ANNO XVII - N. 1. Esce una volta al mese. GENNAIO 1893.
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N. 32, TORINO
Lettera del Sac. MICHELE RUA ai Cooperatori ed alle cooperatrici Salesiane.
Il Giubileo Episcopale di S. S. Leone XIII.
Avvisi per S. Francesco di Sales e per l' anniversario di Don Bosco.
Feste Colombiane e partenza di Missionarii Salesiani. I Fueghini ed i Patagoni ai piedi del Papa. Il monumento di Don Bosco.
Notizie dei nostri Missionari - Patagonia. Viaggio dei primi Salesiani al Messico. Il Padre DORIA.
Grazie di Maria Ausiliatrice.
Notizie varie - Il Missionario Salesiano D. Luigi Lasagna in nove città d'Italia - Mons. Cagliero alla Spezia - Feste Colombiane a Parma - Mons. Sanfermo e i Salesiani - Giornalismo cattolico.
Cooperatori defunti.
Benemeriti Coooperatori, e Benemerite Cooperatrici,
QUELLI che conobbero il nostro sempre compianto D. Bosco ricordano certamente le delicatezze della sua riconoscenza verso tutti coloro che l'aiutavamo nelle sue imprese. I nonni dei suoi Benefattori erano scritti da lui nei suoi registri, ma più ancora erano stampati nel suo cuore. Si serviva volontieri di tutte le occasioni, che gli si presentavano, per esternare loro la sua gratitudine a viva voce o per iscritto. Spesse volte, specialmente nel cominciare del nuovo anno e nelle grandi solennità, invitava tutta la sua numerosa famiglia a fare comunioni e preghiere speciali per quelle persone che erano state gli strumenti della Divina Provvidenza per venirgli in aiuto. Contava con massima cura il numero dei Cooperatori che durante l' anno erano stati chiamati da Dio all'eternità, e raccomandava di fare particolari pratiche di pietà pel riposo dell'anima loro.
Assicuratevi, benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici, che tutti i Salesiani, anche sparsi in remote contrade, continuano pure in ciò ad imitare l'esempio di Don Bosco ed a mettere in pratica i suoi santi consigli. Ed io sono lieto che mi si porga il destro, scrivendovi questa lettera, di ringraziarvi sentitamente in nome di tutta la famiglia Salesiana, pel bene che ci avete fatto e ci fate tuttora colle vostre preghiere e colle vostre limosine.
È eziandio una grande consolazione per me, in mezzo alle innumerevoli sollecitudini e pene che sono inerenti alla mia carica, il vedere che i cinque anni che trascorsero dalla morte del nostro sempre carissimo Don Bosco fino ad ora, nei nostri Cooperatori non venne a raffreddarsi l'affezione e venerazione che avevano verso di lui, riè la loro carità verso i suoi poveri figli. Anche di questo io vi ringrazio di gran cuore e prego Iddio che ve lo rimeriti.
Arrivato alla fine dell'anno 1892, io rni rivolgo indietro col cuore intenerito, e vedendo le molte opere compiute col vostro concorso, non posso resistere al bisogno di farvene una succinta esposizione, e mettervi così sott'occhio i frutti della vostra carità.
Incomincio da quella casa che il nostro amato Padre Don Bosco aveva tanto a cuore: intendo accennarvi l'Ospizio del Sacro Cuore di Roma. Voi tutti sapete, o benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici, che egli, dopo aver con immensi sacrifizi condotto a termine la chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, la cui costruzione gli era stata affidata dal sapientissimo Pontefice Leone XIII, concepì il disegno di fondare in quella metropoli del mondo, accanto alla medesima chiesa, un vasto stabilimento destinato alla gioventù povera ed abbandonata. Si è dunque con giubilo che vi annunzio che, nell'anno testè passato, la fabbrica dell'Ospizio del Sacro Cuore fu quasi terminata. Già molti giovanetti vi sono stati accolti e così sottratti dai pericoli; tuttavia noi aspettiamo a fare l' inaugurazione del nuovo edifizio all'occasione del Giubileo Episcopale del Santo Padre, sicuri che non si può fare cosa più gradita al paterno suo cuore, che aprire un asilo a tanti suoi figli bisognosi e procurar loro un'educazione ed istruzione veramente cristiana. Rimangono, egli è ben vero, molte migliaia di lire di debito; ma io nutro fiducia che la grande carità dei nostri Cooperatori verrà in nostro aiuto per pagarle.
A Roma parimenti, nella nostra chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù, si continua la celebrazione delle sei Messe quotidiane per tutti quelli che si ascrissero all' Opera pia del Sacro Cuore. Col far parte di questa Associazione si possono ricavare tanti vantaggi spirituali, che io non dubito punto, che tutti i nostri zelanti Cooperatori non si terranno paghi di avervi dato il loro nome, ma ancora eserciteranno intorno a loro un vero apostolato, sforzandosi di attirarvi altre pie persone, i membri delle loro famiglie, i loro amici e conoscenti. Voi specialmente che piangete per la morte di qualche anima cara, affrettatevi a sollevarla, se mai fosse in Purgatorio, col metterla a parte dei vantaggi che la Pia Opera del Sacro Cuore procura anche alle anime dei defunti.
Durante l'anno 1892 le domande di nuove fondazioni ci arrivarono oltremodo numerose. Col più profondo dolore noi dovemmo rispondere negativamente a molte di queste caritatevoli proposte tuttavia, dietro le ripetute istanze di Monsignor Vescovo d'Ivrea, si aperse in quella città una casa per albergare, istruire ed educare quei giovani che, divenuti poi maestri, chierici o sacerdoti, saranno mandati a lavorare ne' nostri varii istituti ed anche nelle missioni straniere.
In Orvieto, in attesa che sia preparato per espressa volontà e generosità del Santo Padre Leone XIII un ospizio pei poveri giovanetti, un confratello già presta l'opera sua nella direzione del Seminario.
A Mascali in Sicilia ci fu dato di aprire un asilo per quei giovani che desiderano formarsi alla vita salesiana e lavorare poi a vantaggio della gioventù.
A Catania, coll'aiuto di caritatevoli Cooperatori, potemmo ingrandire la casa di S. Francesco di Sales e portare il numero dei giovani ricoverati da 20 a 140.
Ricorderanno i nostri buoni Cooperatori che, in sul principio dello scorso anno, recatomi in Sicilia, promisi a vari rispettabili signori di Marsala di accettare la Casa della Divina Provvidenza, che essi con islancio di carità superiore ad ogni elogio avevanci preparata. La mia promessa è ora eseguita : fin dallo scorso ottobre i Salesiani sono a Marsala, ed hanno cura di quei fanciulli che il Signore loro ha affidati e che loro affiderà in avvenire.
Il numero stragrande di domande d'ammissione ci aveva indotti a metter mano a nuove costruzioni nell'Istituto di san Paolo a Spezia. Durante il corso dell'anno 1892 questi lavori furono terminati, e il locale è già occupato.
Parimenti a Macerata si è quasi terminata la meta del fabbricato che ancor mancava a compimento di quella casa.
Se poi dall'Italia noi passiamo alla Francia, devo segnalarvi la fondazìone di nuove scuole, in un quartiere dei più popolati in Marsiglia, sotto la protezione di S. Antonio di Padova. Dietro vivissime istanze di Monsignor Vescovo i Salesiani presero la direzione di queste scuole fin dallo scorso ottobre. I giovanetti che le frequentano, oltre le materie prescritte dal programma governativo, imparano il canto gregoriano, la musica e le sacre cerimonie pel servizio di quella nuova magnifica cattedrale. In questa stessa città, all'Oratorio S. Leone, il giorno 21 del p. p. novembre, nell'occorrenza delle grandi solennità che vi si celebrarono, coll'intervento di quattro Vescovi, pel cinquantesimo anniversario della fondazione delle Opere di Don Bosco, furono benedetti e inaugurati i nuovi laboratorii. Questo Oratorio ha speciale bisogno di aiuto, essendo la sede dell' ispettore dei Salesiani di Francia, ed avendo contratti dei gravi debiti per le recenti costruzioni.
Alla Navarra presso Tolone ebbi io stesso nello scorso marzo la consolazione di benedire un nuovo ponte della lunghezza di 24 metri, che facilita l'accesso alla Colonia Agricola: inoltre nella stessa occasione s'inaugurò la novella costruzione che completa il bel disegno della casa.
I lettori del Bollettino Salesiano non hanno certo dimenticato quanto soffrisse il nostro cuore di dover rispondere negativamente ad innumerevoli richieste che ci erano presentate nella capitale della Francia , in favore di giovani assolutamente bisognosi d'essere ricoverati. Ciò avevaci spinti ad incominciare un assai vasto fabbricato, il quale ci permetterebbe di duplicare il numero dei nostri allievi. L'edifizio è ora quasi terminato e in gran parte occupato fin dal principio dell'anno scolastico. Siami però permesso di farvi notare, benemeriti Cooperatori, che i sovraccennati costosi lavori hanno gravato l'Oratorio di Ménilmontant di considerevoli passività che durano tuttora.
L'Ospizio di Gesù Operaio a Dinan, nella cattolica Brettagna, ha esso pure subìto molte indispensabili ed utilissime trasformazioni, per cui si potè accrescere notevolmente il numero degli allievi.
È da segnalare alla bontà dei Cooperatori di Francia la casa di Salon nelle Bocche del Rodano. Essa ha un' importanza capitale per la nostra Pia Società, avendo per iscopo di preparare dei Sacerdoti, degli assistenti ed anche dei maestri di scuola e di agricoltura per gli altri nostri istituti di Francia e per le missioni di America, di Africa e di Asia. A tal fine molti fra gli alunni sono addestrati a lavorare la terra. Voi, o benemeriti Cooperatori, che sapete quanto le nostre campagne manchino di braccia, e quanto male ne venga dalla smania febbrile di lasciare il proprio paese per recarsi nelle grandi città, contribuite secondo le vostre forze ad evitare la rovina di tante anime. Aiutateci a formare degli onesti contadini, degli abili giardinieri e in pari tempo dei buoni cristiani. Quella casa versa in gravissime necessità, e fallirebbe al suo scopo, se non si venisse efficacemente in suo soccorso (1).
Ma parlandovi delle case di Francia, il mio pensiero si porta alle sponde dell'Affrica, ove noi mandammo , non è guari, una schiera dei nostri Salesiani. Essi ci scrivono che la messe loro cresce tra mano, ed il bene che essi fanno è in proporzione degli aiuti che loro si danno. Occorrerebbe ancora a quei giovanetti un vasto cortile per la ricreazione, specialmente per raccoglierne un gran numero ne' giorni festivi, ed un nuovo fabbricato per accogliervi i più bisognosi, la qual cosa si spera eseguire nel quartiere detto Eckmühl coll' aiuto della divina Provvidenza.
A Barcellona (Sarrià) fu ultimata una cappella dedicata a Maria SS. Ausiliatrice, e venne benedetta con una grande solennità commemorativa della fondazione delle nostre Opere. - Le Scuole di S. Giuseppe, nella stessa città, videro moltiplicarsi talmente gli allievi, che la loro cappella divenne insufficiente. Que' generosi Cooperatori ci aiutarono ad edificarne una altra più vasta, che venne benedetta da S. E. R.ma il Vescovo di Barcellona ed inaugurata anche a benefizio degli adulti nella festa dell' Immacolata Concezione.
In fine a Santander nelle scuole esterne è nell'ospizio per gli interni la messe è già sì abbondante, che i confratelli colà inviati ci chieggono rinforzo.
Ma nell'enumerazione delle opere compiute in quest'anno debbo fare un cenno particolare di una cosa che mi fu di dolcissima consolazione, e che certo avrà rallegrato il cuore di D. Bosco in cielo ; voglio dire l'apertura di varii Oratorii festivi. Voi sapete che il nostro buon Padre, ha cominciato da quelli la sua missione, e vi è noto quanto egli desiderava che, anche coltivando le altre opere, questa non fosse trascurata. Vì è pur noto che in questi tempi fortunosi, in cui si cerca dì corrompere la gioventù impartendo un insegnamento avverso alla religione o almeno indifferente e somministrandogli tutti gli allettamenti al vizio, gli Oratorii festivi mettono il sacerdote in contatto con tanti giovani che forse giammai sentirebbero parlare di religione. In questi Oratorii si attirano i fanciulli con giuochi svariati, si istruiscono nelle verità di nostra santa fede, si dà loro comodità di assistere alle sacre funzioni e di frequentare i SS. Sacramenti, in una parola sono immensi i vantaggi che si possono ricavare. Sia dunque ringraziato il Signore che ci concesse di aprire un Oratorio festivo a Vignale, a Treviglio, a Lugo, a Savona, ad Alì, a Catania, a Nizza in Sicilia, a Nizza marittima, a Lilla in Francia, ad Utrera , Siviglia e Gerona in Ispagna. L' importanza di queste riunioni festive non isfuggi alla sagacità ed allo zelo dei membri del Congresso Cattolico di Siviglia e mi piace trascriverne qui le sue testualì parole: Per ottenere l'osservanza del riposo domenicale si raccomanda specialmente. 1° Lavorare perché si estenda quanto è possibile (todo lo mas posible) la pia Società Salesiana, la quale ne' suoi Oratorii festivi, Ospizi e laboratorii, colla parola e coll'esempio, in modo eccellente insegna e abitua gli operai a santificare la festa. (Sez. 3a punto IV.)
Per quel che spetta all'America, so con quanto interesse siano lette dai nostri buoni Cooperatori le relazioni che c'inviano i nostri Missionarii; perciò non discenderò a particolari. Mi basta accennare la nuova spedizione di cinque .Missionarii salesiani diretti al Messico. Erano aspettati colà con impazienza fin dal 1890 ed appena noi potemmo inviarli nello scorso novembre. Sappiamo che arrivarono felicemente, che furono molto ben accolti e che già si misero con zelo a lavorare a pro delle anime.
I nostri buoni Cooperatori, che prendono tanto a cuore le Missioni, riceveranno con gioia la notizia che la Santa Sede, di comune accordo col Governo della Repubblica dell'Equatore, affidò ai Salesiani un nuovo Vicariato Apostolico nella provincia dei Jivaros di Mendez e di Gualaquiza, che sono i popoli più selvaggi di quei paesi. Il 9 dicembre partirono da San Nazaire per quelle regioni cinque Salesiani, fra cui due, un sacerdote ed un catechista, incaricati di esplorare il campo della nuova Missione. Appena avranno fissato il luogo della residenza altri confratelli s'affretteranno a raggiungerli. - Nella medesima Repubblica, oltre la casa di Quito, si fondò un altro Ospizio, con scuole e laboratorii, in Riobamba.
Nello stesso giorno salparono pure vari missionarii per la Colombia. Due di essi, un prete ed un catechista, andranno ad aiutare il Sacerdote Don Michele Unia, che con ispirito di abnegazione veramente eroica si consacrò al servizio dei lebbrosi in Acqua de Dios. Quegli infelici son consolati di vedersi affidati a mani caritatevoli e di aver la facìlità di ricevere i conforti della religione - Nella medesima spedizione erano compresi nove Salesiani che, coi quattro Fueghini guidati da D. Beauvoir, salparono da Bordeaux per la Terra del Fuoco, mentre lo stesso giorno altri otto Salesiani partivano dal porto di Genova alla volta del Brasile. - Furono parimenti inviate sei Figlie di Maria Ausiliatrice al Chilì e sei altre al Brasile. I bisogni di soccorso sono talmente gravi in quella vastissima Repubblica, come avete letto nel Bollettino Salesiano, che non potei a meno di inviar loro questo rinforzo, con rincrescimento di non poter fare di più.
Anche nella Repubblica dell' Uruguay a Montevideo si gettarono le fondamenta di una casa d'arti e mestieri. - A Mercedes nella stessa Repubblica egualmente i nostri confratelli cominciarono a lavorare a pro della gioventù in un Oratorio festivo con apposite scuole. -Nella Repubblica Argentina si aprì un nuovo Ospizio con laboratorii e scuole in Mendoza, e a Bernal presso Buenos-Aires si innalzò un edifizio che ci permetterà di riunire insieme parecchi giovani di quei paesi che si preparano a divenire nostri ausiliari in quelle missioni. - Infine dopo aver molto insistito e molto aspettato, Santiago, la capitale del Chilì, ha la sua casa Salesiana, essendoci stato affidato il così detto Asilo della Patria, destinato originariamente ad accogliere i figli dei morti in guerra.
Son noti ai nostri buoni Cooperatori gli sforzi che dovettero fare i nostri missionarii per ridurre a stabile dimora alcune tribù della Patagonia meridionale. Un vero villaggio fu fondato nell'isola Dawson con la sua cappella e con le sue scuole. Il capitano del bastimento che vi portò Mons. Cagliero, avendo visitate con lui le scuole dei fanciulli e delle fanciulle, ripe leva con visibile soddisfazione: « Si direbbe che noi visitiamo le scuole rurali dei nostri paesi d'Europa. » Gli uomini cominciano ad abituarsi al lavoro e le donne alle faccende di casa. Nella Terra del Fuoco e nel resto della Patagonia meridionale si sarebbero fatti anche maggiori progressi per la religione e per la civiltà, se un vasto incendio a Puntarenas non avesse resi vani in gran parte i sacrifizi e le fatiche di quei poveri missionarii.
Ecco, o benemeriti Cooperatori e Cooperatrici, in succinto i frutti della vostra carità.
(1) Eccovi il suo indirizzo : Monsieur le Directeur de ST. PIERRE DE CANON - par Pélissanne - (BOUCHES DU RHÔNE).
Un giorno il nostro buon Padre Don Bosco trattenevasi con uno de' suoi più zelanti Cooperatori di varie fondazioni che aveva in mente di fare. Costui credette bene di esortare D. Bosco a rassodare le sue opere già cominciate e non intraprenderne più delle nuove. « Si, consento ad arrestarmi, disse D. Bosco, ma ad una condizione. E quale sarebbe? ripigliò l'altro. Alla condizione che il demonio si fermi anche lui. Ma come egli non cessa, di larorare alla rovina delle anime , non cesserò neppur io di lavorare per salvarle. »
Io pure desidero di strappare delle anime alle unghie del demonio, ed è per ciò che, facendo assegnamento sulla vostra carità, vorrei dirigere tutti i miei pensieri ed i miei sforzi ad alcune opere, di cui voi conoscerete facilmente l'importanza.
Primieramente vorrei pregarvi instantemente ad aiutarmi per dare un novello impulso alle missioni che dirige con tanto zelo e annegazione il nostro carissimo Monsignor Cagliero, Vicario Apostolico della Patagonia. Ei venne in Europa per far appello alla generosità di tutti coloro che hanno a cuore la estensione del Regno di G. C., la propagazione di nostra santa fede, lo sviluppo della civiltà. I bisogni delle sue missioni sono immensi; i missionarii non indietreggiano quando si deve fare il sacrifizio delle comodità e della vita stessa, se fa duopo; ma se non hanno mezzi pecuniarii pel servizio divino, pei loro viaggi, pel vitto e per provvedere il necessario ai loro neofiti, sono obbligati ad arrestare i loro passi, e col massimo dolore vedono sparire in un istante il frutto dei loro sacrifizii. Dio voglia che, nel ritornare in America, Monsignore possa portar qualche soccorso alle residenze che sono maggiormente in bisogno.
I Missionari della Patagonia Meridionale e della Terra del Fuoco per mezzo del loro superiore, il Prefetto Apostolico D. Giuseppe Fagnano, ci chiedono pure istantemente soccorso. A Puntarenas si deve fabbricare in muratura la Chiesa parrocchiale, che essendo prima in legno venne consumata dal vasto incendio, di cui si fece poco sopra menzione. Nell'isola Dawson devono i missionari pensare a fabbricare perfino le case per le varie famiglie dei selvaggi. Quelle missioni, lontane da ogni centro, non ricevono altro aiuto che quello che loro inviano i Cooperatori Salesiani. Si videro all'Esposizione Colombiana di Genova varii di quel poveri selvaggi, a cui i nostri missionarii consacrano da alcuni anni i loro sudori e le loro fatiche. Sebbene di ruvida scorza, essi sono pure anime redente dal Sangue di N. S. G. C. Essi corrispondono assai bene alle cure del Missionario. Colle vostre offerte voi contribuirete a renderli meno sventurati sulla terra e eternamente felici in cielo. Anche dal seno delle vostre famiglie, colla vostra carità, voi sarete insieme coi Missionari i continuatori dell'opera di Cristoforo Colombo dilatando i confini della religione e della civiltà.
Per facilitare maggiormente l' evangelizzazione dei Jivaros si dovrà nel nuovo Vicariato di Mendez e Gualaquiza fondare una casa in Cuenca, città dell'Equatore molto più vicina alle regioni abitate da questi selvaggi.
Un'altra impresa mi premerebbe di condurre a termine con prontezza e questa sarebbe la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore in Londra. Il Bollettino Salesiano di settembre vi narrava la benedizione della pietra fondamentale. I lavori si continuarono di poi con una certa alacrità; malgrado ciò i nostri Missionarii sospirano il momento, in cui potranno servirsi della nuova chiesa, essendo obbligati a fare le funzioni parrocchiali in una scuola con gravissimo scapito dei fedeli. Se per mancanza di mezzi questi lavori tirassero per le lunghe, questo ritardo sarebbe forse ben funesto a tante anime. Fate quanto potete per abbreviarlo.
Nella città di Messina riprenderemo i lavori che avevamo dovuto sospendere.
La Casa di Macerata manca ancora di Chiesa pubblica, e noi, in vista del bisogno urgentissimo, metteremo mano quanto prima a questa costruzione pieni di fiducia che la Divina Provvidenza ci manderà i mezzi necessarii.
Nè posso tacervi uno dei moltissimi impegni presi per l'anno 1893, quale si è l'impianto di un Ospizio per arti e mestieri nella città di Montpellier in Francia. Oltre le istanze di quel venerando Vescovo e di varii Cooperatori, c' indusse ad accettare questa proposta il ricordo dell'entusiasmo con cui fu accolto in quella città il nostro desideratissimo Padre D. Bosco nel 1886, l'ultima volta ch'ei visitò le sue Case francesi. In quell' occasione egli aveva fatto sperare a que' zelanti Cooperatori che tardi o tosto Montpellier avrebbe pure il suo Oratorio Salesiano. Il tempo fissato dalla Provvidenza sembra giunto: una pia signora, ottima Cooperatrice, offri il terreno; altri ci procureranno, ne ho piena fiducia, i mezzi per far sorgere, nella patria di S. Rocco, un asilo per tanti giovani che già domandano di essere accettati.
Per non dilungarmi troppo non vi parlo di tante altre opere a cui, se Dio ci conserva in vita, noi pensiamo di metter mano nel corso del nuovo anno. Finisco raccomandando caldamente alla vostra carità gli istituti e le Missioni già esistenti, che si risentono moltissimo delle difficoltà dei tempi in cui ci troviamo.
Nel chiudere questa lettera, io sento il bisogno di chiedervi scusa, o nostri benemeriti Cooperatori e Cooperatrici, se colle mie continue domande di soccorso abuso della vostra bontà e della vostra pazienza. Ci sono forzato da una parte a causa dei pressanti bisogni de' nostri istituti e ci sono incoraggiato d'altro lato dalle parole sì delicate e sì cristiane che vennero dette talvolta a D. Bosco da varii insigni Benefattori. Come egli li ringraziava degli aiuti che essi davano alle opere nostre , l'interruppero dicendo : « Non mi ringrazii, tocca a me di ringraziare la S. V. Sappia che ogni volta che io diedi qualche cosa pe' suoi giovanetti o per le sue missioni, la Madonna Ausiliatrice me l'ha reso ad usura. Son io qui il debitore. »
Ciò non sarebbe altro che l' avverarsi della promessa di N. S. Gesù Cristo, il quale assicurò che del bene fatto al nostro prossimo si ottiene la ricompensa nunc in tempore hoc (1), anche durante questa nostra vita mortale. Chi sa che non debbasi a questa carità l'essere stati preservati da certi malanni che mietono tante vittime in ogni paese? Chi sa che non debbasi ad essa l'essere stati liberati da gravissimi pericoli , l' aver ottenuto un esito felice in un affare di commercio ? Ogni giorno noi chiediamo a Dio, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, tutte queste grazie pei nostri Benefattori. Che se non piacesse a Dio di concedervi queste grazie temporali , egli è certo, come diceva D. Bosco, che alla fine della vita si raccoglierà il frutto delle opere buone.
Da canto mio pregherò e farò pregare tutta la famiglia Salesiana, affinché, dopo una vita lunga e felice, abbiate la bella sorte di trovarvi ricchi di meriti all' ora della morte.
Pregate anche per me e credetemi col più profondo rispetto e la più viva riconoscenza
Di Voi, benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici,
Torino, 1° gennaio 1893.
Obbl.mo Servo Sac. MICHELE RUA.
(1) S. Marco x, 30.
L'ANNO Che incomincia nuove glorie prepara alla Chiesa ed al Pontificato. Dio così confonde i suoi nemici e dimostra ogni giorno che la sua destra onnipotente è quella che governa il timone della nave di S. Pietro.
Il Giubileo Episcopale del Sommo Pontefice già scuote tutto l'universo e infiamma di santo entusiasmo i cuori dei Cattolici. Vi è un nome al mondo simile a quello di Leone XIII? Ai raggi vivissimi che lo circondano si ecclissano i nomi di coloro che il mondo dice grandi! Vi è altro uomo che possa stargli a paro? Egli principe prudente, risoluto, misericordioso, palesa in sè il modello dei Governanti ; Egli filosofo, teologo, letterato non solamente insigne, ma sommo; Egli come aquila contemplatore delle vicende mondiali, solerte nell'avvertire i popoli dei pericoli, ai quali vanno incontro, sicuro di sè e sapientissimo nell'indicare i mezzi, coi quali sciogliere ogni questione sociale e ridonare agli uomini la pace; Egli il nemico invincibile dell'errore, che sfolgora continuamente le aberrazioni del giorno, e confonde nelle sue tenebrose latebre Satana e i suoi seguaci; Egli il Vegliardo che conta ornai venti lustri di vita, eppure ha il vigore d'intelletto e una vita infaticabile di gioventù, coronata da una santità personale che incanta; Egli Vicario di Gesù Cristo, Pastore supremo, Maestro universale, infallibile, Papa!
Sì! Leone XIII è una prova dell'assistenza di Dio sulla sua Chiesa, perchè Dio ha fatto questo, e ciò è mirabile agli occhi nostri. Confortatevi, o Cattolici, alzate gli occhi al cielo! Dio è con noi!
Organizziamoci pertanto per rendere bello il nuovo trionfo del Papa in quest'anno. Sono continui i combattimenti, ai quali la Chiesa è costretta, ma ogni suo passo è un trionfo. Diciannove secoli di storia hanno dimostrato col fatto che le porte dell'inferno non prevarranno mai contro di Lei!
E questi trionfi sieno la nostra gioia! E il Santo Padre, così chiamato, perchè ci ama con viscere paterne, perchè «è Vicario del Dio della Carità e della Giustizia, » per rendere la nostra allegrezza più viva ha voluto largheggiare con noi coi seguenti favori spirituali.
In udienza del giorno 16 Dicembre concedeva:
1. Indulgenza plenaria ai pellegrini che andranno in Roma;
2. Indulgenza plenaria ai fedeli, che si uniranno in spirito ai pellegrini di Roma, purchè premettano una novena con la recita quotidiana della terza parte del Rosario al giorno 19 Febbraio 1893, oppure a quel giorno che venisse fissato dai singoli Ordinari nelle loro diocesi;
3. Indulgenza plenaria a coloro che prenderanno parte agli spirituali Esercizii ed alle Missioni, che si dessero nell' anno 1893: e tutti questi, purchè confessati e comunicati, preghino secondo la mente del S. Padre;
4. Indulgenza di 300 giorni per ciascun giorno della novena, degli esercizii o delle Missioni;
5. Dette Indulgenze sono applicabili alle Anime sante del Purgatorio.
Avvicinandosi la festa di S. Francesco di Sales, torna opportuno ricordare i seguenti articoli del Regolamento dettato dalla sempre cara memoria del nostro compianto D. Bosco per la Pia Unione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane
« Ogni anno si faranno almeno due conferenze: una nella festa di Maria Ausiliatrice, l'altra in quella di S. Francesco di Sales.
» In ciascuna di queste conferenze si farà una colletta per raccogliere oblazioni a sostegno delle Opere Salesiane.
» Nei luoghi dove i Cooperatori non potessero costituire la Decuria, e quando alcuno non potesse intervenire alla conferenza, si farà pervenire a destinazione la propria offerta col mezzo a lui più facile e sicuro. » (Art. 4° del cap. VI).
« Il giorno dopo la festa di S. Francesco di Sales tutti i Sacerdoti Salesiani e i loro Cooperatori celebreranno la S. Messa pei soci defunti. Quelli che non sono Sacerdoti procureranno di fare la S. Comunione e di recitare la terza parte del Rosario. » (Art. 4° del cap. VII).
La conferenza può tenersi pubblica coll'intervento del popolo, oppure privata. Per la conferenza privata specialmente ricordiamo l'articolo seguente: « Nel giorno di S. Francesco di Sales e nella festa di Maria Ausiliatrice ogni Direttore, ogni Decurione radunerà i suoi Cooperatori per animarsi reciprocamente alla divozione verso questi celesti protettori, invocando il loro patrocinio a fine di perseverare nelle opere cominciate secondo lo scopo dell'Associazione. » (Art. 8° del cap. V).
Ove poi non vi sono ancora Direttori e Comitati Salesiani o Decurioni , sono vivamente pregati i Reverendissimi Parroci a farne le veci; e per la Conferenza Salesiana, se non potranno farla come nei suddetti articoli, abbiano la bontà di supplirvi con qualche parola che il loro zelo apostolico saprà loro suggerire, in una delle prediche che terranno al popolo nelle domeniche prossime a dette solennità. Noi saremo ben riconoscenti di tanto favore e delle oblazioni che in tale occasione ci mandassero a vantaggio specialmente delle Missioni Salesiane.
Gli altri anni notammo con molto piacere che ottimi Cooperatori e pie Cooperatrici si adoperarono assai e con molto frutto perchè fossero tenute nei loro paesi conferenze salesiane. Talvolta era in sulle prime una debolissima scintilla, il pensiero d' una sola persona , tuttavia in breve produsse, con l'aiuto di Dio, il frutto desiderato. Ci auguriamo pertanto che l'esempio di questi cari nostri benefattori e benefattrici abbia a ripetersi e moltiplicarsi in quest'anno.
Il 31 di questo mese ricorre il quinto anniversario dalla morte dell'indimenticabile nostro D. Bosco. Sia nostro comune impegno, in questa occasione, di ricordarci della sua bell'anima con particolari suffragi e di onorarne la cara memoria con nuove manifestazioni di zelo e di carità per le sue opere.
Sono partiti !
I NOSTRI Missionari in numero di quarantuno tra Sacerdoti, chierici, catechisti e Suore di Maria Ausiliatrice, il 6 dello scorso dicembre, dopo la solita ma sempre bella e commovente funzione innanzi all'altare di Maria SS. Ausiliatrice sono partiti per quelle terre lontane loro destinate dalla Divina Provvidenza.
Negli ultimi giorni avevano con noi. assistito alle splendide Accademie in onore di Maria SS. Immacolata e di Cristoforo Colombo, quasi volessero gustare ancora una volta quelle gioie che da giovinetti avevano con noi divise. Per tanti anni sotto il manto della Madonna abbiamo vissuto stretti da vincoli fraterni ! E nelle stanze ove D. Bosco era morto, mentre D. Michele Rua, suo degno successore, pronunciava paterne parole di congedo e di conforto, questo fraterno affetto ah. biamo sentito più vivo nel nostro cuore.
Ed ora sono partiti ! E con essi partirono per le loro patrie foreste i ragazzetti della Terra del Fuoco, che colla presenza ci recarono tanta consolazione; poichè ci ricordavano l'amore di D. Bosco per essi e il desiderio di averli vicini !
Nel tempo delle sacre funzioni del giorno suddetto questi avventurati indigeni nel tempio di Maria Ausiliatrice s' erano assisi ai piedi del soglio dell' amatissimo nostro Arcivescovo di Torino. Fu bella scena, quando al cenno replicato del venerando Pastore, essi, incerti e alquanto timidi, andarono a sedersi sul gradino più elevato dell'altare della Madonna Ausiliatrice. Essa è, Maria Ausiliatrice, che li ha chiamati alla nostra Santa Religione, per mezzo dei suoi Missionari, i figli di D. Bosco; Essa è che li vuol salvare, perchè siano come Angioli intorno al trono di Dio ! Bene sta quindi che nel tempio a Lei dedicato si avvicinino più che è possibile al tabernacolo del suo Divin Figlio. Questi selvaggi poi sono i rappresentanti di migliaia di altri che, quantunque lontani, partecipano eziandio alla stessa loro fortunata sorte. Bene è quindi che, nel tempio di Maria Ausiliatrice, donde sono partiti tanti Missionarii, evangelizzatori della buona novella e pionieri di civiltà, questi selvaggi convertiti ed inciviliti si presentino allo stuolo eletto e numeroso di Cooperatori e Cooperatrici Salesiani, come saggio dei frutti copiosi di redenzione operati dai Missionaria Salesiani, dei cui meriti hanno gran parte i Cooperatori e le Cooperatrici stesse.
Ed ora questi selvaggi e quarantun altri fratelli sono partiti! Addio! Felice viaggio a voi, cari selvaggi ! e messe copiosa, abbondante a voi, amati fratelli. Possiamo un giorno, nell'ora dell'eterno trionfo, trovarci tutti stretti intorno alla nostra Madre Celeste, Maria SS. Ausiliatrice !
Ecco ora una breve relazione delle feste che noi abbiamo celebrate seguendo il programma annunciato nel Bollettino di dicembre.
Il martedì, 6 dicembre, alle ore tre pom., il vasto tempio di Maria Ausiliatrice era affollato di fedeli di ogni grado e condizione, dal dovizioso patrizio all'umile artigianello.
Gli sguardi di tutti erano verso il presbiterio, ove S. E. Rev.ma il nostro amatissimo Arcivescovo Mons. Davide Dei Conti Riccardi impartiva solennemente il S. Battesimo al catecumeno Daniele Acaluf, indigeno della Terra del Fuoco, un uomo sulla venticinquina, che aveva accompagnato mesi or sono il Missionario Salesiano D. Beauvoir dallo stretto di Magellano all'Esposizione delle Missioni Cattoliche di Genova. Negli ultimi giorni precedenti il buon catecumeno manifestava una insolita gioia, e il pensiero del prossimo Battesimo lo rendeva animato come da nuova vita.
Finalmente il suo santo desiderio veniva appieno appagato con ineffabile consolazione del suo cuore.
Dopo la sacra funzione del S. Battesimo, che teneramente commosse quanti poterono assistervi davvicino, le note melodiose del. l'organo accompagnarono un soave mottetto, eseguito dai nostri giovani dell'Oratorio.
Prima delle 4 saliva in pulpito S. E. R.ma Mons. G. B. Cagliero, Vicario Apostolico della Patagonia. Il suo discorso sollevò glii animi e commosse i cuori fino all'entusiasmo.
Ricordò dapprima la scoperta dell'America fatta dall'italiano Colombo e le opere di indefesso apostolato compiutesi colà specialmente dai generosi figli di San Francesco, di S. Domenico e di S. Ignazio di Loiola.
« Euntes docete omnes gentes, continuava l'oratore; la parola di Gesù Cristo risuona ancor oggi sul labbro del suo Vicario e vien detta anche a D. Bosco ed ai suoi figli. E qual sarà la prima terra all'estero che verrà a questi assegnata dalla Divina Provvidenza? La terra scoperta dall'italiano Colombo, l'America. - Felicissimo incontro!
« Un italiano incominciava l'evangelizzazione di quel lontano continente, e nel quarto centenario di quell' epoca memoranda una Pia Società da un sacerdote italiano fondata va estendendo colà incessanti le sue apostoliche fatiche, per continuare quell' opera di divina rigenerazione e forse per compierla. Ci vorrà assai. Vi sono ancora migliaia, anzi milioni d' indigeni da convertire dalla condizione di selvaggi e di barbari a quella di civilizzati.
« Il solo Brasile ne conta tanti, da assorbire l'attività di eserciti interi di Missionari. Ma non ci sgomentiamo perciò. Nel nome di Dio e colla protezione della Vergine SS. Ausiliatrice approdammo già in America in numero di cinquecento, già vi abbiamo sessanta case o grandi stazionì Salesiane con collegi, ospizi, oratorii, scuole, officine, chiese piccole e grandi, ove inoltre stanziano i Missionari volanti che da quei centri partono, ed alcuni percorrono per interminabili leghe i paesi abitati dagl' innumerevoli italiani colà emigrati, ed altri si inoltrano tra i selvaggi fino ai punti più inaccessibili. »
L' oratore svolse ampiamente e con gran chiarezza quanto noi brevissimamente compendiamo.
Passò poscia a descrivere i disagi ed i sacrifizi che i Missionari Salesiani, non eccettuato il Vescovo che li dirige e li accompagna, debbono colà ogni dì affrontare. Ma ogni goccia di sudore versato nel campo apostolico per amore di Gesù Cristo è seme fecondo di nuovi apostoli. Ricordò le innumerevoli spedizioni di Missionari Salesiani fatte già in pochi anni dal tempio di Maria Ausiliatrice, accennò a quella numerosissima che si compieva in quei giorni e ne annunziava un'altra che partirà anche per l'America fra non molte settimane.
Le ultime parole dell'oratore sono rivolte ai benefattori ed alle benefattrici delle opere di D. Bosco, per domandare aiuti spirituali e materiali. « Il Missionario offre tutto, anche la vita per la salvezza delle anime; quelli che apprezzano un' opera così importante, offrano almeno l'obolo della loro carità. »
Se in tutto il discorso la parola dei Vescovo missionario fu felicissima, oltremodo commosse quando parlò della Repubblica che da Colombo prese il nome di Colombia e descrisse la cura che i Salesiani prendonsi in quella regione deì poveri lebbrosi di Agua de Dios. In questa spedizione additò altri che andranno a seppellirsi in mezzo a quegli infelicissimi tra' mortali, e chiuse la commovente descrizione, svolgendo con cuore di apostolo le parole: et nos debemus animae nostras ponere pro fratribus nostris.
Dopo il discorso di Mons. Cagliero, il veneratissimo nostro Arcivescovo impartiva solennemente la Benedizione col SS. Sacramento. Si recitarono quindi le preghiere dei pellegrinanti in mezzo alla più viva commozione degli animi. Monsignor Arcivescovo volle parlare, e la sua voce che udivasi vibrata e chiara per tutto il tempio, portava il suo pastoral saluto ai Missionari che erano per partire.
« Andate, egli diceva, andate, o figli di D. Bosco ; che l' Angelo del Signore vi accompagni; io comprendo il grande sacrifizio che dovete compiere : io invidio la vostra sorte. I Torinesi devono andar fieri che nella loro città vi sia la culla della grande istituzione Salesiana, che opera sì gran bene nella Chiesa i Torinesi se ne debbono gloriare e con tutte le loro forze sostenerla. L'Italia, l'Europa ha delle grandi colpe da scontare: potrebb'essere che un giorno il Signore sdegnato, volesse togliere di mezzo a loro la fede; ma guardando a questo spettacolo di fede e di eroismo cristiano che dà Torino, si indurrà senza dubbio a risparmiare e all'Italia ed all'Europa un tanto castigo. Figli di D. Bosco, andando tra i selvaggi, ricordatevi di Torino e dite a quei lontani fratelli che qui vi hanno tanti cuori che battono all'unisono coi loro : ricordatevi di D. Rua che ogni giorno vi accompagnerà col pensiero, ricordatevi di noi tutti che altamente vi ammiriamo. Che i venti vi siano propizi, il viaggio felice. Non sarete più Colombi, perchè l'America è già scoperta, ma sarete Cristofori, perchè porterete dappertutto la croce di N. S. Gesù Cristo. Andate: Maria Ausiliatrice vi protegge, D. Bosco vi guarda sorridente dal cielo, Iddio vi bene dice, come io vi benedico di cuore. »
Mons. Arcivescovo volle poscia salutare a uno a uno i Missionari che erano in presbiterio, i quali poscia abbracciarono con indicibile affetto il Revm°. D. Rua, S. E. Monsignor Cagliero e gli altri principali superiori e confratelli.
L'egregio Corriere Nazionale alludendo a queste sacre funzioni, così si esprime : « Ieri, martedì, 6 dicembre, compieronsi tali fatti nel tempio di Maria Ausiliatrice che manifestano quanto la sovrana bontà della Madonna si estenda sui figli di D. Bosco. Le Missioni estere dei Salesiani, sorte or son pochi anni, crebbero mediante l'aiuto di Maria SS. e si ampliarono cotanto, da toccare il prodigio. D. Bosco vi poneva mano con mezzi limitatissimi, ed oggi il granellin di senapa si è fatto albero gigantesco. Sono ben più di quaranta i Missionari che in questi giorni dalle Case salesiane d'Europa andarono ad ampliare le tende già piantate da 500 altri loro fratelli nel Messico, nella Colombia, nell'Equatore, nel Perù, nel Chilì, nel Brasile, nell'Uruguay, nell'Argentina, nella Patagonia, nelle isole Malwine e nella Terra del Fuoco. Cristoforo Colombo non poteva esser meglio onorato nel suo glorioso quarto centenario ! »
Dopo la partenza dei Missionari , a chiudere il ciclo delle feste Colombiane, celebrammo con maggior pompa il giorno dell'Immacolata. Grande affluenza di popolo fin dal mattino, e numerosissime furono le Comunioni, come accade nelle principali solennità nel tempio di Maria Ausiliatrice.
Alle 10 1/2 pontificò Mons. Cagliero. La chiesa era gremita di popolo. Si eseguì musica dello stesso Mons. Cagliero e del Cherubini.
Nel pomeriggio, dopo i Vespri, salì in pulpito il Rev.mo dottor D. Luigi Lasagna, missionario e superiore delle Case salesiane dell'Uruguay e del Brasile. Parlò con entusiasmo della Vergine Immacolata, dei favori di cui fu ornata da Dio, che in Lei volle preparare il Tabernacolo del suo Unigenito Figlio. Parlò delle grazie speciali che Ella compartì specialmente in questi ultimi tempi, dacchè Pio IX ebbe proclamato il dogma dell'Immacolata di Lei Concezione. Ricordò come questo Pontefice avesse pregato la Vergine, affinchè tutti i Vescovi rimanessero sempre fedeli agli insegnamenti della Chiesa cattolica e che nessuno si erigesse a maestro d'errore; ed infatti nel tempo nostro, sebbene più di 1300 Vescovi diversi per nazione, per lingua, per costumi , governino i fedeli, pure, grazie alla Vergine Immacolata, tutti come un cuor solo ed un'anima sola stanno uniti al Sommo Gerarca e nelle dottrine e col loro affetto e venerazione. Ricordò le meraviglie di Lourdes, dove la Vergine apparsa si disse l'Immacolata Concezione; ricordò le conversioni di uomini eccelsi per dignità e per sapere, ottenute da Maria Immacolata, accennando specialmente a quella del Ratisbonne. Dopo di che con nobilissimi ed affettuosi sentimenti parlò di Don Bosco e di quello che questo apostolo della gioventù intraprese sotto l'egida dell'Immacolata. Ricordò come il giorno dell'Immacolata D. Bosco cominciasse la sua istituzione pei giovanetti, come nel giorno della Immacolata si compiessero tutte le vicende più importanti della Pia Società Salesiana, e come Don Bosco riconoscesse dalla Immacolata tutto quanto aveva potuto compiere in Italia, all'estero e specialmente nelle Missioni. Ed a proposito di questo il facondo oratore si disse incaricato da S. E. Revma.
Mons. Cagliero di domandare elemosina ed aiuto peri Missionari; giacchè, disse l'oratore, oltre quelli che formano l'attuale spedizione, parecchi altri sono in procinto di partenza e mancano del denaro e di tutto il resto che occorre pel lungo e dispendioso viaggio. Attendono quindi questa indispensabile provvidenza, per poter presto volare al campo ubertoso che li attende nelle lontane Missioni. Oh che la Vergine Immacolata, soggiungeva l'oratore, inspiri tutti i benefattori e benefattrici e muova i generosi loro cuori a mandare il sospirato aiuto.
S. E. R.ma Mons. Cagliero impartiva quindi solennemente la benedizione col SS. Sacramento.
Apertesi poscia le porte dell'Istituto, la folla si riversò entro i cortili del medesimo, per ammirare la bellissima illuminazione che i nostri giovanetti vi avevano preparata in onore di Maria SS. e di Cristoforo Colombo. La banda musicale diede concerto, eseguendo varii pezzi con molto gusto, e mille voci di ammirazione e di plauso suggellavano queste feste, che lasciarono impronta dolcissima nell'anima di tutti.
REV. mo ED AMAT.mo SIG. D. RUA, Roma, 15 novembre 1852
Col, cuore pieno di gioia mi accingo a darle relazione dell'udienza che il S. Padre Leone XIII si degnava concedercì oggi alle 11 3/4 nel suo gabinetto particolare.
Invitati da S. E. R.ma Mons. Cagiani, maestro di camera di Sua Santità, venivamo introdotti Mons. Cagliero, Don Cesare Cagliero, nostro Procuratore generale, Don Celestino Pirola , segretario di Monsignore, i missionarii Don Domenico Milanesio, Don Giuseppe M. Beauvoir coll' umile scrivente , i quattro indigeni della Terra del Fuoco col confratello Paolo, il giovane patagone Santiago Melipan, tre Suore di Maria Ausiliatrice, una Superiora delle Case della Patagonia, la seconda Superiora di quella di Buenos Aires e la terza di quella di Rosario di Santa Fè, colle due indigene della Patagonia.
Appena giunti alla presenza del S. Padre, tutti ci inginocchiammo, ed il S. Padre, nel darci a baciare il Sacro Piede e l'Anello, disse che considerava questa udienza come tutta una cosa con quella accordata il venerdì scorso , 11 corrente , alle Dame del S. Cuore, e perciò come inaugurazione del suo Giubileo Episcopale.
A misura che venivamo ammessi al bacio, Monsignor Cagliero declinava a S. S. il nome e la rispettiva carica di ciascheduno; e S. S. aveva per tutti una parola, un sorriso di compiacenza, e si mostrò veramente soddisfatto nel vedersi alla sua presenza le primizie delle Missioni Salesiane. Avendogli Mons. Cagliero poi domandato il permesso di far leggere un indirizzo, il S. Padre volle che tutti ci levassimo in piedi. Allora Santiago, tratto fuori un bel foglio di carta , commosso lesse con pronunzia italiana assai corretta, sebbene intimidito dalla presenza del Venerando Pontefice, il seguente indirizzo
BEATISSIMO PADRE!
Permettete che un Vostro figlio devoto, venuto dalle più remote terre australi, prostrato ai Vostri Piedi, a nome di tutti i suoi conterranei della Patagonia e della Terra del Fuoco, faccia palesi i sentimenti di devozione, di riconoscenza e di figliale affetto che nutriamo in cuore per la Santità Vostra.
Noi eravamo poco tempo fa selvaggi , tribù erranti e figli della morte. Non conoscevamo Dio, nostro Creatore, nè Gesù Cristo, nostro Redentore, né il sito Vicario in terra. Ora siamo figliuoli di Dio, della Chiesa, eredi del Paradiso, siamo membri della famiglia cristiana, siamo pur figli della civiltà.
A Voi, Beatissimo Padre, dobbiamo questi immensi benefizii ; a Voi che ci avete mandato i Missionaria Salesiani, i quali ci hanno istruiti nelle verità della fede, ci hanno data la vita dello spirito e ci hanno liberati dalla morte dell'errore e del peccato.
Grazie a Dio ed a Voi, Beatissimo Padre, di questo immenso beneficio. Vogliate ora benedirci tutti: benedite noi che siamo qui presenti ed i nostri fratelli lontani, le nostre terre e le nostre capanne. Benedite quelli che già Vi conoscono e quelli che ancora non Vi conoscono, affinchè, illuminati ancor essi dalla fede, possano possedere la grazia di Dio e conseguire la loro eterna salvezza.
Ed ora facciamo voti per la Vostra preziosa salute in queste feste Giubilari. Preghiamo Iddio che voglia alleggerire le Vostre tribolazioni e voglia conservarvi pel bene della Chiesa e per la salvezza della Società.
Il Santo Padre, che seguiva con somma attenzione le parole che uscivano dalle labbra del giovane Patagone e ne era evidentemente commosso, come quegli ebbe finito di leggere, gli prese dalle mani l'indirizzo, dicendo che voleva conservarlo come un ricordo del suo Giubileo. Quindi con una improvvisazione che sgorgava facile e spontanea dal suo cuore di Padre, figgendo sempre gli occhi nei selvaggi, cominciò col mostrar loro qual immense benefizio loro abbia fatto Iddio, facendo ad essi giungere la luce della Religione Cattolica. « Quando voi diceste che un tempo eravate selvaggi e privi del grande benefizio della Fede, diceste una grande verità. Grande è veramente il benefizio della vostra vocazione alla Fede di G. C., la quale è la base della nostra sacrosanta Religione. Nella vostra chiamata alla fede vedo un segno di predilezione della
Divina Bontà verso di voi, e quindi il Signore esigerà da voi una fedeltà grande, unita ad una corrispondente gratitudine. Dovrete dunque col vostro buon esempio e col vostro zelo farvi altrettanti Apostoli verso i vostri compagni, che sono ancora nelle tenebre della morte, acciocchè possano ancor essi goder di sì grande benefizio della fede, ed avere, come avete detto, anch'essi la vita dello spirito. » Passò dipoi a far loro considerare come, dopo Dio, i Missionaria fossero veramente degni del loro affetto e della loro gratitudine , poichè non risparmiarono fatiche , sacrifizi nè privazioni per la salvezza dell'anima loro; che perciò li considerassero come loro secondi padri. « Anzi, soggiunse, questi beoni Missionari furono per voi altrettanti Angeli mandati da Dio, dalla Chiesa e dal Papa ad apportarvi il lume della fede e chiamarvi a far parte della famiglia cristiana e quindi del Regno di G. C. Vi raccomando caldamente che siate fedeli alla chiamata che Iddio vi ha fatto , per mezzo di questi suoi messaggeri ; mostratevi per tutta la vostra vita, osservanti della divina Legge, e fate sì che la vostra Terra, che dal Fuoco prende il nome, si trasformi in un vero fuoco d' amore di Dio, uniti sempre alla Chiesa di G. C. ed al suo Vicario il Papa. »
Poscia rivolse la parola ai Missionari, incoraggiandoli a proseguire con lo stesso zelo a lavorare per la salvezza delle anime, « chè, (disse) se l'avere salvata un' anima dà quasi certezza dell'eterna salute, che farà il Signore per voi che tante ne salvato nelle Missioni ? Qui avete il vostro Superiore , Mons. Cagliero , tutto pieno di zelo per le anime. Egli vi precede nella grande opera; seguitene l' esempio e salvato molte anime, poichè molte ancora ve ne sono da salvare. »
Soggiungendo poi elio quanto Egli aveva detto ai Missionarii Salesiani, lo intendeva pur detto a quelle buone Suore di Maria Ausiliatrice, continuò: « Sì, mie buone figliuole, santa è la vostra missione, poichè voi dovete formare i cuori delle giovani ad esser un dì le conservatrici della Religione nel seno delle famiglie ; siate però fedeli e costanti nella vostra vocazione religiosa, e queste mie parole siano per voi di eccita. mento a perseverate nel grande bene che state facendo ; non venite meno nelle vostre fatiche ; poichè, se grande è il vostro sacrifizio , assai più grande è la ricompensa che Iddio vi prepara, e fin d'ora il Signore, nella sua infinita bontà, già sta intrecciando per voi, Missionarii, e per voi, mie care figlie, la corona di eterna gloria. »
Il Santo Padre si rallegrò poi cogli indigeni che fosse lor toccata la, sorte di veder il Papa e che potessero ritornare alla loro terra gloriosi e soddisfatti. Sentito che ancora non erano stati in San Pietro, raccomandò loro con affabilità di visitarlo, e sorridendo soggiunse:
« Fissatevi poi bene nella maestosa sua cupola ». E rivolto di nuovo a tutti continuò « La mia parola desidero sia di conforto ed anìmazione per tutti i Missionarii Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice ; e qual pegno del mio affetto verso di voi e della mia contentezza comparto la mia Apostolica Benedizione a voi tutti presenti ed alle vostre missioni. » E rizzatosi in piedi , con voce grave e vera tenerezza pronunziò le solenni parole : « Benedictio Dei omnìpotentis, etc. »
Monsignore Lo pregò ancora che volesse benedire le Associazioni di San Vincenzo de' Paoli, del Sacro Cuore, delle Figlie di Maria, del Circolo di Operai Cattolici stabilite nelle missioni ; ed il Santo Padre generosamente rispose : « Bene, bene, quando voi sarete ritornato colà, visitando quelle Case, darete loro in mio nome la mia Benedizione e direte: « Il Santo Padre vi benedice. »
Passò poscia a benedire e toccar colla sua Sacra Destra gli oggetti di divozione che venivano a Lui presentati, e nuovamente si compiaque ammetterci al bacio del S. Piede e del Sacro Anello. E qui mi duole di non saper descrivere quanto patetico e consolante spettacolo fosse per noi poter formare un gruppo attorno al Gran Pontefice , proprio vicino come ad un padre amantissimo , che aveva per ciascuno una parola di conforto e d'incoraggiamento e posava sul capo d'ognuno la sua Sacra Destra. Avuto a sè il piccolo Marcos, di cinque anni, il quale, contrariamente alla sua grande irrequietezza in tutto quel tempo era stato tranquillo, se lo strinse teneramente al cuore e postogli la Sacra Destra sul capo, disse « Oh! questo sarà poi il più grande cattolico dei Fueghini ! ? »
Presentatosi lo scrivente per chiedergli una speciale benedizione pel Collegio di San Gioachino di Lorena e per le altre Case del Brasile, mettendomi la Mano sul capo, mi chiese quando fu fondato quel Collegio ; e rispostogli che il 3 marzo del 1890 (1), giorno anniversario della Incoronazione di S. Santità, volle sapere ancora in qual parte del Brasile si trovasse, e dettogli nello Stato di S. Paolo ; alzata la Destra, disse : « Sì, sì, ben volentieri benedico di tutto cuore il Collegio S. Gioachino e tutte le Case Salesiane del Brasile. »
Rinnovando poi S. S. la benedizione a tutti i presenti, ci ammise per ben la terza volta al bacio del Sacro Anello, e con questo ebbe termine quella preziosissima udienza che durò per ben tre quarti d'ora, e che, facendo epoca negli annali della Nostra Pia Società , lascia in noi un vero conforto, una indicibile gioia per tante e tante prove di vero paterno affetto che il Vicario di Gesù Cristo ci ha date in questo memorabilissimo giorno.
Finita l'udienza del Santo Padre, Monsignor Cagliero ci volle condurre tutti dall'Eminentissimo Card. Rampolla, il quale ci accolse dandoci pur grandi prove di paterna benevolenza. Ecco alcune parole di quest'eminentissimo Porporato : « Credo non sia necessario ripetervi che voglio veramente bene ai Salesiani, e tutto quanto sta in me son sempre pronto a farlo per loro; quindi ricorrete con tutta fiducia, che sarò sempre ai vostri ordini : non abbiate timore d'incomodarmi. »
Per non dilungarmi di troppo, amatissimo sig. Don Rua, termino dicendole che adesso ritornerò al Brasile veramente contento e soddisfatto non tanto per aver visto Roma e le magnifiche sue cose , ma più ancora per aver avuto un giorno sì prezioso e momenti tanto cari nell'udienza di S. Santità il Papa Leone XIII.
Benedica, o amatissimo Padre, questo suo ultimo figlio in G. C.
Sac. CARLO PERETTO Direttore del Collegio di Lorena-Brasile.
(1) V. Bollettino di agosto 1890.
El Bien, ottimo giornale cattolico di Montevideo, nel numero del 25 ottobre u. s., pubblica il sunto di una stupenda conferenza tenuta in quella città dall'eloquentissimo e dotto Vescovo diocesano dottor D. Mariano Soler sulle opere di Don Bosco e sulla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani. Ci piace qui riportarne l'ultima parte, in cui l'oratore fa caldo invito a rendere sempre più splendido il monumento più bello che si convenga a Don Bosco.
« Gli uomini benemeriti della società, così l'oratore, e commendevoli per nobilissime azioni, vanno onorati con monumenti. E perchè non tributeremo tale onore a Don Bosco? Chi può enumerare i monumenti che in onore di valorosi e benemeriti cittadini innalzò la presente età? Nuova York ne sta innalzando uno in questi giorni ad un uomo, il cui valore è noto anche a voi. Sviluppavasi colà un vasto incendio ed i cittadini ne erano esterrefatti. Chi salverà le vittime? Tra gli altri un generoso pompiere gettasi dall'altezza di trenta metri sulle fiamme voraci, per rispondere alle strida di un povero fanciullo. Lo solleva, lo porta sul capo, muore egli orribilmente abbruciato , ma il fanciullo è salvo. La città commossa immortalerà, col marmo l'atto pietoso.
« E non conoscete voi, o signori , l'uomo che salvò tanta e tanta gioventù nel nostro secolo? Non conoscete l'eroe che tanto operò per la rigenerazione sociale d'infinite anime? Chinate riverenti il vostro capo a D. Bosco, tributate la vostra ammirazione ed il vostro plauso a questo prodigioso apostolo dell'era nostra. Si ponga quindi anche la mano ad immortalarne il nome con un gran monumento.
« Ma qual monumento si converrà ad un tanto eroe? Eccovelo, o signori. Il monumento più bello e grandioso, più nobile e caro a quel cuore di padre e di apostolo è nelle sue opero stesse. Ampliate le sue fondazioni, moltiplicatele, portate generosamente l'obolo della vostra carità agli eredi del sito spirito , ai continuatori del suo apostolato, e voi avrete concorso, dover santo per quanti sanno ammirare le opere egregie, ad innalzare quell'amplissimo monumento, che tramanderà ai posteri sovranamente glorioso il nome di Don Bosco. »
Felicissimo pensiero ! esclama l' Unità Cattolica. Come non ci uniremo anche noi al consiglio di questo illustre Vescovo? Facciamo quindi nostre, così il citato giornale, le sue nobilissime parole e le rivolgiamo di gran cuore ai Cooperatori ed alle Cooperatrici salesiane d'Italia, anzi agl'Italiani tutti, essendo anche noi ben persuasi che l'obolo più bello per un monumento a questo glorioso Italiano, al benemerito D. Bosco, sia quello che si dà ai suoi Oratorii , Ospizi, Scuole, Laboratorii e massime alle sue tanto provvidenziali Missioni. D. Bosco è gloria nostra, tocca quindi specialmente a noi Italiani l'onorarlo come egli si merita.
PATAGONIA.
Il nostro missionario D. Domenico Milanesio , ancora tra noi in aspettativa della nuova carovana di missionarii che dovrà, quanto prima partire alla volta della Patagonia e delle Repubbliche Argentina e Uruguayana, da noi pregato a volerci dare notizie delle sue care missioni della Patagonia, notizie tanto avidamente lette dai nostri cortesi lettori, ci scrive quanto segue rivedendo il fedele diario dell'ultima missione che egli diede nel principio dell' anno ora spirato, sulle rive del fiume Limay e nelle Cordigliere, e della quale non si è ancora fatto parola nel Bollettino.
Missione sulle rive del Limay.
Il 13 gennaio 1892 partivamo da Roca D. Roggerone, il confratello Mendez Emmanuele ed io con quattro animali, uno ciascheduno per la cavalcatura ed un altro per la carica , cioè per portare l' altarino, la poca lingeria per mutarci ed una provvista di pane e companatico, che le buone Suore di Maria Ausiliatrice di Roca ci avevano preparato.
Le coste del Limay erano già state visitate altra volta dal caro Don Fagnano e da Don Beauvoir, accompagnando in qualità di cappellani l'esercito argentino gli anni 1881 e 1883. Ora erano soli i ministri di Dio che andavano a visitare quegli abitanti e vi andavano coll'unico scopo di consacrarsi interamente ad essi per alcun tempo, predicando loro le verità del Vangelo e portando loro la pace di Cristo.
Veramente ci capitò un anno bruttissimo; le cavallette avevano invasa l'immensità di quei campi, distruggevano ogni sorta di vegetazione e lasciavano a noi pure, durante la notte, terribili morsicature nella persona e più volte fatta a brandelli la nostra poca biancheria.
La nostra missione sulle rive del Limay durò un mese. Visitammo una buona parte delle capanne degl' indigeni e parecchie famiglie di bianchi, battezzandone un buon numero. In una sola capanna battezzammo una famiglia composta di dieci persone. La nonna, che toccava gli 80 anni, aveva ricevuto il battesimo da pìccina. Il suo sembiante rubizzo, la bionda capigliatura erano chiari indizi essere essa appartenuta ad altra schiatta. Ora rammenta solo di essere stata da bambina involata all'amore dei suoi cari genitori e portata dagli Indi in lontane regioni : non ricorda più nè il nome del paese, nè il cognome di famiglia, solo le sovviene come un sogno il ricordo dei genitori e della madrina. Poveretta ! Aveva dimenticata la lingua, e la religione dei suoi padri , ma avendo udito parlare di Dio, di Gesù Cristo, dell'anima e del Paradiso, volle fare la sua prima confessione e comunione insieme coi due figli e colle nuore, e vi si dispose con una pietà degna di ammirazione.
Centocinquanta novelli cristiani.
Dopo d'aver percorsa la gran pianura che separa Roca dalle Cordigliere, in un tratto di circa 400 chilometri, camminando quasi sempre alla sinistra del Limay, giungemmo a Junin de los Andes.
Junin è una pìccola borgata che conta al presente una cinquantina di fuochi, fondata l'anno 1879 dall'esercito argentino nell'occasione che avanzò fino colà le sue forze per assoggettare gli indigeni e liberare le frontiere dalle loro continue escursioni. Attualmente vi risiede un distaccamento di soldati, suddiviso e stanziato in vari punti di quella frontiera. Junin si trova ai piedi delle Ande, i suoi campi sono feracissimi, la maggior parte a prati e a boschi, e vi abbonda il pascolo. In più parti, di primavera il suolo rosseggia di fragole ; in quelle vallate e nelle gole dei monti vi sono alberi di alto fusto in gran quantità; sulle rive dei fiumi e rigagnoli vi abbondano i pomi, del cui frutto sì servono gli indigeni per fare una specie di vino, chiamato da loro chicha (ciccia).
Nel distretto di Junin impiegammo un altro mese, e non potemmo visitare che una parte della sua popolazione, sparsa qua e colà nelle valli e gole delle montagne in una estensione corrispondente a poco meno che tutto il Piemonte. Anche qui la nostra missione fu benedetta da Dio. Nei vari gruppi battezzammo 150 persone, dei quali un terzo erano indigeni adulti , cioè dai 15 fino agli 80 anni, un altro terzo bambini figli di indigeni e il rimanente figli di bianchi.
Un'altra cinquantina di battesimi.
In Sanco-vado avendo istruiti nella fede una cinquantina di selvaggi , si cominciò a battezzare i piccoli e poi si passò ai grandi. Ma non c' era verso di persuadere alcune donne della felicità che loro recavamo col santo Battesimo : e fino all'ultimo momento lo ricusarono ; ma al fine vinte dai rimorsi di coscienza e indotte dal buon esempio di altre loro compagne, l'ultimo giorno vennero a pregarci di volerlo loro amministrare.
Noi abbiamo ringraziato il Signore per quella nuova conquista e il cielo annoverò 10 anime di più nel libro della vita.
Nobile esempio di sacrificio per poter divenire cristiano.
Tornati dalla missione di Sanco-vado a Junin, abbiamo saputo, con nostro dispiacere, che un indio, il quale colla sua famiglia aveva fatto novanta miglia di cammino, portato dal desiderio di ricevere il santo Battesimo egli ed i suoi figli, non trovandoci colà, aspettò due giorni ; ma non vedendoci ritornare e non potendo più fermarsì , afflittissimo ritornossene a casa sua, lamentando la mala sorte di non aver potuto riuscire nel suo santo fine.
A quest' ora voglio sperare che Iddio gli avrà dato di soddisfare il suo santo desiderio, poichè dopo di noi passarono ancora in quelle regioni D. Roggerone e D. Gavotto.
Trecento miglia ai piedi delle Cordigliere. - Che dice un ossario. - È forse S. Antonio?
Terminato in Junin, ci restava ancora a percorrere 300 miglia lungo il declivio delle Ande per giungere a Norquin. Vi erano da evangelizzare molti gruppi di famiglie tanto d'indigeni, che di bianchi; era necessario almeno visitarli, per vedere se non altro di battezzarne i bambini. Ma la vasta estensione di quei luoghi, con nostro grande rincrescimento, per allora non ci permise di passare da tutti : ci contentammo di vederne una parte, lasciando l' altra pel ritorno.
A poca distanza dal punto conosciuto sotto il nome di Cura-Chara-Milla, (che vuol dire luogo di Rupe-struzzi-oro), incontrammo un ossario, ov'erano alla rinfusa gettate le spoglie mortali di una trentina di persone. Che era stato? Alcuni anni addietro un pugno di soldati spietati, stazionati nel fortin Codihue (che vuol dir luogo di pietra da arrotare), con alla testa il loro Capo più crudele e sanguinario di loro, sorpresero una carovana di bianchi ed indii provenienti dal Chilì che andavano pei loro negozii, e messìli in fila l'uno accanto all' altro e legatili gli uni cogli altri, al pronunciare il terribile loro Capitano le parole ya ya (già già), quei soldati a guisa di belve feroci sfoderarono la spada, e tra le grida e i pianti di quelle innocenti vittime, ne fecero orribile scempio ! Ora quel mucchio d' avanzi nel muto suo linguaggio ricorda al passeggiero fin dove possa giungere la ferocia del cuore umano, quando egli non sia informato dalla santa religione cattolica.
Un giorno poi ci accadde un fatto ridicolo, se si vuole, ma che fa sempre più conoscere la grande ignoranza che regna in quelle regioni in fatto di religione. La guida che ci accompagnava, che era un soldato, accortosi che mi era caduto il Crocifisso, lo prese e porgendomelo, mi disse : - Padre, guardi che ha perduto? Che cosa è questo Sarebbe forse S. Antonio? - No, figlio mio, gli risposi; e quindì presi occasione per spiegargli il mistero dell'Incarnazione del Verbo Divino, ch'egli ignorava completamente.
Ma qui incomincia altra serie di avventure, che per brevità accennerò soltanto. Smarrimmo i nostri cavalli ed otto giorni di ricerche non bastarono a trovarli. Indotti dalla fame, notte tempo erano andati a cercarsi pascolo in luoghi lontani e sconosciuti. Fummo quindi nella necessità di farci imprestare altri animali e poi anche delle guide per poter toglierci da mille pericoli. Passare grossi fiumi, valicare altissimi monti , smarrire il cammino, andar erranti per giornate intìere, dormir per terra, cibarsi di carne arrostita sulla bragia, vedere da un lato il continuo spettacolo delle montagne e dall' altra una immensa pianura, non abitata per lo più da altri viventi, che da stormi di struzzi e branchi di volpi e di guanachi, ecco le vicende durante quindici giorni di quella lunga traversata. Ma, come Dio volle, fu finita e noi ci trovammo di bel nuovo in luoghi conosciuti ed in mezzo a gente, a cui non riusciva nuova la nostra missione.
In Cadi-hue, Vurin-chenque, Ñorquin e Ñireco, in ciascun luogo dei quali ci fermammo otto giorni circa, non incontrammo più indigeni ; ma soli bianchi, già cristiani, provenienti dal Chili, ed alcune famiglie argentine e ed europee. Predicammo loro la divina parola e riuscimmo a ridurne un discreto numero ad accostarsi ai SS. Sacramenti della Penitenza e della Comunione.
Un felice incontro.
Sulle sponde del Rio Lileo c'incontrammo col caro D. Gavotto ed il suo catechista. Erano tre anni dacchè non ci eravamo più veduti.
Allo scorgerci e riconoscerci, D. Gavotto, dalla riva opposta, sciolse le redini al suo cavallo e si precipitò nella corrente del Rio con tanto impeto, che temetti cavallo e cavaliere cadessero e si affogassero travolti dalle onde. Dietro ad una certa distanza veniva trottando il paziente somarello, ben carico che pareva volesse dire : Olà, aspettatemi, ché anch'io appartengo alla vostra carovana.
È difficile esprimere la dolce impressione che si esperimenta all'incontro dei nostri cari confratelli in quei luoghi così lontani e deserti. Ci abbracciammo gli uni gli altri, e per la troppa gioia ci mancavano quasi le parole sulle labbra. Per godere meglio un po' di compagnia tutti insieme, ci dirigemmo alla casa del nostro antico amico sig. Lucca, il quale cì ricevette ed albergò in casa sua, trattandoci colla solita sua grande benevolenza.
Al Chili.
Si dice che la notte è la madre dei consigli, e noi ci consigliammo di separarci e passar la Settimana Santa io col caro Emmanuele Mendez in alcuna delle nostre Case del Chili e D. Gavotto, D. Roggerone coll' altro confratello catechista andar a Chos-Malal in aiuto a D. Panaro. Così si fece. Io col mio catechista , valicate le Ande, il Mercoledì Santo giungemmo a S. Carlo Nuble, donde mi avviai a Talca. Fui ricevuto cortesemente dal Direttore di quella Casa, Don Garbari, e dagli altri confratelli, i quali mi usarono ogni sorta di attenzioni. Per aderire alle preghiere di quel Direttore, celebrai le funzioni della Settimana Santa nella chiesa delle Reverende Suore del Sacro Cuore di Gesù in Talca , le quali ebbero poi la gentilezza di regalarmi varii oggetti di missione e di provvedermi le ostie per la s. Messa, necessario per tutto il tempo che aveva da passare nelle Cordigliere.
Il giorno di Pasqua , sempre per compia. cere a Don Garbari, andai a Panghilemo, una cascina situata a due leghe distante da Talca , collo scopo di celebrarvi la Messa e confessare una quarantina di persone. Colà giunto, dissi a quella buona gente che andassero ad avvertire tutti gli altri che vi
fossero in quei dintorni, che io mi sarei fermato quanti giorni fossero necessarii. Mi presero in parola, si sparse l'annunzio e la gente affluì in tanto numero, che mi vidi obbligato a fermarmi otto giorni. Predicava due volte al giorno e si faceva un po' di dottrina al dopo pranzo, recitandosi il santo Rosario ogni sera. Mi furono di molto aiuto in queste ultime cose il padrone di casa sig. Riccardo Baldivieso e la sua pia consorte. Ed io ebbi la consolazione di veder circa 500 persone accostarsi alla S. Comunione.
Sac. DOMENICO MILANESIO
Missionario Salesiano.
Mentre nel tempio di Maria Ausiliatrice si compievano le solenni funzioni, di cui si fe' cenno in questo numero, ricevevamo le seguenti corrispondenze che ci danno consolanti notizie del piccolo drappello di Salesiani partiti alla volta del Messico.
Da Torino a Barcellona. L'addio di quei confratelli.
A bordo dell'Antonio Lopez, 6 nov. 1892. VENERATO E AMATmo. D. RUA,
Eccoci in mare, e a darle conto del nostro viaggio fin qui.
Partiti, com'ella sa, da Torino alle 11 1/2 pom. del 19 ottobre, giungemmo a Grenoble l' indomani alle 8 1/2 ant. Alla stazione ci aspettava con due carrozze il Cooperatore salesiano sig. Raineri, avvisato telegraficamente del nostro arrivo dal carissimo Don Roussin (1). Ci condusse alla chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, dove i tre sacerdoti celebrammo la s. Messa e gli altri due fecero la s. Comunione. Dopo quel cortese parroco ci fece visitare la cripta, ed ivi con quella gioia, che ella ben può immaginare, abbiam veduto un bel quadro di Maria Ausiliatrice, che ci si disse essere stato colà benedetto dal nostro gran Padre Don Bosco. L' ottimo sig. Raineri ci ricondusse a casa sua, dove trovammo una splendida colazione, alla quale ci siamo affrettati a far onore. La degna consorte del sig. Raineri non si contentò di questo, ma ci volle ancor consegnare una bella limosina per la nostra Missione. Quanta bontà e gentilezza per noi!
Alle 10,20 ant. accompagnati alla stazione dallo stesso signore, al quale porgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti , partimmo per Valenza. Traversammo rapidamente la Francia ed al 21 giungemmo a Port-Bou , frontiera di Spagna.
Non ci sottoposero a fumigazioni, perchè non avevamo toccata Marsiglia, e ci rilasciarono una dichiarazione di sanità. Ma la dogana ci diede non pochi fastidii; per risparmio di tempo e di maggiori disturbi fummo costretti a mandare i nostri bauli alla Casa Salesiana di Marsiglia, donde quei buoni confratelli avranno la cortesia di spedirceli a Messico.
Verso la mezzanotte del 21, giungevamo alla nostra Casa di Gerona , dove quei cari confratelli ci ospitarono e ci trattarono proprio da quel che sono, cioè da fratellì. L'indomani mattina fummo a Barcellona, abbracciati alla stazione da parecchi Salesiani, e ci recammo subito a Sarrià. Credevamo di metterci in mare al 25 ottobre, ma il vapore che doveva trasportarci era pieno di soldati per l'isola di Cuba, e non ci fu più posto per noi e per molti altri passeggieri. Dovemmo perciò aspettare la partenza del 5 di novembre, e godere per più di dodici giorni la dolcissima ospitalità de los Talleres Salesianos. E qui vorrei, come si dice in ispagnuolo, hacerme lenguas, per darle un' idea della benevolenza e della fraternità colle quali fummo trattati. Il sig. D. Rinaldi, D. Hermida e tutti, senza distinzione i confratelli usarono con noi di tanta bontà, che ne rimanemmo veramente confusi e nello stesso tempo edificati.
La vigilia poi della nostra partenza tennero in nostro onore un'Accademia, della quale porrò qui sotto il programma, che ci maravigliò tutti per la bellezza delle composizioni e la delicatezza dei sentimenti. Che dire poi della musica? Pareva di trovarci nella nostra Casa Madre di Torino , ed è tutto dire. L'Accademia si chiuse con una tenerissima orazione tutta cuore, pietà ed unzione a Nostra Signora di Guadalupa, la Patrona del Messico. Mi studiai di esprimere in brevi parole la nostra grandissima riconoscenza, ma il cuore commosso m' impediva quasi di parlare (1).
Cari confratelli , ascritti , aspiranti e giovanetti delle Case di Barcellona e Sarrià , non dimenticheremo mai i bei giorni passati con voi e le molte testimonianze d'affetto che ci avete date, e dalle vostre file ci ripromettiamo molti e validi rinforzi per la nostra missione.
Visitammo anche la famiglia Chopitea, ed essa, fedele alle nobili sue tradizioni, ci consegnò pure una limosina, per la missione. Dio la benedica!
Ieri poi, con vivissimo rincrescimento in cuore di abbandonare l'ospitale Casa di Sarria, accompagnati fino a bordo dal sig. Don Rinaldi, da D. Hermida,. D. Gili e da altri carissimi confratelli, e raccomandatici caldamente alle loro orazioni , c'imbarcammo sul vapore Antonio Lopez, della Compagnia Transatlantica Spagnuola, ed alle 2 p. si levarono l'àncore e partimmo per Malaga, dove spero d'impostare la presente.
Abbiamo avuto la consolazione di trovare a bordo cappella e cappellano, il quale ci accolse con molta gentilezza e ci agevolò per tutti e tre i sacerdoti la celebrazione della s. Messa, che cominciammo stamattina, domenica. Non fa bisogno di dire che nel nostro memento abbiam ricordato con figliale affetto il nostro amatissimo Padre Don Rua e tutti i carissimi Superiori.
Preghino anche loro per noi, che fino adesso stiamo tutti bene e siamo ben trattati da tutti.
Il nostro D. Raffaele Piperni ci fa proprio da san Raffaele in tutto e per tutto e gli siamo gratissimi ed affezionatissimi.
Egli con me e con gli altri confratelli la riverisce tanto , la prega di benedirci e di accompagnarci colle sue orazioni fino a Messico e dappertutto e sempre.
Sento a gridare : Pàlos ! ma non è lo storico porto, da cui partì Colombo a scoprire l' America , ma un promontorio di questo nome.
(1) È questi il traduttore del Bollettino Francese.
(1) Academia en obsequio de los primeros Misioneros Salesianos qua van a Méjico.
PROGRAMA
Marche. - Omaggio del Mtro. Cartocci.
Saludo. - D. Tomas Serra.
Barbiere di Siviglia. - Mtro. Rossini. Quienes son los Misioneros. - Sr. Vilasalò. Laudate pueri. - Mtro. Capocci.
Don Bosco y los Misioneros. - Sr. Domenech. Necesidad de misiones y quien es el Misionero. - Señor Rosés.
La Zingara. - Mtro. Balfe. Somni d'un vailet. - Sr. Ventura.
Hernan Cortés y los Salesianos. - Sr. Casanovas. Oracion a la Virgen de Guadalupe. Marcha final.
11 nov. 1852.
Siamo nell'Atlantico. Il vapore balla come un orso delle nostre Alpi nelle piazze di Torino, eppure il mare è tranquillo e il cielo sereno. Perchè dunque balla? Per la forma che ha, lungo e stretto. Tuttavia con qualche riguardo posso scrivere.
Spero, o carissimo Padre, che avrà ricevuto la lettera che impostai a Malaga, dove siamo arrivati la mattina del 7. Scendemmo, e visitata la cattedrale , fummo all' Episcopio. Non c'era Monsignor Vescovo, ma ci accolse molto cortesemente il suo Segretario, il quale saputo che eravamo Salesiani ci colmò di gentilezze. Ci trattenne in amabile conversazione, manifestando il desiderio che i Salesiani tornassero e si stabilissero definitivamente a Malaga, ci fece visitare minutamente il palazzo vescovile e ci fece accompagnare ad un collegio di Suore della Carità , francesi , dove il Vescovo era andato a predicare. Colà abbiamo avuto il piacere di riverirlo; ci domandò subito notizie di lei, sig. Don Rua , e di Mons. Cagliero, ci benedisse e tornammo soddisfatti al nostro vapore. È l'antico Vescovo titolare di Milo, lo scrittore elegante e profondo dell'opuscolo Don Bosco y su Obra, che fece conoscere i Salesiani in Ispagna.
L'Antonio Lopez partì alle 4 p, Traversammo di notte lo stretto di Gibilterra e giungemmo alle 7 ant. dell'8 a Cadice, la bianca città che sorride all'Africa adusta. Qui vedemmo due delle tre caravelle , che la Spagna costruì ad imitazione di quelle sulle quali Cristoforo Colombo scoperse l'America. Quelle due erano la Santa Maria e la Pinta. Battevano bandiera degli Stati Uniti , dai quali furono comprate per farlo figurare nella Esposizione di Chicago.
Da Cadice a Utrera breve è la distanza a Utrera c'è un collegio salesiano, c'è una dozzina di confratelli carissimi, c'è l'amato mio D. Oberti. Il Lopez si ferma fino al 10. - Andiamo a Utrera ? - dico a Don Piperni. Egli cede volentieri in favore di Don Visintainer, ed in men che nol dico siamo a terra, e con tre ore di treno arriviamo a Utrera. Oh che bei momenti abbiam passato con quei carissimi confratelli, con quei buoni giovani Che bel collegio, che chiesa divota e sopratutto quali fraterne accoglienze! Don Oberti ci condusse a casa del sig. marchese di Ulloa e del sig marchese di San Marziale, ed io presentai loro i saluti del signor Don Rua e di Monsignor Cagliero.
Don Oberti poi ci volle accompagnare fino a bordo e procurò così ai confratelli rimasti il piacere di vederlo. Ma ieri mattina abbiamo dovuto con gran pena separarci, perchè nelle prime ore pomeridiane il vapore partiva.
Siamo entrati nell'Atlantico con un tempo bellissimo ed ora ci troviamo fra cielo ed acqua: più nessuna terra in vista.
Fin qui abbiamo sempre avuto la consolazione di celebrar le nostre tre messe, levandoci alle 4 1/2, e nel memento ricordiamo sempre lei , amatissimo sig. Don Rua, il Capitolo Superiore e i nostri buoni Cooperatori e Cooperatrici : in una di esse si fa la meditazione in comune.
La nostra salute è eccellente. Fra dieci giornì spero d'impostare la presento a Porto rico.
Benedica i suoi futuri Messicani e saluti da parte nostra tutti i cari confratelli dell'Oratorio.
15 novembre.
Cattive giornate quelle dell' 11, 12 e 13! Tempo brutto, mare agitato e solite conseguenze in tutti, escluso il bravo Don Piperni, il quale anzi ci fece da infermiere e da consolatore colle sue spiritose barzellette.
Nella notte dal 12 al 13 poi si ruppe la catena del timone e si dovette fermare il vapore per aggiustarla, fermata d'un quarto d'ora che spaventò non pochi.
Noi intanto cantavamo l'Ave maris stella e poi il Marinaio di Mons. Cagliero, inframmettendovi però certe note che egli non ha scritto.
Adesso il tempo si è ricomposto e ci permette di celebrar di nuovo , dopo tre giorni d'interruzione.
Siamo sotto il tropico e fa caldo : di tratto in tratto cade un acquazzone : il cielo si mantiene nuvoloso ed il vento contrario: con tutto ciò il mare oggi è tranquillo.
Non abbiamo ancora incontrato un bastimento sul nostro cammino : neppure i pesci si lasciano vedere.
Il nostro vapore è pieno zeppo di passeggieri, quasi tutti spagnuoli : di italiani ci siamo noi soli e un cameriere.
Speriamo di giungere domenica, 20, a Portorico , dove molti nostri compagni di viaggio sbarcheranno.
Portorico, 21 novembre.
Iersera alle 7, vigilia della Presentazione di Maria SS. al Tempio, siam giunti in questo porto, caffettiere di prima classe. Partimmo per Avana alle 9 di stamattina. Cielo serenissimo , ma acquazzoni tutti i momenti siamo sotto al tropico e nella stagione delle pioggie. Da tre notti dormiamo vestiti sopra coperta, perchè nella nostra cabina il calore è insopportabile : si figuri che cì troviamo accanto alla macchina a vapore! E non possiamo cambiar posto sia perchè il vapore è pieno di passeggieri, sia per la riduzione che ci hanno accordata. Pazienza e sempre avanti !
Avana (isola di Cuba), 24 novembre.
Dopo aver costeggiato le isole di S. Tommaso, delle Culebre, di S. Domingo (dove si aspettano i Salesiani) ed essere entrati nel canale di Bahama, siamo giunti oggi alle 10 ant. in questo bellissimo porto.
Qui dobbiam fermarci tre giorni, poi ci trasborderanno sopra un altro vapore e partiremo per Vera Cruz : sarà la parte più pericolosa del nostro viaggio, tutta pel golfo del Messico e nella stagione dei cicloni. Ci benedica e preghi per noi, che finora, grazie a Dio, stiamo tutti bene, malgrado il dormir vestiti e al vento aperto.
Siccome questa lettera le giungerà per Natale, le presentiamo tutti i più caldi augurii di buone feste e di buon capo d'anno e aspettiamo la strenna di una sua cara lettera.
Obb.mo Aff.mo figlio in G. C. D. ANGELO PICCONO.
Annunziamo con vivo dolore la morte del P. Pier Bartolomeo Doria dei Predicatori e Direttore del Comitato Promotore delle Opere di Don Bosco in Venezia. Iddio lo rapiva a noi la domenica 13 dell'u. s. novembre nell'atto in cui disponevasi per celebrare la S. Messa. Oh quanto amava D. Bosco e ne zelava le opere !
Noi raccomandiamo la sua bell'anima alle preghiere di tutti i Cooperatori e Cooperatrici Salesiane.
I Comitati Salesiani hanno perduto uno dei più validi loro campioni. Manca un benefattore in terra, ma si ha un protettore di più in cielo.
La celeste Protettrice delle campagne. - Il bell' esempio da imitare dei villici di Castellinaldo, che venne stampato la primavera dell'anno scorso nel Bollettino Salesiano, servì meravigliosamente ad eccitare la fiducia verso Maria Ausiliatrice nei miei parrocchiani, perchè tutti come un sol uomo, durante la stagione estiva, s'unirono per raccomandarsi a questa buona Madre, a codesti cari giovanetti dell'Oratorio Salesiano, per ottenere la grazia di essere preservati dagli infortunii della grandine e dei cicloni distruttori.
Ora, con grande consolazione del mio cuore godo di poter pubblicare che i loro voti ed i miei furono pienamente appagati , mercè le preghiere di codesti pii giovanetti.
Per ben sei volto e più il flagello della grandine pendeva sopra i nostri raccolti, ed il mugghiar dei tuoni e l'imperversare delle bufere stampavano sulla fronte di ciascuno il più grande spavento; senonchè pur ciascuno ridestava tosto la fiducia in Maria, ed i negri nugoloni, quasi cacciati da invisibile potenza, veloci si allontanavano, sebbene pur troppo nei paeselli circonvicini lasciassero triste ricordanza di sè.
Questi miei parrocchiani, lieti della grazia ricevuta, offrono la tenue somma di lire 190, come piccolo attestato della loro gratitudine verso la comune Madre Ausiliatrice.
Bessica di Loria, 29 nov. 1892.
D. GIOVANNI PANDOLCE Arciprete.
La salute dei pargoli. - Una nostra figliuoletta di pochi mesi, colpita da morbo epidemico che menava strage tra i bambini del paese nostro e dintorni, a tale era giunta, che il medico curante la diede per disperata, e vi fu chi la giudicò già morta; sicchè a loro giudizio noi non dovevamo più mai vedere sulla terra la nostra cara figliuola.
Ma se quelli disperarono , noi non disperammo giammai, chè tutta la nostra fiducia era riposta in Colei, la quale giustamente s'intitola l'Aiuto dei Cristiani. Infatti noi La invocammo di cuore, a Lei indirizzammo speciali preghiere e mandammo una piccola offerta al suo santuario. Tosto Maria ci esaudì, ci salvò la figliuola, e questa, che, secondo l' arte e la scienza umana non doveva più vivere , ora per intercessione della buona Mamma Celeste gode ottima salute ed è testimonio solenne di un vero miracolo che Maria SS. Ausiliatrìce si è degnata di operare in nostro favore.
Corpolò di Rimini.
Fiducia in Maria. - In un paese dove infieriva la pneumonite, una pia persona promise un'offerta poi giovanetti di Don Bosco, se la sua famiglia fosse stata preservata da detto male, ed avendo ottenuto tale grazia, mantiene la promessa fatta.
Serravalle (Repubblica di S. Marino), 14 novembre 1892.
MARIANNA BELLUZZI.
Riferiscono altre grazie di Maria Ausiliatrice ed in segno di riconoscenza uniscono alla relazione qualche offerta pel santuario della Celeste Benefattrice e per le Opere Salesiane i seguenti
Lorenzo Molino (S. Damiano d'Asti) - Francesco Franceschetti (Vicenza) - Paola Ferraro (Montemagno) - Carolina Migliardi (Torino) - Margherita Calliano (Corneliano) - Angela Torelli (Racconigi) - Suor Ernesta Farina, Collegio di Maria Ausiliatrice in Moron (Repubblica Argentina) - Sorelle G. A. L. (Pinerolo) - Teresa Sayno (Milano) - S. M. A. (Arenzano) - Laura Socal ved. Vivian (Asolo) - Giovanna Bagliani (Castagnole Tanze) - Giuseppina Pavauini vedova Gaietta (Bellinzona) - Olimpia Barli (T'orino) - Sac. D. Antonio Francia. Economo spirituale (Ca.sorzo Monferrato) - Giuseppe Coletti, Perarolo (Belluno) - Maria Zanoli, Poschiaro Ponte San Giovanni (Svizzera) - Ermdiiala Morano (Casale Monferrato) - Antonietta Brnnier (Torino) - Battista Delfino (Bernezzo di Cuneo) - Traffa Fortunata (Quadro) - Cottino Favotti (Orbassano) - Varalda Marta. - Negro Bernardo (Vigone) - Aula Maddalena (Viqone) - Tavella Catterina (Vigone) - Stravi Catteeina (Carbonaro, Canton Ticino) - Manacorda Alessandro. - Parodi Clemenza (Sanremo) - Battist Maria (Caramagna) - Mentegazzi Teresa (Santià). - Roneamlo Giuseppe (Vinz(íglio) - Stragiotto Rosa (Castelrosso) - Strumia Angela (Cavallermaggiore) - Racca
Maria (Volvera) - Fabre Luigia (Torino) - Scalenghi Maddalena (Trofarello) - Castello Maria (Montanaro - Lazzero Guglielmo. - Asson Teresa. - Colombatto Celestino. - Ferraro Catterina (Torino) - Bardese Paolo (Brà) - Barberis Luigia (Torino) - Pautasso Luigia (Carignano Torinese) - Callino Giuseppe (Gazigliana) - Marchis Domenico. - Sibona Bartolomeo - Preda Agost. (Vignale) - Cigni Giustina (Torino).
Prima dell'ultima partenza dei Missionari Salesiani il nostro Don Luigi Lasagna, Ispettore delle Case Salesiane dell'Uruguay e del Brasile , recavasi a tenere Conferenze salesiane e domandar soccorsi nella città di Tortona, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Padova, Treviso, Udine, Vicenza e Brescia.
Ebbe ovunque la consolazione di essere accolto con massima benevolenza e cortesia dalle Autorità Ecclesiastiche e dai nostri sempre affezionatissimi Cooperatori e Cooperatrici Salesiano; noi quindi ne serberemo sempre vivissima riconoscenza. Ringraziamo pure di gran cuore i giornali cattolici di dette città per la premura con cui in questa occasione, come in altre somiglianti, trattarono delle cose nostre. Per mancanza di spazio ci limiteremo qui a riprodurre solamente alcuni tratti di un solo tra loro, L'Unione di Bologna, la quale, il 24 novembre u. s. dava la seguente relazione della conferenza tenuta in quella città dal suddetto nostro Missionario
« Un pubblico scelto e numeroso, così il detto Giornale, assisteva ieri alla conferenza tenuta in San Domenico dal M. R. dott. D. Luigi Lasagna, Superiore delle Missioni Salesiane dell'Uruguay e del Brasile. Si sapeva che non si sarebbe aspettato una delle solite conferenze accademiche, alla quale ci si va per sentire se l'oratore sa esporre bene ciò che vuol dire, ma invece per udire dalla bocca stessa di uno dei generosi operai evangelici il racconto toccante di quelle opere meravigliose che i Salesiani hanno colaggiù innalzato.
L'oratore, alto, asciutto, sulla quarantina, concilia subito al vederlo la stima e la simpatia; la sua eloquenza non è basata sopra artifizi più o meno rettorici, ma gli sgorga spontanea dal cuore e per ciò appunto riesce efficacissima : è il tipo del missionario apostolico
» Esordì coll'invocare l'indulgenza degli ascoltanti per la forma del suo dire : la consuetudine del parlare idiomi così differenti dai nostri lo scusava ampiamente. Si introdusse nell'argomento con un affettuoso saluto alla memoria di D. Bosco, del quale con rapido cenno riassunse le opero maravigliose fatte pel bene specialmente dei figli del popolo, da cui uscì pure D. Bosco.
» Fece notare come D. Bosco conobbe i mali che affliggevano la società e cercò di rimediarvi.
» Accennò ai meriti immensi verso l'educazione e l'istruzione, dimostrando ciò con prove innumerevoli.
» Terminata questa prima parte della conferenza, annunziò, che per onorare Cristoforo Colombo e nello stesso tempo il Giubileo Episcopale del Santo Padre, nel prossimo dicembre e poi nel febbraio dell' anno venturo partiranno da Torino circa settanta missionarii Salesiani per le regioni americane: raccomandò l'obolo destinato appunto per questa grandiosa spedizione.
Entrò quindi subito a parlare di quell'opera gigantesca che sono le Missioni Salesiane d'America.
» Fece osservare come D. Bosco avesse una felice ispirazione nello scegliere il vasto campo offerto dall'America meridionale, a preferenza delle altre regioni ove esistono ancora uomini selvaggi : ricordò conte l'America sia divenuta una seconda patria per quei miseri Italiani, i quali sono cacciati dalla madre-patria dalla fame e dalla miseria: le missioni salesiane ottengono così un duplice scopo, tua pur troppo i mezzi sono insufficienti ai bisogni immensi, straordinarii.
» Disse che a Buenos-Aires vi sono 200,000 Italiani sopra mezzo milione di abitanti, i quali godevano una fasta assai trista, tanto che uno dei loro quartieri veniva chiamato Bocca del Diavolo, quartiere che ora dopo l' evangelizzazione dei Salesiani è talmente cambiato che gode la stima generale.
» Ma il campo è troppo vasto, il Brasile più grande dell'Europa è civilizzato in minima parte; e così la Bolivia, il Perù, il Chilì, la Patagonia ecc.
» L'oratore accennò alle barbarie della civiltà, ma di quella civiltà che rifugge da Cristo; ricordò la guerra feroce che vien fatta ai selvaggi a colpi di mitraglia e la contrappose alla civiltà cristiana che accoglie tutti gli uomini nelle sue braccia.
» Il sacro oratore commosse vivamente l'uditorio, specialmente quando narrò episodi, dei quali era stato testimonio e parte. tenendo sempre viva l'attenzione del numeroso uditorio.
» Terminò invocando un duplice aiuto; aiuto morale che tatti possono dare, ed è quello efficacissimo della preghiera, ed aiuto materiale per organizzare su vasta scala il generoso disegno del grande Colombo, quello di strappare tante anime alla perdizione e di darle a Cristo.
» Questo un pallido sunto della conferenza concettosa che riuscì efficacissima.
» Abbiamo vedute molte persone piangere di commozione all'udire fatti così meravigliosi, sebbene esposti con tanta semplicità. »
L'ottima Unione vi aggiunge inoltre succinte informazioni sulle Opere Salesiane in generale e termina l'articolo facendo caldi voti d'aver presto una casa Salesiana in Bologna, voti che noi presentiamo al Gran Padrone della Messe, domandandogli gran numero di Evangelici Operai.
Di ritorno da Roma, Monsignor Cagliero, a un semplice desiderio espresso dai nostri confratelli di Spezia, degnossi far loro una graditissima e preziosa visita, memore che quella casa è come sua creatura, giacchè nel novembre del 1877 egli era andato colà ad accompagnare il piccolo drappello di Salesiani ed il giorno appresso egli pure lo aveva presentato a S. E. Rma il Vescovo di allora, Mons. Rosati.
Ma in questa nuova sua andata colà Mons. Cagliero ebbe da rimanere altamente stupito nel vedere che la piccola casa d'affitto di via Aranci si era mutata in una vasta fabbrica che dà ricetto presentemente a 300 e presto a 400 giovanetti, di cui molti strappati addirittura alle piazze ed ai pericoli di ogni genere di quella disgraziata città.
Giunse ivi verso le 7 del mattino accolto al suono giulivo della banda dell'Istituto e passò subito nella cappella interra per celebrare la santa Messa, verso il termine della quale parlò brevemente ai giovani, congratulandosi del loro numero e bontà.
Nelle prime ore pomeridiane quei cari giovanetti vollero esprimere il loro affetto e la loro venerazione a Monsignore con una accademia, in cui fu eseguito un inno del M° Giorgi di Lucca accompagnato dalla banda strumentale, e sostenuta una scelta declamazione di componimenti di circostanza.
Non si era ancora posto termine a questa accademia e già la chiesina di N. Signora della Neve, annessa all'Istituto, rigurgitava di benemeriti Cooperatori e d'altre divote persone avide di udire dal Vescovo Missionario l' esposizione delle cose ammirabili che si operano nelle lontane terre di America dai figli di Don Bosco.
Notevole l' intervento di illustri personaggi , graduati della R.a Marina, impiegati della Darsena, pubblici funzionarii, moltissimi membri del clero cittadino, come il Rev.mo Vicario Foraneo, i Rev. Parroci di N. S. della Scorza e di S. Giovanni, i Segretarii dei due Vescovi presenti in città.
Mons. Cagliero cominciò la sua conferenza rallegrandosi coi Cooperatori di Spezia pel progresso di quella Casa salesiana, la quale, continuando a dar sempre frutti consolanti coll'Oratorio festivo e scuole diurne pei giovanetti della città, va ora aumentando di più centinaia il numero degli interni da istruire, da educare. Disse di tante altre Case salesiane d'Europa che., come quella di Spezia, ampliarono la sfera, della loro benefica azione. Passò a parlare con ordine delle Missioni di America; finalmente, ritornando dove aveva prese le mosse, annunziò ai Cooperatori di Spezia che uno sviluppo ancor più benefico ripromette quella nostra Casa dalla bellissima chiesa progettata , che riuscirà degno decoro della novella città.
Terminata la conferenza, il M. R. D. Carneglia, parroco di S. Giovanni, presentò a Monsignore uno stuolo di vispi giovanetti socii del Circolo S. Martino, che ha sede in quella parrocchia, pregando di benedirli uno per uno e benedire la bella istituzione, ciò che Monsignore fece di buon grado.
Siccome l'Ecc.mo Vescovo diocesano, Mons. Giacinto Rossi dei Predicatori, trovavasi alla Spezia per amministrare la S. Cresima nella parrocchia abbaziale di S. Maria, Mons. Cagliero si recò visitarlo presso la Pia Casa di Misericordia e fu ricevuto con ogni cortesia e fraternità.
Ma ciò che la penna non sarà mai capace di descrivere si fu l'incontro avvenuto nel cortile dell' Istituto tra Monsignor Cagliero già in procinto di avviarsi alla stazione ferroviaria, ed il novello pastore di Massa Marittima e Populonia, Monsignor Giovanni Battista Borachia, nativo di Spezia e già zelantissimo Prevosto Vicario For. di Lerici, il quale ha comune con tutta la cristianissima famiglia l'affetto ed attaccamento ai figli di D. Bosco.
I due Monsignori si trovarono come per incanto l'uno di fronte all'altro, si abbracciarono soavemente e ciascuno voleva essere il primo al bacio del s. anello. Quell'incontro fu congratulazione e fu visita, fu la gioia dell'arrivo e fu l'abbraccio del doloroso addio !
Intanto d'ogni intorno scoppiarono evviva ai due illustri Presuli , e le acclamazioni, sebbene coperte dal suono dei musicali strumenti, continuarono fino a che entrambi non furono dileguati.
Dai giornali di Parma apprendiamo con piacere che nelle grandiose feste che si celebrarono in quella città ad onore di Cristoforo Colombo i giorni 29 e 30 novembre e 1° dicembre anche i Salesiani vi ebbero la parte loro.
D S. E. Rev.ma Mons. Cagliero, colà invitato, onorava di sua presenza l'Accademia musico-letteraria, tenutasi il primo giorno in un gran salone dell'episcopio concesso da quell'ottimo Vescovo e pronunciavane il discorso di chiusura, ringraziando il Comitato Colombiano per l'invito fattogli di prender parto a quelle feste , tratteggiando in modo luminoso la splendida figura dell'immortale scopritore e narrando dei festeggiamenti che anche i Patagoni ed i Fueghini rendono al grande Genovese, riconoscenti alla benefica opera sua, d'avere cioè portato fra loro il glorioso vessillo della Redenzione.
La seconda giornata delle feste si svolse tutta nel Collegio Salesiano di S. Benedetto, diretto dal Dottor D. Carlo M. Baratta, uno dei promotori di quelle pubbliche solennità, con un trattenimento serale nel teatrino del Collegio stesso, a cui prese parte un pubblico assai numeroso, e con una graziosa illuminazione dei corridoi e cortili del Collegio che chiuse la piacevole serata.
La terza giornata venne contraddistinta dalle funzioni religiose celebrate nella cattedrale con straordinario concorso di tutta la cittadinanza. Pontificò S. E. Mons. Cagliero, assistito pure pontificalmente dall'illustre Vescovo di Piacenza , e gli alunni del Collegio Salesiano eseguirono scelta musica con generale soddisfazione di quei cittadini.
E nella sera di quello stesso giorno Mons. Cagliero assistette ancora ad una conferenza che si tenne nell'episcopio a compimento e corona di quelle feste. Pregato a voler portare il saluto di cristiana fratellanza dei cattolici Parmensi ai suoi fedeli della Patagonia e della Terra del Fuoco ed anche ai nostri connazionali che vivono in quelle remoto contrade, Monsignore prese a parlare delle Missioni Salesiane d'America. Disse dei progressi operati dai Missionari Salesiani nei soli diciassette anni che si trovano in quelle lontane regioni, sino a riuscire a fondare, mediante il concorso dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane ben più di sessanta istituti. Parlò della docilità ed arrendevolezza di quei selvaggi, dei loro lavori, delle loro industrie; parlò dei molti Italiani che, costretti dalla fame, o da altro , emigrano in quelle lontane regioni, e lontani dal sacerdote, senza quegli aiuti che porge la fede cattolica, dimenticano ben presto i sani principii di moralità e di equità appresi in patria e diventano tantissime volte i peggiori esseri di quei paesi. Conchiuse col fare appello alla carità degli Italiani, onde soccorrere non solo i poveri selvaggi, ma altresì i nostri cari compatrioti che colà trovansi nelle più tristi condizioni materiali, economiche, sociali.
Con questo finirono i Parmensi le loro feste in onore di Cristoforo Colombo, feste che, benedette dal S. Padre Leone XIII, riuscirono ottimamente sì da incontrare l'approvazione di tutti e da meritarsi parole d'alto encomio pur da giornali non troppo sospetti di clericalismo.
Il 18 dicembre scorso al SS. Salvatore in Venezia fu tenuta la annunziata conferenza salesiana da Mons. Sanfermo, che sottentrò per incarico di D. Rua al povero P. Doria, a cui l'oratore dedicò le prime parole. Con rapidi tocchi tratteggiò l'eroe della carità, accompagnandolo dal piccolo gregge dei così detti biricchini di D. Bosco fino alla fondazione di due società religiose, alla erezione di duecento case ed alle Missioni pei popoli selvaggi. Lo contrappose alla filantropia chiassosa del secolo, bene mostrando fin dal principio, come solo quando apparve Cristo, l'umanità si sentì veramente amata. I fedeli accorsi in grandissimo numero risposero volentieri all'appello fatto da Monsignore con offerte che venero raccolte dai bravi giovani componenti il Comitato Salesiano di Venezia. Abbiamo veduto poi che alla sacrestia facevasi ressa per dare il nome alla Cooperazione Salesiana vivamente raccomandata dall'illustrissimo oratore.
(Dalla Difesa di Venezia).
Col primo del corrente Gennaio la benemerita Unità Cattolica trasportò le sue gloriose tende a Firenze, ove si fuse col Corriere Toscano. Nel dar quest'annunzio, noi la ringraziamo di gran cuore di quanto ha fatto a favore delle opere Salesiane, e facciamo voti che ci continui sempre la sua antica benevolenza. A Torino sorse invece l'Italia Reale, nuovo giornale cattolico quotidiano, religioso, politico, letterario, economico, commerciale, in gran formato. Dal Programma, che ci fu gentilmente inviato, vediamo che vi collaborano alcuni dei principali redattori che già scrivevano nell'Unità Cattolica. A questi valorosi campioni della più nobile delle cause, e segnatamente all'illustre Direttore Prof. D. Domenico Tinetti, noi mandiamo di gran cuore un plauso e facciamo voti che trovino molti lettori. Siamo poi persuasi che quell'affetto, che ci usarono fino ad ora, ce lo continueranno in avvenire, riconoscentissimi sempre da parte nostra. Volesse Iddio che tutti i cattolici comprendessero la necessità di promuovere animosamente, incoraggiare e diffondere la buona stampa, e far argine alla stampa irreligiosa ed immorale! Certo è questo uno dei mezzi più potenti per giovare alla religione ed alla società, e riparare ai mali che tuttodì lamentiamo. È dovere dei fedeli, scriveva il Santo Padre Leone XIII nell'Enciclica del 15 ottobre 1890, di sostenere efficacemente la stampa cattolica.... direttamente concorrendo ciascuno nella misura che può, a farla vivere e prosperare.
Con permesso dell'Autorità Ecclesiastica - Gerente, GIUSEPPE GAMBINO. Torino, 1893 - Tip. Salesiana.
1 Aguzzi D. Luigi - Piacenza.
2 Alasia Cav. Con. Teologo Luca - Rivoli (Torino).
3 Ambrogi D. Ippolito, Arcipr. Vica- rio For. - Gavazza (Reggio E- milia).
4 Assarotti Catterina - Genova.
5 Balestro N. - Montecchio Maggiore (Vicenza).
6 Baroni D. Felice, Parroco - Monti- colli di Brianza (Como).
7 Bava Mons. Felice, Prevosto - Ca- serzo (Alessandria).
8 Benetti Regina fu Giacomo - Pa- dova.
9 Bertolini signora N. - San Remo (Porto Maurizio).
10 Biso Giuditta-Trebbiano Maggiore (Genova).
11 Bonfanti D. Girolamo - Pieve di Teco (Porto Maurizio).
12 Bonora Cav. Can. Paolo - Vado (Genova).
13 Borgra Ch. Antonio - Ivrea (Torino).
14 Borlinetto D. Domenico, Parroco - Venezia.
15 Bravi D. G. Battista , Curato - Chieti.
16 Brosadola Anna fu Antonio - Cividate (Udine).
17 Cara De-Canonico Teresa - Carignano (Torino).
18 Chiericati Contessa Paola - Vicenza. 19 Colarietti D. Angelantonio, Curato - Poggio Fidoni (P(ìrugiao. 20 Collabora Canonico Stefano - Velletri (Romao.
21 Consigli D. Francesco, Prevosto - Solignano (l'arma).
22 Corvetta Antonio - Antronapiana (Novara).
23 Cremona Canonico Pietro - Leonforte (Catania).
24 Cugnod D. Giuseppe, V.-Parroco - Í3russon (Torinoo.
25 D'Alberti Della Briga Conto Avvocato C et,eo - Torino.
76 Dedè D. i -, ,,o, Prov. V - For. - S. Angelo (Milanoo.
27 Delfino Maria - Torino,
28 Della Mattia D. OsvaldoCa. - Aviano (ine).
29 De-Lisca D. Giovanni, Priore - Messina.
30 Doria Pier Bartolomeo dei PP. Predicatori - Venezia.
31 Farina Vincenzo fu Francesco - Valenza (Alessandria).
32 Fazìo D. Pier Antonio, Canonico - Pieve di Teco (Porto Maurizio). 33 Foresti D. Pietro, Parroco -- Orlo (liergam o).
34 Fortoul Canonico Eugenio - Pinerolo (Torino).
35 Fossa Giacinta - Nizza Monferrato (Alessandria).
36 Franci D. Andrea— Professore - Ver-s'io Pedcneonte (Svizzera).
37 Gallo Canonico Francesco - Velletri (Roma).
38 Ghisalberti Antonio, Sindaco - Sedrina (Bergamo).
39 Grandi D. Antonio - Ramponio (Torino).
40 Grisari D. Giuseppe, Arciprete - Rocca de' Baldi (Cuneo).
41 Gullino Giuseppe - Torino.
42 Gussoli Angela Teresa - Cremona. 43 Lave D. Paolo, Arcipr. V. Por. - Valdengo (Novara).
44 Lanza Cav. Ottavio - Rivoli (Torino).
45 Maffei D. Vincenzo - Solofra (Avellino).
46 Magnaghi Carlo - Milano.
47 Manicastri Vincenzo - Roma. 48 Manzi Nob. Marco - Milano.
49 Mer°o Margherita nata Provati - Bricherasio (Torino).
50 Milan D. Giuseppe, Mansionario - Altavilla (Vicenza).
51 Moda Carlo Giuseppe, Correttore tipografo - Torino.
52 Momo Canonico Giovanni - Vercelli (Novara).
53 Mercante Elisa - Verona.
54 Moroni Conto Giovanni - Roma. 55 Mursone Lucia vedova Antonini - Em'ìe (()1000)-
56 Nevi Canoa:ce Carlantonio , Prevosto - Cremona.
57 Nicolì D. Gio. Battista - Mason (Vicenza).
58 Ogliaco Lucia di Pietr - Camburzano (Novara).
59 Ottaviano Canonico Enrico- Spina (Perugia).
60 Pollogrineschi P. C., Rettore - Vincigliata (Firenze).
61 Pìubelli Luigia - Casteleeriuo (Udine).
62 Poletti Fiorina - Cassano Albese (Coano)-
63 Pollini Salvatore - Pellugo (Trento). 64 Pomilia Don Salvatore - Marsala (Trapani).
65 Quattrocchi Ferdinando - Mazzo- Tino (Caltanisetta).
66 Roatti Rosa vedova Autonietti - Torino.
67 Rocca D. Lazzaro - Nervi (Genova). 68 Rossi Don Giovanni - Pontremoli (Massa Carrara).
69 Rossi Mons. Pio Domenico, Vescovo di Concordia - Portogruaro (Venezia).
70 Rota D. Giovanni, Parroco - Villa sola (Bergamo).
71 Rotta D. Paolo - Torino. 72 Ruffino Angela - Torino.
73 Sartori Angela, Suora di Carità - Bassano (Vicenzao,
74 Sasso D. Baldassarre, Rettore - Cartura (Padova).
75 Sonno D. Francesco, Rettore - Ortueri (Cagliari).
76 Simone Sac. Professore Michele - Manerba (Brescia).
77 Solari Maria - S. Francesco d'Albaro (Genovao.
78 Spimpolo D. Gaetano, Econ. Spir. -- Vai Fibio (Padova).
79 Suzzf Rita nata Zampini - Stienta (Rovigo).
80 Tarditi Filippica veda Testa - Bra (Cuneo).
81 Terzi Rosina - Iseo (Brescia).
82 Tornaforte Contessa Severina - Torino-
83 Tromellini - Francesco - Palestra (Pavia).
84 Turia Mons. Gio. hl aria, Can. Pen, e Prov. Gen. - Brescia.
85 Zenoni Carolina - Antognate (Bergaruo).
Albinola Angelica - Milano.
2 Amosso Antonio - Torino. 3 Andreis Mario - Torino.
4 Baccagli D. Giovanni - Cusercoli (Forlì).
5 Barno D. Antonio, parroco - A, gira (Catania).
6 Belianzi Angelo - Retorbido (Pavia). 7 Belmondo D. Cesare - Pancalieri (Torino).
8 Bianco D. Luigi - Borgoreggio (Torinoo.
9 Bonci D. Silvestro, Vie. F or. - Tomba di Pesaro (Pesare).
10 Borghesi Candida - Mechel (Tirolo). 11 Botter D. Giovanni - Treviso.
12 Bringhen Maria - Quincinetto (Torino).
13 Busso Alessandro fu Gio. Batt. - Ruffio (Cuneo).
14 Basso Catterina nata Basso -Rufo (Cuneo).
15 Busso Maria nata Demarchi - Rino (Cuneo).
16 Callegari Gio. fa Giacomo -Cosola (Alessandria).
17 Camosso D. Gio. Giuseppe - Torino.
18 Candioli vedova Teresa - Marano (Tirolo).
19 Cappellino Maria - Bianzè (Novara).
20 Caprani Barilaui Bambina - Scaria (Como).
21 Carezzo Giustina - Torino.
22 Casa Garra Carmelo - Agira (Catania).
23 Castolnuovo delle Lanze contessa Adele nata Castellani Fantoni - Torino.
24 Cerrina Giovanni - Casale (Alessandria).
25 Ciantini D. Pietro - P ancalle (Firenze).
26 Colli Teresa - Lu Monferrato (Alessandria).
27 Comissio D. Gio., parroco - Marano (Udineo.
28 Deaglio Carolina - Svaria (Como). 29 De-Luca D. Gabriele Arcangelo - Caporiacco (Udine).
30 Derossi di Santa Rosa nobile Santorrina - Torino.
31 Devenuto Luigia nata Ratti - Alpignano (Torino).
32 Divià Teresa, maestra - Sassi (Torino).
33 Ferrari Nicola - Isolarizza (Comoo. 34 Gherlenda D. Domenico, arciprete - Caaepocroce (Treviso).
35 Gioannini Pietro - S. Giusto Canavese (Torino).
36 Grassone Luigi- Verolengo (Torino). 37 Iano Teodoro - Torino.
38 Lazzeri D. Antonio - Primadio (Sondrio).
39 Luzzi D. Andrea, arciprete - Subbiano (Arezzo).
40 Mastai contessa nata principessa del Drago - Senigallia (Fori!). 41 Mazzola Luigi, farmacista - Grana (Alessandria).
42 Micheloni D. Gio., capp. - Porgus (Udine).
43 Mo D. Ignazio, arciprete - S. Stefano Belbo (Cuneo).
44 Molinari Alfonsina - Casale (Alessandria).
45 Nani Giuseppe - Lu Monferrato (Alessandria).
46 Napoli, can. - Monreale (Palermo). 47 Nessi Lucia - Como.
48 Panichi Antonietta dei conti Brancadoro di Lignano - S. Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).
49 Paviano Sante - .Arre (Padova). 50 Pera Gio. Battista - Torino. 51 Pesonti Francesco - Bergamo.
52 Pascati Adelaide - S. Vito al Tagliarnento (Udine).
53 Pigazzi Margherita-Pasturo (Como). 54 Pighin D. Giulio, parroco - Vivaro (Udine).
55 Piotti Notar Francesco - Lavone (Brescia).
56 Preda Enrichetta vedova Bonini - Cremona.
57 Prenati Margherita vedova Merlo -- Bricherasio (Torinoo.
58 Rizzo Mons. Lorenzo, can. prov. - Genova.
59 Rottigni cav. Adriano - Torino. 60 Ruffino Elena - Roma.
61 Salvadori barone Gio. Battista - Trento.
62 Santacatterina D. Giovanni-,Monta di Mato (Vicenza).
63 Sorentini. Teresa - Torino.
64 SormaniGiuseppina-Scaria(Como). 65 Spaegiari Elisa in Fontanesi - Sans Maurizio (Reggio Emilia).
66 Drizzi Sebastiano - Viseo (Austria),. 67 Votero-Bertello Giuseppina - Pancalieri (Torino).