ANNO XII - N. 2. Esce una volta al mese. FEBBRAIO 1888
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N. 32, TORINO
Sommario: Perchè si festeggiò il Papa? - Notizie di Don Bosco - Esplorazione della Terra del Fuoco: Lettera II (seguito) ; Lettera III - Stretto di Magellano - Lettera da S. Paolo nel Brasile - Lettera Argentina - Grazia di Maria Ausiliatrice - Bibliografia - Elenco dei Cooperatori e delle Cooperatrici chiamati all'eternità nell'anno 1887.
Quando tra una lacrima ed una preghiera moriva Pio IX, i suoi avversarii andavano gridando che con lui scendeva nella tomba anche il Papato. Quando poi fu eletto Pontefice Leone XIII , e, senza un palmo di terreno suo proprio, comparve sulla scena della storia, vedeva contro di sè tutti i Governi d'Europa. Da quel dì passarono appena dieci anni, e la scena è tutta mutata. Il mondo intiero è ora presente a Roma, ed acclama nella varietà delle sue favelle, ma con un cuore solo, Padre e Pastore universale il Pontefice , e gli rinnova e con la ricchezza de' suoi doni, e con la eloquenza delle sue proteste, i sentimenti di gioia, di rispetto e di venerazione. E tutto ciò perchè? Perchè la barca di S. Pietro, sbattuta da tanti flutti , e a detta de' suoi avversari, cosi vicina ad essere sommersa, ora corre migliori acque ? Perchè il Giubileo Sacerdotale di Leone XIII ha preso delle proporzioni di entusiasmo e di generosità non mai vedute? Onde i medesimi increduli, alla vista di tante feste , di un concorso così vario, così concorde, cosi universale , devono dire, che Dio ha operato miracoli col suo Pontefice? Perchè il Papa è il Vicario di Gesù Cristo ; perchè è il successore di quel povero pescatore di Galilea, col quale il Signore ha costituito la pietra fondamentale della sua Chiesa, ed a cui Egli ha rimesso le chiavi del regno dei cieli. Perchè lo ha investito di tutta la sua autorità, promettendo di ratificare nel cielo tutto ciò, che avrebbe deciso sulla terra ; a Cui, in fine, ha promesso l'assistenza continua dello Spirito Santo. Gesù, con le sue magnifiche promesse, fu la ragione ultima di tutti gli omaggi che si prepararono al suo Vicario in Roma.
E come i fiumi, che partono dall'oceano, vi ritornano, cosi è da Gesù che vengono, ed è a Lui che ritornano queste immense dimostrazioni d'amore, quelle ricche offerte e quegli omaggi di sovrani, e quelle pacifiche ambasciate di tutti i popoli della terra. Roma di bel nuovo affermò essere '! per il Papa la città del mondo. A Lei, come a Gerusalemme diceva il profeta Isaia, si ha da ripetere: Sorgi e circonda di splendida gioia la tua fronte; esulta, perchè venne la tua gloria. Re e popoli arrivano a te da tutte le parti; ed ogni paese porta il tributo del suo ossequio, come ogni terra offre il frutto della sua fecondità.
Si! Noi venerando il Papa, noi adoriamo Gesù, Lui stesso; felicitando il Capo visibile della Chiesa in questo cinquantesimo anno del suo sacerdozio, noi ringraziamo pure il Capo invisibile della Chiesa, Gesù Cristo, che volle a Lui concedere questa pienezza d'età con questa virile fortezza. E Gesù, che lo fece suo Vicario; è Gesù, che gli accordò la grazia di portare così vigorosamente, in tempi tanto difficili, il peso della più importante carica che sia sulla terra; è Gesù, che gli ha dato la benedizione e l'accrescimento alle generose sollecitudini ed all'ardue imprese del suo Pontificato. Ma, come S. Paolo, Leone XIII può dire che, se Egli è ciò che è per la grazia. di Dio, questa grazia, non è stata vana ed infeconda nelle sue mani; chè , se Dio la fece crescere, Egli però l'ha coraggiosamente piantata ed inaffiata. Successore a Pio IX, il cui lungo e vigile Pontificato aveva rinnovata la vita della Chiesa e suscitato per tutto l' ardore delle sante lotte e della nobile resistenza, Leone XIII si è mostrato degnissimo di raccoglierne l'eredità. Il suo zelo e la sua attività , il suo gusto e il suo ingegno , il suo carattere e le sue tradizioni acquistate nella diplomazia, hanno saputo, sempre nello stesso intento, aprirsi delle nuove vie. La storia dirà forse un dì che il suo regno è stato la pace dopo la guerra, la pace feconda e gloriosa dopo la guerra necessaria.
È però certo che tutte le acclamazioni partite dai diversi punti del cielo formano oggi come un arco di trionfo al dissopra del Vaticano, che gitta lungi gli splendori della sua gloria, e mette spontaneo sul labbro il grido di: Viva Leone XIII!
E quei doni, che tutti i popoli mandarono al S. Padre, come attesteranno in Vaticano, quanto si fece per onorare il Vicario di Gesù, cosi gli immensi tesori, che si depongono con tanta generosità al suo piede, per confortare l'augusta sua povertà, rasciugheranno tante lacrime di nostri fratelli, che mai non ricorrono invano al più benefico dei Padri. Ebbe già a dire una volta un divoto della Santa Sede : che chi dà al Papa, impresta a Dio. Fortunati quelli che in questa occasione mandarono il loro obolo al Pontefice. Perchè oltre all'aver cercato così di consolare il suo cuore, oltre all'aver imitato i Re Magi che portarono oro a Gesù Bambino, essi han somministrato un mezzo al Papa di essere sempre il Padre universale di tutti gl'infelici.
Noi intanto, pieni di santa letizia, mentre prendiamo di nuovo parte all'esultanza del Pontefice, acclamato da milioni e milioni di figli, e con riverenza ed affetto auguriamo una continua e ricca messe di palme e di trionfi, preghiamo con Lui perché il Signore Gli conceda la grazia di riconciliare a Dio tutti i cuori, e che nessuno più resti escluso dalla gran festa delle nazioni. Anche gli omaggi mandati dalle Diete, dai Sovrani, dai Vescovi, dai cattolici di tutta la cristianità, non sono che l'espressione delle grandi idee caritatevoli di Leone XIII, che desidera di accelerare quel di in cui Uno sia il Pastore ed uno sia pure il Gregge !
Viva Leone XIII! Le nazioni cattoliche inneggiano a Lui come ad uno dei più grandi e sapienti Pontefici che abbia seduto sulla Cattedra di Pietro. Le nazioni che sono sventuratamente fuori della Chiesa si uniscono eziandio tutte per applaudirlo, riconoscendo in Lui il più grande e dotto personaggio del secolo XIX. E il mondo intero che si affolla intorno al Romano Pontefice! Così ragionava Mons. Cagliero Giovanni nella chiesa di Maria Ausiliatrice nel giorno faustissimo del Giubileo Sacerdotale di Leone. Viva il Vicario di Gesù Cristo.
Sappìamo che i Cooperatori e le Cooperatrici presero vivissima parte al dolore, che opprimeva il nostro cuore negli ultimi giorni di dicembre scorso, quando la malattia del nostro amatissimo D. Bosco peggiorò così , da farci grandemente temere della preziosa sua vita. Preghiere private e pubbliche, tridui, novene, opere di carità e di penitenza, e fin anco l'offerta della propria vita, furono tosto presentate al trono di Dio da migliaia di persone di ogni parte, età e condizione, affinchè la Divina Bontà ci lasciasse ancora il nostro buon Padre. Da uno dei nostri sacerdoti fu pure data a D. Bosco la benedizione di Maria Ausiliatrice, che Egli soleva impartire a chi da vicino e da lontano la implorava per suo mezzo. Viva Dio, che benignamente ci esaudì ! Viva Maria, che ci si mostrò amorosissima Madre ! Ancora una volta venne provato che la preghiera fatta con fede e con perseveranza, appoggiata ai meriti di Nostro Signor Gesù Cristo e alla intercessione della Divina sua Madre, è onnipotente.
Fin dal 30 del prefato mese il signor D. Bosco cominciò a sentirsi meglio e al principio del passato gennaio noi vedemmo allontanarsi dal carissimo suo capo il pericolo di morte , che ci aveva fatto piangere e trepidare. Nei giorni susseguenti il miglioramento si fece più sensibile ancora e finì per lasciarci la quasi certezza di una guarigione se non perfetta, almeno sufficiente, perchè egli ci possa essere tuttavia di conforto, di consigliere e di guida.
Presentemente D. Bosco tiene ancora il letto; e potrebbe anche darsi che d'ora innanzi egli debba passare la vita nell'ambiente della sua camera. Pare che egli stesso si attenda questa sorte per un tempo più o meno lungo; poichè giorni sono udendo intorno al suo letto a parlare di debiti alquanto considerevoli a cui ai doveva far fronte, uscì in queste parole: Mi rincresce che non posso aiutarvi come una volta faceva coll'andar in persona in cerca della carità; ho speso fino all'ultimo soldo prima della malattia, ed ora sono tuttavia senza mezzi, mentre i nostri giovanetti continuano a dimandar pane. E come faremo ? Bisogna far sapere che chi vuol fare la carità a D. Bosco ed a' suoi orfanelli la faccia senz'altro, perché io non potrò più ne andare, né venire.
Ma dato pure che D. Bosco non possa più uscir di camera, noi siamo e saremo sempre riconoscentissimi a Dio che non lo tolse al nostro affetto.
Dal canto loro, ne siam sicuri, i Cooperatori e le Cooperatrici non verranno meno nella loro carità, che anzi l'accresceranno ancora, sapendo che d'ora in avanti colle loro limosine essi beneficheranno i figli e in pari tempo consoleranno il Padre.
LETTERA II (seguito).
14° Amore di famiglia - Si prende la fotografia dei toldi - Cortesia degli Indiani verso i soldati argentini - La Cala Falsa.
Il giorno seguente gli Indiani convennero assai per tempo al nostro deposito di vettovaglie, accompagnati da altri loro compagni che non avevamo visti il dì innanzi. Demmo ai nuovi amici un sacco di gallette, e, ciò visto, uno di loro appellato Noe-Te, ammogliato con una indigena che già lo aveva regalato di due figliuoli, si offri di accompagnarci fino a Baia Tetis (Louel) e ad Aspaltal (Baia del buon successo). Saliti a cavallo, costui si pose ad accompagnarmi pedone seguendo la mia cavalcatura. Ad un tratto, senza nulla dirmi, si diede a correre verso il luogo dell'accampamento. Sorpreso di quest'atto così repentino, trattenni la mula per conoscerne il motivo. Di li a poco eccolo ritornare con un sacco di galletta, e avvicinandosi , bisbigliarmi : Carque Pipi, facendomi comprendere che quella galletta doveva servire per la moglie e per i figliuoli. Qualche tempo dopo arrivammo ai loro toldi. Al nostro avvicinarsi i cani si posero a latrare, facendo uscire donne e ragazzi tutti ravvolti in pelli di guanachi. Allora Noc-Te incominciò a distribuire la galletta. Il dottor Segers prese la fotografie dei toldi , però non senza difficoltà, non potendosi ottenere troppo facilmente che gli abitanti loro rimanessero quieti il tempo necessario per tale operazione. Fu in questa parte del nostro viaggio che avemmo speciale occasione di meglio esperimentare la bontà degli indigeni. Infatti uno dei nostri soldati avendo bevuto in quel giorno più di quanto potesse comportare, erasi rimasto indietro e caduto da cavallo. Due Indiani che videro il fatto , ebbero di lui pietà, e, caricatoselo sulle spalle, lo trasportarono fino al nostro accampamento, distante di lì più d'una lega. Altri Indiani, visto dai toldi loro che i nostri equipaggi affondavano in passi pantanosi, accorsero a scaricar le mule, trasportandone essi medesimi le some, lieti di pagare in cotal guisa gli abiti ed i commestibili di cui li avevamo regalati. Mentre pertanto i soldati piantavano le tende, ci recammo a visitare la Cala Falsa, al Sud di Baia S. Policarpo, la quale Cala, quando la marea è alta, assume tutto l'aspetto d'un bel porte naturale con un'imboccatura di 500 metri di larghezza, una profondità d'insenatura di mille con una superficie totale di forse 500,000 metri quadrati. Ma quando la marea discende, scopre alla sua entrata un'enorme scogliera contro cui andrebbe ineluttabilmente ad infrangersi qualunque nave ne volesse ricercare l'approdo.
15° La baia Tetis - La spedizione aspetta le navi per ritornare in terra ferma.
Prima di giungere a Baia Tetis ci aspettavano tuttavia dei passi molto più difficili di quelli finora incontrati, tanto per i pantani quanto per le frequenti pioggie. Potemmo nondimeno raggiungerla il giorno 24 dicembre alle ore 11 antimeridiane. Il nostro arrivo colà non fu tuttavia scevro di affanni, non scorgendovi ancorati i legni che qui ci dovevano attendere, e senza de quali non era possibile celebrare la santa Messa, perché, come già dissi in Principio, i sacri arredi erano rimasti a bordo. Siamo stati inutilmente aspettandoli alcuni giorni, dopo i quali dubitando il sig. Lista che potessero aver dato fondo nella Baia Buon Successo, spedì colà il capitano Marzano con sei soldati, ingiungendogli, ove li trovasse, d'ordinar loro di venirci ad imbarcare a Baia Tetis. La Baia Tetis è posta al Sud delle Terra del Fuoco all' imboccatura dello stretto di La Maire e presenta sommi vantaggi alle navi che dal Pacifico vogliono passare all'Atlantico e che per cattivo tempo non possono rimontare lo stretto, poichè le sue alture circostanti la pongono al sicuro contro la violenza dei venti di qualsiasi direzione. Intanto siccome perduravano le pioggie ed il terreno sul quale ci trovavamo accampati era assai pantanoso, il Capo fu ad esplorare i dintorni della baia in cerca di un luogo più adatto a stabilire la provvisoria nostra stanza in attesa dell'arrivo dei legni. Non tardò ad incontrarsi in uno spazio di campo più elevato e ben asciutto , abbondevole di pascolo per il bestiame , nel quale trasportammo tosto il nostro attendamento. Era situato a notte della baia, ai piedi di una collina che ci riparava dai enti di mezzanotte e di tramontana. Sopra il punto più elevato si collocò una sentinella che ci avvertisse al comparire delle navi così impazientemente attese.
In tal modo passammo la giornata di ieri, 30, ed oggi, 31 dicembre. Non siamo certo senza tristezza vedendoci venir sopra il primo dì dell'anno senza avere con che festeggiarlo degnamente, e poi perchè ci mancano ormai le cose più indispensabili, come la galletta, il caffè, i generi alimenari ecc., ecc.
Io approfittai di questi giorni di riposo per dare un po' d'ordine ai miei appunti giornalieri, onde poterli inviare alla S. V. R. col primo corriere che si ponga in viaggio. Intanto vado preparando al battesimo gli Indiani del nostro accampamento.
Da Puntarenas, dove, se Dio lo permette, giungeremo fra qualche mese, le manderò poi le ultime notizie della nostra spedizione.
Suo aff.mo figlio in Gesù Cristo. Sac. FAGNANO GIUSEPPE -
Prefetto Apost.
LETTERA III.
Patagones, 26 gennaio 1887.
M. R. PADRE E CARISSIMO D. Bosco,
Non ho potuto, come mi ero proposto, toccar Puntarenas, ed eccomi... qui, invece , a Patagones, dopo esserne stato assente circa due mesi e dopo aver percorso, da Nord a Sud, cioè in tutta la sua lunghezza, la Terra del Fuoco.
Le invio ora le ultime notizie , forse le più importanti, intorno alla spedizione a cui ho preso parte.
Arrivo delle navi a Baia Tetis - Primi battesimi di Indi nella Terra del Fuoco.
Spuntò l'alba del primo dell' anno, ma i desiderati legni non comparivano ancora. Alle ore 9 giunse però un messaggiero da Baia Buon Successo , il quale ci partecipò il felice arrivo colà del capitano Marzano e dei soldati, i quali vi avevano trovato il Pailebote Pietrabuena ancorato in rada. Ci recò pure una lettera del comandante Grasso con cui egli ci dava conoscenza delle ragioni per le quali aveva dato fondo in Baia Buon Successo , aggiungendo che il dì seguente avrebbe messo alla vela per raggiungerci in quella di Tetis. Nella mattinata del giorno due si scorse di lontano una nave che tendeva ad avvicinarsi a costa: era la Baia Blanca, la quale in poche ore venne a gettar l'ancora un miglio e mezzo dalla spiaggia. Calata la lancia in mare, presto furono a terra due marinai ed il capitano. II Capo spedizione, il dottor Segers ed io ci recammo a bordo a visitare il comandante sig. Bassualdo , e questi ci festeggiò con uno splendido lunc, che ci parve tanto più squisito e confortevole quanto era stato lungo il tempo da che non sapevamo più che cosa fosse l'assidersi a mensa ed il far uso di salvietta.
E poiché erano tuttavia a bordo del Baia Bianca gli oggetti che io avevo provvisti per gli Indiani, non che l'altare portatile, proposi al Capo di far scendere a terra ogni cosa onde poter celebrare la messa, e, il giorno seguente , battezzare gli indigeni che avevamo con noi, i quali, già destinati ad essere ripartiti fra famiglie cristiane, avrebbero più tardi potuto completare la loro istruzione religiosa. Acconsentì egli di buon grado, ed il dottor Segers, quando ritornammo a terra, si assunse di erigere la cappella provvisoria mediante pali e rami e di adornarla con fiori raccolti per la campagna. - La notizia dell'imminente funzione suscitò vivissimo movimento in tutto l' accampamento: chi tagliava alberi, chi acconciava rami, questi raccoglieva fiori, quegli puliva il suolo della nascente cappella: in una parola tutti erano in moto, tutti invasi da una febbrile attività. I padrini preparavano i loro figliocci, lavandoli ed abbigliandoli alla meglio, onde potessero decentemente presentarsi a ricevere il battesimo. Il dottor Segers pensava a tutto : preparò la cappella , ne pose in ordine l' altare, ed insegnava persino a tagliare ed a cucire abiti per le donne: la sua tenda sembrava essersi convertita in un laboratorio di sartorìa.
Mentre attendevasi a tutti questi preparativi, venne anche a dar fondo nella baia Tetis il Pailebote Pietrabuena. Ne sbarcarono il capitano Grasso ed il tenente Marquez, i quali reso conto al Capo spedizione dell' esito di loro missione, accettarono molto volentieri, col comandante del Baia Bianca sig. Basualdo, l'incarico di fare da padrini ai catecumeni. Giunta l' ora prefissa , si diede principio alla solennità. I padrini si presentarono accompagnando i rispettivi figliocci, e quando questi furono battezzati, io diressi a tutti gli astanti poche parole sulla importanza dell'atto che si era testè compiuto. Mi rispose il signor Lista facendo voti perchè si stabilisse presto nell'isola una scuola salesiana.
Era questa la prima volta che si celebravano funzioni di tal natura in quelle remote regioni, ed oh a quante scene commoventi non ebb' io occasione d' assistere in quella congiuntura ! I poveri Indiani non sapevano come esternare l'intensità del giubilo che in loro aveva fatto nascere il battesimo ed il vedersi in dosso buoni abiti di panno invece delle loro misere pelli di guanaco. E con qual piacere non vedevo io il dottor Segers intento a far comprendere alle sue figlioccie che per l'avvenire erano in obbligo di comportarsi saviamente ; ed il signor Basualdo promettere che al suo figlioccio farebbe insegnare la Dottrina Cristiana per mezzo della sua signora sposa! Quello poi che metteva il colmo alla nostra gioia era il poterci ora vedere tutti riuniti insieme, dopo avere felicemente superate le mille difficoltà che presenta sempre un viaggio della natura di quello da noi intrapreso.
2° La prima messa sulla Terra del Fuoco- Distribuzione di viveri e vesti agli indiani - Catechismi - Partenza dalla Terra del Fuoco e arrivo a Patagones.
Il giorno seguente , cioè il 3 gennaio , risolsi quindi di celebrare una messa in rendimento di grazie al Signore. Il Capo diede ordine che dovessero anche assistervi i soldati. V'intervennero altresì, per la prima volta, i neofiti indiani. Come destavano la loro attenzione le sacre cerimonie della santa Messa! Giunta questa al suo termine, i militari, con, voce chiara e divota, risposero alle tre Ave Maria di rito, dando così a conoscere che tutti erano penetrati e riconoscenti verso il Signore che gli aveva preservati nei pericoli cui si erano esposti.
D'allora in poi ebbi finalmente la comodità di celebrare giornalmente il divino Sacrificio. Le altre ore della giornata le occupavo pregando, insegnando agli Indii la nomenclatura castigliana, ed i principii della Cristiana Dottrina. Dovevo oltre a ciò insegnar loro a lavarsi e ad amare la nettezza, della quale , invero , si davano pochissima cura. Siccome poi, dopo il battesimo , gli Indiani di Baia S. Policarpo venivano a visitarci, io ne approfittavo per apprendere qualche parola del loro idioma. Il linguaggio delle tribù del Sud varia molto da quello delle tribù del Nord. Questi conoscevano qualche parola di inglese, come: biscuits (galletta) , ship (nave), slip (dormire) ecc. Indizio questo che alcuno di essi era stato in relazione colla Missione inglese, la quale, anziche lo spagnuolo, come sarebbe di dovere in territorio argentino, cerca diffondere la lingua inglese.
In vista della docilità e della somma miseria di quelle tribù, incominciai a distribuire abiti e biancherie ai bambini che vestivo io stesso. Quegli oggetti avevo portati meco da Buenos Aires, ed erano dovuti alla generosità delle signore donna Isabella A. di Elortondo e donna Felicita D. di Mirò , nonché alle signorine Giustina Arstrong, Dolores e Petronilla Feliz e parte anche a quella delle alunne dei collegi di Maria Ausiliatrice in Almagro , della Boca e di quelle di N. S. dell' Orto. Le tribù si componevano di molte famiglie, e queste venivano all' accampamento turno per turno. Si fermavano due o tre giorni con noi, poi ritornavano alle loro capanne per far luogo alle altre. Quando venivano , erigevano le loro tende a sinistra del nostro accampamento, godendo della razione di carne e di galletta che il Capo loro distribuiva. Io poi riuniva due volte al giorno i ragazzi e le ragazze nella mia tenda, ed insegnavo loro a fare il segno della croce ed a ripetere i nomi di Gesù, Giuseppe e Maria. Alle più grandicelle insegnai pure il Pater noster e l'Ave Maria. In generale ascoltavano e ripetevano con piacere le mie parole, e pareva loro gran cosa quando giungevano a pronunciare qualche parola spagnuola.
Con quanta facilità potrebbe il Governo nazionale civilizzare quei poveri selvaggi passando loro qualche razione di viveri ed erigendo fra essi una scuola pei maschi ed un' altra per le femmine come centro della Missione! In due o tre anni quei miseri, potrebbero, a mio parere, essere utilizzati nell'agricoltura come giornalieri, o come marinai, e costituirebbero sempre una speranza ed un rifugio per i naufraghi della Terra del Fuoco.
Il giorno 16 gennaio, con non lieve rincrescimento, dovetti abbandonare quelle povere creature per imbarcarmi cogli altri membri della spedizione sul Pailebote Piedrabuena, che doveva condurci a Patagones. Oh caro D. Bosco! Quanto mi piangeva il cuore nel lasciare quegli Indii nella loro ignoranza. C'è bisogno di personale, di casa, di una cappella, di panni per vestirli e anche di cibarie per nutrirli. Allora si fermerebbero attorno a noi ; incomincieremmo per attrarre ragazzi e ragazze, impareremmo la loro lingua, faremmo loro imparare la Spagnuola, insegneremmo la religione, si farebbero buoni cristiani.
Così io pensava nel salire a bordo. Abbiamo avuto un viaggio molto travaglioso per frequenti burrasche e per la ristrettezza della nave, avuto riguardo al numero relativamente grande dei passeggieri che doveva contenere. Devesi però dire che a tutto pose rimedio la perizia e la prudenza del comandante, Augusto Grasso e dell' ufficiale Alessandro Marquez, ai quali sono debitore di mille riguardi usati a me ed alle mie povere indigene della Terra del Fuoco meco viaggianti sulla nave.
Finalmente , e come Iddio volle, il giorno 25 gennaio sbarcammo a Patagones con sommo stupure dei nostri confratelli , i quali ci credevano ancora molto lontani. Con ciò eccomi a metter fine ai disadorni ed incompleti miei appunti : fra pochi giorni spero di essere a Buenos Aires e poter a viva voce esporre quanto la ristrettezza di tempo e la poca comodità di scrivere mi fecero dir male o addirittura dimenticare nel calamaio.
Suo aff.mo figlio in Gesù Cristo
Sac. FAGNANO GIUSEPPE Prefetto Apost.
STRETTO DI MAGELLANO
Puntarenas, 7 agosto 1887.
Sono qui fin dal 21 del passato luglio e già si è comprata la casa, la quale costa seimila scudi.
Ha nove stanze tra piccole e grandi, un terreno per fabbricare ed un giardino.
Che freddo questi giorni! Undici gradi sotto zero ed in una casa di legno sospesa trenta centimetri sul terreno per cagione dell'umidità. Se soffriamo, benché coperti di vestiti , quanto sof friranno i poveri Indiani. Ecco un pensiero che ci fa esclamare : - Pazienza ! facciamoci qualche merito presso il Signore!
Ci troviamo ai 52 gradi e mezzo di latitudine sud; siamo i figli più lontani dal caro D. Bosco, ma forse i più vicini a lui, per la tenerezza colla quale pensa a noi.
Qui la posta fa il suo servizio ogni quindici giorni con Bordeaux in Francia, con Amburgo in Alemagna e pel Pacifico. Vi sono più linee di vapori che continuamente passano per lo stretto di Magellano : ma periodico è il servizio della Compagnia di Liverpool e di quella di Amburgo, toccando ambedue Bordeaux, Montevideo, Puntarenas, Talchauano, che dista da Concezione 20 minuti di ferrovia ; e quindi a Valparaiso , dove vi è già una casa per otto Salesiani.
Presto manderò un sacerdote che sappia bene l'inglese nelle Malvine. Poveri cattolici delle Malvine! Sono due anni che non vedono un sacerdote !
Puntarenas, 30 agosto 1887.
Il 15 del corrente, mentre in Torino si celebrava il natalizio del caro Don Bosco, qui si inaugurava la piccola cappella di legno improvvisata e che forse ci servirà per qualche tempo. Assisteva alla funzione il signor Governatore del Territorio Francesco Sampaio , colla sua signora Rosa Sampaio nata Vega e tutta la famiglia, il signor notaio Cordova Felice, l'amministratore signor Baldomero Mendez, il capitano della forza militare signor Sinforoso Ledesma , varii uffiziali del vapore di guerra Angamos, e molte altre ragguardevoli persone di questa colonia, non contando i coloni svizzeri che sono numerosi in queste parti. Si cantò una messa solenne accompagnata da piano forte, e prima di finire diressi alcune parole al mio uditorio sull'atto solenne che si andava compiendo, accennando alla grazia singolare che Maria Ausiliatrice accordava a questo punto della terra, quasi abbandonato rispetto al servizio religioso , alla educazione della gioventù ed la conversione degli Indiani. Oh come furono bene accettate le mie parole , o dirò meglio le parole di Dio. Come risplendeva dal volto di tutti la contentezza di poter dare da qui innanzi un' istruzione religiosa ai giovanetti. Dopo la santa Messa alcuni padri e alcune madri di famiglia mi ringraziarono della mia buona volontà dimostrata, di voler far del bene ai loro figliuoli ; e mi promisero d'inviarceli tutti. Abbiamo già incominciato le scuole, e se il tempo in questi giorni non fosse cattivo, avremmo già quaranta ragazzi in collegio. Col catechismo la domenica e lungo la settimana prepariamo ragazzi e ragazze per la prima comunione.
Raccomandi la nostra missione ai Cooperatori, ai confratelli, affinchè possiamo fare un po' di bene. Abbiamo bisogno di correre tutte le isole, i canali dove vivono i selvaggi, per annunziar loro la buona novella del Vangelo, trasportarli in un punto solo e attendere alle loro necessità spirituali e materiali. Non si potrà ottener conversioni se non si provvede ai selvaggi vitto, vestito e sementi per un anno. Non provvedendo noi, essi saranno costretti a dividersi a piccoli gruppi e tutti i giorni cambiar dimora, cercando luoghi ove procacciarsi il vitto giornaliero. Tale è la mia opinione.
Oh se qualche anima buona usasse a noi questa carità o piuttosto a questi poveri selvaggi, che a mio parere sono i più infelici del globo.
Noi non cessiamo di pregare il Signore affinché voglia nella sua misericordia provvedere alla necessità di questi paesi e in particolare dei selvaggi della Terra del Fuoco.
Don Savio e Don Beauvoir con due coadiutori vengono qui da Santa Cruz per prepararsi ad andare alla Terra del Fuoco, passando in mezzo alle ultime tribù di Patagoni che ancora restano da catechizzarsi.
Puntarenas, 8 ottobre 1887.
Le scrissi il 30 di agosto ed eccomi di nuovo a darle notizia della nostra piccola Casa. - I nostri ragazzi hanno aumentato di numero e le dirò anche in virtù : son più di cinquanta al collegio e ottanta all'Oratorio festivo. Con che piacere vengono alla scuola, alla chiesa, alle nostre ricreazioni ! Oh se li vedesse nel cortile giuocare alla barra rotta, ai birilli, a corrersi dietro l'un l'altro, ai prigionieri! mi pare d'essere all'Oratorio qualche momento!
Domenica scorsa ebbi la consolazione di distribuire la prima Comunione a sei dei nostri alunni.
Alcuni dei loro parenti accompagnarono questa funzione , onde riuscì commoventissima e di grande soddisfazione al paese. Il Signore voglia che questa Comunione sia il lievito che riscaldi i cuori!
D. Beauvoir e D. Savio non sono ancora arrivati, forse pel cattivo tempo che ha regnato nell'ultima quindicina di settembre e forse anche per catechizzare alcune tribù che avranno incontrato nel cammino dal fiume Santa Croce al Cabo delle Vergini, all'entrata dello Stretto di Magellano.
Sulle sponde della parte nord della Terra del Fuoco si sono trovate alcune arene d'oro e quindi si portarono colà uomini per lavorare ed estrarre l'oro, con quanto abbisognano, cavalli, pecore ecc. Nell'inverno si sono ritirati a Puntarenas tutti questi giornalieri lasciando colà alcuni cavalli.
Gli indiani li ammazzarono , mangiarono la carne ed hanno preparato il cuoio per ripararsi dal freddo e dalle intemperie. - Che avverrà adesso?
Mi raccomandi alle preghiere di tutti e mi creda lei
Sac. FAGNANO GIUSEPPE Pref. Apostolico.
LETTERA DA S. PAOLO NEL BRASILE.
S. Paolo, 9 settembre 1S 7 MOLTO REv. ED AMaTO DIRETTORE,
Già saprà che la famigliuola dei Salesiani in S. Paolo crebbe; crebbe pure il lavoro materiale per la costruzione della casa e chiesa, ed il lavoro pedagogico per le scuole interne ed esterne. Ma il Signore ha moltiplicate le sue benedizioni. I giovani interni sono sessanta, gli scolari esterni cento cinquanta quattro, e quelli che frequentano l'Oratorio festivo circa duecento cinquanta.
In quest'anno abbiamo solennizzato il giorno di S. Francesco di Sales facendo la prima conferenza ai Cooperatori, essendo presente il Vescovo e molti canonici e benefattori. Così pure splendida fu la festa di Maria Ausiliatrice , essendo venuto di nuovo l'amato nostro Vescovo diocesano a passare la giornata con noi. Celebrammo lungo l'anno varie altre festività , ma l'ultima del Sacro Cuore, il 21 agosto, fu solennissima. Pontificò Monsignore, al mattino predicò D. Borghino e alla sera D. Lasagna tenne la conferenza. I nostri giovani cantarono la Messa in musica ed altri canti. La funzione fu bella ed imponente, essendo provvisoriamente già finita la nave di mezzo della chiesa.
Sono stato a Montevideo per chiedere a monsignor Cagliero soccorsi di personale , e ritornando con D. Gastaldì e Barbieri incontrammo alcuni giorni di tempesta, nei quali naufragarono cinque bastimenti. S'immagini dunque se non prendemmo parte attiva ad un ballo sforzato , non mancandovi canti poco armonici e suoni di bottiglie e piatti rotti. Scampammo per grazia speciale dallo scontro con un bastimento a vela.
Il Signore ci va mescolando gaudia fletibus, ma è dolce cosa pensare che lavoriamo per Lui. È pure un gran conforto il sapere che D. Bosco e tutti i Superiori e confratelli pregano per noi.
Il Sacro Cuore di Gesù ci vuole un gran bene, e mi concesse la grazia di non lasciarmi mai abbattere dai disgusti, anche i più pungenti...
La prego di presentare i nostri ringraziamenti al venerando D. Bosco per la sua risposta ad una lettera scritta in comune dai figli del Collegio di S. Paolo pel suo dì natalizio. Che bene fa ai giovani quel ricevere notizie di D. Bosco e soprattutto le parole dirette dal suo cuore al loro cuore! E per noi Salesiani , noi la pupilla dei suoi occhi!... Gli dica che i suoi figli di San Paolo si moltiplicano e che cresce ogni giorno e la riconoscenza verso di chi fu lo strumento nelle mani del Divin Salvatore per raccoglierci all'ombra del suo santuario, e la gratitudine più viva verso i signori Cooperatori e le signore Cooperatrici che gli somministrano i mezzi per compiere tante opere meravigliose.
Si faccia l'interprete fedele dei nostri sentimentì, dei desiderii vivissimi, che possa godere di buona salute e ringiovanire se fosse possibile.., se non altro dell'ansietà del nostro cuore.
Quando ci giunge una lettera con notizie poco soddisfacenti, allora più vivo si desta in noi l'impegno di protrarre la sua vita così preziosa col procurargli la consolazione di avere in noi figli secondo il suo cuore e pronti ad offrire per la sua vita la propria. Dica queste ed altre cose e non dirà mai quanto basta, perché D. Bosco è veramente per noi qualche cosa di grande , di venerando, di simpatico , da attirarsi tutti i nostri affetti. La separazione , il vivere lontani qualche tempo, e il dover soffrire separati da lui, fa crescere a mille doppi l'affezione ed il rispetto verso quest'uomo di Dio, che noi siamo ! felici di chiamar nostro padre.
Nella santa Messa non si dimentichi del mia nome , perché sia scritto col suo nel libro della vita.
D. GIOVANNI GIORDANO,
LETTERA ARGENTINA.
REv. SIG. DIRETTORE,
Credo che non le dispiacerà sapere quale impressione abbia fatto questo nuovo mondo sopra il mio animo. A dire il vero mi avevo formata un'idea non molto diversa dalla realtà, e perciò non ne sono scontento. Bisogna lavorare avendo o non avendo voglia, al vedere tanti poveri giovani che hanno bisogno d'istruzione morale e materiale e che hanno cuore per contraccambiare coloro che li amano. Poveretti ! Si può dire che altro non veggono, altro non ascoltano fuorché scandali e bestemmie e tutto cospira a corrompere il loro cuore e a toglier loro la vita dell'anima e del corpo. Grazie però a Dio ed a Maria Ausiliatrice, un gran numero di questi giovani sono accolti nel nostro Collegio come alunni interni, parte studenti, parte artigiani ; altri molto numerosi, circa 156, intervengono come esterni.
Tutti i giorni ne vengono dei nuovi, e ne mancano dei vecchi, ossia di quelli che hanno già ricevuta qualche buona istruzione. Di questi ultimi si spera che potranno far buona riuscita in società e che certamente, al punto della morte almeno, si ricorderanno delle massime e del buon seme da noi gettato nel loro cuore.
Ricordo con piacere un fatto che accadde al nostro vice-direttore. Un mattino ritornava egli da confessare in un vicino istituto , ed essendo chiuso l'uscio a noi riservato che mette in Collegio, dovette fare il giro dell'edifizio per entrare per la porta comune. Mentre camminava, s'incontrò con un uomo profondamente melanconico, padre di un giovane che qualche mese innanzi era venuto qualche volta al catechismo ed alla scuola. Lo riconobbe e gli disse : - E come va che siete così accorato?
Quegli rispose: - Ho un figlio gravemente ammalato, ed è certo che morirà.
- Che cosa accadde?
- E precipitato da una grande altezza, rimase mortalmente ferito, e poco mancò non morisse sul colo.
- Ma vostro figlio non è quel medesimo, e ne dava i connotati, il quale, alcuni mesi or sono, frequentava per qualche tempo il Collegio?
Avendogli il padre risposto che sì , il vice-direttore si accompagnò con lui e andò alla casa ove giaceva l'infermo. Il buon prete camminàva frettoloso, sapendo che il giovane non era stato fra i migliori che venivano al catcchismo, e conoscendo come questa occasione fosse provvidenziale per far del bene al povero giovanetto. Giunto alla casa, trovò innanzi alla porta, ferma, una bella carrozza tirata da quattro cavalli. Entrato in casa, gli si presenta una ricca signora, nobilmente vestita, proprietaria di quell'edifizio, la quale era venuta a visitare quel disgraziato ragazzo. Costei, visto il sacerdote, lo salutò e prese a dirgli: - Signore , io sono la matrona più religiosa di Buenos-Ayres e nessuno è tanto religioso quanto lo sono io. Ho visto il giovane ed assicuro non esser egli in pericolo di morte: son certa che nè oggi nè domani morirà. Se dunque la S. V. è venuta per parlargli di religione e di confessione, crederei non abbia scelto il tempo opportuno. Le sue parole potrebbero destare in lui il timore della morte e quindi la sua infermità aggravarsi pericolosamente. Vi è tempo domani per confessarle.
Il sacerdote le rispose : - Scusi, signora ; il giovanetto mi conosce, ed io son venuto per fargli una visita e non per confessarlo. - Allora quella religiosa signora tacque e il sacerdote si presentò all'infermo che lo accolse colla gioia più grande. In questo momento il ragazzo si era ricordato di qualche parola di salvezza udita da alcuno di coloro che gli aveva insegnato il catechismo, e in lui si era destato un vivo desiderio di vedere qualche prete. Il poveretto entrava allora in agonia, e potè ancor dire solo poche parole che tutto ci fa sperare essere state valevoli ad assicurare la sua eterna salute. Sentiva e manifestava in modo straordinario il suo amore per chi lo aveva amato, e del quale una volta non aveva voluto ascoltare con buona volontà gli ammaestramenti e gli avvisi. Moriva col sorriso della pace sulle labbra.
Povero giovane! Tu sarai uno di quei molti, anzi di quelli senza numero che furono, sono e saranno salvati dallo spirito di D. Bosco trasfuso nei suoi figli.
Mi saluti l'amatissimo nostro padre D. Bosco ; mi raccomandi alle sue preghiere e lo preghi a volermi benedire. Le bacio le mani.
Buenos-Ayres, 2 settembre 1887.
Aff.mo in Gesù Cristo M. FARINA.
Buenos-Ayres, 22 settembre 1887. MOLTO REV.DO E AMATISSIMO PADRE,
Una buona famiglia Cooperatrice Salesiana desiderosa di dare alla nostra celeste Madre e Benefattrice un segno della sua grande affezione e riconoscenza, mi prega di far pubblicare due grazie ottenute per aver invocato il dolce nome di Maria Aiuto dei Cristiani.
La suddetta famiglia è italiana, venuta in America per potersi guadagnare il necessario sostentamento. Or bene, dopo due anni che si trovava in questi paesi, uno dei dodici suoi figliuoli di nome Guglielmo Zarrini, trovandosi un bel dì in mezzo ad una via di questa capitale, sia per sbadataggine del giovanetto , sia per inavvertenza del cavaliere, cadde sotto un cavallo che lo calpestò, ferendolo malamente sulla fronte. Se non restò morto all'istante fu l'aver egli invocata in quel frangente la protezione di Maria. Il dottore, chiamato in fretta , dichiarò molto grave lo stato del fanciullo, assicurando che se per miracolo fosse guarito , senza verun dubbio avrebbe portati impressi sulla fronte i segni della cicatrice per tutto il tempo di sua vita. Immagini Lei, reverendo e amato D. Bosco, quali furono i pianti, le grida , le prèci di quei poveri parenti, i quali non cessavano di raccomandare il caro figliuolo a Maria. E Maria li esaudì ridonandolo ad essi in pochi giorni sano ed illeso, sicchè potè frequentare il nostro Oratorio di Santa Caterina.
E non solo con questo fatto dimostrò la Vergine SS. d'essere Madre Ausiliatrice di detta famiglia, ma per la seconda volta difendeva Guglielmo in somigliante pericolo. Pareva volesse dirgli: - Orsù, figliuol mio, raccomandati sempre a me che sono la tua Madre celeste, sempre preparata ad assisterti per liberarti da ogni male spirituale e temporale.
Infatti il giorno 14 di settembre Guglielmo discendendo da un tramway, mette un piede in fallo, ed eccolo in terra, mentre gli veniva sopra con impeto una carrozza. Il povero ragazzo gridò subito : - Maria SS., aiutatemi! - È bene notare come il giorno prima questo nostro alunno si fosse con tutti i suoi condiscepoli consacrato a Maria Ausiliatrice nella pubblica chiesa. Maria corse a rimunerarlo di quest'atto di figlial devozione.
Fu arrestata la carrozza: gli astanti ed il vetturino lo credettero schiacciato e morto. Ma qual fu mai lo stupore di tutti nel vederlo vivo ed illeso! Svenuto per lo spavento, fu subito portato dalle guardie urbane in una vicina farmacia, ove gli vennero prodigate le prime cure. Una ruota anteriore della vettura era passata sopra il suo debole stomaco, e la ruota posteriore sopra la schiena, essendosi egli voltato colla faccia a terra. Grande fu lo sgomento della famiglia nel vedersi portare in casa il giovanetto da persone caritatevoli e nell'udire da queste il caso miserando.
Tutti lo davano per ispacciato , e si aspettava solamente il medico con viva ansietà. Il medico non tardò, il quale, come ebbe finito di visitarlo, restò così sorpreso di non trovar lesione alcuna, che sosteneva essere impossibile averlo anche solo toccato le ruote di una vettura : tanto più, diceva, che un fanciullo di soli dieci anni e di gracile complessione in simile caso avrebbe dovuto restar morto. Il vetturino però e tutti quelli che erano stati presenti al disgraziato accidente, e i segni che Guglielmo portava sul petto, dimostravano con testimonianze innegabili la causa del male.
Il padre del giovane , dopo avere scambiata qualche parola col dottore, gli disse: - Signore, non dica essere questo fatto impossibile, perché tutto ciò che a lei pare impossibile, è ben possibile alla Vergine Ausiliatrice, il cui nome invocò mio figlio in quel terribile momento.
Tacque il dottore, e constatando non esistere nessuna rottura , dopo alcune visite, lo dichiarò perfettamente guarito. Dopo tre giorni Guglielmo veniva a confessarsi e a comunicarsi nella nostra chiesa, ringraziando il Signore del favore ottenuto per mezzo di Maria, e mi servì la Messa della comunità il giorno 18 di settembre con grande ammirazione di coloro che lo avevano assistito durante la sua breve malattia.
Ecco, reverendo ed amato Padre , quanto desiderava fargli sapere, e non solamente io , ma eziandio la famiglia che provò gli effetti della nostra buona Madre, Maria SS. Ausiliatrice. Desidererei che questa grazia venisse pubblicata nel nostro Bollettino, affinché si conosca sempre più l'amore che Maria SS. porta a quei suoi cari figliuoli che la invocano di cuore.
Conchiudo domandandogli la sua santa benedizione e pregandolo a non voler dimenticare questo suo
Umilissimo figlio in G. C.
D. VITTORIO DURANDO.
Nota. Altre grazie segnalate furono concesse da Maria ai suoi devoti in queste regioni, specialmente quando il coléra in quest'anno vi menava non piccole stragi. Furono distribuite più di 40,000 medaglie di Maria Ausiliatrice, e non si poté soddisfare alle domande di quanti ne chiedevano. Fatte le debite indagini, ci constatò che una sola persona, che prestamente guarì, fu attaccata dal morbo e tutte le altre restarono incolumi.
VITA DI S. S. LEONE XIII
del Sac. Prof. GIUSEPPE RIBERI.
Il merito principale di questo lavoro consiste nell'averne fatto un libro utile ed istruttivo per ogni età e condizione della vita. Altre simili e lodevolissime pubblicazioni hanno solamente una importanza d'attualità; passati alcuni anni, spariscono nel gran mare della storia; il sac. Riberi Giuseppe, persuaso che un libro scritto per tutte le classi, qualsiasi il suo argomento, deve essere specialmente educativo, non fa un' esposizione arida della vita del S. Padre; ma, partendo dai suoi genitori, i quali furono modelli ai padri ed allo madri cristiane, e seguendo il loro figlio passo per passo nei suoi divertimenti puerili, nei suoi studii, nelle sue operazioni, in tutte le azioni conosciute da noi della sua vita, ne ritrae l'esempio salutare alle famiglie , al giovane, all'uomo adulto, alla missione della donna , a chi sta a capo delle amministrazioni.
Quantunque l'egregio autore abbia scritto la vita del Santo Padre specialmente pel popolo, non manca di profonde osservazioni storiche, di giuste considerazioni filosofiche e sociali, esposte con brevità e con tale chiarezza che, mentre saranno apprezzate dai dotti, sono facilmente intese dall'operaio.
Non vi sono in questo libro né lungaggini né superflue digressioni; i fatti che riguardano la vita pubblica e privata del Santo Padre si succedono senza interruzione , con ordine , adorni talora di belle descrizioni campestri.
Lo stile é chiaro, appropriato, festoso e tutto il libro ha l'aria di una piacevole conversazione di famiglia.
Spero che avrà lieta accoglienza , come son sicuro che farà del bene alla gioventù ed alle successive età dell'uomo.
Fu una bella idea quella di dedicare il libro alla santa memoria della madre di Leone XIII, giacché le virtù di questa donna generosa sono il profumo che si aspira leggendo queste belle pagine , ed eccita alla carità ed all' amore della famiglia, della società e della religione.
FRANCESCO GALLO.
A fine di diffondere questa Vita presso tutte le classi di persone la Libreria editrice ne fece due tirature, una economica, la quale verrà spedita a tutti gli associati alle Letture Cattoliche ed alla Biblioteca dell'Operaio; l'altra elegante, la quale si spedirà agli associati alle Letture edificanti.
L' edizione economica vendesi a centesimi 50 la copia ed a L. 10 (D) per ogni pacco postale, il quale conterrà 20 copie di detto libro da 0,50; 20 copie della Enciclica della Costituzione degli Stati, di S. S. Leone XIII; 20 copie dell'Enciclica sul Giubileo e 20 dell'opuscolo Viva Leone XIII. Per 7 pacchi postali basteranno lire 50; e per 15, lire 100 (D) ricevendo in più gli Annali di San Pietro.
I promotori della stampa religiosa che vogliono far conoscere la vita e gli scritti del S. Padre, con lire 50 possono diffondere 560 volumetti a tale scopo, e con lire 109 ne possono diffondere 1120, conservando per se stessi l'importantissima opera gli Annali di S. Pietro.
Rivolgersi alla Libreria Salesiana di Torino, di Roma, di S. Pier d'Arena, Spezia, Lucca, Firenze, e presso tutte le principali Librerie religiose d'Italia.
Con questo titolo medesimo , nel N. del Bollettino dello scorso gennaio proponemmo che a perpetuare la fausta ricorrenza del Giubileo Sacerdetale di S. S. Leone XIII si desse vita in ogni parrocchia dell'Italia nostra ad una Biblioteca Parrocchiale Circolante San Giuseppe.
Alla nostra proposta molti fecero lieta accoglienza ; il che diciamo meno a nostro soddisfacimento, quanto a comune edificazione, e per vieppiù incoraggiare coloro che per avventura fossero ancora o dubbiosi o tiepidi nell' accoglierla.
Molti fra i RR. Sigg. Parroci già c'inviarono la loro adesione, e ci è grato il poter qui annunziare che primo ad aderirvi fu il Rev. signor Parroco di S. Massimo della nostra Torino, a cui fa seguito quello del Rev. Sig. Parroco del R. Parco della stessa Torino, quindi altri della diocesi di Como e via via.
Essi accompagnarono l'adesione alle 6 serie con incoraggiamenti, il primo dei quali disse la nostra proposta, utile non solo alla gioventù ed al popolo, ma eziandio al clero , il quale con poca spesa può arricchire la propria Biblioteca di opere pregevoli.
Dopo i Revv. Sigg. Parroci ci è grato accennare ai Circoli Cattolici. Ecco di uno un brano di lettera.
• Vista la relazione del N. 1 del Bollettino Salesiano, gennaio 1888, sopra la proposta della Presidenza del Circolo locale della Gioventù Cattolica S. Vito, il sottoscritto si fa un dovere di ordinare a codesta spettabile Direzione quanto sotto
• Il Circolo della Gioventù Cattolica S. Vito di Noventa V., volendo commemorare il Giubileo Sacerdotale del S. Padre Leone XIII, fonda qui una Biblioteca Circolante secondo le istruzioni
e le facilitazioni a tale uopo accordate in tale circostanza dalla Tipografia Salesiana di Torino,
e ne ordina alla medesima la spedizione delle 6 serie descritte dal suddetto N. del Bollettino Salesiano, gennaio 1888.
• La Presidenza poi prega codesta onorevole Direzione a voler dare un pronto riscontro a questa lettera per regolarsi ìn proposito e onde possa dare relazione al Consiglio ed ai membri.
• Noi qui facciamo voti per la guarigione di
G. FALTA
del Circolo S. Vito.
Non meno incoraggianti sono le adesioni dei privatì padri di famiglia. Uno di essi scrive da Melazzo a Don Bosco su questo proposito una lettera, che è qualche cosa di consolante.
Noi pertanto mentre porgiamo anche a nome dell'amatissimo e venerato nostro Don Bosco le più vive azioni di grazia a quei cortesi e benevoli che con l'aiuto morale enateriale ci rafforzano e ci sorreggono nel diffondere i buoni libri, non ristiamo dal rinnovare il nostro appello ai buoni cattolici, perché propaghino , con tutti quei mezzi, di cui dispongono, il progetto della Biblioteca Parrocchiale Circolante San Giuseppe, che anche nei centri meno popolosi tornerà di gloria a Dio, a vantaggio del prossimo e riuscirà sorgente inesauribile di frutti di vita eterna.
É un libretto di sole 46 pagine, che vorremmo corresse per le mani di tutti, ma specialmente della gioventù. E se i buoni , dopo averlo letto e meditato, lo faranno pure conoscere agli indifferenti, di cui purtroppo non è scarso il numero, compiranno un'opera assai commendevole e grandemente meritoria.
Leo Taxil, ossia Gabriele Jogand, che poco prima caduto nelle reti dei settarii, nelle panie della Massoneria, coraggioso si rialza, perché soccorso dall'aiuto celeste, e, nuovo Saulo, torce i passi dalla via, in cui si era posto, e addita ai giovani il pericolo, ed a tutti svela le arti inique degli uomini, che si fanno sulla terra ministri di Satana , è l'argomento di questo prezioso libercoletto, che raccomandiamo caldamente, anche perche dettate in modo facile e piano, e con quell'elegante festività che contraddistingue il rinomato F. Martinengo.
E la lettura di queste care pagine sarà particolarmente giovevole alla gioventù, specie quella che si alleva nei collegi. Essa imparerà quanto sia tremendamente fatale una comunione sacrilega, che fu quella appunto che segnò pel povero Taxil il primo passo nella via delle orribili sue iniquità. Ma imparerà pure quanto sia salutare la benedizione del Vicario di G. C., poiché è la benedizione dell'angelico Pio IX che trasse sopra di lui la misericordia di Dio e lo ricondusse sulla retta via. Così il santo Pontefice vendicava la sua oltraggiata memoria.
Vendesi alla Libreria Salesiana a L. 0,10 la copia ed a lire 10 al pacco postale, il quale contiene, oltre a cento copie del libro, 60 opuscoli in più in dono.
È uscito alla luce da questa Tipografia Salesiana un prezioso volume dell'Eminentissimo Card. Alimonda col titolo
I VOTI DEGLI ITALIANI PER L.A PACE RELIGIOSA
Si vende a L. 3 la copia.
1 Accorsi canonico Bartolomeo - Sarzana (Genova)
2 Adamini Luigia - Soave (Verona)
3 Agazio Mons. Luigi Vescovo - Trîvento (Campobasso)
4 Aldegheri Marietta - Soave (Verona)
5 Alvi gini Federico - Spezia (Genova)
6 Ant+mini Lucia Ved. Rinaldi - Torino
7 Arduini Sempeboni Angela - Fumane (Verona)
8 Arpino D. Maurizio Teol. Parroco di S. Pietro e Paolo - Torinp
9 Arrù Giuseppe Antonio - Pozzomaqgiore (Sassari)
10 Azo ardi Teresina - Strada Reale (Mala-Valletta)
11 Badini-Confalonieri Cav. Avv. Antonio - Torino
12 Bagnara Angelo - Sestri-Ponente (Genova)
13 Banchio D. Gio. Batt. Teologo - Bagnolo-Piemonte (Cuneo)
14 Barbaro D. Sante Canonico a Canonica - Roma
15 Barberis D. Landellino Rettore - Torcello (Alessandria)
16 Barbieri D. Giovanni Parroco - Castiglione (Forlì)
17 Baricco Teol. Comm. Pietro - Torino
18 Baroni D. Cesare - Villa Tenno (Riva Tirolo)
19 Bartolini Cardinal Domenico - Roma
20 Bartolomei P. D. Luigi - Roma
21 Bassi Giacomina - Gottro (Como)
22 Batolla D. Domenico Parroco - Spezia (Genova)
23 Beanwer Silvina - Torino
24 Beccaria D. Carlo - Via della Consolata (Torino)
25 Bertagna Ved. Beverino - Spezia (Genova)
26 Bertarelli Adele - Como
27 Berteletti D. Giovanni - Curino (Novara)
28 Bertoglio D. Carlo Teol. - Torino
29 Bartolini D. Filippo Giacomo - ROverchiara di Sopra (Verona)
30 Bortolotti D. Domenico Prof. - Pontremoli (Genova)
31 Bettini Romanini Giuseppa - Forni Avoltri (Udine)
32 Bianchini Isacco - Molinetto di Mezzano (Brescia)
33' Biglia Felicita di Lorenzo - Mombercelli (Alessandria)
34 Blangini Emilia - Aosta (Torino)
35 Bocchia D. Giovanni Arciprete - Fezzano (Genova)
36 Boccoli D. Giulio - Garda sul Lago (Verona)
37 Boyta D. Pietro Parroco - Barone (Torino)
38 Bolmida D. Carlo - Camerana (Cuneo)
39 Bonaldo Don Virgilio Parroco - Pudiano (Brescia)
40 Bonani Maria - Fumane (Verona)
41 Bonanomi Buzzi Teresa - Chiavenna (Sondrio) q?
42 Bonardi Amalia Iseo - Brescia
43 Bonaudi Giuseppina nata Marsaglia - Torino.
44 Bono Canonico Avv. Benedetto - Torino
45 Bortolotti D. Pietro Parroco - Moiano (Udine)
46 Bosco di Ilufno Cav. Carlo - Acqui (Alessan(tria)
47 Botto Livia Ved. Ghio - Mornese (Alessandria,)
48 Bovilani Fiomberti Caterina - Scarico (Conio)
49 Bozzo D. Antonio Cav. Teol. Canonico - Genova
50 Brandino Felicita - Cherasco (Cuneo)
51 Breccia D. Domenico - Macchie (Macerata)
52 Burlamacchi Pellegrini Teresa - viareygio (Lucca)
53 Batteri Chiara - Viguzzolo (Alessandrial
54 Bruno Domenica Cateerina di Giovanni - Cavour (Torino)
55 Cadirola D. Alessandro Canonico - Viguzzoto (Alessandria)
56 Callegari D. Domenico Teol. Canonico - Sarzana (Genova)
57 Canini D. Giovanni - Albano S. Alessandro (Bergamo)
58 Canonero D. Giuseppe Arciprete - San Cipriano (Genova)
59 Capitani Clierubina - W inofrio (Como) 60 Capra Antonia - Lu (Alessandria) 61 Capuccio Comm. Alessandro - Tetti di Rivoli (Torino)
62 Carbonero Luigia - Piossasco (Torino
63 Cardona Carlo - Valfenera d'Asti (Alessandria)
64 Cardona Secondo - Valfenera d'Asti (Alessandria)
65 Calli D. Giov. Batt. - Colle (Portomaurizio)
66 Carmi Angela - Pandino (Cremona) 67 Carozzi Caterina - Melazzo (Alessandria)
68 Carrani Massa Francesca - Spezia (Genova)
69 Carrano Clemente - Castelnuovo d'Asli (Alessandria)
70 Casari Francesco - Varazze(Genova) 71 Casirola uatterina - Pontecurone (Alessandria)
72 Cassinelli Carlo - Vobarno (Brescia) 73 Cattani Mons. Giacomo Cardinale Arcivescovo di - Ravenna
74 Cavaliere D. Antonio - Sossano (Vicenza)
75 Cavallini Giovanni - Pavia
76 Cavallotto Costantino - Cerreto delle Langhe (Cuneo)
77 Cecconi D. Gaetano - Borghetlo (Fireaze)
78 Cerruti D. Carlo - Casal Monferrato (Alessandria)
79 Chiarelli Conte Marcantonio - Cento (Ferrara)
80 Chiericati Contessa Livia - Vicenza 81 Ciarasi Don Giovanni - Cardeto (Firenze)
82 Cimma Giovanni Prevosto - Villarboil (Novara)
83 Cimluino D. Antonio - Sandigliano (Cuneo)
84 Cipriani Maria - Marano (Verona! 85 Cis Don Giuseppe - Bezzecca (Austria)
86 Cìslago D. Gaetano - Lavagno (Verona)
87 Cola Domenica - Cucino (Conio)
88 Corsi Contessa Gabrielli di Bosnasco Ved. Billiani di Cantoira - Torino
89 Corvaglia Nicola - Spezia (Genova) 90 Corucci Suor Raffaella Superiora Istituto femm. di C. S. M. - Como
91 Costanzi Don Arcangelo - Paciano (Perugia)
92 Cova D. Nicolò - Tuenno (Tirolo Austria)
93 Crosa D. Domenico Prevosto - Trinità (Cuneo)
94 Crosa Cav. Avv. Saverio - Torino 95 Cozzarolo D. Luigi - Merlengo (Treviso)
96 Daga Abbate Bartolomeo fu Giov. - Cavour (Torino)
97 Dalmazzo Lodovica nata Oddono - Torino
98 Dal Molin Stefano - Lonzarone (Belluno)
99 Dalla Torre Don Leonardo Parroco - Cles (Tirolo)
100 Diviso Teol. Cav. Luigi di Charvensod - Raeconigi (Cuneo)
101 Deaglio Genoveffa - Scarico (Como) 102 De Campo Giuseppina- Madonna di Tirano (Sondrio)
103 Decaroli Modesta nata Zurletti - Chiusa di Pesio (Cuneo)
104 De-Cutis - Alassio (Genova)
105 Della Volta Nob. Teresa nata Rossi - Soncino (Bergamo)
106 Dellepiane Maria - RivarOlo Ligure (Genova)
107 De Matteis P. Venanzio - Carmagnola (Torino)
108 Del Santo Anna - Spezia (Genova) 109 Dogliani Don Bortolomeo Parroco - Cortemiglia (Cuneo)
110 Dotta Paolo - Monastero Bormida (Alessandria)
111 LIrocchi Guglielmo - Madonna di Tirano (Sondrio)
112 Faa di Brullo Primitiva nata Della Chiesa di Cervignasco-Bruno - Torino 113 Fabbi D. Raffaele - Montecchio (Reggio Emilia)
114 Fanti D. Giovanni - Ramo (Trento) Austria
115 Fantini Mons. Melchiorre Tool. Can. - Chieri (Torino)
116 Fanton D. Jacopo Canon. Cancelliere Vescovile - Ceneda (Treviso)
117 Fedrigo D. Lodovico -Negrar (Verona)
118 Felizzati Margherita - Piano d'Isola (Alessandria)
119 Ferrari Don Alessandro - Voghera (Pavia)
120 Ferrari Angelo fu Gio. Angelo -. Terzorio (Pertomaur'izio)
121 Ferraro Domenico - Grancona ( Vicenza)
122 Forreri di Ventimiglia Marchesa Adele nata Della Chiesa - Torino
123 Ferrero Antonio - Vinovo (Torino) 124 Ferrero D. Giovanni Parroco - Ceste (Novara)
125 Fioravanzo D. Antonio - Castello di Godego (Treviso)
126 Firpo Maria - Arenano Ligure (Genova)
127 Fogliano Cav. Antonio - Torino 128 Fracchia D. Foliciano - Torino
129 Franceschetti Teresa - Bassano (Vicenza)
130 Franchetti Don Giulio Arciprete - Mezzo di Valtellina (Sondrio)
131 Frigerio Ch. Francesco - Acquate (Como)
132 Gallo Teresa fu Alessio - Cavour (Torino)
133 Galazzi D. Giuseppe - azzero (Milano)
134 Galli D. Giovanni - Ludrìano (Brescia)
135 Gambetta Nicola di Giuseppe - Albissola Marina (Genova)
136 Garberoglio D. Gio. Batt. - Nizza Monferrato (Alessandria)
137 Gardini Blesi Irene Ved. Scalma - Torino
138 tarino Giovannetta -Diano marina (Porlomaurizio)
139 Dannose D. Francesco Canonico - Chieri (Torino)
140 Gastaldi Luigia - Val di Pesio (Cuneo)
141 Gattucci Modori Geltrude - Fermo (Ascoli Piceno)
142 Gemelli D. Pio Parroco -Cardezza (Novara)
143 Gennari Luciano-Pincara(Rovigo) 144 Gerlero Domenica fu Luigi - Cavour (Torino)
145 Gentili D. Angolo Priore - Toscanella (Roma.)
146 Gherar,ii Teresa a S. Severino - Marche (Macerata)
147 Giacopini Caterina - Spezia (Genova)
48 Gino Don Luigi - Settimo Vitto2e (Torino)
49 Giolino Margherita Ved. Rastelli - Torino
50 Girardelli D. Antonio Parroco - Terranolo (Austria)
51 Giraudi (lhial)rcdo Canonico Arcidiacono - Pinerolo (Torino)
52 Giraudo Chiaffn3o-Famolasco (Tarino)
53 Giuliani Mons. Luigi Canonico - Verona
54 Grasselli D. Alessandro Canonico - Toscanella (POif2(1) 55 Greaiti Teresa - Pasian Schiavonesco (Udine(
56 Gribandi Vincenzo - Torino
57 Grosso D. Alessandro - Casale (Alessandria)
58 Guerra Don Faustino Parroco - Zavattarello (Pavia) 159 Isola D. Girando - Garigliano Calabro (Cosenza)
160 Landi Marcoe a Tcresa de' Marchesi Bellini - Placenaa
161 Legnani Marietta - Sultano
162 Lenti D. Luigi - Casal Jlon/errato (Alessandria)
163 Lsenarduzzi D. Gio. Batt. - Attim13 (Udine)
164 Leoucini 1). Lorenzo Canonico - Gavi (Alcssandricz)
165 Leoni A lelaide Ved. Veraltli - 12zrese (Conio)
166 Lepori D. Maurizio Parroco - Sala (Sviz,aera)
167 Loato Giovanni - Caldogno ( Vicenza)
160 Lonardi Giov. Batt. Arciprete- Arbizzano (Verona)
169 Lovera Francesco - Chivasso (l'orino)
170 Maccari Beatrice nata Franco - San Damiano d'Asti (Alessandria)
171 Malfatti D. Luigi -Bosco di Civeznano (Tirolo)
172 Mallarini D. Marco Teol. - Acqui (Alessandria)
173 Manera Padre Giorgio - Claieri (T'orino)
174 Mapelli Ippolita de' Conti Giuliani - Milano
175 Margotti D. Giacomo Teol.- Torino 176 Mariani M.a Seralna Suora Domenicana - Sfondoni (Cuneo)
177 Mariano Comm. D. aebastiano Teol. - Moretta (Cuneo)
178 Martelli D. Pasquale Canonico - Brugnato (Genova)
179 Massari Giacomina Suora di CaritàCanosiana (Brescia)
180 Massari Giuseppe - Genova 181 Mastino Domenico - Torino
182 Menapace D. Gio. Batt. - Cles (Tirolo)
183 Mena pace D. Luigi -, Cles (Tirolo) 184 Metti Gio. Batt. - Lu (Alessandria) 185 Migliassi Bartolomeo - Torino
186 Mistrorigo D. Luigi - Chiamp) ('Vicenza)
187 Modenese D. Giuseppe Arciprete - Belhore (Verona)
188 Mola Ernesta - Codogno (Spiano) 189 Mollino Teresa - Moatemagro (Alessandri-r)
190 Montanari D. Angelo - Borl(lane (Tirolo)
191 Moretti Annunziata - Velazzo (Alessandria)
192 Moro Chiara - Arensano (Genova) 193 Mulassano Marianna - Bra (Cuneo) 194 Muriana D. Luigi - Buriasco (Torino)
195 Musso Cav. D. Gio. Batt. - S. Beaaiano (Cuneo)
197 Nardi Don Domenico - Spezia (Genova)
198 Negro Paolo - Castiglione Tinello (Cuneo)
199 Oglieri Luigi - Yaleggio sul Mincio (Verona)
200 Oldoini D. Luigi Canonico - Spezia (Genova)
201 Oliveri Rosalia nata Ferrandi - Torino
202 Oreglia di Santo Stefano Gabriella nata Solaro della Margherita - Formo 203 Urlandi Don Cesare - Scandriglia (Perugia)
204 Urteili Francesco - Castelnuovo Scrivia (Alessandria)
205 Ussella Giovanni - Casale Monferrato (Alessandria)
206 Paciani Nob. Barbara nata Contessa Micheli - Cividale del Friuli (Udine) 207 Padre Becla prevosto Casa di Gesù - Fiesole (Firenze)
208 Padre Felice da Trento Miss. Apostolico - Smirne (Asia Minore)
209 Padre M1elselangelo - Reggio (Emilia)
210 Paita D. Nicolò - Bastremoli (Genova)
211 l'ancheri Maria Maestra - Bozzana (Tirolo)
212 Paroli D. Lorenzo - S. Vitale delle Carpineti (Peggio Emilia)
213 Paseali Giulia - Ascoli Piceno
214 Pacchetti D. Gius. Costanzo - Racconigi (Cuneo)
215 Pasta Gius. nata Pariani - Galbiate (Conio)
21G Patanè D. Angelo Arciprete - iascali (Catania)
217 Patrizi Marchesa Altieri - Poma 218 Patrucco Dottor Carlo- borgo San Martino (Alessandria)
219 Pelizzari Giuditta - Soave ( Verona) 220 Penteriani Don Vincenzo Canonico - Nepi (]?ama)
221 Perdono da Coeconito Don Gio. Batt. - Tu//o (Alessandria)
222 Peretti Don Domenico - Scopello Valsesia (Novara)
223 l'eretti Giovanna - Caramagua (Cuneo)
224 Pernati di Momo Contessa Paolina - Torino
225 Pettinà D. Paolo Parroco - Tese di Bassano (Vicenza)
226 Pezabo-Beretta Amalia - Stilano 227 Piacenti D. Cipriauo Parroco - Cire~ lio (Firenze)
228 ficchi Don Giovanni - Cellio (:lovara)
229 Pogliaghi D. Giacomo Prevosto - Cremia (Como)
230 Pozza D. Rocco - Lisearo (P(tdova) 231 Pozzan Luigi - Malo (Vicenza)
232 Pranzetti Adele Vod. Prnuli - Cemmo (Brescia)
233 Quaini Clotilde - Aovara
234 Quartino D. Gio. Batt. - Varaz e (Genovao
235 Querini Domenica - Palmanova (Udine)
236 Radice D. Giovanni Canonico - Mitono
237 Rambaldelli Luigia - Sandrà (Verona)
238 Ranzoni Angelo - Pandino (Cremona)
239 Reviglio D. Giuseppe Parroco - Nichelino (Torino)
240 Riccardi 1o. Antonio Vice-Parroco - C,atti!biaì1,,o (Panno.O
241 1ticcardini Giacinta - 1'ophera (Pavia)
242 Ricchiardi Francesco - En Vie (Catino) 243 Rì,hetto Marianna - Soave (Verona)
245 Rigo D. Giorgio - Venezia
246 Rizzi Antonio - Lonato (Brescia) 247 Rocca Don Angelo Preposto Parroco - Calvaira(e (Sfilano)
248 Roccetti Don Michelo - Caldarok. (Macerata)
249 Romagnoli Luisa - Fo'll
250 Romagnolo Luigi - Casorzo (.41,s~ sandria)
251 Mossi D. Andrea - Spezia (Genova' 252 Rossi Luigi Arciprete - l'2vegn.~ (Genova)
253 Rossignoli D. Alessandro Paaroco -Bulgarograsso (Como)
254 Rota D. Antonio Parroco - Sedile (Bergamo)
255 Sacchi Nob. Gio. fu Pietro - Ba.sano (Vicenza)
256 Salsotti Virginia - Trinità di Mo, - dovì (Cuneo) -
257 Sandrini Maria - Canale (ceri. i, 258 San Martino di Valperga Conte Te. dorico - Torino
259 Serafino Maddalena - Torino
2G0 Semini Catterina di Pietro - Maz (Son(lrio)
261 Simeoni Francesco - Ararono (Prona)
262 Simoni Antonia - Cento Valli (Svizzera)
263 Sivero D. Luigi - Pota (Verona) 264 Sodero Teresa nata Novarese - Vaifenera d'Asti (Alessandria)
265 Sola Giovanili Francesco - Borneo resio (Torino)
266 Squazza Don Antonio - Pozzuoli (Mantova)
267 Tabarelli Maria - Vobarno (Brescia. 268 Talachmi Cav. Giovanni - Glgiate (Conto)
269 Tamburelli Elisa - Voghera (Pavia 270 Tea Don Silvestro Canonico Prof. - Ivrea (Torino)
271 Terrini Alessandro- Soave (Verona] 272 Terrini Teresa - Soave (Verona) 273 Testa D. Giov. Antonio - Bra (Cuneo)
274 Testanera D. Carlo Canonico - Cera (Cuneo)
275 '1 'ogni Cristoforo - Castelletto (Verona)
276 Toraldo Anna fu Antonio - Tropea (Catanzaro)
277 Tressi Carlo - Balsamo (Stilano) 278 Trevisan Corona - Vicenza 279 Tirella Zita - Soave (Vo(jkera) 280 Turina Domenica fu Michele - Cavour (Torino)
231 7'usonotto Carlo di Giovanni - Bei-ghetto Borbera (Alessandria)
282 Usai Carlnelita Maria - Aronastir (Cagliari)
283 Valente D. Antonio - ifarano (Vicenza)
284 Valle Maria - Vinovo (Torino)
285 Varieszhi D. Carlo Parroco - Moda Visconti (Milano)
286 Vignolo Lutati Cav. Pietro- Torino 287 Villa Margherita fu Gino. - Val/'enera d'Asti (Alessandria)
288 Viscardi Antonia nata Pagnone - Pancalieri (Verona)
239 Zaeella D. Giampietro - Re/rontolo (Treviso)
290 Zanna Giovanna - Saluggia (Novara)
291 Zanoni Don Antonio - Pesca)itina (Verona) r?
292 Zanoni Libera di Lorenzo - Pescantina ((erosa)
293 Zanotti D. Carlo Antonio -Fiumailo (Mo(lena)
294 Zardini Domenico - Marano (Verona)
295 Zardini D. Luigi - Mirano (Verona)