PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
ANNO XI-VII. TORINO, GIUGNO 1923 NUMERO 6.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)
SOMMARIO: L'anima di S. Francesco di Sales. - Il VII° Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione. - Il sig. Don Rinaldi in Sicilia. - Solenne omaggio a Don Bosco educatore. - Missioni Salesiane: I primi Missionari di D. Bosco in Australia. - Un appello commovente: Missionari, Missionari, Missionari. - Dall'Assam durante le vacanze del "Puja". - Dalla Prefettura Apostolica del Rio Negro. - Mostra Missionaria Vaticana. - Arredi Sacri per le Missioni Salesiane. - Le meraviglie di Maria Ausiliatrice: Le Feste del 24 maggio. - Omaggio internazionale a Gesù Adolescente. - Azione salesiana. - Centenario di S. Francesco - Dall'Italia e dall'Estero. - Necrologio.
A cura delle Suore della Visitazione di Annecy, l'anno scorso venne pubblicato un piccolo libro, intitolato « L'Anima di S. Francesco di Sales, rivelata da S. Giovanna di Chantal in una delle sue lettere e nella sua deposizione al processo per la Beatificazione del Servo di Dio, 1627 (1) ».
La lettera è indirizzata a Giovanni Goulu, più noto sotto il nome di don Giovanni di S. Francesco, Generale dei Feuillants, e contiene, quasi proemio alla deposizione, un affettuoso elogio alle virtù del Santo.
« Giovanna-Francesca Frémyot, chiamata comunemente di Chantal, nativa di Digione », « prima religiosa e prima Madre Superiora dell'ordine della Visitazione di S. Maria, e, in questa qualità, prima figlia del Beato Francesco di Sales », iniziò la sua deposizione nel Processo per la beatificazione del Servo di Dio, il 27 luglio 1627, chiamandolo, già, abitualmente, Beato e Santo. Suor Giovanna-Francesca contava, allora, 54 anni.
Il Tribunale, costituito da Mons. Andrea Frémyot, Arcivescovo di Bourges, da Mons. Giov. Pietro Camus, Vescovo di Belley, e dal rev.mo Giorgio Ramus, Pronotario Apostolico, « tutti e tre giudici delegati della S. Congregazione dei Riti, per compiere con autorità Apostolica il processo sulla santità della vita e sui miracoli del servo di Dio Francesco di Sales, Vescovo di Ginevra », a comodità delle religiose della Visitazione tenne le proprie sedute nel parlatorio stesso del Monastero d'Annecy.
La deposizione della Chantal è lucida, sobria, e interessante; e mentre lumeggia, meravigliosamente, la reciproca carità onde l'anima sua fu avvinta coll'anima del Santo Fondatore, mette così bene in luce l'intima santità e la soave amabilità di questa, che ci par conveniente di farne conoscere qualche tratto ai lettori.
E, senz'altro, spigoliamo dalla Lettera che precede gli Atti della deposizione.
Dalla lettera.
... Io ho sempre visto quel Beato non aspirare e non respirare che al solo e pel solo desiderio di vivere secondo le verità della Fede e le massime del Vangelo.... Ripeteva che la vera maniera di servire Dio era di seguirlo e camminare dietro a Lui sulla punta dell'anima, senza nessun appoggio di consolazioni, di sentimenti, e di luce, all'infuori di quello della fede nuda e semplice. Per questo prediligeva la solitudine, gli abbandoni e le desolazioni interiori.
... Era suo metodo tenersi umile, piccolo e annientato davanti a Dio, con grande riverenza e confidenza, come un figlio amoroso.
... Diceva che non v'era più niente al mondo che potesse dargli contentezza all'infuori di Dio, e così non viveva più lui, ma Gesù Cristo in lui.
... Mi diceva anche, che, spesso, nel colmo delle affizioni, sentiva una dolcezza cento volte più dolce del solito, poichè per effetto dell'intima unione con la volontà divina, le cose più amare gli divenivano
dolci; e da tale unione procedeva quella sua suprema indifferenza in ogni cosa.
Non domandate nulla, non desiderate nulla,, non rifiutate nulla », era la sua grande massima.
Incomparabile la sua eguaglianza di spirito,.., la pace del suo cuore divina ed imperturbabile,... eppure non andava esente dalle emozioni e dalle passioni, e non voleva neppure che si desiderasse di esserne liberati;.., anzi diceva che esse servono a praticare le virtù più eccellenti e a stabilirle più solidamente nell'anima... Era il cuore più ardito, più generoso e più forte nel sopportare i carichi e le fatiche, e nel compiere le intraprese che Dio gli ispirava... E certo ci vuole una gran forza di animo per perseverare nel bene, come ha fatto il nostro Santo. Chi mai l'ha visto men che padrone di sè, o dimentico, anche per un attimo solo, della consueta modestia?
Chi ha mai visto scossa la sua pazienza, o l'anima sua alterata contro chicchessia?... Chi ha mai incontrato un cuore così dolce, così umile, così mite, così grazioso e così affabile come il suo? Ma nello stesso tempo, quanta prudenza e saggezza naturale e soprannaturale nel suo spirito, che era il più chiaro, limpido e vasto che mai si sia visto! Nostro Signore non aveva dimenticato niente per la perfezione di quest'opera, che la Sua mano potente e misericordiosa s'era da se stessa formata!
... Aveva un amore speciale per il SS. Sacramento: era la sua vita 'e la sola sua forza. O Dio! quale ardente e dolce devozione sentiva quando Lo portava nelle processioni! Diveniva luminoso come un cherubino; aveva, attorno il divino Sacramento, degli ardori inspiegabili...
La sua anima era più pura del sole e più bianca della neve, sia nelle sue azioni che nelle sue risoluzioni, nelle sue intenzioni, come nei suoi affetti...
Amava tutte le anime perfettamente e con purezza, secondo il loro posto; ma non ne amava due in modo eguale; poichè quante erano le anime che egli amava, (ed erano infinite), altrettanti erano i diversi gradi d'amore che aveva per esse; in ciascuna notava ciò che vi era più degno di stima, ed a ciascuna dava un posto nel proprio affetto secondo il proprio dovere e secondo la misura della grazia che vedeva in essa.
Dalle deposizioni.
Fede.
... I dotti che l'hanno frequentato hanno detto che Dio aveva profuso nel suo spirito delle luci e delle conoscenze del tutto straordinarie per l'interpretazione dei passi più difficili della S. Scrittura... Per conto mio, ho constatato chiaramente che il dono di Fede che aveva ricevuto era accompagnato da grande chiarezza, certezza, gusto e soavità straordinarie, poichè Dio aveva diffuso nel centro dell'anima sua una luce così sfolgorante, che egli abbracciava, con un semplice sguardo, le verità della Fede. Chiamava il luogo dove risiede questa chiarezza: « il santuario di Dio, ove non entra altri che l'anima sola col suo Dio »... Scrisse una volta: « O Dio! la bellezza della nostra santa Fede m'appare così grande che ne muoio d'amore, e sono convinto che ne devo chiudere il dono prezioso che Dio me ne ha fatto entro un cuore tutto profumato di devozione »...
Una persona mi disse che, tormentata da circa due anni da una forte tentazione contro la fede nel SS. Sacramento, ne fu liberata appena parlò per la prima volta col nostro Beato; ed io stessa, dopo molti anni di tormento di tal fatta, lui alleviata dalle sue istruzioni, e credo fermamente che le sue preghiere me ne abbiano dipoi ottenuta l'intera liberazione.
Speranza.
In mezzo alle afflizioni di questa vita, diceva spesso: « Bisogna farci coraggio; andremo ben lassù un giorno: sì, bisogna sperarlo con sicurezza che vivremo eternamente. Che cosa se ne farebbe Nostro Signore della sua vita eterna, se non la desse alle anime povere, piccole e deboli come le nostre? ».
Disse una volta ad un gran Prelato, a Mons. De Belley...: che bisogna morire fra due guanciali: uno dell'umile confessione che noi non meritiamo che l'inferno; l'altro di un'intera e perfetta confidenza nella misericordia di Dio che ci darà il Paradiso.
Mi ricordo che, trovandomi ammalata e agli estremi, il Beato venne per consolarmi ed assistermi nel passaggio supremo, e mi disse che mettessi la testa ai piedi della Croce e stessi là come una lucertolina per ricevere l'efficacia del sangue prezioso che ne scendeva, con una grande confidenza nella misericordia di Nostro Signore.
Un'altra volta mi disse: « Vedete: il trapasso dei nostri amici è certamente cosa amabilissima, poichè avviene per popolare il Cielo ed allargare la gloria del nostro Re. Un giorno, che Dio solo conosce, andremo anche noi con loro; epperciò impariamo con cura il cantico dell'amore santo per poterlo cantare più perfettamente in quell'eternità beata ».
Un giorno - nell'ultimo anno della sua vita - egli scrisse: « O Dio! come sarei felice se un giorno, dopo la Santa Comunione, trovassi il mio piccolo cuore fuori del mio petto e quello del mio Salvatore al posto suo!... »
Carità verso Dio.
... Parlando una volta con una persona, che egli amava come se stesso, (1) di quel supremo amore che egli aveva per Iddio, disse: « Se Dio mi comandasse di sacrificarvi come ordinò ad Abramo di sacrificare suo figlio Isacco, io lo farei »; e dal suo accento e dal suo aspetto si capiva chiaramente che egli avrebbe compiuto tale sacrificio con coraggio ed amore senza eguale alla divina volontà.
Mi scriveva in una lettera; « ... Credo che anche tra, tutte le pene dell'inferno vi sarebbe il Paradiso, se colà vi potesse essere l'amor di Dio; e se il fuoco dell'inferno ,fosse un fuoco d'amor di Dio, mi pare che i tormenti ne sarebbero desiderabili... ».
Un'altra volta scrisse:... « Se io avessi una fibra sola d'affetto che non fosse per Dio e di Dio, la strapperei subito da me ».
« Sì, continuava, se io avessi una cellula sola del mio cuore che non fosse segnata dal Crocifisso, non vorrei conservarla neppure un minuto ».
Ed altra volta: « Oh! come vorrei, o morire, o amare Dio. Vorrei, o che mi venisse strappato il cuore, o, se mi fosse lasciato, non lo fosse altro che per questo amore. Oh, Dio! perchè dovremmo vivere l'anno venturo se non per amare la suprema Bontà? ».
Il confessore ordinario del Santo mi disse, ed io assicuro che era vero, che il Beato nostro Padre non faceva niente per evitare l'inferno nè per acquistare il Paradiso; ma tutte le sue azioni le compiva puramente e semplicemente per amor di Dio, che temeva perchè l'amava, e amava perchè lo meritava e pel suo solo amore.
Nutriva anche un amore tenerissimo alla Passione di Nostro Signore; ed il suo cuore era tutto preso e penetrato dalla dolcezza di quel dolore, sicchè diceva spesso; « O amore, come sei doloroso! O dolore, come sei amoroso! »
Queste e infinite altre erano le prove di quell'amore divino che bruciava e consumava il suo cuore...
Carità verso il prossimo.
« Voglio amarlo tanto, questo prossimo; voglio ansarlo tanto. Eppure son certo di non amare nient'altro che Dio, e tutte le anime per Dio; e tutto ciò che non è Dio e per Dio, non è niente per me »: così scriveva una volta.
Egli non oppose mai un rifiuto a nessuno; a qualunque ora e nonostante qualunque affare d'importanza avesse tra mano, non rimandava quasi mai coloro che venivano a cercarlo, nè mostrava mai alcuna noia o disgusto della loro conversazione e soleva dire a chi lo criticava per tale eccessiva condiscendenza: « Questa povera gente, che voi chiamate di poco conto, ha altrettanto bisogno d'essere ascoltata pei suoi affari, quanto le persone altolocate per i loro. Se un'anima è tanto turbata per una cosa da nulla, quanto un'altra lo sarebbe per un affare d'importanza, è questa una buona ragione per non alleviarla e rimandarla soddisfatta? I piccoli affari sono altrettanto importanti per la povera gente, quanto i grandi affari per i grandi. Non ci dobbiamo a tutti? Essi vengono a cercare consolazione, e dobbiamo negarla?... »
Spesso egli regalava i suoi abiti, la sua biancheria e le sue calzature ai poveri, e, una volta, si tolse perfino le scarpe che aveva nei piedi per darle ad un povero, come mi assicurò il suo cameriere, testimonio oculare del fatto... Le elemosine che distribuiva ai poveri, vergognosi di chiedere l'elemosina, erano innumerevoli... Visitava gli ospedali, i malati, i prigionieri; e tutti incoraggiava a sopportare pazientemente i propri mali e le proprie afflizioni... Dava cospicue elemosine a tutti gli Ordini Mendicanti della città, e specialmente ai Reverendi Padri Cappuccini, ed ordinava al suo maggiordomo di distribuir loro ciò di cui avevano bisogno, sia per gli ammalati che per i sani. Talora si recava a prender cibo con essi, ed egli stesso faceva portare il pranzo per tutti.
Aveva l'abitudine, il giovedì Santo, di lavare a tredici poveri i piedi, durante la cena, e poi li baciava teneramente, per quanto malati, qualche volta, e molto sudici. E praticava questa carità con mirabile devozione e umiltà; io gli vidi fare questa funzione prima di essere religiosa, e posso assicurare che veramente edificava i presenti. In seguito dava loro un pranzo e faceva rimettere a ciascuno un'abbondante elemosina...
(Continua).
Suor GIOVANNA-FRANCESCA FREMYOT.
(1) L'Ame de S. François de Sales révélée par S.te Jeanne-Françoise de Chantal. - Annecy, Imprimerie J. Abry, 1922.
(1) Questa persona era la stessa Madre di Chantal.
Chi ritarda di darsi a Dio, è in pericolo di perdere l'anima.
Sac. GIOVANNI Bosco.
Tenuto a Bologna, nel Teatro Contavalli, dal 24 al 26 aprile u. s., aperto con solenne funzione nella Metropolitana di S. Pietro, accompagnato da altre cerimonie religiose nella Chiesa della Santa e nel Santuario del S. Cuore, e coronato la mattina del 27 da un pellegrinaggio alla Madonna di S. Luca, fu e rimarrà prova dell'interesse che tutta Italia cattolica sente di dover dare, oggi specialmente, all'istruzione religiosa in generale, e in particolare alla formazione cristiana della gioventù di ogni classe.
Larghe adesioni di Cardinali e Vescovi, Senatori, Deputati e di uomini illustri affluirono da tutte parti. Più cara ed espressiva tra tutte, quella del Sommo Pontefice.
L'adesione e la benedizione del S. Padre Pio XI.
Ed ecco, prima d'ogni altra cosa, la lettera inviata dal S.. Padre all'Arcivescovo Mons. Nasalli-Rocca, elevato il 23 maggio u. S. alla Sacra Porpora.
AL VENERABILE FRATELLO GIOVANNI BATTISTA ARCIVESCOVO DI BOLOGNA
PIO PP. XI.
Venerabile fratello,
Salute e Apostolica Benedizione.
Con gran gioia apprendemmo che fra giorni si terrà a Bologna, sotto la tua presidenza, il VII Congresso degli Oratori e delle Scuole di Religione; nè meno ci rallegrammo leggendo, nel memoriale inviatoci, gli importantissimi argomenti che presenterete a discussione nelle singole adunanze dei Congressisti.
Siffatti Congressi pertanto - al primo dei quali tenutosi a Brescia nel terzo centenario dalla morte di San Filippo Neri, a cura degli Oratoriani di quella stessa città, già tennero dietro altri cinque per iniziativa e zelo della Società Salesiana, la quale si assunse per l'avvenire questa impresa come opera permanente - è meraviglioso quanto abbiano giovato a sempre meglio propagare in tutta l'Italia gli Oratori e le Scuole di Religione, con cui più efficacemente si mira alla cristiana educazione della gioventù.
È veramente a dolersi, però, che corrano tempi, in cui, i giovani, abbandonati a se stessi, così sovente si trovino in pericolo della fede e dei costumi, e che ben poco, a riparo di ciò, si possa sperare molte volte dai genitori e dai maestri, i quali, in modo speciale, avrebbero il dovere di educare santamente i giovani e tenerli sul retto sentiero, e invece con gran iattura di questi, per parte loro, quasi non se ne curano.
Rispondono quindi a somma necessità gli Oratori fondati da Giovanni Bosco, e dai suoi figli con tanta cura propagati; ove tutti i giovani che vi accorrono, non solo per mezzo di onesti divertimenti vengono allontanati dai luoghi pericolosi e dai cattivi compagni, ma anche sono avviati alla pratica dei doveri cristiani e all'apprendimento della religione e dei buoni costumi.
Nell'educazione inoltre della gioventù mirano a qualcosa di assai alto e perfetto le nostre Scuole di religione, essendo proprio di esse il supplire l'istruzione religiosa che gli alunni delle pubbliche scuole, specialmente medie e superiori, o assolutamente non ricevono, o la ricevono monca o difettosa.
In questo VII Congresso adunque, che tu, o Venerabile Fratello, presiederai, si tratterà invero una causa di cui nessun'altra ci sta più a cuore, e nessuna è più atta a dar all'Italia una generazione pia e sana. Sarebbe infatti da disperare della Patria, se i giovani crescessero lontani da Dio e dalla Chiesa, e ignari e disprezzatori di quelle sapientissime leggi dalle quali dipende la prosperità sia degli individui che della società.
Ci ripromettiamo inoltre un esito felicissimo del vostro Congresso, anche dal notevole numero di coloro che già preannunziarono il loro intervento. Sappiamo infatti che vi parteciperanno parecchi Vescovi delle diocesi dell'Emilia e di altre parti e, col Rettor Maggiore della Società Salesiana, molti sacerdoti della medesima che dirigono Oratori e Scuole di Religione tanto in Italia che presso altre Nazioni, e un gran numero di loro Ex-Allievi e di quelli che essi chiamano loro Cooperatori.
Ma di più, o Venerabile Fratello, i voti che nelle vostre adunanze in Bologna voi delibererete, ci sembra, che sebbene in modo speciale siano da attuarsi nelle varie regioni d'Italia, potranno anche portare copiosi frutti ad altre genti all'estero, sia per mezzo dei Salesiani che da varie parti v'interverranno, sia per mezzo dei Bollettini mensili che a cura della loro Società si pubblicano per le singole nazioni, e che certamente diffonderanno e spiegheranno dappertutto gli Atti del vostro Congresso Italiano.
Infine non occorre che Noi a voi tutti facciamo animo, ben conoscendo già la vostra alacrità e diligenza; non ci rimane quindi che implorare, come facciamo, il celeste aiuto ai vostri lavori.
Pegno del quale aiuto e della Nostra paterna benevolenza sia la Nostra Apostolica benedizione, che a te, Venerabile Fratello, e a tutti i partecipanti a cotesto Congresso, ben di cuore, impartiamo nel Signore.
Dato a Roma, presso S. Pietro, il giorno 10 aprile 1923, II del nostro Pontificato.
PIUS P. P. XI.
« Le adunanze generali del Congresso - così il Bollettino ufficiale della Diocesi di Bologna - riuscirono veramente solenni e imponenti. Al nostro Arcivescovo che teneva la Presidenza d'onore, facevano corona quasi tutti i Vescovi della regione con S. E. Mons. Raffaele Santi Vescovo di Pennabilli. Nella prima adunanza erano presenti anche le Autorità cittadine. Il Prefetto, il Sindaco, il Questore, oltre ad inviare i propri rappresentanti, scrissero pure alla Presidenza del Congresso lettere impronrare al più vivo e deferente interessamento, bene augurando ai lavori. Fu rilevato con compiacimento che a tutte le adunanze generali del Congresso, insieme con un grandissimo affollamento di Congressisti, assistevano pure in gran numero Autorità e cospicue personalità cittadine. La Presidenza effettiva del Congresso fu tenuta dal rev.mo Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei Salesiani, coi vice presidenti Mons. Baviera, Mons. Cantagalli, Mons. Pedrelli e Marchese Filippo Sassoli De' Bianchi, e Segretario generale Don Stefano Trione Salesiano.
Le adunanze di sezione.
» Non è possibile in un ristretto resoconto, dar relazione dei temi svolti e delle relazioni fatte, tanto nelle adunanze generali, come nelle adunanze di Sezione del Congresso. Diremo solo, delle Sezioni, che furono tre, essendosi dovuto aggiungere alle due annunziate nel programma, di cui la prima trattava l'argomento degli Oratori e la seconda quello delle Scuole di Religione, una sezione femminile per la parte che, tanto nell'argomento degli Oratori, come in quello delle scuole di Religione, riguardava più direttamente la donna. In tutte tre le Sezioni le discussioni procedettero con grande fervore, tanto che solo a fatica poterono essere contenute entro i ristretti limiti di tempo assegnati a ciascun tema per far posto alla trattazione di tutti... ».
Si presentarono allo studio e alla discussione, nè più nè meno, i temi seguenti:
Come dev'essere l'Oratorio ai nostri giorni. - L'Oratorio nei centri minori. - Oratori femminili. - Formazione religiosa, morale e sociale dei giovani nell'Oratorio. - Come ottenere la frequenza agli Oratori. - La Religione nelle scuole. - Le scuole di Religione a fianco delle Scuole pubbliche. - Come formare i Catechisti e gli altri Insegnanti di Religione. - Programma d'insegnamento per le Scuole di Religione. - Gli Oratori nei loro rapporti colla vita parrocchiale. - Gli Oratori maschili e femminili nei loro rapporti colle Organizzazioni della Gioventù Cattolica. - Le Scuole di Religione nei loro rapporti colla Parrocchia e coi Circoli Giovanili. - Come si sostengono gli Oratori e le Scuole di Religione.
Troppi e troppo gravi, e, vorremmo aggiungere, troppo vivamente sentiti alcuni temi. Non è quindi a meravigliare se alcuni rimasero in istudio presso le Commissioni.
Solo quando queste avranno compiuto il lavoro, saranno pubblicati i risultati. Ma fin d'ora possiamo dire che l'interesse stesso con cui i Congressisti si appassionarono alla trattazione dei singoli problemi, fino a rammaricarsi di non averli potuti discutere conforme al bisogno, fece sì che il Congresso si chiudesse col germe di un Congresso ulteriore ove riprendere, col sussidio d'una esperienza competente, lo studio di quei problemi che le ristrettezze del tempo non permise d'esaurire.
Le adunanze generali.
« Ma le adunanze generali - nota il Bollettino ufficiale della Diocesi di Bologna - lasciarono senza dubbio più viva e profonda impressione, certo per l'imponenza di quelle assise, ma però principalmente per il valore degli oratori ».
I temi che si svolsero furono questi:
Missione provvidenziale degli Oratori, sia maschili, che femminili, con i rispettivi loro circoli e svariate organizzazioni ai giorni nostri. - L'istruzione religiosa nei circoli cattolici giovanili, sia maschili, che femminili. - Cultura religiosa dei laici cattolici. - Cultura religiosa della donna cattolica. - L'Istituto di cultura superiore religiosa della Pontificia Università Gregoriana in Roma, e la Scuola superiore di Religione, diretta dai Padri della Compagnia di Gesù. - La Scuola vescovile di religione di Parma a programma completo, diretta dai Salesiani. - L'Insegnante nelle scuole superiori di religione. - Influenza della Sacra Liturgia nella formazione religiosa del giovane dell'Oratorio. - La musica, il teatro e lo sport nell'Oratorio.
Meriterebbero, in vero, di essere interamente riprodotti i discorsi dei singoli oratori. Nel loro insieme furono una plastica visione di quello che si fa, o di quello che occorre fare dappertutto affinchè il bambino, il giovane e l'adulto, il garzone e l'operaio, lo studente e il professionista, la fanciulla, la studentessa, l'operaia, la massaia, la signora, tutti conseguano quell'istruzione, quell'assistenza, quella formazione cristiana, senza di cui ogni restaurazione è vana e peritura. Visione ampia e sintetica di quello che Clero e laicato, Parrocchia e Oratorii, Oratorii e Circoli, possono e debbono compiere con opera concorde, ciascuno col suo spirito, col suo metodo, con quella libertà, che rende adatto e proficuo il lavoro, ma pur sempre con quell'armonia di vedute generali, e quella cordiale intesa di pratica azione, per cui gli sforzi di tutti tendano a formare di tutti e di tutte le classi l'unico corpo mistico di Cristo.
Le assemblee generali furono ore di godimento spirituale. Se per una parte il laicato cattolico maschile e femminile, nei discorsi del Senatore Montresor, della signorina Ricci Curbastro, del March. Sassoli, e la balda Gioventù Cattolica Italiana, per bocca del suo Presidente, Avv. Corsanego, chiedevano, con passione, istruzione soda e completa fino alla pratica esatta di tutti i comandamenti di Dio, termine sicuro di confronto fra i veri e i non veri cristiani, ed elettrizzavano l'assemblea di santa compiacenza per la nobiltà e l'ardore della domanda, per altra parte, le ben organizzate scuole di Religione, di Roma, aperta dai Gesuiti presso l'Università Gregoriana, e di Parma, tenuta dai Salesiani presso il Palazzo Vescovile, come balzarono viventi nei discorsi di P. Garagnani della C. di G. e del nostro prof. Don Caviglia, davano la gioia di vedere due precorrenti pratici esempi di quello che, raccolto in norme di chiara forma nel discorso del salesiano prof. D. Cojazzi, doveva costituire il frutto più bello di quelle adunanze: conoscere il metodo e concepire il proposito di aprire dappertutto scuole di religione, adatte a coloro che sono chiamati a frequentarle. Così, all'udire l'efficacia della Sacra Liturgia nella formazione dello spirito cristiano, i Congressisti ebbero fremiti di esultanza e slanci di corrispondenza all'appello dell'oratore, P. Bevilacqua, Filippino, per la sempre più viva partecipazione dei giovani ai sacri riti: e quanti nel discorso del salesiano Dott. Don Ulcelli venivano a conoscere la pratica dei nostri Oratori, vi provavano la superiore soddisfazione di sapere tanta parte della nostra gioventù, quella che più è sbattuta dal vento della dissipazione mondana, attratta all'Oratorio con la dolce calamita d'un giovanile divertimento, e poi condotta alla Cappella dell'Oratorio, dove viene poco a poco educata alle divine attrattive che Dio esercita nell'animo giovanile col fascino dei sacri riti, resi nel tempo e nel luogo accessibili anche a quei dissipati e trascurati birichini che più han bisogno di sentirne la suggestione trasformatrice, e che pur sono così capaci, come l'esperienza dimostra con l'evidenza del numero, di divenire a suo tempo tanta parte della gioventù cattolica più attiva.
In tutte le adunanze, i discorsi le relazioni degli oratori furono intramezzate da comunicazioni diverse, fatte con genialissima vena dal Segretario Don Trione.
Il Congresso deliberò anche d'inviare una lettera d'adesione, di plauso e di ringraziamento all'E.mo Card. Richelmy, Arcivescovo di Torino, per aver iniziato il processo informativo dell'Ordinario per l'introduzione della Causa del Servo di Dio Don Michele Riva, 1° Successore del Ven. Don Bosco; - un'altra all'E.mo Card. Tosi, Arcivescovo di Milano, con le più vive istanze perchè inizi quanto prima identico processo per il compianto Card. Ferrari di v. m.; - una terza all'E.mo Card. Vincenzo Vannutelli in vivo ringraziamento per la deliberazione presa dagli E.mi Cardinali di Curia a favore della Causa del Santo Padre Pio X.
All'adunanza di chiusura il nostro Rettor Maggiore ringraziò sentitamente quanti lavorarono per il Congresso e tutti i congressisti, particolarmente le autorità cittadine e gli eccellentissimi Vescovi, i quali, facendo corona all'illustre Arcivescovo di Bologna gli diedero particolar decoro ed autorità. Chiese insieme un favore, e cioè che la dotta Bologna, voglia studiare di conciliare la vitalità dei circoli e degli oratori in modo che regni tra loro la maggior concordia d'azione all'unico scopo, che è la salvezza delle anime: « Gli oratori, hanno tradizioni gloriose in S. Carlo, in S. Filippo, nel Ven. Don Bosco. Sono l'arca di salvezza della gioventù, e i circoli avranno in essi i più fiorenti semenzai ».
Da questi brevi rilievi il lettore vede come la benedizione, che con parola ampia e magnifica il Papa volle inviare, fu sprone, fu conferma, fu santificazione del lavoro compiuto, e divenne insieme forza fecondatrice di nuova vita per un Congresso futuro. Bene quindi stette l'augurio finale dell'Arcivescovo Mons. Nasalli-Rocca, che cioè molta e molta gioventù abbia ad attaccarsi alla veste del sacerdote e alla giubba del laico cattolico, come un giorno il B. Cottolengo predisse a Don Bosco, quando gli raccomandava di farsi una veste di panno molto spesso, affinchè, resistendo agli strappi, potesse tirar tutti a salvamento.
« Il primo impulso, disse l'Arcivescovo di Bologna nel discorso di chiusura, è venuto da Torino »; ma il dotto Clero di Bologna, con a capo il veneratissimo suo Pastore, portò all'iniziativa salesiana quell'entusiasmo e quel lavoro solerte che dànno l'impronta caratteristica d'una iniziativa fatta propria, così da poterlo meritamente chiamare CONGRESSO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE E CULTURA RELIGIOSA DELLA GIOVENTÙ ITALIANA.
Il nostro Rettor Maggiore in Sicilia
(Dalle relazioni inviate dall'ispettore D. G. Minguzzi)
Il 13 febbraio il sig. don Rinaldi partì alla volta di Alì Marina, dove le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno una casa fiorentissima, con Educandato, Scuola Normale Pareggiata, Scuole Comunali, Giardino d'infanzia ed Oratorio festivo. Lungo il tragitto la popolazione di S. Agata Militello, che gode pure dei benefizi d'una casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, accorse alla stazione per ossequiarlo ed offrirgli un mazzo di fiori. Don Rinaldi ringraziò e, mentre il treno si rimetteva in moto, vòltosi ad un nostro ex-allievo, tenente nei RR. Carabinieri, gli consegnò il mazzo, dicendo amabilmente: « Prenda, sta meglio in mano ad un ufficiale, che a un prete ».
Ad Ali visitò l'Istituto, si compiacque del suo andamento, celebrò nella cappella, incoraggiò le insegnanti, e con efficace parola esortò le allieve del Corso Normale a crescer degne dell'alta missione cui aspirano.
A Messina, Taormina e Randazzo.
Da Alì passò a Messina, al Collegio S. Luigi. Una nube di mestizia gli oscurò il volto alla vista delle ruine di quello che fu il fiorente istituto salesiano, crollato nel terremoto del 19o8 facendo 64 vittime. Dal triste e doloroso ricordo lo richiamò subito l'irrompere di un centinaio di giovani, che fra alti evviva si disputano la sua mano per baciarla. E l'opera risorta, è la speranza di un domani migliore, è il bene che continua. La scena è delle più commoventi. Anche uno stuolo di amici e di benefattori s'affolla attorno al buon Padre e l'accompagna al salone, dove prende la parola il rev.mo P. Gerardi, dei Minori Conventuali, che dice un nobile discorso sul tema: Gigli e rose, illustrando la figura di S. Francesco di Sales. In fine del trattenimento Don Rinaldi osserva conce anche nelle opere di Don Bosco vi siano gigli e rose; i gigli nei fanciulli bisognosi di cure per conservare la loro purezza, e le rose nella carità e generosità dei benefattori, ai quali fa appello perchè Messina possa aver presto un nuovo collegio degno della città. In seguito si recò a vedere il terreno, già acquistato per il vivo interessamento della famiglia del Comm. De Cumis, in splendida posizione che domina lo stretto, destinato al nuovo collegio tanto desiderato dai Messinesi; e dopo aver visitato l'Oratorio Salesiano e la parrocchia di S. Leonardo alla Giostra, e i due istituti che le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno in città, partì per Taornina.
La graziosa città gli organizzò un festoso ricevimento alla stazione e nei nuovi locali dell'istituto salesiano, dove Don Rinaldi assistè all'inaugurazione di una lapide in memoria dei principali benefattori. Le colonie straniere, svernanti in città, andarono a gara con le autorità locali nel rendergli omaggio; ed accorsero, al completo, alla conferenza tenuta dal nostro Don Fasulo, partecipando con slancio ad una sottoscrizione pro orfani di guerra.
All'indomani celebrò nella chiesa ufficiata dai Salesiani, gremita di cooperatori e di popolo, tenne una conferenza alle Dame di Maria Ausiliatrice; visitò l'istituto delle Suore Francescane Missionarie di Maria e quello delle Suore del Divin Zelo; e si fermò a lungo tra gli oratoriani e gli ex-allievi, lasciando in tutti, beneficati e benefattori, il più soave ricordo.
La mattina del 19 febbraio giungeva a Randazzo, culla dell'Opera Salesiana in Sicilia. Quando il treno entrò in stazione, il vento e la pioggia imperversavano, e tuttavia una folla grande di cittadini d'ogni ceto, con musica e bandiere, lo accolse e lo accompagnò al Collegio S. Basilio, con entusiasmo superiore ad ogni descrizione. Il nostro Rettor Maggiore ringraziava commosso, ammirando la benevolenza e la, fiducia, di cui son circondati il nome e l'opera di Don Bosco.
Il Collegio S. Basilio di Randazzo, fondato da Don Bosco fin dal 1879, gode un'alta riputazione in tutta l'isola; gli ex-allievi parlavano già con entusiasmo della solennità con cui intendono celebrarne il cinquantenario di fondazione.
Il sig. don Rinaldi fu lieto nel constatare che pari alla stinta è il bene che compie l'istituto; con grande amorevolezza s'intrattenne tra i 500 alunni dell'Oratorio festivo, cui distribuì delle caramelle; e, malgrado il tempo pessimo, si portò a celebrare al convento di Santa Caterina, ove, sotto la guida materna delle Suore di Carità, si adunarono le fanciulle del popolo, che si accostarono tutte alla S. Comunione.
A Catania.
Fatta una breve visita all'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Bronte, dove Clero e Cooperatori gli misero in mano una graziosa offerta per le missioni, passò a Catania, che ha due case salesiane, nelle quali si rinnovarono le scene di entusiasmo, già ripetutamente accennate.
Nell'Istituto S. Francesco di Sales in via Cibali, fiorente di più di trecento allievi interni, studenti e artigiani, don Rinaldi assistè al convegno d'azione, tenuto dai Cooperatori, e al Congresso regionale degli ex-allievi, presieduto dall'avv. Cav. Felice Masera, con esito felicissimo.
Il 24 febbraio si recò all'Oratorio S. Filippo, per celebrarvi le solenni funzioni per la commemorazione mensile in onore di Maria Ausiliatrice. La chiesa era gremita. Tutta quella moltitudine ascoltò con devota letizia la sua semplice parola, eccitante fervidamente alla divozione alla Madonna, e prima della benedizione un forte nucleo di dame di Maria Ausiliatrice si avanzò ai piedi dell'altare per ricevere dalle sue mani la medagliadistintivo.
All'uscir di chiesa lo attendevano i 400 alunni delle scuole fiorenti nell'Oratorio, i quali gli si strinsero attorno col più grande affetto. La tenera scena si ripetè in forma più commovente nel pomeriggio, quando discese in mezzo agli oratoriani accorsi al catechismo quaresimale. Era l'ora del tramonto. Il successore di Don Bosco, dall'alto di una predella posta in mezzo al cortile, circondato da una fitta massa giovanile, parlava commosso del Fondatore degli Oratori, dei suoi sogni giovanili e delle sue svariate vicende, e tutti quei giovani, con gli occhi buoni e sorridenti, stavano estatici ad ascoltarlo. L'indimenticabile giornata ebbe un cordiale epilogo al Circolo «Giovanni Bosco ».
La domenica 25 febbraio si raccolsero nella chiesa dell'Oratorio per ascoltare la sua Messa tutti i circoli giovanili. Numerose bandiere facevan corona ai gagliardetti di due nuovi reparti di esploratori, che Don Rinaldi benedisse, coronando la cerimonia con brevi parole inneggianti al rifiorire della giovinezza cristiana.
Visitò anche le Figlie di Maria Ausiliatrice in via Caronda, ove hanno Collegio-Convitto, Scuole private, giardino d'infanzia ed Oratorio festivo. Le convittrici diedero in suo onore lui solenne trattenimento con splendidi quadri plastici, rievocanti la vita di Gesù; e il buon Padre, con frasi incisive, le spronò alla sequela e all'amore del Maestro e Modello divino, secondo gli insegnamenti di Don Bosco.
La visita a Catania si chiuse con un'intima festa nell'Istituto S. Francesco di Sales la sera del 25 febbraio, dove il Direttore gli porse per primo il saluto, tessendo, con felice sintesi, sulla trama delle opere salesiane fiorenti in Sicilia, un cordiale elogio al festeggiato. A nome dei Cooperatori parlò il Can. Puglisi, riconfermando l'attaccamento inalterato a Don Bosco; per gli ex-allievi prese la parola l'avv. Lazzara, e per i circoli giovanili il dott. Barbagallo, manifestando ambidue il saldo proposito delle rispettive organizzazioni di essere il buon lievito cristiano nella società. Anche le Dame Patronesse portarono la loro nota gentile, accompagnata da cospicua offerta; e in seguito collegiali, orfani di guerra, e oratoriani andarono ,a gara nel rendere omaggio al 3° successore di Don Bosco. La splendida serata fu suggellata dalla parola di Don Rinaldi, il quale, nel dire il suo grazie, notò com'esso non si restringeva alla sola Catania, cattolica e gentile, ma a tutta la Sicilia, che aveva così generosamente risposto al richiamo del nome di Don Bosco.
Da Caltagirone a Modica.
Il 26 febbraio si portò a Caltagirone, destando una vera festa di gioventù e di popolo. Anche quell'Ecc.mo Vescovo si degnò andargli incontro. Il venerato Superiore trascorse la giornata tra i giovani liceisti del pensionato e gli orfani di guerra che popolano l'Istituto Domenico Savio; ed assistette al trattenimento, in cui tutti effusero il loro affetto all'opera salesiana, presenti il Sindaco, il Sotto-Prefetto, il Preside degli studi, ed altre autorità, con le più elette famiglie dell'aristocrazia.
Nel pomeriggio del 28 partì alla volta di Canicatti, dove era stato indetto un convegno dei decurioni e direttori dei Cooperatori. Pernottò a Caltanisetta, amabilmente accolto da S. E. Mons. Vescovo e dalle associazioni cattoliche, che gli espressero l'insistente desiderio di avere in città una fondazione salesiana. S. E. lo volle accompagnare fino a S. Cataldo, dove pure, da parecchi anni, son attesi i figli di Don Bosco, e dove potè ossequiare l'Ecc.mo Mons. Vassallo, reduce dall'Argentina.
A Canicatti tutta la popolazione, senza distinzione di partiti, gli mosse incontro, al suono di tutte le campane, e fece ala al suo passaggio fino alla chiesa madre, dove entrarono più di quattromila persone, per ascoltare la sua parola, ed egli parlò all'attenta moltitudine, dopo aver benedetto una nuova statua di Maria Ausiliatrice, che conta nella ridente città numerosi divoti.
Lungo il tragitto Canicatti-Licata-Modica fu un frequente rinnovarsi di dimostrazioni d'omaggio. Specialmente l'arrivo a Modica fu improntato a grande riverenza da parte della cittadinanza e delle autorità. Qui pure presiedette un convegno di Cooperatori, visitò l'Istituto di Maria
Ausiliatrice, e si trattenne coi fanciulli dell'Oratorio festivo e con i giovinetti dei Circoli, che organizzarono un grazioso trattenimento, presenziato dalle più distinte famiglie.
Ad Acireale, Trecastagne e Pedara.
Da Modica fece ritorno a Catania, per visitare i benefattori, primi tra tutti l'Em. Card. Arcivescovo, che gli fu largo di squisita bontà, il Prefetto della provincia, ed altre autorità locali.
Presiedette anche una riunione generale delle Dame Patronesse, cui manifestò le care impressioni riportate nel suo viaggio; disse delle opere che i Salesiani si propongono di svolgere, e si intrattenne specialmente sull'ampliamento dell'Oratorio S. Filippo e sulla costituzione di una Scuola d'arti e mestieri per operai, due opere costose ma urgenti.
Il 9 marzo fece visita alla città di Acireale, dove le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno un casa di formazione con Oratorio festivo. Celebrò nell'ampia e bella chiesa pubblica, annessa all'Istituto, parlò alle Dame Patronesse e alle Cooperatrici; e si recò a far visita a Mons. Vescovo, il quale l'accolse con gran deferenza e l'accompagnò a visitare il Seminario, perchè benedicesse le giovani speranze della diocesi.
Tornato di quel medesimo giorno a Catania, l'indomani si rimise in viaggio. Giunto a Trecastagne fece una breve sosta per visitare l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e di là, accompagnato dalle Autorità e dai Rappresentanti di tutte le asssociazioni di Pedana, proseguì per questa città, dove l'amore a Don Bosco è diffuso in ogni ceto sociale. Don Rinaldi, infatti, vi ebbe le più entusiastiche dimostrazioni, le quali culminarono, il mattino, in una comunione imponente e devota, e al pomeriggio nella benedizione rituale del nuovo Oratorio, compiuta dallo stesso Superiore, assistito dal clero e da tutte le autorità, e da una selva di bandiere. Scoperta una lapide-ricordo, inneggiante alla Vergine, da cinque lustri ispiratrice e ausiliatrice di feconda attività salesiana in Pedara, con l'animo commosso rivolse la parola al popolo. « D'oggi innanzi, disse, questa non è più casa nostra, ma vostra: è casa dei figli vostri. Qui, col sollievo fisico, essi troveranno il cibo, il ristoro morale. Qui si formeranno le nuove generazioni di Pedara, qui si educheranno i giovinetti alla religione e al dovere, all'amor di Dio, della famiglia, della patria». Compiuta la cerimonia si tenne la commemorazione del 25° dell'Istituto. Oratore ufficiale fu l'ex-allievo avv. Pappalardo, che disse dei trionfi di Don Bosco; e tutto il trattenimento fu una commossa apoteosi del Venerabile Fondatore.
A S. Gregorio di Catania.
A Pedara si recarono incontro al nostro Rettor Maggiore il sindaco e il direttore dell'istituto salesiano di S. Gregorio di Catania, dove giunse, in loro compagnia, la sera del 12 marzo, festa patronale. Tutte le vie erano illuminate a lampade elettriche e adorne di archi e festoni di fiori. Accolto dal suono della banda musicale, tra le acclamazioni del popolo Don Rinaldi si diresse alla chiesa parrocchiale, benedisse la bandiera del Patronato S. Giuseppe, annesso all'Oratorio festivo, spiegò il significato della cerimonia, e impartì, in fine, la benedizione eucaristica.
Dopo la funzione, la folla invase il cortile dell'istituto salesiano, e nonostante l'ora tarda, non se ne partì, finchè, così all'aperto, i rappresentanti delle varie associazioni non ebbero dato al desideratissimo ospite il saluto augurale.
La mattina seguente S. E. Mons. Emilio Ferrais, Vescovo ausiliare di Catania, procedette alla solenne benedizione della nuova chiesa, dedicata al S. Cuore, portata finalmente a compimento. È la seconda chiesa che viene aperta al culto del Divin Cuore nel primo anno di rettorato del sig. Don Rinaldi, che vi celebrò la prima messa, cantata, distribuendo molte Comunioni. Per tutto il giorno fu un affluire di fedeli e cooperatori ed ex-allievi, venuti anche dai vicini paesi per pregare nel nuovo tempio ed ossequiare il 3° Successore di Don Bosco. La memoranda cerimonia suggellava, coi migliori auspici, la prima visita del nostro Rettor Maggiore alle Case di Sicilia.
Dopo aver passato ancor due giorni a S. Gregorio, dando udienza a ragguardevoli persone, accorse da ogni parte, tornava a Catania, e la mattina del 17 marzo ripartiva per Messina e Napoli, accompagnato dai voti di tutti i suoi figli ed ammiratori.
Nel ritorno sostò brevemente in alcune case salesiane della penisola, a Napoli, a Portici, a Rogna, raccogliendo, dovunque, il fervido omaggio, noti solo dei confratelli e degli alunni, ma anche di benemeriti ex-allievi e cooperatori.
Solenne omaggio a Don Bosco educatore
Il 10 maggio, festa dell'Ascensione di N. S. Gesù Cristo, salivano a Valsalice circa mille persone, la maggior parte maestri e insegnanti, per rendere a Don Bosco l'annunciato omaggio.
Promosso da un gruppo di insegnanti torinesi, ebbe, in vero, pieno successo, anche per le distinte personalità che lo presenziarono, come il prof. comm. Vidari, Ordinario di Pedagogia; il dott. prof. comma Gaetano De-Sanctis, Ordinario di Storia Antica; il dott. prof. Cosimo Bertacchi, Ordinario di Geografia; il dott. prof. Kiesow, il dott. prof. Ponzo, il dott. prof. Peano della R. Università; il comm. prof. Gustavo Colonnetti direttore e il dott. Panetti prof. del R. Politecnico; il dott. prof. Jorio; il Regio Provv. agli Studi Conte Staff etti; il dott. prof. Bettazzi, Assessore per l'istruzione media, il grand'uff. avv. Bona, Assessore per l'istruzione primaria; e Presidi e Professori delle Scuole Medie, cui facevano corona molti Direttori ed Insegnanti elementari di tutti i compartimenti scolastici torinesi e Direttrici e Maestre degli Asili d'Infanzia.
La cerimonia s'iniziò colle note dell'Inno a D. Bosco del Pagella, eseguito dalla banda dell'Oratorio, diretta dal Maestro Cav. Dogliani.
Il dott. don Cojazzi, Preside del Liceo « Valsalice », a nome dei Salesiani, diede ai presenti il benvenuto. La presidenza venne assunta dal nostro Rettor Maggiore Don Rinaldi, e dal prof. cav. Piero Gribaudi, Direttore del R. Istituto Sup. di Commercio, e dalla prof. Maria Vittoria Chiora, della R. Scuola Normale Domenico Berti.
Esordì il prof. Gribaudi, accennando lo scopo del convegno e ringraziando le Autorità presenti. Oltre all'imponente numero dei convenuti - egli disse - ci è di conforto il numero delle adesioni che superano le 16oo. Il che dimostra come nel campo scolastico la figura di Don Bosco assurga ornai alla fama di vero maestro d'una pedagogia nuova, la più conforme ai nostri tempi.
Lette le principali adesioni dalla segretaria prof. Carolina Turco, ha la parola il Teol. Fasano, maestro comunale, che riferisce sul tema « Origine, concetto e pratica del sistema preventivo secondo Don Bosco ». L'egregio oratore riferisce la parole che Don Bosco medesimo lasciò scritte intorno al suo metodo educativo; rievoca i più belli e luminosi esempi della sua giovinezza; illustra le ispirazioni avute e la forma pratica in cui egli le ha tradotte, e conchiude: « D. Bosco passa alla storia, tra i più grandi pedagogisti, e avrà la riconoscente ammirazione nei secoli. Chiamarlo il Vincenzo de' Paoli del Secolo XIX è alto e giusto titolo di gloria, ma non è tutto. Anch'egli ha la sua propria gloria, dove non ripete il nome da nessuno e che formerà, forse, in avvenire un titolo antonomastico per lui e per gli altri: la scoperta, (o diciamo meglio, la pratica) del sistema preventivo ».
Terminata la relazione, il Presidente invita a parlare il Comm. Bona e il prof. Vidari.
Il comm. Bona plaude all'opera di Don Bosco ed esalta lo spirito che anima le sue istituzioni; e dichiara la sua ammirazione per il Fondatore e per l'Opera dei suoi figli.
« Son venuto - dice a sua volta il prof. Vidari - per ascoltare e per imparare. Vi dirò in ogni modo tutta la mia ammirazione per l'opera di Don Bosco. Il maestro Fasano ha ricordato l'azione dei Gesuiti e quella dei Fratelli delle scuole cristiane. Indubbiamente le due istituzioni hanno un passato di gloria nel mondo educativo e culturale, ma lo ha non meno l'opera di Don Bosco. Si parla di sistema preventivo, ma non si tratta di un sistema nuovo; don Bosco ha ripreso il pensiero, vecchio quanto il mondo, di tutti i grandi educatori. Cioè che non si educa, se l'educatore non accoglie entro di sè una fiamma di sentimento ed una direttiva di vita. Don Bosco ha sentito che bisognava accostarsi al popolo per redimerlo dallo stato di servitù. Egli ha sentito che il lavoro non è una schiavitù, ma è una forza redentrice, ed associò al lavoro la cultura e la pietà per arricchire le menti ed elevare lo spirito. Ha collegato il lavoro alla scienza e alla civiltà. Per questo la sua opera è grande, e vale più di ogni trattato. Don Bosco sta molto vicino a Vittorino da Feltre: l'uno e l'altro non scrissero trattati, ma furono uomini d'azione, e la bellezza della loro opera risulta dal loro esempio! »
Il secondo tema riguardava « i modi e mezzi con cui lo svolgimento del programma scolastico può divenire un vero avviamento alla formazione ed educazione cristiana della gioventù ». Ne fu relatore, pieno di fervore e di slancio, il dott. prof. Riccardo Guglielminetti, il quale insistè sulla necessità di formare la coscienza cristiana del maestro, perche possa migliorare l'opera sua educatrice, accostando la propria alla grande anima di Cristo, come hanno fatto, con don Bosco, tutti i sommi educatori.
La prof. Serapia Cotto, direttrice della Scuola Professionale « Maria Laetitia », trattò delle « Scuole popolari e scuole professionali secondo la mente di Don Bosco ». L'egregia relatrice esalta la gioia e la forza redentrice del lavoro, parla delle Scuole Professionali e delle Colonie agricole Salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e presenta il seguente ordine del giorno:
« L'Assemblea, considerata la necessità e l'urgenza di provvedere alla formazione intellettuale, morale e cristiana della gioventù, specialmente di quella costretta, per condizioni famigliari e sociali, a dedicarsi assai presto al lavoro manuale; considerato che dall'educazione e dall'istruzione professionale della classe lavoratrice notevoli vantaggi deriverebbero all'economia nazionale e che tale educazione e tale istruzione professionale si possono soltanto acquistare nelle scuole di lavoro, le vere scuole per il popolo; considerato che le scuole professionali e popolari, ideate con alta divinazione dal ven. Don Bosco, tenace ed ardente educatore, diedero ottimi risultati, perchè alimentate dal soffio benefico della fede e sorrette dall'amore cristiano; fa voti: - 1° che dette scuole si moltiplichino ognora per ogni industria e professione; 2° che esse ottengano tutti gli appoggi morali e finanziari necessari alla loro vita, sia dallo Stato, che dalle pubbliche amministrazioni; 3° che tutti coloro che amano il miglioramento economico e morale della Patria diano a queste scuole tutta la loro simpatia ed il loro favore; 4° che le scuole professionali salesiane, corrispondendo sempre e per metodi e per programmi e per maestri d'arte, alle esigenze dei tempi, siano continuamente modello a tutte le altre scuole del genere ».
Il prof. Panetti, del Regio Politecnico, plaude all'ordine del giorno, auspicando alla fusione del lavoro intellettuale e del lavoro manuale, fusione che nell'opera di Don Bosco trova già la sua realizzazione.
Il prof. Farina fa voti che venga dato il nome di Don Bosco ad una delle scuole municipali di Torino. La cerimonia volge al termine. L'inno a D. Bosco viene ripetuto dalla banda salesiana, quindi il nostro Rettor Maggiore si alza a parlare. Ricorda il nome del prof. Giov. Antonio Rayneri, l'illustre pedagogista torinese, e lo ricorda perché gli dà il pensiero più acconcio per chiudere la bella festa intellettuale. Il Rayneri, amico di D. Bosco, soleva dire dalla sua cattedra: « Io insegno qui la pedagogia, ma se volete vederla in pratica andate a Valdocco »; e ricordava, di frequente, un episodio svoltosi sotto i suoi occhi all'Oratorio, quando Don Bosco raccontò con tanta naturalezza ai suoi fanciulli il fatto del pastorello David, unto Re, che quelli, com'ebbe finito, gridarono Viva Don Bosco, nostro re, e, acclamando, lo portarono in trionfo. « Quest'oggi - conclude D. Rinaldi - abbiamo assistito ad una scena simigliante, colla differenza che non più i giovani, ma i loro stessi insegnanti acclamano Don Bosco loro maestro ». E ringraziando con commosse parole i convenuti, finì col dire che i Salesiani non potranno far altro per mostrare la loro riconoscenza a tanti egregi amici e benefattori che pregar per loro e far pregare allo stesso fine i loro allievi.
Uno scrosciante applauso segnò la fine della simpatica riunione.
I primi Missionari Salesiani partiti per l'Australia.
Il nostro caro confratello Don Siara, capo della la spedizione salesiana in Australia, scrive da Fremantle, in data 4 aprile u. s., al sig. D. Rinaldi:
« Appena arrivati al primo porto Australiano, mi faccio premura d'inviarle nostre nuove col primo saluto dalla « sunny Australia », cioè dall'Australia soleggiata. Sarei troppo lungo, se volessi comunicarle tutte le impressioni del nostro viaggio. Mi limito a dirle che durante la traversata in alto mare non abbiano sofferto alcun male, benche il viaggio da Marsiglia a Premantle sia durato 35 giorni. Imbarcandoci a Marsiglia il 24 febbraio, cioè nel giorno della commemorazione utensile di Maria Ausiliatrice, noi eravamo ben sicuri che la nostra amatissima Madre ci avrebbe protetti e preservati da ogni male durante il faticoso e lungo viaggio.
Dopo tanti giorni, in cui non vedevamo che acqua, si desiderava ardentemente da tutti di metter piede in terra ferma, almeno per il giorno di Pasqua! E il nostro desiderio fu appagato, perchè la « Ville de Metz » gettava l'ancora nel porto di Premantle al mezzodì del Sabato Santo.
Credevano di giungere in Australia completamente sconosciuti, perche nessun salesiano prima di noi visitò queste terre; e durante il viaggio ci veniva spesso alla mente il pensiero: « Dove rivolgeremo i nostri passi, appena giunti al primo porto australiano? Chi ci darà ospitalità, se dovremo, per parecchi giorni, aspettare a Premantle il piroscafo per Kimberley? » Queste preoccupazioni svanirono per incanto, quando, due giorni prima di toccar terra, ricevemmo dai Reverendi Padri Oblati della città di Premantle un marconigramma così concepito : « Padri Oblati dànno il benvenuto ai Salesiani, pregandoli voler essere loro ospiti ».
Può immaginare, amatissimo Padre, la gioia e la consolazione nostra a questo fraterno invito: « Non andiamo adunque verso una nuova terra completamente sconosciuti, ma c'è qualcuno, che aspetta e pensa ai Figli di Don Bosco, anche in Australia! ».
Difatti non appena sbarcati a Premantle, ci vedemmo attorniati dai rev. Padri Oblati con il loro buon Superiore Don Callan, i quali, cortesemente ci condussero in automobile alla loro casa, che è sotto la protezione di San Patrizio. Qui abbiam passato le Feste Pasquali, come in casa nostra. Gli ottimi ospiti ci usano con santa carità tutte le finezze e premure immaginabili, ed io non ho parole per esprimere loro la nostra riconoscenza ed ammirazione. Che il Signore voglia benedir sempre questi buoni Padri e il loro Istituto!
Non appena giunti a Premantle, pensavamo di far una visita a Sua Ecc. Rev.ma Mons. Clune, Arcivescovo di Porth; ma Sua Eccellenza, avuto sentore del nostro arrivo, ci prevenne, venendo Egli stesso a darci il benvenuto e ad augurarci un fruttuoso apostolato.
Ora stiamo aspettando il piroscafo che ci dovrà portare a destinazione. Abbiamo ancor da fare un viaggio di 10 giorni in alto mare, e poi qualche giorno, costeggiando, su di una piccola barca. Siamo tutti preparati alle difficoltà che ci aspettano nella missione, e contuttociò siamo allegri, perchè certi che, dovunque, ma specialmente in questo nuovo canapo di apostoliche fatiche, non ci verrà meno la potentissima protezione della nostra Madre Maria SS. Ausiliatrice, Patrona principale della Terra Australiana. Siamo pur certi che il nostro Venerabile Padre Don Bosco guarda con soddisfazione dal cielo e benedice ai suoi figli, che per i primi si avanzano in questo continente alla conquista delle anime.
Non appena giunti a Kimberley, le daremo altre notizie.
N. d. R. - Il foglio cattolico « Record » di Premantle annunziava l'arrivo dei primi figli di Don Bosco in Australia e la loro destinazione al Vicariato di Kimberley, , aggiungendo, con deferenza, un ampio cenno della vita del Venerabile Fondatore e dei suoi istituti sparsi in India, in Africa, in Irlanda, in Cina, in Inghilterra e in Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, oltrecchè in Italia.
UN APPELLO COMMOVENTE
Missionari, missionari, missionari.
I zelanti Salesiani di Shillong (Assam) rivolgono al sig. Don Rinaldi quest'appello:
Tutti noi, qui in Assam, in modo speciale il primo nucleo di Missionari, che fin da principio conosce gli avvenimenti della Missione, siamo ammirati della buona volontà, con cui i nostri amatissimi Superiori ci hanno aiutati in personale e in mezzi. Sappiamo benissimo che essi non devono pensare solamente all'Assam, e siamo convinti che ogni aiuto, anche minimo in se stesso, è grande, se considerato nelle circostanze in cui viene accordato. Nonostante questo, crediamo di dover dire, in coscienza, che siamo troppo pochi all'enorme lavoro che ci attende.
Monsignore, forse, non osa insistere più (almeno pel momento) per aver personale, giacchè sa lo sforzo già fatto per aiutarlo; tuttavia è continuamente in ansia per la salute dei confratelli e per l'impossibilità di soddisfare ai più urgenti bisogni.
Sì, il lavoro è enorme, nè si può limitare, dato che le cose son così avviate che è impossibile arrestarsi senza danni considerevoli.
Qui a Shillong, città e distretto, siamo quattro preti (Monsignore compreso), e dobbiamo attendere alla parrocchia khassì e alla parrocchia inglese con conseguenti obblighi di spiegazioni di Vangelo e Catechismi in duplice lingua, più tutte le funzioni, e visite agli ammalati.
Vi sono inoltre tre fiorenti Comunità religiose da accudire: un collegio maschile con nove Irish Christian Brothers e centosettanta alunni; un collegio femminile con otto suore e settanta interne (europee); altra comunità di suore con Orfanotrofio femminile ed ottanta alunne: e quindi molto altro lavoro nel sacro ministero: conferenze alle religiose e alle varie compagnie interne tra gli allievi, ecc. ecc.
Non basta. Abbiamo anche il nostro Orfanotrofio maschile con l'annessa scuola Media e Primaria, con 57 orfani e 4 maestri interni, e 17o alunni esterni ed altri 6 maestri esterni; più la Scuola Industriale, le Scuole Serali, la Scuola agli Aspiranti, la visita al Distretto di Shillong, vasto e insalubre, ove sono comunità cristiane che assolutamente non si possono abbandonare.
Tutto questo fa sì che ognun di noi, quantunque si sia gettato con tutto l'ardore dell'entusiasmo al lavoro, e speri; con l'aiuto della Divina Provvidenza di continuarlo, debba farsi seriamente questa domanda: « In così pochi, si potrà continuare a lungo? »
Se consideriamo inoltre che Monsignore, per le molteplici cure della Missione in generale, deve necessariamente essere esonerato da impegni locali: che uno di noi non ha la salute corrispondente al suo buon volere: che le insidie del clima sono continue, sì che uno strapazzo si paga ben caro (l'esperienza quotidiana ce ne ammaestra, e la lunga malattia di Monsignore ne è una prova), sembra di poter concludere che è troppo piccolo il manipolo degli operai evangelici dell'Assam.
E tutto questo di Shillong! Che dire di Raliang, paese e distretto, ove i due carissimi confratelli Don Deponti e Don Mazzetti lavorano mani e piedi, e resta tanto e tanto da fare?... E di Don Gil e Don Piaseski che hanno tutta la vallata del Bramaputra?... E del nostro Don Tormo con i suoi Bengalesi?
E pensi, amatissimo Padre, che il presente lavoro è esteso ad una sola quinta parte della Missione! Pensi, che da ogni angolo della Prefettura Apostolica è un grande movimento di attrazione verso il cattolicismo; son le masse, i paesi intieri che (per opera di Maria Ausiliatrice) riconoscono la falsità delle religioni native, comprendono che il protestantesimo non può essere la religione della verità, e, sentendo dalle tribù limitrofe parlare in favore del Missionario cattolico, desiderano di abbracciare la nostra Santa Religione.
Dinanzi a quest'azione palese della grazia, noi sentiamo tutta la nostra meschinità e impotenza: e guardiamo fiduciosi a Maria SS. Ausiliatrice, la stella della nostra Missione, perche aiuti noi e loro, e perchè muova il cuore del nostro Rettor Maggiore, a mandarci altri e molti altri missionari....
N. d. R. - Il nostro Rettor Maggiore prega, a sua volta, Maria SS. Ausiliatrice a voler inviare alla Pia Società Salesiana molte nuove vocazioni, e a tutti i Cooperatori, massime ai rev. Sacerdoti, rinnova il più caldo invito a coltivare amorosamente e ad indirizzargli molti cari giovani, desiderosi di consacrarsi all'apostolato.
Come il Signore prepara i popoli alla fede.
«Dalla metà di dicembre - scrive al sig. Don Rinaldi il nostro confratello Don Hauber, Missionario nell'Assam - ho lasciato il distretto di Raliang per continuare il lavoro al sud di Shillong, nel distretto di Laitkynsew.
» È un campo pieno di speranze, in cui ad ogni piè sospinto si vede il lavorìo della grazia divina e la bontà materna di Maria Ausiliatrice, che ci prevengono passo per passo e ci preparano i cuori. L'entusiasmo per la religione cattolica è grande presso tutti i pagani. Essi sanno di essere nell'errore, e, cercando la vera religione, si orientano non già verso il protestantesimo, che bollano apertamente di bugiardo, ma verso il cattolicismo. Nessun cattolico li ha ragionati: sono essi stessi che si son formati questo giudizio dell'insegnamento dei protestanti. I quali, se sono ancor numerosi e potenti, vanno però oggi rallentando il corso dei successi. I capi di due provincie (che prima della venuta degli Inglesi erano regni), per insistenza delle popolazioni hanno cacciato i maestri protestanti, gridando: - Non vogliamo i bugiardi, vogliamo i Missionari Cattolici! - A me son venuti incontro molti capi, pregandomi:- Venga, Padre, venga; raduneremo tutto il nostro popolo, e lei ci spiegherà la vera religione.
» Chi non vede in questo la mano di Dio? ».
(Relazione del Missionario D. Paolo Bonardi (Continuazione e fine: ved. n. di aprile u. s. )
Dopo il canto « Mira il tuo popolo » insegniamo il « Noi vogliam Dio » che pure avevamo stampato nella traduzione Khassì, e alla fine, con un po' più di difficoltà, ma non con minore effetto, facciamo loro apprendere, in lingua italiana, l'inno nostro « Cantiam di Don Bosco, fratelli, le glorie ».
Con che commozione, tra mezzo a queste foreste montane, e sotto le capanne che il sole del tropico brucia senza tregua, dal labbro di questi popoli a cui nessuno ha ancor detto la parola buona, e che nessuno ancora ha chiamato fratelli, benche figli dello stesso Padre: con che profonda commozione, dico, sentimmo ripetere la melodia di questo canto, che tante ricordanze ci desta in cuore! Oh davvero: « Don Bosco, Don Bosco, è un canto infinito - che udranno del mondo - le mille città ».
Ma l'ora della partenza è giunta: i pochi cristiani si inginocchiano a chiedere la benedizione del Missionario, e segue il congedo affettuoso dagli antichi e dai nuovi amici.
Sulla via del ritorno.
Non era certamente la mattina del 29 settembre la più lusinghiera per intraprendere un lungo viaggio, se, per tempissimo, il sole faceva già troppo sentire il benefizio del suo sorriso: ma l'itinerario era stato fissato dalla vigilia e, malgrado tutto, ci mettemmo in cammino.
Dalla sommità del monte potemmo intravvedere tutto il percorso da seguirsi e i villaggi per cui saremmo passati che ci apparivano come minuscoli punti gialli, affogati nel verde:... Tyrna, Nongriat, Mynteng, Nongkroh. Quel giorno camminammo per circa dieci ore, e sempre tra boschi di aranci, ananas e palme!
Arrivammo prima a Tyrna, un bel villaggio adagiato su uno sperone del monte che s'inoltra tra due grandi valli, ove dimora un catechista e dove pure è una scuola nostra; ma i bimbi che la frequentano sono pochi, e le assi che la compongono sono sconnesse; purtroppo, invece, è fiorente la scuola protestante, il cui fabbricato vedesi dominare tutte le altre capanne alla sommità del dosso. Il catechista ci spiega con grande interessamento le molteplici opere che sarebbero urgenti pel benessere della cristianità, e a noi piange il cuore nell'impossibilità di soddisfarle, almeno per ora, data la scarsezza dei mezzi e del personale missionario.
Giù per la china, dopo due ore, siamo al torrente e ai ponti. Magnifici. questi ponti di bambù! Sospesi a grande altezza sull'acqua, congiunti dalle robuste radici di due enormi alberi alle opposte sponde, non constano che di quattro canne di bambù e un filo di radice per ringhiera: e lanciano il loro arco a tutto sesto al disopra dell'abisso fragoroso. Non saprei, però, se piacerebbe a tutti trovarsi lassù, allorchè l'elasticità delle quattro canne produce un'odulazione di due o tre metri d'ampiezza, tra lo scricchiolio universale della massa!
Fu precisamente qui, che udimmo il primo sparo di mortaretti in nostro onore, e che trovammo Gabriel, il catechista di Nongriat, con alcuni ragazzetti cristiani. Proprio così: spararono a salve le noci di cocco riempite di polvere pirica, munite di miccia; e bisognava sentire come funzionano fragorosamente bene! Per tutto il tragitto, dai ponti al villaggio, si alternarono gli spari, mentre il corteo andava ognor più ingrossandosi.
Il significato del nome Nongriat (villaggio sul precipizio) corrisponde esattamente alla verità topografica. Sotto l'afa opprimente si raggiunge la capanna, che funziona ad un tempo da scuola, da chiesa, da abitazione del catechista, e da alloggio del Missionario. Non appena seduti sulla veranda di bambù, è una gara ammirabile: tutti ci portano grappoli di banani e cesti di arancie per smorzare l'arsura della sete.
Riposato il corpo, si iniziano le opere dello spirito; si battezza una bimba, si confessa, si conforta e si consiglia questa brava gente, che è costretta a stare mesi e mesi senza incontrarsi col missionario. Come già ai tempi di Nostro Signore, ancor noi ci vedemmo tosto attorniati da tutti gli ammalati del villaggio, dai bimbetti grassocci alle vecchie grinzose, per richiedere una medicina e una parola di conforto: e come il Divin Maestro, noi pure, ultimi tra i discepoli suoi, sentimmo profonda compassione di quelle turbe doloranti.
La malaria, che infesta la regione, trova facile veicolo nel calore soffocante dell'atmosfera... S'era portato un termometro per misurare le febbri, ma non serviva più, perchè la temperatura esteriore lo manteneva al massimo, oltre i 40 gradi!...
Salutata quella cara cristianità, che volle accompagnarci buon tratto nella foresta, dopo breve cammino giungiamo a Mynteng, dov'è una famiglia di catecumeni, che sulla porta di casa ha già posto un'immaginetta di Maria Ausiliatrice, recatavi dal lontano villaggio di Laitkynsew.
Più oltre benediciamo un'altra casa cristiana, e proseguiamo per la via del torrente.
Si passano nuovi ponti di bambù con la rinnovellata sensazione dell'orrore del vuoto: nuovo, congedo da altro gruppo di cristiani, che con le lacrime agli occhi, ci supplicano di inviare loro un catechista, perche il villaggio è completamenteabbandonato, e i loro bimbi crescono nell'ignoranza della religione. Assicuratili che faremo del nostro meglio per aiutarli, c'inoltriamo per il letto di un torrente laterale, a fine di raggiungere il sentiero... o, per dir meglio, la scalinata di risalita alla cima della montagna.
Che refrigerio, dopo tanto cammino, sotto tale canicola, potersi rinfrescare nell'acqua! Ripresa così un po' di lena, eccoci di nuovo tra i boschi di aranci, accanto ad acquedotti di bambù; passiamo per Nongkroh ove non sono cristiani, e verso sera siamo nuovamente a Laitkynsew, ove una buona zuppa di tartaruga ci rifocilla magnificamente. Quel giorno incontrammo solo cinque serpenti!
La festa del S. Rosario.
L'indomani, sabato, vigilia della festa del Rosario, passò nei preparativi della solennità. Il mattino della domenica la prima Messa è per tempo; molti si accostano ai SS. Sacramenti. Il grosso della folla però si va adunando poco dopo, man mano che dai villaggi lontani giungono i gruppi dei cristiani, frotte di bimbi, di adulti e di vecchi, che sbucano dalla foresta, pei sentieri montani, coi fagotti delle cibarie, e con cestelli di frutta da regalare ai Padri. Tutti son ilari e contenti, perche il poter ascoltare la S. Messa non è cosa di tutti i mesi!...
Verso le undici la chiesetta è letteralmente gremita; duecento persone all'incirca. Si canta la S. Messa a coro alternato; e le S. Comunioni salgono, quel giorno, a centoventi, ed abbiamo anche la consolazione di amministrare qualche battesimo e un matrimonio!
Tra la Messa e la benedizione del pomeriggio avemmo appena tempo di prendere un boccone in tutta fretta, perchè tutti volevan vederci, parlarci, delle loro famiglie e dei loro interessi, dei loro dolori e delle loro speranze: e, quantunque in due, avemmo molto da fare per accontentarli un po' tutti. In fine recitammo il S. Rosario, rivolgemmo loro alcune parole di circostanza, e impartita la Benedizione Eucaristica, li vedemmo tornare, per i diversi sentieri, ai villaggi lontani.
L'indomani, sei ammalati aspettavano la Santa Comunione in due villaggi lontani: e vi andammo di buon mattino... bordone in mano e Gesù sul cuore.
A Mawkeni la prima tappa, presso la prima ammalata: poi direttamente a Mawlong, dove giunti, di capanna in capanna, portammo il Tesoro Eucaristico agli infermi; battezzammo due bambini e una vecchia; e, a pomeriggio avanzato, si riprese la via del ritorno.
Sotto la pioggia.
A mezza strada fummo colti dalla tormenta, e fu giocoforza prenderci il torrente di pioggia che cadeva, senza tralasciare di camminare velocemente, quando, almeno, il diradarsi della nebbia ci permetteva di rintracciare il sentiero, e d'immergerci senza esitare nell'acqua fino alla cintola!
Con la preoccupazione di non lasciarci sorprendere dalla notte nella foresta, non avemmo tempo di badare a certe punture e pruriti che sentivamo in corpo; ma, quando Dio volle, giungemmo a Laitkynsew e potemmo spogliarci dei panni madidi d'acqua, facemmo una macabra scoperta; il nostro corpo era disseminato di sanguisughe e coperto di numerosi rigagnoli di sangue, che usciva con discreto impeto dalle nostre vene... e non accennava per nulla a stagnare! Lo imparammo poi dai nativi, che in tali casi è pericoloso strappare le sanguisughe dalla carne; e per evitare le emorragie si deve porre, sopra il parassita, del sale, al cui contatto esso cade senza produrre lacerazioni di tessuti.
La pioggia intanto, che continuò a cadere con veemenza tutta la notte e l'indomani e il terzo giorno, ci teneva continuamente bloccati, senza accennare alla fine. Che debba durare nove giorni consecutivi e con non minore accanimento ce l'assicurano tutti: e cominciamo a crederci anche noi. Che fare?... Rimanere lassù, ove l'acqua penetra dappertutto, sull'altare, sui banchi, sul letto, sulla tavola, senza che uno possa mettersene in salvo, oppure sfidare la bufera e tornare a Shillong?
Si riparte.
Fu quest'ultima la decisione adottata dalla maggioranza, allorchè ci adunammo, preti e giovani, a discutere sul da farsi; ed in seguito ad essa, nel pomeriggio del mercoledì, allestiti i fagotti, dato mano a qualche pezzo di vecchia tela cerata che ricopriva un'antica scrivania per improvvisarne un impermeabile, e presi ombrelli, foglie di banano e tuttociò che poteva venire a taglio, ci coprimmo alla meglio, e, detta un'Ave, ci abbandonammo alla rabbiosa veemenza della pioggia, e giù per la china! L'aspetto della comitiva era abbastanza comico e zingaresco! Un bimbetto portava, oltre i propri stracci e non so quali altri ingombri, due anitre vive, penzolanti e... dolenti; altri due, quasi come Caleb e Giosuè, una grossa tartaruga, infilzata in un bambù; altri, carichi di frutta, correvano imbacuccati in una mezza coperta, usando a mo' d'ombrello una larga foglia; tutti poi si navigava fino a mezza gamba almeno nell'acqua, giacche il sentiero era divenuto un torrente, e di tratto in tratto ci si arrestava per liberarci dai dissanguamenti delle sanguisughe..., questa volta, col sale!
Come Dio volle, e più presto di quel che pensavamo, si giunse a Cherrapoonje, il paese del mondo ove piove di più, e che sia veramente così non ci fu bisogno di provarcelo, nè quella notte, nè il giorno seguente!
Quant'acqua!... e pensare che il giorno dopo avremmo ricevuto diverse lettere dall'Europa, che accennavano all'ostinata siccità che dura da mesi!... Si potesse incanalarne un poco a consolazione dei due continenti!
Anche il dire la S. Messa, l'indomani, fu un affar serio, perchè, perfino sul corporale, pioveva.
Nel pomeriggio, fattici strada tra la nebbia e la pioggia, che non aveva per nulla diminuito il suo accanimento, infilammo lo sportello del motorcar, e in tre orette all'incirca eravamo a Shillong.
Amatissimo signor Don Rinaldi, voglia ricordarsi di questa Missione ai piedi della Madre nostra Ausiliatrice! Rècluti un Battaglione Missionario per l'Assam; sapremo fargli buona accoglienza e collocarlo a posto... Poi glie ne domanderemo un secondo, non dubiti!
Abbia anche un memento per chi Le si professa
Umilissimo e Obbedientissimo figlio
Sac. PAOLo BONARDI Missionario Salesiano.
Dalla Prefettura Apostolica del Rio Negro.
(Lettera del Missionario Salesiano Don Giovanni Balzola).
N. D. R. - Nel pubblicare questa lettera del nostro don Balzola, che inizierà, in questo mese, una nuova Missione intitolata al Sacro Cuore di Gesù, a favore degl'Indi Tucani nel Rio Negro, caldamente raccomandiamo alle comuni preghiere l'instancabile Missionario, che da oltre trent'anni lavora nell'evangelizzazione di Tribù selvagge, e preghiamo il zelantissimo Confratello ad inviarci relazioni delle sue nuove fatiche.
Manaos (Brasile), 31 marzo 1923. Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Rinaldi, .
Eravamo da tempo nella più viva aspettazione per il ritorno del nostro caro Prefetto Apostolico e per l'arrivo delle prime Figlie di Maria Ausiliatrice e di qualche nuovo missionario, e per ben quattro volte scesi a S. Isabel nella fiducia d'incontrarli. Finalmente l'8 febbraio vi era da poco ritornato, quando mi giunse la notizia che il vapore, che stava per arrivare, recava a bordo anche la tanto desiderata comitiva! Tutta la popolazione che scende mensilmente a S. Isabel dall'Alto Rio Negro e dai confini della Colombia e della Venezuela all'arrivo del vapore da Manaos, ricevette anch'essa, con gioia, l'annunzio che si diffuse in un baleno. Difatti quando, poco dopo il mezzodì, scendemmo nei vaporini per circondare la nave tanto sospirata, furono grida e voci di giubilo da ogni parte! Non appena il vapore ancorò, salimmo a bordo, abbracciammo Monsignore e il dott. Brunetti, nostro grande amico, che volle accompagnare le suore e i Confratelli da Manaos a S. Gabriel, e demmo un cordiale saluto alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Tutti stavano bene. Scendemmo, e il sig. Annibale Peixoto, ottimo nostro cooperatore, mise a disposizione delle Suore la sua casa, e la sua degna consorte, signora Dorotea Peimenta Peixoto, le colmò di gentilezze.
Erano già presenti i vaporini del nostro indimenticabile benefattore sig. Fontes e di Virginio Cardoso, che ci dovevano condurre a San Gabriel, ma ci fermammo in S. Isabel due giorni. Monsignore benedisse vari matrimoni e amministrò alcune S. Cresime, e il medico e le Suore visitarono gli ammalati e distribuirono a tutti dei rimedii. Incontrammo anche un giovinotto, di mia conoscenza, che, caduto malato, era stato là condotto e si trovava in fin di vita. Il medico e la suora farmacista gli prodigarono ogni cura; io gli amministrai i SS. Sacramenti, compresa l'Estrema Unzione; poi si dovette partire, ed il poveretto, nel medesimo giorno, poco dopo, se ne volava al cielo.
Ma ben altre morti ebbero a contristarmi di quei giorni. Verso la fin di gennaio, per un contratto fatto col Governo, il sig. Fontes si recava col suo vaporino fino ai confini della Venezuela per portar i viveri al distaccamento militare di Cucuhy, ed io mi univa a lui per dare colà una piccola missione, e poi ridiscendere, con lui stesso incontro a Mons. Massa. Il bravo signore aveva con sè la moglie e una figlia, bramose di far una gita: quand'ecco, al ritorno, la moglie si ammalò, e, giunti a S. Gabriel, si aggravò tanto che le si dovettero amministrare gli ultimi Sacramenti nel vaporino: e il dì seguente, festa della Purificazione, rimessici in viaggio, dopo tre ore, presi a recitarle il Proficiscere e la buona signora Francesca, ottima cooperatrice salesiana, volava anch'essa al paradiso. Due ore dopo giungevamo alla dimora del sig. Fontes, e si pensi la scena dolorosa che avvenne in quella benemerita famiglia: io non la so descrivere. Passai il giorno in quella casa di lutto, ed il dì seguente, dopo aver celebrata la S. Messa presente cadavere, l'accompagnai alla sepoltura, e, addolorato, proseguii il viaggio.
Lo crederebbe? Dopo due giorni, morìva il cuciniere che ci aveva accompagnato a Cucuhy, e il sig. Fontes, che per distrarsi, essendo già indisposto, aveva voltato scendere con noi fino a S. Isabel per ricevere Monsignore e le Suore, egli pure nel ritorno si aggravò, sicchè, giunti alla sua casa, ci fermammo due giorni per curarlo, ma purtroppo egli pure moriva; e dopo pochi giorni moriva pure il giovane pilota, che ci aveva accompagnati a Cucuhy! Così in pochi giorni vedeva scomparire dalla scena di questo mondo quattro degli otto compagni del mio ultimo viaggio. Si figuri, veneratissimo Padre, con quale strazio! Sia fatta l'adorabile volontà del Signore! Così stava scritto nei Divini Decreti!
Ma non è il caso che rattristi anche lei con queste notizie. Le dirò invece, che anche gli ultimi giorni di viaggio, quantunque i più pericolosi, non ebbero per noi alcun triste incidente. Arrivammo felicemente a S. Gabriel il 16 febbraio, e trovammo al porto tutta la popolazione in festa coi nostri confratelli e i 12o allievi; la fanfara squillava allegramente. Ci dirigemmo, per la nuova strada, alla Casa delle Suore, che manifestavasi incantevole, rallegrando, colla sua vista, chi ne doveva prender possesso, e subito dopo, ci recammo in chiesa per render grazie al buon Dio.
Mons. Massa era raggiante, vedendo realizzata una parte del suo vasto programma.
Con l'aiuto del dott. Brunetti, nei primi giorni si collocarono a posto le molte casse di medicine, formando una vera farmacia; poi, per soddisfare un vivo desiderio del dottore, l'accompagnai a visitare gli indii dell'Uapes, arrivando sino a Taracuà, cioè al luogo destinato per la nostra futura colonia tra i Tucanos. Fummo fortunati, perchè trovammo la maloca piena di indii, a motivo di una loro festa. Dormimmo anche noi nella maloca; ed il dì seguente, amministrati alcuni battesimi, fummo a visitar il luogo, dove in giugno fabbricheremo le nostre capanne, e, fatte alcune raccomandazioni a tutti, tornammo a San Gabriel, conducendo con noi sei giovinotti che ci aiuteranno nelle nuove costruzioni.
Ero appena tornato a S. Gabriel, quando Monsignore mi pregò di portarmi sino a Manaos per vari interessi della Missione, ed io fui lieto di compiere il viaggio in compagnia del caro dott. Brunetti e di constatare de visu i grandi progressi di quella nostra casa, già frequentata da trecento giovinetti.
Presto tornerò a S. Gabriel, e, se Dio m'assiste, in giugno mi recherò a dar principio alla nuova colonia che stabiliremo nell'Uuapès, intitolandola Missione del Sacro Cuore di Gesù. Ventun'anno fa, io mi recava ad aprire la Missione omonima nel Matto Grosso, a vantaggio dei Bororos. Allora era nel fiore delle mie forze, avendo poco più di 4o anni, ora invece ne ho 62 compiuti il 2 febbraio u. s.; tuttavia partirò animoso e fidente, convinto che le opere di Dio vanno avanti per l'impulso che ricevono dalla Divina Provvidenza e non da noi, povere creature.
Amatissimo Padre, oh! se sapesse come è di conforto al vecchio missionario, che sta per lasciare il campo della lotta evangelica, l'udire che tanta cara gioventù in varie nostre Case di educazione, e specialmente nell'Istituto Cardinal Cagliero, si va preparando con generoso slancio all'apostolato! Quante cose vorrei dire a que' cari giovani! Vorrei che comprendessero tutta la gioia che proveranno un giorno, al ripensare di aver passata la vita nella propagazione della Fede!
Quanto prima le scriverò di nuovo. Intanto, voglia far pregare per noi, amatissimo Padre, e specialmente per questo suo vecchio allievo e dev.mo figlio in C. J.
Sac. Giov. BALZOLA Missionario Salesiano.
Mostra Missionaria Vaticana.
Nel 1925, nel Palazzo Apostolico del Vaticano, si terrà una Mostra Missionaria Universale, per volere del S. Padre Pio XI, che ne ha demandato l'incarico all'E.mo Card. Van Rossum, Prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide.
Ecco la parola autentica del S. Padre:
Avendo Noi sommamente a cuore, com'è di dovere, la propagazione della Fede nel mondo, siamo soliti rivolgere le Nostre speciali cure e i Nostri pensieri a tutto ciò che si riferisce alla sistemazione e all'incremento delle Missioni cattoliche. Di tali Nostre intenzioni, per lasciar da parte quanto è pubblicamente conosciuto, chiamiamo, più che ogni altro, Te, Diletto Figlio Nostro, testimone, poichè nel trattare spesso Teco l'Apostolato della Chiesa di Dio, non una volta sola abbiamo domandato il Tuo parere sul modo di promuovere e perfezionare l'Opera Missionaria e di renderla più famigliare e più cara ai buoni cattolici. A raggiungere tale scopo Noi pensiamo che un mezzo assai utile sia quello che Ti abbiamo manifestato e cioè che in questa Città, capitale del mondo cristiano, venga raccolto ed esposto in pubblico tutto ciò che valga ad illustrare la natura e l'azione delle Missioni cattoliche, i luoghi dove esse si svolgono, e quanto altro ad esse si riferisca. E poiche a Te stesso sembra che ciò potrà farsi con la dovuta convenienza e decoro, Noi decretiamo che nell'Anno Santo 1925, quando da ogni parte converranno, come speriamo che il Signore conceda, numerosissimi in questa Alma Città i divoti figli della Chiesa in pio pellegrinaggio, si tenga nel Palazzo Vaticano una «Mostra Missionaria», della quale affidiamo a Te la preparazione, ben conoscendo la Tua prudenza e la Tua ardente volontà.
L'E.mo Card. Prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda, in ossequio alla volontà del S. Padre, ha già nominato un Comitato esecutivo della sapientissima Mostra, che tornerà, indubbiamente, di grande vantaggio alla causa santa delle Missioni Cattoliche.
Arredi Sacri per le Missioni Salesiane.
Il 23-24 corrente, in occasione dell'annuale dimostrazione di affettuosa riconoscenza al nostro Rettor Maggiore sig. Don Filippo Rinaldi, a cura del Comitato Centrale « Dame Patronesse Opere Ven. Don Bosco » verranno esposti nell'Oratorio Salesiano di Torino gli oggetti ed arredi sacri, preparati dall'apposita Commissione del nobile Comitato Torinese, e inviati dagli altri Comitati « Dame Patronesse», e dai singoli Cooperatori o Cooperatrici.
Il presente comunicato ha lo scopo di pregare quanti hanno preparato o stanno preparando oggetti per la Mostra annuale a favore delle Missioni Salesiane, a sollecitarne l'invio allo stesso nostro Rettor Maggiore sig. Don Filippo Rinaldi, Via Cottolengo 32 Torino, 9; ovvero alla Nobile Sig. Contessina Maria Teresa Camerana, Corso Oporto, 23 - Torino, 13.
Le Feste Titolari del Santuario di Valdocco.
Imponenti, devote, consolantissime. Non solo Torino e il Piemonte videro accorrere alla Basilica di Maria Ausiliatrice larghe schiere di fedeli sin dai primi giorni del mese, ma molti altri ve ne convennero da altre parti d'Italia e dall'Estero, desiderosi di visitare il Santuario e ringraziare Colei che vi regna madre e regina.
Quest'anno la devota frequenza cominciò a delinearsi magnifica sin dagli ultimi d'aprile, accresciuta, certo, dal vivo desiderio di assistere alla grandiosa rappresentazione sacra della Passione di N. S. Gesù Cristo allo Stadium; e noi saremmo ben lieti di segnalar almeno le carovane più numerose, ma troppo lungo tornerebbe il solo elenco. Ci limiteremo a ricordare i pellegrinaggi di Bolzaneto, Lanzo Torinese, Fossano, Casal Monferrato, Foglizzo, Alba, Ivrea, Nizza Monferrato, e il numeroso gruppo accorso sin dal Trentino, che vollero particolari funzioni.
Anche il rev. Clero andò a gara nel venir a celebrare nel Santuario: spesso, infatti, furono più di trenta sacerdoti al giorno, e in tutto il mese più di cinquecento. Insieme con loro piegaron le ginocchia ai piedi dell'altare di Maria Ausiliatrice vari eccellentissimi Vescovi e due Cardinali, gli Eminentissimi Donato Sbarretti e Achille Locatelli, il quale onorò di sua presenza l'Oratorio di S. Francesco di Sales per tre giorni.
Pari al fervore dei forestieri fu la pietà dei cittadini, che accorsero quotidianamente alla Basilica, per accostarsi ai SS. Sacramenti e per ascoltare la divina parola, predicata, con apostolico zelo, dal missionario salesiano Don Guido Baldissero al mattino, dal rev.mo Can. De Secondi alla funzione delle 17, e dal chiarissimo prof. Don Alessandro Andreini all'ultima funzione serale, quando una compatta moltitudine stipava il tempio e si addensava, raccolta in preghiera, fin sulla piazza.
Edificantissimo anche, e quasi quotidiano, fu lo spettacolo di profonda divozione che diedero intere comunità ed istituti religiosi col recarsi in massa al Santuario. La domenica 20 maggio furono gli alunni dei nostri Oratori
Festivi di Torino, che gremirono il tempio e si accostarono così numerosi alla S. Mensa, che sei sacerdoti dovettero contemporaneamente distribuir loro la S. Comunione, e nel pomeriggio le allieve e le ex-allieve delle varie opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che si prostrarono ai piedi della cara Madonna per un'ora d'adorazione.
Codeste spettacolo di pietà e di fervore fu pressochè continuo negli ultimi giorni, particolarmente il 22, 23, e 24 maggio, in cui le sacre funzioni, celebrate dal rev.mo sig. Don Rinaldi, nostro venerato Rettor Maggiore, e dalle LL. EE. Rev.me Mons. C. Castrale, Vescovo titolare di Gaza, Mons. G. B. Pinardi, Vescovo Ausiliare di Torino, Mons. Nicolao Milone, Vescovo di Alessandria, e dallo stesso Em.mo Card. Richelmy, furono accompagnate da scelta musica liturgica della nostra Schola Cantorum e da quelle degli Oratori festivi, maschile e femminile.
Non è possibile, in poche linee, ritrarre l'imponenza e la commossa divozione che saliva e si effondeva dal Santuario, e dalla piazza, e dai cortili, e dalle vie adiacenti alla Basilica, continuamente riboccanti di una moltitudine sempre nuova, desiderosa di rendere omaggio all'Ausiliatrice dei Cristiani e alla Celeste Patrona delle Opere Salesiane. Il nome di Don Bosco, insieme con quello della Vergine Augusta, echeggiava sul labbro di tutti, con grande ammirazione e venerazione.
Particolarmente care, commoventi e suggestive, le scene della sera della vigilia, in cui tutto il tempio, gremito e circondato da una folla orante ed osannante, apparve dalla facciata alle torri e alla cupola maestosamente illuminato, - la notte precedente le solennità, trascorsa in veglia santa, - la stragrande affluenza ininterrotta alla mensa eucaristica la mattina della festa, - e, la sera, la lunga e maestosa processione col venerato Simulacro della Madre di Dio. Furono spettacoli che rimarranno incancellabili tra i più cari ricordi di chi ebbe la gioia di esserne spettatore.
Così la Vergine SS.ma imprima sempre più nei cuori di quanti l'invocano Ausiliatrice il fermo proposito di una vita sinceramente e fruttuosamente cristiana!
Nel Santuario di Torino
il 24 del mese, si compiono speciali funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20,. un'ora di adorazione predicata; e sono particolarmente i divoti di Valdocco, che con vivissima fede accorrono alle devote funzioni. Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirvisi in ispirito.
GRAZIE E FAVORI (*)
Maria Ausiliatrice, salvatemi!
Il 31 marzo u. s., vigilia di Pasqua, verso le ore 16, trovandomi in borgata di Ponte Stura, nella regione detta La volpe, per lavori di riparazione ad un pozzo di 22 metri di profondità, nel più bello che mi accingeva all'opera. alcuni anelli della catena che mi teneva sospeso ancora alla cima, si sganciarono, ed io caddi fino al fondo, dove, per buona sorte, v'era ancora un po' d'acqua, battendo tuttavia del cranio sulla pietra. Nella caduta ebbi questo pensiero: « Maria Ausiliatrice, salvatemi! ». E questa tenera Madre mi salvò dalla morte che doveva esser certa per la caduta da tale altezza, pel modo con cui precipitai, e pel tempo che giacqui là in fondo, dove attesi circa un'ora il salvataggio.
Tratto fuori a stento, tutto intriso di sangue il capo e la mano destra, venni trasportato in una casa vicina, ov'ebbi le prime cure d'urgenza, quindi, su di un baroccio, più morto che vivo fui condotto all'Ospedale di S. Giovanni, ove, medicato prontamente, fui giudicato guaribile in tre mesi.
E proprio vero che la Madonna non fa le grazie a metà, poichè quindici giorni dopo potei riprendere il lavoro, in piena salute, non ostante i miei 61 anni suonati.
O Maria, tu m'hai salvata la vita, ed io ti prometto che me ne servirò per lodarti sempre e magnificare con tutti la tua potenza e bontà.
Torino, 6 maggio 1923.
DE MARCHI TIRSI, Capo-mastro, ex allievo.
Potenza di Maria Ausiliatrice. - Un mio carissimo nipote, salito su di un fabbricato che si stava costruendo, perduto l'equilibrio cadde, con immenso spavento di quanti erano presenti. Il povero giovinetto, fuor dei sensi, fu raccolto e portato in casa, ove il medico, subito accorso, dopo accurata visita, gli trovò il braccio destro rotto in due parti e il cervelletto fratturato; quindi, di leggieri, si poteva comprendere inevitabile la catastrofe.
Ma la fede di tutta la mia famiglia nella Madonna di Don Bosco fu sempre viva, ed anche allora, a Lei, alla Vergine Ausiliatrice, votammo il caro fanciullo. Il grido di dolore e l'ardente nostra supplica commossero il cuore della pietosa Madre nostra, che ancor una volta ha voluto mostrare a tutti, che davvero non supplica invano chi in Lei confida.
Infatti, il giorno seguente, il medico dichiarò scomparso ogni pericolo e fu costretto a dire che il fatto aveva del miracoloso.
Grazie, o Celeste Ausiliatrice, a Te, mandiamo una tenue offerta, e, con essa, la nostra gratitudine, che sarà imperitura.
Castano, 24-III-1923.
Suor DINA GAMBARO.
Sian rese grazie a Te, o Celeste Ausiliatrice, che continuamente mi vai beneficando con segnalatissime grazie. Or è un anno, che, dopo averti invocata con fede, mi ridonasti la perduta salute, ed ora, in un momento di estrema angoscia, esaudisti le mie suppliche, salvando da morte spirituale e corporale il mio diletto consorte. Riconoscentissima a Te, cara Madre, invio una tenue offerta per le Opere Salesiane, certa che continuerai a proteggermi sempre.
Moncalieri, 24 - IV - 1923.
Una Cooperatrice.
Una grazia della Madonna di Don Bosco. - Il sig. Pasquale Montaldo, il quale, a buon diritto, vien detto fondatore di questa florida Colonia genovese, l'anno testè decorso si era ammalato gravemente di pleuressia purulenta. Dopo circa due mesi di malattia, si giudicò necessaria un'operazione delicatissima conte ultima prova, poichè i medici vedevano che il caso era disperato. E bensì vero che l'esimio dottor Isidoro Echeverria, antico intimo della famiglia, operò e curò l'infermo cotte un carissimo fratello; ma tutte le nostre speranze erano riposte nel cuore amabilissimo della Madonna di Don Bosco. In tutte le famiglie dei parenti ed amici dell'ammalato la novena a Maria Ausiliatrice era continua: e pregavano anche le Suore e le Figlie di Maria, pregavano i Salesiani con i loro alunni, e la preghiera era la stessa: « Non vogliamo che il sig. Montaldo muoia, perchè, o Madre, egli è un modello di cristiano e di cooperatore salesiano! s.
E la grazia venne contro ogni umana previsione. Il sig. Montaldo è pienamente ristabilito, ed educa e governa con amore di padre la sua ottima famiglia.
San Nicolas de los Arroyos, marzo 1925 Sac. BARTOLOMEO MOLINARI.
« Mi farò cooperatrice salesiana ». - Mio padre doveva subire un'operazione chirurgica. Temendone un cattivo esito, mi rivolsi con fiducia alla Vergine Ausiliatrice promettendo di farmi cooperatrice salesiana e di far pubblicare la grazia sul « Bollettino ». La Madonna mi esaudì: l'operazione riuscì ottimamente. Riconoscente adempio la promessa ed invio un'offerta, sperando sempre protezione dalla Madonna di D. Bosco.
Arignano, dicembre 1922.
CUCCO MARIETTINA DI GIOVANNI.
Da morte a vita. - Bona Carolina nata Conti, di questa parrocchia, in fine del mese di novembre scorso, divenuta madre, venne sorpresa all'improvviso da grave malore detto « eclampsia »: e a giudizio di persone esperte e dell'ottimo dottore, si trovò subito in pericolo di vita. Nonostante le cure più adatte, il caso era quasi disperato. Fu allora che il sottoscritto, come prova estrema, credette bene raccomandarla al Ven. Don Bosco, e fece mettere sotto il capo dell'inferma l'immagine di Maria SS. Ausiliatrice. Dopo poco tempo il male si calmò, il miglioramento progredì e in due giorni l'inferma venne dichiarata fuori pericolo, ed oggi è pienamente in salute, grata alla Vergine Santissima e al Ven. Don Bosco per la grazia ricevuta. Manda un'offerta e vuol essere abbonata al « Bollettino ».
Il sottoscritto è felice di attestare quanto sopra, per tutta verità.
Valdivilla (S. Stefano Belbo), 18-1-1923.
Sac. LUIGI SOTTIMANO, Parroco, ex-allievo salesiano.
Invocando l'aiuto della Madonna. - Or sono alcuni anni, mi sentii piena di dolori allo stomaco ed in altre parti del corpo, a causa di uno sforzo. Avevo perduta ogni energia, ogni prestezza di movenza, ed anche la solita ilarità. Prossima alla vestizione religiosa, sempre tacqui, implorando l'aiuto della Madonna, perchè potessi avere la fortuna di partecipare, come le altre, alla vestizione religiosa. E senza umani rimedii, nel giorno dell'Immacolata, mi sentii perfettamente guarita. Sia ringraziata la Vergine, che è il conforto e l'aiuto di quanti confidano in lei.
Torino, 20 gennaio 1923.
Suor M. DELLA C.
Infermo di peritonite, guarisce, raccomandato a Maria Ausiliatrice. - Mio nipote, di anni 18, maggiore di quattro fratelli, dovette abbandonare un posto rimunerativo, di cui, in seguito a studi, si era occupato, perchè affetto da tifo, che poi degenerò in peritonite con tutte le sue conseguenze. Lo si vedeva deperire di giorno in giorno, e già la speranza di una guarigione svaniva sempre più. Lo si raccomandò in tanto frangente alla Vergine Ausiliatrice, pregandola assiduamente e facendola pregare per ottenere la sospirata grazia, ed ora egli presta servizio militare e gode ottima salute.
Schio, 8 - IX - 1922.
MARGHERITA DE STEFANI.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti.
A) - A. B., A. C., A. D. R., A. N., A. T., A. V., Albasini Bianca, Alberzoni Giovanna, Aliverti Letizia, Allegranza Lucia, Alliardi Giuseppina ved. Rebagliati, Almici Giulietta, Alti Francesco, Alunni dell' Istituto Manzoni di Borgomanero, Ambrosiani Caterina, Ancarani Angelina, Antonini Giuseppe, Arcari Azelia, Ariazzi Orsola, Armanini Antonio, Arosio Ambrogio, Artesi Saveria, Austa Vittoria, Antino Giuseppe.
B) - Bacci d. Pietro, Balocco Francesco, Balocco Giuseppina, Balzi suor Assunta, Baralis Maddalena in Bo, Barbaran Eugenia, Barco Maddalena, Bartoli Vincenza, Bartolini Giulio, Bassetta Clelia, Beccaris Martina, Bellingeri Elena, Bellotti Giovanni, Beltrame Maria, Berardo Angela ved. Chiantore, Berruquier d. Luciano, Bertea Francesco, Berteco Lucia, Berti Innocente, Bertola Teresa, Besenval Cesarina, Bettini Maria, Bettoni Maria, Bianchi Giovanni, Binda Antonio, Birolini Margherita in Torna, Bisol De Mattia Carlo, Bisol Maria, Bisol Luigi, Bisol Armando, Bogliolo Giuseppe, Bonetti Igino, Bongiovanili Maria, Bonicelli Assunta, Bonola Augusto, Boschis Lucia, Botteon Giuseppe, Bovo Giuseppe, Braziano Luigia, Bria Felicita, Bruno Bice, Buffolo Andrea, Buzzolan Gianni.
C) - C. G., C. M. B., C. Rosa, Cagnassi, Caterina, Calderoni Romilda, Callerio Giuseppina, Canepa Maria in zerbino, Canna Giuseppina, Canuto d. Vincenzo, Canti Alba, Cappellato Nina, Cardinale Vincenza, Carelli Adelaide, Carlotta Luigia, Cassi Rita in Visentin, Cassiraga Ernesto, Castelli Maria, Cauli Ada, Cavallo Carmela, Cavazzini Francesco, Cecchini ch. Michele, Cencio Lucia, Ceppi Palmira, Cerrano Celestina, Cescutti Lucia in Fedele, Chiappone Anna Chirò Eivira, Chiti Serafino, Cocco Margherita, Colognati Amalia, Colombara Giuseppe, Coniugi Alberto e Maria P., Console Rosa in Bollati, Contu Maria in Cadoni, Corona Enrico, Cortesi Gilda, Costanza Ponte Maestra, Cotta Maria in Besteso, Cova Ida, Cravero Francesca, Cucco Mariettina, Cuilla Lucia in Russo, Curti Antonio, Cutaria Croce in Colletti.
D) - D. C. D. G. B., Dalla Pozza Giuseppina, Dall'Oglio Emma, Da Ronco d. Enrico, De Albera d. G., De Angeli Vittoria, De Cesari Fidalma, De Console Giovanna, Degli Osti Teresa in Stardero, Del Bianco M., Della Giustina Giovanni, De Luca Teresa in Fornari, De Sarno Mercedes in Prignano, De Vincenzi Bianca in Robotti, Devoti Luisa in Medioli, D'Onofrio Clotilde, Di Caro Assunta, Di Fiore Giuseppina, Dolcìmascolo Calogera, Dondero notaio Agostino, Donoli Rosa, Drocco Chiara, Duranolo Paola.
E) - E. R., Emanuelli T.
P) - F. A., Fabris Giovanni, Fael Elisa, Famiglie Bessi, Canuto, De Giorgi, Duvina, Miss Ellis, Guala, Mulini, Palli, Fangazio Rosetta, Farina Maria, Farina Rosina in De Paolo, Farinetti Giulio, Fattalini Cecilia, Favaro Maria, Favre Luigi, Fenocchio Orsolina, Ferrari Antonietta in Calosso, Ferrari Dina, Ferraris Severina in Geremia, Ferrero Rosa, Ferro Maria in Viglino, Ferronato Domenico, Fichera Mariannina, Fili Crocifissa, Filotti Angela, Fiumalbi Vittoria, Forlani Maria in Dedè, Fornara Cecilia, Fortina Donata, Francesconi Rosa, Franzi Lena, Frattini Maria, Frizzi Penelope in Rovesti, Frongias Teresa, Fucà Maria, Fugazza Giuseppe, Fumagalli Celso.
G) - G. R., Gabetti Luisa, Gagliardi Agostina in Bella, Gallo Marietta, Galeazzi Natalina, Gambino Albina, Garabelli Annunziata, Garavagno Luigia, Garbari Maria, Gariani Marianna, Gavazza Assuntina, Genestroni Clara, Genai Mariangela, Ghetti Olga, Ghirardelli G. B., Giani Elisa, Giorgi Teresa, Giro Marina in Bisi, Giromini Pietro, Giuria Giovanna, Guerro Teresa, Graciotti Maria, Granella Maria, Grassi Angela Maria, Gratarola Luigia, Grenzi Adalgisa, Gribaldo Angela, Grilli Maria, Grillo Teresina, Guarino Luigi, Guazzotti Maria, Guerra Maria,
H) - Herin Francesco.
J) - Jeantet Clementina.
I) - Imoda Maria, Indovina Caterina.
L) - L. A., L. C., Lallai Peppina, Lanfredi Assunta, Laugè Luigi, Lavoyer Maria, Lazzari Rosa, Leardini Maria, Leo Riccardina, Leone Giovanna, Loffaro dottor Rocco, Lorenzoni Annunziata, Loss Monica in Rubin, Lovisolo Teresa, Luna eh. Bortolo.
M) - Madrigali Enrico, Magnoni Annunziata in Pagnino, Malaguzzi Cecchina in Pagani, Malvaso Teresa, Manfredini suor Ines, Maquignaz Rosina, Maraschi Carlo, Marchino Maria, Marinelli Ludovico, Marotta Rosaria, Martinioni Ernesta, Marzi Maria, Massa Benedetta, Massano Maria, Mauro Gemma, Mautino Giovanna, Maverna Giuseppe, Mazzini Mario, Mazzola Elisabetta, Mazzoletti Rosetta, Mazzoni Giulia, Mecati Don Primo, Mele Mariantonia in Etzo, Mencaroni Emma, Meneghel Attilio, Merlo Adele, Messina Isaia Rosa, Mò Giuseppina, Mocchetti Costantino, Moiorano Caterina, Moisello Orsola, Mola Francesco, Molinari Rosa, Monzani Luigina, Morchio Teresa, Mori Adelaide, Moro in Siro, Moruzzi d. Giovanni, Mosconi ch. Valentino, Mottura ing. Attilio, Moulin Francesco, Mucelli Mauro, Mularoni Antonio, Mura cav. Raffaele.
N) - N. R., Negro Orsola, Nodari Colomba, Vanella can. Federico.
O) - Obert Annetta, Oresio Celestina, Orfani di guerra dell'Istituto Don Bosco di Verona, Orio Eufrosina.
P) - P. F. F. A., Paissoni Cristina in Foresti, Pala Giovanni, Pala Giuseppe, Panzarasa Gaspare, Panzerini Maria in Tempini, Paoli Virginia, Paparo Car. Antonio, Paracchini Giovanni, Paracchini Maria in Borsotti, Parrino cari. Emanuele, Pasini Celestina, Pastori Cristina, Patrucco Albina, Perico Angela, Perin dott. Pietro, Perla Federico, Perruzzi Olga, Peter Clementina, Piantoni Angelo, Pibiri Maria, Pietrovic Emilia, Pinotti Fermo, Piombo Emmanuelina, Pirazzi Costanza in Maffiola, Piva nob. Giovanna ved. Ramsim, Pollono Pierina, Porro Antonietta, Pozzi vedova, Prato Adele, Previtali Candida, Priarone Andreina, Prina Aurelia, Pronzato Severina.
R) - Racca Marta, Rambaldo Apollonia, Ravasio Giovanna, Resta Maria in Padova, Rimoldi Antonietta, Rinaldi Teresa, Rinetti Maria, Risso Giovanni, Rivalta Adele, Rolfo Angiolina, Rosmino Teresa, Rossetti Antonio, Rossi Luigia, Rossi Prassede, Rubiolo Chiaffredo, Russo Giuseppe.
S) - S. C., S. R. di S. Marzano Oliveto, S. R, di Torino, S. V. C., Salvetti Adamo, Salvetti Domenichina, Salvi Maria in Repetto, San Martino Contessa di Castellamonte, Placidia Santa, Sassella Orsolina, Savognone Carlotta, Savoini Pietro, Savona Bettina in La Rosa, Scajola Maria, Schiavi Maria, Scivoli ch. Gaetano, Scotti coniugi, Semprini Sista, Sepich Fanny, Sesto Giuseppina, Sigona ch. E., Sismondi Rosina, Sismondo Clementina, Sorelle Barberis, Craveri, Mattis, Guccione Risso, Sormano Adolfina, Sorrentino Marianna.
T) - T. L., Tam Adele, Tanni Elda in Neri, Taverna suor Cesarina, Tiboni Rosa, Ticinelli Maria, Tita Elisa in Corvaia, Tognolini Angela, Tomasino Rosa, Tomassone Giovanni, Tontignone Rodolfo, Torri Teresa in Bosio, Torta Elisabetta, Traversi Elena in Clementi, Turrini Marianna.
V) - V. A. L., Vaia d. Giuseppe, Valleise Giuseppe, Vassallo Cesarina ved. Fancon, Verardi Ines, Vercellone Gina, Verlini Luigia, Viganò Linda, Visalli Giuseppe, Vitale Damiana, Vitali Pietro, Vittorelli Mina, Vogliano Teresa in Riconda, Voi Maddalena, Vuillermin dottor Renato.
Z) - Zandegiacomi Teresa, Zanelli Gina, Zanelli Maria in Girelli, Zanotti Eugenio, Zavata Giuseppe, Zennaro Rosina, Ziliani Carolina, Zorzi cav. Raimondo, Zuliani Cesarina.
X) - N. N. di Assab (Colonia Eritrea), Bellinzago Novarese, Brusasco, Castronovo di Sicilia, Chiavari, Chiavenna, Ciriè, Corona, Cortina d'Ampezzo, Fagnano Alto, Fano, Garessio, Giusvalla, Gravellona Toce, Milano, Moconesi, Mombello Torinese, Moncrivello, Moneglia, Noceto, Novara, Palazzolo sull'Oglio, Pian Camuno, Piorano al Serio. Roasio, San Floriano, Settimo Vittone, Torino, Trino Vercellese, Valguarnera, Valtournanche, Voghera.
Il nuovo, Tempio a Borgo S. Paolo in Torino.
I miei tre bambini, Maria, Luigi e Bisol, inviano L. 50 per una pietra al Nuovo Tempio di Gesù Adolescente, ad implorare che Gesù li tenga sempre sotto la sua protezione. - Carla De Mattia Bisol di Pordenone.
Mando l'umile offerta di L. 10, per il Tempio di Gesù Adolescente, chiedendo al Divino Infante una particolare benedizione per i miei teneri bambini, perchè abbiano a crescere buoni ed obbedienti.
Maria Bonini di Albino (Bergamo).
Spedisco L. 5o, per la nuova Chiesa di Gesù Adolescente, raccomandandomi alle preghiere dei giovani per ottenere da Gesù e da Maria Ausiliatrice una grazia desideratissima. - Ludovico Marinelli di Valmontone (Roma).
La mia figliuoletta Giulia offre L. 15 in omaggio a Gesù Adolescente per il nuovo Tempio a Borgo S. Paolo in Torino, certa che Gesù l'assisterà nei suoi studi e la farà crescere una buona cristiana; io, la raccomando vivamente alle preghiere dei bambini dell'Oratorio. - Rita Cassi Visentin di Latisana.
Invio una piccola offerta ad onore del Servo di Dio Michele Rua, a favore dell'erigendo Tempio in onore a Gesù Adolescente, chiedendo, preghiere secondo la mia intenzione, fiduciosa che il Signore nella sua infinita misericordia vorrà esaudirmi. - Marietta Gallo di Nicotera.
Invio la mia piccola offerta per il tempio di Gesù Adolescente, desiderando di cooperare almeno con un mattone alla santa impresa, chiedendo preghiere pei miei vivi e defunti. - Giovanna Nob. Piva ved. Rampin di Cimadolmo.
Viscardi Celestino di Cravegna-Crodo, per il tempio di Gesù Adolescente, L. 5o.
Una signorina di Milano, piangendo sul fratello che, incamminatosi per male vie, disertava d'improvviso la casa paterna, quando doveva aiutar la famiglia, fa una piccola offerta al Divino Esemplare dei giovani, pregandolo a ricondurre il nuovo figliuol prodigo, pentito e migliorato, in braccio al padre.
RICORDIAMO ai nostri Direttori e alle revv. Direttrici delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Maestri e alle Maestre aderenti al programma della Cooperazione Salesiana e a tutti i zelatori e le pie Zelatrici Salesiane, il duplice invito del nostro venerato Rettor Maggiore di promuovere tra la gioventù loro affidata:
1) Una Colletta per i poveri bimbi della Russia, da inviarsi « DIRETTAMENTE » al SANTO PADRE Pio XI - Vaticano - Roma.
2) Altra Colletta a favore del nuovo tempio in costruzione a Borgo S. Paolo a Torino, in omaggio a Gesù Adolescente, da inviarsi allo stesso nostro Rettor Maggiore, Via Cottolengo, 32, TORINO (9).
Convegni di azione salesiana in Sicilia.
Merita un cenno speciale il fattivo omaggio che i Decurioni Salesiani di Sicilia resero al nostro Rettor Maggiore in occasione della sua visita alla loro Isola. Accorsi da tutte le plaghe, anche dai paesi più remoti, allo scopo di aver norme pratiche per il miglior adempimento del loro ufficio, tennero cinque convegni presieduti dal rev.mo sig. Don Rinaldi, presente l'Ispettore Don Giovanni Minguzzi, e relatore Don Fasulo.
Il primo convegno ebbe luogo il 6 febbraio a Palermo nel Collegio Don Bosco, e vi parteciparono i Decurioni delle archidiocesi di Palermo e di Monreale e della diocesi di Cefalù.
Il secondo convegno si tenne l'8 febbraio nell'Istituto Salesiano di Marsala, per la provincia di Trapani.
Particolarmente solenne riuscì il Convegno dei Decurioni della Provincia di Catania, il 26 febbraio, nell'Istituto S. Francesco di Sales. Alle riunioni parteciparono anche, con altri prelati, S. E. R. Mons. Ferrais, Ausiliare, e Mons. Giovanni Licitri, Segretario dell'E.mo Card. Arcivescovo di Catania; il Cav. Avv. Masera, Presidente Nazionale degli Ex-Allievi, ed un gruppo di Zelatrici.
Il quarto convegno si tenne il 1° marzo a Canicattì nel salone dell'Oratorio festivo « Maria Ausiliatrice », dove, insieme coi Direttori Diocesani, si radunarono attorno il sig. Don Rinaldi vari zelatori delle due provincie di Girgenti e di Caltanisetta.
Il quinto convegno, per le Diocesi di Noto e di Siracusa, si svolse nell'Oratorio Ven. Don Bosco di Modica, il 3 marzo ,
In tutti i convegni, improntati alla più semplice praticità, vennero richiamate e fissate queste linee di programma:
I° - ELENCHI DEI COOPERATORI. - Ogni Decurione: 1) procuri e conservi sempre presso di sè l'elenco dei Cooperatori del proprio centro; 2) lo tenga aggiornato, comunicando all'Ufficio Centrale a Torino correzioni, cambiamenti, decessi; 3) lo accresca, con criterio, di nuovi elementi.
II° CONFERENZE. - 1) Ogni Decurione s'impegni perchè si tengano immancabilmente le due conferenze annuali, prescritte dal Regolamento, per S. Francesco di Sales e per Maria Ausiliatrice: e se non si potesse tener la conferenza pubblica, raccolga i Cooperatori e le Cooperatrici in riunione privata; 2) promuova conferenze straordinarie, approfittando di propizie occasioni: visite, e predicazioni di Salesiani, e Sacerdoti Decurioni, Cooperatori, ecc.; 3) inviti a tenere le conferenze Salesiani, Direttori Diocesani e Decurioni vicini. L'ufficio ispettoriale dei Cooperatori curerà stampa e invio dell'elenco generale dei Direttori Diocesani e Decurioni di Sicilia. 4) Delle conferenze fatte mandi relazione all'Ispettore che ne curerà la stampa nei periodici salesiani dell'Ispettoria e le trasmetterà alla Redazione del Bollettino.
III° - CULTO DI MARIA AUSILIATRICE. - Ogni Decurione ne sia attivo promotore: 1) celebrandone la festa il 24 maggio; 2) introducendo e coltivando la pia pratica del 24 d'ogni mese; 3) erigendo l'associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice. Dove non è possibile avere un altare proprio di Maria Ausiliatrice, se ne esponga l'immagine almeno nel giorno delle particolari funzioni: e dove non si può celebrare la festa con predicazione propria, si inviti l'Oratore del Mese di Maria a parlare di Maria Ausiliatrice.
IV° - COMITATI DI AZIONE SALESIANA. - Ogni decurione s'impegni di costituire dei Comitati di Azione Salesiana con pochi e veri zelatori o zelatrici. Ne avrà valido aiuto nell'attuazione del suo ufficio. Ad un membro del comitato può affidare l'incarico di Collettore o Colletrice di offerte a favore delle Opere di Don Bosco.
(N. d. R.). - Per regola, però, si consiglino sempre i singoli Cooperatori a corrispondere, anche per questo, direttamente col Rettor Maggiore.
V° - CONVEGNI SALESIANI. - I Decurioni Salesiani coi Direttori Diocesani e principali Zelatori ed una rappresentanza di Ex-Allievi di Sicilia si raccoglieranno periodicamente ogni anno, nella prima metà di settembre, in convegni, i quali avranno luogo:
1) a Catania per la Diocesi di Catania, Acireale, reale, Caltagirone, Nicosia;
2) a Messina per le Diocesi di Messina e di Patti;
3) a Palermo per le Diocesi di Palermo, Cefalù e Monreale;
4) alternativamente a Marsala e a Trapani per le diocesi di Mazzara del Vallo e di Trapani;
5) a S. Cataldo per le Diocesi di Caltanisetta e Piazza Armerina;
6) a Canicattì per la Diocesi di Girgenti;
7) a Modica per le Diocesi di Noto e di Siracusa..
VI° - PROPOSTE VARIE. - Si fecero voti: 1) che coll'attiva collaborazione dei Decurioni si possa tenere in Sicilia l'VIII° Congresso Nazionale degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione; 2) che si promuovano, presso varie Case Salesiane, corsi di pedagogia catechistica, sull'indirizzo e sul funzionamento pratico degli Oratori Festivi.
Conferenze di propaganda.
Da dicembre a maggio u. s., il nostro confratello don Antonio Fasulo fece un largo giro di propaganda in Sicilia, illustrando con numerose proiezioni le Missioni Salesiane delle Terre Magellaniche.
Le conferenze, promosse da scelti Comitati, incoraggiate dagli Ecc.mi Vescovi e dalle Autorità Civili, ebbero dappertutto esito consolante; e in più luoghi, per straordinaria partecipazione e pieno consenso di pubblico, riuscirono vere manifestazioni missionarie.
Dolenti di non poterne far cenno particolareggiato, essendo stato il nostro conferenziere in più di 5o città e paesi, vogliamo almeno pubblicamente ringraziare, anche a nome del nostro Rettor Maggiore sig. Don Filippo Rinaldi, quanti si adoprarono per organizzarle, quanti fecero offerte a vantaggio delle Missioni Salesiane e degli Orfani di guerra ricoverati nei nostri istituti, e in particolar modo le Autorità che le favorirono colla loro adesione e le onorarono del loro intervento, ed i giornali che ne diedero ampie relazioni.
Centenario di San Francesco di Sales.
Ci giungono, da varie parti, notizie consolanti del fervore e dello slancio con cui vengono celebrate particolari commemorazioni religiose e civili del nostro Patrono.
A Verona ebbero luogo solenni festeggiamenti nella chiesa di S. Anastasia, dal 3 al maggio u. s. La bella immagine del Santo del Reffo, riprodotta a pastello in ampie proporzioni, trionfava sull'altare sfarzosamente addobbato. L'Istituto D. Bosco, al completo, si recò tutte le sere a compiervi le funzioni attirandovi una folla di fedeli, avidi di unirsi alle preghiere e di sentir il canto di trecento giovinetti. Tre oratori, Mons. Grancelli, D. Giuseppe Cav. Chiot, e Don Pietro Fritz, dissero successivamente il panegirico, destando vivo entusiasmo per le opere salesiane. Il triduo fu una magnifica preparazione alla festa, che riuscì trionfale. Il vasto tempio si gremì di fanciulli di tutti gli Istituti maschili della città alla Messa della Comunione, celebrata dall'Ispettore Don Giraudi. Alle dieci il maestoso tempio domenicano si riempì di bel nuovo di fedeli, che seguivano devotamente le solenni cerimonie del Pontificale di S. E. R. Mons. Corsini e esecuzioni musicali degli alunni dell'Istituto. Anche alla sera le funzioni di chiusura delle solennità centenarie attrassero una gran folla. Sua Eccellenza Mons. Corsini, circondato dai rev.mi Canonici, disse egli stesso l'elogio del Santo, sul tema: Discite a me, quia mitis sum et humilis corde, rievocando bellamente la memoria di Don Bosco. La benedizione eucaristica fu impartita anche dalla soglia del tempio, per soddisfare alla folla che gremiva la piazza e le vie adiacenti. Fino a tarda ora la folla si intrattenne ai piedi del Santo in devota preghiera, indi sul piazzale a godere lo spettacolo della facciata illuminata e il concerto dei piccoli artigiani dell'Istituto Don Bosco. Quando comparve sulla soglia del tempio Mons. Corsini scoppiarono alti gli applausi al vescovo affabile, a D. Bosco, ai Salesiani, mentre gli Esploratori Cattolici, che avevano tanto cooperato a mantenere l'ordine della folla fluttuante, improvvisarono un corteo, accompagnando trionfalmente Sua Eccellenza e i più benemeriti Ecclesiastici e laici che avevan decorato colla loro presenza i festeggiamenti.
In Italia.
* Il Collegio Salesiano di Perosa Argentina accoglieva, fin dall'anno scorso, 30 giovani ceco-slovacchi, desiderosi di raggiungere il sacerdozio e di ascriversi alla nostra Pia Società. Il loro numero è salito quest'anno a 60, e continuano ad arrivar sempre nuove domande di accettazione. La popolarità e la stima, che il nome e l'opera di Don Bosco ha acquistato tra i ceco-slovacchi, si va diffondendo a tutte le classi sociali. Giornali e periodici ne parlano con entusiasmo, illustrandone lo spirito e lo scopo, facendo voti che presto si possa fondare anche tra loro una casa salesiana. Sono, invero, strazianti le domande di aiuto che s'elevano da quei grandi centri industriali, dove la gioventù cresce abbandonata e lontana da Dio e dai Sacramenti; e la necessità di sacerdoti generosi e pii, pronti ad arginare il male che diffonde una nuova setta scismatica, si fa sentire sempre più urgente.
A questo santo apostolato si preparano volenterosi, nello studio e nella preghiera, insieme coi 6o giovani raccolti a Perosa, altri 2o loro compagni nell'Ospizio del S. Cuore di Gesù in Roma. Vogliano i zelanti Cooperatori ricordare nelle loro preghiere ed offerte questa nuova opera, da cui si attendono frutti copiosi anche per altre regioni devastate dallo scisma.
* Il 66° anniversario della morte di Domenico Savio fu commemorato in molte case salesiane, particolarmente del Veneto. A Verona la commemorazione assunse un'attrattiva particolare, perche gli oratori furono quattro giovani, che lumeggiarono la figura del santo alunno di Don Bosco, la praticità delle sue mortificazioni, la sua tenacità nel farsi santo, e l'apostolato compiuto fra i compagni. Il grazioso trattenimento venne intramezzato da canti corali, e chiuso da un discorso di Mons. Grancelli.
A Sondrio la commemorazione ebbe luogo la domenica delle Palme, a corona del triduo premesso all'adempimento del precetto Pasquale.
Ad Este, a Mogliano Veneto, a Milano e altrove, venne festeggiato l'81° anniversario della nascita del Servo di Dio. Nel Collegio Manfredini la commemorazione venne promossa dalle compagnie religiose fiorenti nell'istituto.
La fama di santità di Domenico Savio cresce ogni giorno. Sulla sua tomba quotidianamente si prostrano e s'inchinano molti divoti. Son padri e madri di famiglia che invocano la protezione del caro giovane sui loro figli, e son specialmente giovani studenti e operai, che, attratti dell'amabilità delle sue virtù, traggono a lui per attinger lena e trionfo nelle aspre battaglie della vita.
* Il XXV° anniversario dell'Istituto Salesiano di Bologna è stato festeggiato con rito solenne e con la partecipazione del nostro Rettor Maggiore la domenica 29 aprile. Nell'occasione furono inaugurate tre artistiche lapidi: a ricordare il munifico promotore dell'opera salesiana in quella città, il card. Domenico Svampa, il primo zelante direttore dell'Istituto Don Carlo M. Viglietti, e gli ex-allievi caduti nella guerra mondiale. Il disegno delle lapidi è del prof. Bordoni.
La cerimonia fu presenziata anche da un folto stuolo di autorità cittadine, religiose, civili e militari, e da una larga rappresentanza delle Dame Patronesse. La nota più simpatica venne portata dagli ex-allievi, accorsi da ogni parte della provincia e da altre città.
La lapide dedicata al Card. Svampa venne scoperta dal nostro Rettor Maggiore, quella a Don Viglietti dall'ex-allievo Cav. Cecconi, quella agli ex-allievi dal Comm. Baracca, padre del celebre compianto aviatore Francesco Baracca.
Sotto la lapide del Card. Svampa si legge la seguente epigrafe:
Alla venerata memoria - del - Cardinale Domenico Svampa - dell'opera di Don Bosco amico costante e generoso fautore - di questo Istituto zelante iniziatore e custode devoto - i Salesiani nell'anno XXV dalla fondazione - a testimonianza di filiale e perenne gratitudine - il XXIX aprile MCMXXIII - posero.
* La domenica 13 maggio il Seminario di Torino-Valsalice, che ha la ventura di conservare la tomba di Don Bosco, vedeva raccolti, insieme con tutti i chierici e gli alunni dell'annesso collegio e di quello di S. Giovanni Evangelista, più di cinquanta ex-allievi per l'inaugurazione d'una lapide a Don Marco Nassò, fondatore e organizzatore di quelle nostre scuole pareggiate. L'iniziativa fu presa dal circolo che porta il suo nome, costituitosi spontaneamente tre anni fa, alla morte del benemerito figlio di Don Bosco.
La lapide, fregiata di due medaglioni di bronzo, opera egregia della Ditta Catella e dello scultore Vigna, ha una nobile iscrizione del prof. D. Caviglia.
Onorarono la cerimonia inaugurale il conte Staffetti, R. Provveditore, che parlò in nome dell'autorità scolastica; il comm. prof. Costanzo Rinaudo che parlò a nome di Busca, patria del celebrato; il prof. Miraglia e il prof. Kiesoff della R. Università, ch'ebbe parole commoventissime; il presidente del Circolo Don Bosco, un allievo liceista, e in fine il rev. nostro Rettor Maggiore. Così, con intimità e dignità insieme, le Scuole di Valsalice onorarono in Don Nassò « una delle migliori monete (disse il prof. Rinaudo) che sia uscita dalla zecca salesiana ».
* Nell'Istituto Teologico internazionale salesiano di Foglizzo il 7 u. s. s'inaugurò un'artistica lapide, su disegno del prof. Don Ruffini e con epigrafe del prof. D. Cojazzi, alla memoria del suo più virtuoso alunno, il Servo di Dio Don Andrea Beltrami.
La cerimonia fu presieduta dal nostro Rettor Maggiore Don Rinaldi, al quale facevano corona tutti gli ammiratori che l'opera di Don Bosco novera in Foglizzo. Scoperto, tra applausi scroscianti, il bel ricordo marmoreo, l'on. Novasio prese la parola, additando in Don Andrea Beltrami il più bel fiore di quel giardino salesiano, ancor oggi, più che inciso nel marmo, fresco ed olezzante nel cuore di tutti. E facendo un'analisi devota dello sviluppo della grazia nel delicatissimo sacerdote, il quale, in un corpo frale e diafano, consunto da lenta immolazione, fece avvampare ognor più gagliarde le vive fiamme della carità, svolse al pensiero dei presenti le pieghe più intime di quell'anima anelante al sacrificio, assetata dell'ebbrezza del dolore, che festeggiava con tripudio quasi infantile tutti gli anniversari della malattia implacabile, e gridava ogni giorno con ardore più infuocato: « Non guarire! Non morire! Ma vivere per patire! ».
La parola del sig. D. Rinaldi, risonante di intensa bontà paterna, chiuse la cerimonia.
* A Milano, nella chiesa di S. Agostino, preceduti da un triduo predicato da S. E. Mons. Luigi Olivares, Vescovo di Nepi e Sutri, si svolsero solenni festeggiamenti per l'inaugurazione del nuovo altare, eretto ad onore di Maria Ausiliatrice, su cui posa una bella statua benedetta in Vaticano da S. S. Pio XI. « Ci sembrava follia - scrivono quei nostri confratelli - anche il solo desiderare una tanto fortuna, ed invece l'Augusto Pontefice, che tanto affetto paterno lega ai Figli di Don Bosco ed alla sua Milano, ha voluto quasi prevenire il nostro desiderio, manifestando ben volentieri la sua Augusta volontà di compiere Egli stesso il sacro rito ».
La consacrazione dell'altare e della cappella, egregia opera d'arte dell'architetto Arpesani, fu compiuta il 21 aprile da Sua Em.za il Cardinal Tosi, il quale vi celebrò per il primo la Santa Messa, distribuendo numerose comunioni ai giovinetti dell'istituto e ai parrocchiani intervenuti in folla.
Il giorno dopo, domenica, il gran tempio di S. Agostino si gremì di fedeli bramosi di partecipare alle solenni funzioni e di prostrarsi dinanzi al nuovo simulacro della Vergine.
A rendere più solenni i festeggiamenti concorse la presenza del nostro Rettor Maggiore e degli ex-allievi di Lombardia, che fecero coincidere la loro festa sociale con la fausta occasione, anche per rendere al sig. Don Rinaldi tributo di riconoscenza filiale. Il primo giorno del mese di Maria Ausiliatrice anche il nostro Superiore celebrava al nuovo altare, presente il Comitato delle Darne Patronesse pro erigendo Oratorio femminile, alle quali tenne una breve conferenza.
* Gli ex-allievi dell'Oratorio Salesiano di Pisa, per dare un attestato di riconoscenza ai loro superiori nel 250 anno di fondazione dell'istituto, si raccoglievano il 22 aprile a convegno, al quale parteciparono anche il rev.mo Don Giuseppe Vespignani del Consiglio Superiore della nostra Società, in rappresentanza del sig. Don Rinaldi, l'ispettore Don Ludovico Costa, il prof. cav. Piero Gribaudi, Direttore dell'Istituto Superiore di Commercio di Torino, e il sig. Valfrè Franchini, presidente dell'associazione toscana ex-allievi. Anche l'Em.mo Card. Maffi volle onorare il convegno della sua presenza. Accolto al suono della marcia reale, portò ai presenti il fascino della sua attraente eloquenza e del suo gran cuore, lasciando loro questo soavissimo monito: Non ex-allievi per aver dimenticato parte dello spirito salesiano, ma sempre profondamente cristiani, sempre salesiani; solo ex, perchè non più frequentanti come allievi per ragioni di famiglia o di professionali impegni. Virtuosi sempre, sempre in piedi; senza dedizioni al vizio, alle passioni; sempre caratteri per il bene della Religione e della Patria.
* L'Unione Padri di Famiglia, costituitasi nell'Oratorio festivo di S. Agostino in TorinoMartinetto, inaugurava il 22 aprile la bandiera sociale. La benedizione fu impartita, in rappresentanza del nostro Rettor Maggiore, dal Teol. Don Giulio Barberis, direttore spirituale della nostra Pia Società, che rivolse ai soci, accostatisi compatti alla S. Comunione, affettuose parole di rallegramento e di augurio per lo sviluppo dell'Unione. Padrino e madrina della bandiera furono il Cav. Pozza e la sua signora. Prestò servizio d'onore il locale reparto di giovani esploratori cattolici.
* A Cannobio, celebrandosi recentemente la « Festa del Papa », le Figlie di Maria Ausiliatrice promossero una comunione generale delle Oratoriane e delle Ex-Allieve nella Chiesa Collegiata. Ne prendiamo nota per raccomandare ai Cooperatori di zelare dappertutto la miglior riuscita di queste dimostrazioni di fede e di affetto al S. Padre, come abbiamo tanto volte raccomandato e come torneremo a raccomandare.
* La Pia Casa Arcivescovile per Sordo-Muti in Via Avellino a Tarsia, 16 - Napoli, col consiglio e compiacimento di persone autorevoli, di amici e benefattori, ha intrapreso fin dal mese di novembre u. s. la pubblicazione di una rivista bimestrale pedagogica, scientifica, sociale, che ha per titolo « Il Sordo ». Lo scopo è caritatevole: studiare cioè i problemi dell'educazione ed istruzione dei sordo-muti con affetto e sincerità. Alla nuova rivista collaboreranno persone autorevoli della scienza e della pedagogia, e fornirà la nota simpatica la collaborazione degli stessi sordo-parlanti e loro amici, poiche avrà una rubrica apposita per essi. Augurii alla nuova pubblicazione pel bene dei sordo muti e sordo-parlanti, e complimenti ai promotori.
* Certi di far cosa utile a varie Cooperatrici, chè parecchie ce ne fecero esplicita domanda negli anni scorsi, facciamo noto che anche quest'anno presso l'Istituto S. Spirito delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Acqui si ricevono signore e signorine per pensione e assistenza nel periodo della loro cura presso le Terme locali. Per domande e schiarimenti rivolgersi direttamente alla Direzione dell'Istituto S. Spirito, Acqui (Alessandria).
All'estero.
* A Parigi venne aperto un quarto Oratorio col metodo di Don Bosco. E intitolato a S. Giovanni Evangelista, e riscuote già le più calde simpatie col suo lavoro. Ha annessa una conferenza di San Vincenzo de' Paoli ed un distributorio di generi alimentari per le famiglie degli assidui.
* A Cape Tow (Sud Africa), grazie alla generosità di ottimi cooperatori, i nostri confratelli han potuto acquistare un podere e una casa, che verranno adattati ad un nuovo collegio e colonia agricola nelle vicinanze della città. Il Collegio darà asilo agli studenti cattolici, delle classi mediocri e povere, che desiderano avviarsi al sacerdozio; e la scuola agricola educherà i giovinetti cattolici di campagna, i quali, finora, colà son affatto sprovvisti di questi ranni di studio. Salutiamo con gioia quest'incremento, che apre nuovi orizzonti all'Opera Salesiana nell'estremo lembo dell'Africa.
* Il Brasile fu in festa per il compiersi del Primo Centenario dell indipendenza nazionale: e a lungo durerà il ricordo della celebrazione della data solenne. Per la circostanza venne offerto al nostro Santuario di Nictheroy un prezioso calice d'oro massiccio, dal piede tempestato di gemme, rappresentanti la Croce del Sud, la splendida costellazione che scintilla sulle terre della vasta Repubblica, con le figure della Religione, della Patria e dell'Industria, illustrate dal motto inciso alla base: Beatum dixerunt populum cui sunt haec. Tre angeli, in piedi sulla base, sorreggenti tre date particolarmente care agli offerenti: - 15oo, scoperta del Brasile, - 1882 - arrivo dei Salesiani, - 1922 - Centenario dell'Indipendenza Nazionale -- sorreggono la sottocoppa, artisticamente vestita di pampini, sulla quale posa la coppa elegantissima. Il lavoro venne eseguito, su disegno del nostro confratello Don Antonio Giuseppe De Carvalho, dall'orefice torinese Luigi Passeroni, a cura di un apposito Comitato di allievi, ex-allievi e cooperatori brasiliani.
* Il nuovo Arcivescovo di Marianna (Brasile), Mons. Elvezio Gomes d'Oliveira, salesiano, ha fatto il suo ingresso in Archidiocesi, accompagnato dal fratello Mons. Emmanuele, Vescovo eletto di Goyaz, da Mons. Antonio Malan, Prelato di Registro d'Araguaya e da altri Prelati. Per tutto ill viaggio, particolarmente a Juiz de Fora - che ricorda la tragica morte di Mons. Lasagna - il nuovo arcivescovo fu fatto segno a vive dimostrazioni di ossequio e di simpatia. A Marianna erano alla stazione tutte le Associazioni cattoliche, le Autorità e un'onda di popolo, che lo accompagnò alla Metropolitana, dove fu cantato il Te Deum.
* Il Liceo Salesiano del Sacro Cuore di Gesù di S. Paola (Brasile) ha pubblicato, in elegante volume, il resoconto dell'opera svolta nell'anno 1922. Dalle accurate statistiche si rileva che gli alunni raggiunsero, complessivamente, la cifra di 1630, e cioè 726 convittori, 54o esterni, 39 semiconvittori, 110 artigiani, e 215 delle scuole serali. Le scuole abbracciano i corsi elementari, ginnasiali, commerciali, e professionali: le più frequentate sono le elementari, con un totale di 1023. A tener desta, come voleva Don Bosco, l'ampia massa giovanile, vennero amorevolmente istituite varie associazioni scoustistiche, sportive, musicali, ricreative, che celebrano, tutte, la propria festa sociale con vivo entusiasmo. Tra gli avvenimenti più importanti dell'anno, oltre le solennità religiose, son da annoverarsi le visite del Generale Caviglia, del Nunzio Apostolico dell'Argentina, Mons. Vassallo di Torregrossa, e dell'Ambasciata Pontificia. Tutti gli alunni, in unione con i 300 del Liceo Maria Ausiliatrice di Campinas, presero viva parte ai festeggiamenti celebratisi in S. Paolo per il centenario dell indipendenza nazionale. Nella fausta circostanza tenne il discorso Mons. D'Aquino Correa, Arcivescovo di Cuyabà, e lo spettacolo di quei duemila giovani, inneggianti a Dio e alla patria, fu una delle note più simpatiche dei pubblici festeggiamenti.
* L'Associazione italiana « Pro Schola » di Buenos Aires, con lettera del 21 febbraio u. s., pregava l'ispettore salesiano Don Bonetti a favorire 25 immagini del S. Crocifisso per corredarne le aule scolastiche, in ossequio all'ordine ricevuto dal Governo Italiano. Don Bonetti rispondeva:
* In breve manderò i 25 crocifissi elaborati dalle mani innocenti dei piccoli fanciulli, figli d'italiani, che imparano il loro mestiere in questo Collegio Pio IX di Arti e Mestieri. Trattandosi di assecondare l'opera di alta civiltà, che intende realizzare il Governo Italiano coll'impartire a tutte le scuole l'ordine tassativo di corredare le aule coll'immagine del Crocifisso, mi è grato fare dono a codesta istituzione delle immagini suddette. Anzi, se non sarà loro discaro, mi è grato offrire un sacerdote per la benedizione di dette immagini, qualora fosse pensiero di codesto Istituto di collocarle con qualche solennità al principio dell'anno scolastico ».
* Il Gruppo Studi Letterari dell'Unione exallievi di Rosario Santa Fè (Argentina) indisse un concorso letterario-apologetico-sociale tra gli allievi ed ex-allievi dei corsi nazionali, normali e commerciali di tutti i collegi della Repubblica. Il concorso venne dedicato all'E.mo Card. Giovanni Cagliero. Vennero assegnati, a libera scelta, 24 temi: tra gli altri: Il Papato - Il sacerdozio cattolico - L'azione sociale degli Oratori festivi - Fede e ragione - Il valore sociale del Vangelo - La Chiesa e l'operaio. Nella festa di Maria Ausiliatrice si distribuivano i premi ai vincitori.
* A Bahia Blanca nell'Argentina, in questo mese di giugno si terrà un Congresso in onore del Sacro Cuore di Gesù, indetto in omaggio ai desideri espressi dal Santo Padre in occasione del 1° Congresso Nazionale Italiano, tenutosi a Casale Monferrato.
A favore degli orfani del terremoto, che ultimamente devastava una regione del Cile, anche i salesiani di Puerto Natales (Patagonia Meridionale) aprirono una sottoscrizione fra tutti i fanciulli del luogo. La gentile iniziativa incontrò l'adesione generale, e fu una gara di sacrifizi e rinunzie, che raggranellò una discreta somma, la quale, pel tramite del Vicario Apostolico Monsignor Aguilera, fu inviata a destinazione.
* Per la parrocchia italiana di Valparaiso (Cile), annessa al collegio salesiano, il 1922 fu un anno di benefica azione spirituale e sociale. Ogni prima domenica del mese si tennero funzioni speciali, con spiegazione del Santo Vangelo in italiano, e si celebrarono solennemente le feste dello Statuto e della Vittoria, con l'intervento delle autorità consolari e dei presidenti delle Società italiane. A cura del Comitato Dame Patronesse Italica Gens, che agisce in unione col parroco, vennero con cura affettuosa assistiti gli infermi e le vedove, e 107 orfani ricevettero, gratuitamente, educazione vitto e vestito. È davvero consolante il constatare come i nostri emigra; i, sotto l'influsso della sana educazione della gioventù, escano dall'indifferentismo religioso e si facciano un dovere di prestare ai propri connazionali, infermi o bisognosi, i migliori conforti ed aiuti.
* Nel Collegio Maria Ausiliatrice, di Santiago del Cile, le ex-allieve istituivano, appena l'anno scorso, un'accademia operaia femminile per le figlie del popolo, che desiderano specializzarsi in qualche ramo dell'attività domestica, e son già circa un centinaio le inscritte. Anche le maestre sono ex-allieve, che mostrano d'aver ben appresi i sani principi a cui vennero educate.
Conte ALESSANDRO WiLMOT. - Ci scrivono da Cape Tow (Sud Africa): Il conte A. Wilmot, nostro esimio benefattore, vegliardo di oltre ottant'anni, figura di santo, cattolico militante fino a pochi giorni prima della sua morte, passò al premio eterno il 3 aprile u. s.. Giovane sedicenne, venne nell'Africa del Sud come impiegato di posta, e salì ai gradi più elevati negli uffici civili. Senatore nell'Africa del Sud, non solo fu alla testa della politica imperialista, ma fece più volte trionfare la causa cattolica. A lui dobbiamo il terreno su cui sta oggi il nostro Istituto in una posizione centrale della città, perchè egli ce l'ottenne dal Governo. Presidente del Consiglio Centrale delle
Conferenze di San Vincenzo, Direttore delle Società contro l'alcoolismo, nominato Conte di S. Silvestro da Benedetto XV di s. m., colla penna e colla parola combattè coraggiosamente la causa del Signore, frequentemente professandosi il primo cooperatore salesiano dell'Africa del Sud, perchè, a nome di Mons. Vescovo, aveva trattato col venerato Don Rua la fondazione di quest'Istituto.
LUCREZIA ZUCCOLI. - L'Oratorio Salesiano d'Iseo ha perduto nella pia signora un'insigne benefattrice. Mente eletta e anima mite, dedicò tutta la vita alla pietà ed alle opere di bene, confortando gli afflitti e sollevando l'indigenza dei poveri. Modesta e lontana dalle manifestazioni esteriori fu l'angelo della sua casa, senza tralasciare nessuna occasione per aiutare quelle opere di beneficenza, che, lenendo le sofferenze fisiche, mirano pure al rinnovamento spirituale. Al fratello cav. dott. Gian Maria e alla sorella Carlotta vive condoglianze.
GIUSEPPE MANACHINO. - Morì cristianamente, nella Pampa Centrale-Argentina, in età di 76 anni. Di fede semplice e schietta, generosamente diede alla nostra Pia Società l'unico figlio, D. Gaudenzio, missionario nella Patagonia. E il Signore lo ricompensò disponendo che il figlio stesso, al primo manifestarsi del male che doveva condurlo alla tomba, avesse il conforto di amministrargli la S. Comunione. Una preghiera per il suo eterno riposo.
ANNUNZIATA GARELLI, di Faenza. - Devotissima di Don Bosco, si fece un dovere di favorire, con la parola e con l'opera, la vocazione salesiana di un suo nipote. Amantissima di tutte le opere buone, particolarmente della gioventù, beneficò in vita e in punto di morte l'Oratorio festivo della città natale. Una prece.
BASILI Arturo, † a Torino.
BERNARDINI Antonia, † a Viceno (Novara). BERTOLINO Carlo, † a Marsala (Trapani). BETTUZZI Riccardo, † a Moncerato (Modena). BoERis Angela, † a Cavour (Torino).
BoNELLI Rosalia, † a Castello di Fiemme (Trento). BoNINI Maria, † a Gottolengo (Brescia). BoRLINI Elisabetta, † a Chignolo d'Oneta (Bergamo) BOTTO Maddalena, † a Torino.
BREGANZE Anzi Pierina, † a Vicenza. BRESSAN D. Matteo, † a Vigonovo (Udine). BRODA Giov. Batt., † a Torino.
CALANDRA Vincenzo, † a Casorzo Monf. (Aless.). CALICETI Artemisia, † a Levizzano (Reggio $m.). CANOVA Catella Cornelia, † a Torino.
CAPPITELLI Can. D. Giuseppe, † a Marsala (Trapani) CARABELLI Annunziata, † a Trescorre Balneario. CARRARA Giacomo, † a Pomaro Monf. (Aless.). CASTICLIONI Maria, † a Magenta (Milano). CIBRARIO Caterina, † a Torino.
CIMINO Francesco Paolo, † a Randazzo (Catania). DE SANCTis Benedetto, † a Subiaco (Ronfa). DE STEFANIS Cav. Giuseppe, † a Torino. DIGIROLAMO Natale, † a Marsala (Trapani). DOMINICI Margherita, † a Carmagnola (Torino). FALCHIARIN Federico, † a Villanova di Campo S. P. FALCONE Antonio, † a Molare (Alessandria). FERRARA Lo Forte Grazia, † a Petralia Soprana. FILETO Maria, † a Nus (Torino). FILIPPI PANSA Lucia, † a Lovere (Bergamo). FIORITO Can. D. Antonion, † a Marsala (Trapani). FISSORE Delfina, † a Bra (Cuneo). FRACASSI Giovanni, † a Villanova Can. (Torino). FRANCESCHETTI Pasqua, † a Franane (Verona). CALFANO Dott. Giovanni, † a Marsala (Trapani). GAMBOLATI Felice, † a Fubine (Aless.). GANDO Lorenzo, a † Monterosso al Mare (Genova). GARDANO Giuseppe, † a Trino Vercell. (Novara). GERMANA Giovanni, † a Randazzo (Catania). GERMANA Can. D. Luigi, † a Randazzo (Catania). GHETTI Maria, † a Pezzaze (Brescia). GIACCONE Felicita, † a Carmagnola (Torino). GiÈ Giulio, † a Confienza (Pavia). GILARDi Giovannina, † a Asso (Como). GIRELLI Maddalena, † a Brescia. GIRIBALDO Camilla Ved., † a Ventimiglia (P. M.). GNAVI Francesco, † a Caluso (Torino). GuGLIELMI CARNESALI Marianna, † a Negrar. GUIDI Angela, † a Pietra De' Giorgi (Pavia). LANCI Concetta, † a Lanciano (Chieti). LEONARDI Can. D. Paolo, † a Acireale (Catania). MANOLINO Margherita, † a Torino. MARCHIANDI Incisa, † a Torino. MICHELETTI Vincenzo, † a Foglizzo (Torino). NOVELLI Vincenzina, † a Ancona. ODASSO Antonio, † a Garessio (Cuneo). PACE D. Carlo Alberto, † a Magasa (Trento). PARENTI Ildegarda, † a Moncerato (Modena). PARISi Amalia Ved., † a Roverè della Luna. PETAZZI RUSCONr Maria, † a Torino. PODIO Vincenzina, † a Caluso Torino). PoLIZZI Pro!. Antonio, † a Marsala (Trapani). PoNZETTi Luigi, † a Caluso (Torino). RALLO Salvatore, † a Marsala (Trapani). RICCARDi Artemisia, † a Parma. RICCARDI Teresa, † a Parma. Rous Gerolamo, † a Montjovet (Torino). SALA FERRO Cav. Antonio, † a Marsal (Trapani). SALVETTI D. Giovanni, † a Caluso (Torino). SIGNORI Domenico, † a Caxias (Brasile). SOBRERO Eugenia Ved., † a Torino. SPADA Francesco, † a Marano di Valpollicella. SPANO' CIACALONE Cav. Giovanni, † a Marsala. TABARRACCI Giulia, † a Lucca. TAGLIABUE Giulia, † a Meda (Milano). ToTTi Letizia, † a S. Agata sul Santerno (Ravenna). TouRNOUR Caterina, + a Susa (Torino). TURELLA BOTTOMEDI Amalia, † a Roma. VADA Battista, † a Nielle Belbo (Cuneo). VERCELLI Luigia, None (Torino). ZARDINI D. Antonio, † a Fane (Verona).