ANNO XVII. - N. 12. Esce una volta al mese: DICEMBRE 1893.
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano-Via Cottolengo, N. 32, TORINO ;
Sommario. Augurii e felicitazioni.
Consacrazione della nuova Chiesa del S. Cuore di Gesú a Londra.
Gli Arcivescovi e Vescovi del Piemonte e le nostre Edizioni Scolastiche.
Una calda raccomandazione.
SPAGNA. - La catastrofe di Santander ed i Salesiani di quella città .
AUSTRIA. - I Figli di D. Bosco a Trento.
SVIZZERA. - Altri Salesiani nel Canton Ticino. NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI: - D. Michele Unia.
Dal BRASILE: - La Missione dello Stato di MattoGrosso (Lettera di S. E. R.ma Mons. Lasagna). - Una
visita nel centro dello Stato di S. Paolo.
I novelli Missionari Salesiani Grazie di Maria Ausiliatrice. Notizie varie.
Necrologia. Bibliografia. Cooperatori defunti..
La Direzione del Bollettino ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane. Indice dell'Annata.
IL Sac. MICHELE RUA, reduce da Londra, ove ha assistito alla consacrazione di quella nuova Chiesa Salesiana dedicata al S. Cuore di Gesù, pieno di riconoscenza verso dei benemeriti Cooperatori e delle benemerite Cooperatrici Salesiane, di gran cuore augura loro Buone Feste Natalizie, Buon Fine e Buon Capo d'Anno, con ogni felicità temporale e spirituale.
Agli augurii del padre s'uniscono le felicitazioni dei figli sparsi in tanti punti dell'Europa, America, Asia ed Africa, memori tutti della benevolenza e carità che i Cooperatori e le Cooperatrici dimostrano ad essi ed alle migliaia di giovanetti e di Indii raccolti nelle Case e nelle Missioni Salesiane.
La Comunione, che i Salesiani ed i loro alunni, per privilegio Pontificio, faranno nelle loro Chiese la mezzanotte del S. Natale, sarà indirizzata al Divin Infante Gesù in pro dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane; affinchè Egli faccia gustare a tutti quella dolcissima pace che è venuto a portare dal Cielo in terra, ed al termine dell'esilio della presente vita loro conceda di entrare nella Patria dei Beati, dove le opere di carità ricevono da Dio la eterna mercede.
LA consacrazione della Chiesa Salesiana del Sacro Cuore di Gesù a Battersea -Londra, così un Cooperatore Salesiano scrivendo di quelle feste all' Italia reale di Torino, farà certamente epoca in Londra, la capitale dell' Anglicanismo. Qui, dove non si vuol riconoscere il Papa capo della Chiesa e centro del Cattolicismo, innalzare una Chiesa al S. Cuore di Gesù, il fondamento, la vita del Papato e del Cattolicismo, è un vero prodigio.
Noi non discordiamo da quel buon Cooperatore che così scrive; che anzi teniamo questo fatto come un grande prodigio della bontà e della misericordia di Dio verso di quel popolo. E di questo nostro pensiero sono pure non solo gli abitanti di quel quartiere, ma sì tutti i Cattolici Londinesi che poterono recarsi a visitare quella Chiesa.
Nella S. Scrittura si legge che, appena il re Salomone ebbe finito di dedicare il monumental tempio di Gerusalemme al Dio tre volte santo e la Maestà del Signore, avvolta in una densa nube, discese a rimpiere quella sua Casa, i figliuoli d' Israele, prostrati bocconi a terra, adorarono e benedirono il Signore come quegli che è buono e di cui la misericordia è eterna: Adoraverunt et laudaverunt Dominum, quoniam bonus, quoniam in saeculum misericordia eius (Lib. II Paralip. VII, 3.). E da Londra ci scrissero che altrettanto fecero i Cattolici di Battersea intervenuti, la mattina del 14 ottobre scorso e nei giorni seguenti, alle solenni funzioni della consacrazione ed inaugurazione di quella simpatica Chiesa dedicata al Cuore Sacratissimo di Gesù. Accorsi in folla alla imponente celebrazione dei sacri riti, quei fedeli riverenti prostravansi a terra per adorare il Signore Iddio e Gesù Cristo suo Figliuolo, che colà era disceso a fermare sua stanza, a fine di ascoltare ed esaudire le loro suppliche, e nell' entusiasmo della gioia e della riconoscenza tutti andavano magnificando la bontà e la misericordia del Signore, quoniam bonus, quoniam in saeculum misericordia eius.
Buono e misericordioso tanto si mostra davvero il Signore, specialmente in questo secolo, verso di quel popolo, nei progressi continui che va facendo in quell' Isola la Fede Cattolica ; buono e misericordioso, nelle conversioni che di tratto in tratto Egli va operando in molti anche degli stessi ministri anglicani ; buono e misericordioso, nell'ottenere ai Cattolici di poter erigere pubbliche Chiese, dove possano liberamente e convenientemente rendergli il debito culto, ed aprire Scuole e Collegi, dove la gioventù sia cattolicamente educata; buono e misericordioso, nell'aver dato al Sommo Pontefice di potere colà pienamente ristabilire la Gerarchia cattolica con Vescovi, Arcivescovi e Cardinali; buono e misericordioso infine è Iddio specialmente verso di quel vastissimo quartiere, nell'aver concesso ai Salesiani di potervi innalzare ed in così breve tempo una Chiesa stabile, comoda e decente, dove quei fedeli possano raccogliersi ad udire dal Sacerdote cattolico la parola di Dio, ad assistere al santo Sacrifizio della Messa, a ricevere i SS. Sacramenti, a compiere insomma tutti i loro doveri religiosi.
Battersea, vastissimo quartiere di Londra, situato alla sinistra del Tamigi, nella Diocesi di Southwark, conta più di 20000 abitanti, tra cui si è già formata una bella Comunità di 2000 Cattolici, i quali vanno sempre aumentando per l'aggiungersi di tanto in tanto di qualche protestante convertito. Questi fedeli, prima che vi fosse quella baracca di Cappella in legno e ferro, per adempiere ai loro doveri religiosi doveano fare un lungo viaggio a fin di arrivare alla più vicina Chiesa cattolica; quindi è che non a tutti, e non tutte le volte che desideravano, era dato di poter soddisfare agli obblighi loro; e poi per quell'enorme distanza riusciva impossibile mandare all'istruzione religiosa i figliuoli, i quali però crescevano in una completa ignoranza di ciò che è assolutamente necessario a sapersi, seppure non andassero alle Chiese protestanti con grave scapito della Fede e dell'anima loro. Abbattuta per ordine del Municipio quella vecchia Cappella, dove tuttavia si stava molto a disagio, d'estate pel troppo caldo e d'inverno pel troppo freddo, quei Cattolici raccoglievansi in una sala delle Scuole parrocchiali, che ogni sabbato sera, terminate le lezioni, i nostri confratelli convertivano a cappella. Era assai piccola, relativamente al numero dei fedeli; poco decente per la Maestà di Dio, e non offriva comodità di sorta che conciliasse divozione. Tutto faceva anelare il momento, in cui la progettata ed incominciata Chiesa in muratura fosse condotta a termine.
Venne finalmente quel sospirato giorno : la Chiesa fu solennemente consacrata; Gesù Cristo discese a prenderne formale possesso colla sua reale presenza, e quei fedeli esultanti di gioia con ragione andavano lodando e magnificando Iddio , quoniam bonus, quoniam in saeculum misericordia eius. Coll'apertura di questa Chiesa loro è reso più facile compiere i doveri religiosi; più facile far istruire nella nostra santa Religione i loro figliuoletti; più facile recarsi a trovare Gesù Benedetto per adorarlo, lodarlo, ringraziarlo e supplicarlo, e per versare all'uopo nel suo adorabile Cuore i sentimenti di tristezza e di dolore del proprio per esserne confortati ed incoraggiati.
E bene sta che la nuova Chiesa di Battersea sia dedicata al Cuore Sacratissimo di Gesù, perchè è appunto al Cuore di Dio che vengono attribuiti i prodigi di bontà e di misericordia. E noi speriamo che questa Chiesa sarà il principio di un'immensa catena di prodigi, che la bontà e la misericordia di Dio andrà operando a vantaggio di quella popolazione; speriamo che il Cuore Sacratissimo di Gesù da questo stesso tempio estenderà all' intorno la sua benefica influenza e, come disse il giornale protestante « The Battersea Herald », aumenterà il numero di coloro che professano la Fede della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
I Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, e tutti coloro che hanno coadiuvato coi figli di D. Bosco nell'erigere la Chiesa Salesiana in Londra si consolino quindi di aver concorso ad effettuare un' opera grande della bontà e della misericordia, di Dio, e stiano sicuri che il Cuore Sacratissimo di Gesù, a cui è dedicata, saprà generosamente ricompensarli dell' obolo che a tal uopo hanno elargito.
Noi ora, per soddisfare al loro desiderio, daremo qui una minuta relazione di quelle grandiose feste, che hanno interessato non solo i Cattolici, ma ben anche i Protestanti stessi di Londra, e le quali hanno lasciata profonda impressione in tutti quelli che vi assistettero. Per non dimenticare nulla di ciò che può far piacere ai nostri lettori, dopo aver detto qualche cosa della Chiesa, passeremo in rassegna il Programma di queste feste da noi pubblicato nel numero di Ottobre.
Questa nuova Chiesa, di cui diamo ancora un disegno in piccolo, è veramente riuscita, al dir di molti giornali di Londra, cattolici e protestanti, un grazioso, magnifico edifizio. Benchè al di fuori non presenti niente di vero meraviglioso e sorprendente, essendo una costruzione molto semplice, nell'interno tuttavia ha molti aspetti attraenti (1). Essa, lunga 42 metri su 22 di larghezza, è di stile romanico, a tre navate, di cui quella di mezzo è a vólta di legno e le altre due a soffitto. Queste sono terminate da due cappellette, di Maria Ausiliatrice e di S. Giuseppe, mentre l'Altar maggiore, su cui posa l' occhio da qualunque punto si guardi e che inspira raccoglimento e divozione, è dedicato al Sacro Cuore di Gesù (1). La vólta, i soffitti e le pareti del corpo della Chiesa sono graziosamente decorati secondo lo stile della Chiesa, mentre il presbiterio e le cappelle laterali sono proprio artisticamente costrutte. Gli altari sono di marmo, come pure alcune delle altre parti principali del presbiterio e delle cappelle. L'Altar maggiore è dono di una Benefattrice di Londra. La bellissima elevazione di quest'Altare è sormontata da varie statue, tra cui la principale è quella di Gesù sopra la Croce. A mano destra del presbiterio v'è la statua del S. Cuore di Gesù, di grandezza naturale ; mentre intorno le pareti vi sono quadri rappresentanti i differenti eventi della Passione e Crocifissione di Cristo.
Dobbiamo ancora dire che anche all'esterno la nuova Chiesa non manca affatto di un aspetto imponente, monumentale; e questo le vien dato dal gigantesco campanile che sollevasi sulla fronte e che, scorgendosi assai di lontano, serve di guida al tempio cattolico di Dio. Presentemente manca ancora delle campane.
Nel costruire questa Chiesa si ebbe di mira che riuscisse comoda e decente, per attirare il maggior numero possibile di anime alla Chiesa Cattolica. E l'effetto pare sia pienamente ottenuto. Essa è da tutti additata come una delle belle e divote Chiese della Diocesi di Southwark.
Una ben meritata lode dobbiamo qui tributare all' egregio architetto sig. Walters, il quale, nello spazio e limiti accordatigli, ha eretto un edifizio, che consola tutti i Cattolici, e specialmente quelli del povero quartiere di Battersea, che finalmente hanno anche essi una Casa di Dio.
Sua Ecc. Rev.ma Mons. Butt, Vescovo di Southwark, il 3 Agosto 1892, con grande solennità benediceva la prima pietra di questa Chiesa (2), e Mons. Cagliero, Titolare di Magida e Vicario Apostolico della Patagonia, il 14 Ottobre 1893 la consacrava ed apriva al pubblico culto con non minore solennità.
(1) Così ne discorre de' protestanti il giornale South Western Star e specialmente il sopracitato The Battersea Herald.
(1) I due altari laterali mancano ancora delle relative statue, mentre altre nicchie attendono pure le statue di S. Pietro, di S. Francesco di Sales e di S. Luigi.
(2) V. Bollettino di Settembre 1892, in cui presentammo pure un disegno più in grande dell'ora compiuta Chiesa.
Venerdì, 13 ottobre 1893.
Nei Cattolici di Battersea (Sud-Ovest Londra) già sin dalla vigilia della consacrazione della nuova Chiesa si notava una insolita gioia, un entusiasmo indicibile; essi sentivano l'avvicinarsi del fausto giorno, in cui avrebbero potuto dire: Noi pure abbiamo la nostra bella Chiesa.
Il giorno innanzi era arrivato a Londra D. Michele Rua, il Superiore Maggiore dei Salesiani, colui che coll'aiuto dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane continua anche a Londra l' Opera provvidenziale di D. Bosco; ed essi erano andati a gara nel presentarsi a dargli il benvenuto, e nella sera si erano uniti ai Salesiani ed ai pochi allievi di quell'incipiente Ospizio per esprimergli la gioia che provavano d' averlo fra loro e la gratitudine che nutrono per quanto si va facendo in loro vantaggio.
Oggi poi, ad accrescere la comune letizia arrivava pure Mons. Cagliero, Titolare di Magida e Vicario Apostolico della Patagonia, con D. Albera Paolo, Direttore Spirituale dei Salesiani, D. Giulio Barberis, Maestro dei nostri Ascritti, e D. Bologna Angelo e D. Albino Ronchail, il primo Direttore dell'Orfanotrofio di Lilla ed il secondo della Colonia agricola di Ruitz nel Nord della Francia.
D. Rua appena colà giunto si fece premura di recarsi a porgere i suoi omaggi al Vescovo Diocesano, l'Eccell. Mons. Butt, ed a S. Em. il Cardinale Vaughan, Arcivescovo di Westmister, residente in Londra, i quali lo accolsero con grande cordialità, prendendo vivo interesse delle Opere Salesiane e specialmente della nuova in Londra.
Sabato, 14 ottobre.
È questo il fausto giorno stabilito per la consacrazione della nuova Chiesa del Sacro Cuore di Gesù.
Com'era annunziato nel programma, era stato invitato a consacrarla il Vescovo della Diocesi; e certamente sarebbe piaciuto a Don Rua ed a tutti i Salesiani legare, come alla posizione della prima pietra, così anche alla consacrazione di quella prima Chiesa Salesiana in Londra il nome veneratissimo di quel nostro grande amico che è Mons. Butt, Vescovo di Southwark. Ma non trovandosi di quei giorni in troppo buona salute ed essendo arrivato in tempo Mons. Cagliero, a lui ne volle cedere l'onore, limitandosi egli di recarsi all'indomani ad assistere al Pontificale d'inaugurazione.
Mons. Cagliero quindi alle 8 ant., assistito da D. Albera e D . Barberis, da D. Bonavia e da D. Arts (questi due ultimi preti addetti a quella nostra Missione) e da un bel servizio di chierichetti, a porte chiuse, procedette alla cerimonia della consacrazione, secondo il Pontificale Romano. Il tempo era assai piovoso; la funzione perciò riuscì al quanto incomoda e faticosa, specialmente nei giri prescritti intorno all'esterno della Chiesa.
Alle 11, 40 la Chiesa coi tre altari erano consacrati; Mons. Cagliero tornava in sagrestia, e D. Rua saliva all'altare a celebrarvi per la prima volta la S. Messa. Si aprivano le porte e vi entrarono un gran numero dì fedeli accorsi da ogni quartiere di Londra ed anche dal continente. Durante la Messa vi fu suono d'harmonium e canto di sacri mottetti.
Alle 12 1/4 D. Rua commosso, terminato il S. Sacrificio, per il primo in quella Chiesa benediceva il popolo Londinese, che genuflesso a terra adorava la Maestà di Dio, poc'anzi discesa a prendere possesso di quella Chiesa.
PIANTA DELLA CHIESA.
Quella prima Messa venne offerta a Dio per implorare le più elette benedizioni temporali ed eteri e sopra tutti i Benefattori e le Benefattrici della Chiesa novella.
Dopo mezzogiorno, per far conoscere al Sommo Pontefice il fausto avvenimento della Missione Salesiana di Londra si spedì il seguente telegramma:
SANTO PADRE -ROMA. - SALESIANI ESULTANTI CONSACRAZIONE NUOVA CHIESA SACRO CUORE DI GESU LONDRA BATTERSEA ORBEL STREET 64 IMPLORANO APOSTOLICA BENEDIZIONE SOVRA COMUNITÀ COOPERATORI MISSIONE.
MICHELE RUA.
Intanto i fedeli Londinesi si succedevano ad ogni momento a visitare la nuova Chiesa ed a porgere a Gesù Sacramentato atti di adorazione e di ringraziamento.
Alle 8 della sera, Mons. Cagliero, preceduto dal piccolo clero e da vari Sacerdoti in piviale, procedeva con maestà e decoro all'altare, dove fattasi la esposizione del SS. Sacramento e cantatosi il Tantum ergo, impartiva pel primo la trina Benedizione ad un popolo innumerevole e devoto.
La Chiesa in quel momento presentava uno spettacolo indescrivibile. Rischiarato da mille faci riflettenti i loro raggi nel Sancta Sanctorum, dove il Figlio di Dio stava esposto per essere adorato; risuonante delle belle e candide voci ch' eseguivano il Tantum. ergo, accompagnate del melodico suono dell'harmaonium, il Santo Luogo trasportava la mente a quella celeste magione, dove Iddio manifesto nella sua gloria forma la beatitudine di coloro che l' amarono, e dal cuore spontanea usciva l' esclamazione del Salmista : Quam dilecta tabernacula tua, Domine virtutum! Beati qui habitant in domo tua, Domine; in saecula sceculorum laudabunt te. Quanto sono amabili i tuoi tabernacoli, o Signore degli eserciti ! Beati coloro che abitano cella tua Casa, o Signore! Te loderanno in perpetuo (Ps. LXXXIII, 1 e 5.). Così fra la generale commozione terminavano le sacre funzioni di quel primo giorno.
Domenica, 15 ottobre MATTINO.
Più imponenti ancora riuscirono le funzioni del giorno seguente. Fin dalle 5 del mattino si apersero le porte della nuova Chiesa, ed i fedeli accorsero in folla per assistere alla S. Messa ed accostarsi ai SS. Sacramenti. Notevole fu il numero delle S. Comunioni. Trovandosi colà parecchi nostri Superiori, le Messe si poterono succedere ad ogni ora fino alle undici, ora in cui doveva aver principio il primo solenne pontificale in quella Chiesa.
Verso le 10 arrivavano a Battersea molti Sacerdoti secolari e regolari per congratularsi con D. Rua e col Direttore di quella nostra Missione, D. Carlo Macey, dell'opera sì generosamente intrapresa e, grazie a Dio, felicemente condotta a termine, e per dare colla loro presenza maggior lustro alla funzione delle undici.
Frattanto un popolo immenso si accalcava nelle navate della Chiesa. Non è a dire se mancasse uno dei Cattolici di Battersea : vi erano accorsi molti anche da altre Missioni. Vi si notavano pure molti Protestanti, forse attirati da curiosità; ma tutti tennero un contegno dignitoso e riverente, come esternamente commossi mostravansi i Cattolici,
Vi erano inoltre molti rappresentanti sì della stampa cattolica, come della protestante (1).
Alle 11 precise, col piccolo clero sfilavano dalla sacrestia varai membri delle Comunità religiose (come Cappuccini, Benedettini, ecc.) e del Clero secolare di Londra, dietro cui venivano le LL. EE. Mons. Butt, Vescovo Diocesano, avendo per Arcidiacono D. Rua e per assistenti il Can. Mac-Grath, Rettore della Chiesa del Sacro Cuore a Camberwell, e quel nostro Direttore D. Macey, e Mons. Cagliero con D. Albera per Arcidiacono, per Diacono il Rev. P. Bourne, Rettore del Seminario Diocesano, per Suddiacono D. Bonavia, quegli che l'anno scorso ci aveva favorita la relazione della benedizione della prima pietra di questa Chiesa (2), e per assistenti i due rappresentanti delle nostre Case di Francia. Tra i rappresentanti del Clero secolare non dobbiamo passar sotto silenzio i nomi del Rev. Teol. Wereat, che fece poi il discorso di chiusura dell'ottavario, ed il Rev. P. Murnane, ambidue Rettori delle Missioni più vicine alla nostra.
Arrìvati tutti in presbiterio, ed indossati i Vescovi i sacri indumenti, s'incominciò la S. Messa. Mons. Butt assisteva pontificalmente e Mons. Cagliero celebrava pure pontificalmente.
La Chiesa gremita di popolo devoto, il presbiterio alquanto elevato ripieno di tanti personaggi, fra cui spiccavano i due Vescovi mitrati, era uno spettacolo affatto nuovo ed imponente per quella popolazìone, che ne rimase profondamente impressionata.
Le cerimonie, sotto la guida di D. Federico Barni, ed il canto sotto la direzione di D. Eugenio Rabagliati (altri due preti di quella Missione Salesiana), procedettero con vera soddisfazione. La cantoria era formata da un coro di circa 50 tra giovani ed uomini, tutti cattolici di Battersea. Essi eseguirono un'armoniosa e soave Messa del M°. Murphy e meritaronsi grandi encomii anche dai giornali protestanti. Anzi sappiamo che molti Protestanti, allettati dal canto, decisero di intervenire ad altre funzioni dell'ottavario. - Voglia Iddio attirarveli ancora altre volte ed in gran numero, e per mezzo del canto ecclesiastico e lo splendore delle sacre funzioni, aprir loro gli occhi, farli rientrar in se stessi ed ammetterli nel grembo della vera Chiesa.
(1) I giornali cattolici che più interessarono i loro lettori dello nostro feste di Londra, oltre a parecchi esteri, vi furono l' Universo, il Catholic Times, il Weekly Herald, e specialmente il Catholic Standard. A tutti questi giornali ed anche agli altri protestanti già accennati noi porgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti.
(2) V. Bollettino di Settembre 1892.
Al Vangelo salì sul pulpito il Rev. P. Fletcher, una volta membro della Chiesa Anglicana, poi, convertito, zelante promotore e capo della Lega o Confraternita per la conversione dell'Inghilterra, uomo insigne per ogni riguardo, e con nobile parola cominciò a dire come, oltre ai consolanti pensieri che sempre si disposano coll' apertura di una nuova Chiesa cattolica, altri non meno consolanti ed istruttivi venivano suggeriti dalla Domenica corrente XXI dopo Pentecoste e dal nome che prende la novella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Egli nella sua umiltà disse che avrebbe desiderato di lasciare a mani più esperte di portare dal Cielo il primo messaggio in quella nuova Casa di Dio e porta del Cielo (Gen. xxviii, 17). Nondimeno facendosi animo, gli parve di poter co' suoi uditori salire il primo gradino della scala di Giacobbe, alla cui cima vi sta Iddio. Disse quindi di voler discorrere di ciò che debbono fare i Cattolici in Inghilterra, per accondiscendere al Cuore Sacratissimo di Gesù Cristo che desidera siano salvi tutti gli uomini, e per osservare l'ammaestramento che dava il Vangelo odierno del servo iniquo che, avendogli Iddio perdonato il debito di diecimila talenti, non volle perdonare al suo conservo che dovevagli solamente cento dinari.
Impossibile ci sarebbe di qui riportare per intiero lo splendido discorso che il sullodato P. Fletcher fece seguire ad un tale esordio. Ne diremo in breve la sostanza.
Un tempo che l'India contava 250 milioni di abitanti, di cui appena due milioni e mezzo Cristiani, e di questi soltanto uno e mezzo Cattolici, il S. Padre il Papa la considerava come terra di Missione, ed i Sacerdotì che colà si recavano e si recano sono detti Missionarii. L'India fu pur detta essere la gemma più splendida della corona inglese. La corona e la cornice, dove questa gemma fu incastonata, è l'Inghilterra. Ma ohimè! che sfortunatamente questa corona ha perduta la sua bellezza e lo splendore delle sue gemme si è offuscato. All'Inghilterra fu rubata la Fede, ed ora si deve lavorare per ridonargliela. L'Inghilterra quindi, al pari dell'India, è divenuta una terra di Missione, e l'opera dei Sacerdoti tutti in Inghilterra è la medesima che quella dei Sacerdoti che vanno nella Colonia imperiale. Come da spirito missionario fu mosso D. Bosco a mandare i Salesiani, con a capo Mons. Cagliero (presente), nella Patagonia e nella Terra del Fuoco, così dallo stesso spirito fa mosso a mandare i suoi figli a Battersea. Da questo spirito è mosso il Vescovo Diocesano, pure presente, Mons. Butt, ad allevare novelli leviti nel Seminario da questo spirito fu mosso il Successor di D. Bosco, D. Rua, a far edificare la muova Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. I Salesiani a Londra, come tutti gli altri Sacerdoti , ci sono per far da Missionarii in mezzo a quel popolo che ha perduta la vera Fede. - Ma questo spirito non dev' essere confinato ai soli preti; anche il popolo dev'essere missionario.
Nella Cina e nel Giappone, quando più infierivano le persecuzioni, i Sacerdoti venivano uccisi, ma la lampada della Fede era sempre tenuta accesa dai vecchi nei villaggi: essi erano che istruivano i loro figli nel Catechismo, essi che li battezzavano, essi che li rendevano figli della Chiesa ed eredi del Paradiso. I Cattolici di Londra devono imitare sì nobile esempio ; essi devon cercare di aiutare i Sacerdoti ad attirare alla Chiesa Cattolica, la porta sicura del Cielo, molti de' loro fratelli che hanno smarrita la retta via. I Cattolici di Battersea, ora che possono andar gloriosi di possedere una sì bella Chiesa, vedano di aumentare il loro numero. - È vero che i Protestanti hanno rubato ai Cattolici splendide Chiese, magnifici Santuari ed hanno devastato ogni cosa più sacra che questi possedevano; ma ricordando che Iddio nel Sacramento della Penitenza a noi pure ha perdonato e perdona grossi debiti; ricordando che Gesù Cristo pendente dalla Croce ha chiesto perdono pei suoi crocifissori; ricordando che i Protestanti, benchè fuori di via, pure sono nostri fratelli in Cristo, l'esimio oratore esortava i Cattolici a non imitare il servo iniquo del Vangelo, ma a voler pregare ed operare affine di trarre alla vera Chiesa nuovi fratelli , mentre dolcemente insisteva presso di quei Protestatiti che per sorte lo ascoltavano a voler rientrare in se stessi, riflettere e studiare, e qualora Iddio loro facesse la grande grazia di aprir loro gli occhi, come con lui fece, non indorassero i loro cuori, ma tosto si ricoverassero in grembo a quella Chiesa, che, avendo per Capo il Sommo Pontefice, è la vera fondata da Gesù Cristo, e la sola che assicura la vita eterna.
Quanto fosse opportuno questo discorso non è chi nol vegga. Si trattava di eccitare i Cattolici a render grazie a Dio, che loro ha finalmente dato una Chiesa cattolica; e qual miglior ringraziamento potrebbero dargli che procurare di accrescere il numero di coloro che sinceramente lo amino e lo servano nella sua vera Chiesa? Inoltre vi erano presenti molti Protestanti; propizia quindi era l'occasione d'insistere presso i Cattolici che coadiuvassero coi Sacerdoti per trarre sul retto cammino i traviati fratelli. Non era una polemica, la quale in Inghilterra riuscirebbe piuttosto nociva, essendoci molti Protestanti di buona fede ; sibbene una duplice cordiale preghiera, ai Cattolici, perchè facessero da missionari, ai Protestanti, perchè studiassero, riflettessero e poi decidessero. E tanto piacque questo discorso anche ai Protestanti stessi , che ne fecero un lungo cenno in uno dei loro giornali « The Battersea Herald ».
Disceso il P. Fletcher, continuò il S. Sacrìficio, che terminava alla una dopo mezzogiorno. Al suono d'harmonium d'una marcia trionfale, eseguita dall'organista della Missione, il clero processionalmente ritornava in sagrestia seguìto dai due Eccellentissimi Vescovi, mentre la folla lentamente usciva dalla porta che mette in Trott-Street, dove stava aspettando per entrare un' immensa moltitudine compatta di gente, che non aveva potuto durante il pontificale.
SERA.
Alle 3 1/2 pom. doveva incominciare la breve funzione per i ragazzi. Questa consisteva nella spiegazione di qualche punto del Catechismo, nella recita di alcune preghiere e nella Benedizione del SS. Sacramento. Non è a dire quanto volontieri fossero accorsi tutti i giovanetti cattolici. Essi erano felici di riprendere il corso delle istruzioni religiose nella nuova Chiesa del S. Cuore; erano beati di potersi raggruppare intorno ai Sacerdoti, per lodare e ringraziare il Signore del grande benefizio concesso alla Missione, e per pregarlo di benedire tutti i loro Benefattori.
Verso le 7 pom. la Chiesa nuovamente si riempiva di fedeli per assistere ai Vespri solenni e per udire la eloquente parola del Rev.m° Can. Akers. Come al mattino, vi erano molti Protestanti e buon numero di rappresentanti della stampa cattolica e protestante.
Ai Vespri, cantati pontificalmente da S. E. Rev.ma Mons. Cagliero, assistevano D. Rua e D. Albera, e facevano da diacono D. Barberis, suddiacono D. Bonavia e da pivialisti D. Bologna e D. Ronchail. Era presente buon numero di preti secolari e regolari. I cantori eseguirono i Vespri della Dedicazione della Chiesa in latino ed in canto fermo studiato sul Metodo di D. Pothier. Quel bel coro di voci, che tanta perizia aveva mostrato al mattino nella musica, non minore ne addimostrò la sera nell'eseguire le gravi ed armoniose note del canto ecclesiastico. Era questa la musica del cuore, che, tutto compreso della santità del luogo ove si era, erompeva in inni di lode e di ringraziamento a Dio che l'aveva scelto per sua abitazione. Ammirati e profondamente coni mossi ne erano tutti i fedeli. I giornali cattolici e protestanti ne fecero entusiastici encomii.
Finiti i Vespri, montò in pulpito il Rev.mo Can. Akers, quegli stesso che l'anno scorso predicò alla posizione della pietra fondamentale di questa Chiesa (1). Egli prese per testo il versicolo 8 del Capo xix del II Libro de' Re che dice : Surrexit ergo rex, et sedit in porta, et omasi populo nuntiatum est quod rex sederet in porta, venitque universa multitudo coram reggi : Il Re Davìde, per consolare gli afflitti suoi servi, s'alzò e si pose a sedere sulla porta della città e tutti in folla si presentarono a lui; e ne fece bellamente l'applicazione a Nostro Signor Gesù Cristo. - Gesù Benedetto, per amore di noi suoi servi, prende umana carne, si assoggetta ad una vita di stenti e di fatiche, si lascia porre sopra di una croce e muore. Egli risorge, sale al Cielo, ma Egli non abbandona i suoi servi : prima di morire Egli ha escogitato un modo mirabile di rimanersi sempre con loro. - E qui s'intrattiene alquanto a parlare della reale presenza di Gesù nella SS. Eucaristia. - Davide sedette alla porta della città ; Gesù Cristo colla sua reale presenza ferma sua sede in questa nuova Chiesa, che i poveri Salesiani hanno innalzato in mezzo o del poverissimo quartiere di Battersea. Davide sedette alla porta della città per consolare i suoi servi: Gesù Cristo sta qui in questa Chiesa pronto sempre ad ascoltare noi, ad esaudire le nostre preghiere, a soccorrerci nelle nostre tribolazioni. - Ma v'ha di più. Gesù Cristo si è fatto cibo delle anime nostre. Tutte le volte che noi vogliamo, possiamo ricevere la Santa Comunione. Oh! bontà grande di Dio ! Egli si fa cibo dell'anima nostra, per confortarci nelle afflizioni di questa misera vita, per guidarci a camminar sempre nella retta via, per facilitarci il pellegrinaggio alla eterna Gerusalemme. - Ancora : Davide sedette alla porta della città per aspettare ivi il popolo che venisse. Gesù invece non si rimane solamente in questa Chiesa ad aspettare che noi lo veniamo a trovare, ma viene Egli stesso a casa nostra. Quando noi ci troveremo negli ultimi momenti di nostra vita, quando lotteremo colla estrema agonia, Egli verrà a noi, verrà per incoraggiarci, verrà per rallegrarci a passare dalla porta, che è la Chiesa cattolica, alla città, che è il Paradiso. - Però non si deve abbandonare Gesù Cristo, non si deve lasciar solo in Chiesa; bisogna venire a trovarlo sovente, bisogna accostarsi ai SS. Sacramenti, che sono i canali per cui Iddio comunica la sua grazia, bisogna ricordarsi di Lui, nè mai posporlo alle vanità di questo mondo, affinché non abbia un giorno a dirci, quando Egli sederà a nostro giudice: Io non vi ho mai conosciuto: Numquam novi vos (MATTH. VII, 29.).
Questi sono in breve i punti dell'accalorato discorso tenuto dal Rev.mo Can. Akers. Fu un vero fervorino sulla SS. Eucaristia, che durò per più di venti minuti ed eccitò in tutti vivi sentimenti di amore verso di Gesù Sacramentato. Molta impressione deve aver fatto ne' Protestanti presenti quel suo stendere le mani verso del Tabernacolo ; giacchè un loro giornale « South Western Star » lo notava con piacere nella rassegna che ne fece.
(1) V. Bollettino di Settembre 1892,
Terminato il discorso del Can. Akers, incominciò ad ordinarsi la processione che doveva aver luogo nèll'interno della Chiesa.
Dietro la Croce con accoliti, fra cantici sacri, scendeva dal presbiterio il piccolo clero, formato da giovanetti e da uomini cantori, i quali lentamente sfilarono per la navata centrale; quindi venivano una ventina di bambine bianco-vestite, attornianti un superbi stendardo del S. Cuore in velluto rosso e riccamente ornato in fil d'oro, dono d'una signora di Londra, e spargenti fiori sul pavimento per dove doveva passare il Figlio di Dio. Seguivano i Sacerdoti in piviali e tunicelle, e poi sotto il baldacchino, in un mare di luce, procedeva il SS. Sacramento portato da Mous. Cagliero. Era uno spettacolo commovente di fede! L'immensa folla di Cattolici e di Protestanti, al passaggio del divin Salvatore, come tutti di uno stesso sentimento, riverenti curvavansi ad adorare l'infinita Maestà di quel Dio, che per amore degli uomini si nasconde sotto le umili apparenze di pane. Stante la calca che vi era, non fu possibile che percorrere un mezzo giro della navata di mezzo. Si ritornò all'altare, e cantato un solenne Tantum ergo in musica, Mons. Cagliero col Santissimo impartiva la S. Benedizione. Ed il buon Dio, in quella sera di tanta solennità, certo avrà benedetto di cuore a quella sterminata moltitudine di fedeli divoti, non esclusi i Protestanti, do' quali noi speriamo non pochi avranno di qui a ripetere il principio della loro conversione al Cattolicismo.
Tutti i giorni dell'ottavario, com'era annunziato nel Programma, oltre alle Messe lette alle ore 6, 7, 8, 9 e 10, alle quali si notò sempre gran concorso di popolo ed un bel numero di S. Comunioni, alle 11 del mattino fuvvi Messa cantata, ed alle 7,30 della sera Vespri, Predica e Benedizione col Santissimo.
Al Mercoledì ebbe luogo nel pomeriggio la prima Conferenza Salesiana in quella nuova Chiesa. Il tempo era bello, ma essendo giorno di lavoro ed il quartiere essendo tutto operaio, in quell'ora non vi potè essere grande affluenza. Conferenziere fu il Rev.m° P. Bourne, Rettore del Seminario Diocesano e grande ammiratore dell'Opera di D. Bosco. Egli trattò da maestro i punti seguenti 1° Chi fu D. Bosco e quale sia la nota caratteristica dell' Opera sua; 2° Chi sono i Cooperatori Salesiani e quali cose debbono fare per cooperare all'Opera Salesiana. Egli esortò i fedeli intervenuti ad aiutare la Missione Salesiana di Battersea, la quale, mentre si mantiene unicamente sulla Provvidenza di Dio, molto ancora ha da fare per ottenere lo scopo prefisso. Egli intendeva parlare dell'Ospizio, che si vuol fondare accanto alla Chiesa del S. Cuore, a vantaggio della gioventù povera ed abbandonata, la quale in un'immensa metropoli come Londra ognun può immaginarsi quanto sia abbondante.
La domenica 22 ottobre era l'ottava della solenne dedicazione della novella Chiesa del S. Cuore di Gesù in Londra ; quindi si celebrò con gran pompa la chiusura delle grandiose feste Salesiane in quella città. Alle 11 del mattino cantò Messa il Direttore di quella Missione Salesiana, D. Carlo Macey, e predicò con apostolica unzione il Rev. Padre Bernardino, Cappuccino.
Alla sera, oltre alle funzioni pei ragazzi come la domenica precedente, a ora tarda si cantarono solennemente i Vespri, dopo cui il Rev. P. Whereat, Rettore della Missione di Mount-Carmel e successore dell' antico nostro buon amico il Rev. P. Connolly, intrattenne l'affollato uditorio ragionando dell'amore e dei benefizi del S. Cuore di Gesù, specialmente verso di quella Missione. Egli prendeva per testo quel versicolo del Salmo Cxv : Quid retribuam Domino pro omnibus, quae retribuit mihi ? Che renderò io al Signore per tutte le cose che Egli ha dato a me ? ed esortava specialmente i Cattolici di Battersea alla riconoscenza verso Dio ed a voler corrispondere alla sua divina grazia. E proprio allora, dopo otto giorni di invidiabili feste, nelle quali poterono esperimentare i vantaggi di una pubblica Chiesa cattolica, quei fedeli andavano esclamando : - Veramente buono e misericordioso fu il Signore verso di noi! - Poscia fuvvi, nell'interno della Chiesa, la processione ad onor di Maria Ausiliatrice, Patrona speciale dei Salesiani. Terminata la quale e giunti i Sacerdoti in presbiterio, si espose il SS. Sacramento, s'intonò un solenne Te Deum di ringraziamento, si cantò ancora un Tantum ergo in musica, e D. Rua impartì la santa Benedizione.
Così si chiudeva l'ottavario delle feste per la consacrazione della Chiesa Salesiana del S. Cuore di Gesù in Londra, ottavario ricco in grazie e che lascierà un ricordo indelebile specialmente nei cuori dei Cattolici di Battersea, dei Salesiani di quella Missione e di tutti quei nostri Superiori e Cooperatori che ebbero la fortuna di potervi assistere.
Noi siamo sicuri che, se vivesse tuttavia il venerato nostro Padre D. Bosco, il suo cuore esulterebbe di santa allegrezza al leggere le confortevoli parole che i nostri vigilanti Pastori in solenne adunanza hanno indirizzate ai loro fedeli per raccomandare i libri scolastici che escono dalle Tipografie Salesiane.
Sanno i nostri lettori che D. Bosco, quando si propose di mettere su i laboratorii nel suo Oratorio di Torino, e specialmente quello della Tipografia, aveva in animo di rivolgere tutte le cure sue e quelle de' suoi più intimi Cooperatori a ristorare la piaga che divorava le pubbliche scuole, con edizioni economiche e purgate di libri voluti dai programmi Governativi. Gli stava innanzi il pensiero di S. Francesco di Sales, che in altri tempi, gravi al pari dei nostri, coll'arte della stampa riuscì a diminuire l'opera malvagia degli eretici ed a diffondere solenni verità in mezzo ai fedeli. Nè meno vantaggiosa credeva l' opera sua per le scuole italiane. E noi che ricordiamo quei primi progetti del santo Uomo, e pensiamo alle difficoltà che dovette incontrare, e felicemente seppe superare con la sagacia della sua mente e con la tenacità dell'animo, disposto a tutto tollerare per salvare il gregge del Signore dai gravi pericoli di pascoli avvelenati, sentiamo maggior venerazione a Lui che presagiva la sicura vittoria.
Ed anche in vita ebbe la consolazione di veder l' opera sua approvata e benedetta da uomini secolari ed ecclesiastici; e chi lodava la mitezza de' prezzi, chi la purgatezza del dettato, e tutti poi l'aver saputo provvedere a tempo ad un grave e sentito bisogno. Oh veramente il grand'Uomo, pieno di Dio, pensoso ed addolorato per il male che vedeva inondare le nostre scuole, fin dall'anno 1868, cercò di portare un salutare rimedio ed omnia instauravit in Christo!
Il Signore ha voluto che facessimo anche noi le nostre fauste nozze d'argento, (giacchè in quest' anno corre appunto il vigesimo quinto delle nostre Edizioni de' Classici italiani e latini) con questo so lenne attestato dei nostri Arcivescovi e Vescovi.
Lo mettiamo qui a lode del passato ed a conforto e sostegno dell'avvenire.
Il venerabile D. Giovanni Bosco, perfetto conoscitore dei bisogni, dei tempi e dei pericoli che sovrastano alla gioventù, procurò una collezione di Classici latini ed italiani saggiamente castigati, ed una scelta di testi estratti dai libri dei Santi Padri, così che il giovane può attingere il bello dalla classica letteratura senza alcun nocumento, ed anche informarsi allo spirito della cristiana pietà mediante la dottrina dei Padri. La Congregazione Salesiana nella sua grande Tipografia dell'Oratorio in Torino continua fedelmente l'opera del Suo Fondatore D. Bosco, e prende impegno di provvedere ai Seminari ed ai Collegi dette opere di testo a prezzo minimo, appena le se ne faccia richiesta (1) ».
Noi con animo riverente e commosso ringraziamo i venerandi nostri Vescovi dell'elogio che han voluto fare alle nostre Edizioni, siano latine siano ìtalìane, ed osiamo alzare una preghiera, che vogliano, quali vigilanti sentinelle, assisterci sempre con carità, perchè non abbiamo mai la disgrazia di allontanarci dalle gloriose e sante tradizioni a noi lasciate da D. Bosco e continuate dal virtuoso di Lui successore.
E come oggi ringraziamo per le lodi che ci si vollero tributare, riceveremo con pari docilità e grazie quei suggerimenti di migliorie che si credessero opportune, per ottenere lo scopo di diffondere onestamente i libri a vantaggio ed a salute della gioventù studiosa.
(1) Dalla LETTERA CIRCOLARE dell'Episcopato delle Provincia di Vercelli e Torino al Venerando Clero, redatta il 14 Giugno 1893, in seguito alle Conferenze Episcopali tenute in Vercelli.
Dalla suddetta Lettera Circolare dell'Episcopato del Piemonte togliamo pure il seguente brano riguardante l'insegnamento del Catechismo
L'insegnamento della Dottrina Cristiana, così gli Eccellentissimi Prelati, di sua natura importantissimo, richiede nei tempi nostri si raddoppi di zelo nell'impartirlo specialmente ai giovani. I fanciulli aprono la mente alla malizia ed al peccato, prima che alla cognizione di Dio e della virtù. L'ambiente in cui vivono generalmente è guasto, e senza avvedersene crescono nello spirito d'indifferenza, se pur non devesi dire totalmente avversi alla religione: Bisogna scuotersi, operare, e far sì che il catechismo penetri nella famiglia, e sia guida sicura pei piccoli e pei grandi. Raccomandiamo perciò caldamente ai Signori Parroci, che nulla trascurino di ciò che può essere utile al conseguimento del migliore risultato in proposito. Si moltiplichino i catechismi ed i catechisti, si distribuìscano secondo le forze libri popolari, adatti per istruire anche i semplici nella religione; s'impiantino Oratori festivi, dove cogli allettamenti propri della gioventù si raccolgano i giovani alla scuola dell'educazione ed istruzione cristiana. Si procuri di promuovere nelle rispettive parrocchie la Compagnia della Dottrina Cristiana, cotanto adatta per raccogliere il laicato intorno al Parroco e prestargli braccio forte nell' insegnamento religioso. - I vantaggi, riportati da S. Carlo Borromeo col mezzo degli Oratori festivi, sono incalcolabili, ed anche al presente, dopo tre secoli, sono manifesti in quelle Parrocchie, dove i sacerdoti con carità ed abnegazione prestano l'opera loro. - I sacerdoti tutti ed i cattolici capaci di spiegare il catechismo, o di assistere i giovani, o concorrere con regali e premi, si stringano intorno al Parroco, e concordi lavorino per dar un indirizzo cattolico alla gioventù. »
Questa raccomandazione degli Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi del Piemonte noi la rivolgiamo a tutti i nostri Cooperatori e Cooperatrici, a tutti i nostri lettori e lettrici. Essi sanno che lo scopo primario dei Salesiani di D. Bosco si è appunto di dare una conveniente istruzione religiosa alla gioventù specialmente povera ed abbandonata, che ai giorni nostri corre grandi pericoli. A tal uopo si sono aperti e si van tuttora aprendo in varie parti d'Italia e dell'estero molti Oratorii festivi, molti Ospizii, molte Case di educazione. Ed in questa santa impresa D. Bosco desiderava che gli dessero mano, ciascuno nel proprio paese, nella propria parrocchia, tutti quei cattolici che si aggregassero alla Pia Associazione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane, ad imitazione di quei buoni Signori, ecclesiastici e laici, nobili e borghesi, uomini e donne, che, nei primordi della sua grande istituzione, chi predicando e chi catechizzando ed assistendo, impiegavano le loro forze ed anche le loro sostanze a vantaggio dei giovanetti che intorno a lui si raccoglievano.
Oh! quale aiuto potrebbero recare ai Parroci i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane! Ad onor del vero ed a comune incoraggiamento, lo diciamo, molti già vi sono che formano un valido appoggio ai loro Parroci, prestandosi a spiegare il Catechismo ad una classe in Parrocchia ed assistendo la ricreazione, ove vi ha l'Oratorio festivo; altri provvedendo premi per i giovanetti più assidui e diligenti, ed altri facendosi venire in Parrocchia mensilmente varie copie delle Letture Cattoliche che producono tanto bene in mezzo al popolo.
Noi vorremmo che l'esempio di costoro venisse più largamente imitato a vantaggio della povera gioventù, da ogni parte insidiata in questi tempi, a consolazione della Chiesa ed a conforto dei nostri Pastori.
La catastrofe di Santander ed il patrocinio di Maria SS. verso dei Salesiani e loro Cooperatori.
Le prime tristi notizie portateci dal telegrafo dello spaventoso disastro che ha colpito la città di Santander il 3 novembre u. s. ci avevano messi in gran timore sulla sorte di quei nostri confratelli. La loro Casa è a poche centinaia di metri distante dal porto, dove avvenne l'orrendo scoppio del vapore Cabo-Machichaco. In quell'ora poi essi dovevano avere in Casa oltre a 300 giovanetti esterni, che frequentano quelle Scuole Salesiane. Il nostro cuore quindi era in trepidazione anche per la sorte di questi bambini. Ci affrettammo pertanto a telegrafare ai Salesiani ed all'Eccellentissimo Vescovo di Santander per sapere qualche cosa di sicuro e ne avemmo le seguenti risposte:
I.
« Grazie a Dio ed alla protezione di Maria SS., questa Casa Salesiana non ebbe a patire nessuna disgrazia personale nell'orribile catastrofe del giorno 3. Ammirammo in questo fatto la visibile protezione della nostra buona Mamma Maria Ausiliatrice. Gli effetti dell' esplosione del Cabo- Machichaco sono terribili ed incalcolabili. Enormi pezzi di ferro, tizzoni ardenti vennero lanciati a distanze immense, producendo dovunque incendii, stragi e morti. Noi che ci troviamo ad alcune centinaia di metri dal porto, dopo l'orribile scossa, vedemmo noi pure cadere davanti alla nostra Casa, in mezzo al nostro cortile, dentro della Scuola di musica pezzi grossissimi di ferro e lunghe travi; ma, grazie a Maria Santissima, che noi veneriamo quale una Madre tenerissima, non abbiamo a lamentare nè incendio, nè ferimenti, nè morti. E dire che in quel mentre quasi tutti i nostri trecento giovani si trovavano con noi in cortile a fare ricreazione, ed i musici nella loro scuola a suonare. - Ma io debbo dire di più. Maria Ausiliatrice ha protetto ancora in un modo speciale i nostri Benefattori e le famiglie dei nostri giovanetti. Poche sono le disgrazie accadute a queste famiglie, e nessuna ai nostri Benefattori. Molti di questi poi loro affari si trovavano sul luogo stesso del disastro, ma ne poterono uscire illesi. Uno fra gli altri, che tiene un immenso magazzeno di legnami a soli venti metri dal porto e che l'anno scorso di questo suo magazzeno ci aveva regalato per le nostre costruzioni materiale equivalente a quindicimila lire circa, si vide in fiamme tutt'all'intorno grandi palazzoni e due lunghe vie intiere, ed il suo magazzeno ed il suo palazzo intatto e tutte le persone di sua famiglia senza disgrazia alcuna.
Questi casi ci fanno toccare con mano quanto Iddio ci voglia bene, e quanto Maria Ausiliatrice protegga noi, i nostri giovani ed i nostri Benefattori. »
II.
« La Spagna è profondamente afflitta e l'Europa spaventata per la catastrofe accaduta a Santander nel giorno 3 novembre.
» L'elegante, la ricca e popolosa città di Santander sul golfo di Guascogna, è quasi distrutta.
» Non descrivo l'orrenda disgrazia, perchè, se non sarebbe inutile, sarebbe per lo meno superfluo. I giornali tutti sono pieni di queste relazioni. Ciò solo che a me importa far sapere e notare si è che la mano di Maria SS. Ausiliatrice, sempre vigile, ognora sta stesa su coloro che sono benemeriti dell'Opera sua diletta, l'Opera di Don Bosco.
» A migliaia si contano in Santander le vittime dello scoppio del vapore Cabo-Machichaco, accaduto il giorno 3. Questo bastimento per il carico che portava non era da considerarsi una nave, ma piuttosto uno straordinario brulotto, un'immane torpedine, una vera macchina infernale. Mille settecento casse di dinamite di 55 chilogr. cadauna, casse e barili di petrolio, spirito di vino e varie tonnellate di travi di ferro, di quelle che si usano per le fabbricazioni, formavano il carico. Il Cabo-Machichaco andò in mille pezzi ; il petrolio come pioggia di fuoco cadde sulla città, sviluppando ovunque incendii. Le barre di ferro, i pezzi della rotta nave volarono in ogni parte seminando la rovina, lo sterminio, la morte. Travi del peso di una tonnellata furono balestrate alla distanza di oltre un chilometro, e nella loro caduta produssero la rovina di case solidissime. I morti contati per questa catastrofe superano i 700 e ad oltre il doppio i feriti. Quasi due giorni e due notti arse la città e le scene di dolore, di disperazione sono indicibili.
» In tanta calamità, visibile apparve l'aiuto della nostra buona Madre Maria Ausiliatrice. Una pioggia di tizzoni ardenti cadde sul tetto di legno della nostra Casa in via De-Viñas, N. 7, senza produrre incendio. Una trave di ferro di oltre 270 chilogrammi come un ariete lanciato dal cielo cadde di punta sul tetto, proprio come un fulmine, perforò una volta e venne a cadere nella scuola di musica, mentre stavano maestro ed allievi, e non fece danno a nessuno. Inoltre moltissimi nostri Cooperatori furono miracolosamente salvi, e lievi danni soffrirono nella roba. Come più palese l'aiuto della nostra buona Madre Maria Ausiliatrice?
I Figli di D. Bosco a Trento.
Leggiamo nel numero 123 della Voce Cattolica di Trento
« Ecco una notizia che certamente sarà salutata con viva gioia da tutto il Trentino. Fin dalla scorsa primavera era corsa la voce che i Salesiani avrebbero aperta nella nostra città un proprio Istituto a beneficio della gioventù povera ed abbandonata (1). Adesso possiamo annunziare che quello che era desiderio è divenuto un fatto compiuto. Coll'appoggio di egregie e caritatevoli persone poterono comperare la casa di proprietà Tambosi, situata in via S. Bernardino, di fronte ai Sordo-muti, la quale, e per disposizione interna e per il vasto piazzale che chiude in mezzo, si presentava molto adatta allo scopo. In settembre si diede mano ai lavori, ed ai primi d'ottobre essendo compiuto un dormitorio, una sala di studio e la cucina, i Salesiani ancora al principio dell'anno scolastico vi poterono ospitare 24 alunni convenuti dalla città e dalle vallate per frequentare il pubblico ginnasio. Intanto i lavori di riattazione continuano, e prima della fine del 1894 si spera che la casa potrà accogliere un centinaio di ragazzi. Ognuno può facilmente comprendere il grande vantaggio morale e materiale che apporterà alla nostra città e a tutto il Trentino questa nuova istituzione, quando pensi che i Salesiani si propongono di avviare agli studii, alle arti od a qualche mestiere principalmente ragazzi poveri ed abbandonati, che più degli altri sono esposti al pericolo di incamminarsi per la via del vizio e del malcostume. La nuova Casa dei Salesiani sarà una vera benedizione per molti , e ne abbiamo una caparra nei sorprendenti effetti che i Salesìani dappertutto riportano a bene della gioventù pericolante. Non dubitiamo, i figli di D. Bosco, che con tanto plauso dirigono nella nostra città l' Orfanotrofio Crosina-Sartori, incontreranno il favore della cittadinanza e delle popolazioni delle vallate, e gli abbienti non mancheranno di appoggiare le loro opere, che dovunque portano l'impronta della benedizione celeste e dimostrano che provvidenziale è la loro missione.
(1) Essi dall'Ottobre del 1887 amministrano l'Orfanotrofio Crosina-Sartori loro affidato da quell'Amminiastrazione
Altri Salesiani nel Canton Ticino.
I Salesiani di Mendrisio, come altra volta dicemmo, si sono trasferiti a Balerna, avvantaggiando assai per ogni aspetto. Ed ora da Torino sono partiti altri Salesiani per recarsi a prendere la direzione di un nuovo Istituto pure nel Canton Ticino.
« Coi primi di novembre, così scriveva nell'ottobre scorso un corrispondente del Ticino all'Italia Reale di Torino , coi primi di novembre avremo un nuovo Istituto diretto dai figli di D. Bosco, in un paesello pochi chilometri lungi da Lugano.
Moriva pochi anni or sono a Parma un certo professore Matteo Rusca, nativo di questo paesello, che chiamasi Gravesano, dopo avere passata la sua vita ad educare la gioventù in quella città, e lasciava erede fiduciario del suo pingue patrimonio certo avv. Domenico Tognetti, dello stesso paesello nativo, il quale pensò ad occupare quei beni in vantaggio della gioventù di quei contorni.
Fece innalzare un superbo edificio, perchè servisse per una scuola d'arti e mestieri perfezionata, essendo i nostri Ticinesi inclinati alle arti, specialmente alla pittura, alla scoltura ed arti affini.
» Questo signore, osservato bene l'elemento educatore nelle nostre sfere governative, pensò, per non tradire la gioventù, di dare alla medesima per educatori i Salesiani, i quali collo spirito che li anima faranno un grande bene al nostro paese, ai figli del nostro popolo. Che ne dite, o lettori? Non vi consola questa notizia, specialmente al pensiero che da Torino ci verranno gli educatori?
D. MICHELE UNIA ed i lebbrosi di Agua de Dios.
Mentre spedivamo il Bollettino di Novembre, arrivava felicemente all'Oratorio di Torino il nostro caro confratello missionario D. Michele Unia, dopo un lungo viaggio di mare sostenuto a scopo di salute. Egli sembra ancora alquanto abbattuto; tuttavia ci assicura che è di molto migliorato. La sua malattia non era la lebbra, ma una terribile idropisia con altre complicazioni. All'ora in cui scriviamo, egli già si è recato al paese natio, Roccaforte, in quel di Cuneo, ov' era tanto aspettato e dove fu segno a mille dimostrazioni di stima e d'affetto da' suoi cari compaesani. Speriamo che respirando l'aria patria potrà rimettersi totalmente nell' affare di pochi mesi.
La sua partenza da Bogotà per l' Europa ha lasciato in grande costernazione i poveri lebbrosi di Agua de Dios. Ne è testimonianza la lettera seguente che uno di essi scrisse all'Eraldo di Bogotà, da cui la traduciamo:
EGREGIO SIG. DIRETTORE,
COMPRESO dal più profondo dolore, mi permetto d'inviare a V. S. queste povere linee - pallida espressione del mio sentimento - per dar pubblica testimonianza dell'acerbo cordoglio, che ha lasciato nell'animo mio la partenza da questo Lazzaretto del nostro impareggiabile Cappellano il M. R. D. Michele Unia.
Dio volle così, poichè tutti gli sforzi per il ristabilimento della sua preziosa salute riuscirono inutili; e questo pensiero dovrebbe consolare un poco il nostro terribile abbandono. Ma, siccome il vuoto lasciato dalla sua assenza è di quelli che lasciano nel cuore solamente le persone amate tanto come il padre e la madre, il benessere e l' allegria non faran ritorno a noi, se non quel giorno in cui il Cielo, avendo compassione del nostro duolo, ci restituirà quell'anima privilegiata, degna per tanti titoli della nostra ammirazione, del nostro amore e rispetto.
Solo noi, che abbiamo avuto la buona fortuna di conoscere a fondo gli elevati sentimenti, di cui era animato il nostro amatissimo D. Unia in pro del Lazzaretto, possiamo valutare giustamente quanto grande sia la perdita, che abbiamo fatto colla sua separazione; epperciò le nostre lagrime non saran giammai bastanti per deplorarla pienamente. Voglia il Cielo restituircelo pienamente e perfettamente guarito, perchè colla sua presenza dia nuova vita ai nostri cuori, e possa il Lazzaretto, dopo molti anni, gloriarsi di possedere i suoi venerati avanzi.
Come prova del suo amore e della sua tenerezza ci ha lasciato in suo luogo il M. R. Salesiano D. Raffaele Crippa, il quale, essendo dotato di molta virtù, consolerà la nostra misera esistenza e la nostra eterna agonia; solo che, nella presente occasione, appena potrà compartire con noi la pena che ci affligge per l'assenza del nostro amato D. Unia, non essendo minore l'afflizione, da cui si trova egli pure ripieno nel vedersi separato dal suo affezionatissimo compagno e confratello. Dio voglia esserci meno rigoroso, e ci conservi la preziosa salute di quest'altro figlio dell'immortale D. Bosco, nonostante l'inclemenza del clima, l'eccesso del lavoro e le privazioni e fatiche, che tanto contribuirono a rovinare la salute del nostro carissimo D. Unia, affinchè non abbiamo anche a provare la profonda pena dii vedere ancor lui allontanarsi da noi.
ENRICO AGUILERA.
Altra lettera dello stesso tenore e firmata da una cinquantina e più di lebbrosi fu inviata al Sig. D. Rua, che la ricevette qualche mese prima che arrivasse a Torino D. Unia.
DAL BRASILE La Missione dello Stato di Matto Grosso.
Lettera di S. E. R .ma Mons. Lasagna a D. Michele Rua.
AMATISSIMO PADRE,
Botucatù, 9 Settembre 1893.
DOpo tanto viaggiare, dopo infiniti giri e rigiri, per mare, per terra, su pei fiumi, eccomi giunto finalmente a Botucatù. Credevo che dovesse essere questo il campo più importante delle nostre fatiche apostoliche a favore dei selvaggi, ma veggo ora che non potrà essere per noi se non un luogo di esercizio, e occasione, per così dire, di scaramucce.
Il campo delle grandi battaglie che dovremo dare al demonio, per strappargli tante infelici tribù, è ben più lontano ancora, più addentro, giù, giù in fondo alle sterminate foreste vergini. Anzi, per arrivarvi meglio, dovremo rifare il cammino, ritornare a Montevideo, risalire il fiume Paranà, entrare nel Paraguay, e di là spingerci fino al Matto Grosso e colà collocare il centro delle operazioni nostre. È quello indiscutibilmente il punto più strategico per l' azione efficace del Missionario. È quello il centro, il cuore della vita selvaggia di tutte le orde di indigeni. Partendo di là, dovunque uno si rivolga, s'imbatte in numerose tribù di poveri barbari.
All'Est vi sono le foreste inesplorate, le valli del Tocantins, dell'Arara; più al Nord le vallate sconfinate del Madeira, Solimoes ed Amazzoni; più all'Ovest ed al Sud tutti territori selvaggi dell'Equatore, del Perù, della Bolivia e del Paraguay. Chi può dire le moltitudini d'infelici, che menano colà, tra quelle fitte boscaglie, la vita stessa delle fiere
Orbene, io aspetto unicamente gli aiuti che ella mi ha promesso per l'anno nuovo, affin d'intraprendere questa difficile ed importante spedizione. Vi metterò mano nel mese dedicato a Maria SS. Ausiliatrice, per assicurare a quell'arrischiata impresa la protezione della Vergine benedetta, di Colei che schiacciò la cervice all'infernal dragone. Senza di Lei non si potrebbe dare un passo avanti; ed in quel mese sono tante le preghiere, tante le suppliche che da ogni parte s'innalzano a questa nostra carissima Madre Ausiliatrice, nel suo Santuario di Torino ed in cento e mille altre Chiese e Cappelle sparse per l'Italia e pel mondo intiero, che noi, affidati alla sua materna protezione, speriamo di poter sfidare i pericoli e portare innanzi lo stendardo della Croce.
Ho già preso all'uopo gli opportuni accordi col Governatore di quei Territori, che risiede in Cuyabà, e con quel santo Vescovo, l' Eccell°. Mons. Carlos d' Amour, il quale in quella città non ha seco che una quindicina di Sacerdoti, che a mala pena lo possono aiutare nei luoghi civilizzati.
da molto tempo che egli ci aspetta con ansietà. Quante lettere mi ha già scritto, quante preghiere mi ha rivolto! Ci andremo dunque col cuore pieno di coraggio e di sante speranze, e Dio voglia che possiamo, almeno in qualche luogo, far risorgere per la Chiesa di Cristo le splendide glorie che le conquistarono su vastissima scala gl'intrepidi Missionari della Compagnia di Gesù.
Ma per ottenere qualche buon risultato, di quali aiuti e di che mezzi avremo bisogno ? Anzitutto ci vorranno dei robusti e santi Sacerdoti, se dovranno reggere a quei climi, a quei cibi ed a quelle intemperie! Se dovranno trattare per mesi e per anni con quelle creature abbrutite dall' ubbriachezza e dalle guerre sanguinose, ripugnanti per la loro nudità ed ignoranza spaventosa. Con loro non c' è da sfoggiare di eloquenza, sibbene di carità paziente ed eroica, faticando senza scoraggiamenti per lunghi anni prima di raccogliere qualche frutto.
Oltracciò bisognerà lavorare la terra, seminare, sarchiare ecc. se si vorrà avere qualche alimento. Ed è per questo che noi avremo immenso bisogno di buoni laici che ci accompagnino e ci sostengano.
Come si sa, i selvaggi sono d'indole pigra ed infingarda assai, riottosi al lavoro di qualsiasi genere. Ogni loro esercizio si riduce tutto alla corsa, alla caccia ed alla guerra; cose tutte, nelle quali acquistano agilità e forza incredibile. I servizi necessarii nei trasporti, nel raccogliere frutta, nel prepararla li prestano le loro donne, che per essi sono più che schiave, vere bestie da soma.
Qui non vi sono praterie, dove la Missione possa mantenere mandre di buoi e di pecore, affin di provvedere carne e lana per i Missionaria e pei neofiti. Tutto il suolo è coperto di foreste secolari, di alberi giganteschi. Il sole è così cocente e le piogge così copiose, che a vista d' occhio crescono gli arbusti e le piante, che in pochi giorni riescono ad ingombrare affatto il terreno. Quindi per ottenere qualche frutto, bisogna incendiare prima le foreste, poscia cavare la terra per seminare, e poi sarchiare ben spesso i seminati; chè altrimenti in poco tempo ricrescerebbero fitte le boscaglie a soffocare ogni semente. Erbe fine per pascoli qui non nascono punto; bisogna formare dei prati artificiali a forza di zappa, d'irrigazioni, concimi e cure d'ogni genere.
Da ciò si può congetturare quanti sacrifici verrebbe a costare qualche vaccherella pel latte e qualche pecora per la lana.
Laonde si fa sempre più evidente che, per avviare queste genti al lavoro della terra, ci vorrà l'opera di buoni Coadiutori secolari, che possano stare sul lavoro con assiduità e con vero amore, affin di ammaestrare praticamente i selvaggi e procurare il vitto necessario alla Missione.
In questi paesi tropicali non si può avere il frumento, ma c' è la mandioca che vi supplisce; ed il grano turco ed i fagiuoli danno tre e fin quattro prodotti all'anno ed abbondantissimi. Le lattughe, i cavoli, le rape e congeneri crescono mirabilmente, ed il riso vi produce con grande abbondanza, senza bisogno di irrigazione artificiale, essendo sufficente quella che piove dal cielo.
Oh! se molti bravi contadini dei nostri paeselli del Piemonte, della Lombardia e del Veneto potessero mai sospettare che anche essi potrebbero essere Missionari non solo, ma ausiliari indispensabili all'esito delle Missioni, quanti di loro correrebbero ad associarsi all'impresa nostra ! Quanti verrebbero ad apportare il soccorso del loro braccio robusto, per far trionfare la Croce in questi luoghi deserti d'ogni bene e d'ogni luce !
E giacchè da qualche tempo si è tanto propagato l'uso di predicare conferenze ai Cooperatori Salesiani delle città e dei villaggi, io pregherei ardentemente i Conferenzisti a voler accennare a questo enorme bisogno delle Missioni affidatemi.
La grazia del Signore, io spero, susciterà qualcuno fra i nostri religiosissimi contadini d'Italia, che si risolva a raggiungere i Missionari, e così contribuire potentemente anch'egli a piantare la Croce e la Civiltà in queste terre scoperte dal grande nostro compatriota Cristoforo Colombo, gloria della Patria nostra e fulgida gemma della nostra S. Religione.
Io insisto su questo punto, o caro Padre, perchè son persuaso che, senza l'aiuto di buoni Catechisti e Coadiutori, le Missioni tra i selvaggi del Brasile e del Paraguay non potranno dare frutti durevoli e sicuri.
È di qui, dal luogo stesso, dove vedo e palpo le difficoltà della situazione, che mi rivolgo a lei per tempo, affinchè mi provveda di quanto occorre all' esito dell'impresa affidatami.
Qui sulle colline di Botucatù, poc'anzi rincorse da orde di fieri selvaggi, ora sorgono numerose e prospere fattorie, dove si coltiva su grande scala il caffè. S' è trovato che questo suolo è prodigiosamente fertile; quindi, senza badare alla distanza, vi accorre la gente, ed io mi stupii di trovare qui già più di dieci mila emigrati Italiani, quasi tutti della Diocesi di Treviso e di Rovigo.
Vi predicai varie volte, me li feci amicissimi, ed essi riconoscenti mi elessero ad unanimità Presidente Onorario della loro Società di Mutuo Soccorso. Ben volontieri accettai questa prova del loro affetto e riconoscenza, li incoraggiai ad esser buoni Cristiani, e, promettendo di fondare presto tra loro Scuole e Missioni fisse, mi dipartii lasciandoli inteneriti fino al pianto.
Il Parroco che ha cura di quella sterminata zona è pure Italiano, ottimo Cooperatore Salesiano, di Massa Carrara, certo D. Pasquale Ferrara, il quale radunò i ricchi proprietari di qui e li animò ad aiutare la fondazione di un Collegio nostro in queste lontane regioni.
Di qui i Missionari potranno facilmente andare in traccia dei selvaggi, che si sono rinselvati più addentro alla distanza di ottanta o cento chilometri, e che sempre più si sprofondano nere foreste inesplorate, a misura che si avanza la civiltà, recata generalmente colà dai nostri poveri coloni scortati da picchetti di soldati.
Ma basta per ora. Ringrazia per me tutti i nostri buoni Cooperatori della carità e benevolenza verso le Missioni nostre, e dica loro che prego Iddio, perchè li benedica e li ricompensi abbondantemente prima in questa vita e poi nella patria celeste.
E lei, caro Padre, ci abbia tutti presenti ai piedi della cara Vergine Ausiliatrice ed implori da Lei copiose benedizioni a questi suoi figli che tanto la amano.
Suo aff. figlio in Gesù Cristo
LUIGI LASAGNA
Vescovo di Tripoli.
Una visita nel centro dello Stato di S. Paolo.
REV.m° SIG. D. RuA,
Araraquara, 15 Ottobre 1833.
Le scrivo da Araraquara, città distante circa 400 chilometri da San Paolo. Vado girando pel centro di questo Stato, un poco per motivo di salute, ma specialmente per la salute della borsa. Le circostanze finanziarie molto critiche, in cui si trova il Collegio di S. Paolo, hanno determinato il mio Direttore a mandarmi in cerca di limosine, per poter sostenere i molti ragazzi poveri dell'Istituto e continuare i lavori del maestoso tempio dell'ex-voto della Diocesi al Sacro Cuore di Gesù.
Mi fermai quindici giorni a S. Carlos do Pinhal, prima tappa della mia escursione; qui starò forse altrettanto, poi andrò più lontano ancora, a Jabolicabal, e di là in altri luoghi, dove ho più speranza di ottenere qualche cosa. Malgrado il tempo sia molto improprio per causa della rivoluzione, tuttavia quasi tutti danno il loro obolo secondo le proprie forze. Si tocca veramente con mano, che il popolo Brasiliano è generoso e molto caritatevole. È cosa ammirabile ed assai commovente vedere gli stessi poveri a dare generosamente e con piacere la loro moneta: vedere dei ragazzini, alcuni anche neretti, corrermi dietro per la strada a portarmi la piccola limosina, ed altri a portarmela in casa del parroco, dove dimoro.
Oltre all'andare a battere la porta di molte famiglie del paese e dei fazendeiros (lavoranti nelle fazendas, vasti poderi, lungi dalle città, coltivati specialmente a caffè) raccomando pure la elemosina in chiesa, dove, alla domenica , faccio una predica , dopo la quale passo con qualche Sacerdote o con alcuni chierichetti a fare la colletta; non si raccoglie gran cosa, ma a forza di poco si verrà , spero, a radunare molto. Dovunque vado, sono ben accolto ed aiutato dai rispettivi parroci dei luoghi, perchè tutti conoscono i Salesiani di San Paolo ; tanto più che vado munito di lettere dell'amatissimo nostro Vescovo , Mosignor Lino, e di altre del mio Sig. Direttore.
In questa mia escursione poi, con una fava non prendo solamente due colombi, ma tre : difatti, oltre al giovare alla mia salute e alla salute della borsa, provvedo anche alla salute di molte anime, specialmente di coloni Italiani. Poveretti! In certe fazendas passano anni e anni senza vedere un prete. Quando arriva tra loro un Sacerdote Italiano, vanno fuori di sè per l'allegria. Che abbiano molta fame della parola di Dio, si conosce quando si spiega loro in chiesa il salito Vangelo; stanno tutti attenti, cogli occhi fissi nel sacerdote, e non perdono una parola; alcuni piangono di consolazione. È una pena il vedere la vita che devono condurre questi poveri emigrati! In molti luoghi soffrono corporalmente; quasi tutti poi non sentono mai una parola di conforto nè dal ministro di Dio, nè da altri. I loro figli crescono negli anni non avendo del Cristiano che il Battesimo. Se vogliono compiere il precetto pasquale, devono camminare leghe a piedi ed ore nel treno; e dopo molte ricerche trovano un prete che parla il portoghese, lingua che essi non capiscono; di modo che non rimangono per nulla soddisfatti : quindi perdono l'animo e la buona volontà. Nel territorio di S. Carlos do Pinhal andai a celebrare la Santa Messa in una fazenda di un conte, dove vi sono circa 1500 coloni ; ne confessai molti, ammisi alcuni alla Prima Comunione e feci varii Battesimi. Rimasero tanto contenti, che non mi volevano più lasciar partire. Cercai di istruire in modo speciale quei che dovevano fare la prima Comunione; ma fui sempre circondato da tutti i loro parenti, i quali coi ragazzi con tutta semplicità rispondevano, come meglio sapevano, alle mie domande, oppure ripetevano con molta ingenuità le mie parole. I piccolini dalla contentezza, col sorriso sulle labbra, mi prendevano per la sottana, o mettevano la mano sulle mie braccia come che volessero accarezzarmi.
Se del Brasile in generale si può veramente dire: Messis quidem multa, operarii autem pauci, dei poveri coloni si può dire Operarii paucissimi , vel nulli. Quando il mio pensiero si porta alle immense foreste vergini di questa Repubblica, dal cuore mi esce spontanea l'esclamazione: Poveri indi ! Ma se penso ai coloni devo pure esclamare Poveri emigrati ! Dice il Santo Padre Leone XIII, nell'ultima sua Enciclica sul Rosario, che uno dei mali precipui della presente società è il dimenticarsi gli uomini della vita futura. Ma se questo accade nelle città e paesi, dove il ministro di Dio fa udire dal pergamo la voce e la volontà del Signore, che ne sarà dei poveri coloni, in mezzo ai quali non apparisce quasi mai una veste nera ? Quomodo autem audient sine praedicante Dio abbia compassione di loro e voglia mandare operai, ma buoni operai (e non mercenari) nella sua vigna!
Amatissimo Signor D. Rua, abbia la bontà di raccomandare a Maria Ausiliatrice il Brasile, che attualmente ne ha molto bisogno, i Benefattorii di queste nostre Case ed il povero scrivente, del quale la prego a voler gradire gli umili ossequi. Mi benedica e mi creda
Suo aff.mo figlio in G. C.
Sac. FIA ALESSANDRO.
La sera del 30 Novembre u. s. dalla Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino partivano i nuovi Missionari Salesiani destinati per l'America, l'Asia e l'Africa. La Conferenza all'affollato uditorio fu tenuta dal Missionario D. Giuseppe Solari, che ora ritorna in America per la nuova Missione tra i selvaggi del Brasile. Dopo la Benedizione rivolgeva loro un commovente addio il Reverendissimo nostro Arcivescovo, Mons. Davide de' Conti Riccardi. - Nel prossimo numero daremo ampia relazione di questa conimoventissima cerimonia. Per ora raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori e delle Cooperatrici questi Missionari , la maggior parte de' quali passerà in mare quasi tutto il corrente mese.
La Madonna allontana il demonio. - In questi giorni Maria Ausiliatrice, nostra buona Madre, ha voluto darci una prova così grande del potere che ha contro gli spiriti infernali, che credo bene di farne pubblica relazione.
Una povera donna, emigrata dall'Italia fino a queste regioni, era da più anni tormentata da spiriti, contro i quali nulla valsero i mezzi umani. Il consorte di questa infelice donna, dopo d'aver esaurite le proprie sostanze ricorrendo a medici e ad una strega, si rivolse infine all' Eccell. Arcivescovo di Buenos Aires. L' Arcivescovo in tal caso credette bene di delegare un Sacerdote Salesiano che si recasse colà e procedesse agli esorcismi contro il demonio, qualora ne fosse il bisogno. Il Salesiano che dovette fare tale visita fui io stesso. Il giorno 12 del corrente agosto adunque, prima del mezzodì, dopo un cammino di oltre cento chilometri, mi trovai nel campo all' abitazione di quell'inferma. Era di sabato, giorno dedicato alla Madonna. Quella mattina ed il giorno precedente si erano fatte e non invano molte preghiere a Maria Ausiliatrice; perchè l'inferma, con sorpresa di tutti, ricevette la visita del prete cortesemente, e quando le presentai oggetti di divozione, li potè per il momento ricevere religiosamente, mentre prima diventavale insopportabile qualsiasi di tali oggetti, anche le si fosse messo indosso a sua insaputa. Tuttavia pativa ancora visioni e illusioni minaccevoli che troppo lungo sarebbe riferire.
Mi rivestii allora di cotta e stola, e le diedi la benedizione detta di Maria Ausiliatrice. L'infelice si agitava come chi sta annegando. Per non ispaventarla le feci porre addosso dai parenti, senza che essa se ne avvedesse, una medaglia benedetta di Maria Ausiliatrice. Ma quel contatto le aumentò l'agitazione e la fece dare in maggiori lamenti. Accesi allora due candele avanti ad un crocifisso, e recitai con gli astanti il s. Rosario, le Litanie Lauretane e quelle dei Santi, avendo in animo di procedere in seguito agli esorcismi, perchè abbastanti indizi aveva avuto trattarsi in quel caso di vera ossessione diabolica.
Meraviglia! Durante la prima parte del Rosario s'inginocchiò anch'essa, e più non ricacciava alcun oggetto di divozione. Nella seconda parte potei farle ripetere alcune giaculatorie : « Io sono di Gesù, vivo per Gesù, e voglio morire per Gesù » ma non potei farle ripetere alcuna preghiera contro il demonio. Prima che terminasse il Rosario però prese a pregare forte con noi con piena libertà e divozione. Terminate le Litanie, essa con universale commozione degli astanti era pienamente libera da ogni vessazione diabolica. La grazia era ottenuta. Fu un vero trionfo di Maria Ausiliatrice. La fortunata donna riconoscente di tanto favore, la dimani partì per recarsi alla nostra Chiesa di Maria Ausiliatrice in Rosario di Santa Fè, onde accostarsi ai Sacramenti e ringraziare più degnamente la Madonna di tanta grazia.
Quanti conobbero il fatto lo dichiararono un segnalato prodigio di Maria Ausiliatrice. Maria ci assista, ci aiuti, e ci salvi.
Rosario di Santa Fè (Argentina), 20 Agosto 1893.
Sac. GIULIO BELLINGERI Missionario Salesiano.
Quanto buona e potente è Maria! - REV.m° SIG. D. RUA. - Da qualche tempo mi trovava in grandissime angustie, oppressa sotto l'incubo di una grave disgrazia che tra breve doveva colpirmi. Il caso era disperato; nè mi era possibile, per quanto mi ci sforzassi, di trovare il bandolo di sì imbrogliata matassa. Ma ciò che all'uomo è impossibile, ben lo può Colei, che dall' Onnipotente ricevette sommo potere. - Spinta da un forte impulso interno ricorsi a Maria Ausiliatrice, la cui immagine il giorno innanzi aveva, per una precedente promessa, esposta nella nostra Cappella, ed in quel dì stesso incominciai con tutta la Comunità una fervorosa novena. E Maria, Madre tenerissima, volle subito far vedere quanto Le fosse gradito ch'io avessi esposta la sua effigie alla comune venerazione. Infatti contro ogni aspettazione, in men di due giorni dell'incominciata Novena potei vincere ogni difficoltà e superare ogni ostacolo. Ne sia dunque ringraziata con tutta l'espansione del cuore la Vergine Ausiliatrice!
Ma la Madre di Dio non ha limiti nel concedere le sue grazie; e per un'altra ancora io devo testimoniare la grande sua potenza.
Una Novizia di quest'Istituto, prossima alla professione, fu colpita da una malattia piuttosto seria, che in pochissimo tempo ce la ridusse in istato veramente desolante. I rimedii medici nulla valsero, ed il male progrediva a grandi passi. I genitori della Novizia tentarono un ultimo rimedio, facendo intendere che, se questo non avesse prodotto il sospirato effetto, avrebbero ricondotta a casa la figlia, contrariamente alla volontà sua. In tale frangente ricorremmo a Maria; feci celebrare una Messa nella nostra Cappella a Maria Ausiliatrice; e, porto all' inferma il rimedio indicato, dopo un'ora, con sommo nostro stupore e contentezza, vedemmo sciolto ogni pericolo e ridonata istantaneamente la salute alla Novizia da lungo tempo sofferente.
La Novizia stessa, riconoscente per sì segnalata grazia, presenta a Maria i più sentiti ringraziamenti ; e piena di riconoscenza io pure per tante grazie, desidero sieno fatte pubbliche, affinchè aumenti ognor più ed in ogni luogo la fiducia in Maria, Ausiliatrice.
In ringraziamento spedisco una tenue offerta per la celebrazione di una Messa all'Altare di Maria Ausiliatrice.
13 Ottobre 1893.
La Superiora di un Istituto Religioso.
Una novena a Maria Ausiliatrice. - Una mia parrocchiana maestra erasi ammalata gravemente. Di giorno in giorno la malattia le si faceva ognor più grave, giacchè le si era fatta una complicazione di gastrica, tifo e bronchite. Il caso pareva disperato ed anche il medico perdeva la speranza di poterla guarire. La poveretta, ricevuti tutti i Sacramenti, fu da me consigliata di rivolgersi a Maria Ausiliatrice e fare con me una novena di preghiere ad una sì buona Madre, che tante grazie concede ai suoi divoti. Si incominciò la novena, ma l'inferma peggiorava sensibilmente, anzi passava i giorni intieri in continuo delirio. Ma giunti all'ultimo giorno, come per incanto, l'ammalata incominciò a star meglio, ed il miglioramento andò vieppiù progredendo, finchè ora, perfettamente ristabilita, adempie il suo dovere di maestra. - Oh! quanto è buona la Madonna Ausiliatrice dei Cristiani! Ne sia mille volte benedetta e ringraziata.
Agra, 10 Novembre 1893.
BRICCHI D. ANTONIO Parroco.
Riconoscenza a Maria. - Riconoscente a Maria SS. Ausiliatrice delle tante grazie già da Lei ricevute, e specialmente di quella memorabile del 12 settembre del presente anno, in cui dalla miracolosa e pietosa sua mano fui strappata alla morte, mando una tenue offerta, mentre fo voti, affinchè si estenda sempre più la pia istituzione del compianto D. G. Bosco e la divozione a sì buona e tenera Madre, che sempre accoglie la supplica fiduciosa de' suoi figli.
S. Giuliano Vecchio, Ottobre 1893. PRATO-PARINI VINCENZA
Cooperatrice Salesiana.
Grazie a Maria! - Carolina Zanella rende pubblicamente le maggiori grazie a Maria Ausiliatrice, per avere sperimentata, in una lunga e grave tribolazione di spirito, la efficacia della sua amorosa protezione.
Vicenza, 18 Novembre 1893.
Can. GIORGIO DE LUCCHI Prof. del Sem.
La Madonna di D. Bosco salute degli infermi! - Una mia figlia religiosa, cara a me ed a tutti della famiglia più di qualsiasi tesoro, languiva da oltre un anno consumata e rósa da frequenti febbriciattole, la cui causa era ignota a' medici stessi, ma il cui secreto lavorio avea per conseguenza una prostrazione generale di forze, con frequenti acutissimi spasimi e mille altri malori. Le cure e le ordinazioni dei medici non valevano che ad accrescere le diuturne sue sofferenze; non mi rimaneva quindi a salvarla che un unico mezzo.... la preghiera!
Pregai, feci fare varie novene, e so d'un' amica della mia figliuola che per nove giorni consecutivi si portò al Santuario di Maria Ausiliatrice, e là più colle lagrime che colle parole supplicò la Vergine a volermi guarire la mia cara figlia. E, - Maria Maria! monstra te esse Matrem! - andava dicendole; - sana tu, che lo puoi, quella povera figliuola, consola quella desolata famiglia, conservala all'affetto mio e dell' Istituto, ed al bene di tante anime traviate. - Ed oh ! potenza della preghiera ! La Madonna, questa cara Madre ci ha esauditi. Poco alla volta, quasi direi insensibilmente, la figlia mia si riebbe, potè continuare gli uffici, di cui era incaricata, e spero continuerà a lavorare con zelo per molti anni ancora alla maggior gloria di Dio ed al vantaggio delle anime.
Porgo colla presente relazione un'offerta a testimonianza della mia gratitudine verso la Celeste Madre, da cui imploro nuovi favori per me e per la cara mia famiglia.
Torino, 15 Novembre 1893.
G. B. G.
Liberazione dalla grandine. - Per ben quattordici anni visitati dalla grandine, ci siamo rivolti a Maria Santissima, perché ce ne volesse liberare, promettendole un'offerta pel suo Santuario in Torino. Grazie alla potente intercessione dell' Ausiliatrice dei Cristiani, con gioia attestiamo che già per tre anni consecutivi la grandine risparmia le nostre campagne, anche quando visita quelle dei nostri limitrofi. Riconoscenti portiamo l'offerta promessa, e ad edificazione altrui desideriamo sia questo fatto pubblicato nel Bollettino Salesiano. In fede ci sottoscriviamo:
Cellerengo d'Asti, Novembre 1893.
Cerruti Giuseppe fu Giovanni - Gianoglio Sebastiano - Cerruti Tommaso fu Giuseppe - Biasio Filippo - Sorba Battista fu Cesare - Sorba Tommaso di Battista - Sorba Cesare fu Domenico - Lanfranco Battista fil Giovanni - Bardiga Giuseppe fu Giuseppe - Cerrato Antonio fu Giacinto - Coppino Secondo fu Antonio - Cortese Giuseppe fu Bartolomeo - Sorba . Giovanni fu Pietro - Gino Pietro di Battista - Molino Giuseppe di Melchiorre - Bardiga Secondo fu Tommaso - Pavesio Vittorio fu Domenico - Bardiga Giuseppe fu Tommaso - Sorba Battista fu Antonio - Sorba Antonio di Battista - Cerruti Firmino fu. Cesare - Rosero Antonio fu Battista - Seia Giovanni fu Giuseppe - Mignata Antonio fu Maurizio - Alisio Tommaso fu Giovanni - Acossato Lorenzo di Giovanni - Alisio Domenico fu Giovanni - Cerruti Giuseppe fu Cesare - Caretta Giovanni di Battista - Caretta Giuseppe fu Battista - Decanalis Girino fu Giovanni - Mignata Giuseppe fu Giacomo - Mileto Antonio fu Giuseppe - Sorba Domenica vedova - Sorba Antonio fu Antonio - Gino Giuseppe di Battista - Acossato Secondo fu Sebastiano - Gianoglio Gaspare fu Bartolomeo - Sorba Giuseppe fu Pietro - Ronco Maria vedova - Cauda Michele fu Giuseppe - Marnetto Luigi fu Giovanni - Cerruti Firmino fe Giuseppe - Cerruti Maurizio fu Giacinto - Cerruti Francesco fu Cesare - Cerruti Giacinto fu Cesare - Rosero Giacomo fu Battista - Arduino Giovanni fu Antonio - Goria Ignazio fu Luca - Lanfranco Anna vedova - Squillare Michele fa Giuseppe - Goria Antonio fu Ignazio - Goria Giuseppe fu Ignazio - Goria Margherita vedova - Marnetto Battista di Giovanni - Lanfranco Antonio fu Melchiorre - Bassotto Lucia di Giovanni - Seia Giovanni fu Battista - Cavagliato Fratelli - Sorba Tommaso fu Giovanni - Forneris Giuseppe fu Giacomo - Longa Domenico di Antonio - Quarone Matteo fu Andrea - Quarone Giuseppe fu Andrea - Acossato Domenico fu Antonio - Gambetta Michele di Tommaso Lanfranco Giuseppe di Giuseppe - Mignatta Giovanni di Giacomo - Sorba Secondo fu Francesco - Tamagnone Antonio fu Giacomo - Molino Stefano di Giuseppe - Fratelli Bardiga fu Antonio - Baietto Battista fu Giuseppe.
Ringraziano pure Maria SS. Ausiliatrice per segnalati favori ottenuti dalla sua potente intercessione i seguenti
Ch. Vallati Giuseppe, Soresina. - Boggio Giovanna e Lorenza, Torino. - G. Albo, Catania. - F. L. Palonghere. - Ghibaudo Maria, Palonghera. - Ctapra Eugenio, Casale Monferrato. - Samuelli Domenica, Gardone Riviera (Brescia). - Felicita Rognoni ved. Calvi, Mede - Cavallero Maria, Vesime. - Brezza Teresa, S. Stefano Roero. - C. A. servente, Torino. - Carolina Baranowscky, Firenze. - D. C. T.. Ma-derno sul Garda. - Sac. Domenico Ercolini, Professore nel Collegio di Varazze. - Sac. Giacomo Giovenale, Arciprete, Castellero. - Pozzi Margherita. - Pescali Maddalena e Massa Maria, Treviglio - Siecardi Margherita, Cornegliano - Ravioli Giovanni, Castiglione d'Asti - Vaudagna Battista, Cavallerleone - Vaudagna Francesco, Cavallerleone - Bruno D. Bernardo, Cigliano - Olivieri Angioletti, Campoligure - Cantone Elisa, Torino - Bergamino Edoardo, Giaveno - Bona D. Giovanni, Prevosto, Maglione - Cardetti Maria, Cavallerleone - Teologo D. Capelli, Torino-Sibona Domenica, Carignano-Permetti Luigi, Torino - Boggio Vittoria, Saluggia - Rubbiano Agata, Cavour- Silvestro Michele, Osasio- Castaldi Luigia S. Sebastiano - Bendo Teresa, S. Sebastiano - Barra Delfina, Torino - Borsa Giuseppe, La Morra Piemontese-Passi Paola, Castelrosso-Colmato Maria, Princa - Angeloni-Scolari Giacomina, Freno - Colino Giuaeppe, Gasegliana - Brezzo Terosa - Reviglio Martino, S. Martino Canavese - Pezzana Beatrice. Castelrosso-Bussi Chiaitredo, Moretta-Griseri Maddalena, Mondovì - Garrone Catterina, Faroceglie - Negro Marianna, Rivoli - Pigliata Francesca, Cassino - Ugo Maria, Cavour- Giovanino Francesco, S. Giusto Canavese - Arditi Angela, Chivasso - Bracco Bernardo, Verolengo - Tavella Catterina , Vigone - Negro Luigi, Vigono - Prades Teresa, Lù - Aimanini Antonia, lorica, Canavese-Tumelo Barbara, Lamporo - Bagnasaeco Cristina, Chivasso - Gili Maria Tosi, Torino - Dellaferrero Maria e Margherita, IsolabellaLusso Maddalena, Pocapaglia - Conti Teresa, Vezzano (Tirolo) -Arduino Francesco, Chivasso-Audisio Catterina, Torino.
DON BOSCO ED I BOLOGNESI
II nostro sacerdote D. Stefano Trione percorse, nello scorso novembre, varie città dell'Alta Italia per far visita ai nostri Cooperatori e Cooperatrici, e tenne Conferenze Salesiane in Vercelli, Asti, Felizzano, Tortona , Voghera, Broni , Piacenza , Bologna, Modena, Mantova, Verona, Brescia, Chiari, Cremona e Codogno. Riserbandoci a parlare delle altre nel prossimo numero , pubblichiamo per ora quanto la benemerita Unione di Bologna disse nel numero 259 sulla Conferenza Salesiana che ebbe luogo in quella città il 15 del suddetto mese.
« Abbiamo assistito ieri (15 novembre) con grande nostra compiacenza alla Conferenza da noi più volte preannunziata che il M. R. Don Stefano Trione Salesiano tenne nella vasta e monumentale Basilica di S. Domenico intorno all'opera di D. Bosco e dei suoi Cooperatori.
« Non esitiamo affermare che tutto riuscì egregiamente, e non poteva essere altrimenti, trattandosi di una festa della carità cristiana, nella quale si celebravano le glorie di uno dei più generosi, dei suoi più vigorosi apostoli, D. Bosco.
« Abbiamo constatato con piacere che il pubblico ha dato ascolto al nostro appello ; infatti, benchè giorno feriale, grandissimo era il numero degli ascoltatori e in mezzo alla folla del popolo minuto, il Clero ed il Patriziato erano molto largamente rappresentati. La Basilica, capace di oltre 15 mila persone, era per più di metà affollata.
« Dopo la recita del S. Rosario ed un po' di musica sacra, egregiamente eseguita da alcuni allievi cantori dell'Istituto Salesiano di Faenza, il conferenziere ascese il pergamo e cominciò a parlare con voce chiara ed alta tenendo desta per circa un'ora l'attenzione del numeroso uditorio.
« Egli esordì assai felicemente portando un affettuoso saluto agli intervenuti da parte del Rev.mo signor D. Rua, successore del compianto D. Bosco, e di Mons. Lasagna, che l'anno scorso venne a visitarci, e che ora trovasi nelle lontane plaghe brasiliane nell'esercizio del suo divino ministero.
« Entrò subito in argomento facendo notare che Don Bosco aveva penetrato lo spirito dei tempi. Egli aveva saputo discernere che in tanta corruzione di secolo vi erano ancora dei buoni germi, e questi erano i giovani. Egli volle salvarli, e quest'ispirazione fu quella che gli fece operare lungo il corso della sua vita cose sì meravigliose.
« A questo pulito l'oratore incominciò a discorrere degli untili inizii dell'Opera Salesiana che Don Bosco dovette sopportare prima che la sua Istituzione prendesse un sì vasto sviluppo; e tutto questo venne dal Conferenziere infiorato con episodii interessantissimi, ora lieti, ora dolorosi.
« Parlò quindi dei Cooperatori e delle Cooperatrici salesiane, che D. Bosco paragonava ad un bei agguerrito esercito ; disse del bene immenso che essi fanno all'Opera Salesiana ed alla società; ricordò il tesoro d'Indulgenze ad essi concedute dal Pontefice Pio IX, ed enumerò diversi articoli che D. Bosco stesso aveva compilati per il Regolamento dei Cooperatori; disse degli Oratorii, Ospizi e Collegi fondati da D. Bosco, che hanno dato alla Chiesa nella sola Italia piú di 10,000 sacerdoti; accennò ai mirabili effetti della buona stampa, per diffondere la quale D. Bosco non atterrito da lusinghe, nè da minaccie fondò ben dodici tipografie, le cui macchine ora sono in continuo movimento.
Ma i mezzi sono sempre inferiori a tanta mele di bene, bene che vorrebbe essere aumentato specialmente a vantaggio della gioventù, giacchè aumentano i bisogni ed i pericoli.
Quindi conchiuse raccomandandosi alla carità dei Bolognesi, i quali non mancheranno, come non hanno mai mancato, di amare e soccorrere la gioventù educata nelle Case di Don Bosco.
tanto alle ricompense ci penserà Maria Santissima la quale concederà il cento per uno ai Cooperatori e riguardo alla salute e alle grazie spirituali e temporali, come con miracolo evidente sorresse Don Bosco, massime quando si trattò di costruire il Santuario a Maria Ausiliatrice in Valdocco a Torino.
Ecco un sunto pallidissimo della bellissima conferenza. Il Conferenziere annunciò anche che si è costituito un Comitato per le Opere Salesiane, presieduto dall'egregio Mons. Evaristo Zanasi, Cancelliere Arcivescovile.
«Non vogliamo chiudere questo cenno di cronaca, senza tributare una meritata lode ai bravi giovanetti dell'Istituto Salesiano di Faenza, che cantarono stupendamente, accompagnati dall'organo, e prima e dopo la conferenza alcuni brani di musica liturgica. È una novella prova della educazione e squisita istruzione che viene impartita nelle Case dei figli di Don Bosco. »
UNA VISITA ALL'ORATORIO DI TRINO VERCELLESE.
Il Vessillo dl S. Eusebio, gazzetta Vercellese, nel suo n ° del 21 Ottobre pubblicava la seguente lettera d'un gentile visitatore dell'Oratorio del S. Cuore di Trino Vercellese
« EGREGIO SIGNOR DIRETTORE,
« Sono stato di questi giorni a Trino, e ho avuto agio di ammirare quell'Oratorio diretto dai Salesiani, che è certo il primo della nostra Diocesi. È posto ad occidente della città, in una amenissima posizione, con un vasto caseggiato e una
Chiesa un po' piccola, ma di forme eleganti. Questi figli di D. Bosco hanno quivi raccolto circa un centinaio di ragazzi, ai quali impartiscono una sana educazione; ci sono le quattro Ginnasiali, alle quali fra poco aggiungeranno una classe preparatoria.
« L'opera provvidenziale dei Salesiani per altro appare in tutta la sua estensione alla Domenica. Tutti i ragazzi di Trino da 6 anni in su vanno alla mattina all'Oratorio, e vi stanno tutto il giorno, meno l'ora del pranzo; quivi hanno messa, predica, catechismo, ricreazione. I locali per i giuochi sono vasti, poichè là lo spazio non fa difetto. Circa 700 ragazzi possono correre liberamente nell'immenso cortile, in mezzo al quale vi sono due passavo lenti o giostre, e i giuochi sono svariati e numerosi; dietro questo cortile vi è un altro cortiletto, che da solo è più vasto del nostro Oratorio-embrione di Vercelli.
« Quell'Oratorio ha il suo, non teatrino, ma vero teatro, dove quei bravi giovani divertono non solo i ragazzi, ma anche i buoni trinesi; ha pure la sua fanfara con scuola serale di musica. Ora poi ha acquistato una vasta estensione di terreno attigua alla Chiesa; vi si è fabbricato intorno un muro di cinta e quivi fan ricreazione gli esterni, che sono così divisi dagli interni.
« E tutto questo si è operato dai Salesiani in soli tre anni, essendosi messi all'opera con pochi mezzi di soccorso.
D. M.
I.
Una ben dolorosa perdita ha fatto la Chiesa torinese nella persona del R.m° Padre Secondo Franco della Compagnia di Gesù. Dopo una lunga malattia di dieci mesi, sopportata con edificante rassegnazione, e munito di tutti i conforti della religione, cessava di vivere il venerdì 10 di novembre in età di 77 anni. Egli fu sacerdote veramente secondo il cuore di Dio. Zelante della sua gloria e della salute delle anime, egli era indefesso sul pulpito, nel confessionale ed al tavolino. Quanti lo conobbero, sanno con quanta dottrina facesse l'apologia della Chiesa, con quanta forza ribattesse gli errori de' suoi avversari, con quanta unzione ed efficacia inspirasse in tutti che lo praticavano quell'amore a Cristo, di cui riboccava l'animo suo. Al tribunale della Penitenza egli era un padre amorevole, un fido consigliere; e clero, nobili e popolo a lui accorrevano per averne consigli e conforto nelle vicissitudini di questo travaglioso esiguo. Quanto poi fosse vasta l'erudizione della sua mente e quanto abbia lavorato a vantaggio della Chiesa e delle anime, lo dimostrano le innumerevoli e voluminose opere da lui scritte in ogni argomento di apologetica, morale ed ascetica. Egli si può dire che morisse sul campo del lavoro, giacchè ancora alla vigilia di sua morte volle rivedere le bozze del terzo volume degli Esercizi spirituali di S. Ignazio, che è ora in corso di stampa. Così si è chiusa laboriosamente e santamente la vita del Padre Secondo Franco, uno dei più grandi amici del nostro compianto Don Bosco. - Noi fermamente speriamo che l'anima sua bella sia dirittamente volata a ricevere da Dio il premio della santa e laboriosa vita ; tuttavia lo raccomandiamo ai suffragi di tutti i nostri Cooperatori o Cooperatrici.
II.
Un grave lutto colpiva pure l'aristocrazia piemontese colla morte del Barone Feliciano Ricci des Ferres, deceduto in Torino l'11 novembre in età d'anni 77. Fu un gentiluomo cristiano in tutto il significato della parola. Non v'era opera buona che non appoggiasse, non disgrazia o miseria che lasciasse insensibile il suo cuore. Egli poi era sempre pronto ad aiutare quei giovanetti poveri che mostrassero inclinazione speciale allo stato ecclesiastico, e non pochi di essi fece educare nelle Case Salesiane. Noi raccomandiamo pure l'anima sua alle preci dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane.
De' principii pedagogico-sociali di S. Tommaso pel Sac. Prof. F. CERRUTI. - Vendibile alla Libreria Salesiana al prezzo di L. 0,50 (E).
A' giorni nostri, in cui le scienze educative e sociali han pigliato così largo sviluppo, torna bene il richiamarle sulle vere loro basi. Bisogna per prima cosa raddrizzare le menti e sanare i cuori, se si vuol con qualche efficacia porre un argine alle tristissime conseguenze, che dal guasto della mente e dalla corruzione del cuore derivano. A questo mira appunto l'operetta sopra annunziata. Essa poi non è già un arido trattato di pedagogia e sociologia. L'autore presentandoci in S. Tommaso, vale a dire nel principe de' filosofi e teologi eziandio un modello di pedagogista, ha voluto mostrare col metodo storico, anzichè col metodo puramente speculativo, come e su quali principii debba fondarsi l'educazione umana, tracciando così la giusta via ad un trattato completo. Dotte Riviste e periodici ne fecero elogi. Noi ci restringiamo a pubblicare la preziosa lettera, che indirizzò all'autore uno dei più dotti professori e scrittori de' giorni nostri , qual è Mons. Carini, Prefetto della Biblioteca Apostolica e professore di Palografia e Critica storica nella Scuola Vaticana, anche per l'affetto suo alla memoria carissima di D. Bosco.
Roma, 11 Ottobre 1393.
CH.MO E REV.MO SIGNORE,
Tornato qui da Ancona, ho trovato e letto col più vivo piacere la sua nobilissima dissertazione sulla parte che tocca al Dottore Angelico nella storia della pedagogia.. Dalla stupenda prefhzione all'ultima linea tutto è ben pensato, e benissimo esposto. Scelti testi, ma convincenti ; conoscenza piena delle condizioni presenti tristissime , e de' rimedi che sono più urgenti, rendono assai utile il suo scritto. Me ne rallegro di cuore con Lei, e colla Congregazione Salesiana sì giovane e già sì benemerita della Chiesa e della gioventù. L'anima santa del grande apostolo, che Le fu padre, ne esulterà dal cielo !
11 Si creda rispettosamente
Seco dev. mo obblig .mo Can. ISIDORO CARINI.
Associazione alla stampa del MANUALE BIBLICO o CORSO M S. SCRITTURA di F. VIGOUROUX e L. BACUEZ. - Prima versione italiana sull'ottava francese con permesso e commendatizi, degli illustri autori. - Quattro volumi in-16° gr. di circa 800 pag. ciascuno con 280 tavole illustrative. Prezzo d'associazione lire 12.
Programma.
Nessuno ignora qual nuova e massima importanza abbiano ora acquistati gli studi biblici. I nemici d'ogni ordine soprannaturale e d'ogni principio cristiano si sono slanciati all'assalto in modo tutto particolare contro la Bibbia ; la quale, e per la sua vastità, e per l'oscurità dei varii passi, e per il sorgere di nuove e il progredire di vecchio scienze, sembrava prestarsi meglio ai loro colpi. La guerra accanitamente combattuta non smosse neppure un sassolino del divin Monumento; ma il dilagare di tante idee perverse, il ripetersi di così formidabili assalti, travolsero pur troppo molti nell'errore : basti accennare alla deleteria efficacia, in Francia e altrove, dei volumi dello sciagurato Rénan.
Ma, mentre la lotta ferveva, la Provvidenza stessa metteva in mano ai campioni della difesa nuove e invincibili armi. Nel vivo splendore dei suoi monumenti risorgeva tutto un mondo da noi sin allora pallidamente intraveduto alla luce crepuscolare della leggenda storica. L' Egitto e la Mesopotamia scoprivano i loro tesori archeologici, illustrando e corroborando la Biblica Storia, creando nuovi problemi alla scienza scritturale.
Dinanzi a questo nuovo cumulo di materiale e al perfezionamento dei metodi di studio è chiaro che i vecchi libri erano divenuti, insufficienti. Nè sono mancati eziandio da noi tentativi di nuovi. Ma l'opera più opportuna al bisogno parve questa che noi offriamo agl'Italiani tradotta, la cui migliore raccomandazione è il nome illustre degli; Autori, che vi si accinsero in seguito a preghiera di molti Vescovi.
L'Abbate Vigouroux ha definitivamente preso posto fra i valentissimi Apologisti del Libro Santo. Continuando una gloriosa tradizione del Seminario di S. Sulpizio, da molti anni ha consacrato alla Bibbia tutte le sue cure. Compreso dei bisogni nuovi dei tempi, giovandosi della. perfetta conoscenza delle lingue straniere, ha pazientemente raccolto e disposto in buon ordine tutto ciò che a difendere e a chiarire il Vecchio e il Nuovo Testamento poteva tornare utile.
Da questo lungo ed amorosissimo studio è uscita la classica opera « La Sainte Bible et les découvertes modernes en Palestina ; » già tradotti in tedesco ; poi l'altra : « Les Livres Saints et la Critique rationaliste, » quindi lo splendido « Manuel Biblique, »che ha già raggiunta l'ottava edizione (essendosene in pochi anni vendute più di trentamila copie), e che oggi è il libro di testo di tutti i Seminari di Francia.
Il Manuale Biblico racchiude in sè il succo migliore di tutte le altre opere del Vigouroux. Può dirsi che il dotto autore, colla concisione dei veri scienziati e la chiarezza di esposizione, sia, in un col suo collega, riuscito a fornire, nello spazio più breve, la maggior copia di notizie quando necessarie, quando utili a una perfetta intelligenza. dell' ispirato Volume:
La Civiltà Cattolica, che aveva già tributato gran lode alle altre opere del Vigouroux, annunziando il Manuale Biblico, scriveva : « Pregio singolare del citato Manuale è l'aver raccolto in brevissimo spazio la soluzione di tutte le questioni di qualche momento, riguardanti o la Sacra Scrittura in genere, o alcuna delle sue partianche minori in ispecie. Gli errori più moderni vi sono presi più particolarmente di mira, come altresì la moderna letteratura biblica sia ortodossa ossia eterodossa, il che alleggerisce grandemente il lavoro a chi desidera studiare più a fondo alcuna delle questioni... Infine a masgior raccomandazione di questo Manuale, valga l'essere egli stato introdotto come testo in almeno 14 Seminari vescovili a noi conosciuti... » (Civ. Catt., gennaio 1881).
L'E.mo Card. Meignan, insigne cultore degli studi biblici, adottandolo fino dalla prima comparsa nel suo Seminario di Chàlons, scriveva a Vigouroux : « Voi avete reso un vero servigio al Clero. » (Lettera di Mons. Meignan, 3 dicembre 1879).
L'accoglienza entusiastica, che ovunque ha trovato quest'opera, ci fa sperar bene per la nostra traduzione. La quale abbiamo cercato di rendere più fedele che si potesse, non omettendo da parte nostra cura alcuna, anche per la buona esecuzione tipografica e del testo e delle 280 stupende tavole illustrative intercalate per tutto il corso dell'opera, rappresentanti carte geografiche, piante e disegni di monumenti, iscrizioni ebraiche, cuneiformi e geroglifiche, ecc., ecc., utilissime alla studioso lettore.
Il paragrafo, che trattava delle versioni francesi della Bibbia; abbiamo surrogato con uno sulle versioni italiane, dovuto alla dottissima penna di Mons. Isidoro Carini, Prefetto della Biblioteca Vaticana, degnissimo Presidente della Società per gli Studi Biblici , istituita in Roma per volere di S. S. Leone XIII, e riconosciuto ben a ragione in Italia e all'estero come competentissimo fra i cultori di simili studi.
L'opera è divisa in due parti rispondenti al Vecchio e Nuovo Testamento, e forma quattro bei volumi in-16' grande di circa 800 pagine ciascuno.
Il prezzo dell'associazione ai 4 volumi è di nette L. 12-(C). Chiusa la sottoscrizione il prezzo di vendita sarà di L. 14 (E). (Ai Seminari è concesso il pagamento a rate e condizioni da stabilirsi).
Si darà principio alla stampa del primo volume appena ci sia pervenuto un numero sufficiente di associazioni.
Ci permettiamo di sollecitare le sottoscrizioni, essendo nostro vivo desiderio di consegnare l'opera al più presto possibile.
GLI EDITORI.
Le associazioni si ricevono presso la Libreria Salesiana di S. Pier d'Arena (Genova)
P. S.-Nell'atto che il Bollettino vien licenziato alla stampa, riceviamo la memoranda Enciclica di Leone XIII sugli studi biblici (De studiis Scripturae Sacrae), dove il sapientissimo Pontefice esalta l'importanza e la dignità de' Libri Santi, loda quei che si occupano a difenderli e spiegarli, ed esorta vivamente ed in modo particolare tutti coloro che la Divina Grazia chiamò al sacerdozio, a leggerli, meditarli, spiegarli. Non crediamo, dopo ciò, che occorrano altre parole per associarsi a questo Manuale, del quale vogliamo intanto offrire ai lettori l'indice preziosissimo.
INDICE GENERALE DEI QUATTRO VOLUMI. Volume primo.
Introduzione ,generale. - Preliminari. - C. I. Dell'ispirazione. - Art. 1. Della natura dell'ispirazione. - Art. II. Dell'esistenza dell'ispirazione. - Art. III. Dell'estensione dell'ispirazione. § I. Dell'estensione dell'ispirazione riguardo alle parole. § II. Dell'estensione dell'ispirazione riguardo alle cose. = C. II. Del Canone. - Art. I Nozioni del Canone. - Art. II Canone del V. T. - Art. III. Canone del N. T. - Art. IV. Dei libri apocrifi. § i. Dei libri apocrifi in generale. § II. L. apocr, del V. T. §. III. L. apocr. del N. T. = C. III. Del testo originale e delle versioni della Bibbia. - Art. I. Dei testi originali della Bibbia. § I. Della lingua originale dei Sacri Libri: 1. dell'ebraico; 2. del caldaico; 3. del greco biblico, § II. Del testo originale dei Sacri Libri. - Art. IÌ. Delle versioni della Sacra Scrittura. §. i. Dei Targum. § II. Traduzioni greche del V. T. § III. Traduzioni siriache della Bibbia. § iv. Traduzioni latine della Bibbia 1. prime versioni latine ; 2. traduzione di S. fiero]. del V. T.; 3. autorità della Volgata; 4. influenza esercitata dalla Volgata; 5. principali manoscritti e principali edizioni della Volgata. § v. Altre versioni antiche della Bibbia: 1. traduzioni cofte; 2. traduzione etiopica; 3. traduzioni gotiche; 4, versione armena; 6. versioni arabe; 6. traduzione slava; 7. traduzione persiana; 8. delle Bibbie poliglotte. § vi. Principali traduzioni nelle lingue moderne. (316 autori citati colle loro opere). = C. IV. Ermeneutica o regole d'interpreta- urne della Sacra Scrittura. -Art. I. Dei diversi sensi della Sacra S. - Art. II. Delle regole per xnterpr. la S. S. § I. Regole gen. § il. Regole partir. = C. V. Calendario, pesi e misure ebraiche. - Art. I. Divisione del tempo presso gli Ebrei. - Art. H. Pesi, monete e misure degli Ebrei. = C. VI. Storia so,rimaria del- l'interpretazione dei S. L. - Art. I. Esegesi degli an- tichi Ebrei. ¢. x. Scuola giudaico-alessandrina. § xi. Scuola giudaico-palestiniiena. ¢ xxi. Commentatori ebr. del Medio-Evo. - Art. Il. Storia sommaria del- l'esegesi cristiana. §. r. Esegesi dei Padri della Chiesa. § il. Esegesi del Medio-Evo. § sci. Esegesi moderna.
Vecchio testamento. - Prima parte. - Libri storici. Prima sezione. - Il Pentateuco. = C. I. Introduzione al Pentateuco, - Art. I. Del Pentateuco in generale. - Art. II. Divisione e contenuto del Pentateuco. - Art. III. Dell'autenticità del Pentateuco. §. i. Delle rove dell'autenticità del P. § xc. Delle obbiezioni ontro l'aut. del P. - Art. IV. Dell'integrità del l'aut. = C. II. Cosmogonia mosaica. - Art. L Spieg. del capo della Genesi. - Art. Il. Dell'accordo dalia osm. mosaica colle scienze naturali. -Art. III. Della ata della creazione del mondo. - Art. IV. Confuta- zione degli errori moderni sulla creazione in generale. ii i. Dell'eternità della materia. §. u. Del sistema della generazione spontanea. § ixx. Del Darwi.nismo.
C. III. Il primo uomo. - Art. I. Storia del primnomo. - Art. II. Confutazione degli errori moderni sull'origine dell'uomo. §. x. Della pretesa ori'rine scimmiesca dell'uomo. § cx. Dei preadamiti. § ui. llel- l'unità della specie umana. Cònfiitazione del poligi- nismo. § xv. Dell'antichità dell'uomo: 1. confutazione degli argomenti recati in favore dell'antichità del- l'uomo; 2, della cronologia biblica e della creazione dell'uomo. = C. IV. Il diluvio. - Art. I. Storia del diluvio. - Art. II. Confutazione delle obbiezioni contro il diluvio. - Art. III. Storia di Noè dopo il diluvio. = C. V. La Tavola etnografica della Genesi e la Torre di Babele. - Art. I. La tavola etnografica. - Art. 11. La torre di Babele. = C. VI. I patriarchi. - Art. I. Abramo. § x. Vocazione d'Abramo. § u. Dalla vittoria di Codorlahomor fino alla nascita d'Ismaele. § xii. Dalla nascita d'Ism. fino alla sua espulsione. § xv. Dall'espulsione d'Ismaele alla morte d'Abramo. - Art. II. Isacco. - Art. III. Giacobbe e Giuseppe. - Art. IV. La religione patriarcale. _ C. VII. Mosè. = C. VIII. La ice ieiazione mosaica. - Art. 1. Dogma e morale. - Art. 11. Culto e leggi ce- riuxoniali § i. Il santuario e i suoi ministri. § si. I sacrifici: 1. sacrifici cruenti e sacrifici incruenti; 2. Scopo, significato e valore dei sacrifici dell'Antica Legge. § Iu. Sabato e feste. § iv. Prescrizioni re- ligiose particolari. - Art. II . Diritti civili e criminali.
Volume secondo.
Vecchio Testamento. - Prima Parte. - Lib. Stor. - Seconda Sezione. - Storia del popolo di Dio dal suo stabilmento nella Terra Promessa fino ai Maccabei. C. I. Giosuè. - Art. I. Introduzione al libro di Giosuè. - Art. II. Conquista della l'erra Promessa. - Art. III. Partizione della Terra Promessa. § i. Geografia della Palestina. ¢ cc. Partizione della Palestina fra le dodici tribù. = C. II. I Giudici e Ruth. - Art. I. Introduzione al libro dei Giudici. - Art. IL Storia dei Giudici. - Art. III. Il libro di Ruth. = C. 111. I libri dei Re. - Art. 1. introduzione ai libri dei Re. ¢ r. Dei due primi libri dei Re o libri di Samuele. § u. Dei due ultimi libri dei Re. - Ari. il. Storia dei Re. § x. Infanzia e giudicatura di Samuele. § cc. Bagno di San11e. § III. Regno di Davide. ¢ iv. Regno di Salomone. ¢ v. Storia dei regni separati di Giuda e d'Israele. § vi. Storia del regno di (linda dalla caduta del regno d'Israele fino alla cattività di Babilonia. =C. IV. I Paralipomeni.-Art. I. Introduzione ai l'aral.ipomeni. - Art. II. Analisi dei Paralipomeni. = C. V. I due libri d' Esdra. - Ari. I. Del primo libro d'Esdra. - Art. II. Del libro di Neemia o secondo libro d'Esdra. = C. VI. Tobia. - Art. I. Introduzione al libro di Tobia. - Art. II. Analisi e spiegazione del libro di Tobia. = C. VII. Giuditta. - Art. I. Introduzione al libro di Giuditta. - Art. II Analisi e spiegazione del libro di Giuditta. = C. VIII. Ester. - Art. I. Introduzione al libro d'Ester. - Art. II. Analisi del secondo libro dei Maccabei.
Seconda parte. - Libri didattici e sapienziali. = C. I. Della poesia ebraica.- Art. L Della poesia ebraica in generale. - Art. II. Del parallelo. - Art. III. I versi ebraici. - Art. IV. Delle strofe. - Art, V. Di alcune particolarità della poesia ebraica. = C. II. Il libro di Giobbe. - Art. I. Introduzione al libro di Giobbe. - Art. II. Analisi e spiegazione del libro di Giobbe. _ C. III. I Salmi. - Art. I. Introduzione al libro dei Salmi. ¢ i. Dei Salmi in generale. ¢ ci. Della traduzione dei Salmi nei Settanta e nella Volgata. § ili. Dello studio dei Salmi. - Art. III. Analisi e spiegazione dei Salmi. = C. IV. I Proverbii. -Art. I. Introduzione al libro dei Proverbii.-Art. II. Analisi e dottrina dei Proverbii. § I. Prima parte dei Proverbi. § II. Seconda parte dei Pro verbii. § iii. Terza parte dei Proverbii. § iv. Appendici. ¢ v. Dottrina dei libri dei Proverbii. = C. V. L'Ecclesiaste. - Art. I. Introduzione al libro dell'Ecclesiaste. = C. VI. Il Cantico dei Cantici. - Art. L Introduzione al Cantico. - Art. II. Dell'interpretazione del Cantico. = C. VII. Il libro della Sapienza. - Art. I. Introduzione allibro della Sapienza. - Art. Il. Analisi e dottrina del libro della Sapienza. = C. VIII. L'Ecclesiastico. - Art. I. Introduzione all'Ecclesiastico. - Art. II. Analisi e dottrina dell'Ecclesiastico.
Terza parte. - Libri profetici. = C. I. Introduzione generale ai libri profetici. - Art. I. Della natura della profezia. - Art. II. Dei profeti in generale. = C. II. lama. - Art. I. Introduzione alle profezie d'Isaia. - Art. II. Spiegazione delle profezie d'Isaia. ¢, i. Prima parte d'Isaia, i-xxxix. § II. Seconda parte d'Isaia, xL-Lxvi. = C. III. Geremia. -Art. I. Introduzione alle profezie di Geremia. - Art. II. Analisi e spiegazione di Geremia. - Art. III. Le Lamentazioni. - Art. IV. Baruch. = C. IV. Ezechiele. - Art. I. Introduzione alla profezia di Ezechiele. - Art. II. Analisi e spiegazione delle profezie di Ezechiele. = C. V. Daniele. - Art. 1. Introduzione al libro di Daniele. -Art. II. Analisi e spiegazione dei libro di Daniele. = C. VI. I dodici profeti minori. - Art. I. Osea. ¢ i. Intr. alla prof. d'Ossa. § II. Armi, e spieg. d'Osea. - Art. II. Gioele. - Art. III. Amos. ¢ i. Intr. alla prof. d'Amos. § ii. Analisi e sp ieg. della pro£ d'Amos. - Art. IV. Abdia. - Art. V. Giona. ¢ r. Introduzione al libro di Giona. § ii. Spiegazione del libro di Giona. - Art. VI. Michea. - Art. VII. Nahum. - Art. VIII. Habacuc. - Art. IX. Sofonia. - Art. X. Aggeo.-Art. XI. Zaccaria. - Art. XII. Malachia.
Volume terzo.
Introduzione al Nuovo Testamento. = C. I. Del Nuovo Testamento in generale. - Parti di cui consta. - Testo originale. = C. II. Dei sistemi razionalisti riguardo al Nuovo Testamento. - Esposizione. - Confutazione. = C. III. Dello studio del N. T. - Importanza e metodo. - Commenti e versioni. Gesù Cristo secondo il Vangelo. = Preliminari. - I. Del Vangelo in generale e dello studio che bisogna farne. - Titoli, ordine e divisione del V. Autorità della storia evangelica. - Cronologia e geografia. - Bellezza dei V. - II. Degli Evangeli in particolare. - S. Matteo. - S. Marco. - S. Luca. - S. Giovanni.
Prima parte. - Dall'Incarnazione del Verbo alla predicazione del Vangelo. = C. I. Venuta del Figlio di Dio al mondo. - Art. I. Aspettazione del Messia. - Art. II. Origine divina del Messia. - Art. III. Concepimento del Precursore. - Art. IV. Annunciazione della Vergine. - Art. V. Visitazione. - Art. VI. Nascita di Gio. Battista. - Art. VII. Ritorno della Santa Vergine a Nazareth. - C. II. Infanzia e prima giovinezza di Nostro Signore. - Art. I. Nascita di Nostro Signore. - Art. II. Genealogia. - Art. III. Adorazione dei Magi. - Art. IV. Presentazione al tempio. - Art. V. Fuga in Egitto e ritorno. - Art. VI. Gesù Cristo in mezzo ai dottori. = C. III. Preparazione prossima alla predicazione del Vangelo. - Art. I. Predicazione di San Gio. Battista. - Art. II. Battesimo di Nostro Signore. - Art. III. Nostro Signore nel deserto.
Seconda parte. - Predicazione del Vangelo. = C. I. Fatti di questo periodo. - Art. I. Fatti naturali. ¢ I. S. Giov. Bari. ¢ ii. Gli Apostoli. ¢ III. San Pietro. § iv. Nicodemo. § v. S. M. Maddalena. ¢ vi. I parenti di Nostro Signore. ¢ vii. La Samaritana e la donna adultera. § vili. I profanatori del tempio. § Ix. Gli Erodi e gli Erodiani. ¢ x. I Sadducei. ¢ XI. I Farisei. - Art. II. Fatti soprannaturali. § i. Liberazione degli ossessi. § iI. Miracoli propriamente detti: 1, miracoli della natura; 2. guarigioni; 3. risurrezioni; ¢ ne. Profezie : 1. profezie dol Salvatore in enerale ; 2. profezie sii Gerusalemme ; 3. profezie sula fine ciel mondo. = C. II. Dottrina di N. Signore. - Art. I. Parabole. § i. Parabole profetiche. ¢ II. Paràbole profetiche e morali. ¢ III. Parabole solamente morali. § Iv. Questioni generali sulle parabole. - Art. II. Discorsi. ¢ i. Discorso dei sinottici : 1. sermone sulla montagna ; 2. discorsi agli Apostoli sulla loro vocazione; 3. matrimonio e divorzio; 4. peccato contro lo Spirito Santo; 5. sul digiuno; 6, sul giudizio. § ii. Discorsi di S. Giovanni : 1. dopo il miracolo della piscina probativa; 2. promessa dell'Eucaristia; 3. discussione cogli Ebrei sulla sua divinità ; 4. altra discussione sul medesimo soggetto ; 5. discorso dopo la Cena. Questioni sulle istruzioni del Salvatore, in generale.
Terza parte. - Dalla Passione all'Ascensione di Nostro Signore. = C. I. Passione di N. S. - Art. I. Preludi della Passione. ¢ i. Cospirazione contro il Salvatore. § il. Banchetto in Betauia. § Ili. Entrata del Salvatore a Gerusalemme. § iv. Celebrazione della Pasqua. ¢ v. Istituzione dell'Eucaristia. - Art. II. Sofferenze di Nostro Signore. ¢ i. L'agonia. § li. L'arresto. ¢ in. N. S. davanti a Caifa. § Iv. Mrte di Giuda. ¢ v. N. S. davanti a Pilato. Sua condanna.Art. III. Morto e sepoltura di N. S. § i. La crocifissione. ¢ ii. Gli ultimi momenti. ¢ in. Prodigi avvenuti alla sua morte. § iv. Sua sepoltura. =C. II. ilisurrezione e apparizione di N. S. - ¢ i. Circostanze della risurrezione. ¢ ii. Apparizione del Salvatore risuscitato. § III. Investitura di S. Pietro. ¢ iv. Ultima missione degli Apostoli. ¢ v. Ascensione di Nostro Signore.
Questioni retrospettive. - § i. Sui Vangeli. § II. Su Nostro Signore. - Storia di Gesù Cristo secondo i quattro Vangeli.
Volume quarto.
Prima parte. - Storia. - Atti degli Apostoli. - Preliminari. - Sezione I: Lavori degli Apostoli, in particolare di S. Pietro nella Palestina. § I. Stabilimento della Chiesa nella Giudea: 1. Ascensione e Pentecoste ; 2. origine della Chiesa di Gerusalemme; 3. prime opposizioni alla propagazione del Vangelo; 4. comunità dei beni a Gerusalemme ; 5. primo conferimento del sacramento dell'Ordine; 6. primo martire.- ¢ ir. Pruni progressi del Cristianesimo fuori della Giudea: 1, predicazione di S. Filippo; 2. conversione di San Paolo; 3. incorporazione dei Gentili alla Chiesa; 4. persecuzione dalla pubblica autorità. - Sezione II: Lavori e prigionia di S. Paolo. - § i. Suoi lavori apostolici : 1. suo viaggio apostolico ; 2. Concilio di Gerusalemme; 3. secondo viaggio apostolico di San Paolo ; 4. suo terzo viaggio ; 5. S. Paolo a Mileto. - § II. Prigionia dell'Apostolo : 1. suo arresto a Gerusalemme; 2. S. Paolo davanti il Sinedrio ; 3. S. Paolo prigioniero in Giudea ; 4. S. Paolo condotto in Italia ; 5. S. Paolo a Roma.- Questioni retrospettive sugli Atti degli Apostoli. - ¢ i. Del libro degli Atti. - ¢ Ii. Della Chiesa cristiana.
Seconda parte. - Dottrina. = Lettere. = C. I. Lettere di S. Paolo. - 1. Delle Lettere di S. Paolo considerate in se stesse; 2. Dell'interpretazione di queste lettere. = Lettere ai Romani. Prologo della lettera. - Sezione I: Dogmatica. Tesi. La fede cristiana è il mezzo necessario ed unico di giustificazione e di salute. - PRIMA PARTE. La fede cristiana è per i Gentili e per gli Ebrei una condizione indispensabile di giustificazione e di salute. Prova della prima parte. - SE- CoNDA PARTu. La fede cristiana è l'unica condizione della giustificazione e della salute. Prima prova della seconda parte: esempio d'Abramo; seconda prova: incorporazione dei cristiani a Gesù Cristo. - Soluzione delle obbiezioni contro la tesi: 1. La dottrina dell'Apostaoo non favorisce il peccato. 2. S. Paolo non nega le promesse fatte agli Ebrei. - Sezione II: Morale. - Precetti e consigli relativi alla vita e alle virtù cristiane: 1. riguardo ai cristiani in generale; 2. riguardo alle autorità civili; 3. riguardo a quelle che hanno doveri particolari. Conclusione della Lettera. = Lettere ai Corinzie. = Prima Lettera. Prologo della Lettera. - Sezione I: Riforma degli abusi sopraggiunti a Corinto. Primo abuso : Divisioni riguardo ai predicatori. Secondo abuso : Scandali dati da qualche fedele : 1. incesto pubblico ; 2. processi avanti ai pagani; 3. peccati di fornicazione. - Sezione II: Risposta alle questioni proposte. Prima questione: Sul matrimonio e sul celibato. Seconda questione : Sulle vivande consacrate agli idoli. Terza questione : Regola da osservare nelle assemblee religiose : 1. Le donne debbono essere velate; 2. rispetto dovuto al mistero Eucaristico. Quarta questione : Sull'uso dei doni soprannaturali. Quinta questione : Sulla risurrezione dei corpi. Conclusione della Lettera.= Seconda Lettera. Prologo. - Sezione I: Apologia moderata e velata dell'Apostolo. - Sezione II: Digressione. Colletta per fedeli di Gerusalemme. - Sezione III: Apologia dichiarata e veemente. Conclusione delle due Lettere. = Lettera ai Gelati. - Sezione I: Apologetica. - Apostolato e dottrine di S. Paolo : 1. l'apostolato di S. Paolo ha per autore Gesù C.; 2. la sua dottrina è conforme a quella degli altri Apostoli. - Sezione II: Dogmatica. - È la fede in G. C. che giustifica, non la legge. - Sezione III: Morale. - Esortazione a perseverare nella fede e nelle buone opere. = Lettere agli Efesi. - Sezione I: Dogmatica.- La Chiesa cristiana è la sola istituzione fondata per la salute degli uomini. - Sezione II: Morale. - Conseguenze pratiche ; precetti, consigli per la vita cristiana. Conclusione.
Lettera ai Filippesi. - Sezione I: Felicitazioni e azioni di grazia. - Sezione II: Avvisi e esortazioni. = Lettera ai Colossesi. - Sezione i: Dogmatica. - Sul Salvatore e la Redenzione: 1. conforma della dottrina predicata da Epafra ; 2. confutazioni degli errori che altri si sforzava di spargere. - Sezione II: Morale. - Consigli e esortazioni. = Lettere ai Tessalonicensi. - Prima Lettera. - Seconda Lettera. = Lettere Pastorali. - Prima Lettera a Timoteo. - Seconda Lettera a Timoteo. - Lettera a Tito. - Lettera a Filemone. = Lettera agli Ebrei. = Preliminari. - Sezione I: Dogmatica. - Eccellenza incomparabile del Salvatore, come legislatore e come sacerdote. - I. Come legislatore G. C. è assai al di sopra di Mosè e degli Angeli: 1. G. C. è superiore agli Angeli ; 2. G. C. è superiore a Mosè. - II. Come sacerdote G. C. è assai al di sopra di Aronne: 1. Preludio e digressione; 2. G. C. è superiore ad Aronne per l'eccellenza del suo sacerdozio; 3. G. C. è superiore ad Aronne per l'efficacia del suo sacrificio. - Sezione II: Morale. - Necessita di perseverare: 1. Necessità di perseverare nella fede; 2. Necessità di perseverare nelle buone opere. - Conclusione. = Questione retrospettiva sopra S. Paolo e i suoi scritti. ¢ 1. Sull'Apostolo S. Paolo. ¢ 11. Sulle Lettere di S. Paolo. = C. II. Lettere Cattoliche. - Lettera di S. Giacomo. Preliminari. - Sezione I: Esortazione a perseverare nella fede e nelle virtù cristiane. - Sezione II: Rimproveri ai falsi dottori. - Sezione III: Avvisi per i diversi stati. = Prima Lettera di S. Giovanni. - Sezione I: Dio è lune. - Sezione II: Dio è giustizia. - Sezione III: Dio è carità. - Seconda e terza Lettera di S. Giovanni. - Lettera di S. Giuda.
Terza parte. - Profezie. - Apocalisse. - Preliminari. - Sezione I: Prologo. Avviso alle sette Chiese. - Sezione II: Visioni simboliche di S. Giovanni 1, il cielo, l'Agnello e il libro dei sette sigilli; 2. sistemi d'interpretazioni per le sue visioni profetiche ; 3. i sigilli; 4. le trombe; 5. le ampolle. - Sezione III: Visioni relative all'ultimo trionfo del Salvatore e dei Santi. - Questioni retrospettive sull'Apocalisse. - Conclusione.
1. Alassio D. Giacomo - Torino.
9. Albrizio Don Mauro - Bisceglie (Bari).
3. Ambrosini Don Martino, Capp. - Rivara (Torino). 4. Appendine Lodovica - Poirino (Torino).
5. Aschedamini D. Gio. Batt., Parr. V. F. - Sergnano (Cremona).
6. Bado D. Luigi - Genova.
7. Barsotti D. Domenico - Corsanico (Lucca).
8. Biglieri P. Giuseppe - Genova.
9. Blesio Ch. Luigi - Quinzano d'Oglio (Brescia).
10. Bolis D. Carlo, Parr. - Bergamo. 11. Bonincontro Teresa veda Lorenzoni - Lendinara (Rovigo).
12. Borgna D. Ermenegildo - Plasencis (Udine).
13. Borrane D. Giacomo, Teol. Can. - Torino.
14. Brignolo D. Leonida, Canonico - Parma.
15. Brigala D. Giuseppe, V. F. - Viboldone S. Gio. (Milano).
16. Brizzi Antonia veda Rinnldi - La Monferrato (dlessandria).
17. Cablati D. Giuseppe , Parroco - Cornero (Comoo. 18. Calcessoli D. Gaetano - Michelosio (Verona).
19. Caldera Regina - Torino.
20. Camporesi D. Clemente, Can.- Forlimpopoli (Porli).
21. Cauda D. Marco, Teol. Can. - Fossano (Cuneo).
22. Cantoni D. Ignazio - Triginto (Milano).
23. Carugati D. Luigi, Parroco-Marnate (Milano). 24. Coronetti Francesca - Mendrisio (Svizzera).
25. Damontefegatese D. Isidoro - Mon topoli in Sabina (Perugia). 26. Di-Blesi D. Rosario - Pietraperzia (Caltanisetta).
27. Donati Don Gaetano - Casnate (Comoo.
28. Fantini D. Antonio - Tolmasons (Udine).
29. Ferrari D. Giuseppe, Arciprete - Villa Solaro (Milano).
30. Fiumedinisi Avv. Gianpaolo- Francavilla (Messina).
31. Foglia Lucia - Milano.
32. Falco Teresa - Montecchio Maggiore (Vicenza).
33. Franchi D. Vincenzo - Piacenza. 34. Franchino Luigia nata Ferro -Zuliera S. Casciano (Novara). 35. Franzoni D. Carlo - Cologne (Brescia).
36. Gabutti Teresa veda Bruno - Santa Vittoria d'Alba (Cuneoo.
37. Giaccardi Maria -Chorasco (Cuneoq. 38. Gaiga D. Antonio - Ciazza (Verona).
39. Gatti D. Giacomo, Prof. - Lagnasco (Cuneo).
40. Grillo Rosa veda Profumo - Rocca Grimalda (Alessandriao.
41. Leoncini D. Carlo - Parma.
42. Leoni Elisabetta -Varedo(Milano). 43. Lipari D. Gio., Canonico - Caltanisetta.
44. Locati D. Giuseppe - Bustighero (Milano).
45. Lombardi D. Luigi, Prof. - Minturno (Caserta). 46. Lorenzoni Eugenia - Lendinara (Rovigo).
47. Magistris D. Agostino, Parroco -» Lissone (Milano).
4S. Mariscotti N. - Rivalta Bormida (Alessandria).
49. Megna Antonio fu Giuseppe - Isola Lipari (Messina).
50. Meneacci Cav. Raffaele -- S. Severino Marche (Macerata).
51. Menegalii Camilla veda Radaelli - Greco Milanese (Milano).
52. Menotti Anna Maria ve,i° Marchesi - Pallanza (Novara).
53. Misdariis O. Antonio, Parroco - Paularoe d'Inearejo (Udine).
54. Molino Carlo - Ferrere d'Asti (Alessandria).
55. Menino D. Fortunato - Vigevano (Pavia).
56. Moro D. Giovanni, V. F. - Castrezzato (Brescia).
57. Mosieri Colomba - Rimini (Forlì). 58. Motti Don Ignazio - Gambarara (Venezia).
59. Negro D. Giuseppe, Arciprete - Roatto (Alessandria).
60. Odasso Pietro fu Giuseppe - Borgo Ponte (Quneo).
61. Panizza Domenica - Qninzano d'Oglio (Bresciao.
62. Pasolli D. Andrea - Trento.
63. Patarrò-Bivogna Vincenzo - Riposto (natania).
64. Patri D. Giacomo, Parroco - Montecalvo (Pavia).
65. Peirano Giovanni - Garesio Deversi ((uneo).
66. Pesce Lorenzo - Cassinelle (Alessandriao.
67. Piechioui D. Antonio - Cesaprobbe (Aquila).
68. Piccioli Don Luigi - Corsanico (Lucca).
69. Piccioli Sofia -Rovezzano (Firenze). 70. Pomari D. Luigi- Cogolo (Verona). 71. Prospero D. Francesco - Gorizizza (Udine).
72. Rambaldi D. Gio. Battista, Can. - S. Remo (Porto Maurizio).
73. Ranci Virgilio - Cloz (Tirolo).
74. Ratti-Opizzon Contessa Giulietta - Torino.
75. Roberti Don Francesco - Isolalta (Verona).
76. Rossi Tamburini Lucia - Schio (Vicenza).
77. Sacchi Don Giuseppe, Priore -Lobbi (Alessandriao.
78. Saladino Catterina - Torino. 79. Saladino Giacomo - Torino.
80. SancinI).Vittorio -Terasa(Pavia). 81. Sotg-ia Maria Ginseppa - Alghero (Sassari).
82. Stogagnini Mons. Gio. Battista - Verona.
83. Triossi D. Secondo, Parroco - Ravenna.
84. Vanni Maddalena veda Civellari - Peveragno (Cuneoo.
85. Villa Celestina, Maestra - Valfenera d'Asti (Alessandria).
86. Viti D. Federico - Foiano (Arezzo). 87. Voltolini Antonia - Quiuzano d'Oglio (Brescia).
88. Zampierini D. Antonio - Saline (Verona).
89. Zeni D. Pietro, Arciprete - Pieve di Trebbio (Modena).
I.
Con questo numero il nostro Bollettino compie il diciasettesimo anno di sua pubblicazione ed entra nel decimottavo. Per viemeglio accontentare i nostri lettori e lettrici, e per evitare inconvenienti nella spedizione, preghiamo vivamente tutti i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, che ricevessero il nostro periodico con indirizzo sbagliato o non esatto, a volerci notificare tosto le debite correzioni da eseguirsi, rimandando queste sopra l'indirizzo, col quale ricevettero l'ultimo numero, e dentro busta aperta e con soli due centesimi di affrancamento. Chi lo ricevesse duplicato, ne rimandi una copia, colla parola Duplicato, e senza nuova affrancazione. Ove qualche Cooperatore fosse defunto, e gli si continuasse la spedizione del Bollettino, preghiamo chi lo riceve a volerlo rimandare, scrivendovi sopra: Respinto percllè morto. Preghiamo poi coloro, che ci mandassero nuovi indirizzi, a scrivere i nomi e cognomi degli individui, il paese e, se occorre, il Mandamento od il Circondario, in caratteri chiari ed intelligibili.
II.
Moltissimi Cooperatori, vedendosi giungere ogni mese il Bollettino Salesiano, ci domandano quale ne sia il prezzo di associazione.
Siccome il nostro scopo non è quello di far donare, ma bensì d'istruire i nostri Cooperatori intorno ai mezzi da usarsi per lavorare più utilmente al bene l~el prossimo coi catechismi, coll'istruzione ed educazione specialmente della gioventù, di animarci a vicenda a questo nobile fine, così avvisiamo che non intendiamo d'imporre loro alcuna obbligazione di pagamento, contenti che ognuno, per questa parte, faccia quello che le proprie forze gli permettono, secondo le norme del Diploma loro spedito.
Noi abbiamo fiducia che i nostri Cooperatori e Cooperatrici colle spontanee offerte che faranno come e quando crederanno bene, e con quei mezzi che la pietà e il buon volere loro suggerirà, non ci verranno meno, ma ci aiuteranno a pareggiare le spese di stampa e di posta, che occorrono per questa pubblicazione.
Tuttavia, chi bramasse dai canto suo soddisfare regolarmente a questa spesa, noi crediamo che sia sufficiente la somma di lire 3 all'anno.
Ringraziamo tuttii i nostri lettori e lettrici della benevolenza usataci finora, li preghiamo a vol; rcela continuare per l'avvenire, ed auguriamo loro gioconde le prossime. Feste Natalizie, un buon fine e miglior Capo d'Anno.
Gennaio.
Lettera del Sac. Michele Rua ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane . . Pag. 1 Il Giubileo Episcopale di S. S. Leone XIII. » 6 Avvisi per S. Francesco di Sales e per l'anniversario di Don Bosco » 7 Feste Colombiane e partenza di Missionarii
Salesiani » 8 I Fueghini ed i Patagoni ai piedi del Papa » 11 Il monumento di Don Bosco » 14 Notizie dei nostri Missionari. - Patagonia » ivi Viaggio dei primi Salesiani al Messico . . » 17
Il Padre Dora » 19 Grazie di Maria Ausiliatrice » ivi Notizie varie - Il Missionario Salesiano D.
Luigi Lasagna in nove città d'Italia. -
Mons. Cagliero alla Spezia. - Feste Colombiane a Parma. - Mons. Sanfermo e i Salesiani. - Giornalismo cattolico . . . . » 20
Cooperatori defunti » 23
Febbraio.
Avviso » 25
Il Giubileo del Papa » 26
Sulla tomba del Padre » 29 Grazie di Maria Ausiliatrice » ivi Notizie dei nostri Missionari: D. Angelo Savio. - Missione nelle Cordigliere. - I figli
di D. Bosco al Cli.ubut. - Sei nuove Chiese
in costruzione nell'Argentina . » 31 Viaggio dei primi Salesiani al Messico. (Seguito) » 33 Per le nostre Missioni : Mons. Cagliero a Milano. - D. Lasagna a Pavia ed in altre città.
- D. Milanesio. - Ringraziamenti . » 36 Cose di Francia: Prima Conferenza Salesiana
a Lione. - I nostri amici di Bordeaux. -
Marsiglia. - I Salesiani e gli Italiani a
Marsiglia . » 39 Altre notizie d'Italia: Sampierdarena e Ve» 40
Importante pubblicazione, ossia nuova edizione del Messale Romano » 41
Cooperatori defunti » 43
Marzo.
Nuova partenza di Missionarii » 45
Feste Giubilari di S. S. Leone XIII. In
San Pietro ed al S. Cuore di Gesù, in Roma » 46
associazione e stampa . . . » 48 otizie dei nostri Missionari. - D. Angelo Savio. - Dal Chubut. - Un fatto luttuoso
nella Patagonia. - Equatore. - Venezuela » 50 Grazie di Maria Ausiliatrice » 55 Un amico di D. Bosco defunto . . » 56 Per l'Opera Salesiana. - Conferenze a Torino, Modena, Pavia e Gorizia . . . . » 57 Beneficio centuplicato . . » 58 Festa della stampa cattolica ed un amico
delle nostre Letture Cattoliche » 60
Altre notizie varie. - I Figli di D. Bosco a
Marsala - I bambini di Catania pel Papa. - Il principino Gonzaga di Milano. - Gli operai cattolici di Spezia. - L'anniversario
di un miracolo Pag. 61
Sul Laicismo, pastorale dell'Arcivescovo di
Torino, da diffondersi tra il popolo » 62
Le Cantate del dramma u Cristoforo Colombo »
del Sac. G. B. Lemoyne » 63
Cooperatori defunti » ivi
Aprile.
Avvisi importanti » 65 Mons. Luigi Lasagna, nuovo Vescovo Salesiano » 66 Le feste salesiane di Roma in omaggio al
» 69
Il mese di Maria Ausiliatrice si avvicina » 72 Grazie di Maria Ausiliatrice » 73 Notizie dei nostri Missionari : La spedizione
del 6 Dicembre u. s. - Gli ultimi momenti
di D. Savio. - Altri cinque mesi di missione
nelle Cordigliere Chilene 74 Notizie varie : - In S. Siro di Genova . . 82
Cooperatori defunti 83
Maggio.
Ai Direttori, Decurioni e Comitati Salesiani » 85 Il tempio di Maria Ausiliatrice nei primi
venticinque anni . 86 Orario della Novena e Solennità di Maria
Ausiliatrice 88
Avvisi per queste feste 89 Grazie di Maria Ausiliatrice • 90 Don Rua e i Salesiani ai piedi del S. Padre
Leone XIII 92 Mons. Luigi Lasagna : Al paese nativo. -
All'Oratorio » in La partenza di Mons. Luigi Lasagna con
altri Missionaria Salesiani 95 Poi giovanetti di Savona: Un nuovo Oratorio
festivo Salesiano 96 Il Principe D. Augusto Czartoryski . 97 Notizie dei nostri Missionari: -Sono giunti
a Montevideo. - Messico. La prima pietra
del nuovo Ospizio Salesiano 98 Cose di Spagna: - Sarrià, Barcellona, Gerona
e Siviglia . 100 Notizie varie: - A Castellamare di Stabia.
- Le peregrinazioni di D. Milanesio. - Ai
Seminario delle Missioni Salesiane. - D.
Bosco a Lugo. - Amici defunti ivi. Storia della Rivoluzione Francese e dei tempi
moderni del prof. F. Savio » 102
Cooperatori defunti » 103
Giugno.
L'Opera del S. Cuore di Gesù in Roma . . » 105 La Devozione al S. Cuore di Gesù nel Giubileo Episcopale di Leone XIII » 106 Il primo Giubileo del Santuario di Maria
Ausiliatrice in Torino » 107
Grazie di Maria Ausiliatrice . . Pag. 110 Le conferenze di Mons. Gio. Cagliero ai
Cooperatori e alle Cooperatrici Ralesiane
di Marsala, Catania Napoli e Ancona » 111 Un nuovo Oratorio festivo a Catania » 113 Una felice trasformazione . » 114 Il Vescovado di Tripoli, titolo conferito a
Monsignor Lasagna . » 115 Notizie dei nostri Missionari: Dal Messico,
Brasile ed Equatore . . . . . » 116 Notizie varie. - L'Arcivescovo di Torino a
Valsalice. - Il pellegrinaggio Olandese a Torino. - Un incendio » 121
Azione Salesiana (Conferenze) » 122
Necrologia » 123
Cooperatori defunti » ivi
Luglio.
Il Congresso Eucaristico di Gerusalemme » 125 L'onomastico di D. Bosco e l'omaggio a D.
Rua . . . » 128 Un Oratorio festivo per le figlie di Giaveno » 130 L'Opera di D. Bosco nella Spagna e nell'Inghilterra: (Santander e Londra) . » ivi Notizie dei nostri Missionari: Dalla Terra del Fuoco e dalla Colombia . . » 131 Ad onor di Maria Ausiliatrice (feste) . . » 137 Grazie di Maria Ausiliatrice » 139 Azione Salesiana (Conferenze) . » 141 Notizie varie: - Un vestito ad un Fueghino.
- Nel Collegio Salesiano di Este. - A Moncrivello. - Avviso » 142
Cooperatori defunti » 143
Agosto.
Ringraziamenti e preghiere . . . » 145
A S. S. Leone XIII nel fausto suo giorno Onomastico . » 146
La Cooperazione dei laici a vantaggio della Religione e della civile società . » 147
Benedizione della pietra angolare della Cappella e Casa Salesiana d'Ivrea . . . . » 148
Gli antichi allievi . . » 149
Notizie dei nostri Missionari. - Dal paese
de' lebbrosi: Triste annunzio. - In Missione: Da Puntarenas a S. Cruz e tra gli Italiani di Guariyù. - Dallo Stretto di Magellano.
- Per Mons. Lasagna . » 150
Francia. - Il Patronato S. Pietro di Nizza Marittima » 154
Collegi Salesiani d'Italia ed Educatori diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice . » 156
Grazie di Maria Ausiliatrice . . » 157
Notizie varie : - Il battesimo ad un giovane Africano. - Il Vescovo di Acireale all' Oratorio Salesiano di Mascali-Nunziata. - Nell'Istituto Salesiano di Faenza. - Gara Catechistica. - Com'è organizzato a Parma l'insegnamento della Religione. - Per le
Missioni » 159
Necrologia » 162
Bibliografia » ivi
Cooperatori defunti » 163
Settembre.
La Chiesa del S. Cuore di Gesù in Londra » 165 Le vocazioni Sacerdotali e Religiose » 166 Onorificenze Pontificie a sei Cooperatori
Salesiani » 168 Grazie di Maria Ausiliatrice . » 170 Francia. - La Colonia agricola della Navarra . » 171 Notizie dei nostri Missionarii: - Dal Messico: Una visita a quegl'Italiani. - Dall'Argentina: Inaugurazione di nuove Chiese.
- Dal Chilì: I nostri due Istituti di Santiago. - Altre notizie . . . » 173
L'Opera della S. Famiglia di Betlemme » 177
Bibliografia. - Letture Francesi. - Il nostro Messale Pag. 179
Cooperatori defunti » 180
Ottobre.
Attenti agli scrocconi » 181
• Enciclica del S. Padre Leone XIII sul Rosario Mariano » 182
Londra. - Alla nuova Chiesa del Sacro
Cuore di Gesù » 185 Primo Congresso dei Benemeriti Direttori Diocesani dei nostri Cooperatori » 187 Notizie dei nostri Missionarii: - Dalla Terra del Fuoco » 190 Nuovi Collegi ed Istituti Salesiani: - Orvieto, Trevi, Balerna, Cannara e Casale. - Ampliazioni, a Bordighera. - L'opera di Maria Ausiliatrice » 192
Grazie di Maria Ausiliatrice » 195 Azione Salesiana (Conferenze) » 197 Due nuovi Santuarii a Maria Ausiliatrice . » 199 Notizie varie : - Il Card. Arcivescovo di Firenze. - L'Arcivescovo di Genova. - L'insegnamento del Catechismo a S. Teodoro in Sicilia. - Il primo giornalista cattolico. -
Avvertimenti » 200
I libri per le Scuole » 202
Il Can. Molinari 203
Cooperatori defunti » ivi
Novembre.
Una lettera del S. Padre Leone XIII al Sao. Michele Una, Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana » 205 Altro prezioso documento . » 208 Un nuovo drappello di Missionari Salesiani » ivi Amici che non si debbono dimenticare . » 210 Inghilterra. - I Salesiani di D. Bosco a Londra » 211 Spagna. - Una nuova Casa a Rialp » 212 Notizie dei nostri Missionari: - Dalla Colombia, Patagonia, Equatore, Terra del Fuoco ed Argentina » 213
Grazie di Maria Ausiliatrice » 217 Notizie varie:-Conferenze in Gemano, Albano e Velletri. - A Finalmarina. - Oratorio festivo per le figlie di Varazze.-L'Educatorio di Chieri. » 219 L'adorazione quotidiana universale a Gesù Sacramentato » 220 Bibliografia: Dante, Tasso ed Ariosto » 222
Cooperatori defunti » 223
Dicembre.
Augurii e felicitazioni . » 225 Consacrazione della nuova Chiesa del S. Cuore di Gesti a Londra » 226 Gli Arcivescovi e Vescovi del Piemonte e le nostre Edizioni Scolastiche . . . » 234 Una calda raccomandazione » 235 Spagna. - La catastrofe di Santander ed i Salesiani di quella città » 236 Austria. - I Figli di D. Bosco a Trento » 237 Svizzera. - Altri Salesiani nel Canton Ti
» ivi
Notizie dei nostri Missionari: - D. Michele
Unia. - La Missione dello Stato di MattoGrosso (Lettera di S. E. R.ma Mons. Lasagna). - Una visita nel centro dello Stato di San Paolo » ivi
I Novelli Missionari Salesiani » 211
Grazie di Maria Ausiliatrice » Notizie varie:-D. Bosco ed i Bolognesi. -
Una visita all'Oratorio di Trino . . . » 244, Necrologia » 245
Bibliografia » ivi Cooperatori defunti » 249 La Direzione del Bollettino ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane . . . » 250