BS 1920s|1927|Bollettino Salesiano Maggio 1927

Anno LI.   MAGGIO 1927   Numero 5.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: La nostra Ausiliatrice. - Novena e solennità di Maria Ausiliatrice a Valdocco. - Il quadro di Maria Ausiliatrice nel suo Santuario di Torino. - Verso la Beatificazione di Don Bosco. - S. Congregazione dei Riti. - La Messa d'oro del Card. Gasparri. - In memoria di Don F. Cerruti. - II successore del Ven. Don Bosco in udienza dal S. Padre. - La vita delle Missioni : Rio Negro - Torbidi in Matto Grosso - Congo Belga - Cina. - Tesoro spirituale. -- Il Culto di Maria Ausiliatrice: Monumento vivo e perenne a Maria Ausiliatrice - Grazie. - Per la conoscenza della divozione a Maria Ausiliatrice. - Azione Salesiana: Convegni Salesiani. - Riunioni, Commemorazioni di Don Bosco, Conferenze Salesiane. - Necrologio.

La nostra Ausiliatrice.

«Il mese di maggio - scrive il Ven. Don Bosco -- è il più delizioso e il più importante dell'anno; doveva quindi con ragione essere consacrato alla Madonna. In questo mese (sono sempre parole del Servo di Dio) la natura copre di erbe i prati, di fiori le piante, di germogli le vigne. In esso l'uomo si dà con speciale ardore a coltivare le campagne, che cominciano a fare nascere in lui la speranza d'abbondante raccolto. La quale speranza per altro è turbata dai pericoli ai quali vanno esposti i frutti delle sue fatiche, poichè una grandinata, un turbine, una siccità o un altro infortunio possono in un momento rovesciare tutte le sue speranze e cagionare la fame e la carestia a un paese, a una città e talvolta a una intera nazione. Perciò, oltre i bisogni spirituali, per cui a ogni momento dovremmo ricorrere a questa Madre di misericordia, vi è pure il bisogno temporale, cioè che Maria benedica e protegga le nostre case e i frutti delle nostre terre e ci difenda dagl'infortunii. -

Ascoltiamo Don Bosco. Egli c'invita a ricorrere con confidenza a Colei che, Regina del cielo, è per noi fonte di grazie.

Il 24 maggio è la grande giornata di Maria Ausiliatrice.

Il 24 maggio ci riconduce al Suo bel Santuario di Valdocco, che possiamo dire il Monumento della riconoscenza innalzato dal Ven. Don Bosco a Colei che fu la sua Ispiratrice e la sua Ausiliatrice.

Pellegrinare al Santuario dell'Ausiliatrice è per molti un dovere. I graziati, i numerosissimi fortunati, che da Maria Ausilia†rice hanno ricevuto, sovente per intercessione del Ven. Don Bosco, straordinari favori, non mancheranno di portare il loro riconoscente e affettuoso tributo di gratitudine alla loro Celeste Benefattrice.

I graziati! Quanti sono? Centinaia, migliaia, ogni anno. Quest'anno solo il nostro Bollettino, ch'è il libro d'oro dell'Ausiliatrice, ne ha elencati circa sei mila!

Sei mila graziati, i cui nomi stanno a testimoniare la potenza e la bontà della Madre del cielo. Sei mila anime conforta†e, consolate. Anime che hanno gustato la dolcezza dello sguardo benigno della Madre di Gesù, sempre pronta, come il suo Divin Figliuolo, a compiere i più grandi prodigi dell'amore. Anime che hanno pregato e confidato; anime che hanno pianto e sospirato; anime per cui si è pregato e pianto e non invano.

Ogni nome è un fiore: il fiore della riconoscenza.

Ogni nome è un cuore: cuori riboccanti di amore e di gratitudine.

Non possono, dunque, mancare i graziati nel giorno della Festa, nel giorno della riconoscenza alla loro Consolatrice.

Pellegrinare a Valdocco sarà sempre per tutti una grande soddisfazione, un vero conforto. Lo splendore del Tempio, la fede e l'entusiasmo dei devoti, l'imponenza delle sacre Funzioni, la solennissima processione, i canti, le musiche, la massa enorme di popolo che vi accorre e vi partecipa, tutto concorre a rendere la giornata piena, desiderabile, indimen†icabile.

Ogni anno così. A Valdocco si ritorna volentieri. Maria Ausiliatrice è un dolce e irresistibile richiamo.

A Valdocco si onora e si prega l'Ausiliatrice, che è la «Madonna di Don Bosco ».

La Madonna fu tutto per Don Bosco, perchè Don Bosco fu tutto per Lei.

Dalla culla alla tomba la Vergine Benedetta è presente sul cammino del povero fanciullo dei Becchi che sarà il suo grande apostolo. è presente col sorriso che consola, col conforto e coll'aiuto che anima, sorregge e incuora. Don Bosco fu tutto della Madonna. Sua madre, Mamma Margherita, l'aveva offerto a Lei fin dalla nascita. Don Bosco lo sapeva. L'aveva udito dalle sue labbra.

Confessa egli stesso, che il 30 ottobre del 1835, dovendo andare in seminario, sua madre lo chiamò a sè e gli disse queste memorande parole: «Quando sei venuto al mondo, ti ho consacrato alla Beata Vergine; quando hai cominciato i tuoi studi, ti ho raccomandato la divozione a questa Madre; ora ti raccomando di essere tutto suo. Ama i compagni devoti di Maria Santissima, e, se diverrai sacerdote, raccomanda e propaga sempre la divozione alla Madonna».

Queste sante parole di una madre caddero, come semenza d'oro, nel cuore così ben disposto e preparato del figliuolo: non mancò la grazia: non mancò la corrispondenza: vennero i frutti.

Ben pochi fanciulli amarono come il piccolo Bosco dei Becchi la Madonna. La pregava, la sentiva vicina. A nove anni la vide in sogno, strinse la sua mano, s'aggrappò al suo braccio, teso davanti a' suoi occhi smarriti e lagrimosi per segnargli il campo del suo lavoro, e non l'abbandonò più.

Bosco dei Becchi amava la Madonna e cercava di farla amare da' suoi compagni.

« Tutte le volte - dicono le Memorie - che Giovanni ritornava dalla casa paterna a Castelnuovo, dove era in pensione presso il sarto Roberto, per frequentare la scuola, soleva portare seco della frutta per farne parte ai compagni, che godevano moltissimo di quell'amabile generosità; ed egli prendeva da ciò motivo per parlare loro di religione e raccomandava calorosamente la divozione a Maria Santissima. Una speciale attrattiva aveva per lui la chiesa detta del Castello posta sul punto più culminante del colle, dove egli saliva ora solo, ora accompagnato dagli amici, per dare alla Vergine Benedetta il tributo della sua filiale devozione. - Così da fanciullo. Così da giovane studente.

La divozione alla Madonna, sua Ispiratrice, Guida e Ausiliatrice, fu sempre il suo bel sogno.

Sacerdote ne divenne fervente apostolo.

L'Opera di Don Bosco vuol essere un trionfo dell'Ausiliatrice; il culto dell'Ausiliatrice, così popolare, così famigliare, così diffuso e praticato, sarà sempre la prova più bella e più viva dell'amore riconoscente di Don Bosco a

Colei alla quale tu†to attribuiva, considerando se stesso il più debole, il più meschino strumento nelle sue mani.

« Sii tutto suo! «, gli aveva raccomandato la mamma. Non cadde invano il materno invito.

Don Bosco ha legato il suo nome alla Vergine Ausiliatrice così strettamente, da poterla chiamare la sua Madonna.

Nel nome di Lei gettò le fondamenta del suo grandioso edificio. Con l'aiuto di Lei lo portò a compimento.

Gl'innalzò un Tempio a Torino, che fu ed è un trono di gloria e una sorgente inesauribile di grazie.

Dopo il Santuario, volle per Lei un monumento vivente: una famiglia che ne portasse il dolcissimo nome, che ne cantasse le meraviglie in tutto il mondo: le Figlie di Maria Ausilia†rice.

La Madonna fu per Don Bosco luce, fiamma, scudo, difesa, consolatrice, Ausiliatrice.

E per Don Bosco la Madonna fu e sarà sempre anche la nostra Ausiliatrice.

Novena e Solennità in onore di Maria SS. Ausiliatrice nella Basilica-Santuario di Torino.

DOMENICA, 15 MAGGIO. - Messe lette dalle 4,30 alle ore 11,30. - Ore 6,3o: Messa della Sezione Artigiani. - Ore 7,15: Messa della Sezione Studenti. - Ore 8: Pellegrinaggio degli Oratori Festivi e Circoli Giovanili Salesiani al Santuario. - Ore 9,30: Messa solenne. - Ore 15,3o: Adorazione predicata per le Figlie di Maria e le giovani Oratoriane delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Ore 17: Vespri, Predica e Benedizione solenne.

MARTEDÌ, 17. - Anniversario della Pontificia Incoronazione di Maria Santissima Ausiliatrice. - Particolare indulgenza plenaria a chi visita il Santuario dai primi vespri del giorno 16 alla sera del 17. - Ore 7,15: Messa di un Eccellentissimo Vescovo. - Ore 9: Messa solenne.

DOMENICA, 22. - Corte di Maria. - Ore 6,30 e 7,30: Messe della Comunione generale. -. Ore 9,30: Messa solenne. - Ore 17: Vespri, Predica e Benedizione solenne.

LUNEDÌ, 23. - Vigilia della Solennità. - Ore 7,3o: Messa di un Eccellentissimo Vescovo. - Ore 17: Primi Vespri Pontificali, Discorso e Benedizione Pontificale. - Ore 19.45 solita funzione della novena. - A notte: illuminazione elettrica della Basilica, Concerto e Canti corali.

NB. - II Santuario rimane aperto per la Veglia Santa. - Ore 22,15: Esposizione del SS. Sacramento. Ora di adorazione predicata e benedizione solenne. - Ore 23,30: Visita ai sette altari. - Ore 24: Magnificat, supplica a Maria SS. Ausiliatrice, Rosario.

MARTEDi, 24 MAGGIO. -- SOLENNITÀ DI MARIA SS. AUSILIATRICE. - Messe dalle 0,30 alle 13. - Ore 6,70: Messa del Rev.mo Don Rinaldi, Rettor Maggiore dei Salesiani. - Ore 7,15: Messa di S. Em. il Card. Giuseppe Gamba, Arcivescovo di Torino. - Ore 10: Messa Pontificale, Panegirico detto dal Rev. Padre TERENZIO DA CENTO, Cappuccino. Ore 16: Rosario, Discorso del Rev. Don LUIGI ROLANDO e Benedizione Pontificale. - Ore 18,30: Secondi Vespri Pontificali, Processione con l'intervento di Sua Eminenza il Cardinale e di altri Eccellentissimi Vescovi, Benedizione col SS. Sacramento impartita dall'Em. Card. Arcivescovo. - Illuminazione e Concerto.

GIOVEDÌ, 26 MAGGIO. - Ascensione di N. S. Gesù Cristo. - Come il giorno 22,

DOMENICA, 29. - Chiusura delle Feste Titolari. -- Ore 7,15: Messa celebrata da un Eccellentissimo Vescovo. - Ore io: Messa solenne con assistenza pontificale. -- Ore 16,3o: Vespri solenni, Conferenza Salesiana, Te Deum e Benedizione pontificale.

PROGRAMMA MUSICALE.

23 MAGGIO: - Don PAGELLA: Ecce Sacerdos, a 4 voci. - Cav. DOGLIANI: Salmi. - Card. CAGLIERO: Inno, a 4 VOCI. -. PAGELLA: Magnificat, a 4 VOCI. - PAGELLA: Antifona O Maria Virgo Potens, a 4 voci. - GOLLER: Tantum Ergo, a 4 voci.

24 MAGGIO. MATTINO: PAGELLA: Sacerdos et Pontifex, a 4 VOCI. - MITTERER: Missa Solemnis in laudem Sanctissimi Salvatoris, a 4 voci. - PAGELLA: Grande Antifona: O Maria Virgo Potens. SERA: PAGELLA: Ecce Sacerdos. - DOGLIANI: Vespri Solenni. - Card. CAGLIERO: Inno Saepe dum Christi.   PAGELLA: Magnificat -- DOGLIANI: Ut omnes errantes... = Tantum Ergo solenne, a 4 voci.

IL QUADRO DI MARIA AUSILIATRICE nel suo Santuario di Valdocco.

"Saepe dum Christi".

È l'inno dei primi vespri della festa di Maria SS. Ausiliatrice. Esso celebra e commenta il trionfale ritorno di Pio VII a Roma così:

Spesse volte, allorchè il popolo cristiano era stretto dalle armi spietate di nemico terribile, pietosa venne a lui in aiuto la Vergine, scesa repente dalle serenità dei cieli.

Così dicono gli antichi monumenti dei nostri antenati; così con ricche spoglie attestano i templi; così le feste solenni, ripetute per sacra promessa ogni anno.

Ora ne sia lecito render grazie a Maria colle note festive di un cantico novello per i nuovi favori, fra il plauso eccheggiante di Roma e del mondo!

O giorno avventurato, fra i festivi memorando, in cui la Sede di Pietro, dopo cinque anni di angoscia, accolse di ritorno, per beata ventura, il Maestro della Fede!

Illibate donzelle, ingenui fanciulli, il Clero esultante e il popolo, gareggino con cuor grato nel celebrare il gran favore concesso dalla Regina del cielo!

O Vergine delle Vergini, benedetta Madre di Gesù, accresci questa grazia insigne: fa', te ne preghiamo, che il Pastore pio possa guidare il Gregge ai pascoli dell'eterna salvezza.

O Trinità, degna del sommo onore, che possiamo venerarti negli anni eterni! che ogni mente ti renda l'ossequio della fede ed ogni lingua quello degli inni armoniosi! Amen.

« Il più glorioso monumento della chiesa di Maria Ausiliatrice - così Don Bosco - è l'ancona, ossia il gran dipinto che sovrasta all'Altare Maggiore. Esso è opera del Lorenzone, la cui valentia, massime in opere di soggetto religioso, non abbisogna di parole per essere conosciuta.

L'altezza del quadro è di oltre sette metri per quattro. Si presenta allo sguardo come una comparsa di Maria Ausiliatrice nel modo seguente:

« Maria SS. vi campeggia in un mare di luce e di maestà sopra di un trono di nubi e coronata di stelle, nonchè del diadema con cui è proclamata Regina del cielo e della terra. Una schiera di angeli, facendo corona, Le porgono ossequio come a loro Regina. Colla destra Ella tiene lo scettro, simbolo della sua potenza, quasi alludendo alle parole da Lei proferite nel Santo Vangelo: Fecit mihi magna qui potens est. Colui che è potente fece a me cose grandi. Colla sinistra tiene il Bambino che ha le braccia aperte, offerendo così le sue grazie e la sua misericordia a chi fa ricorso all'Augusta sua Genitrice.

Nell'alto del quadro sono rappresentati Iddio Padre e lo Spirito Santo. Da essi piovono raggi di luce tutt'intorno a Maria SS.

« Più in basso sono i Santi Apostoli e gli Evangelisti San Luca, San Marco in figura alquanto maggiore del naturale. Essi, trasportati da dolce estasi, rimirano attoniti la Santa Vergine che loro appare maestosa sopra le nubi. Finalmente, in fondo del dipinto, vi è la città di Torino con varii divoti che ringraziano la Santa Vergine dei benefizi ricevuti, e la supplicano a continuare a mostrarsi Madre di misericordia nei più gravi pericoli della presente vita.

Verso la Beatificazione del Ven. Don Bosco.

La parola di S. Em. il Card. Giuseppe Gamba, Arcivescovo di Torino (Da Rivista Diocesana di Torino. = Marzo 1927)

Don Bosco è gloria nostra.

La proclamazione ufficiale dell'eroismo delle virtù del nostro Servo di Dio D. Bosco è tale un avvenimento, che riempie di gioia non solo la nostra Archidiocesi, ma tutto il Piemonte, e vorrei dire anche il mondo cattolico, avendo oramai l'opera di Don Bosco varcato gli Oceani ed esteso a tutto il mondo la sua benefica influenza. Lo stesso fatto ancora riveste una importanza grandissima, perchè ci annunzia prossima la beatificazione di questo grande Apostolo della gioventù, che oltre all'essere una delle più belle glorie di Torino, ha portato dovunque un soffio di novella vita cristiana, specialmente in una moltitudine di giovani, di tutte le classi, i quali ci fanno sperare un avvenire migliore per la stessa società, malgrado gli sforzi delle sètte e delle potestà delle tenebre per rovinarli.

Ho detto che il Decreto sull'eroismo delle virtù di D. Bosco segna prossima la sua Beatificazione, giacchè con esso finisce l'opera dell'uomo e incomincia l'opera di Dio. Infatti tutto quello che potevano e dovevano fare al riguardo gli uomini, esaminare cioè la vita, le opere del Servo di Dio, sentire le testimonianze e vagliare ogni cosa in confronto dei divini precetti e degli insegnamenti della Chiesa, è compiuto. Anzi tutto fu già sottoposto al rigoroso esame della Suprema Autorità della Chiesa, e questa con quella serenità, oggettività e severità di giudizio che la guida in ogni cosa, ha riconosciuto che la vita del Servo di Dio si è condotta in piena conformità di tutte le leggi divine ed umane non solo, ma ha raggiunto nell'adempimento dei proprii doveri la perfezione che è propria delle anime straordinarie, ripiene dello Spirito di Dio.

Sicchè al presente, perchè il Ven. Don Bosco possa solennemente proclamarsi Beato, ossia degno degli onori degli altari e venerarsi come santo, non occorre che una sanzione dall'Alto, vale a dire che Dio operi miracoli per intercessione dello stesso Servo di Dio, e suggelli così con una prova divina infallibile il giudizio degli uomini o meglio della Chiesa.

E siccome già furono sottoposti al rigoroso esame della Chiesa fatti straordinarii, creduti miracoli, appena questi saranno riconosciuti come tali secondo la procedura canonica, ecco che il Romano Pontefice dirà l'ultima parola e fisserà il tempo e il modo della Beatificazione.

Questa certo è vivamente desiderata dalla grande famiglia Salesiana, che del Gran Servo di Dio ha ereditato lo spirito, ma è desiderata non meno dal Piemonte, dall'Italia, e sopratutto da Torino, che fu il campo precipuo, ove Don Bosco svolse la sua vita, ideò e iniziò le opere meravigliose che ora stupiscono gli abitanti dell'uno e dell'altro emisfero, e dove specialmente esercitò quelle virtù, che oggi ottennero il maggiore elogio dal labbro stesso del Vicario di Gesù Cristo e che presto ci saranno additate come specchio in cui dovremo tutti fissarci, per imparare come dobbiamo farci santi ancor noi.

Del nostro Servo di Dio io non tenterò qui l'elogio, perchè nessuna sintesi potrebbe essere più eloquente del Decreto stesso e del magnifico discorso pronunciato dal Santo Padre. Tuttavia mi è caro esprimere una sincera parola di compiacimento per l'esaltazione che si prepara di questo nostro grande Sacerdote e che commuoverà tutto il mondo.

Don Bosco è gloria nostra, che unito al nome del Beato Cottolengo, eroe di carità, ed a quello del Beato Cafasso, grande modello dei sacerdoti, forma una triade gloriosa, quale forse nessun'altra Diocesi al mondo può vantare nella sua storia recente. Ammirabile figura di apostolo, che molti di noi abbiamo pure avuto la fortuna di conoscere, e di cui conserviamo nel cuore fatti, esempi, insegnamenti indelebili.

Vissuto egli in un periodo storico dei più difficili, periodo di lotte, di guerre, di torbidi avvenimenti, di cui furono teatro la nostra Torino e il Piemonte tutto, noi possiamo forse meglio di altri apprezzare la sua costante dirittura morale e l'illibata dignità della sua coscienza, che non mai si lasciò travolgere nè piegare. Sorretto da una altissima virtù interna, che è l'essenza della santità cristiana, egli passò come un trionfatore, grandeggiando al di sopra di tutte le figure di politici e di grandi, che pure sembravano immortalarsi attraverso le vicende di quell'èra burrascosa.

Ben venga dunque, e presto, desideratissima, la glorificazione di Don Bosco! Noi sopratutto vorremo imparare da lui, e lo pregheremo che ci ottenga da Dio quello che fu come la sua caratteristica, così rispondente alla necessità dei nostri tempi, voglio dire, l'amore, la cura, l'interessamento per la gioventù. È gran fortuna per noi, carissimi Parroci e Sacerdoti, in quest'opera così necessaria e urgente, in questa parte così rilevante del sacro nostro ministero, poterci appoggiare all'esempio di un nostro concittadino, impareggiabile Apostolo della gioventù, nella cui educazione portò una vera santa rivoluzione.

Non ve l'avrete certamente a male se, come in pressochè tutte le altre occasioni, casi anche in questa, io conchiuda con una nuova e, se volete, più incalzante esortazione, sempre à favore dei giovani. Mi è tanto dolce insistere su questo argomento nel nome di Don Bosco. Prossimamente, da tutto il mondo guardandosi a Torino, oh! si possa ammirare nella nostra Archidiocesi una nuova fioritura, un nuovo fervore di opere religiose giovanili! Vorremo noi contentarci di salvare soltanto quei pochi adulti che ci sono fedeli ?... Non vorremo comprendere che, se non salviamo la gioventù, tutto va perduto ?.

Don Bosco riviva in noi tutti colla santità del suo spirito, col suo zelo esemplarissimo, colla magnifica sua attività e ardente carità!

Pio X e la Pia Società Salesiana.

Ci piace raccomandare più vivamente che mai la Pia Società Salesiana ad ogni cristiano e ad ogni diocesi, città e parrocchia, affinchè tutti vogliano nutrire verso di lei affetto e favore sempre crescente, per questa ragione sopratutto che una siffatta Società è tutta nell'istruire cristianamente la gioventù con mirabile vantaggio dell'umano consorzio ».

La S. Congregazione dei Riti.

Martedì, 22 marzo 1927, nel Palazzo

Apostolico Vaticano, si è tenuta la Congregazione dei Sacri Riti Particolare, nella quale gli Em.mi Signori Cardinali, nonchè i Rev.mi Prelati Officiali componenti la medesima, hanno discusso e dato il loro voto:

Intorno alla validità dei Processi Apostolici costruiti sopra i miracoli per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Ven. Servo di Dio Giovanni Bosco, Sacerdote Fondatore della Pia Società di S. Francesco di Sales e dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Intorno al culto, in ossequio ai Decreti di Urbano VIII, non mai prestato al Servo di Dio Andrea Beltrami, Sacerdote della Pia Società di S. Francesco di Sales.

La Messa d'Oro del Cardinal Gasparri.

Sua Eminenza Rev.ma Pietro Gasparri, Segretario di Stato di Sua Santità e nostro amatissimo Cardinale Protettore, ha celebrato la sua MESSA D'ORO.

La fausta ricorrenza ci trova uniti con tutti i nostri lettori nel tributare al Venerando Porporato e nostro grande Benefattore i più devoti omaggi di affetto e di riconoscenza, nel formulare i più cordiali voti e auguri per la sua preziosa e benedetta esistenza, nell'innalzare a Dio le più fervide preghiere, perchè le sue nobilissime fatiche, per la Santa Sede Apostolica e per il Sommo Pontefice sostenute con tanta luce d'intelletto, con saldo cuore e grande amore, possano attuare i suoi desiderii, tutte le sue aspirazioni a gloria di Dio e a trionfo della Chiesa.

Interprete dei sentimenti e voti di tutta la Famiglia Salesiana il nostro Superiore Generale D. Filippo Rinaldi di presenza in Roma ha umiliato i generali e devoti omaggi di profonda devozione all'Eminentissimo Porporato, il quale con espressioni di vivo compiacimen†o ha manifestato tutta la sua gioia per la dimostrazione affettuosa dei Figli di Don Bosco fattagli a mezzo del degno Successore del Ven. Fondatore.

In memoria d'un educatore

(Don Francesco Cerruti).

Il Santo Padre, nel tessere le lodi al Ven. Don Bosco, notò con particolare compiacenza la parte che il degno educatore ebbe nell'amare e nel promuovere la cultura.

E veramente Don Bosco può e deve essere messo nel novero dei Precursori, come in molti altri campi, così e specialmente, anche in questo. In un tempo in cui le scuole in Italia davano i primi passi, egli provvide con diverse iniziative culturali a bisogni che allora erano impellenti. Ma, come ogni grande iniziatore, Don Bosco ebbe il dono di saper conoscere e scegliere gli uomini, perchè diventassero intelligenti organi delle sue ardite imprese. E come si formò e scelse in Don Rua il continuatore nella formazione e diffusione dell'organismo intero, così scelse in Don Francesco Cerruti un ottimo strumento per le sue imprese culturali.

***

Nello scorso marzo, ai 27, ricorse il decimo anniversario della morte che colpì questo indefesso lavoratore, in quell'Alassio dove egli aveva fondato un collegio che ebbe e ha tradizioni gloriosissime.

* *

Vissuto ai fianchi di Don Bosco, fin da quando era ragazzetto undicenne, ebbe modo di conoscere non solo il pensiero del Padre, ma anche di assorbirne quella calma e tenacissima praticità con cui vanno attuati i vasti disegni riformatori. E non solo studiò il pensiero pedagogico di Don Bosco, ma ebbe dallo stesso Fondatore l'incarico ufficiale di rappresentarlo in quel campo speciale. Egli fu quindi l'esecutore autorizzato del programma culturale a cui il Santo Padre diede così grande rilievo nel discorso citato. E il programma culturale, ora, non solo ci appare vasto nelle sue proporzioni, ma si colora anche della luce gloriosa di profetico.

È, ora, universale convinzione che le scuole veramente formative sono quelle che pongono a base di tutto lo studio della lingua latina, appunto perchè questa lingua possiede certe virtù uniche che dànno una quadratura unica alle menti dei giovanetti.

Orbene, Don Bosco così pensava più di mezzo secolo fa, e Don Cerruti continuò l'indirizzo, con il favorire le scuole ginnasiali e con il resistere (è la parola) all'andazzo di cambiare i ginnasi in scuole †ecniche. Se ora egli vedesse il latino introdotto anche in quelle scuole, se ne rallegrerebbe come d'una vittoria di Don Bosco e come d'un onore per la Chiesa che usa per sua lingua il latino.

Ora viene salutata come una vittoria della giustizia e del buon senso l'introduzione degli autori latini cris†iani nelle scuole Medie. Era davvero deplorevole che i giovani studenti imparassero le non sempre belle e buone lettere pagane e ignorassero il pensiero d'un S. Agostino, o d'un S. Ambrogio...

Orbene, Don Cerruti tenne sempre come sacra la tradizione di Don Bosco che prescrive un'ora settimanale in tutte le classi del ginnasio, dedicata a uno scrittore cristiano. Ciò è tanto vero che, quando la recente riforma venne applicata, le uniche edizioni di S. Ambrogio e di altri, in tutta Italia, furono quelle volute e fatte usare da Don Cerruti e riprodotte da quella Società Editrice Internazionale che, succedendo alla Editrice Salesiana, rappresenta con le sue sei filiali il successo massimo finora ottenuto, nel campo del libro cristiano, in Italia.

Ancòra. E da tutti riconosciuto che al fanciullo si deve massima riverenza, e che non è lecito mettergli in mano libri pericolosi per la fede o per i costumi. Di qui la necessità di curare edizioni di autori classici per i giovani, in modo che la loro innocenza non ne riceva danno. Don Bosco iniziò e Don Cerruti sostenne la triplice collana: autori greci, autori latini, autori italiani, per le scuole. Quelle tre collane, per molti anni furono le uniche a cui i collegi e seminari potevano rivolgersi con piena sicurezza. Si rise un tempo delle edizioni salesiane, che, si diceva, significano edizioni purgate. Orbene, è dell'altro anno una circolare del Ministro Fedele in cui non solo non si biasimano le edizioni purgate dei classici, ma si fa espresso comando che vengano usate, con minaccia di punizione agli insegnanti trasgressori.

Da ultimo fu merito di Don Cerruti l'aver divulgato con scritti, piccoli di mole ma densa di pensiero, le idee centrali e basilari del metodo pedagogico salesiano. Egli ogni anno preparava i programmi scolastici che erano pratiche guide agli insegnanti; favorì e sostenne un periodico Gymnasium che i Salesiani pubblicarono per molti anni a Roma e che fu prezioso sostegno e aiuto per moltissimi insegnanti, anche pubblici. Sempre con lo scopo di favorire la cultura classica e cristiana Don Cerruti provvide affinchè numerosi Salesiani conseguissero i titoli presso le Regie Università e altri più numerosi ancora conseguissero la licenza liceale (l'attuale maturità) e la patente magistrale presso due scuole che egli fece pareggiare in Valsalice, ed a Frascati.

Altrettanto fece per le Suore di Maria Ausiliatrice con tre pareggiamenti, a Nizza Monferrato, a Bordighera, ad Alì Marina.

Molti di questi insegnanti patentati furono poi mandati nelle scuole italiane all'estero, specialmente dell'Oriente.

Per tutti questi motivi e per altri che si potrebbero citare, la memoria di Don Francesco Cerruti è degna di ogni plauso riconoscente. Egli fu, in mano di Don Bosco, un precursore, cioè un vero educatore cristiano e italiano.

Il Successore del Ven. Don Bosco in Udienza dal Santo Padre.

Il Veneratissimo Sig. Don Rinaldi il 2 aprile veniva ammesso in udienza particolare dal Santo Padre Pio XI.

L'interessante colloquio - di cui daremo i particolari nel prossimo numero - fu tutto improntato a tanta affabilità e a così cordiale confidenza da parte del Santo Padre, che il Sig. Don Rinaldi ne restò vivamente commosso.

Intanto annunziamo che Sua Santità ha impartito con tutta l'effusione del suo gran cuore, una speciale benedizione apostolica ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, agli allievi, agli ex-allievi, alle ex-allieve, a tutti i Cooperatori e a tutte le Cooperatrici Salesiane, rallegrandosi del bene che, seguendo gli esempi e lo spirito del Venerabile Fondatore, compiono con la carità e col loro zelo a favore di tante anime.

LA VITA DELLE NOSTRE MISSIONI

RIO NEGRO (Brasile) (Ved. Bollettino di Aprile)

(Relazione del Missionario Salesiano Don Antonio Giaccone).

Spirito religioso. - Episodi commoventi.

Gli Indi di queste regioni sono indifferenti e freddi per le cose di religione; non hanno pratiche, nè cerimonie speciali; ma i ragazzi, specialmente i più piccoli, imparano presto a pregare e sentono fortemente il benefico influsso della religione.

Ecco alcuni episodi.

Nel dicembre ultimo scorso abbiamo ricoverato un orfanello, indio tariano, di circa 10 anni, affetto da un male così grave in una gamba, che non poteva far neppure un passo. Rimaneva sempre nell'amaca, e i compagni stessi gli recavano l'alimento necessario. Orbene, una sera, durante la recita del santo Rosario, uscii di chiesa, e non avendo tra mano il lume, inciampai in qualche cosa che sembrava un sacco di riso, con rischio di stramazzare a terra. Qual non fu la mia sorpresa, quando mi accorsi di aver urtato nel piccolo ammalato.

- Cosa fai qui? -- gli chiesi.

- Vado a vedere Dio - rispose con tutta schiettezza.

Il poveretto era giunto alla porta della chiesa, trascinandosi con l'aiuto delle mani, perchè la gamba non gli permetteva neppure di stare in piedi. Lo presi in braccio e lo portai in chiesa. A cagione dell'oscurità non potei osservare gli atti di meraviglia e le dimostrazioni di allegria che certamente fece, vedendosi soddisfatto nei suoi desideri. Ma intanto, pensai fra me: - Chi avrà parlato di Dio a questo indietto ? Chi gli avrà messo in capo che qui c'è Dio, se nelle maloche non si sa nulla, nè si parla di cose di religione? - Fatte le indagini, seppi che un altro bambino gli aveva detto ciò che vi era in chiesa e che cosa si faceva tutte le sere; ed egli, benchè ammalato, non aveva saputo resistere e vi si era recato come aveva potuto.

Per soddisfarlo, ogni giorno, quando si doveva andare in chiesa, due compagni lo prendevano e lo portavano; poi gli si fecero le stampelle che usò due mesi, vale a dire finchè non fu perfettamente guarito. L'orfanello fu battezzato il giorno di Pasqua; fece la prima Comunione alla festa di Maria Ausiliatrice, ed ora sa già servire la Santa Messa.

Pensi, sig. Don Rinaldi, tutto questo progresso dopo soli sette mesi di permanenza nella missione...

Per la novena di Maria Ausiliatrice preparai nel dormitorio un altarino a insaputa di tutti. Alla sera, prima che vi entrassero i giovani, mandai ad accendere le due candele. Quando i ragazzi giunsero, rimasero tutti a bocca aperta, non per la bellezza artistica dell'altare, che era povero, ma perchè potevano contemplare le dolci sembianze della nostra Ausiliatrice. Un ragazzetto piratapuya, appena vide l'altarino, si voltò, e sorridendo mi diede un forte abbraccio. Era la manifestazione della sua gioia. Inutile dire che pregarono e cantarono con tanta divozione che parevano novizi.

Un altro indietto tucano, tutti i giorni della novena, senza che glielo dicessero, andava in cerca di fiori per ornare l'altarino, ed aspettava a consegnarli alla sera, quando si terminava l'orazione e il canto. Era un piccolo ossequio che presentava alla Madonna prima d'andare a dormire.

La Divina Provvidenza, ascoltando le preghiere dei nostri indi, ci ha anche concesso delle grazie speciali e ha fatto dei prodigi.

Durante la straordinaria secca del fiume, per cui per quattro mesi non arrivò più nulla da Manaos, e lo spettro della fame ci si parò innanzi nella più cruda realtà, attribuiamo alle fervide ed innocenti pre ghiere dei nostri piccoli, l'aver superato quel periodo così terribile senza gravi conseguenze. Quante volte v'era alimento per un giorno e poi più nulla!... I bambini pregavano la Madonna, facevano visite in chiesa a gruppi di sei o sette, e l'alimento arrivava.

Una mattina si era già messa la pentola al fuoco e non vi era nè un pesce nè un poco di carne. (E molto appetitosa per gli indi la minestra di pesce). Ebbene, alle nove arriva un indio con un enorme tapiro che ci fornì carne abbondante e buona per otto giorni. Chi lo inviava? La Provvidenza.

Gli stessi estrattori di gomma, tanto Colombiani, come Brasiliani, che scendevano al Basso Rio Negro in cerca di alimenti, passando alla nostra missione si meravigliavano di vedervi 5o ragazzi e domandavano come potevamo andare avanti, quando essi con danaro, mercanzie e migliaia di chilogrammi di gomma, soffrivano la fame. La risposta era sempre la stessa: - La Provvidenza ascolta le preghiere dei nostri indietti e finora non ci lasciò mancare nè farina di mandioca, nè pesce, nè carne di selvaggina.

Un giorno arrivò un Colombiano, impiegato d'una grande società di estrattori di gomma, il quale dopo di avermi salutato, mi disse secco, secco: - Padre, faccia il piacere di vendermi o d'imprestarmi tre cesti di farina di mandioca, perchè tanto io, come il personale addetto alla guardia moriamo di fame. Ho girato in molte maloche per cercar farina e non la trovai; ed allora pensai di scendere sino a Taraquà, colla speranza che lei, Padre, mi soccorrerà.

- Mi rincresce moltissimo, e sento pena di non poter soccorrer Lei e i suoi compagni, perchè noi pure siamo nelle medesime condizioni: c'è ancora farina per due giorni e poi... Se la Divina Provvidenza non ci viene in soccorso, non so come andremo avanti.

- Allora, Padre, - mi rispose mandi i ragazzi alle loro maloche.

- Mandarli alle loro maloche e chiudere la Missione? Ah! questo non sarà mai. Piuttosto lascieremo la scuola e i lavori, e andremo parte a caccia, parte alla pesca, parte in cerca di frutta e di formiche. Noi speriamo che la Provvidenza non ci lascierà morire di fame... -

In quel momento i ragazzi uscivano dal refettorio ed andavano a lavare i piatti nel fiume.

- Bambini, - raccomandai loro - oggi pregate con fervore San Giuseppe che ci mandi presto della farina.

- Sì, sì, Padre, - risposero in coro. Il Colombiano fece una smorfia alla mia raccomandazione. Poi soggiunse: - Non ritornerò senza alimenti; aspetterò qui; se arriva farina per lei, arriverà anche per me...

- Faccia come vuole: ma, come vede, non posso soddisfarla - gli risposi risoluto.

I ragazzi fecero la loro preghiera forte e in comune (noto di passaggio che vanno sempre soli in chiesa, e uno di loro guida l'orazione) e quel giorno cantarono anche una lode.

Dopo un'ora circa i ragazzi corrono da me, gridando: - Pai, pai, San Giuseppe mandò farina; venga, venga al porto. -

Difatti erano arrivate due canoe di indi Desana, provenienti dall'alto Tiquié, navigando sette giorni per portarci 14 paneiros (cesti) di farina e ricevere in cambio stoffa per coprirsi.

Alle grida di gioia dei ragazzi era accorso anche il Colombiano.

- Ecco - gli dissi: - la Provvidenza, - o, come dicono i nostri indietti, San Giuseppe, mandò farina. Adesso sono lieto di poterla soccorrere; prenda i tre paneiros di cui abbisogna; ringrazi Dio che ci mandò il necessario alimento.

- Grazie infinite, Padre, me ne parto veramente commosso, perchè ho toccato con mano che Dio ascolta le preghiere di questi poveri indi, ed ora comprendo come lei possa andare avanti in simili strettezze.

Servizio all'affare. - Chierichetti modelli.

Che Le dirò, amatissimo Padre, dei loro contegno e della loro serietà nel servizio dell'altare? Sopra 65 sono già 25 che sanno servire la S. Messa; tutti poi sono desiderosissimi di fare da ceriferi alla benedizione. Quale consolazione proviamo, poi, nel vedere alle volte selvaggetti di otto o nove anni, arrivare alla missione, spaventarsi al primo incontro col missionario, e poi, dopo appena due mesi, vestiti di sottana e rocchetto ser vire all'altare come tanti angioletti. Il loro contegno, la loro divozione è degna di ogni encomio. Noi stessi ci meravigliamo di vedere tanto progresso in questi figli della foresta, e vorremmo che i nostri amati superiori e generosi benefattori li vedessero per farsi un'idea più chiara del lavorio della grazia in questi teneri cuori.

Una domenica una bambina portò alla chiesa una scimmietta. Durante la funzione la scimmia se la svignò, cominciando a girare intorno all'altare e alla balaustra, finchè, infilata la porta, se ne scappò fuori. Ebbene, se tutti gli indi facevano sforzi per trattenere le risa, e qualcuno non seppe contenersi, i ragazzi che servivano all'altare rimasero raccolti e gravi, tanto erano compresi dell'atto solenne che compivano. Basterebbe solo questo ta†to per dimostrare la loro serietà.

Una india piratapuya venne a trovare il figlio due mesi dopo che ce lo aveva consegnato. Rimase contentissima, vedendolo ben vestito e in buona salute. Ma la sera, alla benedizione, quando vide il suo figliuolo, proprio lui, vestito da chierichetto, con la candela in mano, accompagnare il sacerdote all'altare con modes†ia e devozione, la povera india pareva fuori di sè per la gioia.

- Jee magke pai (mio figlia padre!) - esclamava, e cominciò a mandare baci, ora al figlio, ora alle statue del Sacro Cuore e di Maria Ausiliatrice. Prendeva in braccio la figliuoletta, le indicava il fratello, con mille segni di allegria e di stupore e godeva, godeva come davanti ad una visione.

I genitori, quando vedono i loro figli servire all'altare, si mostrano contenti, e sono orgogliosi che i loro figliuoli accompagnino il P. Direttore nelle sue escursioni apostoliche.

Frequenza ai SS. Sacramenti.

Per la festa del S. Natale del 1925 si prepararono le prime Comunioni, così per Pasqua e Maria Ausiliatrice; ed ora posso già darle la consolante notizia, che da gennaio al fine di agosto, si sono distribuite 3.138 Sante Comunioni.

Come vede, armatissimo Padre, i nostri piccoli indi si comunicano quasi giornalmente; ed è per questo che Gesù trionfa in questi cuori selvaggi e speriamo che più tardi ci prepari anche qualche vocazione. Vari bambini mi dissero che non vogliono più ritornare alla maloca, e, invitati dai parenti, risposero secco di no, perchè nella missione stanno meglio.

Uno di loro a chi gli domandava fino a quando restava col missionario, rispose: - fino al cimitero! sino alla morte! -

Ecco i frutti raccolti durante quest'anno e le bellissime speranze che ci fanno concepire i nostri giovani. Il campo è vergine: qui non entrò il paganesimo con le sue soperchierie e superstizioni le più degradanti, nè il protestantesimo con le sue promesse di danaro ed aiuti materiali. Sono selvaggi allo stato primitivo.

La grazia di Dio e il nostro sistema otterranno frutti abbondantissimi; ma occorrono missionari e missionarie. Abbiamo bisogno di buoni coadiutori, per attendere ai lavori materiali, affinchè noi sacerdoti possiamo occuparci più liberamente dell'istruzione religiosa. Ah! se avessimo mezzi e personale, potremmo ricoverare ed istruire solo qui in Taracuà più di 50 indietti, senza gli altri centri di missione dove ci aspettano a braccia aperte, per consegnarci i loro figli.

Conosciamo i sacrifizi che fanno i nostri Superiori per questa difficile missione, e vediamo le straordinarie difficoltà con cui deve lottare il nostro attivissimo Prelato Apostolico.

Eppure, quando vediamo tanta buona volontà da parte degli indi, pronti ad alzare cappelle e case, purchè il missionario vada fra loro; quando osserviamo i 65 indietti, docili, obbedienti e divoti, mentre tantissimi altri vivono ancora nello stato selvaggio in centinaia di maloche, senza che si possa vestirli corporalmente e spiritualmente, e che sarebbero presto figli della Chiesa, se ci fossero operai evangelici, creda, amatissimo Padre, che noi vorremmo dire a tutte le anime buone che sentono un poco d'entusiasmo per le missioni:

« Pregate il Padrone della messe che ci mandi presto degli operai in aiuto, pregatelo che ci dia forza e coraggio per continuare nella evangelizzazione di questi poveri selvaggi ».

Benedica, amatissimo Padre, questi suoi figli sperduti in queste impenetrabili foreste, e in particolare chi, baciandole la mano, è felice di potersi dichiarare in Corde Jesu

Aff.mo ed obl.mo figlio

Sac. ANTONIO M. GIACONE.

Torbidi in Matto Grosso. I danni sofferti dalle Missioni Salesiane superano L. 800.000.

I giornali di Rio de Janeiro pubblicarono il 12 febbraio p. p. la lettera seguente inviata dal Rev.mo D. Ermenegildo Carrà, Ispettore delle Missioni Salesiane del Matto Grosso, al Presidente della Repubblica del Brasile.

« Il Sottoscritto, Ispettore delle Missioni Salesiane del Matto Grosso, pieno di fiducia negli elevati sentimenti di V. Ecc.za, chiede venia per esporre quanto segue. In primo luogo sente il dovere di ringraziare V. Ecc.za per la generosa sollecitudine con la quale si degnò di portar conforto a' Missionari Salesiani, promettendo loro il suo aiuto in quest'ora così grave.

Per far meglio conoscere la penosa situazione delle nostre Missioni, invio a V. Ecc.za due telegrammi arrivatimi ora da quelle distanti colonie. Da essi risulta che i ribelli della « Colonna Prestes », dopo aver saccheggiata la « Colonia del S. Cuore », causando danni pel totale di L. 170.000, invasero anche la Colonia del Sangradouro, dove avvenne lo scontro con le forze legali.

I Missionari, le Suore missionarie e i selvaggi dovettero fuggire per salvarsi. I ribelli, dopo aver vinto e messo in fuga la forza governativa molto inferiore in numero, devastarono la Colonia Salesiana in modo orribile, causando danni superiori a L. 6oo.ooo.

Un colpo così terribile significa la rovina dell'opera civilizzatrice delle Missioni Salesiane, se non si otterranno i mezzi per soccorrerle prontamente.

E per questo che presento a V. Ecc.za ardente supplica affinchè si degni salvare quei due importanti nuclei coloniali. I Missionari, le Suore missionarie, i poveri selvaggi mettono la loro fiducia e speranza nel cuore magnanimo di V. Ecc.za su cui implorano le migliori benedizioni del Cielo.

Rio de Janeiro, 4 gennaio 1927.

Sac. ERMENEGILDO CARRÀ

Ispettore delle Missioni Salesiane di Matto Grosso.

CONGO BELGA

Da una lettera della missionaria Suor Matilde Meukeus, Figlia di Maria Ausiliatrice, al Rev.mo Don Rinaldi.

Sakania, 25 settembre 1926. Veneratissimo Padre,

Per la prima volta abbiamo avuto la fortuna di fare i nostri Esercizi Spirituali qui a Sakania, predicati da Mons. Sak e dal Rev. Padre Schillinger. Su l'esempio di questi zelanti missionari, noi desideriamo di lavorare con tutte le nostre forze per condurre anime a salvamento.

Quante povere creature sono ancora immerse nel paganesimo e non conoscono ancora il buon Dio! Quanta ignoranza in questi poveri negri! Ogni giorno ne abbiamo nuove prove e ne facciamo l'esperienza. Per questo s'accresce sempre di più in noi il desiderio grande d'aiutare questi infelici pagani a divenire, a poco a poco, ferventi cristiani. Certamente ci vorrà del tempo prima ch'essi abbiano compreso come si conviene tutte le bellezze e le consolazioni che si trovano nella nostra santa Religione.

Il mattino della chiusura dei nostri Esercizi, abbiamo avuto la consolazione di vedere battezzato un bambino da noi adottato e che abbiamo in cura da parecchi mesi. La madre del piccino morì e nessuno volle occuparsene. L'abbiamo preso noi per fargli da mamma.

Mons. Sak stesso gli amministrò il santo battesimo. Gli furono imposti i nomi di Francesco e di Giuseppe.

Monsignor Sak nel discorso di chiusura degli Esercizi ci fece sentire la nostra grande fortuna d'appartenere alla Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e del Veri. Don Bosco. Ci animò a imitare le virtù della nostra Madre

Maria Mazzarello, a invocarla perchè ci aiuti a divenire sempre più degne sue figlie e zelanti missionarie.

Noi siamo felici d'essere in Missione; sentiamo veramente che il Ven. Don Bosco ci assiste dal Cielo e implora le benedizioni del buon Dio sulla nostra cara Missione.

Non possediamo ancora bene la lingua per intrattenerci con questi indigeni. Speriamo di poter presto esercitare meglio il nostro apostolato fra queste povere donne e fanciulle nere che sono così contente di sentirci a parlare la loro lingua.

Ci ottenga, Rev.mo Padre, dal Signore di poter tradurre in realtà i nostri desideri a vantaggio di tante anime che aspettano i conforti della nostra santa Religione.

CINA.

(Relazione del Missionario Salesiano Don Giovanni Guarona).

Shiu-Chow, 15 maggio 1926. Contrasti.

La Pasqua passata a Lok-chong mi aveva ridato l'entusiasmo dei giovani missionari e fatto concepire nuove speranze di vedere, non solo intensificata la vita cristiana fra i neofiti, ma accresciuto il piccolo gregge, non ostante le mille contrarietà, che ostacolano in modo incredibile l'opera evangelizzatrice.

La propaganda sovversiva, se ha scosso qualche timoroso ed impressionato qualche animo debole, ha però destato e confermato la maggioranza dei cristiani che, compatti e con maggior slancio, accorsero alle funzioni religiose dando chiara dimostrazione di fede ingagliardita. D. Vetch, arrivato di fresco in Cina, potè contemplare, estatico e commosso, le dimostrazioni di fervida pietà non inferiore a quella dei primitivi cristiani.

Il nostro ritorno a Shiu-Chow si effettuò fra gli spari di petardi dei superstiziosi pagani, che onoravano i loro trapassati con le cerimonie rituali del Tsing-miang (commemorazione dei defunti), iniziatesi precisamente il lunedì di Pasqua. Mentre la Chiesa canta festosamente gli alleluia della Risurrezione, i poveri Cinesi s'accontentano di bruciare i loro

Pau-chong (petardi) sulle tombe messe a nuovo, ed offrire le vivande fra candele accese, alle anime dei morti la cui esistenza d'oltre tomba credono si perduri sui tronetti o tavolette conservate nel luogo più onorifico della casa. Contrasti di costumi popolari, che rivelano però un animo profondamente religioso!

Una vittima dei pirati.

Alcune pattuglie della guardia cittadina, scaglionate alle porte della città, mi diedero la sensazione di qualche novità, e tale pronostico si confermò quando vidii le caserme della città completamente vuote dei tre mila soldati della guarnigione. In casa mi si assicurò non esservi nulla di straordinario e trattarsi forse di qualche cambiamento di truppa. Non fui persuaso affatto ed i dubbi divennero certezza quando, la domenica in Albis, mi capitò un povero cristiano trattenuto, da un mese circa, in montagna dai pirati.

- Come mai tu qui? - gli dissi con gioia e meraviglia.

- La misericordia del Signore mi ha salvato. Fui liberato dai soldati che vennero a combattere i pirati.

- Come te la sei passata con quella gentaglia ?

- Shin-fu - mi rispose frettolosamente - non ho tempo di raccontarti la lunga storia, devo tornare subito in mandarinato; ho avuto appena il permesso di correr qui a domandare il tuo interessamento: siamo sotto la custodia del mandarino e non mi libereranno senza una tua cauzione.

- Vado a dir Messa e poi manderò subito il Sinshang a prenderti.

Il povero Ho-ping-kan, tale è il suo nome, era irriconoscibile. Pallido, magro, smunto, cascante sulla persona e coi segni in corpo della dura prigionia e dei maltrattamenti subiti. Entro in chiesa, fece alcune prostrazioni al Santissimo, recitò ad alta voce alcune preghiere e si partì frettoloso.

Alle dieci il Sin-shang lo riconduceva, dopo d'aver lasciato una mia garanzia scritta al mandarino. Gli alunni, che stavano giocando, fecero crocchio attorno a lui e volevano sentire i tristi particolari.

Ping-kan parlava a stento e non si reggeva in piedi. I luridi stracci che lo coprivano l'avevano deformato e nessuno avrebbe più riconosciuto in lui il maestro della scuola cattolica di Chi-hing. Catturato dai pirati con altri quindici cristiani a Tan-nion l'11 marzo, eran stati internati in un paesello di montagna e poscia emigrarono di spelonca in spelonca per eludere la vigilanza del mandarino e far perdere le traccie. Si iniziarono le trattative con le famiglie; le esigenze dei pirati tirarono le cose in lungo, finchè giunsero i soldati e molti furono liberati, altri invece furono barbaramente uccisi dai pirati stessi mentre si davano alla fuga.

Un buon bagno ed un'abbondante refezione rimisero un tantino il poveretto, che, sbarbato e rivestito degli abiti offertigli dai maestri di casa, ci parve un altro. Rimase alcuni giorni con noi e poscia tornò su al paesello, ove regna miseria e terrore pel colpo subito e per non aver notizia di alcuni non ancora tornati.

L'assedio di Wu-Shek.

Povera Tan-nion! Era una giovane cristianità promettentissima ed è quasi distrutta! Un padre che si vede sbranare il suo figliuolo dalle fiere, non soffre più del missionario che vede distrutto il suo lungo amoroso lavoro di anni ed anni e si vede orbato dei figli spirituali generati nel dolore e nel sacrificio della vita apostolica di questa travagliata repubblica!

Un raggio di speranza apparve improvviso: i soldati si son messi sul serio a battere i pirati ed hanno già liberati cinquanta prigionieri!

Le novità si susseguivano e l'11 aprile cessavano i treni fra Shiu-Chow e Canton.

Cosa era successo ? I pirati inseguiti e stretti da ogni parte si rifugiarono in Wu-shek, importante mercato a 35 km. da Shiu-Chow sulle rive del Pe-kiang e toccato dalla ferrovia. Tre bei castelli, fabbricati in questi ultimi anni contro la pirateria, divennero invece l'asilo dei pirati stessi che vi si chiusero al sicuro per tener testa all'armata, che li assediò da ogni lato. L'impresa sembrava facile e molti ripetevano: i polli si sono messi in gabbia da se stessi. Eran circa quattrocento pirati. Giunsero soldati da Shiu-Chow e da Canton e si iniziò un vero assedio del mercato. I commercianti - che costituiscono il grosso di Wushek - si misero in salvo nei vicini paesi e s'iniziò una serie di lunghi e sanguinosi combattimenti. I soldati pensavano forse troppo facile l'impresa, ma si dovettero presto ricredere, quando videro i loro camerati cadere a decine sotto la nutrita fucileria dei virati, ben protetti dalle forti muraglie dei castelli. Studiarono meglio un piano d'azione, scavarono †rincee, moltiplicarono i reticolati, piazzarono cannoni, vennero persino aeroplani da Canton; ma i pirati se la ridevano, chè loro non mancavano viveri e munizioni, mentre gli assedianti si mostrarono fiacchi ed inesperti, chè nè il cannone, nè l'aeroplano riuscì ad aprire una breccia.

Chi soffriva era la povera gente ed il commercio di tutto l'alto Pe-kiang. Sospesi i treni, s'arrestò pure il traffico sui fiumi. Le merci ammucchiate alla stazione di Shiu-Chow fecero sospendere nuovi arrivi dal Kiang-si e dal Funam e furono migliaia d'individui senza lavoro e centinaia di barche ferme.

La farina salì a prezzi impressionanti ed il petrolio si comprò a venti dollari la latta (la bellezza di 18 lire al litro) a Shiu-Chow, ove non si conosce altro mezzo d'illuminazione, e noi abbiamo un ducento alunni che alla sera non possono studiare per mancanza di luce.

(Continua).

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'Indulgenza plenaria (come dal Decreto della S. Congregazione delle Indulgenze 2 Ottobre 1904):

Ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

Ogni giorno:

Dal 1° maggio al 31 giugno 1927.

3 Invenzione della S. Croce.

8 Apparizione di S. Michele. 24 Maria SS. Ausiliatrice. 26 Ascensione del Signore.

5 Pentecoste.

12 SS. Trinità.

16 Corpus Domini.

24 Natività di S. Giovanni Battista. 25 Sacro Cuore di Maria.

Ricordare anche...

che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori Salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:

1. Per una invocazione qualunque, a loro scelta, un'indulgenza plenaria.

2. Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza, ogni volta.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

Monumento vivo e perenne a Maria Ausiliatrice.

Alle sue nuove religiose il Venerabile Don Bosco volle che fosse dato il nome di Figlie di Maria Ausiliatrice, perchè, come egli disse con accento commosso, intendeva che l'Istituto fosse un monumento di riconoscenza a sì tenera Madre pei grandi e molteplici favori da Lei ottenuti.

E monumento di Maria Ausiliatrice fu realmente, sia per la missione esercitata con questo sacro Nome, sia per lo zelo ardente e perseverante, con cui queste Suore ne propagarono il culto, sia per lo spirito vitale che il Venerabile vi seppe trasfondere e l'atmosfera generale che vi si respira. In ogni Figlia di Maria Ausiliatrice il Venerabile Fondatore avrebbe voluto brillasse viva l'immagine della sua Madonna per farla conoscere ed amare; e con questo mezzo attirare molte anime al Cuore di Gesù: nè i suoi desideri furono vani.

La celeste Ausiliatrice, in grazia della molteplicità, bontà ed utilità grande delle opere di Apostolato di questo Istituto, resta amata ed onorata nella persona delle Sue Figlie. Esse sono come madri teneramente premurose ed' avvedute negli Oratori Festivi ed opere affini; negli educandati, negli asili d'infanzia, ove esercitano sui bambini un fascino materno; nei convitti operai, nelle scuole pubbliche e private; nelle parrocchie, pei catechismi, e nelle varie scuole di religione, ove informano gli animi delle fanciulle agli eccelsi ideali della vita cristiana, lasciando in esse incancellabile e cara l'impronta della maternità spirituale.

Figlie, sorelle e madri, nel senso più vero e ideale, esse sono nelle Missioni Estere, ove, emulando l'eroismo dei Figli dello stesso Padre, affrontano le più ardue fatiche, senza lasciarsi spaventare dalle difficoltà di viaggi, nè da inclemenze di climi, nè da barbarie di selvaggi, nè dagli orrori della lebbra.

Ministre, messaggere e figlie dell'Ausiliatrice, nell'amore all'augusta Madre celeste, nella santità della vocazione e nel desiderio di corrispondere all'ideale di Don Bosco ravvalorate da fede, speranza e carità, nutrite del Pane dei forti, esse trovano l'ardimento e la forza per lottare contro le malattie, le privazioni, la morte stessa, prima di fermarsi nella loro sublime via di sante conquiste. E dovunque passano, s'innalza un inno alla gloriosa Regina del Cielo, Aiuto dei Cristiani, che per mezzo di esse fa sentire così valida la sua materna assistenza nei più svariati bisogni della cristianità.

E lo zelo di Don Bosco pel culto di Maria Ausiliatrice, come arde in ogni Salesiano, così è fervente in ognuna di queste Suore; da loro viene trasfuso nelle alunne, e per mezzo di queste si diffonde nelle famiglie.

Fin dagli inizi la festa di Maria Ausiliatrice è sempre stata per tutte le case dell'Istituto la principale solennità, alla quale partecipano - spesso con gran concorso ed entusiasmo - le popolazioni dei luoghi; nè sono rari i casi di fatti edificantissimi e di grazie segnalate.

Così questo Istituto coopera poderosamente colla Pia Società Salesiana a rendere popolare ed universale la divozione a Maria Ausiliatrice. Non solo: ma è un giardino ove sbocciano fiori immortali di santità, ben più preziosi di quelli che della Vergine Santa adornano gli altari, fiori che ne decorano il Nome in terra e Le saranno corona in Cielo.

La prima Superiora Generale, Madre Maria Mazzarello, nascosta nella sua umiltà dietro alla santità del Venerabile Padre, che la seppe scegliere e formare, tacitamente si elevò all'eroismo di tutte le virtù, alle ardue vette della cristiana perfezione. La Curia Vescovile di Acqui iniziò a suo tempo il processo informativo per la canonizzazione; e si spera che in un giorno non troppo lontano Dio la destini alla gloria degli altari. Ed altre ed altre ancora, col nome e colla protezione dell'Ausiliatrice celeste, seppero vincere le debolezze della natura; e, tesoreggiando la divina grazia, lavorarono attorno al proprio spirito, sì da raggiungere una santità non comune.

Dio benedisse l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e la Vergine Santa gradì questo vivente monumento a Lei dedicato. Alla morte del Venerabile. Fondatore le Suore erano già oltre a cinquecento, e presentemente sono più di sei mila.

Monumento più degno e più gradito non avrebbe potuto offrire a Maria SS. Ausiliatrice Colui che era stato da Lei scelto a istrumento delle sue meraviglie.

Per la Conferenza e la Festa di Maria Ausiliatrice.

Ricordiamo ai benemeriti Direttori Diocesani e Decurioni Parrocchiali che procurino di organizzare a tempo la Conferenza e la festa di Maria Ausiliatrice.

Radunino a questo scopo il Comitato Salesiano o un piccolo gruppo di Cooperatori e di Cooperatrici, per averne l'opportuno aiuto.

In quei luoghi in cui non vi sono ancora i Diret†ori e i Decurioni, facciamo appello ai Zelatori e alle Zelatrici o anche semplicemente ai Cooperatori e alle Cooperatrici, perchè prendano essi tale iniziativa presso il rispettivo Parroco o presso qualche Rettore di Chiesa.

Per le spese occorrenti si può provvedere raccogliendo offerte tra i divoti, oppure scegliendo i Priori della festa.

Occorrendo libri per il Conferenziere o Predicatore ne spediremo noi a semplice richiesta.

In questa occasione si valgano i Cooperatori e le Cooperatrici dell'opportunità per introdurre in pubbliche Chiese, con il beneplacito dei rispettivi Parroci e Rettori, il quadro o la Statua di Maria Ausiliatrice, ove già non vi fossero, come centro e richiamo della Pia Unione.

LE GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE (1)

"Spes nostra, salve!"

In questo primo giorno, nel quale, dopo due lunghi anni di assenza, riprendo ad abitare nei diletti padiglioni del tuo gran Servo, rendo, o Maria Ausiliatrice, pubbliche grazie a Te, che in circostanze gravissime, quando alla distruzione della sanità fisica incombeva irrimediabile la rovina dello spirito, abbuiato da fitte tenebre e stravolto da un'angoscia disperata; pia, come sempre, alle preghiere di chi t'invoca, venisti adiutrix caelo lapsa sereno. Possa essere, come desidero e proposi, tutto il rimanente della mia vita un inno di ringraziamento per tanta Tua bontà !

Treviglio, Domenica delle Palme, 1927.

SAC. PAOLO BARALE Salesiano.

Nel novembre dell'anno scorso il mio piccolo Alfredo di anni sei fu colpito da febbri infettive che lo ridussero in gravi condizioni, sì da non dare più segno di vita. S'immagini la mia angoscia quando poi il chiar.mo medico curante Dott. Pretti mi comunicò verso il 15 dello stesso mese che non restava più nulla a fare! Per grazia del cielo una mia buona amica mi consigliò ad iniziare una novena a Maria SS. Ausiliatrice. La nostra fede in sì potente Patrona fu tosto premiata, tanto che il piccino un giorno dopo era fuori di pericolo, e rapidamente migliorò.

Ora è sano, vispo, senza alcuna conseguenza del male.

Vicenza, 10-II-1927.

COSTANTINA GRAZIANI.

Sei buona, o Vergine Maria, e per questo io t'amo! Questa espressione che un cuor di fanciullo ingenuamente ripeteva, io la grido forte, perchè tutte le anime abbiano a trovare in Maria SS. la vera Ausiliatrice.

Mio marito era socio in una impresa locale: non si sa come, l'invidia dei malvagi gli suscitò contro sfiducia ed accuse. La cosa era andata tanto oltre, che ornai si era d'avviso di far rifulgere la verità col ricorso ai tribunali. Era un ripiego odioso, ma era, umanamente parlando, l'unico.

Quale ansia in quei giorni! Come tormentosa la solitudine, come amara la prova dell'accusa!

Ricorsi con fede all'Ausiliatrice: promisi un'offerta alle missioni e la pubblicazione della grazia ad edificazione degli altri. E Maria si intenerì alla mia preghiera; quell'ambiente di inimicizia, di calunnia si quetò. Mio marito riprese il suo lavoro ed io fui felice.

Borgo S. Martino, 19 Marzo 1927.

A. B.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - A. B. di Gorizia, A. B. di B. S. Mart., A. C. di Riccò del Golfo, A. M. di Gorizia, A. P. di Torino, A. T., Abbandonato V., Abre T., Achino M., Accolitano S., Agosti A., Agostini B., Albertotti C., Albonessetti O., Alcantarini M., Alessandri N., Amendola C. in Casarini, Amendolara A., in Corvino, Andreeta E., Angeli A., Angeleri E., Ansaldetti M. in Debenedetti, Antonietti M. G., Astengo B. in Bonvicini, Apendicini L., Appendino Q., Aquino A., Arcalesi O. in Pietrangeli, Arlati A. in Pietruccini, Arzelotti G., Ascheri E., Asnago M., Astesiano E., Audisio M., Avandero O., Avesani F.

B) - B. B. di Agliano d'Asti, B. M. di Bergamasco, Bacchettone C., Baglivo C. in Fusari, Baldi C., Balduino M., in Accernutti, Baldovino S., Ballor D., Ballor D. ved., Balocco C., Baralli G., Barbati C., Barbera F., Barberis M., Barbero E., Barbiellini M., in Torricelli, Barbuto S., Bardi L. in Serzelli, Barella R., Baricella V., Baron M. in Sasso, Basso avv. F., Battistini V. in Quagliarini, Battistoni M. in Giudici, Bazzica M., Bellauro V. in Catella, Belotti M., Beltrami D., Benedetto G., Beneducci L., Benestan†e M., Benita R. in Bonaschi, Berogmi A., Bianchi A., Bianchi I., Biffi L., Biganzoni O. in Marcellini, Binda G., Binello M., Bo T., Boanelli G., Bodrati G., Bonfadini A., Bongiovanni D., Bongiovanni F., Bonino T., Bono A. ved. Filangeri, Bortolot†o M., Bot D., Briantelli B., Briata M., Brigatti E., Brunello I., Bruzzone M., Bulgoretti M., Bullo E., Busello C. in Bettili, Busticelli O. in Marconcini, Buzzini P.

C) - C. C. B. di Torriglia, C. C. di Montjovet, C. L.. di Casalmaggiore, C. M. d'Intragna, C. R. di Benevagienna, Cabras V., Cabrini E., Cacciato dr. V., Cagno A., Calapa V., Callioni E., Calzino B., Calzino G., Campo S., Cantore E., Capellari R., Cappelletti S., Cappellari T., Cappellari R., Cappello A., Cappello C., Capra A., Caprasecca N., Caputo G., Carabini G., Cardinali P., Carneglia E., Carnetti G., Carobella G., Carrara P., Carta P in Sanna, Casanova L., Casanova M., Casiello M., Cassi S., Castello L., Castiglione N., Cataldi E., Cattaneo L. in Bazzi, Cavagliere M., Cavaliere M., Cavallero F., Cavallo L., Cavallotto G., Cavanna G., Cazani A., Cenni M., Cerani M., in Macerandi, Cesaretti I., Cherchi A., Chiapello A., Chiappori R., Chiari L., Chiesa L., Chiola G., Ciancio M., Ciapponi R., Cicardini T., Cimossa C., Cini V., Ciravegna M., Ciriani S., Cirotti d. G., Cis E., Claser M., Clemente M., Cocciolo A., Codoletto M., Coggiola G., Cogo T. in Pagano, Colla A., Collarini E., Colò C., Colombi G., Colombo I., Colombo L., Comaschi G. Comba B., Como R., Coniugi Antonino, Busca, C. C. P. di S. Lorenzo Monferrato, Ferrari, Freglio, Contarini T., Conterno T., Conti G., Conti V., Coop.ce Sal.a di Napoli, Contu G,, Coradino M., Corbellini C., Corneo G., Cortellazzi A., Costabloz G., Costantini M., Costantini T., Cotta G.. Cottini E., Craviotto M., Crescimbeni M., Cristina N., Croce G., Crosiglia E., Cucchietti G., Culasso A., Culasso P., Curioni C. in Piotti.

D) Daidone V., Dal Bosco A., Dalmazzo M., Dalla Vecchia P., Damusso M., Danna A., Darani S„ Dauriz A., Davira S., De Battisti G., De Benedetto F., De Bernardi M., De Cicco M., Deganutti O., De Giorgis T., De Giovanni F., De Giovanni M., De Giusti R., Dellepiane A., Delfino D., De Lugaz L., De Marco A., De Marco L., De Martin C., De Masi G., De Micheli A., De montis P. in Piras, De Pont C., Deponti C., Detti A., D'Agata F. in Isaia, Di Buono A., Di Capua A., Di Cicco D. A., Di Cossato T. in Boggio, Di Leo C. in Barbera, Di Maio d. A., Di Salvo F., Di Somma A., Dolci C. in Palazzi, Donadoni C., Donaglia E., Donandi F., Dongo R., Dorando A. di Oakland, Doria M. A., Dossi G., Dottori C., Drocco P., Duclair M., Dugros A.

E) - E. C. di Cavagnolo, E. E. di Pontestura Monferrato, Ellena A., Elli G., Erbetta A.

F) - F. D. di Ururi, Fabris A., Fabbri E., Fabbri L., Fabbri N., Famiglie: Angioletti Barazzoni, Beltramo, Cancarini, Chiaranello, Clusello, Della Valle, Facciotti Lajolo, P., Porro, Fanni G., Farinello A., Fassio G., Faure D., Fausone A., Vavaro T., Ferrari N., Ferrari V., Ferrero C. e Famiglia, Ferrero R., Ferri G., Ferro P., Fertile L., Festa G. in Bordon., Figari M., Figini A., Figuccio C., Figus R., Filotti G., Filippini S., Finetti M., Fiore A., Fiori M., Fissore V., Fiumalbi V., Fiumana V., Floreani A. in Demarchi, Floridia O., Foco M., Formenti, Formentin G., Fornara C., Fornasati E., Fortuna G., Forzani G., Fossati O., Fraccalviere P., Fracchia A., Fragale A., Franceschetti R., Franchini A., Francia G., Franzan R., Frappa M., Frassato A., Fratta cont.a L. in Carrara, Fratelli Bonetti, Frea P., Fubani M., Fulle C., Fumasoli M.

G) - G. B. di Castelnuovo Garfagnana, G. B., G. I. di Nus (Aosta) G. R., G. T. di Pontremoli, Gabos L., Gabrielli F., Gabrielli I., Gado C., Gadurini M., Gaggino A., Gaggino P., Gallarini I. ed R., Galeotti A., Galli M., Gallo A. M., Gallo T., Gallo V., Gallo M. in Miceli, Gallotti A., Gamalero M., Gamba D. S., S. S., Gamondi T., Gandolfo A., Garan A., Garan R., Garelli C., Gariboldi I., Gasparini A., Gatti M., Gatti V., Gattoni E., Gattoni E. in Beltrami Gaviani M., Gemone L., Gerardini C., Gerbelle A., Gervasoni G., Ghiani E., Ghirardelli F., Giacomin V., Giacomuzzi P., Giacosa C., Giamboni P., Giannoccaro N., Gilardi M., Giongardi S., Giorgetti P., Giovannini G., Giovina T., Girardi d. M., Girometta L., Giulietti G., Glendi M., Godi S., Gonella I., Gonella L. in Fenoglio, Gontier A. in Baudin, Gori T., Grassi R., Grasso P., Griffini D., Graziani L., Graziani G., Guadagnini A., Gua dagnini F., Guala M., Gualco A., Guerrini d. E., Gullé M., Gulli C., Gullino M., Guglielmetti A., Gusmeroli A.

H) - Hemblatz G. B.

I)- Innocenti A., Isaia M., Isola C., Innod A. J) - J. T. d' Intragna, Jacchetti C., Jacono T. di Jorio.

L) - Laboranti G., Laboranti M., La Delfa F. P., Leva E., Linke M., Lizzi E., Lo Curzio G., Longhi F., Longhitano M., Lupani T., Luppi D. in Scanarini.

M) - M. A. di Novello d'Alba, M. C., M. C. di Mondovì, M. E. di Arbus, M. E. di Noventa Vicentina, M. F. O., M. M. di Torino, Malandra T., Maletti U., Manca M., Manca S., Mancosu E., Mandelli G., Manovella A., Mantero R., Marchetto T., Marchini A., Marchini L., Marcoli G., Marengo G., Manguerettaz M., Mariani T. in Arduini; Martignone E., Martinetti M. ved. Rossini, Martinoli S., Massa T., Massobrio M., Matelli S., Matons I., Mantino M., Mazzoletti R., Mele M. A., Melesi M., Melgari M., Meloni A., Meneghetti C., Miglietta A.M., Miglietti A., Migone L., Mihich G., Milani C., Minemi C., Misté A. in Marchetti, Mocci A., Mogavero L., Molendi L., Molteni V., Monchiero M., Mondì C., Montagna V., Monti M. in Ghiddi, Montini N., Monzeglio O., Morabito E., Morbioli A., Morandi A., Morandini F., Morassi T., Moreni M. in Anselmi, Morerio A., Moretti C., Moretti M., Mori N., Morosini D., Morro G., Mortellaro P., Moschetta d. G., Muccio M. in Nocera, Mundula C., Mura Cav. R., Muratore L., Muratori S., Murelli F., Murgia L., Muricini B., Muttoni C. ved. Tantardini.

N) - N. N. di Gravellona Toce, Leynì, Milano, Palazzolo Acreide, Romagnano Sesia, Torino, Treviglio, Borgomanero, N. S. T. di Monti di Sotto (Udine), Navone E., Necco L., Negri S., Negrini A., Neri N., Nicoletti N.

O) - O. M. di Campo Ligure, Oleotti P., Onano A., Orbelli I., Orecchia G., Ottone A.

P) - P. C. di Bardonecchia, P. C. di Morasengo, P. G. di Morano Po, Pace d. A. Arcipr., Pàgano T., Pagano T. in Cogo, Pagliucca M., Palladini C., Palumbo A., Paola R., Paolizzi d. P., Papa M. in Manerba, Papalini T., Parena T., Paruzzi A., Passera E., Patanè V., Patri N., Pavan M. in Vaccari, Pavese V., Pavesio G., Pavone A., Pazzaglia E., Pecoraro E., Pedron L., Pellanda A., Pellini E., Pellizzeris M., Pelloso M., Pendola A., Penasa N., Penna R., Permisi V., Pepe G., Perasso A., Peratoner G., Perego L., Peresutti G. B., Peretti V., Pergué F., Perino M., Pernice Cav. G., Perotti G., Perron L., Perrone M., Perroz C., Persiani d. L., Persichetti dr. G., Pesavento E., Pessino I., Petretto M., Petterle F., Peverelli G., Piagentini N., Piani d. G., Piazza C., Piccarolo C., Piccinin R., Pinna T., Piovella F., Piras C., Pisani V., Pittalvi A., Pividori E., Podda N., Podda M. in Serra, Poggi R., Pogliano sr. B., Polesel R., Pongiglione P., Pontara L. in Levato, Ponte T., Prandi d. C., Prato A., Presazzi S., Previdente A., Previtera R., Pucci L., Puddu R., Puia V.

Q) - Quadri G., Quaglia, Quattrocchi R., in Cecconi, Quintarelli R.

R) - R. S. T. di Susa, Raffallini L., Ragogna sr. E., Ramati G., Ramella M., Ramonzotti M., Ranzi G., Ravetto A., Redaelli E., Redaelli R., Redaelli S., Reginato A., Rezzani E., Riva d. L., Robioni M., Robustellini O., Romano P. in Ameglio, Roncaglione D., Ronchetti G., Rosenga L., Rossetti A. in Picco, Rossi A. in Candiani, Rossi C., Rossi G. B., Rossi L., Rossi M., Rossi P.

S) _ Salussolia T., Sander M., Sandrucci L., Santa P., Santhià C., Santini F., Santus M., Santuz O., Santuz V., Saretta P., Sartoretti C., Sasso C., Satta A., Savorani C., Scandola M., Scarzi C., Scavarda M., Scavarone A., Scarziani L., Scesco E., Schicchi O., Scolari sr. C., Seghesio M., Sellan C., Semini G., Semino F., Sesano S., Settepassi O., Siciliano C., Siffredi A., Sigalini R., Silvestro G., Simondi V., Sisto M., Solari E., Soldano A., Sondatto T., Sorelle Gasca, Sozzi-Cascone S., Spada L., Spatolisano C., Spinella F., Stagnoli S., Stoto M., Strada A. in Botta.

T) - T. S. di Nus (Valle d'Aosta), Tallabrino-Mocolalena, Tasseri M., Tedeschi I., Testa d. T. Prevosto, Tieni T. in Falcione, Tirelli M., Tita E., Torta R., Toselli A., Trombotto d. G., Trotta E., Tuena P.

U) - Una Cooperatrice Salesiana di Alassio, Una ex allieva di Buenos Aires (Arg.), Usai A.

V) - Vaccaneo G., Valenti A., Valentini B., Vanni Can. C., Vendrame G., Vercelli D., Vercellone T., Verlicchi A., Verra C., Viale A. in Conio, Viglino S., Villa E., Vinciguerra B., Viotti G.

W) - Weiss M.

Z) - Zabaldano T., Zaffora G., Zambello B., Zamperoni C., Zandonilla M., Zanelli avv. V., Zanello M. in Boggio, Zanetta A., Zanetti P., Zanotti E., Zatterin M., Zecchini A., Zenoniani A., Zoldan G. ed L., Zuccato G.

"Non mi consta che alcuno sia ricorso invano a Maria Ausiliatrice. Un favore spirituale o temporale, più o meno segnalato, fu sempre il frutto della dimanda e del ricorso fatto alla pietosa Madre, al potente Aiuto dei Cristiani".   Don Bosco.

Per la conoscenza della divozione a Maria SS. Ausiliatrice.

Molti buoni Cooperatori e pie Cooperatrici ci chiedono l'indicazione di libri e opuscoli atti a far conoscere bene l'origine e la diffusione del - culto a Maria Ausiliatrice e noi siamo ben lieti di suggerir loro sull'argomento alcune fra le opere più significative fin qui apparse.

Un nostro confratello ha destinato una sua opera ad illustrare più diffusamente l'ineffabile aiuto di Maria a favore della Chiesa Cattolica e del popolo cristiano aprendo il cuore dei suoi divoti alla sicura speranza di nuovi e più mirabili trionfi della sua potenza (1).

L'Ausiliatrice per esercitare questa sua singolare potenza purificatrice ed educatrice delle nuove generazioni ha posto tra le mani del suo Apostolo Don Bosco un tesoro preziosissimo che scaturisce da Valdocco, come da sua naturale sorgente, per diffondere incessantemente le sue ricchezze inesauste per tutto l'universo. Questo tesoro è ancora poco conosciuto e apprezzato convenientemente per cui s'imponeva un libro che ne facesse conoscere l'origine, l'eccellenza, l'efficacia e la diffusione. È ricco di 70 fatti meravigliosi molto opportuni per la predicazione del Mese dell'Ausiliatrice (2).

Ma la Divozione all'Ausiliatrice non era ancora tutta nella sua luce. Ella ai nostri tempi non arnia più gli eserciti per combattere i nemici della Società cristiana; ma innalza asili sicuri, allegri e fioren†i di †utta la pienezza della vera vita, nei quali raccoglie la gioventù pericolante per trasformarla un po' per volta in legioni di cristiani praticanti e degni di esserle suoi figli. Il punto di partenza, il centro vitale di questi asili mondiali è Valdocco, dove l'Ausiliatrice ha stabilito la sua cittadella santa, la fortezza graziosa del suo regno, che custodisce le schiere giovanili, le quali cresciute ed agguerrite, si slanciano continuamente le une dietro le altre, in mezzo al mondo per estendere il regno di Lei fino agli ultimi confini della terra.

La Storia meravigliosa di questa cittadella dell'Ausiliatrice con la sua gemma e i suoi tesori, forma una lettura delle più attraen†i e commoventi (3).

L'abbandono nell'Ausiliatrice, ha suggerito brevissime letture per il mese dell'Ausiliatrice, nelle quali ai motivi di confidenza, che sono animati fervorini, segue la narrazione di una grazia singolare e recente della Madonna. In fine vi sono 32 fioretti scritti da Don Bosco e le tre orazioni composte dal medesimo per il mese dell'Ausiliatrice (4).

I divoti di Maria SS. Ausiliatrice però erano desiderosi di possedere un libretto che li guidasse a vedere e quasi a toccar con mano le meraviglie e i tesori da Lei compiuti in Valdocco e che fosse in pari tempo un bel Ricordo della sua Cittadella.

La Collezione delle Letture Cattoliche di quest'anno ha pubblicato appunto questa GuidaRicordo del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, dell'Oratorio di S. Francesco di Sales e delle altre Istituzioni Salesiane di Torino (5).

Con questo libretto il divoto dell'Ausiliatrice, può visitare da solo tutte le opere finora compiute in Valdocco dalla Madre Celeste, ammirando, imparando, commovendosi e glorificando. Cartine, planimetria e topografiche illustrazioni e il saluto che dà il Successore di Don Bosco, ad ogni visitatore, impreziosiscono l'umile lavoro che ha costato molta pazienza per raccogliere, controllare con scrupolosa esattezza ed esporre in forma popolare quanto riguarda il centro naturale della divozione mondiale di Maria SS. Ausiliatrice.

« Il Mese di Maria SS. Ausiliatrice » (6). Il caro volumetto è tutta un'aiuola di preghiere, l'itincrario fiorito che conduce a Maria, una fucina maravigliosa di elevazioni verso la Gran Madre Ausilio dei cristiani.

A tutte le anime pie consigliamo altresì la Novena e il triduo in onore di Maria SS. Ausiliatrice e Il Divoto di Maria SS. Ausiliatrice (7) manuale di pietà, preziosissimo codice delle anime assetate della purissima luce di Colei « che solo amore e luce ha per confine».

(1) Sac. A. M. ANZINI. - Il Pontefice dell'Ausiliatrice (Pio VII). Volume di circa 200 pagine con illustrazioni. - S.E.I. - Torino.

(2) - La Benedizione di Maria Ausiliatrice. 2a ediz. Vol. di oltre zoo pagine con autografo dell'attuale Successore di Don Bosco e illustrazioni. - S.E.I. - Torino. L. 4.

(3) - La Cittadella di Maria SS. Ausiliatrice. Vol. di circa 30o paginc.- S.E.I. - Torino.

(4) - Sotto il Manto di Maria SS. Ausiliatrice. Motivo di confidenza e corona di grazie. Vol. di 130 pagine. - S.E.I. - Torino.

(5) - Il Santuario di Maria SS. Ausiliatrice e l'Oratorio di S. Francesco di Sales in Valdocco. Guida-Ricordo 1927.- S.E.I. - Torino.

(6) Sac. Prof. A. CARMAGNOLA. - Il mese di Maria SS. Ausiliatrice. Letture ed esempi Volumetto in-16 con copertina a colori. L. 3.

(7) Il Divoto di Maria SS. Ausiliatrice. Manuale di pietà con preghiere indulgenziate per tutti i fedeli e letture, meditazioni e istruzioni tratte dalle opere del Ven. D. Bosco. Nuova edizione con copertina in cromolitografia. L. 5.

AZIONE sALESIANA

Convegni Salesiani.

Continuano a tenersi in questi mesi con edificante concorso , e consolanti frutti i nostri Convegni Interdiocesani dei Direttori Diocesani e Decurioni (o Direttori Parrocchiali) della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.

Nel mese di Marzo, si tennero in Parma, Bologna, Faenza, Firenze, Livorno, Spezia e Genova-Sampierdarena.

A tutti questi Convegni con mirabile abilità preparati dal nostro speciale Organizzatore D. Antonio Fasulo, coadiuvato dagli Ispettori e Direttori Salesiani locali, intervennero numerosi, in qualche Convegno fino a più di cento, i Direttori Diocesani e Decurioni, oltre ad alcuni Zelatori e parecchie Zelatrici.

Si tennero sempre in Istituti Salesiani sotto la Presidenza degli Ecc.mi Ordinari Diocesani o loro Delegati e con scelti Relatori sui singoli Ordini del giorno prestabiliti. dal nostro Ufficio Centrale.

A questi convegni portò il saluto e la parola del Rettor Maggiore, sig. Don Rinaldi, il Segretario della Pia Unione, D. Stefano Trione, il quale a nome dello stesso Rettor Maggiore, fece tra altro opportunamente rilevare quanto bene i Cooperatori Salesiani possono compiere nelle rispettive loro Diocesi e Parrocchie, se sono ben guidati dai loro rispettivi Direttori Diocesani e Decurioni.

Cosa questa che già soleva ripetere il Ven. Don Bosco, il quale sovente asseriva che i principali e più fervidi amici e propagatori dei Cooperatori Salesiani sarebbero stati i Parroci, per gli aiuti che ne avrebbero potuto trarre.

A Parma il Convegno fu presieduto dall'Ecc.mo Ordinario Diocesano, Mons. Conforti, e i numerosi intervenuti erano delle Diocesi di Parma, Borgo S. Donnino, Carpi, Guastalla, Modena e Piacenza.

A Bologna presiedette il Convegno l'Em.mo Sig. Card. Arcivescovo Nasalli-Rocca con l'Ecc.mo Vescovo Ausiliare Mons. Lodi. Gl'intervenuti provenivano dalle Diocesi di Bologna, Ferrara e Comacchio.

A Faenza presiedette il Rev.mo Mons. Vicario Generale, essendo a Roma in quel giorno l'Ecc.mo Mons. Vescovo. Vi furono bene rappresentate le diocesi di Faenza, Bertinoro, Cervia, Cesena, Forlì, Imola, Modigliana, Ravenna, Rimini e Sarsina.

Dei Convegni delle altre città diremo il prossimo mese.

Il programma dei Convegni portava la trattazione dei temi seguenti: 1) L'organizzazione e diffusione dei Cooperatori Salesiani. 2) Le Missioni Estere. 3) Le vocazioni ecclesiastiche, religiose e missionarie. Proposte varie.

Riferirono dei rispettivi Convegni dell'anno precedente a Parma il Direttore del Collegio Salesiano locale prof. D. Luigi Oldano, a Bologna e a Faenza i rispettivi Direttori Diocesani Mons. Pedrelli e Mons. Verolo.

Il primo tema fu illustrato in tutti i convegni dal sig. D. Fasulo; del secondo tema furono Relatori a Parma D. Trione, a Bologna Mons. Mimmi, Rettore del Seminario Interdiocesano Benedetto XV, e a Faenza il prof. D. Venturi; sul terzo tenia riferirono a Parma il parroco D. Romani, a Bologna D. Ivo Bollucci, e a Faenza Mons. Vicario Generale.

Tra le proposte varie crediamo molto opportuno riportare la seguente che ci richiama uno dei mezzi più efficaci di cui si valse il Ven. Don Bosco per formare alla pietà certe categorie di giovani e per coltivare tra loro le vocazioni ecclesiastiche e religiose.

Le Compagnie Religiose giovanili.

Considerando il gran bene che possono compiere le Compagnie Religiose Giovanili negli Oratori e nelle Parrocchie:

Il Convegno fa voti che, specialmente per mezzo dei Cooperatori Salesiani:

1. - Si diffondano e si mantengano in fiore negli oratori e nelle Parrocchie le Compagnie Giovanili, quali ad esempio le Congregazioni Mariane promosse dai Padri Gesuiti e le Compagnie di S. Luigi, di S. Giuseppe, del SS. Sacramento e del Sacro Cuore di Gesù, come ad esempio furono istituite dal Venerabile Don Bosco, oppure delle altre consimili.

2. -- Queste Compagnie curino in modo particolare l'istruzione e formazione religiosa dei propri Soci, anche con l'intervento alle Istruzioni Parrocchiali.

3. - Abbiano regolarmente più volte al mese le rispettive loro adunanze o conferenze di formazione e azione religiosa, secondo i loro stessi regolamenti.

4. - Inducano i Soci a frequentare regolarmente le Sacre Funzioni della Parrocchia o rispettivamente dell'Oratorio, a intervenire in corpo alle processioni, a frequentare esemplarmente la Comunione e una volta al mese la Comunione Generale della propria Compagnia.

5. - Queste stesse Compagnie concorrano a formare il Piccolo Clero a servizio dell'Altare; la Scuola dei Cantori di Chiesa; i Cooperatori, Catechisti e Assistenti dell'Oratorio; la Conferenza di San Vincenzo de' Paoli per la cura dei poveri, ecc.

Ringraziamenti.

Vista la buona riuscita di questi Convegni, ringraziamo vivamente tutti quanti v'intervennero e in particolar modo gli Em.mi Card. Arcivescovi di Bologna, di Firenze egli Ecc.mi Vescovi Mons. Conforti e Mons. Lodi e i numerosi Sacerdoti, dipendendo dal Clero più che da altri il buon avviamento della Pia Unione dei nostri Cooperatori.

Ringraziamo i Collegi Salesiani che ospitarono con gioia e festa i Convegni, invitarono a fraterna mensa i convenuti e con poesie e musica resero riconoscenti omaggi.

Auguriamo che questi Convegni abbiano a ripetersi con sempre maggiore intervento e frutto.

SEGRETERIA DI STATO DI SUA SANTITÀ

No 60714.

Dal Vaticano, 18 Marzo 1927. Rev.mo Signore,

La celebrazione del VII Congresso Salesiano del S. Cuore di Gesù, intorno al quale i benemeriti figli di D. Bosco vanno prodigando in questi mesi le loro cure apostoliche, come non può non attirare sui zelanti promotori le particolari benedizioni di Dio, così sarà da per tutto seme fecondo di vita e di pietà cristiana, suscitatore di santi propositi, stimolo a nuove forme di evangelica attività. Culminando esso in Betlemme, presso i venerandi luoghi, dove il divin Cuore del Signor Nostro Gesù prese ad accendere su la terra quei sacro fuoco purificatore, che la forza perseverante dell'apostolato cristiano tien vivo e va dilatando fra gli uomini con sempre nuove energie, non è da dubitare che questo VII Congresso segnerà sulla via del medesimo apostolato una luminosa traccia di bene, e varrà per la sua parte a ridestare in molti la pura fiamma della carità.

Paternamente invocando i divini favori sulla nobile iniziativa - tanto più accetta in quanto che i lavori del Congresso stesso si rivolgono altresì all'Opera delle Missioni e delle Vocazioni Missionarie, e al culto dell'angelico Patrono della gioventù cristiana S. Luigi Gonzaga - l'Augusto PONTEFICE se ne compiace di cuore con la P. V. Rev.ma, e con tutti i figli di Don Bosco; e mentre forma paterni voti per il pieno successo dei singoli convegni e del convegno finale presso la Basilica della Natività, invia di cuore alla stessa P. V., ai Suoi figli e a quanti in qualsiasi modo partecipano ai lavori di queste devote assemblee l'Apostolica Benedizione.

Mi è caro unire con gli augusti voti i miei personali augurii; e approfitto di cuore del nuovo incontro per professarmi coi sensi della più distinta e sincera stima di V. P. Rev.ma

aff.mo nel Signore P. Card. GASPARRI.

Rev.mo D. FILIPPO RINALDI Rettore Maggiore dei Salesiani TORINO.

RIUNIONI - COMMEMORAZIONI DEL VEN. DON BOSCO - CONFERENZE SALESIANE.

MILANO. - Il glorioso Patrono dell'Opera Salesiana ha avuto una solenne manifestazione di devozione nella Prepositurale di S. Agostino affidata allo zelo dei Figli di Don Bosco. Monsignor Alessandro De Giorgi celebrò la Messa della Comunione Generale e rivolse la sua paterna parola ai due Chierici Salesiani ordinati all'inizio della funzione e ai giovani dell'Istituto. Al solenne Pontificale tenuto da Mons. Luigi Sola del Capitolo Metropolitano fu eseguita la grandiosa Messa « Auxilium » a 4 voci del Maestro Salesiano Don Pagella. Il Rev.mo Dott. Don Angelo Novelli, Prevosto di Sant'Eustorgio, tratteggiò con fine eleganza la figura di San Francesco di Sales, così benemerito e per il suo fecondo apostolato fra gli eretici e per i suoi mirabili scritti che contribuiscono così efficacemente a rendere amabile e soave la pietà cristiana.

La festa riuscitissima ebbe il suo degno compimento con la solenne commemorazione del Ven. Don Bosco nel 39° anniversario della sua morte.

GENOVA. - L'adunata dei Cooperatori, delle Cooperatrici e degli ammiratori di Don Bosco fu tenuta in S. Siro, dove il rev.mo Mons. Balestrino è capo venerato e zelante dei decurioni dei cooperatori Salesiani.

Don Stefano Trione ha parlato con eloquenza persuasiva al folto e attento uditorio, illustrando gli scopi e i mezzi pratici per sostenere le multiformi opere salesiane, particolarmente insistendo sulla necessità di favorire le vocazioni ecclesiastiche e religiose. Commemorò quindi il Ven. D. Bosco nel 39° anniversario della sua morte. Parlando della Causa di Beatificazione del Ven. Don Bosco, accennò pure a quelle di Domenico Savio, del Principe Czartoryski, di Don Beltrami, di Suor Maria Mazzarello e di tre Cooperatori. Concluse invitando tutti i buoni a ricordare e a soccorrere efficacemente le Opere di D. Bosco che hanno bisogno di molti aiuti.

NIZZA MONFERRATO. - L'annuale commemorazione del Ven. Don Giovanni Bosco fu tenuta l'ultimo giorno di febbraio nella magnifica chiesa della Casa Madre delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dal prof. Don G. B. Borino, salesiano, scrittore della Biblioteca Vaticana. L' accorrenza della gente fu tanta e così eletta, che mai si ebbe tale negli anni precedenti, e fu provvido pensiero tenere la commemorazione, non. nel solito salone delle adunanze, ma nella cappella trasformata in grande sala, che così potè contenere tutta la moltissima gente accorsa, che la riempì letteralmente. La commemorazione, per la scelta dell'argomento e per il modo della trattazione, fu tale che non sentirono mai l'uguale in Nizza. La trattazione in via storica e in forma svelta e attraente, fu seguita attentissimamente con. sospensione di animi da capo a fondo, durante quasi un'ora, e lasciò in tutti profonde, incancellabili impressioni.

ESTE. - Ebbe luogo il Convegno dei Decurioni e Zelatori delle Opere Salesiane per la diocesi di Padova, nel collegio Manfredini, il 12 febbraio. Vi parteciparono oltre 40 sacerdoti. Numerose e cordiali le adesioni. S. E. Mons. Elia Della Costa, impossibilitato di trovarsi personalmente, si fece rappresentare da Mons. Sartori al quale scrisse: « Prego di manifestare agli adunati l'incondizionato favore del Vescovo all'Opera Salesiana, come pure il suo ardente desiderio che le sia data degna corona con la Beatificazione del Grande Fondatore ».

BERGAMO. - Presso l'Istituto Dante Alighieri si riunì la Commissione Provvisoria della costituita Unione ex-Allievi Salesiani della città unitamente a una rappresentanza di Cooperatori ivi residenti. Presiedette il Superiore dell'Istituto salesiano di Treviglio e riferì il Cav. Ramelli. Venne deliberato di promuovere un convegno di Cooperatori Salesiani e più tardi una riunione degli ex-Allievi di Don Bosco della diocesi.

FIRENZE. - Don Stefano Trione parlò in San Marco delle Missioni Salesiane davanti a molta folla e alla presenza di Mons. Velluti Zati, Duca di S. Clemente, che presiedeva l'adunanza dei Cooperatori. L'oratore fece rilevare che tra le molteplici provvidenze di cui fu circondato Don Bosco fin dal principio della sua opera, non gli mancarono aiuti e protezioni non solo dalle Autorità ecclesiastiche, ma anche da quelle governative e comunali, sia in Italia che all'Estero. Ovunque le opere e missioni salesiane si diffusero mantenendosi aliene dalla politica e improntate a un generoso spirito di carità, perciò si estesero portando i loro benefici effetti. Il conferenziere, dopo avere rievocato parecchi episodi della vita di Don Bosco, disse pure dei rapporti che il Servo di Dio ebbe con Firenze, dove oggi stanno erigendosi dai Salesiani le desiderate Scuole Professionali.

VARAZZE. - La sera del 3o gennaio la vasta chiesa di S. Ambrogio accoglieva una vera onda di popolo accorso ad ascoltare l'oratore salesiano Don Lingueglia il quale trattò ascoltatissimo con maestria e praticità il problema dell'Oratorio festivo creato da Don Bosco, come necessità impellente di educazione e formazione cristiana. Concluse animando i Varazzesi a dare tutto il loro appoggio morale e materiale all'Oratorio della loro città, che Don Bosco predilesse in vita, oratorio modello per la sua perfetta organizzazione e per i frutti consolanti di ieri e di oggi.

CAGLIARI. - Alla festa di S. Francesco fu presente S. Ecc. Rev.ma Mons. Arcivescovo, che s'intrattenne famigliarmente coi giovanetti dell'Oratorio, ai quali nella cappella rivolse paterne raccomandazioni inculcando l'imitazione di S. Francesco di Sales. - La sera precedente, nella chiesa di S. Antonio, il signor prevosto Teol. Salvatore Cabras parlò ai Cooperatori illustrando le glorie del Ven. Don Bosco e dell'Opera sua.

BORGO S. MARTINO (Alessandria). - Furono tenute due importanti riunioni di Cooperatori e Cooperatrici: la prima nella cappella del Collegio S. Carlo, la seconda nella chiesa parrocchiale. L'esito delle due conferenze fu molto buono sia per i nuovi iscritti alla Pia Unione dei Cooperatori di D. Bosco, come per la colletta che fruttò un discreto incasso per le Missioni Salesiane.

FAENZA. - La festa del Patrono dell'Istituto, S. Francesco di Sales, si svolse nell'istituto Salesiano il giorno 6 febbraio, con la consueta solennità.

Alla sera la Conferenza Salesiana fu tenuta dal Rev. Mons. Adamo Pasini, Vicario Generale della diocesi di Forlì, il quale con parola sobria e persuasiva additava nel Santo Patrono dell'opera salesiana le virtù tanto necessarie anche all'epoca nostra: la dolcezza e l'apostolato.

FOSSANO. - La solennità di S. Francesco di Sales fu onorata dalla presenza del Rev.mo Don Pietro Tirone, inviato colà espressamente dal Superiore Generale Don Filippo Rinaldi a rappresentarlo.

L'avv. Dino Andreis a sera, nel Salone-teatro del Convitto Civico affollato di un eletto uditorio, tenne una interessante commemorazione del Ven. Don Bosco, rilevando con opportuni richiami la parte meravigliosa ch'ebbe la Vergine nell'ispirare, proteggere e propagare l'opera del grande educatore della gioventù.

MIRABELLO MONFERRATO.- S. Francesco di Sales fu degnamente festeggiato nell'Oratorio femminile « Don Rua » dai Cooperatori, dalle Cooperatrici, dalle ex-Allieve e da numerosi ammiratori dell'Dpera Salesiana.

Il conferenziere trattò dell'educazione della gioventù, delle vocazioni religiose, delle Missioni Salesiane, animando tutti a cooperare con la preghiera e con aiuti materiali allo sviluppo d'un'Opera veramente provvidenziale, quale è l'Opera del Ven. Don Bosco.

VOLTERRA. - La commemorazione del Ven. Don Bosco organizzata da un apposito Comitato di Cooperatori Salesiani ha dato modo alla città di testimoniare la sua generale e viva ammirazione per Don Bosco e le sue Opere.

Molto concorso, bella conferenza, sincero entusiasmo. A compimento e frutto della buona giornata, vissuta per il Ven. Don Bosco, fu iniziata una lista di nuovi iscritti all'Unione Cooperatori e Cooperatrici Salesiane.

CANDIA LOMELLINA. - Il sig. Prevosto, Don Luigi Bussi, con un bel concorso di Cooperatori e di popolazione, tenne nella chiesa di S. Maria la Conferenza prescritta sulle Opere Salesiane, trattando molto bene di S. Francesco di Sales, protettore della Buona Stampa e Apostolo del Chiablese.

Rievocò pure l'Esposizione Missionaria di Torino, facendo rilevare il bene che i Salesiani vanno operando nei diversi campi affidati alla loro attività.

Anche in Candia, grazie all'opera spiegata da zelatori salesiani, si va delineando un consolante risveglio per una cooperazione sempre più fattiva a prò delle Opere del Ven. D. Bosco.

ALESSANDRIA. - S. E. il Vescovo Mons. Milone nel giorno della Festa di S. Francesco di Sales ha voluto trovarsi in mezzo ai giovani convittori dell'Istituto Salesiano incitandoli con la sua efficace parola all'amore della virtù e dello studio sugli esempi del Santo Modello, S. Francesco di Sales.

INTRA. - La sera del 30 gennaio si diedero convegno nel salone-teatrino numerosi amici e ammiratori del Ven. Don Bosco con a capo il Rev.mo sig. Prevosto e il suo zelante clero per udire dal Conferenziere Salesiano quanto bene hanno già fatto in 5o anni e continuano a fare i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane attuando il magnifico programma proposto dal Ven. Fondatore e per animarsi a intensificare sempre di più la personale e costante cooperazione.

STRADA (Casentino). - La festa di S. Francesco di Sales fu celebrata solennemente nella Chiesa. Prepositurale con la partecipazione di S. E. Rev.ma Mons. Emanuele Mignone, Vescovo di Dreppo. Nel pomeriggio il Rev.mo D. Agostino Gambossi, Rettore del Seminario Vescovile, tenne una splendida conferenza facendo un vivo parallelo tra S. Francesco- e il Ven. Don Bosco. Il discorso per desiderio di molti Cooperatori fu proposto per la stampa.

VERCELLI. - La Conferenza Salesiana prescritta dal Regolamento dei Cooperatori fu tenuta dal Prof. D. Rastello, Salesiano, nel pomeriggio del 13 febbraio.

L'Oratore tratteggiò con parola vivace la giovinezza di Don Bosco e lo seguì nella fondazione e nella esplicazione dell'Opera Salesiana, che culmina nelle Missioni all'Estero. Fece passare in rassegna i numerosi centri di Missione della Congregazione Salesiana e con vibrato appello chiese ai presenti la loro cooperazione, concludendo che ognuno nella propria sfera, nell'ambiente della propria famiglia, a seconda dei mezzi di cui dispone, può prestare un'opera validissima di efficace aiuto alle Opere Salesiane.

Ricordò anche i vantaggi grandissimi e le indulgenze che s'acquistano in sì nobile cooperazione.

L'uditorio numeroso ed imponente seguì con crescente interesse la parola sentita ed elegante del bravo conferenziere.

IL GIUBILEO D'ORO dell'Oratorio Santa Teresa in Chieri

Le opere permanenti destinate a ricordarlo.

L'Oratorio femminile di Santa Teresa - che fu aperto dal Ven. Don Bosco l'8 Dicembre del 1876, servendosi dell'aiuto di alcune Signorine della città, con a capo la Damigella Carlotta Braja - ha voluto ricordare il suo Giubileo d'Oro con un anno intiero di festeggiamenti e con la fondazione di alcune Opere permanenti.

I festeggiamenti cominciarono con, la solennità di Maria Ausiliatrice dell'anno scorso, riuscitissima e memoranda; e termineranno quest'anno nella medesima solennità, fissata per il 29 Maggio.

Con un crescendo di splendore e di fervore seguirono le feste di Santa Teresa e dell'Immacolata; quella Sociale delle ex-Oratoriane e quella di S. Agnese onorata dalla presenza di S. E. Rev.ma Mons. Angelo Bartolomasi, Vescovo di Pinerolo, che tanto predilige quest'Oratorio e tutte le altre istituzioni salesiane della Città.

I restanti festeggiamenti si esplicheranno nel prossimo mese dell'Ausiliatrice dal 25 Aprile al 29 Maggio. Questo mese sarà celebrato con particolare splendore di funzioni quotidiane. Il 24 Aprile vi sarà un grandioso Saggio catechistico: poi, il 2o maggio, incomincierà la novena dell'Ausiliatrice con Sacre Quarant'Ore; la festa e adunanza delle piccole con prime Comunioni (22 maggio); la festa generale delle ex-Oratoriane della città (26 Maggio) e la solennità dell'Ausiliatrice (il 29) con Adunanza Generale delle ex-Allieve, dell'Istituto annesso all'Oratorio, l'intervento dell'Eminentissimo Sig. Cardinale Arcivescovo, e del Successore di Don Bosco.

Tutti questi festeggiamenti lasciarono e lascieranno, sì, una salutare impressione nelle Oratoriane, nelle ex-Oratoriane e nelle esimie loro benefattrici con non pochi frutti di bene, ma ciò che caratterizza questo Giubileo d'Oro sono le opere permanenti fondate nella fausta ricorrenza e già iniziate felicemente a presagio di prospero e fecondo avvenire. Ciascuna di queste opere permanenti ha il proprio Statuto e sono affidate a Gruppi di animose Zelatrici, di piccole Missionarie, e di ardenti Promotrici e Promotori.

Alle Zelatrici è assegnato il còmpito di raccogliere il fondo della Borsa Don Giovanni Bonetti per la formazione di Suore Missionarie Figlie di Maria Ausiliatrice; alle piccole Missionarie dell'Oratorio spetta raccogliere mezzi per aiutare le figliuole bisognose onde eccitarle a frequentare l'Oratorio e preservarsi dalla corruzione; alle Promotrici e ai Promotori, l'Opera dei Convegni Spirituali per le operaie e giovinette.

Quest'opera, la più importante e più geniale, mira a dare comodità alle giovani della città e dei paesi di consacrare tre giorni intieri al bene della propria anima con preghiere e pie considerazioni, secondo lo spirito salesiano di Don Bosco.

Il 1° Convegno Spirituale si tenne in Chieri dal 18 al 27 marzo scorso nella villeggiatura delle Orfane della Opera pia Barolo, gentilmente

ceduta in affitto dall'Amministrazione. Vi presero parte 5o giovani ed è riuscito un avvenimento di prim'ordine per il raccoglimento, per l'entusiasmo, per lo spirito di famigliarità e intimità in cui si svolse, per lo zelo illuminato dei Predicatori e per i frutti di soavità, fortezza e purezza che ha seminati e maturali nel cuore di ciascuna. Questo Convegno lasciò in tutte il più vivo desiderio che sia seguìto presto da altri Convegni sia per poter partecipare di nuovo allo squisito godimento esperimentato nel primo e sia per estendere a molte altre figliuole il bene e la gioia che questi Convegni sono destinati a produrre nell'avvenire.

"RIVISTA DEI GIOVANI"

La Rivista dei Giovani è diretta dai Salesiani e stampata dalla stessa tipografia del Bollettino Salesiano.

Le buone mamme la regalino ai loro figli che studiano nei licei, negli Istituti Tecnici, nelle Università, ecc.

Per prendere l'abbonamento annuale basta mandare una cartolina=vaglia di L. 12,50 all'Amministrazione della Rivista dei Giovani, Corso Regina Margherita, 174 - Torino (109). - Per sei mesi, L. 6,5o.

Sommario del mese di Aprile.

Che cos'è vivere? (II) - P. D. BASSI.

Le canzoni della terra materna. - C. VILLANI. La passione dell'onore. - GIORGIO HOORNAERT. Enrico Edge (1). - GIUSEPPE BISTOLFI. Storicismo (Per la critica al messaggio di Benedetto Croce). - A. COJAZZI.

Idilli (Poesie). - OTI.

Alle fonti : Le origini eucaristiche nell'Africa cristiana del III secolo. - II: San Cipriano. - S. COLOMBO.

Domande e risposte: Sui sacrifici ebraici secondo San Paolo (E. VISMARA) e sul Kantismo (F. VARVELLO).

Ai « Gruppi del Vangelo» i Gruppi Torinesi. Frammenti e commenti : Un culto crescente? - Giudizi protestanti sui progressi cattolici. - Fasti dei critici. - g. b.

Idee e fatti sociali: Lo Stato corporativo. -A. CANTONO.

Libri nuovi : Eroi, Uomini e Ragazzi del P. PISTELLI. - La missione del dotto di FICTHE (a cura di CARLO MAZZANTINI). - Principi di filosofia (Libro I, a cura di LUIGI STEFANINI).

Polemica varia: turbata e serena. - LA REDAZIONE.

NECROLOGIO

FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE defunte dal 1° Gennaio al 31 Ottobre 1926.

Uniti col vincolo della carità fraterna, offriamo loro il nostro devoto e generoso suffragio.

Accanto ai loro nomi, cancellati dal libro della famiglia terrena per essere scritti in quello degli eletti del Cielo, scriviamo una parola, un cenno del loro passaggio.

Nessuno si rifiuti di conoscere questi nomi.

Ogni nome ricorda una vita; una preziosa vita offerta senza riserve per il più santo degli ideali: guadagnare delle vite a Dio.

Ogni nome ci ricorda un'anima: anime che si sono consacrate al bene delle anime.

Ogni nome è un fiore del mistico giardino dell'Ausiliatrice, cresciuto e maturato per la celeste aiuola.

Sono sorelle che hanno lavorato e sofferto per le loro sorelle.

Per alcune la giornata fu breve, per altre fu lunga, per tutte - bisogna sperarlo - fu buona.

Questo importa: una buona giornata.

Ebbene, hanno lavorato a portare la luce? Il Signore dia loro la luce eterna. Hanno lavorato a portare la pace? Il Signore conceda loro l'eterna pace.

APOCALYPSE Suor Lucilla, da Braganza (Brasile), morta a Ribeirào Preto (Brasile), il 4 settembre 1926, a 42 anni di età.

Lasciò alle sue consorelle il ricordo edificante del suo generoso spirito di sacrificio che sempre la distinse, sia come maestra tra le bambine, sia come infermiera al capezzale degli ammalati, quando chiese ed ottenne di essere destinata a questo ufficio di carità. Purificata da un anno di sofferenze, fece generosamente il sacrificio della sua vita a Dio per cui solo aveva tanto lavorato.

AucIELLO Suor Adelina, da Pescolancíano (Campobasso), morta a Roppolo Castello (Novara) il 1° marzo 1926, a 33 anni di età.

Era di un'attività sorprendente nel lavoro; pur già alquanto cagionevole di salute, non volle concedersi il minimo riposo. Durante la sua lunga malattia si conservò serena anche nei momenti di maggior sofferenza, offrendosi al Signore per il benc dell'Istituto e per il trionfo di Dio nelle anime.

ANSALDO Suor Maria, da S. Isidro (Argentina), morta a Rosario di Santa Fè (Argentina) il 28 giugno 1926, a 33 anni di età.

Non di molta istruzione, ma di moltissimo zelo, passò tutta la sua vita di religiosa lavorando nel suo umile campo con serenità e costanza ammirabile.

BALLEYDIER Suor Giuseppina, da Chaumont (Francia), morta a Ginevra (Svizzera) il 5 luglio 1926, a 56 anni di età.

Si guadagnò con la sua dolce carità le volontà ed i cuori delle sue alunne, e di quanti ebbero a trattarla. La sua dipartita dalla terra fu soave e tranquilla com'era stata la sua vita.

BALLESTER Suor Eufrasia, da Puntarenas (Cile), mortavi il 4 luglio 1926, a 54 anni di età.

Fu la prima vocazione sorta dalle Missioni Salesiane delle Terre Magellaniche. Consumò le sue forze tutte nelle varie residenze della Missione. L'ultima chiamata di Gesù la trovò preparata per la sua entrata nell'eternità.

BALSAMO Suor Rosa, da Paternò (Catania), morta a Catania il 22 agosto 1926, a 52 anni di età.

Seppe tenersi costantemente umile e, senza far pompa di sè, moltiplicò le opere buone. Con lei scompare una suora e una direttrice veramente esemplare, che bene aveva compresa la sua missione di Figlia di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco, e la sua memoria vivrà in benedizione.

BLANGETTI Suor Virginia, da Pianfei (Cuneo), morta a Granada (Nicaragua) il 2 febbraio 1926, a 29 anni di età.

Appena professa, era partita per le Missioni di Centro America, ove seppe subito esplicare nell'azione tutto il suo zelo e santo entusiasmo. Dopo 5 anni e mezzo di fecondo apostolato, abbandonava la terra per il cielo.

CARPINELLO Suor Virginia, da Arignano (Torino), morta a Torino-Cavoretto il 7 ottobre 1926, a 31 anno di età.

Il Signore la chiamò a sè giovane ancora; e, serena, completamente rassegnata alla Volontà Divina, dal letto de' suoi dolori impartiva lezioni di puro amore e di distacco completo, perfin della vita.

CARRARO Suor Giovanna, da Torriglia (Genova), mortavi il 5 gennaio 1926, a 22 anni di età. Era entrata nell'Istituto a 17 anni di età, già fornita del Diploma Magistrale; e tosto aveva fatto concepire di sè le più belle speranze per le sue elette virtù, il suo spirito amabile e generoso, e le sue doti intellettuali. Ammalata, venne richiesta dalla famiglia, onde tentare una cura all'aria nativa; ma non era degna la terra di possederla; e in uno slancio di ardore, stringendo sul cuore il Crocefisso, spiccò il volo al Paradiso.

CASSULO Suor Maria, eli Castelletto d'Orba (Alessandria), morta a Torino il 7 agosto 1926, a 67 anni di età.

Per 4o anni lavorò indefessamente, colla serenità di una bambina. Non sapeva di lettere e non sapeva fare meditazioni sublimi, ma nel suo spirito non si arrestava a mezzo termine e possedeva la perfezione cristiana. La sua morte fu il volo dell'anima in seno a Dio.

CASTANA Suor Giuseppina, da Centuripe (Catania), morta a Catania il 16 luglio 1926, a 35 anni di età.

Anima sinceramente umile, mite oltre ogni dire, profondamente pia, affezionata filialmente alle Superiore, visse di unione con Dio, nell'adempimento sereno del dovere e come suddita e come direttrice. Le ultime sue parole furono quelle del Divino Agonizzante del Getsemani: « Si faccia, o mio Dio, la tua volontà! ».

DENARI Suor M. Pasquala, da Voghera (Pavia), morta a Rodeo del Medio (Argentina) il 15 giugno 1926, a 58 anni di età.

Passata, con la propria famiglia, nell'Argentina, vi trovò il mezzo di seguire la vocazione religiosa nella seconda Famiglia di Don Bosco, compiendovi con fedeltà e costanza gli umili uffici della sua obbedienza.

FARINA Suor Ernesta, da Valle Lomellina (Pavia), morta a Torino-Cavo retto, il 24 giugno 1926, a 76 anni di età.

Era stata per 13 anni Missionaria in America; poi, rimpatriò per salute. All'ombra del Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino moltiplicò i suoi meriti, soffrendo per lunghi anni con serena allegria; procurando di farsi apostola della divozione alla Madonna ed a D. Bosco col moltiplicarne le graziose immaginette da essa pazientemente lavorate.

FILIPPI Suor Maria, da Mondovì (Cuneo), morta a Nizza Monferrato (Alessandria) il 25 giugno 1926, a 5o anni di età.

Morì sulla breccia, dopo una vita operosissima, malgrado la sua precaria salute, che fu lo scalpello con cui il Signore la formò per la beata eternità.

LENA Suor Maria, da Bujalance (Spagna), morta a Granada (Nicaragua) il 23 giugno 1926, a 42 anni di età.

Dalla Spagna era partita nel 1910 per l'America Centrale, piena di zelo e di santi desideri di bene. Tra le faccende domestiche e nelle cure di una scuoletta di bimbe vivacissime, ebbe campo di fare buon esercizio di paziente lavoro su di sè e di carità continua. Un improvviso attacco di congestione cerebrale troncò il filo della sua benefica esistenza.

MACCHI Suor Giuseppina, da Castel Termini (Girgenti), morta a Palermo il 2 giugno 1926, a 48 anni di età.

Vestì le divise delle Figlie di Maria Ausiliatrice nella freschezza dei suoi 16 anni e, di indole mansueta e soave, fu cara a tutte le Consorelle ed alle allieve sue, che ne ammiravano la modestia, l'obbedienza e la pietà angelica. Un improvviso malore fece degli ultimi istanti della sua vita, un sereno passaggio dalla terra al Cielo.

MARTINELLI Suor Modesta, da Las Piedras (Uruguay), morta a Petrolina (Brasile) il 25 aprile 1926, a 42 anni di età.

Dall'Uruguay, sua patria nativa, era passata al Brasile, dove le sue virtù, il suo carattere aperto e gioviale e la bontà ed amabilità de' suoi modi la fecero padrona dei cuori, che sapeva condurre al Signore. Piena di zelo ardente, ebbe la gioia di guadagnare a Dio molti peccatori, tra cui un signore protestante ch'ella riuscì a preparare per il Santo Battesimo e la Prima Comunione. Direttrice attivissima e animata dallo spirito del Ven. D. Dosco, aveva portato le sue energie alla nuova Fondazione di Petrolina (Pernambuco-Brasile) ed in brevi mesi si era guadagnata la stima generale. Ma la sua corona era già terminata, e per inopinato assalto di febbre gialla, andò a celebrare il mese di Maria Ausiliatrice tra coloro che ne cantano le glorie nelle sfere celesti.

MASSORBIO Suor Rosa, da Solero (Alessandria), morta a Puntarenas (Cile), il 13 luglio 1926, a 78 anni di età.

Passata alle Missioni delle Terre Magellaniche nel 1888, portò con sè lo spirito di fervore e di semplicità dei tempi eroici dell'Istituto nella Casa Madre di Mornese. Visse nel lavoro umile, faticoso e nascosto, col cuore in preghiera per gli operai evangelici della Missione, letiziando le Sorelle con le spontanee arguzie del suo carattere e la bontà del suo cuore. Il suo trapasso al Giorno eterno confermò il contento che ella sentiva nel sacrificarsi per Dio e per le anime.

MICHELETTO Suor Margherita, da Zugliano (Vicenza), morta in viaggio, nell'Argentina, il 29 gennaio 1926, a 53 anni di età.

Le immense selve del Matto Grosso l'accolsero nel fiore dell'età; dopo qualche anno la Patagonia se la richiamò, per ragioni di salute, e dovunque Suor Margherita fu religiosa di sacrificio e di attività non comuni. Mancò improvvisamente ma serenamente, mentre si recava, in treno, con le sue consorelle, da Bernal alla sua casa di Victorica, nella Pampa.

MORANDO Suor Linda, da Sampierdarena (Genova), morta a Torino-Cavoretto il 30 agosto 1926, a 66 anni di età.

Di famiglia distinta, passò la vita occupata in uffici umili, e compì sempre con serenità e vero spirito religioso il proprio dovere. Nell'ultima e dolorosa infermità lasciò esempi edificanti e soave ricordo di sè.

PAZO' Suor Jozefa, da Vigo (Spagna), morta a Barcellona-Sarrià il 25 luglio 1926, a 3o anni di età.

Da un anno appena professa, seppe corrispondere con ardore alla grazia della vocazione, compiendo in breve l'opera della sua santificazione.

RATTO Suor Angela, da Recoleta (Argentina), morta a Bernal (Argentina) il 3o maggio 1926, a 33 anni di età.

Fu l'angelo delle piccole attenzioni. Serena, contenta, laboriosa, benchè sempre sofferente nella salute, formava l'allegria di quante l'avvicinavano. Senza agonia, col nome dolcissimo di Gesù sulle labbra e nel cuore, rese la sua bell'anima a Dio.

REzzoNico Suor Angela, da Maccio (Como), morta a La Plata (Argentina), il 23 gennaio 1926, a 44 anni di età.

Seguì fedelmente le orme del Ven. Fondatore D. Bosco, nel guadagnare i cuori delle fanciulle e nel portare a Dio quanti ebbero a trattare con lei. Nell'ultima sua malattia e nel suo felice trapasso, dimostrò all'evidenza la verità delle parole del Ven. Padre: « In fin di vita si raccoglie il frutto delle opere buone ».

RONCO Suor Felicina, da Pinerolo (Torino), morta a Torino-Cavoretto, il 24 luglio 1926, a 37 anni di età.

Felice di moltiplicarsi per offrire alle Consorelle ed alle fanciulle il frutto de' suoi sacrifici, cercò sempre per sè l'ultimo posto. Amava intensamente la Madonna, e n'ebbe in ricompensa il materno invito di volare al suo amplesso in giorno dedicato ad onorarla sotto il titolo di « Ausiliatrice dei Cristiani ».

SACCHI Suor Giuditta, da Zinasco Vecchio (Pavia), morta a Campos (Brasile) il 31 agosto 1926, a 22 anni di età.

Si distinse tra le compagne di noviziato per la sua docilità, e per la dedizione filiale verso le superiore. Partì per le Missioni d'America giovane e piena di ardore per le anime; ma presto fu colta da malattia dolorosissima che spezzò tutti i suoi ideali di bene, e la rese degna della corona che il Signore le aveva preparata in Cielo.

SCALLY Suor Margherita, da Lobos (Argentina), morta a Buenos Aires (Argentina) il 2 gennaio 1926, a 47 anni di età.

Passò ben 17 anni nella Missione difficile e spinosissima delle Isole Malvine, piena di zelo e di spirito di sacrificio. E come lo sentì quando, per la sua salute, si vide obbligata ad abbandonare la diletta sua zolla!... In frequenti e mortali assalti cardiaci, visse intensamente per Dio e nella più edificante osservanza della sua Regola.

SERRANO Suor Filomena, da Catania, mortavi il 20 ottobre 1926, a 51 anno di età.

In questa degna Figlia di Maria Ausiliatrice, oltre lo spirito di fede e di carità, fu caratteristica la semplicità veramente ammirabile. Per le superiore aveva venerazione profonda e amore filiale, che dimostrava col sereno e costante compimento del dovere. E il dovere amorosamente compiuto le ha certo meritato un posto di onore nella casa del Celeste Padre, il quale premia i quotidiani sacrifizi e le umili azioni di ogni ora, santificate dalla retta intenzione.

TAPPARO Suor Teresa, da S. Giusto Canavese (Torino), morta a Torino-Cavoretto, il 20 maggio 1926, a 55 anni di età.

Ebbe una predilezione speciale per gli Oratori festivi, a cui si consacrò con vero entusiasmo, raccogliendo l'affetto delle fanciulle, che sapeva condurre a Dio. Lungo e acerbo malore completò la corona che lo Sposo le aveva preparato per il cielo.

VEGLIA Suor Teresa, da Cavour (Torino), morta a Trino Vercellese, il 10 giugno 1926, a 73 anni di età.

Di ammirabile semplicità, aliena da tutto ciò che non fosse Dio e dovere, di lei ebbe a dire uno dei Superiori Salesiani: « Suor Teresa, secondo me, dev'essere volata dalla terra al Cielo ».

YODI Suor Gabriella, da Buti (Pisa), morta a Torino-Cavoretto il 9 ottobre 1926, a 40 anni di età.

Di carattere poco espansivo, ma di virtù solide, seppe offrire a Dio tutte le affettuosità del suo cuore, lasciando di sè cara memoria nel Convitto Operaie di Cesano Maderno, e lezioni eloquenti di religiosa perfezione tra le Consorelle.

COOPERATORI DEFUNTI.

Mons. Vincenzo Santoni.

Il 19 novembre u. s., a Genzano, placidamente è spirato Mons. Vincenzo Santoni, Cameriere Segreto e Prelato Domestico di Sua Santità, munito di speciale benedizione del Sommo Pontefice.

Mons. Vincenzo Santoni era nato a Genzano nel 1852, e giovanissimo, dato le eccezionalissime qualità oratorie, si era dato alla predica zione religiosa in quasi tutte le maggiori chiese d'Italia e delle terre irredente.

Molte opere di bene egli lascia al popolo di Genzano, fra cui il contributo dato per l'Istituto Salesiano di Don Bosco e per la costruzione in Genzano del magnifico Orfanotrofio Truzzi.

Egli ha lasciato larghissimo compianto fra i suoi amici e gli ammiratori della sua opera apostolica.

Carnevale Maffei Secondo.

Nipote, fratello e padre di Sacerdoti, spirò, benedicendo l'amabilissima Volontà di Dio, poche ore dopo il tramonto della Festa dell'Immacolata.

Nella dolorosa cardiopatia, sopportata con singolare fortezza cristiana, trovò molto sollievo nella lettura del Bollettino Salesiano e nella sua fervida divozione a Maria SS. Ausiliatrice, che invocò spesso, anche nell'agonia, con accenti di filiale amore.

Di dolce conforto gli furono sempre: il ricordo di aver offerto all'anima dei suoi numerosi figliuoli i benefizi del Collegio diretto dai Salesiani; le SS. Comunioni ricevute dalle mani di un suo figlio sacerdote; le opere buone compiute come nostro cooperatore e specialmente il poter confidare agli amici: ho... regalato tre figli al Seminario di Vigevano, ed il mio primo sacerdote all'Istituto Missionario Salesiano « Card. Cagliero » di Ivrea.

Alla famiglia tanto angosciata per altri tre gravissimi lutti, succedutisi nel breve giro di un anno, additiamo il Cielo, sicuri di recarle quel refrigerio, quella luce, quella pace che alimentano la speranza, e promettiamo preghiere.

Teol. avv. Giovanni Bricco.

Questo nostro zelante cooperatore ed affezionatissimo ex-allievo fu chiamato a Dio ancora in verde età il i8 ottobre u. s. in Torino dopo una breve ma dolorosa infermità.

Fu per varii anni vice-curato della parrocchia del S. Cuore di Maria in Torino, alla quale egli diede mai sempre l'opera sua zelante, perseverante, assidua. Sereno sempre e sorridente, degno allievo del Ven. Don Bosco, seppe cattivarsi gli animi dei giovani, che trovavano in lui un amico ed un fratello.

Per l'anima sua vada il nostro cristiano e fraterno suffragio.

Teresa Stoppani.

Teresa Stoppani da Ghemme (Novara), fu un'umile creatura che passò pregando, lavorando e facendo del bene. Morì nell'ospedale di S. Giovanni a Torino nello scorso febbraio a soli e anni e fu sepolta nel cimitero del suo paese natio fra il compianto generale. Semplice e ingenua, conservò inalterata la schietta serenità della fanciullezza unita alla prudente serietà dell'età matura per cui era l'esempio della famiglia e la provvidenza della sua casa. Era una entusiasta cooperatrice di don Bosco e pochi mesi prima della sua morte raccoglieva in paese e mandava al nostro Sig. D. Rinaldi una somma non indifferente per le nostre Missioni.

Prima di morire rivolse il pensiero e il cuore a Maria SS. Ausiliatrice. Le restavano delle sue robe preziose, due orecchini d'oro. Non posso dare altro alla Madonna di Don Bosco: sono un ricordo della mia povera madre. Li abbia Lei, la nostra gran Madre comune e dal Cielo benedica me e i miei cari! Poco dopo spirava nel bacio del Signore e nel sorriso di Maria Ausiliatrice di cui era divotissima. Noi deponiamo il fiore della devota riconoscenza sulla tomba della modesta ed umile creatura mentre invitiamo i nostri lettori a dire la preghiera del suffragio per la nostra defunta cooperatrice esemplare.

Preghiamo anche per:

ABATE Carmela Ved. LAZZARO, † Catania. ACCATINO Francesco, T Frassinello Monf. (Ales.). ARAGNO Maria, † Serravalle Scrivia (Alessan.). ARCHETTI Giovanni, † Coccaglio (Brescia). ASTOLFO Teresa, t Motta di Livenza (Treviso). BALSAMO Emilia, † Paternò (Catania). BARSANTI Teresa, † Orzale (Lucca). BATTISTA D. Emilio, Arcip., † Civitanova del S. BENIGNI Angelo, † Pedrengo (Bergamo). BERTOIA Lorenzo, † S. Lorenzo (Udine). BIGNAMINI Carolina Ved. MARICONTI, † Lodi. BILONI Maria, † Vescovato (Cremona). BOCCHETTI Giuseppina, † Trucchi (Cuneo). BoRASi Silvia n. SIGNA, † Fossano (Cuneo). BOSSATTI Teresa, † Cisterna d'Asti (Alessandria). BRANCATI Nicola, † Reggio Calabria. BRERA Enrico, † Carbonara Ticino (Pavia). BRiCCo Teol. Giovanni, † Torino. BRIGNOLI Luigi, † Pedrengo (Bergamo). BROVELLI Clelia, † Sesto Calende (Milano). BUFFAGNI Emilia LEONARDI, † Formigine (Mod.). BUFFOLo Andrea, † Campo Bernardo (Treviso). BUGLION Sac. D. Filippo, † Ceccano (Roma). CAPRA Luigi, † Torino. CARMINATI Giuseppe, † Baceno (Novara). CARNEVALE MAFFEI Secondo, † Abbiategrasso. CARREDA Fanny in LAI, T Villanova Tulo (Cagl.). CASAZZA Angela di Giuseppe, † Casanova (Pavia). CASSINA Cav. Erminio, t Genova.

CASSANO Pietro, † Terranova di Casale (Aless.). CASTAGNOLE Celestino,' † Trebecco (Pavia).. CASTRACANE MOCCHi ZAMPEROLI C.ssa Zen. Cag. CAVALLERI Agostino fu Clemente, † Diano Ronc.

CECCATO Clotilde, † Vicenza.

CENTURELLI Erminia, † Pedrengo (Bergamo). CERATTI Anna, t Bogogno, † Novara. CERVELLINI Dott. Pietro, † Venezia. COLOMBO Giuseppe, † Cassina Valsatta (Como). COMINOLA GARBOLINO Maria, † Villafaletto COPPI Dott. Francesco, t Modena. CORBELLA Giuseppina, † Borgosesia (Novara). COSCIA Margherita Ved., † Rossana (Cuneo). Cossu Ing. Giovanni Maria, † Varazze (Genova). COSTA Can. D. Felice, t Biella (Vercelli). COVANI Salvatore, ( Pisa.

CROTTA Giovanni, + Cuorgnè (Torino). DAGHERO Giovanni, † Cumiana (Torino). DALMAZZO Maddalena, t Torre di Mondovì. DEL BUONO Girolamo, † Moneglia (Genova). DELL'ERA Carlotta Guida, t Milano.

DIGHERO Rosa Ved. PILA, t Sestri Lev. (Genova). Di STEFANO Can. Giovanni, † Paternò (Catania). FAGNANO Lorenzo, t Ancona. FABRIs Maria, T Romano d'Ezzelino (Vicenza). FERRARIS Angela, + Ceva (Cuneo). FIOCCHI Don Secondo, † Albuzzano (Pavia). FRANCESCHETTI Merope, † Massa Superiore. FRANZO Giov. Maria, † Palestro (Pavia). GALLI Angela, † Villa Lagarina (Trentino). GALLO Matilde, † Castelnuovo Calcea (Aless.). GAMBERUTTI Luigi, † Vigone (Torino). GARRIONE D. Giuseppe, Casale Monf. (Aless.). GARRoNE Amalia, † Ceva (Cuneo). GIANNELLI Paolina in LEONI, † Vallesanta (Ar.). GIANNI Don Giuseppe, t S. Benedetto (Bologna). GIOVINE D. Domenico, † Canelli (Alessandria). GONELLA Enrico, t Calliano Monf. (Alessandria). GRANDI Ved. Felicita, † Tuenno (Trento).

GUADAGNI Annunziata, † Livorno.

ISOLA Mons. Francesco, † Montenars (Udine).

JANNI Can. Gaetano, Parroco, † Mazzarino.

LAVEZZO Girolamo, t Soglio (Genova).

LEONCINI Elvira, t Bolsena (Viterbo).

LEONESI Ada, + Roma.

LOCATELLI Caterina, t Bedero (Como). LINZITTO Angela SPARTI, t Buscemi. LONGOBARDI Gioachino di Michele, † Castellam. MAESTRANI Venusta, † Scascoli (Bologna). MAGATELLI Arnbrosina, t Bormio (Sondrio). MANNO Baronessa Eleonora, t Torino. MARCHISio D. Costant., Prevosto, t Bergolo. MARINGONI Margherita, † Vertova (Bergamo). MARTINETTI Giov. Ved. CASSANO, + Terran. C. MARTINETTI Lucia, † Garbana (Pavia). MARTINOLO Angelo, † Torino. MATTALIA Angiolina, Maestra, t Peveragno. MEDA Maria, † Orzinuovi (Brescia). MESTRALLET Spirito, t Torino. MISMELI Carola, † Albino (Bergamo). MORANI Umbert. Ved. CAGALLI, t Vangadizza. OLIVIERI Giulia, † Dolcè (Verona).

OREGLIA Bar. Gabriele di S. Stefano, † Torino. OSELLA Lucia, † Carmagnola (Torino). PALERMO Dott. Rosario, † Maletto (Catania).

PARIETTI Giuseppe, † Possano (Cuneo). PASQUINI Paolo, + Filago (Bergamo).

PAVESI Innocente, † Castiglione d'Adda (Milano). PELLEGRINI Maria SOMETTI, † Caprino (Verona). PERRON Maria Trotista, + Valtournanche (Aosta). PIANTONI Teresa, + Collere (Bergamo). PINCHIETTI Matilde Ved. ALITI, † Masate (Mil.). PLATANIA Domenica, † Paternò (Catania). PRATI Simone, t Dasindo (Trento). RAPISARDA Antonio, † Catania. RIBOUR Luigi, † Alessandria.

RICAGNO Giuseppe, † Sezzadio (Alessandria). RIGAZIo Domenica, † Cigliano (Vercelli). RINALDI Rodolfo, † Stambucci (Roma).

Rizzi Mons. Carlo, Arciprete, t Pomaro (Piac.). RODOLFI Elisa, † Calcinato (Brescia). RONCO Simone, t Poirino (Torino). ROSCAS Maria, † S. Cataldo (Caltanisetta). ROSSINI BERTINI Rosa, † Vigevano (Pavia). RUGGERI D. Frane., Arcipr., † Castrezzato. RUOTOLO D. Michele, † Andria (Bari). SALAMANDRA Donna M. Adelaide, † Trevi (Ter.). SANDRI Elisa in PAVARANI, † Cozzano (Parma). SANTI AMANTINI Adele, † Sestino (Arezzo). SANTONI Mons. Vincenzo, † Genzano (Roma). SARACCO Francesca n. VERDOBBIO, † Torino. SARTORIO Tognetta, t Arsa.-;o (Milano). SCARCIOTTA Assunta G., t S. Cataldo (Caltan.). SCAVINO Cav. Giuseppe, † Vercelli. SCHIAPPARELLI Clotilde, † Biella (Vercelli). SEMARCHI D. Francesco, † Vezzano di Sopra. SIBONA VILLATA Paola, † Vinovo (Torino).

SORMANI Giacomo, T Affori (Milano).

SPARTI Gaetana, † Buscemi (Siracusa). STARACE Elena, † Castellammare di Stabia.

STOFFA D. Michele, t Madonna dell'Olmo.

STOPPANI Teresa, † Ghemme (Novara). TONINO Pier Antonio, + Buia (Udine). ToPA Rosa PIANESI, † Macerata.

TORRE GROSSA Cataldo, Canonico, † S. Cataldo. TuBERLINI C.ssa Maria ANGELETTI, t Bologna. VALLINO Orsola, † Saluggia (Vercelli). VALENTINI MIGLIORINI Maria, † Caltignaga. VALENTINI Salvatore, † Dipignano (Cosenza). VESCOVI Pio, † Milano. VESPA Angelo, † Castelnuovo Calcea (Aless.). VISENTIN Mario, † Biancade (Treviso). ZAMPIETRI D. Giuseppe, + Buttapietra (Verona). ZANETTA Antonio, † Torino. ZENONE Ermelinda, † Borgosesia (Novara). ZIGNONE Desolina, † Borgosesia (Novara). ZIGNONE Ettore, † Borgosesia (Novara). ZUNINO Avv. Emilio, † Acqui (Alessandria).

R. I. P.