Anno LVI. 1° MAGGIO 1932 (X) Numero 5.
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
SOMMARIO: Tutti a Maria Ausiliatrice. - Ricordando il Beato D. Bosco. - Convegni di Decurioni Salesiani. - Le scuole professionali "Don Bosco". - Funerali di trigesima per D. Rinaldi. - Vita delle nostre missioni: Visita del Rev.mo Sig. Don Tirone alla missione di Rio Negro (Brasile). - La missione assamese. - Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli in Giappone. - Pioneri di civiltà. - Un incontro previsto. - La crociata missionaria. - Grazie del Beato D. Bosco. - La potente intercessione di M. A. - Necrologio.
È la nostra madre! Fu l'ispiratrice, la guida, il sostegno del B. Don Bosco. Nel suo cuore materno tutti troveremo luce che ci istradi, energie che ci rinfranchino e conforti per le inevitabili lotte e per le prove, talora sanguinose, della vita.
Tutti a Maria Ausiliatrice con le aspirazioni più elevate dell'anima, che, bisognosa di aiuti, sa di trovare in Lei il cuore immensamente buono che arde dal desiderio di riversare nei figli il conforto dei celesti tesori di cui è ripieno. Prostrati ai piedi della sua immagine, nel suo tempio o nel sagrario domestico, pregatela, invocatela nelle ore tenebrose in cui lo spirito è sconvolto dalle tempeste morali; e sperimenterete le sue materne tenerezze, la mai smentita efficacia, bellezza e grandezza del suo amore.
Chi di voi non ha qualche spina infitta nel cuore, qualche pena che turba la pace dell'animo, qualche vuoto che renda inquieti, qualche sussulto che faccia trepidanti sull'avvenire, qualche angoscia forse di cui son cagione - incosciente o voluta - le persone più care? Chi in queste ore di disagio universale non vede forse svanire disegni, fortune e imprese, ostacolare aspirazioni che dovevano essere fonte di benessere per la propria famiglia?
Quando si scatena l'uragano, si va in cerca di un rifugio; quando si affievoliscono le forze, bisogna ricorrere a un ricostituente delle nostre energie. Nelle tempeste morali, negli abbattimenti d'ogni natura a chi chiederemo aiuto, conforto, pace? Maria Ausiliatrice, la soave Madonna di Don Bosco e madre nostra tenerissima: ecco Colei che tutto può in nostro favore, che può ottenerci tutto ciò che per il bene temporale e spirituale noi possiamo bramare.
Cooperatori e Cooperatrici, Amici tutti delle Opere Salesiane, correte fiduciosi, perseveranti al cuore della Protettrice nostra, pregatela con fervore di divozione: avrete da Lei il conforto sperato. Invocatela in questo bel mese e con slancio di figli devoti anche voi aiutatela!
Aiutare Maria Ausiliatrice?
Sì! Non è un controsenso la nostra esortazione: è Essa stessa che la mette nel cuore di tutti quelli che vogliono mostrarsi riconoscenti, affezionati a Lei. Essa vuol essere soccorsa attraverso le Opere immensamente care al suo cuore; alla stessa guisa che Gesù ci vuole associati nell'apostolato di redenzione delle anime, così anche Maria, la Corredentrice del genere umano, invoca la cooperazione nostra alla redenzione e rigenerazione delle anime irrorate dal Sangue del suo divin Figliuolo. Chi potrebbe o oserebbe negarle la cooperazione, il soccorso nella misura delle sue forze?
L'aiuto della preghiera, dell'apostolato colle opere di misericordia, dell'elemosina; tutto ciò che è mezzo e via per ricondurre a Gesù le menti, i cuori, le anime, tutto torna gradito a Maria.
Il suo apostolo prediletto.
Volete ottenere con sicurezza grazie, favori per mezzo di Maria Ausiliatrice? Aiutate le opere che Essa ispirò al suo apostolo prediletto, il B. Don Bosco, e dalle quali venne diffusa e propagata fino agli estremi della terra la divozione e l'amore verso di Lei.
Essa vuole che tutti siano associati alle iniziative dei figli del grande apostolo, perchè le opere da Lei protette si estendano sempre più, e si rendano sempre più efficaci per la dilatazione della sua gloria: e dal cielo ne segue lo sviluppo, e benedice i sostenitori di esse. Questo è senza dubbio uno dei mezzi per rendersela propizia.
Mentre la voce del B. Don Bosco risuona più che mai potente dal cielo per rinnovare e accrescere lo zelo dei suoi figli alla salvezza di tanta povera gioventù, Maria Ausiliatrice suscita nei cuori dei Cooperatori, delle Cooperatrici e di tante anime buone sentimenti di pietà e di commozione per i derelitti orfanelli e stimola alla cooperazione più generosa. Sull'esempio del Padre e con la stessa sua fiducia in cuore, i Salesiani moltiplicano gli istituti per accogliere i bisognosi, accorrono animosi alle più remote regioni del , mondo per diffondervi la fede e la civiltà: e Maria Ausiliatrice suscita chi provvede il necessario d'ogni giorno, e il pane e il vestito a tanti poveri orfanelli.
Quale sorte, Cooperatori e Cooperatrici, quale gioia e corona riserba a voi, Maria Ausiliatrice per esservi fatti i sostenitori del Beato Don Bosco, e per conseguenza cooperatori all'opera di Dio e della Madonna! Coraggio, anime generose. Siate oggi e sempre i fiduciari eletti di Dio nell'effusione delle sue misericordie nel mondo.
In quest'ora grave i figli di Don Bosco sentono urgente, stragrande il bisogno, In questo mese mentre ai piedi di Maria Ausiliatrice chiederete grazie e favori, ricordate le opere del Beato Don Bosco, e specialmente la delicata situazione di tanti poveri orfanelli e delle missioni.
Diffondete, più ampiamente che potete, l'Opera pia del S. Cuore di Gesù per le Sei Messe quotidiane a suffragio dei defunti, a benefizio dei vivi: moltiplicate colla propaganda più entusiastica il numero dei divoti di Maria Ausiliatrice e dei Cooperatori di Don Bosco. Siate i Padri e le Madri dei nostri orfanelli, strenui e generosi sostenitori delle opere del Beato Don Bosco.
I Salesiani dal canto, loro, unitamente ai loro giovani, prostrati davanti alla taumaturga immagine di Maria Ausiliatrice nella Basilica di Valdocco, pregheranno perchè scendano copiose su voi, sulle vostre famiglie e sui vostri interessi, elettissime grazie.
Grande amico delle opere salesiane e legato da vincoli di speciale amicizia coll'indimenticabile D. Francesia e con altri Superiori della nostra Pia Società, a 94 anni spirò serenamente e cristianamente in Roma. Luminosa figura di statista, di patriota, benemerito Presidente della « Dante Alighieri » e primo Segretario dell'Ordine Mauriziano, egli anche nei sessanta e più anni di vita politica che svolse come Deputato e Ministro, si ispirò sempre ai più santi ideali religiosi e civili.
Serbò costante affetto agli Scolopi che l'avevano educato religiosamente e non smentì mai l'educazione cristiana ricevuta: fu sua caratteristica la franca professione di fede religiosa e non poche furono le testimonianze che egli diede a favore della Chiesa, di istituti religiosi, di iniziative di cristiane manifestazioni e di carità. Paolo Boselli, uomo di ingegno pronto e vivace ebbe cuore nobilissimo, sensibile alle sventure, vibrante di entusiasmo per ogni opera buona, a cui non ricusò mai di concorrere ponendo a disposizione del bene la sua parola, l'alta sua posizione e la personale influenza. Lavorò instancabile, assiduamente, fino all'estremo della sua lunga vita.
Questi magnifici esempi e la grande benevolenza per le opere di Don Bosco, ci fanno più cara la memoria di Paolo Boselli, e più fervido rendono il tributo dei nostri suffragi per l'anima sua, e della nostra partecipazione al dolore e al pianto della sua famiglia.
Una lapide.
Ci scrive l'egregio Maestro Pietro Rogna da Mirabello Monferrato:
«Nella mia gioventù ebbi la fortuna di essere allievo del grande Don Bosco nel quinquennio 1860-65. Nell'ottobre del 1862 la mia casa paterna venne onorata di una visita del Padre della gioventù, durante le passeggiate autunnali che ogni anno faceva attraverso le ubertose colline del Monferrato coi suoi prediletti birichini.
Ora che tanto Padre venne elevato alla gloria degli altari, ho creduto mio dovere e onore di eternare nel marmo il ricordo di tale visita; e il 30 ottobre feci murare nella casa avita una lapide marmorea colla seguente iscrizione:
PERCHÈ SIA IN PERPETUO RICORDATA LA VISITA CHE IN QUESTA MODESTA CASA IL BEATO DON G. Bosco FECE L'OTTOBRE DEL 1862 QUESTA LAPIDE POSE IL SUO ALLIEVO RICONOSCENTE MAESTRO PIETRO ROGNA.
-- 30 ottobre 1931 -
Ottimamente, sig. Maestro: una sincera lode alla squisita riconoscenza dell'animo suo!
Associazione Italiana dedicata a Don Bosco in Marsiglia.
Siamo lieti di pubblicare quanto ci scrive un ottimo nostro Cooperatore:
«Da circa un anno una nuova Parrocchia è sorta in Marsiglia, la Parrocchia di Santa Sofia Barat. Essa è abitata in buona parte da Italiani, che in passato, mancando una chiesa vicina, avevano abbandonato o quasi i doveri religiosi. Appena aperta al pubblico la cappella, che ha preceduto la costruzione della chiesa, mi presentai dal Parroco, domandandogli di poter radunare gl'Italiani e predicare per loro una piccola Missione. Avuto facilmente il suo consenso e pubblicata la Missione con inviti alle famiglie, la cappella fu troppo piccola per contenere tutti i fedeli, che in gran numero coronarono poi i santi esercizi coll'accostarsi ai Sacramenti della Confessione e della Comunione. E perche i frutti non si seccassero appena nati, abbiamo fondato un'associazione, e messa sotto la protezione del Beato Don Bosco, amico e avvocato degli emigrati, denominandola
Associazione Italiana Beato Don Bosco. Essa conta già un numeroso gruppo di associati e si spera che presto tutti gl'Italiani della Parrocchia ne facciano parte e così riuniti ed incoraggiati compiano i doveri imposti dallo statuto, che sono infine i doveri cristiani. Mi piace aggiungere che la nostra Associazione è stata la prima a sorgere in questa nuova Parrocchia; così il B. Don Bosco ha avuto l'onore di gettare e di irrigare il primo seme che darà, ce l'auguriamo, ubertosi frutti.
ROBERTO BIANCHI
Missionario Lazzarista, cooper. sales.
Il sogno di una mamma.
Un'ottima signora ci scriveva: « Se crede che questa narrazione possa giovare a qualche mamma, sono ben felice che il Beato non abbia consolato e rallegrato me sola... ».
Con tutta la fiducia e l'affetto di cui ero capace ricorsi, nel maggio scorso, nell'occasione della prossima prima Comunione del mio bambino, al nostro Beato perchè preparasse quel cuoricino al grande avvenimento, consegnandolo a Maria Ausiliatrice perchè a sua volta l'offrisse al Cuore del suo Divin Figliolo... Avevo terminato la novena ed ero, come può immaginare, molto commossa.
Nella notte sognai che il mio piccino stava inginocchiato ad un confessionale: mi arrivava all'orecchio il suono della sua voce spigliata più di quanto non lo comportasse il luogo e il momento, almeno così giudicai. Ad un tratto vedo venir fuori il sacerdote; statura media, occhi scintillanti e un'aria fra seria e scherzosa (Don Bosco! Ma lo riconobbi solo al risveglio!); muove direttamente verso di me e mi domanda con accento grave ma con sguardo pieno di franca bonomia:
« Mi dica un po': ma che specie di nutrimento ha dato fino ad ora al suo bambino? ».
Io resto confusa, interdetta: credevo di parlare ad un padre spirituale e non ad un medico...
«Me lo immagino - soggiunse subito, come per levarmi dall'imbarazzo - patate..., fagioli... » (strascicava le parole, e com'era teneramente, affettuosamente canzonatore il suo sguardo!) Indovinava! Da qualche tempo facevo grande uso di questi cibi ordinari che gli erano più graditi delle pietanze troppo delicate e sostanziose usate nel passato e che avevano finito per togliergli l'appetito. La preoccupazione materna, dimentica di tutte le altre circostanze, mi agita e una domanda inquieta trema sulle mie labbra: « L'ha forse trovato gracile, un po' debolino? »
« Ecco, sì... un po' debolino, un po' debolino». Il tono è da dottore ma gli occhi ridono, ammiccano e sono pieni di tenerezza! Non dà consigli, non dà speranze e... sparisce lasciandomi un senso di giubilo e di serena letizia come se mi avesse rivolto, invece di dolci rimproveri, mille liete promesse... tanto era consolante e soave quello sguardo canzonatore!
Mi svegliai sotto questa impressione e dopo un attinto di smarrimento e un'invocazione mentale allo Spirito di Maria che mi aprisse la mente, compresi il senso palese sebbene nascosto, e continuando nel suo tono faceto e affettuoso mi parve sentirlo concludere:
« Queste mamme! Non sanno dare che... patate e fagioli e li vorrebbero robusti i loro figli! Ci vuol altro! Date loro il Pane del Cielo e allora... ».
Ho seguito il suo tacito consiglio, confermato da un confessore reale, e da allora, ogni giorno il mio bambino si accosta alla Mensa Eucaristica; il buon Gesù lo nutre! E ce n'era e ce n'è tanto bisogno!... Siamo davvero, tutti quanti, così debolucci, così debolucci!...
Una benedizione profetica.
La mesta ricorrenza dell'Anniversario della morte del nostro benemerito Cooperatore Monsignor Giuseppe Fravega, spentosi serenamente in Chieri il 18 maggio dell'anno passato, ci richiama alla memoria, assieme alle benemerenze di lui verso l'Opera Salesiana, l'efficacia della benedizione che ricevette, qualid'era fanciullo, dal nostro Beato.
Nato il 1861 a Quinto al Mare di Genova, fin dalla sua prima fanciullezza, il Fravega trovò in quella città guida e sostegno paterno in Mons. Melchiorre Fantini, che era amicissimo con Don Bosco, e lo coadiuvava corde et opere, in tutti i prodi e metteva a disposizione di lui la propria casa, anche per lunghe permanenze.
Durante coteste fermate e permanenze, Mons. Fantini presentò al suo venerando Ospite il piccolo protetto, ch'egli desiderava crescere per il sacerdozio. Il fanciullo ebbe subito un impressione indelebile del fascino di Don Bosco ed era felice ogni qual volta lo poteva avvicinare.
Ma in sui 15 anni lo colse così grave malattia che il suo benefattore si vide quasi preclusa la speranza che nutriva di avviarlo al sacerdozio, Palesò la sua pena a D. Bosco, il quale volle benedire il fanciullo e poi, rivolto a Monsignore gli disse, quasi continuando un discorso interrotto: « Stia tranquillo, caro Monsignore, il suo protetto sarà prete e farà del gran bene ». Udì le parole profetiche il fanciullo e più non si cancellarono dalla sua memoria.
Nel 1881 accompagnava a Chieri il suo insigne Benefattore, dove ritornava a terminare la sua giornata così piena di bene, assistendolo amorosamente fino alla fine. Ordinato sacerdote il 1883 e poi Canonico effettivo della Collegiata, Mons. Fravega per 48 anni fu instancabile in tutte le opere di bene spirituale e materiale nella sua città di adozione. Rivide ancora varie volte Don Bosco; e prestò tutte le migliori sue energie sacerdotali prima all'Oratorio femminile S. Teresa delle Figlie di Maria Ausiliatrice e poi più tardi, a quello di S. Luigi per i giovani, come pure ai liceisti e ai Figli di Maria, molti dei quali sono ora missionari o in cura d'anime nella Diocesi.
Sabato, 23 aprile, è cominciato nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino il mese consacrato alla Vergine Protettrice delle Opere Salesiane. La coincidenza col triduo solenne in preparazione alla festa del Beato Don Bosco è stata quanto mai animatrice di fervore per tutti i frequentatori del Santuario e devoti della Madonna. La triplice predicazione ha luogo, come negli anni scorsi, col seguente orario:
ORE 6,30: Prof. Sac. Ernesto Ramezzana, Salesiano. -- ORE 17: Can. Teol. Vincenzo Gili. ORE 20: Sac. Matteo Bosio, Rettore di S. Salvà (Santena).
I Cooperatori approfittino del ribasso che le ferrovie concedono dall'11 maggio al 17 giugno dei 50%, e, venendo a Torino, non manchino di far visita al nostro Santuario.
Convegni di Decurioni Salesiani
(Vedi numero precedente).
Al convegno di Messina, nell'Istituto San Luigi, intervenne il nuovo Vescovo di Patti, Mons. Mantiero, già benemerito Decurione di Schio. L'Arcivescovo Mons. Paino, assente dalla città, si fece rappresentare da Mons. Barbaro.
Dopo la relazione del convegno precedente, fatta da don Salvatore Graci, ebbe la parola il Direttore dell'Istituto, Don Di Francesco, che commemorò Don Rinaldi dimostrando come del B. Don Bosco il terzo degno successore sviluppò fedelmente e felicemente il programma ed ebbe il cuore. Il Prof. Don Ercolini, che conobbe il B. Don Bosco, ne rievocò la santa figura attraverso ricordi personali. Il Can. Prof. Don Liborio Pittari, nuovo Direttore Diocesano di Patti, ricordò la profonda divozione del Beato per l'Eucaristia di cui fu uno dei più grandi apostoli nei tempi moderni. Il Comm. Avv. Giuseppe Fortino, Presidente della Giunta Diocesana, richiamò l'attenzione dei presenti sul grave problema della delinquenza minorile, invocandone la soluzione dai metodi e dallo spirito di Don Bosco. L'Avv. Giovanni Bruno portò ai Decurioni il saluto degli ex-allievi. S. E. Mons. Mantiero, dopo aver protestato il suo fervido attaccamento a Don Bosco e raccomandato di aiutarne le opere, ricordò del Beato due grandi supremi amori: all'Eucaristia e al Sommo Pontefice.
Il convegno di Catania si tenne nell'Istituto S. Francesco, sede ispettoriale. Precedette, elaborata ed applaudita, la relazione dell'ultimo convegno letta dal Rev. Don Bonaventura Zarbà D'Assoro. S. E. Mons. Colli, Vescovo di Acireale, fece rivivere la figura di Don Rinaldi, l'uomo dell'attività e della vita interiore. Don Fasulo ne ricordò la grande benevolenza dimostrata per la Sicilia fino alla morte. Mons. Scaglia, Vicario Generale e novello Direttore Diocesano, portò il saluto dell'Arcivescovo Mons. Patanè e, in una felice improvvisazione, calda di sentimento e densa di concetti, alla luce dei contrasti, colorì un vigoroso profilo di Don Bosco.
Il Can. Salvatore Puglisi lo mostrò il santo e l'apostolo dell'Eucaristia. L'Ispettore Don Orto ricordò le strenne eucaristiche lasciate da Don Rinaldi per l'anno 1932. Il Prevosto di Adrano, il Maestro compositore Don Branchina, parlò di Don Bosco cultore di musica cui diede tanta parte nella propaganda religiosa e nel sistema educativo. Espressero nel convegno, per gli ex-allievi, sentimenti di fervida devozione a don Bosco e di piena solidarietà nella cooperazione salesiana il Presidente Cav. Stella e il Comm. Capparelli di Randazzo
Degna corona alla riuscitissima serie dei convegni siciliani fu quello di Modica, tenutosi nella sala-teatro dell'Asilo Regina Margherita, con l'intervento di S. E. Mons. Giuseppe Vizzini, Vescovo di Noto.
L'Arcivescovo di Siracusa si fece rappresentare dal Direttore Diocesano dei Cooperatori, il Can. Cannarella, per mezzo del quale inviò una cordialissima adesione.
Il Prof. Don Natale Polizzi, Direttore dell'Oratorio B. Don Bosco, riferì sul convegno precedente e sullo sviluppo dell'opera salesiana in Modica che entra nel suo 25° anno di vita.
Don Rinaldi fu commemorato da Don Fasulo che lo mostrò degno successore di Don Bosco nello sviluppo dell'opera, nel fulgore delle virtù caratteristiche: la paternità e la laboriosità, e ne ricordò l'affetto di predilezione per la Sicilia.
Fecero brillanti ed edificanti rilievi su Don Bosco il Reverendo Prof. Don Giovanni Marziano Canonico, nuovo Direttore Diocesano di Noto, che lo presentò come anima squisitamente eucaristica; il Can. Cannarella, che lo presentò come apostolo della carità, e la Sig.na Lina Frasca, Professoressa di Storia dell'Arte nel Liceo di Modica, che lo presentò come maestro e apostolo dell'educazione cristiana.
Si rese felice interprete dell'anima della Sicilia e del fervore salesiano che animò tutti i convegni, S. E. Mons. Vizzini il quale, in un magnifico discorso di chiusura, rilevando una frase affettuosa rivolta a don Fasulo dal compianto Don Rinaldi, alla vigilia della morte, disse: «Se Don Rinaldi affermò: La Sicilia l'ho nel cuore, io sento di poter affermare che Don Rinaldi e l'idea e l'opera di cui il suo venerato nome è simbolo, sono e resteranno nel cuore della Sicilia ».
* *
Il primo Convegno per la Campania si tenne il 23 febbraio nell'Istituto Salesiano di Napoli, al Vomero.
La sala era gremita. Prestarono servizio d'onore vigili urbani in alta uniforme. Sul palco avevano preso posto S. E. Mons. Moriondo, Vescovo di Caserta, il Barone De Meis, per il Podestà; l'On. Avv. Giulio Rodinò; l'Ispettore Salesiano, Prof. D. Giovanni Simonetti; il Prof. D. Antonio Fasulo, regolatore del Convegno; i Direttori Diocesani. Nella sala erano larghe rappresentanze di decuzioni, zelatori, zelatrici, dame patronesse, cooperatori, cooperatrici, exallievi, ex-allieve, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice; coll'Archidiocesi di Napoli, erano rappresentate le Diocesi di Acerno, Alife, Amalfi, Ariano, Avellino, Aversa, Benevento, Boiano, Bovino, Caiazzo, Calvi, Campagna, Capaccio, Vallo, Caserta, Cassino, Castellammare, Cave dei Tirreni, Cerreto Sannita, Isernia, Ischia, Marsico Nuovo, Nola, Policastro, Salerno, S. Agata dei Goti, Sarno, Sorrento, Teano.
Dopo la preghiera di rito, l'Ispettore D. Simonetti, comunica che l'Em.mo Card. Ascalesi, dolente di non potersi trovare presente, perchè indisposto, mandava la sua calda adesione con una speciale, effusa benedizione.
Don Fasulo comunica il saluto del Vicario Generale della Società Salesiana, Rev.mo Don Pietro Ricaldone, fissa gli scopi e i caratteri del convegno e dà la parola al Direttore Diocesano Mons. Edoardo Fabozzi, il quale in una brillante relazione del Convegno precedente rileva i progressi dell'Opera salesiana nel Mezzogiorno e comunica che l'impegno allora assunto dai Decurioni di fondare la « Borsa Missionaria S. Gennaro » è stato assolto.
Segue la commemorazione del compianto Don Filippo Rinaldi letta da Mons. Moriondo. L'ecc.mo oratore, dopo avere ricordato il curriculum vitae dell'illustre scomparso, ne rievocò magistralmente la bella figura illustrandone le virtù caratteristiche e l'opera vasta.
E si passa al tema centrale dell'ordine del giorno: ammaestramenti ed esempi del Beato D. Bosco.
L'argomento è ben trattato da vari oratori. Il Prof. Dott. Nello Palmieri, della R. Università di Napoli, mostra nella devozione all'Eucaristia la chiave di volta del maraviglioso edificio innalzato da D. Bosco; il Can. Raffaele Puorto di Caiazzo, per incarico e in nome del Vescovo S. E. Mons. De Gerolamo, impedito di trovarsi personalmente, legge una calda relazione su D. Bosco apostolo della carità; la Sig.na Emma Mongiardino, Presidente della Dame Patronesse di Napoli, rievoca con squisita nobiltà di sentimenti e di concetti la cara figura di Mamma Margherita, modello delle Cooperatrici Salesiane; l'Avv. Pietro Cianci Venturi, in un esame accurato ed acuto, illustra il sistema educativo di D. Bosco additando nella pratica di esso la migliore soluzione a gravi problemi che assillano educatori e legislatori, particolarmente a quello della delinquenza minorile; Mons. Reppucci di Avellino ricorda l'attaccamento di D. Bosco alla Sede Apostolica e la profonda, filiale devozione al Sommo Pontefice.
Il regolatore riassumendo ringrazia, si fa interprete della soddisfazione comune ed il Convegno si chiude con la benedizione impartita da S. E. Mons. Moriondo tra il fervore di entusiasmo dei partecipanti.
Per le Puglie si svolse un convegno a Bari, il 25 febbraio, nell'Istituto Salesiano Redentore.
Anch'esso ebbe carattere particolarmente solenne per l'intervento e la partecipazione di cinque Ecc.mi Vescovi: S. E. Mons. Curi, Arcivescovo di Bari; S. E. Mons. Gioia, Vescovo di Molfetta; S. E. Mons. Melomo, Vescovo di Monopoli; S. E. Mons. Taccone, Vescovo di Ruvo e Bitonto e S. E. Mons. Bernardi, Vescovo di Andria.
Il Direttore dell'Istituto, Prof. D. Tommaso Stile, rileva lo zelo dei presenti, intervenuti anche a costo di non lievi disagi, esalta la generosità dei Cooperatori di Bari e delle Puglie dimostrata quotidianamente nell'erezione del tempio del Redentore, che si va innalzando, accanto all'Istituto, nella sua mole imponente e nelle sue armoniche linee, e ne trae fiducia che sarà presto completo e potrà essere consacrato.
Mons. Vito Vendemmia, Direttore Diocesano dei Cooperatori, riferendo sul Convegno precedente, rileva che i Decurioni ed il clero hanno risposto con slancio all'impegno, allora assunto, della costruzione dell'abside del tempio.
S. E. Mons. Melomo, in una sentita commemorazione, illustra la figura e l'opera di D. Rinaldi: lo ricorda discepolo di D. Bosco, collaboratore di D. Rua e di D. Albera, Superiore Generale e lo mostra continuatore fedele del Beato nello spirito, nel cuore, nell'attività.
L'Arciprete di Casamassima, D. Gaetano Grandolfo, legge una relazione, ricca di concetti e di rilievi sull'azione salesiana secondo i metodi e le direttive di D. Bosco, aprendo il campo ad una pratica discussione cui partecipano vari dei presenti.
Il Gr. Uff. D. Michelangelo Rubino, Ispettore dei Cappellani della Milizia, inneggia alla auspicata, raggiunta armonia tra la Chiesa e lo Stato, esalta e raccomanda l'apostolato giovanile ispirato ai santi ideali di Religione e di Patria.
Prese infine la parola S. E. Mons. Curi che, riferendosi ad una deliberazione presa, raccomandò ai Decurioni non solo di promuovere il culto esterno del Beato D. Bosco, ma di ritrarne e diffonderne lo spirito.
Coll'autorevole parola dell'Arcivescovo di Bari, fu sacro suggello al riuscitissimo Convegno la benedizione impartita da lui e dagli altri Ecc.mi Vescovi.
(Rilievi).
Quando nel 1853 il Beato Don Bosco dava il primo inizio alle sue Scuole Professionali Salesiane, poneva mano a un'Opera che avrebbe ben presto opportunamente corrisposto alle urgenti condizioni ed esigenze preparate dai nuovi tempi alla classe operaia.
Le grandi industrie avrebbero asservito a sè le masse dei lavoratori. L'evoluzione sociale avrebbe in questi svegliato la coscienza di nuovi diritti; le urne amministrative e le politiche si sarebbero aperte anche a queste numerose falangi, ed il partito sindacale ed il corporativo sarebbero andati di conquista in conquista. Occorreva prevenire. Come preparare convenientemente la gioventù operaia a questo progressivo ascendere nella scala politica e sociale? Ecco un primo merito del Beato D. Bosco nell'istituire le sue Scuole Professionali.
Ma al suo occhio esperto non potevano bastare le semplici Scuole Professionali; egli le volle fiancheggiate e completate da appositi Istituti educativi in opportuni convitti.
Il giovane operaio, attratto ai grandi centri, lungi dalla famiglia, avrebbe incontrato gravi deficienze, ostacoli e pericoli alla sua formazione educativa, religiosa e morale. E perciò, come i Governi ed i Comuni nei maggiori centri aprivano Collegi-convitti per la gioventù studiosa, D. Bosco faceva altrettanto per la gioventù operaia. Egli completò, per così dire, le sue Scuole Professionali con appositi Convitti, dove il giovane avrebbe trovato tutta quella indispensabile assistenza che la sua inesperta età richiedeva.
Anzi fece di più, perchè con pensiero veramente geniale, negli stessi Convitti, nei più importanti suoi Istituti educativi, accoppiò studenti e artigiani, ginnasio-liceo e corsi professionali, educando assieme come in una sola famiglia le due grandi classi sociali dei futuri professionisti e operai, degli intellettuali e dei lavoratori. In questo modo gettò fin dagli inizi in queste due massime branche dell'attività sociale, pur distinte per diversità di posizioni e d'interessi, quel primo germe di fratellanza e di collaborazione che, maturando con gli anni, avrebbe dato al mondo maggior benessere e concordia, concordia e benessere fondati nell'amore reciproco fra i diversi ordini sociali.
Le Scuole Professionali Salesiane quale programma seguono? Disseminate ormai in quasi tutte le parti del mondo, affermatesi con onore in molte capitali e in altre grandi città, quasi ovunque parificate alle Scuole Governative locali, valendosi della vasta esperienza di tempo e di luoghi, poterono maturare un programma improntato a molta praticità, e tale da dare ottimi risultati. Prova ne sono i felici successi conseguiti negli esami pubblici e privati, e le splendide esposizioni di lavori che coronano l'anno scolastico-professionale.
In massima questo programma abbraccia un tirocinio o apprendistato di cinque anni, (di quattro in Belgio, Germania, Austria e Polonia). Nel programma di insegnamento professionale sono opportunamente accoppiate la cultura generale e la speciale con la pratica di officina o laboratorio.
La cultura abbraccia le materie comuni a questi corsi con spiccata tendenza però ad approfondire quanto di meglio si adatta alla professione scelta (in Italia abbraccia anche i programmi dei Corsi triennali di avviamento professionale e prepara gli alunni ai rispettivi esami governativi di detti corsi e sempre con lusinghieri risultati).
La pratica si svolge completamente in laboratorio con lavori eseguiti tanto a mano che con i più moderni mezzi meccanici, sorvegliati e coadiuvati da appositi insegnanti. Quivi il giovane ha l'impressione di trovarsi in uno stabilimento e di essere obbligato a provvedere alla qualità e quantità, in modo tale che al termine del tirocinio possa fare il passo dalla scuola all'officina senza tuttavia provare alcuna impressione di cambiamento, nè di ambiente, nè di metodo.
Detto addestramento professionale poi è impartito in modo da rendere l'artigiano padrone di sè, nel proprio ramo, sì da permettergli di spiegare tutta la sua attività nel campo professionale prescelto. Egli si sentirà indipendente dalle grandi industrie dove il lavoro viene in gran parte eseguito in serie e con sistemi meccanici moderni che non consentono all'artiere di esplicare tutte le sue doti tecniche, mentre queste possono essere attuate e compensate nelle piccole officine e botteghe artigiane.
A tutto questo che abbiamo fin qui detto per la formazione artistica del giovane operaio, va aggiunto l'ampio contributo che vi apporta l'Istituto o Convitto educativo, per la cultura e formazione religiosa e morale. L'allievo cresce in un ambiente dove le svariate lezioni e pratiche religiose, i validi sussidi dei Sacramenti, le splendide sacre funzioni a cui egli stesso prende parte attiva con musica vocale e istrumentale, le grandiose e spettacolose feste religiose con sfoggio di arte per renderle attraenti e suggestive, tutto concorre a fare di lui un operaio cristiano quale nobilmente lo ideava il Beato D. Bosco.
Dovendo poi ancora necessariamente unirsi all'utile il dilettevole, conforme ai principii educativi del Beato, oltre agli altri molteplici mezzi ricreativi, vi sono le ore dedicate alla scuola di musica vocale e istrumentale, ginnastica, filodrammatica, ecc.
Nè ultimo merito di queste Scuole Professionali è quello di collaborare al decentramento dell'urbanesimo in questi ultimi tempi così preoccupante! L'alunno che ha terminato il tirocinio è capace, come dicemmo, di fare da sè, d'iniziare e condurre a termine l'opera incominciata, senza bisogno di ricorrere all'aiuto di altri, cosa umiliante questa per chi è stato tecnicamente addestrato al lavoro. Potrà così ritornare al suo paese di origine, abitare in seno alla propria famiglia, dedicarsi al lavoro nelle botteghe e nelle officine dei piccoli centri e senza rimanere perpetuamente semplice operaio, potrà avviarsi a diventare a sua volta anch'egli capo-officina e capo-fabbrica, capo-bottega, migliorando la propria condizione. Avrà la soddisfazione di poter mettere largamente a profitto tutte le sue doti tecniche e pratiche, perfezionate negli anni di collegio sotto la guida di capi e maestri specializzati nell'insegnamento professionale e sempre pronti a far servire le proprie abilità ed esperienze al perfezionamento degli allievi.
Di più, i principii sociali di una salda formazione religiosa e morale non mancheranno a dar presto buoni frutti. L'allievo di un tempo, fatto adulto, in mezzo alla società moderna sarà di esempio ai compagni di lavoro, ai familiari, a tutti quelli che lo avvicinano. Dai suoi atti, dalle sue parole si rivelerà l'ottima fonte della sua educazione. La sua formazione eminentemente cristiana e morale non tarderà ad apparire nei suoi rapporti sociali. E così non soltanto mediante la sua abilità tecnica, ma anche con questa sua superiorità spirituale potrà esercitare una benefica influenza nel suo ambiente. Egli si cattiverà col suo esempio molte simpatie, attirerà altri sul suo sentiero e compirà una vera missione di bontà. Di questo ne avvantaggerà il buon nome delle Scuole di Don Bosco che contribuirono alla sua formazione, mentre la Patria acquisterà un degno figlio di cui potrà andar gloriosa.
NOVARA. -- Autorità, clero, popolo intervennero ai funerali solennemente celebrati nel Santuario di Maria Ausiliatrice, con l'assistenza pontificale di S. E. Mons. Castelli, vescovo diocesano. Disse un commovente elogio il nostro D. Caviglia.
SAN SEVERO. Fu forse una delle prime a tributare suffragi all'anima di D. Rinaldi, celebrando un solenne funerale nella Chiesa del Carmine con intervento delle Autorità e con l'assistenza pontificale di Monsignor Vescovo diocesano.
ALASSIO. - Solennissimi riuscirono i funerali nella Parrocchia Collegiata di S. Ambrogio. Autorità, sodalizi, scuole, Associazioni intervennero coi Cooperatori e colle Patronesse. Ha pontificato S. E. R.ma Mons. Angelo Cambiaso, Vescovo diocesano, assistito dal Capitolo della Cattedrale di Albenga, dal Capitolo della Collegiata di Alassio, dai PP. Cappuccini e dal Clero della città. Fece un'elevata commemorazione dell'estinto il Sac. Dott. Marco Brunello.
LIEGI. - Nella Chiesa Salesiana il funerale in suffragio di Don Rinaldi riuscì devotamente imponente, con intervento del Vescovo Diocesano che diede l'assoluzione al tumulo. Grandissimo pure fu il concorso dei Cooperatori, degli ex allievi, delle varie Comunità e Istituti religiosi.
GAETA. - I funerali celebrati nel grandioso tempio di S. Francesco, affidato ai Salesiani, riuscirono imponenti per l'intervento di autorità militari e civili, istituti religiosi e scuole cittadine, e popolo. Pontificò S. E. Monsignor Arcivescovo, e pronunziò l'elogio funebre il Can. De Vio, Direttore dei Cooperatori Salesiani.
RANDAZZO. - Ricordato com'era, per la visita fatta colà pochi anni or sono, Don Rinaldi ebbe solenni suffragi nella monumentale Chiesa di S. Maria, con intervento di tutte le autorità, istituti, associazioni e di molto popolo. Di lui parlò eloquentemente Mons. Evasio Colli prima della benedizione del tumulo (a cui facevan guardia d'onore carabinieri e militi in grande uniforme), ridestando nell'uditorio palpiti di affettuoso rimpianto pel caro scomparso.
FERRARA. - I funerali si svolsero nel monumentale tempio di S. Benedetto, presenti le Autorità politiche, civili e militari, Cooperatori ed ex allievi, associazioni. Dopo il discorso del nostro Don Lingueglia S. E. Mons. Bovelli, arcivescovo diocesano, diede l'assoluzione al tumulo.
BIELLA. - Nella parrocchia di S. Cassiano si celebrarono solenni funerali, con la partecipazione delle Autorità cittadine. Cooperatori, ex allievi e amici delle Opere Salesiane. Intervenne S. E. Mons. Giov. Garigliano, Vescovo diocesano, che impartì l'assoluzione al tumulo, dopo il magnifico discorso del Can. Basilio Buscaglia.
AVIGLIANA. - Ai funerali celebrati nella Parrocchia dei SS. Giovanni e Pietro, assistevano le scuole pubbliche e private al completo, numeroso clero, le associazioni diverse locali, le Autorità e tutto il popolo. Rievocò magistralmente l'estinto il prof. D. Alberto Caviglia.
CORDOBA (Argentina). - Nella cripta del costruendo Santuario di Maria Ausiliatrice in Cordoba ebbero luogo solenni funerali in suffragio di D. Rinaldi. La numerosa Colonia Italiana ha di mostrato il suo attaccamento all'Opera Salesiana partecipando unanime alla pia funzione col R. Console e Autorità locali, col clero, Comunità religiose. e Associazioni. Assistette pontificalmente alla Messa
S. E. Mons. Firmin Lafitte: e disse una magnifica orazione funebre il Sac. Dott. Giovanni Carlos Vera Vallejo.
MODICA. - Si tenne la funzione nella. Chiesa della Raccomandata. Il Vescovo Diocesano, S. E. Mons. Vizzini era rappresentato dal R.mo Carmelo Giardina, che tessè l'elogio del defunto. Ufficiò il Prevosto Vicario parroco di S. Giorgio.
MARSALA. - Ad iniziativa dell'Istituto Fascista di cultura Principe Umberto, il prof. Pietro Mignosi di Palermo commemorò stupendamente Don Rinaldi alla presenza delle Autorità e di un sceltissimo uditorio.
Nella Cattedrale vi fu poi il funerale cui parteciparono Autorità e cittadinanza, tutto il Rev. Capitolo di Marsala. Il Vicario Generale Mons. Giovanni Butti, rappresentante di S. E. Mons. Audino vescovo della diocesi, tessè un commovente elogio di D. Rinaldi.
MODENA. - I funerali di Don Rinaldi nella Chiesa di S. Francesco a Modena riuscirono straordinariamente imponenti. Tutte le Autorità erano presenti o rappresentate, con il Capitolo dei Canonici, il Collegio dei Parroci, gli Ordini e Congregazioni religiose maschili e femminili, gli Istituti, le Dame Patronesse e tante notevoli personalità cittadine. S. E. Mons. Arcivescovo era rappresentato da Mons. Bastai. Disse un caldo elogio di D. Rinaldi il nostro Don Caviglia
RIVA DI CHIERI. - Per iniziativa del priore Cav. Teol. G. B. Cora si celebrò un grandioso funerale nella bella parrocchia con l'intervento del clero locale, Autorità, Figlie di Maria A. di Chieri e di Pessione, Oratoriane ed ex allieve, scuole, società e di tutta la buona popolazione.
VARESE. - I funerali si svolsero veramente magnifici nella Basilica di S. Vittore. Ex allievi in buon numero, Cooperatori, Istituti delle Figlie di M. A. di tutti i dintorni coi rispettivi oratori vi parteciparono unitamente ad altri Istituti religiosi, al Clero della città e dei dintorni e al Capitolo ili S. Vittore. Celebrò il R,mo Prevosto D. Alessandro Proserpio. Cooperatori ed ex allievi hanno deciso di rendere omaggio duraturo alla memoria dello scomparso.
COLLESALVETTI. - Nella bella chiesa parrocchiale si celebrarono funerali grandiosi cui parteciparono autorità e popolo, Clero e istituti maschili e femminili. Mons. Adolfo Braccini della Metropolitana di Pisa celebrò la Messa e tessè l'elogio funebre.
S. BENIGNO CANAVESE. - Nella monumentale chiesa parrocchiale, Autorità e popolo parteciparono ai funerali di trigesima in suffragio di Don Rinaldi. Convennero pure i parroci dei dintorni e numeroso clero, con le scuole, le associazioni. Tessè l'elogio funebre il nostro D. Stefano Trione.
MILANO. - Il vasto tempio di S. Agostino apparve nel giorno del funerale gremito, come non mai, di una folla di fedeli, Cooperatori e amici: intervennero i Monsignori Sala e Montalbetti del Capitolo Metropolitano, una larga rappresentanza del Collegio dei Parroci Urbani, degli Ordini Religiosi e Istituti della città, delle Dame Patronesse delle Opere salesiane, Mons. Giov. Galimberti per l'Università Cattolica del S. Cuore, e molte altre distinte personalità. Celebrante fu Mons. Tredici Vicario Generale.
PORDENONE. - Il funerale ebbe luogo nel Duomo di S. Marco colla partecipazione delle Autorità locali, del Clero e Parroci cittadini, istituti. Disse un caldo elogio di D. Rinaldi l'amico D. Luigi Ianes.
PEROSA. - Il solenne funerale di trigesima si svolse nella Chiesa parrocchiale, presenti le Autorità locali, gli insegnanti con le scuole, numerosi parroci dei dintorni, associazioni e popolo. Lo stesso celebrante, il Rev.mo Sig. Parroco, tessè l'elogio di Don Rinaldi sintetizzando efficacemente la sua attività così fruttuosa.
SONDRIO. - Il funerale nella Collegiata è riuscito un pio e devoto tributo di affetto alla memoria di Don Rinaldi. Tutte le scuole coi loro Presidi intervennero coll'Istituto salesiano alla funzione celebrata da Mons. Arciprete. Tenne il discorso commemorativo D. Alberto Caviglia.
TREVI. - Per iniziativa degli ex allievi, solenni funerali si celebrarono in suffragio di D. Rinaldi nella Chiesa Collegiata di S. Emiliano, presenti il clero, le autorità e associazioni cittadine, insieme con gli Istituti di educazione. Disse il discorso commemorativo il nostro D. Gentilucci.
VARAZZE. - Cooperatori ed ex allievi promossero il funerale di trigesima nella Collegiata di S. Ambrogio; intervennero le Autorità tutte, le Associazioni, gli Istituti, il Clero della città e dei dintorni, con gli Ordini religiosi. Mons. Calandrone tessè l'elogio dell'estinto. Varazze ha voluto ancora una volta testimoniare il suo affetto all'Opera Salesiana.
TOLENTINO. - Nella chiesa ufficiata dai Salesiani Mons. Pietro Tacci vicario Arcidiacono celebrò la Messa, cui assistettero Clero, Autorità, associazioni giovanili, istituti: disse l'elogio dell'estinto lo stesso celebrante.
VITTORIO VENETO. - Nel Duomo di Serravalle il funerale celebrato per cura del parroco Mons. Pancera e delle F. M. A. in suffragio di Don Rinaldi richiamò una folla straordinaria di Cooperatori, istituti, Autorità ed ex allievi ed ex allieve.
SAN PIER D'ARENA. - Splendido il funerale in San Gaetano, con la partecipazione di Cooperatori ex allievi ed amici: disse un magnifico elogio D. Emilio Traverso direttore dell'Istituto delle Madri Franzoniane.
LUGO. - Autorità, Cooperatori, Clero, e Ordini religiosi, ex allievi ed ex allieve intervennero al funerale celebrato con pompa nella Chiesa dell'Istituto salesiano.
BORGOMANERO. -- Ai funerali svoltisi nella chiesa dell'Istituto Salesiano parteciparono Autorità, scuole cittadine coi loro Presidi, Clero e molti amici e Cooperatori delle opere salesiane.
VERCELLI. - I funerali nella Chiesa parrocchiale del S. Cuore al Belvedere si svolsero solenni, presenti S. E. Mons. Giacomo Montanelli, arcivescovo diocesano, le Autorità, gran folla di popolo, scolaresche, istituti religiosi e associazioni. Disse il discorso commemorativo S. E. Mons. Evasio Colli vescovo di Acireale.
Lasciammo il Collegio D. Bosco di Manaos il 3 ottobre, dopo una grata permanenza di 16 giorni, in cui il Sig. Visitatore fu fatto segno a cordiali manifestazioni da parte dei superiori, alunni, associazioni, nonchè delle autorità più cospicue della città. Imbarchiamo sul gaiola « Parayba ».
Due paroline su questo sistema di battello, proprio dei nostri fiumi che molte volte sono poco fondi.
Il Gaiola.
Il gaiola (gabbia) è un vapore di 40 o 50 metri di lunghezza per 10 o 15 di larghezza, di 300 o 400 tonnellate, colla chiglia piatta e il piano inferiore quasi per intiero aperto nei fianchi. Così che, se le onde sono forti (ciò avviene di rado) l'acqua vi entra e vi esce tranquillamente, senza che il vaporino sommerga.
In questo piano inferiore sono le macchine della forza di 100 o 15o cavalli; vivono e circolano i passeggeri di 3a classe; vi è depositata la legna che alimenta le caldaie, vi si dibattono le enormi tartarughe colle zampe in aria, perchè non scappino, tartagliano i pappagalli e le arare, zufolano e urlano le scimmie, e magari muggono i pochi buoi destinati alla macellazione. Tutto in una promiscuità sconcertante e fra enormi cataste di piassaba, mucchi di castagne, fasci di tabacco! Una vera arca di Noè.
Però al piano superiore, lungo i fianchi sfilano decenti cabine pei passeggeri di 1a classe, e nel mezzo, verso la poppa, sta il refettorio coi lati aperti. Così avviene che durante la colazione, la vista è ricreata dai variatissimi panorami delle sponde del fiume, quando però il vento e la pioggia scrosciante non obbligano ad abbassare le cortine e magari a fuggire per non essere bagnati.
Verso prora v'è il ponte di comando colla bussola, il timone e gli argani delle ancore.
Alcuni gaiola hanno pure un altro piano superiore, aperto totalmente ai lati, molto spazioso e arieggiato. Quivi i passeggeri distendono le loro amache, e per ammazzare il tempo e scacciare la noia, leggono, chiacchierano, o si dondolano tra il fumo profumato di saporiti sigari brasiliani.
Il gaiola è un vaporino stravagante, ma pratico assai per viaggiare giorni intieri su questi immensi fiumi.
Il Rio Negro.
Da Manaos a S. Gabriel, sede della Prelazia, si viaggia sul Rio Negro.
Il Rio Negro è il maggior affluente dell'Amazzoni, in cui si getta a 18 km. dopo Manaos. Il Rio Negro nasce nelle regioni montagnose di Popayan nella Colombia, viene ingrossato da cascate e correnti, si stringe vicino a S. Gabriel, discende ancora scrosciante fra gorghi e vortici sino a S. Isabel, dove comincia ad esser navigabile ai gaiola per 1561 km., sino cioè alla sua foce larga 4 km. Le sue acque, viste in un certo volume, sono scure, per le alghe microscopiche in sospensione: viste in un bicchiere, sono piuttosto chiare, limpide e potabili.
Eccoci adunque a bordo del gaiola « Parayba ». Percorre 7 leghe all'ora. Il calore è snervante. Non si trova un punto del vaporino dove si respiri un poco d'aria. Il panorama è grandioso, ma, per ora, senza varietà. I nostri compagni di viaggio sbuffano, imprecando all'afa soffocante. Il viaggio è stucchevole davvero.
Sembrami di vedere il Rio Negro invocare dal sole la vendetta contro gli uomini che un giorno osarono solcargli le acque, e rubargli le ricchezze, che poi sperperarono senza profitto in Manaos e altrove. Le industrie estrattive del Rio Negro produssero ricchezze favolose dal 191o sino al 1927. Ma gli incettatori credevano che ciò fosse eterno e non pensarono a conservare le ricchezze troppo facilmente acquistate. Dopo lo sperpero venne la miseria e la desolazione, quando la gomma fu svalorizzata e le industrie estrattive dell'Amazzoni fallirono.
Il 5 toccavamo Moura che è la prima Parrocchia della Prelazia. Fu una cittadina, ma ora non vi rimangono che poche case. Verso le 10 passammo le foci del Rio Branco, le cui acque gialle penetrando nelle oscure del Rio Negro le sopraffanno imponendo il proprio colore per alcuni chilometri, dopo i quali, il nero riprende il sopravvento e ne rimane dominante fino oltre Manaos.
Il 6, dopo un percorso di 423 km, tocchiamo Barcellos, dove abbiamo la prima residenza della Missione. Di questa casa parleremo nel ritorno. Salutiamo in fretta i cari confratelli e ripigliamo il viaggio sempre monotono, senza avventure, sino a S. Isabel, dove termina la navigazione del gaiola, che abbandoniamo senza rincrescimento, col suo vecchio capitano, vero lupo di mare, buono ed amicissimo della Missione. S. Isabel è una agglomerazione di poche case e magazzini. Quivi incontriamo il direttore di S. Gabriel, venuto a prenderci coll'« Ausiliadora », il vaporino a motore di 10 cavalli che la Missione possiede e che presta servizio utilissimo.
S. GabrieL
Dopo S. Isabel il Rio Negro è di difficile navigazione. I grandi pietroni di cui si infarcisce
il suo letto qua e là, se lo rendono pittoresco nei suoi isolotti, che lascia emergere coperti di ciuffi di vegetazione avventizia, e nelle sue isolette gentili, verdeggianti; lo rendono anche pieno di cascate, di gorghi, di correnti pericolose, che possono trascinare le lance a sbattere in qualche macigno sott'acqua, o per lo meno gli impediscono d' camminare.
L'« Auxiliadora » rimorchiava ai lati 2 barconi, l'uno per noi e l'altro per le suore, la cui Ispettrice viaggiava pure per far la visita alle Figlie di Maria A. Tutto riuscì facile sul principio. L'« Auxiliadora » correva vincendo la corrente ed i vortici. Noi ammiravamo i panorami più svariati e pittoreschi, fra le rive folte di boscaglia colossale, secolare, impenetrabile. Chi vi entrasse senza pratica vi si perderebbe facilmente o correrebbe rischio di perire di fame, o vittima di animali feroci o velenosi.
Potemmo veder la catena dei monti Caborys, che va sino al Rio Branco verso Nord. Ai piedi di essa corre il Rio Caborys e la regione è percorsa in lungo e in largo dagli indi omonimi, che dicesi siano molto numerosi e ancora in piena barbarie. Arrivati a Camanaos, le correnti e le cascate si fecero così numerose, così veementi, che l'« Auxiliadora » dovette passare senza barconcini, anzi scaricarsi persino dei passeggeri e filare da sola colle merci. Noi fummo obbligati a viaggiare a piedi sulle rive pietrose del fiume, fino al disopra delle cascate, mentre l'« Auxiliadora » si dibatteva nelle onde vorticose del fiume, che però riusciva a superare. Noi l'aspettavamo al punto dove il fiume corre più tranquillo non sospettando che proprio là ci avesse a capitare un brutto incidente. Il Sig. D. Tirone, nel trapassare sull'asse tra la sponda e il vaporino, essendosi questo mosso, scivolò e nella caduta si spezzò due costole. Sgomentati, afflitti, gli usammo i rimedi che il caso esigeva e, dopo un poco di riposo, il nostro Visitatore si rimise in piedi, malgrado il dolore, riacquistando la consueta allegria e ripigliando l'infaticabile sua attività. Noi però continuammo per lui a sussultare ad ogni minaccia di pericolo.
Il giorno 13 eravamo finalmente in vista di S. Gabriel.
S'immagini il giubilo dei giovani, delle ragazze e dei superiori di quella Missione allo scorgere di lontano la nostra lancia tagliare le acque come un cigno; e la nostra soddisfazione nello scorgere S. Gabriel così pittoresca e amena. L'accoglienza fu cordialissima. Sul volto di quei ragazzi, di quelle ragazzine, volti quasi tutti abbronzati, si leggeva la gioia, l'entusiasmo. Essi acclamarono al Visitatore, al Signor Don Rinaldi, a Don Bosco, al Papa; e trionfalmente ci accompagnarono sino alla residenza.
S. Gabriel è la sede della Prelazia omonima. Fu già una cittadina, ma colla svalorizzazione della gomma e perciò coll'estinguersi del commercio, anch'essa si spopolò. Conta ora solo 30o abitanti. La posizione topografica è bellissima, sul vertice di un grande triangolo che il Rio Negro descrive ai suoi piedi, correndo vorticoso. Il clima è variabile e piuttosto umido.
La Prelazia vi edificò una bella chiesa che si sta ultimando e due collegetti con 148 tra alunni ed alunne, affidate queste alle suore di Maria Ausiliatrice e quelli ai Salesiani. Oltre le scuole elementari, che sono pure statali, vi si insegna qualche arte e mestiere insieme coll'agricoltura. La Prelazia ha pure aperto un ospedale ben fornito di suppellettili e medicinali, grazie allo zelo di Mons. Massa. Così alla Missione il popolo trovò medicina per il corpo e conforto per l'anima. La parrocchia di San Gabriel si estende per un raggio di 700 km. con 3000 anime, sulle sponde del fiume. Quante diocesi capirebbero in sì vasto territorio!
A Jauaretè.
Il giorno 19 ottobre partiamo per Jauaretè.
Siamo di nuovo sull'« Auxiliadora », fiancheggiata da un barcone, dove sono l'Ispettrice ed alcune suore di Maria Ausiliatrice che fanno lo stesso viaggio.
Il giorno seguente, verso notte, approdiamo a Manarè, villaggio totalmente di indi della tribù dei Dessanos. Ricevono bene il missionario e parlano un pochino il portoghese. Qui passiamo la notte dopo d'aver sofferto il tormento delle punture di uno sciame di piuns, un moscherino piccolissimo, che dove punge lascia un forte prurito e un bruciore per parecchie ore. Pazienza. Questo è uno degli stipendi del missionario, su questa terra. Ah! nell'altra vita, come sarà grande la mercede!...
D. PIETRO GHISLANDI Missionario Salesiano.
(Continua).
(Note di D. Vendrame)
Rivelazione interessante.
Sono degne di interesse le dichiarazioni che potei avere in questi giorni sul fatto da un neo convertito.
- Padre, incominciò a dire, a noi qui non fa meraviglia il fenomeno. Quell'uomo, Dormì, appartiene alla nostra stirpe sacerdotale. È tradizione nella nostra stirpe che gli spiriti si scelgano uno di noi per medium. Morto che sia uno passano a cercarne un'altro. E non solo nella nostra stirpe ma in quasi tutti i paesi di questa zona vi è sempre qualcuno che viene posseduto dagli spiriti. Nel fenomeno di Lawbah c'è questo solo di nuovo, che si presentano come anime giuste e che perciò ha assunto proporzioni vaste da scuotere tutta l'opinione pubblica del popolo Khasi, mentre per il passato il fenomeno era manifestamente diabolico e ristretto alla cerchia della stirpe e di pochi conoscenti. Ricordo ancora bene quelle riunioni diaboliche. Quando avevamo degli ammalati o fastidi di famiglia fissavamo la riunione in casa del medium, quindi nell'oscurità si evocavano abitualmente con sacrifici gli spiriti diabolici i quali venivano infallantemente. Li sentivamo entrare dall'angolo del soffitto della capanna, quindi discendere giù per la colonna e balzare per terra provocando precisamente lo stesso rumore come farebbe un uomo. Entrava come un amico di casa, parlando con tutta familiarità. Ci salutava, domandava della nostra salute, dello scopo della chiamata. Dava spiegazione dei nostri malanni, comunicava disposizioni per i sacrifici da fare, e talvolta diceva di essere anche medico e di voler dare anche delle medicine. Allora noi gli davamo una bottiglia affatto vuota ed egli vi versava del liquido provocando realmente il rumore del liquido versato, dava le necessarie disposizioni mediche e ci metteva perfino l'etichetta come farebbe precisamente un medico. Noi le usavamo quelle medicine che erano talvolta dolci, talvolta amare, talora anche insapori. Quando a suo preavviso gli preparavamo il kiad (spirito alcoolico di riso) lo sentivamo bere e prima di partire ci diceva sempre se l'aveva bevuto tutto oppure se ce n'era rimasto. Partendo salutava e provocava i medesimi rumori che faceva entrando ed allora vedevamo il povero medium abitualmente disteso sopra una canna di bambù sotto il soffitto, dove lo spirito l'aveva lasciato, scuotersi dal suo letargo e discendere lentamente senza mai farsi male.
- E gli ammalati guarivano? lo interruppi io.
Abitualmente no e quando si notava un rapido miglioramento, allora era segno che la malattia passava ad un altro di casa il quale moriva quasi improvvisamente.
- Dunque, conclusi io, voi sapete di essere sotto il potere di satana?
- Certamente, rispose.
E se tu fossi morto quando eri ancora pagano?
- Sarei andato all'inferno. Ma noi non ci pensiamo mai all'altra vita.
E simili dichiarazioni su manifestazioni diaboliche, che sarebbe troppo lungo esporre, le ho potute avere anche da vari altri.
Trionfi del Re d'amore.
Mentre il re dell'odio, cedendo terreno suo malgrado, di giorno in giorno va trincerandosi nei suoi ultimi contrafforti per una disperata resistenza, il Re d'amore, dopo una serie di magnifiche conquiste, va preparandosi la sua cittadella di pace, la sua reggia di delizie, il suo trono donde poter proclamare la sua regalità divina anche su questa terra e dominare colla sua bontà su questo popolo che sospira a lui come al solo rifugio di salvezza contro la crudele schiavitù di Satana, di cui tanto ha sofferto.
Da tre anni era stato decretato per volontà di popolo l'erezione di un tempio votivo nazionale al Sacratissimo Cuore di Gesù, e per tre anni il voto dovette lottare contro difficoltà insormontabili e opposizioni accanite; ma ora la vittoria è venuta piena e completa. Il Governo inglese del luogo, protestante, tagliò corto ad ogni ulteriore pratica giudiziaria e, troncando ogni occulta opposizione, ha fatto conoscere la sua intenzione favorevole a che il tempio sorgesse. E il tempio è sorto come per incanto nella sua elegante e simmetrica armatura in ferro, coi due campanili frontali, su cui squilleranno tre artistiche campane di fabbrica italiana, colle due cappelle laterali dedicate all'Ausiliatrice e al Beato D. Bosco, colla sua cupola slanciata sulla quale troneggia la statua del Sacro Cuore benedicente il popolo Khasi, e con una cripta sottostante livellata al grande piazzale.
Purtroppo per le condizioni finanziarie eccezionalmente gravi, i lavori sono attualmente sospesi, in attesa che la carità dei buoni venga a dare nuovo impulso alla santa impresa. Mi è pegno del compimento dell'opera il voto che il Sig. D. Rinaldi mi comunicò prima di andarsene in paradiso. Egli, conoscendo tutte le difficoltà, seguiva le vicende di questa costruzione con vigile cuore paterno e appena ebbe sentore dell'opposizione superata si affrettò a scrivermi una preziosa lettera, che mi perveniva subito dopo l'annunzio della sua morte.
Torino, 7 novembre 1931.
Caro D. Vendrame,
Mi rallegro assai che siano state superate le difficoltà: è un vero trionfo del Regno di Gesù. Quanto bene ci possiamo ora auspicare dal nuovo Tempio, che sarà certo un centro di Benedizione e di Redenzione.
Speriamo che la carità dei buoni ora vi aiuti a far presto e il tempio riesca un trono degno del Cuore di Gesù, specie per il vostro zelo e per il culto che ne deve essere il più bell'ornamento.
Io ti accompagno colla mia preghiera di ogni giorno; ed in particolare modo raccomanderò alla nostra Ausiliatrice la tua salute, perchè possa continuare a fare del gran bene.
Prega per questo tuo
sempre aff.mo in C. J. Sac. FILIPPO RINALDI.
Voglia il buon Dio che per la generosità dei Cooperatori il voto del Padre sia presto un fatto compiuto.
Come aiutare l'erezione del tempio.
Qualunque offerta è certamente utile allo scopo. Però credo opportuno segnalare vari modi che riuscirebbero molto pratici e accessibili a tutti i caritatevoli benefattori. Per esempio, inviando:
I) L. 25 per l'acquisto di 12 blocchi di cemento.
2) L. 120 per un banco sul quale verrebbe fissata una targhetta di ottone col nome dell'offerente.
3) Offerte per la fusione delle tre campane (valore complessivo: L. 8ooo) compiuta dalla Ditta Poli di Vittorio Veneto.
4) Provvedendo una delle tre statue per gli altari (Sacro Cuore di Gesù - Maria Ausiliatrice - Beato D. Bosco) dell'altezza di circa m. I,2o; arredi sacri e paramenti pel servizio divino.
5) Il nome dei benefattori che avranno fatto offerta non inferiore alle L. 500, sarà inciso sul marmo a perpetuo ricordo della loro carità.
Gli oblatori verranno a godere di parecchi vantaggi spirituali: sono già avviate pratiche speciali religiose a benefizio degli offerenti come la Messa solenne di ogni primo venerdì del mese offerta secondo le loro intenzioni.
Sguardo retrospettivo.
Gli inizi di quest'opera non sono privi di interesse. Sei anni fa in quella località si contavano appena cinque persone cattoliche, ora se ne contano oltre 500. Quando si pensò di provvedere all'incipiente comunità una cappellina e scegliere il Santo che ne fosse il Patrono, un ragazzino lanciò la sua luminosa idea, dicendomi: - La chiami «Cappella del S. Cuore di Gesù! ». - Restai sorpreso e ad un tempo lieto che la proposta venisse da un ragazzino, da poco cristiano, e accogliendola risposi: - Bene! sarà chiamata così...
Oggi, dopo cinque anni, comincio a comprendere che quella proposta valeva un oracolo... La cappella sorse là dove la volle il Re divino, su una bella collina, proprio di fronte alla rocca forte del protestantesimo; e pel significato che veniva ad acquistare si trasformò in un bel tempio dove il Divin Cuore saprà trarre a sè questo popolo, che in lai troverà la pace e la vita.
Sac. C. VENDRAME Missionario Salesiano.
Il caro Don Vendrame ci manda copia di una sua circolare diramata tra le caritatevoli persone d'Italia nella quale egli dà l'elenco di 61 nuove comunità cristiane, ancora sprovviste di cappella, e rivolge caloroso invito a tutti di aiutarlo. Ogni cappella costa circa L. 1ooo per un piccolo villaggio; da 2 a 5ooo lire per un villaggio considerevole: da 6 a 1o.ooo lire quelle dei centri di zona. A coloro che assumono in proprio l'erezione di una cappella-chiesa egli riserva il diritto di dedicarla al Santo preferito, di avere una targa che ricordi ai posteri il benefizio ricevuto e di una messa annuale secondo l'intenzione dell'offerente.
Come è sorta.
Due anni fa ai giovani e alle giovani dei nostri circoli lanciai l'idea di estendere la nostra propaganda in fare visite ai pagani poveri ed ammalati. Era sorto da poco un gruppo del «Vangelo » e di propagandisti della buona stampa. Si era insomma alle prime armi di quella cooperazione del laicato all'apostolato del sacerdote, che è nello spirito della Gioventù Cattolica. L'idea di visitare i poveri e gli ammalati incontrò il favore più di ogni altra forma di attività. La prima conquista fu una vecchia paralizzata, che fu portata la prima volta alla Missione il giorno di Natale in un carretto tirato a mano.
I poveri non mancarono. Ma visitarli per constatare le loro miserie e per dire, a chi ha freddo e fame: «Sperate in Dio » parve un po' poco.
Un giorno dissi: « Oggi cominciamo qualche cosa di stupendo; datemi un jen per uno, uno solo ». E piovvero nella mia mano 2o yen (L. 2). Benissimo il primo passo è fatto; a fare gli altri ci incoraggerà il Signore.
Suo sviluppo.
La domenica seguente esposi il progetto a tutti i cristiani in chiesa, e per accertarmi se l'idea fosse piaciuta, io stesso andai a questuare colla borsa. Raccolsi circa L. 40. Da allora la questua la feci personalmente ogni domenica, Vennero in seguito anche offerte di riso, di abiti... Che gioia per diversi di questi cristiani ogni domenica, dopo Messa dividersi riso, indumenti e denari che la Provvidenza ci aveva mandato, e recarli ai poveri, nei loro tuguri! E più che altro recare il conforto della fede e della carità cristiana! Andai volentieri anch'io, e posso dirvi che cammino lento e faticoso doveva far l'idea di Dio, dell'anima, del Redentore Gesù C., per entrare in quelle menti inveterate nell'errore!
Da allora il lavoro progredì sempre. Solo in denaro si distribuirono circa L. 8.ooo. Non è gran che, perchè poveri i Salesiani e più poveri i nostri cristiani; ma le 1.5oo lire che la Conferenza ha di deficit attestano la nostra povertà e, insieme, la nostra buona volontà.
Vantaggi spirituali.
Sono incalcolabili anche se non si possono esprimere che in poche cifre, quelli visibili. Chi può contare gli atti di carità? Carità fioritissima in chi dà e in chi distribuisce; carità tanto più olezzante, perchè quasi sconosciuta sotto questa forma fino allora fra i cristiani, e, da parte dei pagani che ne ricevettero i benefici, appena immaginabile. I frutti visibili sono rappresentati da oltre una decina di Battesimi amministrati. Solo quest'anno a Natale, dei 22 battesimi amministrati ad adulti, 8 erano il frutto della Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli. Chi sa dire la gioia di questi figli della carità, dopo di essere stati rigenerati alla grazia di Dio? E di tutti coloro che vi hanno contribuito colle offerte, coll'opera, colla preghiera?
Propositi per l'avvenire.
Ora il cuore mi dice che sia doveroso e volontà di Dio, fare qualche cosa di più per questi amici di Gesù. Per tanti vecchi abbandonati da tutti ci vuole un Ospizio. A quante anime si potrebbe aprire le porte del Paradiso! Un luogo solatio... con stanzette... e poi un orticello... e anche dei fiori... e là in mezzo quei vecchietti sereni nell'aspettazione dell'eterna felicità: non vi pare di vederli?
Pare anche a me di vederli, se penso alla vostra carità, anime gentili e buone dell'Italia lontana. Di mio, posso solo dare L. 50o di debiti...
I Confratelli e il Sig. Don Cimatti sono entusiasti per l'Ospizio, e già fra un progetto e l'altro sorse questa proposta: cominciamo con poco, ma cominciamo subito. Facciano una circolare da mandare in Italia a tutti i nostri amici là dove si spera di ricevere aiuto.
Io ritengo la proposta come un'ispirazione e cerco d'attuarla. D. Cimatti approva e benedice. Butto giù queste righe al fine di avere una più vasta cooperazione. Io, mi propongo di aprire l'Ospizio dei Poveri Vecchi il 3 luglio di quest'anno, domenica, in cui si farà la festa del Papa, in omaggio all'Enciclica del S. Padre per la « Crociata della carità ».
Sù, dunque, aiutate quest'opera di carità per amore di Gesù, per l'avvento del suo regno in tante povere anime, in ossequio alla voce del Papa. E pregate il Sacro Cuore di Gesù che benedica l'iniziativa e la conduca trionfalmente a termine.
Miyazaki (Giappone) 1932.
Don A. CAVOLI Missionario Salesiano.
Nel Matto Grosso nessun poveretto potrebbe consolarsi di trovare tra il suo scarso cibo l'immancabile «tozzo di pan nero » per la semplice ragione che di pane non ve n'è; nè nero, nè bianco.
Il pane è sostituito dal riso, da una specie di biscotti fatti coll'amido della mandioca e con farina di granturco o di riso: ma questo succedaneo può dirsi una torta anzichè pane. però molto saporita, almeno pei Bororos.
Taluno dei lettori vorrà chiedere: - Come? Con tanta fertilità di terreni non avete grano? - Proprio: non ve n'è! In tutto il Matto Grosso che si estende come cinque volte l'Italia, di grano non se ne produce un sacchetto.
Nella nostra missione non mancarono tentativi di coltivazione del frumento, con risultati assai poco brillanti. La cosa non è facile: si tratta di trovare una qualità che possa adattarsi al clima e al terreno; di studiare il tempo più propizio per la coltivazione. Per tutto questo ci vogliono esperienze su esperienze e grande pazienza!
Qui al Sangradouro, anni sono, si ottenne qualche spiga, i cui semi piantati, ne diedero altre: ma che miseri grani e che misere spighe! In certe epoche si ottenne soltanto un enorme cespuglio: sembrava avesse a produrre chi sa quanto, e invece restò solo erba e al tempo di mettere spiga seccò.
Ma, provando e riprovando, si riuscì ad avere un po' di semenza ormai acclimatata. Alla metà di settembre furono seminati una sessantina di chicchi, già acclimatati, che germogliarono bene e, quantunque maltrattati dagli uccelli e dagli insetti, diedero spighe mature alla fine di dicembre. Si continuano le esperienze e chi sa che in un prossimo futuro non si possa aver pane bianco anche in Matto Grosso.
Vi presento i due missionari coadiutori che attendono agli esperimenti: sono due missionari che da parecchi anni lavorano in questa missione - quello a sinistra di chi guarda (Sig. Busso Secondo) vi è da 35 anni - quello di destra (Sig. Ponteprino Luigi) vi è da 33 anni -Essi non si sono mai allontanati dalla missione e da tanti anni non mangiano pane: pure sono sani, e felici specialmente di lasciare ai posteri non solo campi mirabili ma anche esperienze, speriamo fruttuose, per la coltivazione del frumento.
Sangradouro.
Sac. CESARE ALBISETTI Missionario Salesiano.
Belem Sul Parà, 6 nov. 1931. Amatissimo Padre,
Una notizia sensazionale. Ci fu recata da un telegramma, da Cametà, così concepito: «Arrivo domani venerdì. Saluti. P. Chovelon Salesiano »: esso ci è giunto inatteso dando motivo ai più lieti commenti. Non potevamo capire come potesse arrivare un Salesiano da quelle parti; e per venire in chiaro di questo strano caso, consultiamo il Catalogo. Vi troviamo il nome di D. Chovelon fra i Salesiani Missionari del Matto Grosso. Comprendemmo allora chi era che ci annunciava la sua visita.
Poche ore dopo passò davanti alla nostra casa una piccola imbarcazione fluviale che giungeva dal Rio Tocantins. Corriamo al porto, dove ci è data la gioia di vedere e di abbracciare l'intrepido e carissimo D. Chovelon, che dopo tre mesi di viaggio per questi immensi fiumi amazzonici, poneva piede per la prima volta in questa casa.
Tre mesi di viaggio, solo, per luoghi sconosciuti e pericolosi! Scopo: era di trovare una nuova e più facile via di accesso alla difficilissima Missione del Matto Grosso!
E, coincidenza imprevista!, è qui fra noi da una settimana il carissimo D. Giaccone, che ritorna alla Missione dell'Alto Rio Negro, distante dal Parà 3.000 km. verso i confini della Colombia e del Venezuela; e giunge a questa nuova casa un Missionario dell'estremo Sud del Brasile, per nuove vie, dalla Missione del Matto Grosso, ad una egual distanza in direzione opposta.
Al loro abbraccio fraterno, pensiamo al sogno profetico del nostro Beato Padre, in cui vide i suoi figli che, risalendo i confini della Bolivia, attraverso alle immense foreste, per i misteriosi fiumi delle Amazzoni, venivano a dare il loro fraterno abbraccio agli altri figli, che discendendo i confini della Colombia e del Venezuela solcavano il gigante di tutti i fiumi.
Iddio ha voluto che questo incontro avvenisse proprio qui in Belem, adagiata alle foci di questo re dei fiumi e nell'anniversario della morte di Mons. Lasagna, l'iniziatore delle Missioni del Brasile.
Il sac. Ippolito Chovelon, che è soddisfatto di aver trovato una nuova via di accesso al Matto Grosso, salperà in questi giorni per l'Europa donde partì, ancor novizio, 27 anni fa; D. Giaccone coi suoi tre compagni continuerà per Manaos verso il Rio Negro, dopo aver passato con noi una ventina di giorni di riposo.
D. C. CERRI
Missionario Salesiano.
Avvertiamo i generosi sostenitori della nostra Crociata delle Borse Missionarie che le offerte non verranno d'ora innanzi pubblicate di mese in mese sul periodico, come abbiam fatto pel passato, salvo poche eccezioni; ma ad intervalli di due o Ire mesi.
BORSE COMPLETE.
80. BORSA EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO GUSTAVO BRUNI (4a). Somma precedente: L. 14.518.
Robiglio R., 20 - Caratti G., 85 -- M. Margherita, 15 - Ferraro C., 12,70 - S. A. B., 40 - Anna V., 15 - M. Climminatto, 20 - Rosa T., 25 - Carlo Ghiglione, 600 - N. N., io - T. C. 20 - T. d'A., io - Don T. C., 1 So -- Don S. L., So - Guerra L., Zoo - Dott. A. G., Soo - Piera Stoppino, 5 - C. B., 6 - M. M. C., 20 - Annetta R., 175 - N. N., 20 - M. Maria, So - Dalma Cantatore, So - Ida Serra, io - G. Caratti, 15 - S. F., 10 - I. Z., 76 - Lorenzo Pedemonte, 100 - Nicolò Pedemonte, foo - Elena Borzino, So - Tubino Paolina, io - Ida Ghiglione, 100 - A, M. A. R., 100 - G. C. T. D., 2.912,30. Offerte tutte a mezzo di Don A. M. Anzini per grazie o per impetrare grazie. - Totale L. 20.000.
81. BORSA BARATTA D. CARLO fondata dagli alunni, ex alunni e ammiratori del Collegio San Benedetto di Parma.
BORSE DA COMPLETARE.
Borsa ALBERT MONS. FEDERICO - N. N. (Lanzo) 635 - Totale L. 6.ooo.
Borsa ING. DOMENICO ALIQUO' --- secondo versamento, 1.000 - Totale L. 2.000.
Borsa ANIME DEL PURGATORIO -- N. N. (sacrestia), 5 - Audisio Laura, So - Actis Luigia, 1o - Bruno Ermelinda, So - Rag. Francesco Calderone, io - Ghellini Carolina, io - Comm. Rag. Oreste Cellai, 1o - Rag. Calogero Tita, io --- Marfuggi Carlo, 6 - Maria Isolatti, io - M. F., io - Quilico D. Sebastiano, io - Zanoni Aurora, 24 - Gandini Clotilde, io - Viganò Paolina, 2 - Grassi Dr. Paolo, So - Meotto Anna, 15 - Una figlia riconoscente ai suoi genitori, So --- Croce Caterina, 1o - Brizzolari Guglielmina, 15 - Maria Spada ved. Scarpis, io - Battaglia Guglielmo, io - Elvira Bearzi, 25 - Clotilde Bruscaldi, 20 - Campo L. O. P. A. in suffragio dei suoi cari, ioo -Maria Armellin, 25 - Giustina Cristofolini, 124 - L. M., 100 -- Danieli Rosaria, 5 - Berrino Mel chiorre, io - Avv. Carlo Bonomi, 20 - Famiglia Martini Ettorina, io - Bellomo Domenico, 15 - Famiglia Cunico, 25 -- Pio Fabbrini, 5o -Totale L. 16.612.
Borsa S. ABBONDIO - Teresa Savodi, 35 Ex allieva di Chieri, 1 So - Lucia V, 20 - Maria C., io - T. P., io -- Carlo V. C., io -- N. N., io - N. N., 1o - A. T., 5 -- Mercede Savodi, zoo - F. di Maria Chieresi, 15 --T. L., 1o -Totale L. 1.705.
Borsa BARATTA M. CARLO (2a) - Cheula Giacomo, io - Baratta Giulia, io - Baratta Antonietta, 15 - Antonietti Vittoria, S - Totale L. 500.
Borsa BEATO D. BOSCO (16a) -- N. N. (Portieria), So - Actis Luigia, so - Rina e Giulio Rigoletti, io Casotti Lucia, So - Montaboni Irene, ioo - Maria Parizzari, 200 - N. N. (sacrestia), 5 - Tola Maria, 5 - Fassio Teresa, ro - Pagliotti Clara, 5 - Quezzoli Emma, 2C -Barbero Carolina Ponzone, io - V. C. (Bordighera), io - L. S. M., (Catania), io -- N. N., 5 - Verazzi Maria, 25 - Bianca Martelli, 20 - Corona Clelia, 5 - Vittoria Ruschena, S -Francesca Sulis, 20 - Quattrocchio Maddalena, So - Pierina Sopranis, 100 - Corvi Gentilini, 100 - Ciccarelli Pierina, 25 - Norina Cipollone, io - Sponza Tina, 25 - Mattachini Natalina, 40 - Erminia Chiaratti, 1o - Bianca Scauri, 20 - Lina Bacigalupo, 30 - Flora Queirolo, lo - Ida Campogrande, io - Canati Luigi, io - Erminia Cespa, 20 - Sebastiano d'Urso, So - Donezzan Maria, 5o - Nobili Virginia, So - Gallo Paolo, 2oo - D. Carlo Perego, io - Cav. D. Marcellino, 1o - Reina Francesco, 20 - Sorelle Ramus per gr. ric., 20 - Angiolina Simonetti, 40 - N. N. per gr. rie., So - Corvi Gentilini, 83,50 - Totale L. 8.423,85.
Borsa BELTRAMI D. ANDREA (4a) - N. N. So - Orlandi Benedetto, So - Totale L. 1.967.
Borsa BORGATELLO D. MAGGIORINO - Sorelle Costa, io - Sorelle N., 30 - Vari a mezzo Sig. Varella, 30 - Todi D. Giovanni, 3.ooo - N. N., So - Bollo Elisabetta, 20 - Totale L. 15.174,65
Borsa BUON PASTORE - Linda Rossi, 30 - Sac. Gaetano Pertile, 100 - Totale L. 1.350.
Borsa DON BOSCO EDUCATORE (21) - Coniugi Sibona, 30 - Famiglia Triulzi, 20 - Cesare Bonelli, 20-Betta rag. Guido, 25 - Una mamma riconoscente, 52 - T. Fabris (raccolte), 85,50 - Betta rag. Guido, io - idem, 20 - Prof. Domenichini, 100 - Augusta Pangrazi, 15 - Betta rag. Guido (altra off.), 20 Totale L. 18.914.
Borsa DON BOSCO PADRE DEGLI ORFANI - Ricavo vendita del bellissimo libro Ricordi d'infanzia del Missionario- A. Moi, in vendita presso la nostra direzione a L. 12 la copia, 11o - idem., 90 - Maria Giovannangeli, 12 - Virginia Pugliatti e magg. Letterio Barbera, 15o - Angelina Stona, io - Totale L. 962.
Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI - Bosco Adele, 1o - Sofia Maroni, 15 - Nanda Valsecchi, 5 - M. Panizza, 40 -- Matilde Beazzi Tonini, io - Edvige Garibaldi, 20 - Totale L. 5.750,50.
Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI. - Dessilani Luigia, io -- Rossi Alessandro, 20 - Panizza Antonia, 100 - D, Filippo Martinotti p. gr. ric., 20 - D. Secondo Cocito pei Giov. Catt. di Valfenera, 35 - Enrico Gina, 30 - Totale L. 779.
Borsa DIVINA PROVVIDENZA - N. N. (sacrestia), 5 - Actis Luigia, io - D'Ambrosio Paolo semin., 5 -- Totale L. 2.815,50.
Borsa ETERNO PADRE - Giuseppina Li Gotti, 5o - Totale L. 482.
Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO GUSTAVO BRUNI (5a) - Nanda Valsecchi, 5 - Luisita Rossi ved. Queirazzo, so - G. C. T. D., 2.087,70 - Da varie persone, 200,30 - Totale L. 2.343.
Borsa FRASSATI PIER GIORGIO (2a) - Gastone 'l'addei, io - Mira Cespa, 5 - Giannina Facchini, 5 - Giuliano Battista, 25 -- Sac. Domenico Rosa, 5o - Totale L. 3.120.
Borsa FRIULANA - Sac. A. Arlnellini in suffragio dei defunti missionari e parenti, 100 - Dal Collegio Sales. di Tolmezzo, 375 -- Totale L. 6.375.
Borsa FRANCESIA D. G. B. (2a) --- Chovazzano, 25 - Totale L. 295.
Borsa G. - M. A. - D. B. (2a), - Antonia Toneguzzo, 190 - idem, 190 - idem, 190 - Totale L. 5.250.
Borsa GARNERO CESARE -N. N., 65 -Sorelle
Protti, 20 - Totale L. 1.580,80.
Borsa GEMMA GALGANI - Bernardi G. B., 15 - Totale L. 370.
Borsa GIRAUDI D. FEDELE - Borelli F., 5 - Balocco rag. Eus., 15 - Sofi Saverio, 2 - Pindullo Maria, 5o - N. N., 200 - B. A., 100 - N. N. a mezzo portieria, 176 - A. L., 100 - Cresto Pietro, 20 - Totale L. 14.555.
Borsa GIUBILEO E RICONCILIAZIONE - Dott. Francesco Casalbore, 105 - idem, 5o - Totale L. 2.855.
Borsa INFANZIA ABBANDONATA - Luigi Merlo in memoria di D. Rinaldi, 100 - Totale L. 3.372.
Borsa LAJOLO D. AGOSTINO - N. N., 25 - Totale L. 445
Borsa LASAGNA MONS. LUIGI - N. N. (Montemagno), 5o - Totale L. 6.894,70.
Borsa MADONNA DELLE GRAZIE - Celestina
Costa, 5o - Totale L. 3.498,50.
Borsa MADONNA DI LORETO - Bottale Olga,
5 - Totale L. 1.766,05.
Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) - N. N. (sacrestia), 5 - Totale L. 690.
Borsa MARIA ADDOLORATA - N. N. (sacrestia), 5 - Totale L. 405.
Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Coniugi M. S., 100 - N. N. (sacrestia), 25 - Querzoli Emma, 2 5 - Actis Luigia, t 5 - Croce Caterina, io - Dr. Andrea Ferraris, io - Gioconda Mantellino, 5o - A. C., 19 - Montefameglio Matilde, 30 -- Sacco Carola, 5o - Antonietta Cavinato, do - Raccolte dai Sigg. Garzevie e Maglio, 17 - Moizo Francesca, 100 - Labati G. B. (raccolte), 251,50 - Perado Domitilla, io - Salsella Marina, 5 - Innocente Battaglia, 15 - Romagnoli Emilia, io - Emma Campari, 25
Bonelli Rosalia, 25 - Col. Pietro Zavattaro, 5o - Giongardi Occhipinti Salvatore, 5oo - Sorelle Figini, 5 - Nobili Virginia, 5o - Riccardi Aida, 100 - Livia Giacometti Toniatti, 250 -Fauliglia Meani, 25 - Beretta Luigia, 30 - Maria Ramondetti, 5o - Palacchi Caterina, Zoo - Rosa Bernardi, 5o - N. N., io - G. Fusarini, i 5 - Maria Doriguzzi, 25 - Concettina Cartini e famiglia, 50 - Sac. Ferdinando Barral, 30 - Angiolina Brunel, 20 - Camagni Giuseppe, 5o - Totale L. 11.957, 20.
Borsa MARTIRI GIAPPONESI - D. C. Prandi, 5o - Totale L. 9.639,60.
Borsa M. MAZZA RELLO - Giuseppina Traverso, 25 - Polto Olimpia, 25 - Totale L. 540.
Borsa MONS. GIUS. NOGARA, Arcivescovo di Udine - Collegio Salesiano Gorizia, io - seduta Consiglio ex allievi Udine, 18 - Famiglia Candolini nell'anniversario della morte della Cooperatrice Rossi Domenica ved. Candolini, 5o - Ottavio Battaglia in occasione nozze Nadoilet Spiaro, io -- Scalon Egisto, 5o - Giordani Sabina, io - Mons. Mauro Giovanni, 20 - Sofia Bodini, io - Maria Fiascharis in morte di Luigi Rossi, io - Di Rè Lino in morte sig. Anna Perruglio, 15 - Pasqua Tre,,, 7 - Totale L.6.595,75
Borsa PAGELLA D. GIOVANNI - Versate dal Collegio S. Giov. Ev., 825,50 - Totale L. 4.37150.
Borsa. PARROCCHIALE M. A. -Cassette del Santuario, 389,80 - idem., 325 - Totale L. 4.176,45.
Borsa PEDUSSIA D. LUIGI - Raccolte da E. Firizzoli, graziato dal B. D. Bosco, 1.500 - Totale L. 1.650.
Borsa MARIA PERA GALLO - Da Valparaiso, 670 - Totale L. 1.93735.
Borsa PIO X - Giulio Buffa, 25 - Pia Maschi e Irma Mezzena, 15 - Totale L. 10.462.
Borsa PISCETTA D. LUIGI - Achille Peirault, 5o - Galanti Francesca, io - N. N. a mezzo D. Cliesani, 5oo - Sac. Cesare Ossola, 5o - Teol. Bocco D. Antonio, 20 - Totale L. 12.641,80.
Borsa PLAZZOTTA ANTONINO - Interessi al 31 dicembre, 135 - Totale L. 4.335.
Borsa PRINCIPI DI PIEMONTE - Carecchi, 15 - Totale L. 1.489.
Borsa REGINA DI MONDOVÌ - Manessero Avv. Francesco, 100 - Vittoria Ajnardi Rodari, 1o - Totale L. 1.262.
Borsa REGINA DEL SOGNO - Correggiamo il totale in L. 2984 - Versate dal Sig. Antonio Vella, 120 - Totale L. 3.104.
Borsa RICCARDI D. ROBERTO - Serena Maria, io - Coniugi Dieghi, 25 - G. A. (sacrestia), 5o - M. Capovilla, 5o - Malaspina Giovanni, 100 - D. Canegallo Attilio, 250 - Ved. Peronino, 550 - Totale L. 15.173,30.
Borsa RINALDI D. FILIPPO (3a) - A. T. per ricordare la sua bontà paterna, 500 - D. Giac. Cerruti, io - Prizzi Ninetta, io - Maria Fre Giacca, IS Totale L. 8.469,85.
Borsa RUA D. MICHELE (3a) - Maria Gasperi, 25 - Lina Fedeli, 5o - Tuscano Carmelo, 15 - Totale L. 1.678.
Borsa SACRA FAMIGLIA - N. N. (sacrestia), 5 - Lora Gilardi, So - Totale L. 1.141.
Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - N. N. (sacrestia), 5 -Maria Sanguinetti, 20 - Mortara Angelina, io -- Totale L. 4.817,70.
Borsa S. CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI (2a) - N. N. (sacrestia), 5 - Boglione Francesco, 50 -- Actis Luigia, io - A. R. Gay, 70 - Canal Giorgio, 5 - Rita Donchi Zappa, io - Sorelle Figini, io - Taverna Caterina, 20 - Dina Stonis, io - Gianolio Lucia, 15 - O. S., 50 - Sac. Vito Quadri, 7 - M. C. 0., 20 - Assunta Marseglia, 30 - Masina D. Alfonso, 5 - Ermanno Ceccarelli, io -- Rosa Bernardi, 5o - Assunta Marseglia, 20 - Adele Agostini, 20 - Totale L. 4.423.
Borsa S. CUORE DI GESÙ, SALVATECI (2a) - Gaetanina Cascino, 5 - Lucia Gianolio, io - Ch. Giuseppe Bovarini, io - Totale L. 6.507,60.
Borsa S. ANNA - Leonida Agosti, io - Totale L. 10.095.
Borsa S. ANTONIO DI PADOVA -N. N. (sacrestia), 5 - M. G., 35 - Totale L. 3.024.
Borsa S. CARLO - Bonguglielmi Lucio, 370 -
Totale L. 3.55495.
Borsa S. ELISABETTA D'U. - Dall'Ispettoria Ungherese, 2.500 - Cattaneo Giovanna, 5 - Famiglia Verderone, 5 - Totale L. 5.090,60.
Borsa S. FRANCESCO DI SALES (2a) - Anita Lami, I.ooo - Totale L. 2.360.
Borsa S. GIUSEPPE (33) - N. N. (sacrestia), 5 - Actis Luigia, io - C. F., 5 - Totale L. 5.192.
Borsa S. LINO - omaggio a S. 2. Mons. Munerati Vescovo di Volterra - Somma precedente: L. 7.739,55 - Inviate dal Sig. D. Pedussia, 3.500 - Totale L. 11.239,55.
Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA - Mordacchini Serafina 40,80 - Famiglia Paglia, 15 - Porta Nazzareno, 5 - Rev. Sac. N. N., 173, - Rev. Sac. N. N., 5o - Uomini Cat. Testaccio a mezzo D. Colombo, 5o - Altri offerenti a mezzo Sig. Valeri, 57,20 - Lina Lami, 25 - Valeri Angelo, 5o -- Totale L. 5.272,80.
Borsa S. RITA DA CASCIA - Sorelle Figini, 2o - Totale L. 2.220.
Borsa S. TERESA DEL B. G. (10a) - O. R., 5o - N. N. (sacrestia), 5 - Sorelle Guidicelli, 20 - Pergolesi Ferruccio, So - Famiglia Mazzini, 6o - Chiarina Tocco, 50 - Edvige Restivo, 25 - Mons. Andrea Ferrara, fio - Ernesto Roletto in memoria di persona cara scomparsa, 5o - Anna Campanini, io -- Fratelli Bazzoli, io - Camillo Picconi, 40 - Trabucchi Maria, 75 - Teresina Moiso, 3 - D. Francesco Corradi, So - Totale L. 14.211,50.
Borsa VANGELO DI GESÙ - (A mezzo di D. Anzini) N. N., 5o - C. R. T., ioo - Carlo Ghiglione, 200 - R. I. T., 320 - T. D. L., 50 - G. io - N. N., 20 - Ida Ghiglione, ioo --Varie, 922-Totale L- 13.573.
Borsa VERSIGLIA MONS. LUIGI - Martinetto Vittoria, 20 - Don Telmon Alberto, 20 - Giuseppina Sioli (raccolte), 35 - Angelino Carlo, So - Marietta Scovazzi, 25 - Famiglia Panora, 100 - Famiglia Brugion io - D. Andrea Molinari, 20 - Pezzo Emilio, 20 - Francesco Loro Piana, 1oo - Cristina Moschettini (raccolte), 170 - Elvira Galli, io --Capo Michele, 5 - Totale L. 15.337.50
Borsa MONS. VERSIGLIA E D. CARAVARIO - D. Benedetto Bossetto 100 - Famiglia Milani in suffragio dell'anima di Pasquino Milani, 5 -Margherita Cucchi, 20 - Totale L. 2.316.
Borsa COMM. GIOVANNI BOSSI - iniziata dalla. Sig. Bossi Maria Ida con L. 5.00o. (Continua)
Preghiamo vivamente i genitori, i maestri e quelli che hanno cura della gioventù di voler diffondere il periodico
GIOVENTÙ MISSIONARIA
Mensile illustrato (abbonamento annuo L. 6,30). Il Sig. D. Rínaldi, di felice memoria, scrisse che «l'idea missionaria fra i giovani: 1° coltiva il cuore; 2° aumenta la fede; 3° suscita le vocazioni »: ecco il fine che si propone il periodico. Per abbonamenti e numeri di saggio rivolgersi alla Direzione Gioventù Missionaria - Via Cottolengo, 32 - Torino.
Consiglio opportuno.
Le pie persone che volessero con donazioni in vita o con disposizioni testamentarie venire in aiuto alle Missioni Salesiane, possono donare o testare a favore dell'Ente Morale « ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI CON SEDE IN TORINO » fondato da amici simpatizzanti per le nostre Missioni. In tal caso si ponga attenzione a non sbagliare la formula, che dovrà essere precisa e così espressa: LASCIO ALL'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI DI TORINO... oppure: LEGO ALL'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI DI TORINO, eCC.
(Grazie ricevute).
Guarita da peritonite. - Tormentata da più mesi da atroci dolori non sapevo decidermi a subire una difficile operazione ritenuta indispensabile da parecchi dottori. Mi raccomandai al B. D. Bosco ed il giorno 11 novembre dell'anno scorso, dopo un più tremendo assalto del male, rimasi completamente libera senza alcun intervento chirurgico. Ed ora ad un anno di distanza mi sento bene, nè soffro alcun disturbo di quel genere. Siano grazie al Beato ed alla celeste Ausiliatrice.
Roncaiette, 27-10-31. BARZON SERAFINA.
Una straordinaria guarigione. - Circa un anno fa la Sig.ra Matilde D. M. era sottoposta a una gravissima operazione chirurgica, e dopo questa, durante un mese, lottò tra la morte e la vita con pochissima speranza di salvezza. La convalescenza durò parecchi mesi, venne tosto un miglioramento che durò ben poco tempo, perche la poverina si sentì nuovamente inferma con gli stessi anteriori sintomi.
I familiari s'affrettarono a farla visitare da un primario il quale, dopo averla osservata per mezzo dei raggi, diagnosticò la presenza di un cancro che interessava i reni e gli intestini.
La povera malata ignorava la causa del suo malessere, ma i suoi familiari, che sapevano inutile ogni umano rimedio, non potevano rassegnarsi a perderla, specialmente trattandosi di una madre di famiglia e giovane d'età.
Solo un miracolo poteva salvarla.
Una persona, che aveva parlato dei miracoli operati per intercessione del Beato Don Bosco, raccomandò si incominciasse una novella e che le venisse applicata una reliquia del Beato; alla fine della prima novena incomincia l'inferma a migliorare; una seconda e una terza novena ed ecco scomparire ogni malanno, funzionano gl'intestini con tutta regolarità e la miracolata acquista parecchi chili di peso.
S. Fernando (Argentina). M. D.M.
Guarito prodigiosamente. - Attesto io qui sottoscritto medico chirurgo di aver usato tutti i rimedii della scienza per salvare dalla morte il piccolo Raffaele Mazza e che proprio quando lo riteneva perduto è guarito prodigiosamente.
Ottaiano, 23 agosto 1931.
Dott. GIUSEPPE CATAPANO.
Come promisi al nostro Beato D. Bosco pubblico la segnalata grazia, accludendo il certificato medico per la miracolosa guarigione del mio caro nipotino messo sotto sua speciale protezione.
SAVIANO GIGINA.
Il buon avvocato della mia famiglia. - Ho eletto D. Bosco ad avvocato della mia famiglia, perchè in ogni mio bisogno l'invoco ed egli da buon Padre sempre provvede pel mio meglio. Il 13 giugno 1930 il mio bambino Davide, di 7 anni, si rovesciò sulla gamba sinistra una grande pentola contenente una polentina bollente che era stata preparata per la mucca, e ne rimase gravemente ustionato. Il primo grido che in quel momento uscì della mia bocca fu:
Don Bosco aiutatemi! Il dottore chiamato, la dichiarò una scottatura di 3° grado con pericolo di nefrite e consigliò di portare subito il piccino ad una clinica o all'ospedale di Lugano.
Non ne ebbi il coraggio. Mi raccomandai di nuovo con tutto il cuore al Beato Don Bosco e sentii in me come una forza nuova; e sebben mi si presentassero mille difficoltà, la più terribile quella della paura che la gamba rimanesse offesa, perche non poteva assolutamente nè muoverla, nè allungarla, volli curare io stessa il mio figliuolo. Per più di quattro settimane ebbe febbri gravissime e per di più gli si manifestò la nefrite come aveva previsto il dottore. Ma il Beato Don Bosco vegliava su di noi!
Da una buona Suora ebbi una reliquia del Beato che applicai con gran fede sulla parte malata e intanto continuavo coi miei di casa a pregare con gran fervore. Anche il mio bambino pregava e specialmente durante i terribili momenti della medicazione chiamava ad alta voce « Don Bosco aiutatemi, Don Bosco aiutatemi! » Ed era veramente commovente a vedere come quel bimbo sopportava pazientemente il suo gran male, sorretto dalla speranza che a suo tempo il Beato gli avrebbe fatta la grazia! Ogni tanto veniva il nostro buon Parroco a confortarci ed a benedirci, e finalmente dopo dieci mesi di medicazione la grazia venne, e completa. Scomparve dapprima la nefrite, poi guarì la gamba fino al ginocchio. Restava il timore che fosse stato offeso qualche nervo, perché la gamba rimaneva come rattrappita.
Continuai a pregare con fede, e Don Bosco mi ha esaudita. Ora il mio bimbo è guarito completamente: corre e salta più di prima perchè è diventato sano e robusto da far meraviglia a quanti l'avevan veduto in quello stato.
Lugano (Crocifisso di Savosa).
MARIA GIANINAZZI POLETTI ex allieva.
Una grazia insperata ma tanto implorata l'ottenne pure la Sig.ra Carolina Agazzini in Barcellini. Ridotta in fin di vita da emorragia e febbre altissima, si unì al marito ed alla numerosa famiglia nell'implorare da D. Bosco la guarigione. L'ottenne proprio quando le umane speranze erano completamente fallite, onde ne rende grazie con tutti i suoi al caro e grande protettore e offre alle sue opere locali il suo modesto obolo.
Borgomanero, luglio 1931. BARCELLINI PIO.
Una preghiera subito esaudita. -- Il 21 aprile ultimo scorso, mi recavo in Via Marsala a impostare una lettera urgente per un mio figliuolo residente, per ragioni di ufficio, a Pescara. Il giovane era da molti giorni ammalato di febbre, tanto che non aveva ancora potuto soddisfare al precetto Pasquale ed io, un po' per la lontananza, un po' per non saper bene la causa e la gravità del male, vivevo agitata e avevo già formulata l'idea di recarmi presso il figliuolo ch'era solo, in casa di persone buone sì, ma a me affatto sconosciute.
Trovandomi in Via Marsala, entrai nella Chiesa del S. Cuore e, con viva fede e devozione pregai dinanzi al SS. Sacramento e all'altare di Maria Ausiliatrice, cominciando la Novena suggerita dal Beato Don Bosco. Poi, uscendo, dissi al Beato:
« Don Bosco, avete promesso prodigi a chi avesse pregato così. Vedremo adesso se manterrete le vostre promesse ».
La prima lettera che giunse da Pescara diceva: « Mamma, ieri mi ha lasciato la febbre (proprio il 21 aprile) e, se Dio vuole, domenica farò la Pasqua ».
Da quel giorno egli è stato sempre benissimo. Rendo ora pubblicamente grazie alla Vergine benedetta e al Beato Don Bosco.
Roma. GISELLA NAZZARI BELTRAME.
Una guarigione straordinaria. - Nel Convento delle Cappuccine (dette sepolte vive) di Albano laziale, Suor Maria Teresa del Bambino Gesù era, da circa quattro anni, sofferente di male allo stomaco. Nella prima quindicina del giugno 1931 il male si era aggravato, e il medico constatava che, da alcuni giorni, aveva vomiti con vivo dolore alla regione gastrica, localizzato sotto l'arco costosternale, non tollerava cibo e fino il ghiaccio e la gelatina veniva restituita immediatamente. Si dovette prescrivere l'alimentazione artificiale e, nonostante i medicinali, la mucosa gastrica non si modificò e il peggioramento influì rapidamente sul deperimento generale in maniera allarmante. Fu consigliata la radioscopia dello stomaco, per riconfermare la già più volte fatta diagnosi di ulcere gastrica, e tentar una operazione. La Suora si rifiutò più volte per non voler uscire dal convento.
Nel pomeriggio del 23 Giugno, Suor Maria Teresa pensò di fare una novella per ottenere la guarigione dai suoi santi protettori; scrisse vari nomi su biglietti, e ne sorteggiò, uno che portava il nome di Don Bosco.
Fu felice, perchè aveva sentito parlare di lui dai Salesiani di Castelgandolfo. Comunicata la cosa alla Superiora si provvide una immagine del Beato che pose sullo stomaco e cominciò la Novena, pregando fervorosamente, che, il 24, D. Bosco le facesse la grazia essendo la sua festa onomastica, S. Giovanni Battista.
Dalle ore 18 alle 19, del 23 Giugno, prese un semolino, che dovette restituire con dolori, che durarono tutta la notte. Al mattino del 24 prese latte con ghiaccio, ma appena ingoiato dovette restituirlo e si decise di non prendere più nulla fino a mezzogiorno. Intanto il pensiero di D. Bosco le stava fisso alla mente e pregava. Al tempo del pranzo, quando fu portato un po' di cibo, volle scendere dal letto per fare la preghiera della Novena con la Superiora e poi, non ostante che sentisse dolore e ripugnanza, mangiò una minestra di semolino e diceva alla Superiora: se guardo Don Bosco mi pare sorrida e sento come una forza che mi porta il cucchiaio alla bocca. Mangiò anche un quarto di piccione, due pezzi di pan duro e bevve vino.
Lo stomaco non si ribellò più; sentendosi guarita gridò: madre, la grazia è fatta! Alla sera riprese cibo; s'alzò e visitò tutte le suore.
Il 25 il dott. Guido Valletto, medico curante, visitò la Suora e la trovò seduta sopra una sedia, vispa, sorridente, senza vomiti nè dolori alla regione gastrica e riscontrò un insperato e repentino mutamento alle condizioni anatomico-patologiche della mucosa gastrica, tali da giustificare una vera guarigione.
Suor Maria continua nello stato di benessere completo riconoscente al Beato Don Bosco.
(Dal Eco di Castelgandolfo).
Mi ha esaudita! - Già durante gli anni di collegio avevo rivolto le mie preghiere al Venerabile Don Bosco. Divenuto poi Beato, nel maggio del 1930, mi proponevo di seguire il triduo che in suo onore si sarebbe tenuto nella chiesa dei Salesiani. In quei giorni ero molto angustiata perchè il mio unico figlio, essendo di già impiegato, era venuto nella determinazione di troncare i suoi studi universitari. La sera prima del triduo in un momento di maggiore accoramento, invocai il Beato perchè illuminasse il mio figliuolo. Nella notte in sogno vidi un giovane con un viso così sereno e pieno di grazia, che mi fece subito pensare di essere alla presenza di un Santo.
Guardandomi battè le mani e con gesto incoraggiante mi disse: - Su, su - e con le dita m'indicò il numero 4. Per tutto il giorno ci ripensai; ma non ne feci parola con nessuno. La sera in chiesa distribuirono delle immagini e con mia immensa commozione trovai che la figura era identica a quella veduta in sogno. Tornata a casa fui sorpresa di trovarvi già mio figlio, il quale mostrandomi dei libri mi disse che si rimetteva a studiare. Commossa fino alle lagrime gli raccontai allora il mio sogno e gli mostrai l'immagine.
Tutto si è avverato! Mio figlio in quattro sessioni di esami ha conseguito la laurea, non solo, ma a mia grande consolazione anche la sua fede si è fortificata; sicchè io riconoscente rendo vive grazie al Beato Don Bosco, mio patente intercessore.
Roma. CATERINA VoLoNTÈ.
Guarito da nevrosi cerebrale. - Un mio carissimo congiunto, gravemente disturbato da nevrosi cerebrale periodica che da parecchi medici era giudicata inguaribile, da tre mesi era tanto agitato ed insonne da esser ridotto in condizioni disperate. All'estremo delle risorse umane suggerii ai suoi figlioli e parenti di fare una novena al B. D. Bosco con S. Comunione di chiusa; e alla fine della novena l'ammalato improvvisamente potè riposare una notte intera, e levandosi al mattino apparve normale di salute e di ragione.
Perdurando da un anno il benessere credo poter attestare in riconoscenza al B. D. Bosco di esser debitore a Lui d'una guarigione miracolosa.
Pisa. Sac. G. S.
Cura dei fanghi di Acqui.
Signore e Signorine che desiderano alloggio e pensione accurata e tranquilla durante la cura alle Terne, possono averla presso l'Istituto Santo Spirito delle Suore Salesiane del B. Don Bosco. Per schiarimenti e programmi rivolgersi alla Direzione-Istituto Santo Spirito Acqui.
Trionfi di M. A. a Porto Stanley (Isole Malvine).
Anche in quest'isola remota Maria Ausiliatrice ebbe la sua festa; semplice, ma fervorosa, a cui Essa volle dare consolante riuscita; e fu una spontanea, affettuosa dimostrazione di omaggio verso la dolce Madre nostra che avvicinò al Cielo questa Missione, la più vicina al Polo Sud. Ed è tanto più meritevole di essere notata se si pensa che le nostre bimbe e i bimbi cattolici, che frequentano la scuola e l'Oratorio, vivono in mezzo ai protestanti ed inevitabilmente subiscono l'influsso di tale avvicinamento, sì che a tutt'altro sono portati che alla pietà.
Presero parte alla festa le oratoriane gli oratoriani; e questi ultimi si prestarono così volonterosi alla dimostrazione d'amore verso la Vergine, da procurarci un vero conforto. Peccato che l'influenza, serpeggiante nella popolazione proprio in quei giorni, abbia impedito ad alcuni l'intervento alle funzioni. Tuttavia, l'Ausiliatrice raccolse intorno a sè 24 fiorellini di quest'aiuola, che assistettero alle pratiche di pietà della mattina e passarono tutto il pomeriggio d'attorno a Lei.
La Direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice puntò sul petto di ciascuno una bella medaglia di Maria Ausiliatrice pendente dal nastrino rosa, e come si sentivano orgogliosi di ostentarla! Si addobbò il meglio che si potè il quadro di Maria Ausiliatrice, e intorno ad esso ebbe luogo una piccola accademia. Quattro fanciulle recitarono un dialogo, nel quale si spiegava il motivo della festa, l'origine del quadro miracoloso di Maria Ausiliatrice, la divozione di Don Bosco alla Madonna sotto questo titolo e l'ardore con cui ne diffuse il culto, gli ammirevoli risultati di tale divozione, concludendo col proposito di promuoverla in tutti, soprattutto col ripetere spesso la cara giaculatoria: Maria Auxilium, ecc. Si cantarono in seguito alcune lodi in lingua inglese, alternate con declamazioni di poesie e stornelli inneggianti a Maria SS.ma, e, sul finire, il Rev.do Parroco P. Migone disse parole di lode e di incoraggiamento e distribuì a tutti la medaglia di Maria Ausiliatrice accompagnata da un dolce.
Voglia Maria Ausiliatrice benedire i nostri sfórzi e stendere il suo materno manto su queste anime: su quelle che già l'amano e la invocano, ed anche su quelle che non sanno ancora conoscerla, nè venerarla, affinchè tutte siano le regali conquiste del Cuore Divino di Gesù.
Porto Stanley. -
Una Figlia di Maria Ausiliatrice.
Da morte a vita. - Nella mia parrocchia fervevano i preparativi per la solennità triennale della B. V. del Rosario; ma nella comune letizia, ecco un mattino affacciarsi lo spavento e il dolore alla soglia di una nostra famiglia. Il giovane ventenne Bortoli Antonio, da qualche settimana gravemente ammalato di tifo, era giunto agli estremi. Fui chiamato d'urgenza al suo letto: a intervalli, alcuni accessi di deliquio ci gettavano nella costernazione e nel timore di vederlo spirare: i familiari già lo piangevano morto. Il medico, accorso subito, trovò l'ammalato gravissimo e morente, a causa di probabile perforazione dell'intestino con peritonite. Ordinò tuttavia i soccorsi e i rimedi più urgenti, ma, chiamatomi in disparte, mi invitò ad amministrare pure gli ultimi Sacramenti all'infermo, perchè non c'era tempo da perdere. Nel compiere il mio pietoso ministero, addolorato nel vedere così tragicamente spezzarsi una giovane esistenza nel fior degli anni, decisi di ricorrere all'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, già tante volte prodiga di grazie a me ed ai miei parrocchiani e, consegnando all'ammalato la sua sacra immagine, incominciai subito con tutta la numerosa famiglia la novena consigliata dal B. Don Bosco. Il medesimo giorno il medico trovò l'ammalato assopito e sempre grave. Il giorno seguente, scomparso ogni pericolo e gravità, assai migliorato, esclamò: « È un morto risuscitato » e ordinò senz'altro che s'incominciasse a dargli da mangiare. Qualche giorno dopo, nella solennità del Rosario, tutta la parrocchia con preghiere, canti, S. Comunioni, processione e musica onorava con più vivo tripudio la Madre, del Cielo, riconoscente per la prodigiosa guarigione ottenuta.
Mentre invio l'offerta della famiglia, desidero che tutti conoscano a mezzo del Bollettino Salesiano la materna protezione di Maria verso di noi, in degni suoi figli, e che tutti si uniscano a noi per ringraziarla dal profondo del cuore.
Casalpoglio, 15 ottobre 1931
D. A. BARBIERI, Arciprete.
Una catena di grazie. - Da vari anni, in questa chiesa di S. Sebastiano, si è introdotto spontaneamente il culto a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco, contrassegnato da moltissime grazie. Ma quello che si è verificato dal 26 gennaio 1930 in poi è addirittura prodigioso: si è intrecciata una catena ininterrotta di grazie., Ne riferisco qualcuna.
-- Il 26 gennaio 1930, giorno di domenica, mentre celebro la Messa in questa chiesa gremita addirittura, si stacca dalla volta un masso di circa 20 chili e va a cadere sull'unico posto lasciato vuoto da una donna che s'era alzata nel medesimo istante, per inginocchiarsi, sfracellando una sedia e spaccando i mattoni di marmo sottostanti. Se avesse ritardato di un attimo, sarebbe rimasta schiacciata. La folla immensa riconobbe nel fatto una grazia di Maria SS. Ausiliatrice.
- Il giovane G. C. era affetto da tubercolosi polmonare. Chiede e appende al collo la medaglia di Maria SS. e continua a portarla, nonostante le risa ironiche del medico curante, che però rimane attonito nel constatare nell'infermo improvviso miglioramento e rapidissima completa guarigione.
- Un giorno si presenta in chiesa la signora M. C.. e lui dice: Padre, mi chiami: la morta risuscitata. Dovevo dare alla luce un bambino: le sofferenze erano orribili: i medici disperavano di salvarmi: la mia morte sembrava così certa ai miei, che già si preparavano i consueti abiti da lutto. Io sola speravo e pregavo come poteva. Son sana, son qui a portare i miei orecchini alla Madonna.
E poi aggiungo: famiglie pacificate, peccatori ravveduti, operai e disoccupati forniti di lavoro, carcerati liberati inattesamente, e cento altre grazie.
- Concludo: una famiglia attendeva con ansia da parecchio tempo notizie del congiunto lontano: era costernatissima temendo qualche disgrazia. Finalmente una notte, nella casa risuona una voce che dice: Michelina, non temere, oggi arriverà la lettera e troverai in essa le ragioni del silenzio. - Chi è che parla? - Sono Don Bosco, che tu veneri. E avvenne com'era stato annunziato.
Caltanissetta. Can. SANTE GANGARELLI.
Rettore Chiesa S. Sebastiano.
Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:
Bazzano Maria offre L. 1oo in ringraziamento della guarigione, unitamente alla mamma Poggi Orazia che offre altrettanto.
Ispettrice F. M. A. (Belgio) coll'intercessione del Beato una giovane suora, che da otto mesi aveva perduto la voce, la ricuperò.
Roberta Ottonello (Bellano) sofferente dal dicembre 1930 di un'ulcere duodenale che l'aveva ridotta in pessime condizioni, per consiglio delle Figlie di M. A. ricorse al Beato con una novena e collocò la sua reliquia sulla parte malata. I medici consigliavano un'operazione, ma da quel momento andò migliorando sempre potendo riprendere il suo lavoro.
G. G. (La Spezia) avendo la moglie gravemente malata per la nascita di due gemelle, la raccomandò al Beato con la promessa di un'offerta per le Opere Salesiane; e l'ebbe presto risanata.
G. R. (La Spezia) per un incidente vedendo gravemente compromessa la sua azienda, fece ricorso al Beato affidandosi a lui per una soluzione giustamente vantaggiosa: e fu esaudito nei suoi desideri.
Veschetto Francesco (S. Rocco - Montaldo Roero) ottenne per intercessione di M. A. e di Don Bosco la guarigione del suo bimbo di 33 mesi fortemente colpito da polmonite.
Beltrami Apollonia (Bosconero) per l'ottenuto impiego del figlio.
A . C. dopo tre lunghi anni di prova per una disgrazia finanziaria che aveva portato la disperazione in famiglia, pregando M. A. e il Beato Don Bosco, vide risolversi l'affare senza quella grande rovina che aveva sospettato. Riconoscente invia offerta per le Missioni Salesiane.
Caterina Bauducco (Moncalieri) per la guarigione della figlia colpita da pericolosissima Malattia, dopo preghiere rivolte a M. A. e al B. Don Bosco.
Barco Maddalena Bonardi (Cherasco) da molti anni desiderava una grande grazia e per rendere più sicura la sua preghiera ricorse all'intercessione di M. A. e del Beato: e ebbe in fin di maggio u. s. quanto ardentemente desiderava. .
Francesca Tione (Torino) dovendo subire una pericolosa operazione, di incerte esito per gli stessi dottori, si raccomandò alla protezione di M. A. L'operazione riuscì felicemente ed ora è perfettamente guarita.
Maccantelli Bianca ringrazia M. A. e Don Bosco per la protezione in una difficile operazione alla testa subita felicemente dal nipote.
G. M. (Torino) offre una catenella d'oro in segno di gratitudine per la ricuperata salute, dopo di essersi raccomandata all'intercessione di M. A. e del Beato.
N. N. per intercessione di M. A. e del B. Don Bosco potè ottenere numerose grazie importantissime.
G. G. C. colpita nell'inverno scorso (1931) da grande bronco-polmonite, già molto cagionevole di salute, il medico curante aveva giudicato il caso disperato. Si raccomandò con fiducia alla Vergine SS. e al B. D. Bosco, e la grazia venne; doppia grazia perchè sviluppatosi in seguito anche un attacco di pleurite, in breve tempo tutto scomparve.
B. M. preparandosi agli esalai di concorso magistrale si sentì ispirata a confidare nella Madonna Ausiliatrice per una buona riuscita: la pregò con fervore e l'esito fu buonissimo. Invia in segno di gratitudine offerta per le missioni.
Giovannino invia L. 25 per le Missioni chiedendo preghiere per la mamma tanto ammalata.
C. S. per grazia ottenuta a intercessione del Beato.
Vanzino Margherita per interessi felicemente sistemati coll'aiuto del B. Don Bosco.
F. B. per ottenuta guarigione da un malanno che da mesi l'opprimeva, offre L. 5o alle Missioni Salesiane.
Marchisio Rosina per la guarigione del bimbo Giuseppe.
Tommasina D'Arrigo (Palermo) per il prodigioso rinvenimento di un oggetto indispensabile smarrito da suo marito e da tre giorni ricercato invano. Venne trovato dopo una breve preghiera al Beato.
Balzavi Elvira (Nevi) è riconoscente al Beato per l'ottenuta guarigione del figlio di 7 anni.
Galeazzi Carletto minacciato il 31 dicembre di occlusione intestinale, invocò il Beato e il dì seguente fu giudicato fuori pericolo.
Cavelli Marcellino (Morsasco) per guarigione da gravissima polmonite doppia.
C. Z. (Schio) per l'ottenuta guarigione.
F. F. R. (Vicenza) fatta al Beato la promessa di offerta per le missioni ottenne istantaneamente la liberazione del marito da un reale di capo che per 20 giorni l'aveva tormentato.
Operaia Convitto (Legnano) ottenne per intercessione del Beato di vedere il fratello riprendere le pratiche della vita cristiana.
N. N. (Mathi) per grazia ricevuta.
Baraggioli Flavio (Casalvone) ringrazia devotamente il Beato con un ex-voto e offerta per grazia ottenuta.
A. P. (Cuccaro) per intercessione del Beato ebbe guarita la mamma e adempie il voto fatto per le Missioni.
Una Cooperatrice per intercessione del Beato ebbe guarito in 15 giorni il bimbo Giuseppe, di 3 anni, colpito da bronco-polmonite e nefrite, gravemente.
Lucia Arru (Pozzomaggiore) per la guarigione del suo piccolo Gavinuccio colpito da influenza in forma grave.
Modica Salvatore (Sutera) per la guarigione del figlio da sinovite traumatica: dopo 5o giorni all'ospedale militare si raccomandò al Beato conosciuto a mezzo di un bollettino del Ricreatorio « Don Bosco » di Montalto (Cosenza), e in pochi giorni guarì.
Abbonata riconoscente (Mori) per aver salvato la vita all'amatissimo Arciprete, vittima di un grave incidente automobilistico, e rimessosi in breve tempo.
Pavese Felicina (Varazze) è riconoscente per la sperimentata protezione del Beato.
Bianca Borsa Ghersi (Torino) dovendo subire un'operazione fece una novena al Beato applicando la reliquia sulla parte malata e promettendo offerta per le Opere Salesiane. Fu pienamente esaudita.
Anna Tagliaventi (Pennabilli) al pensiero di un'operazione che il figlio doveva subire, provò, tanto dolore che rasentava la follia; ma, cominciata la novena al Beato, le ritornò in cuore la fiducia e la calma.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:
Agnello F., Aimone E., Appendino Dott. Luigi per la guarigione della mamma, Alasia A., Arato L, Arnaud E., Allora C., Anna M.
Bordin G., Briata M. I., Bianco I., Bosio L., Bartocci M., Biglieri C., Baragiobba C., Bennicelli I. e D., B. L. G. (Palermo), Bonetti A., Burzio A., Ballardini G., Bagnasco T., Barbisan E., Bertoglio D. F., Busca R., Bortolazzo G., Bosso C., Bertero R., Belloni N., Bistolfi E. C., Bertani O., Barale A., Bozzano Gerber E., Barillo L., Bellero M., Boffero R., Borghino, Beretta L.
Cucco E., Castiglione C., Cecchini P., Cattoi F., Cane E., Celli M., Catalani A., Castiglione G., Cnr rengia L., Cinquini F., Cologni M., Cipriani A.. Candela M., Coppo Sac. F., Carmignoni F., Capra E., Carrera D., Cavinato A., Collino C., Cominazziiii G., Cotto T., Calligaris M., Cravero L., Cavallieri S., Coniugi N. N. (1000).
De Mori A., Danusso M., Demuro C., De Paoli M., Dalpiaz V., De Angelis A., De Gondron M., De Ambrosio M., Dosio S., De Bernardi F., Dorato E., Della Chiesa C., De Abate R.
Evaldi.
Farina G., Fellini F., Ferrero Don G. B., Fedeli C., Fedi A., Frigerio G., Figini A., Fanara M., Fregosi G., Foro G., Fornica D. F., Flesia M. (anello d'oro), Ferrero M., Franco M., Fulchero F. (orecchini d'oro), Formosa R.
Genco V., Giudici G., Gaffuri N., Guarneri R. N.. Giandrone M., Gnocchini M., Grassi V. C., Gueri D., Gatti G., Grange F., Gai M., Gianera O., Ghiani B. S., Grenno C., Grossi R., Gravier M., Gandolfo E., Garoglio V.. Gerasco F., Giacosa famiglia.
I. Suor M. (Formigine), Isola M.
Longo M., Licalzi M., Lebiu L., Lista A., Lau ran F.
Montabone A., Marchi A., Madrigrano L., Moro O.. Milani E., Magiteri A., Maraboli G., Marchi O., Melesi M., Marchesi C., Magnasco L., Morandini G., Marongiu E., Migliorini I., Miotti Z., Meregalli F., Martini N., Mignone C., Mangili A., Miccichè T., Michelangeli N., Maraschi P., Martina G., Mellano M. per grazia ric., Martinetto M.
Natale C., N. N. (Banco), N. N. (Caltanissetta) (7), Noè A., N. N. (200) per grazia ric., N. N. (Besana) (spilla d'oro), N. N. (Torino) (orecchini d'oro).
O. R., Ottella M., Oliverio Ch. A., Osella D. per grazia ric., Oviglia.
Patria L., Piasco sorelle, Poli S. N., Proto C , Pavan A., Petralia C., Pandolfo A., Pignatari E., Passera M. P., Pia persona, Petriccione C., Perona A., Pavesi L., Pivi G., Pautassi M., Petris nob. E., Paravidino L., Pugliese M., Parisi M., Pasquini.
Quadrino T.
Rossi M., Ratti C., Roggerini S., Roggerini R., Rizza P. M., Rinaldi A., Regge A., Restano A. (Braccialetto d'oro), Rigotti M., Ravenali G.
Serra S., Scimone A., Sartori A., Sala T., Sardos avv. dott. P., Schiavi E., Stiscia cav. V., Sanlo renzo L., Sillitti D. per grazia rie., Sambuco A., Stoppino C., Stefanone, Sola avv. G., Sabri T., Scaglia E. (anello d'oro), Sacco M.
Tedeschi U. M., Tagliaferri A., Trevisan R., Tronconi C., Tantera G., Tizzani N., Turina P., Tabuso G.
Vianello P., Valenti G., Vicini B., Ventura A., Vassoney C., Varaldo G.; Vandone M., Vallero, Veglia F.
Zucca G., Zanazzo prof. G. B., Zorzo G., Zanella B., Zenoni L.
Raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori e delle Cooperatrici i seguenti defunti, mentre presentiamo alle rispettive famiglie le nostre più sentite condoglianze
Comm. Prof. PIETRO DE LOGU.
Questo nostro affezionatissimo Cooperatore si spense improvvisamente nella notte del 15 Gennaio u. s. a 75 anni, dei quali oltre cinquanta spesi come Docente nell'Università di Catania, in cui fu per tre volte Rettor Magnifico e per moltissimi amni (e lo era tuttora) Preside della Facoltà di Giurisprudenza.
Nato e laureato a Cagliari, a 24 anni ebbe nella città di Catania la cattedra di Diritto Romano, nella quale profuse fino alla morte luce di sapienza e di bontà,
Pari alla profonda dottrina di sommo giurista e alla meritata fama di Principe del Foro, ebbe la nobiltà dell'animo e il corredo di ogni cristiana virtù diuturnamente praticate nella famiglia, nella professione, nell'insegnamento.
Amò intensamente l'Opera Salesiana, verso cui fu sempre largo della sua simpatia, del suo aiuto, e del suo saggio consiglio: e partecipò sempre ad ogni manifestazione di attività salesiana. Era altamente stimato dal Signor D. Rinaldi che di poco lo precedette al Paradiso.
MAURIZIO DUFOUR.
Si spense santamente in Varazze il giorno 11 gennaio dopo lunga e dolorosa malattia sopportata con eroica rassegnazione cristiana.
Nipote del valente pittore e architetto Maurizio Dufour, pioniere dell'azione cattolica in Italia, il padre degli operai, fondatore, col Card. Alimonda, delle Società Operaie Cattoliche e delle Conferenze di S. Vincenzo a Genova, ne ricopiò fedelmente le virtù religiose e civili. Passò la sua vita nella direzione della grande azienda paterna, vero padre dei suoi operai, e nelle opere di religione e di carità, nobile esempio di ogni preclara virtù.
La Congregazione Salesiana, e specialmente i nostri confratelli di Varazze, perde in M. Dufour un amico sincero e un munifico Benefattore. Alla famiglia, a cui tanto deve la nostra Pia Società, le più vive e fraterne condoglianze; ai nostri Cooperatori la raccomandazione di pii suffragi per l'anima eletta.
MARIETTA COFFARI ved. BARCELLONA.
Si spense seranamente a 85 anni, il 16 febbraio, in S. Giovanni Gemini. Fervente Cooperatrice e zelatrice della divozione a Maria Ausiliatrice fu lieta che la figlia Concettina si sentisse chiamata nella Congregazione delle Figlie di M. A. e che esplicasse il suo apostolato nel lontano Cile, dove si trova da 23 anni.
P. ALFREDO DELATTRE dei PP. BB.
Si spense serenamente in Cartagine a 82 anni. La sua vita fu un esempio di meravigliosa attività scientifica e religiosa, che rese il suo nome celebre e stimato in tutto il mondo. Mandato a Cartagine nel 1876 ad officiare la Cappella fatta costruire dal re Luigi Filippo sul posto dove morì S. Luigi, Re di Francia, il Delattre iniziò la serie delle sue scoperte archeologiche, tra cui cinque antiche basiliche cristiane, iscrizioni ecc. e ordinò la collezione di antichità in un pregevole museo (museo Lavigerie), il restauro dell'anfiteatro di Cartagine ecc.
Uomo non solo di scienza, ma di alta virtù religiosa, fu in fraterna amicizia coi figli di D. Bosco e spesso onorò di una sua visita diversi nostri istituto, edificando sempre colla sua profonda pietà e con l'umiltà che gli era abituale.
Sac. ANGELO MASSIRONI.
In Rho (Milano) dove fu per 40 anni Coadiutore Titolare di quella Chiesa Prepositurale e dove spiegò il suo zelo ardente per le anime, spirava serenamente colpito da sincope, in età di 71 anni, il 28 nov. u. s.
Compì il ginnasio all'Oratorio di Torino, sotto la direzione del nostro Beato, del quale parlava sempre commovendosi fino alle lacrime. Ebbe la ventura d'essere interrogato da D. Bosco, nelle familiari « Buone notti » di quei tempi eroici - confessava ingenuamente prima di morire - per essere allora vivacissimo e distratto.
Volle nonostante l'età avanzata e gli acciacchi della vecchiaia recarsi a Roma ad assistere al trionfo di D. Bosco, e confessava ad un Salesiano del suo paese, con un'espressione radiosa d'affetto, che un sacro dovere di riconoscenza per colui che gli era stato più che tenerissimo Padre, l'aveva spinto a fare questo viaggio.
Mons. Dott. GIORGIO LA LETA
Priore del Capitolo della Cattedrale di Palli.
Si spense improvvisamente a soli 59 anni, il 18 febbraio u. s, lasciando largo rimpianto di sè. Consacrò tutta la sua vita di sacerdote esemplare all'educazione dei giovani. Fu Rettore del Seminario di Nicosia, e dopo il trasferimento di S. E. Mons. Fiandaca, che lo ebbe carissimo, di quello di Patti.
Distinta figura di prelato, zelantissimo cooperatore salesiano, non risparmiò fatiche neppure negli anni in cui fu oppresso dal mal di cuore.
Alla famiglia, ai fratelli Can. Paolo, Egisto, Adamo e Don Temistocle della Pia Congreg. Salesiana, giungano le nostre condoglianze.
Mons. Can. SEBASTIANO ALAGNA.
Serenamente spegnevasi il 18 febbraio a Marsala nella bella età di 86 anni.
Fu un grande benefattore della sua città nativa e dell'Opera salesiana.
Giovane sacerdote, animato da zelo per la salvezza delle anime, rimase attratto. dall'opera che a Torino svolgeva il B. D. Bosco a vantaggio della gioventù povera ed abbandonata. La lettura assidua del Bollettino Salesiano e delle Letture Cattoliche lo decisero, assieme ad altri pii sacerdoti, fra cui il venerando Can. Piazza, tuttora vivente, a riprodurre a Marsala l'Opera degli orfani.
Cominciò a raccogliere i primi orfanelli, si mise in relazione col B. D. Bosco e venne all'Oratorio per apprendere dalla viva voce del nostro Fondatore metodi e sistemi, mise tutto il suo patrimonio a disposizione degli orfani e si diede, come D. Bosco, a mendicare per essi. Coll'appoggio di ottime persone gettò le basi della grandiosa Casa della Divina Provvidenza, e quando vide l'Opera bene avviata, la cedette nelle mani del venerato D. Rua, alla Congregazione Salesiana, assicurandone la perpetuità.
Mons. Alagna si ritirò a vita privata, dedicandosi al Sacro ministero e dando vivo esempio di preclare virtù sacerdotali.
Nel 1930 il regnante Sommo Pontefice, riconoscendo i meriti speciali, lo nominò suo Cameriere Segreto Soprannumerario.
Mons. Alagna morì povero come visse, e gli orfanelli della casa Divina Provvidenza e la cittadinanza tutta lo accompagnarono all'ultima dimora, piangendo il Padre buono che aveva dato tutto se stesso per gli orfani e i derelitti.
Cav. Dott. FRANCESCO MORCHIO.
Spirava serenamente in Chioggia nella veneranda età di 81 anni l'8 marzo a. e.
Cattolico fervente, uomo semplice, affabile, retto, fu un buon papà per il nostro Istituto, al quale prestò gratuitamente le sue cure di medico apprezzato per più di un trentennio.
Il B. D. Bosco ottenga rassegnazione e conforto all'addolorata consorte, zelante sostenitrice di ogni opera di carità.
ARTARIA GIUSEPPE.
Zelante e generoso cooperatore salesiano, spirava santamente in Como il 5 marzo. La sua vita, improntata ad una rettitudine e pratica veramente cristiana, fu un perenne stimolo per la famiglia alla virtù.
ARTURO CARLETTI.
Padre amatissimo del nostro Don Ernesto, spirava il 13 febbraio suggellando con una santa morte una santa vita. Amò e praticò la religione porgendo a tutti l'esempio di preclare virtù; e fu caro a tutti per quell'impronta di viva carità che fu una caratteristica della sua vita.
Ing. ROMOLO BARBALISCIA.
Morì a Genzano di Roma, quasi improvvisamente il 31 gennaio u. s. Universale fu il rimpianto ed unanime la dichiarazione: è morto l'uomo giusto! Sin dalla prima giovinezza lavorò nell'Azione Cattolica con zelo ed efficacia, come milite disciplinato prima e poi come solerte dirigente.
Animo generoso, era larghissimo nelle opere di beneficenza; fu uno dei più caldi amici e sostenitori dell'Opera salesiana di Genzano e non mancò mai di farle pervenire il contributo della sua benefica cooperazione.
Prof. GIUSEPPE MAZZOTTA.
Fervente cooperatore salesiano spirava santamente in Novoli (Lecce) il 9 febbraio a 84 anni. La sua lunga vita fu tutta un'intensa attività, illuminata dai più nobili ideali religiosi e civili. Educò nella religione i numerosi figliuoli, dei quali uno, zelante ministro di Dio, è oggi Decurione Salesiano infaticabile. Lasciò alla famiglia, a quanti lo conobbero, esempi vivissimi di rettitudine e di virtù cristiane, che rendono cara e benedetta la memoria di lui.
ABATE DERGA Sorelle, Cavour (Torino).
ANTOLINI LUIGI, S. Ambrogio Valpollic. (Verona). AVANZI ENRICO, Canda (Rovigo).
BATTISTI D. GIUSEPPE, parroco, Castelletto (Cuneo). BIANCHINi Du Bois Contessa LUIGIA, Venezia. BOETTO ORSOLA, Torino.
BONANNO Not. ANTONIO, Ampezzo (Udine). BORDA Rag. ALESSANDRO, Cuneo.
BOTTI-CAFFONI Mons. GIOVANNI, Pontremoli. BRANCATO CoNCETTINA, Pachino (Siracusa). CALIA FRANCESCA, Lula (Sassari). CASIMI PACIFICA, Cles (Trento).
CIGLIUTTI CATTERINA MARENGO, Cherasco (Cuneo). CONCA LEONILDA, Novalesa (Torino). CROCE CESARE, Torino.
DELLA TORRE ANGELINA Lonigo (Vicenza). DELLA VEDOVA FIOR., Chiesa di Formazza (Nov.). Di STEFANO D. ANTIMO, Rapagnano (Ascoli Pic.). FARNÈ RAFFAELE, Bologna. FERRARIO MARIA SPAGLIARDI, Milano. FIGAROLI SANTA, Ponte Caffaro (Brescia). FORTE DE ANTONI NATALIA, Valle S. Floriano (Vic.). GABURRO DELFINA FIORATO, Negrar (Verona). GARAU LUIGINA, Sanluri (Cagliari). GIACOBINO ORSOLA, Torino. GICLIA D. VINCENZO, Licata (Agrigento). GIRARDI Dott. PIETRO, Torre Orsaria (Salerno). GLISENTI BARTOLOMEA, Edolo (Brescia). GRIFFI sig.ra, Braone (Brescia). LAVACHER Nob. MATILDE, Parma. MAj ANGELA DABENI, Pian di Borno (Brescia). MARENGO TERESA FISSORE, Cagliari.
MINA ANTONIETTA GONTERO, Orbassano (Torino). MORGANTI TERESA, Villa Basilica (Lucca). MOTZO FRANCESCO, Bonarcado (Cagliari). MUSCARÀ MARLETTA FR. M., Aci Castello (Cat.): NOTA DOMENICO, Pralormo (Torino). NOVARO D. ANTONIO, Diano Marina (Imperia). OLIVA Mons. AGOST., parroco, Pianezza (Torino). OTTONELLO SIMONE, Masone (Genova). PASTORELLO AGAR, Padova. PELINGA LUIGIA, Mondolfo (Pesaro). PNRICO EDVIGE Pegli, (Genova). PICASSO GIOVANNI, Genova. POLI BERNARDINO, Cene (Bergamo). POLONIALI GIOVANNI, Cedegolo (Brescia). PONTELLO PIZZOLATO ROSA, Falzè (Treviso). PUPPA FRANCESCO, Fornaci (Lucca). RIGHETTI ANGELO, Negrar (Verona). RIVA MARIA, Rancate (Milano). Roi FAUSTINO, Barasso (Varese). RONCHI GIOVANNA, Tre ponti (Belluno). Rossi D. ADOLFO, parroco, Reggio Emilia. Rossi SERAFINA, Dogliani (Cuneo). Rossi SERAFINO, Erbezzo (Verona). Russo MARIA, Spezia.
SALAMI ADELE, Lucca.
SAMUT PAOLO, Sliema (Malta).
SCHELLINO PAOLINA, Belvedere Langhe (Cuneo). SCHIAVO PIA PIZZATI, Sandrigo (Vicenza). SEVERI Abbé ALPH., Hechtel (Belgio). SITÀ-VUILLERMIN ADA, Torino. SPADONI TACOLI Marchesa LUISA, Modena TERZI GIOVANNI, Bergamo. VASSALLO GIOVANNA, La Valletta (Malta). VECCHIETTI DELL'ORO MAR., Abbadia Lar. (Como). VILLA PIETRO, Desio (Milano). ZANON CRISTINA, S. Bonifacio (Verona)