Anno LVI. 1° NOVEMBRE 1932 (XI) Numero 11.
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
SOMMARIO: Il frutto delle opere buone. - Catechési. - Le rivelazioni di un Congresso. - Il Cardinale Guglielmo Van Rossum. - Notizie di famiglia. - A zig-zag dall'alpi al mare - Festa Eucaristica a Sunbury. - Crociata missionaria. - Un altro anno di missione in Giappone. - Lo spirito missionario del Servo di Dio Don Andrea Beltrami. - Culto e grazie di M. A. - Culto del B. Don Bosco. - Necrologio,
In fin di vita si raccoglie il frutto delle opere buone!...
Quante volte le labbra del Beato Don Bosco hanno ripetuto questa consolante verità! Quante volte essa fu raccolta da anime generose che hanno moltiplicato saggiamente le loro opere buone per goderne un giorno i frutti copiosi! Quante volte ha scosso animi indifferenti, o troppo preoccupati degli interessi materiali, e li ha eccitati ad utilizzare più cristianamente i loro talenti ed i loro capitali secondo il monto di Nostro Signor Gesù Cristo:
- Non accumulate tesori sulla terra ove la ruggine e il tarlo li consumano e dove i ladri li dissotterrano e li rubano, accumulate invece tesori nel cielo, ove nè la ruggine, nè il tarlo li consumano e dove i ladri non li dissotterrano, nè li rubano.,. -
Noi pensiamo- a questa schiera di anime sapienti che godono ora nel cielo gli interessi di quei capitali bene impiegati, dì quelle opere veramente buone, - buone nella loro natura, buone per lo stato di grazia in cui furono compiute, buone per il fine santo cui furono destinate - e prodigate largamente con mille industrie ispirate dalla carità cristiana.
Pensiamo a loro in questo novembre che, colla sua festa d'Ognissanti e colla Commemorazione dei Fedeli Defunti fonde la Chiesa militante con quella purgante e con quella trionfante in quel prodigio della Grazia che è la Comunione dei Santi, e richiama la memoria di coloro che ci hanno preceduti col segno della fede e dormono il sonno della pace, oppure attendono ansiosamente, nell'espiazione, l'ora della glorificazione e del premio. In questa falange di anime segnate del segno della Redenzione ne contiamo tante a noi particolarmente unite dal vincolo della cooperazione salesiana: Cooperatrici e Cooperatori della prima ora, che hanno aiutato il Beato Don Bosco a fondare le grandi istituzioni ispirategli dalla Provvidenza e ad attuare il vasto programma di salvezza della gioventù alle sue cure affidata; successori innumeri di questa prima schiera, che hanno riconosciuto Don Bosco nella persona dei suoi successori, ed hanno sostituito i primi, emulandone lo slancio e la generosità.
Una statistica generale ci darebbe delle cifre consolanti. E se al nome di ciascuno potessimo aggiungere la specificazione delle singole posizioni sociali ed il contributo individuale dato alle opere salesiane nelle diverse forme, noi avremmo argomenti non pochi di dolci sorprese e di profonde. meditazioni. Accanto alle grandi figure del primo cooperatore salesiano, l'angelico Pontefice Pio IX, dei suoi Successori, di eminenti persone del clero e del laicato, quante figure di modesti operai, lavoratori della terra, umili figlie del popolo che si privarono tante volte dello stesso necessario per sostenere le opere salesiane!... Chi li può contare?
Certe statistiche sono riservate agli uffici della Provvidenza: a noi non riesce che un elenco misero ed incompleto. Ma quel Dio, che ricompensa con munificenza divina un bicchier d'acqua dato per suo amore, non lascia sfuggire nulla. Una delle visioni più commoventi che avremo un giorno in cielo sarà anzi questa: della valorizzazione fatta dalla bontà divina delle più piccole nostre opere: il frutto delle opere buone.
Già lo godono le anime che hanno raggiunto l'eterna felicità, col Beato Don Bosco, in Paradiso. Alle altre che ancora attendessero nel Purgatorio, affrettiamolo noi, legati dal vincolo della Cooperazione salesiana, in questi giorni piamente consacrati alla loro memoria ed ai loro suffragi.
E confortiamoci frattanto, ottimi Cooperatori e gentili Cooperatrici, in questa opera sublime di cristiana carità che è la
Cooperazione salesiana; pensando che, se già su questa terra noi abbiamo la gioia di vedere il frutto delle nostre preghiere, dei nostri sacrifici, delle nostre offerte, della nostra qualsiasi attività, questo frutto noi lo troveremo centuplicato un giorno dalla generosità del Signore.
I tempi, è vero, sono particolarmente gravi e difficili, scarseggiano i mezzi materiali; ma purtroppo i bisogni delle anime sono aumentati e domandano ai buoni dei grandi sacrifici. Al nostro Rettor Maggiore si chiedono con insistenza aiuti per mantenere le opere iniziate, nei paesi civili e soprattutto nelle terre di missione, si richiedono nuove fondazioni, oratori, scuole professionali, ecc., con espressioni che strappano le lagrime... Ebbene, prodighiamoci generosamente, secondo le nostre possibilità, affinchè la Società salesiana, come tutte le istituzioni fiorite nella carità della Chiesa Cattolica, possa continuare ed accentuare il ritmo della sua attività per la gloria di Dio, il bene delle anime, nello spirito del Beato Don Bosco.
In fin di vita coglieremo anche noi ìl frutto dì queste opere buone e lo godremo con Dio in compagnia delle Cooperatricì e dei Cooperatori defunti che ce ne hanno dato l'esempio ed ora ci dànno il massimo incoraggiamento.
Con questo titolo esce in Torino presso la Società Editrice Internazionale, una rivista mensile che si propone di offrire aiuti ai sacerdoti ed ai laici che, dopo il Concordato, sono chiamati ad insegnare la Religione nelle scuole medie d'Italia.
Il pensiero di far nascere una rivista che contribuisse all'insegnamento della Religione nelle scuole medie era insistente nel nostro compianto Rettor Maggiore Don Rinaldi; la morte, che ci rapì il desideratissimo Padre, non segnò il tramonto dell'idea, che raccolta dal suo degno successore è oggi un fatto compiuto.
Benedetta dall'Em.mo Prefetto della S. C. del Concilio, Card. Giulio Serafini, sotto l'autorevole patronato dell'Em.mo Card. Schuster, arciv. di Milano, diretta da due zelanti ecclesiastici lombardi, Mons. Montalbetti e prof. Don Perini e dal nostro confratello Don Cojazzi, ha diffuso largamente due numeri di saggio nei mesi di maggio e giugno u. s.
Col numero di settembre ha iniziato regolarmente l'annata, che comprenderà dieci fascicoli, quanti sono i mesi dell'anno scolastico. Col magnifico programma, pel quale rimandiamo ai numeri di saggio, Catechési interessa non solo gl'insegnanti di Religione nelle scuole medie, ma tutti coloro che attendono ovunque a questo delicato ufficio; la raccomandiamo quindi caldamente ai nostri Cooperatori, cui meglio di ogni nostra parola sarà garanzia del valore della rivista la lettera che l'Em.mo Card. Minoretti, arciv. di Genova, ha inviato ai direttori per benedire, incoraggiare e precisare il nobile compito che si sono assunto.
ARCIVESCOVADO DI GENOVA.
18 agosto 1932.
Carissimi redattori,
Il vostro lavoro è prezioso e proficuo. Prezioso per il soggetto che trattale, del quale niente è più sublime. Proficuo perchè fornisce ai maestri delle scuole medie istrnumenti adatti a compiere la grande missione.
Purtroppo, e per troppo tempo, si credette bastasse l'insegnamento catechistico, confinato nelle classi elementari. Come se tutto l'insegnamento religioso venisse consumato in quelle semplici espressioni che costituiscono il piccolo Catechismo, mentre invece quelle risposte non sono che l'indice di profondità e di altezze, di concetti e dottrine, che domandano istruzione più estesa.
Crescendo l'età, cresce il dovere di maggiore cognizione religiosa e cresce il bisogno di armonizzare le aumentate cognizioni naturali con le verità di fede.
E nulla dico delle opposizioni che, con l'età, crescono e al di dentro e al di fuori.
Chi ha qualche esperienza dei giovani studenti, sa quanta verità si includa in questo che dico. Ma anche nell'istruttore e maestro deve aumentarsi la scienza religiosa e profana, per non esporre le verità a disprezzo, quasi siano buone unicamente per i fanciulli che non ancora domandano ragione delle cose.
Non credo sia per essere un buon maestro di religione nelle scuole medie chi è senza il sussidio di sana filosofia, di profonda teologia e di sufficiente corredo anche delle altre scienze, almeno quanto basti per stare in allarme contro le opposizioni.
Bisogna sapere esporre rettamente, nettamente; ma anche saper difendere. Inutile l'edificazione, se non si sa consolidare. Mai dimenticare che la fede è rationabile obsequium.
Non pretendere dal cuore ciò che la mente non raggiunge come motivo di adesione.
E la mente dello studente ha il diritto e il dovere di rendersi ragione di quello che è chiamata a credere, e a operare.
Se la cosa è tale, siccome non tutti hanno il tempo e il modo di approfondire l'oggetto del proprio insegnamento, di quanta utilità sarà l'aiuto che loro verrà da Catechési!
Lavorate dunque, cari professori, con alacrità, e ne avrete la gratitudine dei maestri, degli scolari, della Chiesa, e, quello che più importa, del Maestro divino, del quale siete discepoli e ministri.
Con stima sono Dev.mo
+ CARLO DALMAZIO Card. MINORETTI.
Il primo Congresso Nazionale Missionario.
Il primo Congresso Missionario Nazionale. tenutosi in Padova dal 27 al 30 settembre u. s. per iniziativa dell'Unione Missionaria del Clero e della Direzione Generale delle Opere Missionarie Pontificie, ha fatto delle grandi e consolanti rivelazioni. Destinato a commemorare un decennio di pontificato del Papa Missionario, e ad ispirare l'adesione più fervida e la cooperazione più generosa del clero e del laicato all'attività della Direzione Generale delle Opere Missionarie Pontificie, esso ha rivelato ai Congressisti il magnifico incremento di questa provvida organizzazione pontificia, ed alla Direzione Generale una rispondenza così cordiale e così entusiasta delle anime e dei cuori dei cattolici italiani da legittimare nella forma più solenne e più concreta anche per l'Italia la tesi svolta magistralmente dall'Ecc.mo Presidente, Mons. Salotti, nella sua prolusione ed affermata chiaramente con queste parole: Oggi, sotto Pio XI, è risuonata un'altra ora storica: quella delle Missioni: un'ora la cui opportunità ed importanza religiosa e civile è compresa dai popoli e dai governi, che, nel progresso e nell'avvenire delle Missioni, salutano l'avvenire dell'umanità.
La gloria di quest'ora storica è indubbiamente del Santo Padre Pio XI, il quale l'ha fatta scoccare e risuonare da un continente all'altro con un pontificato spiccatamente missionario, che ha richiamato il pensiero ed il cuore di tutto il mondo cattolico alla grande causa delle Missioni.
La statistica dell'attività pontificia ha dato delle cifre di valore apologetico straordinario:
In 10 anni, 4000 nuovi missionari esteri hanno accresciuto il largo stuolo degli evangelizzatori: I sacerdoti indigeni che, dieci anni or sono, erano appena 2670, oggi hanno raggiunto la cifra di circa 5 mila. Le circoscrizioni o missioni di Propaganda, che nel 1922 erano 312, oggi sono salite a 480, con l'aumento di 128 missioni, delle quali 20 affidate esclusivamente allo zelo dei sacerdoti indigeni. Le conversioni in questo decennio hanno toccato la cifra di più che 6 milioni. Senza parlare dell'aumento notevolissimo delle Suore missionarie estere e indigene, che hanno soccorso tutte le missioni cattoliche portando dovunque un largo contributo di attività conquistatrice.
Piccoli e grandi seminari indigeni raccolgono ora circa 16.ooo chierici che si preparano alla conversione dei propri fratelli.
Ma l'augusta figura del Sommo Pontefice, radiosa di genio e viva di prodigiosa attività missionaria, non rifulse isolata attraverso all'eloquenza dell'Ecc.mo Mons. Salotti e dell'Arcivescovo di Udine, Mons. Nogara. Essa apparve sulla nave di Pietro circondata da innumero equipaggio: dallo Stato maggiore fino all'ultimo servo, premuroso e fedele nella collaborazione, cordiale e generoso nella cooperazione. In questo nobile equipaggio il Clero e il laicato cattolico italiano hanno ormai guadagnato un posto di privilegio. 1700 Delegati, 3000 partecipanti d'ogni parte d'Italia rappresentavano infatti degnamente, l'innumerevole stuolo di iscritti alle Opere Pontificie, di aderenti e di simpatizzanti, che erano a Padova col pensiero e col proposito della più generosa cooperazione all'apostolato missionario.
Gli Eccellentissimi Relatori, che nella vetusta Cattedrale, alla presenza dell'Em.mo Card. Patriarca di Venezia, dell'Ecc.mo vescovo di Padova, Mons. Agostini, di altri 20 Vescovi, e di alte Autorità civili, politiche e militari, trattarono con rara competenza i temi assegnati, trovarono un terreno non solo preparato, ma impaziente di offrire i suoi frutti. E, mentre le varie opere missionarie italiane testimoniarono l'incremento, la concordia e l'ardore della loro prosperità organizzatrice, l'Azione Cattolica, che offriva tanto valido contributo al buon esito del Congresso, assicurò ancora una volta la più generosa collaborazione colla Gerarchia anche nell'attività missionaria. In magnifica gara, tutti pronti alla organizzazione, alla cooperazione, alla propaganda, manifestarono assai più che la buona volontà: l'ardore, la passione dell'apostolato missionario.
Nè meno confortanti riuscirono le sedute delle quattro sezioni di studenti nel Patronato del Santo. Che collo slancio della generosità giovanile concretarono un magnifico programma di attività missionaria.
Il successo fu adunque trionfale: trionfo dell'idea, trionfo dell'organizzazione, della cooperazione e della propaganda missionaria.
Il Santo Padre, nella lettera indirizzata all'Ecc.mo Presidente, Mons. Salotti, e che S. E. ha genialmente definito la perfetta sintesi di un trattato di missionologia, si era compiaciuto dell'iniziativa di questo Primo Congresso Missionario Nazionale non solo per le felici occasioni che l'hanno promosso, quali sono la commemorazione dell'attività missionaria compiuta nei dieci anni dell'attuale Pontificato, e l'omaggio al Santo di Padova, ma per il merito altresì intrinseco di una così solenne e opportuna manifestazione.
Essa, infatti, è destinata a dare - soggiungeva l'augusto Pontefice - nuovo rilievo e più vasta risonanza all'idea missionaria negli animi dei cattolici italiani, i quali, sia ecclesiastici, che laici, hanno già dato bellissime prove del loro amore alla causa delle Missioni. La causa missionaria, infatti, quante altre mai si alimenta di forze spirituali ed ideali ed al tutto si spoglia di quei presidi esteriori onde si arma e si protegge la terrena conquista, trae invincibile vigore dalla carità di Cristo che muove le anime. La espansione missionaria è così proporzionata alla propaganda missionaria; e chi le apre le vie nell'interno delle coscienze cristiane, apre insieme quelle che corrono verso il mondo infedele.
Un Congresso poi che faccia risplendere la grande idea della propagazione della Fede alle anime di quelli che godono di questo Dono Divino, a queste anime stesse prima ancora che a quelle lontane degli infedeli porta benefici molteplici e singolari. Essa infatti illumina davanti alle menti la vera e maestosa figura della Chiesa, Maestra di Verità e Madre di Carità, suscita nei cuori sentimenti di umana solidarietà e cristiana abnegazione, ricorda alle coscienze quanto grave di responsabilità sia il dono della salute da esse goduto, educa i grandi e i piccoli a pensieri alti ed umili, ad azioni generose e pazienti e conforta tutti, anche in questi momenti minacciosi a sperare delle sorti di quella civiltà che dalla Croce trae origine ed ha il centro nel Pontificato Romano.
L'aspettativa del Vicario di Cristo, non fu delusa, forse venne superata. Così infatti ci autorizza a pensarne il telegramma che, per la chiusura, l'Em.mo Card. Pacelli inviò ai Congressisti a norie del Santo Padre:
All'Augusto Pontefice che, ripetendo il gesto del Crocifisso Redentore, apre le braccia e il cuore paterno a tutti gli infedeli per richiamarli alle gioie e alte speranze cristiane, recano vivo conforto i propositi di cooperazione missionaria di codesta: nobilissima assemblea. Rinnova ai congressisti l'Apostolica Benedizione e conferma la Sua speciale benevolenza fecondatrice delle generose promesse e voti. - Card. PACELLI.
La Società Salesiana era rappresentata dal Vescovo Missionario, Mons. Coppo, dagli Ispettori della Cina e del Brasile, da un bel numero di sacerdoti.
L'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice da Madre Teresa Pentore, del Consiglio Generalizio, con 5o suore.
In una delle sere venne rappresentato il dramma missionario «Sul fiume azzurro » del nostro compianto confratello prof. Angelo Burlando.
Prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide.
È spirato dolcemente il 3o agosto u. s. nell'ospedale di Calvariemperg a Maastrich, Olanda, sua terra natale, nell'età di 78 anni.
Fu colto proprio sulla breccia, all'indomani delle solenni manifestazioni religiose della Scandinavia Cattolica, dopo le fatiche di un Congresso Eucaristico in cui aveva avuto la gioia di comunicare migliaia e migliaia di bimbi e portare in trionfo Gesù Sacramentato. Il Signore ha voluto premiare lo zelo da lui dispiegato per il trionfo del regno di Cristo in terra, affrettando il trionfo dell'anima sua in cielo. L'Eminentissimo infatti, dopo aver coperto varii delicati uffici nelle Congregazioni Romane, elevato alla Sacra Porpora il 17 novembre 1911, fu membro delle Congregazioni del S. Uffizio, del Concilio, per la Chiesa Orientale, dei Religiosi, di Propaganda Fide, dei Seminari e della Università degli Studi, Presidente della Pontificia Commissione per gli Studi Biblici, ascoltato Consigliere della Pontificia Commissione per l'interpretazione del Codice di Diritto Canonico, Presidente del Pontificio Istituto dei Ss. Pietro e Paolo e dei Ss. Ambrogio e Carlo per le Missioni estere, Penitenziere maggiore, ed infine, per 14 anni, Prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide. Interprete fedele ed intelligente dello spirito missionario dell'Augusto Pontefice gloriosamente regnante, egli ha dato a Propaganda Fide tutto l'ardore della sua attività organizzatrice, illuminata e generosa. A lui saranno perennemente grati tutti i missionari sparsi nelle diverse missioni cattoliche, a lui gli innumerevoli pagani che furono strappati dal regno delle tenebre e trasportati nel regno della luce, ai palpiti della carità cristiana.
A lui è particolarmente grata la famiglia salesiana che ebbe nell'Eminentissimo un padre amoroso, largo di consigli e di aiuti per le missioni affidate ai figli del Beato Don Bosco. I nostri suffragi si moltiplicano sotto l'impulso della più viva gratitudine e voi, buoni Cooperatori, accresceteli ancora col vostro pio concorso.
Il suffragare i defunti non è solo il fare del bene a quelle anime, anticipando loro il Paradiso, ma è eziandio fare un bene a noi medesimi, poiché, colla carità che loro usiamo nel suffragarle, acquistiamo meriti presso Dio e ci rendiamo benevoli quelle anime, le quali, giunte in cielo, certamente porgeranno a Dio calde preghiere per noi e ci assisteranno con la loro valida protezione in tutti i nostri bisogni spirituali e temporali. BEATO GIOVANNI Bosco.
Fra le opere buone che possono essere dirette a suffragio delle anime sante del Purgatorio ricordiamo: la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù, la preziosa indulgenza del lavoro santificato, ed il Tesoro spirituale mensile.
La spedizione missionaria.
Anche quest'anno, per grazia di Dio e coll'aiuto dei nostri cari Cooperatori, si è potuto preparare una numerosa spedizione missionaria. Fu la cinquantunesima, perchè negli anni 1879, 1882, 1884, 189o, 1915, e 1916 non se ne potè effettuare alcuna. In compenso però se ne fecero due turni negli anni 1881, '86, '88, '89, quattro nel 1891, tre nel 1892 e due ancora nei tre anni seguenti. Cosicchè complessivamente si sarebbero compiuti ben 63 turni di spedizioni missionarie dal 1875 ad oggi.
Ma la spedizione di quest'anno fu una delle più numerose. Sono infatti partiti in due turni 166 Missionari e 77 Figlie di Maria Ausiliatrice per le diverse nostre missioni a portare il contributo della loro attività.
Una quarantina di essi, che ha dovuto imbarcarsi il 29 settembre u. s., ha ricevuto il Crocifisso e la benedizione dal nostro Rettor Maggiore in una funzione intima nella Cappella Pinardi. La maggior parte invece prese parte alle solenni funzioni nella Basilica di Maria Ausiliatrice la domenica 9 ottobre u. s. Un popolo immenso gremiva la Basilica e faceva ressa a tutte le porte. Dopo il canto del Magnificat, salì il pulpito il prof. Don Ernesto Carletti, Ispettore del Matto Grosso (Brasile) il quale, in uno splendido discorso vibrante di emozione e di entusiasmo, dopo un magnifico quadro delle Missioni Salesiane, ha prospettato le grandi difficoltà dell'apostolato missionario nelle zone infestate dalla barbarie, dal paganesimo e dalle eresie. Poi, esaltata la figura del missionario alla luce della fede e della civiltà, nelle inesauribili risorse del suo spirito di abnegazione e di sacrifizio, ha fatto appello alla carità dei Cooperatori e delle Cooperatrici che comprendono le spese e i sacrifici di una spedizione così numerosa nei tristi tempi che attraversiamo, e li ha assicurati della perenne gratitudine di tutti e singoli i missionari.
Impartita la benedizione Eucaristica dall'Ecc. Mons. Ernesto Coppo, salesiano, vescovo titolare di Paleopoli, i missionari passarono a ricevere dalle mani di S. E. il santo Crocifisso, e, dopo le preghiere rituali per implorare l'assistenza divina sul loro viaggio, il saluto paterno del Rettor Maggiore e dei Superiori del Capitolo.
All'uscita furono disputati dalla folla dei parenti, dei confratelli e degli amici per un ultimo saluto, un ultimo augurio e la promessa di preghiere e di aiuto.
Maria SS. Ausiliatrice ed il nostro Beato Padre Don Bosco li accompagnino alle rispettive Missioni.
S. E. Mons. Salotti all'Oratoria di Valdocco.
Invitato dalla Giunta Diocesana Torinese a tenere una Conferenza di preparazione alla Giornata Missionaria, S. E. Rev.ma Mons. Carlo Salotti, arcivescovo tit. di Filippopoli di Tracia, Segretario della S. C. di Propaganda Fide e Presidente Generale delle Opere Missionarie Pontificie, fu tra noi, desideratissiino, l'11 ottobre u. s.
Accolto con venerazione dal Rettor Maggiore e dai Superiori e con affettuoso entusiasmo dai giovani, S. E. ha celebrato all'altare provvisorio del Beato, ed alla sera, nell'ampio salone, alla presenza dell'Ecc.mo Arcivescovo di Torino, Mons. Fossati, di altri Ecc.mi Vescovi, del nostro Rettor Maggiore e di una folla di iscritti alle Pontificie Opere Missionarie ed alle Associazioni di Azione Cattolica, ha tenuto, con quella competenza che gli è propria, una magnifica conferenza sull'organizzazione della cooperazione missionaria, fascinando colla sua eloquenza gli animi di tutti e destando i più efficaci propositi di apostolato. Avremmo desiderato che S. E. avesse potuto trattenersi un po' più a lungo fra noi, grati come gli siano di tutta la bontà che nutre per i Figli e per le opere del Beato Don Bosco. Ma S. E. ha dovuto riprendere un ampio ciclo di propaganda missionaria e noi lo abbiamo salutato con la speranza di rivederlo presto e colla promessa di un particolare ricordo presso l'altare di Maria Ausiliatrice e presso l'urna del Beato Don Bosco.
Il Rettor Maggiore festeggiato al suo paese natio.
"Don Bosco ritorna" Il popolare ritornello era sulle labbra, e, più, nel cuore di tutti in Mirabello e nella zona monferrina circostante, nelle giornate 17-18-19 settembre, dedicate ai festeggiamenti in onore del IV successore dell'Apostolo della gioventù, venuto in visita ufficiale al suo paese nativo.
« La nobile e cara figura dell'uomo di Dio, che nel dolce atteggiamento della persona, nello sguardo sereno, nel sorriso paterno rifletteva l'interna grazia che il Signore concede ai suoi servi fedeli, richiamava, in ogni momento, la santa figura di D. Bosco che i nostri ospitali colli monferrini avevano salutato ed entusiasticamente acclamato molti anni prima. Don Bosco ritorna, dunque, negli stessi luoghi ove aveva poste le prime tende, fuori Torino, settanta anni or sono: e Mirabello e la bella plaga monferrina ha rinnovato attorno al suo Successore, D. Ricaldone, le scene di entusiasmo, di fede, di amore ».
Così esordì la Vita Casalese nel fare la cronaca dei festeggiamenti che Mirabello Monferrato ha voluto tributare al Sig. Don Ricaldone. E non poteva meglio rilevare il loro carattere speciale che fu proprio l'esaltazione di Don Bosco nella persona del suo IV successore, figlio di quel lembo benedetto di terra Monferrina.
Il grazioso e laborioso paese, che il 27 luglio 1870 diede i natali al Rev.mo Sig. Don Pietro Ricaldone, accarezzava da tempo la speranza di poterlo degnamente festeggiare come Rettor Maggiore della Società Salesiana. Gl'inviti insistenti del Podestà e del Parroco, a nome della popolazione, poterono essere finalmente accolti dal IV Successore del Beato Don Bosco il quale promise una visita che soddisfacesse il legittimo desiderio di tutti. Lieti dell'onore l'ill.mo Podestà, Cav. Maggiore Mario Massobrio, ed il Prevosto Teol. Don Biagio De Andrea, coadiuvati da un solerte Comitato di distinti Mirabellesi, si prodigarono allora nell'organizzazione e nell'attuazione di un vasto programma che si svolse magnificamente in un'armonia di affettuosa letizia, nei più minuti particolari, con perfetta riuscita.
Per una settimana la popolazione fu disposti spiritualmente dai nostri D. Luigi Ricaldone e Don Guido Favini, chiamati appositamente dal Prevosto. Contemporaneamente il Comitato, diretto dal Podestà, provvide alla decorazione ed illuminazione di tutto il paese ed alle manifestazioni civili. E la concordia degli animi fu così intima elle le celebrazioni civili e religiose si fusero insieme mirabilmente.
Il sabato 17 settembre, il Podestà lasciò il paese nella mattinata e con un'elegante automobile si recò a prendere il Rettor Maggiore all'Oratorio di Torino, e nel pomeriggio lo condusse fra i suoi compaesani. La popolazione si era raccolta all'ingresso del paese, all'imbocco della via di Circonvallazione che il Podestà ed il suo Consiglio, con delicatissimo pensiero, vollero dedicare al Beato Don Bosco. Poco prima delle ore 17 il Clero, con a capo il Prevosto, assistito da diversi Parroci dei paesi viciniori e dai Direttori e Superiori dei Collegi Salesiani di Borgo San Martino, Casale Monferrato e Penango, ecc. preceduto dalle compagnie ed associazioni religiose, lasciò processionalmente la parrochia e venne a collocarsi presso un altarino appositamente preparato di fronte all'imbocco della Via di Circonvallazione. Particolarmente gradita la presenza del nuovo Vicario Generale della Diocesi di Casale, Mirabellese e compagno del Rettor Maggiore, Mons. Lorenzo Oddone.
Una rappresentanza di alunni del Collegio salesiano di Alassio attendeva l'antico alunno di quelle scuole con eleganti mazzi di fiori di Liguria.
Frattanto altre macchine ed una squadra di Avanguardie ciclisti e Giovani Cattolici eran corsi ad incontrare il Rettor Maggiore sulla via di Occimiano. Il corteo giunse in perfetto orario, accolto dalla banda e dagli applausi entusiasti di tutta la popolazione. Accompagnava il Rettor Maggiore anche il Catechista generale della Società Salesiana, Don Pietro Tirone, con alcuni confratelli. Sceso dall'automobile, il sig. Don Ricaldone fu salutato con elevate parole dal Podestà, il quale interpretò nobilmente l'animo del paese e la gioia di tante persone care spiritualmente presenti, e pregò infine il IV Successore del Beato Don Bosco ad aprire la via dedicata al grande educatore della gioventù, ed a percorrerla colla reliquia preziosa a benedizione e propiziazione.
Accompagnato dal Podestà, il sig. Don Ricaldone tagliò allora il nastro tricolore che precludeva la via ed, assunti i sacri paramenti, recò, in processione, per la nuova via Circonvallazione Don Bosco, la reliquia del Beato alla Parrocchia. Quivi il Prevosto, ricordando la Chiesa del suo Battesimo e della sua prima Comunione, gli rivolse un vibrante saluto formulando l'augurio che, come Don Bosco era ritornato a Mirabello nella sua reliquia e nella persona del suo Successore, così ritornasse a dirigere quel primo collegio che egli vi aveva aperto nel 1863 e rimanesse sempre in mezzo ad un popolo che tanto lo ama.
Il Rettor Maggiore rispose dal pulpito all'omaggio del Podestà e del Prevosto esprimendo tutta la sua riconoscenza e la sua emozione per l'accoglienza cordiale e solenne di cui egli godeva nell'intima persuasione che fosse diretta al Beato Don Bosco a cui solo intendeva dirigere ogni omaggio rivolto alla persona del suo successore. E si effuse nell'esaltazione del Padre finche discese ad impartire la Benedizione Eucaristica.
All'uscita dal tempio tutto il paese era illuminato; graziosa soprattutto la facciata del Municipio, la Parrocchia e la Chiesa di S. Sebastiano.
La serata fu dedicata alle confessioni degli uomini che affluirono alla chiesa fin oltre le ore 23.
L'indomani alle ore 7 il Rettor Maggiore celebrò la Messa per gli uomini ed ebbe la consolazione di distribuire una Comunione generale nel vero senso della parola. Primi ad accostarsi alla Sacra Mensa vollero essere i suoi compagni di leva; poi una vera moltitudine di uomini e di giovani. Alle 8, alla Messa dei fanciulli, volle ancora distribuire egli stesso la SS. Eucaristia alla gioventù maschile, educata nell'Oratorio Parrocchiale ed alla gioventù femminile dell'Oratorio diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Le mamme avevano preceduto tutti nelle prime ore del mattino. Sicchè le Comunioni distribuite superarono le duemila in un paese che conta circa 2700 abitanti. Anche Don Bosco avrebbe gradito una festa a carattere così spiccatamente Eucaristico. Il Rettor Maggiore ne fu commosso.
Alle 10 il Podestà venne a prendere il Rettor Maggiore per condurlo in Municipio ove era raccolto il fior fiore dei Mirabellesi per un ricevimento ufficiale che fu intonato ad una signorilità squisita. In quel locale che fu già il primo collegio aperto da Don Bosco fuori Torino, il Podestà presentò l'omaggio ufficiale del Municipio e delle diverse istituzioni ed associazioni e regalò al Rettor Maggiore un prezioso autografo del Beato Don Bosco conservato con cura negli archivi municipali. Terminò con nobilissimo slancio raccomandando alle preghiere del Rettor Maggiore la sacra persona del Sovrano, il Capo del Governo, le Autorità presenti e tutto il paese.
Il sig. Don Ricaldone, profondamente tocco da tanta nobiltà di sentimenti, assicurò le preghiere di tutti i Figli di Don Bosco, invocò le benedizioni di Dio sull'augusto Pontefice, sulla Maestà del Re, sul Capo del Governo, sulla Chiesa e sulla Patria ed in particolare sulla persona del Podestà, sulle Autorità e sul popolo di Mirabello, e si effuse nella soave rievocazione dei suoi antichi educatori e benemeriti del paese: i maestri Gabotto, Manfredi e Sapelli, ecc... Poscia, accompagnato da tutte le Autorità, salutato dai giovani Avanguardisti che facevano servizio d'onore e dalla banda del paese, si diresse alla Chiesa parrocchiale ove si raccolse tutto il popolo per la messa solenne celebrata dal sig. Don Tirone, e cantata egregiamente dalla corale femminile della parrocchia diretta dal salesiano D. Pelizzaro del Collegio di Borgo S. Martino. Al Vangelo, il Sig. D. Ricaldone salì il pulpito: ricordò come altra volta (1861) era stato Don Bosco in persona a parlare nella grande piazza del paese sulle sue opere: come da quelle parole era sorto il primo Collegio nel 1863 e, fatto un quadro dello sviluppo dell'opera salesiana, concluse ininvocando su tutti le benedizioni divine.
Dopo una colazione intima in casa del Parroco, onorata dalla presenza del Podestà, tutte le autorità accompagnarono il Rettor Maggiore prima all'Oratorio femminile diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, poi a quello maschile parrocchiale per un duplice riuscitissimo omaggio della gioventù Mirabellese. All'Oratorio femminile era presente la Madre Ispettrice delle figlie di Maria Ausiliatrice, colle Superiore di diverse case e numerose rappresentanze degli oratori femminili di Lu Monferrato, San Salvatore, ecc. In una breve, ma graziosissima accademia, alternandosi coi bimbi dell'Asilo, espressero la loro gioia e la loro riconoscenza le Cooperatrici, Ex allieve, e giovani Oratoriane. All'Oratorio maschile, dopo l'omaggio dei giovani, parlò per gli Uomini Cattolici, gli ExAllievi e Cooperatori il prof. Primo Baldi, applauditissimo. Dopo di lui prese la parola anche l'avv. Truffa, salutato da cordiali applausi.
Il sig. Don Ricaldone ebbe felicissime parole di ringraziamento e di incoraggiamento per la gioventù dell'uno e dell'altro Oratorio.
Frattanto le campane lanciarono gli ultimi inviti alla grandiosa processione Eucaristica che sfilò solenne ed ordinatissima per le vie principali e rientrò dopo oltre un'ora nel tempio ove il Rettor Maggiore impartì la benedizione col SS. Sacramento. Dopo di che si trattennero in chiesa i capi-famiglia ai quali il Rettor Maggiore distribuì un quadretto colla reliquia di Don Bosco.
A sera il Podestà volle a pranzo il Rettor Maggiore, il Vicario Generale, il Prevosto e i salesiani presenti. E dopo il pranzo accompagnò in automobile il Rettor Maggiore e gli ospiti ad uno splendido spettacolo pirotecnico pel quale s'era raccolta una folla enorme da tutti i paesi vicini.
L'indomani alle 7 tutto il paese si diede convegno al cimitero ove il Rettor Maggiore celebrò la Santa Messa per i defunti che ricordò con commosse parole prima di congedarsi dai suoi cari compaesani.
Quest'omaggio di pietà cristiana, accentuato dal ricordo dei Caduti nella grande guerra, chiuse l'omaggio che Mirabello volle rendere al successore del Beato Don Bosco e lasciò nel cuore di tutti le più soavi emozioni.
Gioventù che promette molto.
Chi fosse passato al Collegio di Lanzo Torinese durante i giorni del ferragosto u. s., avrebbe goduto uno di quegli spettacoli che aprono il cuore alle migliori speranze. Oltre 16o giovani dei nostri Oratori, rinunziando volontariamente ad un po' di onesto svago, e contribuendo almeno in parte alle spese di ospitalità, consacravano quei giorni al bene della loro anima in un corso di esercizi spirituali. E con qual contegno! con quanta edificazione!... Studenti ed operai affratellati e concordi in un unico sforzo di migliorare se stessi e di rendersi sempre più degni della grazia di Dio! Oltre alle meditazioni ed istruzioni dei Predicatori, ebbero la cara improvvisata d'una visita del Presidente Federale delle A. G. C. Dott. Gedda che tenne loro una fraterna conferenza sull'apostolato giovanile. Presiedette gli Esercizi il Rev.mo Don Giorgio Serié del Capitolo Superiore, il quale infine lasciò i ricordi mandati espressamente dal Rettor Maggiore:
1. Sei tempio di Dio: conservati puro nei pensieri, nelle parole e nelle opere.
2. Sei tutto di Dio: vivi unito a lui colla preghiera e specialmente colla frequente Comunione.
3. Sei apostolo di Dio: coraggiosamente e sempre difendi Gesù e la sua Chiesa specialmente col tuo buon esempio.
Ricevuta la Benedizione Eucaristica, si sparsero coi loro superiori in amena passeggiata per i monti circostanti ed, a sera, dopo il pranzo d'addio brioso di evviva e di brindisi, tornarono allegri e chiassosi alle loro famiglie portando in fronte lo splendore della grazia che raggiava nelle loro anime e li rendeva lieti di una letizia che il inondo non conosce. Alcuni di essi hanno sentito in quei giorni una chiamata tutta speciale del Signore ed hanno chiesto poco dopo ai parenti di potersi consacrare per sempre al servizio di Dio nella vita religiosa, salesiana.
Da varie altre case ci giunse notizia di numerosi giovani che hanno partecipato a corsi di esercizi spirituali indetti dalle associazioni. giovanili cattoliche, eppure dai diversi Ispettori Salesiani. Auguriamo a questa promettente giovinezza la costanza nei buoni propositi e la vittoria filiale. Ed estendiamo l'augurio ai Cooperatori, ai Padri di famiglia, Ex-Allievi, Ex Allieve e Cooperatrici che hanno partecipato ad altri corsi di esercizi favoriti alle loro anime in diverse- Case Salesiane.
Il " Premio Bressa" all'esploratore salesiano Don Alberto De Agostini.
Apprendiamo con piacere che la Reale Accademia delle Scienze ha conferito al nostro Don Alberto De Agostini -- l'esploratore delle Ande - il premio -internazionale Bressa di lire 10.ooo «che deve essere assegnato a chi abbia compiuto opera assai notevole e di spiccata originalità e di utilità universalmente riconosciuta ».
Al premio Bressa concorrevano lo scienziato Petterson, con sette lavori e Motas con uno, e l'ing. A. Zabelli pure con uno. La Commissione, presieduta dal prof. C. F. Parona di cui fanno parte i professori C. Mattirolo, A. Luzio, P. Jannaccone, F. Sacco, G. Solari ed altri scienziati, ha fissato la sica attenzione sulle tre ultime opere del prof. D. De Agostini riguardanti le sue esplorazioni nella Cordigliera della Terra del Fuoco, nella foresta subantartica e nella Cordigliera Patagonica Australe. Constatatone gli alti meriti scientifici « tali da rendere l'autore degno di essere annoverato tra gli esploratori più insignì dei nostri tempi » ed il lavoro « compiuto attraverso asperrime difficoltà di clima e di terreno e sempre improntato a un alto ideale scientifico e pratico, a uno spirito di profondo altruismo e ad un puro sentimento di italianità » ha assegnato il premio al prof. D. Alberto De Agostini.
La R. Accademia delle Scienze aveva ultimamente attribuito il premio Bressa a S. A. R. il Duca degli Abruzzi, e prima allo Schiapparelli, a Hertz, Haeckel, Pasteur e Darwin.
Congratulandoci vivamente coll'illustre Salesiano auguriamo fin d'ora il miglior successo all'opera voluminosa con cui sta ora illustrando: « I ghiacciai della Patagonia ».
La inaugurazione della Cappellina a Maria Ausiliatrice presso il "Rifugio Fratelli De Gasperi ".
Suggestiva questa inaugurazione di una Cappella in onore di Maria Ausiliatrice, Patrona degli, alpinisti, a quasi 2000 m. d'altezza.
Ebbe luogo il 2 Agosto u. s., sotto un sole smagliante, nel contorno affascinante delle Dolomiti Pesarine.
La graziosa Cappella, eretta su progetto del Pittore J. Pellis, sorge in amenissima posizione presso il Rifugio. Nell'interno, dall'affresco centrale domina una immagine della Vergine Ausiliatrice: due altri affreschi laterali saranno dedicati alla Visitazione di Maria, idea originale del Pellis che vuole riprodotti su quei muri i quadri principali del viaggio di Maria attraverso le montagne di Giuda. Nel frontone della facciata due angeli reggono la scritta « Da robur, fer auxilium: dateci la forza, dateci il vostro aiuto ». Preghiera di alpinisti, ma anche del cristiano che ascende l'ardua vetta del dovere e mira coli timore le difficoltà del cammino che gli resta da percorrere.
Una circostanza degna dell'ammirazione di tutti è la collaborazione fattiva della buona popolazione per l'erezione di questo piccolo Santuario. Furono infatti le donne di Pesariis che trasportarono a spalla gran parte dei materiali da costruzione.
Lo stesso Arcivescovo di Udine, Mons. Giuseppe Nogara, volle in persona partecipare alla cara cerimonia e benedire la Cappella. Gran concorso di persone e autorità fecero corona a S. Eccellenza in quella giornata; accorsero i giovani del Collegio Salesiano, numerosi campeggianti del Touring, gli abitanti dei paesi vicini in folla assistettero con religioso raccoglimento alla benedizione della Cappella e alla S. Messa celebrata da Sua Eccellenza.
Durante la Messa l'Arcivescovo parlò. Evocò il ricordo del Papa alpinista, ricordò le preferenze del Signore per le altezze: il discorso della montagna, il Monte degli Ulivi, e il Monte Calvario ne rendono testimonianza. E giustamente, perchè come ebbe ad esclamare una guida Valdostana priva di ogni coltura, arrivando sulla cima del monte Jazzi e mirando un meraviglioso contorno di montagne: « Ici, il faut prier ».
L'Alpe solleva lo spirito a Dio, essa è una manifestazione delle più importanti della Divinità, ed educa e tempra alla fatica ed alla tenacia silenziosa, all'ardimento per gli ideali del bene e del bello.
In tutti la graziosa cerimonia lasciò grato ricordo e ravvivò sentimenti soavi di poesia e di fede.
Napoli Tarsia.
Alla Pia Casa dei Sordomuti.
La Pia. Casa dei Sordomuti, diretta dai Salesiani, ha chiuso l'anno scolastico con la Premiazione, il Saggio Ginnastico e la Mostra dei lavori dei sordomuti.
L'Istituto era festosamente ornato da molteplici festoni, bandiere e piante ornamentali.
Presiedeva S. E. il Card. Arciv. Alessio Ascalesi, attorniato da tutte le Autorità, tra cui il comandante della Divisione Militare Gen. Tua, il Comm. Iannone per il R. Commissario S. E. La Via, l'Ispettore Scolastico Chiolant per il R. Provveditore, il Dott. Aurino per il Segretario Federale Avv. Schiassi, il Sostituto Procuratore Generale del Re Zoppoli, il Ten Ciaralli per la Legione dei Carabinieri, il Cav. Serra per il Questore Comm. De Martino e Capo-Gabinetto Cav. Uff. Consolazio, il Sostituto Procuratore del Re Parascandolo, l'Ispettore dei Salesiani D. Simonetti, Mons. Buonomo, Mons. Pergami ecc.
Sotto la direzione del Prof. Ulderico De Luca, gli alunni svolsero un attraente e vario programma ginnico agli appoggi, alle clavi, all'asse d'equilibrio, alle parallele, alle aste svedesi ecc. con mirabile precisione e con accompagnamento di orchestra, diretta dal M. Gennaro Rubino, mentre la banda del 40° Reggimento Fanteria col M° Fortunato allietava la simpatica cerimonia. Tenne un elevatissimo discorso sulla bella istituzione cittadina S. E. il Comm. Antonio Iodice, Presidente della Corte di Appello.
Dopo la distribuzione dei premi, si passò nell'ampio salone, per ammirare gl'interessanti lavori eseguiti dagli alunni, e su cui le Autorità ed i visitatori espressero il più lusinghiero giudizio.
Prestarono servizio di onore e di ordine un drappello di Vigili Urbani, di Pompieri e di Carabinieri in alta tenuta.
Nizza Monferrato. Convegno regionale Ex-Allieve.
Dal 31 agosto al 4 Settembre si svolse all'Istituto N. S. Delle Grazie in Nizza Monferrato, una muta di Ss. Spirituali Esercizi per le Ex-Allieve e Cooperatrici salesiane. Siamo ora lieti di comunicare che oltre 300 esercitande parteciparono a quei giorni benedetti di sacro ritiro, con una serietà ed un fervore che dànno i migliori affidamenti.
A chiusura poi del giubileo d'oro della Serva di Dio Madre Maria Mazzarello - prima Superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice - il giorno 4 settembre si tenne un « Convegno regionale » che radunò a Nizza Monferrato oltre 6oo Ex-Allieve e Cooperatrici.
Presiedette il Convegno il Rev.mo Sac. Dott. Bartolomeo Fascie, Direttore generale degli studi della Pia Società Salesiana; presenziarono la ven.ma Madre Luisa Vaschetti, Superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice e altre Superiore e Suore dell'Istituto.
La Signora Rita Ponzone Pairazzi, presidente della sezione di Nizza, aprì l'adunanza invitando tutti ad ascoltare l'augusto telegramma di S. S. Pio XI, che venne letto dal ven.mo Signor D. Fascie: Sua Santità paternamente benedice EX-Allieve Figlie di Maria Ausiliatrice, Maestre, Cooperatrici Salesiane raccolte Convegno augurando felice incremento santo apostolato. Cardinale PACELLI.
La Signora Ponzone lesse in seguito le adesioni di S. Ecc. Mons. Nicolao Milone, Vescovo di Alessandria, e quella di S. Ecc. Mons. Del Ponte, Vescovo di Acqui.
La Signorina Giuseppina Bronda, del Consiglio Ex-Allieve di Nizza, diede in seguito il « Benvenuto! » ispirandosi alla recente Enciclica « Charitate Christi », poichè le Ex-Allieve salesiane oggi più che mai, vogliono incontrarsi e fondersi nella carità di Cristo. Seguirono i saluti fraterni e vibranti delle Rappresentanti delle sezioni di Roma, della Sicilia e della Toscana.
Prese quindi la parola la Signorina Prof. Caterina Martini, Regia Ispettrice scolastica della circoscrizione di Acqui, che illustrò mirabilmente il tema: La pietà di Madre Mazzarello alimentò in lei la vita interiore, e consacrò tutta la sua attività. La relazione, pensata. e svolta con intelletto d'amore, aderente alle virtù di Madre Mazzarello, fu ascoltata da tutti con profonda attenzione.
Il secondo tema: Le due devozioni nostre: Gesù Sacramentato e Maria Ausiliatrice, fu svolto dalla Signorina Teresa Gatti. Partendo dal sogno profetico del B. D. Bosco, che vide in mezzo al mare due colonne altissime, su una delle quali stava un'Ostia, e sull'altra la Statua della Madonna, la Signorina fece rilevare con espressione viva ed efficace, come il B. Don Bosco abbia visto ben lontano e sicuro, additando ai popoli e alle nazioni le vie della salvezza.
Chiuse l'adunanza il Rev.mo Signor D. Fascie, rilevando le grandiose armonie che governano le vie della grazia. L'oratore fece ancora sentire la profonda bellezza della vita di Madre Mazzarello, che non fu « nè splendente, nè brillante », e che pure lasciò tanto larga traccia di sè, e un desiderio così vivo di ammirazione e di imitazione..
Le relazioni furono intercalate da canti e da suoni, armonizzanti in pieno con la serena letizia e con il fervido entusiasmo di tutte le partecipanti che si riunirono poi in Chiesa a chiedere a Gesù Benedetto e alla Vergine Ausiliatrice di trasformare i fiori promettenti dei loro propositi, in frutti di vita cristiana e di apostolato benefico.
L' Oratorio maschile di S. Colombano al Lambro.
L'11 settembre u. s. è stato solennemente inaugurato dall'Ecc.mo Mons. Vescovo diocesano l'Oratorio Maschile parrocchiale dedicato a Don Bosco.
La mattina, alle ore 8 alla Messa della comunione generale, presenti i generosi donatori: le LL. EE. i Principi Barbiano di Belgioioso d'Este, e la Marchesa de la Tour, la gioventù maschile ha assiepato la mensa Eucaristica pregando per gli illustri benefattori.
Nel pomeriggio poi alle ore 18 una folla imponente si riunì sul piazzale della chiesa per ricevere S Ecc. Rev.ma Mons. Vescovo diocesano, che fece il suo ingresso preceduto da uti lungo corteo di fanciulli e di giovani ed inaugurò ufficialmente il magnifico oratorio rivolgendo ai giovani paterne esortazioni e rallegrandosi cogli insigni benefattori che additò alla riconoscenza di tutto il paese.
Un preziosissimo telegramma recò la benedizione e gli auguri del Santo Padre e fu accolto con immensa gioia e profonda venerazione.
A sera, in una riuscitissima accademia i giovani poterono esprimere la loro riconoscenza verso i generosi benefattori, verso l'Ecc.mo Pastore della diocesi e verso il Parroco zelantissimo del bene delle loro anime. Il Beato Don Bosco aleggi col suo spirito nell'Oratorio a lui dedicato e prodighi la sua assistenza a quella cara gioventù.
Il nuovo Vescovo di Aosta.
S. E. Rev.ma Mons. Francesco Imberti, nuovo vescovo di Aosta, ha ricevuto la consacrazione episcopale nella cattedrale di Torino, di cui era zelantissimo Curato, l'11 settembre u. s. dall'Ecc.mo Arcivescovo, Mons. Maurilio Fossati, ed ha fatto ormai il suo solenne ingresso in diocesi accolto con venerazione dal clero e dal popolo tutto. Noi, che l'abbiamo avuto ammiratore ed amico, lo accompagniamo colle nostre preghiere nel nuovo Campo del suo pastoral ministero e gli rinnoviamo da queste colonne i più fervidi auguri.
La morte di Mons. Pietro Cogliolo
Il 15 settembre u. s. è morto a Roma Mons. Pietro Cogliolo, Salesiano, segretario della internunziatura dell'America Centrale, e già Incaricato d'Affari.
Il tramonto di questa vita - ha scritto l'Osservatore Romano-che fu singolarmente piena ed attiva per lo spirito alacre e forte che la sorresse continuamente, si è compiuto nella serenità che mai abbandona i forti, e col conforto ineffabile dei santi Sacramenti e della paterna benedizione del Santo Padre che schiusero all'anima la visione dell'eterna ricompensa.
Nato alla Spezia nel 1866, Mons. Cogliolo era entrato giovinetto nel Collegio Salesiano della città per gli studi ginnasiali. Fece il noviziato nella Casa di S. Benigno Canavese ed emise la professione nelle mani stesse del Beato Fondatore D. Bosco.
Inviato nel 1886 a Montevideo, vi continuò gli studi nei collegi di Villa Colon, e di S. Paolo del Brasile, donde passò ad insegnare storia, filosofia e letteratura portoghese nel grande collegio di Nichteroy.
Costretto nel 1892 a rimpatriare, per curarsi da incipiente male che incominciava a minare la robusta fibra, D. Cogliolo riprese poco dopo con lena intensa il lavoro, assolvendo incarichi ed attribuzioni importanti che la Congregazione gli affidò.
Nel 1894 fu inviato a reggere il collegio degli orfani di Braga in Portogallo e vi aprì ben sette case, con florido noviziato e studentato.
Inviato successivamente in Asia ed in Africa, D. Cogliolo fondò una casa in Cina, due nell'India ed una missione a Mozambico.
Attivo ed inesausto, malgrado le condizioni di salute sempre un po' precarie, egli fu, poi, Visitatore di tutte le Opere Salesiane nell'Africa, nell'Asia e nel Nord-America.
Durante il burrascoso periodo della rivoluzione portoghese ritornò a Lisbona per salvare le proprietà e le opere della Pia Società, poi passò a reggere le Case salesiane del Capo di Buona Speranza.
Tornato in patria veniva incaricato dalla Santa Sede di diverse missioni presso le repubbliche di Haiti, S. Domingo e del Centro-America come segretario di quella Internunziatura, di cui resse anche temporaneamente le sorti.
Mons. Cogliolo, giovandosi della conoscenza di ben sei lingue e di una prudenza, distinzione e signorilità di tratto che gli accattivavano la stima generale, potè condurre sempre al miglior risultato gli incarichi affidatigli rendendo alla Chiesa preziosi servigi.
Lo raccomandiamo caldamente ai suffragi dei nostri Cooperatori.
Grandiosa festa Eucaristica nel Collegio Salesiano di Sunbury presso Melbourne (Australia) in occasione della festa del Beato Don Bosco.
Ci sono giunte con un po' di ritardo le notizie della 2a Festa Eucaristica celebrata nel collegio salesiano di Sunbury in occasione della festa del Beato Don Bosco. I giornali cattolici di Melbourne ne hanno date ampie relazioni che sarebbe troppo lungo tradurre in disteso. Le fotografie suppliranno ai brevi nostri cenni.
Il Beato Don Bosco, il grande apostolo della SS. Eucarestia non poteva essere meglio onorato che con questa magnifica apoteosi Eucaristica celebrata nella sua casa di Sunbury. Preparata con tutto lo slancio della fede cattolica essa è culminata nella processione eucaristica del pomeriggio.
Ma fin dalle prime ore del mattino treni ed automobili cominciarono a trasportare a Sunbury i partecipanti che raggiunsero il numero di cinquantamila persone. Per accogliere i diversi treni le ferrovie disposero opportuni ampliamenti del piano di ferro presso il Collegio Salesiano. Le varie autorità favorirono la ce lebrazione con tutti i provvedimenti di illuminazione e di comunicazione e di ospitalità che si potevano desiderare.
Melbourne ed i paesi vicini parteciparono con la quasi totalità dei cattolici. La solenne processione cominciò a sfilare verso le ore 15 per l'immenso parco del Collegio ed offerse uno spettacolo di fede e di pietà eucaristica
Precedeva uno stuolo di ottomila Figlie di Maria, biancovestite, accorse da 73 parrocchie di Melbourne, da quelle della città di Sunbury e dai paesi vicini. Seguiva una folla di migliaia di devoti; tutte le associazioni cattoliche maschili e femminili coi loro stendardi; parecchie centinaia di giovani del piccolo clero, mentre sacerdoti, religiosi e parroci facevano corona all'Ecc.mo Arcivescovo di Melbourne che reggeva il Santissimo Sacramento. La Banda dei Fratelli delle Scuole Cristiane e quella del Collegio salesiano si alternavano nell'accompagnamento degli inni liturgici.
Il servizio d'ordine fu disimpegnato da 5o cattolici, agenti volontari di polizia. Sei ufficiali cattolici della polizia di Melbourne alla testa del corteo offrirono lo spettacolo della fede più viva e più franca. Gli impiegati delle ferrovie che prestavano servizio straordinario volontariamente, dai loro posti di servizio s'inginocchiavano al passaggio del Santissimo con altimirabile pietà. Attorno alla loro bandiera tricolore oltre un centinaio di Italiani rese ufficialmente l'omaggio della sua fede cattolica all'Eucaristia e della sua devozione al Beato Don Bosco. Al termine della grandiosa processione dovevano parlare il Direttore del Collegio, Don Patrizio O' Grady ed il notissimo Padre Gesuita I. Magan.
Atteso da tutti era poi il discorso dell'Arcivescovo sempre affascinante in una eloquenza che lo fa desiderare da ogni ceto di persone. Ma una pioggia improvvisa ed assolutamente fuori programma non lo ha permesso. Ha parlato però la fede di tutto quel popolo cattolico, ha parlato lo slancio del Comitato organizzatore, il concorso delle autorità ed il contegno oltremodo edificante di quelle decine di migliaia di persone. E l'eloquenza della loro fede fu tanta che dal Congresso Eucaristico di Sydney del 1928 non si ricorda uno spettacolo più grandioso. Dall'alta torre del Collegio salesiano la bandiera pontificia ricordava il Vicario di Cristo che da Roma benediceva, esultando, la fede dei suoi figli lontani.
Riuscitissime films sonore hanno perpetuato il ricordo di questa magnifica visione di fede che subito venne riprodotta in una trentina di cinematografi della città di Melbourne.
Avvertiamo i generosi sostenitori della nostra Crociata delle Borse Missionarie che le offerte non verranno d'ora innanzi pubblicate di mese in mese sul periodico, come abbiam fatto pel passato, salvo poche eccezioni, ma ad intervalli di due o tre mesi.
BORSE COMPLETE.
88 Borsa GIULIA e GIOVANNI offerta a mezzo del R.mo Can.co Giuseppe Savio di Saluzzo.
89. Borsa B DON BOSCO (17a) offerta al Sig. Don Ricaldone per la sua elezione a Rettor Maggiore da pia e generosa persona.
90. Borsa MISERERE MEI, DEUS, SECUNDUM MAGNAM MISERICORDIAM TUAM fondata da una pia signora che vuol serbare l'incognito.
91. Borsa S. LUIGI GONZAGA inviata dal Rev.mo Mons. Luigi Sibona, parroco di Canale, a nome di una benemerita e caritatevole persona.
92. Borsa DON BOSCO EDUCATORE (2a).
Somma precedente, 19223 - Una persona che intende serbare l'incognito offre, iooo - Totale L. 20.223 - l'eccedenza di I . 223 viene riportato alla Borsa Don Bosco Educatore (3a).
La pia persona oíjerente inviò la somma per iniziare una nuova Borsa da intitolarsi: Borsa Insegnanti d'Italia. In conformità alla deliberazione che accompagna il titolo della presente rubrica, abbiamo creduto dare alla generosa persona il merito di coniplelare la borsa di Don Bosco Educatore.
93. Borsa PANCERA Mons. L. di SCHIO fondata dagli alunni dell'oratorio e cooperatori di Scliio.
BORSE DA COMPLETARE
Borsa VERSIGLIA MONS. LUIGI - Somma precedente, 16976 - Ettore Pavoni, ioo - Alberto Ciampi, io - Benedetti Emma e Mercatino Marecchia, 100 - Giuseppe. Ricottilli, io -- Maria Sanguinetti, 5o - Civalleri Mattea, io - Maria Caruso, 5 - Perossi Alessandro, 15o - Felicetta Carletti per iniziare una borsa Vergine SS.ma proteggeteci, 200.
Borsa RICHELMY CARD. AGOSTINO - Dottor Pevnetti, iooo - Totale L. 18.611.
Borsa ALBERT MONS. FEDERIGO - Somma precedente, 6ooo - N. N., 100 - N. N., 15o - Totale L. 6250.
Borsa Ing. DOMENICO ALIQUO' - Somma precedente, 4.000 - Versamento del 1° settembre, looo - Totale L. 5000.
Borsa ANIME DEL PURGATORIO (2a) - Somala precedente, 2972, 30 - N. N. (sacrestia), 500 - Bertea Carmela, 5o - Quilico D. Sebastiano, 20 - M. Chiora, io - Taburoni Maria, io - Riccardi Aida, 5 - Pastorino Concetta, 20 - Trezzi Giuditta ved. Facconi, 300 - Teodolinda Pedrocchi, 100 - Orsini Emilia, 200 - Massiolata Costantina, 20 - Buscaglione Vercellone Ida, 500 - Bossi Angela, 5 - Emma Taverna in suffragio delle anime di Carlo, Luigia e Maria Antonia, 1000 - Bruno Ines, 15 -- Totale L. 572730.
Borsa BEATO D. BOSCO (16°) - Somma precedente, 10.880,85 -- F. M., 25 - Massè Margherita, 5o - D. Luigi Bo, arciprete, 1oo - G. G., 5o - Perosino Secondo, 5o - Zannoni Aurora, 25 - Gisella Savinelli, 20 - Tina d'Urso, io - Gaetano e Sandrina Motta, 25 - Doria Mercedes, 5 - N. N., io - Fiorito Teresa Negro, 5 - Lina Bacicalupo, io - N. N. (Ronca), 5o - Luisa Cosmelli, 250 - D. Luigi Bo, arciprete, 200 - O. Z. P., 500 - Corona Elvira, 12 - Sac. Ernesto Leoncini, 300 - N. N., io -- Olga Noli, io - Erminia Chiaratti, io - Trezzi Rosina, 150 - A. G. G., 25 - Signora di Lugo il cui nome ci è riuscito indecifrabile, io - Piera Sguazzini, 5o - C. F. (sacrestia), 200 - R. Q. (sacrestia), 5o -- Totale L. 13092,85.
Borsa BELTRAMI D. ANDREA (4 a) - Somma precedente, 1967 - Orlandi Benedetto, 5o - Totale L. 2017.
Borsa BELTRAMI D. ANDREA (Borgomanero) - Somma precedente, 6065 - Don Mainero, 100 Totale L. 6165.
Borsa BORGATELLO D. MAGGIORINO -
Somma precedente, 15.324,65 - Guasta Ernestina ved. Gatti, 100 - Erede di E. A. T., 100 - N. N. (Londra), 126o - L. F. (sacrestia), io - Totale L. 17794,65.
Borsa BUON PASTORE - Somma precedente, 1220 - Sac. Gaetano Pertile, 50 - Totale I,. 1270.
Borsa CARA VARIO D. CALLISTO -- Somma precedente, 111o - D. L., 5 - Totale L. 1115.
Borsa CIMATTI D. VINCENZO (3 a) - Somma precedente 349 - Rocco Bertotti, 5o - Totale L. 399.
Borsa CORTEMILIA - Somma precedente, 15.957 - Balbo Alessandra in Toretto per grazia ricevuta, 50 - M. M., 30 - N. N., 5o - M. M., 20 - S. V. a suffragio della mamma, 20 - G. G., 20 - Cauda Caterina per grazia ricevuta, io - R. C., 20 - Buri Giuseppina, 15 - Reina Anselmo, io - Reina Luigi, io - Rossi Felicina, io - R. C., 25 - Demateis Pietro Remigio Carassa, 5 - N. N., 3 - Onesto Giuseppina, io - R. P., io --- Biscia Francesca Levice, 5 - Coniugi Vero Fiorino e Teresa, Segretario Comunale Cervere, 45 - A. Luigia, ioo - Brovia Caterina, per grazia ricevuta, 30 - M. V., 50 - Sirio Luigia, io - C. R., io - V. L., io - N. N., io - C. Caterina, io -- B. D., io - Onesto Giuseppina, 15 - R. G., io -- R. P., 15 - Dotta Anselmina Brusco, 25 - C. G., 5 - N. N., 5 - Zarri P. (raccolte da pie persone), 325 - Meistro Carolina, 5o - offerte varie, 77 - Boffa Ida e Vincenzo, 5o - R. P. 100 - Brandone Beppina e Giuseppe, 35 - Rabino Gina Gallo, io - Dogliotti Carolina, io - Bozzolasco Teresa, 15 - Salvadanai Esattoria, 22 - Onesto Giuseppina, io - N. N., io - Dotta Michele, 50 - Mutazzi Angela ved. Tabarani, iooo - Totale L. 18456.
Borsa DECURIONI D'ITALIA - Somma precedente, 166o - Can. Titomanlio Sabino (i4a) rata), 25 - Totale L. 1685.
Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma precedente, 316o, 5o - Boglione Francesco, 5o - idem, 25 - idem, i 5 - Norma Cipollone, io - Totale L. 3260,50.
Borsa DON BOSCO EDUCATORE (3 a) - Somma precedente, 223 - Betta rag. Guido, 25 - idem, io - idem, io - Irene Montabone, 200 - M.a Giuseppina Semini, 58 - Cesare Borselli, 25 - Totale L. 551.
Borsa DON BOSCO PADRE DEGLI ORFANI - Somma precedente, 1077 - Ricavo vendita di « Ricordi d'Infanzia »> di A. Moi, a mezzo Sig. D. Cossa, 90 - idem, 170 - Totale I,. 1337.
Borsa D. BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma precedente, 992 - Pia persona a mezzo del sac. Altare Pietro, 15 - Filomena Amalfi, 100 - Totale L. 1107.
Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI - Somma precedente, 5895,50 - Burgazzi Domenica, 5o - Totale L. 5945,50.
Borsa EMIGRATI ITALIANI - Somma precedente, 545 - Lubiato Pietro (Hayange), io - Totale I,. 555
Borsa ETERNO PADRE - Somma precedente, 482 - N. N., 25 - Sola Annita, 5 - Totale L. 512.
Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI (5a) - Somma precedente, 2343 - Amelia Baldan, 5 - Celio, Maria, Gina, 19 - Totale L. 2367.
Borsa FRANCESIA D. G. B. (2') - Somma precedente, 545 - Maria Bianco, 250 - Totale L. 795.
Borsa FRASSATI PIER GIORGIO - Somma precedente, 3310 -- N. N. (Brescia), 60 - Caterina Sansonetti, 10 -S. C., 25 - Sac. Giov. Isoardi, 5 --- N. N. portieria, io - Totale L. 3420.
Borsa FRIULANA - Somma precedente, 6617,10 - Sac. Antonio Armellini, 100 - Totale L.6717, lo
Borsa G. - 111. A. - D. B. (2a) Somma precedente, 5459 - Clotilde Garosci, io - Antonia Toneguzzo, 247 - idem, 304 - idem, 480 - idem, 195 - Baglietto Antonia, 30 - Totale L. 6.725.
Borsa GARNERO CESARE -- Somma prece dente, 1617,80 - N. N., 20 - Totale L. 1637,80.
Borsa GIRA UDI D. FEDELE - Somma precedente, 16.86o - Avv. Clemente Rollone, 1000 - Un gruppo di ex discepoli, 1000 - D. Actis Michele (Vische), 100 - Giorgio Accatino, 100 -- Villata Vittorio, 5o -- Totale L. 19.110.
Borsa GIUBILEO E RICONCILIAZIONE - Somma precedente, 28,S - Dott. Francesco Casalbore, 50 Totale I,. 2905.
Borsa IMMACOLATA - Una famiglia maltese a mezzo del Rev.mo Sig. D. Carmelo Caruana dichiara di voler continuarla per suo conto con questa bella invocazione: O Don Bosco, che non venga deluso nelle mie speranze poste in Voi! - Somma precedente, 16o - Versate il 28 maggio, 1400 - Versate il 28 agosto, 700 - Totale L. 2260.
Borsa LAJOLO D. AGOSTINO - Somma precedente, 475 - N. N. 75 - Totale L. 55o.
Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) - Somma precedente, 700 - Cantorini Checchina, 25 - idem, 5 - Totale L. 730.
Borsa MARENCO MONS. GIOVANNI Somma precedente, 7743,50 - Raccolte dal Sig. Luigi Canali, 500 -- Totale L. 8243,50.
Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Somma precedente, 15.953,70 - B. N. (sacrestia), 5oo - Gaetano e Sandrina Motta, 25 - Ghirardi Anna, 5 - Buscaglione Vercellone Ida, 500 - Enrica Baratti, ioo - Sig.ra Magrinello, So - Rossi Luigi farmacista, ioo - Concetta Zagni, 5 - G. Fusarini, 30 - idem, 20 - Vincenzina Zanlungo, io - Antonietta Cavinato, ioo - Serri. Agostino Zagni, io - Raffaele Basti, 5o - Cesare Bonelli, 25 - Ferretti Colombino, io - D. Marcellino Bernardino, io - Pugnale Emma, 5 - D. Giov. Isoardi, 5 - Totale L. 17, Borsa MARTIRI GIAPPONESI - Somma precedente, 10.307,60 - Prandi D. Carlo, So - idem, 5o - Totale L. 10.407,60.
Borsa CARD. MASSAIA - Somma precedente, 1727,50 - S. O. (sacrestia), 200 - Totale L 1927, 50.
Borsa MORGANTI MONS. PASQUALE (2a) - Somma precedente, 135 - P. R., 50 - A. F., 15 - Totale L. 200.
Borsa NOGARA MONS. GIUS. ARCIVESCOVO DI UDINE. - Somma precedente, 7129,75 - Egisto Scalon, io - N. N., io - N. N., 4 - N. N., 5 - N. N., io - Elisa Ponton, io - Polga Giovanni, 5 - Avon Angelo, 5 - Ida Cantarutti, 20 - Per onorare la memoria della compianta sig.ra Ponton ved. Battaglia, madre dell'ex allievo sig. Ottavio: Battaglia Ottavio, So - Botto avv. Annibale, 2o - Don Angelo Pezzetta, 20 - Di Gaspero dott. Francesco, io - Avv. Agostino Candolini, io - Rossi Umberto, io - Baschian Enrico, io - Giovanni Geom. Bertuzzi, io - Famiglia Burracchio, io - Famiglia Comuzzi, io - Gino Druitti, io - Francesco Pessa, io - Famiglia Polga, 5 - Famiglia Bianchi, 5 - boria Roberto, 5 - Dal Zan Giuseppe, 5 - Botto Giuseppe, 5 - Don Corrado Roiatti, 5 - Ponton Giovanni, 5 - Scagnetti Eugenio, 5 - Gasparinetti Italo, 5 - Fabris Italia, 3 - Botto Maria, 3 - Botto Mario, 2 - Ianis Giuseppe, 2 - Famiglia Contardo, io -- Egisto Scalon, 5 - Arturo Pirioni, io - In morte di Giuditta Candolini, avv. Agostino Candolini, Zoo - Ottavio Battaglia io - Bertoni Sante, io - Don Luigi Prinzig, io - Gemma Prinzig, io - Botto avv. Annibale, io - I Cooperatori Salesiani e gli ex allievi di Don Bosco di Udine, per ricordare la partenza di Don Angelo Pezzetta e l'opera svolta, quale Direttore Diocesano dei Cooperatori, 5o - Dalla Svizzera il sig. D. Leonardo Giovanni nel 1° anniversario della morte del figlio Giovannino, 20 - Don Cattivello Antonio, 5 - N. N., 5 - N. N., 3 -- Giordani Sabina, 5 - Scalon Egisto, io - N. N., io - Adriana Selan, 15 - N. N., 20 - Roiatti Volpetti Iolanda, 5 - In morte di - Maria Tretensa ved. Tonni, avv. Annibale Botto, 5 - In morte di Maria Piemonte Missio, avv. Annibale Botto, 5 - In morte di Elisa Ponton ved. Battaglia, Giovanni Marini, 5 - In morte di Elisa Ponton ved. Battaglia, famiglia Piccolo Gervasio, io - In morte di Giuditta Candolini, Don Ermenegildo Costantini, io - In morte di Giulio Vielmetti, Ottavio Battaglia, 5 - Botto Anita, io - In morte Elisa Ponton ved. Battaglia, Giov. Batt. Gius. Valentinis, io - In morte Maria Tretensa ved. Tonini, Giov. Batt. Gius. Valentini, io - In morte Giuditta Candolini, Giov. Batt. Gius. Valentinis, io - In morte di Tuca Ellero, Ottavio Battaglia, 5 - In morte di Cesare Chiaruttini, Ottavio Battaglia, 5 - Pelizzoni Michele, io - N. N., 6 - In morte di Elisa Ponton, ved. Battaglia, N. N., 5 - N. N., 5 - N. N., io - N. N., - Avv. Agostino Candolini, io - Avv. Botto Annibale in morte sig.ra Adelia De Anna, 20 - Idem in morte Maria Paola Schiratti, io - Idem in morte sig.ra Bornia Ida, 5 - Studio Avv. Botto, 18 - Italico Gasparinetti, 5 - Altro versamento di cui manca l'elenco degli oblatori, 8o - Totale L. 8045,75.
Borsa PARROCCHIALE M. A. (2a) - Somma precedente, 4728,45 - Cassette del Santuario (giugno), 402,50 idem (luglio), 466,40 - Maria Oddenino, So - Cassette del santuario (agosto 349,10 - idem, (sett.) 438,55 - Totale L. 6435.
Borsa PATROCINIO S. GIUSEPPE (2a) - Somma precedente, 1915 - Aldo Franchi, 1oo -M. A. (sacrestia), 5o-Totale L. 2065.
Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO -Somma precedente, 1950 - Gamba Serenella, 20 - Arcangela Fabbri a nome dei suoi piccoli alunni, 1oo - Totale L. 1870.
Borsa PIO X - Somma precedente, 13.917 - Giulio Buffa, 25 - Carola Fagiuoli e figlie, 20 - idem, io - Maria Olivero, 5 - Totale L. 13.977.
Borsa PISCETTA D. LUIGI - Somma precedente, 12.746,80 - Giuditta Piscetta, 40 - Achille Peirault, 50 - Totale L. 12.836,80.
Borsa PLAZZOTTA ANTONINO - Somma precedente, 4335 - Plazzotta Margherita, 300 - Totale L. 4635.
Borsa BORRINI FRATELLI D. SILVIO E D. CARLO - Somma precedente, 105oo - Omaggio di generosi benefattori per la ricorrenza delle nozze sacerdotali, 1000 - Altro omaggio di benefattori, 3500 - Totale L. 15000.
Borsa REGINA DEL SOGNO - Somma precedente, 3104 - Antonio Vella, 290 - idem, 348 Totale L. 3742
Borsa REGINA DI MONDOVI' - Somma precedente, 1262 - Dal salvadanaio del Sig. Icardi Domenico 31 - Totale-L. 1293.
Borsa RICALDONE D. PIETRO (3a) -- Somma
precedente, 195 - Eugenia Badini Confalonieri Colliex, 5o - Rag. Enrico Podda per riconoscenza a Don Bosco e a Maria A. e perche proteggano la Compagnia di S. Paolo, 1000 - Ettore Pavoni, 100 - Alberto Ciampi, io - Totale L. 1335.
Borsa RICCARDI D. ROBERTO - Somma precedente, 15.348,30 - Zalio Lidia, 25 - Messina
Palmira, 5o - Dott. Gandini Pietro, ioo - Raspo Maria, io - Totale L. 15.533,30.
Borsa RINALDI D. FILIPPO (3a) - Somma precedente, 8689,85 - Guenzani Gina, 100 - N. N., 100 - Totale L. 8889,85.
Borsa RINALDI D. FILIPPO (4a) - A cura delle zelanti Patronesse salesiane del Comitato Centrale di Torino, offerte, 15.o00 - Bianca Michelacci, 25 - Totale L. 15.025.
Borsa RUA D. MICHELE (3a) - Somma precedente, 222,3 - Luisa Cosmelli, 250 - Dott. Antonio Bosco, 90 - Totale I,. 2568.
Borsa SACRA FAMIGLIA - Somma precedente, 1101 - Margherita Lora Gilardi, So - Gilardi G. B., 1o7 - Totale L. 1311.
Borsa S. CUORE DI G. CONFIDO IN VOI (2a) - Somma precedente, 7113 - N. N. (sacrestia), 500 - Marseglia Assunta, 15 - Anna Amorini, 30 - Luigia Colosetti, io - Mazzieri Michele, 25 - Carolina Negri, 25 - Bernardi Rosa, 25 - N. N. (Borgomanero), 1oo-Bernardi G. B., 15 - Assunta Marseglia, 20 - Maria Bondi, io - D. I,. G. 500 - Totale L. 8388.
Borsa S. CUORE DI G. SALVATECI (2a) -
Somma precedente, 7557,60 - N. N., 100 -
Beltrami Mario, io - Fiorito Teresa Negro, 5 - Ferretti Colombino, 15 - Totale I,. 7687,60.
Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma precedente, 5009,70 - Rina Marabini, io - Totale L. 5019,70.
Borsa S. ABBONDIO - Somma precedente, 19o5 - Mercede S., 100 - T. L., io - B. Totale L. 2020.
Borsa S. ANTONIO - Somma precedente, 3114 - Fulvia e Isolina Porrini, 15 - Totale L. 3129.
Borsa S. BENEDETTO - Somma precedente, 237 - Sac. Ettore M. Bigi, 15 - Totale I,. 252.
Borsa S. FILOMENA - Somma precedente, 2152 Dobrowoluy Filomena, 100 F. D., io.ooo Totale L. 12.252.
Borsa S. GIUSEPPE (Roma) - Somma precedente, 2000 - Inviate, 5 500 Totale 1,. 7500.
Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA - Somma precedente, 5327,80 Guggiari Gaetano, 5o - Chiaventoni Margherita, io - Totale L. 5387,80.
Borsa S. TERESA DEL B. G. (10a) - Somma precedente, 14.546,50 - N. N. (sacrestia), 5oo - Roletto Ernesta, 5o - Paolina Breccia, 367,70 - Totale L. 15.464,= 0.
Borsa VALSÈ SUOR TERESA - Somma precedente, 2605,50 Gruppo Giov. Missionaria del convitto Manifattura (Legnano), 200 - Totale L. 2805,50.
Borsa VANGELO DI GESÙ - Somma precedente, 13,573 Ada Mulinacci (raccolte fra i piccoli), 142,80 Totale L. 13715,80.
Borsa VERCELLI - Somma precedente, 7905 - Can. Orsenigo Riccardo, 50 - Totale L. 7955.
Borsa VERSIGLIA e CARAVARIO - Somma precedente, 2336 - Maccagno Giovanni, io - Magnetti Maria, io N. N. (Casale) per un chierico cinese a nome Giovanni in ricordo del Beato, 6ooo - Totale L. 8356.
(Continua).
Quando il giugno scorso si tenne all'Oratorio Salesiano di Torino in Valdocco l'Esposizione annuale degli arredi, paramenti e lini sacri e di altre provvidenze pro Missioni Salesiane, a cura dell'apposita benemerita Commissione del Comitato Centrale delle Dame Patronesse delle Opere del Beato Don Bosco, un senso di gran meraviglia e di alta edificazione invadeva i visitatori.
Noi plaudiamo di cuore all'operosa generosità di detta Commissione e a tutto il rispettivo Comitato Centrale; come pure plaudiamo alle numerose Zelatrici e Cooperatrici Missionarie Salesiane che in altri centri oppure al loro domicilio familiare lavorano anch'esse generosamente a questo scopo.
Ma ora ci preme ricordare anche le pie Cooperatrici Salesiane che lavorano ovunque vi ha chiesa o cappella presso gli Istituti Salesiani anche fuori delle Missioni; incominciando dalle Basiliche di Maria Ausiliatrice di Torino e del Sacro Cuore di Gesù in Roma fino alle minime chiese o cappelle dei nostri più lontani Oratori Festivi.
Esse si chiamano qua e colà con diversi titoli, ove Ancelle del Sacro Cuore, ove Marie del Tabernacolo, ove altrimenti; ma in sostanza sono per noi le Cooperatrici Salesiane dell'Altare.
Non vi ha opera dell'Altare di cui esse non si occupino con zelo premuroso provvedendo, rammendando, ripulendo arredi, paramenti, lini, addobbi, fiori, ecc. pel decoro dell'Altare e i sacri riti.
Se mai vi fosse chiesa o cappella salesiana che non avesse ancora queste Cooperatrici, noi facciamo voti che sorga presto, d'iniziativa dei Salesiani stessi locali oppure di pie signore, questa santa opera anche colà.
Ove poi già vi sono le Patronesse Salesiane oppure le Dame d'onore di Maria Ausiliatrice, raccomandiamo che, ad esempio del rispettivo Comitato Centrale di Torino, formino nel Comitato stesso una Commissione a questo scopo.
Vogliamo infine ricordare con particolare riconoscenza il lavoro che fanno a servizio delle nostre chiese molti Istituti Religiosi, tra cui quello del Rifugio-Opera pia Barolo in Torino che lavora gratuitamente per la Basilica di Maria Ausiliatrice fin dalle prime origini del Tempio stesso e le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Gesù, prigioniero d'amore nei Sacri Tabernacoli, e la gran Regina del Cielo Maria SS. Ausiliatrice ricompenseranno largamente tutte le Benemerite Cooperatrici salesiane dell'Altare.
Il Beato Don Bosco implori su tutte le più elette grazie e benedizioni.
Amatissimo Padre,
Godo poterle presentare il lavoro riassuntivo dei suoi figliuoli nel decorso anno di apostolato. È il primo omaggio che le facciamo dopo la sua elezione a successore di Don Bosco, e speriamo che le sarà gradito, almeno quanto i numerosi che ha ricevuto certo in questa occasione. È un dono fatto di aridi numeri, di raffronti, che, pur non potendo dir tutto, a chi sa leggere tra le righe, e pensa alle condizioni speciali di quest'anno ed alle difficoltà caratteristiche di questo paese, dice non foss'altro, lavoro, avvanzamento, sforzo di riuscita.
L'accolga, lo benedica e lo presenti lei all'altare della Madonna Ausiliatrice nostra, all'altare del nostro B. Don Bosco, affinchè essi moltiplichino per il nuovo anno il risultato.
Non possiamo dimenticare i nostri Superiori, Confratelli, allievi e cooperatori, che in tante forme in quest'anno ci vennero in aiuto. Diciamo a tutti il grazie riconoscente, la preghiera quotidiana ed il proposito di rinnovato ardore nel lavoro.
Saltano all'occhio piccoli, costanti aumenti in tutto: le posizioni vecchie furono mantenute tutte; e se ne conquistarono delle nuove in missione; non indietreggiare, ma avanzare, è tutto. Il cuore del missionario vedendo la miseria spirituale in cui si trovano le numerose anime a lui affidate, vorrebbe dare a tutti ed al più presto i mezzi della grazia, ma purtroppo, se in altre Missioni si registrano a migliaia i battesimi dell'annata, in Giappone, non è per ora cosa concepibile... Le cause? Ve n'è un finimondo: la scarsezza dei missionari, la perfetta organizzazione civile ed educativa dell'impero, l'attaccamento fortissimo alle tradizioni, il carattere di razza, la difficoltà della lingua parlata e scritta non sono fra le ultime. E per la nostra missione? In altre mie ho espresso chiaramente il mio pensiero. Per noi come Salesiani si presenta irto di difficoltà il problema dell'educazione cristiana della gioventù. Per la famiglia e per lo stato giapponese il fanciullo è come la pupilla dell'occhio. Famiglia, scuola e stato in armonia di intenti plasmano il piccolo giapponese. Quanti a loro modo di vedere cercano di sovrapporsi o contrastare o coadiuvare con mezzi diversi dal loro a questo lavorio di formazione, sono considerati non solo come oppositori dell'educazione, ma della patria. E dal loro punto di vista fanno bene, ed è bene che sia così. Pensi però alla delicatezza di posizione, non dico dell'educatore cattolico, che come tale deve avere il suo bravo permesso dalle autorità e dare garanzie che nella scuola (che è equiparata alle governative se no non può vivere) non c'entra il problema religioso, ma del missionario cattolico che (come il salesiano) desidera anche fare dell'apostolato cattolico fra i fanciulli, fra i giovani pagani. Quale delicatezza di linguaggio quando è richiesto sul problema religioso nostro nei raffronti al loro, sul problema dell'autorità. Basta alle volte una frase intemperante, mal compresa, mal riferita, perche missione e missionario perdano credito, ed alle volte in un batter d'occhio si perda il frutto di mesi ed anni di lavoro. La scuola segue il fanciullo anche nelle ore dopo scuola; la scuola è al corrente di tutto ciò che si riferisce alla vita educativa dei suoi inscritti e consiglia ed ordina... Ecco perchè in un attimo lei può vedere sbandate le pecorelle, che costarono tante cure.
Bisogna dunque penetrare nelle famiglie, armonizzare colle autorità scolastiche, dar importanza, valore e continuazione all'opera educativa della famiglia e della scuola, allontanare e smorzare tutte le suscettibilità delicatissime di questo popolo; bisognerebbe poterlo fare colla grandiosità di mezzi di cui usufruiscono le istituzioni educative e allora si riuscirebbe di più... e si riuscirà di certo. Ho detto tutto questo non per scusare la povertà dei nostri risultati, ma per indicare che in Giappone un lavoro anche intenso, non conduce che a magri rendimenti. Proprio come in agricoltura (ed anche in questo ramo lei, amatissimo Padre, è maestro). Un terreno vergine, dissodato, le dà dei prodotti meravigliosi. Un terreno sterile rende a condizione che sia dissodato a fondo, con scassi ripetuti, con concimazioni razionali, con abbondanti irrigazioni... Proprio così la missione giapponese: occorre dissodare a fondo, scassare, capovolgere idee, convinzioni, abitudini morali... irrigare ed arricchire queste povere anime con sudore, con sangue, con scienza... Per quanto tempo? Mah! lo sa il Signore. Modestamente, nel nostro piccolo, esperimentiamo quanto ho detto sopra, che è quanto pure esperimentano gli altri missionari fratelli nell'apostolato. Non vedremo noi i risultati definitivi, ed è meglio. Avanti, avanti sempre... mano all'aratro e agli altri strumenti di lavoro.. dissoda, dissoda... semina con fede il buon seme o missionario cattolico, altri raccoglierà... ma sostenuto dalla carità dei buoni hai cooperato all'ampliamento del regno di Dio nelle anime. Hai fatto il tuo dovere. Che vuoi di più?
Miyazaky (Giappone) 15 luglio 1932. Prospetto generale del lavoro spirituale della Missione indipendente di Miyazaky (Giappone) nel 1931-1932.
ANNO 1927 1931 1932
Salesiani Sacerdoti 9 10 12 Coadiutori 3 4 5 Scolastici - 10 15 Figlie Maria Aus. - 9 1 1 Semin. indigeni - 16 22 Catechisti e Maestri 3 19 19 Catecumeni 30 95 138 Cappelle 3 5 6 Residenze fisse 3 4 6 In affitto - 3 3
Ricoverati - 16 16
2 allogg. 5o visitati
Oratori 3 5 11
Oratoriani 8o 765 980
Scuola Tip. Case 1
Allievi - 6 8
Asili Case - i i
Allievi 30- 30 Cristiani 400 938 1053 Battezzati 2 8 102 116 Comunioni Pasquali 135 573 618 Comunioni di divozione 8628 43.700 51.299 Matrimoni 2 8 9 Missioni .1 17 14 Assoc. parrocchiali - 10 15
soci 338
Assoc. di Azione Cat. - 8 18
soci 404 Popolazione (censimento 1930) 1.702.023.
Superficie kmq. 14.072
Don VINCENZO CIMATTI Missionario Salesiano.
NOVENA consigliata dal Beato Don Bosco per ottenere grazie e favori da Maria SS. Ausiliatrice.
1. Recitare per nove giorni: Tre Pater, Ave, Gloria al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento; tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
2. Accostarsi ai Ss. Sacramenti.
3. Fare un'offerta secondo le proprie forze per le Opere Salesiane.
4. Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria SS. Ausiliatrice.
Carissimi,
Questa volta incomincio la lettera in poesia, riportando i seguenti versi del Parzanese:
Quando io nacqui mi disse una voce:
Tu sei nato a portar la tua croce.
lo piangendo la croce abbracciai
Che dal Cielo assegnata mi fu. Poi guardai, guardai, guardai: Tutti portai la croce quaggiù.
Con la Croce Gesù redense il mondo. Per la via della Croce i Santi ottennero le più grandi grazie da Dio. All'apostolato della preghiera pro Missioni ecco ora unirsi l'apostolato della sofferenza, apostolato grandemente impetratorio, universale, accessibile a tutti. Un esempio splendido in proposito ce lo diede, come nel seguente articolo, il gran servo di Dio Don Andrea Beltrami, allievo del Beato Don Bosco, che si offerse vittima pro Missioni in lunghi anni di dolori.
L'apostolato della sofferenza pro Missioni oggi va diffondendosi assai; a quando a quando anche in molti ospedali migliaia di infermi offrono a questo scopo le intere loro giornate di dolore. Pregare e cristianamente soffrire pro Missioni è una gran nobile impresa.
Cari giovani, aderite anche voi a questo santo apostolato, offrite anche voi le vostre croci a quest'opera di carità e di grazia e fatevene caldi propagatori tra amici e conoscenti. Salverete molte anime e ne avrete gran merito presso Dio.
Coraggio! Fatevi tutti apostoli della preghiera e della sofferenza pro Missioni e sarete altrettanti Missionari.
Vi saluto cordialmente.
Sempre vostro affezionatissimo
DON Giulivo.
La Rivista dell'Unione Missionaria del Clero (Anno XIV, N. 5) ha pubblicato ultimamente un articolo sullo Spirito Missionario di D. Andrea Beltrami, che, mentre lumeggia questa forma preziosa di Apostolato del Servo di Dio, può essere di esempio per tante anime che dispongono dei tesori della sofferenza, a metterli a frutto presso la banca di Dio per la salvezza delle anime e la conversione degli infedeli.
Un contributo all' apostolato della sofferenza "pro Missioni".
L'illustre Predicatore di Notre-Dame di Parigi, il Rev.do P. Enrico Lacordaire, prima di vestire le bianche lane della milizia domenicana, nel fascino di una giovinezza esuberante aveva sognato l'apostolato missionario negli Stati Uniti di America, poichè credeva (osserva il suo primo biografo) « di non potere dare al Signore migliore attestato d'amore e di generosità che il volontario esilio dalla patria diletta per immolarsi tra popoli infedeli oscuro conquistatore di anime a Cristo ». Ouesto eroismo che solo un grande amore sa suggerire non è unico nella storia dei Santi: anzi è desso un indice sicuro d'una santità che sta per raggiungere le più alte vette.
Del numero di queste anime elette è il Salesiano Servo di Dio Don Andrea Beltrami, la cui vita, pure racchiusa nella breve cerchia di ventisette armi, fu intensamente operosa e missionaria. Egli non pose mai piede in terra infedele, ma ebbe l'animo dell'apostolo: lo spirito missionario fu per lui un ideale così bello e così grande che non rifiutò per esso un lento martirio di oltre un settennio. Il letto di dolore si trasformò per lui in altare di propiziazione dal quale continuamente fece salire il profumo di un olocausto di preghiera e di sofferenza implorante l'avvento del Regno di Cristo Signore.
La vocazione.
Nell'estate del 1884 in occasione d'una visita del Beato Don Bosco al Collegio Salesiano di Lanzo Torinese, Mons. Cagliero, Missionario nella Patagonia e di recente nominato Vescovo, tenne una conferenza ai numerosi giovanetti studenti. Con parola infuocata di zelo egli parlò delle Missioni della 'l'erra del Fuoco ed accennando ai molti che ancora non avevano raggiunto i frutti della Redenzione e ai mirabili risultati dell'opera evangelizzatrice, mostrò quale immenso campo di lavoro stesse preparato a chi sentisse il desiderio di corrispondere generosamente alla grazia. Questa conferenza non fu certo vana: da essa infatti nacque non solo una vocazione religiosa e missionaria, ma un santo.
Andrea Beltrami, conquiso da quelle parole di fuoco, vide come più utilmente sarebbe stata spesa la sua vita nelle Missioni: l'idea missionaria s'impossessò dell'anima sua giovanile: egli vorrà diventare Sacerdote Salesiano, ma per essere Apostolo, Missionario e forse Martire nelle Terre Patagone. Apostolo tra i compagni, propagandista tra gli amici e conoscenti, ai quali dà a leggere le lettere che i Missionari Salesiani mandavano dalle terre d'America, egli sale sognando la vetta del monte santo: il sacerdozio corona e consacra tanta generosità, e lo riceve l'8 gennaio 1893 proprio dalle mani di Mons., Cagliero, Vicario Apostolico della Patagonia, nella stanza-cappelletta di Don Bosco.
Spirito missionario.
Nella visione delle terre infedeli il nostro eroe aveva sospirato il dì della ordinazione sacerdotale per iniziare il «suo volontario esilio » in patria straniera, in attesa del martirio: ma il Signore che è mirabile nei suoi Santi, aveva anticipato al suo Servo la gioia della immolazione donandogli una malattia che gli precluse per sempre la via alle missioni, aprendogli però quella del dolore: e nei lunghi anni di malattia Don Andrea Beltrami lavorò, pregò, si immolò per l'opera missionaria. Lavorò con la penna, deposta solo al soffio gelido della morte: e tra le molte righe dei numerosi libri ameni-educativi, da lui vergate nelle notti insonni alla fioca luce del Tabernacolo Santo, è bello ricercare quali bagliori di luce e di poesia vi getta lo spirito missionario, davvero animatore e vivificatore, La vita dei Santi Fratelli Giulio e Giuliano, i Missionari delle terre Novaresi; di Benedetto da Norcia e di Francesco d'Assisi, i grandi Patriarchi d'Occidente dalle cui Famiglie sono uscite nel corso dei secoli migliaia di apostoli e di martiri nelle terre idolatre; le commemorazioni dei confratelli Don Unia, Apostolo dei Lebbrosi, e Don Angelo Savio, il valoroso banditore della Buona Novella; il dramma di Tommaso Moro ed i Bozzetti Patagoni, hanno dei voli lirici così meravigliosi che svelano a quale altezza lo portasse la sete delle anime.
Nella biografia poi di Napoleone, con un lirismo che non trova facili paragoni nelle letterature profane, confronta il Conquistatore di popoli con il Missionario, vero ed unico conquistatore di anime e di cuori che saranno eternamente asserviti ad un regno senza confini, glorioso, immortale e divino. E l'anima missionaria che contempla il trionfo della Chiesa conquistatrice e ripetendo le parole del Salmista invita le Nazioni tutte ad unirsi al corteo di gloria che prepara il trionfo finale di Gesù Cristo Re. « Sorgete o popoli, sorgete dalle tenebre e volgetevi al Sole della verità che spunta sul vostro orizzonte per illuminarvi. Vestitevi a festa e preparatevi con rami d'olivo e con palme per andare incontro a coloro che vengono nel nome del Signore a portare in mezzo a Voi la luce della vita, della fede, del progresso e della civiltà ».
Preghiera e sofferenza.
Queste le manifestazioni esterne dello spirito missionario di Don Andrea Beltrami: ma più belle ancora sono le intime. Quando il Servo di Dio, nella primavera dei suoi vent'anni, sentì spezzarsi la giovinezza sotto i colpi fatali di un male che non perdona, credette svanita ogni idealità missionaria, e pur non rimpiangendo la terra, che già sentiva la nostalgia del cielo, invidiò quanti nelle terre Patagone avevano trovato la patria d'adozione, la vera Terra Promessa.
Ma dopo questo primo e quasi involontario abbattimento, egli comprese come alla nobile conquista dell'apostolato e della rigenerazione delle anime, la Provvidenza riserva ai suoi prediletti una missione umile e nascosta, non però meno grandiosa e meritoria: l'apostolato della preghiera e della sofferenza. Don Andrea non rifiutò questa nuova forma di amore e di conquista, abbracciò con gioia la croce della malattia, ad imitazione del Divino Maestro il quale proposito sibi gaudio sustinuit crucem e avvinto ad essa si immolò in un gioioso olocausto di preghiera e di dolore per la conversione del mondo intero e per i Missionari tutti. All'ardente sua brama non bastava un lembo di terra: tutto il mondo doveva ripercuotersi nel palpito del suo cuore, dinanzi al Tabernacolo Eucaristico. Con quanta commozione si rilegge oggi ancora la scrittura nella quale, come in un atto legale ed irrevocabile, l'eroe aveva scritto e firmato poi col suo sangue le preghiere che portava sul cuore, nel desiderio di ripeterle ad ogni palpito:
« Cuore Dolcissimo di Gesù: io mi offro vittima per la conversione dell'Inghilterra, della Germania, della Russia, della Chiesa Orientale, della Turchia, degli Stati Uniti, dell'Africa, della Cina, del Giappone, dell'India, dei popoli dell'Oceania, del Polo Artico ed Antartico. O Signore accettatemi vittima per i Missionari.
Cuore Dolcissimo di Gesù, l'amore che Voi mi deste per le anime è più forte della morte e dell'inferno ».
Con questi ardori serafici, nella visione di terre infedeli, nell'ardente sete di conquistare anime a Cristo si consumava lentamente il sacrificio: egli aveva sognato il martirio come l'attestato supremo d'ancore, e questo venne: non nel colpo improvviso di un Indio, ma in una longa e penosa malattia che potenziò il premio, il merito, l'efficacia e la gloria, fino all'alba del 3o dicembre 1897 quando il Servo di Dio spirò librando l'anima immortale e gloriosa verso gli azzurri del cielo di Dio.
Tre mesi prima che a Valsalice spirasse il Servo di Dio Don Andrea Beltrami, e precisamente il 30 settembre 1897 all'ombra del Carmelo di Lisieux santamente moriva la piccola Teresa del Bambino Gesù: non aveva che ventiquattro anni, ma già era salita alle vette della santità: il segreto l'aveva trovato nell'idea, nel fascino dell'apostolato missionario vissuto, alimentato, trasformato nella sete viva di amore e di dolore.
Per Gesù e per le anime, amare e soffrire; per i popoli infedeli, pregare ed immolarsi: per i Missionari e per le novelle generazioni portate a Cristo nella luce del Vangelo, essere gli umili questuanti delle grazie e delle celesti benedizioni: ecco per tutti i fedeli e soprattutto per ogni sacerdote un segreto di santità operosa e di cooperazione missionaria efficace.
PRO MISSIONI SALESIANE
L"ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 Gennaio 1924 N. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:
Se trattasi d'un Legato:
« ...lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a legato la
somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».
Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa:
« Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».
(Luogo e data)
(Firma per esteso).
Guarita dal mal d'occhi. - Per un grave male al nervo ottico una mia nipote aveva quasi perduto un occhio e lo specialista aveva ormai dichiarato che difficilmente poteva salvarle la vista. La gravità del caso mi spronò a ricorrere all'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e del B. Don Bosco, ed esperimentai in breve l'efficacia della loro protezione. La nipote cominciò a migliorare e gradatamente si ristabilì quasi perfettamente.
Torino. M. L.
Liberata da grave infermità. -- Nello scorso inverno fui colpita due volte da forte angina, che mi lasciò assai indebolita. Dopo pochi giorni, ritornata ancora la febbre, il dottore non mi nascose di temere che si trattasse di tifo. Estenuata dalle precedenti malattie, conobbi di non poter certamente sopportare questo nuovo e più grave malanno: mi raccomandai pertanto alla cara Ausiliatrice ed al Beato D. Bosco. Dopo otto giorni la febbre scomparve completamente, con meraviglia dello stesso dottore, ma con la nostra persuasione dell'intervento de' nostri Protettori Celesti, ai quali ci raccomanderemo sempre nei nostri bisogni.
Trieste. LIA RiCCHINI, ex allieva.
Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:
P. C. (Torino) per la ricuperata salute.
N. N. (Fiume) per la scomparsa di un forte dolore alla spalla destra dopo una novena a M. A. e al Beato.
E. V. L. (Toscana) per varie grazie ottenute in epoche diverse coll'intercessione di M. A. e D. Bosco.
Annaccarata Michele (Vibo V.) per la guarigione della madre colpita da forte nevralgia che la fece spasimare per vari giorni.
I. C. (Coggiola) per essere stata rapidamente esaudita nelle sue preghiere a M. A. e al B. Don Bosco, conseguendo il sollievo desiderato.
Resio Caterina (Biestro) per diverse grazie ottenute dalla bontà di M. A. e del Beato.
Bice Macri (Roma) col cuore pieno di riconoscenza e di fede ringrazia vivamente il Beato Giovanni Bosco, per la cui intercessione presso la SS.ma Vergine ed il Sacratissimo Cuore di Gesù, ottenne una grazia tanto necessaria.
C. T. M. (Lu) avendo affidata la loro guarigione alla protezione di M. A. e del Beato ringraziano, sperando di veder pienamente appagato il loro desiderio.
Gattone Clementina (Sasso) per la guarigione ottenuta coll'intercessione di M. A. e del Beato.
F. C. (Malonno) per guarigione ottenuta.
Saporito Adele (Alimena) raccomandò a M. A, e al Beato la sorella colpita, a due riprese, da dolori al fianco accompagnati da febbri, vomito e fenomeni nervosi che la ridussero in grave stato: poco dopo il termine della novena, l'ammalata era ristabilita.
Zucchiatti Diego (Udine) pel buon esito degli esami, riconoscendo in ciò una grazia speciale di M. A.
Mazzucco Orsola (Buenos Ayres) per la guarigione di una sua cognata, madre di 8 figli, colpita da apoplessia.
Borghi Elvira (S. Fermo di B.) invia offerta in ringraziamento per guarigione da asma bronchiale, ricorrendo a M. A.
Sig.ra Zanetti scrive: - Mia figlia Emma Zanetti, da un mese affetta da angina, scarlattina e nefrite, si è ristabilita in seguito a una novena fatta a M. A. accompagnata da Comunioni.
Pietro e Olimpia Scaglioni (S. Martino di R.) per la guarigione della figlia Luigina ottenuta col ricorrere a. M. A.
I. F. B. (Crema) ringrazia infinitamente Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco per aver ottenuto la protezione su suo marito che ha potuto proseguire col suo posto agognato da tanti.
Giuseppina Spina Tedeschi (Acireale) invia offerta in riconoscenza della guarigione del marito, ottenuta a intercessione del B. Don Bosco e della Vergine Ausiliatrice.
Garlaschini Giovanna per la guarigione da fistola flamonare col sacco lacrimale.
Bracciano Carlo offre orecchini con brillanti per grazia ricevuta.
L. G. per la felice riuscita di un'operazione, rende grazie al Beato D. Bosco ed a Maria A., ed invia offerta.
Laura Marchesini ved. Belelli invia la sua offerta in omaggio di gratitudine per le molte grazie ricevute.
Ernesto Fois (Iglesias) esprime riconoscenza alla Vergine per la protezione accordata ai suoi esami, che ebbero un ottimo risultato.
Novarino Luigi (Bistagno) al termine della novena in onore di M. A. e del Beato vide scomparire la malattia pleuro-polmonare con febbre altissima, che per 70 giorni l'aveva tormentato.
Concetta Venduti (Cerreto S.) ricorse al Beato Don Bosco per la grave e penosa infermità del babbo, e lo riebbe guarito.
Angela Borelli (Germasino) per la guarigione del figlio da un ascesso, che lo tormentava atrocemente, con la novena a M. A. e al Beato; il male scomparve da sè con grande sorpresa del dottore curante.
Perotto Maria (Demonte) ci segnala grazie ricevute da Sicuterra Maria che, da 2 anni ammalata al fegato, subì felicemente l'operazione e la conseguente estrazione di sei pietre, e da un'altra signora-che pure felicemente fu operata al collo. Entrambe riconoscono nel felice esito la speciale protezione di M. A. e del B. Don Bosco.
Teresa Grovano ringrazia M. A. per averle ridonato il bambino guarito da intossicazione intestinale e da altre complicazioni.
N. N. esprime la sua riconoscenza al Beato Don Bosco e a Maria A. per averlo aiutato ed assistito nei suoi bisogni.
N. N. per grazia ricevuta dal fratello e per il buon esito di un'operazione di tumore a sua sorella.
Persone amiche (Castellero) ringraziano di cuore M. A. e il Beato D. Bosco per la segnalata grazia loro concessa colla guarigione del parente ed amico Massimo Secondo di Castellero. Colpito improvvisamente da meningite specifica non lasciava più speranza alcuna di guarigione agli stessi medici, i quali furono quindi ben meravigliati quando constatarono dopo appena due o tre giorni essere l'ammalato fuori pericolo.
Cesa Rosa (Carignano) raccomandò a M. A. il bimbo di 18 mesi che, per una caduta, era minacciato da indurimento del ginocchio e di incompleta guarigione: coll'aiuto della Madonna risanò perfettamente.
Solera Marianna (Osasco) per guarigione ottenuta. G. C. (Lu) per grande grazia ottenuta e da tempo desiderata.
R. R. B. (Biella) offre offerta per grazia ricevuta a intercessione di M. A. e del Beato.
Olivero ringrazia M. A. e il Beato per un'importante grazia ottenuta dopo una novella.
Rita Canegallo (Carezzano) avendo la sua piccola Angela, di circa due anni, colpita da tosse asinina acuta, nel timore di complicazioni gravi si rivolse coli fiducia a M. A. e al Beato. Dopo due novelle consecutive la bimba era completamente guarita.
Costamagna Eleonora (Cherasco) ringrazia per tre grazie ricevute a intercessione di M. A. e del Beato: la guarigione della mamma da una perniciosa infezione al naso; il dono di una florida bimba alla figlia, e l'innocua caduta del figlio dall'alto della stalla nonostante un forte colpo ricevuto sullo stomaco dal manico del tridente, che lo privò della parola per qualche tempo e gli fece soffrire dolori acutissimi.
Rina Venturini (Milano) per il felice esito dell'operazione di appendicite subita dal marito gravemente malato, con la protezione di M. A. e del Beato D. Bosco.
Giulia Semeraro Semerari (Martina Fr.) essendo prossima alla maternità e in debolissime condizioni di salute invocò fiduciosa l'assistenza di M. A. e del Beato, promettendo in riconoscenza un'offerta. E tutto andò bene con grande meraviglia dei dottori che temevano gravi pericoli.
Zavatta Armando (Bertinoro) per aver potuto realizzare la sua vocazione missionaria,
Giovanni Ingrosso invia offerta in riconoscenza a M. A. e al B. Don Bosco per grazia ricevuta.
Lucchesi Maria (Grosseto) per grazia ricevuta.
G. P. riconoscente al Beato Don Bosco per grazia ricevuta, offre L. 250 per le missioni salesiane.
Riccagno Maddalena (Torino) rende grazie a Don Bosco per due bambini miracolosamente salvati in un grave pericolo.
Luisa Del Gatto (Torre del G.) per averla il Beato aiutata in gravi strettezze.
M. V. seminarista, per il felice esito di importanti esami.
Carla Bruni (Acqui) ringrazia, con offerta, il Beato Don Bosco per vari favori ricevuti, ed implora costante la sua potente intercessione presso Maria Ausiliatrice.
R. R. per il favore concesso a intercessione del Beato a bene della famiglia.
Sist. Ida Busetto (Pordenone) raccomandò con una fervorosa novella al Beato una sua nipote colpita da paralisi al capo, e fu pienamente esaudita.
M. Dora Fabris (Bressanone) a nome di un gruppo dell'Istituto Dame Inglesi esprime riconoscenza al Beato per la guarigione della M. Prefetta in grave pericolo per polmonite; e per la rapida cessazione di grossi chicchi di grandine.
Fiore Anna (Macello) dovendo subire il 24 maggio un'operazione di appendicite all'Ospedale Mauriziano, si raccomandò con fiducia a M. A. e al Beato Don Bosco per essere validamente protetta: e ne ebbe quasi un'assicurazione anticipata potendo contemplare, la domenica sera del 22, M. A. e il Beato in una fulgidissima luce che la incoraggiavano.
Ilda e Leone Polato (Este) felici per aver ottenuto dal Beato Don Bosco la grazia della guarigione del loro piccolo Roberto, affetto da broncopolmonite e in condizioni, a giudizio del medico, disperate, gli rivolgono riconoscenti pubbliche grazie e infinite benedizioni.
Caprioglio Francesca, cooperatrice salesiana, riconoscente al B. D. Bosco per averle ottenuta la grazia di poter superare con felice esito una difficile operazione e pel conseguente notevole miglioramento nella salute adempie la promessa fatta inviando offerta.
N. N. (Locarno, Svizz.) riconoscente a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco per grazia ricevuta.
Locatelli Annetta (Brembilla) ottenne la prodigiosa guarigione dell'unico suo figlio coll'applicazione della reliquia del B. D. Bosco.
Felicita Gallo (Pezzolo) per intercessione del Beato Don Bosco ottenne che un suo carissimo nipotino, colto da malattia improvvisa e grave risanasse in breve tempo.
C. G. V. offrono L. 150o a favore delle Opere salesiane - specialmente per le Missioni - in riconoscenza per segnalate grazie ricevute da Maria Ausiliatrice invocando l'intercessione del Beato D. Bosco.
Atripalda a Don Bosco.
Per iniziativa dei seminaristi Atripaldesi, venne organizzata per la domenica 28 agosto la festa in onore del B. Don Bosco, preceduta da un novenario e triduo solenne, durante il quale venne esposta alla venerazione dei fedeli la sacra reliquia nella Chiesa Matrice di S. Ippolito.
I discorsivi del triduo furono tenuti dai seminaristi Aversa, Schioppa e Imbimbo, i quali esposero agli uditori con molta efficacia la vita e l'apostolato di D. Bosco. Il 28, giorno della festa, il popolo tutto di Atripalda ha dimostrato il suo affetto verso l'umile e grande figlio d'Italia e della Chiesa, onorandolo con una Comunione generale e coll'intervento alla Messa solenne e alle funzioni del pomeriggio per ascoltare il fervido panegirico del prof. Don Alfonso Ventola del Seminario di Avellino e partecipare alla processione. La cerimonia del bacio della reliquia, presentata ai fedeli dal Sac. Salvatore Ruggieri, si svolse fra canti di inni eseguiti sotto la direzione del valente Canonico Dott. Enrico Giella.
Don Bosco festeggiato a Sakania (Congo Belga).
La festa del nostro Beato ha avuto quest'anno un particolare carattere di gioia anche tra i nostri indigeni. Oltre la Messa della Comunione generale che fu numerosissima, perchè i fedeli arrivati già dai loro lontani villaggi la sera della vigilia, hanno avuto comodità di confessarsi, vi fu una messa solenne alle dieci celebrata davanti al quadro del Beato che tra drappi e fiori troneggiava nel centro dell'altare.
Un fervoroso panegirico del Beato tenuto in Chibemba dal nostro missionario Don De Rosa ha messo a conoscenza dei nostri neretti le virtù e gli eroismi del Beato, nonché la protezione speciale di M. A. sull'intiera Congregazione.
Alla fine della messa, sulla porta della chiesa, distribuimmo a tutti i partecipanti alla funzione un biglietto, che dava diritto di partecipare, gratis, alle quattro di sera, all'estrazione d'un premio alla pie-cola lotteria. Fu una grande novità per gl'indigeni, che non avevano mai visto un tale sorteggio di premi a varietà.
All'apertura della lotteria, onorata della presenza dei parecchi bianchi e dello stesso Amministratore territoriale, demmo principio al grande spettacolo. Gli uomini, divisi dalle donne e dai bambini, partirono per la casa dei Padri Salesiani e noi, perchè i più non sanno leggere, dovemmo per ben due ore usare dell'energia e della furbizia per rendere tutti contenti e fare che tutti avessero la loro parte. A questa gente non manca una certa malizia quando si tratta di mettere nella loro tasca: fino ad usare delle scene tragiche pur d'avere qualche cosa, come sarebbe per esempio quella di svestirsi completamente per far vedere che hanno bisogno d'un vestito.
I nostri doni non furono certo pari a quelli delle lotterie d'Europa, perchè i nostri benefattori a cagione della crisi furono ricolto parchi nel donare e la nostra borsa abitualmente vuota non ci ha permesso di fare del lusso e delle grandi cose, ma per essere la prima volta abbiamo constatato che riuscì di gradimento a tutti e valse ad affezionare ancora più i nostri indigeni alla missione.
Alla fine, fu comica la distribuzione dei biscotti ai bambini (gentile offerta d'una bimba belga) i quali, come anime del Purgatorio all'arrivo dell'Angelo, s'aggrapparono uno sull'altro per poter arrivare colla loro manima fino a me e avere la piccola ghiottoneria, che non rare volte, nella violenza di prenderla mi schiacciarono in mano.
Dopo averli lasciati ricreare a lungo, cantammo, a Don Bosco l'inno: Don Bosco ritorna, ecc, in lingua indigena e finalmente entrammo in chiesa per la Benedizione.
Alle otto, cinema all'aperto, sulla vita di Gesù, altro amatissimo divertimento che li tenne incatenati per due ore sul telone riproduttivo. Così passò questa cara festa di famiglia, non senza un po' di stanchezza, ma coli la soddisfazione d'aver procurato un po' di svago e d'aver fatto un po' di bene a queste anime.
Suor PAOLINA CHIODI F. di M. A.
Grazie attribuite alla intercessione del Beato Don Bosco.
Una prodigiosa guarigione rivelata dopo 26 anni.
-- Dopo molti anni, anche per consiglio dell'Eminentissimo Cardinale Michele Lega, vengo a pagare lui debito di riconoscenza al Beato Giovanni Bosco, grande Maestro dello spirito.
Eravamo nel 19o8, quindi nel fiore della mia giovinezza, quando un terribile morbo, e proprio il morbo di Pott, mi aveva ridotto in fine di vita. Il mio medico curante, il dottor Cesare Canuti, di Faenza, morto appena da un biennio, ma di cui serbo ancora la dichiarazione, servitami in tempo di guerra, aveva già dichiarato ai miei genitori non esservi alcun rimedio, perchè la carie tubercolare alle vertebre lombari aveva formato un ascesso profondo all'addome, per cui era inutile anche l'atto chirurgico. La mia sorte era segnata. Continuavo a trascinarmi di quando in quando dal medico il quale mi ripeteva il solito ritornello, essere cioè le mie condizioni immutate. Il mio stato era pietoso; a vent'anni giravo tutto piegato da uria parte, perchè il male mi aveva provocato anche la scoliosi.
Mi ricordo che in quei giorni, essendo stato fino ad un anno prima educato nel Seminario di Faenza, possedevo un bellissimo libro delle sacre cerimonie, acquistato presso la libreria salesiana; fra le pagine della magnifica edizione elzeviriana, c'era l'immagine del Beato, che allora era semplicemente Don Bosco. Debbo confessare che io ho sempre nutrito per questa ineffabile figura di Educatore una divozione profonda. Non sapevo che Egli ottenesse dei miracoli, ma pensai che ne potesse ottenere uno per me! Tanto è grande nell'uomo l'istinto egoistico della conservazione! Fu un attimo: una sera mi coricai con una gran fede in quella piccola immagine, che io avevo messa proprio sul male, e mi addormentai. Mi parve di sognare in quella notte un medico vestito del suo camice bianco che in una sala operatoria procedesse all'operazione chirurgica, e ne provo ancora, se ci penso, l'impressione di sollievo che sentivo in sogno.
Mi destai, ma dovetti constatare che l'operazione subita non era veramente che un sogno. Ma la realtà era invece vicina, perchè alla distanza di poche ore, quando levatomi di letto feci il solito sforzo per camminare, sentii all'addome una fitta acutissima che mi impaurì, poiché io pensai subito che l'ascesso interno si fosse rotto, provocando fra poche ore una catastrofe. Ma no; constatai invece che tra il ventre e la coscia mi si era manifestato un piccolo bugno. Andai dal medico colla mamma e mi ricordo ancora la gioia del povero Canuti, quando si curvò su di me per esaminarmi. Egli mi disse: -- Lei è salvo! - E a mia madre: - Lei ha ricevuto un miracolo!
Infatti sottopostomi il giorno dopo all'operazione, la mia salute rifiorì prodigiosamente, nè ho avuto più alcun segno di quel terribile male.
Certo una imperdonabile negligenza, e vorrei dire ingratitudine, è stata la mia nel non comunicare subito la guarigione miracolosa, ma l'elevazione di Don Bosco all'onore degli altari mi ha fatto pensare vieppiù alla celeste potenza del Beato, a cui sciolgo finalmente, per sua maggior gloria, l'inno della mia riconoscenza.
La prego, reverendissimo padre, di voler pubblicare sul Bollettino Salesiano questa mia confessione, da me trascurata, ma ora gridata con ineffabile soddisfazione al Beato, per accrescere la divozione e il culto dei fedeli verso di Lui!
Con infiniti ringraziamenti mi creda Roma, 2 agosto 1932.
Prof. GIOVANNI CHIAPPARINI.
Ritorna la pace in famiglia. - Trovandomi un giorno in lui grande accasciamento, stanca di lottare, da oltre 3 anni lontana dai miei bambini, ammalata e senza lavoro, entrai per riposare nella chiesa di S. Caterina. Nel vedere un altare dedicato al Beato Don Bosco si rinnovò nella mia mente il ricordo della festa di M. SS. Ausiliatrice in Valdocco, e di mia madre che aveva grande venerazione per D. Bosco di cui teneva sempre un ritratto.
Sentii rinascere allora la speranza e chiesi al Beato che avesse pietà dei miei bambini. Prima di un anno ottenni la grazia dell'impiego, di riunirmi ai miei bambini, di avere per loro una borsa di studio in uno dei migliori collegi di Buenos Ayres. Nella mia casa ora è tornata la pace e l'allegria, grazie al Beato Don Bosco e a M. SS. Ausiliatrice.
Buenos Ayres. OLGA DE HELTIGE.
Una carissima persona della mia famiglia da molti anni non s'accostava più ai Ss. Sacramenti. Colpita da crudele malattia fu dichiarata in grave pericolo di vita. Allora, angosciata e triste, ma piena di fede, ricorsi al Beato D. Bosco, perchè volesse darle con la salute del corpo, la salvezza dell'anima e incominciai una novella, promettendo un'offerta per le Missioni e la pubblicazione della grazia, qualora m'avesse esaudito. E il Beato ascoltò le mie suppliche. L'ammalato accolse con sollievo il ministro di Dio, si confessò e alla fine della novena ricevette con pietà edificante la S. Comunione.
Riconoscente, adempio la promessa, pregando D. Bosco a voler continuare la sua protezione su di me e su tutta la mia famiglia.
Asti, 17 - 8 - 1932. E. M.
Cooperatrice Salesiana.
Fa trovare un impiego. Tardi, ma con viva gratitudine ringrazio il B. Don Bosco del favore concessomi. Da più di un anno era disoccupato: pregai e feci tanto pregare, senza mai ottenere nulla, anzi gli avvenimenti si svolgevano sempre in contrasto coi miei desideri. Con fervore allora mi raccomandai al caro Beato, amico e padre dei giovani, e proprio quando tutte le speranze erano andate deluse, egli si degnò di consolarmi: trovai lavoro.
Un particolare però devo far notare: il ritardo della grazia fu pur esso una grazia, perchè se avessi avuto il favore quando e come io volevo, ora sarei nuovamente disoccupato; invece con mia grande soddisfazione debbo dire che il lavoro non mi manca. Continui il Beato a proteggermi.
N. A. P.
Altre anime riconoscenti.
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Vaccaro G., Valetti M., Valli dott. E. e R., Varrai L., Varagnolo A., Vaudagnotti E., Vemengo A., Venturini T. ved. Deotto, Verde S., Verri R., ian C.
Zaccarini S., Zampieri T., Zanola Maglione R., Zaupa L., Zoia coniugi, Zucco C.
Raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori e delle Cooperatrici i seguenti defunti, mentre presentiamo alle rispettive famiglie le nostre più sentite condoglianze:
Don GIOVANNI MANFREDI
È morto a Brescia il 20 agosto u. s. il Rev.mo Don Giovanni Manfredi, da oltre 3o anni zelante curato della Cattedrale e amico generoso dell'Opera Salesiana.
La sua vita di sacerdote fu tutta un apostolato di bene, copie lo era stato quella dei fratelli suoi, pure membri zelanti del clero bresciano. Infaticabile e desideratissimo nella cura delle anime con la predicazione e il confessionale, quanto modesto nella sua vita privata, morendo ha destato in tutti un doloroso rimpianto e un coro unanime di benedizioni alla sua memoria. Il suo nome resta legato alle Missioni Salesiane, a cui, ancor vivente, aveva donato per intero il suo patrimonio.
Invitiamo tutti i nostri cari Cooperatori ad unirsi a noi nel suffragare l'anima eletta ed a pregare conforto cristiano alla sorella Maddalena, alla quale presentiamo le nostre più vive condoglianze.
Don RAFFAELLO AZZARRI
Un dolce e splendido tramonto coronò la giornata terrena di questo degno ministro di Dio, ex-allievo e zelante Cooperatore Salesiano.
D. Azzarri conobbe personalmente il Beato Don Bosco e bambinetto fu da lui prodigiosamente guarito da grave malattia, per intercessione di Maria Ausiliatrice.
Quando il Beato per l'ultima volta si recò all'Istituto di Firenze, egli ebbe la consolazione - che fu poi uno dei più cari ricordi della sua vita - di offrirgli il braccio, mentre D. Bosco, battendogli dolcemente una mano sulla spalla, si lasciava sfuggire queste parole: Questo è l'amico della Madonna.
Coi suoi educatori e maestri egli si mantenne in costanti relazioni, che furono delle più cordiali, come straordinario fu il suo attaccamento e tenerissima e filiale la devozione al suo Don Bosco. Particolare interesse ebbe sempre per tutto ciò che riguardava l'Opera salesiana e spontaneamente partecipava a tutte le feste dei figli di Don Bosco.
Si spense santamente, com'era vissuto, il 20 agosto 1932, in età di anni 61: da tutti invidiato per le disposizioni di vero gaudio e di gioia celestiale nelle quali si compì il suo olocausto.
Can. Cav. G. B. HÉRITIER
È spirato a Pinerolo il 18 settembre per l'improvvisa recrudescenza del morbo che da tempo minava la sua esistenza. Costretto dalla malattia parecchi anni or sono a ritirarsi dalla Parrocchia di Torre Pellice fu nominato Canonico onorario della Cattedrale di Pinerolo. Uomo di cuore e di zelo ebbe vivissimo affetto per le Istituzioni Salesiane, che aiutò e favorì quanto potè, al pari delle altre opere affidate al zuo zelo sacerdotale. Il Signore lo rimeriti della carità usata alle opere di Don Bosco e del molto bene fatto nei 67 anni di vita.
Can. Don PIO DE MARTIN
Parroco di Candide (Belluno) e Pro-Vic. For. del Comelico, morto a 65 anni il 14 gennaio 1932.
Raccomandiamo ai suffragi di quanti amano le Opere Salesiane l'anima sua.
Fu un sostenitore fervente delle Opere nostre e un solerte coltivatore di vocazioni salesiane.
Quando parlava del B. D. Bosco (e lo faceva di frequente) si commoveva fino alle lagrime, e trasfondeva in chi l'ascoltava, tutto il suo amore, tutta la sua venerazione verso il Beato e verso la Congregazione da lui fondata, al punto da riempire, in breve giro d'anni, la sua parrocchia di un'atmosfera quasi salesiana.
Siamo riconoscenti verso questo grande benemerito delle Opere nostre, e manifestiamo questa nostra riconoscenza con generosi suffragi.
Ing. Comm. CRESCENTINO CASELLI
Nato a Fubine 84 anni or sono, ebbe a maestro l'architetto Alessandro Antonelli, di cui seguì e propugnò dalla cattedra a Roma, a Torino, a Pisa, e nella pratica, lo speciale sistema architettonico, culminato nelle due grandi costruzioni: la Mole Antonelliana di Torino e la Cupola di S. Gaudenzio a Novara.
Grande come architetto, non lo fu meno come cattolico. Modesto sino all'eccesso, benchè insignito della Commenda di S. Gregorio Magno, fu infatti di una dirittura morale che va ricercata nello stampo antico:... fu il vero cattolico senza macchia e senza paura.
Ebbe cuore per tutte le opere buone ed un'affezione speciale alla Congregazione Salesiana di cui fu costante amico e generoso cooperatore. La sua memoria è legata all'altare di Maria Ausiliatrice nella Basilica di Valdocco ed a questo altare si raccolgono i Salesiani a suffragarne l'anima cara, mentre pregano tutti i Cooperatori ad unirsi in questo mesto tributo di riconoscenza.
Cav. GIOVANNI BORMIDA
P, morto a Montelupo Albese l'8 maggio u. s.
Educato fortemente alla coscienza del dovere nell'arma dei RR. CC. in cui raggiunse il grado di capitano, fu prezioso sindaco del suo paese per 16 anni e consacrò tutta la sua vita ad opere buone.
Cooperatore affezionato ebbe ancora un pensiero generoso per le Opere Salesiane in punto di morte, e la famiglia Salesiana si associa nei suffragi a quanti lo conobbero e lo amarono.
Cav. GIOVANNI COGGIOLA
Rendeva la sua bell'anima a Dio il giorno 19 agosto u. s. « chiudendo una vita tutta intessuta di bontà, di lavoro, di preghiera ».
Con questa frase i familiari davano l'annuncio della sua morte: nello stesso modo si esprimeva la stampa quotidiana, nonchè i fogli periodici della regione, diffondendo la notizia della sua scomparsa.
Era l'espressione che con visibile simpatia correva sulle labbra di quanti avevano conosciuto il caro Estinto come quella che sintetizzava ottimamente settantasei anni di vita vissuta nel santo timor di Dio.
Il cav. Coggiola era un nostro caro Cooperatore ed una tenerissima devozione lo legava al Santuario di Maria Ausiliatrice ed alla Casa Madre dei Salesiani.
Varie altre opere di carità godevano della generosità del defunto.
Non dubitiamo quindi che l'anima eletta goda già il premio delle sue virtù nella visione beatifica di Dio: tuttavia la raccomandiamo di cuore ai suffragi dei benemeriti Cooperatori e delle benemerite Cooperatrici.
Alla addolorata famiglia giungano le nostre espressioni di sentita condoglianza e l'assicurazione delle nostre preghiere.
NUNZIO MAZZONE
Cittadino onesto e laborioso, profondo cristiano, dette alle opere della Religione tutto l'appoggio che gli fu possibile.
Ammiratore sincero delle Opere Salesiane, fu per molti anni Cooperatore affezionato e modesto benefattore. Lascia un largo rimpianto nel suo Comune e in quanti lo conobbero per i luminosi esempi cristiani di bontà, di rettitudine singolare.
Spirò serenamente in Roccabascerana con tutti i conforti religiosi e benedicendo Dio per avergli dato una grande rassegnazione in ben quattro anni di sofferenze.
Il 12 Agosto u. s. si è spento cristianamente in Cogoleto nella sua Villa Bonaparte, nello strazio della dilettissima Consorte e dei numerosi Figli il
Cav. Uff. ERNESTO BIANCHI antico allievo del collegio di Varazze e zelante Cooperatore salesiano.
Nobile e buono, egli è passato fra l'amore e la stima di quanti lo avvicinarono.
Egli veramente rifulse per la nobiltà e per la purezza del suo carattere e del suo sentimento. L'armonia di codeste doti rarissime, di cui una sola avrebbe onorato una vita, fu purissima in lui.
Qui laborat orat: questo detto che egli amava sovente ripetere compendia mirabilmente la sua esistenza.
Alto esempio di cristiane virtù, diede la vita alla famiglia, al lavoro, ad opere di bene.
Alla famiglia, che egli educò nell'amore e con l'amore, diede ogni suo pensiero, ogni suo atto. Dulcis amor Patriae dulcis familiae: soleva ripetere. La famiglia, intesa come cellula della Patria, fu la officina della sua attività senza tregua. Accanto alla sua amatissima sposa, nella cornice dei suoi dodici figli, egli era felice.
Il lavoro, inteso nella sua più nobile espressione, fu la seconda ragione della sua esistenza. Egli affrontò le inevitabili asperità della vita. con la serenità che gli derivava dalla Fede in lui profondamente radicata, da lui profondamente professata. Dalla sua bocca non uscì mai una parola di corruccio, di sconforto. Anche mentre il male lo travagliava egli non ebbe una espressione di lamento. Egli andò incontro alla morte serenamente, cristianamente così come aveva vissuto. Era la morte di un giusto.
Le iniziative di bene lo ebbero costante aiutatore: Egli diede generosamente in silenzio ed esigendo il silenzio. Così la bontà fu in lui la virtù dei buoni e dei modesti.
Alla afflitta Consorte, che gli fu compagna dilettissima, ed ai figli i sensi del nostro più vivo cordoglio.
Nobildonna PAOLA PAVIA
Con tutti i conforti di nostra Santa Religione è mancata in Nervi il 23 agosto la nobil donna Paola Pavia dei marchesi Castagnola, consorte del grande uff. ing. dott. Nicola Pavia, Capo Compartimento delle Ferrovie di Stato a Genova, nipote del mai dimenticato nostro don Giuseppe Pavia.
Porgendo sentite condoglianze alla famiglia, raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori questa nobil donna così affezionata alle Opere del B. Don Bosco.
TERESINA BARILLARI
Spirava santamente in Serra S. Bruno il 9 settembre, dopo una lunga vita tutta dedita alla pietà e all'esercizio delle virtù cristiane. Consacratasi al Signore pur restando in famiglia, mise la sua opera a servizio di Dio provvedendo gli arredi sacri alle chiese della sua Calabria, e contribuendo con cospicue elemosine al mantenimento del culto. Fu una calda ammiratrice delle opere Salesiane che beneficò in vita e in morte con la fondazione di un a borsa missionaria e con altre offerte. L'angelica sua vita avrà trovato ampia mercede nella generosità infinita di Dio.
AMODIO PIETRO, Cerreto Sannita, (Benevento). ASTI Prof. GIACOMO, Volvera (Torino). BARRANO LODovICO, S. Germano (Alessandria). BARRO ANGELA, Ormelle (Treviso). BELLoTTI CATERINA, Premadio (Sondrio). BERK D. EUGENIO Biella (Vercelli). BERSANO DOMENICO, Mottalciata (Vercelli). BERTONI CARMELA, Canzo (Corno). BisoL FRANCESCO, Caxias (Brasile). BORDOGNA MARIA, Petosino (Bergamo). CASTELLOTTI Cav. D. LUIGI, Bagnone (Massa C.). CHiERICHINI D. CARLO, Monte Porzio Catone (Roma). DANIELE LUIGI, Castelrosso (Torino). FEDELINI Prof.sa MARCELLA, Verona. FELISATI CARLO, Quartesana (Ferrara). FRIGERIO ANGELO Griante (Como). GIORCELLI ALFREDO, Balzola (Alessandria) GOLONELLI MARIA, Solarolo (Ravenna). GRASSI Can. D. Carlo, Pescia (Pistoia). GRIGLIo Dott. GIOVANNI, Torino. IACOMO MARIA, Loranzè (Aosta). MAYR ANNA, Pennes (Bolzano). MICHELI CELESTE, Gravagna. (Massa Carrara). OLIVERo D. Giov. BATTISTA, Saluzzo (Cuneo). PALITTI FLAVIA, Aquila.
POGLIANI MARIA, Cesano Maderno (Milano). RIGO Mons. RICCARDO, Olle (Trento). ROBIOLO ANNETTA, Vallemosso (Vercelli). SANDRONE BARBARA Ved. CUMINO, Borgaro (Tor.). SEMPREBONI D. ANGELO, Negrar (Verona). SPADACCINI CARIO, Gravellona Toce (Novara). TADDEI D. CARLO, Roncate (Svizzera). TAPPA LUIGIA, Serravalle Langhe (Cuneo). TRAMA FEDERICO CONCETTA, Capri (Napoli). ZANNI Can. D. PIETRO, Reggio Emilia.
I Cooperatori Salesiani, i quali, confessati e comunicati, visiteranno qualche chiesa o pubblica cappella, o, se viventi in comunità, la propria cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare per Decreto della S. C. delle Indulgenze, 2 ottobre 1904, nelle seguenti circostanze, l'Indulgenza plenaria:
Ogni mese:
1) In lui giorno scelto ad arbitrio di ciascuno. 2) Nel giorno in cui faranno l'Esercizio di buona morte.
3) Nel giorno in cui si radunino in conferenza.
NEL MESE DI NOVEMBRE:
21: Presentazione della SS. Vergine al Tempio.
22: S. Cecilia.
NB: i Cooperatori, impediti per malattia di portarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopraddette, recitando in casa cinque Pater, Ave, Gloria.