BS 1890s|1893|Bollettino Salesiano Ottobre 1893

ANNO XVII. N. 10.   Esce una volta al mese.   OTTOBRE 1893.,

BOLLETTINO SALESIANO

DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N. 32, TORINO

Sommario.

Attenti agli scrocconi.

Enciclica del S. Padre Leone XIII sul Rosario Mariano. LONDRA. - Alla nuova Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Primo congresso dei Benemeriti Direttori Diocesani dei nostri Cooperatori.

Notizie dei nostri Missionarii: - Dalla Terra del Fuoco. Nuovi Collegi ed Istituti Salesiani: - Orvieto, Trevi, Balerna, Cannara e Casale. - Ampliazioni a Bordighera. - L'opera di Maria Ausiliatrice. Grazie di Maria Ausiliatrice.

Azione Salesiana.

Due nuovi Santuarii a Maria Ausiliatrice.

Notizie varie : - Il Card. Arcivescovo di Firenze. - L'Arcivescovo di Genova. - L'insegnamento del Catechismo a S. Teodoro in Sicilia. - Il primo giornalista cattolico. - Avvertimenti.

I libri per le Scuole.

Il Can. Molinari.

Cooperatori defunti.

ATTENTI AGLI SCROCCONI.

Si aggira in qualche Diocesi attigua a quella di Torino un cotale, che dandosi nome di D. Marco Vincenzo Ruffino, salesiano, si presenta qua e là nelle sagrestie, e si offre eziando alle famiglie private, per celebrare la S. Messa. Noi pertanto dichiariamo che costui non è, e non fu mai salesiano, e dalle informazioni prese abbiamo potuto conoscere non essere neppur Sacerdote. Avvertiamo di ciò specialmente i RR. Parroci ed i Rettori di chiese ; stiano attenti , perche il galantuomo potrebbe anche mutar nome.

S' aggirano inoltre per molti paesi certe suore spacciantesi per figlie di Maria Ausiliatrice, domandando elemosine e sovente anche alloggio appresso ai Parroci ed a famiglie benestanti di buona fede. Sappiano tutti che le suore di D. Bosco non sogliono fare tal mestiere.

E mentre abbiamo l'occasione aggiungeremo che quasi non passa mese senza che ci pervengano notizie di scrocconi, uomini e donne, che vanno attorno distribuendo, a nome di D. Michele Rua, medaglie , corone ed altri oggetti che dicono aver appartenuto a D. Bosco, e chiedendo elemosine, in danari ed in vestiarii, per le opere salesiane. Noi preghiamo vivamente i RR. Parroci ed i nostri Direttori e Comitati Diocesani, quando ne occorra il bisogno, di mettere sull'avviso le popolazioni contro tali indegnità.

ENCICLICA DEL SANTO PADRE LEONE XIII

SUL ROSARIO MARIANO

Ai Venerabili Fratelli Patriarchi, Primati, Arcivescovi, Vescovi ed altri Ordinari aventi pace e comunione colla Sede Apostolica

LEONE PP. XIII

VENERABILI FRATELLI

SALUTE ED APOSTOLICA BENEDIZIONE

La Vergine e il Giubileo episcopale.

QUELLA santa giocondità, di che Ci fu largo il fausto compiersi dell'anno cinquantesimo dalla Nostra episcopale consacrazione, si accrebbe soavissima al mirare i cattolici di tutto il mondo, quasi figli col padre, partecipare alla Nostra gioia, con luminosa testimonianza di fede e di amore. Nel qual fatto, con riconoscenza ognor nuova, Noi ammiriamo ed esaltiamo i consigli della Provvidenza, benevoli oltre misura inverso Noi e ben fruttuosi alla Chiesa : in pari tempo Ci sentiamo l'animo eccitato a ringraziare e glorificare di cotal benefizio l' augusta Madre di Dio, interceditrice appresso lui potentissima. Imperocchè la bontà immensa di Maria, che per lungo e vario correre di anni. e per molteplici maniere Noi sempre sperimentammo e pronta e valevole, ogni dì Ci si dimostra più efficace e benigna, e l'animo inondandoci di soavità, con fiducia sovrumana Ci avvalora. A Noi sembra di udire la voce stessa della celeste Regina e sostentarci amorevole fra le asprissime traversie della Chiesa, e illuminarci abbondantemente a compiere quanto divisiamo a comune salute, ed ammonirci ancora di stimolare i fedeli alla pietà e ad ogni virtuoso esercizio. Alle quali brame di lei già più volte per lo innanzi Ci fu dolce e sacro di corrispondere. Ora fra le utilità che, lei stessa benedicendoci, raccogliemmo dalle Nostre esortazioni, è peculiarmente da ricordare il tanto crescere della divozione del suo santissimo Rosario , le pie Confraternite, che da questo hanno titolo, dove fatte più numerose e dove istituite; scritti dotti e proficui largamente diffusi, e fino le arti belle fatta concorrere a glorificarlo. - Ed ecco che, quasi Ci suoni più viva all'orecchio la voce della benedetta Madre, Clama, ne cesses, « Grida, non darti posa, » ne gode l' animo, o Venerabili Fra. telli, riparlarvi del Rosario, or che si avvicina l' ottobre, che Noi, pur largheggiando dei favori delle sante indulgenze, volemmo sacro a questa divozione dolcissima. L'argomento tuttavia del Nostro discorrervi non sarà principalmente nè tributar nuove lodi ad un genere di preghiera di per sè tanto eccellente, nè stimolare i popoli cristiani ad usarlo con maggiore pietà ; bensì parleremo di alcuni preziosi beni che possono da essa ritrarsi, più che mai opportuni alle condizioni e ai bisogni dei tempi. Giacchè Noi siamo fermamente di credere che, ove giunga la divozione del Rosario, a tutta spiegare la forza e l'efficacia che in sè racchiude, grandissimo vantaggio provenir ne debba, non pure ai singoli, ma a tutta eziandio la convivenza umana.

Ai reggitori dei popoli.

Niuno è che non sappia quanto Noi, per l' obbligo del supremo Apostolato, Ci siam venuti adoperando per la civile prosperità, e quanto più oltre, se Dio Ci assista, siamo fermi di adoperarci. Essendochè ammonimmo sovente i reggitori di popoli di non fare leggi nè di applicarle, se non conforme alla regola giustissima della Mente divina : e quei cittadini, che su gli altri si vantaggiano o per ingegno o per meriti o per nobiltà e dovizie, Noi li esortammo frequentemente perchè, congiuntisi d' intendimenti e di forze , difendessero e promuovessero gli interessi supremi e capitali della civile comunanza. - Nella quale comunanza , come ella è a' dì nostri, troppe, a vero dire, son le ragioni , onde i legami dell' ordine pubblico vengono a rilassarsi, e son distratti i popoli dal curare come debbesi l'onestà dei costumi. Fra tutte, nondimeno, tre Ci paiono potentissime a rovina del comun bene ; elle sono l' avversione del vivere modesto e laborioso; la ripugnanza al patire; l'oblio dei beni futuri.

La vita modesta e i Misteri GAUDIOSI.

Lamentiamo Noi, e confessano spontanei e deplorano eziandio coloro, i quali non altra regola ammettono oltre il lume della ragione, nè altra stregua fuori dell' utilità , che una ferita assai profonda recasi all' umano consorzio dal trasandarsi di quei doveri e di quelle virtù, che posson dirsi private e sono ornamento del genere comune di vita. Di qui, nel trattare dimestico, il porgersi i figliuoli restìi all' obbligo naturale dell' obbedienza e riottosi a qualsivoglia educazione che non sia molle ed effeminata. Di qui gli operai infastidirsi del proprio mestiere, rifuggire dalla fatica, nè paghi di lor sorte appuntar più alto le mire, bramando non si sa quale inconsulta eguaglianza di fortuna. Di qui l' inclinazione di molti ad abbandonare le campagne natie, affin di passare alle agitazioni ed ai malvagi allettamenti delle città. Di qui il niuno equilibrio fra le diverse classi dei cittadini ; il pericolar d'ogni cosa; l'irrequietezza degli animi per gli odii e per le invidie; i diritti conculcati apertamente; e i delusi delle loro speranze, con sedizioni e turbolenze, attentare alla pace pubblica ed osteggiare chiunque abbia officio di tutelarla. - Contro a siffatti mali cerchisi rimedio nel santo Rosario, il quale si compone insieme e di un ordine determinato di preghiere e della meditazione dei misteri di Cristo e della benedetta sua Madre. Facciasi, per verità, che acconciamente alla comune intelligenza, si espongano i misteri gaudiosi, e quasi altrettante pitture ed immagini di virtù si mettano sott'occhi agli uomini fin dai loro anni più teneri ; vede ognuno quanto ampia e quanto agevole ricchezza di documenti se ne trarrà per comporre ad onestà i costumi; documenti ed esempi, onde l'animo verrà attratto con soavità indicibile. - Eccoci dinanzi la casa di Nazaret, abitacolo di santità terrena e divina. Quale forma del vivere comune! qual modello perfettissimo di società domestica! Quivi candore e semplicità di costume; perpetua concordia degli animi ; ordine non mai turbato; vicendevole rispetto e amore, non già larvato e mendace, ma che da tutti si ravvisa per l' assiduità di operosa benevolenza. Ivi non manca l'industria di procacciare quant'è mestieri alle necessità del vivere; ma non altrimenti che col sudor della fronte, e come a coloro si avviene che, del poco appagandosi, meglio si adoprano a sminuire la povertà che a moltiplicar la ricchezza. A corona di tutto ciò, regna ivi tranquillità somma di animo e pari gaudio di spirito, che mai non si scompagnano dalla coscienza di chi opera rettamente. - Or bene, questi esempi di modestia e di umiltà, di tolleranza della fatica e di bontà verso il prossimo, di fedele adempimento di quei minuti doveri che propri sono del vivere quotidiano, e altrettali virtù , ove entrino a poco a poco e profondamente s'imprimano negli animi, certo è che poco a poco produrranno in essi il cangiamento bramato e di pensieri e di costumi. Allora i doveri particolari , che da tanti si sdegnano, torneranno a ciascuno non più molesti, ma grati e piacevoli ; e di tal guisa la coscienza degli obblighi che ne corrono, raddolcita di tal quale giocondità, sarà più potente per trarre al bene. Di che anche i costumi si faranno più miti; la vita di famiglia più cara; il tratto scambievole diverrà più ossequioso ed amorevole. Che se tutto questo dagli individui passerà nelle famiglie, dalle famiglie nelle città e negli interi popoli, talchè a siffatte norme si regolino ; manifesto appariste quanto larghi vantaggi siano per derivarne alla società.

La debolezza degli animi e i Misteri DOLOROSI.

L' altro male funestissimo , che mai non deploreremo bastevolmente, tanto ogni giorno più e con più rovine si fa strada negli animi, è il sottrarsi al dolore e adoperarsi per ogni guisa a tutto schivare quanto sa di avverso e spiacevole. La libertà tranquilla dell' animo più non si riguarda siccome premio dovuto a coloro, i quali , con animo invitto attraverso a' pericoli ed ai travagli, compiano i doveri della virtù ; il più degli uomini van perduti dietro una perfezione ed un progresso chimerico della civile società, in forza del quale, sparendo quanto sia di increscevole per la natura, altro non abbiasi che un assoluto godimento di terreni diletti. Or da così pungente e sfrenata libidine di beato vivere, troppo è ovvio che ne risentano gli animi; i quali, se non vengano a languir del tutto , corto si snervano, talchè vilmente cedano alle pene della vita e miseramente soccombano. - In questo pericolo altresì, grande utile per l'efficacia dell'esempio sperar dobbiamo dal Rosario di Maria, affinchè gli uomini concepiscano spiriti generosi. E ciò avverrà se essi, fino da giovinetti e poi costantemente per l'inoltrarsi degli anni, con tranquilla e soave contemplazione affiseranno il pensiero nei misteri dolorosi.

In essi infatti vediamo Cristo, l' autore e cousumatore di nostra fede, aver cominciato insieme ad operare e ad insegnare per modo che in lui trovassimo ridotto ad opera, per nostro esempio, quanto ci avesse insegnato intorno alla tolleranza del dolore ; e ciò di tal guisa, che vedessimo da lui abbracciato spontaneamente e di gran cuore quanto è di più duro a soffrirsi. Lo vediamo mestissimo sino a sudarne sangue da tutto il corpo. Lo vediamo legato a maniera dei ladroni sottoposto al giudizio degli iniqui , maledetto, oltraggiato, calunniato. Lo vediamo lacero dai flagelli, coronato di spine, confitto in croce, stimato immeritevole di più vivere, meritevole di morire fra i clamori di tutto il popolo. Colle pene del Figlio rammentiamo gli affanni della Madre Santissima , la cui anima non pur fu tocca, ma trapassata dalla spada del dolore, sì da meritarsi il nome di Madre dei dolori e d'esserla con verità. - Tanto splendore di virtù chi non solo riguardi, ma mediti frequentemente, oh come si sentirà portato ad imitarlo ! Avvenga pur che la terra, per la comune maledizione gli germini spine e triboli ; sia lo spirito oppresso dalle angoscie ; sia il corpo stremato dalle infermità ; non sarà male alcuno che provenga o dall'odio degli uomini o dal furor dei demoni, non sarà pubblica o privata calamità, cui non sopporterà con pazienza. Di qui giustissimo si para il detto : Facere et pati fortia christianum est, « fare e soffrir forti cose è da cristiano ; » imperocchè chiunque non sia indegno di cotal nome, non può non imitare Cristo che soffre. Sotto il nome però di pazienza Noi non intendiamo una vana ostentazione di animo indurito al dolore, quale fu appunto di taluni filosofi della antichità ; ma quella intendiamo , che tolto esempio da Cristo, il quale propostosi il gaudio e sprezzata l' umiliazione si sobbarcò alla croce (Hebr. xii, 2.), e da lui implorando il necessario conforto della grazia celeste , non ricusi il soffrire , ma gioisca di fronte al patimento, e il patimento, quanto maggiore esso sia, se lo reputi a lucro. La Chiesa Cattolica ebbe, ed ha tuttavia , discepoli insigni di cotal dottrina, e molti e per ogni dove, uomini e donne di ogni stato, i quali, imitando Cristo, tutte sorta d'ingiurie e di amarezze sopportarono per la virtù e la fede, ripetendo, meglio co' fatti che con le labbra, la parola di Didimo : Andiamo anche noi e moriam con lui (Ioan., xi, 16.). - Cotali esempi di nobile costanza deh si moltiplichino più e più splendidamente, e ne cresca presidio alla civil società, virtù e gloria alla Chiesa! -,

Gli ideali del Cielo e i Misteri GLORIOSI.

Il terzo morbo, cui fa bisogno di medicina, è quel che predomina negli uomini dei nostri tempi. Imperocchè fra gli uomini delle età trascorse, fosso pure che viziosamente si amassero le cose terrene , i più nondimeno non dispregiavano le celesti : che anzi gli stessi più savi del gentilesimo riconobbero la vita presente esser luogo di ospizio e non di stabile dimora , stazione di passaggio e non di destino. Ma quei che ora vivono, avvegnachè ammaestrati dalla sapienza cristiana, per la più parte talmente si perdono dietro a questi beni transitorii, non pur da smarrire ogni rimembranza di una patria migliore nella eternità beata, ma da volerla interamente cancellata e spenta, non ostante che l'Apostolo ci ammonisca : Non abbiam qui ferma città, ma andiam cercando la futura (Hehr. xiii, 14). Del qual disordine, ove s' indaghi l'origine, troveremo essere fra le prime una persuasione comune a molti, che il pensiero delle cose avvenire spenga la carità della patria terrena ed impedisca il prosperare della civil comunanza : del che non v' ha calunnia nè stoltezza maggiore. Imperocchè le cose che Noi speriamo nella vita avvenire, non traggono a sè i pensieri dell' uomo in guisa che interamente li tolgano a questi beni visibili: mentre lo stesso Cristo volle bensì che cercassimo innanzi tutto il regno dei cieli, ma non per modo che dovessimo però trascurare ogni altra cosa. L' uso infatti dei beni presenti e gli onesti diletti che ne conseguono, ove giovino ad accrescimento od a ricompensa delle virtù ; parimente il lustro e l' ornato della città terrena, di che all' umano consorzio si aggiunge splendore, ove dia immagine della nobiltà e della magnificenza della celeste; nulla hanno che punto avversi l' umana ragione, nulla che sia contrario ai consigli divini. Essendochè della natura come pur della grazia è autore Iddio ; nè tali ei le volle che l'una e l'altra nocesse e cozzassero fra di loro , ma che , strette di amichevole alleanza, ne scortassero entrambe a toccare , per più agevole sentiero, quella felicità immortale, a cui noi mortali siam destinati. - Se non che quegli uomini, voluttuosi e di sè soli amanti, che ogni lor pensiero vilmente alla terra degra dano da non sapere assorgere più alto, tanto è lungi che dai beni visibili passino a bramare gli eterni , che anzi perdono interaniente di vista l'eternità, addivenendo a condizione indegnissima. Nè per vero può Iddio punire di maggior pena un uomo, che abbandonandolo per tutta la vita alle lusinghevoli voluttà, senza punto rimembranza dei gaudii imperituri.

Ma a tal pericolo non sarà esposto chi, usando la divozione del Rosario, con attenzione e frequenza rianderà i misteri gloriosi che in esso ci si propongono. In questi infatti gran lume si porge alla unente del cristiano a scoprire quei beni, che, quantunque rimoti dagli sguardi corporei, pure siam certi per fede indebitata, che Dio tien preparati a coloro che l'amano. Da essi impariamo non essere la morte uno sfacelo che tutto sperde e distrugge, ma sì un semplice passaggio ad un cangiar di vita. Impariamo la via del Cielo essere schiusa ad ognuno , e mentre veggiamo Cristo che colà ritorna , rammentiamo la beata promessa da Lui fattaci in sul partire : Io vado a preparare il luogo per voi. Impariamo che verrà tempo, quando Dio tergerà ogni lagrima dai nostri occhi e non vi sarà più lutto, nè lamento, ne duolo, ma sempre dimoreremo col Signor nostro, fatti simili a Dio, poichè lo vedremo quale è in se stesso, abbeverati al torrente delle delizie di Lui, concittadini dei Santi, nella compagnia felicissima della nostra Regina e Madre Maria. - Un animo che di tali pensieri si nutra, uopo è che se ne infiammi e vada ripetendo con un santissimo personaggio Oh quanto è sozza la terra, mentre mi asso in Cielo! e si consoli colle parole dell'Apostolo:

Un tribolare leggiero e di un istante ci frutterà un peso eterno di gloria. Per vero che questa è l'unica via di riunire acconciamente il tempo coll' eternità, la città terrena colla celeste ; per quest' unica via si formeranno caratteri generosi e magnanimi. I quali poi ove sieno in gran numero, la dignità e lo splendore della società civile se ne vantaggerà; fiorirà tutto ciò che è buono e vero e bello, conforme a quella regola suprema che è sommo principio e fonte inesauribile d'ogni verità e bontà e bellezza.

Le Confraternite del Rosario.

Pertanto a tutti si manifestò ciò che Noi da principio annunziammo, di quali preziosi beni sia feconda la virtù del santo Rosario, e quanto maravigliosamente sia valevole a curare le piaghe della società presente e a rimuoverne i tristissimi guai. - Ognuno però facilmente comprende come di tale virtù più direttamente e largamente siano partecipi gli ascritti alle sacre Confraternite del Rosario stesso, siccome quelli che ne hanno speciale titolo, appunto perchè più specialmente e fra loro congiunti di fraterna carità e dedicati alla servitù della Santissima Vergine. Tali Sodalizi, approvati autorevolmente dai Romani Pontefici e da essi favoriti di privilegi e indulgenze, hanno propria forma di ordinamento e disciplina, tengono adunanze a debiti tempi, sono forniti dei mezzi più atti a fiorire in pietà e a rendersi pur benemeriti della società civile. Sono essi quali schiere militanti, che combattono le battaglie di Cristo nella virtù dei suoi sacratissimi misteri, guidate e sorrette dalla celeste Regina : alla quale tanto sono graditi i loro voti , le solennità, le supplichevoli processioni, che in ogni tempo ne diede splendide prove, splendidissima a Lepanto. - Egli è dunque ben giusto che nell'istituire, moltiplicare, dirigere siffatte Confraternite con grande impegno si adoperino, non pure i figli del Patriarca S. Domenico, benché ad essi in singolar modo pel loro Istituto si appartenga, ma quanti sono curatori di anime, massime nelle chiese dove quelle siano già canonicamente erette. Che anzi Ci è sommamente a cuore che quelli eziandio, i quali nelle sacre Missioni danno opera o di portare la dottrina di Cristo fra le nazioni barbare o di confermarla tra le civili, anche in questo spendano alacremente le loro fatiche. - Alle esortazioni di tutti costoro, Noi punto non dubitiamo che ben molti saranno i fedeli pronti a dare il nome ad esse Confraternite, e che più che mai si studieranno di raggiungere quegl'intimi vantaggi che abbiamo esposti finora, nei quali sta veramente la ragione e come l' essenza del Rosario. Dall'esempio poi dei confratelli si deriverà negli altri fedeli una maggiore stima e divozione del santo Rosario : e per tale eccitamento si daranno ognor più solleciti, come è Nostro desiderio vivissimo , a ricavare pur essi in copia que' vantaggi così salutari.

Conclusione.

Eccovi le speranze che Ci arridono, che Ci sostengono e, in mezzo a tanta calamità delle pubbliche cose, Ci consolano lo spirito. E che esso si adempiano lo farà Colei, che del Rosario fu ispiratrice e maestra, la Madre di Dio e Madre nostra , Maria , esaudendo le comuni preghiere. Confidiamo, venerabili Fratelli, che, per l'opera di ciascuno di voi , gl' insegnamenti Nostri e le brame riusciranno a prosperità delle famiglie, a tranquillità dei popoli e ad ogni maniera di beni. Né vi manchi il pegno dell' aiuto celeste e la testimonianza della benevolenza Nostra, nell' Apostolica Benedizione, che a tutti voi, e al Clero e al popolo vostro con ogni carità impartiamo nel Signore.

Dato a Roma presso S. Pietro l'VIII settembre dell'anno MDCCCXCIII, decimosesto del Nostro Pontificato.

LEO PP. XIII.

LONDRA.

Alla nuova Chiesa Salesiana del S. Cuore di Gesù.

Nel nostro numero di settembre annunciavamo che la terza domenica di questo mese (15 ottobre) verrà consecrata ed aperta al pubblico culto la Chiesa dedicata al S. Cuore di Gesù, sorta come per incanto nel quartiere West Battersea di Londra, a sostituire la vecchia in ferro fatta innalzare, tanti anni or sono, dalla generosità della Contessa di Stackpoole e presentemente demolita per ordine del Consiglio della City.

Fin d'allora ci era brillata alla mente una bella idea, che, per motivi facili ad immaginarsi, non osammo sì tosto manifestare ai nostri lettori. Ma ora, giacchè la stessa idea ci venne spontaneamente esposta da qualche ottimo Cooperatore Salesiano, noi la diremo, proponendo a tutti quelli che possono un viaggio fino a Londra.

Il mese di ottobre, come tutto l'autunno, da molti signori viene destinato a pellegrinaggi, a gite di piacere, a viaggi di istruzione. Orbene, non parrebbe cosa opportuna, o sotto l'un aspetto o sotto l'altro, un viaggio fino a Londra verso la metà d'ottobre? Certo che la presenza a Battersea di alcuni Cooperatori Italiani, Francesi, Belgi e d'altre nazioni allieterebbe assai il soggiornocolà di D. Rua e di Mons. Cagliero e renderebbe più complete quelle festività, che dureranno otto giorni, ed i nostri benemeriti Cooperatori e Cooperatrici potrebbero così vedere e toccare con mapo quanto bene vien impiegato l'obolo loro per la Missione Salesiana di Londra.

Noi pertanto, per comodità di coloro che gradiranno la nostra proposta, diamo qui sotto il programma di dette feste, invitando tutti i nostri Cooperatori e Cooperatrici a volersi unire in ispirito a quelli che vi andranno, affinchè tutto ridondi a maggior gloria di Dio ed a vantaggio spirituale di quella popolazione.

PROGRAMMA. Sabbato, 14 Ottobre

MATTINO: Consacrazione della Chiesa fatta da Mons. Butt, Vescovo di Southwark.

Questa cerimonia sarà fatta a porte chiuse. Il pubblico sarà ammesso alla Messa che verrà celebrata, verso le 12, dal Rev.m° Signor Don Rua, Superiore generale della Congregazione Salesiana.

SERA : Alle ore 8. Benedizione col SS. Sacramento.

Domenica 15.

MATTINO : Messe lette alle 6 - 7 - 8- 9 - 10.

Ore 11. Messa solenne pontificale, cantata da S. E. Mons. Cagliero, Vescovo di Magida e Vicario Apostolico della Patagonia, coll'assistenza di S. E. Mons. Butt, Vescovo Diocesano - Predica del M. R. P. Fletcher.

SERA: Alle 7. Vespri. Predica del Rev.m° Canonico G. Akers e Benedizione col SS. Sacramento.

Lunedì 16.

MATTINO : Messe lette alle 6 - 7 - 8 - 9 - 10.

Alle 11, Messa solenne.

SERA : Alle ore 7 30: Vespri, Predica e Benedizione.

Martedì 17.

MATTINO : Messe lette alle 6 - 7 - 8 -9 - 10.

Alle 11, Messa solenne.

SERA: Alle ore 7 30. Vespri, Predica e Benedizione.

Mercoledì 18.

MATTINO: Messe lette alle 6 - 7 - 8 - 9 - 10.

Alle 11, Messa solenne.

SERA : Alle ore 3. Conferenza ai Cooperatori Salesiani, tenuta dal M. R. P. Bourne, Rettore del Seminario Diocesano e Benedizione col SS. Sacramento. - Sono pure invitati quelli che non sono Cooperatori.

Alle 7 30. Vespri, Predica e Benedizione.

Giovedì 19.

MATTINO: Messe lette alle 6 - 7 - 8 - 9 - 10.

Alle 11, Messa solenne.

SERA : Alle ore 7 30. Vespri, Predica e Benedizione.

Venerdì 20. MATTINO: Messe lette alle 6 - 7 - 8 - 9 - 10.

Alle 11, Messa solenne.

SERA : Alle ore 7 30. Vespri, Predica e Benedizione.

Sabato 21. MATTINO : Messe lette alle 6 - 7 - 8 - 9 - 10.

Alle 11, Messa solenne.

SERA : Alle ore 7 30. Vespri e Benedizione.

Domenica 22.

MATTINO : Messe lette alle 6 - 7 - 8 - 9 - 10.

Alle 11, Messa solenne - Predica. SERA: Alle ore 3 30. Funzione pei ragazzi.

Alle 7. Vespri. Predica del M. R. Teol. Whereat - Processione e Benedizione del SS. Sacramento.

Concludiamo questo programma ringraziando nuovamente i nostri benefattori di quanto hanno fatto per questa nuova chiesa eretta in onore del Sacro Cuore.

Angli quasi angeli, aveva esclamato S. Gregorio, il quale mandò l'Apostolo S. Agostino ad evangelizzare quella grande nazione. E Pio IX, nel suo cuore di Vicario di Gesù Cristo, portava amore ardentissimo a questa terra , detta una volta la terra dei santi, e vi costituiva la cattolica gerarchia. D. Bosco poi, sin dai primi anni del suo ministero sacerdotale, spingeva il suo sguardo al di là della Manica, ansioso di concorrere alla grande opera di salvazione, incominciata da tante anime ardentissime della gloria di Dio; con affetto di predilezione amava quei giovani inglesi che venivano tratto tratto accolti nell'Oratorio di Torino ; e due mesi prima di morire spediva alcuni dei suoi Sacerdoti a prendere la direzione della povera chiesa di Battersea. Ed ora è cosa consolante, dopo aver tollerate molte fatiche e privazioni, sprovvisti di mezzi, ed appoggiati unicamente alla Divina Provvidenza, essere riusciti, mercè la carità degli ottimi nostri Cooperatori e Cooperatrici, ad innalzare un sì bel monumento al divin Cuore di Gesù. Fu impresa ardua, è vero, ma benedetta sempre dalla Divina Provvidenza; chè nell'inverno scorso, mentre fervevano i lavori per la chiesa, il tempo si mantenne costantemente bello, cosa insolita in quelle regioni, e nessuna disgrazia di operai venne mai a funestare i detti lavori.

Oh! il buon Dio, che visibilmente ci ha soccorsi in quest'opera, non mancherà neppure di venirci in aiuto nel molto che ci resta tuttora colà a fare per l'erezione di un Ospizio così necessario pel bene spirituale e temporale di tanti poveri giovani.

PRIMO CONGRESSO

dei Benemeriti Direttori Diocesani dei Cooperatori della Pia Società Salesiana.

I giorni 12 e 13 dello scorso settembre furono per noi giocondissimi e ripieni d' ineffabile consolazione. Ci trovammo nel nostro Seminario delle Missioni in Valsalice, presso la venerata tomba di D. Bosco, con un buon numero di nostri cari benefattori ed amici. Dovevasi tenere colà per la prima volta un Congresso dei Direttori Diocesani dei nostri benemeriti Cooperatori. A tale intento vi convennero con affettuoso zelo i Direttori Diocesani od i Vice-Direttori delle città meno lontane, a cui il nostro amato superiore Don Michele Rua aveva mandato apposito invito. L'accoglienza, che noi loro facemmo, non poteva essere che delle più cordiali e passammo con loro brevi giorni bensì, ma che ci rimarranno indimenticabili, per le soavissime impressioni che ne provammo.

Elenco degli intervenuti, ordinati secondo regione.

Acqui - Rev.m° Arciprete Can. Tool. FRANCESCO NEGRONI.

Fossano - Rev.mo Mons. MASERA, Vicario Gener., pel Rev.mo Can. Teol. D. TOMMASO BERTOGLIO , Direttore.

Saluzzo - Rev.mo Can. Tool. GIUSEPPE SAVIO , Direttore, ed il Rev.m° Can. FILIPPI.

Susa - Rev.mo Can. DOMENICO HENRY. Tortona - M. R. Ch. LUIGI ORIONE, Vice-Direttore, pel Rev.m° Mons. Gius. NOVELLI, Direttore. Vercelli - M. R. D. GIOVANNI FERRERO, pel M. R. Prof. D. CARLO SALAMANO, Direttore. Novara - Rev.m° Can. Teol. Mons. FELICE ROSSARI.

Vigevano - M. R. Prevosto D. ANTONIO COLLI. Milano - M. R. D. PASQUALE MORGANTI. Como - M. R. D. ANTONIO CASARICO. Lodi - M. R. D. ENRICO NOLI DATTARINI. Mantova - M. R. Arciprete Dott. D. GAETANO MORTARA, pel M. R. D. NARCISO BONAZZI , Direttore.

Pavia - Rev.mo Can. FRANCESCO MARIANI. Venezia - Rev.m° Mons. G. A. dei CONTI di S. Fermo, O. S. M. G., Protonotario Ap., Prel. Domest. di S. S., Miss. Apost.

Chioggia - M. R. D. FRANCESCO NACCARI. Feltra - M. R. Parroco D. G. M. BORDIN. Portogruaro - M. R. D. ANTONIO AGNOLUTTO, pel Rev.mo Mons. LUIGI TINTI, Vicario Capitolare, Direttore.

Treviso - Rev.m° Mons. G,. M. PELLIZZARI. Udine - Preg.mo Sig. RAIMONDO ZoRzi, V. Direttore, pel Rev.mo Mons. DE-PAULI, Direttore.

Gorizia (Austria) - Ill.m° Sig. BARONE OSCAR SOMARUGA, V. Direttore, pel Rev.mo Mons. ALPI, Direttore.

Verona - M. R. Sac. Prof. D. GRANCELLI, per l'Ill.m° e Rev.m° Conte D. FRANCESCO SERENELLI, Direttore.

Vicenza - Illustre Pubblicista A. NAVAROTTO, V. Direttore, poi Rev.mo Can. Mons. DE-LUCILI, Direttore.

Schio - M. R. D. ANTONIO SANTACATTERINA, pel M. R. D. OTTAvio RONCONI, Condirettore.

Velo d' Astico - M. R. D. GUGLIELMO SANTACATTERINA, Decurione.

Ceneda - Rev.m° Can. Mons. ANDREA CARPENE'.

Modena - M. R. Sac. Prof. D. SANTE FERRARI, V. Direttore, pei M. R. P. BORCESI, Direttore.

Reggio Emilia - M. R. Sac. Prof. D. EMILIO COTTAFAVI, V. Direttore, pel Rev.m° Arcipr. Can. CAVANDOLI, Direttore.

Ferrara - Rev.mo Can. Mons. LUIGI BALDI.

Parma - M. R. Sac. Dott. D. CARLO BARATTA, Salesiano.

Borgo S. Donnino - Rev.mo Vicario D. GIUSEPPE BOLZONI.

Programma.

Il programma delle principali materie da trattarsi era il seguente:

I - Direttori Diocesani.

Il - Decurioni - loro elezione - loro campo di azione.

III - Comitati e Sotto-Comitati Salesiani - Sotto-Comitati di Dame Cooperatrici.

IV - Cooperatori - loro ascrizione - elenco.

V - Norme pratiche per Conferenze Salesiane - conferenze private - conferenze pubbliche - conferenze in diocesi.

VI - Promuovere opere di religione - catechismi - oratorii festivi - scuole di religione.

VII - Vocazioni allo stato ecclesiastico ed allo stato religioso.

VIII - La buona stampa - edizioni Salesiane.

IX - Gioventù pericolante - ospizi e collegi Salesiani.

X - Norme pratiche per ottenere aiuti morali e mezzi materiali.

XI - Missioni Salesiane - Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice - Opera di Maria Ausiliatrice - Opera del Sacro Cuore di Gesù.

XI - Proposte varie.

Parole di D. Rua.

Nella prima conferenza così incominciava il Sig. D. Rua:

Monsignori Reverendissimi, Signori !

Trattandosi di dar principio al primo Congresso dei Direttori Diocesani dei nostri Cooperatori, credo sia conveniente ch'io metta come una prima base a tutto quello che v'è da dirsi e trattarsi : e questa penso che sarà di comune gradimento; cioè s'io faccia conoscere qual'era l'idea di D. Bosco intorno ai Decurioni Salesiani e ai Direttori Diocesani dei nostri Cooperatori.

D. Bosco era cattolico fino al midollo , quindi in tutte le sue opere cercava sempre di sostenere l'Autorità del Vicario di G. C. Se si osservano i suoi scritti, i suoi libri, ben si vede che dappertutto lavorava all'intento di raggruppare i fedeli cristiani intorno al Sommo Pontefice. Questi infatti inverso dei fedeli esercita l'autorità sua per mezzo degli Arcivescovi e Vescovi. E Don Bosco bramava che i fedeli si tenessero sempre uniti agli Arcivescovi ed ai Vescovi. Ma i Vescovi esercitano la loro autorità per mezzo dei parroci, e l'unione con questi pure Don Bosco senza posa raccomandava. Su ciò regolò sempre il suo modo di vivere , ed a questo fine specialmente indirizzava l'Associazione dei Cooperatori Salesiani...

Sin dai primi tempi dell' Oratorio, Don Bosco ebbe alcuni aiutanti, che erano noti sotto il none di benefattori dell'Oratorio di S. Francesco di Sales ; ma a misura che le sue opere si svilupparono, il Signore provvide gli aiutanti in maggior quantità. E D. Bosco per questi signori e signore, preti e secolari, che si adoperavano con tanta bontà in favore delle sue opere, dei suoi orfani e dei suoi biricchini, com'egli soleva chiamare i suoi giovanetti, conservava la più viva riconoscenza. Ne li ringraziava, come meglio poteva, con lettere ed augurii, con libri, oggetti di divozione e simiglianti doni. Ma non gli bastava questo; desiderava far qualche cosa di più, e pensò di rivolgersi a chi poteva loro concedere favori d'altro ordine, al S. Pontefice Pio IX, di sempre cara memoria, che amava tanto D. Bosco. Egli pregollo dapprima che concedesse speciali Indulgenze a questo od a quel benefattore, a questa od a quella benefattrice. E ben mi ricordo io, che nel 1858, quando fui a Roma con lui, gran parte delle sue occupazioni consistette nel chiedere di questi favori per i suoi benefattori; e ritornato a Torino, andava lietissimo nel poter loro comunicarli.

Cresceva intanto il numero delle opere sue, e D. Bosco pensò allora di collegare insieme i benefattori per mezzo d'una Associazione, allo scopo d' ottenere favori spirituali da estendersi a tutti. Ideò quindi la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, ne stese un apposito Regolamento, che poi presentò al Sommo Pontefice Pio IX, il quale, encomiandolo con lusinghiere parole, espresse la sua piena soddisfazione per aver escogitato tale istituzione e per avere a lui presentato così un bel modo di comunicare a molti fedeli i favori spirituali di Santa Chiesa.

Ma i Cooperatori Salesiani, moltiplicandosi in mille paesi e città, avevano bisogno di chi li tenesse uniti; onde poco dopo D. Bosco stabilì i Decurioni ed i Direttori : quelli per ogni gruppo considerevole di Cooperatori , vale a dire uno per parrocchia, e questi uno per diocesi.

Trattandosi però della scelta dei Decurioni e dei Direttori Diocesani, D. Bosco, il quale nel dar vita alla istituzione dei Cooperatori, oltre all'aver di mira di rendere una testimonianza di riconoscenza ai suoi benefattori, e ricompensarli con favori spirituali del bene che facevano ai suoi orfani ed alle sue fondazioni, e di tenerseli sempre uniti per fruire della loro bontà e generosità nell' educare ed istruire tanta povera gioventù; ancora altro scopo egli avea sempre vagheggiato nella sua vita sacerdotale; quello cioè, come già dissi, di collegare insieme i fedeli cristiani di ogni paese intorno al Papa, della città e diocesi intorno al Vescovo , della parrocchia intorno al Parroco e tutti insieme intorno a Gesù Cristo. Laonde nel formare il Regolamento combinò le cose in modo, che nella parrocchia possibilmente Decurione fosse il Parroco, il quale avesse così nei Cooperatori degli aiutanti nelle opere che ha da compiere. E poi Direttori Diocesani il desiderio di D. Bosco sarebbe stato che tali fossero i Venerandi Vescovi stessi ; ma siccome questi per le loro molteplici e gravi occupazioni spesso non possono addossarsi questa carica, egli nel Regolamento loro si rivolge, perchè vogliano designare chi meglio giudicano per Direttori dei nostri Cooperatori, i quali saranno come rappresentanti del Vescovo stesso in tal ramo di azione.

In questo modo i Cooperatori Salesiani formano, secondo l'intenzione di. D. Bosco, come una falange di persone, che si uniscono ai sacri Pastori e si schierano ai loro cenni nel campo del bene, per sempre meglio promuovere la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Conferenze - Suffragi - Omaggi - Addio.

Premesse con molta opportunità dal Sig. D. Rua queste prime idee, si veniva allo svolgimento delle materie accennate nel Programma.

Si tennero regolarmente ogni giorno due lunghe conferenze, una antimeridiana dalle ore 9 1/2 alle 12, e l'altra pomeridiana dalle 6 alle 8.

Dire qui anche in succinto tutto quanto con molta saviezza ed ammirabile zelo si trattò in quelle adunanze, sarebbe cosa soverchiamente lunga e non cel permetterebbe certamente la ristrettezza dello spazio concessoci. Ma tutto sarà redatto e pubblicato in fascicoli a parte, e comunicato ai Direttori Diocesani , ai Decurioni ed ai Conferenzieri Salesiani, onde serva loro di guida nel dirigere l'azione dei nostri Benemeriti Cooperatori. E nel Bollettino ne tratteremo quando ce ne verrà l'opportunità, nei diversi articoli che siam soliti di rivolgere ai nostri cari Cooperatori.

Dire poi che in così importante riunione non abbiam dimenticato D. Bosco, è cosa più che superflua. Di lui, delle sue opere e dei suoi santi insegnamenti si parlava ogni momento ; ma volevamo fare di più. Ed alla memoria carissima di D. Bosco unimmo quella dei primo Direttore Diocesano defunto , vogliam dire del tanto compianto P. Doria di Venezia, e la memoria di tutti i Decurioni e Cooperatori defunti. Si celebrò quindi, per commemorare D. Bosco e tutti questi cari benefattori, una solenne Messa funebre, nella quale pontificò il successore del Doria nel Direttorato Salesiano di Venezia, l' infaticabile apostolo Monsignor dei Conti Sanfermo. Vi assistemmo tutti con molto affetto, mentre la sacra funzione non poteva riuscire nè più solenne nè più commovente.

Non potemmo neanche dimenticarci del Supremo Gerarca della Chiesa, il Papa, il primo Cooperatore Salesiano, il Benefattore sommo di D. Bosco e dei Salesiani. Di lui aveva parlato sì bene D. Rua in sul principio della prima seduta ; di lui si ebbe più volte in seguito a parlare nelle altre riunioni, ricordandone le calde esortazioni, i saggi insegnamenti. E prima di chiudere il Congresso si stese un nobilissimo Indirizzo, in cui coi più caldi affetti gli manifestammo la nostra riconoscenza, ammirazione e venerazione profonda, protestandoci figli obbedientissimi ad ogni suo comando ed ammaestramento ed inneggiando al suo nome immortale; e fattasi fra i congregati la questua per l'Obolo di S. Pietro, si ebbe una ragguardevole somma, che, unita all'Indirizzo, fu dal Sig. D. Rua spedita a S. Em. Ill.ma e Rev.ma il Cardinal Parocchi, Protettore dei Salesiani, perchè volesse umiliare il tutto nelle mani del S. Padre.

Mandaronsi pure osséquiosi omaggi e riverenti saluti a S. E. Rev ma l' Arcivescovo di Torino , assente in tali giorni dalla città, agli Eccellentissimi Vescovi Salesiani Mons. Cagliero e Monsignor Lasagna ed agli Ill.mi e Rev.mi Ordinarii delle Diocesi nel Congresso rappresentate.

Ponevasi termine al Congresso col canto solenne del Te Deum e con la benedizione impartita dal Sig. D. Rua col SS. Sacramento.

Al gaudio doveva succedere il dolore. E questo era quello della partenza e dell'addio. Giorni di tanta espansione di affetti avremmo voluto fossero stati eterni. Ma che cosa è che dura quaggiù i Eppure l'affetto e la riconoscenza, che noi sentiamo verso questi indimenticabili nostri benefattori ed amici convenuti a questo primo Congresso non perirà giammai, ma sì durerà imperitura nei nostri cuori.

A Valsalice.

A completare quanto abbiam detto sul Congresso di Valsalice, ci giunge in buon punto un bell'articolo dell'Osservatore Cattolico di Milano che qui riportiamo quasi per intero:

« A pochi passi dal Po, così l'ottimo giornale, sui colli che circondano ad oriente la vaga Torino, sorge il Collegio Salesiano, detto di Valsalice, ampio ed elegante Seminario delle Missioni Estere Salesiane. Quivi attorno al sepolcro, o piuttosto mausoleo, entro cui riposa la salma del grande D. Bosco, adunavisi nei giorni 12 e 13 settembre il 1° Congresso dei Direttori diocesani Salesiani. L'invito per questa volta era limitato all'Alta Italia, ed a quelle diocesi, ove il movimento Salesiano è più accentuato... L'intervento fu pieno, non solo con soddisfazione del R.m° D. Rua, ma con vera edificazione mutua degli stessi intervenuti. Si tennero 2 adunanze in ciascun giorno di ben 2 ore ognuna, interrotte dal pranzo e da un po' di ricreazione, nella quale anche i più nuovi ebbero agio di gustare la veramente squisita e proverbiale ospitalità dei figli di Don Bosco. Il lavoro procedette con fervore e passione, oltrechè con ameno interesse per la diversità, opportunità ed efficacia dei suggerimenti ed espedienti, che veniano proposti or dall'uno ed or dall'altro dei congressisti a favore delle Opere di D. Bosco. Il programma era assai vasto, ma la parca e giusta parola del Rev.mo D. Rua e la sagace disinvoltura del M. R. D. Trione seppero contenere la discussione entro i limiti del tempo concesso. (Qui segue il surriferito Programma). - La discussione di tanti articoli allargò e precisò a ciascuno dei convenuti il piano d'azione d'un Direttore Diocesano Salesiano, e ci ha persuasi che molto agevolmente può chiunque venire in aiuto ai Salesiani, sia con mezzi morali che materiali. Piacque poi, e piacerà molto anche ai lettori dell'Osservatore, il pensiero eminentemente cattolico e papale, da cui era informato D. Bosco nell'istituire non solo la Società Salesiana propriamente detta, ma anche la numerosa e poderosa schiera dei Cooperatori Salesiani, che fu (come con grande perspicuità spiegò il Rev.D. Rua) di raggruppar sempre meglio i fedeli con salda compagine ai loro Pastori e specialmente al Pastore dei Pastori, il Romano Pontefice, e quindi a Gesù Cristo.

» Nè possiamo tacere dell' ottimo senso che ci fece la indomabile ed irrequieta passione, che mostrano i Salesiani pel bene della gioventù pericolante. È una vera passione ; son nati fatti per questo, si esclama sentendoli a parlare, e vedendo come anche le minuzie impercettibili a tale riguardo sono da essi continuamente studiate, e come per ciascuna di esse hanno in pronto già per lunga e remota tradizione gli espedienti od i rimedi. Acconcissime e preziose cose ci dissero in vari punti della discussione il M. R. D. Francesia, notissimo a tutta la repubblica letteraria, e parimenti il M. R. D. Cerruti espertissimo oltre il resto, e profondo nella cognizione di quel labirinto o caos della nostra legislazione scolastica. Ma tronchiamo, chè troppo ci rimarrebbe da dire. Aggiungeremo solo che non mancò mai anche la nota lepida, massime sulle labbra dei veneti con quel loro scilinguagnolo scorrevole come una gondola, quasi per loro le parole fossero insaponate o levigate, tanto scivolano facili ed affollate.

» Esaurito il programma, si stese e sottoscrisse da tutti un bell'indirizzo a Leone XIII accompagnato da un non magro obolo. Infine si chiusero queste indimenticabili adunanze con una funzione di ringraziamento, dopo un'altra di suffragio per l'anima santa di D. Bosco ed in genere dei Cooperatori defunti.

» Al pranzo di mercoledì, onorato come le adunanze da un buon numero di membri del venerando Capitolo Superiore, la solita giovialità fu più viva a cagione dei molti brindisi fatti in onore del Papa, di D. Bosco, D. Rua ecc., anche nei diversi dialetti, Veneziano, Friulano, Reggiano, Lomellino, Piemontese e... Meneghino, che, per quanto gradito in questi paraggi come il linguaggio della Capitale morale, non potè tuttavia ghermire la corona del priorato sul dolce o fluidissimo vernacolo del Goldoni.

» L'Osservatore coglie quest'altra occasione per raccomandare ai lettori, specialmente milanesi, che favoriscano in ogni modo le Opere Salesiane cotanto provvidenziali in genere, ma che in ispecie assecondino lo zelo del Comitato Salesiano Milanese, di cui più volte s'è occupato il nostro giornale, nel procurare i mezzi, coi quali presto poter aprire anche nella nostra città un Ospizio Salesiano, tanto reclamato. Ricordiamo all' uopo che il Direttore; di detto Comitato, il Sac. Pasquale Morgauti, Direttore spirituale del nostro Seminario Maggiore, riceve le offerte a tal fine, e che queste ponno inoltre depositarsi anche presso altri recapiti, come il Negozio Pedraglio in Piazza Mercanti, l'Agenzia Candiani in Piazza San Sepolcro, l'Agenzia Peregalli in via Arcivescovado, presso la Libreria Palma in via Lupetta, nonchè presso ciascun membro del Comitato ».

NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARII DALLA TERRA DEL FUOCO.

REV.MO SIG. D. RUA, (1)

NELLA mia ultima le diceva che, disegnato il luogo per fondare la nuova Colonia, ci dirigemmo al Nord della Terra del Fuoco fino alla grande Baia di S. Sebastiano, ove era sbarcato l' anno 1886 per la prima volta.

Oltre ai due indii, che avevamo condotti come interpreti dalla Missione di S. Raffaele, ed a Benizio, di cui già parlai nell'altra mia lettera, ne guadagnammo ancora un altro, desideroso di venire con noi a vedere la realtà di quanto contavamo. Ma dopo un giorno di cammino quest'ultimo ci lasciò senza dir nulla ; ed il suo cattivo esempio fu pur seguito da Benizio la notte del terzo giorno. Benizio era d'indole molto buona; aveva imparato a fare il segno della S. Croce e ripeteva bene parola per parola il Pater noster e l'Ave Maria; cominciava a mangiare galletta ed assaggiare la minestra ; ma non ci fu modo di fargli indossare i pantaloni e si copriva solo colla pelle di guanaco. Avendolo trattato sempre bene, speriamo di riaverlo fra i primi al nostro ritorno e che ci aiuterà a radunare altri.

Difficoltà e pericoli del ritorno.

Nulla dico delle peripezie del ritorno, costretti ad attraversare luoghi pantanosi e aprirci il varco in mezzo a boschi foltissimi, stanchi al sommo noi ed i cavalli. Uno de' quali per la stanchezza fummo costretti ad abbandonarlo, pasto di qualche tribù selvaggia, in mezzo ad un prato, dopo di averci servito tanto a S. Croce, a Gallegos, Puntarenas ed a S. Raffaele.

Avremmo ben voluto fermarci un giorno, affinché il cavallo si rimettesse in forze ; ma erano già quattro giorni che si viveva a stento : non si trovava più caccia : non v'era più nè riso nè patate: rimaneva solo un po' di caffè e un po' di zucchero ; bisognava quindi affrettare il passo, a costo di perdere il cavallo.

Giungemmo al fine al luogo designato, di fronte all'isola Dawson, dove facemmo i tre fuochi convenuti per segnale ai nostri della Missione di venir a prenderci colla nostra goletta Ausiliatrice. Da due giorni soffiava un vento freddo con un po' d'acqua, e le onde sollevavansi altissime contro la spiaggia occidentale della Terra del Fuoco, irta di scogli; il che ben sapevamo non avrebbe permesso alla prudenza del nostro capitano Francesco Forcina far vela verso di noi. Si passò la giornata e la notte, molestati sempre dal vento e dalla pioggia , e rintronate le orecchie dal rumore dei marosi. Mentre cercammo sulla spiaggia un luogo dove la goletta potesse ancorare, raccogliemmo buona quantità di molluschi , che , fatti cuocere parte nell'acqua e parte arrostiti, ci servirono per sostentarci in quel frattempo, in cui null'altro ci rimaneva.

Finalmente al nostro sguardo, che ansioso si spingeva verso la Missione di S. Raffaele, si presentò dalla baia un punto bianco, che dirigendosi al nord facevasi sempre più grande; poi distinguemmo gli alberi, le vele. Fattasi più vicina a noi, cambiò manovra dirigendosi al sud, per avvicinarsi alla spiaggia; a circa tre miglia ammainò le vele, fe' sosta e fu gettata all' acqua una barchetta che si diresse verso di noi. Vi erano quattro rematori, i quali guadagnavano pian piano cammino, mentre il piloto , il nostro confratello Giacinto Villacura, gettava a quando a quando lo scandaglio. Ma ecco che d'improvviso la barca si volge e fa ritorno alla goletta. Che ansia per noi! - Eppure ciò era necessario per salvare barca e goletta. Il tempo imperversava e i cavalloni si levavano furiosi : disgraziati, se avessero continuato il cammino, perchè la barchetta sarebbe andata in frantumi ed essi sarebbero senza dubbio periti. Vedemmo con piacere che poterono giungere alla goletta, dove erano ansiosamente aspettati. Alle 3 pom. si calmò un poco il vento, e la nostra goletta, avvicinatasi alquanto, gettò l'àncora. Il capitano stesso discese nella barchetta, traendo seco un sacco di galletta ed un pezzo di carne ; lungi dalla spiaggia un tiro di sasso, vedendo il pericolo, gridò ci avvicinassimo noi stessi , avvisandoci che non era prudenza imbarcarci per quel giorno. Stavamo lì per ricevere i viveri; la barchetta veniva pian piano: poi, colto il destro di una ondata, s' avvicinò alla spiaggia e gettò la carne a terra ; ed io, entrando nell'acqua , spiccai un salto e mi trovai nella barchetta, mentre i marinai con forte colpo di remi s' allontanarono dalla spiaggia.

Arrivo alla missione di S. Raffaele.

Il vento intanto cresceva ed a mala pena potemmo giungere alla goletta tutti bagnati, specialmente lo scrivente, che seduto a prora riceveva tutte le ondate che fendeva la barchetta. Che brutta giornata e che pessima notte fu quella! Soffriva pel mal di mare, ma molto più pensando a quello che dovevano patire quelli che erano rimasti a terra.

Se almeno il tempo avesse accennato a calmarsi; ma no, che minacciava di essere peggiore il dì seguente. La nostra goletta Ausiliatrice pareva un guscio di noce mosso dalle onde agitate; gli alberi scrosciavano, e ad ogni istante scuotevansi le catene del l'àncora. Si passò la seconda notte un po' più calma, non però tanto da permetterci di scendere a terra. Al mattino mi alzai per tempo, e chiamati il capitano e gli altri, recitammo le preghiere. Dopo si scandagliò ; l' àncora erasi trascinata verso la spiaggia; una mezz'ora di tempo cattivo avrebbe perduto noi e la barca. Che fare in tal frangente? invocata di cuore Maria Stella del mare, si levò l'àncora e ci allontanammo per alla volta di S. Raffaele, ove arrivammo in

tempo da poter ancor io celebrare la S. Messa. Malgrado i disagi ed i pericoli fu bella sorte, giacché durante la giornata si vide ancora sollevarsi fra le onde un fiero temporale, che ci avrebbe certamente perduti , se ci fossimo trovati ancora là in mezzo.

Finalmente il tempo si fe' calmo, e l'Ausiliatrice potè andare a prendere i rimasti sulla spiaggia, che giunsero il giorno seguente in mezzo alla gioia dei confratelli, coi quali. potemmo cantare un Te Deum pel buon esito della nostra esplorazione. Fin di quest'anno pertanto , a Dio piacendo , cominceremo ad evangelizzare anche gli Onas.

Adesso però, amatissimo Sig. D. Rua, dobbiamo preparare tutto il necessario per istabilirci definitivamente nel Centro della Terra del Fuoco, sopra il Fiume Grande, al Nord del Capo Peña. Ben può immaginarsi quanto gravi spese dovremo incontrare. Confidiamo nella Divina Provvidenza che muoverà in favor nostro il cuore dei buoni cristiani e di ogni caritatevole persona, cui stia a cuore la conversione di tante anime e la civilizzazione di tante tribù tuttora selvaggio.

Benedica noi tutti, ed in particolare il

Puntarenas, 10 aprile 1893.

Suo aff.mo in G. e M. Sac. FAGNANO GIUSEPPE Prefetto Apostolico.

(1) Questa lettera è il seguito di quella da noi pubblicata nel nostro Bollettino di luglio di quest' anno.

Il Vescovo di Ancud e la Missione della Terra del Fuoco

Dopo aver letto in questa corrispondenza, e più ancora nell'altra da noi pubblicata nel mese di luglio u. s., le fatiche ed i sacrifizi che van sopportando i Missionarii salesiani, per l'evangelizzazione della Terra del Fuoco ed isole adiacenti , tuttora popolate da' poveri selvaggi, i nostri lettori, Cooperatori e Cooperatrici, saran ben lieti di sentirne l'approvazione di persona autorevole. E questa l'abbiamo nella lettera seguente che il Vescovo di Ancud, nel Chili, dirige al signor D. Rua

Ancud, 6 giugno 1893.

REV.MO PADRE,

CON molto piacere vediamo il notabile incremento che di giorno in giorno va prendendo la Missione Salesiana di Magellano.

Quest'esito favorevole della predetta missione ne fa concepire la lusinghiera speranza che potremo un giorno non lontano veder convertiti alla cattolica religione i poveri selvaggi della parte più australe dell'America.

Veramente pare che ai figli di D. Bosco, che vanno improntando tutte le loro opere col sigillo della divina benedizione, siano riservate ancora molte e molto grandi conquiste. Quello che han fatto finora vale a dimostrare che la loro missione è visibilmente provvidenziale.

Il sin qui detto ne obbliga ad inviare alla S. V. R.ma le nostre sincere e cordiali felicitazioni, e le esprimiamo pure il vivo desiderio che abbiamo che la Congregazione Salesiana continui nell'opera sua salvatrice con sempre migliore esito e splendore, se è possibile , e che sia una nuova e solida colonna che aiuti a sostenere il secolare edilizio della Chiesa, cotanto duramente combattuto dai suoi eterni e giurati nemici.

Pertanto, unitamente alle nostre felicitazioni ed ai nostri voti, inviamo pure alla S. V. Rev.ma una supplica.

Ricordiamo che la S. V., quando ne fu dato di poterla riverire nell'occasione della nostra visita ad Limina, ci promise che stabilirebbe nella nostra Diocesi una casa di arti e mestieri, preferendo la mia domanda alle altre.

Possiamo assicurarla che in nessuna parte tanto come in questa vasta diocesi son necessarii gl'istituti di cosiffatta natura.

Già il M. R. D. Giuseppe Beauvoir ha avuto occasione di veder egli stesso coi proprii occhi. i luoghi e toccar con mano la necessità di fondare quanto prima una casa di arti e mestieri.

Pare che il luogo più acconcio sia la parrocchia di Achas.

Io ed i miei compagni di viaggio ricordiamo sempre con piacere i deliziosi giorni che in compagnia dei buoni Salesiani passammo a Torino.

A nome di tutti riceva la S. V. Rev.ma e tutta la comunità di cotesta santa casa un affettuoso e fraterno saluto dal

Suo Servitore e C.

+ Fr. G. AGOSTINO LucERO

Vescovo di Ancud.

NUOVI COLLEGI ED ISTITUTI SALESIANI

Col nuovo anno scolastico in Italia saranno aperti nuovi collegi ed istituti diretti dai Salesiani e dalle Suore di Maria Ausiliatrice fondato pur da D. Bosco. Noi ora non faremo che dare un cenno di due Collegi maschili, che verranno aperti ad Orvieto ed a Trevi, e di due femminili, a Cannara ed a Casale; aggiungeremo qualche parola sul trasferimento dell'Istituto di Mendrisio a Balerna nel Canton Ticino e delle ampliazioni che si fecero all'Educatorio del Torrione di Bordighera; e ritorneremo ancora sull'argomento dell'Opera di Maria Ausiliatrice, siccome quella che tanto ci sta a cuore, perchè sommamente utile alla Chiesa ed alla civile società.

ORVIETO.

Un Collegio convitto si aprirà nel novembre prossimo, per munificenza di S. Santità Leone XIII, cui verrà dedicato, nella storica e monumentale città di ORVIETO, nell'Umbria, a poco più di due ore da Roma, ed accanto ad un Ospizio gratuito per artigianelli, che vanta la stessa sovrana origine pontificia.

L'edificio, che contiene il duplice Istituto, è un antico palazzo dei più belli e più vasti della città. Innalzato, fin dalla prima metà del cinquecento, dalla celebre famiglia dei Monaldeschi, signori di Cervara, poi passato ai conti di Marsciano, e residenza, da ultimo, della Delegazione Apostolica di Orvieto, venne apprestato all' uopo con quelle agiatezze e comodità e con quel decoro che si richieggono ne' pubblici istituti di educazione.

La mitezza del clima, l'aria sana, l'abbondanza d'acqua potabile, i monumenti celebri, la campagna amena, la popolazione gentile ed ospitale rendono il soggiorno di Orvieto salubre, piacevole e tranquillo. Alla stazione ferroviaria non meno di dodici treni fanno capo giornalmente da Roma e altrettanti da Firenze , e a tutte le ore la via funicolare, che rìcongiunge in cinque minuti la città alla stazione, riversa passeggieri dalla collina al piano fertile e delizioso. Tutto ciò favorisce le condizioni, di un Collegio-convitto, che fregiandosi del nome più augusto e più venerato della terra , dà sicurtà alla famiglie , che desiderano crescere i loro figliuoli all' ombra della Religione, di una buona educazione anche civile e intellettuale.

L' insegnamento che vi si imparte comprende il corso elementare, limitato nel ,prìmo anno alla 4° e 5a classe, e il ginnasiale che comincia, in questo primo anno , colla sola prima classe. Oltre le materie richieste dai programmi, avvi la scuola gratuita di canto.

TREVI.

A TREVI, pure nell' Umbria, i Salesiani prendono, col nuovo anno scolastico, la direzione dell'antico collegio Lucarini, che conta oltre 200 anni di esisteuza.

Anche questo Collegio, per la sua posizione sopra un colle dominante la ridente e ferace vallata dell' Umbria, con sottoposta la stazione ferroviaria di facile accesso sulla linea Roma-Orte-Falconara-Ancona , per la salubrità del clima e la proprietà dell' edifizio, come è di tutta soddisfazione delle autorità scolastiche e governative , così offre alle famiglie civili incontrastabili vantaggi.

L'insegnamento quivi abbraccierà il corso Elementare e Ginnasiale, impartito, ben inteso, da insegnanti legalmente approvati in conformità di quanto è prescritto dalle vigenti leggi, dai Programmi e dai Regolamenti governativi. Oltre le materie obbligatorie, vi sarà inoltre un corso gratuito di canto Gregoriano e di musica vocale. Si potranno anche avere lezioni di piano-forte,, ma a carico dei richiedenti.

BALERNA. (CANTON TICINO).

Togliamo il seguente articolo, riguardante l'apertura del Collegio Salesiano di Balerna, dal N.° 192 dell'Osservatore Cattolico di Milano:

« Riceviamo (così quel giornale) il programma del nuovo Collegio Don Bosco, che col presente ottobre si apre a Balerna, nella Svizzera Italiana.

» Ne siano grazie alla Provvidenza: temevamo che la famiglia Salesiana dovesse scomparire dal Ticino, invece veniamo a sapere che vi mette radici più profonde ed apre un nuovo Collegio al Belvedere in Balerna, sotto l'alta protezione di Sua Eccellenza Mons. Molo, Vescovo ed Amministratore del Canton Ticino.

» L' insegnamento abbraccia i corsi Elementare, Tecnico, e Ginnasiale, e si impartisce in conformità dei programmi governativi.

» Il Collegio è a breve distanza dalla stazione della via ferrata Como-Chiasso-Lugano, nel palazzo di villeggiatura vescovile, ampio, maestoso edificio da Sua Eccellenza a tal uopo benignamente concesso: la posizione è delle più amene, e saluberrima. A Balerna si fermano tutti i treni omnibus della via ferrata del Gottardo: i diretti e direttissimi si fermano alla stazione internazionale di Chiasso, dove sono vetture che in pochi minuti e in qualunque tempo del giorno possono condurre a Balerna: l'ufficio telegrafico postale è prossimo al Collegio.

» L'istituto viene diretto da quel medesimo personale che nel 1889-93 diresse il Collegio Cantonale in Mendrisio, migliorandolo materialmente ed acquistandosi tanto prestigio e stima, che in questi due ultimi anni le dimande per accettazioni superarono d'una quarantina il numero massimo di convittori che l'edificio può contenere , e che fu mai raggìunto da nessun' altra direzione negli anni antecedenti. Colà si teneva anche oratorio e ricreazione festiva per ragazzi esterni, con visibile vantaggio civile e morale di tutto il borgo di Mendrisio.

» L'opera, avviata e sostenuta dai cattolici del precedente governo conservatore in un istituto governativo , non poteva piacere ai nuovi governanti in maggioranza liberali. E Mons. Vescovo allora, per dimostrare quanto apprezzasse l'opera dei Sacerdoti di D. Bosco, offrì l'ampio e magnifico suo palazzo di Balerna, dove, per cura dello stesso Monsignore, si stanno ora facendo gli opportuni adattamenti. I cattolici ticinesi e i molti italiani che avevano colà in educazione i loro figli, appresero con giubilo la fausta notizia; perciò, senza tema di errare, possiamo ritenere che il Collegio D. Bosco, già fiorente in Mendrisio, riuscirà a Balerna il più completo del Canton Ticino.

Dio ha favorito ancora quella terra ospitale cattolica; tocca ai ticinesi continuare l'opera della Provvidenza. »

CANNARA E CASALE.

Le Suore di Maria Ausiliatrice, fondate da D. Bosco, quest'anno aprono due nuovi Istituti per ragazze, uno a Cannara presso Foligno, nell' Umbria, e l'altro a Casale Monferrato, nel Piemonte.

Cannara trovasi in una vasta e deliziosa pianura, nel Circondario di Foligno, a pochi chilometri di distanza dal celebratissimo Santuario della Porziuncola d' Assisi. Tutti i giorni vi è comodità della vettura postale, e tre volte alla settimana un altro legno speciale diretto per Foligno; a richiesta per altro si trovano vetture ogni giorno ed ogni ora. La nuova Casa di Cannara trovasi poi in un ampio locale ed in una posizione saluberrima.

A Casale Monferrato, l'antica capitale dei Marchesi del Monferrato, la nuova casa è parte del palazzo della nobile famiglia Callori, locale ben situato, aerato, spazioso, nel quale non mancheranno di trovarsi bene le convittrici. A Casale vi è comodità di ferrovia con qualsiasi città del Piemonte.

Lo scopo di queste Case di educazione , come le altre delle Suore di Maria Ausiliatrice, si è di dare l'insegnamento morale e scientifico in modo, che nulla lasci a desiderare per una giovinetta di onesta e cristiana famiglia, cioè arricchirne la mente di utili cognizioni, educarne il cuore a sode e cristiane virtù, addestrarla ai lavori femminili e informarla a quei principii di civiltà che sono richiesti dalla sua civil condizione.

TORRIONE-BORDIGHERA Nuove costruzioni.

Non sarà discaro ai lettori di questo Bollettino un cenno sull'Istituto Salesiano di TORRIONE, il quale per la sua situazione deliziosa, per la sua importanza e per le sue nuove costruzioni sembra chiamato ad uno splendido avvenire, e a rendere anche segnalati servizi agli altri istituti Salesiani.

E prima un po' di storia. - Nel 1876 il venerando D. Bosco faceva aprire in quella amena località due scuole, maschile e femminile, in due piccoli locali presi a pigione, a ciò confortato anche dalle istanze di Mons. Lorenzo Biale, Vescovo di Ventimiglia, di santa memoria, il quale nella sua estrema vecchiezza era dolorosamente impensierito dal recente impianto in quelle vicinanza di un asilo così detto evangelico, largamente sovvenuto da un signore protestante, nel quale sotto il velo della beneficenza cristiana si minava la fede tradizionale delle numerose famiglie cattoliche disseminate nella ubertosa campagna.

L'evento coronò splendidamente gli sforzi del pio fondatore; imperocchè quelle scuole attirarono presto sì gran numero di alunni da rendersi inadeguate ed insufficienti ; quindi nel 1880 si gettarono le fondamenta di un fabbricato ampio e convenevole per le diverse classi, e quelle di un oratorio oltremodo necessario per essere troppo remota ogni altra chiesa. Per costruzioni successive quasi mai interrotte, nello scorso anno l'educandato femminile potè già ospitare cinquanta alunne interne, mentre le classi, maschili e femminili, erano in complesso frequentate da circa trecento alunni, convenuti anche dai comuni limitrofi: l'Oratorio poi con provvido consiglio fu da Monsignor Tommaso Reggio, ora Arcivescovo di Genova, elevato a parrocchia, alla quale è ora aggregata una popolazione di qualche migliaio di persone, sempre crescente in una località che rapidamente si trasforma.

Nè ciò pure bastò, moltiplicandosi giornalmente le domande di ammissione nell'educandato femminile ; quindi nel corrente anno, ripresi i lavori su più vasta scala, si potè aggiungere al fabbricato una considerevole ala, or ora felicemente compiuta, comprendente nei diversi piani dieci nuovi saloni, di cui quattro hanno l'area di circa 130 metri quadrati ciascuno, e gli altri sei quella di 65; cosicchè l'educandato potrebbe accogliere agevolmente circa duecento alunne.

Ora uno sguardo all'insieme. - L'edificio sorge in un bel giardino sulla deliziosa strada provinciale, tra Ventimiglia e Bordighera, quasi ad uguale distanza dalle due città; strada di cinque chilometri, tutta fiancheggiata da ameni giardini, da numerosi caseggiati, da graziosi villini, e che coll'andare del tempo sarà convertita in una sola e bella, contrada. La campagna circostante, popolata di case, è coltivata a vigneti, oliveti, aranci, agrumi, palmizi, rose e piante africane : i giardini poi in continua e rigogliosa vegetazione in ogni stagione dell'anno, vi presentano, si può dire, una eterna primavera.

L'edifizio, esposto a pieno mezzogiorno, ha dinnanzi il mare a circa 300 metri, che qui offre una spiaggia regolare e di facile accesso, e nei giorni sereni lascia scorgere ad occhio nudo le montagne della lontana Corsica. A ponente il lido del Mediterraneo si distende in un ampio semicerchio, frastagliato a seni e promontori a seconda dello sporgere o del rientrare dei gioghi delle alpi marittime, e mostra le città di Ventimiglia, Mentone, Monaco, e le terre di Villafranca, Nizza, Antibo, Cannes e i lontani monti della Provenza; a levante il semicerchio è chiuso dal. vicino promontorio di Bordighera; a tramontàna finalmente, a circa un chilometro di distanza, si elevano gradatamente amene collinette, di dolce pendio, coronate di oliveti e di vigneti, mentre più lungi sovrastano i gioghi delle alpi marittime, in molti punti di considerevole altezza, e che perciò difendono tutta la pianura di Torrione dalle correnti del freddo aquilone.

Quest'Istituto adunque, che nulla lascia a desiderare dal lato igienico, e che per la sua disposizione interna, per il giardino e le piazzette che lo circondano può soddisfare a tutte le esigenze di un istituto di educazione, può anche ritenersi come un'eccellente stazione climatica, a cui possono fiduciosamente convenire quelle alunne o quei membri delle società Salesiane, la cui costituzione fisica troppo delicata o compromessa addimanderebbe un clima temperato e non esposto a gravi variazioni atmosferiche, tanto più che nella stagione estiva si potrebbero agevolmente utilizzare i bagni di mare in una spiaggia deliziosa.

Egli è poi noto come nella stagione invernale questi dintorni sieno popolati da una numerosa colonia forestiera, convenuta da ogni nazione di

Europa, a ristorarsi in quest'aure balsamiche, e a domandare a questo clima quei presidii igienici, che invano cercherebbe altrove.

Gloria quindi al venerato D. Bosco, il quale nel suo acuto ingegno ha saputo prevedere l'avvenire e che nell'intento principale di procacciare a queste popolazioni una istruzione religiosa e il regno dei cieli, non ha neppur dimenticati gli interessi che ci legano alla terra. E quest'Istituto, sorto da così umili principii, e con deboli mezzi, rapidamente elevatosi a tanta altezza, è una prova luminosa della protezione divina, e della particolare dilezione della S. Vergine Ausiliatrice, sotto le cui ali è rassicurato, e che lo proteggerà vieppiù nell'avvenire:

Ventimiglia, 21 agosto 1893.

UGHETTo Dott. ANTONIO.

NB. - Per informazioni, accettazioni e programmi dei suddetti Collegi ed Istituti, rivolgersi ai rispettivi Direttori e Direttrici, oppure al R. D. Michele Rua, Via Cottolengo 32, Torino.

SCUOLE PER GIOVANI ADULTI

CHE ASPIRANO ALLO STATO ECCLESIASTICO.

Di frequente s'incontrano buoni giovanetti, che, giunti all'età di venti e più anni, sentono vivo desiderio di abbracciare lo stato ecclesiastico. Sono generose vocazioni, che, manifestatesi in età matura, promettono maggior forza e perseveranza. Ma una difficoltà non lieve le sconforta e talvolta le manda, a vuoto. Per lo più sono giovani che non san nulla ancora di lingua latina, e per l'età che hanno non trovano così facilmente un ginnasio che faccia per loro.

D. Bosco studiò tale problema e col consiglio, approvazione e benedizione dell' immortale Pio IX, fondava a favore dì tali vocazioni di giovani adulti l' Opera di Maria Ausiliatrice.

Come già dicemmo, si apersero ginnasi ed ospizi apposta per tali allievi, ed il frutto ne fu così copioso, che in pochi anni ne uscirono già circa un migliaio di Chierici, dei quali molti sono già ora ottimi sacerdoti , zelanti parroci ed anche operosissimi missionari.

Chi mantiene tale Opera posta sotto il titolo e l' alta protezione di Maria Ausiliatrice?

Eccone la risposta : - I primi a mantenerla dovrebbero essere i parenti degli allievi ma per lo più , per mancanza di mezzi. di fortuna, non possono dare che poco o nulla; che anzi l' assenza del figlio, che col lavoro

portava molti aiuti in famiglia, rende questa meno ricca ancora.

Ma la Madonna sa essa trovare altri cespiti di entrata, e questi sono la carità e la benevolenza di ottimi Cooperatori e pie Cooperatrici, che non paghi di far conoscere l'Opera di Maria Ausiliatrice, avviano alla medesima buone vocazioni e metton mano alla borsa, pagando a questi un po' di pensione e generosamente mandando altre elemosine, con le quali si allevino a conto loro. nuovi ministri di Dio.

Chi sa dire il merito di tanta carità in faccia a Dio? Oh quante umili vedovelle, quante povere donnicciuole, quanti zelanti ecclesiastici compariranno ricchissimi di meriti al divin tribunale, per aver dato in tal modo tanti nuovi sacerdoti alla Chiesa, massime in tempi così difficili come i nostri!

Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici; fate adunque conoscere l'Opera di Maria Ausiliatrice e partecipatevi coll' avviare alla medesima buone vocazioni e generose elemosine. I meriti che ne avrete saranno grandi, e colle benedizioni di Dio otterrete ancora il tesoro delle Indulgenze che il sullodato Sommo Pontefice Pio IX, di sempre cara memoria, concedette a quanti avessero partecipato a tale provvida opera, la quale conta già scuole ed ospizi per giovani adulti in varie parti d'Italia.

Per informazioni, regolamenti e programmi rivolgersi al Rev.m° D. Michele Rua, via Cottolengo, 32, Torino; o al M. R. Direttore del-. l' Ospizio di S. Giovanni Evangelista , via Madama Cristina N.° 1, Torino; o al M. R. Direttore dell' Ospizio di S. Vincenzo de' Paoli in Sampierdarena.

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Viva Maria Ausiliatrice! - Una mia zia di nome Rosso Giuseppa era inferma di fortissima febbre. Non ostante una cura assidua di due medici locali, il male andava sempre più aggravandosi, e ridusse l'inferma a dover ricevere gli estremi conforti religiosi. In tale occasione mi venne la felice ispirazione d'invitare la famiglia a raccomandare l'inferma alla Vergine Santissima Ausiliatrice e consigliare in pari tempo di fare qualche offerta al Santuario di detta Beata Vergine. A questo mio invito accondiscesero tutti e da quel momento in poi l'inferma cominciò a migliorare.

Ora l'inferma, mediante l'aiuto della Beata Vergine, trovasi perfettamente guarita, ed io con la presente relazione spedisco una tenue offerta in donare un anello di oro, come promessa fatta dalla famiglia , in onore e gloria di Maria Santissima Ausiliatrice.

Castronovo, 25 Agosto 1893.

D. BUONO SALVATORE DI GAETANO

Cooperatore Salesiano.

Guarigione istantanea. - Da circa un mese pativa un male al dito pollice della destra , che non mi dava requie nè giorno nè notte, e nessun rimedio mitigavami il dolore. Volgendo a caso lo sguardo sul frontispizio del Bollettino Salesiano, mirando l'immagine di Maria Santissima, dissi : - Voi, o Vergine Santissima, che ottenete tante grazie da Dio, guardate questo male che m'impedisce di celebrare il S. Sacrificio della Messa, Voi potete liberarmene. - Detto e fatto : sull'istante mi cessò il dolore, e così fu subito evitato il pericolo di operazioni chirurgiche, e forse anche di perdere il dito e non poter più celebrare la S. Messa. Ne sia eterna lode a Maria Ausiliatrice.

Torino, 3 Settembre 1893.

D. DOGNIBENE DOMENICO

Curato di Brione. *

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La medaglia di Maria Ausiliatrice. - Una pia signora di Centallo mi narrava una segnalata grazia di Maria Ausiliatrice. Ecco le sue parole: « Il mio consorte, così la pia donna, era gravemente infermo e non dava speranza alcuna di guarigione. Il medico gli prodigava ogni maniera di cure, ma il povero marito andava ogni dì più deperendo. - Oh che sarà di me e de' miei poveri bambini, andava ripetendo, se il Signore ci toglie l'unico sostegno della nostra casa? - Un buon Cooperatore Salesiano pertanto venuto a visitarmi, mi consolò e mi esortò a ricorrere alla Madonna Ausiliatrice che si venera in Torino, della quale mi diede una medaglia. Appesi al collo del caro marito la medaglia benedetta e pregai, cioè tutti di casa pregammo, e la Vergine SS. volse a noi i suoi occhi misericordiosi ed esaudì le nostre preci ardenti. L' infermo totalmente ristabilito si unisce con me a ringraziarne la Vergine Ausiliatrice ed a spedire al Santuario di M. A. in Torino l'obolo della nostra riconoscenza. »

Fin qui la buona signora che ottenne tanta grazia. A me non rimane che ripetere di cuore: Viva Maria Ausiliatrice!

Centallo. 31 Agosto 1893.

DRAPERIS DOMENICO

Coop. Salesiano. *

Dallo stretto di Magellano. - D' incarico del mio carissimo ed ottimo Superiore Don Giuseppe Fagnano , Prefetto Apostolico, faccio la seguente relazione di una portentosa grazia di Maria Ausiliatrice. Nel mese di gennaio di quest'anno un nostro Indiano dell'isola Dawson, certo Filippo Canale, giovane molto buono, sui sedici o dicia sette anni, in conseguenza di una forte indigestione, fu preso da grandi dolori colici e da una gravissima polmonite che in pochi giorni lo ridusse sull' orlo del sepolcro. Portato a Puntarenas, venne tosto visitato da due buoni medici, i quali, fatta consulta, non esitarono punto a dichiarare per incurabile quella malattia. L' infermo peggiorava ogni di più, e nessuna speranza nutrivamo di poterlo salvare. Ricevette con divozione il Santo Viatico, l'Olio Santo, la benedizione papale, e gli si erano persino lette le orazioni degli agonizzanti; da un momento all'altro ci aspettavamo di vederlo spirare. Due Suore di Maria Ausiliatrice che lo assistevano, mosse a compassione del misero morente ed animate da viva fede, lo consigliarono a confidare in Maria Ausiliatrice, e gli posero al collo una medaglia della Beata Vergine, il rimedio più efficace e pronto. Maria SS. volle operare un gran miracolo. Era sul far della sera, le Suore si ritirarono, lasciando al capezzale dell'infermo il solo infermiere. La mattina seguente, allorché le Suore ritornarono presso l'infermo, lo trovarono seduto sul letto con un bel colorito, e che stava rosicchiando un pezzo di pane durissimo (galletta), che con istanza si era fatto dare poc'anzi dall'infermiere. Se ne maravigliarono grandemente le buone Suore, e tosto gli domandarono se stesse meglio. Sì, mejor! rispose sorridendo l'indiano. No mas dolor. E ben si vedeva che stava meglio, perchè, dopo una dieta assoluta e prolungata di più giorni, ora con gusto squisito rosicchiava quella galletta!

La grazia non poteva essere più segnalata. Dopo appena otto giorni di convalescenza ritornava all'isola a consolare colla sua presenza gli altri indiani suoi compagni, i quali già lo credevano morto.

Mentre le scrivo, questo giovane guarito così miracolosamente si trova in Puntarenas, dove venne a passeggio co' suoi compagni di scuola, ed è in ottima salute, grasso e snello che pare non sia mai stato infermo in vita sua. Questa grazia straordinaria noi tutti la attribuiamo alla potente mediazione di Maria SS. Ausiliatrice.

Puntarenas, 24 Maggio 1893.

Sac. MAGGIORINO BORGATELLO

Miss. Salesiano.

* *

Un'immagine, di Maria in mezzo al campo. - M'è grato poter riferire una singolarissima grazia ottenuta per intercessione della Beata Vergine Ausiliatrice in favore d'un certo Gabriele Echaves, ottimo mio parrocchiano.

Ecco quanto il protetto di Maria mi narrava:

< Correva l'anno 1881, quando io in arcioni sul mio cavallo ritornava dalla campagna, in un giorno burrascoso e sotto una dirotta pioggia. Iddio volle che a pochi passi di distanza scorgessi sul mio cammino una bellissima imagine. Frenai tosto le redini al mio cavallo, affinchè non la calpestasse, e, smontato, con vero piacere raccolsi quel misterioso foglio e lo portai meco. Ma qual non fu il mio stupore al vedere che, mentre da tutte parti cadeva e scorreva a torrentì la pioggia, quella bella imagine di Maria era completamente asciutta! A tal vista non potei trattenermi dall'esclamare: miracolo! miracolo! Montai di nuovo a cavallo, e, fisso sempre colla mente e col cuore nel prezioso oggetto incontrato, giunsi felicemente alla città. Mi diressi subito a questa chiesa parrocchiale, dove incontrai il M. R. D. Milanesio , a cui raccontai minutamente l'accaduto e gli mostrai la bellissima imagine della Vergine. Egli mi rispose con esortazioni piene di fede. La portai a casa, la feci mettere in un bel quadro e la collocai nel santuarietto di mia famiglia, dove tuttora si trova. Io non potrei dire quante e quali sieno le grazie che il Cielo mi ha concesso per la intercessione potentissima di Maria, perchè sono innumerevoli e straordinarie ; solamente mi limiterò a questa: Avendo io una bambina in gravissimo pericolo di perder la vita, e stando già tutti i segni della morte scolpiti su quel cadaverico volto, non sapendo più a chi ricorrere, mi rivolsi a Maria, dicendo: - Se Voi, o Vergine Santissima, liberate dalla morte questa povera bambina, , Vi prometto che offrirò un bellissimo calice alla chiesa salesiana di questa città a Voi consacrata. - Non avea ancor terminato, per così dire, di domandare questa grazia, che la Vergine me l'aveva già pienamente ottenuta. Mia figlia risanò benissimo, ed io compio la promessa che ho fatto. Consegno il calice con la rispettiva patena, che feci venire da Buenos Aires. Mi costa 400 franchi che ho speso colla più grande soddisfazione. Aggiungo la tenue offerta di 25 franchi per l'applicazione d'una Messa di ringraziamento. » Fin qui il sullodato mio parrocchiano.

Questo consolantissimo fatto pertanto e mille altri sono per noi un gran segno della benevolenza e amore di Maria Ausiliatrice tanto verso di noi, quanto verso di questo suo popolo.

Viedma (Patagonia), 15 giugno 1893.

Sac. PIETRO ORSI Addetto alla Parrocchia.

Torino. - Oh Maria! Virgo Potens ! Oh quanto è vero quel che dice il mellifluo Dottor S. Bernardo, che non si ricorre mai invano a Maria ! Addolorata per la triste posizione di un mio fratello che da tanto tempo era privo d'impiego, mi rivolsi con fiducia a Maria Ausiliatrice con una novena e con promessa di fare pubblicare la grazia, quando l'avessi ricevuta. Ed oh bontà di Maria! in sul principio della novena, contro ogni aspettazione, ecco spuntare un raggio di speranza foriero di grazia; e proprio nell'ultimo giorno la grazia era fatta, e mio fratello, dopo sedici mesi di dura prova, ora è impiegato più bene di quanto potessi sperare. Egli è sollevato dalle sue angustie, ed il mio cuore è consolato dalla dolce e clemente Regina, Auxilium Christianorum.

UNA RELIGIOSA.

Ventimiglia - Una signora di Ventimiglia fa una piccola offerta a Maria Ausiliatrice per la perfetta guarigione ottenuta alla sua figliuola dopo tre anni di malattia.

Brescia. - Chiesi a Maria SS. Ausiliatrice una grazia che aveva tenuta quasi per disperata, ed Ella grande in misericordia mi esaudì. Quanto è potente e buona Maria Ausiliatrice

Settembre, 1893.

Un Ch. Cooperatore Salesiano.

Pollenzo. - Travagliato da fortissimi dolori nervosi nello stomaco, feci esperimento di ogni mezzo offerto dall'arte medica; ma poco o nulla mi valsero ; chè sempre forti erano le scosse nervose, fino al punto di credermi in certi momenti quasi soffocato : Una inspirazione proprio della cara Madonna Ausiliatrice mi spinse a rivolgermi alla sua potente intercessione e bontà materna, certo di essere esaudito per mezzo suo dal buon Gesù. La pregai, e la grazia spero di averla ottenuta, perchè già mi sento quasi pienamente ristabilito. Offro quindi in piccolo ringraziamento ed in attestato della mia riconoscenza una tenue offerta, pregando di pubblicare la grazia ad onore di Maria Ausiliatice.

4 Agosio 1893,

COLOMBO BRUNONE.

Riferiscono altre grazie di Maria Ausiliatrice i seguenti

Sac. Carlo Peretto, Salesiano, Lorena (Brasile). - Ch. Clemente Barcellona, Torino. - Eugenio ed Alessandrino Garbarini, Tortona. - Margherita Brizzi, Granaglione (Bologna). - Giovanni Eula, Racconigi. - Francesco Brignone, Casalbeltrame. - Sac. Francesco Fallace Arciprete. Auletta. - Sacerd. Canonico La Pigola, Piazza Armerina. - M. T. Pinerolo. - Silvia Garsoletti, Nago (Tirolo). - Lucia Casali, Valtido (Cremona). - Marianna Acerbo , Goreto Apruntino. --. Emilia Mangani, Viterbo. - Francesca Podenzana v. Campi. -- Luigi Pierucci , Pisa. - Elisa Schioppo, Giaveno. - Francesco Tuena , Poschiava Annunciata (Svizzera). - Giustina Viola Rivetti , Camandona (Biella). - Suor Filippina D'Antone, Alì Marina (Sicilia). - Carlo Venere, Carmagnola. - Sac. Giovanni Bono, Bernezzo (Cuneo). - Sac. Vittorio Foglia, S. Antonino (Susa). - Eugenio Tedeschi, Verona.- L. S. V. Roma. - Giulietta Acier Del-Bue, Parma.- G. A. Giaccone, Mombaruzzo--Maria Laboranti fu Antonio, Dorno Lomellina. - P. C. Cardè. - Marchese Angelo Nobili Vitelleschi, Roma. - Più relazioni del Sac. D. Luigi Porta, Direttore Salesiano in Bordighera-Torrione. - Ch. G. M. Fochesato , Torino. - Baronessa Maria d. S. Croce, Anona. - Augelina Corongiu Cabras, Mandas. - Annunziata Evangelisti , Ostra (Ancona). -Sac. Prof. D. Farandi Ignazio Parroco, Aranco Sesia. - D. P. A., Schio. - A. Fede, Tortona. - Giovanni Giraudo, Sampeyre. - Gabriella Panelli, Casale. - Gina Levinis, Sala Bolognese. - Adele Pozzi-Testa, Castano. - Luigia De-Buoi Colombo, Modena. - Martino Domenica , Pinerolo. - Viano Giovanni, Rocca Grinaalda. - Gallo Anna, Torino. - Sorelle Assalto, San Maurizio. - Vandone Francesco, Bellinzago. - Bobba Antonio, Cigliano. - Celarlo Margherita, Cheraseo. - Tabasso Anna, Peretto Torinese. - Cucchi Anna, Palesti. - Contessa Adele Maoro di Pamparata, Torino. - Ario Secondo di Cornegliano. - D. Tamietti, Sampierdarena. - Canone Poggi Teresa, Voghera. - Dogani Achille, D' Arma. - Chiotasso Geltrude, Torino. - Raffero Maddalena, Ferreri d'Asti. - Abbraccio Angola, Ferreri d'Asti. - Carpignano• Dimuca, Soglio. - Donato Gregoria, Soglio. - Perasso Delfina, Torino. - Calosso Filonena, Torino. - Alessio G. Batt., Caramagna. - Avattaneo Giuseppe, Poirino. - Avattaneo Maria, Poirino. - Cipolini Ferdinando, Borghetto d'Arroseia. - Rolando Rosa, Raeconigi. - Vietti Maria, Bernezzo (Cuneo). - Stucchi Bianca, Treviglio. - R,appetto Delfino, Crescentino. - Barberis Giuseppina, Crescentino. - Mollo Maria, Baldissero d'Alba. - Villata Rosa, Borgaro Torinese. - Bertello Catterina, Castagnole Piemontese. - Filippa Margherita, Castagnole Piemontese. - Gulò Anna, Bernezzo. - Delmastro Maria, Isolabella. - Garelli Carolina, Torino. - Marchiali Rosalia, Vicenza. - Pedrotta D. Pietro, Gerra Gambarogno (Svizzera Canton Ticino). - Gavara Giovanna, Carmagnola. - Clara. Giovanni, Livorno Vercellese. - Ottavis Pasqualina, Livorno Vercellese. - Roncarole Carlo, Vitniè.

AZIONE SALESIANA

I.

Lo scorso Agosto dicemmo come il nostro Missionario D. Giuseppe Solari, reduce dall' Uruguay, per accondiscendere al desiderio di zelanti Cooperatori, andava tenendo pubbliche conferenze sulle missioni salesiane in varii paesi della Lombardia. Lo slancio suscitato in quelle popolazioni dalla sua parola è indescrivibile. Ne abbiamo un saggio nelle seguenti corrispondenze da Borgomanero all'Italia Reale di Torino e da Ameno al Bescapè di Novara.

* *

La Domenica 23 luglio , Borgomanero diede un commovente spettacolo di slancio di fede e cristiana carità. Al mattino, nel sermone parrocchiale, il prevosto locale Don Ercole Quaroni avvertiva che nel pomeriggio, prima dei Vespri. in luogo della, solita istruzione catechistica, il missionario Salesiano D. Giuseppe Solari, reduce dall'Uruguay, avrebbe tenuto una Conferenza sulle Missioni di D. Bosco nell'America. La buona popolazione di Borgomanero, cattolica per convinzione nella sua maggioranza, corrispose all'invito del suo parroco. Alle ore 3 1/2 pom., già piena zeppa di popolo la Chiesa collegiata, il prelodato missionario, salito sul pergamo, con parola facile, piena di unzione e zelo apostolico, parlando delle sante istituzioni di quell'incomparabile uomo di Dio che fu D. Bosco e delle fatiche evangeliche dei figli suoi, commosse gli animi, strappò lacrime di tenerezza, entusiasmò gli uditori di tal modo, che dopo la predica si raccolse la somma di L. 205, di cui L. 130 in tante spicciole monete di rame. Le offerte poi in genere di vestiario non si possono enumerare. Chi scrive ha veduto nella casa parrocchiale più di cento camicie e quasi tutte nuove, a centinaia calze, fazzoletti, abiti da uomo, vesti da donna, ecc., ecc. È una vera processione di persone, spinte da carità pei poveri selvaggi. Sia perciò lode ai Borgomaneresi. E sopratutto sia ringraziato il Signore pel trionfo della sua gloria e della religione e per la conversione dei poveri selvaggi, i quali, convertiti, pregheranno certamente poi loro benefattori d'Italia.

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* *

Anche la Parrocchia di Ameno ha avuto la bella ventura di ascoltare la calda ed eloquente parola del M. R. D. Giuseppe Solari, Missionario Salesiano, reduce dall'Uruguay, dove nell'ottobre prossimo farà ritorno. Il suo dire improntato di chiarezza e semplicità veramente apostolica, rifletteva tutta la fiamma di carità che arse nel cuore del grande Fondatore dell'Istituto Salesiano. Ebbe tratti felicissimi; specie quando accennò al supremo momento in cui D. Bosco, chiamati a sè i confratelli suoi, annunziò loro la presa risoluzione, di mandarli ad evangelizzare i selvaggi dell'America meridionale: quando descrisse le fatiche, i pericoli, gli stenti d'ogni sorta, che il missionario devo sostenere: quando dipinse con magica tavolozza il Patagone e il Fueghino: quando, toccando la fibra patriottica, chiamò le Missioni Salesiane e la carità che le alimenta, esclusiva gloria italiana. Commosse così i molti uditori che, generosi, abbondarono in offerte di denaro e di indumenti, tanto da destare le meraviglie nello stesso Missionario conferenziere.

II.

Il giorno 28 agosto, celebrandosi nell' Oratorio Salesiano di San Benigno Canavese la festa del S. Cuore di Gesù, onorata dalla presenza del Vescovo diocesano, Mons. Agostino Richelmy, il sacerdote salesiano prof. D. Francesco Cerruti tenne ai molti Cooperatori di quel paese e dei paesi limitrofi una conferenza, ricordando loro con parola facile e chiara che cosa significhi l' essere

Cooperatore salesiano, cioè il dovere di usare alla Pia Società Salesiana due carità : quella della preghiera e quella della limosina; affinichè sia possibile alla medesima Società di aprire sempre nuove Case, e, cogli aiuti spirituali e materiali, ricoverare sempre nuovi fanciulli, incamminarli al bene, togliendoli ai pericoli delle strade.

S. E. Rev.ma Mons. Richelmy, che assisteva alla conferenza, dopo del D. Cerruti s'alzò.e tenne a quei Cooperatori un breve discorso famigliare, esortandoli ad aiutare validamente le Opere Salesiane , pregiandosi di essere egli il primo Cooperatore salesiano nella sua Diocesi d'Ivrea.

III.

Ci scrivono da Colleretto presso Castelnuovo

« Il giorno 5 di settembre, per iniziativa del zelante e venerando prevosto di Sparone , il Signor Don Faletto Domenico, furono colà invitati i chierici salesiani , allora in villeggiatura nel santuario di Maria SS. della Neve, presso Colleretto-Castelnuovo , per cantare una Messa da requiem in suffragio dei defunti parenti dei Cooperatori salesiani di quella parrocchia. Vi assistettero inoltre il Rev. Prevosto di Pont, quel di Ribardone , il Rettore del Santuario di S. Maria della Neve ed altri sacerdoti.

» Non mancò la conferenza , e fu predicata dal missionario Don Piperni Raffaele. Svolse con unzione il tema della santità dell'opera della salvezza delle anime, specie di quelle che tuttavia giaciono nella barbarie , come in Patagonia e Terra, del Fuoco, che sono missioni salesiane, e di quelle pure di tanti poveri giovanetti che nelle Case salesiane di Palestina cercano alloggio, pane e religione, e per mancanza di case e per la miseria della missione, cioè per mancanza di mezzi, non possono essere ricevuti. Fu generale la commozione : e quei poveri, ma buoni fedeli , che erano accorsi anche da lontane borgate per assistere alla conferenza, furono lieti di depositare volonterosi l'obolo della carità nelle mani stesse del missionario, che personalmente dopo la predica l'andava raccogliendo per la chiesa, e ascriversi poi come Cooperatori quelli che ancora non lo erano. In fine ricevuta la benedizione del SS. Sacramento, tornarono alle loro case, magnificando e glorificando il Signore.

» Non vo' lasciare sotto silenzio qualche tenero episodio, che rivela la bontà del cuore di quella buona gente. Un povero vecchio, tornando tutto commosso al suo casolare , andava esclamando

« Povero me!... quanto costa salvare un'anima quanto darei, se l'avessi ! » e sì dicendo si asciugava le lagrime che calde gli venivano sugli occhi. - Una povera vecchia si presentò ad uno dei chierici, quando la chiesa era già vuota, e...

« Prego, gli dice, che vogliate porgere al missionario questa povera limosina : è tutto quello che possiedo : non ho più niente: voglia Dio aver compassione dell' anima mia! » Era un biglietto di 10 lire. Voglia veramente Dio ripagarla, e con essa tutti gli altri Cooperatori, col cento per uno.

« Ne sia poi lode a quel buon Prevosto che fu l'iniziatore e l'organizzatore di sì care funzioni ».

DUE NUOVI SANTUARI! DI MARIA AUSILIATRICE

Italia e Spagna.

Il giorno 20 dello scorso agosto, Maria SS. Ausiliatrice prendeva possesso di due nuovi santuarii, che la pietà dei fedeli per l'iniziativa di ottimi Cooperatori Salesiani Le dedicava, uno sul monte Summano presso Schio nel Vicentino e l'altro nell'isola di Minorca poco lungi da Barcellona,.

Le feste al Summano. Desumiamo dall'ottimo Berico di Vicenza

La notte dal 17 al 18 agosto è stato un via vai su pel monte Summano che era uno spettacolo commovente.

La mattina del 18 fino dalle prime ore lassù, fra le due cime, v'erano già più che 3000 persone d'ogni grado ed età.

La cerimonia della solenne benedizione ebbe principio alle 8 precise, ora di programma. E dopo la benedizione, la S. Messa; e con quale devozione ascoltata da tutti, sparsi qua e là, o sulle rovine dell'antica chiesa e romitaggio o di fronte alla simpatica chiesina sul verde tappeto. Durante la Santa Messa si recitò la terza parte del Rosario a suffragio dei sepolti frati e pellegrini dei passati tempi in Summano, e sul fine tre Gloria Patri ad onore del Beato Antonio da Brescia, stato già Rettore dell'Eremo per 25 anni, ove, come pare certissimo, morì e fu sepolto.

Al dopo pranzo, sulle 2 1/2 precise, Vespro solenne (erano parecchi anni che non si cantava colassù), dopo il quale processionalmente clero e popolo si portarono sulla cima più alta, ove un tempo sorgeva il famoso Idolo Summano, e vi fu benedetta secondo il rito una grande croce (alta 7 m.), e dopo il canto del Vexilla , fu secondo il rito devotamente baciata. Regnavit a ligno Deus ! Come era imponente il canto di quell'inno, lassù, e a quell'ora: tutti ne erano del pari edificati e commossi!

Un inno, un inno di trionfo qui ci vorrebbe per descrivere meno indegnamente le feste del giorno 20 al Summano, pel trasporto della immagine di Maria Ausiliatrice nei nuovo tempietto sulla vetta del monte.

La prosa consueta mal ritrae il pensiero incantato ancora, sbalordito dalla luce della poesia religiosa, sublime che incarnò la festa.

Non ne daremo quindi che una pallida immagine, e i nostri buoni amici vorran certo perdonarcelo, pensando che, se riesce, diremmo, quasi impossibile alla penna più brillante inspirare in chi legge, con qualche efficacia, il senso che si prova dinanzi all'orrido e al sublime di tanti spettacoli naturali , il còmpito nostro è ben più difficile; poichè allo spettacolo imponente della natura si sposava ieri mirabilmente uno spettacolo poeticamente sublime di fede religiosa e di devozione a Maria.

* *

L'annunzio era corso, s'era dato il convegno, e già nel pomeriggio del sabato sulla via che sale alla vetta del Summano si vedevano numerosissime comitive di persone anelanti di trovarsi colà in cima, sfidando la canicola veramente eccezionale.

Si calcola che alle 9 della sera vi fossero ben diecimila persone accampate già sulla vetta del monte, nel piazzale e sui pressi del nuovo tempietto.

L'animazione poi al paese di Santorso (ultimo prima di salire al Santuario) non si ricordava eguale a memoria d'uomo.

Sull'imbrunire vennero illuminati vagamente il podere e la villa Rossi, la villa Marzari, e il monte per lunghi tratti apparve come cinto da liane di fuoco.

Gli spari giocondi delle spingarde e dei cannoncini che decorano l'ingresso della villa Rossi, e che erano stati collocati più in alto sul monte, si susseguivano a brevi intervalli.

E le comitive di pellegrini continuavano ad arrivare; giungevano cantando preci, visitavano l'immagine di Maria circonfusa di luce nella chiesa parrocchiale, e poi procedevano a salire l'erta. Di queste comitive ne capitarono perfino da San Giacomo di Lusiana, da Altissimo e da altri lontani paesi.

I RR. sacerdoti non si coricarono un istante, per udire le confessioni fino all'ora delle SS. Messe, e per dirigere ogni cosa. Gli entusiasmi della fede li tenevano capofila di tutto.

L'erta del Summano risuonò tutta la notte di canti devoti, dì preci , di Rosari. Si saliva in continua processione, seguendo tutte le svolte della comoda via, poiché era impossibile, causa le tenebre, tentare di abbreviarla.

Come poetica quella salita di notte fra migliaia di persone !

I fuochi della pianura si van facendo sempre più languidi, il lampo che accompagna lo sparo delle spingarde allunga sempre più il suo intervallo dal colpo, la sua eco si fa men forte, l'aria fredda ricrea, rianima... si sale sempre.

Qua e là riposano comitive avvolte dalla luce vivissima dei bengala, e chi sale con un palloncino da illuminazione, chi con fanali, altri con torcie a vento e candele.

In alto, abbasso, appaiono fuochi che si incrociano, che spariscono. La fatica della salita non si sente, non se ne ha il tempo, o meglio la via è così comoda che non vi è la possibilità di sentirla, a meno che non si sia fermi.

La corsa straordinaria di Schio in arrivo a S. Orso alle 2,20 ant. riversò un mondo di pellegrini, che salirono alla parrocchia, preceduti dalla brava banda dell'Unione Cattolica Operaia scledense e accolti da spari rinterzati da un'infinità di fuochi di bengala.

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Alle 1 1/2 cominciarono le SS. Messe alla parrocchiale con moltissime comunioni. Due sacerdoti erano continuamente occupati ad amministrarle. E qual devozione, quale ordine !

La compagnia corale di Thiene cantò le Litanie a 4 voci, e durante la Messa che precedette la processione e nel suo sfilare si cantò il sempre magnifico O salutaris Hostia del Gounod.

Oh! l'effetto delle voci bianche a quell'ora, in quell'ambiente pieno di fede, di devozione alla Vergine, come descriverlo I

Dopo le 3 si ordinò in pochi minuti l'interminabile processione e cominciò a salire.

Precedevano le Associazioni, Compagnie e Confraternite.

Quindi veniva l'immagine di Maria Ausiliatrice portata a spalle, circonfusa di luce, meta di tutti gli sguardi, di tutti i sospiri.

La seguiva il Clero e una schiera interminabile di popolo, che procedeva per tre, per quattro, contando, pregando, lagrimando di commozione, di gioia, intanto che tutte le Congregazioni sopraddette a coro a coro facevano echeggiare con canti le valli e le cime, quest'ultime piene zeppe di popolo così da traformarle in un vero formicolato.

Alla località detta Prà Minore, a metà salita, uno squillo di tromba ferma tutti ,pel riposo, rallegrato e reso più dolce dalle note della banda, mentre l'alba comincia a dipingere l'orizzonte del suo color di rosa. Che scena! Che scena!

***

Alle 4 1/2 nel santuario sulla cima del monte si celebrò la prima S. Messa per consacrare. Vi assisteva tutto un popolo sparso sui pendii dell'anfiteatro immenso e magnifico.

La processione arrivò circa le 6 1/2 accolta con ansia e con desiderio da tanti sguardi, da tanti affetti.

Raddoppiano allora gli spari delle spingarde e dei cannoncini., e l'immagine veneratissima, fra due muraglie impenetrabili di popolo riverente e fra il canto dell'Ave Maris Stella, è collocata nella sua nicchia e incensata.

Accoglieva la processione Mons. Gio. Maria Viviani, Arcidiacono e Vicario Generale, in rocchetto e stola, arrivato al santuario la sera precedente.

Quindi egli s'appaiava ed usciva a celebrare la S. Messa, sull'altare eretto fuori del santuario, fra le quattro colonne che segnano il mezzo della chiesa, che in avvenire sorgerà certo vasta e maestosa nell'antico tracciato.

E qui rinunciamo affatto a descrivere lo spettacolo di più che trentamila persone, di quella folla variopinta e in atteggiamento devoto che circondava e che occupava tre lati dell'anfiteatro per assistere al S. Sacrificio.

Chi non l'ha veduta non può farsene adeguata idea. Lo tenti se il può, poichè certo ha perduto uno spettacolo dei più grandiosi.

Alla consacrazione suona la banda, rimbombano gli spazi, migliaia e migliaia di teste si chinano, migliaia e migliaia di ginocchi si piegano.

Il celebrante benedice la folla, recita le preci, la Messa è finita. S'ode uno squillo di tromba e dall'altare Mons. Viviani rivolge allora a quel popolo con robusta voce e soave insieme la sua calda parola.

E un inno d'amore alla Vergine, è un serto di nuovi fiori ch'egli Le offre in que' suoi figli convenuti ad onorarla sulla cima benedetta, eclissando la flora superba del Summano coll'olezzo di loro virtù.

Il M. R. Arciprete di S. Orso imparte la benedizione papale, ricevuta da tutti col segno di croce come un sola persona; la banda intuona una marcia, ed i più si spargono ancora per le cime, salgono sulla più alta ai piedi della nuova gigantesca croce, che vi sta piantata a deliziarsi dei bellissimi panorami.

*

* *

Dopo la seconda Messa, i chierici cantarono davanti a molto popolo l'Ufficio di Maria SS., seguiti dai RR. sacerdoti per la recita delle Ore in comune.

Alle 1 1/2, dopo il Vespero solenne, si aprì il tabernacolo pel canto del Pange lingua, Te Deum e Tantum ergo colla benedizione impartita da Mons. Viviani.

La bellissima statua di Maria Ausiliatrice è collocata sull'antico posto, in cui veneravasi da secoli altra imagine, la quale or sono 116 anni veniva trasferita in apposito Santuario in Santorso, ove anche oggi è argomento di molta venerazione.

Dalla vetta del Summano benedica la Vergine Ausiliatrice i circostanti paesi, tutta la diocesi, tutta la provincia e quanti a Lei faranno ricorso.

Viva Maria Ausiliatrice !

Minorca (Spagna).

Non meno solenni riuscirono le feste celebratesi nell'isola di Minorca per l'inaugurazione del santuario di Maria Ausiliatrice colà recentemente eretto. Ne ricaviamo le notizie dalla seguente lettera direttaci da un nostro Salesiano

A Cittadella nell'isola di Minorca, per cura del nostro Cooperatore Salesiano Sig. D. Federico Pareja, con offerte pubbliche, si potè erigere un magnifico tempio a Maria Ausiliatrice.

Le feste d'inaugurazione ebbero luogo i giorni 18, 19, 20 e 21 dello scorso agosto, e vi parteciparono tutti i nostri giovani di Sarrià. Non erasi mai visto in quell'isola tanto slancio e così imponente manifestazione di fede e di divozione a Maria Santissima.

I nostri musici, cantori e suonatori, fecero quanto meglio poterono per corrispondere bene a tanta solennità.

Alle 3 pom. del 20, domenica, il nostro Direttore di Sarrià (Barcellona), Sig. D. Hermida Manuele, teneva nella vasta chiesa di S. Agostino nella medesima città una conferenza Salesiana, a cui accorse folla immensa di uditori.

Ma l'ora più solenne era verso sera, alle 7, quando ebbe luogo il trasporto della statua di Maria Ausiliatrice dalla cattedrale al nuovo tempio. La processione, preceduta dalla nostra banda musicale, percorse le principali vie della città, che erano sfarzosamente illuminate per l'occasione.

Compiutosi il trionfale trasporto, i nostri musici davano solenne concerto in pubblica piazza, eccitando entusiastici applausi.

Il giorno 21 furono ricordati i Benefattori defunti con solenni suffragi, e vi fu eseguita la prima Messa funebre di Mons. Cagliero, che piacque e commosse tanto.

A perenne memoria di tali feste la città decretava che la via, lungo la quale sorge il nuovo Santuario, fosse intitolata a Maria Ausiliatrice.

I nostri giovani poi, dovendo prender parte ad altre feste in Alayor, in S. Luis e nella città di Mahor, non poterono più oltre godere della caritatevole e larghissima ospitalità loro prodigata in Cittadella e dovettero prontamente partire. Dolorosissima fu la partenza. Moltissimi cittadini nel salutarci lacrimavano, e ad alta voce chiedevano e facevano voti per l'impianto di una Casa Salesiana in quella città. Uguale entusiasmo e indicibile affetto incontrammo negli altri luoghi, nei quali fummo i giorni seguenti, ove pure il nostro Direttore volle tenere pubbliche conferenze Salesiane.

Finalmente, il 27, una folla immensa sulla spiaggia di Mahor ci ricambiava l'addio con mille voci di evviva. Il vaporino Nuevo Mahor ci portava lungi da quella cara isola, e sbarcati al porto di Barcellona, ritornavamo alla nostra Casa di Sarria, dopo dieci giorni di lietissime vacanze passate tra indimenticabili amici e benefattori.

NOTIZIE VARIE

Il Card. Bausa Arcivescovo di Firenze.

L'ultimo giorno dell'anno scolastico, l'Oratorio dell' Immacolata di Via Fra Angelico in Firenze fu onorato dalla visita di S. Em. il Card. Bausa, Arcivescovo di quella città. L'eminentissimo Prelato, circondato da parecchi dignitarii ecclesiastici, da quell' illustrazione della scienza italiana che è il prof. Augusto Conti e da molte altre egregie persone, presiedette alla festa della distribuzione dei premia, in fine della quale, come chiusura rivolse opportune parole, ascoltate con religioso silenzio. Egli ebbe per tutti parole di rallegramento, di lode, di incoraggiamento; ai Salesiani, per lo zelo che mostrano nell' educare la gioventù che loro vien affidata : a' quei giovanetti, per aver corrisposto alle premurose cure dei loro educatori. Encomiò in modo particolare l' Oratorio festivo, che i Salesiani tengono aperto in Firenze , mostrando il desiderio di vederlo vieppiù frequentato dai giovani fiorentini; ed espresse il voto che presto i figli di D. Bosco possano avere in quella città un'ampia Chiesa pubblica, tale da soddisfare a tutti i bisogni della popolazione. - Un applauso unanime, fragoroso, accolse l'ottimo Pastore, dopo che ebbe impartita l'Apostolica Benedizione, applauso che l' accompagnò fino alla sua uscita da quell'oratorio.

Fiorentini! udiste la parola del vostro amatissimo Pastore ? A voi tocca metterla in esecuzione. I Salesiani lavorano con zelo intorno alla gioventù; c voi affidate loro i vostri figli da educare, mandateli nei giorni di festa all'Oratorio festivo, e coll' obolo della vostra carità fate ancora che essi possano realizzare l'ultimo desiderio espresso in quella seraa dall' Eminentissimo vostro Arcivescovo. Tutto riuscirà a vostro maggior bene, a vantaggio dei vostri figli.

L'Arcivescovo di Genova

Il giorno 6 agosto scorso, nella Parrocchia di S. Gaetano, amministrata dai figli di D. Bosco, (i quali accanto dirigono pure l'Ospizio di S. Vincenzo de' Paoli popolato da un trecento giovanetti, parte studenti e parte artigiani) , celebravasi la festa patronale e l'ultimo giorno dell'anno scolastico con gran solennità e coll' intervento di S. Ecc. R.ma Mons. Reggio, Arcivescovo di Genova. Ed è della bontà di questo Arcivescovo inverso dei Salesiani che noi vogliamo ora parlare; giacchè egli si degnò di passare tutto quel giorno in mezzo ai suoi cari figli, come egli si compiaceva di chiamare quei nostri confratelli.

Arrivato alla Parrocchia di S. Gaetano alle ore 7 antim., celebrò la Messa della Comunione generale, alla quale si accostò tanta folla, che durò più di un' ora ; notando che fin dalle 4 1/2 si era veduto un alternarsi continuo di Comunioni anche di buon numero di uomini, il che senza dubbio si deve alla predicazione novendiale dell'illustre oratore Mons. Omodei Zorini. -Alla Messa solenne, infra la quale Mons. Omodei Zorini disse il panegirico del Santo, mostrando quale fu S. Gaetano l'uomo della Provvidenza nell'ordine civile, sociale e religioso, Mons. Arcivescovo assistette pontificalmente. Nel pomeriggio di nuovo Monsignore volle trovarsi in chiesa tra il suo popolo ai Vespri, e parlargli della Carità di S. Gaetano. Era il Vescovo eloquente, il buon Pastore, che parlava colla chiarezza della sua parola, col cuore di padre al suo gregge, ai suoi figli. Egli stesso ancora diede la Benedizione col Venerabile. Dopo la quale, nel cortile dell' Ospizio si fece la distribuzione dei premii agli studenti e agli artigiani, e Sua Ecc. Rev.ma si degnò pure di assistervi. Finito il geniale trattenimento, chiuso da un' improvvisa parlata di Mons. Omodei Zorini, alle 10 pom. quel buon Arcivescovo non volle partire senza prima dare ancora una volta la pastorale Benedizione ai Salesiani, ai loro giovanetti ed a tutti i convenuti.

L'insegnamento del Catechismo a San Teodoro in Sicilia

Il Rev.mo Sig. D. Gaetano Lipari, Parroco di San Teodoro in Sicilia, in data 17 Luglio scorso scriveva al Sig. Don Rua una lunga lettera per ringraziare a nome suo e di tutti i suoi parrocchiani le Suore di Maria Ausiliatrice che da Cesarò colà recansi ogni domenica e giovedì a fare il catechismo a quelle ragazze.

I nostri lettori debbono sapere come a Cesarò già dall'anno 1883 erano stanziate alcune poche Suore di D. Bosco per attendere alle Scuole Comunali ed all' Oratorio festivo. Orbene quest' anno avendo potuto arrivare al numero di sei, videro che, dividendosi, nei giorni festivi avrebbero potuto attendere anche all'istruzione religiosa delle ragazze del vicino villaggio di San Teodoro. Ne fecero tosto parola coll' ottimo Vicario foraneo, D. Calogero Scaravelli, da cui ebbero incoraggiamenti e lettera di presentazione al sullodato Parroco di San Teodoro, il quale ben volontieri acconsentì che vi andassero non solo nei giorni festivi, ma ben anche i giovedì di ogni settimana. « E dalla domenica, 30 aprile, primo giorno che vennero in questa Parrocchia le dette Suore, così scrive quel Parroco, si è destato un vero entusiasmo per imparare il Catechismo. E non solo l'hanno già con piacere imparato benino le piccole ragazze, ma altresì le adulte e molte di quelle che da anni ed anni sono ammesse alla S. Comunione... Ne sia lode a Dio ed a queste buone Suore di D. Bosco.

» E a maggior encomio di quest'ultima, debbo ancora dire come il 29 giugno scorso, dopo fatta la distribuzione dei premii alle più diligenti ed assidue, secondo il solito degli altri anni, credei bene d'avvertire che nei mesi di Luglio ed Agosto veniva sospesa l'istruzione religiosa, sia perchè in detto tempo le ragazze per le domestiche occupazioni non possono sempre intervenirvi, e sia specialmente per risparmiare alle Suore i disagi del viaggio con questo caldo estivo. Ma esse, dando veri segui di abnegazione e di sacrifizio, per promuover sempre' la maggior gloria di Dio ed il bene delle anime, continuano ogni domenica la loro istruzione, limitandosi a riposare il solo giovedì, perchè in detto giorno pochissime sarebbero le ragazze che verrebbero ad ascoltarle.

Ammirati di tanto zelo i genitori delle ragazze, che frequentano il Catechismo, desiderano manifestare la loro viva gratitudine alle surriferite Suore, ed io ho creduto bene di scrivere a Lei, R. Sig. D. Rua, a fine di dare nel tempo stesso pubblica lode alle ammirabili istituzioni di Don Bosco. »

II primo giornalista cattolico

Egli è S. Francesco di Sales il quale, mandato a convertire il Chiablese, e non riuscendo sullo prime a raccogliere i Calvinisti, prese a farsi strada nelle famiglie con dei foglietti di Controversie che pubblicava regolarmente e periodicamente.

Egli percorse in tal guisa i tempi, e fu giornalista quando nessuno pensava ad esserlo, e ancora maestro ai giornalisti, tracciando il programma del giornalismo cattolico, che è combattere strenuamente per la verità, ammaestrare, illuminare, e fare scuola di virtù.

I primi fogli delle Controversie uscirono precisamente nel 1594, cioè 300 anni fa, e così fra pochi mesi i pubblicisti cattolici possono celebrare il terzo centenario del primo giornale cattolico nel vero senso della parola e onorare in singolar modo il loro maestro e patrono.

Sarà argomento di festa anche per tutti i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, il cui man dato ò pure, come scrisse Don Bosco nel loro Regolamento

« Opporre la buona stampa alla stampa irreligiosa, mercè la diffusione di buoni libri, di pagelle, foglietti stampati di qualunque genere in quei luoghi, fra quelle famiglie, cui paia prudente di farlo. (Art. 3°, Par. iv. pag. 32). »

Avvertimenti a chi ha denari da lasciare ad opere pie

Fece il giro di quasi tutti i giornali cattolici della nostra Penisola nei mesi testè decorsi il seguente articoletto, che noi, per aderire alle istanze di buoni amici, qui pubblichiamo di poco ritoccato:

Molti domandano consigli, così l'articolo suaccennato, circa il modo migliore e più sicuro di disporre delle proprie facoltà in opere pie e di culto nei tempi che corrono.

Ecco : se uno ha fra i suoi eredi una persona onesta e di cuore, è meglio che lasci tatto a lei coll'incarico fiduciario di compiere brevi manu, od in una volta sola o periodicamente, le sue ultime volontà.

Se non ha tra tra i suoi eredi questa persona, allora è meglio che lasci la somma che vuol disporre in tante cartelle al portatore di fondi buoni e solidi, confidadole a persone integre che tengono Istituti di beneficenza indipendenti, cioè Opere pie non riconosciute.

Potrà accadre che qualche depositano fallisca alla fiducia ricevuta e si approprii il deposito,; ma sarà uno fra mille, e il danno perciò sarà molto più limitato e sempre parziale. Trattandosi di un privato, si può sempre sperare in una restituzione da parte di lui o de' suoi eredi, mentre collo Stato nessuna restituzione è più possibile e sperabile.

Di più, col sistema che proponiamo, si sfugge più facilmente alle tasse di successione, che oggi sono molto gravi.

Ci dev'essere insomma il modo anche per le anime pie, di prendersi la santa e generosa soddisfazione di disporre delle proprie sostanze ad onore di Dio ed a sollievo dei poveri e dei derelitti e per le opere cattoliche. Il che poi, dopo tutto, si risolve in bene materiale e morale della società e dello stesso Governo.

I LIBRI PER LE SCUOLE

La nostra Libreria Salesiana ogni anno, al riaprirsi delle scuole, tien pronto un completo assortimento di ottimi libri scolastici , pubblicati a norma delle vigenti leggi per le scuole del Regno. Le scuole elementari, tecniche, ginnasiali e liceali ne possono essere servite a dovizia. Altrettanto si dica per le scuole, tanto secondarie che superiori, dei piccoli e dei grandi seminari.

Tenemmo sempre conto, nelle nostre edizioni e nella scelta di edizioni altrui, delle sapientissime norme lasciateci in proposito dal sempre carissimo nostro Fondatore Don Bosco, e dei paterni suggerimenti pervenutici talvolta da rispettabili professori , direttori e presidi di private e pubbliche scuole, nonchè da rettori di seminari e da Eccellentissimi Vescovi.

Le nostre edizioni anzitutto sono convenientemente purgate, ad uso della costumata gioventù: convenienza questa universalmente riconosciuta indispensabile per tutte le scuole. Anzi alcuni editori, di spirito punto religioso e cristiano, in qualche edizione, massime se di certi classici latini , mostransi più severi di noi.

Inoltre le nostre edizioni sono relativamente le più a buon mercato, senza che perciò rifiutiamo di concedere sulle medesime gli sconti d'uso.

Per rispondere poi a qualche osservazione pervenutaci in proposito, crediamo bene di accennare qui i prezzi di alcune nostre edizioni.

Per esempio dei libri latini:

1. C. J. CAESARIS - Commentariorum de bello civili

liber I. et II    L. 0 25 2. C. J. CAESARIS - Commentariorum de bello gallico

liber I, et Il    0 20 3. lI. T. CICERONIS - Cato Maior, seu de senectute et

de sommo Scipionis    » 0 20 4. M. TULLII CICEI.ONIS - Epistolarum selectarum

liber I    » 0 20 5. 111. TULLII CICEILONIS - Epistolarum selectarum

libar II    » 0 20 6. 1I. T. CICERONIS - In Marcum Antonium philippica

III et oratio pro Ardua poeta. Adnctationibus auxit et

illustravit J. B. FIiANCESIA    » 0 15 7. M. T. CICERONIS - Laelius, sire de Aneicitia. Dialogus

ad Titani Pomponium Atticum    » 0 20 8. C. TACITI - Vita C. i. Agricolae in usum scholarum    »020 9. HORATII FLACCI - Satyrae et epistolae . » 0 20 10. P. OVIDII NASONIS - Ex operibus selecta ip usum

scholarum    » 0 20 11. PHAEDRI - Fabularum Aesopiarum libar I et II cam

notis    » 0 15 12. PHAEDRI - Fabularum Aesopiarum libar III, IV et

V    »015 13. C. PLINII C. S. - Ex Epistolis selecta . . » 0 20 11. C. C. SALLUSTII - De Coniuratione Catilinae historia    » 0 20

Il resto si può giudicare da quanto mese per mese pubblichiamo sulla copertina del nostro Bollettino e da diversi Catalogi della nostra Libreria che vengono spediti gratuitamente a semplice richiesta.

NECROLOGIA

La sera del 12 Settembre mancava ai vivi in Torino l' egregio sacerdote teologo Francesco Molinari. Era Canonico della Metropolitana, professore nel gran Seminario, e membro dell'Amministrazione dell' Ospedale di S. Giovanni, cariche elle egli copriva con virtù, diligenza e merito insigne. Aveva 77 anni, e la sua vita fu consecrata tutta pel bene della Chiesa e della Religione. Don Bosco l'ebbe ripetitore di Teologia negli ultimi anni di Seminario, e da quel punto una indissolubile amicizia strinse fra loro queste due grandi anime. Il Can. Molinari fu sempre il costante, generoso sostenitore delle opere Salesiane, a costo eziandio di non lievi ed amari sarifizii. - Noi raccomandiamo l' anima di questo insigne Cooperatore di D. Bosco a tutti i nostri amici, pregandogli dal Signore quella pace e quel premio che le sue buone opere gli hanno certamente meritato.

Cooperatori defunti nell'Agosto e Settembre 1898

1 Bacilieri D. Ferdinando parroco - Galeazzo (Bologna).

2 Barberi Mons. Giuseppe vescovo - Snulllace (Calaeuaro).

3 Bianchi Angelo - Casalvolono (Novara).

4 Bondioni Apollonio - Niardo (Bre acia).

5 Borgo B. Giuseppe arciprete - Montagnone (Padova).

6 Branchi Teresa - S. Pietro Incanano (Verona).

7 Carassale Pasquale - Fezzano (Genova).

8 Carmonini Claudia - Pieve del Tho (Ravenna)

9 Carrera D. Carlo arcip. Via. For. - Paruzzaro (Novara,).

10 Castiglione Giovanni - Riomaggiore (Genova).

11 Chiavelli Luigia veci. Corti - Pomerio (Como).

12 Comazzi Anna nata Grandi - Torino.

13 Corazza Canonico Pietro - Montana (Perugia).

14 Corsi Anna vedova Anzou - Firenze.

15 Deganutti D. Michele coadiutore - Pozzuolo (Udine).

16 De Stefanelli Don Guidobaldo - Trento.

17 Bucate Giovanni - Trento.

18 hasoli Cenerina - S. Pietro Incaliana (Verona).

19 Febbraro cav. D. Stefano parroco - Orbassano (l'orino).

20 Felloni D. Giovanni prevosto - Viedoli (Parma).

21 Fornarese Sangia Lucrezia - Santa Vittoria (Cuneo).

22 Gaifas Domenica-Rovereto (Trento). 33 Giretto Maria - Strambino (Torino).

24 Castaldi Canonico Giuseppe - Albenga (Genova).

25 Gottardi D. Antonio - Roverchiara di Sotto (Verona).

26 Guala Elisabetta - Chiavasse (Novara).

27 Gugetti virginia - Rimini (Forfl). 28 Inselvini Giuseppe, maestro di musica - Brescia.

29 Lagorezzi Mous. Andrea Aroivesc, - Scopia (Macedonia).

30 Mattei D. Barnaba parroco - Chiesanuova (Macerata).

31 Mattei D. Pacifico eanon. - Treia (Macerata).

32 Mattei D. Sante canonico - Treia (Macerata).

33 Michaud Giuseppina Clara - Torino. 34 Negri D. Giuseppe areipr. - Sidolo (Piacenza).

35 Nicoli D. Lodovico parroco - G ancia (Bergamo).

36 Ponzo D. Giuseppe parroco - Sant'Anna (Venezia).

37 Peranzo D. Gio. Battista - Savona (Genova).

38 Pessina D. Pietro parroco - Rauco (Como).

39 Pignatti D. Giovanni parroco - Pubizzano (Bologna).

40 Quaranta D. Domenico V. Curato -Cherasco (Cuneo).

41 Radicati Di Brozolo Matilde - Castello di Brozolo (Torino).

42 Raffellini D. Nicola - ltiomaggiore (Genova).

43 Repetto Francesca - Voltaggio (Alessandria).

44 Rizzi D. Giuseppe priore - Plesio (Como).

45 Roetto Margherita - Barbarano (Vicenza).

46 Rosemi D. Giovanni parroco - Cotignola (Ravenna).

47 Ruina D. Paolo - Lago (Ravennao 48 Savoia Margherita - Gargagnago (Verona).

49 Spadoni Giovanni di Pietro - Miazzina (Novara). °

50 Squinabol D. Giuseppe - Torino. 51 Testa Domenico notaio - Torre di Bairo (Torino).

52 Testa Giovanni - Bagnatici (Bergamo).

53 Thomas Eugenio - Roma.

54 Temicioli D. Gaspare -Castelnuovo (Verona).