offrì una pelle di guanaco, che accettai e
consegnai a Luigi , il quale non l'aveva
ancora . Indi, rinnovato il patto di difesa in
favor suo e della sua tribù, feci venire gli
uomini e poi le donne avanti alla tenda, e
li regalai tutti d'una coperta e d'una meda-
glia . Li interrogai poscia dove fossero i loro
vecchi ed i fanciulli, e mi dissero essere ri-
masti a casa, cioè all' accampamento, che
sorge in mezzo a cespugli .
Finita la distribuzione, si insellarono i ca-
valli . Tutti gli Indii stavano estatici osser-
vando ogni movimento nostro e dei cavalli,
e facendo di tutto le meraviglie . Per eccitarli
a maggior confidenza, mentre si caricavano
la tenda e i viveri, io misi in groppa di un
cavallo un fanciullo sui dieci anni, e tenen-
dolo per mano lo conduceva in mezzo a loro .
Ciò piacque moltissimo agli Indii, i quali,
vedendo che ci apprestavamo a partire per
alla volta del loro cao, salutandoci, inco-
minciarono a precederci per recare la nuova
del nostro arrivo ai rimasti coi bambini .
Una visita all'accampamento degli Indii .
Come tutto fu pronto, il nostro confratello
Ferrando volle far vedere agli Indii la forza
delle nostre armi . Allo sparo del fucile stra-
bigliarono tutti, ma insieme godettero sa-
pendo da Luigi che quelle armi erano buone
per la caccia e per la loro difesa .
Al segnale della partenza, gli Indii si
incamminarono per una scorciatoia e noi cer-
cammo evitare i luoghi fangosi .
Dopo tre quarti d'ora fummo in mezzo ai
nostri amici, aspettati fra i cespugli, spe-
cialmente da quelli che non ci avevano an-
cor visti . Contai tutti i presenti : erano cin-
quantadue . Distribuii una coperta a chi non
l'aveva ancor ricevuta, e diedi una meda-
glia raccomandando di metterla al collo . Pro-
misi che presto ci saremmo riveduti, che loro
avremmo parlato del Creatore dell'universo,
che ci aspettassero alle due lune . Eravamo per
lasciarli, quando vidi uno che trascinavasi
malamente . L'avvicinai : aveva la gamba de-
stra, dal ginocchio in giù, totalmente morta .
Servendomi di due fucili colla canna all'in-
giù, gli feci intendere che colle grucce avrebbe
potuto camminare meglio e che noi gliene
avremmo portate due . Vedendoli tutti di modi
semplici, ne invitai qualcuno fino alla Mis-
sione di S. Raffaele a vedere le nostre case
grandi, e quanto si fa per gli Indii . Accondi-
scese un giovane sui quattordici anni, che ci
seguì col suo arco ed un mazzo di freccie .
In sul partire i poveri selvaggi studia-
vano come manifestare il loro contento
per avere trovato gente tanto buona, tanto
forte per difenderli ; chi portava freccie, chi
archi, e fra le donne alcune si toglievano i
braccialetti di conchiglie per regalarli a Don
Beauvoir, ai confratelli ed anche a me, che,
già a cavallo, lasciai loro un Rosario rice-
vuto con segni di vivo gradimento .
La spedizione prosegue il viaggio e smarrisce la via .
Partimmo contenti d'aver consolato questi
poveretti che presto saranno, speriamo, buoni
cristiani, essendo poco distanti dal luogo
dove fonderemo la nuova stazione .
Ci accompagnarono con molto affetto fino
al passaggio del fiume, e dopo un quarto d'ora
li perdemmo di vista . Siccome era il 23 feb-
braio, diedi il nome di Benizio al nuovo
Indio, che non capiva in sè dalla gioia di
venire con noi . Era una giornata fredda ed
il vento ci disturbava molto ; la nuova dire-
zione, ad oriente, ci aveva tolti i boschi, e
quindi la legna, tanto necessaria all'aperta
campagna .
D . Beauvoir stava all'avanguardia . Deside-
ravamo giungere presso all' imboccatura del
fiume, perlustrare quei luoghi vicini e sce-
gliere il più adatto per fondare la nuova sta-
zione. Ma ci sorprese la notte in una piccola
valle, dove, se mancava legna, almeno abbon-
dava il pascolo . Lì accampammo, ed io,
molto stanco, recitate brevi preghiere, m'ab-
bandonai subito sul mio giaciglio e mi addor-
mentai .
Ma sempre col pensiero di essere tra Indii,
mi svegliai più volte ed osservava se vi fosse
qualche novità . Tutti dormivano, tranne D .
Beauvoir, che, per non aver voluto innalzare
la tenda e stendere il suo letticciuolo , non
potè chiudere un occhio .
Al mattino ci levammo di buon'ora, e, dopo
le solite pratiche di pietà, riprendemmo la via .
Avvertendo d'essere vicini al mare, il con-
fratello Emilio Ibañez indicò all' Indio Be-
nizio di porsi alla testa e guidarci per il sen-
tiero più breve.
Osservando la bussola due ore dopo, m'av-
vidi che ci dirigeva direttamente al nord .
Dapprima credetti che ciò avvenisse a scopo
di schivare qualche cattivo passo, ma mez-
z'ora dopo mi vedo avanti il capo Sunday, che
sporge sul mare a quindici miglia al nord
del Capo Peña e ad undici dall'imboccatura
del Rio grande . Faccio fermare tutti, e, chiesto
il perchè dello svio, conosciuto essere uno
sbaglio, faccio prendere la direzione sud .
D . Beauvoir si sentiva molto stanco e mi
disse : - Ho bisogno di riposare un poco,
conviene che mi fermi . Essi possono andare
avanti e, trovato il cammino, uno venga ad
avvisarmi che tosto li raggiungerò . - Lo
lasciammo alla sponda d'un delizioso laghetto
popolato da immensa quantità di anitre che
ci assordavano col loro molesto gracchiare .
Girammo a destra di una collina . Giunti
alla vetta , sento dire : Indios, Indios ! Fac-
cio fermare, aspettando le bestie da soma, e
do avviso di procedere adagio ed uniti .
Si videro tre, uno dopo l'altro , fuggire
fra cespugli . Noi avanzammo tranquillamente
discendendo quella collina, e guadagnandone
un'altra, tenendo però sempre d'occhio il luogo
ove s'erano nascosti quei tre Indiani . A cento