camminare troppo lontano dall' abitato scendeva per
la via, che dal Santuario della Consolata mette al-
t' Istituto del Cottolengo . Ad un certo punto della
strada D . Bosco si accorge che due uomini lo prece-
devano a poca distanza, ed acceleravano o rallentavano
il passo a misura che lo accelerava o rallentava egli
pure ; anzi quando ei tentava di portarsi dalla parte
opposta per evitarli, eglino destramente facevano lo
stesso per trovarglisi innanzi . Non rimaneva più alcun
dubbio che fossero due male intenzionati ; quindi
cercò di rifare la via per mettersi in salvo in qualche
casa vicina, ma non fu più in tempo ; poichè quel
due, voltisi improvvisamente indietro, e conservando
cupo silenzio, gli furono addosso e gli gettarono un
mantello sulla faccia . Il povero D . Bosco si sforza per
non lasciarsi avviluppare, e tenta di chiamare aiuto ;
ma nel può, perchè uno di quegli assassini gli tura
con un fazzoletto la bocca . Ma che? In quel cimento
terribile di inevitabile morte compare il Grigio, il
quale si diede ad abbaiare sì forte e con tal voce,
che il suo pareva non il latrar di un cane e neppur
di un lupo, ma l'urlare di un orso arrabbiato, sicchè
atterriva e assordava ad un tempo. Nè pago di ciò,
si slancia colle zampe contro uno di quei ribaldi, e lo
costringe ad abbandonare il mantello sul capo di
D . Bosco per difendere se stesso, poi si getta sopra
dell'altro, e in men che non si dice, lo addenta e lo
atterra. Il primo, visto così, cerca di fuggire, ma il
Grigio nel permette ; perchè saltandogli alle spalle
getta lui pure nel fango . Ciò fatto, si ferma colà im-
mobile continuando ad urlare, e guardando quei due
galantuomini, quasi dicesse loro : Guai se vi movete.
A questo improvviso mutamento di scena :
- Chiami questo cane, si posero a gridare quei due
furfanti .
- Lo chiamerò, rispose D . Bosco, ma voi lasciatemi
andare pe' fatti miei .
- Sì, sì, vada pure, ma lo chiami tosto, gridarono
nuovamente .
- Grigio, disse allora Don Bosco, vien qua ; - ed
esso obbediente si fa presso di lui, lasciando liberi
quei malfattori, che se la diedero a gambe a più non
posso . Non ostante questa inaspettata difesa, D . Bosco
non sentissi di proseguire il cammino sino a casa .
Egli entrò in quella vece nel vicino Istituto del Cot-
tolengo. Ivi riavutosi alquanto dallo spavento, e ca-
ritatevolmente ristorato con una opportuna bibita,
riprese la via dell' Oratorio accompagnato da una
buona scorta .
NOTIZIE VARIE
LA PRIMA CONFERENZA AI COOPERATORI SALESIANI
IN CASTELLAMARE DI STABIA .
Merita certamente di essere riferita nel nostro
Bollettino la Conferenza tenutasi per la prima
volta ai Cooperatori Salesiani di Castellamare di
Stabia il 30 agosto 1892 . Perciò ne diamo qui la
relazione stessa che ci venne di là trasmessa
« Il 30 agosto, alle 5 pom ., il suono festivo
delle campane della cattedrale dava il segno agli
abitanti di Castellamare della prima Conferenza
Salesiana . Al sacro invito interveniva alla Con-
ferenza il venerando Capitolo dei Canonici, un
numeroso clero, tutti i seminaristi e chierici della
città e buon numero di signori e signore .
» Alle 5 3/4 ebbe principio la funzione colla let-
tura di un tratto della vita di S . Francesco di
Sales, che in Castellamare è pure particolarmente
onorato dai chierici come loro special protettore,
e la cui bella statua, vagamente illuminata per
la circostanza, venne esposta presso un pilastro
della chiesa. Dopo la lettura, S . E . R.ma Mons
gnor Vincenzo Maria Sarnelli degnavasi ancor
esso di scendere dall'Episcopio e venire a presie-
dere personalmente la Conferenza. All'entrata di
Monsignore in cattedrale, i chierici dall'orchestra
intonarono un bell'inno in musica ad onor di
S . Francesco di Sales . Quindi il Rev . D . Carma-
gnola Albino, sacerdote salesiano, mandato qui a
bella posta da Roma, salito sul pulpito, dava
principio alla Conferenza ., rendendo così ragione del
perchè si facesse : - Chi si presenta stasera tra
di voi per parlarvi è un umile Salesiano, allievo
e figlio del grande Don Bosco, fondatore della
Società di S . Francesco di Sales . Alla sua vista
voi direte : Perchè mai qui tra di noi questo Sa-
lesiano ? È ben giusto che la vostra dimanda si
abbia una risposta . Ed eccovela. Voi non ignore-
rete come il Rev . sac . D . Raffaele Starace, or
sono parecchi anni, commosso alla vista di tanti
orfani abbandonati sulla pubblica via senza vitto
e senza tetto, e per conseguenza senza educazione
civile, morale e religiosa, iniziava in questa vo-
stra amena e simpatica città un Orfanotrofio ma-
schile . L'opera caritatevole coll'aiuto dei buoni
progredì e già una trentina di orfani sono rac-
colti in quel pio Istituto nel villaggio di Scan-
zano . Ma le esigenze essendo ognor più crescenti
e l'attuale abitazione non essendo capacediun
numero maggiore di orfani, il sullodato D . Raf-
faele, mercè le industrie della carità e del suo
indefesso zelo, acquistato un gaio e spazioso suolo
sul poggio detto di Salaro, ivi pose mano a co-
struire un grandioso edifizio,dicunaprte
già si leva assai in alto e l'altra si sta ora in-
nalzando, e che tutto insieme dovrà servire a
raccogliervi il maggior numero possibile di orfani .
Ora, pensando egli di dare maggiore stabilità al-
losr.'pievDRua,cg
di D . Bosco nel governo della Società Salesiana,
affinchè volesse anche qui mandare i suoi figli a
prendere la direzione e cura del nuovo Orfano-
trofio appena sia terminato . Il sig . D . Rua non
potè rifiutarsi di accettare un'opera così conforme
allo spirito di D . Bosco . Epperò i Salesiani stanno,
per così dire, in procinto di avviarsi anche alla
volta di questa vostra bella città . Era perciò assai
conveniente che venisse qui prima un Salesiano
stesso a darvi conoscenza di questi figli di Don
Bosco che avranno la fortuna di venire a coabi-
tare con voi . Ecco adunque il perchè io mi trovo
in mezzo a voi, ed ecco il primo scopo che mi
prefiggo in questa conferenza : Dirvi chi siano i
Salesiani . Ma siccome compiono sempre le loro
opere coll'aiuto di tante caritatevoli persone, che
sono perciò chiamate col titolo di Cooperatori
Salesiani, così era pur necessario che voi veniste
a speciale conoscenza della Pia Unione dei Coo-
peratori ; ed ecco il secondo scopo di questa mia
venuta in Castellamare e di questa mia confe-
renza : dirvi chi siano i Cooperatori salesiani . -
Premessa questa introduzione e ringraziato spe-
cialmente da parte del sig . D . Rua S . E .R .ma
Monsignor Vescovo e tutti gli altri intervenuti
alla conferenza, entrò a trattare l'argomento pro-
postosi . Svolse il primo punto col narrare per
sommi capi il principio ed il progresso delle opere
di D . Bosco, sia negli oratorii festivi, sia negli
ospizi e collegi, sia nelle missioni estere, ferman-
dosi specialmente a parlare di queste ultime .
Svolse il secondo punto col dire l'origine, lo
scopo dei Cooperatori salesiani, e i vantaggi spi-
rituali e temporali che loro ne provengono . Con-
chiuse esortando calorosamente i suoi uditori a