno fa, e che porta orgogliosamente intorno al collo giorno e notte. E più disgraziati gli altri ! Si stimavano ancor felici di poter avere intorno alla vita alcuni stracci a guisa di dentelles, che non arieggiavano a vanità e che certo non avrebbero fatto guadagnare gran che alle fantasiose modiste di Parigi. Ora s'immagini Lei, amatissimo Padre, la miseria nella quale si trovano.
Disgraziatamente non mi fu dato di goder dello spettacolo che dovrà produrre l'arrivo dell'abbondante provvista d'indumenti e di viveri che potei mettere insieme, grazie alla carità di generosi benefattori che colle loro elemosine rallegrarono il mio ultimo viaggio in Europa e a Rio Janeiro. L'illustre Governo dell'Unione Brasilena, riconoscendo e plaudendo all'azione benefica dei nostri missionari, ci concedette generosamente l'esenzione dei diritti di dogana per gli oggetti destinati alla Missione degli indii, come pure il trasporto gratuito fino a Corumbà. Questa considerazione da parte del Governo ci consola e ci dà maggior animo ad affrontare tutte le difficoltà che si frappongono alla civilizzazione di tanti selvaggi.
Una parte del carico, tirata da 24 paia di buoi, uscì da Cuyabà il 28 maggio e potrà arrivare alla Colonia del Sacro Cuore solo in questi giorni. Il trasporto ci viene a costare più di 3 contos de reis, cioè più di 3000 lire : e appunto questo, la gravità delle spese insieme colle molte difficoltà che s'incontrano nel lavoro quotidiano in rapporto coi selvaggi, ci dà dei gravi pensieri. Ma il buon Dio che fa spuntare le rose in mezzo alle spine, addolcisce di molto le nostre pene, benedicendole e coronandole abbondantemente di ottimi risultati a benefizio di tanti poveri selvaggi, che hanno per casa le foglie delle palme e per letto il duro suolo insidiato sempre da serpenti velenosi e da numerosissimi ed importunissimi insetti.
Esame ai bambini e alle bambine - Lo studio serio del Catechismo.
Esaminai i piccoli indii che progredirono assai nei loro studi e lavori. Quelli del corso superiore leggono correntemente e copiano con bella calligrafia qualunque pezzo del 20 libro di lettura, formano già delle proposizioni sufficientemente chiare, contano fin oltre il mille e si esercitano alla lavagna sulle prime operazioni dell'aritmetica. Cosa meravigliosa attese le molte e gravi difficoltà, poichè essi si avanzano nello studio avendo un tempo assai limitato a trabalhá papera, dico a studiare e scrivere.
Le bambine indie, sotto l'abile e disinteressata direzione delle Suore, leggono, scrivono correttamente, filano, cuciscono, costurano e fanno bordatura ; questi ultimi lavori però di costura e bordatura sono paralizzati per mancanza di materiale. E le adulte ? Sotto l'assistenza delle stesse eroine della carità vanno prendendo amore al lavoro, sebbene vi sian guidate dal solo interesse, e si occupano in tutte le cose più proprie pel loro sesso, preparandosi a divenire ottime spose e buone madri di famiglia.
Gli esami di religione, tanto degli indii, quanto delle indie, furono ottimi. Mi potei convincere che essi conoscono quanto molti cristiani, educatì nel mezzo della civiltà, non conoscono. È così che Iddio si rivela ai semplici ed umili di cuore !
Altri 26 battesimi - Pietà e fervore - Due importanti sconfitte alla superstizione.
La mia visita fu felicemente contrassegnata dal battesimo di altri 26 neofiti, sufficientemente istruiti nella fede ed ansiosi di ricevere il sacramento della rigenerazione. Appena arrivai, mi dissero : Padre, mugud poba imi (Padre, versate acqua su di me).
Quando si diè principio alla commovente cerimonia, era bello contemplare quel numero devoto e silenzioso di poveri figli delle selve, modestamente disposti e pronti a diventare figli adottivi di Dio!... Certamente il principe delle tenebre dovette fremere di livore, ma è tempo che il sacro Legno della Croce riverberi attraverso queste foreste i suoi raggi luminosi, e ne dissipi per sempre le cupe tenebre dell'errore e dell'idolatria!
Durante il rito, quello che maggiormente impressionò questi selvaggi furono gli. esorcismi e l'effusione dell'acqua. Di questa compresero la simbolica significazione che i Missionari avevan loro insegnato; in quelli ravvisarono una certa somiglianza con una funzione che, con grande apparato, celebrano i bari o sacerdoti della tribù, per allontanare lo spirito maligno dalla cacciagione, dai pesci e da certa frutta.
Nella scelta dei nomi prendemmo, come di costume, quelli dei nostri cooperatori e benefattori, i quali, fecero anche da padrini dei battezzandi, rappresentati dai sacerdoti Don Balzola e Don Salvetto.
Nel mese di marzo l'infaticabile Don Balzola battezzò in articulo mortis 19 indii, arrivati dal Rio das mortes ammalati. Morti, vennero seppelliti religiosamente in un cimitero, appositamente preparato per essi, vicino al nostro : il che contribuì assai a far cessare i barbari riti coi quali sogliono rendere gli ultimi onori agli estinti; accenno al lugubre e spaventoso bacururú, del quale ho già Parlato in altra relazione. È questa pertanto un'altra vittoria riportata sulle superstizioni sataniche che rendono tanto schiavi questi poveri selvaggi.
A proposito, abbiamo ottenuto un' altra vittoria non meno importante, cioè che gli ammalati si sottomettano alle cure e alle medicine dei Missionari. Le usanze del Medico-profeta-bari facevano compassione, perchè una volta che aveva sentenziato la morte di alcuno dei loro sudditi, questi doveva necessariamente morire per non compromettere la scienza del bari, che lo asfissiava per ordine del Bope (lo spirito infernale), senza la minima protesta degli stessi parenti... Tutta la tribù e lo stesso Bari-medico- profeta accettarono con docilità e con gioia la nostra proposta : Deo gratias !
L'onomastico di D. Malan - I piccoli oratori e tre dei loro discorsi.
In mezzo ad una gioia speciale, in quella cara Colonia accarezzata da aure balsamiche ed echeggiante dei gorgheggi di migliaia di uccelli che scherzano tra il fogliame degli alberi, io passai il giorno del taumaturgo S. Antonio da Padova, il mio onomastico. In quelle regioni abitate da poveri indii, io non mi aspettava davvero alcun complimento... ma con grande sorpresa ebbi brindisi e ovazioni e col cuore traboccante di gioia, dovetti assistere ad una festa sui generis, eminentemente caratteristica e commovente. Gli oratori furono i nostri cari caboclosinhos e caboclosinhas che con gesto largo, ed imponente declamarono in portoghese. Credo che le farò piacere, se le tracopio alcuni di questi discorsi. Con mio rammarico, e non so come, non posseggo più quelli che pronunziarono le indie, ma da questi tre che le trascrivo, lei, rev. sig. D. Rua, potrà farsi un'idea dell'avanzamento di quei poveri figliuoli.
Sig. Ispettore,
« Voi già provaste molto piacere nell'esaminarci. Allora sapevamo solo un poco, cosa da da nulla. Ma adesso gioirai ancora di più nel vedere che alcuni di noi sanno già leggere abbastanza, trabalhà papéra. Sissignore! Nè questo solo, ma avanzammo anche nelle orazioni, tanto che le possiamo recitare quasi tutte con i braides (i civilizzati), senza fermarci. In questo modo Papai Grande (Iddio) ci aiuta. Cosa bella, Padre, che anche restando magari tempo jàguire cidade (per molto tempo là lontano nella città), oggi deve avere il cuore di padre allegro...
» Padre Malan, qui boróros curubióri magari (i boróros stanno con molto freddo) e anche muito boróros bito magari (morirono molti boróros) ! Promettemmo che come arrivarono operai buona (buoni), faremo sempre di più e capitanati da Voi entreremo nel numero dei Braides e allora diremo a tutta la tribù questo buona elogio: Ecco l'amico dei Boróros, ecco il nostro benefattore! Viva il Padre Malan.
MIGUEL.
« Che cosa è mai questo, o amici? Si può tollerare che i Boróros restino senza parola nell'arrivo del loro benefattore? No, certamente, perchè ancor essi hanno un cuore e sanno manifestare la loro gratitudine. E' vero, che noi siamo tutti molto curiosi e solleciti a domandar sempre e a desiderare sempre qualche cosa; ma questo è niente; tutto il mondo ormai ci conosce; siamo indii e basta!....
Non importa, lasciate che il mondo dica, ma io mi presento al sig. Ispettore e in nome di tutti i miei compagni voglio ricordargli di non dimenticare le promesse fatte nell'anno scorso prima di gigi cidade (di partire per la città). Egli non le avrà dimenticate, ma un ricordo in questa occasione viene a proposito. Padre, boróros arroia aguedo (i boróros finirono tutto quello che avevano). Non è vero, sig. Ispettore ?... Adesso permettetemi che alzi il grido di Viva il Padre Malan! Viva il nostro benefattore!
GIULIO.
« Signor Ispettore, compagni !
» Niente! perchè vergogna?.... Tutta la gente parla di vergogna, ma i Boróros conoscono non già essa, ma la moda di essa. Per questo lasciando da parte la vergogna, mi presento a dare il ben arrivato al sig. Ispettore, e ai miei compagni. Per questo... caramba ! devono certamente aver fatto un buon viaggio, perchè so che tutti quelli che vengono alla Colonia non possono fare un viaggio cattivo. E tutti ne sanno il perchè. Il perchè è questo, che il Sacro Cuore di Gesù assiste sempre le persone buona che lavorano pei Boróros e a gloria di essi. Ripeto adunque ancora una volta: Ben arrivato !
PANCRAZIO.
Immagini, Lei, Rev.mo Padre, la mia commozione al sentire queste manifestazioni semplici, ma pure come l'aroma che esalano i fiori del deserto rinfrescati dalla rugiada mattutina ! Ah ! vi son dei momenti in cui il Missionario che ha dovuto curvarsi sotto il peso di mille bisogni e strapazzi, dimentica tutto e vedendo la sua messe biondeggiare ai raggi del Vangelo, non può trattenersi dall'intonare in mezzo ad una gioia indicibile il cantico del ringraziamento!
L'impianto di un Osservatorio Metereolologico - Il prossimo allacciamento telegrafico e telefonico del nuovo Osservatorio con Rio Janeiro e Cuyabà - Il felice avviamento della Colonia.
Dietro istanze del Capitano-tenente sig. Dott. Americo Silvado, direttore dell'Osservatorio ufficiale di Rio de Janeiro, e per soddisfare gli alti sentimenti di progresso del sig. Presidente di questo Stato, sig. Colonello Antonio Paes de Barros, scelsi anche nella Colonia del Sacro Cuore un luogo adatto per impiantarvi un nuovo Osservatorio Metereologico congenere a quello del Collegio di Arti e Mestieri di Guyabà, le cui osservazioni diarie offrono vantaggi riconosciuti ed apprezzati dai paesi di America e anche da quelli d'oltremare.
Il sig. Presidente ci volle donare gli strumenti necessari per il funzionamento di detto Osservatorio di 2' classe, che, situato in una zona quasi totalmente sconosciuta ma ricchissima, potrà fornire alla scienza, che anela di conoscere fatti nuovi per discoprire nuove leggi, dati climatologici e interessantissime notizie dei fenomeni, che in numero grande si possono ammirare in queste regioni.
Ma v'ha di più. L'illustre Governo ci farà avere quanto prima un apparato telegrafico e telefonico per la trasmissione delle osservazioni diarie dell'erigendo osservatorio all'Osservatorio Centrale di Rio de Janeiro e a quello della capitale dello Stato, Cuyabà. In tutto si vede la mano sapiente della Provvidenza che sempre amorosamente protegge i nostri lavori e fatiche.
Lasciai la Colonia del Sacro Cuore prospera in tutto. Furono aggiunte due officine di somma utilità, quella dei fabbri ferrai e una conceria. I lavori della campagna promettono un'abbondante raccolto. L'estenzione del terreno seminato e coltivato è già assai considerevole. Si fabbrica pure della buona rapadura, una specie di zucchero in pietra, avente la forma e la grossezza di un briquette quadrato e dura parimenti, che si conserva assai facilmente ed è di uso comune.
La raccolta dei cereali in quest'anno, sebbene alquanto deteriorata dalle continue pioggie che in tutto il Matto Grosso guastarono quasi completamente le piantagioni, fu copiosa. Eppure resteremo quanto prima senza provviste, atteso l'aumento continuo degli indii. Deus providebit e le anime caritatevoli continueranno ad aiutarci colle loro elemosine. Questa è la speranza che non ci viene mai meno.
Siano quindi grazie a Dio, che assiste la nostra Colonia indigena del Sacro Cuore e le dona un progresso consolante.
Quando andammo a stabilirci colà, erano fondate le nostre speranze ; ma nel vedere coi nostri occhi l'esito felice delle nostre fatiche, fu così grande il nostro entusiasmo e l'ardore che sentimmo nell'anima, che senza aver terminato i lavori di formazione della prima colonia, alzammo altre tende nelle verdeggianti spiaggie del fiume Barreiro o Rio das Garças, missione che, come ebbi già a participarle, noi mettemmo sotto la protezione della nostra Madre comune, Maria SS.ma, sotto il suo titolo più glorioso di Immacolata Concezione.
(Continua).
Anche questa volta, per mancanza di spazio, dobbiamo ommettere varie rubriche : I prodigi della carità - la continuazione della lettera: Gli Oratori Festivi - molte notizie su : I nostri Emigrati, e l'Elenco dei Cooperatori defunti. Confidiamo di riprenderle tutte, o in parte, nel prossimo numero.
Per acquisto di libri, e per qualsiasi commissione relativa ai medesimi, rivolgersi non alla Direzione del Bollettino, ma direttamente alla Libreria Salesiana, via Cottolengo, 32 = Torino.
Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani. PIO PP. X.
Nell'alba del nuovo anno, prostrandoci dinanzi il Tuo benedetto altare, noi . Ti supplichiamo, o Vergine ausiliatrice, a colmare di elettissime grazie le famiglie dei nostri lettori.
Deh ! o ,Piissima, che l'umile Bollettino sorto all'ombra del tuo splendido Santuario e sempre più anelante a diffondere in tutto il mondo il Tuo dolcissimo Culto, abbia anche nel 1906 a registrare nuovi e copiosissimi pegni della Tua materna bontà e dei Tuoi crescenti trionfi.
Ai Benefattori del Santuario
UNA notizia, che tornerà certamente gradita, anzi preziosa a tutti i Benefattori del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice e dell'annesso Oratorio Salesiano è questa che vogliamo loro richiamare in mente colle stesse parole del nostro caro padre D. Bosco.
Il buon Servo di Dio, nel fascicolo contenente la relazione delle feste solenni celebratesi nel giugno 1868 per la consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice, dopo di aver rivolti ai benemeriti Oblatori che l'aiutarono nella costruzione del medesimo i più ferventi auguri, conclude con questa formale promessa
« Affinchè poi questi auguri siano accolti dalla misericordia del Signore, fu stabilito un servizio religioso da farsi ogni giorno dell'anno per tutti coloro che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare la chiesa o lo stabilimento annesso. Questo servizio consiste in una serie di preghiere, della corona del rosario della SS. Vergine Maria, Comunione Sacramentale o spirituale, secondo che uno è preparato, celebrazione ed applicazione della S. Messa. Ciò avrà luogo ogni mattina nella nuova chiesa con tutti i giovanetti dello stabilimento e con tutti quei fedeli che giudicheranno intervenire a prendervi parte (1) ».
E la pia promessa fu ed è scrupolosamente mantenuta. Ogni giorno, nel Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, oltre le preghiere dei nostri giovanetti , vien celebrata ed offerta al Signore, esclusivamente per i benefattori del Santuario e dell'Oratorio di Valdocco, una santa Messa, per la quale i benemeriti Benefattori possono formolare quell'intenzione che loro meglio aggrada. Ma questo special favore è riservato, come diciamo, unicamente a quelli che in qualunque modo o misura hanno beneficato o beneficheranno il Santuario di Valdocco o l'annesso Oratorio.
E non è questa una preziosa notizia pei nostri lettori ?
(1) Ved. l'op. Rimembranza di una solennità in onore di Maria Ausiliatrice pel Sac. Giov. Bosco, Torino 1868 (pag. 92).
È la nuova piccola rubrica che svolgeremo nel 19o6, spigolando dagli Annali del Santuario.
1867 - 12 gennaio. - Il S. Padre Pio IX concedeva a tutti quelli che avevano concorso all'erezione del Santuario di Maria Ausiliatrice l'Apostolica Benedizione con Indulgenza Plenaria in articolo di morte;
2 Indulgenza plenaria ogni volta che eglino si fossero degnamente accostati alla S. Comunione.
1869 - 1 gennaio. - Cominciò regolarmente la celebrazione di una messa quotidiana per tutti i benefattori del Santuario e dell'Oratorio. Sono quindi più di tredicimila cinquecento messe, che si son già celebrate nel Santuario pei sullodati benefattori.
1875. - Con breve del 29 gennaio il S. Padre Pio IX concesse l'indulgenza Plenaria quotidiana (cioè un'indulgenza plenaria da lucrarsi in un giorno qualunque dell'anno) a tutti i fedeli cristiani, che confessati e comunicati visiteranno il Santuario.
1904 - Il 24 gennaio si cominciò a consacrare con particolari funzioni in onore di Maria SS. Ausiliatrice il 24 del mese.
Quest'omaggio, giova dichiararlo, venne già ripetutamente premiato da Maria SS. Ausiliatrice con favori e grazie speciali ; per cui torniamo a proporlo ai nostri lettori.
Pel 24 corrente.
Oltre le private intenzioni di tutti i nostri benefattori, nelle sacre funzioni che si celebreranno nel Santuario il 24 corr., avremo anche quest'intenzione generale che raccomandiamo ai nostri lettori
Implorare speciali benedizioni da Maria SS. Ausiliatrice pei nostri Missionari diretti all'India e alla Cina.
NEL SANTUARIO DI VALDOCCO - Il 13 dic. u. s. Sua Eccellenza Rev ma Mons. Luigi Spandre, vescovo tit. di Tiberiade ed Ausiliare dell'Em.mO Card. Arcivescovo, procedeva alla consacrazione del nuovo altare marmoreo collocato nel coro del Santuario, dietro l'altar maggiore. Come annunziammo a suo tempo, il nuovo altare venne offerto in omaggio al rev.mo signor D. Rua nella sua festa onomastica dalla Società degli Antichi Allievi e dai presenti Allievi dell'Oratorio. Ricordando quanto D. Bosco inculcasse ai giovani la divozione a S. Luigi, il nuovo altare venne dedicato, per comune desiderio, all'angelico Patrono della gioventù, che è pur Compatrono amatissimo dell'Oratorio.
SCIACCA (Girgenti) - Il 23 nov. 1904, benedetta dal S. Padre, arrivò a Sciacca una bellissima statua di Maria SS. Ausiliatrice, in carton romano, dell'altezza di m. 1.6o, eseguita in una fabbrica fornitrice di Sua Santità a Roma, che venne collocata all'altar maggiore della Chiesa di San Francesco di Paola, dove è canonicamente eretta la Pia Unione dei Divoti di Maria SS. Ausiliatrice.
Il 13 gennaio 19o5 se ne fece l'inaugurazione. La messa solenne fu cantata dal rev.mo Arciprete Antonio Campisi ed il panegirico fu recitato dal P. Prudenzi, Superiore dei Liguorini. L'altare era artisticamente parato a festa. Impartì la benedizione col Venerabile il sullodato rev. Arciprete il quale, dopo il canto del Te Deum, coronò la festa con un tenerissimo colloquio.
S. SALVADOR (Centro America) - Nella vasta Cappella di S. Josè, con grande affluenza di devoti, venne ultimamente benedetta una statua di Maria Ausiliatrice. Disse il discorso il rev. Carlo Hetún, prete della Missione, che propose Maria SS. come ricordo, come modello e come protezione, trattenendosi più lungamente sulla sua potentissima intercessione.
Il rev.mo Vicario Foraneo D. Manuel Làpez Mejía benedisse solennemente il simulacro, e, dopo il canto del Te Deum, impartì la benedizione col SS. Sacramento. Nonostante la pioggia, una gran folla di popolo assistè commossa alla bella cerimonia.
Il nostro medagliere all'Esposizione Mariana.
Il Comitato dell'Esposizione Mariana, tenutasi in Roma nell'occasione del Giubileo dell'Immacolata, ha rimesso al sig. D. Rua un diploma con medaglia commemorativa per la ricca collezione di medaglie di Maria Ausiliatrice inviata all'Esposizione suddetta. È davvero una collezione copiosissima e tanto più da ammirarsi, in quanto che i vari campioni si diffondono a milioni di esemplari in tutto il mondo.
Quanto sei buona, o Maria Ausiliatrice.
Avevo lavorato con tanto impegno e con tanta fatica il mio campo e la mia vigna, e desideravo raccogliere il frutto de' miei sudori e delle mie fatiche. Come assicurarlo? affidai il raccolto a Maria Ausiliatrice, La pregai di cuore e promisi, se esso fosse stato soddisfacente, di offrirle per il suo Santuario di Torino L. 25 e di pubblicare la bontà sua nel Bollettino Salesiano. E Maria Ausiliatrice mi esaudì appieno: mi ottenne un raccolto inaspettato e per di più volle procurarmi il contento di vedere accolto, dai compratori, con con molta facilità e ricompensato con prezzo soddisfacente, il frutto de' miei lavori, delle mie fatiche e specialmente delle mie fidenti preghiere.
Grazie, o Maria! sei Tu che proteggesti dalla grandine e dalle malattie tutte le mie messi e le mie viti ; lascia adunque che, nell'atto di presentare la mia piccola offerta, io dica e ripeta: Quanto sei buona, o Maria Ausiliatrice!
Castelboglione, 6 novembre 1905.
RIZZOLO PIETRO.
La supplica di una madre.
La mia Maria, tanto buona e cara, da assai lungo tempo era ammalata di nefrite: la curavano con affetto e vera scienza i signori dottori Chiesa del paese ; ma la malattia, ch'era stata trascurata sui primordi, presentava fasi difficilissime da risolvere. E si giunse ad un punto in cui seriamente la vita della mia bambina fu in pericolo. Disperata, annientata, rivolsi una fervidissima supplica a Maria Ausiliatrice, Le promisi un'offerta, corrispondente alle mie forze, purchè dalla sua bontà, dalla sua intercessione presso il Trono di Dio, mi venisse la salvezza della figlia, che forma il più gran conforto alla mia vedovanza. E l'aiuto divino venne: la mia Maria cominciò sensibilmente a migliorare, a poco a poco si rimise ed ora me la vedo, sana e robusta come un tempo, girare attorno a me, e per me pegno parlante della potenza di Maria Ausiliatrice.
Bistagno (Acqui), 24 novembre 1905. CATERINA POGGIO VED. POGGIO.
Mi ha guarito Maria Ausiliatrice.
L'anno scorso nella città di Alessandria ove mi trovava da qualche tempo presso alcuni parenti, fui colta da un morbo crudele iniziato da un forte gastricismo che in poco tempo mi ridusse in uno stato deplorevole. Ben undici dottori, tra i migliori della città, vennero consultati ; ma tutti, dopo una minuziosa visita, stringendosi nelle spalle, non sapevano che cosa consigliarmi. Perduta ogni speranza di guarigione, mi disponeva al gran passo assistita dalla vecchia mamma e dall'amato fratello piangenti al mio capezzale. Fu allora, in quel supremo frangente, che mi rivolsi con tutte le forze del cuore a Maria Ausiliatrice. Fu subito cominciata una novena all'Augusta Madre, con promessa che, se fossi guarita, avrei resa pubblica la grazia ed inviato un tenue regalo al suo altare in Torino. Ed oggi in mezzo alla gioia della famiglia e con sommo stupore dei dottori curanti, adempio il mio voto trovandomi pienamente ristabilita.
S. Benedetto Belbo, 10 novembre 19o5. FERRERO ONORATA.
L'immagine di Maria Ausiliatrice al letto di una inferma.
Nei primi di ottobre la sorella maggiore veniva colpita da forte febbre, tanto che in breve tempo fu impossibilitata ad alzarsi dal letto. La febbre stava per raggiungere il grado massimo, e il coraggio venne meno nel nostro animo, quando tutti di famiglia rivolgemmo il pensiero alla Madonna di D. Bosco; strappammo una sua piccola immagine dal Bollettino Salesiano, la collocammo al capezzale dell'ammalata, e la grazia fu evidentissima, poichè da quel momento nella paziente si verificarono i segni di una sicura guarigione. Facemmo un'offerta a Maria Ausiliatrice col voto di pubblicare la grazia ottenuta, ed ora che l'ammalata ha lasciato il letto, adempiamo con gioia questo sacro dovere.
Floresta (Messina), 15 novembre 19o5.
LANDO SEBASTIANO, Coop.
Maria Ausiliatrice guarisce le malattie più disperate.
Se mia figlia è guarita, lo deve a Maria SS. Ausiliatrice. Povera fanciulla ! quattro mesi stette inchiodata nel suo lettuccio, soffrendo dolori indicibili, specialmente alla testa che le crebbe spropositatamente. Due volte fu assalita da paralisi alla parte destra ; più non parlava, ed era divenuta così fastidiosa che non soffriva alcuno in sua presenza. Si tentarono tutti i mezzi che l'arte seppe suggerire, ma senza alcun conforto. I medici stessi, da ultimo, stanchi e disperando della sua salute, l'abbandonarono in braccio alla Divina Provvidenza.
In mezzo a tanto dolore, feci ricorso a Maria Ausiliatrice, promettendo di far celebrare, appena si sentisse miglìorare, una messa all'altare di sì buona Madre, dispensatrice d'ogni grazia. Fatto il ricorso, tosto si sentì meglio; ed oggi, in mezzo all'ammirazione di tutti, cammina, parla, ragiona, vero miracolo di Maria Ausiliatrice. Riconoscente per la grazia ricevuta, soddisfa per mezzo mio al suo voto ; ed io invio volentieri questa dichiarazione, per far noto una volta di più, che Maria SS. Ausiliatrice guarisce anche le malattie più disperate.
Artegna (Udine), 8 novembre 1905.
ANTONIO VENTURINI.
Colognola ai Colli. - Col cuore pieno di riconoscenza spedisco la tenue offerta di lire cinque pel Santuario di Valdocco in ringraziamento di una grazia testè ottenuta. Alcuni maligni ingiustamente cercavano di togliermi il posto di maestra comunale. Una pia persona me ne fece avvertita, ed 10 senza scompormi mi rivolsi alla Taumaturga Regina, affinchè i traviati, consci del loro inganno, ritornassero in sè. Oh potenza di Maria! Non tardò molto la buona madre ad esaudire la mia preghiera, poichè in brevissimo tempo si calmarono, ed io risorsi più gloriosa di prima. Presento i più vivi ringraziamenti a codesta grande Signora e prego che sia inserita questa mia nel Bollettino.
15 novembre 1905.
ROSINA Bovi Maestra comunale.
Montemagno di Tizzana (Pistoia). - Anche quest'anno, questo popolo di Montemagno è stato preservato dalla grandine, per segnalate grazie della SS. Vergine Ausiliatrice. Prego quindi a celebrare una messa di ringraziamento per questo benefizio ricevuto.
18 novembre 1905.
D. GIOVANNI Noci, Pievano.
Spezia. - Colta da forte nevralgia alle orecchie, dalle quali aveva perduto l'udito, e quasi disperata dai medici, intrapresi una novena a Maria SS. Ausiliatrice. Finita la novena, non solo la nevralgia disparve, ma anche l'udito mi tornò perfetto, come se non fossi stata mai malata. Riconoscente, ringrazio la Vergine Ausiliatrice.
22 novembre 1905.
BERTOLUCCI MARGHERITA.
Montemagno Monferrato. - Leggendo un giorno per caso il Bollettino Salesiano e precisamente quella parte destinata al racconto di grazie , ottenote da Maria Ausiliatrice, mi sorse il dubbio della loro veridicità e quasi gettando con un sorriso incredulo il guanto di sfida alla Vergine, promisi di far pubblicare quale grazia ottenuta il risultato favorevole degli esami delle Provincie, a cui appunto mi preparavo, ma con poca speranza di riuscita.
Maria raccolse il guanto ed io fui classificato quinto nella graduatoria. Fu caso ?... Prego di voler pubblicare nel Bollettino queste poche parole suestese.
Novembre 1905.
SASSONE CESARE.
Mongardino. - Impensieriti sulla malattia del nostro Mario, senza venir meno all'arte sanitaria, che spiegò sollecite cure, ricorremmo fiduciosamente alla potenza di Maria Santissima, Auxilium Christianorum. E questa buona Madre sano e salvo ci rese il figlio, laonde, insieme con lui, riconoscenti ne diamo pubblica testimonianza di ringraziamento.
I coniugi ROVERO.
Rosignano Monferrato. - Minacciata da gravi dissesti finanziari e per di più colpita da malattia mortale, Monti Enrichetta incomincia una novena all'Ausiliatrice. E tosto colla guarigione del corpo ottiene anche un felice risolvimento negli interessi. Scioglie la promessa di far pubblica la grazia e manda in riconoscenza il suo possibile in L. 6.
4 dicembre 19o5.
Sac. E. PORRATO, Parroco.
Quinto Vicentino. - Il sig. Bortolan Cesare il 17 ottobre u. S. cadeva sì malamente dalla bicicletta, che riportava ferite sì gravi alla fronte da far temere della sua vita. Invocò Maria Ausiliatrice, e in brevi giorni fu guarito. In riconoscenza, e per attestare sempre il patrocinio della B.V., spedisce per mezzo mio un'offerta per una S. Messa ad onore di Maria Ausiliatrice.
17 novembre 1905.
D. PIETRO ZAMPIERI
Arciprete.
Santuario di Graglia. - Un bambino fu colpito da una forte bronco-polmonite e si temeva di perderlo. La madre era al colmo della desolazione perchè della stessa età e malattia due anni addietro le era già morto un altro figlio. Fu consigliata di votarlo a Maria Ausiliatrice, e di mettergli sotto il guanciale una medaglia. Portento di Maria! Subito il piccino ingoiò la medicina che non aveva mai voluto prendere, e cominciò a migliorare. Ora egli è perfettamente guarito e la madre riconoscente prega di pubblicare la grazia.
5 settembre 1905.
SUOR FRANCESCHINA.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:
A*) - Abbiategrasso: Coniugi Magnaghi 5 - Acireale (Catania): Maria Bella Bucolo per doppia grazia 2,10 - Acqui: N. N. 3,20 -- Alassio: Prof. G. Boselli- A osta.: Donnet Elena - Aquila: V. R.
B)-Badolato (Catanzaro) : Paparo Giovanni 15 - Berceto: N. N. a nome del fratello - Bogliasco (Genova): Costa Elisabetta 5 - Bolano: Santini Carlo 5 - Borgo S. Dalmazzo: Savio Margherita 2,29 - Bracchio (Novara): N. N. 2 - Braganze: Maria Nalesso, 2 - Bricherasio (Torino): Fasolino Luisa I -- Brusasco (Torino): N. N. i.
*) L'ordine alfabetico qui segnato è quello della città e dei paesi cui appartengono i graziati di Maria Ausiliatrice.
C) - Cabella: Susanna Garibaldi 3 - Cagliari: N. N. 20 - id.: Corpimo Raimonda 5 - Caldarola (Marche): Flavia Sciarra Grifi 2 - Cafuso: Merlo Luigia - Campolongo di Comelico: Celeste Marta 5 Capriglio (Asti): Agagliata Luigia - Carmagnola: O. A. 2 - Casalino: Della Vecchia Luigi 5 - Castelnovo Calcea: Carelli Seconda 5 - Catania: Boiello Sebastiana 30 - Cavaglià : N. N. 4 - Cavaglio d'Agogna : Ch. Carlo Maria Regalli, a nome del sig. Genesio Prandina. - Cellarengo (Asti): Acusato Secondo ; id.: Bordiga Tommaso - Centallo: Peppino Battista - Cesara (Novara): Caterina Medano, 3-Cesena (Forlì): D. Luigi Datti, io Ceva Barberis Michele - Chiavenna (Sondrio) N. N. 5 - Chiaverano : Revecchion Angela-Civate (Lecco): Delloro Angiolina 1 - Colle Umberto (Treviso): Lucheschi Giacomo, 10 - Comiso (Siracusa): Zanchi Maria Stella 8 - Como I. Aiani Ferrari 2 -Costa di Valle Imagna (Bergamo): Mazzoleni Angelo Feracini 25.
F) - Fagnano Olona: Lepori Rosa 5 - Faule Torinese: Barberis Teresa z - Favria Canavese: Vaira Anna e Cattaneo Maria - Fontanile: Lovisolo Teresa 2 - Fonsazo (Belluno) : Sac. Gaetano Dal Zotto, arciprete, per l'incominciamento della guarigione di un chierico suo nipote, 25. .
G) - Gardone Riviera: Belliani D. Bartolo 5 - Genova: Adele Lertora 2.
I) - Ivrea: N. N. per guarigione ottenuta 5 - Itri (Gaeta) : Milano Augusto 3,50.
L) - Lanzo Torinese : P. M. O. 5 - Lentigione: Guernieni Corinna 2 - Lequio Tanaro (Cuneo): Muratore Maria 3 - Lodi (Milano): M. F. - Lomello (Pavia): M. C. a nome di pia persona, 2 - - Lonigo : De Pieri Pietro per avere avuto un abbondante raccolto, ioo - Lorena (Brasile): Ch. Andrea Frattino - Lucca_ (Toscana) : Zei Adele, 2 - Lugano: Morganti Edoardo, 2
M) - Messina: De Leo Nicola 5 - Mestrino: (Padova): Gambazzi Clementina 5 - Modena: Ferraguti Pasquale, 5 - Milano: Gardini Corinna 5 - id.: Ada Baroni Pattacini, i.
N) - New York : Casella Teresa io - id.: Ferrero Antonina e Serafina 10 - Nicotera: Polito Console Angiolina i.
O) - Ormea Eca: Sasso Lorenzo Ossona: P. Nardi P. 5.
P) - Palazzolo Acreide (Siracusa): Perla Teresa 5 - Parma: Ch. Vasoli Paolo 2 - Pezzano (Verona): Giulietta Dompieri, 2 - Pieve del Cairo (Pavia): Amalia Gaude, 5 a nome della Signora Maria Demichelis di Alessandria - Piazza Armerina: Monostra Salvatore 5 -Pontestura (Alessandria) : Pasqualina Colombano 5 - Pralormo Appendino Caterina 2 -Premolo: Sac. Benvenuto Luraschi, Coad. parrocchiale, 3,3o a nome di Ortolani Agostini e Moretti Alessandrina - Prezza: Svizzero Pietro Paolo, 5 - Provesano (Udine): Gasparoto D. Felice, 25.
R) - Ragusa (Siracusa): N. N. 5 per una vittoria ottenuta - Reazzino (Svizzera) : Barlogio Teresa 2 - id.: Scolari Bartolomeo 20 - Revello: Lorenzati Bonaventura - Riccò del Golfo di Spezia: Codeglia Francesco 10 - Riva Valdobbia (Novara): Una Cooperatrice 10 - Rocca Grimalda (Alessandria): Secondino Claudio 5 - Roccaverano (Acqui): Sac. Giuseppe Bonino 5 - Rodello (Cuneo) : N. N. 4 - id.: N. N. 4 - Roma: Adelaide Lanna ved. TaIoni, direttr. dell'Orfan. femmin. di Valmonta 5 - id.: Albina Luciano 2 - id.: Conuigi Santino ed Annina Sciascia 5.
S) - S. Benigno Canavese : Paolo Miglietta - S. Martino di Venezze : Sfriso Francesco 2 - Santa Margherita Ligure: Suor Rivello Assunta, 5 - S. Pietro all'Olmo (Milano): Giuseppina Fagnani 2 - S. Vittoria d'A lba: Mensio Stefano - S. Pietro in Cerro: Simonetti Francesco 10 - Sante Marie (Fermo): Ludovici Placidi Effisia a nome di persona divota, 5 - Seneghe (Cagliari.): Pischedda Vincenza i - Serravalle Scrivia (Alessandria): Cav. Angelo Pallavicini, 9 - Sesto al Reghena: Zampese Vincenzo, io - Seurgus (Cagliari): Emilia Montagna 2.
T) - Taggia di Sopra: Cogolato Antonietta 4 - Tartano di Talamona (Sondrio): Tognini Santina 2 Tigliole d'Asti : Cerrato Susanna, 5 - Torino Durando Carolina per favori ottenuti per sè e sua famiglia - id.: il conte Carlo Cays per grazia ricevuta - id.: V. L. - id.: Bosso Teresa - id.: Rezzonico Maria - id.: A. M. R. 5 - id.: Della Valle 5 - id.: Amatteis Margheria - id.: Brio Maria - id.: Peretti Maria 5 - id.: Pulaccini Pietro - Treviolo (Bergamo): Lorenzi Amalia 5 - Trevisago (Como): Gasparini Amalia 2 - Trino: Beccaria Luigia.
U) - Udine : Zamparini Angelo i,9o.
V) - Valtournanche: (Aosta): Maguignaz Éloi di Antonio, 2 - Venezia: Buschetti Metilde, 2 - Verzuolo (Cuneo): Meolans Margherita, 4 - Vesime (Alessandria): Bertonasco Caterina- Viù (Torino): Verino Antonio.
X) - Bongiorno Giulia, 5 - P. Verdianini 3 - Graneri Giovanni, 4 - Di Chionetta 2.
TORINO
NB. Ogni giorno celebrazione di una santa Messa pei Benefattori del Santuario e dell'annesso Oratorio.
Dal 10 gennaio al 10 febbraio.
14 gennaio - SS. Nome di Gesù. - Ore 10, Messa solenne in canto gregoriano.
24 gennaio - - Solenne commemorazione di Maria SS. Ausiliatrice -- Speciali funzioni alle 6, 7.3o ed alle 17.
26, 27, 28 gennaio - Triduo in preparazione alla festa di S. Francesco di Sales. - Dopo la Messa delle 6, predica e benedizione.
29 gennaio - Festa di S. Francesco di Sales. - Messe dalle 4,3o alle 11,30 - Ore 10 Messa pontificale di S. E. Rev.ma Mons. C. Marozio, vescovo di Susa - ore 15,3o, Vespri pontificali, panegirico, Benedizione.
30 gennaio - Tutte le preghiere fatte nel Santuario sono applicate in suffragio dei Salesiani, Cooperatori e Benefattori defunti.
31 gennaio - XVIII anniversario della morte di D. Bosco: alle ore 10 Messa solenne pontificale in suo suffragio.
2 febbraio - I° Venerdì del mese e festa della Purificazione di M. SS. - alle 6 Messa. esposizione del SS. Sacramento, Coroncina e Benedizione - Alle 17 Vespro, predica e Benedizione.
A Valdocco.
La festa dell'Immacolata, sempre piena di sincero fervore e soavi ricordi, fu pur quest'anno cara e solennissima. Le sacre funzioni nel Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, precedute da un devoto triduo predicato dal dott. Don Tommaso Pentore e dal Direttore Don Secondo Marchisio, furono splendidamente coronate dal discorso di circostanza, detto dal prof. D. Albino Carmagnola. Si eseguì la Messa di Singerberger (Ia audizione) a 4 voci, e si può dire con rara diligenza. Fu anche assai apprezzato il corale O gloriosa Virginum del Mo Croce, pure a 4 voci, che venne ripetuto all'Accademia.
Questa riuscì solennissima. Dopo il canto della Salve eseguito da tutti gli ottocento alunni, il prof. G. Calcaterra con frase eletta e colorito poetico parlò di Maria nell'arte. Disse che il genio s'inchinò sempre dinanzi a Maria e che molti uomini grandi, ma fuori della vera religione o dimentichi di essa, tornarono sul retto sentiero pel fascino che esercitò su loro la visione di Maria. La storia dell'arte italiana è la storia delle ispirazioni della Vergine. E, con sintesi mirabile, con superiore conoscenza della storia l'oratore passò di secolo in secolo, ricordando date, nomi di artisti, opere prime d'arte che il puro ideale della dolce Madonna sempre ispirò e innanzi alle quali noi sentiamo accendersi il cuore di amore e le nostre anime elevarsi a ciò che è idealmente bello e sublime, al soprannaturale, al divino.
Seguirono brani di elette prose e poesie declamate con affetto e con grazia, e in fine la rappresentazione di un grazioso bozzetto : il Viandante, una felicissima allegoria... Il viandante è l'uomo pellegrino su questa terra, attorniato da due potenze contrarie. Il genio del Male, Satana, colle sue seduzioni ha vittoria sull'Angelo della luce; ma dopo l'ebbrezza della voluttà che gli ha messo il cuore in tempesta, la squilla dell'Ave Maria rammenta al povero viandante la bontà della Vergine e le pure gioie della religione, e l'Angelo della luce trionfa su Satana. L'esecuzione, come la messa in scena, non poteva essere più accurata e felice.
Al nostro Superiore Don Rua venne rimesso un altro diploma, con relativa medaglia, pel concorso dalle nostre Arti Grafiche all'Esposizione Mariana, tenutasi nell'Apostolico Palazzo Lateranense.
L'Ecc.mo Mons. Morabito, Vescovo di Mileto, fu graditissimo nostro ospite dal 10 al 14 dicembre. Sua Eccellenza si compiacque assai di poter visitare la prima casa di D. Bosco, celebrò più volte nel Santuario di Maria Ausiliatrice e fu pure a Valsalice a visitare la tomba del nostro Fondatore.
« La Calabria desolata. » - S. Ecc. Rev.ma, il zelantissimo Vescovo di Mileto, il giorno 14, nell'ampio salone dell'Oratorio, gremito in platea e nelle gallerie di un pubblico eletto, tenne un'interessantissima conferenza sul tema la Calabria desolata.
In appositi posti sedevano S. A. I. e R. la Principessa M. Laetitia di Savoia-Napoleone, giunta in vettura di gala, l'Em.mo Card. Richelmy, nostro venerato Pastore, il nostro superiore D. Rua, e molte ragguardevoli persone.
A destra ed a sinistra del palcoscenico stavano le orfanelle e gli orfanelli calabresi presentemente raccolti nei vari caritatevoli istituti di Torino.
Dopo un coro dei giovanetti dell'Oratorio, diretti dal maestro Dogliani, l'illustre Vescovo calabrese colla sua parola calda, facile, dotta, affascinante e commovente, rievocò le tristi vicende della sua Calabria nello scorso settembre, e disse dei bisogni presenti. Prolungati applausi accolsero le parole dell'inclito presule.
La conferenza fu intercalata da riuscitissime proiezioni fotografiche e cinomatografiche, rappresentanti paesi e bozzetti calabresi.
Un altro coro chiuse il simpatico e commovente trattenimento, mentre gli orfanelli e le orfanelle sfilavano davanti alle autorità ed erano affabilmente intrattenuti e colmati da carezze dal loro Vescovo, dalla Principessa, dal Cardinale, da D. Rua, e dalle dame presenti.
Torino.
Alla Casa famiglia per Operaie e Studentesse, di cui facemmo parola nello scorso numero, il 13 dicembre. u. s. ebbe luogo la solenne inaugurazione dei locali alla presenza di S. M. la Regina Madre.
L'Augusta Sovrana, che era accompagnata dalla dama d'onore marchesa di Villamarina, fu ricevuta dalla Presidente della Società di patronato, signorina Cesarina Astesana, che presentò alla Regina le patronesse presenti.
Nella sala principale attendeva S. M. il vescovo di Mileto, mons. Morabito, colle signore del comitato d'onore.
Le operaie intonarono un inno composto e diretto dal m. Laugieri. La segretaria generale, signorina Albini, lesse un indirizzo, facendo rilevare gli scopi della Casa-Famiglia, parlò degli impianti di stireria, lavanderia e delle altre opere della Società. Terminò ringraziando S. M. della protezione e dei soccorsi di cui è larga per l'Opera.
Dopo che una giovane operaia ebbe letto una poesia d'omaggio ed offerto alla Regina a nome delle sue compagne una corbeille di fiori bianchi, la Regina passò a visitare i locali, e si congratulò vivamente colla Presidente e colle Figlie di Maria Ausiliatrice, che cori tanto zelo dirigono l'istituto.
Dall' Italia.
ALESSANDRIA - La Scuola di Religione nell'Istituto Salesiano. - Mercè lo zelo di S. E. R. Mons. Giuseppe Capecci, Vescovo diocesano, anche quest'anno si è inaugurata in Alessandria una scuola superiore di Religione, la quale affidata al sac. Dott. Francesco Doglioli, avrà luogo regolarmente ogni domenica in apposita sala dell'Istituto Salesiano. La conferenza inaugurale fu tenuta il 26 novembre dal can. Prof. D. Luigi Condio. I numerosi alunni che la frequentano, appartenenti specialmente al pubblico Liceo ed Istituto Tecnico, mediante apposita tessera personale, avranno libero ingresso anche ai vari trattenimenti drammatici, che avran luogo durante l'inverno nell'Istituto Salesiano. Che la bella istituzione incontri l'appoggio e le simpatie di tutte le buone famiglie di Alessandria.
BORGO S. DONNINO - Per Mons. Pier Crisologo Mi cheli. - Il 26 settembre u. s. veniva celebrato in quella cattedrale un solenne ufficio funebre per commemorare il primo anniversario della morte dei compianto Canonico Mons. Pier Crisologo Micheli. Il largo concorso del Clero e del popolo della città e diocesi han mostrato quanto viva resti la sua memoria e come per le sue virtù e per la sua carità il suo nome sia in benedizione. Anche il nostro Oratorio festivo di quella città vi prendeva parte con una bella rappresentanza di giovanetti che vollero così testimoniare la loro gratitudine a chi tanto vivo interesse aveva mostrato per quell'opera. Mons. Micheli fu ammiratore costante delle Opere salesiane e particolarmente degli Oratorii festivi, nei quali vedeva l'unico sacro mezzo per salvare i figli del povero popolo. Ed anche negli ultimi giorni della sua vita una delle sue preoccupazioni era quella di vederne sorgere uno nella sua città, concorrendo generosamente perchè un tal desiderio venisse presto attuato. Sia pace alla sua bell'anima.
BORGO S. MARTINO - Una scuola d'agraria nel Collegio S. Carlo. - Il 16 novembre s'inaugurò nel primo collegio salesiano una nuova scuola d'agraria sorta per iniziativa dell'attuale Direttore, prof. Don G. Batt. Rinaldi.
Nell'accademia musico-letteraria, svoltasi brillantemente per tale circostanza, parlarono applauditissimi il prof. Marescalchi e D. Caroglio, animando gli alunni allo studio di questa scienza utilissima che, bene appresa e praticata, è un grande fattore per risolvere l'odierna questione sociale.
D. Caroglio rievocò pure il nostro D. Bosco con frasi felicissime, e fe' ben notare come « lo studio dell'agraria allontani dalle afose città ed avvicini più a Dio, che si rivela mirabilmente nei frutti dei campi...»
La direzione della nuova scuola venne assunta dall'infaticabile D. Caroglio, zelante propugnatore dei noti principi solariani, ornai così diffusi e favorevolmenle accolti in ogni parte.
MACERATA - All'Oratorio festivo - Il 26 novembre insieme colla distribuzione dei premi si compì l'inaugurazione della Società sportiva « Robur » sorta nell'Oratorio. Presiedeva l'Ecc.mo Mons. Sarnari, il padre benefico dei Salesiani, attorniato dalle più cospicue persone della città.
L'esimio M. O. Liviabella, sempre geniale nelle sue composizioni, con un delicatissimo inno d'occasione, eseguito dai giovanetti dell'Oratorio quale omaggio di riconoscenza ai loro benefattori, aperse l'attraente programma che si svolse fra il più gaio intreccio di prose e di premi.
L'egregio avv. Tacci nel suo breve ed elaborato discorso trasfuse tutta la sua anima di ardente ammiratore dell'opera di D. Bosco, che chiamò l'uomo provvidenziale dei nostri tempi. Il socio V. Scattolini, presidente della « Robur », in brevi e smaglianti parole compendiò la storia della giovane società dai suoi inizi, ed il giovane Passi ringraziò Mons. Vescovo e le signore benefattrici della loro benevolenza per l'Oratorio festivo.
A nome dei Parroci, parlò applauditissimo iI prof. D. Uberto Leonardi, della Collegiata di San Giovanni, elettrizzando col brio della sua parola affascinante l'eletto uditorio.
Sorse infine Mons. Sarnari e le sue parole benevoli, improntate al più vivo affetto per l'opera dei Salesiani, commuovono i presenti, che ammirano in lui l'insigne benefattore ed il padre affettuoso dei giovanetti dell'Oratorio. Con la benedizione di una statua di Maria Ausiliatrice, che campeggerà nell'ampio cortile, ebbe termine la cara festiciuola.
Mentre la banda dell'Istituto, diretta dal Liviabella, mandava le sue note armoniose, i ginnasti della « Robur » nella loro sala di ritrovo e nell'elegante loro divisa erano lieti di poter offrire un vino d'onore all'amatissimo Vescovo, che si degnò anche di posare in mezzo a loro.
PARMA - La riapertura della la Scuola di Religione, istituita in quella città nel 1892, ebbe luogo il 21 novembre u. s. coll'intervento di Mons. Vicario Generale ed eletto uditorio.
L'oratore Mons. Carpanelli, con frase fluida , chiara ed efficace, partendo dal concetto svolto nell'Enciclica di Pio X nel catechismo ed evocando l'opera di D. Baratta, dimostra la necessità ed utilità delle scuole di religione.
Il dott. Don Ottonello, direttore della scuola, espone il programma da svolgersi durante l'anno alla ricerca della felicità, e dichiara che seguendo il metodo dogmatico-apologetico, pur tenendo conto delle moderne obbiezioni della scienza laica, delle nuove scoperte scientifiche, del nuovo indirizzo di idee, seguirà i maestri San Tommaso, Dante, Bossuet.
Quindi Omero Masnovo, pregato a rivolgere brevi parole ai giovani convenuti, accenna brevemente al poco amore verso gli studi religiosi in Italia mentre nelle nazioni di Francia , Germania e Inghilterra essi godono di una florida vita e di un meritato onore. Colpa di tutto ciò è lo sfratto dato dalle Università Italiane alla Teologia , e nelle quali pur parlandosi di religione, perchè in fondo di ogni questione sociale entra la religione, se ne parla con tanto maggior leggerezza quanto meno si conosce; quindi per lo studente in Italia si rendono necessarie le Scuole di Religione, alle quali dovrebbero convenire i giovani credenti e non credenti ; i credenti per corroborarsi nella loro fede i non credenti per conoscere la debolezza e la vanità del fondamento su cui basa la loro irreligione, e per imparare a conoscere ed amare la Religione cattolica, dove si trova quel vero e quel bello che crea e inspira il genio artistico alle più pure e sublimi concezioni.
L'ultima parola venne riservata a Mons. Vicario Generale, Can. Dott. Del Soldato, che delineati a rapidi cenni lo stato presente della società la quale corre avidamente in cerca della verità e della felicità accennato al moderno risveglio ed indirizzo delle lettere e delle scienze verso la religione, conchiuse con un caldo appello alla gioventù parmense, affinchè ispirandosi alle gloriose tradizioni del passato, abbia a frequentare con interesse ed assiduità gli inaugurati Corsi di Religione.
POIRINO - Nel 1855, il nostro D. Bosco, invitato dal parroco teol. Giorda, si recava in quell'ameno e ridente paese per erigervi la Compagnia di San Luigi Gonzaga, a vantaggio dei giovanetti. Ricorrendo il I cinquantenario di detta associazione, il prevosto attuale D. Alfonso Gribaldi ebbe il felice pensiero di celebrarlo decorosamente, facendovi coincidere le care solennità della visita pastorale, ed invitandovi con gentil pensiero insieme coi musici e i cantori dell'Oratorio di Valdocco lo stesso Successore di D. Bosco. Le belle feste si svolsero nei giorni 28, 29 e 3o novembre, onorate dalla presenza dell'Em.mo Card. Richelmy, del Vescovo Ausiliare Mons. Luigi Spandre e del nostro Superior Maggiore D. Rua. Nè a parer nostro potevasi meglio commemorare l'annunziato cinquantenario ; infatti proprio nell'anno giubilare inauguravasi a Poirino l'Oratorio festivo, dove la Compagnia di S. Luigi avrà campo di moltiplicare la sua benefica influenza a vantaggio di un maggior numero di giovanetti. Non possiamo fare a meno di congratularcene sinceramente con quel zelantissimo parroco.
SANSEVERO - Benedizione della Cappella dell'Oratorio. - Il giorno 13 novembre u. s. si è solennemente benedetta la Cappella del nuovo Oratorio festivo, intitolato dalla Vergine del Soccorso ed apertosi poco prima in quella città. Officiò il rev. canonico La Monica, presenti mons. D. Riccardo Marii e mons. E. Merra, vescovo della diocesi, che pronunziò un elevato discorso sugli ideali della cattolica civiltà, ed ebbe parole di vivo encomio, alle quali ci associamo riconoscenti , per Donna Assunta Fraccacreta contessa Masselli , che mise tutta la sua attività, molto elargendo di proprio, altro raccogliendo fra le persone amiche, per dotare la città d'una casa salesiana, che la, popolazione vede stabilirsi con simpatia ed affetto. In ultimo diè lettura del seguente telegramma :
« Monsignor Vescovo -- Sansevero. -- Santo Padre, lieto incremento religioso locale con nuovo istituto, benedice di cuore generosa benefattrice Assunta Fraccacreta contessa Masselli, Salesiani, cooperatori, giovani, città. - Card. Merry del Val. »
Terminata la funzione, molte benefatttrici ebbero il caritatevote pensiero di lasciar l'obolo della loro carità a favore del nuovo Oratorio , onde il Direttore, nell'atto che esse si congedavano, rivolse a tutte brevi parole di ringraziamento.
AMBATO (Equatore) - Una nuova scuola. - Ci scrivono; « In questa città si comincia una ferrovia all'Oriente, per mettere in comunicazione la Repubblica con il Rio delle Amazzoni e perciò coll'Atlantico, per cui Ambato è destinata ad essere una città assai importante della Repubblica dal lato commerciale... un motivo di più, per rendere sempre più frequentato l'Oratorio.
» E l'Oratorio continua a fiorire , malgrado la strettezza del locale e l'assoluta mancanza di divertimenti. Per questi ragazzi è un divertimento lo stesso catechismo, di cui sono avidi, e tutte le piccole prediche che loro si fanno. Però ci è già stato promesso un terreno per un Oratorio più ampio, ove speriamo di poter anche costrurre una chiesuola e dedicarla a Maria Ausiliatrice.
» Intanto, per annuire al desiderio del Parroco che la fondò e per accontentare alcuni buoni Cooperatori, abbiamo accettato una scuola diurna nei locali dell'Oratorio attuale...».
BUENOS AYRES - Il 12 ottobre , anniversario della scoperta dell'America, e quindi data solenne per tutti gli abitanti del nuovo mondo, i Collegi Salesiani di Buenos Aires compivano in massa un devoto pellegrinaggio al celebre Santuario di Lujàn. Erano le 6,15 del mattino, allorché cominciarono ad arrivare i diversi Collegi alla stazione dell'Once. Formavano la comitiva il Collegio Pio IX, colla sua banda di musica ; il Collegio San Francesco di Sales; il Collegio Huerfanitos di Don Bosco, colla banda: il Collegio Don Bosco attiguo alla Cappella degli Italiani; il Collegio San Giovanni Evangelista alla Boca, e quello di Bernal, colla sua banda: un totale di 1545 ragazzi che s'incamminavano a rendere il loro figliale omaggio alla Celeste Regina e ad implorare la sua benedizione.
Al primo muoversi del convoglio, composto di diciassette carrozzoni, si cantò da tutti una lode, poscia si recitò il Rosario.
Alle 8,45 giunti felicemente alla stazione Basilica, formando un'imponente colonna occupante almeno quattro quadre, la lieta falange giovanile, accompagnata delle tre bande sovraccennate, si diresse in bell'ordine al Santuario ; ove tutti ascoltarono la Santa Messa , e più di mille si accostarono alla Santa Comunione.
Seguì un'abbondante e lieta refezione alle 10. In numerose squadre, visitarono poscia minutamente la grandiosa Basilica, e i suoi ameni dintorni.
Alle 3 1/2, il lungo corteo risaliva in ferrovia alla alla volta della capitale. Giungevano felicemente a Buenos Aires alle 5,45, e subito le singole squadre facevano lieto ritorno ai vari collegi rievocando con profonda soddisfazione le dolci emozioni dell'indimenticabile gita.
CORDOBA (Repubblica Argentina) - Sviluppo dell'Oratorio festivo e principio del Collegio Pio X. - L'Oratorio festivo è per ora l'opera a cui si dedicano con grand'animo i quattro Salesiani residenti in Cordoba. Il numero dei giovanetti che lo frequentano è sempre tra il 400 e il 500, e in certe solennità straordinarie anche maggiore. In generale sono bravi ragazzi, docili, obbedienti, che attendono volentieri alla Dottrina, alle brevi istruzioni, e a tutte le altre pratiche di pietà che si fanno nell'Oratorio. Quivi si è già stabilita la Compagnia di S. Luigi, i cui soci riescono di grande aiuto per catechizzare ed assistere i loro compagni. Vi si fa con regolarità il pio esercizio detto della Buona Morte, e tutte le feste vi sono alcune Comunioni. Per la visita dell'Ispettore D. Vespignani si tenne una piccola Gara Catechistica che piacque molto a quanti vi assistettero.
L'Oratorio non è solo festivo, poichè si apre regolarmente anche il giovedì, e dalle 4 alle 5 1/2 tutte le sere. I giovani vi si son tanto affezionati, che per loro il sogno di tutta la settimana è la domenica, e lo dimostrano incontrando per la città i loro catechisti.
Ai primi di luglio, annesse all'Oratorio si apersero anche le scuole diurne. Attualmente sono 65 gl'inscritti : ma nell'anno presente aumenteranno fino a più centinaia, perchè gli oratoriani tutti fin d'ora domandano un posto. A tal uopo si è pensato di por mano alla costruzione di alcuni vasti saloni, di cui venne collocata la prima pietra il 26 novembre, stante le profferte e le promesse di vari generosi benefattori.
MESSICO - Gara Catechistica alla Colonia de Santa Julia. - Sopprimendo qualche lode, traduciamo letteralmente dal giornale cattolico, il Pais : - Invitati a visitare la casa dei Salesiani della Colonia di S. Giulia, avemmo una volta di più l'occasione d'osservare i risultati, profondamente pratici, dell'istruzione che si comparte in quel centro docente. Scienza , lettere , arti e mestieri, fondati sulla più scrupolosa educazione morale e religiosa, sono l'impulso veramente degno di lode, che anima i figli di Don Bosco, ad informare lo spirito della gioventù, che è la più lusinghiera speranza d'una società d'uomini onorati e virtuosi...
Assistemmo adunque ad una gara catechistica, organizzata dagli alunni della sezione artigiani.
Nel vasto recinto del collegio s'era rizzato, con ricca decorazione, un palco destinato ai contendenti. Uno sfarzoso padiglione ammantava la statua del S. Cuore, avendo da un lato il ritratto del regnante Pontefice Pio X, dall'altro quello di D. Bosco.
Alcuni minuti dopo le io ant. arrivò l'Eccellentissimo e Rev.mo Delegato Apostolico, Monsignor Giuseppe Ridolfi, il quale ricevuto col dovuto applauso dai Superiori , si recò subito al posto d'onore, ove lo circondarono distinti personaggi del clero e dell' aristocrazia messicana. Collocaronsi nell'ampio porticato i professori e alunni studenti e le molte persone invitate alla festa.
Il rappresentante di Sua Santità diede il cenno d'incominciare, e previo un bel discorso letto da un giovane artigiano, aprissi la gara catechistica.
Più di settanta alunni, fanciulli e giovanotti, presero parte al concorso ; rispondendo con inarrivabile facilità e fermezza di giudizio, alle molteplici e faticose domande a loro dirette, le quali venivano con diligente attenzione estratte a sorte da un fanciullo. Basti il dire che, fra i settanta giovani, quattro o cinque appena rimasero deficienti.
Conchiusasi la prima parte della gara, dopo una delicata partitura d'opera , cominciò la seconda parte, senza dubbio più interessante della prima , formando un'attraente e vivissima lotta, nella quale i contendenti stessi interrogaronsi ad libitum e scambievolmente sopra tutto il catechismo. La contesa fu lunga e ben sostenuta; ma alla fine sette rimasero, tra tutti, vincitori, poichè , come s'era prestabilito, sette si volle che fossero premiati e questi furono Antonio Garcia , Filippo Galvan Melesio Gozalez, Giovanni Hernandez, Pietro Sanchez, Raffaele Maceda e Alfonso Soto.
Strepitosi applausi e grida d'evviva a tutti i gareggianti, ma principalmente ai sette campioni dell'ostinatissima lotta, risuonarono al fine della gara.
In seguito un giovanetto artigiano lesse un forbito discorso sulla grande efficacia della dottrina cattolica ; quindi la premiata banda dell'Istituto pose termine al trattenimento eseguendo una bella marcia trionfale.
Tutti i presenti rimasero assai soddisfatti, e furono ancor più convinti, che solo con la Dottrina Cristiana si può consolidare la vera scienza e stabilire una base incrollabile nell'insegnamento pratico-da impartirsi alla gioventù....
PONTE NOVA (Brasile) - Scuola Normale M. Ausiliatrice. - Di questo importante Istituto di educazione per giovinette abbiamo avuto occasione di parlare più volte; solo nel numero di novembre p. p. riportammo attestati molto onorevoli per quel fiorente Collegio. Ultimamente abbiam ricevuto gli Atti degli esami insieme con una bella relazione della festa di chiusura dell'anno scolastico p. p. Furono io le alunne che vi compirono il tirocinio ed ottennero la licenza normale.
SANTIAGO (Chile) - Una visita del Presidente della Repubblica. - La sera del 26 settembre S. E. il Presidente Dott. German Riesco, accompagnato dal sig. Fernandez Bianco, Intendente di Valparaiso e del sig. Valces Cueva, onorò di una visita le scuole professionali del Collegio salesiano della Gratitud Nacional in Santiago. Venne ricevuto dal Direttore e dal corpo insegnante, mentre la musica intonava l'inno nazionale. Un alunno, a nome dei suoi compagni, diede a S. E. il benvenuto; quindi l'Eccellentissimo Presidente passò a visitare lo stabilimento, informandosi di tutto minutamente, interrogando varii alunni intorno al loro mestiere e sulla loro vita di collegio. Lieto di veder tanti giovanetti in florida salute e ben avviati per un'onesta carriera, S. E. fece voti per uno sviluppo sempre maggiore dell'istituto, e nell'accomiatarsi, rinnovando i sentimenti della sua alta soddisfazione, prometteva al collegio tutto il suo autorevole appoggio. La sua visita lasciò il più dolce ricordo nel cuore di tutti i superiori ed alunni.
VIEDMA - La Festa Patronale di N. S. della Mercede riuscì un vero trionfo dell'Augusta Regina del Cielo.
Tanto nella Cappella di Maria Ausiliatrice come in quella di S. Francesco di Sales si ebbero funzioni solennissime e grande frequenza ai SS. Sacramenti. Alla messa solenne in S. Francesco assistevano tutte le Autorità civili e militari. Anche nel carcere del Territorio si tenne apposita funzione. Alla processione della sera presero parte le varie associazioni religiose, che sono assai fiorenti, la Società di S. Vincenzo de' Paoli, il Circolo Operaio Cattolico, e le più distinte signore con tutto il popolo divoto di quella capitale. Dopo le funzioni, s'inaugurò la piazza Generai Winter, ultimamente abbellita ed ornata di piante e di alberelli. La banda del nostro Collegio prestava servizio di onore.
- Anche negli altri centri della Patagonia si nota un accentuato fervore nelle feste religiose. A noi giunsero consolanti notizie da Conesa Sur e da Fortin Mercedes sulle solenni feste celebratesi, nel primo centro, il giorno di S. Lorenzo, nel secondo per la ricorrenza dell'Assunzione di Maria.
La sig.° Giuseppina Panciera.
Schio, il 30 novembre u. s., munita dei Santi Sacramenti, colla serenità delle anime giuste spirava a soli 56 anni la signora Giuseppina Panciera, fervente cooperatrice.
Le sue virtù e i dolori santamente sopportati nella malattia che la trasse al sepolcro, ci affidano della sua gloria eterna : tuttavia, anche per dovere, di sentita riconoscenza, la raccomandiamo a particolari suffragi.
Al fratello Monsignore ed all'egregia sorella le più vive condoglianze.
Il siq. Evàsio Zeppa.
La sera del 3o novembre, dopo lunga malattia dissimulata lungo tempo per non tralasciare i caritatevoli uffici di padre affettuosissimo verso i nostri confratelli malati di Rivalta Torinese, spirava ricco di meriti e compianto da tutti il sig. Evasio Zeppa, nato nel 1855 a Villabella presso Casal Monferrato.
Uomo di pietà convinta, di modi miti e soavi, e adorno d'ogni più bella virtù, coi suoi esempi edificò salutarmente il paese di Rivalta, ove la sua memoria vivrà in benedizione.
Al figlio D. Giuseppe, direttore dell'Istituto Salesiano a S. Paolo nel Brasile, ed alla desolata consorte, l'espressione della nostra fiducia che il buon Evasio abbia già ricevuto il premio dei santi.
La Sìg.ra Marchesa Marìanna Politi ved. Zambeccari.
Al momento di consegnare alla stereotipia il presente numero, da Bologna ci giunge la notizia della morte della signora marchesa Marianna Politi ved. Zambeccari, nostra insigne cooperatrice.
Pur riserbandoci a dire di Lei più diffusamente nel prossimo numero, fin d'ora imploriamo per l'anima sua i più copiosi e ferventi suffragi.
Per acquisto di libri, e per qualsiasi commissione relativa ai medesimi, rivolgersi non alla Direzione del Bollettino, ma direttamente alla Libreria Salesiana, via Cottolengo, 32 - Torino.