tunnel oscuro , formato dall' intreccio dei rami
degli alberi che si chiudevano sopra del nostro
capo facendo volta ; io credetti che la retta via
era smarrita .
Poveri noi! La strada consisteva in una suc-
cessione di fossi pieni di fango e le disgraziate
mule sudate e sbuffando appena potevano tirare
fuori le zampe! Ai fossi s' aggiungevano' altri
inciampi maggiori ; grandi sassi, tronchi d'albero,
laghi attraversavano il nostro cammino . . . Ci racco-
mandammo alla Mamma Ausiliatrice, ma proprio di
cuore . Dissi che in questo giorno s'incominciò a
comprar terreno, frase americana, che indica ca-
dere da cavallo . Ebbene, mentre noi tutti eravamo
intenti a guidare bene la mula, a tenerle le redini
tirate o molli, secondo che v'era da saltare, discen-
dere o salire, sento dietro di me un grido e poi
un rumore come di corpo che cade dall' alto
volgo indietro la cavalcatura, e vedo là, lontano,
sotto quella oscura galleria il povero D . Santinelli
nel fango! Inorridii al vedere la mula calpestare il
suo corpo . Ma anche qui, con una gran confi-
denza in Dio e nella cara Maria Ausiliatrice : -
Si alzi, gli dissi, e venga presto che le ho fer-
mato la bestia . - D. Santinelli tutto imbrattato
si alzò, si scosse ed incominciò a correre verso
me . - Si è fatto male? gli domandai .
- Nulla, rispose ; le zampe della mula batte-
rono sulla sottana, ma non toccarono le carni .
- Oh! ne sia ringraziato il Cielo !
Pare che questo genere di salti sia andato a
genio al nostro D . Santinelli, perché, per ben tre
volte, precipitò involontariamente di sella . Ma,
grazie al buon Dio, nessuna di queste gli recò
il minimo danno .
Verso le 10 ant . si giunse ad un mucchio di
cascine (Ceibas), ove pensammo rifocillarci . Non
v'era né pane, né carne, né altro da mangiare,
fuorché uova crude : ordinai ad una donna che
facesse scaldar acqua ; vi gittai dentro le uova
e ce le sorbimmo saporitamente, estinguendo poi
la sete con acqua benché sporca e succo di canna
di zucchero .
- Avanti, dissi, seguitiamo il cammino, fra-
telli, adesso che la macchina è provvista di car-
bone . . . avanti! . . - E camminando, camminando
verso la una pom . potemmo giungere a Balsa-
pamba, paesello ai piedi del monte Tornearo,
abitato da numerosi e buoni Indi . Povera gente !
L'abitazione più bella è, credo, la chiesuola for-
mata di paglia e fango . Uomini e fanciulli ci
correvano attorno dimandando medagliette, e le
madri, inginocchiandosi innanzi a noi, ci presen-
tavano i loro bimbi dicendo : Padre, dia una be-
nedizione a questo piccolino . Invocammo di cuore
sopra di loro mille benedizioni del Cielo, ed a-
vremmo voluto fermarci un po' con questa brava
gente, ma urgeva ascendere presto il monte per
non lasciarci cogliere dalla notte in luogo fo-
resto e disabitato .
Oh caro Padre ! Se avesse visto i suoi figli
salire su per quell' orrido sentiero pieno di pe-
ricoli ! Frane scoscese , precipizi sì spaventevoli
si aprivano ad ogni istante sotto i nostri piedi
che ci facevano tremare le carni addosso . Ad
ogni pericolo, che non erano pochi, alzavamo la
mente a Dio, ci raccomandavamo a Lui e la cara
giaculatoria, Maria Auxilium Christianorum,
ora pro nobis, usciva di frequente dal cuore e
dalle labbra di tutti .
Tra le grazie segnalate concesseci in questo
tratto di viaggio, degne di menzione sono quelle
che ricevettero il capo d'arte Maffeo e D . Mat-
tana . Stando noi oltre la metà del monte in un
passo molto pericoloso ove le mule doveano girare
una costa sopra un orrendo precipizio, la bestia
di Maffeo sdrucciolò con le gambe posteriori verso
la frana fangosa ! Fu un momento terribile! La
povera mula si tenne ferma con le gambe da-
vanti sul sentiero e, facendo uno sforzo supremo,
si alzò e guadagnò la strada, liberando di tal
modo il cavaliere e se stessa da una morte si-
cura . Oh! viva Maria Ausiliatrice !
Più innanzi D . Mattana rotolò a terra, ferman-
dosi sul sentiero e senza farsi male alcuno : in
quel sito, cadendo malamente, oltre il pericolo
grande di rompersi qualche membro, poteva an-
ch'egli sdrucciolare giù pel burrone senza fondo ;
ma il Signore volle mostrarci evidentemente che
vegliava sopra di noi .
Giunti alla vetta del Torneado , credevamo
avesse termine la salita, ma ci accorgemmo in-
vece che eravamo ancora al principio . Si scopri
là in distanza un mucchio di casuccie ed i nostri
arrieros ci dissero essere il paesello di Puzo,
dove avremmo pernottato . - Benissimo, soggiunsi,
abbiamo troppo bisogno di mangiare e di ripo-
sare .
Erano le 4 di sera quando discendevamo dalle
mule con le ossa come slogate e lo stomaco il-
languidito . Ma, poveri noi ! qui ci si preparavano
altri contrattempi : la Casa Posada o locanda, era
chiusa!
Come fare? Dove passar la notte? - Qua , qua ,
Padre, mi grida un uomo ebrio : venga qua, e
sarà ben trattato .- Non l'ascoltai ; però una per-
sona dall'aspetto più decente degli altri mi disse,
che la casa di quell'uomo era l'unico luogo ove
avremmo potuto pernottare meno disagiatamente
che altrove . Giuocoforza fu dunque accettare l'in-
vito .
Degno, per altro, d'una descrizione ben detta-
gliata è questo nostro nuovo alloggio . Il palazzo
consiste in istecche piantate nel suolo alla pri-
mitiva : ha tetto di paglia e due stanze, la cui
tramezza è pure di rustici tronchi . Una di queste
dovea essere per noi ; l'altra era cucina, dormi-
torio ecc . per i padroni di casa . Entriamo nel
nostro appartamento : era ammobigliato ... cioè
trovammo che avea ai lati due rialti di canne
coperti, l'uno con stuoia sucida e sdruscita, l'al-
tro con una vecchia pelle di bue puzzolente, ove
formicolavano certi animaletti . . . V'era inoltre un
cassone pieno di tarli e, sparsi qua e là sul pa-
vimento naturale , sacchi vecchi, stracci, avanzi
di frutta, patate, banane ecc . Non v'erano fine-
stre . e non ve n'era bisogno, perché tra l'una e
l'atrsec,nolpteasriluce,
ma anche la mano ed il braccio intiero .
Tutte queste cose ci andava indicando il pa-