vamo con ansietà quello che egli avrebbe
voluto dirci . Eravamo soldati in marcia, ed
aspettavamo con rispettoso silenzio gli or-
dini del nostro generale . « Farà un discorso
Una predica ? Ci darà un mondo di avvisi?
Ci stancherà prima di partire? Ci dirà
qualche grave segreto? » Questo sarebbe
il sospetto di quanti non conoscono l'arte di
D . Bosco, di guidarci al bene col farcelo
amare, senza quasi che ce ne accorgessimo .
Dunque che cosa disse? Due semplici pa-
role, che ancora ci risuonano all'orecchio,
malgrado siano già passati tanti anni : « Buon
viaggio, ed a rivederci a Castelnuovo ! »
Poi prendendo il suo cappello in mano, e sa-
lutandoci con atto amichevole, chiuse l'im-
pannata, e si ritirò per discendere . Un vero
subisso di grazie echeggiò da tutte le parti,
mentre la musica dando fiato agli strumenti si
incamminava, e giù pel ridosso della collina .
« Addio, casetta dei Becchi ; addio, cara
chiesuola ! Addio, soavi colline, che il buon
Dio carica d'uva a consolazione dei suoi
abitanti ! Addio, o cortesi abitatori! A rive-
derci, se ci saremo ancora, l'anno vegnente!
Addio anche a te, o fontana solitaria, dove
ci raccoglievamo tutte le mattine per rinfre-
scarci la faccia, e tutti lungo la giornata a
ristorarci dalla sete . Addio, umile cameretta,
in cui nacque il nostro più grande benefat-
tore ! Come ci rincresceva l'abbandono in
cui eri allora lasciata ! »
Oh quanta gente accorreva al nostro pas-
saggio! Molti ci salutavano dalle loro ville ;
ci auguravano un buon viaggio, alzavano la
mano, sventolavano i fazzoletti, e parea che
invidiassero la nostra fortuna . Cessa la mu-
sica, ma non la fanfara, ma non il tamburo .
Questo è il grosso dell'esercito, che attirato
dal suono corre, si diverte, schiamazza, viene
e va quasi senza riposo, come un'onda di
mare .
Maindetrounpoc,equalchevoltavista
d'occhio, arrivava D . Bosco . Ed ecco come . Si
dice, che ai tempi di S . Massimo, chi veniva
a Torino, e desiderava conoscere dove abitava
quel gran vescovo, bastava che osservasse
dove si stavano raccolti in molto numero i
poverelli, chè colà appunto si trovava quel
luminare della fede, della carità e della re-
ligione . Dov'era D . Bosco? Dove maggiore
era il numero dei giovanetti, e dove si ve-
deva ordine, compostezza, raccoglimento, ed
oserei dire silenzio, mentre si camminava, e
tutto d'attorno ci invitava al fracasso ed al
disordine, là è D . Bosco, là trovi D . Bosco .
Eccolo ! chi gli tiene la mantellina , chi è
tenuto per mano, chi si avvicina, e poi dal-
l'onda degli arrivanti è portato via, chi è
respinto indietro, chi prende una parola, e
la seconda gli è impedita, perchè ha perduto
il posto di prima . Ma niuno si lamenta, nes-
suno si inquieta : spera che verrà il suo
turno e che ripiglierà un posto più vicino .
Intanto si va, intanto si divora la via, e
D . Bosco pare insensibile al disagio di quella
posizione, che il suo amore, che la sua be-
nevolenza gli ha creata ; e racconta con gio-
vialità or questo episodio or quello della sua
giovinezza, mentre noi per meglio sentìrlo
l'urtavamo allegramente da tutte le parti .
Non si arrivò a Castelnuovo che verso le 11
circa, e secondo il solito ospitati dal signor
prevosto . La gente, chiamata fuori dalla
musica si raccoglieva lungo la via principale, .
col desiderio di vedere specialmente D . Bosco,
il quale viene adagio adagio . Tardando egli
a giungere, capitava sovente che, non ve-
dendolo subito comparire, si cominciava a
dubitare, che egli non venisse in quel giorno,
o solo più tardi ; e quindi le molte persone
accorse si diradavano, ritornavano alle loro
faccende, con l'intenzione dì uscire di nuovo, .
quando si sentisse a dire che egli giungeva .
Era mirabile allora la premura, e quasi rive-
renza, con cui si facevano sulla porta di casa
le madri, tenendo i loro bambinelli in braccio
e segnar loro D . Bosco . Alcune delle più co-
raggiose, e quelle che potevano ancora aver
conosciuto D . Bosco, quando era stato per
breve tempo vice-parroco a Castelnuovo,
venivano più avanti, dove si mettevano gli
u omini, con ordine qua e là per salutarlo,
e con sicurezza di vedere e di esser ve-
dute . E Don Bosco, con una tranquillità
e cortesia naturalissima , chiamando que-
sto e quello ancora per nome, si mostrava
sollecito di saper notizie del padre, della
madre, del nonno, ecc ., con una precisione
chefacevameravigla tu i,chesiandvano
dicendo : Come si ricorda bene di ogni cosa!
Per andare alla parrocchia bisogna sa-
lire, e noi per la molta gente montavamo
in su con difficoltà . Tutti vogliono vedere
D . Bosco , tutti riverirlo, tutti sapere delle
sue notizie . E D . Bosco, come se nulla lo
chiamasse, ascende adagio adagio, impie-
gando un'ora ed anche di più, per quello
spazio, che dal principio del paese c'è per
a ndare alla parrocchia . Chi si mostrava più
impaziente di questo ritardo pareva fosse il
buon prevosto Cinzano, che aspettandolo in ca-
nonica, tutti i momenti. d: oman« dava È qui?»
Noi eravamo imbarazzati nel dovergli sem-
pre rispondere : « È a metà la via! L'ab
biamo lasciato vicino ai Bertagna . » Il buon
vecchio allora, dando sfogo al suo cuore, di-
ceva : « Sempre così ! Mai fretta! Eppure ne
fa delle cose ! Basta che venga, e poi pa-
zienza se si fa aspettare . » Ed arrivando alla
fine, gli andò all'incontro, gli presentò quel
tal signore, che aveva dormito saporitamente,
e si era rifatto della nottata ai Becchi .
Dopo pranzo, non si è dovuto far poco
per liberarci da quanti volevano l'onore di
una visita nostra . Era comune desiderio di
contentare tutti, ma come si sarebbe potuto
fare? Sul più bello però capitarono due stra-
nezze, l'una di un asino che si ubbriacò, e
l'altra di una seconda edizione riveduta e