BS 1910s|1918|Bollettino Salesiano Dicembre 1918

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XLII - N. 12   DICEMBRE 1918

SOMMARIO

Il Sac. Paolo Albera ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatrici.

Funebri riti solenni nel Santuario di Maria Ausiliatrice per i morti in guerra.

Agli ex-Allievi degli Istituti Salesiani.

Per un omaggio al Santo Padre.

Il Tempio votivo della Toscana al S. Cuore di Gesù in Livorno.

Per l'assistenza agii Emigrati - Una circolare della Commissione Salesiana per l'Emigrazione.

Il Museo Territoriale Salesiano di Punta Arenas, ora Museo "Maggiorino Borgatello".

Per l'educazione cristiana dei figli del popolo - L'anno catechistico 1917-1918 nel I° Oratorio festivo di Don Bosco.

Il nuovo Oratorio nella Borgata S. Paolo a Torino e l'Em.mo Card. Richelmy.

Le Nozze d'Oro di Mons. Giacomo Costamagna. Quattro modi pratici, alla portata di tutti, per combattere la bestemmia.

La Patagonia invoca nuovi Missionari.

Mons. Elvezio Gomez d'Oliveira, Salesiano.

Il Culto di Maria Ausiliatrice: Pel 24 corrente - Grazie e graziati.

Riconoscenza al Ven. Don Bosco.

Note e Corrispondenze: Il Presidente di Colombia e l'Opera di Don Bosco - Notizie varie: In Italia: Trento, Trieste, Gorizia - All'Estero. Necrologio e Cooperatori defunti. Indice dell'annata.

REDAZioNE E AMMINISTRAZIONE - VIA CoTToLeNGo, 32 - TORINO

IL SAC. PAOLO ALBERA Successore del Ven. Don Bosco

porge ai zelanti Cooperatori, alle gentili Cooperatrici, e a tutti i generosi che - dopo Dio - son l'unico sostegno delle Opere Salesiane, devoti e riconoscenti auguri a nome dei Salesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, della gioventù alle loro cure affidata, e promette particolari preghiere nella Notte del S. Natale.

Memore della squisita bontà con la quale molti cari amici e benefattori si degnarono partecipare all'esultanza del suo Giubileo Sacerdotale, ripete loro con l'animo ognor profondamente commosso i più vivi ringraziamenti. Quel dì, che segnava il compiersi dell'anno cinquantesimo dell'inaugurazione del Santuario di Valdocco, celebrando allo stesso altare al quale era, cinquant'anni prima, per la prima volta salito il Ven. Don Bosco, egli deponeva ai piedi di Maria Ausiliatrice il più fervido voto per affrettare il giorno della pace

Nell'alba radiosa di questo desideratissimo giorno, dopo aver innalzato a Dio l'inno del ringraziamento e la preghiera di suffragio per i prodi caduti, egli vorrebbe far giungere ai Cooperatori del mondo intero il più affettuoso saluto nella più stretta carità di Gesù Cristo e nella più attiva comunanza degl'ideali di Don Bosco. Se ancor non gli è dato di sodisfare una brama così giusta e ardente, il giorno è però vicino, e possono e debbono affrettarlo le più confidenti preghiere per il buon esito del Congresso per la Pace.

Dopo l'immane conflitto l'opera di restaurazione, ovunque, è immensa. Gravi e urgenti lavori s'impongono anche alla Pia Società Salesiana; tre in modo speciale

1) Scendere in soccorso degl'infelici giovanetti, rimasti orfani o del tutto abbandonati a causa della guerra ;

2) Restaurare gl'Istituti Salesiani deteriorati o devastati per la stessa cagione ;

3) Preparare una spedizione di numerosi Missionari per l'anno nuovo, invocata da quelli, che, stremati di forze, son rimasti sul campo dell'immenso lavoro.,

Cooperatori ! cerchiamo con raddoppiate energie di riparare gli anni dolorosamente trascorsi. Dio è con noi! . Avanti, per la sua gloria e per il bene dell'umanità !

Funebri riti solenni nel Santuario di Maria Ausiliatrice per i morti in guerra

Non appena vennero sospese le ostilità, dopo aver innalzato a Dio l'inno del ringraziamento, il rev.mo nostro Rettor Maggiore Don Albera aveva stabilito di celebrar un funerale solenne in suffragio dei caduti in guerra, particolarmente per gli appartenenti alle famiglie dei Cooperatori. Ed era suo pensiero di applicare speciali suffragi per l'anima di S. A. R. il Principe Umberto Amedeo, Conte di Salemi, figlio a S. A. I. R. la Principessa Maria Laetitia Savoia Napoleone, Duchessa d'Aosta, Presidente delle Dame Patronesse Torinesi delle Opere di Don Bosco, quando, avendo appreso che l'Em.mo Card. Richelmy sarebbe stato lieto di compiere egli stesso, in forma ufficiale, identica cerimonia solenne nella Basilica di Maria Ausiliatrice, con animo vivamente grato mise il tempio, sè, e tutti i suoi a disposizione del venerando Porporato. Per questo scrisse il Momento: - « I salesiani, sempre ammirevoli nella loro attività e riconoscenti in particolar modo all'augusta principessa Laetitia, presidente delle Dame Patronesse Torinesi delle Opere di Don Bosco, oggi così crudelmente toccata dall'angoscia, nel cuore di madre, hanno assecondato meravigliosamente il pio desiderio dell'Em. Cardinale Agostino Richelmv, paternamente sollecito di innalzare coi soldati e col popolo fervide preghiere a Dio in suffragi degli eroi italiani caduti nell'aspra lotta che diede all'Italia maggiore ampiezza di confini e di prestigio morale nel consorzio delle Nazioni civili. L'imponente cerimonia ebbe luogo il 19 novembre. La Basilica era addobbata con severa eleganza. Sulle porta maggiore, contornata da neri drappi, campeggiava questa epigrafe dettata dall'on. Paolo Boselli:

» Si Prega Dio - perchè conceda - il premio immortale - a Umberto Amedeo conte di Salemi - a tutti i prodi che diedero la vita - per la Patria e per la civiltà - nel glorioso compimenti - dell'impresa liberatrice - iniziata con italico ardire -- dal magnanimo Re - fidente nel diritto delle Nazioni ».

A pochi passi dal presbitero, in mezzo al tempio maestoso, era stata disposta la tomba da campo, circondata da grandi candelabri e palmizi.

Sull'altar maggiore, completamente parato violetto, venivano collocati pel servizio funebre tutti quanti gli arredi sacri offerti in occasione del Giubileo di Don Albera, dalle Regine Margherita ed Elena e dalle Principesse delle Case d'Aosta e di Genova.

In apposite pancate presero posto le Autorità governative, militari e civili; più presso alla tomba, il Gen. Sartirana Comandante il Corpo d'Armata, il Gen. Rizza Comandante la Divisione, il Gen. Corfini Comandante il Presidio, con altri Generali: e in appositi inginocchiatoi, presso la balaustrata S. A. R. la Principessa Isabella, Duchessa di Genova, con l'Augusta sua figlia Principessa Bona, e il nobile Cav. Buonvicino, rappresentante S. A. I. R. la Principessa Laetitia. La basilica era gremita. Un migliaio di soldati di tutte le armi erano scaglionati al lato sinistro della tomba, circondata da otto marinai funzionanti da guardia d'onore, e da un picchetto armato

La cerimonia riuscì solennissima. L'Em.mo Card. Richelmy, in abiti pontificali e circondato dai Canonici della Metropolitana e dai Parroci della città, vi assistè dal trono. La messa fu cantata dal rev.mo Don Albera. La nostra Schola cantorum, insieme con melodie gregoriane, eseguì scelta polifonia sacra italiana.

Al Sanctus e all'Elevazione squilli militari diedero il segnale dell'attenti e il picchetta armato presentò le armi nel silenzio religioso della folla prostrata in adorazione.

Terminata la Messa, il sacerdote don Stefano Trione salì in pulpito e pronunciò un breve discorso. A nome del Cardinale Arcivescovo, ringraziò le Altezze Reali intervenute a rendere colla loro presenza più autorevole il convegno di preghiera pei Morti della Patria; le Autorità governative, militari e civili; le rappresentanze delle Nazioni sorelle e dei popoli alleati; l'Esercito e l'Armata; i Consoli degli Stati amici pel concorso fraterno col quale vollero recare il fiore della invocazione religiosa sulla tomba dei prodi caduti, per la gloria delle anime che bene han meritato dinnanzi a a Dio, perchè son salite a lui bene meritando della Patria,

Cori parole alata, ispirata, a quel sentimento, profondo di religione che in Dio trova sempre la speranza al disopra di tutte le sventure e il conforto a tutti i dolori, lanciò un'onda, di sollievo nei cuori lacrimanti, convincendoli come alla luce della Fede noi dobbiamo esultare nel destino degli eroi che lasciarono la vita terrena combattendo per la Patria, perchè, martiri del dovere, ne han già ottenuto da Dio premio condegno.

Rievocando i tumuli che per tanta parte d'Italia racchiudono le spoglie degli eroi caduti disse che i loro spiriti vivono ora la vita vera che nono ha più tramonti . In cielo son diven tati intercessori di benedizione ai cari lasciati quaggiù partecipi del loro sacrificio, e modelli sui quali dobbiam cercare di plasmare la nostra esistenza di uomini, di cittadini e di soldati, schiavi di null'altro che del dovere.

Conchiuse affermando come ad onorare i orodi caduti, sia necessario proseguire l'opera loro col renderci degni della vittoria che costò il loro sangue, applicando tutte le energie nostre perchè sulle nostre contrade splenda sempre più vivo il sole della giustizia e della vera civiltà.

Vibravano ancora gli accenti elettrizzanti dell'oratore quando l'Em. Cardinale Richelmy visibilmente commosso scese dall'altare, seguito dal Clero e salutato dalle squilli dell'attenti, a benedire la tomba,. La sua voce risuonò incisiva nell'invocazione del Requiem e la sua mano tremante si levò lenta nel gesto lungo accompagnante, il pensiero assorto nell'invocazione dell'eterna pace e del premio meritato per gli eroi della Patria.

Nello stesso giorno tutte le Sante Messe celebrate nel Santuario erano offerte a Dio per i caduti in guerra, e le preghiere e le sante Communioni dei nostri alunni ebbero la stessa pietosa intenzione.

AGLI EX-ALLIEVI degli Istituti Salesiani.

Alle Associazioni degli Ex-Allievi e ai singoli ex-allievi degli Istituti Salesiani diamo la lieta notizia che « FEDERAZIONE » l'organo del Congresso Direttivo della Federazione Internazionale degli Ex allievi di Don Bosco, riprende in questo mese le pubblicazioni. Il nuovo numero reca questo saluto del Sig. Don Albera:

Carissimi Amici,

Ecco che dopo un lunghissimo silenzio vedete riapparire l'organo della Federazione degli Exallievi di D. Bosco. Ecco che fra i consolanti !rutti della cessazione dell'immane nostra guerra abbiamo anche quello di poterci scambiare un saluto, di comunicarci qualche notizia, e di richiamare alla memoria qualcuno dei nostri carissimi ricordi! Quanto volentieri io approfitto di questa occasione per presentarvi i miei più cordiali auguri per l'anno 1919 e per assicurarvi che al centro delle o ere Salesiane, anche in mezzo alle dolorosissime vicende che cotanto attristarono i nostri cuori durante quattro anni, i Salesiani non hanno dimenticati i loro antichi compagni ed allievi. Essi sapevano che molti di voi si trovavano sotto le armi, che erano esposti a gravissimi pericoli, e li seguivano col pensiero e specialmente con le loro preghiere.

In quasi tutte le nostre chiese, specialmente a Maria Ausiliatrice, noi abbiamo celebrati solenni funerali per quelli fra i nostri ex-allievi i quali fecero generosamente il sacrificio della loro vita per la patria, pregando Iddio di riceverli quanto prima nella gloria del paradiso.

Ora poi ricordando l'antica usanza del nostro Venerabile Padre D. Bosco, mi prendo la libertà di mandarvi la strenna per il nuovo anno, sicuro che voi la riceverete con quella stessa ingenua semplicità con cui la ricevevate quando eravate fanciulli pendenti dalle labbra dei vostri Superiori.

Voi non potete ignorare come tutti i ben pensanti siano impegnati per riparare i danni morali che la guerra ha lasciati ovunque è passata. Non dubito che questo sarà pure il desiderio di tutti gli ex-Allievi Salesiani; ma perchè più efficace abbia a riuscire la vostra azione in mezzo alla società credo sia necessario rendere sempre più stretti i vincoli che ci tengono uniti. Raccomando quindi vera e «cordiale unione di tutti i membri verso il proprio circolo e di tutti i circoli fra di loro ». Così solamente gli antichi allievi di Don Bosco saranno legione, così solamente eserciteranno sul prossimo una benefica influenza.

Vostro aff.mo in C. J.

Sac. PAOLO ALBERA.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare indulgenza plenaria dal 10 dicembre al 10 gennaio:

1) il 25 dicembre, Solennità del SS. Natale;

2) il 1° gennaio, Circoncisione di N. S. G. C.; 3) il 6 gennaio, Epifania del Signore.

Inoltre: ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità e un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Al Rev. Clero e per le adunanze mensili.

Per un omaggio al Santo Padre.

Rinviando al numero di gennaio la continuazione del tema «Per la diffusione della buona stampa (1) » richiamiamo in questo mese, o cari Cooperatori, il vostro zelo e la vostra attività su d'un omaggio da rendersi al Santo. Padre il 22 CORRENTE, quando Egli compirà l'Anno 400 della sua Ordinazione Sacerdotale. Noi dobbiamo cogliere con gioia ogni occasione per far atto di ossequio al Papa, anche perchè il Papa che siede presentemente sulla Cattedra di San Pietro ha particolari diritti alla nostra riconoscenza.

Il cuore di papa Benedetto XV.

Cuore del più tenero e premuroso dei padri è quello di Papa Benedetto XV. Chi non l'ammira, chi non lo porta a cielo, invocandogli di lassù il premio e le consolazioni che si merita? Più volte abbiamo accennato anche noi alla bontà profondamente paterna dell'augusto Pontefice; ma tutto ciò che si è detto è poco a, petto delle inesauribili sollecitudini che Egli ha avuto, senza un giorno di tregua, per tutti quelli che hanno dolorato in questa guerra terribile. Padre e Pastore universale, Egli ha trepidato per tutti, a tutti ha fatto giungere-soavi parole di alto conforto e pegni tangibili del più affettuoso interessamento; ma chi raccolse la parte migliore delle pietosissime sue cure fu il nostro popolo, che gli è affezionato più di ogni altro; furono i nostri cari prigionieri in qualunque campo di concentramento si trovassero; furono e sono le sofferenti popolazioni delle terre già invase. Ecco - solo per citare un fatto - quale il fu il cuore del Papa verso questi nostri fratelli.

Scrive l'Osservatore Romano:

In seguito alle dolorose notizie circa le sofferenze delle popolazioni dei territorii italiani già occupati dalle truppe austro-ungariche, il Santo Padre si è affrettato a venire in loro soccorso con sussidii inviati ai Vescovi e proporzionati alla sua augusta povertà.

Non sarà però fuor di proposito ricordare che, anche in precedenza, il Santo Padre non aveva mancato di rivolere le sue cure a vantaggio di questi infelici suoi figli per procurare ad essi viveri e medicinali. Ecco, in breve riassunto, come si svolsero tali premure.

Verso la metà dello scorso mese di maggio, giungevano all'E.mo. Signor Cardinale Segretario di Stato lettere dei Prelati di Belluno-Feltre, di Concordia e di Udine, datate 15 marzo, nelle quali erano descritte le tristissime condizioni in cui si trovavano questi abitanti. Vivamente commosso a tali notizie l'Augusto Pontefice ordinò che si venisse,, sollecitamente in aiuto di quei suoi miseri figli esposti alle sofferenze della fame.

Si procurò anzitutto di eliminare le difficoltà, che sarebbero potute sorgere da parte delle autorità occupanti, per procedere, in seguito, con il consenso delle autorità italiane, all'acquisto in Italia e alla spedizione dei viveri. E quindi Monsignor Nunzio Apostolico di Vienna venne immediatamente interessato a ottenere il consenso dell'autorità austro-ungarica all'introduzione dei viveri necessari, e lo si autorizzava a fare appello, se occorreva, allo stesso Imperatore. Per varie difficoltà, che è superfluo ricordare, Monsignor Nunzio Apostolico poteva comunicare soltanto nella prima decade di luglio che, tanto il governo austro-ungarico, quanto il comando militare, avevano date in massima il loro consenso al vettovagliamento dei territori italiani occupati, per mezzo delle autorità ecclesiastiche. E, poco dopo, aggiungeva che erano ammessi all'introduzione farina, riso, zucchero, caffè, olio, grassi, che il trasporto si sarebbe effettuato per la stazione di Feldkirch, dove i viveri sarebbero stati ricevuti da un delegato della Nunziatura Apostolica; che i vagoni riuniti in un treno con il nome di Vaticantransport sarebbero diretti su Pontafel, ove sarebbero ricevuti da un delegato del Vescovo e inviati a Udine per essere poi distribuiti secondo un piano redatto dal Comando Militare e dai Vescovi. Inoltre si concedeva l'introduzione di pacchi postali diretti a singole persone, e l'applicazione ai trasporti in parola della tariffa militare.

Affine di poter procedere all'acquisto ed all'esportazione dell'ingente quantità dei viveri suddetti si comunicarono tali notizie alle competenti Autorità italiane, le quali accordarono subito, in massima, il loro consenso. Rimanevano però da superare varie difficoltà d'ordine pratico, specialmente quella di garantire che i viveri sarebbero pervenuti intelgralmente alle popolazioni italiane e che le Autorità occupanti, in vista di tali invii, non avrebbero requisito in maggior copia le risorse locali. In considerazione poi dell'eventuale congestionamento della linea ferroviaria suindicata, si prospettò pure la convenienza di inviare le vettovaglie per via marittima, e la loro consegna ai Minori Francescani di Gemona, Feltre, Motta di Livenza e Ceneda. La soluzione di tali questioni ritardò purtroppo l'effettuazione del vettovagliamento in parola, per modo che soltanto verso la metà di settembre poteva essere apprestato un primo treno.

Le Autorità italiane avevano fatto sapere che esso era pronto a partire per trasportare riso, farina e lardo a vantaggio dei distretti maggiormente provati e bisognosi; il Nunzio Apostolico di Vienna già ne era stato preavvisato; ma la partenza venne poi sospesa per ragioni non bene conosciute, e forse a causa del precipitare degli avvenimenti politici e militari.

Per ciò che riguarda l'invio dei medicinali, il Santo Padre, avendo appreso da una lettera del Vescovo di Concordia, giunta con molto ritardo, che gli abitatiti dei territorii compresi fra il Livenza, e il Tagliamento, infestati nei mesi estivi, dalle febbri malariche, avrebbero avuto grande bisogno di « chinino », del quale si era fatta larga distribuzione negli annii precedenti, s'interessava con la più viva sollecitudine per la spedizione a quelle misere popolazioni di tale prodotto prezioso e di altri medicinali. Essendosi però rilevata l'ipossibilità dell'acquisto in Italia e della esportazione di un'ingente quantità di chinino, come pure di altri medicinali Sua Santità interessò vivamente al riguardo la Rappresentanza di Berna; ma le disposizioni vigenti nella Svizzera a causa del severissimo blocco e controllo dei medicinali, portavano intralci e ritardi nell'attuazione del pietoso disegno.

Nonostante tali difficoltà, non mancò il Santo Padre di proseguire le sue vive premure per l'invio di vari medicinali escluso il chinino. E tali premure furono coronate di successo, giacchè non solo la Santa Sede otteneva il consenso delle Autorità italiane di potere essa stessa acquistare e spedire nei paesi invasi, materiale farmaceutico per circa 33.000 mila lire, ma lo stesso Governo Italiano volle cedere gratuitamente alla Santa Sede detto materiale e provvedere anche alla sua spedizione in franchigia fino alla frontiera. I medicinali sono da qualche tempo giunti nella Svizzera; ma di là non poterono proseguire per la loro destinazione a causa degli ultimi avvenimenti.

A buon diritto quindi « dopo gli ultimi fortunati successi delle armi italiane (1) » il cuore dei Cattolici si è volto con slancio di filiale riconoscenza all'Augusto Pontefice, « esultante » egli pure « per l'ottenuta vittoria ».

Oh! noi vorremmo che a cotesto affetto si temprasse l'animo di tutti gli italiani!... Maggiore ne ridonderebbe alla nostra diletta Italia quel prestigio che essa ebbe in passato sulle altre nazioni e che - ora che ha raggiunto le sue giuste aspirazioni - assecondando le vie della Divina Provvidenza, non mancherà d'esercitare più largamente in avvenire.

Qual ha da essere il nostro omaggio.

L'Em.mo Card. G. Gusmini, Arcivescovo di Bologna, ha indirizzato ai suoi diocesani una lettera, che noi, facendo nostra, comunichiamo ai Cooperatori:

« ... Il 22 dicembre il Santo Padre Benedetto XV... celebrerà il Quarantesimo Anniversario del Suo Sacerdozio.

» È noto infatti che Sua Santità veniva ordinato Sacerdote a Roma, il giorno 21 del mese di dicembre del 1878, e che il giorno 22 celebrava la Sua Prima Messa nella Basilica di S. Pietro, quasi preludendo, nel piccolo ma grazioso ricordo che distribuiva ai parenti ed amici per la fausta circostanza e che recava una Croce incoronata di spine dominante tutto quanto il globo, a quel doloroso Pontificato che nella stessa Basilica avrebbe assunto dopo trentasei anni di ministero sacerdotale, come nello stesso giorno 22 di dicembre, ventinove anni dopo, vi aveva l' episcopale consacrazione dalle mani stesse di Colui, di cui doveva essere l'immediato successore sulla Cattedra di S. Pietro; ragione per la quale il S. Padre ha voluto rimettere a questo faustissimo giorno la commemorazione della pontificale incoronazione. »

Cooperatori! « È per questo... cosa veramente degna di figliuoli tanto beneamati da sì gran Padre... di non lasciar passare data così importante, senza significare a Sua Beatitudine la intima compiacenza di vederlo, in sì florida salute, conservato alla Chiesa ed al mondo intiero, e nel tempo stesso senza stringerci a Lui d'intòrno, quasi per aiutarlo, perdoni Egli nella sua bontà la parola, a ringraziare Iddio degli innumerevoli benefici che Gli ha elargiti, fino a farlo suo Vicario sulla terra; e molto più per pregarlo che Lo abbia ancora a conservare a lungo, circondandolo di tutte quelle grazie, di quei celestiali carismi che sono necessàrii, per portare il grave peso del Pontificato fatto immensamente più grande dalla tristezza e dalla difficoltà dei tempi in cui gli venne posto sulle spalle, perchè lo abbia a portare così da rendere più manifesta la sua gloria, più larga e più sicura la vita della sua Chiesa ed insieme la salute delle anime alle sue cure affidate nell'universo mondo ».

Per questa fausta occasione, lo zelante Arcivescovo, pieno di riconoscente affetto per il S. Padre, fa queste proposte, che noi raccomandiamo ai Cooperatori:

I) Che in detto giorno tutti vadano a gara nell'inviare a Sua Santità telegrammi di felicitazioni e di auguri.

II) Perchè le felicitazioni e gli auguri abbiano ad essere efficaci, si diano tutti premura di suffragarli colle loro preghiere a quel Dio che è certo l'unico Suo rifugio, l'unico Suo sostegno nel difficile arringo in cui fu posto dalla Provvidenza.

III) Perciò la mattina di quel giorno, che è domenica, in tutte le parrocchie si veda di fare una Comunione generale, e la sera, esposto il

SS. Sacramento, si canti il « Te Deum », che è Insieme lo splendido inno del ringraziamento e la espressione più alta della preghiera di impetrazione.

Richiamandoci a quanto abbiano ràccomandato nello scorso mese di marzo (1), proponendo introduzione della « Festa del Papa », teniamo per certo che tutti i Cooperatori non mancheranno di accogliere quest'invito.

Noi l'affidiamo particolarmente ai Direttori Diocesani, ai Condirettori, ai Decurioni, ai Zelatori e, con grande affetto, a tutti i Cooperatori PARROCI E SACERDOTI.

1) Lettera del S. Padre all'Em.mo Card. Gasparri, in data 8 novembre 1918.

Il Tempio Votivo della Toscana al Sacro Cuore IN LIVORNO.

Ci scrivono da Livorno:

I Salesiani, che vanno costruendo con lieti auspicii nella nostra città un Collegio, nel quale troveranno posto anche 100 orfani di guerra di tutta la Penisola, edificheranno accanto una Chiesa Parrocchiale che sarà il Tempio votivo della Toscana al Sacro Cuore. Anzi, allargando la cerchia di questo voto, affermiamo che esso sarà il Tempio Votivo di tutta la Nazione al Cuore Divinissimo di Gesù, che nella splendida apparizione rivelavasi fra le mura di Paray-le-Monial alla Vergine Margherita Alacoque con promesse memorabili.

Ma per il prossimo dopoguerra nell'inno, Fervido e solenne, che adora e ringrazia, occorrerà elevare a Gesù il gemito dell'anima, che attende e spera da quel Cuore, che ha tanto amato gli uomini, il rinnovamento di un mondo migliore.

In fondo al nostro essere si movimenta sempre un mondo di aspettative e di speranze. È legge psicologica, che si fa sentire più acutamente con più insistenza nelle ore solenni della storia.

Ed oggi - nell'ora dei popoli - questo anelito profondo; nel quale si confondono e ricadono tutte le ansie, converge a un avvenire migliore, fattivo di giustizia, di amore, di pace.

Epperò, da Dio le grandi ore dei popoli! Dal suo Cuore la restaurazione del mondo sulle Crasi ferme della giustizia, politica e sociale. Riconosciamo le nostre libertà, le generose cooperazioni delle nostre energie in attesa, però, di quell'aiuto Divino, che il Cuore di Gesù promise a Margherita Alacoque per i fedeli al suo Vangelo: nulla potete fare senza di me: sine me nihil potestis facere.

Non nell'inerzia e nell'assenteismo dell'uomo si esercitano le grandi mobilitazioni del bene, non nell'assenza di Dio sono attendibili i loro felici risultati. Dio deve essere vicino alle grandi fatiche precorritrici dell'avvenire. Le conquiste del domani non riposano soltanto nei successi di una strategia militare, di abilità diplomatica, in un'intesa di partiti e di Nazioni.

Su tutto questo occorre la sacra vigilia della pietà, e il suo giorno; qui il fondamento, che sostiene ogni umana speranza, ogni rinascita di un popolo cristiano. Dal Cuore di Gesù, dal Sangue infinito della sua Redenzione, ogni germe di bene, di gìustizia, di carità nel mondo. L'Apostolo, nell'enfasi dell'anima ardente, proclama Gesù nostra salute e propiziazione.

Rammentiamo che Cristo si compiacque di un barbaro (Costantino) per farlo strumento. dei suoi alti disegni. Costantino il Grande fu il gran servitore politico di Gesù Cristo.

L'eguaglianza morale delle stirpi non diventò cosa reale che per mezzo del Cristianesimo, attinto fra le sventure dai nostri padri in Italia.

Fra i cimenti della vita e della morte, nelle trepide ore, in cui si trattava del servaggio o della libertà, gli italiani a Gesù Cristo si rimettevano e ne uscivano trionfanti.

È storia!

E il Cuore Divino di Gesù vuol trarre appunto da un flagello (come 16 secoli or sono da un barbaro), cioè dalla guerra, un gran bene la restaurazione del suo regno sulla terra. L'ora della patria ci chiama a raccolta. Con lei il diritto, con lei la giustizia.

Ma il diritto è Dio, sgorga dal suo Cuore. ogni giustizia da Lui. Non soccombano le speranze della Patria! E noi, umilmente, deponiamole ai piedi di Gesù votando in un plebiscito di anime un Tempio a quel Cuore Santissimo, che sorgerà in Livorno.

Facciamo appello alla. fervida carità di tutti i Cattolici italiani perchè cooperino con offerte generose all'erigendo Tempio votivo.

A tutti gli ammiratori e Cooperatori dell'Opera Salesiana raccomandiamo la ferma solidarietà di amore al Cuore Divino intorno ai benemeriti Figli di Don Bosco per questo Tempio Nazionale al Re dei Re a testimonianza perenne di una Fede, che non muore; ad auspicio per un mondo migliore.

Raccomandiamo noi pure vivamente quest'opera, che è una delle molte e delle più importanti che abbiamo ora in corso.

Per l' assistenza agii Emigrati.

La Commissione Salesiana per l'Emigrazione ha inviato, in data 3 novembre u. S., la seguente circolare

Ai Salesiani e alle figlie di Maria Ausiliatrice residenti fuori d'Italia.

D'incarico del rev.mo nostro Rettor Maggiore, signor Don Paolo Albera, altamente preocupato dei nuovi aspetti che presenterà in ogni terra il problema dell'emigrazione non appena sia conchiusa la pace mondiale, ci permettiamo di additare ai Salesiani e alle Figlie di Maria Ausiliatrice, residenti fuori d'Italia, come da qui innanzi, tra le Opere di zelo proprio dell'Istituzione del Ven. Don Bosco, verrà ad avere un pesto semine più importante quella dell'assistenza agli emigrati delle varie nazionalità, specialmente italiani, e dell'istruzione ed educazione della loro figliuolanza.

Non esiguo è stato il lavoro compiuto finora dai Salesiani in questo campo.

A partire dal 1875, cioè dall'anno in cui il Ven. Don Giovanni Bosco inviava i primi Missionari Salesiani all'Argentina, precipuamente per l'assistenza agli Emigrati Italiani, è in vero consolante il vedere come sia andato crescendo di anno in anno l'operoso interessamento dei figli e delle figlie di Don Bosco a prò degli emigrati. Ormai non v'è più quasi alcun Stato d'America, dove dai Missionari Salesiani non si attenda di proposito a questo nobile apostolato.

Dalle fiorenti parocchie per gli Italiani negli Stati Uniti, (due a Nev York, due a San Francisco, altre a Paterson e Port Chester) e quella per gli Emigrati Portoghesi a Oakland, dagli Istituti di Filadelfia e di Williamsbridge (già in Harvthorne) pei figli d'Italiani, e quello di Ramsev per i Polacchi negli stessi Stati Uniti, discendendo alle cento e cento Istituzioni Salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice nel Messico, nell'America Centrale, e in tutti gli altri Stati dell'America Meridionale fino all'estrema Terra del Fuoco, è tutta una vasta rete di Opere di Don Bosco, presso cui trovano assistenza gli emigrati e istruzione ed educazione i loro figli.

E lo stesso perseverante lavoro felicemente si svolge anche in più luoghi di Europa, Africa, e in vari punti d'Oriente e dell'Estremo Oriente, ad Alessandria d'Egitto, a Tunisi, al Capo di Buona Speranza, nelle Missioni Salesiane dell'India e della` Cina, e, fino a ieri, ad Adalia, Smirne, Costantinopoli e in vari centri della Palestina.

Neppure tra l'infuriare della guerra vennero meno queste nostre fatiche; che anzi esse si accrebbero dovunque e in più luoghi furono ritenute degne di speciale fiducia. Infatti:

I) Nel Chili e nel Perù, per provvida disposizione della Sacra Congregazione Concistoriale, venne data ai Missionari Salesiani giurisdizione parrocchiale sugli italiani colà dimoranti, e ivi, per operaa loro, sorsero subito appositi Comitati tra le Colonie

Italiane per sostenere svariate iniziative religiose sociali e patriottiche, con ottimi risultati. Presero infatti ad avvicinarsi alla Chiesa e ai Sacramenti non pochi che da tempo ne stavano lontani ; si vennero meglio a conoscere e a curare i bisogni morali e materiali di famiglie necessitose; e l'amore stesso della Patria lontana ne trasse alimento e dolce soddisfazione con ìl plauso di tutti i Coloni.

II) Un'altra iniziativa, degna di essere rilevata e che va da parecchi anni fiorendo in grandi centri d'immigrazione, mercè la cooperazione di Leghe patriottiche e altre Associazioni Italiane fondate o dirette dai Missionari Salesiani, è quella di celebrare solennemente ogni anno, nella prima domenica di giugno, la festa dello Statuto. In quest'occasione le Autorità e le più cospicue notabilità e rappresentanze della Colonia Italiana, come si suol fare dalle Colonie di altre nazionalità nelle proprie Feste Patrie, intervengono insieme coi nostri connazionali ad una solenne funzione religiosa col Te Deum, a cui seguono, durante il giorno, solenni riunioni civili; il che serve mirabilmente a rassodare gli inseparabili vincoli che uniscono l'amore della Religione e l'amore della Patria.

III) In più luoghi, mercè il contributo di azioni od oblazioni annuali, i Salesiani e i loro Cooperatori riuscirono anche a vivere più direttamente della vita della Colonia, col penetrare nelle amministrazioni di Ospedali, Scuole, Associazioni Patriottiche - e altre benefiche Istituzioni per gl'immigrati, riuscendo così a cooperare alla migliore coesione e funzionamento di tali Opere. È infatti da osservare che se in tutte le Colonie Italiane l'amore della Patria unisce fortemente i nostri connazionali ed è fonte tra loro di opere egregie che tengono alto il nome e l'onore d'Italia, in non poche di esse troppo spesso il più piccolo scontro per qualsiasi divergenza di partito e di politica li scinde e divide; mentre a noi, che fedeli agli esempi ed agli insegnamenti di Don Bosco non facciamo mai della politica, ma semplicemente del puro e sano patriottismo, torna facile compiere tra essi opera di unione e benefica solidarietà con buoni risultati.

Tra questi non esitiamo a ricordare le nobili iniziative religiose patriottiche e umanitarie che in questi anni di guerra si presero dai Segretariati Salesiani di Immigrazione e da parecchi nostri Istituti in conformità dei nuovi bisogni, sia col promuovere solenni cerimonie propiziatorie, sia col ricoverare orfani di guerra, sia col venire in soccorso alle famiglie dei richiamati.

Ora per proseguire e sviluppare cotesto molteplice e provvidenziale lavoro, che avrà quanto a maggiori esigenze, il rev.mo signor Don Albera mentre rinnova la sua particolare compiacenza e manda un plauso speciale a coloro che si fecero un dovere di calcare più profondamente quest'orma gloriosa di Don Bosco, invita tutti a rivolgere il pensiero all'avvenire e ai nuovi bisogni che, a seconda dei luoghi, si vanno già delineando.

A questo intento il venerato Superiore raccomanda:

I) Che i sigg. Ispettori trattino di proposito con i loro Consigli Ispettoriali e quei Direttori che trovansi nei luoghi di maggior immigrazione l'importante problema dell'assistenza agli emigrati;

II) Interessino a tali studi le varie Leghe e Associazioni d'immigrazione, fondate o dipendenti dai Salesiani;

III) Cooperino altresì a quanto in proposito si propongono di fare e andranno facendo altre analoghe Associazioni locali.

E un lavoro a primo aspetto un po' complesso e difficile, che esigerà notevole impiego di energie e di denaro. Niente paura! Ove non bastassero i Comitati di Patroni e Patronesse Salesiane, le Conferenze di S. Vincenzo, i Circoli degli Ex Allievi e gli altri nostri Comitati e Associazioni di beneficenza e d'azione varia, è consiglio del signor Don Albera che s'istituiscano appositi Comitati a questo oggetto.

L'opera è di tale importanza sotto ogni punto di vista, che la benedirà il Signore, e tutti gli uomini amanti del benessere della civile società si stringeranno con noi e ci verranno largamente in aiuto, specie se si saprà far uso di sapiente organizzazione e dei dovuti appelli ai generosi.

Continuiamo adunque, in ossequio ai desideri dell'amatissimo sig. D. Albera e secondo lo spirito e l'esempio del Ven. D. Bosco e di D. Rua, a ben meritare della Religione e della Patria, massime quando si tratta di opere come queste, che ridondano tanto a gloria di Dio e a bene del prossimo.

Il Museo Territoriale Salesiano di Punta Arenas ora "Museo Maggiorino Borgatello".

Il Museo Territoriale Salesiano di Punta Arenas venne iniziato l'anno 1888 con la raccolta di fossili e curiosità indiane e di quanto poteva interessare l'etnografia della Regione Magellanica ; ed in pochi anni, sebbene con mezzi primitivi e senza veruna spesa, si riuscì a radunare in esso la flora e la fauna di tutto il Territorio Magellanico e della Terra del Fuoco e una ricca collezione di fossili e minerali.

Visitato da illustri personaggi di transito a punta Arenas, il Museo ebbe da tutti cordiali encomii; ad es. da S. A. R. il Principe Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi, che lo visitò, nel 189o, 1896, 1904: da S. A. R. il Principe Ferdinando di Savoia, Duca di Udine, nel 19o8; dal Presidente dell'Argentina dott. Iulio Roca, da tre Presidenti del Cile, sig. Pedro Montt, sig. Jorge Montt e sig. Federico Errazzuriz; da molti capitani e comandanti di navi da guerra e mercantili. Più volte alcuni NordAmericani e lo stesso Governo fecero vistose offerte per acquistarlo, e si capisce che non si vendette a nessun prezzo: il Museo non venne iniziato a scopo di lucro, ma a documentazione dell'attività salesiana a pro' d'una razza che omai va interamente scomparendo e ad ornamento di Punta Arenas, ché, non appena divenne sede centrale della Prefettura Apostolica della Patagonia Meridionale e della Terra del Fuoco, affidata a Mons. Fagnano, si incamminò rapidamente a diventar città.

Nel Museo Territoriale Salesiano, ricorrendo il 2° anniversario della morte di Mons. Fagnano, il 15 settembre u. s. era collocato un, artistico suo ritratto, e contemporaneamente era inaugurata la Sezione storica del Museo, e questo, con apposita cerimonia, alla presenza delle autorità locali, civili e militari, e delle primarie famiglie della città, veniva intitolato al nome di « Maggiorino Borgatello ».

Poichè fu il nostro Missionario D. Maggiorino Borgatello, italiano, nativo di Varengo nel Monferrato e tuttora vivente, che ideò il Museo e vi lavorò, coadiuvato dal sig. Angelo Benove, per oltre cinque lustri, cioè nei 26 anni in cui fu zelante apostolo in quelle remote terre australi, ottimo fu il pensiero del rev.mo dott. D. Luigi Salaberry , Salesiano e Governatore Ecclesiastico di Punta Arenas, d'intitolarlo al nome del benemerito missionario.

Il « Museo Maggiorino Borgatello » fu or ora diligentemente classificato dal dott. Guido Bonarelli, distinto geologo italiano, e dal dott. Cristoforo M. Hicken, argentino, che è stimato il primo botanico del Sud-America.

Assai opportunamente venne anche, nella stessa occasione, inaugurata la Sezione storica dello stesso Museo, nella quale saranno raccolte tutte le memorie autentiche, riguardanti la storia del Territorio di Magallanes. Tra esse certamente occuperanno un posto assai importante le Memorie del compianto Mons. Fagnano. Questo laborioso, intrepido ed ardito Missionario, che nel racconto famigliare delle sue vicende apostoliche entusiasmava talmente coloro che avevano la fortuna di avvicinarlo da protrarre, senza ingenerar stanchezza, anche fino a due e tre ore le sue conferenze, pregato nell'ultimo viaggio in Italia di far avere al «Bollettino Salesiano » una copia delle sue Memorie, promise che volentieri avrebbe accolto il nostro desiderio. Anche pochi mesi prima di morire, rinnovandoci cordialmente la promessa, ci diceva che le poche ore che la malandata salute gli permettevano di lavorare, ogni giorno tutte le impiegava nel finir di ordinare le sue Memorie.

Al Rev.mo Don L. Salaberry, Governatore Ecclesiastico, e a S. Ecc. Rev.ma Mons. Abramo Aguilera, Vicario Apostolico di Punta Arenas, rinnoviamo ora la stessa preghiera.

Per l'educazione cristiana dei figli del popolo.

L'anno catechistico 1917-18 nel 1° Oratorio festivo di D. Bosco.

A procurare un meritato conforto a quanti zelano l'educazione cristiana dei figli del popolo, e a soddisfare il desiderio di quelli che bramano conoscer sempre meglio il metodo seguito dai Salesiani negli Oratorii festivi per ricopiarlo localmente, ben inteso in proporzione dei bisogni e dei mezzi che hanno a disposizione, offriamo a tutti i lettori un breve ragguaglio dell'azione di bene svoltasi durante l'anno scolastico 1917-18 nell'Oratorio Festivo di Valdocco in Torino.

L'Oratorio Salesiano di Valdocco in Torino, il 1° fondato dal Ven. Don Bosco, ha al suo attivo molte benemerenze che ognuno gli riconosce, ma è ancor lungi dall'aver tutti quei mezzi che gli sarebbero necessari per fare un bene maggiore. Eppure anche così com'è, l'Oratorio di Valdocco, e in questi anni di guerra e non ostante la scarsezza del personale - venne a mancargli anche il prezioso contributo della squadra di chierici catechisti del Seminario delle Missioni Estere in Valsalice -del bene ne ha fatto e quanto! Noi facciamo questo rilievo

1) Per ripetere ai cooperatori che il bene, quando urge farlo, si deve fare come si può, e non differirlo in attesa di... poterlo far bene.

2) Che tra le opere, che per noi s'impongono nel dopo guerra, vi sarebbe pur questa di dare un assetto completo al 1° Oratorio Festivo Salesiano, perchè esso, divenga realmente, com'è nel benevolo concetto di molti, un Oratorio modello al quale possano far capo per apprendere il metodo di Don Bosco quei zelanti cooperatori che lavorano di proposito per l'educazione cristiana della gioventù.

I), - Orario dell'Oratorio di Valdocco.

L'Oratorio è aperto non solo nei giorni festivi, dalle 7 alle 11 e dalle 13 alle 19; - ma anche la sera di ogni giorno festivo e feriale dalle 20 alle 22,30.

Nelle feste ordinarie vi è la S. Messa alle 8,30, seguita da breve spiegazione del Vangelo.

Nelle solennità (quando l'affluenza dei giovani è intorno al migliaio anche al mattino) si celebrano due messe: una alle 7,30 per i più grandi, un'altra alle 8,30 per i più piccoli, e ordinariamente non bastano. In questo caso si conduce la schiera dei più piccoli nel Santuario di Maria Ausiliatrice.

Nel pomeriggio dei giorni festivi si compiono, da vari anni, due funzioni con istruzione catechistica in comune e benedizione eucaristica, alternate cori la scuola regolare di catechismo nelle singole classi. Ciò non solo per l'insufficienza numerica delle aule e dell'incapacita della chiesa dell'Oratorio, ma anche allo scopo di dare, a chi tiene le istruzioni religiose un nucleo di giovani più omogeneo e quindi pace di comprendere i pensieri che gli vengono rivolti.

Nelle sere dei giorni feriali, quando l'Oratorio è aperto dalle 2o alle 22,30, ordinariamente si tengono scuole di canto, suono e declamazione, e si popolano le sale del Circolo. Di estate anche i cortili risuonano delle ricreazioni più liete di numerosi giovanetti.

II). - Numero dei giovani inscritti.

L'Oratorio di Valdocco nell'anno 1917-18 ebbe oltre 18oo giovani regolarmente inscritti.

Di questi circa un quarto (dai 350 ai 400 furono normalmente assidui all'Oratorio nel mattino : circa la metà (dai 700 agli 800) nei pomeriggio. Al mattino molti trovano più comodo compiere il precetto festivo nelle proprie parrocchie e nel Santuario stesso di Maria Ausiliatrice, in cui vi sono messe ad ogni mezz'ora, dalle 4,3o a mezzogiorno.

III). - Classi e sezioni dell'Oratorio.

L'Oratorio festivo di Valdocco abbraccio le seguenti classi e sezioni:

a) Il Circolo Auxilium per i giovani superiori ai 15 anni.

b) Tre classi, dette complementari, per i giovani delle scuole secondarie.

c) Sei classi elementari, ciascuna delle quali comprende almeno due sezioni.

d) La classe dei nuovi.

Tutte queste sezioni hanno un'istruzione religiosa adattata alla loro capacità. Sono quindi da 15 a 20 le classi di catechismo o d'istruzione religiosa che si tengono nell'Oratorio.

Meritano poi un cenno speciale:

a) La Scuola di musica strumentale, fondata nel 1884

b) L'Associazione degli Ex Allievi, fiorente di 168 soci.

IV). - La Classe dei Nuovi.

La Classe dei Nuovi è destinata a raccogliere coloro che si presentano per le prime volte all'Oratorio. Rilascia a ciascuno di loro una tessera provvisoria per contrassegnarne la presenza per alcune domeniche; li avvia all'osservanza dell'orario e del regolamento ; comincia subito l'istruzione religiosa e, valutatane la capacità, li destina ad una delle classi accennate.

Il vantaggio che offre questa classe è quello di mantenere le altre classi tranquille, cioè senza la distrazione che apporta il continuo affluire di facce nuove, e quindi nella possibilità di svolgere il proprio programma, catechistico (ogni classe ha il suo, e ben determinato) in forma di vera scuola.

Nell'anno 1917-18 ben 65o giovanetti passarono per la classe dei nuovi, che ha sempre più sezioni; e circa 30o furono i giovani che divennero assidui a.ll'Oratori.o.

V). -- L'azione dell'Oratorio.

L'Oratorio, a seconda dell'età dei giovani, svolge una duplice azione.

Per gli allievi delle prime classi esso è un ritiro dalle occasioni cattive delle vie e delle piazze, e un focolare d'insegnamento e di formazione religiosa che il giovanetto riceve lietamente; lavoro, questo, utile e necessario, che non presenta altre difficoltà se non la leggerezza del fanciullo e la sua.instabiiità.

Altro lavoro invece compie l'Oratorio per i giovani più grandicelli, i quali, per la vivacità e l'apertura della mente e per le fresche energie, hanno bisogno di molto di più. Per questi l'Oratoriò non è soltanto un ritrovo di onesto sollievo, ma una palestra educativoreligioso-sociale, e - oseremmo dire - un campo sperimentale per le prime prove della vita.

In altre parole nell'Oratorio due sono le correnti di lavoro o di attività benefica e salutare.

La prima è quella esercitata dal Direttore e dai suoi aiutanti e da tutti i catechisti sugli allievi più piccoli, i quali ricevono un insegnamento, e un'educazione conforme all'indole e all'istruzione che hanno, e all'ambiente in cui vivono.

L'altra è a favore degli adulti, che allo stesso lavoro pur sempre necessario ne aggiunge un altro egualmente importante e salutare, com'è quello d'avviare le loro buone energie a compiere il bene per sè e a procurarlo ad altri, iniziandoli praticamente alla vita cristiana e all'apostolato religioso-sociale.

VI). - Durata dell'anno catechistico.

L'anno catechistico comincia col mese di agosto e si chiude alla fine di luglio.

Nulla di meglio per sviluppare un'azione benefica in ogni Oratorio, quanto il tempo delle vacanze estive e autunnali; - come per preparare la solennità della premiazione, che ha luogo in fine dell'anno catechistico, è indispensabile il tempo di parecchie settmane dopo la chiusura delle pubbliche scuole. Di qui la ragione dei termini fissati all'anno catechistico.

VII). - Apertura dell'anno catechistico.

L'anno catechistico 1917-1918 s'inaugurò il 3 agosto con una festa solennissima in onore dei S. Cuore di Gesù, quando,nell'inculcare ai giovani di compiere il pio Esercizio mensile della Buona Morte, che il Ven. Don Bosco raccomandava instancabilmente, si comunicò loro la deliberazione di tenere la sera del 1° venerdì d'ogni mese l'Ora santa di adorazione, in onore del Sacro Cuore di Gesù, nella chiesa dell'Oratorio.

Ed è confortante il rilevare che un gran numero di giovanetti furono diligentissimi a compiere mensilmente il pio Esercizio e ad intervenire alla divota funzione.

VIII). -- La vita religiosa dell'Oratorio. Ogni domenica sommano da cento a duecento i giovani che restano digiuni fin dopo le 9,3o per accostarsi alla S. Comunione nell'Oratorio. Nel gennaio 1918 il numero delle sante Comunioni aumentò ancora,, avendo circa duecento giovani spontaneamente promesso al Successore di Don Bosco di fare ciascuno 50 Comunioni ad onore di Maria Ausiliatrice e secondo la sua intenzione nell'anno giubilare.

Le feste solenni per l'Oratorio - cioè le solennità del S. Cuore di Gesù, del S. Rosario, di tutti i Santi e dell'Immacolata Concezione, il Natale, l'Epifania, S. Francesco di Sales, S. Giuseppe, Pasqua, Maria SS. Ausiliatrice e S. Luigi - furono contraddistinte da pietà edifìcante e straordinaria affluenza ai SS. Sacramenti. Circa 400 furon sempre le SS. Comunioni in ogni solennità, e talvolta passarono, le 500 le 6oo, le 700, e si avvicinarono anche al migliaio.

In ogni festa solenne tutti i giovani, grazie alla carità di anime generose, all'uscire di chiesa, ebbero un po' di colazione.

IX). - Le Compagnie dell'Oratorio

Mentre il Circolo Auxilium - come diremo - esercita un'azione speciale a prò dei giovani più grandicelli; varie Compagnie religiose, ciascuna con apposito regolamento, sono, fin dai tempi del Ven. Don Bosco, di buon esempio e di stimolo al bene a tutti quanti gli alunni.

1) La prima è la Compagnia di S. Giuseppe per i giovanetti superiori ai 13 anni, la quale ha 67 soci.

2) La seconda è la Compagnia di S. Luigi per i più piccoli, con 72 soci.

3) I migliori soci delle due Compagnie formano la Compagnia del Piccolo Clero o del SS,Mo Sacramento, cioè un nucleo di ottimi giovanetti, che servono all'altare e assistono nel presbiterio alle sacre funzioni dei giorni solenni, vestiti da chierichetti. Essi sono in numero di 6o.

X). - I Catechismi quaresimali.

L'istruzione religiosa è data continuamente e in vari modi, ma il tempo particolarmente consacrato ad essa, in conformità dell'Enciclica del S. Padre Pio X sull'insegnamento catechistico e secondo la lodevole usanza fiorente in Piemonte e tanto promossa da Don Bosco, è sempre la quaresima.

Durante la quaresima del 1913, causa il doppio orario delle scuole cittadine, s'impose un duplice corso diurno d'istruzioni catechistiche e un terzo corso si tenne a notte, oltre una serie di conferenze per i più grandicelli.

Il primo. corso, che si svolse alle 16,30, contava circa 150 allievi, divisi in otto classi. Il secondo alle 18, circa 1oo, in 5 classi. Il corso notturno fu totalmente a comodità di giovani operai. Inoltre si ebbero due classi speciali per i fanciulli d'ammettersi alla 1a Comunione, alla quale, in numero di 81, si accostarono nel giorno stesso di Pasqua.

Nel corso di conferenze si svolse il tema « La figura morale di N. S. Gesù Cristo; » e se il numero degli assidui non fu molto grande a motivo delle pubbliche Scuole Sérali, alle alle quali molti giovani operai lodevolmente prendono parte, però fu sempre superiore alla cinquantina.

XI). - Gare Catechistiche.

Frutto squisito dei Catechismi quaresimali fu la gara del 21 aprile, presieduta dal rev.mo Teol. D. G. Barberis e onorata dalia presenza di distinte persone ecclesiastiche e laiche.

Furono più di 40 giovanetti, i più diligenti delle varie classi, che diedero nobile esempio e di grande amore alla Dottrina Cristiana col privarsi per Varie settimane, benchè stanchi del lavoro giornaliero, di parecchie ore di sonno, e di cristiana franchezza nel presentarsi al pubblico. Grazie alle generosità di alcuni benefattori e delle Dame Patronesse dell'Oratorio, al principe della Gara fu assegnato in premio un biglietto da L. 100, ai secondi due orologi, agli altri quattro tagli di stoffa. L'edifìcante trattenimento durava oltre tre ore e, fra i quattro ultimi gareggianti la disputa si protrasse assai, finchè riportò la palma il giovane Mario Zanotti, il cui nome venne scritto nel Libro d'Oro dell'Oratorio.

L'esito brillante di questa la gara lasciò in tutti la più edificante impressione e suscitò il pensiero di promoverne un'altra fra i soci stessi del Circolo Auxilium. E questa ebbe luogo il 7 luglio. Chiunque pensa quanto dev'essere pesante studiare nei mesi d'estate per chi allo studio non ha più esercizio, saprà meglio apprezzare l'atto dei 35 giovani volenterosi, i quali, memori della parola d'ordine data dal sig. Don Albera a tutti gli alunni degli Istituti e degli Oratorii Salesiani per l'anno 1918 «Speciale impegno ber istruirsi nella scienza della nostra Santa Religione» anche in omaggio a lui si cimentarono nel nobile arringo, con edificazione di tutti. Principe della Gara fu il giovane Eugenio Giordano, cui fu dato un premio di L. 1oo; mentre altri premi di L. 60, L. 40, e L. 25 erano assegnati agli altri vincitori. Tutti quanti i gareggianti ebbero poi un graditissimo premio colletivo con la gita al. Santuario Votivo eretto in onore di Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti, presso la casetta ove nacque Don Bosco, nell'ultimo giorno delle Feste d'inaugurazione.

XII).- Il Circolo Auxilium.

E qui è bene dare un cenno particolarmente diffuso della sezione più importante dell'oratorio, cioè del Circolo Auxitium.

Nell'anno 1917-18 questo Circolo, che è l'anima e il centro della vita dell'Oratorio,, vide salire il numero degli ascritti a 290 soci effettivi e 49 aspiranti. Dei 29o soci effettivi 130 i presenti, e 190 i chiamati sotto le armi che si tennero in frequente relazione con i primi, mediante lettere e circolari.

Il Circolo è presieduto da un Consiglio Direttivo di nove membri, ed ha lo scopo di formare i soci praticamente e intimamente alla vita cristiana.

Allo scopo di attirare i giovani ad iscrivervisi, abbraccia varie sezioni

1) La più numerosa è quella del Foot Ball che è diretta a sua volta da un sotto Consiglio di tre membri, il cui presidente è consigliere nato della presidenza del Circolo.

2) La Mandolinistica, che in parecchie circostanze diede prova di felice risultato con saggi graditi.

3) La Filodrammatica, che fiori con una lunga serie di rappresentazioni amene ed educative, di cui ebbero a godere non solo gli Oratoriani, ma più volte anche un numerosissimo pubblico; che stipava, il teatrino.

4) Sono pure affidati alla cura dei Soci del Circolo la Bibliotechina Circolante, dalla quale quest'anno furono distribuiti 19oo volumi, e il Piccolo Clero di cui mai, forse, la cara fila di chierichetti fu tanto lunga e devota, parti colarmente alle funzioni serali del mese mariano nel Santuario di Maria Ausiliatrice.

In mezzo a tanto svago non manca , neppure, e quotidianamente, la nota religiosa: ogni sera infatti, alle 22,30, prima di lasciare le sale, tutti i soci si radunano per recitare insieme le preghiere del buon cristiano e per udire, bene spesso, un pensiero salutare.

XIII). - L'azione del Circolo Auxilium.

Il Circolo Auxilium nell'anno catechistico 1917-1918 mostrò la sua esuberante attività, non solo con la più florida vita sociale, ma con altre opportune iniziative.

1) Un nucleo di soci - volenterosi, istruiti e di soda virtù - si pose a disposizione del Direttore per l'assistenza e istruzione catechistica nelle Classi Elementari e per altre mansioni del tutto necessarie, sostituendo i Chierici e Coadiutori Salesiani chiamati sotto le armi. E fu in vero altamente edificante il vedere come cotesti giovani operai, che tutta la giornata dedicano al lavoro, potessero attendere ogni sera e tutte le domeniche, generosi ed alacri, a un lavoro straordinario.

I soci del Circolo - è dovere il constatarlo - insieme con pochi Salesiani furono i preziosi collaboratori del zelante direttore dell'Oratorio Don Gerolamo Demartin; essi i catechisti, i bibliotecari, i presidenti o direttori del Piccolo Clero e del Teatrino, i sostenitori alacri e volenterosi di queste altre iniziative (1).

2) La diffusione della Buona Stampa fu un'altr'opera vivamente caldeggiata dai soci del Circolo Auxilium. Fin dal luglio 1917 oltre una trentina di essi vollero abbonarsi al giornale « Il Momento », affinchè il giornale cattolico entrasse fra le pareti della propria famiglia a preferenza di qualunque altro. Fu in occasione della festa onomastica dell'egregio Presidente del Circolo, il sig. Luigi Pisani, che cotesti giovani per far cosa a lui gradita, si sottoscrissero per l'abbonamento al « Momento » e nella breve cerimonia, in cui gli presentarono auguri d'occasione, gli versavano in marco l'importo di 34 abbonamenti al giornale, pregandolo a volerne curare il regolare invio.

Nel corso del 1918 altra iniziativa fu presa dal Circolo a favore della diffusione del « Momento», quella di venderne 15o copie nei singoli giorni festivi, a soli 5 centesimi ai giovani delOratorio, supplendo il Circolo al rimanente della spesa. In seguito ne curò anche la vendita, al prezzo normale, all'entrata del Santuario di Maria Ausiliatrice, riuscendo così a diffonderne ogni festa un numero di 40o a 5oo copie.

3) Una terza importantissima iniziativa presa dal Circolo Auxilium, e questa a favore delle proprie famiglie, fu l'apertura di un distributorio di generi alimentari, mercè l'appoggio del Municipio.

Il distributorio prese a funzionare nel febbraio u. s., riscuotendo approvazioni e lodi dai competenti che ebbero ad osservarne l'andamento, e dà una vera comodità e un reale vantaggio alle famiglie, essendo provvisto non solo di generi tesserati, ma anche di altri di prima necessità. Esso è completamente gestito da uno speciale Consiglio eletto in seno al Circolo. In dieci mesi ha dispensato oltre 50.000 lire di generi diversi.

4) Altra iniziativa sommamente gradita tal cuore dell'Em.mo Cardinale Arcivescovo e alla; Presidenza della Federazione delle Opere Giovanili di Torino, e sopra tutti al Cuor di Gesù, è l'Ora mensile di adorazione suaccennata, che s'iniziò in continuazione dell'analoga funzione che si compiva dapprima a S. Filippo per i giovani cattolici di Torino, cui era solito far sentire la sua ispirata parola lo stesso Em.mo Cardinal Arcivescovo.

A quest'ora di adorazione, che si compie nel primo Venerdì del mese nella chiesetta dell'Oratorio Festivo alle ore 21, prendono parte, insieme coi Soci del Circolo, i giovani più grandicelli dell'Oratorio ed altri giovani della città.

5) Finalmente, tra il fervore delle nostre Feste giubilare ebbe vita in seno al Circolo una nuova sezione intitolata Charitas, cioè una Conferenza di San Vincenzo de' Paoli, adatta ai giovani dell'Oratorio. Possono partecipare ad essa tutti i Soci del Circolo con lieve offerta mensile, ed è diretta ed amministrata dalla Presidenza del Circolo. Le visite e la distribuzione dei soccorsi vengono fatte da apposita Commisione eletta dalla Presidenza; e a godere del soccorso sono ammessi non solo i Soci dei Circolo, ma tutti gli alunni dell'Oratorio.

XIV). - Altre cose degne di nota.

Anche fuori di chiesa, e oltre le manifestazioni d'indole strettamente religiosa, la vita dell'Oratorio di Valdocco nell'anno 1917-1918 ebbe altre manifestazioni degne di rilievo. Accenniamo di volo alle principali.

1) Una gita del Circolo Auxilium al Santuario dei Laghi di Avigliana e alla Sagra di S. Michele l'8 settembre 1917.

2) Il Torneo del Foot Ball, svoltosi dal 13 settembre al 4 novembre; torneo a tre ordini di squadre, al quale presero parte 16 associazioni sportive in 25 partite che si svolsero nello splendido cortile dell'Oratorio, e nelle quali sezione sportiva dell'Auxilium, la « Valdocco », riportò vittoriosamente i primi premi, messi in pallio dal Presidente delle Opere Pie S. Paolo, dal Sindaco di Torino e da altri egregi signori della città.

3) La Notte di Natale passata lietamente dai soci dell'Auxilium nelle sale del Circolo, prima e dopo le tre messe celebrate alla mezzanotte esclusivamente per loro.

4) L'Albero di Natale, quando, grazie alla carità industriosa di pie e benemerite persone, e per l'attività delle Patronesse dell'Oratorio, vennero distribuiti oltre 200 capi di vestiario ai giovani più bisognosi.

5) La Serata di beneficenza data il 13 gennaio a favore dei 140 soldati già allievi e soci della Scuola di Musica istrumentale, doveroso atto di stima e riconoscenza al corpo musicale, sempre pronto a prestare la sua valida cooperazione a tutte le feste dell'Oratorio.

6) L'Addio dato ai coscritti del 19o0 la domenica 17 marzo, che fu anticipatamente consacrata a San Giuseppe. Con la cooperazione della Compagnia omonima, la giornata ebbe tino splendido esito nelle manifestazioni religiose del mattino e nel pomeriggio, quando il sig. D. Albera, dopo aver impartita la benedizione col SS. Sacramento, assistè all'adunanza del Circolo e si commosse fino alle lagrime alle parole d'addio di uno dei coscritti. Subito dopo seguì una ben riuscita accademia in onore di San Giuseppe; e a sera una rappresentazione drammatica, il cui provento andò a beneficio di alcuni dei partenti.

7) L'Adunanza del 14 aprile in preparazione al XIII° Congresso della Gioventù Cattolica del Piemonte e quindi il XIII° CONGRESSO DELLA GIOVENTù CATTOLICA DEL PIEMONTE, promosso dal Circolo Auxilium in omaggio ai due Giubilei Salesiani, che si svolse nell'Oratorio di Valdocco la domenica 26 maggio coli quell'esito brillantissimo che dicemmo a suo tempo.

8) Finalmente la Festa dei premi, che si tenne l'ultima domenica di luglio, con questo criterio assegnativo. La presenze festive dell'anno catechistico sono 120 (52 domeniche pari a 104 presenze e le feste fra settimana). A chi ha almeno 100 presenze e buona condotta viene assegnato il I° premio : a chi ha almeno 7o presenze e buona condotta il II° premio.

Il I° premio consiste in un taglio di stoffa per un vestito completo: il II° premio in un mezzo taglio. Si vuol sapere quanti furono i premiati così? 102 furono quelli che ebbero il taglio completo ; 142 il mezzo taglio. Giacchè, con l'accennato criterio, si mira sopra tutto a moltiplicare la frequenza all'Oratorio.

A quelli poi che si distinguono non solo per assiduità d'intervento e buona condotta, ma anche per speciale diligenza e profitto nello studio della Dottrina o nelle Scuole di Religione, sono assegnati altri premi, consistenti in medaglie, o libri e menzioni, di I° o II° grado, a seconda del merito.

Ai soci del Circolo Auxilium, invece dei tagli di vestito, venne fatto un assegno in denaro su libretto personale presso la Cassa-Depositi dell'Oratorio, della quale, per il bene che compie coll'avvezzare i giovani alla previdenza e al risparmio, sarebbe pur giusto dire una parola.

Tornando alla premiazione, ricorderemo come ben 79 furono i premiati del Circolo : 2o premii speciali (vennero dati a ciascuno i tre preziosi volumi: Lo studente istruito di Mons. Bonomelli); 32 premi di L. 10 e altri 27 di L. 8.

Nel chiudere questa relazione non possiamo trattenerci dall'esprimere i più vivi ringraziameriti a quella benemerita famiglia industriale, che anche in questi anni di guerra, mercè la sua tradizionale carità, rese possibile la distribuzione dei premi di vestiario alla Direzione dell' Oratorio : e non meno vivi ringraziamenti si abbiano tutti quei generosi che, mercè l'appoggio del loro concorso, furono e sono i veri promotori di tutto quel bene che si è fatto e si fa nel I° Oratorio Festivo di Don Bosco.

Il nuovo Oratorio nella Borgata S. Paolo a Torino e l'E.mo Card. Richelmy.

I lavori più urgenti di adattamento e di preparazione ai locali acquistati sono compiuti e in questo mese si aprirà regolarmente il nuovo Oratorio, alle cui porte i buoni giovanetti di quei paraggi hanno già cominciato a picchiare in gran numero, chiedendo insistentemente d'entrare.

È la benedizione del buon Pastore su quella parte eletta del suo gregge. In vero l'E.mo Card. Arcivescovo, in data 14 novembre u. s, inviava al nostro Superiore Don Albera questo biglietto:

« 14 novembre 1918. - Raccomandandosi alle comuni orazioni il Cardinale Richelmy, Arcivescovo di Torino, facendo voti per la pronta apertura e per la prosperità del Nuovo Oratorio nella Borgata S. Paolo, benedice ai Promotori, ai Benefattori, ai futuri alunni e all'intera Congregazione Salesiana; e offre L. 1000. »

La benedizione del pio e santo Arcivescovo è per noi la miglior caparra delle più elette benedizioni del cielo!

(1) Un giovane catechista, della classe del 19oo, scriveva dalla zona di guerra dopo gli ultimi fortunati avvenimenti: « ... Venga presto il giorno ìn cui possa tornare a Torino, in cui possa insegnare ad amare Gesù ad un nucleo di fanciulli !

LE NOZZE D'ORO Di MONS. G. COSTAMAGNA.

Ci scrivono da Lima:

Nello scorso settembre i Salesiani di Lima celebrarono solennemente le Nozze d'oro di S. E. Rev.ma Monsignor G. Costamagna Vescovo tit. di Colonia (in Armenia) e Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza. Le feste durarono per oltre un novenario con partecipazione di tutto il fior fiore della Società Limegna e numerosissime adesioni. Fra queste, dopo l'Autografo del S. Padre, le più notevoli sono quelle di S. Em. il Cardinale Van Rossum, Prefetto della S. C. di Propaganda Fede, di S. Em. il Cardinal Richelmy, Arcivescovo di Torino, di S. E. Mons. Lorenzo Lauri Nunzio Apostolico nel Perù, del Nunzio Apostolico del Brasile, nonchè del veneratissimo Arcivescovo di Lima e di numerosi Vescovi del Perù, dell'Equatore, della Bolivia, e del Cile: e quelle del nostro Rettor Maggiore e degli altri Superiori e di quasi tutte le case nostre di America, dove l'illustre figlio di Don Bosco esplicò la sua attività e il suo zelo con abnegazione e con frutto,

Il giorno solenne della Messa d'oro fu il 18 settembre: e il venerato Monsignore la celebrò nella gran Chiesa di S. Pietro assistito da S. E. il Nunzio Apostolico, da S. E. Mons. Emilio Lissón, Arcivescovo di Lima, e dalle LL. EE. Mons .Ballón, Vescovo titolare di Arabisso, Mons. Farfàn, Vescovo del Cuzco, Mons. Castro, Vescovo titolare di Clazomene, e da rappresentanti chi tutto il Clero secolare e regola e.

Vi parteciparono con una Comunione Generale tutti i Collegi e Oratorii Festivi dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Lima e Callao, coi loro ex alunni ed ex alunne e tutte le loro fiorenti associazioni, numerosi e zelanti. Cooperatori e Cooperatrici della Capitale, ed una folla di rappresentanze di Società Cattoliche e di popolo, mentre i Giovani Esploratori del nostro istituto facevano cori grazia ammirabile il servizio d'onore. Quattro sacerdoti aiutarono Mons. Costamagna nel distribuire la S. Comunione da quattro differenti altari.

Infra missam tenne un'eloquente allocuzione il Rev. pro P. Prospero N. Malzieu, S. I., ill quale ricordò con parole alate le imprese sacerdotali del festeggiato. Il discorso venne dato alle stampe e largamente diffuso tra i nostri Cooperatori. In vero miglior elogio non si poteva fare dei 5o anni di sacerdozio di Mons. Costamagna.

« Quali sono e dove sono i risultati del suo zelo infuocato? ... si chiedeva l'oratore. Rispondete voi per me, o incantevoli valli di Mornese e diteci le primizie del suo apostolato sacerdotale nella direzione del nascente Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Parlate voi, o flutti dell'Atlantico che tante volte lo vedeste affrontare sereno i pericoli delle vostre onde infide, egli che nel suo scudo vescovile e più ancora nel suo cuore, portava impressa la frase di S. Bernardo: « Tota ratio spei meae Maria! » O popolata metropoli di Buenos Avres, Regina della Plata, narraci le sue titaniche sostanze, onde evangelizzò la colonia italiana in « Mater Misericordiae », le chiese che costrusse, gli Istituti salesiani e di Figlie di Maria Ausiliatrice, che fondò in quasi tutte le Repubbliche Sudamericane! O Pampas sterminate, o Patagonia remota, o selvaggi della Terra del Fuoco, o ferocissimi Jivaros, diteci chi fu quell'intrepido Vescovo che pel primo fece fra voi la sua apparizione con incredibili travagli e rischi pér sottrarvi alle tenebre ed all'ombra di morte! Viaggi dolorosi e interminabili per le Repubbliche del Cile, del Perù, della Bolivia, dell'Equatore, del Centro America, degli Stati Uniti, del Messico, contateci i prodigi dell'instancabile coraggio di quel Superiore, Visitatore e Ispettore, che vi percorreva indefessamènte, senza pretese nè lamenti, percorrendo centinaia e migliaia di leghe senz'altra ambizione che Dio e le anime, col grido santo:

Da mihi animas, coetera tolle! Pecorelle fuorviate, peccatori induriti ed impietriti, giovanetti derelitti del proletariato, oh ditemi, ditemi che è che vi ridusse su più soave via; chi vi schiuse i salutari orizzonti di pace e di speranza, chi vi procurò ricetto e difesa, se non fu quel grazioso ed arguto scrittore, quell'incantevole artista musicale, quel padre dal cuore tenero e grande nello stesso tempo, che sempre sapeva rendersi tutto a tutti per guadagnare tutti a Gesù Cristo? »

Terminata la Messa, durante la quale fu eseguita scelta musica corale del Perosi e dello stesso celebrante, Mons. Costamagna intonò il Te Deum e impartì la benedizione eucaristica. La gran chiesa di S. Pietro, parata a festa, era gremita.

A mezzodì tutti gli alunni, che tornarono al collegio in corteo preceduti dalla banda musicale, fecero corona a Monsignore. Le tavole schierate nel teatro dell'Istituto si allietarono di oltre 6oo coperti in un tripudio intimo, e famigliare.

Altre manifestazioni furono rese più solenni dall'intervento di illustri personaggi e numeroso popolo, e cioè

La solenne messa di ringraziamento, cantata da Mons. Belisario Philipps, della Metropolitane di Lima e Direttore Diocesano di quei Cooperatori Salesiani, con l'assistenza pontificale di Mons. Costamagna, il 19 settembre;

Una splendida accademia musico-letteraria tenutasi nel Collegio- Salesiano, presieduta dal Nunzio Apostolico, dall'Arcivescovo e da Mons. Costamagna, il 22 settembre;

L'inaugurazione dell'Esposizione dei doni e paramenti sacri, offerti in omaggio al giubileo del Santuario di Maria Ausiliatrice, inaugurazione eseguita da Mons. Costamagna stesso il 24 settembre nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice;

Il pubblico trattenimento offerto a Monsignore dall'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Breña.

In fine, come corona e ricordo delle feste giubilari, il 27 settembre vi fu la benedizione e posa della prima pietra del nuovo locale per il Collegio Salesiano, annesso al Tempio di Maria Ausiliatrice in costruzione, imponentissime cerimonia, alla quale il Governo della Repubblica fu rappresentato da S. E. il Dottor Flores, Ministro dei Culti, e convenne anche il Ministro d'Italia. Di questa cerimonia diremo più diffusamente.

Mentre rinnoviamo al carissimo e venerato nostro Monsignore le più cordiali felicitazioni, ripetiamo a lui con Mons. Lauri, Nunzio Apostolìco al Perù, « gli auguri di una vita ancor molto lunga nella più prospera salute e feconda in opere degne di un carissimo figlio di Don Bosco e di un Vescovo esemplare della Chiesa di Gesù Cristo ! ».

Quattro modi pratici, alla portata di tutti, per combattere la bestemmia

Un foglietto della Piccola Opera di Verona, dedicato alla nobilissima crociata contro la bestemmia e il turpiloquio, suggerisce questi quattro modi, che raccomandiamo ai nostri lettori.

PRIMO MODO.

Quando si ode una bestemmia, si reciti subito - troncando il discorso che si stesse facendo con altri, o la lettura di un giornale, di un libro, di un manifesto, - una giaculatoria adatta, possibilmente, alla riparazione letterale, e ad ogni modo sostanziale; dell'udita bestemmia a seconda che con questa si avesse offeso o la Maestà infinita di Dio, o il suo Sacramento di amore, o la Verginità Immacolata di Maria, nostra Madre celeste, o i Santi, o i Ministri augusti di nostra Religione.

Questo è il primo, il più basso e comune gradino nella scala della riparazione pratica.

Ma bisogna abituarci a fare ben più per il Padre, per la nostra Madre celestel

SECONDO MODO.

All'udire la bestemmia, rivolgere uno sguardo severo e triste al bestemmiatore, così da fargli comprendere il nostro dolore, il nostro sdegno, la nostra protesta, non omettendo, s'intende bene, la pronta recita della giaculatoria riparatrice.

Se il bestemmiatore avesse la sfacciataggine e la burbanza di adontarsi per lo sguardo nostro severo, e ce ne chiedesse ragione, non impressioniamoci: saprà il Signore metterci in bocca la risposta opportuna, in difesa dell'onor Suo e a confusione dell'empio.

TERZO MODO.

L'accento infernale della bestemmia trovi pronta l'eco sonóra della lode di Dio, nella giaculatoria riparatrice che sarà adatta al caso, come abbiamo detto. La si pronunci a voce alta e ferma, gettando da parte ogni umano riguardo, in modo che l'empio bestemmiatore la oda e ne resti confuso, e coll'aiuto dì Dio, salutarmente compreso a sua emendazione.

Se, udendo la bestemmia, avremo con noi, o vicino, dei fanciulli, dei giovanetti, invitiamoli amorevolmente a ripetere la nostra giaculatoria riparatrice, a voce alta, mostrando negli atti e nel contegno tutto il nostro orrore, tutto il nostro dolore per l'offesa scagliata contro Dio dalla lingua blasfema. L'effetto del nostro atto di protesta, appoggiato anche da labbra innocenti, riuscirà più prezioso ed efficace: sarà, insieme, difesa ed ammaestramento salutare per la gioventù scandolezzata dalla bestemmia_

QUARTO MODO.

Oltre che collo sguardo e colla giaculatoria a voce

alta, si protesti anche con parole di sdegno e di

biasimo, all'udire la -bestemmia. Lo si faccia nella forma e nelle circostanze che ci suggeriranno l'amore di Dio e lo zelo per la salute delle anime compresa quella del bestemmiatore. Iddio stesso metterà in bocca le parole opportune ai difensori impavidi del Suo onore! -- Chi mai starebbe zitto all'udire trascinati nel fango il nome e l'onore del proprio padre, della propria madre?- E Dio, e Maria Santissimna, il Loro onore, i loro Nomi augusti non ci devono essere infinitamente più cari?

**

Buoni lettori: voi sopratutto, o giovani baldi,

o capi di Associazioni Cattoliche, o membri di Confraternite e pii Sodalizi dell'uno e dell' altro sesso, voi, educatori della gioventù; voi, donnne e madri italiane, fatevi apostoli operosi, pratici, perseveranti, della santa crociata contro la bestemmia! Adottate e fate adottare da quanti più potrete sempre il primo modo di riparazione; quanto più spesso vi sarà dato, il secondo, o il terzo, o il quarto.

Iddio lo vuole, per la difesa e l'onore del Suo Santo Nome!

LETTERE DEI MISSIONARI

REP. ARGENTINA

La Patagonia invoca nuovi missionari. (Lettera del sac Luigi Marchiori).

Esquel (Chubut), 18 luglio 1918.

Rev.mo Sig. D. Albera,

Il primo dicembre 1917 intrapresi un giro di missione che finì verso la fine di maggio di quest'anno 1918 ad Esquel (Territorio del Chubut).

Ebbi a compagno il giovane catechista Emanele Vargas. Lo scopo fu di percorrere una zona che non si visitava più da vari anni, prima per la penuria di personale, poi per le speciali strettezze alle quali la guerra europea ha ridtto anche queste Missioni col vuoto di molti rimpatriati, che non si poterono in alcun modo surrogare.

Nella lunga escursione apostolica si raccolsero i frutti seguenti:

1) Battesimi 615, di cui. circa la metà ad indigeni.

2) Cresime 795.

3) Matrimoni 98.

4) Unioni civili fungendo il Missionario anche ufficiale di Stato civile, 45. 5) Figli legittimati 382.

6) Comunioni di adulti 684. 7) Prime comunioni, 393.

8) In fine si amministrarono provvidenzialmente i conforti religiosi a vari ammalati gravi.

Esquel è un paesetto di 6oo immigati distante ma chilometri da Rawson e 365 da S. Carlos de Bariloque. Quando vi giungemmo, si era alla settimana santa ed avemmo la consolazione di vedere quasi tutte le famiglie cattoliche (giacchè molte sono protestanti) accorrere devotamente alle sacre funzioni. In pochi giorni si accostarono ai SS. Sacramenti più di 130 adulti, 56 ragazzi fecero la prima Comunione e si benedissero 20 unioni civili.

Ah!... se fosse possibile rendere frequenti e regolari queste escursioni! Oltre all'apatia e alla freddezza che naturalmente s'ingenera per le cose di religione, si ovvierebbe ad altri gravi inconvenienti che si rinnovano in quei luoghi ove da molti anni non si reca il Missionario. Purtroppo questa mancanza d'assistenza spirituale, dovuta, ripeto, all'estrema penuria di Missionari, rende possibili certe truffe, che non si crederebbero, se non fossero vere e ripetute. Parlo dell'audacia, o meglio della sfrontatezza di certi furfanti, arabi e turchi, qua immigrati, i quali, muniti di falsi documenti e vestiti da preti, vanno percorrendo questi regioni presentandosi a ogni casa, a fronte altea, come missionari autentici. Sembra impossibile, eppure è così. Di truffatori ce ne possono essere e se ne incontrano dappertutto, ma il brutto servizio che costoro vengono a rendere alla causa delle Missioni Cattoliche è assai funesto. Simulano talvolta amministrazioni di Sacramenti e dispensano benedizioni a due mani, ma lo scopo loro non è quello di predicare la Dottrina cristiana, nè l'eresia, sibbene è unicamente quello di far denari. Infatti i riti religiosi (e meglio così) o li trascurano affatto o passano in seconda linea; ma non mancano mai di mostrare dappertutto certi permessi, firmati da qualche autorità civile e perfino da qualche ecclesiastico, naturalmente ingannati dalla loro bugiarda apparenza, mediante i quali si spacciano espressamente incaricati di collettare offerte d'ogni genere a prò degli asili aperti in Europa per gli orfani di guerra. È una truffa ributtante! E specialmente con i poveri indigeni essi sono di un'audacia incredibile. Quando non possono soppraffarne l'ingenuità con le buone, passano alle minacce ed alla violenza, e li spogliano di coltri, lana, pelli, vesti, piume, tabacco, e cavalli; insomma di tutto! Essi poi, al primo incontro con un negoziante, vendono la merce rubata così, a qualunque prezzo, pur di disfarsene con qualche guadagno. Così è stato percorso il Territorio del Rio Negro, così i Territori del Neuquen e di Santa Cruz!

Ella, amatissimo Padre, andrà giustamente pensando: - Ma perchè non provvedere a tanto male? perchè non denunziare cotesta gente?

La Patagonia è grande, e prima che ai centri popolati giungano le notizie delle birbonate compiate al campo, gli audaci hanno avuto tempo di riparare nelle provincie, ove, sconosciuti, scialacquano i denari iniquamente raccolti. Tuttavia alcuni furono colti a tempo, e nelle carceri di Rawson ve ne sono due, ed io stesso, quando giunsi ad Esquel, ne vidi un altro arrestato, ancor vestito da prete.

Anzi andai a visisarlo e gli domandai se era sacerdote. Mi rispose francamente di no. Gli domandai anche se avesse amministrato dei sacramenti; mi ripose anche di no; ma altri detenuti nello stesso carcere, provenienti dal campo, lo contraddissero, protestando di averlo veduto essi stessi ad amministrare battesimi. Egli allora dichiarò di averlo fatto, perchè gli indigeni ve l'avevano costretto!

Poveri indii, a qual dura prova è posta la loro Fede, così semplice e così recente! Deh! presto, anche per questo cessi la guerra che infuria in Europa, e vengano nuovi Missionari ad aiutarci in queste estesissime terre. Urge aprire nuove residenze, infondere nuova vita nelle già esistenti e moltiplicare regolarmente le visite al campo, per eliminare il ripetersi di coteste sacrileghe ribalderie e raccogliere maggiori frutti di vita esemplarmente cristiana.

Presentemente mi trovo ancora in Esquel e vi rimarrò fino al mese di ottobre, in attesa d'intraprendere una nuova missione in altra ozia, che da più anni non vede neppur essa il missionario. Le famiglie cattoliche del villagio e dei dintorni della « Colonia 16 ottobre », malgrado il freddo intenso delle Cordigliere che dominano tutta questa valle, e le pioggie e le nevi quasi continue che rendono impossibile o almeno assai difficile ogni cammino, non mancano di approfittarsi della presenza del Missionario, chè c'è sempre gente che viene alla Messa e c'è anche chi fa la S. Comunione quotidiana. Ne sia ringraziato il Signore!

N'è mancano altre consolazioni. Un giorno venne a visitarmi un giovane ventenne, aitante ben vestito, il quale mi disse: -- Io desidero farmi cattolico, perciò Le domando il Battesimo. I miei genitori son protestanti; da piccolo non mi presentarono al ministro per farmi battezzare, mentre ora vorrebbero, ma non voglio io!

E perchè non vuole?

Perchè, mi rispose, un Missionario che visitò queste località anni sono mi diede un libro intitolato Il Catechismo spiegato, raccomandandomi di leggerlo. Io lessi, lo rilessi più volte, e mi sono talmente convinto di quanto con semplicità sublime vi è esposto, che sono ad ogni costo risoluto di praticarlo e farmi cattolico.

E i genitori son contenti?

- S'opposero a tutta prima: ma approvando poi la ragionevolezza de' miei motivi, fondati sulla dottrina di Gesù Cristo stesso, acconsentirono al mio desiderio. Anzi ottenni che tre altri miei fratellini fossero da Lei, Padre, battezzati, come La prego di fare entro la giornata di domani, Intanto, Padre, favorisca battezzare e cresimare me, e Lei - soggiunse rivolto al padrone di casa - si compiaccia di farmi da padrino. -

Lo esaminai, e, trovatolo ben istruito, aderii al suo desiderio. Il giorno seguente si presentarono i genitori cogli altri tre fratelli che, già istruiti dal fratello maggiore, poterono ricevere il battesimo e la cresima, mentre egli durante la santa messa fece con gran fervore la sua prima Comunione.

La « Colonia 16 Ottobre » è piena d'immigrati protestanti, che hanno due cappelle, una nel centro della Colonia, e un'altra in dove si raccolgono per la preghiera tutte le domeniche. Gesù Signore, che è la vera luce venuta ad illuminare gli uomini, e via e verità e vita, illumini tutte queste anime, redente anch'esse col suo prezioso Sangue, e le guidi al seno della Chiesa Cattolica, dove, scevra d'errori e di manchevolezze, troveranno tutta la verità e la vita.

Amatissimo Padre, termino raccomandandomi alle orazioni sue e di tutti gli altri ama .i Superiori, perchè possa far del bene nel campo che mi è assegnato dalla Divina Provvidenza; e perchè, dopo aver predicato agli altri, non abbia da perdere l'anima mia. Di Lei,

Obb.mo Figlio in Corde Ièsu

Sac. LUIGI MARCHIORI, Missionario Salesiano

Mons. Elvezio Gomez de Oliveira.

Mons. Elvezio de Oliveira, uno dei primi a- lunni del Collegio di Nictheroy, nominato Vescovo di Corumbà rinunziava umilmente all'alto ufficio, fidente di poter rimanere tranquillo nel caro Collegio, dove aveva compiuto i suoi primi studi e dov'era tornato da pochi giorni, dopo 29 anni, in qualità di prefetto o amministratore dell'istituto. E vennero accolte le sue preghiere per la rinunzia alla diocesi di Corumbà, ma in data 21 giugno u. s.. era eletto Vescovo di Sao Luiz do Maranhao con il comando di non opporre ulteriori resistenze.

E il 15 agosto u. s. per mano di S. E. Rev.ma Mons. Angelo Scapardini, Nunzio Apostolico al Brasile, Mons. de Oliveira ricevette la consacrazione episcopale.

Il nuovo Vescovo Salesiano ha 43 anni ed è il 24° nella sede di Maranhào. La sua prima lettera pastorale è un documento pieno di semplicità, umiltà, bontà e zelo, quattro grandi virtù che gli concilieranno indubbiamente la stima e l'affetto dei diocesani.

Al carissimo Monsignore i più cordiali auguri!

Ad amministratore della sede vacante di Corumbà il Nunzio Mons. Scapardini ha eletto il rev. D. Ermenegildo Carrà, zelante Parroco di S. Croce in detta città e direttore di quel Collegio Salesiano.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO Il 24 di ogni mese, si ripetono mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento. Alla sera poi, memori del grande insegnamento di Don losco, di unire sempre nelle nostre preghiere l'invocazione a Gesù Sacramentato e alla Beata Vergine, si compie in forma solenne, all'altare stesso di Maria Ausiliatrice l'adorazione pubblica al SS. Sacramento. È il buon popolo di Valdocco, con tutte le associazioni della Parrocchia, che con vivissima fede accorre alla devota funzione, che si compie alle ore 19,45.

Vogliano tutti i buoni Cooperatori e tutte le pie Cooperatrici unirsi in ispirito a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno, anche ora, due fini principali: pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e per la felice conclusione della Pace!

Ogni sera alla benedizione col SS. ,Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per il medesimo fine: Nella sua infinita clemenza, e per intercessione di Maria Ausiliatrice, le esaudisca il Signore, inaugurando un'era di prosperità in tutta quanta la terra!

GRAZIE E FAVORI (*)

All'ombra del Santuario.

Parrocchiano di Maria Ausiliatrice e socio del Circolo Auxilium dell'Oratorio di D. Bosco in Valdocco, avendo. ricevuto una grazia straordinaria da Maria SS. Ausiliatrice, non debbo tardar di più a renderla di pubblica ragione.

Era l'anno 1914 verso la fine, quando mi cagionai una grave storta al piede destro, della quale non feci alcun caso. Continuai a recarmi tutti i giorni al lavoro, non ostante il dolore che sentìva farsi più grave, finchè, non potendo dar più un passo, mi diedi per vinto. I miei, spaventati, mi fecero subito ricoverare all'Ospedale Mauriziano. Guai a me se avessi tardato un sol giorno! avrei perduto il piede. Trattavasi di una grave periostite aggravatissima. Subii perciò l'operazione, ma con poco miglioramento. Era già troppo intaccato l'osso. Per due anni circa rimasi immobile in casa, senza poter usare il piede. Nel luglio del 1916, stanco di vedermi in quello stato, feci una novena a Maria Ausiliatrice, promettendole tutta la mia riconoscenza, che le avrei martìfestato col conservarmi buon cristiano e coll'accostarmi, per un anno intero, quotidianamente alla S. Comunione.

Finita la novena, potei fare qualche passo e la prima volta che uscii di casa mi recai al Santuario di :Maria Ausiliatrice per cominciare a soddisfare la mia promessa. Da quel giorno il miglioramento fu sempre maggiore.

Poco alla volta smisi le scarpe di panno e il bastone cui ero costretto ad appoggiarmi nei primi mesi, e per un anno intero, sfidando anche i giorni più freddi e più brutti, ogni giorno mi accostai alla S. Comunione ai piedi dell'altare di Maria Ausiliatrice.

Grazie alla bontà di questa tenera Madre, ripresi subito anche il lavoro senza sentirne alcun danno; ed ora, sono così perfettamente guarito che non sento alcuna traccia del terribile male sofferto.

Riconoscente alla nostra cara Madonna, la prego a mantenermi sempre buono, mentre per mia parte Le rinnovo il proposito d'accostarmi alla Santa Comunione, come continuai a fare, pieno di riconoscenza, dal luglio del 1917 a tutt'oggi.

Torino-Valdocco, 24 ottobre 1918.

NATALE MAGGIONI

BRA. - 26 - XI - 1918. --- -Maria Ausiliatrice, vi ringrazio! Ho passato molti anni con l'animo straziato nel vedere che il mio povero padre stava del tutto lontano da ogni pratica religiosa, e rendeva con la sua cattiva condotta infelice tutta la sua famiglia. Ho promesso a Maria Ausiliatrice di eserle sempre divota e di regolarmi ognora da vera sua figlia, se. avesse concesso a mio padre la grazia di rientrare in se stesso e ritornare a vivere da buon cristiano e cessare di far soffrire tutti i suoi cari.

Nel vedere che non poteva ottenere questo favore, chiesi almeno che il mio genitore avesse la fortuna di ricevere i SS. Sacramenti in caso di malattia e facesse la morte d'un buon cristiano. Questa grazia, o Maria Ausiliatrice, me l'avete concessa. Caduto ammalato in questi giorni, egli medesimo chiese i conforti religiosi e morì perfettamente rassegnato e chiedendo perdono alla sua consorte d'averla cotanto addolorata con i suoi indegni trattamenti. Mi aiutino i devoti di questa nostra Celeste Madre a ringraziarla di un favore così segnalato!

ANNETTA BONINO.

ZONA DI GUERRA. - 10 - X - 1918. - Grazie, o Maria! Voi vi siete sempre mostrata con me madre benigna e la pubblicazione della grande grazia ricevuta da Voi valga ad accrescere in qualche modo la divozione e la fiducia nella Vostra potente intercessione.

Mi trovavo nella vita militare in penose condizioni fisiche e morali. Oltre alle sofferenze corporali ero nella totale impossibilità di avere qualche conforto religioso e spirituale per l'anima mia. Ricorsi varie volte a Maria Ausiliatrice. La grazia che desideravo era grande, e quindi era necessaria maggior fede ed insistenza nella preghiera. In ultimoo feci la novena prescritta dal Ven. D. Bosco colla promessa di render nota la grazia se l'ottenevo. E non si fece aspettare ed in modo sorprendente.

Occupo ora un posto più adatto alle mie condizioni di chierico e per di più, cosa che non mi aspettavo perchè grazia troppo straordinaria, ho la bella fortuna di assistere ogni giorno alla S. Messa e di ricevere Gesù in Sacramento.

Riconoscente all'Ausiliatrice, adempio oggi la mia promessa e invito ad avere sempre grande confidenza nella Madonna del Ven. D. Bosco!

Un chierico soldato.

LU MONFERRATO. - 8 - xi - 1918. - Aveva la mamma gravemente ammalata di polmonite, e si temeva assai per la debolezza del cuore. Com'ebbe ricevuti gli ultimi Sacramenti, avvisai telegraficamente della imminente catastrofe una mia zia, Figlia di Maria Ausiliatrice a Torino. La buona zia si recò subito al Santuario, vi fece celebrare una messa per l'inferma, e in breve la mia mamma era fuori di pericolo. Ora è completamiente guarita, ed io mando un'offerta di ringraziamento.

EMMA BISOGLIO.

MATHI TORINESE. - 24 - v -1918. -Nel dicembre dell'anno scorso, una nostra convittrice, Virginia Aghetto, sordo muta, cadde ammalata. Dapprincipio parve cosa leggera, ma ben presto le si manifestò una febbre altissima. Al mattino del 16, il medico dichiarò un caso di tifo, non troppo benigno. Verso sera, la figliuola, ben comprendendo tutta la gravità del male, con segni eloquenti, fece capire che desiderava i SS. Sacramenti, perchè voleva ben prepararsi ad andare in Paradiso, che sospirava ardentemente. Il rev. Parroco, accorso alla nostra urgente chiamata, amministrò alla paziente il S. Viatico e l'Estrema Unzione. Noi, profondainente afflitte, cominciammo con molto fervore la Novena, che il Ven. D. Bosco soleva consigliare, a Gesù Sacramentato e a Maria Ausiliatrice, durante la quale il medico ci diede un filo di speranza, salvo altre complicazioni.

Raddoppiammo il fervore nella preghiera, animate da confidenza nell'Ausiliatrice, ed avemmo la consolazione di veder migliorare, gradatamente, la cara malata. La febbre l'abbandonò, del tutto, dopo una cinquantina di giorni circa; ora è perfettamente guarita ed attende al suo lavoro in cartiera senza risentire nessuna indisposizione.

Riconoscente, adempio la promessa di far pubblica la grazia.

La Direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

VIGEVANO. - 3 - XI - 1918. - Il due maggio u. S. fui chiamata d'urgenza al letto di mia madre colpita da improvviso e gravissimo malore.

Il medico curante aveva dichiarato indispensabile una pronta operazione chirurgica, lasciando in pari tempo molto a temere sul buon esito della medesima. In sì doloroso ed accasciante timore, ricorsi fiduciosa alla potente intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, mia dolcissima Madre, e unitamente all'unica sorella ed all'amata inferma, cominciai tosto una novena promettendo alla Vergine Santa di render pubblica la grazia se ci avesse guarita la mamma conducendo a felice esito l'operazione. Oh bontà grande di Maria! La diletta inferma subì felicemente l'operazione e in men dià venti giorni lasciò l'ospedale completamente guarita. Compresa della più viva gratitudine per tanta bontà di Maria, si unisce ora con me e la cara sorella, a renderle pubbliche grazie pregandola di continuarci la sua materna visibile protezione.

Suor G. P. Figlia di Maria Ausiliatrice.

TORINO - 7 - XI - 1918. - Fui colpito negli scorsi giorni da una violenta influenza aggravata da complicazione, con febbre altissima e persistente.

La mia ottima madre, angosciata più che luci per tale mio stato che già durava da più giorni, si rivolse con fede ardente alla Beata Vergine Ausiliatrice e al Ven. D. Bosco. Anzi del Ven. D. Bosco mi munì di una preziosa reliquia.

Ed infatti, la calda sua preghiera venne esaudita; si verificò in breve, un sensibile miglioramento, che proseguì fino alla completa guarigione.

In fede, e con riconoscenza alla B. Maria Ausiliatrice ed al Ven. D. Bosco.

MARIO TRAMONTANO.

ACQUAPENDENTE. - 9 - XI - 1918. - Debbo soddisfare a un debito di gratitudine verso Maria SS. Ausiliatrice, comunicando la grazia che mi ha fatto testè liberandomi dalla morte, contro una furiosissima febbre spagnuola.

Cardiopatico e debolissimo di costituzione, non avrei potuto resistere alla complicazione broncopolmonare, se non ci fosse stata una forza superiore.

E questa forza me l'ha data la cara Madonna di Don Bosco, alla quale fervorosamente mi raccomandarono gli amici e a cui in promisi di diffondere la divozione e occuparmi dell'educazione della gioventù. Mi rincresce di non poter mandare una dichiarazione medica scritta, essendo stato curato da un capitano medico qui venuto nel furore dell'epidemia, e di cui non ho l'indirizzo. Questo capitano medico però, meravigliatissimo, quando mi vide fuori pericolo, mi disse queste testuali parole: « Lei, appena alzato, vada a ringraziare Iddio, che l'ha scampata! » Gloria dunque a Maria, Madre pietosissima, Aiuto dei Cristiani!

GIUSEPPE BENIGNI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il nuovo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane e per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

A) - A. B. di Cagliari; Adamo G,; Albate C. F. Alexandre M.; Andruccioli F., Anello R. ; Anfossi Angeloni C.; Anselm t M.; Antico allievo di Bosco di ; Antoniazzo R.; Antonietti M.; Aresi A.; Arnesio C.; Arrigoni M.; Asteggiano 'i'.

B) - B. F. antica allieva di Torino; B. M. di Breme Lomellina; Bajo M.; Balocco C. Baracco M.; Baratta A.; Barberi A.; Barbero A.; di Guarenti; Barbero A. di Monticello d'Alba; Barra C.; Bassi l; Bassignano G.; Beccherie E.; Bellotti M.; Bernard: M.; Bertignone R.; Bertoldi mons. G.; Bertarelli A., Bessa E.; Bisettini D.: Boido C.; Bolla L.; Bologna Bonacorsi P.; Bordone M.; Bosio T.; Botta P.; Bovio G.; Bozzetto O.; Braga M.; Brosco G.; Brunetti G.; Brusa D.; Bruseghini S.; Bucccelli V.; Bufanti M.; Buscemi G.; Busnelli E.;

C) - C. C. di Alessandria; C. R. di Conzano Monferrato; Cabras F.; Cadoni M.; Cagnoli G.; Callegari G.; Calvo M.; Canale E. in Merlino; Candasso Camola R.; Cappalungo A.; Carena E.; Carraro Casella A.; Casteliazzo V.; Cattasi S.; Cavallo L.; Ceccopieri Maruffi conte B.; Chiola G.; Cocco P; Cominetti M.; Cooperatrice Salesiana di Lugano, li quale, trovandosi in un momento disperato, tavocò Maria Ausiliatrìce e fu subito esaudita; Cooperatrice Salesiana di Roppolo; Corno C.; Costi A.. Crisafulli Cristiano G.; Crivello A. R.; Cu minatti; Cusani L,

D) - D. O. di Alessandria; D'Archino M.; Dal Conte P.; Damoli S.; Danese I.; Della Valle T.; Del Sante O.; Del Savio M.; De Marchi G.; De Maria De Paolis E.; De Pasquale A.; De Pascalis G.; Dessi A.; Diego G.; Dondegnaz A.; Dondegnaz R.

E) - Espa G. A.

F) - F. B. di Lanzo Torinese; Fabris I,.; Fabrizi E.; Facchinetto S.; Faggi A.; Famiglie Alliod, Filìppi, Desirello, Gerini, Vigitello, Zara, Farina A.; Fades d. S.; Favre P.; Feniin F.; Ferrandi T.; Ferrari d C.; Ferrari E.; Ferrero A. in Donadi ; Ferrero Angiolina R.; Fittipaidi R.; Folaniui A.; Foliis G.; Fontanini d. D. Prevosto; Foresti Famiglía; Porr..asa d. G. M.; Franzini G.; Fratelli

G) - G. B. di Tortona; G. C. di Torino; Gabioìa L.; Gallesi C.; Gallesio S.; Gambino B.; Gambino ol. Gandelli D.; Gandolfo G.; Garambua V.; Garnerc, A Gavinelli A.; Gerendi T.; Gervasoni A.; Ghitti A._ in Vazolini; Ghezzi R.; Ghione E.; Giani L. in. Callegaris; Giannone G.; Gisanetto M.; in Cenrey Gisanini M.; Giuliani G.; Gizzardi E.; Gonella. M ;. Gonzatto G.; Gonzino F.; Gonzino M.; Grasso I,.; Grasso T.; Guaglianone V.; Guerrini G. B.:

I) -- Inclinati G.; Ivaldi C.

L)   L. de Seze; Lanzoni M.

M) - M. R. di Modica; Machet V.; Mai A.; r, T. Ved. Fiorio; Mandelli S.; Marchiolo M. in S - Margara M.; Maria T.; Marquim dott. d. A.; tini I,.; Martorana A.; Mattadelli E.; Massobrio Menozzi M.; Meren M.; Merlet E.; Mocci V.; M ilari M.; Morali E.; Morandini B.; Morcia M.; D nello R. in Colussi ; Mortarotti d. G. arcip.; Mosca T.; Moschera R.: Moschetti C.; Motta T.; Mul V.; Murgia L.; Musmeci d. G.; Musso T.

N) -Negri R.; Neira A.; Nicolis E.; Nicol si A. O) -- Oglietti D.; Ossella A.; Otta.viani A.;,

r) -- Paderi A.; Pagnoni T.; Pallavicino d. M.: . ; Paratone M.; Parisi can. C.; Parolinid. P.; Pasquale : A.; Patella A.; Pelizzari A.; Pennazio M.; Pennini d. Piergiorgio; Pession can. Teol. P.; Pession. Pettimio G.; Pibiri G.; Piccinali M.; Piccinetti M.; Pigino M.; Pie persone di Ahnermo, Fenegrò, Genzano, Parma, Rapallo, Roma, Santuhussurgiu, Sassari, Piomba 1d.; Piseddu G.; Polentarutti Pigino M.; Pie persone di Almenno, Fenegro, Ger zano, Parma, Rapallo, Roma, Santulussurgin, mssari, Piomba M.; Piseddu G.; Polentarutti P., Pollino C.; Pompignoli d.; Porro L.; Porta A.; Pìodosso C.; Pranone A.; Pronzato S.; Puntirati A.: Q) - Quagliotti L.; Quirico M.; Quistini E.

R) -- R. G. di Castagnole Piemonte; R. S di Conte Raccalmuto ; Raineri M. ; Raspaglio Reda F. in Sormano; Redenta R.; Riganti 1 Reforgiato C.; Resta C.; Riboni Am; Ripamonti M.: Rivaro A.; Rizzo T. in Salerno ; Bobino M.; Robusti d. A.; Rocca can. d. G.; Rodi M.; Rodolfi 5., Rosa d. C.; Rosirìi'A. tenente; Rossi L. in Garibaldi; Rossi V.; Roux M. Eredi.

S) - Sagliotti B.; Salvini S.; Sanipero B.; Sai-r, T.; Santagata F.; Scacco d. G.; Scalia V. iu Ar Scariata G.; Scolarini ed insegnante di *; SCo P.; Sibona d.. 1,, arcipr.; Sini aglisc I;. ; Sorelle G,G lizioli, Gilli e Orsini; Thiebat Spada A.; Spiganti A., Steri E.; Suor M. Bona; Suor A. Lurcizianti; Superiora delle Orsoline di Sanremo.

T) - T. A. di Torino; Tassara A.; Testaferrata. C.; Tizzani G.; Torassó G.; Torricelli Filippo; Tortarolo M. in Carezzo; Toschi P. in Rossi Deodati Troja F. v. Dogliani; Trombotto M.; Turra P.

V) - U. P. di... Uccella M.; Uda R.

V) - V. A. di Torino; V. E. M. di Tortona; Vaca R.; Vaglio tenente; Vanetti M.; Vannini Z.; Vasi L; Vassia G.; Vigliani C.; Villata L. ; Viola V. ; Visivi P.; Volta M.

Z) - Z. E.; Zedda D.; Zuccalà d. P.; Zunini M. in Vittorie.

RICONOSCENZA AL VEN. DON BOSCO

Nel parlare del Ven. D. Bosco, torniamo sempre a protestare apertamente che non vogliamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.

Un'operazione scongiurata.

Ammalata da due anni di peritonite e non trovando via di guarigione, mi presentai ad egregio professore di Alessandria. Questi mi disse: « Bisogna fare l'operazione, ma lei è troppo debole, quindi le prescriverò una cura per rinforzarsi un po' ». Ubbidii e mi parve d'avere un po' di miglioramento; senonchè ricaduta come prima e con febbre alta, appena potei, tornai ad Alessandria decisa di farmi operare. Il professore nei ripetè che era ancor debole e che aspettassi ancora; ma a chi m'accompagnava soggiunse: « Non c'è più speranza, è affetta di tisi intestinale! ». Tornai a casa e mi chiusi nel mio dolore. Ma ecco che venne a trovarmi una mia zia, figlia di Maria Ausiliatrice, la quale m'incoraggiò a ricorrere al Ven. Don Bosco, promettendogli, in offerta, la spesa che avrei incontrata per l'operazione. Intrapresi con fede la novena da lui raccomandata e in breve cominciai a guarire finche, piena di riconoscenza, mi recai a ringraziare il Venerabile a Torino a portare il mio obolo al suo Successore.

In fede.

Lu Monf., 24 settembre 1918.

MARIA B. CASALONE.

Non una, ma più grazie.

Da più di due anni pregavo e facevo pregare Don Bosco perchè dalla sua Madonna Ausiliatrice mi ottenesse una, anzi più grazie. Era sconfortata, ma, nonostante ciò, vivissima era la mia fede e fiducia in Lui. Nel settembre ultimo scorso ottenni quanto desideravo ed altre grazie ancora che mi stavano a cuore. Con riconoscenza e venerazione rendo pubbliche grazie al Venerabile D. Bosco e alla SS. vergine Ausiliatrice.

27 ottobre 1918.

Cont. O. DI S. MARZANO VALFRE' DI BONZO

« Scegliemmo Don Bosco a nostro avvocato ».

Per un affare temporale di non lieve importanza noi qui sottosegnati ci trovammo un giorno in grave angustia e strettezza di cuore. Non tralasciammo di consultare qualche avvocato che fu di parere noi sfavorevole.

Allora scegliemmo con fiducia per nostro difensore il Ven. D. Bosco, con promessa, a grazia ottenuta, di far pubblicare questa sul Bollettino Salesiano e d'inviare un'offerta a Torino per le sue opere.

Avendo ottenuto ciò che il nostro cuore desiderava, intendiamo con premura sciogliere il nostro voto, pregando che sia pubblicata la presente ed inviando nel contempo un'offerta.

Cesarò, il 1° ottobre 1918.

Fratelli T...

« Questo è un miracolo!... »

La mia nipotina Nellina di 14 mesi nel luglio 1917 fu colpita da grave malattia e nel decesso medesima il male originario si complicò per altre malattie gravissime sopraggiunte, una delle quali per là sua violenza fece temere della vita Abbiamo fatto ricorso alla buona Mamma Maria Ausiliatrice chiedendole, per intercessione del Venerabile D. Bosco, la guarigione. La enterocolite, che si manifestò con violenza straordinaria, dopo tre giorni diminuì d'intensità, tanto che il Professore curante ebbe ad esclamare: - Questo è un miracolo!

Siano rese grazie a Maria SS. Ausiliatrice e suo Servo, nostro potente avvocato.

24 settembre 1918.

ToRQUATo MAZzoLI.

Guarita da otite e risipola.

Mia madre Rosa Lanza di S. Stefano di Larvego in Campomorone, affetta da una terribile otite all'orecchio sinistro, dopo aver sofferto per tre lunghi mesi si decise a farsi trasportare all'ospedale di Genova onde essere operata, come unico rimedio cosa però non tanto facile, causa l'indebolimento delle forze per il lungo soffrire, l'età avanzata di 67 anni e la difficoltà di trasporto, per la lontananza della città. Si mise perciò tutta e sola la confidenza in Maria Ausiiatrice e nel suo Ven. servo D. Bosco, e l'operazione riuscì felicemente, senonchè nel trasporto della povera paziente dall'ospedale alla casa non essendo la ferita ancora rimarginata, fu colta da una risipola facciale che la condusse sull'orlo della tomba. Si raddoppiò la nostra fiducia nella potente Ausiliatrice e nel Ven. suo Servo, dalla paziente lungamente invocati nelle lunghe sofferenze. Ora, guarita perfettamente contro ogni umana speranza, offre in pegno di gratitudine la sua catenella d'oro e invita quanti soffrono a ricorrere alla Potente Ausiliatrice e al Venerabile Don Bosco.

Larvego S. S. Stefano in Campomorone, 24 settembre 1918.

LANZA CATERINA.

Il 21 maggio pp. fui colto da paresi alla gamba sinistra, non grave affatto, ma tale che mi obbligò a stare a letto ben 19 giorni. La pena maggiore era quella di non poter celebrare la S. Messa.

Pieno di fede ricorsi al nostro Santo di Padova, e al Ven. Don Bosco, e Li pregai a voler farmi la grazia, di celebrare il giorno 13 giugno corr., festa serra al nostro S. Antonio. Il 9 giugno incominciai a levarmi dal letto, e dopo soli quattro giorni, cioè il giorno 13, potei celebrare la S. messa, senza grande fatica.

Questo fatto io lo attribuisco all'efficacia della intercessione del Santo di Padova e del Venerabile Bosco, perché, stremato di forze, dopo 19 giorni di letto, e data la cura debilitante, sarebbe stato impossibile che io avesse potuto celebrare dopo soli quattro giorni di convalescenza. Ringrazio Dio, la Vergine Ausiliatrice, il caro Ven. Bosco, e il mio S. Antonio, della grazia ottenuta.

(Padova) Reschigliano, 2o giugno 1918.

MoRARI Parroco.

Mio nipotino venne colpito da appendicite; il medico curante sperava di poterlo guarire senza operazione, ma il male andava purtroppo sempre aumentando.

Venne a saperlo la Direttrice dell'Asilo delle Figlie di Maria. Ausiliatrice, la quale portò al bimbo un pannolino del Ven. D. Bosco. Appena applicata la reliquia, il bimbo si sentì subito guarito. Ne siamo grazie a Don Bosco ! In riconoscenza mando L. 5 per la causa di beatificazione.

Riva di Chieri, 24-VIII-1918.

TORTA CATERINA.

Mio figlio, padre di famiglia e titolare di negozio da cui trae i mezzi per vivere, trovandosi per imperiosi doveri assente di casa, fu colpito da male che venne tosto giudicato di qualche gravità. Messosi sotto la cura assidua di valenti medici, ed usati tutti i mezzi che la scienza poteva suggerire, non ne ottenne alcun buon risultato; anzi il male andò aggravandosi al punto che i medici curanti lo consigliarono di portarsi ad una clinica per sottoporsi ad una operazione chirurgica, da cui solo avrebbe potuto sperare la guarigione.

Venuto di ciò a conoscenza, io pensai di rivolgermi a Dio interponendo l'intercessione di Maria Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco: feci una novena e promisi di mandare una offerta corrispondente alle mie forze per le Opere Salesiane, e di far pubblicare in questo Bollettino la grazia, qualora mi fosse stata concessa.

Il figlio si portò alla clinica di Padova per ottemperare al consigho dei medici: ma caso volle che il Professore specialista che lo avrebbe operato e tenuto per qualche tempo sotto cura diretta, dovendosi assentare per qualche tempo dalla città, lo consigliò ad attendere il suo ritorno che sarebbe avvenuto dopo un mese, prescrivendogli nel frattempo una cura che servisse ad impedire un maggior sviluppo nel male. Il figlio, in attesa, venne a casa: e si giorno in giorno andò migliorando in guìsa che alla fine del mese sentendosi bene non giudicò più necessaria l'operazione. È passato ormai parecchio tempo: egli continua a star bene, ed attende regolarmente al suo negozio. Io attribuisco la guarigione ad una grazia del Cielo, concessami per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco. È perciò, quale attestato della mia riconoscenza, amando l'offerta promessa, unita alla presente relazione con preghiera che venga inserita nel Bollettino Salesiano.

Azzano (Udine) 13 luglio 1917.

P. D. B.

Col cuore pieno di viva, imperitura riconoscenza al Ven. Don Bosco, alla cui unica intercessione devo una grazia grande temporale da me recentemente ottenuta, adempio alle fatte promesse di pubblicare la grazia sul suo Bollettino, di mandare l'offerta di lire 1oo per le sue opere ed una novena in ringraziamento all'altare gregoriano. Da tempo la mia famiglia si dibatteva in grande angustie finanziarie, scongiurai il Ven. Don Bosco ad intercedere per noi presso i suoi SS.mi Cuori di Gesù e di Maria Ausiliatrice. Non mi stancai di pregarlo ogni giorno, non invocando altre protezioni, ed oh! portento, quando meno ne vedeva la possibilità, l'indiscutibile immenso potere che il Ven. Don Bosco ha in cielo valse a noi l'invocato sollievo ottenendoci dal Cuore misericordioso di Gesù e dalla bontà di Maria Ausiliatrice la grande grazia.

Possa detto esempio recar sollievo e fiducia ai divoti del Ven. Don Bosco, sicuro avvocato di tutti i bisognosi presso i cuori S.S. di Gesù e Maria.

Milano, 1o marzo 1918,

VIRGINIA OSELLA.

Trovandomi afflitta da seria malattia che mi faceva soffrire e temere una grave complicazione, ricorsi con piena fiducia al Venerabile Don Bosco promettendogli di rendere pubblica la grazia della mia guarigione sul Bollettino Salesiano inviandogli l'offerta di Lire 15.

Fui esaudita e con viva riconoscenza adempio alla promessa fatta.

Torino, luglio 1918.

FORTUNATA BIANCHI.

Pieni di gratitudine verso il nostro Venerabile Padre Don Bosco, promettemmo di rendere pubbliche grazie alla sua valida intercessione - presso la Vergine Ausiliatrice, per averci impetrato, nel corso dell'anno, segnalatissimi favori che umanamente era impossibile ottenere.

Adempiamo con gioia il nostro dovere, inviando l'offerta di L. 50o ed additando a tutti l'efficacia delle preghiere del Servo di Dio, così premuroso dei bisogni di chi a Lui si rivolge.

Voglia il Ven. D. Bosco guardar sempre con occhio di protezione quest'opera sua!

Messina , 24 maggio 1918.

Per l'Istituto Salesiano

Sac. VINCENZO ALLEGRA.

NOTE E CORRISPONDENZE

Il Presidente di Colombia e l'Opera di Don Bosco.

Il 24 agosto u. s. - scrive il giornale di Bogotà El nuevo tiempo nel num. del 1° settembre - S. E. il signor Presidente ebbe la bontà di ricevere il M. R. Don Antonio Aime, Ispettore dei Salesiani di Colombia e Venezuela, accompagnato dal Rev. Don Giacinto Bassignana, Direttore del Collegio e Scuola di Arti e Mestieri di Bogotà, da Don Emilio Rico, Don Francesco Amaya e da una Commissione del Collegio.

Il Superiore delle Opere Salesiane felicitò s. E. per l'esaltazione sua al soglio presidenziale porgendogli i rallegramenti cordiali di tutti i Salesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei Cooperatori che numerosissimi sono in quella generosa e cattolica Repubblica.

Accennando agli antichi vincoli con cui il nuovo Presidente è unito alle Opere Salesiane, essendone da molti anni amico e protettore, rilevò com'Egli fosse uno dei più zelanti Cooperatori Colombiani: «Onde, proseguì, non c'è stupirsi se fra le idee religiose e sociali, espresse come programma da V. E. nell'occasione del giuramento, e quelle dei Salesiani e dei continuatori degli ideali e delle opere di don Bosco vi sia completa omogeneità. »

Il programma del nuovo Presidente è favorire a) le scuole di arti e mestieri; b) le scuole ed industrie agricole; c) la beneficenza e in particolare il miglioramento dei Lazzaretti dei Lebbrosi; - e a tutte queste opere lavorano con entusiasmo i Salesiani.

Il Signor Presidente rispose con un breve discorso ispirato ai più elevati concetti e ad una grande divozione al Venerabile Don Bosco, facendo uno splendido parallelo fra l'Opera sua nella Chiesa, e quella di S. Francesco d'Assisi nel secolo XIII: «Opera eminentemente ispirata a geniale italianità ed universale nello stesso tempo, che mediante la benefica povertà evangelica e gli ideali di vita cristiana salva la società su retta via ».

E proseguì dichiarando: « La Repubblica di Colombia partecipa grandemente dell'azione sociale di Don Bosco, perchè fin da quando quest'Uomo straordinario viveva in terra egli accondiscese alla venuta dei Salesiani a questa Repubblica, ove l'albero della sua Pia Società produce frutti di vita coll'evangelizzazione del nostro popolo per mezzo dell'isegnamento professionale e letterario, per mezzo della diffusione della pietà, per mezzo degli istituti industriali in favore degli operai e dei bisognosi, e specialmente per mezzo d'uno sforzo perenne, frutto di misericordia, nell'assistenza di malati la cui cultura presuppone, in chi l'assume, una completa dedizione di se stesso, un'abnegazione e consacrazione totale al bene del prossimo, per amor di Dio e della sua santa legge. »

Ed accennando alla constatazione fatta di presenza nelle sue visite alle varie istituzioni Salesiane, concludeva:

« Ricevete i miei ringraziamenti che vi fo in nome del popolo che istruite, dei malati che assistete, dei fanciulli che educate, dello Stato il cui benessere promovete, e del Governo la cui gratitudine vi esprimo con gran sincerità , insieme col desiderio di cooperare in vostre favore e in favore delle vostre benefiche istituzioni ».

Con cuore commosso noi porgiamo i più umili ringraziamenti all'Eccellentissimo Signor Suarez e facciamo voti che il suo periodo di Governo apporti benedizione e prosperità alle Colombia, dove tanto favore hanno i Figli di Don Bosco e dov'essi, così incoraggiati, saranno ben lieti di esplicare ognor meglio la loro attività al benessere di quella generosa e cristiana Repubblica.

NOTIZIE VARIE

In Italia.

TRENTO. - DURANTE LA GUERRA l'IStituto Salesiano « Maria Ausiliatrice » e l'Orfanotrofio maschile, diretto pure dai nostri, vennero requisiti, ma i Salesiani, quasi tutti triestini, poterono continuare a svolgere l'opera loro di carità e beneficenza. L'Orfanotrofio venne trasferito in una casa presa temporaneamente ad affitto, e i nostri continuarono ad aver cura degli orfanelli. L'Istituto « Maria Ausiliatrice » fu convertito in ospedale militare, ed essi si prestarono all'assistenza religiosa nel medesimo. E benchè costretti, per necessità di cose, a dimorare in cinque abitazioni diverse, tuttavia proseguirono solidariamente nella loro missione, occupandosi sopra tutto in vantaggio della gioventù.

TRIESTE. - I BISOGNI DELL'ORATORIO E LA BONTÀ DEL GOVERNATORE. - Il Salesiano Don Rubino, già direttore dell'Oratorio Salesiano di Via dell'Istria in Trieste, essendosi recato a visitate l'antico campo delle sue fatiche, racconta: - Mi recai a visitare l'Oratorio Salesiano, al quale mi legano dieci anni di lavoro a vantaggio della gioventù triestina e l'affetto dei confratelli e dei giovani che da tre anni e mezzo non avevo più veduto. Le condizioni in cui trovai quell'Oratorio, una volta tanto fiorente, sono veramente tristi e degne della carità dei buoni, La guerra, come una raffica di bora potente, vi ha spazzato via crudelmente tutto ciò che vi era di buono e di bello, lasciando una squallida miseria.

Dei quattrocento giovanotti che erano la vita dell'Oratorio, non uno sfuggì alle annuali e anche semestrali leve militari.

E i ragazzi piccoli?... gli scolari dai sette ai quattordici anni?... Ah! il loro stato è ancor più desolante! Negli ultimi due anni specialmente, cioè nel 1917-18, la miseria opprimente li ha sbandati nelle campagne, o alla stazione a portar pacchi per passeggeri, o nelle piazze principali della città a fare sotto gli stimoli della fame i più umili e gravosi servizi per un pezzo di pane. Molti dovettero abbandonare completamente la scuola e inscriversi nei cantieri a lavorare, perchè il sussidio governativo era affatto insufficiente al mantenimento della famiglia. La Commissione d'approvigionamento aveva tentato di lenire la fame di queste povere creature coll'istituire la refezione scolastica: agli scolari più poveri si dava a mezzogiorno un piatto minestra con un pezzo di pane nero: ma poi il pane scomparve e rimase solo la minestra: più tardi la minestra fu sostituita da un pezzo di polenta con un cucchiaio di marmellata; da ultimo sparve anche la polenta. Tutto ciò sembrerebbe un'esagerazione se le facce pallide e smunte di questi poveri bimbi, se i loro occhi languidi e infossati, se la loro stessa personcina svogliata e priva, d'ogni slancio infantile non narrasse le sofferenze patite.

Ma ciò che ha contribuito a demoralizzare la gioventù di Trieste fu pure la mancanza assoluta di vestiti e calzature. I prezzi dei generi alimentari, addirittura inaccessibili ai figli dei popolo, han soffocato ogni idea di procurarsi dei vestiti o calzature. Molti ragazzi del nostro Oratorio portano ancora indosso i brandelli rattoppati... dell'ultimo Albero di Natale del 1914. Nel 1915 si poterono avere alcune maglie, berretti, zoccoli, che furono distribuiti ai più meritevoli.

Nel 1916 e 1917 l'Albero di Natale si ridusse ad una semplice merenda, costituita da un piatto abbondante di pasta asciutta e da un pezzo di pane. Quale differenza da questi due ultimi anni a quelli antecedenti, nei quali si distribuivano dai 5oo ai 600 vestiti interi ! E allora si vedevano i ragazzi arrivare all'Oratorio vestiti modestamente sì, ma puliti e ben riparati dal freddo e dalla bora. Ora. invece i loro vestiti non hanno stagione; sia caldo, sia freddo, sia vento, pioggia, bora, non hanno che un paio di calzoni laceri, una giubba che era del papà, e un berretto militare in testa, avanzo o rifiuto di qualche soldato. Non calze, non scarpe, non maglie, non camicie o altra biancheria: queste cose per loro sono sogni dei Natali ormai passati.

Il sig. Governatore, tenente generale Carlo Petitti, visitò l'Oratorio Salesiano e, commosso dalla miseria di queste infelici creature, ha elargito la generosa somma di 5.000 corone per sopperire alle prime loro necessità. Ed io, incoraggiato dall'atto magnanimo del Governatore di Trieste e conoscendo la simpatia e la generosità degli italiani verso l'Opera Salesiana che in questa guerra ha lenito tante sofferenze e ha soccorso tanti poveri orfani, faccio appello alla carità dei buoni, perchè in qualche modo ci vengano in aiuto per lenire le miserie di tanto poveri orfani triestini. Vestiti usati, biancheria usata, rimasugli di negozio, tutto può servire, a tutto farebbero buon viso queste povere creature che da tanto tempo nulla vedono, L'Albero del Natale del 1918 s'avvicina, apportatore della pace sospirata; come sarebbe bello e caro festeggiarlo con quella carità pietosa che il divino Pargoletto di Betlemme ha sintetizzato in quelle magnifiche parole: - « Date il superfluo ai poveri! »

NB. - Indumenti e offerte possono inviarsi al Sac. Michelangelo Rubino, presso il Vescovo Castrense, Collegio di Spagna, BOLOGNA. - Di là saranno inviati a destinazione con la maggiore sollecitudine.

GORIZIA. - Il CoLLEGIo SALESIANO (il fiorentissimo Convitto S. Luigi) è tuttora ospedale militare, ed uno dei nostri confratelli, italiano, vi presta con amore l'opera sua. Ci auguriamo di vederlo presto tornare alla vita lieta e rigogliosa di prima, quando era popolato da duecento giovanetti.

All'Estero.

COLD SPRING (New York). - UN NUOVO ISTITUTO SALESIANO. - Giovedì 5 settembre u. s. si apriva una nuova casa salesiana negli Stati Uniti per là formazione di nuovi salesiani, nella località di Cold Spring, a poche miglia dalla città di NewYork. Il fatto è tanto più rilevante, in quanto che è la seconda nuova fondazione salesiana compiuta nel 1918 negli Stati Uniti. L'istituto, offerto alla Pia Società Salesiana dalla generosità del compianto Card. Farley, sorge sulle rive incantevoli del fiume Hudson, in piena campagna, circondata da alti alberi. Esso è dedicato al Sacro Cuore di Gesù, di cui porta il nome.

ARACAJU' (Brasile). - UN NUOVO TEMPIO IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE. - Spigoliamo da una lettera del carissimo nostro Missionario Don Annibale Lazzari.

Questa capitale conta circa 5o mila anime ed ha una sola chiesa, la cattedrale, ed una sola cappella pubblica! Nella nostra cappella il popolo assiste alle sacre funzioni dalle strade, perchè essa è insufficiente ai nostri stessi alunni, molti dei quali durante le funzioni devono stare all'aperto. E dire che oltre il Collegio e l'Oratorio festivo nostro, partecipa alle stesse funzioni un altro Oratorio festivo femminile, diretto da una pia Signora e pieno di molto buono spirito, che si fermò qui dopo varie peregrinazioni e tappe. Anche in questo Oratorio aleggia lo spirito del nostro Ven. Padre. Per farsi un'idea della frequenza dei Sacramenti nella nostra cappella, basti pensare che nel 1917, nonostante la strettezza e l'eccentricità del locale, vi si distribuirono più di tredici mila Comunioni ad esterni.

È in vista di ciò che fu iniziata col consenso dell'Ispettore la costruzione di un tempio in onore di Maria SS. Ausiliatrice, pel quale anche S. E. Mons. Josè Thomaz Gomes, Vescovo Diocesano, lanciò un commovente appello al suo popolo dicendo che la costruzione è di assoluta necessità per la stessa Diocesi ed avendo parole di gran benevolenza per l'opera nostra.

BUENOS AIRES - UNA CARA RIVISTA GIOVANILE - Simpatica iniziativa del Collegio Pio IX di Buenos Aires fu la fondazione del periodico diernsuale giovanile educativo « Albores », in cui palpita tutta la vita del Collegio e la stessa vita fa palpitare in ogni famiglia ed in un grazioso arazzo di fiori policromi e profumati di notizie porta ai lontani l'atmosfera satura di allegria e di pietà che in esso si respira, unendo così i cuori separati dalla scuola e dalla famiglia e facendoli vivere della stessa vita e partecipare delle stesse pene e delle stesse gioie.

Con che ansia i genitori sfoglieranno le pagine di « Albores » leggendovi notizie così care al loro cuore, cercando il nome dei loro figli nel « Quadro d'Onore » o nelle «Menzioni», e indovinandone le gioie, la felicità e i trionfi fra quelle righe!

Vi si trovano graziose poesie fatte dai più provetti tra gli alunni, i componimenti migliori svolti in classe, cronache degli avvenimenti della vita intima del collegio e perfino dei diarii particolari di qualche alunno, come pure componimenti di maggior effetto letti nelle accademie.

Nè manca la parte amena; qualche aneddoto e caricatura di avventure comiche, tanto care alla fantasia giovanile. Seguono pure facili enigmi atti a tenere attiva la ginnastica mentale.

Le pagine sono intercalate da artistiche illustrazioni che dànno al periodico un carattere di eleganza e signorilità che invoglia di sfogliarlo e leggerlo. Noi ci congratuliamo coi nostri Confratelli del Collegio Pio IX per aver trovato un mezzo così simpatico di rendere più efficace il loro lavoro educativo e estenderne il frutto.

NECROLOGIO

Prof. Giuseppe Toniolo.

Si è spento serenamente, a 73 anni, a Pisa, nel pomeriggio della festa del Santo Rosario, 7 ottobre a. s.. Principe e Maestro dei sociologi cristiani, professore di Economia Politica per 5o anni - prima all'Università di Padova, poi a quella di Pisa - scienziato d'indiscusso valore, il prof. Toniolo era anche fervente Cooperatore Salesiano, e la sua ammirazione per Don Bosco e per l'Opera Salesiana manifestava in ogni tempo vivissima.

Di rara umiltà e santità di vita, la sua memoria passerà in benedizione alle generazioni più lontane. La gioventù nostra specialmente s'ispirerà ai suoi insegnamenti e ai suoi esempi.

Sette giorni dopo la sua morte, narra il Card. Maffi: « sul marmo che chiude la cara tomba, una candela stava accesa, circondata di fiori; e perchè il vento non l'avesse spenta quella debole fiammella, una mano industre e pietosa intorno le aveva eretto a difesa alcuni mattoni. Domandarono al custode del Camposanto da chi quel tributo: fu risposto: - Da un giovane! -- Non aveva detto nome; non aveva cercato d'altro; solo, nel silenzio, quel caro giovane s'era recato a quel marmo a spargerlo di fiori, ad illuminarlo ancora. La bella testimonianza all'illustre che vi giace; ma insieme il bel programma ai giovani, che un giovane fa risplendere dalla cattedra suprema e solenne, - che è la tomba! - che la fiamma di fede, di dottrina santa, di vita edificante che il prof. Toniolo custodì e della quale risplendette sì meravigliosamente, i giovani la sentano loro speciale tesoro ed eredità.... ».

E i giovani avranno sempre viva e robusta la fiamma della fede nei loro cuori, se imiteranno il compianto Maestro! Ogni mattina il grande vegliardo ascoltava la S. Messa avanti di recarsi all'Università, e ogni volta soleva ricevere il Pane degli Angeli.

« Bisognava vederlo - scrive un affezionato discepolo - con quanta umiltà si accostava all'altare, con quanta mistica effusione si racchiudeva in profondo, raccoglimento! Quale ammaestramento per noi il vedere quella testa candida affondata nelle mani per tanto tempo, chiusi gli occhi per tener più sola con Dio l'anima sua! Quando si levava, il suo dolce occhio sembrava rilucere della letizia intima del cuore! Io ricordo lassù a Vezza d'Oglio, ove convenivamo attorno a lui a fare un po' di campagna: ricordo con quanta commozione lo vedeva servire la S. Messa a Don Pini. Lui, il professor universitario, il sociologo cristiano, il cui nome la storia contemporanea ha segnato a caratteri d'oro, serviva con compunzione e devozione la Messa! Oh! giovani che forse arrosiste e... chissà... qualche volta avete rifiutato di servire la Messa perchè avevate vergogna, imparate, imparate dal Maestro! Gesù Eucaristico fu la sua forza! Fu l'incitatore del suo apostolato, fu il suo confortatore nelle ore buie, nelle quali si mantenne forte e sereno ».

Venga presto in luce la vita di questo grande apostolo: il bene che farà - massime tra la gioventù - sarà immenso.

Rosa dei Conti Federici ved. Borachia.

Chiuse santamente la vita il 27 u. s. in età di anni 71. Sposa e madre affettuosissima, il primo suo pensiero era la famiglia che, eletta e numerosa, vide crescere attorno a sè, a perpetuare le domestiche tradizioni di gentilezza squisita e di esemplarità cristiana. Altro affetto del suo gran cuore erano i poveri, che in ogni tempo generosamente soccorse. Dopo la morte dello sposo si chiuse a poco a poco in casa, sempre più vivo sentendo in fondo all'anima il desiderio di ricongiungersi a lui nella pace degli eletti, e la casa convertì in tempio, felice sopra tutto nei dì che vi poteva ascoltare la S. Messa e ricevere la S. Comunione.

vegli ora di lassù e benedica i suoi figli, i nipoti e i congiunti, cui porgiamo vive condoglianze.

Sac. Mario Trapani.

Anima ardente di apostolo, educato a soda pietà sin dai suoi teneri anni nel seno della sua ottima famiglia, si sentì attratto, ancor chierico, verso la figura del Ven. Don Bosco, che imparò a conoscere nel Seminario di Trapani. Ordinato Sacerdote, fece suo il programma dell'apostolo della gioventù: Da mihi animas, e fu zelantissimo cooperatore. Eletto Arciprete della sua natia Paceco, volle consacrare il paese a Maria Ausiliatrice, provvedendone la Chiesa Madre d'uno splendido quadro e propagandone attivamente il culto. Ogni opera buona, trovò in lui un sincero e tenace propugnatore. Per i giovanetti ebbe zelo vivissimo.

Morì piamente, colto da morbo crudele, il 24 settembre u. s.. Tutto il paese lo pianse. Condoglianze alla famiglia: una prece pel virtuoso estinto.

Nob. Avv. Marino Bregange.

Ci scrivono: - Lunedì 7 corr. ottobre per soddisfare il desiderio dell'egregio Avv. Nob. Marino Breganze, lo aveva raccomandato alle preghiere dei giovanetti dell'Oratorio... e lo stesso giorno la Madonna se lo portava in cielo. È un lutto grande per la sua famiglia, per i cattolici vicentini, per Vicenza tutta. L'unico conforto è che la sua vita esemplarissima gli avrà preparato in cielo un bel posto con Maria Ausiliatrice e il Ven. Don Bosco, che insieme con la sua famiglia aveva invocato nei brevi giorni della malattia.

L'avv. Breganze si era ascritto da pochi mesi alla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani. In data 6 giugno u. s. scriveva al sig. D. Albera:

« In quest'ora di tanta ansia, voglio essere anch'io, per quanto poveramente in ogni senso, ai piedi dell'altare di Maria Ausiliatrice nel momento in cui Ella celebrerà la messa d'oro. Non lo potrò essere di persona, ma con lo spirito, e invoco dalla di lei carità che nell'invocazione alla Vergine Benedetta, per intercessione del santo don Bosco e dell'angelico Savio, a favore di quanti ammirano ed amano le Opere Salesiane, voglia comprendere anche l'umile sottoscritto con la sua famiglia. E se in occasione tanto grande potrò essere annoverato fra i Cooperatori Salesiani, ne sarò ben lieto e a Lei profondamente riconoscente. »

Benedica Iddio alla bell'anima sua!

Mons. Riccardo Copelli.

Parroco dei SS. Vincenzo ed Anastasio in Ascoli Piceno, spiegò l'opera più solerte a vantaggio del suo gregge per oltre un ventennio, fino a quando la malferma salute non lo indusse a chiedere un coadiutore. Riavutosi, fu chiamato all'importante e delicato ufficio di Vicario Generale che disimpegnò per vari anni con zelo ed amore. Le sue larghe vedute nel disbrigo dei molteplici affari della Diocesi e le sue maniere sempre affabili con tutti lo resero assai accetto al Clero. Da parecchi anni si era ritirato dalla vita pubblica, ma alla sua casa continuavano sempre ad affluire numerosi amici, ecclesiastici e laici, non solo per consigli, ma ansiosi di godere della sua ilare cordialità che, nonostante gli acciacchi della grave età, si conservò inalterata fino all'ultimo giorno che fu il 29 ottobre u. s.; in cui cessava di vivere per sincope cardiaca.

Pace a lui, che ebbe speciale affetto per Don Bosco e per le Opere Salesiane !

Mons. Giov. Maria Rigazzi,

Spirò serenamente il 9 luglio u. s. in età di novant'anni, dopo 65 di sacerdozio.

Prevosto e Vicario Foraneo di Scandaluzza nel Monferrato, pieno di ammirazione per don Bosco e per il carattere del suo apostolato, volle nella sua parrocchia le Figlie di Maria Ausiliatrice per l'educazione dell'infanzia e per crescere cristianamente le fanciulle per mezzo dell'Oratorio Festivo. Maria Ausiliatrice e il Ven. Don Bosco ne accolgano nella pace dei giusti l'anima esemplarmente apostolica)

Bettoni Michele.

Fu maestro di Azzone per 46 anni. Uomo di fede sincera e di costumi intemerati, padre vigile ed affettuoso, ebbe per supremo ideale l'educazione della prole e della gioventù, - per virtù quotidiana la sobrietà ed un'operosità indefessa -- per conforto nel dolore l'abbandono in Dio e la fedele corrispondenza nei figli - per corona una vita longeva ed una morte serena ed edificante.

Sia pace all'anima sua!

Preghiamo anche per i seguenti Cooperatori defunti

Rogliatti Teresa - Torino.

Roveglia Don Angelo, parroco - Timoline, Sartoria Francesca ved. Reta - Torino. Sobrero Costanza - Torino.

Somaruga Don Enrico, parroco - Dergano, Soria Don Giovanni, arciprete -- Cantarana. Speranza Can. Don Filippo - Capranica. Spreafico Ersilia - Calbiate. Tartardini Don Albino - Milano. Tufi Can. Don Vincenzo -- Capranica.

Turba Don Antonio, parroco - Corenno Plinio. Veglio Rosa fu Carlo - Corzoneso (Svizzera). Vercellone Giuseppina - Occhieppo Superiore. Vietti Antonia - Rivoli. Zattini Giacinta - Meldola. Montaldo Don Emanuele -- Genova. Mussa Battista fu Giuseppe - Druent.

Navissano Angela n. Corno - Mombello Torinese.. Pastorello Carlo - Montagnana. Pautasso Fiavo - Fossano. Pescini Giovannina -- Milano. Rigo Lorenzo -- Alba.

Sandronno Teol. Don Ciacinto - Cuorgnè. Santa Gaudenzio - Castelrosso (Chivasso). Scarella Don Costanzo - S. Remo. Servalli Isacco - Leffe.

Sgarella Attilio - Cassinetta di Lugagnano. Stoppani Mario V.a Zanoletti - Milano. Torresi Cali Maria -- Catania. Vendoni Carlotta V.a Puetti - Bergamo. Vittadini Teresa V.a Prando - Costanzana, Zanzi Domenica -- Granarolo.

INDICE.

Articoli e documenti.

Il Sac. Paolo Albera ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane (1° gennaio 1917), pag. 1, e 233. Non si può educare senza religione, 10. Una grande raccomandazione del Papa, 33. Guerra e pace (Mons. L. Olivares), 46.

Per la storia della Pia Unione: Il Barone Antonio Manno, 68 - « P. A. B. di Boves », ivi. Il Papa e i prigionieri di guerra, 72. Dalle lettere dei Cooperatori, 87.

Del sentimento religioso e pratriottico nell'educazione della gioventù, 157.

La « Festa del Papa », 44, 158, 198.

La « Messa d'Oro » di Mons. Giacomo Costamagna, 179, 246. - Il Breve del S. Padre, 187.

Maria Ausiliatrice e l'Opera di D. Bosco dopo la consacrazione del Santuario di Maria Aus., 185. Genitori, vigilate, 192.

Monumento religioso patriottico in Casale Monferrato, 197.

Il tempio votivo della Toscana al S. Cuore, 238. I frutti d'una buona parola, 220.

Un italiano all'Estero che si fa onore, 220.

Funebri riti solenni nel Santuario di Maria Ausiliatrice per i Morti in guerra, 234.

Per l'educazione cristiana dei figli del popolo, 241.

Il Giubileo del Santuario di M. A. e la Messa d'Oro di Don Albera.

In preparazione al 9 giugno 1918: - Per il « Museo del culto di Maria Ausiliatrice », 21 -L'omaggio degli Oratori Festivi di Torino, 25 - Gli ex-allievi e le ex-allieve, 26 - Norme per gli arredi sacri, 27 - Per il Tabernacolo della Basilica di Maria Ausiliatrice, 41 - L'omaggio dei Salesiani militari, 42 - Per l'Esposizione di arredi sacri, 42 -Conferenze, 42 - Una preghiera ai RR. Parroci e Rettori di Chiese, 43, 64 - Programma e carattere delle prossime manifestazioni religiose, 63 - L'inno della riconoscenza (Suor C. Baserga), 65.

IL 9 GIUGNO 1918 (Numero unico spedito a tutti i Cooperatori) -- Contiene : in copertina: Comitato torinese « Dame Patronesse Opere di don Bosco » promotore dell'Esposizione di arredi sacri, e il Programma delle solennità religiose: - nel testo: il Giubileo della Basilica di Maria Ausiliatrice (Sac. Paolo Albera), 3 - La « Messa d'Oro » di don Paolo Albera (spunti biografici), 5 - Auguste congratulazioni (Em.mi Card. Gasparri, Card. Richelmy C Card. Cagliero), 14 - Il Santuario di Maria Ausiliatrice e il Ven, don Bosco, 16 - Uno sguardo al Santuario, 22 - A Maria Ausiliatrice Poesia (D. G. Francesia), 24 - I Papi e il Santuario di Maria Ausiliatrice (Grazie e favori spirituali concessi dai Sommi Pontefici al Santuario dal 1868 al 1918), 25 - La divozione a Maria Ausiliatrice secondo il Ven., don Bosco, 29 -- Il duplice Giubileo e il Museo del Culto di Maria Ausiliatrice (Conferenza del Marchese Crispolti, 34 - A D. Paolo Albera: Inno (Ave. C. Bianchetti), 37 -La liturgia della festa di M. A., 38.

Relazione delle Solennità Religiose: Gloria a Maria Ausiliatrice, 93 -Due grandi consolazioni, 93 - Lettera del S. Padre Benedetto XV per il Giubileo del Santuario e la Messa d'Oro di Don Albera, 95 - La solennità del 24 maggio, 98 - Il pellegrinaggio della Gioventù Cattolica Piemontese ed inaugurazione. del Museo del Culto di Maria Ausiliatrice, 99 - Il Settenario solenne - Il pellegrinaggio della gioventù femminile ed Esposizione di arredi e lini sacri, 102 - Imponente omaggio dei Soldati e delle Regine d'Italia a Maria Ausiliatrice, 103 - La cerimonia d'addio ai Missionari partenti per la Cina - Il discorso dell'Em.mo Card. Cagliero, 105 - Il Triduo privilegiato concesso dalla S. Congregazione dei Riti: L'omaggio augurale a Don Albera, 107 - A Don Albera nella sua « Messa d'Oro »: Auguri e voti, 11o - Il 9 giugno: « La Messa d'Oro di Don Albera »: L'imposizione dell'aureo scettro a Maria Ausiliatrice: Il discorso dell'Em.mo Card. Richelmy, 116 - Esequie pontificali per i benefattori defunti : Una messa a Valsalice : Care scene di famiglia: Coro di adesioni, ecc. 122.

Il Comitato « Patronesse Opere D. Bosco » di Torino ai Comitati Femminili d'azione salesiana, 131.

Echi delle Solennità Giubilari in onore di Maria Ausiliatrice: Aosta, 132 - Verona, 133 -- Livorno, ivi - Collesalvetti, 134 - Lugo, ivi -Bettona, 135 -Roma, ivi -Palermo, 136- Londra, ivi - New Yorh, 162-Ciudadela (Baleari),163 - Lima, 164 - Buenos Ayres, ivi - Padova, 165 - Pinerolo, 166 -- Milano, 167 - Alassio, ivi --Lugano, ivi - Nizza Monferrato, 193 - Biella, ivi - Nelle Capitali del Cile, Venezuela, Colonia e Stati Uniti N. A, 194- Bernal, 218 - Torino (Borgo S. Paolo), ivi - Messina, ivi.

Pubblicazioni d'omaggio e di circostanza, 152.

Cooperazione Salesiana - Temi per le adunanze mensili.

La gioventù e la Comunione quotidiana, 7. Sosteniamo e moltiplichiamo gli Oratori Festivi, 22 La "Festa,, del Papa, 44. Un problema importante per il « dopo guerra (Provvedere nuove vocazioni ecclesiastiche), 69. Combattiamo la bestemmia e il turpiloquio, 137

- Quattro modi pratici per combattere la bestemmia, 247.

Tre opere sante necessarie per render cristiana la società (Educare cristianamente la gioventù.

formare maestri cristiani, promotore nuove vocazioni sacerdotali), 168.

Propaghiamo il Culto di Maria Ausiliatrice, 190 Per la diffusione della buona stampa, 213. Per un omaggìo al S Padre, 236.

Al Rev. Clero.

A chi spetta l'educazione religiosa e morale della gioventù, 9.

La fede nel Papa, 23. - La festa del Papa, 44. Per le Scuole di Religione, 139 Ai nostri SaCerdoti Militari, 141.

Un Sinodo Diocesano e l'Opera degli Oratori, 143,

Fatti e detti di Don Bosco.

V) Anche questo a lode del Venerabile, 24.

VI) Una guarigione istantanea, 24.

VII) Due previsioni, cioè la fondazione dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e la beatificazione del Can. Cottolengo, 47.

VIII) Lo conobbi anch'io!, .71.

IX) Dopo la consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice, 142.

X,) Per consiglio ... a Don Bosco, 170. XI) Piccoli episodi, 219.

Dalle Missioni.

Argentina: La Patagonia invoca nuovi Missionari (D. L. Marchiori), 248. - Le difficoltà che s'incontrano in Patagonia, 223.

Brasile: Un'escursione sull'alto Rio Negro e pel Tiquiè (Mons. L. Giordano), 12, 28, 49. - Tre mesi di Missione nel Basso Rio Negro (D. G. Balzola), 51, 73. - Il Nunzio Apostolico del Brasile e la Missione del Rio Negro, 9o. -- In attesa d'un'altra missione (D. G. Balzola),. 172.:

Cina: La festa dei battesimi nella Missione di « Tai Vong Po » (D. G. Pedrazzini), 11 -- I Missionari partiti per la Cina, 144 - Il viaggio dei Missionari, partiti per la Missione del Kuan Tung (D. Sante Garelli), 198 In viaggio per la nuova Missione (D. G. Guarona), 221.

Equatore : La conversione d'uno stregone (D. G. Martinez), 171 -Gravi difficoltà per proseguire la strada di Mendez (D. A. Del Curto), 221.

Ricchi manipoli dell'Apostolato dell'Innocenza, 173.

li culto di Maria Ausiliatrice.

,Ved.: Il Giubileo del Santuario, ecc.

Sacra Missione nel Santuario, 15.

Una via intitolata a Maria Ausiliatrice, 48.

Maria Ausiliatrice e gli Oratori Festivi, 67.

Per l'inaugurazione del tempio votivo ai « Becchi » di Castelnuovo d'Asti, 130 - L'inaugurazione, 159. Per lo stesso tempio, 18, 37, 56, 149.

Grazie e favori, 15, 35, 54, 81, 145, 175, 204, 224, 250.

Riconoscenza al Ven. Don Bosco. Ved. pag. 36, 85, 151, 207, 227, 253.

Domenico Savio.

Nell'anniversario della morte, 57. - Riconoscenza 86, 208. - Agli amici di Domenico Savio, 228.

Note e Corrispondenze.

Notize varie, 18, 20.

Mons., Francesco d'Aquino Corra, Presidente dello Stato di Matto Grosso nel Brasile, 20, 88, 166. L'Em.mo fard. Cagliero, 38, 230.

Commemorando il Ven. Don Bosco, 57. Due disgrazie, 58.

L'8° Anniversario dalla morte di D. Rua, 67. Un nuovo Vescovo Sal. (Mons. d'Oliveira), 88, 249. Conferenze di propaganda, 89.

Una cara Udienza Pontificia, 154.

Esercizi spirituali per i Cooperatori Salesiani, 155, None a Don Albera, 181. B Presidente del Perù nel Collegio Salesiano, 171. Il Presidente di Colombia e l'Opera Sales., 20, 255. Concorso per un Catechismo antiblasfemo, 206. Presso la casetta ove nacque Don Bosco, 229. Il Museo Territoriale Sal. di Punta Arenar, 240. Il nuovo Oratorio nella Borgata S. Paolo a Torino e l'Em.mo Card. Richelmy, 245.

Negli Istituti delle Figlie di Maria A.

Aosta, 38 - Bosio di Parodi Ligure, 38 - Buenos Aires, 230 - Genova, 39, 89 - Roma, 154 -Retorbido, 39 - Riomaggiore, 39 - S. Josè di Costa Rica, 6o - Torino 19, 230.

Tra gli orfani di guerra.

Piccole amiche degli orfani di Grugliasco, 38 ---Ricambio di auguri, 38 -- Il cuore dei nostri soldati, 59 - Una visita alla nostra Scuola Pratica d'Agricoltura in Roma, 59.

Tra i figli del popolo,

L'anno catechistico 1917-1918 nel io Oratorio Festivo stivo di Don Bosco, 241.

Per gli Emigrati.

Per l'assistenza dei nostri Emigrati al Perù, 174 - Tra gli Emigrati nel Chilì, 195 - Una lettera della S. Congregazione Concistoriale, 196 -Una Circolare della Commissione Salesiana per l'Emigrazione, 239.

Notizie varie:

IN ITALIA.

Ved.: Echi delle Feste di Maria Ausiliatrice. - Gorizia, 256-Messina, 19-Milano, 230-Napoli, 181-Roma 155-Trento, 255-Trieste, 256.

ALL'ESTE R(3

Ved.: Echi delle Feste di Maria Ausiliatrice. -Alessandria d'Egitto, 8z, 182 - Aracayú, 257 - Buenos Aires, 232, 257 - Cold Spring, 257 Cordova, 231 - Gerusalemme, 210 - La Plaga.

232 - Port Chester, 210 - S. Francisco di California, 211 - Williamsbridge, 209.

(Gli ex-Allievi.

La Cinquantesima dimostrazione di amore e riconoscenza filiale degli Ex-Allievi dell'Oratorio

Salesiano, 216 - Buenos Aires, 217 - a Federazione » riprende le pubblicazioni, 235.

Necrologio e Cooperatori defunti.

L'Em.mo Card. Serafini, 9o.

L'Em.mo Card. Farley, 211. Barone don Antonio Manno, 68. Prof. Giuseppe Tomolo, 257. Per i nostri morti, 20, 39, 213.

Ved. pag. 40, 60, 90, 156, 184, 211, 232,