Sampaio, Governatore del territorio di Magel-
lano, indicandogli il cammino fatto e la direzione
che pensava seguire in avvenire, per ogni evento
possibile. Consegnai entrambe le lettere al capi-
tano della Goletta, gli diedi istruzioni sul punto
donde intendeva arrivare, ed in caso contrario
ove potesse venirmi a cercare, salutammo e ci
separammo dai marinai, i quali molto ci amavano
e sentivano dolore nel doverci abbandonare, du-
bitando dell'esito di questa Missione .
Affinchè possa farsi una giusta idea della no -
stra situazione e del dubbio che in Punta Arenas
si aveva circa il buon esito della Missione e delle
precauzioni necessarie in questa terra o campo,
dirò che gli Indii della Terra del Fuoco stettero
tranquilli fino a tre anni fa, nel possesso della
loro terra, poichè in essa nacquero e vivono : e
talvolta la difesero contro gli stranieri che vi
approdarono con cattiva intenzione .
Ma l'ingordigia dell'oro trasse alcuni dei così
detti civilizzati sul Rio Santa Maria , che da
Sud a Nord scorre per le montagne di questa Terra,
e questi oltre all'estrarre l'oro, cercavano e cac-
ciavano i guanachi per mangiar carne fresca . Gli
Indii al veder che i bianchi si mangiavano i loro
guanachi e li disperdevano , in principio soffer-
sero e si contennero . Ma ecco che alcuni Inglesi
stabilirono una Estancia di pecore nella Baia
Gente grande e colla forza allontanarono di là
gli Indii, che vi si erano stabiliti in vista dei
luoghi difesi dal vento e dal freddo e dell'abbon-
dante pesca : inde irae.
Questi infelici per rappresaglia ruppero i re-
cinti dei campi e si appropriarono pecore e ca-
valli ; ed ai minatori, ché stavano sulla montagna,
di notte rubavano i cavalli, unico mezzo di tra-
slazione, e con ciò si resero colpevoli dinanzi ai
cristiani,
A questo punto più non è possibile trattener
costoro, che al veder gli Indii avvicinarsi, scari-
cano contro di essi i loro remington e rivoltelle,
e ne fanno strage .
A noi tocca poi soffrir le conseguenze e vegliar
giorno e notte i nostri cavalli e le pecore, affine
di non rimanerci pedoni in un deserto e senza
viveri, esposti continuamente a vederci derubati .
Ma torniamo a noi .
Spunta il giorno primo di quest'anno 1888, ed
affin di cominciarlo bene, si confessano e comu-
nicano quei che mi accompagnano, indi celebro
la s. Messa, e dico due parole sul Giubileo del
S . Padre . Oh! quanto era lungi dal pensare in quei
momenti gli affanni dei Superiori e Confratelli
e la disgrazia che minacciava la nostra cara Con-
gregazione, colla mortale infermità di D . Bosco !
Nostro desiderio ardentissimo era vederci cir-
condati da Indii, loro manifestare lo scopo della
nostra Missione, insegnare la loro origine, i Co-
comanda menti di Dio e della Chiesa, il modo di
amare Iddio, servirlo, onde poterlo un giorno go-
dere nel Paradiso:insomaegrloav
civiltà cristiana ed assicurarli che li aiuteremo
e di viveri e di vestiti e di casa .. Se i poveri
Indii sapessero questo, oh ! come correrebbero a
noi, e con quanto affetto circondandoci, celebre-
remmo insieme il Giubileo Sacerdotale di S . San-
tità Leone XIII!
Ma nulla di tutto ciò ci apparve in tutto il
giorno, e solo udivamo il mormorio del torren-
tello a noi vicino, il canto degli uccelli sugli al-
beri, interrotto di quando in quando dal rumor
delle onde infrangentisi negli scogli .
Visitando minutamente i dintorni del nostro
accampamento scorgemmo alcuni raos o toldos
di Indii abbandonati e resti di uccelli, carne di
guanaco, arpioni di legno, pezzi di frecce e per-
sin resti di cuoio di cavallo .
D'oggi innanzi non incontreremo che ostacoli,
dovendo aprirci il passo nei boschi a forza di
ascia, camminar sulle pietre della spiaggia, in
mezzo a pantani, e per campi ove non s'incon-
trano che lagune di acqua salata, sotto la pioggia
e contro il vento, ed ora con un freddo sotto lo
zero, ora con un caldo a venticinque centigradi .
Tutto soffrimmo allegramente, tutto scordammo
quando ci era dato incontrar gli Indii, comunicar
con essi ed aiutarli .
De' molti incontri che ebbimo cogli Indii le
conterò brevemente quello del 9 gennaio , che
molto ci consolò .
Quel dì, celebrata la s . Messa, avea ordinato
di sellare i cavalli e caricarli onde arrivare ad
un punto ove scorgeva alzarsi un fumo, quando
ad un tratto odo da una voce robusta forti gridi .
Senza nulla dire ai compagni, che occupati nel
caricare, non se n'erano accorti, mi diressi colà
donde venian le grida . Di repente mi vedo in-
nanzi a poca distanza tre Indii , molto alti, coi
loro archi e frecce puntate contro di me . Allora
alzando ambe le mani sopra il mio capo, io grido
in loro idioma : Yegoa, yegoa ; « Amico, amico, »
fissando attentamente con quale intenzione si ac-
costassero .
Essi rimasero immobili per un istante, osser-
vando curiosi i nostri cavalli e la nostra gente ;
e vedendomi risoluto di avanzarmi, risposero essi
pure . « Amici, amici, » gettando a terra le armi
e finalmente la pelle di guanaco che li copriva
ed alzando come me le mani. Al mio cenno che
si accostassero, cuoprironsi e s'avvicinarono .
Raccomandato ai compagni che stessero attenti,
io mossi loro incontro e strinsi a tutti la mano
in segno d'amicizia e battei loro la spalla onde
non si spaventassero : m' avvidi che stavan tre-
mando. Meco s'avvicinarono agli altri, cui salu-
tarono e domandarono subitamente galletta, caffè,
tabacco, calzoni ecc . Ad un mio cenno Audisio
diede loro con che coprirsi e mangiare, mentre
un altro preparava il caffè .
Io intanto, coll'aiuto del mio piccolo dizionario,
presi ad informarmi circa il luogo della loro a-
bitazione, le loro famiglie, la tribù, donde veni-
vano ecc ., ecc . Più con segni che con parole essi
mi fecero intendere che le loro famiglie vive-
vano assai vicine, che la tribù in quei giorni
stava occupata nella caccia del guanaco che loro