188906


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CARDINALE GAETANO ALIMONDA
ARCIVESCOVO Dr TORINO
QUATTRO ANNI IN ROMA
PROSE ACCADEMICHE E COMPONIMENTI SACRI
DUE VOLUMI
Abbiamo due nuovi volumi di quel potente ingegno e facondo ragionatore
che è l'Em .'O CARDINALE ALIMONDA : Quattro anni in Roma ; che raccol-
gono insieme le allocuzioni, le dissertazioni, i panegirici, ecc . da lui fatti in di-
verse circostanze nella sua dimora nella eterna città .
A prima vista potrebbe parere dover riuscire questa congerie di scritti un'o-
pera disgregata e sconnessa : ma uno è l'alito che la vìvifica e in bella unità la
compone . Si legga la magnifica prefazione a dialogo tra Scrittore e Lettore, e
vedrassene uscir fuora maestosa e gigante 1' idea di Roma cristiana in contrap-
posto dell'antica pagana, che altri con risibile sforzo vorrebbero ricostrurre ; co-
sichè tutta l' opera torna ad una splendida apologia, non disgiunta qua e colà
da quella robusta e in un cortese polemica , ond' è maestro solenne l' Autore .
Qui trovi il teologo profondo, qui il filosofo agguerrito di tutt'armi, qui l'eru-
dito del mondo antico e moderno, qui il logico che ti soggioga, qui 1' oratore
che ti trascina, e qui, non raro, l'affettuoso poeta che ti rapisce e t'incanta .
Aggiungeremo da ultimo che l'edizione della Salesiana, per solidità di carta,
e nìtidezza dì tipi nulla lascia . a desiderare . Sono due bei volumi in-i6 ° grande,
di ben 1400 pagìne, da andarne orgogliosa qualunque biblioteca . - Si possono
acquistare presso la Libreria Salesiana di Torino o alla Segreteria Arcivescovile
al prezzo di L . 5, 00 al volume .
(Il secondo volume sarà ultimato entro il corr. Giugno).

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Opportunità pel Mese di Giugno,
Il Clero ed il Cuore SS . di Gesù . Trattatello del P . Secondo Franco d . C . d . G . Un volume in
16 0 di pagine VII-354
(D) L . 1,60
Quanta soavità, dottrina e quasi celestiale bellezza spira da tutte le pagine di questo aureo libro! Vi si sento la mano
dell'illustre autore che puo ben dirsi, su questo punto dolcissimo della divozione al Cuore di Gesù, venerato maestro . Beato
lui che corrispose così degnamente all'invito che gli fece lo stesso nostro S . Padre Leone XIII, di trattare questo punto
nel testò passato anno alla presenza di Venerandi Sacerdoti accorsi a Roma in pellegrinaggio a ringraziare il Cuore di Gesù
poi Giubileo Sacerdotale felicemente compiuto del sapientissimo Pontefice . Certo il Clero troverà in queste poche pagine una
copia squisitissima di dottrine teologiche ad esso appropriato, ed ammonimenti ascetici per sè e poi bene del popolo affi-
datogli. Vi si tratta della natura e devozione al S . Cuore di Gesù, della sua eccellenza, e del suo confarsi sopratutto a' sa-
cerdoti, dei mezzi pratici di esercitarla nel Divino Ufficio, nella S . Messa, nelle pratiche delle virtù sacerdotali e dei mini-
steri proprii . Nè solo pel clero, ma per tutti è grandemente utile questa operetta ai tempi nostri, in cui la divoziono al
S. Cuore di Gesù è generalmente riconosciuta come un rimedio il più salutare ed infallibile contro i mali della società moderna .
Il Vero Amante dei Sacro Cuore di Gesù . Raccolta di istruzioni, preghiere e meditazioni con cui
per mezzo della, divozione al Sacro Cuore di Gesù infiammare l'anima del Divino amore .
Operetta compilata dal P . Lorenzo M . Gerola Miss' Apost. - Due vol . in-16° picc . di pa-
gine 1094 con incisione
- Legato elegantemente con placca oro
(E) » 4,00
(D) » 6,00
Il Giardino degli eletti ossia il Sacro Cuore di Gesù. - Trenta lezioni esposte dal Sac. Giov.
Bonetti . 2' ediz . in-32° di pag. 276
(E) » 0,50
- Legato uso premio
(D) » 1,00
- Edizione distinta in-16° di pag . 276,
- Legato elegantemente
(E) e 1,00
(D) » 2,00
Eucarestia . Dodici Conferenze del Can . Dott . Emm. Weith, tradotte per cura del Sac . Faà (li
Bruno . - In-16° gr . di pag . 352
(E) » 3,50
- Legato elegantemente
(D) » 5,00
Sulla Eucarestia . Pensieri del Dott . Achille Desiderio - In-32° di pag . 272
. (E) » 0,40
Conversazioni Eucaristiche . - 2 1 ediz . in-32° di pag . 190
..
. (E) » 0,60
L'esistenza reale di Gesù Cristo nel SS . Sacramento del P Huguet n di altri autori - In-32 1
di pagine 64
(E) » 0,10
Esempi per i mesi di Marzo, Maggio, Giugno, Ottobre, e Novembre, dedicati a S . Giuseppe, Maria
SS ., S . Cuore di Gesù, Angeli Custodi, e Anime purganti . Operetta compilata da D . Antonio
Zaccaria Parroco in Faenza . Un vol . in-16° grande di pag . 248
(D) L . 1,50
Opere utilissime che assai raccomandiamo ai nostri Lettori,
Annali Storico-Polemici degli Apostoli Pietro e Paolo, confermati da monumenti cristiani, giu-
daici e pagani con illustrazioni opportune, pel Sac . Luigi Ferri de Ferrari - Due grossi
vol . in-8° grande
(E) L . 12,00
- Legato elegantemente in tela
(D) » 15,00
A vieppiù far conoscere l'importanza della succitata opera riportiamo due brani di lettere, scelte fra le tante pervenuteci
in elogio e a giusto giudizio della stessa ; rinnoviamo pure la concessione che la medesima verrà ancora accordata ai Sigg.
Sacerdoti nostri Cooperatori , mediante la celebrazione di Sante Messe, corrispondenti al costo dell'opera e celebrate seconde*
l'intenzione del nostro Superiore Sig . D . Michele Rua .
Rmo . Superiore,
Questa bell'opera da voi onorateci è veramente degna a tenersi dagli Ecclesiastici . Io per grazia di Dio sto alla fine
del primo volume ed appena terminato il secondo, comincer0 di bel nuovo da capo, come voi sapete, lectio repetita
magis luvat . ecc.
CARDINALE Can. PIETRO Vicario .
Ariano 30 Gennaio 1889.
Carissimo D. Michele,
Loreto 29 Ottobre 1888.
Il sottoscritto ha l'onore di rispondere alla circolare del 6 Agosto in data da Torino ricevuta pero ieri, che già
possiede gli Annali Storico-Polemici degli Apostoli Pietro e Paolo. Quest'opera che per ogni riguardo è pregevolissima
fu acquistata per mezzo del Parroco di S . Sirio di Potenza Picena, dall'Arcidiacono della Basilica di Loreto, che ha
l'onore di sottoscriversi suo
Dono . Obblmo . ALESSANDRO CAROZZA .
L'amico degli ammalati . Letture, esempi, e preghiere ricavate da vari autori e specialmente dagli
scritti del P . Perreyve . Un vol . in-32° di pag. 184
(E) » 0,40
Abbiamo con attenzione letti i capitoli di avvisi all'infermo intorno al medico, ci paiono di molta prudenza : e così i se-
guenti sulla pazienza e sul Crocifisso . Buona la scelta di esempii a conforto di chi langue . È bella la maniera di ascoltare
con grandissimo frutto la S . Messa in ispirito . Ottimo libretto .
Dalla Civiltà Cattolica . Quaderno 931 . 6-4-89 .
Saggio di Filosofia Italiana o Tomista ad uso dei Licei ; Operetta di D . Pietro Beccaria . Coop .
Salesiano . - Un vol . in-16° di pagine 424
(E) » 2,50
Il fine che si prefisso il eh . filosofo D . Beccarla in questo Saggio, è indicato in queste sne parole : u inspirare ai giovani
italiani una tal quale santa cospirazione di mantenere la Filosofa Italiana pura d'ogui dottrina Teutonica . Come mezzo a

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ANNO XIII - N . 6 .
Esce una volta al mese .
GIUGNO 1889
BOLLETTINO SALE SIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario : Il S . Cuore di Gesù-La commemorazione
di D . Bosco e la festa di D . Rua - La Tomba di
D . Bosco - Maria Ausiliatrice e i Protestanti - Dal
Rio Negro - Bibliografia - Elenco dei Cooperatori
defunti nell'Aprile e Maggio .
IL S . CUORE DI GESÙ
e le nostre speranze .
Non è per anco cessata l'eco soavis-
sima delle splendide feste al S . Cuor di
Gesù, celebrate primieramente nel 1875,
rinnovate poscia tre anni or sono, che
altra nuova e non meno grandiosa ci si
presenta in quest' anno stesso . Come è
mai grande nella sua bontà e sapienza
la Provvidenza di Dio! Quando i figli
delle tenebre si danno attorno con vio-
lento orgasmo per commemorare il primo
centenario della Rivoluzion francese, che
è quanto dire il trionfo dell' orgoglio e
dell'odio insieme congiurati, essa, la Di-
vina Provvidenza, per mezzo della Chiesa
Cattolica e dell'infallibile suo Capo, il
Romano Pontefice, pone innanzi ai figli
della luce il secondo centenario della prima
pubblica e solenne glorificazione del Cuor
di Gesù , vale a dire la personificazione
dell'umiltà e della mansuetudine, elevate
al più alto grado . E poichè Comitati e
periodici si adoperano qua e colà con
tanto zelo a questa festa di fede e di
amore, vogliamo anche noi dirne qualche
cosa ai nostri cari Cooperatori e alle no-
stre buone Cooperatrici, persuasi di far
loro cosa gradita e salutare .
Che s'intende adunque per questo nuovo
centenario, e che cosa dobbiamo noi fare
per celebrarlo con frutto?
Era il principio dell'anno 1689, e la
B . Margherita Alacoque, l'apostola del
Divin Cuore, desiderosa nell' ardor del
suo zelo, che il culto al SS . Cuore di
Gesù, che già aveva pigliato felice incre-
mento, venisse dalla Chiesa rassodato e
universalmente diffuso in una maniera
solenne e perpetua, pregò vivamente il
Vescovo di Langres nell'Alta Marna,
per mezzo di zelanti cooperatori, a coa-
diuvare quest'opera . Il pio e dotto Pre-
lato aderì di buon grado a queste sante
istanze, e mandò al Santo Padre, che
era allora Innocenzo XI, una supplica,
colla quale lo pregava di permettere che
si celebrasse pubblicamente nella Chiesa
universale la solennità del SS . Cuore di
Gesù . La risposta non venne nè così pre-
sto, nè così pienamente, quale si deside-
rava, perchè la Chiesa suol procedere nei
suoi giudizi e nelle sue decisioni con molta

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prudenza e lentezza . Infatti la S . Congre-
gazione de' Riti, a cui il Papa deferì
l'esame della domanda presentata, pur
commendando lo zelo dei postulatori e
incoraggiandoli a perseverare, rispose che
non era ancora il momento opportuno per
accordare l'approvazione ad una Messa e
festa particolare al SS . Cuore di Gesù
nella Chiesa universale . Però il Card . Al-
derano Cibo, Segretario di Stato, che aveva
pigliato sopra di sè il patrocinio di così
santa causa, aggiungeva nella sua risposta
alla Superiora delle monache della Visi-
tazione di Roma che non bisognava punto
scoraggiarsi per questo indugio ; comin-
ciasse la nuova festa a stabilirsi pubbli-
camente qua e colà nelle Diocesi coll' ap-
provazione dell'Ordinario e dopo qualche
tempo si rinnovassero le istanze, che al-
lora. più facilmente sarebbero state esau-
dite ; tale essere la massima costante della
Chiesa.
Comunicata questa risposta a Paray le
Monial e a Dijon, la Superiora della Vi-
sitazione di quest'ultima città, uniforman-
dosi a queste sapienti prescrizioni, sup-
plicò l' Ordinario della Diocesi, il già
nominato Vescovo di Langres, a permet-
tere che si celebrasse nel monastero della
Visitazione una festa pubblica e solenne
al Cuor di Gesù . Imperocchè è da ricor-
dare che Digione (antic . Divio, ora Di-
jon) fece parte dell' antichissima Diocesi
di Langres (antic . Lingonae) fino al 1731,
in cui ne fu staccata da Clemente XII
per formarne una Diocesi a sè.
Avutane dunque dal piissimo Prelato ri-
sposta favorevole, si fissò d'accordo con
lui a questo scopo il venerdì seguente
alla Domenica in Albis di quell'anno 1689,
che cadeva allora ai 22 aprile . Mons . Ve-
scovo volle egli stesso presiedere a questa
festa, per la quale le ferventi Figliuole del
S. Cuor di Gesù, come meritarono di esser
chiamate le Salesiane del santo Vescovo
di Ginevra, avevano fatto i più splendidi
preparativi . Si recò pertanto processional-
mente nel dì stabilito insieme col Capitolo
ducale della santa Cappella alla chiesa
della Visitazione, dove si cantò in musica
la prima Messa, espressamente composta,
ad onor del SS . Cuore di Gesù . Vi fu espo-
sto per tutto il giorno il SS . Sacramento
e vi si eresse una Confraternita per l'a-
dorazione perpetua del SS . Cuore di Gesù .
Gli Annali della Visitazione di quel-
l'anno ci parlano con santo entusiasmo
del concorso straordinario d i popolo e
dell'affluenza ai SS . Sacramenti in quel-
l' occasione, e ci ricordano illustri e po-
tenti personaggi della città che andarono
a gara per far pur essi la loro ora di
adorazione davanti al SS . Sacramento .
Tutti poi corsero a farsi inscrivere alla
Confraternita del S . Cuore , la prima di
quelle migliaia e migliaia di Confrater-
nite, che ora sono sparse per tutto il
mondo ; sicchè si riempirono ben sei re-
gistri di associati, fra i quali era bello
vedere le più ragguardevoli persone di
Digione e de' suoi dintorni .
Fu questo veramente uno splendido
trionfo del Cuor di Gesù, felice presagio
di quei mille altri trionfi, di cui doveva
essere testimonio il mondo nel corso de'
secoli. Poichè invano vi si opposero, pri-
mieramente lo scandalo farisaico degli
uni, poi l' eresia degli altri, da ultimo il
filosofismo più o meno incredulo de' molti .
La pia divozione, combattuta, calunniata
di novità , mentre pure è antica nella
sua sostanza quanto il Cristianesimo ,
perseguitata in mille guise, continuò il
suo corso, lentamente sì, ma incessan-
temente , .fino ai nostri giorni, in cui
la vediamo sotto svariate e ingegnosis-
sime forme signoreggiar il mondo col
suo dolcissimo impero, caldeggiata e pro-
pagata dappertutto da Pio IX, di s . m .
e dal sapientissimo suo successore Leone
XIII. Dio lo voleva, e ai voleri di Dio non
vi ha potenza umana che possa resistere .
Eran giunti i tempi predetti, circa sei
secoli sono, da s. Giovanni a s . Geltrude,
allorchè questa chiedendo nella sua estasi
al prediletto discepolo di Gesù, perchè
mai nel suo Vangelo non avesse fatta
menzione de' tesori del divin Cuore , ne
ebbe in risposta che una cognizione più
intima e piena di questi tesori sarebbe
stata data ai fedeli in un tempo in cui,
raffreddati i cuori degli uomini, si sareb-
bero per mezzo di questa cognizione riac-
cesi nell'amor di Gesù Cristo . Difficilissimi
tempi, in cui non sai se sia maggiore
l'aberrazione delle menti o il guasto dei
cuori, lo spirito di orgoglio o il fango
della dissolutezza . E fra questo immondo
imperversare, ecco Dio personalmente
combattuto ; ecco Gesù Cristo, Dio e
Uomo , cacciato dalla famiglia , dalla
scuola, dalla società, detta per istrazio
civile ; ecco Satana trasfigurarsi in nuovi
più seducenti modi nell' opera sua di
perdizione e divenir l'idolo d'infelici apo-
stati . Ma viva Dio, che la vittoria, come

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fu in passato e come sarà sempre in av-
venire, così sarà anche ora nostra, o me-
glio di Gesù Cristo e della sua Chiesa .
Ben altre battaglie ha questa combattuto
e ben altre ne combatterà ancora fino a
quel giorno, in cui Gesù Cristo sconfig-
gerà gli ultimi nemici della Chiesa, de-
scritti nell'Apocalisse : Hi cum Agno pu-
gnabunt et Agnus vincet illos (xvii, 14) .
Non dobbiamo quindi per nulla smarrirci,
nè perdere la fiducia nell'esito finale della
lotta ; no mai . Gesù Cristo è anche oggi
quel ché fu ieri e quel che sarà per tutti
i secoli, sempre padrone del campo, sem-
pre invincibile nella lotta : Christus heri
et hodie ; ipse et in saecula (Hebr . xiii, 8) .
Ma bisogna da parte nostra lavorare,
lavorare , lavorare , e rafforzar la nostra
fede di cristiani con la preghiera e la
frequenza alla SS . Comunione . E poichè
a questo scopo è efficacissima la divo-
zione al Sacro Cuore di Gesù, amiamola
questa cara divozione e diffondiamola con
santo zelo, e soprattutto facciamola ben
conoscere se vogliamo che sia ben pra-
ticata, e porti abbondanti frutti di salute
e di rigenerazione . Qui sta il punto prin-
cipale . È necessario, scrive un pio e dotto
autore (1), è necessario amare più ferren-
temente Gesù, e non contentarsi d'un amore
qualunque di sensibilità, ma aspirare ad un
amore generoso che tolga ad osservare dili-
gentemente le leggi di Gesù, che sia capace
di tutti quei sacrifizi che l'amore impone,
e soprattutto che ci faccia ricopiare le virtù
di Gesù, la sua umiltà, la sua obbedienza,
la sua carità, il suo zelo ; insomma che ci
faccia diventare vive immagini di Gesù Cri-
sto. Così l' intendeva pure il nostro Don
Bosco di sempre dolcissima memoria .
Caro D . Bosco ! Ci pare ancora di ve-
derlo questo nostro buon Padre, cadente
dagli anni e dai malori, peregrinar men-
dicando di porta in porta l'obolo per la
chiesa del S. Cuor di Roma . Nè l'Italia
gli basta ; percorre la Francia, visita la
Spagna . Quanti dolori, o mio Dio, quanti
patimenti, quanti sacrifizi d'ogni genere
perchè il Cuor di Gesù avesse tempio,
avesse casa nella capitale del mondo cat-
tolico . Certo possiam dire che la sua vita
gli si è abbreviata fra tanti strapazzi, che
parranno un giorno incredibili, e pur da
lui sostenuti perla glorificazione del Divin
Cuore. Ma il Papa lo desidera, il Papa
(1) Il Clero ed il Cuore SS . di Gesù, Trattatello del
P. Secondo Franco d . C . d . G .
ne lo incarica, e i desiderii del Vicario di
Gesù Cristo sono comandi pel buon servo
di Dio, che nella piena e intera sottomis-
sione all'infallibile successor di s. Pietro
ha posto tutto quanto se stesso e la So-
cietà Salesiana da lui fondata .
Coraggio adunque, o cari Cooperatori
e buone Cooperatrici ; siamo fedeli e per-
severanti in questa amabilissima e po-
tente divozione . Pratichiamola con par-
ticolar ardore in questo suo mese ; ma
pratichiamola con quello spirito, con quella
costanza, con quella generosità, che c'in-
segnò Don Bosco e con lui c' insegnano
tante pie e sante persone . Sarà questo un
mezzo sicuro perchè si avveri anche per
noi quello che Gesù Cristo medesimo pro-
mise ai divoti del suo Divin Cuore, cioè
che egli sarebbe stato il loro rifugio in
vita e specialmente nell'ora della morte .
LA COMMEMORAZIONE DI D . BOSCO
E LA FESTA DI D . RUA .
Il mese di giugno per circa quarantaquat-
tro anni andava segnalato per la festa di San
Giovanni Battista, che solennissima si cele-
brava nell'Oratorio di S . Francesco di Sales .
Benchè il Santo del quale D . Bosco portava il
nome fosse s . Giovanni Evangelista, tuttavia
avendo i giovani dell' Oratorio festivo inco-
min ciato nei primitivi tempi a portare i loro
mazzolini di fiori in questo giorno, così
egli finchè visse lasciò che i suoi figli conti-
nuassero la tradizione . Ed ora che D . Bosco
non è più su questa terra taceranno le mu-
siche e i canti, più non saranno raccolti i
fiori, le turbe dei giovanetti più non si ra-
duneranno per applaudire all' amatissimo
padre ? Ah no ! questo mese sarà per noi
sempre memorabile . Gli antichi allievi ver-
ranno sempre ad offrire il loro omaggio e i
loro doni alla sua memoria e i Salesiani coi
loro giovanetti, guidati da D . Michele Rua,
si raduneranno intorno alla sua tomba pre-
gando pel riposo di quell' anima grande .
Ciò però non deve bastare alla nostra af-
fezione. Il giorno 24 di giugno si terrà sempre
la splendida accademia in onore di D . Bosco,
perpetuando così le gioie e gli affetti dei
tempi passati.
E siccome l'onomastico di D . Michele Rua
cade nel mese di settembre, nel qual tempo
mancano non pochi allievi ed i Salesiani non
sono ancora stabiliti ai loro posti, correndo
le ferie autunnali, così la festa della ricono-
scenza e dell'amore figliale verso l'amatissimo

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Rettor Maggiore si celebrerà alla vigilia della
festa di S . Giovanni Battista . D . Bosco stesso
aveva designato per suo successore D . Mi-
chele Rua , uno dei primi giovani che s' in-
contrò in lui nel 1845, suo compagno fedele
per tanti anni, suo sostegno, suo confidente,
e finalmente suo Vicario . Quindi è ben giusto
che le due feste, i due nomi, si confondano
insieme e con una cara illusione e per reali
virtù si veda in D . Rua redivivo D . Bosco .
LA TOMBA DI DON BOSCO .
Questo mese avrà luogo a Valsalice una
speciale funzione . Una leggiadra cappella
fu innalzata sulla tomba di Don Bosco
e sarà benedetta il giorno 22 giugno . La
funzione comincerà verso le 3 pomeridiane e vi
prenderanno parte i nostri collegi più vicini .
I signori Cooperatori e le signore Coope-
ratrici sono invitate ad intervenirvi .
Sicuri di far cosa graditissima a tutti i
benefattori ed amici di Don Bosco, offriamo
loro un disegno che presenti un' idea com-
plessiva dell'edicola eretta a tomba e la sua
relativa posizione col fabbricato del Semina-
rio delle missioni .
Trovasi questa nostra casa nell'amena col-
lina di Valsalice, sulla strada vicinale messa
testè in comunicazione diretta col corso Vit-
torio Emanuele . L' edifizio si eleva su due
distinti piani, che lo rendono grandioso e
variato ; sul più alto si innalza maestoso il
corpo di fabbrica principale che ripiegandosi
in due ali chiude a porticato un' area ret-
tangolare messa a giardino, e questo fu il
sito prescelto a riposo della salma del nostro
D . Bosco . Prolungansi i due avancorpi di fab-
brica in due altri bracci più aperti in guisa
che i primi fronteggiano liberamente e con
molto effetto, e sorgendo i secondi dal piano
sottostante cingono similmente a porticato un
assai più vasto cortile . Desso è ombreggiato
da numerosi platani, disposti a lunghi filari,
che lo rendono ameno e molto atto a ricreare
lo spirito . Chiudono il fronte dell'intiero edi-
fizogardn,vscheloair,qul
mentre soddisfano ai bisogni della comunità,
conciliano insieme varietà ed eleganza . Man-
carono sinora i mezzi per completare la sim-
metria del sinistro fianco che prospetta a po-
nente, ciò che sarebbe richiesto dall'estetica,
m a più dalla ristrettezza in cui vive il nu-
meroso personale, che pur va ogni anno
crescendo .
Il modesto mausoleo, che si erige nel luogo
sopra descritto, non fu veramente condotto
coll' idea di riprodurre fedelmente uno stile
qualsiasi, ma, prendendo per lontana norma
le diverse manifestazioni dello stile gotico
italiano, si cercò di armonizzare le disposi-
zioni generali , le sagome ed i fregi , sì ar-
chitettonici che decorativi, in modo da otte-
nere un tutto ordinato e confacente allo scopo
che gli amorosi figli di Don Bosco vollero
dargli, destinandolo a racchiudere la salma
del caro loro Padre . Esso si compone di due
piani : l'inferiore contiene l'urna funeraria e
la salma di Don Bosco, il superiore una cap-
pelletta con altare in marmo, arricchita di
un affresco sul piccolo abside a semicerchio,
che rappresenta una Pietà, opera dell'egre-
gio pittore Giuseppe Rollini , nostro antico
alunno .
Un'ampia scala dal portico del cortìle sot-
tostante mette adito al piano della tomba,
la quale in corrispondenza della nicchia più
internata, contenente la salma , porta scol-
pito sulla faccia anteriore l'effigie del vene-
rato defunto, rivestito degli abiti sacerdotali
e disteso come entro si ritrova . Più sotto vi
è scolpita sul basamento a finto porfido l' i-
scrizione che nel nostro disegno abbiamo ri-
portata . All' infuori del bassorilievo della
salma, tutto l'assieme che vedesi di prospetto
in questo piano è imitazione di marmi, mae-
strevolmente condotta nel laboratorio omai
celebre De-Maria e Comp . Due rampe late-
rali di scala a ciascun lato conducono alla
cappella soprastante, situata al piano del
terrazzo , che limita il fronte del cortile su-
periore, e dal quale apresi un secondo ac-
cesso di facciata alla cappelletta medesima .
Dessa trovasi per tal guisa aperta a ciascun
lato da due arcate che riposano leggiermente
su due graziose colonnine a mensola . Due
di coteste aperture, le prossime all'altare,
sono protette da balaustrata, che corre colle
due scale laterali di discesa . Sì in queste
balaustrate, come nelle vaghe movenze del-
l'altarino e nei pavimenti dei varii piani
tu ravvisi graziosi motivi d'ornamentazione
a traforo, ad intaglio od intarsio che danno
un tutto ben appropriato ed armonioso . Due
cancelli in ferro battuto, eseguiti parimenti
con disegno analogo, sono lavoro dei nostri
alunni dell'Oratorio e della vicina casa di S .
Benigno Canavese : essi chiudono i due ac-
cessi dai due diversi piani . Le due ali dell'e-
difizio contenenti le scale di comunicazione
fra i medesimi piani sono ricinte di muri
traforati da 24 aperture, fornite di graziose ve-
triate a colore, che ben si addicono al luogo
per la scelta sì dell'ornato che delle tinte .
Cotesti due lati sono ricoperti a terrazzo,
mentre la cappella è ricoperta a volta a botte,
ed in tale rispettiva proporzione di altezza,
che la cornice d' imposta corre ad ornare
all' intorno i soffitti quadrangolari dei due
corpi laterali . Ciò che rilevasi poi all' esterno
di elegante e maestoso appartiene al piano
superiore . L' avancorpo d' ingresso alla cap-
pella decorato da graziose, colonnine, a somi-
glianza dei quattro angoli dell'edificio, si e-
leva con un frontone a curva e controcurva,
decorato a fogliame, che sviluppasi in alto

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a guisa di croce . Nella lunetta di quest'arco
campeggia un busto in marmo che ritrae con
verisimiglianza le sembianze del caro estinto
èd.onVDialuet'mgrs
non taceremo una cosa che interesserà certo
il pio visitatore : fu praticato un sotterraneo
ambulacro a cui si accede dalla facciata in pian
terreno per due aperture laterali, coll'intento
dì preservare il luogo da umidità, e più spe-
cialmente la cripta ove riposa la salma . Desso
infatti la circonda e la separa per più d'un
metro dal suolo .
Ma con quali mezzi fu innalzato questo
monumento ? Colle elemosine dei Cooperatori
e principalmente col concorso di valenti ar-
tisti, i quali generosamente vollero prestarsi
allf'opera pietosa di onorare la memoria di
Colui, che tanto aveva faticato per istruire ed
educare nella religione e nelle arti migliaia
di artigiani . Noi di questi benemeriti Signori
vogliamo qui far memoria per dar loro un
segno della nostra viva riconoscenza .
Bernasconi cav . Giuseppe, fabbricatore di
organi, di Varese, donava lire 500 .
La ditta Piola e Padrini, scalpellini, do-
nava lire 200 .
Giacomo Cucco geometra, capo-mastro della
chiesa del Sacro Cuore in Roma, lire 200 .
I fratelli Monetti di Torino regalarono lire
72 pel pavimento fatto sopra il terrazzino
della cappella .
Loro Luigi, stuccatore, il quale fece in
cemento frontone, archivolti e cornicione e-
sterno, lasciò una vistosa elemosina .
I . Giacoma, asfaltatore di Torino, condonò
la spesa del suo lavoro pel valore di L . 100 .
A . Gariboldi di Torino non volle essere
retribuito per la decorazione .
Sartoris e figlio, lattai di Torino, danno
gratuitamente la loro mano d'opera .
A . Barbetta e Comp . di Torino, ha fatto
dono dei vetri delle finestre della cappella .
Giudici e del Bò, cesellatori di Milano, un
servizio in ottone di croce , candelieri, lam-
pade per l'altare .
Bianchi Angelo e figli, meccanici e fondi-
tori di campane, una campana .
Bernardo Casabella, marmorista di Mon-
dovì Breo , lasciò la metà dell' importo del
suo lavoro .
La ditta fratelli Repetto, fu G . e figli, di
Lavagna, donò tutte le lastre in marmo alle
24 finestre e il gradino della predella del-
l'altare .
Rollini, pittore, la Pietà da lui dipinta so-
pra l'altare e il progetto di decorazione in-
terna .
L'ingegnere arch . Carlo Maurizio Vigna
cavaliere, il disegno, i dettagli e la direzione
dei lavori .
I fratelli Carlo e Giosuè Buzzetti, capi-
mastri impresari di Torino , per ciò che ri-
guarda tanto i materiali, quanto la mano d'o-
pera e per la tomba e per la cappella, inten-
dono farne un completo dono in ossequio al
venerato defunto . La loro generosità va a
pari con l'affetto che hanno sempre portato a
D . Bosco . Giovanetti pochi giorni dopo la festa
dell'Immacolata del 1841 s'incontrarono con
D . Bosco nella Chiesa di S . Francesco d'Assisi
e formarono il primo nucleo degli Oratorii
festivi . Colla loro attività, ed onestà, dimo-
strarono che il volere è potere . L'aiuto da
essi prestato a D . Bosco loro meritò le be-
nedizioni di Dio, perchè essi alla loro volta
divennero i benefattori di chi aveva fatto
loro del bene . Il nome dei fratelli Buzzetti
non può essere disgiunto da quello di Don
Bosco nella sua storia, perchè essi furono i
costruttori della Chiesa di Maria Ausiliatrice,
di quella di S . Giovanni e di tutti gli edi-
izi che D . Bosco innalzò nel Piemonte a
vantaggio della gioventù .
MARIA AUSILIATRICE E I PROTESTANTI.
Nel mese di novembre dell'anno scorso il
nostro Superiore D . Michele Rua spediva
una lettera circolare, in forma di appello, per
raccomandare alle persone caritatevoli le no-
stre Missioni di America, specialmente quelle
della Patagonia e della Terra del Fuoco, alla
cui volta stava per fare vela una numerosa
schiera di operai evangelici guidati da Mons .
Giov . Cagliero e da D . Giuseppe Fagnano .
Egli faceva sperare le benedizioni di Dio e
la protezione di Maria Ausiliatrice a tutti co-
loro, i quali avessero concorso all' opera e-
minentemente cristiana .
Una copia di detta Circolare andò pure
nelle mani di un protestante di Londra , il
quale non contento di non fare la carità, che
s'implorava a vantaggio spirituale e materiale
di tanti poveri selvaggi dell'America, scrisse
una lettera al prelodato D . Rua, nella quale
combatteva la divozione dei Cattolici verso
la SS . Vergine e il titolo che le diamo di
Aiuto dei Cristiani , adducendo , secondo il
solito, non delle ragioni, ma dei ridicoli
pretesti .
Non tanto per lagnarsi del rifiuto della
carità ad un' opera affatto evangelica ed u-
manitaria, qual è quella delle estere Mis-
sioni, quanto per difendere l'onore della gran
Madre di Dio , Don Rua non ostante le sue
gravi occupazioni giudicò di rispondere al-
l' eretico anglicano, e questi avendo repli-
cato, egli diede una seconda risposta, con-
futando trionfalmente nell'una e nell'altra i
cavilli dell'avversario ed obbligandolo al si-
lenzio .
Crediamo pregio dell' opera pubblicare qui
le due risposte suddette, affinchè tornino

1.8 Page 8

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alla maggior gloria della Vergine Ausilia-
trice, ed anche a maggior incremento della
divozion nostra verso di Lei .
PRIMA RISPOSTA.
Torino, 15 marzo 1889.
Stimatissimo Signore,
Ho ricevuto la vostra lettera in data del
2 corrente, nella quale mi dite di non poter
coscienziosamente aiutarmi nelle Missioni
della Patagonia, perchè voi credete sola-
mente nel Simbolo di Atanasio, nel Niceno
e degli Apostoli, dove non si contiene nè
anco una parola che Maria, nostra Benedetta
Signora, sia l' Aiuto dei Cristiani . Inoltre
scrivete che Essa non ha alcuna autorità o
potere di aiutarci, e che noi, ricorrendo a
Lei ed onorandola, facciamo disonore a Dio
ed a Gesù Cristo . Che più? Dite altresì che
noi adoriamo la Benedetta Vergine come
Dio, mentre non è che una creatura umana .
Queste sarebbero in sostanza e in breve le
ragioni, per cui voi vi credete in coscienza
di rifiutarmi il vostro caritatevole soccorso .
Giudico di rispondervi alcune parole pel
bene dell'anima vostra .
Anzitutto nel mio Appello non si trova
parola, che dia ragione al vostro diniego .
Nel mio scritto tratto delle Missioni della
Patagonia da promuoversi alla maggior glo-
ria di Dio, alla salute delle anime e al bene
della civile società . Dico che i Missionari in
quella regione fanno conoscere la Religione
ai numerosi selvaggi, che ancor non sanno chi
li ha creati e redenti, a migliaia di Indii, che
non hanno ancor mai udito a predicare che
vi è un Dio Creatore , un Dio Redentore , un
Dio che tien loro preparata un'eterna felicità.
Ricordo le promesse del S . Vangelo a chi
compie opere di carità, ed esorto i cuori ben
fatti a voler cooperare alla salute di tante
persone, che giacciono tuttora nell'abbrutimento
e nella barbarie, e che pur sono sì care a Dio
e costano il sangue del suo Divin Figliuolo .
Essendo così, come potete convincervene ri-
leggendo il mio Appello, mi pare che voi
come cristiano avreste potuto aiutarmi in
tutta coscienza e farvi un merito presso Dio .
Ma lasciamo questo a parte e veniamo al-
l'esame delle ragioni, che adducete, ricavate
non già dal mio Appello, ma di mezzo alle
solite difficoltà degli eretici le mille e mille
volte combattute, e disciolte dai controver-
sisti Cattolici .
In quanto al Simbolo, comincio dall'osser-
vare che vanno credute le verità che si con-
tengono nei Simboli da voi citati, perchè
da Dio rivelate, ma non tutte le verità
divinamente insegnate sono contenute nei
prefati Simboli, i quali sono solamente un
compendio delle principali, ivi raccolto allo
scopo di meglio segnalarle ai fedeli in quei
tempi, nei quali venivano più audacemente
negate dagli eretici . In fatti gli stessi dissi-
denti anglicani ne credono non poche, le
quali non trovansi nel Simbolo Niceno , nè
di Atanasio, nè degli Apostoli . Basti accen-
nare che credono e praticano i Sacramenti,
di cui non si parla in detti Simboli ; credono
che si debba ogni settimana consacrare a
Dio un giorno astenendosi dalle opere ser-
vili , e ritengono che tal giorno, invece che
il Sabato, debba essere la Domenica ; eppure
di queste verità non si trova alcun cenno e
nè anco una piccola allusione nei Simboli
soprannominati .
Ma, scendendo ad una risposta più diretta,
dico che se i Simboli non fanno parola di
Maria, come Aiuto dei Cristiani, e non in-
segnano che si debba ricorrere a Lei e ono-
rarla, questo viene chiaramente insegnato
nel S . Vangelo ed approvato dalla retta
ragione . Premetto che la dottrina cattolica
non insegna già che sia necessario di ricor-
rere a Maria e che senza il suo aiuto non
possiamo salvarci, giacchè nostro Mediatore
necessario presso il Padre è solamente Gesù
Cristo ; ma insegna solo che è lecito ed utile
il farlo . Epperchè non sarà lecito ed utile
ricorrere alla Benedetta Madre del Salvator
Gesù Cristo, mentre Iddio medesimo comandò
ai tre amici del pazientissimo Giobbe, che
ricorressero a quest' uomo se volevano essere
perdonati per non aver parlato rettamente?
(Giob . Cap . 42) . Perchè non sarà lecito ed
utile raccomandarsi all'intercessione di Maria,
mentre vediamo l' Apostolo Paolo ricorrere
alle preghiere dei primi Cristiani ? (Rom .
15, 30) . Perchè non sarà lecito ed utile invo-
care la Vergine in nostro favore, mentre
leggiamo al Cap . I del Profeta Zaccaria che
un angelo pregava pel popolo israelitico ge-
mente nella schiavitù babilonica, e ne rice-
veva dal Signore parole di consolazione
Forsechè la Madre di Gesù è da meno di
Giobbe , dei primi Cristiani, di un Angelo ?
Forsechè sarà lecito ricorrere ad esseri di
minor dignità e condizione, ed illecito far
ricorso a Maria benedetta fra tutte le crea-
ture?
In quanto all'onore è fuori di dubbio che
la S . Scrittura insegna esser lecito l'onorare
la Benedetta Signora, poichè la onorò l'An-
gelo Gabriele , salutandola rispettosamente
piena di grazia e benedetta fra tutte le donne
(Luc. Cap . I, 28) ; la onorò Elisabetta, pro-
clamandosi felice nel riceverla in casa sua
(ivi) ; la onorò quella donna evangelica, che
di mezzo alle turbe disse a Gesù : Beata colei
che ti fu e ti fece da madre (Luc. 11, 27) . E
poi come spiegate voi quelle parole di Maria
medesima, colle quali annuncia che tutte le
generazioni la chiamerebbero beata? (Luc . I ,
48) Non vi pare che con queste parole la
Vergine Benedetta dal Cielo ispirata inviti

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2.1 Page 11

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tutte le generazioni ad onorarla per la su-
blime dignità, alla quale il braccio dell'On-
nipotente l' aveva innalzata? Non vi pare
che di queste generazioni profeticamente pre-
dette facciano parte i cattolici e non i pro-
testanti, i quali sì poco s' interessano del-
l'onor di Maria e tutt' al più le tributano
un onore teoretico e non pratico? È poi af-
fatto contrario al vero che l' onor dato alla
Madre torni in detrimento dell'onore dovuto
al Figlio ; imperocchè tutte le feste e solen-
nità celebrate nella Chiesa cattolica ad onor
della Vergine Maria hanno lo scopo di at-
tirare gli uomini alla cognizione ed all'amor
di Gesù Cristo, e sempre si inculca ai fedeli
che il miglior modo di compiacer Maria si
è di non offendere, ma di amar Gesù .
Che poi la Benedetta Nostra Signora abbia
ricevuto autorità e potere di aiutare i Cri-
stiani è chiarito altresì dalla S . Bibbia là
dove dice che Essa perorò la causa degli
sposi di Cana di Galilea e che col solo es-
porre a Gesù il loro bisogno ottenne che
fossero consolati (Giov . Cap . II°) . E se Iddio
volle servirsi del ministero di Maria per dare
al mondo il Salvatore e con lui ogni benedi-
zione ; se Gesù volle servirsi di Maria per
comunicare precocemente al suo precursore
la grazia della santificazione, perchè mai
ora che è in Cielo non si potrà più credere
che del ministero di Lei voglia giovarsi an-
cora per continuare a spargere le sue mise-
ricordie sui poveri mortali? Avete voi mai
letto quello che scrive San Paolo nella let-
tera agli Ebrei Cap . I vers . 14 in riguardo
agli Angeli , che cioè sono mandati al mini-
stero in grazia di coloro, i quali acquistano la
eredità della salute ? Ora se Iddio si giova
degli Angeli a vantaggio dei Cristiani e ciò
senza far torto alla bontà sua e alla media-
zione del suo divin Figliuolo, perchè non
si potrà credere che si serva altresì del mi-
nistero della Madre sua a questo nobile fine,
e Le abbia conferito autorità e poteri a tal
uopo?
Vi aggiungo ora alcuni dettami della ra-
gione . Ciò che è saviamente ragionevole
presso gli uomini non può non esserlo anche
presso Iddio . Ora è secondo la retta ragione
che sia onorata una persona innalzata dal
Re a sublime dignità ; è secondo la retta
ragione che un figlio re, lungi dall' adon-
tarsi che la madre sua sia onorata dai sud-
diti, ne provi anzi piacere ; è ancora secondo
la retta ragione che la madre di un poten-
tissimo principe abbia ed eserciti una qualche
autorità nel regno di lui, e che egli mede-
desimo si compiaccia di favorire coloro, che
a lei si raccomandano nei loro bisogni . E
se ciò è conforme alla ragione, e niuno di
mente sana vi trova di che criticare, perchè
sarà disdicevole che si pratichi egualmente
da Colui, che crea ed illumina tutte le umane
menti ?
Potrei aggiungere che il fatto e la espe-
rienza contraddicono alla vostra osservazione,
che Maria non abbia autorità nè potere di
aiutarci . Senza appellarmi ai fasti dei pas-
sati secoli, senza ricorrere ai fatti moltissimi
attestati ancora oggidì da persone degnis-
sime di fede di ogni nazione e paese, che
furono e sono testimoni oculari di favori se-
gnalatissimi ottenuti dopo aver .invocata la
Benedetta Vergine, io e più migliaia de' miei
colleghi abbiamo veduto coi nostri occhi,
abbiamo toccato colle nostre mani che Maria
ha autorità e potere di soccorrerci, perchè
pregata ci aiutò visibilmente, e ci costrinse,
per così dire, a credere che in Cielo ad una
materna bontà congiunge una potenza gran-
dissima . Se voi aveste avuta la sorte che
ebbi io di stare per 40 anni ai fianchi del
compianto D . Bosco, vi sareste convinto
della verità che vi asserisco, e forse meglio
di me l'avreste annunciata alle cinque parti
del mondo ; imperocchè i pregiudizi anche
più inveterati non possono resistere alla elo-
quenza dei fatti le cento e le mille volte
ripetuti .
Finalmente in quanto all' adorazione, vi
rispondo nettamente che noi non adoriam
Maria, come voi dite, e presso di noi lo sanno
fin anche i bambini . Noi sappiamo che Maria
non è sempre stata, che non ha creato il
mondo, sappiamo che è una creatura umana,
sappiamo insomma che non è Iddio ; epper-
ciò La onoriamo bensì, ma non Le tributiamo
un culto divino . Consultate la nostra liturgia
e nulla troverete che vi autorizzi a chiamarci
adoratori della Vergine . Osservate la diffe-
renza che passa tra la preghiera che noi
facciamo a Dio e a Gesù, e quella che vol-
giamo alla Vergine Benedetta . Prendete le
cosidette Litanie alla mano, che noi Catto-
lici siamo soliti a cantare in Chiesa e nelle
processioni, e voi troverete che quando noi
ci volgiamo al Padre, al Figliuolo, allo Spi-
rito Santo, alla SS . Trinità, diciamo : Mise-
rere nobis, cioè abbi pietà di noi . Lo stesso
facciamo con Gesù Cristo dicendo : Cristo ,
esaudiscici ; Agnello di Dio, perdonaci e via
dicendo, riguardando G . C . come nostro Pa-
drone e Signore . Ma quando poi ci rivol-
giamo a Maria Vergine, diciamo invece
Ora pro nobis, prega per noi . Lo stesso diva-
rio voi noterete osservando il Padre nostro
e la Salutazione angelica, cioè l' Ave Maria.
Nel primo noi diciamo : Padre nostro.
dacci oggi il nostro pane quotidiano... ;
nella seconda : Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi .
Avrei ancora più cose a dire , ma mi ac-
corgo che la mia risposta è già fin troppo
lunga. Aggiungo solo un riflesso sull' asser-
zione che voi fate sulla fine della vostra let-
tera, che cioè scrivete come cattolico e non
come protestante. A questa confessione ri-
spondo semplicemente che, se voi siete cat-
tolico, la vostra istruzione sulla dottrina cat-
tolica è imperfettissima . Per la qual cosa:

2.2 Page 12

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amandovi grandemente come fratello in G. giue abbia insistito , ma che col solo esporre
e bramando la vostra eterna salute , io a Gesù il bisogno degli sposi ottenne che
prego che vogliate studiare meglio la no- Egli li consolasse . Qui aggiungo che Maria,
ta,r rSnReligo accomandarvi ezian- la quale conosceva meglio di noi il Cuore
doiaqulchebnSrdotcali
del Figlio, nonostante la risposta di Lui ap-
Lnodra,epglchabiontàd
parentemente dura, fu nondimeno così certa
cmopierlavstuzioneavc,
che Egli avrebbe provveduto, che disse ai
opureindcavqlhebuonir,dac
servi : Fate quello, che Ei vi dirà . (vers .
pso siate attingere tutta e limpida la catto- 5°) . Ora dimando a voi : Perchè mai Gesù
la.icvertà
avanti che facesse il suo primo miracolo in
Sebbene poi non abbiate voluto aiutarmi prova di sua divinità dinanzi ai discepoli
nello spandere la cognizione e l'amor di Dio e dispose che Maria ne lo richiedesse? E
Gesù Cristo in mezzo ai selvaggi della Pa- se Maria mal si diportò ad interessarsi di
tgaoni,uvointedaurvoi
quella bisogna, perché mai Gesù, Uomo-Dio,
clporegalfpregazindome
fece a norma del desiderio di Lei ? Per
of,arneilchèubgornpsiam
megliocnhudrqestopndma
unircelo,nscrivensm
ancora : È vero sì o no che al Cap . 2 ° del
cnogiutvldocismpertua
Vangelo di S . Giov. vers . 3°, Maria dice a
ai.mcz
Gesù, che si mancava di vino, e che dalla
Credetemi in N . S . Gesù Cristo .
risposta di lui al vers . 4° si scorge che la
Vergine Benedetta desiderava che Egli vi
provvedesse con un miracolo? Basta leggere
SECONDA RISPOSTA.
i due versetti 3° e 4° perchè debbasi rispon-
dere di sì . Domando ancora : È vero sì o
no che nonostante la risposta di Gesù appa-
.
Torin,4aple189
rentemente sfavorevole, tuttavia la Vergine
ritenne che Egli avrebbe assecondato il suo
EgreioSn,
desiderio ed avrebbe provveduto al bisogno,
Quantunque mi trovi occupatissimo, la ca-
rità di N . S . Gesù Cristo mi anima a ri-
spondere all' ultima vostra lettera, che mi
come avvenne infatti ? Sì e lo confermano
le parole che Essa al versicolo 5° volse ai
servi dicendo : Fate quello, che Ei vi dirà .
Or di tutto questo non risulta forse chiara-
avete indirizzata da Londra in data del 23 mentchlaBibutorzacedh
dello scorso Marzo in risposta alla mia del 15 Maria può aiutare e ottiene da Dio favori
del medesimo . Dico che vi rispondo animato aipovermtl?
dalla carità di Nostro Signore, perchè mentre
Ma voi soggiungete : Posto anche che la
scorgo in voi un buon cuore, mi duole alta-
mente che abbiate il velo sugli occhi della
mente, che non vi lascia vedere la verità,
anche quando risplende candida e limpida .
Vergine Benedetta mentre era ancora in
terra avesse qualche influenza sul Figlio,
qual prova abbiamo noi che l'abbia ora che
è in Cielo? - Vi rispondo con una domanda
Mettiamo la questione in termini chiari . L'aver influenza sul cuor del Figlio in terra
Voi pretendete che noi Cattolici Romani era un bene od un male ? Se era un male ,
ricorriamo all'aiuto e alla mediazione di Ma- perchè mai Gesù accondiscese a questo male,
ria Vergine, come se per la nostra eterna facendo il citato miracolo nelle nozze di Ca-
salute non bastasse l' aiuto e la mediazione na a norma del suo desiderio? Se era un
di Gesù Cristo, Uomo-Dio ; e io vi rispondo bene, perchè mai non avrà Essa più questo
che voi errate . Noi Cattolici Romani non in- bene in Cielo, luogo di tutti i beni? Ma
vochiamo l'aiuto di Maria, come necessario sembra che voi poniate in dubbio che Ma-
alla salute, ma solo come cosa buona ed ria in Cielo, possa udire le nostre preghiere
utile e consentanea alla S . Scrittura e alla e conoscere i nostri bisogni ; se di ciò dubi-
retta ragione, a norma della dottrina del tate, leggete la S . Bibbia ed essa vi assicu-
Concilio di Trento (Sessione 250 De invoca- rerà che i beati comprensori in Cielo cono-
tione etc . Sanctorum) . Voi giudicate che Ma- scono le cose degli uomini in sulla terra .
ria non possa aiutarci, ed io vi provai che Di ciò abbiamo una bellissima prova nel
può e in conferma vi citai il Cap . 2° del Van- Vangelo di S . Luca al capo XV vers . 7
gelo di S . Giovanni, dove la Vergine Bene- e 10, dove il Divin Salvatore ci dice, che
detta col solo esporre al Divin Figlio, che gli Angeli in cielo fanno più festa per un pec-
mancava il vino , ne ottenne da lui miraco- catone che fa penitenza, che non per 99 giusti
losamente, quantunque non fosse per anco che non ne hanno bisogno . Or se gli Angeli
venuta l' ora di fare il miracolo . Volendo fanno festa per la conversione dei peccatori,
sminuire il peso di questo fatto biblico, voi dunque conoscono le cose che ci riguardano ;
mi domandate in qual versicolo si legga e se le conoscono gli Angeli, per qual ragione
che la Vergine insistesse perchè il Figlio fa- le ignorerà la Madre di Gesù ?
cesse il miracolo per assecondare il desiderio
Voi dite ancora : Anche supponendo che
di Lei . Vi rispondo che non dissi che la Ver- Ma ria conosca i nostri bisogni e possa otte-

2.3 Page 13

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nerci favori da Dio, sarà forse suo desiderio
che noi ce ne approfittiamo e ne invo-
chiamo la potenza? E rispondete enfatica-
mente no . Ma perdonatemi, mio caro signore,
se vi fò una domanda forse un po' troppo
ardita : Vi ha Iddio forse o la Vergine chiamato
a parte de' suoi consigli, o vi ha rivelato
quali siano i desideri del suo cuore? In
quanto a me con maggior ragione di voi af-
fermo che Maria desidera che noi ci ap-
profittiamo della sua potenza, perchè di que-
sta Ella medesima si giovò presso Gesù a
vantaggio altrui mentre era in terra ; affermo
di sì, perchè è cosa ragionevole che una
persona di buon cuore e piena di carità,
come è la Vergine, desideri di aiutare chi
è miserabile ed abbisogna di aiuto ; affermo
ancora di sì, perchè sono migliaia di per-
sone che attestano anche con giuramento
essere state da Maria aiutate .
Il dire poi che per più secoli dopo la età
apostolica non si trovi veruna traccia della
credenza intorno alla intercessione di Maria,
fuorchè in una setta di eretici, come voi as-
serite, è un ignorare affatto la Storia di
nostra S . Religione . Abbiate la pazienza di
mettervi a studiare i fasti della Chiesa dei
primi tempi, leggete le opere dei ss . Padri
dei quattro primi secoli, e se vi torna comodo,
andate a Roma e visitate le catacombe, e
troverete che i primi Cristiani adoravano
Gesù Cristo, come Dio, e prestavano ezian-
dio un culto speciale alla Vergine, sua Ma-
dre , e facevano assegnamento sopra la sua
intercessione . E poi, erano forse eretici i
Padri del concilio Efesino che contro Nestorio
definirono solennemente che Maria era e do-
veva chiamarsi Madre di Dio, perchè Madre di
Gesù Cristo, nella cui divina persona sono
unite le due nature divina ed umana? Erano
forse eretici i fedeli di Efeso, che con fiac-
cole ardenti andarono incontro festosi ed
accompagnarono alle proprie abitazioni i Ve-
scovi, perchè avevano preso la difesa della
Vergine contro l'empio bestemmiatore?
E poichè vi ho accennato i Padri dei primi
secoli, mi piace di riferire qui un passo di
S . Gregorio Nazianzeno, il quale scrivendo
di una vergine del secolo III, chiamata
Giustina , dice chiaramente , che sentendosi
essa tentata al peccato , invocò supplichevole
la Vergine Maria che le portasse aiuto nel
pericolo (Orat. 18, n . 19) .
Che poi nei primi secoli non una setta di
eretici , ma i veri seguaci di Gesù Cristo
credessero alla intercessione dei Santi in
Cielo e li invocassero , abbiamo altresì la
bella testimonianza di Cipriano martire, del
III secolo, il quale in una lettera a Cornelio
Papa scrive tra le altre queste parole : -
« Ricordiamoci a vicenda e preghiamo sempre
l' uno per l'altro in questa terra, e qualora
l'uno di noi per la divina bontà precedesse
l'altro nella morte, continui la nostra ami-
cizia dinanzi al Signore, e presso la Mise-
ricordia del Padre non cessi la sua preghiera
pei nostri fratelli (Epist . 57) » .
Vi ho pur fatto parola delle catacombe
romane ; ebbene vi ripeto che in quei secreti
penetrali dei nostri fratelli dei primi secoli
si scopersero e si conservano delle pitture ,
nelle quali la Beata Vergine viene rappre-
sentata seduta in trono elevato e col capo
cinto di aureola, segno di alta venerazione .
Or oserete voi chiamare una setta di eretici
quegli eroi dei primi secoli, che per amor
di Gesù davano il sangue e la vita, e in-
tanto presentavano un culto speciale alla
Madre sua?
Nelle catacombe medesime si leggono tut- .
tora sui sepolcri dei defunti dei primi secoli
delle iscrizioni, le quali attestano chiara-
mente la credenza dei Cristiani nella inter-
cessione dei Beati del Cielo a pro dei mor-
tali . In questa si dice ad un figlio : Prega
pei tuoi genitori ; in quella : Il tuo spirito
riposi in Dio e tu domanda grazie per la tua
sorella ; in un' altra : Prega per noi, perchè
sappiamo che ti trovi con Cristo ; ed altre ed
altre moltissime dello stesso tenore .
Non è punto vero che nel Messale Romano
e nei Breviarii antichi non si faccia parola
su lla credenza dell' intercessione di Maria ;
imperocchè è un fatto indubitato che le più
antiche liturgie, taluna delle quali attribuita
agli Apostoli, fanno cenno della Vergine
Maria e ne invocano la intercessione .
Per amore di brevità basti il citare le pa-
role della liturgia attribuita a S . Giacomo ,
che era già in vigore nei 3 prìmi secoli della
Chiesa, le quali dicono così : - Precipuamente
facciamo memoria della santa e gloriosa sempre
Vergine, beata genitrice di Dio . Ricordati di
Lei, Signore Iddio, e per le pure e sante sue
orazioni perdonaci ed abbi misericordia di noi
ed esaudiscici . Che cosa volete di più per
convincervi? Quindi i Cattolici romani, fran-
cesi e spagnuoli, che secondo voi paiono
più entusiasmati verso la SS . Vergine, non
sono punto promotori di una credenza nuova
e contraria alla Chiesa ; essi, come i Cattolici
romani di tutto il mondo, non fanno che
continuare la catena di quelle generazioni,
che nella sua mente illuminata la Vergine
Santa aveva veduto o meglio udito chiamarla
Beata, fin dal giorno che beata la proclamava
Elisabetta : Beata te , che hai creduto . . . . Ecco
che da questo punto beata mi chiameranno tutte
le generazioni (Luc. Cap . I, 45 e 48) .
Nella mia lettera del 15 Marzo per avva-
lorare la mia asserzione, che cioè era lecito
invocare la Vergine, e che tale invocazione
non faceva punto disonore a Dio e al Me-
diatore Gesù C . , io vi addussi tre esempi
Scritturali, quali sono Giobbe, intercessore
pei suoi amici, i primi Cristiani, alle cui pre-
ghiere si raccomandava S . Paolo, ed un An-
gelo, che nella profezia di Zaccaria prega
Dio per Gerusalemme e per le altre città di
Giuda . Di questi tre esempi voi non fate

2.4 Page 14

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alcun conto , li chiamate uno stentato para-
gone, e ve ne sbrigate dicendo che i citati
intercessori erano persone viventi sulla terra .
Ma comincio dire : Se non facevano torto nè
disonore alla bontà ed onnipotenza di Dio
le preghiere e la intercessione di persone vi-
venti sulla terra, per qual ragione gli faranno
torto e disonore le preghiere e la intercessione
di persone viventi con Lui nel regno del-
l'amore? Forsechè a Dio tornavano più gra-
dite le preghiere di un Giobbe pei suoi amici,
e a Gesù le preghiere dei primi Cristiani per
l'Apostolo Paolo, che non quelle di Maria,
creatura da Lui così amata e privilegiata? E
poi l'Angelo che prega Dio per Gerusalemme
era forse una persona vivente su questa terra?
No di certo . Eppure la S . Bibbia ci dice chia-
ramente che Egli pregava Dio, e Iddio lungi
del provarne disgusto lo esaudì e come dice il
Sacro testo, gli rispose buone parole, parole di
consolazione (Zac . I .13) . Da quanto pare questo
fatto ultimo vi deve aver colpito più degli
altri, perchè nella vostra risposta fate cenno
dei due primi e tacete affatto su quest'ultimo,
e ciò mi farebbe supporre che voi temete di
guardare in faccia alla verità, per non do-
verne essere rapito a seguirla e professarla . E
questo vostro contegno mi affligge grande-
mente e mi fa innalzare a Dio una più fervida
preghiera, perchè vi usi misericordia.
Mi recò poi molto stupore il leggere quello
che voi scriveste nella citata vostra lettera,
che cioè il N . Salvatore Dio è ora perduto
di vista nelle chiese cattoliche romane in
molte parti, e che la Madonna è a Lui sosti-
tuita ; anzi aggiungete, che noi indirizziamo
a Lei le stesse parole che rivolgiamo alle
persone della SS . Trinità,- dicendole : Io ti
adoro - Mi rincresce assai che voi non pra-
tichiate le Chiese Cattoliche Romane delle
varie parti del mondo, perchè se le frequen-
taste coll' intenzione di conoscere la verità ,
non tardereste a persuadervi che la Madonna
non vi è punto sostituita al Salvatore Gesù,
e vi convincereste invece che tutte le feste che
vi si fanno in . onor della Madre hanno per
fine principale di condurre le anime alla co-
gnizione e all' amore del Figlio . In quanto
all'adorar Maria, vi sfido a citare un solo
dei Rituali, Messali, Breviarii Cattolici Ro-
mani, che vi autorizzi a ripetere questa as-
serzione ; giacchè in nessuno dei libri ado-
perati dalla Chiesa Romana trovasi un' e-
spressione diretta alla Vergine Maria la
quale indichi una adorazione quale si tributa
a Dio, a Gesù Salvatore, alle Persone della
SS . Trinità . Nella mia lettera del 15 Marzo
vi ho mostrato la differenza che passa tra
le preghiere da noi rivolte a Dio ed a Gesù,
e quelle rivolte alla Vergine ; le prime in-
dicano la credenza ch' Eglino possano esau-
dirci senza altro intermediario , le seconde
esprimono una potenza di semplice interces-
sione, una potenza dipendente e subordinata
a Dio medesimo, quindi le diciamo : Maria,
ora pro nobis : prega Dio per noi .
Lascio più altre osservazioni, che potrei
ancor fare sulla vostra risposta del 23 Marzo,
per non essere troppo lungo e non mutare
una lettera in un trattato di controversia ;
ma per quella carità che tutti ci deve unire
in Gesù Cristo, vi esorto di voler meglio stu-
diare la dottrina Cattolica Romana, e, se avete
retta intenzione di conoscere la verità per
seguirla, non potrete a meno di convincervi
che nella condotta dei Cattolici Romani verso
la Vergine Benedetta, nulla vi ha che con-
trarii la S . Bibbia nè la sana ragione .
Siccome poi dalle vostre due lettere mi
sembra di scorgere che voi siate fuori della
Chiesa di Gesù, e che stante la posizione
che occupate, non potete non avere almeno
qualche dubbio sulla eterodossia della vostra
dottrina, così fo' ardenti voti che pensiate
seriamente alla terribile conseguenza che
ne avverrebbe qualora sbagliaste, poichè si
tratta degli interessi dell'anima immortale .
Riflettiamo alle parole del Divin Salvatore
(Vangelo di S . Matteo Cap . XVI , 26) : Che
giova all'uomo di guadagnare tutto il mondo,
se poi perde l' anima ? In quanto a me , cat-
tolici e non cattolici mi assicurano che posso
operare la mia eterna salute nella Chiesa
Romana ; ma in quanto a voi, se siete fuori
dal suo seno, avete bensì favorevole il sen-
timento dei vostri correligionarii , ma avete
contrario il parere dei Cattolici romani di
tutto il mondo, che non son pochi, i quali
ritengono che non potete salvarvi, se siete
in mala fede . In cosa di tanta importanza,
prudenza vuole che voi scegliate la via più
sicura, ed abbracciato la dottrina pura e
semplice della Chiesa Cattolica Romana - ,
come hanno fatto e vanno facendo molti
dotti anglicani . Dio ve ne conceda la grazia
e ci faccia ritrovare insieme riuniti in terra
nella stessa Religione, per esserlo nella pace
dei giusti.
Credetemi in Gesù Cristo
Vostro affez .mo amico
Sac . MICHELE RUA.
DAL RIO NEGRO
Progressi della Missione .
UNA NUOVA CHIESA .
Diamo qui una lettera inviataci dal no-
stro confratello D . Angelo Savio, direttore
della Casa di Patagones, e a lui scritta da
D . Milanesio Domenico, addetto alla Mis-

2.5 Page 15

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sione del Rio Negro, donde si possono vedere
i progressi che quella missione va facendo .
Chos-malal, 7 novembre 1888 .
CARISSIMO D . SAVIO,
Ho ricevuto la sua ultima lettera sul finire
di Ottobre mentre ritornavo . da una missione .
Ma quanto ritardo ! Impiegò sei mesi per ve-
nire alle mie mani .
Io desiderava ritornare a Patagones, ma fi-
nora fui incagliato da tali difficoltà, stretto
da circostanze di tal natura che. non mi per-
misero di svincolarmi . Ma grazia a Dio ed a
Maria Aiuto dei Cristiani e Protettrice nostra,
gli ostacoli omai sono superati e io respiro
la chiesa e la casa sono finite . L'altro giorno
finalmente ci fu dato di traslocarci nelle stanze
annesse alla piccola chiesuola . Deo gratias .
Speriamo che da queste costruzioni ne verrà
gloria a Dio e profitto spirituale delle anime .
La festa di tutti i santi ho celebrato la
prima messa in questo luogo ; il concorso fu
straordinario e si udì risuonare per la prima
volta il divoto cantico del sanctus , sanctus ,
sanctus Dominus Deus Sabaoth che i Chileni
sanno modulare con grande entusiasmo .
Adesso vorrei ritornarmene tranquillo e con-
tento, ma D . Panaro mi trattiene e dice : -
Giacchè si è fatto trenta si faccia trentuno ! -
E vorrebbe che mi fermassi qui per celebrare
con più solennità la festa di Maria SS . Im-
macolata, per benedire la Chiesa e per ap-
profittarci di così bella occasione onde dare
in Chos-malal una missione . Perciò a Dio pia-
cendo giungerò a Roca verso il fine di gen-
naio e di là annunzierò il mio arrivo per te-
legramma . Verranno con me due giovanetti
assistenti catechisti con 12 cavalli .
Prima però di partire voglio salutare la
nostra vecchia casa nella quale abitammo per
14 mesi . Oh! ella è pur degna d'essere ricor-
data ! Quell'unico camerone è situato sovra
di una piccola collina e fa parte del quar-
tiere che costruirono le forze Argentine l'anno
1880 . L' altro giorno un amico che venne a
visitarci nel corso della conversazione ci fece
una vivace storia di quel locale, che dapprima
quartiere di soldati, poi ospedale, quindi pri-
gione, ed in seguito, essendosi ritirate le truppe
più al sud presso a Norquin, destinato a
serraglio (coral) di pecore, finì con servire
a noi di dormitorio, cucina, chiesa, e sala di
ricevimento .
Il suo aspetto aveva qualche cosa di ter-
ribile . Era senza porta, ma pur si entrava
per una bassa apertura ; era senza finestre,
ma pur brillava la luce per una fessura del
tetto ; non aveva camino ma vi si faceva fuoco
sovra il suolo in un angolo ; perciò pareti e
tetto per l'azione del fumo erano negri e lu-
cidi, come il fondo d'una pignatta . Perciò
divennero anche nere e abbrustolite le nostre
vesti e le nostre persone ; spesse volte gli
occhi avevamo gonfi e lagrimosi .
La nuova Chiesa o cappella è lunga 21
metri, larga 6, alta 5 . Vi sono annesse quat-
tro camere, più la sacrestia, con 100 metri
di muro di cinta, che cìrconda il cortile ed
il terreno per l'orto . I lavori per detta Chiesa
durarono otto mesi , perchè mancavano i
mezzi e gli uomini, e si dovette aprire una
nuova strada di trenta leghe per condurre
il legname dai boschi . Per affari riguar-
danti questa nuova chiesa io dovetti fare due
viaggi al Chilì . Impiegai poi quattro mesi nel
dare una missione, percorrendo parte del ter-
ritorio in cerca di anime, e per dare ai fe-
deli comodità di riconciliarsi con Dio . Intanto
D . Panaro era rimasto a Chos-malal per l'as-
sistenza dei lavori. La spesa di questi ascese
a 4000 scudi .
Il governatore l'altro giorno venne a visi-
tare la Chiesa e la Casa . La missione poi va
dando sempre, grazie a Dio, buoni risultati e
va aumentando pure di anno in anno il fervore
dei fedeli e il loro impegno nel ricevere i santi
Sacramenti . A dispetto degli ostacoli di un
inverno assai freddo e piovoso con abbon-
danza di neve, la gente faceva più leghe a
piedi, perchè i cavalli eccessivamente magri,
per la scarsezza di erba, erano inutili per le
lunghe cavalcate . Questi buoni cristiani ve-
nivano in gran numero per ricevere i sacra-
menti con segni di profonda pietà .
Ecco qui frattanto notate le distanze dei
luoghi in cui feci stazione in quest'ultima mia
missione .
Malbarco dista da Chos-malal 30 leghe .
Invernada vieja
27
Mallin-malal
22
Agua caliente
20
Arilea
19
Reinileo
18
Callanto
15
Curileo .
.
..
12
In tutte queste stazioni , comprendendo
Chos-malal si sono fatti complessivamente
Battesimi
176
Matrimoni
Confessioni
51
1900
Comunioni
1800
Sia ringraziato Iddio che vuole servirsi di
noi per operare questo bene, e che anche in
mezzo a' travagli, agli stenti ed alle priva-
zioni ci conserva in prospera salute .
Quando ha occasione di scrivere in Eu-
ropa, si ricordi di salutare per noi il nostro ca-
rissimo D . Rua che Dio ci ha dato per padre
in luogo del compianto Don Bosco . Saluti
ancora i nostri cari confratelli di Patagones .
Riceva i saluti di D . Panaro, e preghi per
il suo
Aff.mo Confratello
Sac . DOMENICO MILANESIO

2.6 Page 16

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BIBLIOGRAFIA .
Panem nostrum quotidianum da nobis hodie .
- Tre Sermoni del Cardinale ALFONSO CA-
PECELATRO agli alunni del suo Seminario .
Nuova edizione . Torino , Tipografia e Li-
breria Salesiana . Prezzo, lire 0,60 .
Ecco un' Opera, quanto piccola di mole,
altrettanto grande pel suo contenuto e som-
mamente salutare negli effetti, che è desti-
nata a produrre . Vi si vede, vi si sente, per
così dire, l'anima soavissima di quel degno
emulo di san Francesco di Sales, che è il
Cardinale Capecelatro, nel quale non sai se
più sia da ammirare la profondità della dot-
trina o la chiarezza ed efficacia dell' elocu-
zione, animate sempre e come imparadisate
da una vera e schietta umiltà e dolcezza .
Benchè scritti per gli alunni del suo Semi-
nario, questi Sermoni del dottissimo Arcive-
scovo di Capua fan per tutti, piccoli e grandi,
giovani e vecchi, ecclesiastici e laici . Ma sono
poi un vero tesoro alla mente ed al cuore
dei chierici studenti, di queste care e trepide
speranze della religione e della società . Come
son mai belli, come retti e salutari gli am-
monimenti che dà loro per dirigerli negli
studi ! « Ditemi, carissimi giovani (domanda
loro con affetto paterno l'Em.Cmaopecltr)
qual è il fine pel quale principalmente stu-
diate? Io temo (seguita egli) che parecchi
di voi , se dovessero rispondere ora stesso,
schiettamente dìrebbero : - Non lo sapete l
Noi si studia per ottenere una patente gin-
nasiale o liceale ; e poi avere un qualche
ufficio nella società civile . - Or bene, questo
fine degli studi di per sè è buono, e non lo
riprovo ; ma è basso, è gretto, è povero d'i-
dealità vera, e non mi appaga pienamente .
Se questo fine riuscirà a prevalere in Italia
e a signoreggiare tutte le menti, sarà un
miracolo se si arriverà ad aver uomini me-
diocri nel sapere, e meno che mediocri nel
carattere e nel sentimento della propria di-
gnità . Eleviamoci più in alto noi, o figliuoli ;
ricordiamoci della nobiltà della nostra ori-
gine e dell'ultimo fine a cui si indirizza tutta
la nostra vita di cristiani . Pensiamo che il
Cristianesimo rende religiosa, morale e, dirò
anche, pia, qual si sia opera umana, dal pec-
cato infuora ... In alto, o figliuoli, le-
viamoci in alto con la nostra mente e col
nostro cuore ; poichè questa forza di levarci
in alto tutti la sentiamo in noi stessi ; e chi
si sforza di togliercela, è nostro nemico, e
almeno qui, tra noi, spero che faccia opera
vana . »
Ma basti così, chè a volerne rilevare
tutte le bellezze bisognerebbe addirittura
trascriverli, dalla prima all'ultima riga,
questi cari e sapienti Sermoni . Aggiunge-
remo solo che al pregio intrinseco dell'Opera
risponde mirabilmente il valore estrinseco
dell'arte, giacchè la Tipografia Salesiana, che
fece recentemente così splendida figura alle
Esposizioni Vaticana di Roma, Internazio-
nale di Bruxelles, Italiana di Londra ed U-
niversale di Barcellona, vi ha messo quella
vaghezza di caratteri, squisitezza di carta e
correttezza di stampa onde si è resa così
universalmente apprezzata .
(Dall' Unità Cattolica) .
Elenco dei Cooperatori defunti nell' Aprile e Maggio
1 Avanzini Maddalena - Bienno (Bre-
scia ).
2 Alvigini Amalia - Tortona (Alea .
sandria) .
3 Aliguani Giovanna - Castelguido-
bono (Alessandria) .
4 Antonelli D . Luigi Can. Decano -
Guastalla (Reggio Emilia) .
5 Accomazzi D . Luigi Pievano - Car-
boueri di Montiglio (Alessandria) .
6 Baiurdo Antonietta - Genova .
7 Brucellario Giuseppe- Mombaruzzo
(Alessandria) .
8 Bassani Teresa nata Gianozzi - Vi-
cenza.
9 Belsere Delfina - Morsasco (Alea'
sandria) .
10 Bosinelli Laura - S. Pietro Iuca-
riauo (Verona) .
Il Bealesio D . Giulio Arcipreto - Ca-
stellino Tanaro (Cuneo).
12 Can Giacomo - Catania.
13 Centola Teresina - S . Marco in La-
mis (Foggia) .
14 Campigli Pietro - Castelfranco di-
sotto (Firenze) .
15 Caneto Cav . D . Luigi - Savona .
16 Calvi Maria - Lu Monferrato (A .
lessandria).
17 Cominetti D . Antonio Parroco -
Taino (Come) .
18 Clarisia D . Clemente - SSa Annun-
ziata di Salerno .
19 Coresa Rosina - Cortabbio (Coito).
20 Caldonazzo Lucia - Vicenza.
21 Cavallero Felicita - Mombercelli
(Alessandria).
22 Castellani D . Bartolomeo - Monigo
(Treviso).
23 Coleghiu D . Pio - Venezia.
24 Di Castagneto Conte Cesaro Sonat .
del Regno - Torino .
25 Dotti Maria Michelina - Modena .
26 Dotti-Rossi Teresa - Gottasecca
(Cuneo) .
27 Franceschini D . Francesco - Mez-
zana (Udine).
28 Fadda Fraucesco - Terralba (Ca-
gliari) .
29 Ferrero D . Matteo Prevosto - Ley- ni
(Torino) .
30 Gardini Mors- Camillo - Rimini .
31 Gavarrone Antonio, Comaud . della
Maddalena (Isola di Sardegna) .
32 Giustiniani Conte Giacomo - Ve-
nezia.
33 Guerrieri D . Carlo Canon. -Modica
(. Siracusa)
34 Gillio-Arrosso Manette negoziante -
Ivrea (Torino) .
35 Gaubli Hercolani Conto Giulio -
Forlì.
30 Giachiuo Pietro - Sparone (Torino) .
37 Guasti Cav . Comm. Cesare profeas.
- Firenze.

2.7 Page 17

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tal fine lodevole, il Beccaria volle compilare la presente operetta, per iniziare i giovani studiosi alla Filosofia Italiana o To-
mista che veglia dirsi, per via di Quesiti e Risposte . Ci pare questo metodo assai acconcio a quel fine quando sia condotto
bene . E che veramente sia ben condotto in generale dobbiamo affermarlo specialmente per queste tre ragioni . La prima è per
la chiarezza . Il Ch . Beccaria l'usa in maniera non volgare, e quel che monta, anche in certe questioni di non agevole com-
prendimento . La seconda è per la brevità . Non si trattiene egli in questioni inutili, e le utili sono da lui trattate in ma-
niera, che a niuno può sembrare soverchio . La terza è per la sodezza della dottrina . Egli trasse tutta la dottrina che espone
da S . Tommaso, che è il primo e più grande filosofo italiano ; e trassela aúcora il Beccaria da quei rivi che sono i sinceri
seguaci dell'Aquinate .
Adunque il Saggio del Beccaria è operetta scritta si in modo popolare, e proporzionato alla intelligenza dei giovani stu-
diosi, ma insieme è un forte lavoro acconcio ai bisogni presenti, e che per sè può fare gran bene alla scienza . Ce ne con-
gratuliamo intanto col eh . filosofo, e raccomandiamo il suo Saggio a tutti gli amatori della vera filosofia .
Estratto dalla Civiltà Cattolica . Quad . 928-16-2-89 .
Theologia Moralis , episcopi et Ecclesiae Doctoris . S . Alphonsi Mariae De Ligorio, logico ordine
digesta et summatim exposita, additis suis locis declarationibus romanae Cuiiae recentioris
aevi, commentariis in constitutionem a Apostolicae sedis » Legibusque Italicis, Gallicis et
Austriacis cum veteri Romano Jure collatis, cura et studio loannis Ninzatti Doctoris Ro-
manae Universitatis et SS . Canonum iamdiu professoris . Editio Tertia 1885 - Due voi .
in-8° grande di pag . 994
(A) L . 9,00
Questa Teologia (già benedetta dal S . Padre Leone XIII ed encomiata dal medesimo, oltre che da parecchi Arcivescovi,
Vescovi e dottissimi Teologi nostrali ed esteri , sia perchè contiene fedelmente esposta l'aurea e praticamente sicura dot-
trina di S . Alfonso de Liguori con le modificazioni ed aggiunte richiesto dalle decisioni della S . Sede posteriori al S . Dot-
tore, e sia perchè composta con tale metodo da potersi dire la pappa fatta poi Confessori che hanno poco tempo e
Iena da studiare) risponde ad un bisogno oggidì altamente sentito dal Clero, il quale si trova così scarso di numero, da
dover ogn'uno faticare almeno per tre . Ed ò appunto per questo che la Teologia del Prof . Ninzatti trovò tale accoglienza
nel pubblico, che si dovette ristampare per ben tre volto nel breve giro di soli cinque anni .
Annunziando ora ai nostri Lettori la terza edizione , noi ci dispensiamo da ogni altro encomio di quest'Opera , contenti
solo di avvisarli che questa nuova edizione s'avvantaggia di molto sulle precedenti ; essendo che in essa il eh . Autore,
nell'intendimento di risparmiare maggiormente ai confessori tempo, fatica e denaro, indica nei singoli luoghi ai lettori Ita-
liani, Francesi ed Austriaci se, quando e quanto, per ragione del disposto dal rispettivo loro Codice Civile,
debbano scostarsi dalla opinione di S . Alfonso per essere certi di non errare nella direzione della coscienza dei fedeli .
Estratto dal Periodico L'Avvisatore Ecclesiastico .
Tesoro di Racconti istruttivi ed edificanti ad uso specialmente dei Parrochi, Catechisti ed Istrut-
tori della gioventù con un' appendice relativa a Maria SS . analoga ai temi del mese di
Maggio del P . Muzzarelli ; per D . Antonio Zaccaria Parroco a Faenza . 5a ediz . assai cono-
sciuta e migliorata - Un vol . in-16° grande di pag . 628
(D) » 4,00,
Questa raccolta è un vero tesoro, anzi una miniera di fatti edificanti e di splendidi esempi di ogni più bella virtù , dove
attinger possono i cristiani lettori, massime i Parrochi, Catechisti e Istruttori della gioventù, quanto in fatto di racconti
istrnttivi trovasi sparso in molte opere ascetiche, storiche, o morali di varii scrittori . Avvene per ogni condizione di per-
sone, o per ogni genere di virtù, e in tanta dovizia, che il lettore potrà pascerne a suo bel piacere la mente e 5 il cuore .
Non meno commendevole della copia de' fatti è la scelta dei medesimi, in cui ammirammo al pari della pietà il senno pra-
tico e la conoscenza del cuore umano che dà a divedece l'Autore della raccolta . Dappoichè vi leggemmo tenerissimi racconti
atti a scuotere le più recondite fibre del cuore e a chiamare sugli occhi lagrime or di sentita compassione ed ora di quella
pura e santa gioia che ispira il trionfo della virtù . Tutti poi sono così acconci ad infiammare il cuore nell'amore di questa,
e di un santo odio alla colpa e al vizio che non dubitiamo di asseverare avere il eh . Autorb del Tesoro di racconti giovato
alla religione e alla morale con questa raccolta meglio che non avrebbe fatto con un corso A prediche o con ascetici trattati .
NOVITÀ SCOLASTICHE .
Virgilii Maronis (Publii) Aeneis ; ex recensione Chr. Gottl . Heyne . Variis lectionibus instruxit
atque adnotatiunculis illustravit Vincentius Lanfranchius . Reliqui Libri novem - Un vol .
in-16° di pagine XXXVI-278
(E) » 2,00
Il professor Lanfranchi che da tanti anni nella Università di Torino sostituisco quel chiaro latinista che è il Prof . Tom-
maso Vallauri, ha ultimamente pubblicato la seconda parte dell'Eneide di Virgilio . La cura che il eh . professore ha messo
perchò questo suo lavoro riuscisse degno della fama che si è acquistata, ci dispensa da ogni elogio, ed è di buona racco-
mandazione ai nostri lettori . L'edizione è fatta, come dice il prefato Prof . Lanfranchi, sn quella che il Pomba, cinquant'anni
fa, regalava all'Italia con tanto lustro e decoro dell'arte ed insieme onore delle lettere . Non dubitiamo d'asserire che il
Prof. Lanfranchi ha viemaggiormente assicurata la sua fama di latinista dotto e profondo con questo lavoro su Virgilio,
quem, dice egli nella sua bolla prefazione, a prima aetatula, Aligherium secutus, mihi magistrum prae ceteris et auctorem
sele,i . E se a noi è lecito di terminare il pensiero a cui il letterato accenna, diremo che si rallegri il valoroso professore,
perchò ha saputo, con arte, dopo il molto studio e grande amore, meritarsi di poter dire d'aver ricavato da Virgilio
Il bello stile che gli ha fatto onore .
Raccolta di Temi latini e greci colle relative versioni per la correzione degli stessi, proposta dal
Prof . Travagini Pietro . - Un vol . in-16 ° di pagine 120
(D) » 1,00
Duplice è lo scopo che mi sono proposto nel compilare questo libretto, poichè da un lato cercai di offrire un po' di mate-
riale ai maestri per la scelta di temi di versione dall'italiano nel latino e nel greco e viceversa, dall'altro volli venire in
aiuto a quei molti giovani che o studiano privatamente il liceo o si dedicano al magistero delle lingne classiche . So per
esperienza quanto sia difficile il trovare chi corregga coscienziosamente tal genere di temi, e quanto sia dispendioso il pa-
gare all'uopo un apposito maestro . Quindi ho compilato la presente raccolta di temi latini e greci, aggiungendovi le rispet-
tivo versioni, affincliè lo studioso provasse da sè la versione, indi la correggesse colla scorta delle mie . (Dalla Prefazione) .
ANACREONTE . Odi scelte e purgate ad uso dei Ginnasi per cura del Prof . Sac . Giovanni Garino .
- Un vol . in-16° grande di pagine 30
(E) » 0,40
.,, p nuovi programmi scolastici aggiunsero agli autori Greci prescritti per la Licenza Ginnasiale anche Anacreonte .
Non essendo tutte le odi che ci rimangono di questo poeta tali da potersi porre nelle mani dei giovani, il Prof . Garino no
fece un'opportuna scelta, purgata ed arricchita per maggior comodità di brevi note e di opportuno vocabolario .

2.8 Page 18

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J
NoVITÀ
Siamo lieti di annunziare che a giorni uscirà dalla nostra Tipografia, voltata col permesso
déll' illustre Autore in italiano dal Prof . : A . FABRE, la bellissima ed opportunissima operetta :
La Rivoluzione Francese considerata in occasione-del Centenario del .1789 da Monsignor
FREPPEL Vescovo d'Angcrs . L'essere l'opera del FREPPEL giunta in 4 mesi alla 21 a edizione, -
il none del dotto e zelante Prelato, gli elogi grandi che i giornali e le Riviste cattoliche ne
fecero in Francia ed altrove, attestano il merito insigsie del lavoro-originale ; come il nome
del traduttore, noto già in Italia per vani lavori scolastici molto apprezzati (1) ci fa credere
che sarà accolto con piacere ed avidamente letto da tutti i Cooperatori questo bel libro, che
anche si raccomanda per l'eleganza dell'edizione uscita al modestissimo prezzo di L . 1,60
la copia .
(1) Fra questi raccomandiamo .caldamente i Millecinquanta Temi (2 fascicoli : Traccia e Svolgimenti L . 2,30),
il Dizionarietto di Antichità (L . 2,80) e quello di Mitologia (L. 1,30) e gli Esercizi Aritnactici di cui
uscì ora la C Edizione in 2 fascicoli in conformità degli ultimi programmi Ministeriali (L . 0,20, e L . 0,30).
LA MADONNA DI D. BOSCO
OSSIA
Relazione di alcune Grazie
CONCESSE DA VIARIA SS . AUSILIATRICE AI SUOI DIVOTI
Raccolte dal Sac . G. B. LEMOYNE
Un volume in-32° di pag. 160
(E) L . 0, 25