ANNO XVII - N. 5. Esce una volta al mese. MAGGIO 1893
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N. 32, TORINO
Ai Direttori, Decurioni e Comitati. Salesiani.
Il tempio di Maria Ausiliatrice nei primi venticinque anni.
Orario della Novena e Solennità di Maria Ausiliatrice. Avvisi per questo feste.
Grazie di Maria Ausiliatrice.
Don Rua ed i Salesiani ai piedi del S. Padre Leone XIII. Mons. Luigi Lasagna: Al paese nativo --All'Oratorio. La partenza di Mons. Lasagna con altri Missionarii Salesiani.
Pei giovanetti di Savona: Un nuovo Oratorio festivo Salesiano.
Il Principe D. Angusto Czartoryski.
Notizie dei nostri Missionari: - Sono giunti a Montevideo. - MESSICO. La prima pietra del nuovo Ospizio Salesiano.
Cose di Spagna. - Sarrià Barcellona, Gerona e Siviglia. Notizie varie : - A Castellamare di Stabia. - Le peregrinazioni di D. Milanesio. - Al Seminario delle Missioni Salesiane. - D. Bosco a Lugo - Amici defunti.
Storia della Rivoluzione Francese e dei tempi moderni del Prof. F. Savio.
Cooperatori defunti.
Il Regolamento della nostra Pia Unione prescrive due conferenze all'anno, la seconda delle quali per la festa di Maria Ausiliatrice.
Ci raccomandiamo perciò ai Direttori, ai Comitati, ai Decurioni ed ai Cooperatori che fossero nella possibilità di ciò fare, che si diano premura di organizzare tale conferenza. Potrebbero servire all'uopo le norme già da noi date su tale argomento altre volte.
Il conferenziere in molti luoghi potrebbe essere uno degli oratori del Mese Mariano. Anzi si preghino questi esimii oratori, che il 24 Maggio parlino di Maria SS. Ausiliatrice e facciano servire il loro sermone a Conferenza Salesiana. Se occorrono libri all'uopo, se ne faccia domanda alla Direzione del nostro Bollettino. La elemosina che si raccomanderà in tale occasione, la si potrebbe determinare per le nostre Missioni estere o pel tempio di Maria Ausiliatrice.
Ove si credesse meglio trasferire questa conferenza per ragionevoli motivi ad altri mesi, nei quali nel tempo di villeggiatura in molte parrocchie i Cooperatori sono più numerosi, se ne dia avviso ai Cooperatori della rispettiva decuria.
Tuttavia non si lasci passare la cara festa di Maria Ausiliatrice senza dare a questa nostra cara Mamma un cordiale tributo della nostra figliale divozione. Il giorno 24 Maggio perciò o la domenica seguente consacriamo a Maria qualche speciale pratica di pietà, e possibilmente accostiamoci alla S. Comunione ad uno degli altari a Lei dedicati. Il tenerissimo suo cuore sarà ben lieto di tanta pietà e le sue materna benedizioni discenderanno in copia sovra i figli diletti.
SONO venticinque anni, dacchè il tempio eretto da D. Bosco in Torino a Maria SS. Ausiliatrice è aperto alla celebrazione dei santi misteri e risuona di incessanti lodi alla Gran Madre di Dio.
Il giorno 27 aprile del 1865 era stata benedetta solennemente la pietra angolare di un così maestoso monumento, e dopo tre soli anni, il 9 giugno del 1868, veniva consacrato dalla venerata memoria di S. E. Rev.ma Mons. Alessandro de' Conti Riccardi di Netro, Arcivescovo di Torino. Le feste, che allora furono celebrate, durarono per ben nove giorni, e riuscirono così grandiose e consolanti, da riempirne di indicibile gioia quanti vi poterono intervenire, e sovra ogni altro il venerando nostro D. Bosco.
Sono venticinque anni! E chi sa dire quante Messe vi si celebrarono, chi sa enumerare le prediche, le confessioni, le comunioni, le preghiere e le opere tutte di conversione e di grazia compiutesi sotto le auguste volte di questo tempio?
Ma qui non è il tutto. Dall'altare di Maria Ausiliatrice partirono centinaia di Missionari Salesiani, di Suore di Maria Ausiliatrice, migliaia di giovanetti formati alla virtù, i quali sparsi in mille paesi e città ne portarono ovunque la divozione potente, la predicarono e la predicano tuttora con ineffabile zelo ai popoli. L'immagine di Maria Ausiliatrice invero brilla maestosa sugli altari, e la divozione a sì potente Regina impera sui cuori in Europa e nell'America, in Africa e nell' Asia, dalle alture di Quito, Riobamba e Bogotà alle Pampas della Patagonia, dal Messico alla Terra del Fuoco, da Londra ad Orano, da Liegi, Lilla e Siviglia alla Palestina. È una festa, è un trionfo immenso per la Gran Madre di Dio e Madre nostra, Maria.
E non basta ancora. Quanti voti furono esauditi sotto le vòlte di questo tempio ! quanti favori piovvero sopra di coloro che con fiducia qua vennero ad invocare la Vergine . Benedetta; sovra di coloro che nell'afflizione da lontano qua volsero lo sguardo a Maria e sovra di coloro tutti che coll'obolo della loro carità concorsero con D. Bosco e col suo successore ad innalzare chiese e cappelle, ospizii ed educatorii, collegi, oratorii festivi e missioni in tante parti del mondo! Ne fanno fede gli ex-voti appesi all'altare di Maria Ausiliatrice ed alle pareti della sagrestia, le innumerevoli relazioni che noi pubblicammo in tanti fascicoli delle nostre Letture Cattoliche, le centinaja e centinaja uscite nei nostri Bollettini, Italiano, Francese, Spagnuolo ed Inglese, e le altre migliaia che si conservano nell'Archivio del tempio stesso.
E con nostra gran consolazione, la mano di Maria Ausiliatrice non si è punto abbreviata in questi giorni per tutti i suoi devoti, e specialmente per i figli di D. Bosco. Maria fu l'inspiratrice e l'aiuto potente di D. Bosco in tutte le sue Opere e particolarmente nell'erezione di questo santuario; Essa fu ed è continuamente la nostra Celeste Ausiliatrice dopo la morte del nostro buon Padre. Le opere Salesiane infatti in quest'ultimi anni si moltiplicarono in modo veramente prodigioso, come pure crebbero in maniera sorprendente le grazie che Maria Ausiliatrice volle fare ai suoi divoti, per animarli alla carità verso queste istituzioni, che con verità si possono chiamare opere di Maria Ausiliatrice.
Viva pertanto Maria Ausiliatrice ! Questo grido, che spontaneo ci erompa dal cuore ogni qual volta noi pensiamo a Maria; questo grido che compendia innumerevoli favori dalla Gran Madre di Dio elargiti alla Chiesa ed al popolo cristiano; per noi, Salesiani e Cooperatori Salesiani, compendia davvero un poema immenso d'ineffabili grazie, che tuttora van crescendo e moltiplicandosi in un modo veramente portentoso.
Sì, viva Maria Ausiliatrice ! Essa è la nostra Madre tenerissima. A lei dunque noi ci affidiamo interamente; per Lei tutto il nostro affetto, in Lei tutta la nostra fiducia, verso di Lei tutta la nostra riconoscenza.
Lodi e ringraziamenti solenni a dunque sian resi ad una sì buona Madre, ad una sì potente Ausiliatrice, per il tanto bene e per i segnalati favori ottenutisi in questo suo tempio nei primi venticinque anni di esistenza.
Ai 21, 22 e 24 di questo mese celebreremo pertanto feste solennissime in onore e ringraziamento a Maria Ausiliatrice, per commemorare il primo giubileo del suo tempio in Torino, nè mai cesseremo dall'invocare questa nostra buona Madre con quella vivezza di fede, con cui imparammo ad onorarla dal venerando nostro D. Bosco.
Parole di D. Bosco.
Non sapremmo in questa fausta occasione parlare di Maria Ausiliatrice in modo migliore, che ricopiando alcune devotissime pagine tra le mille pubblicate da D. Bosco in onore di questa nostra celeste Benefattrice.
Eccole come leggonsi dalla pagina 5 alla pagina 10 dell'aureo opuscolo che porta il titolo di Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice
Il titolo di Ausiliatrice, così D. Bosco, attribuito all'Augusta Madre del Salvatore, non è cosa nuova. Negli stessi Libri Santi Maria è chiamata Regina, che sta alla destra del suo Divin Figliuolo, vestita in oro e circondata in varietà. Adstilit Regina a dextris tuis in vestitu deaurato, circumdata varietate (Sal. 44). Questo manto indorato e circondato di varietà, secondo lo spirito della Chiesa, sono altrettante gemme e diamanti, ovvero titoli, con cui si suole appellare Maria. Quando pertanto chiamiamo la Santa Vergine Aiuto dei Cristiani, non è altro che nominare un titolo speciale, che a Lei conviene, come diamante sopra i suoi abiti indorati. In questo senso Maria fu salutata Aiuto del genere umano fino dai primi tempi nel mondo, quando, ad Adamo cadendo nella colpa, fu promesso un liberatore che doveva nascere da una donna, la quale coll'immacolato suo piede avrebbe schiacciato il capo del serpente insidiatore.
Difatto questa gran Donna è simboleggiata nell'albero della vita, che esisteva nel Paradiso terrestre; nell'arca di Noè, che salva dall'universale diluvio gli adoratori del vero Dio; nella scala di Giacobbe, che si solleva fino al cielo; nel roveto di Mosé, che arde e non si consuma, e che allude a Maria Vergine dopo il parto; nell'arca dell'alleanza; nella torre di Davide, che difende da ogni assalto; nella rosa di Gerico; nella fontana sigillata; nell'orto ben coltivato e custodito di Salomone; è figurata in un acquedotto di benedizione, nel vello di Gedeone. Altrove è chiamata stella di Giacobbe, bella come la luna, eletta come il sole, iride di pace, pupilla dell'occhio di Dio, aurora portatrice di consolazioni, Vergine e Madre e Genitrice del suo Signore. Questi simboli ed espressioni, che la Chiesa applica a Maria, fanno manifesti i disegni provvidenziali di Dio, che voleva farcela conoscere prima della sua nascita, come la primogenita fra tutte le creature, la più eccellente protettrice, aiuto e sostegno, anzi riparatrice dei mali, cui soggiacque il genere umano.
Nel nuovo testamento non è solo con simboli e profezie appellata aiuto degli uomini in genere, ma aiuto, sostegno e difesa dei Cristiani. Non più figure, non più espressioni simboliche ; nel Vangelo tutto è realtà e avveramento del passato. Maria è salutata dall'Arcangelo Gabriele, che la chiama piena di grazia; rimira Iddio la grande umiltà di Maria e la solleva alla dignità di Madre del Verbo Eterno. Gesù, Dio immenso; diventa figliuolo di Maria. Da Lei nasce, è educato, assistito, e il Verbo Eterno, fatto carne, sottomettesi in tutto all'ubbidienza dell'augusta sua Genitrice. A richiesta di Lei, Gesù opera il primo de' suoi miracoli in Cana di Galilea ; sul Calvario è costituita di fatto Madre comune de' Cristiani. Gli Apostoli se La fanno guida e maestra di virtù. Con Lei si raccolgono a pregare nel Cenacolo con Lei attendono all'orazione, e in fine ricevono lo Spirito Santo. Agli Apostoli dirige le sue ultime parole e se ne vola gloriosa al Cielo.
Dall'altissimo suo seggio di gloria volge a noi i suoi materni sguardi e va dicendo: fugo in altissimis habito, ut ditem diligentes me, et thesauros eorum repleam. Io abito il più alto trono di gloria per arricchire di benedizioni quelli che mi amano e per riempire i loro tesori di celesti favori. Onde dalla sua Assunzione al Cielo cominciò il costante e non mai interrotto concorso dei Cristiani a Maria, nè mai si udì , dice s. Bernardo, che alcuno abbia con fiducia fatto ricorso a questa pietosissima Vergine, e non sia stato esaudito. Di qui si ha la ragione per cui ogni secolo, ogni anno, ogni giorno e, possiamo dire, ogni momento è segnalato nella storia da qualche gran favore concesso a chi con fede l'ha invocata. Di qui pure la ragione per cui ogni regno, ogni città, paese, ogni famiglia ha una chiesa, una cappella, un altare, una immagine, un dipinto o qualche segno che rammenta la venerazione universale prestata a Maria, e nel tempo stesso ricorda alcuna delle molte grazie concesse a chi fece a Lei ricorso nelle necessità della vita. Noi potremmo esporre una lunga serie di fatti raccontati nell'istoria ecclesiastica, da cui verrebbe abbondantemente confermato quanto diciamo. Ma noi ci limitiamo ad esporre solamente alcuni di quelli che hanno dato motivo ai Sommi Pontefici di propagare il culto di Maria invocata sotto il glorioso titolo di Aiuto dei Cristiani.
Qui D. Bosco ricorda in succinto in tre distinti capitoli la battaglia di Lepanto , la liberazione di Vienna e il trionfo di Pio VII; fatti che conio fulgentissime gemme brillano di gloria immortale sull'augusta fronte di Maria Ausiliatrice, ed indussero la Chiesa a tramandarne la memoria, coll'inserire a ricordo del primo nelle Litanie Lauretane la giaculatoria : Maria, Auxilium Christianorum , ora pro nobis, a ricordo del secondo coll'estendere a tutta la Chiesa la festa del SS. Nome di Maria, ed a ricordo del terzo istituendo la festa di Maria Ausiliatrice ai 24 di Maggio.
ORARIO DELLA NOVENA E SOLENNITA Di MARIA AUSILIATRICE
La Novena di Maria Ausiliatrice incomincia il lunedì 15 di questo mese.
In ciascun giorno, lungo il mattino, dalle ore 4 1/2 sino alle 11, vi sarà celebrazione di Messe e facilità di accostarsi ai SS. Sacramenti della Confessione e Comunione. Nel mattino dei giorni feriali alle 5 1/2 antimeridiane, come nel mese, Messa letta colla recita del S. Rosario , Comunione, canti e preghiere, quindi breve discorso e benedizione col SS. Sacramento ; alle 7 1/2 poi altra Messa letta colla recita del S. Rosario, Comunione ed altre pie pratiche. Assistendo a queste funzioni si può lucrare , per concessione pontificia , l'indulgenza di tre anni. Il discorso della sera sarà tenuto alle 7.
A chi non potesse partecipare di presenza a queste funzioni, noi suggeriamo un apposito libretto di Don Bosco intitolato: Nove giorni consacrati all'Augusta Madre di Dio , il quale contiene una considerazione, un esempio ed una pratica per ogni giorno, ed è molto acconcio alla circostanza. Si può avere dalla Libreria Salesiana di Torino al prezzo di cent. 20.
Ricorrendo quest'anno, come già dicemmo, il 25° anno dacchè il tempio di Maria Ausiliatrice in Torino venne consacrato al divin culto, in ringraziamento alla potente Ausiliatrice dei Cristiani, che di qua come da suo trono si fe' dispensatrice di moltissime grazie inverso de' suoi divoti e specialmente della nostra Pia Società, noi celebreremo tre giorni di solennissime feste coll'ordine, seguente
Domenica, 21 maggio, Solennità di Pentecoste.
Mattino. - Alle ore 5 1/2 e alle 7 1/2, Messa e Comunione generale. - Alle 10, Messa solenne pontificata da S. E. Rev.ma. Mons. Giovanni Cagliero.
Sera. - Ore 3 1/2, Vespri solenni , discorso e benedizione col SS. Sacramento.
Lunedì, 22 maggio.
Mattino. - Alle ore 5 1/2 e alle 7 1/2 , Messa e Comunione generale. - Alle 10, Messa solenne.
Sera. - Ore 6 1/2, Vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.
Martedì, 23 maggio. Vigilia della festa di Maria Ausiliatrice.
Alle ore 3 1/2 pom. si terrà la Conferenza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane.
Alle 6 1/2, primi Vespri di Maria Ausiliatrice, discorso e benedizione col Santissimo.
Mercoledì, 24 maggio. Solennità di Maria Aiuto dei Cristiani.
Mattino. -Alle ore 5 1/2 e alle 7, Messa e Comunione generale. - Alle 10 1/2 , Messa solenne pontificata da S. E. R.ma il veneratissimo nostro Arcivescovo di Torino, Monsignor Davide de' Conti Riccardi.
Sera. - Alle 6, Vespri solenni di Maria Ausiliatrice, panegirico e benedizione col Santissimo.
Giovedì, 25 maggio.
Alle ore 7 1/2 del mattino, Messa, Comunione ed altre pratiche di pietà in suffragio delle anime dei defunti Cooperatori, Cooperatrici e Consorelle di Maria Ausiliatrice.
NB. Chi desiderasse farsi inscrivere nell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice troverà persona appositamente incaricata nella sagrestia della Chiesa. Noi raccomandiamo nuovamente l'ascrizione a questa Arciconfraternita. Ogni Cooperatore e Cooperatrice, se già non vi è aggregato, procuri di aggregarvisi in questa circostanza e di farvi inscrivere gran numero d'altri fedeli.
N. B. Nelle suddette funzioni , gli allievi dell' Oratorio Salesiano eseguiranno il seguente Programma di scelta musica:
Giorno 21 - Messa di Santa Cecilia di Monsignor Giovanni Cagliero. - Vespri del M.° Roberti. - Litanie del M.° Dogliani e Tantum ergo di S. Cecilia del prelodato Monsignor Cagliero.
» 22 - Messa del M.° Haller. - Vespri e Litanie come sopra e Tantum ergo del M.° Dottor D. Matteo Ottonello.
» 23 - Vespri del M.° Terziani e di Monsignor Cagliero. Litanie come sopra e Tantum ergo del M.° P. G. B. Falconara.
a 24 - Messa delCav. Gaetano Capocci, Maestro della Basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma. -Vespri del M.° Durante e del M.° Galli. - Inno del prelodato M. Capocci - Sancta Maria, succurre miseris, grande Antifona a tre cori, di Monsignor Gio. Cagliero. - Tantum ergo a sole voci senza accompagnamento del M. Cav. Roberto Remondi.
I PELLEGRINAGGI AL SANTUARIO DI MARIA AUSILIATRICE.
Quest'anno i pellegrinaggi al Santuario di M. A saranno numerosi, essendovi più giorni di festa.
Noi applaudiamo di gran cuore allo zelo delle pie persone che vanno organizzando tali manifestazioni di fede e di divozione, e vorremmo far ricevimento solenne ai diversi gruppi di devoti pellegrini provenienti da tante parrocchie e paesi, ma ci torna impossibile. Quello che non faremo noi, lo farà la Madonna medesima, col ricambiare la visita di questi devoti con celesti grazie.
Vorremmo inoltre, e specialmente alle Associazioni di Figlie di Maria, di Operai Cattolici ed altre riunioni di pellegrini portanti un distintivo personale, assegnar posti riservati nel tempio, durante il tempo delle sacre funzioni, ma ci è pure letteralmente impossibile, fatta eccezione delle sole persone che portassero bandiere o stendardi, le quali potranno aver posto o nella cappella ove sarà esposta alla pubblica venerazione la statua della Beata Vergine, o presso l'altar maggiore.
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I COOPERATORI E LE COOPERATRICI COME POTRANNO IN QUEL GIORNO PARLARE CON NOI?
Ecco un'altra spina che ci punge il cuore. Vorremmo salutar tutti personalmente, ringraziarli con le più vive manifestazioni d'affetto e di riconoscenza pel bene che ci fecero e ci van facendo ogni dì. Vorremmo poterci moltiplicare, per aver agio a trattare con tutti; invece ci dovremo limitare a far quel poco che potremo e supplicare la Madonna che faccia essa pel di più.
Per affari di Bollettino Salesiano vi saranno nella sacristia persone incaricate all'uopo. A quelle medesime persone che sederanno al tavolino per ricevere correzioni d'indirizzi o i nomi di nuovi Cooperatori, si potranno pure consegnare le offerte per la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù, per la Chiesa del Sacro Cuore in Londra, per le Missioni, per le altre Opere nostre e pel Bollettino. Affine di procedere con maggior precisione ed agevolezza, converrebbe assai, che si dessero per iscritto le diverse commissioni che si venissero a consegnare in questa circostanza.
PER LE GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE che soglionsi riferire in detto giorno, moviamo la medesima preghiera, cioè che possibilmente siano accennate su qualche scritto contenente almeno i dati principali della relazione, assicurati colla firma del relatore.
Per affari di libreria e di oggetti di divozione saranno aperti dei banchi appositi fuori del Santuario. Nella sacristia non si distribuiscono in detto giorno nè corone, nè medaglie, ma solo si benedicono.
Per affari di amministrazione dell'Istituto sarà aperto un uffizio apposito presso la portieria del medesimo.
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IL SIGNOR DON RUA, secondo il solito degli altri anni, si troverà in sacristia la maggior parte della giornata ; perciò sarà facile consegnare nelle sue mani medesime quegli scritti e quelle offerte che a lui fossero dirette. Avvisiamo tuttavia che gli tornerà diciffile in quel giorno dar risposte o ricevute per iscritto e supplirà distribuendo qualche ricordo. Chi bramasse la ricevuta dell'offerta, consegni questa presso gl' incaricati del Bollettino Salesiano.
L' OLEOGRAFIA DI MARIA AUSILIATRICE, di cui altre volte parlammo, è una stupenda, fedelissima riproduzione del gran quadro di Maria Ausiliatrice, che venerasi nel Santuario a Lei dedicato in Torino, presso l' Oratorio primario di D. Bosco.
Quanti artisti la esaminarono ne ebbero a fare i più grandi encomii.
È lavoro riuscitissimo, imitazione perfetta della pittura, per modo che non pare oleografia, ma opera di elegante, finissimo pennello.
Le dimensioni poi sono le più ampie possibili in tali lavori, misurando un metro e sei centimetri di altezza per sessantacinque centimetri di larghezza.
Tale quadro magnifico può adornare qualsiasi altare, cappella, oratorio privato, nonchè ogni più ricca sala.
PREZZI E CONDIZIONI D'ACQUISTO.
1° Su buona e forte carta . . . . L. 10,00 2° Incollata su-tela . » 12,50 3° Incollata su tela e fornita di telaio » 16,50 4° Con cornice semplice, o di gran lusso, prezzi a convenirsi da L. 25 a L. 50.
Per gli acquisti segnati al numero 3 il porto resta a carico del committente, le spese d' imballaggio invece si faranno a carico della Libreria; per quelli poi segnati al numero 4, richiedendosi maggior cura, l'imballaggio stesso sarà a carico di chi l'ordina, e l'importo relativo, preventivato in lire quattro, si dovrà unire al prezzo della oleografia o relativa cornice che si desidera ; la merce si spedirà pure in porto assegnato.
N.U. Stante la modicità dei prezzi non si dà corso alle commissioni non accompagnate dal relativo importo; è fatta eccezione a quei Signori corrispondenti che già avessero conto corrente colla nostra Libreria di Torino.
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OGGETTI DI DIVOZIONI.
Immagini di Maria Ausiliatrice
da L. 0,30 a L. 1,80 la doz. per quadri da L. 0,30 a L. 0,60 la copia in fotografia da L. 0,10 a L. 1,50 la copia Statue bianche da L. 0,25 a L. 60,00 caduna
colorate da L. 36,00 a L. 130,00 caduna Medaglie varie da L. 0,25 a L. 1,80 la doz.
» di argento da L. 0,45 a L. 4,00 caduna
di oro a L. 15,00 caduna.
La medaglia invece del prete.
Sul finire dell'ultimo agosto, veniva da me un giovanetto che, frettoloso e colle lacrime agli occhi, mi chiamava perchè mi recassi a dare ancora un'ultima benedizione ad una sua sorella moribonda. L'inferma aveva già ricevuto gli estremi conforti religiosi, distava un'ora di cammino ed io era allora solo in parrocchia; quindi, non credendo opportuno per allora allontanarmi cotanto di casa, consegnai a quel buon giovanetto una medaglia della Madonna di Don Bosco e gli dissi che la portasse alla sorella inferma. - Sta tranquillo, gli soggiunsi, la Madonna vi consolerà. - E così fu. Pochi giorni dopo la giovanetta inferma era perfettamente guarita.
Noasca, 26 febbraio 1893.
Sac. GILLIO GIOVANNI, V. P.
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Gloria a Maria SS. Ausiliatrice.
Io e mio marito eravamo afflittissimi per la gravissima malattia del nostro unico bambino. I medici non ci davano più alcuna speranza. Avendo sentito a parlare di molte prodigiose guarigioni ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, ci rivolgemmo a questa buona Madre, la quale pure ha provato quanto sia doloroso al cuore dei genitori il vedere l'unico figlio ad agonizzare. Io scrissi ad un mio cugino salesiano, affinchè lo raccomandasse alle preghiere dei buoni Salesiani, ed a quelle dei 900 pii giovanetti, che colle loro sante Comunioni e fervide preghiere, fatte nel Santuario di questa Ausiliatrice potentissima, attirano dal Cielo innumerevoli grazie. Inoltre incominciammo una novena, facendo voto che, se la SS. Vergine ci avesse ottenuto la sospirata guarigione, saremmo venuti col bambino a ringraziarvela nel suo Santuario di Torino, facendole un'offerta secondo le nostre forze.
Oh bontà di Maria! La notte che seguì il voto il bambino fu libero dalla febbre. Il medico fu maravigliato del miglioramento, ma non lo giudicò duraturo, dicendo che il male presto si sarebbe aggravato più di prima. Quel che avrebbe dovuto accadere secondo la scienza medica fu allontanato da Maria SS. Ausiliatrice. Il bambino continuò progressivamente a migliorare. Ora è sano, robusto e vispo come una Pasqua ; e da più giorni non faceva che chiedere di voler venire al Santuario della Madonna che lo ha guarito. Noi compiamo ora la nostra promessa, pregando che si voglia pubblicare così segnalata grazia nel Bollettino Salesiano a gloria di Maria ed a conforto di coloro che si trovano nell'afflizione. Sia sempre benedetta Maria SS. Ausiliatrice !
Dagli Archivi del Santuario, 8 aprile 1893. CATTERINA DALMAZZO di Caramagna (Piemonte). (Seguono altre firme).
Senza medici.
Chiamato il medico -presso un mio parrocchiano infermo, lo trovò in così gramo stato, elio giudicò essere tosto necessaria un'operazione chirurgica; e perchè vide questa di esecuzione difficile e pericolosa, desiderava di essere coadiuvato da un altro dell'arte sua. Per allora si deliberò di temporeggiare per mancanza di un secondo medico e pel modo risoluto con cui l'infermo rifiutava quell'operazione. Partitosi il medico , anzitutto fu deciso di ricorrere per aiuto a Maria SS. Ausiliatrice in Torino, mediante un triduo di preghiere. Tra lo spedire la lettera ed il sentirsi meglio dell'infermo fu quasi un punto solo. In breve poi, senz'alcun altro intervento di medici od uso di medicine, l'infermo riebbe la primiera salute. Ora tale improvvisa guarigione si attribuisce esclusivamente alla benevolenza della SS. Verginee però si dal beneficato che da' parenti, in segno della più viva riconoscenza, si esclama O Maria! siate le mille volte benedetta!
11 marzo 1893.
Un parroco della Liguria orientale.
(Questo buon Parroco unisce alla lettera l'elemosina di L. 100 raccolte tra i fedeli della sua parrocchia per le Missioni salesiane).
Tutto il mondo confidi in Maria.
Gravemente inferma di male nervoso, feci voto a Maria Vergine Ausiliatrice che, se mi faceva la grazia di guarirmi, ne avrei fatto pubblicare la relazione. Fui esaudita. Siano rese grazie alla SS. Vergine Ausiliatrice per un così segnalato favore. Per me non ho che un cantico di riconoscenza, non ho che una misera penna, e vorrei che questa scrivesse per tutto il mondo le grazie di Maria Ausiliatrice. In fede al mio voto prego che sia pubblicata questa segnalata grazia come omaggio della mia riconoscenza. Evviva dunque Maria Ausiliatrice !
Nole, 24 gennaio 1893.
CHIADò ROSINA.
Una famiglia consolata.
Inginocchiata ai piedi della tua immagine, o dolce Maria, quanto piansi e pregai, e quanto piansero e pregarono la mia Giuseppina e Tullio e Iacopo !
Vedevano il loro amato babbo gravemente ammalato ; già avea ricevuto il S. Viatico, e temevano di perderlo. E tu, Madre pietosa, volgesti lo sguardo a noi, ed esaudisti le nostre preghiere, e ridonasti la sanità al caro mio consorte. In un co' miei figli ti ringrazio, o Maria, e desidero che tutti dicano meco con gratitudine : Ave Maria!
OLGA PAGANINI.
Genova, 22 marzo 1893.
« Salus infirmorum. »
Verso la metà del mele di giugno del 1892, fui colta da una forte febbre , che tosto si cangiò in tifo fierissimo.
Malgrado le assidue e diligenti cure prestatemi dal medico , il male andava aggravandosi; tutti di casa temevano un esito funesto.
Con fervorosa novena si rivolsero a Maria Vergine SS.; e nel male io stessa invocai fiduciosa la S. Vergine Ausiliatrice, promettendole, se mi avesse fatta guarire da tale infermità, che avrei fatto una novena nel suo Santuario in Valdocco qui a Torino.
Per la bontà di sì tenera Madre io in breve spazio di tempo guarii.
Compiendo ora il mio voto, offro di più, come povera figlia, una pìccola offerta per onore della Vergine in ringraziamento della grazia ricevuta.
Torino, 16 marzo 1893.
FANTUzzI ANNETTA.
Riconoscenti a Maria Ausiliatrice per grazie ricevute, mandarono relazione ed offerte al suo Santuario in Torino i seguenti
Cassolino Ermelinda„ Montemagno. - Gallina Anna, Sommariva del Bosco. - Gambino Orsola, Isolabella d'Asti. - Bausone Benedetta, S. Giorgio Canavese. - Pignatta Agostino, Bra. - Appendino Anna, Villastellone. - Quaranta Maria, Torino. - Bassi Teresa, Voghera. - Barberis Jfigenia, Torino. - Biaggio Luigi, Torino. - Fusero Maria, Caramagna. - Novello Ottavia, Carmagnola. - Renaldo Pietro, Renaldo Antonino e Beltrando Catterina Saluzzo. - Teresa Picco Beniscon, Grugliasco. - Gregorio Stefano, Priocca. Danusso Domenico. - Gatto Matteo. - Danusso Giuseppe. - Gregorio Giuseppe. - Danusso Antonio. - Toppino Nicolao. - Gregorio Isidoro. Gregorio Antonio. - Danusso Secondo. - Gatto Secondo. - Roagna Bartolomeo. - Roagna Francesca. - Gregorio Giovanni. - Gatto Vittoria. - Danusso Serafino. - Vezza Catterina. - Cordero Giacomo. - Scanavino Battista. - Danusso Celestina. - Gatto Giovanni - Cordero Giuseppe. - Danusso Michele. - Scanavino Carlo. - Danusso Maria. - Caloria Margherita. - Arnendo Maria. - Tramarolo Francesco. - Grosso Catterina, S. Martino Canavese. - Carletta Giuseppe. - Barale D. Maurizio. - Renato Antonio. - Paglieri Catterina. - Marsaglia Irene, Pinerolo. - Bernardi N. - Ughetto Teresa - Anselmetti Filomena, Torino. - Suor Avanzato Gabriella, Castelrosso. - Bertone Francesco, Chivasso. - Cavallero Antonio, Guarene. - G. T., Ciriè. - Cerruti Michele, Moncalvo. - Fornasero Luigia, Tortona. - Alessi Rosa, Tortona. - Zaris Antonietta, Torino. - Soldana Lucia, Racconigi. - Alemanno Giuseppe, Racconigi. - Sazio Domenica, Saluzzo. - Parisio , Bartolomeo, Saluzzo. - Parola Camilla, Villafranca. Piero. - Peirano Maria, di S. Pier d'Arena - Gilardi Amalia, Pentecurone. Galvagno Luigia, Bra. - Sorasio Maria, Caramagna. - Daria, Parnea. - Boeri Edoardo, Casale. - Spirito Battisti, Cardè - Vitrotti Lileia, 1Montaldo Torinese. - Mondino Michele, Piossaseo. - Formica Giulia, Torino. - Clochiotti Antonio, Ravaso (Udine). - Ponzo Agostino, Candiolo. - Nicolai Stefano - Sandrone Maria, Pollone. - Monaco Clara, - Stano D. Andrea, Nareno. - Cavallero Secondo, Carmagnola. - Casanova Anna, S. Pier d'Arena. - Armando Margherita, Torino. - Gariglio Maria Piubes Torinese. - Trione Francesco, Verolengo. - Fantino Pricidia, Castelrosso. - Ferrero Francesco, Princa. - Pastore Elisabetta, Torino, - Morra Giorgio, Cuneo. - D. Pasquale, Arciprete, Rosè. - Coniugi Rua, Torino. - Silvestro Maria, Osasio.
LA domenica 12 marzo, quel giorno stesso che in Roma veniva consacrato il secondo Vescovo Salesiano, il S. Padre si degnava ammettere all' udienza il nostro superiore D. Michele Rua, Mons. Cagliero, Monsignor Lasagna, con varii altri Salesiani, tra tutti in numero di dodici. Era suonato dappoco il mezzodì quando vennero introdotti nella sala del Trono..
L' accoglienza fu delle più cordiali e consolanti. Il S. Padre parlò con Mons. Cagliero delle sue Missioni, e fu consolatissimo nell'udire il progresso della religione cattolica in quelle lontane regioni. Rivoltosi a Monsig. Lasagna soggiunse che si attendeva da lui non meno bene nell'Uruguay, nel Paraguay e nelle Missioni del Brasile. « Voi siete giovane, soggiunse, e pieno di attività : è per questo che vi abbiamo eletto a Vescovo : colà vi è bisogno di grande attività, e spero che oltre il bene individuale, la vostra attività servirà anche di esempio ad altri per lavorare efficacemente in quella parte della vigna del Signore. » E con D. Rua si congratulò del progresso che va facendo l'umile nostra Pia Società. Volle notizie dei Cooperatori Salesiani e dei giovanetti alle nostre cure affidati si mostrò molto consolato delle notizie che ne ebbe e disse che mandava a tutti la sua Apostolica Benedizione.
Intanto gli si presentò il disegno dell'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù, che si inaugurò di quei giorni come a memoria del Giubileo Episcopale di Sua Santità. Lo vide con molto piacere. « Bene, bene, soggiunse, me ne aveva già parlata il Cardinal Vicario così potrà contenere 500 giovanetti abbandonati e sarà più grande il bene che si potrà fare. »
Ebbe poi parole d'incoraggiamento per Avendo udito che a Firenze si sta per costruire una nuova chiesa pubblica in un rione molto abbandonato, ne benedisse il progetto. Ed avendogli detto D. Rua che anche a Courcelles, presso Parigi, di quest' anno si aprirebbe una nuova Casa per commemorare in Francia il Giubileo di Sua Santità, diede una speciale benedizione a quella nuova Casa.
Benedisse infine tutti i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, i giovani delle varie Case salesiane sparse per tutto il mondo, le loro famiglie e le persone raccomandate alle loro preghiere, e lasciò in tutti i Salesiani presenti una piena di affetti e di consolazione inesprimibile, sicchè tutti partirono entusiasmati e con impressa sempre più nel cuore la riconoscenza verso il Santo Padre Leone XIII !
Dopo la sua consacrazione a Vescovo, Monsignor Lasagna, per appagare il vivo desiderio e le ripetuta istanze dei suoi concittadini, decise di tenere il primo pontificale in Montemagno, suo paese nativo. Pertanto, lasciata Roma, si portò tosto nel Monferrato, dove fu accolto dovunque con dimostrazioni di stima e d'affetto dai molti amici e conoscenti sì del clero che del laicato, e specialmente dal Capitolo della Cattedrale di Casale e da quell'Ecc.m° Vescovo Mons. P. M. Barone. Tenuto in questa città, il giorno 19 marzo, un caro discorsetto su S. Giuseppe nella Parrocchia di S. Ilario, ed il 21 una conferenza sulle missioni salesiane nella Chiesa Vescovile di S. Filippo, passò a far visita al Collegio di Borgo S. Martino e alla Casa delle Suore di Maria Ausiliatrice a Nizza, ed il 24 si recava a Montemagno, dove era ansiosamente aspettato.
Come fu ricevuto e quanto fecero per lui i buoni Montemagnesi lo dirà la seguente relazione dell'egregia Gazzetta di Casale.
Al paese nativo.
È impossibile descrivere le feste, l'entusiasmo con cui gli abitanti di Montemagno vollero accogliere Mons. Lasagna loro concittadino...
I suoi coetanei, che ben ricordavano la prontezza di spirito che ebbe il chierico Lasagna l'anno 1870, quando andò alla visita militare, che essendo giorno di venerdì, per toglierli dal pericolo di offendere il Signore mangiando di grasso, loro fece il gentile invito di recarsi con lui ad un pranzo apposta ordinato, ora saputolo consecrato Vescovo vollero attestargli la loro stima col portarsi con ben 7 vetture ad incontrarlo sino alla stazione di Altavilla, ove egli giungeva alle ore tre pomeridiane, accompagnato da due Canonici della Cattedrale di Casale. Gli presentarono nn ricco messale e lo complimentarono con un affettuoso discorso. Mezz' ora dopo la lunga fila di vetture giungeva a' piedi della salita, ove convenne scoprire le vetture, perchè il popolo s'accalcava desioso di vedere il nuovo Vescovo.
All'ingresso del paese si trovavano il Sindaco col Municipio, il Parroco col clero e gran folla di gente che con applausi e battimani lo salutava gridando evviva.
Ottenutosi un relativo silenzio, il cav. Rinetti, ff. di Sindaco, gli dirigeva a nome di tutto il paese un affettuoso saluto e i rallegramenti dei suoi compaesani per l'alta dignità, a cui l'avevano portato i suoi meriti , ed egli stringendosi al cuore quel degno rappresentante del paese, suo tutore e secondo padre, diceva che intendeva in lui di abbracciare tutti quanti i suoi Montemagnesi.
Vennero letti da un'alunna delle scuole e da una maestra altri componimenti; indi, preceduto dalla musica e da una folla che a stento era trattenuta dalle benemerite guardie municipali, sotto il getto dei fiori, procedette per le vie tutte pavesate a festa. Ad un dato punto della contrada si vide ricoperta di tela e adorna e inghirlandata una casa in modo speciale. Era la casa ove era nato Mons. Lasagna nel 1850.
Nuovi e più vivi applausi. A stento poterono farsi avanti la donna più vecchia che abita presentemente in quella casa, ed il bambino più giovine, per presentargli due bei mazzi di fiori. Commosso, rispose che avanti a quella casa, che gli ricordava i suoi teneri anni e le care persone che gli avean data la vita ed ora non sono più, egli avrebbe la prima volta benedetto il suo paese; e così fece.
Alla porta della chiesa parrocchiale il R.mo prevosto, D. Tommaso Camera, premesso che scienza e religione risplendono in Monsignor Lasagna, gli presentava a nome di tutto il paese preziosi doni, tra i quali primeggiava una mitra preziosa che gli venne dal medesimo signor Prevosto posta in capo. Vestito pontificalmente, entrava in chiesa e, commosso per tante dimostrazioni, ringraziava ancora una volta i suoi cari compatrioti, che egli sempre aveva portati in cuore, anche nelle lontane e inospiti contrade dell'Uruguay e del Brasile, e poi quali egli ogni giorno aveva pregato : poi, cantatosi solennemente il Te Deum, impartiva la benedizione col Venerabile.
Il giorno successivo , festa dell'Annunciazione di Maria SS., tenne solenne pontificale, e alla sera dopo il discorso dell'Annunciazione impartì la benedizione papale che personalmente aveva chiesta ed ottenuta dal S. Padre prima di partirsi da Roma.
Al levarsi dalla mensa applauditi avevano presa la parola il cav. Rinetti, il cav. Roberti, il R.mo D. Giuseppe Lazzero, uno dei membri del Capitolo della Congregazione Salesiana, il can. Romagnolo, il teol. Gatti, il R.mo Prevosto ed altri.
Rispose Monsignore colle parole di Mirabeau, gradire quelle onorificenze, quelle lodi e quegli applausi, non per sè, ma per la bandiera che difende, quella della religione e della civiltà, e quegli onori volerli appendere al seno della sua madre patria, Montemagno. Parole speciali ebbe pure pel R.mo Prevosto, promotore di questa dimostrazione, e pel cavalier Rinetti che chiamò la persona più cara che presentemente egli abbia al mondo.
Alla sera illuminazione generale e fuochi d'artifizio. Non una finestra delle vie per cui doveva passare era senza lumi, e la piazza maggiore si presentava con un magnifico effetto , tanto più quando, dopo incendiate le macchine pirotecniche, venne illuminata a bengala.
Furono tanti gli evviva e le acclamazioni, che Monsignore dovette parlare una volta ancora sulla pubblica piazza e ringraziare i cari suoi Montemagnesi che lo accompagnarono, anzi lo portarono addirittura sino alla sua abitazione.
Il giorno appresso, Domenica delle Palme, benedì le palme ed i rami d'olivo ed assistette alla Messa cantata del Rmo Prevosto. Alla sera una bella improvvisata gli veniva riserbata dai suoi compaesani. Invitato a portarsi alla casa, devo egli aveva avuto i natali , ne trovò tutto il cortile trasformato in un ampio padiglione ed inghirlandato da una ghirlanda che mai si vide la più bella.
Erano tutti i Montemagnesi che, riempito il cortile e le vie adiacenti, si assiepavano intorno a lui, facendo echeggiare l'aria di ripetuti e frequenti evviva a Mons. Lasagna. Anche quivi il novello Vescovo tenne uno stupendo discorso, ricordando i suoi genitori e le vicende della sua infanzia, e promettendo che anche di mezzo alle sterminato regioni dell'Uruguay e del Brasile avrebbe ricordata con piacere quella sera, e mai non avrebbe dimenticato l'amore che gli dimostravano i suoi concittadini.
Il giorno appresso il suo secondo padre e tutore, il cav. Rinetti volle avere seduti a mensa intorno al suo figlio di adozione i maggiorenti ed il clero del paese, a cui si erano aggiunti varii parroci dei dintorni. Parlarono di nuovo applauditi il cav. Rinetti, il cav. Roberti, il Pretore di Montemagno, il Rev. D. Caroglio, prevosto di Altavilla. A tutti rispose con nobili parole il nuovo Vescovo.
A queste feste dei Montemagnesi assistettero pure, oltre il R.mo D. Lazzero rappresentante il R.mo D. Rua, i rappresentanti delle Ispettorie Salesiane del Piemonte, ove Mons. Lasagna ha fatti i suoi studi, della Liguria, dove spese le sue prime fatiche nell'insegnamento, e di Roma, dove ricevette l'Ordinazione episcopale.
L'indomani mattina, fra le lagrime e gli evviva dei Montemagnesi, Monsignor Lasagna partiva perTorino.
Con delicato pensiero il buon Prevosto nel giorno di sabbato volle partecipare a Sua Santità e a S. E. Monsignor Vescovo Diocesano la letizia de' suoi parrocchiani, ed ebbe la consolazione di ricevere le risposte che qui trascriviamo : -Santo Padre, gradito telegramma, comparte di cuore a tutti implorata apostolica benedizione.
RAMPOLLA Card.
- Prendo parte vivissima giusta gioia clero popolazione festeggianti Vescovo concittadino. Associomi benedizione sua
+ PAOLO MARIA, Vescovo.
L'arrivo in Torino.
Il 28 marzo, martedì santo, alle ore 11 ant. Mons. Lasagna giungeva a Torino. Con delicato e veramente squisito pensiero, alla stazione stava ad attenderlo il veneratissimo nostro Arcivescovo, Mons. Davide de' Conti Riccardi, il quale volle inoltre condurlo egli stesso nella propria vettura fino all'Oratorio.
Qui arrivava alle 11,25, al suono della marcia Salesiana. Il vasto fabbricato era tutto pavesato con bandiere di tutti gli Stati dove sono case Salesiane. Un immenso applauso di più di mille persone, fra giovanetti e Salesiani, accolse il novello Presule, il quale procedette a lato di Mons. Arcivescovo, benedicendo la folla inginocchiata, sino al fondo del secondo cortile, dov' erano ad aspettarlo D. Rua e gli altri Superiori della nostra Pia Società. Fu quello un momento de' più commoventi.
Sotto il porticato più vasto era stato preparato una specie di baldacchino, sotto cui presero posto le LL. EE. Un giovanetto a nome di tutti diede il benvenuto a Mons. Lasagna, il quale commosso rispose qualche parola, facendo notare la benignità, anzi l'umiltà (come disse egli stesso) dell'amatissimo Arcivescovo di Torino, che aveva voluto dare una così grande prova di benevolenza verso i Salesiani. Terminò dicendo : « Per ora non mi sento di dire di più, ma stasera e nei giorni seguenti parleremo da cuore a cuore », parole che sintetizzano il modo patriarcale di educazione insegnatoci da D. Bosco.
All'Oratorio.
Monsignor Lasagna era venuto all'Oratorio, ma noi ben poco abbiam potuto godere della sua cara presenza. La domenica seguente, giorno di Pasqua, egli doveva partire cogli altri trenta Missionarii; e quindi da tutte parti si voleva vederlo, si voleva riverirlo, si voleva salutarlo, ed egli, povero Monsignore! per appagare tutti si sarebbe voluto fare in mille, ma non gli era possibile. Perciò dovette correre ora di qua , ora di là, senza stare un momento fermo in un posto. Noi difatti all' Oratorio l'abbiamo veduto solamente di passaggio, come ben si può capire dalla seguente intervista ch'ebbe con lui il cronista del celebre nuovo giornale cattolico Torinese L' Italia Reale
Un'intervista col secondo Vescovo Salesiano.
Mentre all'Italia Reale non si parla che d'interviste a Parigi, a Roma, a Londra, in... Siberia per la politica ; a me, umile cronista, ruzzava pel capo da qualche giorno l'idea di un'altra intervista con uno, il quale, per fortuna sua e mia, la politica non sa dove stia di casa. In una parola, si trattava di poter parlare cinque minuti col nuovo Vescovo salesiano Mons. Lasagna. L'avevo visto di straforo alla stazione mercoledì santo, che tornava da San Benigno Canavese, e la sera stessa ero corso all' Oratorio di Don Bosco. Ma il Vescovo era già partito per Fossano, dove doveva consacrare gli Olii Santi, invitatovi dal suo condiocesano monsignor Manacorda. Tornatoci la sera dopo, Monsignor Lasagna era tornato... ma partiva sul momento per Foglizzo, dove i chierici salesiani lo aspettavano ansiosi. Finalmente sabbato verso mezzogiorno mi pianto sulla porta dell'Oratorio, deciso di non andarmene se non lo avessi visto.
- Mons. Lasagna?
- Non c'è.
- Non è tornato?
- Sì, ma da stamane è fuori per le ultime disposizioni per la partenza. Verrà fra pochi minuti ; ma (e qui un risolino del portinaio) va a pranzo.
- Eppoi ?
- Eppoi assiste alla grande accademia in suo onore.
- Eppoi?
- Eppoi dà la benedizione, eppoi va a cena, eppoi fa i bauli, eppoi domattina confessa gli studenti, eppoi alle 10 pontifica, eppoi a mezzogiorno presiede al pranzo d'addio dei missionari, eppoi alle 4 predica, eppoi alle 5 parte pel Brasile.
Misericordia ! Altro che il moto perpetuo ! Eppure io volevo vedere Mons. Lasagna, non fosse che un minuto. Quindi entrai nell'Oratorio, disposto ad attendere magari fino a sera, e a farmi piangere come morto dai colleghi dell'Italia.
I cortili dell'Oratorio presentavano il bizzarro aspetto d'un accampamento. Tele , festoni , pennoni, decorazioni, qui attaccati, là gettati per terra, palchi in costruzione, scale, corde, quadri; una fiera di carnevale ; e in mezzo a tutto questo un 500 ragazzi studenti, ed un trecento e più artigiani, altrettanti palloni per aria, e altrettante bocche aperte da fare spavento al fornaio più in gambe della Penisola. Si sentiva di tanto in tanto in lontananza la musica che provava per l'accademia il gran finale della Forza del Destino.
Ad un tratto un grido altissimo, gli applausi e l'arrivo di un bucefalo guidato da un cocchiere improvvisato con tanto di decalitro in testa, m'annunziarono l'arrivo di Monsignor Lasagna. Il quale, appena sceso di vettura, fu, senza tanti complimenti, attorniato da un centinaio di biricchini che se lo contendevano tirandolo per la veste, attaccandosi alla fascia, alle maniche, camminandogli sui piedi, come la cosa più naturale di questo mondo ; e Monsignore pareva della stessa opinione.
Dopo un poco, credei bene di fare anch'io come gli altri, e, girando la posizione, mi son portato davanti a Monsignor Lasagna, il quale un poco maravigliato di vedersi tra' piedi qualcuno che non fosse un biricchino di Don Bosco, mi salutò domandandomi in che poteva servirmi. - Oh ! si figuri, Eccellenza, ecco, veda, io sono dell'Italia Reale...
Appena pronunciate queste due magiche parole, Monsignore si rasserenò tutto in viso. - Oh, benvenuto, benvenuto, mi disse. - Mi strinse la mano come potè, e domandando permesso ai suoi accoliti che mi guardavano in cagnesco, mi condusse in camera sua, dove ci sedemmo, fra casse, cassoni, valigie, bauli, pacchi pronti per l'America.
- Dunque, Monsignore, ella è di partenza?
- Sì, cominciò Monsignore, parto con 35 missionari, fra cui molte Suore : ci sparpaglieremo un po' dappertutto, nell'Argentina, in Patagonia, nella Terra del Fuoco, nell'Uruguay e nel Brasile. Come vede, sette per Stato ; siamo pochi, pochini, ma come si fa? Le spese sono immense ; ho girato tutta stamattina per trovare gli ultimi soldi : ci vogliono più di 2000 lire per persona; basta, a giugno speriamo di compir l'opera con un'altra spedizione.
- E lei va al Brasile ?
- No, vado prima a Montevideo per la visita alle Case Salesiane di quello Stato; quindi entrerò nel Brasile.
- E la sua residenza?
- Dappertutto e in nessun luogo, disse ridendo Monsignore. Il Santo Padre m'ha fatto veramente commesso-viaggiatore. Prima di tutto ai Salesiani è affidata la tutela degli emigranti italiani negli Stati confederati del Brasile : poi l'evangelizzazione e la civilizzazione dei selvaggi, per la qual opera ho mandato di chiedere anche l'appoggio militare dei Governi. Inoltre è necessario formare le popolazioni dei diversi Stati allo spirito militante della Chiesa. È in seguito a questi incarichi affidati dal Santo Padre ai Salesiani, che Sua Santità ha creduto di nominarmi indegnamente Vescovo, affinchè io avessi maggior facilità di trattare coi Governi.
- E il Governo presente non è ostile alla Chiesa ?
- O questo poi no. Non ci aiuta, ma non ci dà molestia, anzi ci lascia una certa libertà di agire, e ci domanda aiuto contro i protestanti inglesi.
- Oh!.
- Appunto ; sulla sponda dritta del fiume Paraguay si sono stabiliti protestanti inglesi, che vi hanno importanti fattorie e fanno propaganda d'eresia e di altro. Il Governo non ha nessuna voglia di svegliarsi un bel giorno con qualche provincia inglese; e a combattere la loro influenza, d'accordo col Santo Padre, si è stabilito un impianto salesiano da quelle parti.
- Sicchè il lavoro non manca.
- Eh no, non manca, e non mancherebbero neppure gli operai; sono i mezzi che mancano; se non si avesse a lottare giornalmente colla mancanza di mezzi, si potrebbe fare molto, ma molto di più. Veda, mi diceva piuttosto accalorato il Vescovo, ne lascio sei a casa che da un anno non fanno che supplicare per venire in America. E Dio sa se lo farei di tutto cuore; ma come si fa? I mezzi non lo permettono. Speriamo nella Madonna ; Ella sa che noi lavoriamo per lei.
E, così dicendo, si alzò e mi accompagnò fino alla porta, mentre io avrei voluto sortire dai panni d'un giornalista, per entrare in quelli di un missionario e dare a Mons. Lasagna tanti compagni, quanti il cuore magnanimo dei figli di D. Bosco gli offre con mirabile gara. P.
Una piccola Accademia.
Il sabato santo per altro, alle 3 pomeridiane, i giovani dell'Oratorio poterono dare al nuovo Vescovo Salesiano una dimostrazione solenne della loro stima ed affezione. Radunati nel cortile sotto un ampio tendone, innanzi a Lui che sedeva sopra un seggio elevato e avente ai fianchi D. Michele Rua ed altri Superiori, eseguito un inno, e varie suonate colla banda, lessero alcune composizioni in versi che ricordavano alcuni dei più begli episodii della sua infanzia e l' amore che a lui aveva portato D. Bosco.
Monsignore, rispondendo parlò dell' Oratorio, nel quale aveva passata la sua giovinezza, dei suoi studii, e della riconoscenza che professava a' Superiori e a D. Rua. Concludeva esortando i giovani a ringraziare la Provvidenza e l'Immortale Pontefice Leone XIII per aver concesso tanto onore alla Pia Società Salesiana di avere un secondo Vescovo, ed invitava tutti ad essere sempre buoni e studiosi per raggiungere lo stato, al quale sono chiamati, e portare col tempo la luce della religione e della civiltà in lontane regioni, ed anche tra i popoli selvaggi, se tali fossero i disegni di Dio nel loro avvenire.
Si scioglieva la cara adunanza con un evviva al Sommo Pontefice, il cui nome in questi giorni fa ripetuto e applaudito le mille volte dai giovanetti e dai figli di D. Bosco.
LA PARTENZA DI MONS. LASAGNA con altri missionari salesiani.
La sera di Pasqua, 2 aprile, nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino si ripetè più solenne che mai una sempre cara e commovente funzione, vogliam dire la partenza d'altri Missionari di D. Bosco.
Mons. Lasagna, nuovo Vescovo Salesiano e Titolare di Tripoli, la mattina aveva pontificato in mezzo ad una gran folla di popolo. Alle 12 , S. E. R.a Mons. Riccardi, accolto al suono della marcia salesiana, entrava nell'Oratorio ad onorare di sua presenza il banchetto d' addio dei missionarì; a' quali, giunti alle frutta, rivolse consolantissime parole di incoraggiamento e di augurio, a cui risposero riconoscenti Don Rua e mons. Lasagna.
Nel pomeriggio, dopo i Vespri, il Vescovo missionario salì il pulpito alle 3,55, e per un' ora tenne sospeso dal suo labbro l'uditorio che gremiva l'ampio santuario, raccontando le peripezie dei missionari , i frutti ottenuti dai figli di Don Bosco nell'Uruguay e nel Brasile, fermandosi specialmente al bene grande che le squadre volanti dei missionari arrecano agli emigrati italiani che vivono in mezzo del Brasile, lavorando alle costruzioni di strade e ferrovie , senza alle volte vedere la faccia d'un prete per anni ed anni.
Calcolò gl' Italiani presenti nel Brasile a due milioni e cinquecento mila; la più gran parte dei quali versano in condizioni tristi d' anima e di corpo. Ad essi specialmente, ad arrecare loro conforto e cure , è diretta l'odierna spedizione salesiana pel Brasile.
Monsignore. terminò raccomandando sè ed i suoi compagni di viaggio alle preghiere dei Cooperatori salesiani, fra la commozione sua e di tutto l'uditorio.
Dopo il canto del Benedictus, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Arcivescovo recitò le preghiere dei pellegrini, e quindi con vibrato accento diede l'addio ai 35 missionari, fra cui, commovente spettacolo ! v' era una quindicina di Suore di Maria Ausiliatrice. Si disse orgoglioso di possedere nella sua Archidiocesi un focolare così intenso di vocazioni e di missionari, che vanno continuamente a portare in tutte le parti del mondo il nome di Torino, nome che or va congiunto al bene fatto a migliaia di anime ; chiamò fortunati i Torinesi, a cui è dato di possedere una gloria così pura, come quella dell'Opera delle Missioni estere salesiane; ed infine indirizzò ispirate e commoventi parole ai partenti, che « vanno, disse, a portar la Pasqua ai popoli che vivono ancora nelle tenebre, ignoranti del Vangelo di Dio, » ed augurando loro una copiosa messe, se li strinse uno ad uno al petto dando loro l'abbraccio d'addio.
I missionari, profondamente commossi, sfilarono allora per la chiesa, attorniati da migliaia di persone, che volevano un saluto, una preghiera, un ricordo. L'orchestra proruppe in un altissimo addio ! le campane suonavano a festa, e i missionari, con alla testa il nuovo Vescovo, preso posto in vettura, s'avviarono in fretta alla stazione, mentre un uragano d'applausi s'alzò da quella folla di circa tremila persone.
Alla porta del Santuario stavano i soci della Gioventù Cattolica, cercando questua per i nostri Missionari.
Noi ringraziamo questi buoni Signori del gentil pensiero avuto ; ringraziamo quanti hanno concorso coll'obolo della loro carità a compiere quest'altra spedizione di Missionarii; ed infine intendiamo pure di porgere i nostri più sentiti ringraziamenti all'amatissimo nostro Arcivescovo per le tante attenzioni usate inverso di Mons. Lasagna e dei nostri Missionari, attenzioni che ben dimostrano quanta affezione egli porta al nostro Istituto. Voglia Iddio rimeritare tutti questi nostri ottimi Cooperatori ed amici di quanto fanno a favor nostro ed a vantaggio delle nostre Missioni.
Un nuovo Oratorio festivo Salesiano.
Togliamo dal Letimbro, ottimo e valoroso periodico Savonese, il seguente articolo riguardante l' inaugurazione di un Oratorio festivo Salesiano nella città di Savona:
Lettori, seguiteci all' acconcio e simpatico locale dell'Oratorio.
Siamo all'alba di domenica, 9 Aprile.
Li vedete voi que' drappelli di fanciulli, di giovinetti che s'avviano composti e vestiti della spoglia più festiva?
Sono gli alunni dell'Oratorio, i quali, dopo un triduo di preparazione si apprestano a fare la loro Pasqua.
Man mano che si inoltrano verso l'Oratorio, crescono di numero... a poco a poco sono parecchie centinaia, e si trovano tutti in bell' ordine nel cortile.
Entrate con noi, o lettori. Vedete? A destra è una linda casetta. A terreno un' ampia sala , al secondo piano il quartierino pel M. R. Direttore. Sulla facciata della casetta un affresco rappresentante S. Giuseppe con sotto la scritta : Posuerunt me custodem. All'uno ed all'altro lato quattro eleganti epigrafi d'occasione.
Diamo un'occhiata alla Palestra. È provvista di quanto occorre per le ginnastiche esercitazioni : è detto tutto ; e, cosa acconcissima, un doppio filare d'aranci ombreggia gran parte dell'area ove non sono attrezzi. A manca è una vasta tettoia lunga quanto è lunga la palestra, e sotto la quale gli alunni possono raccogliersi in tempo di pioggia, o quando il sole dardeggia più cocente. Vedete come tutto è messo a festa ! Le bandiere sventolano e portano fino ai lontani la gioia vivissima di questi dì. I lampioncini alla veneziana per la luminaria ondeggiano alla brezza mattinale.
Di fronte alla tettoia e sul centro del muro che le fa prospetto, campeggiano tre stemmi ; quello del Sommo Pontefice, di Monsignor Vescovo e della Pia Società Salesiana.
E la chiesuola è là in fondo al cortile, e nel suo muto linguaggio ci fa dolce invito ad entrare. Fra breve ne sarà il momento. La numerosissima schiera degli alunni disposti per ragione di età , prima i piccoli e via via i più grandicelli, entra nella chiesuola e prende posto nelle panche, per prepararsi al sacro rito che ben presto avrà principio.
Questa chiesuola nella sua semplicità, colla sua volta, coi suoi arredi, colla balaustra dell'altare, colla tribuna in fondo, tutto di legno bianco, ispira un senso di raccoglimento, di pace, da sentirsene confortati. E il visitatore, il devoto si affisa all'altare ricco di ceri e di arredi , al bellissimo quadro rappresentante N. S. della Misericordia; la sublime scena dell'Apparizione.
E i sacri riti cominciano. S. E. Rev. Mons. Vescovo celebra la Santa Messa, ascoltata dalle centinaia e centinaia di giovinetti raccolti e devoti. E centinaia e centinaia sono i fortunati che si accostano alla Sacra Mensa e ricevono l'Ostia di pace e di amore dalla mano stessa del Pontefice Savonese.
Quale dolce commozione in quanti assistono al religioso spettacolo! Oh come è commosso il Pastore a quella dimostrazione di fede, che è dolce pegno per la generazione la quale tramonta, chè l'avvenire di quella che sorge vorrà essere meno infelice del non remoto passato
Finito il Santo Sacrificio, Monsignor Boraggini con parole manifestanti tutta la tenerezza del suo cuore paterno, espresse la commozione da lui provata, ed esortò i giovinetti a perseverare nell'intrapreso cammino.
Alle 10 vi fu la Messa solenne celebrata dal M. R. Canonico Fazio, Direttore del Convitto Vescovile.
La musica veniva egregiamente eseguita dagli alunni Salesiani del Collegio di Varazze. Vi assistevano pure egregi personaggi e benefattori.
Impartita la Benedizione col Venerabile, e dati dal Salesiano Don Descalzi, Direttore dell'Oratorio, gli opportuni avvertimenti pel pomeriggio agli alunni, questi uscirono alla palestra, ove si sollazzarono alquanto; quindi si recarono alle loro case pieni di quella dolce allegrezza di che i giusti son giocondi.
Nel pomeriggio ecco i giovinetti alunni affollarsi nuovamente alla Palestra.
Che! si fa celia? C' è l'albero della cuccagna, al quale si ha a dare la scalata; ci sono gare di forze; le corse nei sacchi...
I giovinetti che compongono il Comitato dell'Oratorio, si fanno in quattro, perché tutto vada a modo. Colla loro coccarda tricolore all' occhiello si distinguono tra la schiamazzante fanciullesca moltitudine e si distinguono anche più per il loro intelligente affaccendarsi.
Il solerte Direttore, vero erede dello spirito Salesiano, sempre pronto alla benevolenza sapiente ed alla sapiente severità, si frammischia agli alunni e prende parte ai loro sollazzi.
Ben presto, dopo infruttuosi conati di molti, l'albero della cuccagna è privato delle spoglie opime, di cui andava onusto.
Si succedevano le varie gare, ed esilarantissima fra tutte, la corsa nei sacchi.
Il tempo corre veloce. È l'ora prefissa alla funzione religiosa vespertina. Sua Ecc. Rev.ma ha promesso di onorarla di sua presenza. Ecco infatti il Venerando Pastore, salutato da un evviva unanime della folla stragrande composta di adolescenti e di adulti che si accalca nella Palestra.
S. E. Rev.ma pontifica nelle sacre funzioni della sera, alle quali tenne affettuosissimo discorso il carissimo Don Ratti, Parroco di San Giovanni Battista in città.
Finite le funzioni religiose, grande illuminazione ed accademia.
Il Rev.m° Don Cerruti, Superiore Salesiano, prese la parola e fece la storia della nuova istituzione, benedetta dal Sommo Pontefice e caldeggiata dall' Angelo della Diocesi, che la sorregge anche per mezzo de' chierici del Seminario che con tanta carità si offrono a lavorar nell'Oratorio: istituzione, che, aiutata da persone animate da spirito cristiano, sorge ora in Savona, dove, pur troppo, grave danno cagionava alla fede un'ostinata propaganda di errori. A nome dell'Istituto Salesiano, egli ringraziava Monsignor Vescovo ed i Cattolici Savonesi per gli aiuti morali e materiali, di cui erano stati e di cui saranno larghi a chi cerca di conservare alle generazioni crescenti quel tesoro fecondo di buoni frutti, che consiste nelle credenze religiose.
L' affettuosa e grave parola del Cerruti commosse oltremodo gli astanti. S. E. R.ma rispose con pari affetto ; e disse che, in cambio di riceverne, egli doveva fare ringraziamenti grandi all'istituto Salesiano e segnatamente ad degnissimo Superiore Generale, D. Rua, per aver attuato a Savona una delle Opere più utili alla società. Disse che gli effetti di detta Opera già si cominciano a sentire; e che sono arra dei maggiori che si ha ragione di aspettarsene.
Gli alunni Salesiani cantarono poscia un coro, col quale si rivolgeva un affettuoso e riverente saluto al Pastore Savonese. Veniva quindi eseguita altra musica. L' entusiasmo era indescrivibile.
La festa non poteva avere esito migliore ; e noi credemmo dovere nostro non solo di vivamente congratularcene col M. R. Direttore dell'Oratorio Festivo, ma benanco di esprimere i nostri rallegramenti per mezzo della stampa.
Se da un sereno mattino si conosce qual potrà essere il meriggio, noi dagli inizi dell' opera di cui ci siamo intrattenuti pronostichiamo che essa dovrà in Savona fruttificare come l'evangelico granello di senapa.
Il giorno 27 aprile scorso, nella chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino celebravasi un solenne funerale per il sacerdote salesiano D. Augusto Czartoryski, principe polacco, deceduto ad Alassio il giorno 8 dello stesso mese.
Celebrava il R.mo D. Michele Rua, circondato da numeroso clero. Assisteva al mesto rito una larga rappresentanza dell'aristocrazia torinese, i giovani studenti dell'Oratorio, un bel numero di Polacchi e la zia del defunto principessa Marcellina Czartoryska. Ai solenni funerali che si fecero ad Alassio il 12 Aprile assisteva pure il fratello del povero D. Augusto.
Ammiratore di D. Bosco e suo amicissimo da lunga pezza, il Principe D. Augusto, dopo mille preghiere ed insistenze, l'anno 1887 veniva ammesso a far parte dell'umile nostra Società ed il 24 novembre di quell'anno riceveva l'abito chiericale per le mani di Don Bosco stesso nella chiesa di Maria Ausilia. trice.
Dopo aver percorsi comodamente i suoi studii teologici, finalmente il 3 aprile del 1892 veniva elevato alla dignità sacerdotale, a cui sin da fanciullo sentivasi da Dio chiamato. Con quanta gioia dell'animo suo ha celebrato il suo primo Sacrifizio ben lo sanno quanti lo circondavano in quel fausto dì, in cui si propose di non lasciar passar giorno della vita, senza procurare tanta consolazione a se stesso e tanta gloria a Dio col celebrare la S. Messa. E difatti, benchè assai cagionevole di salute, pure mai lasciò di celebrare, ad eccezione di qualche volta trovandosi per viaggio e gli ultimi due giorni di sua vita.
Il principe D. Augusto fu un angelo da Dio mandato in mezzo a noi per edificarci colla sua virtù sorprendente. Egli abituato agli agi ed agli splendori della vita principesca, per arrivare alla perfezione evangelica, noi lo vedemmo con generoso slancio privarsi di tutto e adattarsi con piacere ai disagi, alle strettezze della vita religiosa ; egli solito ad aver valletti sempre pronti ai suoi, cenni, noi lo ammirammo allegramente sottomesso a chiunque gli si desse per superiore e scrupolosamente obbediente fino nelle più minute cose, e nella sua lunga malattia lo contemplammo sempre uguale a se stesso, sempre rassegnatissimo ai divini voleri. E siccome dapprima gli studii e poscia l'infermità non gli permettevano di darsi alla vita tutta attività dei figli di D. Bosco, egli si teneva sempre in unione con Dio, sempre pregando per i fratelli del campo, affinchè supplissero essi coll'intensità a quello che egli avrebbe voluto, ma non poteva fare.
Il principe D. Augusto, in età di soli trentacinque anni, spirava la sera del sabbato 8 aprile ed andava a raggiungere quella corona di gloria che Iddio certo gli avrà preparata in Paradiso.
Oh! voglia di là l'eletto suo spirito implorare dal buon Dio copiose benedizioni sulla Pia Società Salesiana che ne piange la perdita e sulla sua cara patria, la Polonia.
Quando la Principessa Marcellina Czartoryska uscì dalla chiesa di Maria Ausiliatrice, una ben grata sorpresa l'attendeva. Nel parlatorio dell' Istituto erano riuniti i 120 giovani Polacchi, i quali da quei lontani paesi vennero ad arruolarsi sotto la bandiera di D. Bosco. Essi sentivano un imperioso bisogno di dire alla Principessa quanto fossero felici di trovarsi sotto il manto di Maria Ausiliatrice, sotto la direzione dei Salesiani, e di ringraziare la famiglia Czartoryski, a cui vanno debitori, dopo Dio, della grazia della loro vocazione. In fatti dissero nella loro lingua alla Principessa che, avendo udito raccontare in Polonia che il Principe D. Augusto aveva abbandonato gli agi della sua famiglia per farsi Salesiano, s'accese nel loro cuore il desiderio di imitarne l'esempio, sormontando innumerevoli difficoltà che attraversavano i loro disegni. Aggiunsero che si stimavano fortunati d'incontrar in Italia una persona della famiglia Czartoryski e di poterle attestare la loro viva gratitudine. La Principessa commossa ringraziò quei giovani generosi. Loro disse che, se D. Augusto col suo esempio li aveva condotti alla Pia Società Salesiana, colle sue preghiere li aiuterebbe dal cielo a divenir buoni religiosi e li ricondurrebbe in patria per ivi lavorare alla salute delle anime. Volle vedere tutti quelli che avevano servito il Principe nella sua lunga malattia ed ebbe per loro le più delicate espressioni di riconoscenza.
Sono giunti a Montevideo.
Crediamo far cosa sommamente gradita ai nostri Cooperatori ed amici e specialmente ai congiunti dei Missionari partiti da Torino con Mons. Lasagna e D. Milanesio la sera di Pasqua, riportando il seguente telegramma che ricevemmo il 24 dell'aprile ora scorso: - MONTEVIDEO. GIUNTI FELICI. + LASAGNA. - Ne sia ringraziato Iddio e la Vergine nostra Ausiliatrice!
MESSICO.
Nel breve tempo che i nostri confratelli si trovano nella capitale del Messico, si videro arrivare tale una quantità di domande per accettazione di giovani orfani ed abbandonati, che subito vennero nella decisione di ingrandire lo stabilimento che là già esisteva, incominciandone un altro su vaste proporzioni, capace di ben cinquecento giovanetti. A tal uopo due generosi signori cedettero, un largo tratto di terreno in una colonia della città, detta di S Giulia, presso cui si era di fresco innalzata una modesta cappella; e per trovare i mezzi di incominciarne la fabbrica, dopo aver quell'Arcivescovo raccomandato l'opera a tutti i suoi diocesani con una commoventissima circolare, essi, i nostri confratelli, si diedero a tener apposite conferenze in varie chiese della città. Pare abbiano trovato dei cuori corrispondenti, perchè già dal 29 gennaio posero la prima pietra del nuovo orfanotrofio , come apprendiamo dalla lettera seguente
La prima pietra del nuovo Ospizio Salesiano.
AMATISSIMO SIG. D. RUA,
Messico, 31 gennaio 1893.
Grazie a Dio, ho delle buone notizie da darle.
L'altro ieri, festa del nostro S. Francesco di Sales, Monsignor Arcivescovo di Messico, dottor D. Prospero Maria Alarcon, benediceva solennemente la prima pietra della nuova Casa salesiana nella Colonia Santa Giulia presso questa città. Alle 7 1/2 del mattino giungeva in carrozza ricevuto al suono d'una banda di musica ed allo sparo di bombe e mortaretti; condotto dal proprietario della Colonia nelle sue sale, vi prendeva un momento di riposo, durante il quale i nostri orfanelli eseguivano un canto composto da noi per tale occasione. Indossati poi i sacri paramenti, procedette alla benedizione della nuova cappella della Colonia e vi celebrò la prima Messa, durante la quale i nostri giovanetti fecero la santa Comunione.
Sdigiunatosi, passava col suo clero e con noi al terreno di ben ventimila metri quadrati di superficie, regalato ai Salesiani dalla signora Giulia Gómez de Escalante e da suo fratello signor Edoardo Zozaya. Ivi stava eretta una tenda di campagna, disotto la quale Monsignor Arcivescovo benedisse la prima pietra, già collocata a suo posto a pochi passi di distanza, che sarà il fondamento della prima Casa salesiana di Messico. Poi S. E. Rma., i donanti del terreno, i padrini e le madrine della prima pietra, secondo l'uso di questi luoghi , firmarono il verbale della benedizione, che, rotolato, s'introdusse insieme con una medaglia benedetta di Maria Ausiliatrice e alcuni capelli di D. Bosco in una bottiglia, la quale, chiusa con tappo smerigliato e sigillato con cera lacca, si pose nel buco preparato nella pietra, e Monsignor Arcivescovo gettò la prima calce sulla medesima fra i viva e gli applausi della folla che assisteva.
Dopo tutto, io lessi un breve discorsetto di ringraziamento, e Mons. Alarcon ci benedisse e tornò all'Episcopio. D. Piperni poi cantò la Messa e fece una bella predica nella nuova cappella, e il maestro Trillo, italiano, suonò l'harmonium e cantò alcuni mottetti coadiuvato da varii suoi amici, prestandosi tutti gratuitamente alla nostra festa.
Quanto è buono Mons. Alarcon con noi ! Non contento della tenera pastorale che mandò a' suoi diocesani per l'opera nostra, si degnò venire in persona a benedire la prima pietra della nostra Casa, sfidando il freddo dell'ora mattutina e il sole caldissimo che subito dopo si fa sentire, e poi ci aiuta in ogni maniera.
Siccome qui si usa accompagnare ogni atto religioso con padrini e madrine , così , d'accordo col signor Lascurain, abbiamo eletti per tale uffizio i seguenti signori e signore dottor Raffaele Lavista e sua moglie Concetta Solares, Antonio Priani industriale e la damigella Guadalupe Caballero de los Olivos, Riccardo Sainz commerciante e la sua sposa Concetta Cordero, Paolo Escandon capitalista e la sua signora Catterina Cuevas.
Presentato dal signor Lascurain alla signora Carmela Romero Rubio, consorte del Presidente della Repubblica, chiamata per la sua pietà e carità l'angelo di Messico, io m'ero fatto ardito d'invitarla ad esser madrina della nostra festa, ma essa non potè accettare per un lutto domestico che l'afflisse. Promise però che avrebbe disimpegnato tale uffizio quando si benedirebbe la prima pietra della nostra futura chiesa.
Ma ella, signor D. Rua, mi domanderà - E i mezzi per tirare avanti? - Eccoli, rispondo io : un Pater, Ave e Gloria alla Divina Provvidenza che ho fatto aggiungere alle orazioni del mattino e della sera e che i nostri cari giovanetti recitano con trasporto, la medaglia di Maria Ausiliatrice collocata nella prima pietra, qualche limosina che ci diedero e ci promisero il signor Lascurain, il signor Zozaya, i padrini e le madrine, gli onorarii delle Messe, l'opera manuale dei coloni, le offerte in natura , la moltiplicazione dei Cooperatori e Cooperatrici e la limosina nelle chiese che stiamo continuamente domandando Don Piperni ed io colla predicazione e col piattello in mano.
Ieri noi due abbiamo avuto l'onore di una udienza particolare da S. E. il signor generale Porfirio Diaz, Presidente degli Stati Uniti Messicani, ottenutaci dalla squisita gentilezza del suo Ministro degli affari esteri signor avvocato Ignazio Mariscal, al quale siamo stati presentati da un amico di D. Piperni. L'Eccm° signor Presidente ci accolse con molta cortesia, ed udito il fine principale della nostra Pia Società, quello cioè di raccogliere ed educare i ragazzi poveri ed abbandonati, se ne compiacque e ci disse che, osservando noi le leggi del paese, nessuno ci avrebbe molestato. Gli parlai anche delle nostre Missioni e mi ascoltò con molta benignità. Si degnò poi di mostrarci delle magnifiche carte scolastiche e militari della Repubblica e, intrattenutici qualche momento ancora, ci accommiatò.
Adesso D. Piperni e il chierico Osella con qualche ragazzo andarono a stabilirsi nella Colonia Santa Giulia , della quale spero di mandarle un bozzetto, alloggiando nelle camere prestate dal signor Zozaya, per vigilare i lavori , servire la cappella ed aprirvi l'Oratorio festivo ed una scuola pei numerosissimi ragazzi che giuocano tutto il giorno in quei paraggi.
D. Visintainer, il buon Tagliaferri ed io per ora stiamo qui nella piccola casa che trovammo iniziata nell'Alameda de Santa Maria 2705, aspettando gli avvenimenti e cercando denari.
La conferenza ai Cooperatori è molto difficile a farsi per la grande estensione della città e per i molti negozi e la varietà di orarii. Li ho già convocati una volta, ma appena una minima parte intervenne : ho tuttavia parlato a quei pochi e presentato loro i suoi saluti che furono molto ben accolti e contraccambiati. Qualche cosa si ottenne, ma ben poco ; perciò S. E. Rma Monsignor Arcivescovo è d'avviso che convenga molto di più esporre ai Cooperatori i nostri progetti e i nostri bisogni per mezzo di circolari che stamperemo nella nostra piccola tipografia.
Ieri alle 9 antim. ho cantato una Messa funebre pei nostri Confratelli e Cooperatori defunti; ma, sebbene ne avessimo dato Vannunzio e l'invito per le stampe, nessuno intervenne per le ragioni già dette.
Prima di chiudere la presente, devo dirle, sig. D. Rua, che merita anche tutta la nostra riconoscenza la pubblica stampa di Messico, la quale ci presta generosamente il suo appoggio, specialmente i valorosi giornali cattolici La Voz de México e El Tiempo.
Il tipografo signor Gutierrez stampò gratis i nostri annunzi ed avvisi, perchè la nostra incipiente tipografia non ha ancora i caratteri necessarii per tali stampe, e insomma tutti quelli che, ci conoscono gareggiano in prestar l'opera loro.
Dio li benedica tutti e li ricompensi con ogni specie di grazie temporali e spirituali.
Io li raccomando con tutti i signori Cooperatori e signore Cooperatrici di qui alle sue preghiere, a patto che non dimentichi questi suoi poveri ed affezionati figliuoli che le baciano le mani ed ìmplorano la sua benedizione.
Di V. S. R.
Aff m° ubbm° figlio
Sac. ANGELO PICCONO.
SARRIÀ.
Alla sera della festa di S. Francesco di Sales, i signori Cooperatori e Cooperatrici salesiane di Barcellona si radunavano nella piccola Chiesa salesiana di Sarrià (non per anco condotta a termine), ed il Rev. D. Filippo Rinaldi teneva loro una conferenza sulla necessità che ha quell'opera dell'appoggio dei Cooperatori; poichè sebbene in quello stabilimento siano educati circa quattrocento giovani, molti più si presentano desiderosi di essere ammessi, e bisogna loro rispondere negativamente per mancanza di mezzi.
Non sono ancora compiuti nove anni, dacchè la caritatevole signora Dorotea Chopitea de Serra di f. m. chiamava a Barcellona i figli dell'immortale D. Bosco; ed ora è cosa consolante il vedere quei giovani, che poco tempo fa correvano per le vie e piazze vagabondi e laceri, oggi sani e robusti, decentemente vestiti ed istruiti con amore dai Salesiani, sono la speranza della patria. Al riparo da ogni pericolo dell' anima e del corpo, ricevono una soda educazione cristiana e l'insegnamento di un'arte, che a suo tempo li porrà anche al riparo dalla miseria.
Sia benedetta l'opera di D. Bosco, e mille volte benedetta la memoria della virtuosa signora, nella cui mente non albergarono mai altre idee che quelle pure e grandi che ridondano in benefizio dei poveri e della patria.
(La Semana Catolica di Barcellona).
BARCELLONA.
Dallo stesso periodico prendiamo ancora quanto segue
Sei Case hanno i figli di Don Bosco in Ispagna, delle quali le più importanti sono quelle di Sarrià e di Barcellona. In quest'ultima, chiamata Recreo domninical, si vedono molti giovani di diversa età, che, dopo di aver menato una vita spensierata, grazia ai loro maestri, si son messi per la via del bene.
Aiutiamo secondo le nostre forze i Salesiani. Fortunati quelli che sanno impiegare i loro tesori in bene dell'umanità, fortunati i discendenti di illustri famiglie, che pongono il loro piacere nell'aiutare i bisognosi, e cercano i mezzi di renderli felici.
GERONA.
Una lettera di quel Direttore ci dà le seguenti notizie : « Le scuole per gli esterni sono aumentate al punto, che i maestri non sanno più dove porre i giovani. Anche l'Oratorio festivo è molto frequentato. Vi sarebbe poi grande bisogno di aumentare il numero degli interni. Innumerevoli sono le domande di giovani poveri ed abbandonati, che non si possono accettare per mancanza di locale. Si stan ora fabbricando nuovi locali, ma i lavori van molto adagio per mancanza di danaro, e benchè siano solo due i muratori che lavorano, pure al fin della settimana non si trova di che pagarli. » Quel Direttore finisce col raccomandarsi alla carità dei benemeriti Cooperatori e Cooperatrici.
SIVIGLIA.
Sul principio di quest'anno a Siviglia, accanto all'Oratorio festivo già esistente dallo scorso anno, si sono pure aperte Scuole diurne per i ragazzi del popolo, dei quali ve n'è già inscritto un bel numero. I nostri confratelli hanno preso stanza in un antico convento dei Trinitarii e funzionano pure l'annessa Chiesa pubblica, detta appunto della SS. Trinità. In quella città si spera molto bene dall'aiuto dei figli di D. Bosco.
La domenica 26 dello scorso febbraio (come apprendiamo dalla Libertà, Cattolica di Napoli), un invito a stampa, affisso per le cantonate della città, chiamava il popolo Stabiano a radunarsi alle ore 4 p. nel maggior tempio, per una conferenza che avrebbe tenuta il sac. dott. D. Luigi Lasagna, Ispettore delle Missioni Salesiane dell'Uruguay e del Brasile, ed ora Vescovo titolare di Tripoli.
Il Duomo, di fresco restaurato e artisticamente decorato, allora era zeppo di popolo d'ogni età e condizione, spinto da quel sentimento che tanto lo onora e lo incivilisce, il sentimento cattolico.
Nel coro v'era l'Ecc.mo Vescovo Mons. Sarnelli ed una larga rappresentanza di Canonici e di Sacerdoti, nonchè il Seminario e la Chieresia della città.
All'ora stabilita, le soavi note dell'organo echeggiarono per le volte del tempio, ed i giovani chierici, i quali conoscono a loro Protettore S. Francesco di Sales, sposarono al suono dell'organo un melodico inno. Ed ecco apparire sulla sacra tribuna il missionario D. Lasagna. La modestia della veneranda sembianza, la fronte riarsa dal sole de' tropici, sulla quale riluceva splendidissima quell'impronta tutta propria del missionario cattolico, che solamente si apprende alla scuola del Vangelo ed a quella di quotidiane ed inaudite sofferenze, chiamò a più sublime sfera gli entusiasmi del popolo. E il dotto e zelante missionario parlò. La sua parola facile, spigliata, commovente scendea nel cuore... Era semplice, ma piena di Spirito Santo, come quella degli Apostoli ; era eloquente come quella di Gesù Cristo che scuoteva le turbe ; era e fu efficace da muovere il popolo al soccorso dei lontani fratelli, cui la miseria e fors'anche l'incuria del Governo costringe a lasciar le ridenti ìtale contrade, per guadagnar un pane, sempre tinto di lagrime e di sudore, talvolta di sangue, nelle terre lontane del Sud-America.
Il racconto poi semplice, ma terribile nella sua semplicità, dei mali inauditi che affliggono i poveri figli del deserto erranti nella Pampa sconfinata, nelle vergini foreste che fiancheggiano il Madeira, il Rio delle Amazzoni, il Rio Negro e cui una civiltà feroce costringe col ferro , col fuoco, col veleno a lasciar le terre in cui dorme il cenere dei loro avi, per andare non si sa dove, fe' correre un fremito di orrore nei cori di tutti!... E da quel fremito un inno di gratitudine si elevò a D. Bosco che nel suo gran cuore seppe anche ad essi provvedere. E il missionario D. Lasagna, che per D. Bosco sente un affetto sconfinato, perchè figlio, anzi, del bel numero uno dei primi figli di quel sant'Uomo, di quel filantropo, in un momento di grande entusiasmo e di sublime ebbrezza, ne tessè l'elogio veritiero.
Fu un momento solenne, un momento di grande commozione. L'illustre Missionario era visibilmente commosso e con lui intenerito il popolo, con a capo l'E.mo Mons. Vescovo, sempre presente e primo dove è una lagrima da tergere, una miseria da sollevare.
Un forte sentimento parve scolpito su ogni viso, e se la maestà del tempio cristiano non si fosse imposta negli animi, un grido solenne nell' immensa moltitudine si sarebbe elevato, un grido unanime, possente, spontaneo, di : Viva D. Bosco, Viva i Missionarii di D. Bosco !
Dalla Campana del Mezzodì, che si pubblica a Scafati, ricaviamo pure che lo stesso nostro Missionario D. Lasagna, invitato, tenne pure una conferenza il 28 febbraio in Gragnano, e che anche colà ebbe un'udienza numerosissima, lasciando in tutti colla sua parola profonda impressione e vivo desiderio di poter soccorrere i poveri selvaggi d'America e gli infelici emigrati nostri connazionali.
Il nostro missionario D. Domenico Milanesio, prima di ripartire per la sua Patagonia, fece altre molte peregrinazioni in varie città e paesi dell'Alta Italia, cercando soccorsi per quelle importanti Missioni. Tenne infatti pubbliche conferenze in Asti, Alessandria, Valenza, Mortara, Ovada, Novi Ligure, Caluso, Racconigi, Ghemme, Livorno Vercellese, Verolengo, Trino Vercellese, Lu Monferrato ed altrove ancora.
Notammo con piacere che in parecchi paesi fu portata al Missionario quantità considerevole di biancheria e di panni, sebben usati, oggetti tutti che saranno ricevuti nelle missioni della Patagonia e della Terra del Fuoco come provvidenziale regalo.
Serva questo esempio di caldo eccitamento ad altri benefattori e benefattrici per fare altrettanto. Basterà indirizzare tele, stoffe, abiti ed altri oggetti consimili al nostro Oratorio di Torino, a qualunque altra Casa salesiana o di Suore di Maria Ausiliatrice, oppure ai Comitati Salesiani delle rispettive diocesi, ove già questi sono fondati. Ogni cosa sarà spedita a tempo conveniente alle suddette Missioni.
D. Milanesio, prima di darci l'addio, ci raccomandò tanto di ringraziare da parte sua tutti quei Cooperatori e Cooperatrici, tra' quali è passato, delle cordiali accoglienze fattegli e dei soccorsi di qualunque maniera a lui presentati o spediti per i poveri Indii. Egli se ne partiva profondamente commosso per il gran cuore e la gran carità incontrata in patria, e ci assicurava che mai si stancherà dal far pregare gli Indii per anime tanto generose. E noi pure innalzeremo continuamente ardenti voti a Dio per i nostri Benefattori e le nostre Benefattrici.
Il giovedì 20 aprile nel nostro Seminario di Valsalice aveva luogo, coll'intervento delle LL. EE. RR.me Mons. Davide dei Conti Riccardi, Arcivescovo di Torino, e Mons. Agostino Richelmy, Vescovo d'Ivrea, un' accademia in onore di San Tommaso d' Aquino. Alla funzione religiosa del mattino, tesseva uno stupendo panegirico del Santo Mons. Richelmy; ed all'accademia leggeva un accurato discorso sulla dottrina dell' Aquinate il nostro Teol. D. Vota. L'abbondante programma,, sia per la parte musicale che letteraria e scientifica, fu svolto da que' chierici con generale soddisfazione di tutti gli astanti e specialmente delle LL. Eccellenze. Mons. Arcivescovo in fine s'alzò a parlare egli pure di Tommaso, l'Angelico Dottore, e facendo richiamo a componimenti uditi, ebbe per quei nostri chierici parole sì lusinghiere, che serviranno loro certamente di grande incoraggiamento a proseguire sempre i loro studii filosofici dietro la sicura scorta del divo Aquinate.
Per iniziativa del M. R. D. Nardi, direttore della nuova Casa salesiana di Lugo di Romagna, il 2 marzo u. s. celebravasi un solenne funerale per D. Bosco nella insigne Collegiata dei SS. Francesco ed Ilario in quella città.
Vi cantò la Messa il Revmo Prevosto Can. Vicario D. Luigi Rambelli coll'assistenza dei Reverendissimi Canonici, numeroso clero e folla immensa di fedeli. V'intervennero pure i RR. PP. Cappuccini e gl'Istituti di S. Giuseppe e delle Suore di Maria Ausiliatrice. I giovani dell'Oratorio Salesiano di Faenza vi eseguirono con molta gusto e proprietà musica di molto effetto. Il Revmo Can. Parroco D. Pellegrino Sabbatani lesse uno stupendo elogio funebre di D. Bosco, che meriterebbe di essere stampato e diffuso in migliaia di copie.
Queste notizie le desumiamo da una compitissima lettera del Rev° Can. Parroco D. Pompeo Petroncini, la quale con nostro rincrescimento, per mancanza di spazio, non possiamo pubblicare.
Noi siamo riconoscentissimi ai benemeriti Cooperatori di Lugo per l'affettuosa memoria che serbano verso il nostro indimenticabile D. Bosco. Speriamo che amando il Padre non vorranno dimenticare i figli, i quali benedicono di gran cuore Iddio ogni volta sono sostenuti nelle loro imprese da amici e benefattori sinceri e benevoli quali sono i Cooperatori di Lugo.
- Una cara e preziosa esistenza spegnevasi in Monterey (California) la mattina del sabbato 12 marzo scorso nella persona di un nostro buon Cooperatore, il Rev. D. Angelo Delfino Casanova da Torino. Dopo aver lavorato in patria, per l'ardente zelo che aveva di salvar anime, recossi in California, dove resse per ben venticinque anni la Parrocchia di Monterey. Colà egli fece riedificare nel 1884 quella chiesa che era stata fondata dai primi PP. Francescani che là si erano recati a portare la luce del Vangelo; la consacrazione fu una funzione solenne ed importante : vi presero parte cinque Vescovi e quaranta Sacerdoti. Sorpreso da un forte malore, D. Casanova in pochi giorni fu ridotto agli estremi, e spirava l'anima sua assistito e confortato da due buoni Religiosi. Noi lo raccomandiamo alle preci dei nostri lettori.
- Raccomandiamo pure alle preci dei nostri Cooperatori e Cooperatrici l'anima di D. DOMENICO PERETTI Parroco di Buttigliera d'Asti, che fu compagno ed amico del nostro D. Bosco, e che passava all'eternità il primo dello scorso aprile.
Storia della rivoluzione francese e dei tempi moderni, del prof. FEDELE SAVIO. -
Torino 1893, Tip. e Libreria Salesiana. - Prezzo L. 2,00.
Crediamo non andar errati asserendo non esservi periodo nella storia d'Europa, che per sè e per le cause che lo generarono e gli effetti che ne seguirono, presenti maggior importanza di quello della rivoluzione francese del secolo scorso. Eppure non vi ha periodo che in realtà, anche ora, sia meno di questo conosciuto e valutato. Senza parlar de' demagoghi, che ne fanno un'èra sotto tutti i rispetti salutare e rigeneratrice, non è raro veder più o meno fuorviare su tal punto molti che pur ne biasimano e ne disapprovano sostanzialmente gli orrori. Imperocchè gli uni attribuiscono quelle ruine e stragi a colpe personali di uomini, anzichè a pervertimento reale di idee e di teorie; altri severissimi verso l'infelice Luigi XVI o verso i difetti di alcune delle classi sociali allora dominanti, son poi tenerissimi pel terzo stato di cui fanno poco meno che una vittima innocente , e troppo lungamente torturata della monarchia, della nobiltà, del clero, e i corifei della rivoluzione, gli adulatori e istigatori perfidi della borghesia coprono d'un certo qual velo più o meno trasparente. Vi furono trascinati (poveretti!) dicono essi, dallo spettacolo dei mali che avevan sotto occhio, da dignitosa fierezza d'animo, dall'ambiente sociale in cui vivevano. Parecchi poi si espandono in declamazioni sulle atrocità avvenute, ma rifuggono dallo studio e dall' esame delle cause vere e reali che le produssero. Pochi son coloro che alla santità dell'intendimento uniscano l'accuratezza illuminata e paziente de'mezzi; che nell'esame e nella classificazione delle cause generatrici portino quello spirito calmo, sapientemente indagatore, scevro da preconcetti di qualsiasi genere; che il lavoro, a cui si accingono, ponderino prima seriamente in tutta la sua estensione e vi facciano quindi precedere studi lunghi, sodi e pazienti. Fra questi pochi è l' autore dell'opera sopra annunziata. Il prof. Savio, della Compagnia di Gesù, socio della Deputazione di Storia Patria, rinomato come prof. di storia per tanti anni, notissimo per pubblicazioni eruditissime di studii storici, ha fatto un lavoro sulla rivoluzione francese non diremo nuovo, ma certo raro per le fonti a cui attinse, per le indagini onde lo arricchisce, e l'acume penetrativo che lo anima.
È noto qual alto effetto abbia prodotto, al di là e al di qua delle Alpi, ne' cultori della storia l'apparire delle Origines de la Frante contemporaine. L'autore, che è il Taine dell'Accademia di Francia, defunto da pochi mesi, espone ne' sei volumi, componenti l'opera, con fedeltà somma il riassunto di un infinito numero di testimonianze contemporanee, libri, giornali, processi, relazioni ufficiali, che egli stesso compulsò negli archivi con una pazienza più unica che rara, e questa esposizione sa corredare di tanta erudizione in ogni genere di scienze e vestir di tanta arte narrativa e descrittiva, che non sai se più sia da ammirare lo storico o lo scrittore. Certo, ommesse alcune poche espressioni rivelanti non rette preferenze per sistemi filosofici condannati o condannabili, la rivoluzione francese non poteva avere un'analisi, un processo più tremendo di sè e dell'opera sua nefasta.
Or è a siffatto lavoro che si attenne soprattutto il Savio per tutto il periodo della rivoluzione francese, sicchè per questa parte il volume, che annunziamo, non è già solo la continuazione e il compimento de' tre precedenti, costituenti insieme il Corso di storia pe' Licei, ma un' opera come a sè, valevole non solo come testo di scuola, ma come libro di lettura eminentemente educativa ad un tempo e istruttiva. Alle quali doti se si aggiunge quell'altra non meno importante per uno storico che sta nel logico ordinamento delle idee, nella chiarezza dell' esporre, nell' eleganza senza affettazione dello scrivere, noi possiamo ben dire di avere nel lavoro del Savio un'opera se non perfetta (chè la perfezione non è delle opere umane), certo rara e commendevolissima. Noi quindi la raccomandiamo a quanti amano conoscere un periodo così importante di storia, persuasi di far loro cosa utile e gradita. La raccomandiamo ora specialmente che si avvicina il tempo delle premiazioni sicuri di rendere un servizio segnalato alle famiglie, alle scuole, alla società.
1 Apicella D. Lorenzo - Napoli.
2 Azzolini D. Ermenegildo, RettoreVolta (Reggio Emilia).
3 Baccaro Davide - Arlesia (Padovao. 4 Bairna Riva, Cavaliere - Torino.
5 Bavoli Don Francesco, Parroco - Reggio Emilia.
6 Bersani D. Stefano, Rettore - Piacenza.
7 Bettina Rosa, vedova - Rovereto (Trento).
8 Bettiga Don Giuseppe, Vie. For. - Mandello (Como).
9 Bianchi Luigi, Cancell. in riposo - Bellagio (COMO).
10 Blengini Teodoro, Chimico farmacista - Sanfront (Cuneo).
11 Bocca Davide - S. Giuliano Nuovo (Alessandria).
12 Boccacino Antonio, calzolaio - Occhieppo inferiore (Novara). 13 Bodoira Mons. Oreste, Can. prof. - Ivrea (Torino).
14 Boggiani Giovanna - Spezia (Genova).
15 Boido Margherita di Lorenzo - Alice Belcolle (Alessandriao.
16 Bongiovanni D. Francesco - Pianfei (Cuneo).
17 Borri Adelina - Parma.
18 Botto Biagio - Moasca (Alessandria)19 Bretti Don Michele, parroco - Palliate (Novara).
20 Brunelli D. Giuseppe, parroco - Gavardo (Brescia).
21 Bruni Don Antonio Vie. Son. V. - Portogruaro (Venezia)
22 Buscò D. Giovanni, parroco - Inzago (Milano).
23 Bussolino Cattorina - Torino. 24 Butti Giovannina - Lucca.
25 Calissano Natala nata Chiampo - Alba (Cuneo).
26 Campana Francesca ved. Beltritti - Piveragno (Cuneo).
27 Campagnoli D. Carlo, Rettore - Vellezzo-Bellini (Pavia).
28 Capusso Luigia in Pico - Genova. 29 Casanova D. Delfino - Torino.
30 Catelli Mons. Francesco Arcipr. V. F. - Scandiano (Reggio Emilia). 31 Cecchi D. Tommaso, Can. Arcid. - Savignano di Romagna (Forlì).
32 Colli D. Giuseppo, Prevosto - Ottabiano (Pavia).
33 Consoli Maria - Mascaluccia (Catania).
34 Dadono Matteo - Grateria (Cuneo). 35 Damato Don Giovanni - Torre del Greco (Napoli).
36 Delitala Marchese Ferdinando - Cagliari.
37 Della-Lengueglia Conte Comm. Felice, pres.. on. di Corte d'Appello - Alassio (Genova).
38 Della Mattia Don Osvaldo Capp. - Aviano (Udine).
39 Dolfi D. Giovanni, Canonico - Noceto (Parma).
40 Domincini Giuseppe - Caranagnola 41 Emaldi Contessa Catterina - Logo (Ravenna).
42 Feraboli Teresa - Pieve S. Giacomo (Cremona).
43 Fiori D. Giuseppe - Montanaro (Torino.
44 Froio Geometra Giuseppe - Torino. 45 Fuin Maria - Lonigo (Vicenza). 46 Gabrielli Giovanni - Firenze. 47 Gherlone Ch. Carlo - Alba (Cuneo). 48 Giarnò D. Raffaele - Venezia. 49 Gigli Contessa Vittoria - Roma. 50 Gilardi Giuseppe - San Giorgio di Lomellina (Paviao.
51 Girando Maria - Castagnole Piemonte (Torino).
52 Grillo D. Enrico Prevosto - Voltri Genova.
53 Guidobono Don Carlo - Viguzzolo (Alessandria).
54 Maccario Giuseppe - Busca (Cuneo). 55 Marangoni Giovanna ved. Martini. Romano d'Ezzelino (Vicenza).
56 Maranzani D. Luigi - 'Vicenza.
57 Martinelli D. Francesco V. Parroco - Brola (Novara).
58 Massuero Cav. Luigi, Conservatore delle ipoteche a riposo - Torino. 59 Melanotto Fortunata ved. Chiaves Torino.
60 Merini D. Pietro - Verona.
61 Morno D. Giovanni, Canonico - Vercelli
62 Nicolosi Bivona, Avv. Silvio - Mazzarino (Caltanisetta).
63 Occelletti Giorgio - Torino.
64 Pagani D. Eusebio, curato - Capanne di Sillano (Massa Carrara).
65 Pellarin Mons. Giacomo, Vicario - Venezia.
66 Pesando Giovanni, pittore e scultore - Torino.
67 Piacenza Cav. Carlo - Farigli.-no (Cuneoo.
68 Piati Rosa - Barzio (Como).
69 Quaglino Antonio - Collegno (Torino).
70 Rambaldi D. Giacomo Filippo, prof. Teol. Canonico - Prel:e (Porto Maurizio).
71 Reverberi Don Antonio - Reggio Emilia.
72 Riccardi Francesco, Maestro Elem.. - Torino.
73 Ridolfi D. Agostino, Arcipr. V. For. - Conato (hrescia).
74 Roccia Teol. Don Micholo Antonio Can. - Sabizzo (Cuneo).
75 Rossi Cav. Massimiliano - Parma. 76 Rovere Elena vedova - Pinerolo (.Torino).
77 Rovesti Adelaide - Gualtieri (Reggio Emilia).
78 Scolari di Maggiato Don Teodoro. Teol. Cavaliere - Torino. 79 Serale Eleonora-Cervasca (Cuneo). 80 Serale Teresa - Cervasca (Cuneo. 81 Sobroro damig.a Teresa - Bibiana (Torino).
82 Spinelli Carlo - Pistoia.
83 Stefani Gerolamo - Muina (Udine) 84 Stoppaci Giuseppe fu Pietro - Verona.
85 Tacca, Giuseppe fu Antonio Maria - Cavaglio d'Agogna (Novara).
86 Tomasetti D. Domenico - S. Biagio di Valecchio (Forlii).
87 Torazza Giov. Antonio - Poirino (Torino).
88 Tortello D. Cristoforo, prevosto - Quiliano (Genova).
89 Trucco D. Vincenzo - Venezia.
90 Valdes Canonico Simone - Palermo. 91 VanzettiPaola -Alpignauo(Torino). 92 Varagnolo Don Angelo - Papozzo (Rovigo).
93 Vinci Ignazio - Marsala (Trapani). 94 Viola Catterina vedova - Montanaro (Torino).
95 Zampini Don Nicola - Esanatolia (Macerata).