Períodíco della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani di Don Bosco
ANNO XXIX - N. 9. Esce una volta al mese SETTEMBRE 1905.
SOMMARIO - Alla vigilia di un nuovo anno scolastico . .
Il nostro tesoro spirituale . . . 256 Albo d'onore dei Direttori e Condirettori diocesani 257 Una data gloriosa 259 Libri ricevuti in dono . . . . 261 Tra i nostri emigrati: Negli Stati Uniti . 261 MISSIONI: Matto Grosso (Brasile): Alla Colonia del Sacro Cuore - Colombia : il nuovo Asilo D. Unia - Equatore : Una nuova stazione di Missione . 263
Elenco di libri di testo . . . . . 267
CULTO DI MARIA AUSILIATRICE: - VII) La Benedizione di Maria Ausiliatrice - Echi della festa titolare - Grazie e graziati . . 268
NotizIE COMPENDIATE: A Valdocco - Dall'Italia: Ancona, Catania, Firenze, Giavino, Iesi, Milano, Penango, Portici, Roma, Sampierdarena, Spezia - Dall' Estero : Alessandria d' Egitto, Lisbona, Tunisi - Dalle Americhe: Mosquera, Rosario . 275
Necrologia e Cooperatori defunti 282
QUANDO si consacrò il Santuario di Maria Ausiliatrice, il carissimo nostro D. Bosco ebbe la consolazione di veder succedersi, a tutte le solenni funzioni dell'Ottavario, continuamente de' Vescovi, non pur a pontificare ma anche a predicare. Il primo a salire il pulpito del nuovo tempio fu Mons. Pietro Maria Ferrè, vescovo di Casalmonferrato, il quale vi predicò la sera stessa del giorno della consacrazione e la sera seguente. Il primo giorno trattò naturalmente della solenne cerimonia compiutasi nel mattino; ma il dì appresso, in quel solenne monumento di religione , innalzato da D. Bosco per accrescere decoro e dare maggior vita al suo istituto tutto rivolto alla cristiana istruzione e santa educazione della cattolica gioventù, il piissimo Pastore di Casale non trovò altro argomento più atto e più importante della necessità dell'insegnamento cattolico.
Non vi fu mai tempo, diceva Monsignor Ferre, in cui si desiderasse e si favorisse tanto l'istruzione della gioventù quanto di presente. Si vuole che i fanciulli anche i più poveri imparino a leggere, apprendano il modo di mettere in carta i loro pensieri, sappiano eseguire le prime operazioni dell'aritmetica, conoscano almeno i fatti principali della storia e non siano al tutto digiuni di fisica, di geometria, di disegno e di molte altre scientifiche discipline. A tale scopo si moltiplicano scuole pei figli e per le figlie non solo nelle città e nelle popolose borgate, ma persino nei più oscuri villaggi ; e si procura che anche per quelli i quali debbano nelle ore diurne e lungo il corso della settimana attendere all'esercizio delle arti e dei mestieri, non manchino le scuole serali e festive... Così cercasi di sbandire da tutte le menti l'ignoranza e diffondere in tutti la luce della scienza e della civiltà. Io, proseguiva il zelante Prelato, certamente non riprovo, nè avverso sì grande premura di estendere a tutti il benefizio dell'istruzione, ma dico che la dottrina della religione deve tenere il primo posto sopra ogni ramo d'insegnamento, non meno pei fanciulli che per gli adulti, non meno per le umili scuole del volgo che per gli istituti più elevati della cólta gioventù... e ciò perchè la cognizione dei grandi dettami di nostra Religione sacrosanta è incomparabilmente più importante di ogni altra coltura! (1).
Approssimandosi l'apertura di un nuovo anno scolastico, ci piace richiamar l'attenzione dei nostri Cooperatori su queste autorevoli parole, vera sintesi dell'idea vivificatrice del sistema educativo di D. Bosco, e nelle quali tutta splende la sublime ed operosa tenerezza dell'anima sua.
L'età nostra, o buoni Cooperatori, è assetata di scienza; e come non ha riscontro colle età precedenti per impulso dato all'istruzione, così non v'è nessun'altra che possa egualmente vantarsi d'aver ridotto di tanto il numero degli analfabeti. E ciò è sua gloria.
Ma se si gira l'occhio su tutta l'Europa e fuori d'Europa, si troverà dovunque questo strano fenomeno, che a lato della scienza e del progresso moderno cammina sempre la miscredenza, e dove quelli più brillano, questa si mostra più audace. Duole il dirlo, ma bisogna riconoscerlo : l'irreligione, la miscredenza, che va desolando tanta parte d'Europa, nasce dalle scuole, si spande dalle Università, dalle Accademie, da quei luoghi in una parola, che sono considerati come centri di luce e santuari delle scienze (1).
E qual n'è la ragione?
La ragione è da cercarsi nella proscrizione della religione dall'insegnamento. Venne bandito dai ginnasi, dai licei e dalle università ogni insegnamento religioso : più nulla che rammenti il nome e che ricordi i doveri e le pratiche della religione. Molte volte persino nei libri che si mettono in mano ai giovani studenti si pone ogni cura nel sopprimere lo stesso nome di Dio per sostituirvi le parole sì elastiche di natura e di leggi naturali (2); e, in molte , famiglie, non v'ha più nulla che parli di Dio e di religione. Tutto si è racchiuso in un angusto materialismo, che ripiega le menti sulla materia, che soffoca le anime; tutto si è ridotto a studiare gli effetti, respingendo sempre persino lì pensiero di salire alla gran Causa delle cause, cioè a Dio.
E appunto da questo fatale ostracismo nasce quell'esquilibrio enorme, che disgraziatamente conduce sulla via dell'incredulità. Novantanove su cento degli studenti d'oggi, anche dei corsi più elevati, in materia di religione non posseggono nulla di più di quella scienza che potevano avere all'età di dieci o dodici anni. Mai che aprano un libro di religione; mai, o rarissimamente, che ascoltino la parola di Dio; mai che si avvicinino ad un uomo che possa illuminarli e dissipare i loro pregiudizi... Com'è possibile che un'istruzione religiosa, così superficiale ed incompleta, abbia a resistere all'urto di tante menzogne che vanno divulgandosi, e di tanti vizi che ammorbano conseguentemente la società? Qual meraviglia se presto si perda la fede, e, spesso, se ne diventi nemici ?
Ogni volta che Dio mette al mondo un fanciullo, mi pare, scrive il Laboulaye (1), d'intendere quella gran parola della Genesi: Sia fatta la luce ! Ma qual luce? Non già quella conquistata o prodotta dagli uomini, ma quella luce divina, che è un riflesso di quella che irradia il volto stesso dell'Eterno, e di cui Egli, creandoci, gettò uno sprazzo sulla nostra fronte. Una volta, questa luce splendeva serena anche nelle scuole più alte, ma ora non si può più avere che nelle scuole e nei collegi cattolici.
Con qual altro mezzo, osserva sapientemente l'illustre nostro pedagogista, sac. dottor Francesco Cerruti, con qual altro mezzo, se non è la scuola cristiana, attingerà la gioventù studiosa quel corredo di cognizioni religiose, che la sorregga contro la seduzione delle perverse dottrine e quella fortezza d'anìmo acquistata con ripetuti atti di sincera pietà cristiana che la renda tetragona alle blandizie del vizio? Sarebbe ben ingenuo chi credesse bastare a tal effetto quell'una o due ore settimanali di catechismo ; questo non equivarrebbe ad altro che ad un bicchier di vin buono in una botte d'aceto. Lo spirito religioso del giovane, osserva lo stesso protestante Keratry (2), non si forma che con la continuazione d'un insegnamento, in cui la divina legge sia ovunque diffusa (1).
Il collegio, come la scuola, è o almeno dev'essere una seconda casa paterna. E come in questa il primo pensiero è di formare l'uomo e tutto l'uomo coll'educarne le triplici facoltà fisiche, intellettuali e morali, quindi il cittadino pei diversi gradi della vita sociale, così in quella il maestro deve riflettere che suo primissimo dovere è di dare all'alunno un indirizzo effettivamente conducente al fine di lui primario, indirizzo che non è possibile, ove la religione, anzichè restringersi ad un'ora o due di Catechismo non sia essa l'anima che avvivi il corpo degli studi e diffonda per tutte quante le membra dell'insegnamento il suo calore , la sua Vita (2).
Poste queste considerazioni , non è difficile il dedurre:
I. Con quanta cura e circospezione i genitori debbano attendere alla scelta di un istituto di educazione pei loro figliuoli. Per assisterli in questo compito, nello scorso numero abbiam dato l'elenco dei molteplici istituti salesiani, ornai disseminati in tutta la penisola, che torniamo a raccomandare ai nostri Cooperatori. Essi sanno quanto zelo portino i figli di D. Bosco nella cristiana educazione della gioventù, e di quali frutti il Signore si degni di coronare le loro fatiche.
Dal citato elenco appare poi chiarissimo il desiderio dei figli di D. Bosco di assistere in tutte le sue carriere la pericolante gioventù. E per questo che hanno aperto, già in discreto numero, anche collegi e convitti per alunni di scuole tecniche e d'istituti tecnici, pur di poter riuscire a completar cristianamente la loro educazione.
II. Ai genitori, che, avendone la comodità, mandano i figli alle pubbliche scuole, sia che questi continuino a dimorare in famiglia, sia che vivano in pensione presso famiglie conoscenti e di provata fiducia, raccomandiamo caldamente di adoperarsi con tutta la loro autorità, perchè i loro figli frequentino regolarmente e con amore le Scuole di Religione, queste benefiche istituzioni destinate ad un altissimo apostolato nei tempi presenti. Dette Scuole possono egregiamente impedire le fatali conseguenze, derivanti dal bando dato all'insegnamento religioso: e, per prescritto pontificio, o si son già istituite, o s'istituiranno quanto prima in tutti quei luoghi ove esistono scuole medie o superiori. Tutti poi i buoni Cooperatori non manchino di favorirle.
III. Per ciò che riguarda l'insegnamento religioso nelle classi elementari, nulla fin qui è stato innovato. Quindi, riaprendosi le scuole, i genitori, o chi per essi, facciano sentire la loro voce, iniziando una petizione breve, semplice, chiedente l'insegnamento religioso. Il Regolamento ministeriale, tuttora, ne fa ad essi facoltà ; se ne valgano adunque esigendo che la religione sia insegnata, e sia insegnata a dovere. Così, almeno nella prima età, la scienza della Religione avrà, anche ufficialmente, quel primato che non le è concesso più tardi.
*
Son questi i pensieri che ci vengono sempre con insistenza alla vigilia di un nuovo anno scolastico, e queste son pure le raccomandazioni che abbian creduto di fare o di rinnovare ai nostri Cooperatori in quest'occasione. Quanto a noi, non mancheremo di assistervi colle nostre preghiere ; ma voi, o buoni Cooperatori e voi pure, egregie Cooperatrici, il cui concorso è bene spesso capace di operar prodigi, dateci la mano per ottenere, che di anno in anno, diventi sempre maggiore il numero dei giovanetti e delle giovanette cristianamente educati.
(1) Ved.: Rimembranza di una solennità in onore di Maria Ausiliatrice, pel Sac. GIOVANNI Bosco.
(1) Cfr. Mons. G. BONOMELLI - Questioni religiose, morali e sociali del giorno.
(2) Non v'è chi non veda l'importanza della scelta dei libri di testo, massime nelle scuole medie : la nostra Libreria ne ha pubblicato anche quest'anno un elenco scelto e copioso : se ne veda l'annunzio a pag. 267 di questo numero.
(1) Discorsi popolari.
(2) L'avenir du Protestantisme.
(1) Le idee di D. Bosco sull'educazione e sull'insegnamento e la missione attuale della scuola. - Lettere due del Sac. Prof. FRANCESCO CERRUTI.
(2) CERRUTI ; Lettere citate. IL NOSTRO TESORO SPIRITUALE
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati, visiteranno devotamente qualche Chiesa o pubblica Cappella o, se viventi in comunità, la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo la intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno l'indulgenza plenaria in OTTOBRE
I° il 1, solennità del SS. Rosario ;
2° l'8, festa della Maternità di Maria Santissima; 3° il 15, festa della Purità di Maria Vergine ; 4° in un giorno scelto ad arbitrio da ciascuno ; 5° nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte ;
6° nel giorno in cui si radunassero a conferenza.
Inoltre (e su questo richiamiamo vivamente l'attenzione di tutti i Cooperatori) ogni volta ch'essi reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità, ed un altro Pater, A ve e Gloria secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella. E queste indulgenze che sono moltissime e tutte applicabili alle anime del Purgatorio, le potranno acquistare tutte le volte, che pei fini indicati reciteranno i suddetti 6 Pater, Ave e Gloria, in qualunque luogo, senza bisogno di confessione e di comunione o di visita, purchè siano in grazia di Dio.
Finalmente torniamo a ricordare, che per l'acquisto delle Sante Indulgenze concesse ai nostri Cooperatori, è richiesta la recita quotidiana di un Pater, Ave e Gloria secondo l'intenzione del S. Pontefice coll'aggiunta dell'invocazione : Sancte Francisce Salesi, ora pro nobis.
all'azione benefica deì nostri egregi Cooperatori e delle nostre zelanti Cooperatrici, D. Bosco, di sempre c. m., si rìprometteva grandi vantaggi per la civile società. Le varie relazioni pervenuteci solamente in questi ultimi anni, non salo di feste religiose in onore di S. Francesco di Sales e di Maria SS. Ausiliatrìce, ma dell'istituzione di comitati salesiani permanenti a benefizio della povera gioventù, dell'impianto di nuovi oratori festivi o di nuovi istituti, e di nuove scuole di religione, ci dimostrano chiaramente quanto bene si apponesse il nostro D. Bosco.
Ma chi è di tutto questo movimento l'anima e la vita ? Il merito va attribuito a molti zelanti cooperatori ed a molte zelantissime cooperatrici , ai signori Zelatori e Decurioni, alle signore Zelatrici, e specialmente ai RR.mi Condirettori e Direttori Diocesani.
A titolo quindi d'onore e di riconoscenza pubblichiamo in questo numero l'albo dei RR.mi Condirettori e Direttori Diocesani, umiliando ad essi, e per mezzo loro a tutti i Cooperatori, i nostri sinceri rallegramenti e le più vive azioni di grazie.
I) PIEMONTE
Acqui - Rev.mo Mons. Negroni D. Francesco. Alba - Rev.mo Teol. Petronio D. Giovanni.
DIANO D'ALBA: Rev.mo Teol. Faletti D. Giuseppe, Condirettore.
Alessandria - Rev.mo Direttore Oratorio Salesiano S. Giuseppe.
Aosta - Rev.mo Maquignaz Can. D. Giuseppe Grato.
» - » Nicco Prof. D. Ubaldo. Asti - Rev.mo Gay Prev. D. Secondo.
» - » Amerio D. Antonio, Vice-Dirett. Biella - Rev.mo Maia Can. D. Eliseo.
» - » Buscaglia Can. D. Basilio, ViceDirettore.
Casale - Rev.mo Ghigo D. Oreste.
Lu : Rev.mo Ganora Prev. D. Alessandro Condirettore.
Cuneo - Rev.mo Mons. Biglia Can. D. Pier Felice.
Fossano - Rev.mo Direttore Collegio D. Bosco. Ivrea - Rev mo Bellono Parroco D. Paolo. Mondovì - Rev.mo Giordano D. Francesco. Novara - Rev.mo Barberis Can. D. Melchiorre.
» - » Rossari Mons. Felice, Direttore onorario.
Pinerolo - Rev.mo Pons D. Valeriano.
Saluzzo - Rev.mo Savio Can. D. Giuseppe. Susa - Rev.mo Verquera Can. D. Francesco. Torino - Em.mo CARD. AGOSTINO RICHELMY,
Direttore Onorario,
» - Rev.mo D. MICHELE RUA, Direttore
Generale.
Vercelli - Rev.mo Salamano Can. Prof. Don Carlo.
» - Rev.mo Ferrero D. Giovanni, ViceDirettore.
Vigevano - Rev.mo Manzi D. Pietro.
II) LIGURIA:
Albenga - Rev.mo Isola Can. D. Carlo.
» - » Mons. Siboni D. Edoardo,
Vice-Direttore.
ONEGLIA : Rev.mo Dominici Can. D. Isidoro
Condirettore.
Bobbio - Rev mo Codebò Can. D. Francesco.
» - » Guarnaschelli Prev. D. Paolo,
Vice-Direttore.
Chiavari - Rev.mo Tealdi Can. D. Domenico. Genova - Rev.mo Mons. Balestrino D. Gian Carlo.
S. PIER D'ARENA: Rev.mo Mons. Olcese Arcip.
D. Francesco, Condirettore.
Sarzana e Brugnato - S. E. Rev.ma Mons. Giovanni Carli, Vescovo diocesano.
Savona - Rev.mo Becchi Can. D. Agostino. Tortona - Rev.mo Mons. Novelli D. Giuseppe.
» - » Orione D. Luigi, Vice-Dir.
Novi LIGURE: Rev.moMeriggi Teol. Prev. D. Siro.
VOGHERA: Quaglino Arcip. D. Andrea.
III) LOMBARDIA
Brescia - Rev.mo Cottinelli P. D. Antonio,
Madonna della Pace.
» - Sig. Minelli Vincenzo, Segretario.
CHIARI : Rev.mo Lombardi D. Giacomo, Cond.
ISEO: Rev.mo Micanzi D. Paolo, Condirettore. Como - Rev.mo Casarico D. Antonio.
Crema - Rev.mo Coti-Zelati Can. D. Agostino. Cremona - Rev.mo Seminari Parr. D. Gaetano. Lodi - Rev.mo Noli-Dattarini D. Enrico.
» - » Dovera Prof. D. Giuseppe, ViceDirettore.
CoDOGNO: Rev.mo Mons. Torresani D. Franc. Mantova - » Marchesi Arcip. D. Amos. Milano - Rev.mo Mons. Balconi D. Francesco Arciprete del Duomo.
» - Rev.mo Direttore Istituto Salesiano S. Ambrogio.
MONZA: Rev.mo Mons. Bigliani D. Giuseppe, Condirettore.
TREVIGLIO: Rev.mo Rainoni D. Francesco Condirettore.
VARESE : Rev.mo Garoni Can. D. Ambrogio Condirettore.
Pavia - Rev.mo Mons. Mariani D. Francesco. » - » Rovida D. Giovanni, Prev. Vice-Direttore.
Sondrio - Rev.mo Miotti Can. D. Alfredo.
IV) VENETO:
Adria - Rev.mo Mons. Valeriano D. Licinio.
ROVIGO: Rev.mo Mons. Bigon D. Luigi. Belluno e Feltre - Bordin D. Gio. Maria Parr. a Feltre.
Ceneda Rev.mo Mons. Carpenè D. Andrea.
» - » Vascellari Mons. Cesare, ViceDirettore.
Chioggia - Rev.mo Zennaro D. Francesco. Concordia e Portogruaro - Rev.mo Mons. Tinti D. Luigi.
Padova - Rev.mo Dal Negro Parr. D. Carlo. Treviso - » Mons. Gian Maria Pelizzari.
» - » Pilotto Prof. Don Romano,
Vice-Direttore.
Venezia - Rev.mo Mons. Previtali D. Giuseppe. » - » » Spellanzon D. Gius. Vice-Direttore.
Verona - Rev.mo Mons. Serenelli Conte D. Fran. » » Grancelli Prof. D. Michelangelo, Vice-Direttore.
Vicenza -Rev.mo Mons. Giorgio Can. De-Lucchi. » - Sig. Cav. Adriano Navarotto, ViceDirettore.
SCHIO: Rev.mo Ronconi D. Ottavio, Condirett. Udine - Sig. Zorzi Raimondo Libraio, Zelatore.
V) EMILIA:
Borgo S. Donnino - Rev mo Bolzoni Can. Don Giuseppe.
Carpi - Rev.mo Malagoli Can. D. Pietro. Guastalla - Rev.mo Mantovani Can. D. Giovanni in Gualtieri.
Parma - Rev.mo Scauri Can. D. Giovanni. Reggio Emilia - Rev.mo Mons. Cavandoli Dott. D. Domenico.
» » - » Cottafavi Can. D. Emilio. Vice-Direttore.
VI) TOSCANA:
Arezzo - Rev.mo Neri Can. D. Pietro. Firenze - » Direttore Oratorio Salesiano. Lucca - Rev.mo Cionetti D. Raffaele.
» - » Bedini Can. Ludovico, ViceDirettore.
Montepulciano - Rev.mo Angelotti Can. Don Alberto.
Pisa - Rev.mo Mons. Zucchelli Can. D. Nicola. Pistoia e Prato - Rev.mo Lucarelli Can. Giu. seppe.
S. Miniato - Rev.mo Mons. Pacchiani D. Geremia, Vie. Gen.
» -- Rev.mo Falaschi Can. D. Guido, Vice-Direttore.
Siena - Rev.mo Corbini Dott. D. Stefano, Parr. Volterra - Rev.mo Valori Prof. D. Dario.
VII) ROMAGNE
Bologna - Rev.mo Carpanelli Mons. Giacomo Parroco.
» - Rev.mo Pedrelli D. Luigi, Parroco, Vice-Direttore.
Comacchio - Rev.mo Direttore Oratorio Sales. Faenza - Rev.mo Pasi D. Domenico, Parroco e Miss.
BAGNACAVALLO: Rev.mo Tallandini Conte D. Lodovico Can. Parroco, Condirettore. Ferrara - Rev.mo Mons. Baldi D. Andrea. Imola - Rev.mo Minganti Can. D. Sante. Ravenna - Rev.mo Mons. Peppi D. Nicola. Rimini - Rev.mo Mons. Maccolini Don Ugo, Parroco.
VIII) MARCHE, UMBRIA e LAZIO:
Acquapendente - Rev.mo Mons. Costantini Don Vittorio.
Alatri - Rev.mo D'Andreis Can. D. Pacifico. Amelia - Rev.mo Leoni Can. D. Vincenzo. Ancona - Rev.mo Gioia Mons. Antonio, Parr. Ascoli Piceno - Rev.mo Mons. Capelli D. Riccardo.
Assisi - Rev.mo Tini Can. D. Andrea. Cagli - Rev.mo Sermosi D. Geremia.
Città di Castello - S. E. Rev.ma Mons. Aristide. Golfi eri.
Corneto e Civitavecchia - Rev.mo Zucconi Don Benedetto, Prevosto.
Foligno - Rev.mo Mancia Salvini D. Galeazzo. Fermo - Rev.mo Capotosti D. Luigi. Montefeltro - Rev.mo Longhi Can. D. Celso. Perugia Rev.mo P. Giammaria Moretti, Barnabita.
Pesaro - Rev.mo Massarini D. Cesare, Arcidiacono.
Roma - Rev.mo Mons. Giuseppe dei Conti di S. Fermo, Direttore Onorario.
» - Rev.mo Direttore dell'Ospizio del S. Cuore di Gesù.
Segni - Rev.mo Centi Can. D. Pietro. Sinigaglia - Rev.mo Mons. Fronzi Can. D. Ettore.
IX) PROVINCIE NAPOLETANE
Andria - Rev.mo Decorato Parr. D. Francesco. Bovino - » Giannini D. Michele. Capaccio=Vallo - Rev.mo Mainenti Can. Don Pantaleo.
Capua - Rev.mo Paoletto Can. D. Giuseppe. Cassano all'Jonio - Rev.mo Mons. Di Giacomo D. Giuseppe.
Castellamare di Stabia - Rev.mo Gambardella Can. D. Placido.
Catanzaro - Rev.mo Rizzuti D. Giovanni Batt. Gravina e Montepeloso - Rev.mo Prof. D. Michele Nardone, Parroco.
Lanciano - Rev.mo Ciaramella D. Ferdinando. Lucera - Rev.mo Mores D. Pasquale.
Melfi e Rapolla - Rev.mo Chiaromonte Canonico Teol. D. Francesco.
Montefusco - Rev.mo Amati Can. D. Ernesto. Molfetta - Rev.mo Alegretta Can. D. Matteo.
TERLIZZI: Rev.mo Guastamacchia Can. D. Francesco.
GIovINAZZO: Rev.mo Rucci Can. Arcip. Don Francesco.
Napoli : Rev.mo Marano Mons. Enrico.
Nicotera - Rev.mo Tranfo Can. D. Francesco. Nocera dei Pagani - Rev.mo Rossi Can. Don Ferdinando.
Oria Rev.mo Carone Can. D. Francesco. Otranto - Rev.mo Maiorano Prof. Don Francesco.
Policastro - Rev.mo Schettini Can. Angelo. Salerno - Rev.mo Reppucci Can. D. Eugenio. S. Agata de' Goti - Rev.mo Ruggiero D. Raffaele.
S. Severo - Rev.mo La Monaca Can. Don Angelo Maria.
Sorrento - Rev.mo Denicola D. Gaetano. Taranto - Rev.mo D'Eredità D. Ignazio. Trivento - Rev.mo Florio Can. D. Nicolino. Troia - S. E. Rev.ma Mons. Paolo Emilio Bergamaschi, Direttore Onorario.
» - Rev.mo Petrilli Can. D. Raffaele. Tropea - Rev.mo Lo Iacono Can. Teol. Don Giuseppe.
X) SICILIA:
Acireale - Rev.mo Pennisi D. Pasquale.
» - » Valastro D. Vincenzo, Condirettore.
Caltagirone - Rev.mo Mineo Janny Can. Mario. Catania - Rev.mo Puglisi D. Salvatore. Cefalù - Rev.mo Valenza D. Gaetano. Girgenti - Rev.mo Lombardo D. Angelo. Mazzara del Vallo - Rev.mo Vinci Can. Don Guglielmo, Parroco.
» Rev.mo Sinacori D. Gaetano, Parroco, Vice-Direttore.
ALCAMO: Rev.mo Rizzo D. Giuseppe. Messina - Rev.mo Mons. Scarcella Giuseppe. Nicosia - » Furno Can. D. Giuseppe. Noto - Rev.mo Serrentini Can. D. Giuseppe.
SCICLI: » Zisa D. Carmelo.
Palermo - Rev.mo Mons. Catalanotto D. Gaetano.
Patti - Rev.mo La Rosa D. Salvatore. Siracusa - Rev.mo Lantieri Can. D. Ferdinando. Trapani - Rev.mo Mondello Can. Fortunato.
XI) SARDEGNA
Cagliari - Rev.mo Piu Teol. Mario, Parroco. Iglesias - » Gavassino Can. Teol. Giac. Ogliastra - Rev.mo Direttore dell'Istituto Salesiano di Lanusei.
XII) ALL'ESTERO:
Gorizia - Rev.mo Mons. Alpi Prof. D. Domenico.
Trieste - » Mons. Petronio Dr. D. Francesco.
Parenzo - Rev.mo Mons. Pesante Gio. Batta.
» - » » Oliva Can. Rismondo, Vice-Direttore.
Capo d'Istria - Rev.mo Bonifacio Can. Don Giacomo.
Pola - Sig. Pavan Giovanni.
Rovigno - Rev.mo Rocco D. Francesco. Fiume - Rev.mo Kukanic Mons. Giovanni. Malta-Valletta - Rev.mo Farrugia Mons. Canonico D. Giovanni.
IL 7 corrente segnerà il sorgere dell'anno due volte secolare della memoranda liberazione di Torino , che preparasi alacremente a festeggiarlo con solennità civili e religiose. Infatti il lungo periodo dell'assedio, onde fu stretta questa città al principio del secolo XVIII, forma una delle più belle pagine della nostra storia civile e religiosa. D. Bosco amava dì raccontarla ai suoi giovani molto frequentemente a loro istruzione e diletto, e noi, associandoci volentieri al giubilo onde Torino si allieterà in questa ricorrenza, godiamo di poter tessere ai nostri lettori la storia del memorando evento, con le stesse parole di D. Bosco.
e VITTORIO AMEDEO II aveva concentrate le sue forze nella sua capitale, assai ben fornita di munizioni. Gli assedianti erano in numero di ottantamila, provvedutissimi di ogni strumento atto a rovinare e distruggere. Per proseguire l'assedio con sicurezza avevano cinta la cittadella di due trincee, una delle quali serviva per difenderli dai colpi degli assediati, l'altra per tenere lontano chiunque tentasse di portare a quelli soccorso....
» In tali pericoli il popolo trovava conforto nella religione, nell'affezione del principe, nella speranza dei soccorsi. Non cessava il concorso alle chiese, ove stava di continuo esposto il SS. Sacramento. I fanciulli andavano in isquadre a lavorare nelle mine ; e qualora accadeva che taluno di loro rimanesse estinto, essi medesimi ne traevano fuori con istento il piccolo cadavere, e lo portavano a seppellire. I parroci, incorraggiati dalle parole e dall'esempio del beato Sebastiano Valfrè, che si faceva tutto a tutti, gìravano per le piazze ad assìstere i feriti ed a confortare i moribondi
» Malgrado l'attività e l'accortezza dei duca ed il coraggio degli assediati, le cose erano giunte ad uno stato lagrimevole. Molte case erano spianate al suolo, molti avevano lasciata la vita o sotto i colpi dei nemici o sotto alle rovine dei tetti; le munizioni da guerra cominciavano a mancare e la fame già facevasi sentire. L'unica speranza dei cittadini e del duca stava riposta nell'aspettazione di un suo cugino, di nome Eugenio, principe di grande valore, che alla testa di un esercito Tedesco marciava in soccorso dei Torinesi
» Vittorio corse ad incontrarlo a Carmagnola con sei mila cavalli e mille fanti. Sì abboccarono in un prato presso questa città alla presenza di tutta la soldatesca. Di là sentendo il rumoreggiare continuo delle artiglierie, che battevano Torino, e pensando alle strettezze a cui erano ridotti i difensori , presero tutte le necessarie disposizioni contro a sì formidabìli nemici. Per distinguere meglio i siti occupati dai Francesi, i due principi salirono sul colle di Superga, che sorge ad Oriente della città. Il duca, alla vista de guasti fatti alle case e alla cittadella, alla vista dei terribili apparati e dell'immenso loro numero, conobbe essere per lui impossibile ottenere vittoria senza una speciale protezione del Cielo. Stava sulla sommità di quel monte una cappelletta dedicata alla Beata Vergine. Amedeo si volge a quella, s'inginocchia, e, pieno di fede, prega così: Se voi, o grande Madre di Dio, ottenete che io disperda i miei nemici, io vi farò innalzare un magnifico tempio in riconoscenza della vostra grazia. Terminata la preghiera, in compagnia del principe Eugenio, scende il piano : ivi i due capitani si uniscono alle proprie schiere, passano il Po, e facendo un largo giro verso la Dora e la Stura, tentano di pìgliare i Francesi alle spalle.
» Mentre queste cose avvenivano, la cittadella era al punto di cadere in mano degli assedianti ; e già una mano di granatieri nemici nottetempo erano riusciti ad aprirsi un passaggio per un fosso senza essere punto veduti. Pian piano si avvicinavano alla porta di un sotterraneo che metteva nell'interno della fortezza. Niun soldato era colà, tranne un minatore Biellese, per nome Pietro Micca, il quale stava con un ufficiale apparecchiando una mina. Il Biellese non potendo opporre valida resistenza ai nemici, delibera in suo cuore una magnanima azione. Vedendo già apparecchiata la mina, risolve di darvi fuoco
Ma questa non era ancora fornita dell'artifizioso apprestamento, si che l'accenditore avesse campo a salvarsi. Non importa. Pietro, riputando essere quella favorevole occasione di dare la vita pel bene della patria, raccomanda la povera sua famiglia all'uffiziale testimonio della sua generosità e soggiunge : Scostatevi e salvatevi; io do la vita, ma spero di salvare la Patria. Dio mi aiuti. Data poscia di piglio ad una miccia, appressa il fuoco a quella mina, e coi granatieri Francesi resta egli stesso sepolto sotto quelle rovine. Questo fatto segui la notte del 29 agosto 17o6.
» Il mattino del 7 settembre Eugenio e Vittorio assalgono i Francesi, i quali dal canto loro fanno prodìgi di valore. Non ostante l'immenso numero e gli acquisti già ottenuti verso la città e la cittadella, sono costretti di venire a combattere a corpo a corpo. Gli assediati, accortisi dei soccorsi del principe Eugenio, tentano una sortita, ed unitisi attaccando i nemìci , ne menano tale strage, che circa 40,000 rimasero parte estinti in battaglia, parte prigionieri. La vittoria fu compiuta ; tutte le artiglierie e le provvigioni dei Francesi caddero in mano dei vincitori. Il duca e il valoroso Eugenio fecero ingresso nella città in mezzo alle acclamazioni del popolo, e, accompagnati dall'Arcivescovo di Torino, andarono alla cattedrale, dove fu cantato un solenne Te Deum in rendimento di grazie per la vittoria riportata.
» Lieto di questo avvenimento e fermo nella sua promessa, il duca stabilì che ogni anno al giorno otto settembre fosse fatta grande festa ; e ordinò la erezione del magnifico tempio di Superga, che venne poi solennemente aperto al pubblico culto dal figlio di lui Carlo Emanuele III succedutogli nel regno... (1).
Così, l'amor di patria, unito alla pratica della religione, cingevasl di si gloriosa aureola, che, anche dopo due secoli, n'è cinta di vivissima luce la nostra Torino. Oh ! la Vergine Benedetta continui a tenere sotto il suo manto questa città da Lei sempre amata, e i Torinesi le sieno sempre divoti, quali furono ìn ogni tempo i loro maggiori. Quanta gloria a Dio, quale onore alla benedetta sua Madre, e quanto vantaggio per la religione e per la Patria !
(1) SAC. Giov. Bosco - Storia d'Italia, pag. 394 e seg.
Mons. GIACOMO COSTAMAGNA: Il servizio di Chiesa - Istruzioni pratiche circa le sacre funzioni e i preparativi, il canto ecclesiastico e le preghiere. - 2a edizione riveduta ed ampliata. - Torino, Libreria Salesiana Editrice, 19o5, L. 0,75
È un giusto volume di circa 250 pagine, pieno di tanta erudizione e di tanta semplicità, che mentre tornerà utilissimo a tutte le case religiose e agli stessi sacerdoti, sarà pure carissimo a tutti i fedeli, ai quali noi lo raccomandiamo calorosamente.
MITIS AURORA: Schizzi e scarabocchi. - Vol. 570 delle Letture amene. - Torino, Libreria Salesiana S. Giov. Ev. Lire 1.
L. MATTEUCCI: Una spedizione al Polo. - Vol. 58° delle Letture Amene. - Torino, Libreria Salesiana S. Giov. Ev. Lire 1.
Mons. G. BERENZO : Enchiridion Parochorum. Manuale di teologia pastorale. - Ediz. 3a. - Tip. del Seminario di Padova, L. 4.
Cali. G. LAGUZZI: La Sacra Predicazione. Commenti razionali. - Mondovì, Tip. ed. Vescovile, L. o,6o. Regula Cleri. - Nova editio. -- Mondovì, Tip. ed. Vescovile, L. 1.5o.
Pel prossimo anno scolastico usciranno .
Principii di Letteratura ad uso delle scuole medie (ginnasiali, tecniche, normali). 2 volumi del dott. GIUSEPPE Puppo, prof. al Liceo Valsalice di Torino. 1° vol. (specialmente per la IV ginnasiale) avviamento al comporre- versificazione e metrica italiana. 2° VOI. (specialmente per la V ginnasiale) Componimenti in poesia e prosa.
Missioni negli Stati Uniti - Un caso singolare di un italiano che voleva far fortuna.
(Lettera del Sac. Ernesto Coppo)
New Jork, 8 maggio 1905.
REVMO SIG. D. RUA,
Eccole l'elenco delle missioni che i Salesiani di New York hanno predicato agli Italiani emigrati negli Stati Uniti.
Prima, in ordine di tempo, si presenta la missione che il sottoscritto predicò da solo nella città di Hartford, capitale dello Stato del Connecticut, nella chiesa di S. Antonio.
Vengono in seguito la missione di Santa Brigida in New York, quella di Hoboken nello Stato del New Jersey, quella di West Hoboken, quella di -Paterson, quelle di Schenectady, di Port Chester, di Rye, di Brooklyn, di Troy, di Utica, di Hartford (seconda), di Paterson (seconda), di Yonkers, di Readsboro Vermont, e di Albany
Se non temessi di riuscir troppo lungo, le direi del gran bene, che colla grazia di Dio si è potuto fare a tante migliaia di poveri nostri connazionali, i quali, durante le suddette missioni tornarono a Dio, si accostarono ai Santi Sacramenti e riformarono la loro vita ; ma per non abusare del suo preziosissimo tempo in ripeterle cose e fatti che ella può facilmente immaginare, mi limiterò a raccontarle un episodio che forse potrebbe essere riprodotto sul Bollettino, per eccitare i lettori a santificare sempre meglio il giorno del Signore.
In una delle suddette missioni mi si presentò un giorno uno dei più assidui uditori, e mi disse
- Padre, se mi permette le racconto un tratto della mia vita, che le potrebbe riuscir utile per altre missioni.
Senz'altro lo invitai a sedersi ed a dirmi quanto credeva, che era ben lieto di ascoltarlo.
Quel buon vecchietto certo non avrebbe difficoltà a permettermi di dir il suo nome e cognome, e di dir anche il nome della sua patria ed il luogo dove si svolse l'episodio della sua conversione ; ma ben potrebbe darsi che di ciò non fossero contenti o troppo soddisfatti alcuni de' suoi stretti parenti, degni di ogni considerazione. Quindi mi terrò pago al racconto.
Il brav'uomo adunque, aveva dato l'addio ai suoi cari in Italia ed era venuto in America colla migliore intenzione di formarsi un buon gruzzolo di dollari che poi, tornando in patria, avrebbe cambiati in biglietti italiani, e quindi in una buona villa, ove condurre una vita agiata. Fin qui, niente di straordinario : era ed è l'intenzione di altre migliaia di Italiani che lo avevano preceduto e che lo seguono nell'immensa Republica Nord-Americana.
Per riuscire nel suo intento accettò volentieri il nobile impiego di straccivendolo col suo indivisibile compagno di straccicompera, e anche qui nessuna meraviglia : quel mestiere gli prometteva dei buoni guadagni, e poi de gustibus non est disputandum. Non meravigliamoci adunque se il nostro connazionale, che fino all'ultimo aveva zappato la terra, ora con un sacco sulle spalle andasse aggirandosi per le vie della città gridando in tutti i toni la seconda parola imparata in America, dopo l'immancabile yes : dapprincipio non poteva convincersi che gli stracci italiani dovessero convertirsi in quel curiosissimo rags; poi finì col persuadersene, specialmente quando alla magica parola gli venivano veramente offerti degli stracci. A dir vero ci volle un po' di tempo prima che i suoi affari prendessero buona piega ; ma la sua costanza e la sua pazienza finirono a farlo trionfare. Passarono dei mesi, ed egli dopo aver ripetuto non so quante migliaia di formidabili rags !!! si trovava prossimo al giorno in cui il suo magro portafoglio si sarebbe rimpinzato per bene. Infatti, era riuscito a raccogliere in un vasto magazzino un'immensa quantità di stracci comperati al minuto per poco più di niente, e gli si presentò l'occasione di venderli ad un prezzo vistoso : si trattava di ricavarne più di mille dollari : e chi pensa che il nostro uomo, con quella somma avrebbe presto aperto un negozio in tutto punto, assicurandosi un avvenire finanziario più che lusinghiero, potrà immaginarsi in quali sogni dorati egli si cullasse ricantando per le vie di *** il suo rags! rags !!!
Ma quanto poco basta per rovinare i più grandiosi disegni, ed abbattere il più splendido avvenire !
Un bel giorno, o piuttosto un brutto giorno, mentre se ne tornava a casa tutto lieto per i prosperi affari della giornata, vede un globo di fumo elevarsi nero nero sul suo magazzino ; spaventato accorre per vedere di che si tratta, e trova... che si tratta nientemeno che della distruzione di tutti i suoi stracci : un incendio in pochi minuti aveva ridotto al nulla tutte le sue fatiche, tutti i suoi sudori, tutti i suoi risparmi, tutti i suoi sogni dorati.
Ommetto la scena straziante che ne seguì, e gli altri corollari di quell'infortunio, per far notare senz'altro che l'amico, riavutosi appena dal male che l'incolse, ricominciò pazientemente la sua opera. Eccolo pertanto di nuovo, col sacco sulle spalle, a cantare e ricantare per tutte le vie e in tutti i toni il famoso rags ! La sua fenomenale perseveranza, la sua invitta laboriosità e la più stretta parsimonia non tardarono a rifornirgli di stracci un altro magazzino ed a ritornargli la prospettiva di un lauto guadagno e di un avvenire assai lieto, quand'ecco un altro incendio, in men che non si dice, riduce novamente al nulla tutte le sue fatiche, tutti i suoi sudori, tutti i suoi risparmi.
Il poveraccio a tanto disastro si caccia le mani nei capelli, e piange come un bambino. Gli passa vicino una signora francese che lo conosceva, lo tocca sulle spalle e gli dice
- Signore, volete che vi dia un rimedio contro gli incendi e qualsiasi altro infortunio ?... Volete che v'insegni io il modo di ripristinare la vostra fortuna ?
A queste parole profferite con tanta persuasione, l'italiano si rasciuga gli occhi e volgendoli verso quella signora
- E di qual rimedio intende ella parlare ? Si figuri, se non sono pronto ad appigliarmi a qualsiasi mezzo per evitare un altro disastro che certo sarebbe la mia morte!
- Ebbene, soggiunge quella buona signora, sentite. Io vi ho sempre visto lavorare nei giorni di festa non meno che nei giorni di lavoro ; e non vi ho mai visto andare alla Messa ; e quando ve ne domandava la ragione, voi mi rispondevate che non ne avevate il tempo. Ora che per ben due volte voi avete trovato il tempo per vedere tutta la vostra fortuna andarsene in fumo, date ascolto a me, bravo uomo, d'ora innanzi smettete di lavorare alla festa, trovate il tempo per andare alla Santa Messa nei giorni festivi, ed il buon Dio comincerà a benedirvi e prosperarvi anche in questa vita.
- Le parole di quella signora, mi diceva il buon vecchio, fecero profondissima impressione sull'animo mio : vi pensai su, e riconobbi che ella aveva ragione. Dacchè avevo cominciato a trafficare negli stracci, non avevo più santificato una festa! Me ne pentii e proposi di cambiar sistema : andai a confessarmi, e ricominciai il mio lavoro ; ma da quel giorno non lavorai più alla festa, nè mai tralasciai di assistere alla santa messa nel giorno del Signore. Ebbene, lo crede, signor Missionario? da quel giorno nessun infortunio più mi venne ad incogliere ; i miei affari prosperarono sempre più, ed io potei fare acquisto di vari edifici in questa città
Il parroco del luogo che era presente al racconto, mi diceva in seguito, che quell'Italiano è senza dubbio uno dei più ricchi suoi parrocchiani, come è uno dei cristiani più esemplari della città.
Reverendissimo signor D. Rua, l'assicuro che il racconto di quel buon vecchietto, che io rividi poco fa tuttora arzillo e pieno di vita, mi fece profonda impressione, e quante volte lo ripetei ad altri, notai che non mancava di un buon effetto. Sono perciò persuaso che potrebbe convenientemente trovar posto anche nel nostro Bollettino, a dimostrare una volta di più quanto il buon Dio benedica anche su questa terra quelli che ne santificano a dovere le feste. Ora voglia compatirmi se riuscii ad annoiarla colla mia povera prosa, gradisca i più cordiali ossequii di questi cari confratelli e dei membri delle care nostre Società, e mi creda il sempre suo
Dev.mo ed obb.mo in G. C.
Sac. ERNESTO COPPO.
Matto Grosso (Brasile)
Altri 90 indii alla Colonia del S. Cuore. - Una fiera epidemia - Molte importanti notizie.
(Lettera del Sac. D. Giovanni Balzola).
Barreiro di Araguaia, Colonia del S. Cuore di Gesù, 25 marzo 1905.
VENERATISSIMO SUPERIORE D. RUA,
NON è ancora un mese che scrissi a Cuyabà dando diverse notizie di questa nostra cara Colonia, tra le quali quella della venuta di una novantina di indii, che essendo stati quasi tutti attaccati dalle pestilenziali febbri del Rio das Mortes vennero a rifugiarsi nella Colonia. Sperava che il cambìamento di luogo dovesse giovar molto, ma era troppo tardi, ed in venti giorni, sedici di loro passarono all'altra vita fortunatamente quasi tutti col Santo Battesimo ; tre soli ne furono privi per esser morti all'improvviso durante la notte.
Amatissimo Padre, il mese di S. Giuseppe quest'anno ci gravò le spalle di molte croci ! Dopo l'arrivo di tanti poveri infelici, la nostra Colonia divenne un ospedale... senza medìci e senza medicine! Che ferite al mio cuore, quando nelle diverse ore del giorno e della notte mi recava a far visita a tanti poveri infermi che gemevano e mi supplicavano di dar loro qualche rimedio, e non poterli accontentare !... Da principio misi mano alle poche medicine che avevamo e a tutti quei rimedii casalinghi che l'esperienza suggeriva, e ìnsieme andava assicurandoli che li avrei raccomandati al Papai Grande (a Dio)... Ma quando la morte quasi tutti i giorni ce ne rapiva uno o due, l'afflizione e lo spavento aumentarono. Feci cominciare una novena a Maria SS. Ausiliatrice dai ragazzi indii, sperando che questi novelli cristiani avrebbero subito ottenuto da così tenera Madre la grazia sospirata, ma invece parve che si volesse provare la nostra fede e la perseveranza dei poveri indietti, perchè si dovette farne una seconda e solo nella terza novena le cose vanno migliorando, avendo la morte sospese le sue visite.
Era triste, amatissimo Padre, l'entrare in certe capanne e trovare famiglie intiere, sdraiate al suolo, che si contorcevano e gemevano pei dolori che l'altissima febbre loro produceva in tutto il corpo! Un tal capitano Kigaddo per es. arrivò con le due mogli, (felicemente gli altri ne hanno una sola) il suocero, la suocera e otto tra figli e cognati; ed in pochi giorni morirono le due mogli, lui, la suocera e il suocero, lasciando tutti gli altri assai ammalati... Questi, grazie a Dio, ora stanno molto meglio.
Mi ricordo anche di un povero bambino, che rimase abbandonato un giorno intiero sopra il petto della madre agonizzante, senza che nessuno potesse aiutarlo... Appena mi accorsi di una scena così straziante, lo mandai a ritirare dalle Suore.... Dopo due ore la madre moriva e il figliuoletto restava del numero degli orfani che l'epidemia ci ha lasciati....
Però anche in questo si vede la protezione del Sacro Cuore di Gesù sopra di noi. Sopra 140 indii che vennero pei primi e che ci furono fedeli, in 18 mesi neppur uno morì ; di questi altri, che venivano soltanto a visitarci di quando in quando e che vollero sempre rimanersene nella loro aldea, tra le foreste del Rio das Mortes, sopra 9o ne morirono già 25, tra i quali i tre capitani che avevano.
Spero che questo servirà di esempio ai superstiti ed a quelli che vanno ancor vagando per le foreste. Però se finora la morte non ci ha rapito nessuno dei vecchi abitanti della Colonia, tuttavia la malattia non ci risparmiò neppure in casa, tanto che tra i colpiti abbiamo il confratello Bertolino che fu agli estremi ; di modo che il Signore ci vuole, come ho detto, provar ben bene. Fiat voluntas Dei!....
26 marzo. - Ieri sospesi di scrìvere a questo punto, dicendo che il confratello Bertolino stette ben grave ; ed infatti ieri pareva che stesse meglio, ma non era che il triste miglioramento che precede la morte... Egli non è più ! Rese l'anima a Dio questa mattina alle due dopo mezzanotte. Che ferita al nostro cuore ! Che perdita per la Colonia, che tanto abbisogna di buon personale ! Il caro confratello si ammalò il giorno di S. Giuseppe, incominciando con forti e continui vomiti che durarono quattro giorni, e poi preso anche lui dalle febbri dovette esserne vittima. La sua malattia fu breve, ma brevissima fu la sua agonia. Quando pareva che non vi fosse più nessun pericolo , entrò subito in agonia ! Io corsi al suo letto, gli feci ancor pronunciare i SS. Nomi di Gesù, Giuseppe e Maria, gli diedi l'assoluzione in articulo mortis, gli amministrai l'estrema unzione ed egli mandò l'ultimo respiro. Morì nella verde età di 26 anni. Non potè ricevere il Santo Viatico, ma era ben preparato alla morte, e finì i suoi giorni da virtuoso Salesiano. Requiescat in pace
S'immagini, amatissimo Padre, la mia triste situazione, ma fiat! ripeto sempre, fiat voluntas Dei! Questa mattina si celebrò messa da requiem, presente cadavere, coll'assistenza degli indii che rimasero molto impressionati e questa sera lo accompagnarono insieme con noi alla sepoltura. Poveri indii ! hanno veduto morire anche uno dei nostri, che alcuni di loro credevano forse immortali; ma almeno hanno visto che le nostre sepolture si fanno come io ho sempre preteso da loro.
Abbiamo fatto il nostro piccolo cimitero a parte, ma in simmetria con quello degli indii, essendo ambidue ai lati della strada principale. Fortunatamente mi hanno ubbidito ed essi pure hanno ultimamente seppellito tutti i loro, come si costuma da noi, anzi io stesso andavo a segnare la fossa e la mandavo a fare e riempire come si deve. Poverettì ! ai primi che morirono fecero tutti i funerali e ceremonie come di costume, ma poi, dietro mio consiglio, finirono per rinunziarvi; e si persuasero che riti siffattì servivano per seminare il contagio fra i sani. In seguito vedremo se si potrà ottenere che più non ne tocchino le ossa ; poichè hanno detto che faranno come io dirò, ma che le ossa di due capitani vorrebbero toglierle di là ed unite a quelle di un altro capitano, sepolte nell'aldea abbandonata, far loro i solenni funerali secondo l'antico costume. Risposi che vedremo più tardi.
Come si vede l'opera del demonio in mezzo a questi disgraziati ! Uno deì loro Bari un sei mesi prima aveva detto, alla stessa nostra presenza, che dopo alcune lune sarebbero morti molti indii. E una notte, durante l'epidemia, andando nell'aldea, trovai questo stesso Bari seduto vicino al fuoco, circondato da tutti gli indii, grandi e piccoli, che stava conversando con le anime e predicendo il termine dell'epidemia. Tutti davano ségni di approvazione a quanto dìceva ; finita la sua diceria, egli passò a dare un forte soffio sulla testa di ciascuno... per allontanarne la malattia. Allora entrai anch'io in iscena e scherzando su quanto il Bari aveva fatto, dissi loro
« Adesso non vi raccomando più al Papai grande e non vi do più medicine, perchè ìl Bari Totò mandò via la malattia. »
Ma essi tutti ad una voce risposero
« Caikimo, Caikimo... No, no, continui pure, non vogliamo che ci lasci! »
Il Bari Totò mi disse poi che l'anima con cui ebbe comunicazione diretta era quella di un indio morto già da molto tempo, e che quest'indio era stato rubato, da ragazzo. da gente civilizzata, e che crebbe con loro imparando a lavorare e far molte cose come i civilizzati, e poi morì e se ne andò al cielo, ove egli era già stato a vederlo. S'intende che era già stato a vederlo in sogno, a cui essi credono molto, molto più se è sogno di un bari. Si pensi, che certe volte, per causa di sogni, giungono a dar la morte ai proprii bambini, specialmente appena nati.
Durante questa epidemia ne soffocarono uno di pochi mesi, perché, dissero, la mamma del bambino sognò che, venendo al mondo, il bambino portò con sè questa malattia che doveva far morire molti indii ; e per conseguenza, per finirla, bisognava ammazzare la povera creatura. Se lo avessi saputo prima , avrei potuto impedirlo, ma lo seppi quando lo avevano già interrato. Ripresi severamente quelle donne che avevano commesso il delitto, ed esse si scusavano dicendo, che il bambino era la causa dell'epidemia e che gli indii avevano ordinato di am mazzarlo. Dìssi loro, che in questo modo sarebbero morti ancor di più, come diffatti successe. I parenti, in questi casi, sono indifferenti ; anzi, come ho detto , le madri stesse, se prima di darli alla luce fanno qualche brutto sogno, ammazzano il neonato. Sto combattendo queste superstizioni, ma è cosa difficile....
Durante quest'epidemia mi trovai più volte ben imbarazzato ; mi consultavano, mi facevamo mille domande, e doveva ricorrere a termini ambigui, come fanno i loro bari, per mantenere la mia autorìtà. Quando al mattino passava per tempo nelle loro capanne per visitare gl'infermi, subito mi domandavano, se c'erano dei morti; se ne dovevan morire in quel giorno, e quanti !... Alla prima domanda era facile rispondere , dicendo : morì il tale o il tal altro ; ma alle altre, cioè se ne dovevan morire in quel giorno, e quanti mi trovava impacciato; tuttavia diceva loro : Solamente Iddio lo sa, ma il tale difficilmente passa la giornata; il tal altro sta molto male, ma oggi non muore, e questa sera vedrò; e grazie a Dio ho quasi sempre indovinato. Di più volevano sempre sapere se omai le morti bastavano, dicendo che, continuando così, sarebbero morti tutti quanti.
L'assicuro, amatissimo D. Rua, che per vivere fra questi poveri selvaggi ci vorrebbero dei santi capaci dì far anche qualche miracolo. Essi vorrebbero proprio vedere qualche prodigio. Poveretti!.... la prima domenica dopo il loro arrivo io non li invitai alla messa, perchè il loro stato di salute mi faceva compassione. Ma ecco che arrivata l'ora della Messa li vedo arrivar tutti, l'un dopo l'altro, chi appoggiandosi ad un bastone, chi facendosi portare, e chi aiutato dalle braccia altrui; fu proprio una scena commovente ; mi pareva dì vedere la piscina probatica. Dopo la messa diressi loro alcune parole di conforto animandoli alla confidenza di Dio e aggiunsi che li avrei raccomandati tutti i giorni al Signore affinchè li facesse guarire; per cui tornarono alle capanne molto contenti. Anche adesso, dopo la morte di tanti , si trovano lieti e contenti nella Colonia, perchè vedono che la malattia non è di qui e muoiono quelli soltanto che son venuti ammalati dall'altra aldea.... e Dio sia benedetto!
Mi accorgo che già ho scritto tanto da annoiarla abbastanza, epperciò faccio punto. Ma prima voglio ancora scongiurarla, amatissimo Padre, di pregare e far pregare assaì per questa difficile missione e di raccomandarla anche alle preghiere e alla carità dei benemerìti Cooperatori. Ci benedica tutti, ma intanto benedica specialmente il
Suo Obb.mo figlio in G. C. Sac. GIOVANNI BALZOLA.
P. S. - Credo che Le avranno già dato la notizia che la nostra Colonia, nell'Esposizione di S. Luigi (Nord-America), fu premiata con medaglia d'argento nella sezione agricola, e con medaglia di bronzo nella sezione istruzione. Deo gratias !
Colombia
Il nuovo Asilo D. Unia per gli orfanelli lebbrosi - La prima vestizione delle Figlie del S. Cuore.
(Lettera del Sac. D. Evasio Rabagliati) Agua de Dios, 11 maggio 1905. REV.MO SIGNOR DON RUA,
Sono qui in questo lazzaretto da un mese, e, Deo favente, domani ripartirò per la capitale. Non Le dirò come ho passato questo mese : ricordi le descrizioni passate relative alla Settimana Santa - processioni, missioni, concorso ai SS. Sacramenti - dovrei ripetere le stessissime cose, rubando a Lei ed a me un tempo prezioso. Ci sono però alcune novità, che metterò qui in compendio un bel dramma : i Due Sergenti, tradotto dall'italiano dal nostro carissimo D. Emilio Baena e rappresentato stupendamente da giovani lebbrosi la prima domenica del mio arrivo : un secondo dramma, Giusta e Rufina martiri, rappresentato con universale applauso dalle figlie di Maria di Agua de Dios, tutte lebbrose
Il frutto della missione fu consolantissimo ; con pochissime eccezioni, tutti i mille e duecento infermi, ed i due mila e più sani che vivono in questo lazzaretto, ricevettero i SS. Sacramenti ; lasciando tuti la lebbra dell'anima, non potendo lasciare quella del corpo. Il giorno della conclusione poi fu di gratissime sorprese per tutti. Prima della messa solenne si benedisse un nuovo altare maggiore, ideato e condotto a termine dal nostro D. Raffaele Crippa che è valente anche in questa parte. Quando cadde il velo che lo copriva, se non si era in chiesa, si sarebbe applaudito con ambo le mani dal numeroso pubblico che era accorso.
Al dopo pranzo si inaugurò l'Oratorio intitolato al primo Cappellano, il nostro D. Michele Unia, di memoria imperitura in questo paese del dolore, come chiamò Agua de Dios un poeta colombiano. I primi ad occupar come padroni l'Oratorio D. Unia, furono dodici orfanelli, lebbrosi tutti, tolti dalle sale dell'ospedale. All'ul tim'ora ne mancò uno, che disse alle Suore di non volervi più andare per motivi che non voleva e non poteva rivelare. Scoperto l' enigma , seppi che il motivo del suo rifiuto era il tìmore di contagiare... il sacerdote Salesiano che si sarebbe occupato direttamente di quei orfani, per certe piaghe purulenti e fetide che aveva nelle gambe. Rassicurato da chi poteva farlo, vi entrò il giorno dopo. Non sono che dodici per adesso gli orfanelli; ma l'edilizio ne può contenere un centinaio, che si sceglierà fra i giovani più bisognosi, a misura che saranno pronti i letti che mancano ancora. L'inaugurazione solenne si farà più tardi, quando il numero dei ricoverati sia al completo.
Quest'edificio, il migliore senza dubbio di Agua de Dios, ben si potrebbe chiamare la Casa del miracolo, poichè s'incominciò e quasi si finì durante i tre anni di guerra, colle limosine raccolte fra i bambinì di tutte le scuole nella Colombia, comprese quelle altre con le quali vollero concorrere spontaneamente gli adulti. A tutt'oggi le spese fatte in quell'edifizio, giungono ai quattrocento mila pesos circa ! E posto che parlo di limosine, debbo aggiungere che anche la cupola della chiesa parrocchiale inaugurata qualche tempo fa, e l'altare maggiore benedetto in questi giorni, il tutto si fece colle limosine spontanee deglì stessi lebbrosi. Ve ne furono di quelli che si sottomisero a digiuni rigorosi e frequenti, pur di concorrere in qualche modo ad abbellire la loro parrocchiale. Che anime buone si trovano mai in questo lazzaretto !
L'ultima sorpresa di quel giorno, e forse la Più sorprendente fra tutte, fu la vestizione dell'abito religioso di tre giovani lebbrose, che col tìtolo dì Figlie del S. Cuore di Gesù si consacravano al Signore, per dedicarsi intieramente al bene dei loro fratelli più bisognosi di loro. (1). Tre altre, si associavano alle prime in qualità di postulanti. La funzione ebbe luogo nella chiesetta dell'ospedale, tutta vestita a festa come nelle più grandi solennità, in presenza di tutte le Suore della Carità del Lazzaretto, dei Salesiani, degli ammalati dello stesso Ospedale, e delle autorità principali del paese invitate opportunamente. Le emozioni che io provai in quell'ora, mi è impossibile il descriverle. Che fecondità ha mai questa nostra Madre, la Chiesa Cattolica, che perfino fra i lebbrosi sa trovar dclle anime che dimentiche dei loro patimenti, trovano forze per votarsi al sollevo delle sofferenze altrui. Queste seì figliuole lebbrose che si consacrano al Signore in questo lazzaretto, non sono che il grano di senapa del Vangelo ; presto lo vedremo germogliare, crescere e farsi albero rigoglioso, carico di fruttì elettìssimi di santità. Gli orfanelli dell'Oratorio D. Michele Unia hanno adesso madri e sorelle che si occuperanno del loro benessere materiale, mentre i figli di Don Bosco si occuperanno del loro benessere spirituale. Ecco una prova di più, che vi è una Provvidenza che tutti ama, tutti protegge senza eccezione di sorta! E basti così, tanto più che la posta è sul partire. Tutte queste feste doveva presiederle nientemeno che l'Eccellentissìmo Delegato Apostolico, Mons. Francesco Ragonesi, Arcivescovo di Mira, che aveva promesso di visitare questo lazzaretto, anche per dare la Cresima a questi cari amici. Inconvenienti di ultim'ora non glie lo permisero ; ma nel telegramma con cui ci dava l'inaspettata notizia, aggiungeva che : quod differtur, non aufertur; il che significa che l'avremo qui presto. Faxit Deus. Addio, amatissimo Padre ; visiterò il lazzaretto di Contratación, subito dopo le feste di Maria SS. Ausiliatrice. Ai piedi di questa Madre, dica ogni giorno un'Ave Maria pel
Suo aff.mo figlio in Corde Jesu
Sac. EvAsIo RABAGLIATI.
(1) Ved. Bolleltino di agosto; pag. 238.
Equatore
Una nuova stazione di Missione.
(Da una lettera al sig. D. Rua.)
Son di ritorno dalla Missione di Pachicosa, dove mi recai in compagnia di tre falegnami per edificarvi una cappelletta ed una casuccia. Mi accompagnò pure il sig. Rinaldo Moscoso, figlio di un ottimo benefattore nostro. Molte furono le difficoltà che ci oppose il nemico d'ogni bene ; ma, grazie a Dio ed a Maria SS., l'opera è compiuta e quando ritorneremo un'altra volta troveremo una piccola casa dove ricoverarci ed una cappella dove pregare.
» Nel cammino ci accompagnò una pioggia continua e torrenziale, che fece crescere smisuratamente i fiumi, cosicchè non si potevano passare senza gran pericolo. E davvero fummo a rischio di perder la vita. Tentammo al ritorno di passare in canoa il fiume Chuchumblesa che per le abbondanti acque era impetuosissimo. Tentai passarlo pel primo, insieme a due falegnami, ma giunti alla corrente, la forza dell'acqua ci vinse e volgendoci la prua ci spinse come un fulmine all'ingiù. A nulla valeva lo sforzo dei remi; volavamo a precipizio nelle acque vorticose. Mi rivolsi alla Vergine Ausiliatrice ed a S. Giuseppe, li invocai con tutto cuore, e con maggior forza incominciammo a remare ; ma inutili sforzi ! D'improvviso un nuovo e più impetuoso torrente d'acqua s'impadronì della canoa, ed in un attimo la vediamo andare a precipizio contro una rupe : abbrividii, chiusi involontariamente gli occhi, e subito si udì un colpo formidabile
« La canoa doveva andare in frantumi, ma la SS. Vergine e S. Giuseppe ci protessero, e si ruppe solo la punta : tuttavia incominciò ad entrarvi dall'acqua. I due compagni che si trovavano a prora, di un salto si misero in salvo sulla sponda, mentre io che stava a poppa non ebbi tempo, e la canoa riprese la sua corsa vertiginosa. Ma il Cielo mi venne ìn aiuto : non so come, potei afferrarmi alla radice di una pianta e vi rimasi sospeso, mentre la canoa continuava ad esser trascinata dalla corrente.
» Corsero i compagni, ed uno per la mano e l'altro per le gambe, mi tirarono in salvo. Ma ahi ! in che stato ! La radice alla quale mi era avvinto, era irta di spine che mi lasciarono molti ricordi ; ma questo fu nulla ; quello che ci addolorava era la perdita di tutte le nostre cose rimaste sulla canoa... Pure che farci? Bisognò rassegnarsi : si perdè pel valore di 106 scudi, ma avemmo salva la vita...
» Quella notte però dovemmo dormir bagnati com'eravamo, e senza ristorarci nè punto nè poco, sulla sponda del fiume. L'indomani non avendo più nulla da caricare, ci fu facile il passar il fiume a nuoto e proseguire il cammino fino alle Jivarie di Gualaquiza. Amato Padre, avesse visto che umoristica carovana ! Chi una cosa, chi un'altra, tutti avevano perduto qualche parte del vestito. Uno era in mutande, un altro senza camicia, tutti senza cappello, ed io senza cappello senza poncho e senza scarpe ! Immagini che bella figura !
» In questo stato dovemmo fermarci alcuni giorni fra i jivari di Gualaquiza perchè il fiume Bomboisa ed un ramo di questo erano assai gonfi ; e quando Dio volle, facendoci coraggio l'un l'altro, coll'aiuto della nostra cara Madonna superammo gli ultimi ostacoli e giungemmo alla casa della Missione.
» L'ingresso fu trionfale.., a piedi nudi, capo scoperto e la vesta talare a brandelli....
» Benedica a noi, amato Padre, ed alla missione di Pachicosa affinché possa produrre frutti abbondanti... »
Gualaquiza (Equatore), 9 maggio 1995.
Ch GIOVANNI DE MARIA Missionario Salesiano.
Ai RR.mi Rettori ed Insegnanti delle scuole medie dei Seminari, agli egregi Presidi, Direttori e Professori di ogni altro Istituto, ai RR. Parroci e Sacerdoti, e a quanti altri possa interessare, diamo l'annunzio che la Libreria Salesiana di Torino ha già pubblicato il nuovo ELENCO DEI LIBRI Dl TESTO per l'anno scolastico 1905-1906.
La scelta dei libri di testo per le scuole è indubitatamente una delle cose che maggiormente preoccupano gli educatori in genere, i padri di famiglia in ispecie. Trovare un libro ben fatto, il quale risponda pienamente alle esigenze dei programmi e delle disposizioni governative, e nello stesso tempo nulla contenga che disdica sotto l'aspetto morale e religioso, sicchè il giovane allievo possa adoperarlo senza pericolo alcuno, è cosa ad un tempo delicata, difficile ed importante. Nell'intento di provvedere a questo bisogno universalmente sentito, il Congresso Salesiano di Bologna fece voto che i Figli di Don Bosco dessero in tempo la maggior pubblicità possibile all'elenco dei Libri di testo, che unitamente al programma scolastico sogliono diramare ogni anno per le loro Scuole Liceali, Ginnasiali, Normali, Complementari ed Elementari.
Anche il Congresso Salesiano di Torino « perchè si conoscano meglio i libri di testo di qualsiasi editore che si possano adottare sicuramente nelle scuole, raccomandò maggior diffusione dell'Elenco dei libri scolastici che per l'Italia si pubblica dalla Salesiana di Torino e per gli altri Stati dalle rispettive editrici Salesiane locali e consta tanto di edizioni proprie quanto di edizioni altrui, purchè ben compilate didatticamente, conformi ai regolamenti e programmi vigenti, e non contenenti cosa alcuna contraria alla religione e alla morale cattolica ».
In ossequio a questi voti, calorosamente espressi da Em.mi sigg. Cardinali e da Ecc.mi Vescovi e da altri illustri personaggi del Clero e del Laicato, noi tenendo innanzi le norme sopra indicate, abbiamo compilato anche pel p. v. 1905-1906 un elenco di libri di testo, sufficientemente abbondante, sì di edizione nostra come di edizione altrui, per le Scuole Liceali, Ginnasiali, Normali, Complementari ed Elementari. Ed ora questo elenco sarà inviato gratuitamente ai nostri buoni Cooperatori, che ne faranno domanda. Essi avranno la bontà di esaminarlo e di sceglierne quei libri che loro paresse interessare, scrivendo per le relative commissioni di acquisto alle Librerie salesiane che si pongono a loro disposizione, e dalle quali potranno avere ogni possibile facilitazione.
Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto del Cristiani. PIO PP. X.
VII. La Benedizione di Maria Ausiliatrice (Ved. Bollettino di Luglio u. S. )
È impossibile narrare ad una ad una tutte le grazie concesse dalla nostra pietosa e potente Avvocata. Dodici volumetti espressamente pubblicati, mille e mille cuori d'argento e d'oro, che scintìllano attorno al suo altare, le copiosissime testimonianze che si rendono mensilmente di pubblìca ragione nelle otto edizioni del Bollettino, non formano l'elenco completo delle meraviglie di sì buona Regina. Bisognerebbe pur conoscere quelle pressochè infinite di genere spirituale, tanto delle altre più preziose, quanto agli interessi della terra sovrastano quelli del cielo ; e insieme bisognerebbe visitare tutti gli altari innalzati ad onore di Lei, poichè tuttì fan lietissima pompa di pegni eloquenti della sua misericordia, e finalmente bisognerebbe consultare gli annali del Santuario e leggere sopratutto nei segreti di Dio. Ma se si vuol notare uno dei mezzi più frequenti con cui la Vergine Ausiliatrìce moltiplica i suoi favori, questo è quello
della sua Benedizione. E certo una gloria non piccola di questo Santuario e di questa Sacra Immagine, che dalle tante benedizioni registrate nelle edizioni autentiche del rituale romano, quell'unica approvata esplicitamente e totalmente ad onore della Madonna, sia appunto in onore e coll'invocazione della nostra Madonna Ausiliatrice. D. Bosco con tale ossequiosa e divota formola, anche prima che venisse approvata dalla Sacra Congregazione dei Riti, ottenne veri prodigi.
Eccone uno.
Era la vigilia della solennità dì Maria Ausiliatrice dell'anno 1877 e l'anticamera di D. Bosco era piena di gente, desiderosa in gran parte di ricevere la benedizione di Maria Ausiliatrice, quando - « entra nella camera d'aspetto una signora di Torino, la quale, anzi che menare, parte strascinava e parte portava una sua figliuoletta di circa dieci anni per nome Giuseppina Longhi. Da qualche tempo soggetta a terribili convulsioni, la povera fanciulla era rimasta paralitica ; non poteva più reggersi in piedi, aveva perduto il moto della mano destra, e da circa un mese anche la parola. Desolati i parenti erano ricorsi a medici, a medicine e ad ogni rimedio dell'arte, ma senza alcun giovamento : onde non solamente andavano deperendo di giorno in giorno le forze fisiche, ma ancora le facoltà mentali. Riusciti inutili i mezzi terreni, i genitori si appigliarono allora ai mezzi celesti. Pertanto, la madre, avendo udito a raccontare le grazie straordinarie, che Maria Santissima otteneva in favore di quelli, i quali la invocavano sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani, fece ancor essa appello alla Vergine Ausiliatrice. Animata dalla più viva fiducia ella condusse in quel mattino stesso la figlia al Santuario in Valdocco, la raccomandò alla celeste Regina, indi la portò a D. Bosco, perchè le desse la benedizione di Maria Ausiliatrice.
» La buona ed afflitta signora, entrata che fu nell'anticamera, pose a sedere la sua piccola malata, la quale mosse a compassione tutti gli astanti. Ella soffriva immensamente, e sebbene la madre le usasse tutte le possibili attenzioni, tuttavia lasciavasi cadere or di qua or di là ; in piedi non poteva stare, seduta neppure
» La desolata madre, venuta dinanzi a Don Bosco e seduta sopra un sofà la figliuoletta, gli raccontò il caso doloroso, e disse che non le rimaneva più alcuna speranza, fuorchè nella misericordia di Dio e nella potente intercessione della Beata Vergine, implorando ad un tempo la sua benedizione. Don Bosco la esortò ad avere fiducia nella pietà di Maria, indi, fatta inginocchiare la madre, impartì alla piccola malata la Benedizione di Maria Ausiliatrice. Ciò fatto, invitò la fanciulla a fare il segno della santa croce, ed essa si dispose a farlo, ma colla mano sinistra.
» - Non colla sinistra, ma colla destra, disse Don Bosco.
» - Non può colla destra, rispose la madre.
» - Lasci, lasci che provi; e rìpetè alla figlia l'invito.
» - Costei obbediente alza il braccio paralitico, e la mano attratta ; se la mette alla fronte, indi al petto, alla spalla sinistra ed alla destra, come se non avesse avuto alcun male.
» - Brava, disse D. Dosco, l'hai fatto bene il segno di croce ; ma non hai dette le parole : ora ripetilo ed accompagnalo colle parole come fo ìo Nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, così sia.
» La fanciulla, muta da circa un mese, scioglie allora la lingua, rifà l'augusto segno e lo accompagna colle parole, e fuori di sè si mette a gridare : - O mamma, la Madonna mi ha guarita.
» All'udire la figlia a parlare così, la madre alzò un grido, e poscia si pose a piangere di gioia.
» - Ora che la Madonna ti ha ridonata la parola, contìnuò D. Bosco, ringraziala tosto e recita di cuore l'Ave Maria ; - e la figliuoletta la recitò con tutta chiarezza e divozione.
» Ma questo non era ìl tutto : rimaneva ancora a provare se potesse stare in piedi e camminare senza sostegno. Invitata a passeggiare per la camera, ella lo fa più volte con passo libero e franco. Insomma, la guarigione era ottenuta perfettamente, e in modo prodigioso. A questo punto, la fortunata fanciulla, non potendo più contenere i sentimenti di gratitudine, che le riempivano il cuore, apre la porta dell'anticamera, si presenta agli astanti che pochi minuti innanzi l'avevano veduta attratta, zoppa e muta, e con disinvoltura superiore all'età sua, e con una parola che pareva inspirata
» - Signori, disse, ringraziate con me la SS. Vergine. Essa con un atto grande della sua misericordia mi ha guarita. Vedete : io muovo la mano, cammino e parlo : io non ho più alcun male.
» Quella vista e queste parole produssero una commozione indescrivibile : tutti attorniarono la fanciulla, e chi piangeva, chi pregava, chi esclamava : Oh gran Dio ! Oh Maria ! Oh che miracolo ! Oh fortunata figliuola ! Lo stesso D. Bosco era così impressionato, che ne tremava da capo a piedi. Dopo essere stata per alcuni minuti oggetto di maraviglia e di gioia a tutta quella gente, la figliuola colla madre scese dalla camera di Don Bosco, ed ambedue si portarono nuovamente dinanzi all'altare di Maria Ausiliatrice, e più colle lagrime che colle parole la ringraziarono dell'ottenuto favore (1). »
Simili, ed anche più strepitose di questa, quante altre grazie si ottennero (e quante altre se ne vanno ottenendo ! ) mediante la Benedizione di Maria SS. Ausiliatrice. La formola di questa benedizione si trova anche nel vostro Regolamento, o buoni Cooperatori; i sacerdoti pertanto si studino di renderla frequente e cara in mezzo al popolo cristiano, ma anche gli altri membri della Pia Unione sappiano, approfittarne con fede in ogni straordinaria contingenza della vita. A titolo di edificazione e di plauso aggiungiamo un ricordo. Una delle particolarità più commoventi delle solenni feste di Maria Ausiliatrice nel suo principal Santuario, è lo spettacolo di fede che dànno numerosissime schiere di divoti che incessantemente riempiono la prima sala della sacrestia! Sapete voi che aspettano, che domandano quei fedelì ?... Tutti bramano di ricevere, per sè, pei loro cari, per le loro famiglie, e per tutti i loro interessi spirituali e temporali la Benedizione di Maria SS. Ausiliatrice!
(continua)
(1) Questa guarigione fu già pubblicata nelle Letture Cattoliche dell'anno 188o, e nei Cenni Biografici del Conte D. Carlo Cays pag. 14 e seguenti. Cfr.: anche il nostro Bollettino anno 1883, mese di gennaio.
Anche nel mese passato, ci pervennero relazioni di feste celebratesi nei nostri paesi ad onore di Maria SS. Ausiliatrice.
Non possiamo trattenerci dell'inviare un plauso speciale ai buoni Cooperatori di Cammarata, che non contenti della festa annuale, celebrata con solennissima pompa, abbracciarono anch'essi la pia pratica di solennizzare il 24 di ogni mese, come si fa nel Santuario di Valdocco, ad onore della nostra potente Ausiliatrice.
Di ogni altra relazione ci dispensiamo di far cenno, per dire una parola di tante altre belle solennità, celebratesi all'estero, specialmente in America. Questa seconda rassegna gioverà, al pari della prima, ad accrescere nel cuore di tutti i Cooperatori la devozione più tenera per la nostra Celeste Patrona, e la più viva confidenza nella sua immensa bontà e nella potente sua intercessione.
Nella Spagna.
A Ciudadela , nelle isole Baleari, la festa di Maria SS. Ausiliatrice venne solennizzata l'ultima domenica di maggio. La novena di preparazione fu predicata per turno dai più valenti oratori locali, con nobile gara e con intenso affetto ; numerosissime furono le sante comunioni nei giorni 24 e 28 ; ma la corona più bella dei solenni festeggiamenti, fu secondo il consueto degli altri anni una processione imponente. Il giornale locale : El Vigìa Católico, dal quale spigoliamo, scrisse : « Non ricordiamo di aver mai presenziato ad una manifestazione in onore di Maria SS., così spontanea, entusiastica e brillante. Degna di nota speciale è la musica eseguita, succedendosi le composizioni d'illustri maestri , quali ad es. Palestrina, Bach, Perosi, Haller, Pancaldi, Pagella, Thermignon, ecc »
Eguale splendore ebbe la novena, e la festa celebratasi la prima domenica di giugno, a Barcellona. Qui pure fu una gara dei più valenti oratori nel cantare le glorie di Maria SS. Ausiliatrice, ed il suo caro simulacro fu portato in solenne trionfo per le vie dell'insigne metropoli della Catalogna ; ov'Ella ha, già da molti anni, un gran numero di fervorosi divoti.
Anche a Salamanca si celebrò il mese con insolito fervore ; la novena fu predicata per turno dai più valenti oratori della città ; la festa fu celebrata il 28 maggio. Molte comunioni, enorme concorso di popolo alla processione, e musica liturgica.
A Bejar, presso Salamanca, il triduo si celebrò nella parrocchia ad istanza dei Cooperatori ; così pure la festa, il giorno 4 giugno. Sull'altar maggiore, sotto un maestoso trono, avvolta in un nimbo luminoso, campeggiava la statua di Maria SS. Ausiliatrice. Vi furono 45 prime Comunioni : e numerosissime altre. La messa solenne fu cantata dal rev.mo arciprete : il discorso fu detto dal Curato Economo « sull'aiuto che la Vergine SS. presta presentemente alla Società per mezzo dell'Opera Salesiana ». Si eseguì una messa del Pagella. Alla processione le vie erano coperte di fiori : vi prese parte tutto il clero della parrocchia con a capo il zelante arciprete.
A Vigo-Pontevedra : si festeggiò il 28 maggio con comunioni generali, prime comunioni, e musica del Bottazzo.
Nel Portogallo.
A Lisbona, per opera degli ascritti all'Associazione dell'Immacolata Concezione fondata nelle Scuole professionali di 5. Giuseppe nel 5o° della Dommatica Definizione dell'Immacolato Concepimento di Maria, S'ultima domenica di Maggio segnò una data memoranda. Vi fu comunione generale di tutti gli ascritti, una divotissima processione ed una solenne accademia, durante la quale, si arsero ai piedi di una divota Immagine di Maria Ausiliatrice, tutte le suppliche e i buoni proponimenti che durante il giorno eramo stati depositati in iscritto, in cappella, ai piedi di Lei. Il segretario dell'Associazione lesse quindi una breve relazione del suo tesoro spirituale, cioè disse degli atti di pietà e di virtù compiuti da tutti i soci durante il mese di maggio, non solo per i loro bisogni, ma anche secondo l'intenzione dei benefattori, e specialmente per ottenere dalla Madonna la grazia di veder ultimato il nuovo edilizio, destinato alle Scuole d'arti e mestieri
Devotissima fu pure la festa celebratasi alla Quinta do Pinheiro, presso Lisbona. La sera, dopo i vespri solenni , disse il panegirico il rev.mo Don Pietro Cogliolo, ispettore delle Case Salesiane nel Portogallo ; e terminate le funzioni, colà pure si tenne una brillante accademia.
Nel Messico.
Dalla Capitale del Messico ci scrivono: - Dopo un mese di preparazione giunse finalmente il 24 maggio. Il primo giorno del triduo, il nostro Ispettore D. Luigi Grandis benedisse, in modo privato, la nuova statua della nostra Madonna, testè arrivata da Barcellona. I giovani, man mano s'approssimavano alla festa, aumentarono il loro fervore, e nel mattino della grande solennità si cibarono dell'Agnello immacolato in numero di 300
» Celebrò la messa della comunione il rev.mo P. D. Giuseppe Marsiliani di Propaganda, il quale rivolse ai giovani tenerissime parole. La messa solenne fu cantata da Mons. Serafico Buonaventura Cerretti, incaricato della delegazione apostolica in Messico. All'evangelo ascese il pergamo D. Matias Usero Torrente ammiratore insigne dell'opera Salesiana, il quale svolse brillantemnte il tema Maria fu in tutti i tempi e in tutti i luoghi l'Aiuto dei cristiani. I vespri solenni cantati la vigilia e la conferenza tenutasi la domenica prima in una delle principali chiese della città, attrassero un numeroso concorso di fedeli.
» La Ciudad de Dios della domenica 28 maggio ha pubblicato una magnifica incisione ed un bell'articolo su Maria SS. Ausiliatrice... »
Il Messico è ornai una delle Republiche Americane più divote di Maria SS. Ausiliatrice : la festa del 24 maggio è celebrata in moltissime parrocchie, per impulso degli stessi reverendissimi parroci, dei decurioni e delle zelatrici dei nostri cooperatori. Ci duole che per ragion di spazio, non possiamo sunteggiare le belle relazioni di Ierez (Zacatecas), Fuerte (Sinaloa), Aguascalientes , Cototlan (Jalisco), San Miguel Allende (Gto), Huejucar (Jalisco), Puebla de los Angeles, Zaragoza (Coahuila), ecc. Ovunque, le dimostrazioni di affetto alla nostra Taumaturga Regina non potevano essere nè più sincere e commoventi, nè più religiose e solenni.
Nel Brasile.
Nel Collegio S. Gioacchino trasportato recentemente da Pernambuco (Brasile) nei pressi di quella città, ad Estaçào Colonia, il 24 maggio si ebbe una comunione generale e 3o prime Comunioni ; e il giorno 28 si celebrò la festa solenne. Prima della messa solenne e la sera, ad una bella accademia che si tenne dopo una splendida processione nell'interno dell'istituto, si eseguì lodevolmente l'antifona Corona Aurea del M. Dogliani, a 25o voci.
A Bahia (Brasile) il 24 maggio si celebrò con grande concorso di popolo e con santo entusiasmo.
Nell'interno dello Stato di Minas Geraes (anche nel Brasile), in una località chiamata Usina a tre leghe di distanza della nostra casa di Cachoeira do Campo, sopra una cresta alta 1200 metri, campeggia in tutta la sua bellezza semplice e devota una cappella dedicata a Maria SS. Ausiliatrice.
La fece costrurre il comm. Carlo da Costa Wigg perchè la Vergine Ausiliatrice dominasse, come Regina, tutta la vallata, e prendesse sotto il suo manto pietoso quella popolazione composta di
Brasileni e di emigrati, intenti ad estrarre dalle viscere della terra il manganese.
Colà il 24 maggio fu festa solenne. Nessuno lavorò. Al rumore sordo delle macchine ed ai lavori faticosi si sostituirono le allegre note della banda, le argentine voci dei fanciulli e delle fanciulle, che facevano risuonare la campagna delle lodi alla Vergine, e le delizie della divozione. Con tutta pompa, nella solitaria Cappella si celebrarono i divini misteri e Gesù Sacramentato vi prese possesso di un buon numero di fanciulli e fanciulle che fecero la loro 1a Comunione. Alla sera l'Immagine della Vergine Ausiliatrice venne portata in processione fra il più grande entusiasmo, intorno alla sommità del colle, fra i canti religiosi di quei buoni lavoratori.
Nel vicino collegio di Cachoeira do Campo la nostra celeste Patrona volle, per la sua festa, dimostrare un tratto della sua materna tenerezza.
Si trovava gravemente ammalato uno degli alunni, tanto gravemente che ormai era svanita ogni speranza di poterlo salvare. Cosa mirabile ! Nel giorno della festa di Maria Ausiliatrice il fanciullo, fino allora gravissimo, si trova fuori di pericolo, e pochi giorni dopo era completamente guarito.
Solennissima poi, il giorno 12 giugno fu la festa celebratasi nel collegio S. Rosa in Nictheroy. Al mattino vi furono 40 prime comunioni nella Cappella dell'Istituto ; ed a mezzogiorno, messa campale ai piedi del celebre monumento, seguita dalla conferenza ai Cooperatori, che in gran numero erano accorsi all'imponente cerimonia.
Nel Centro America.
A S. Tecla, preceduta da un mese divotissimo, particolarmente memorando per la frequenza ai SS. Sacramenti, la solennità di Maria SS. Ausiliatrice venne celebrata l'ultima domenica di maggio, con entusiasmo dei numerosissimi ammiratori delle opere Salesiane. Alla messa solenne, magistralmente cantata dalla nostra Schola cantorum locale, la nostra chiesa inaugurata lo scorso dicembre era piena zeppa di divoti. La brava banda fece servizio sul piazzale, dopo le sacre funzioni.
Il 24 maggio fu solennissimo a S. Salvador. Si tenne conferenza ai Cooperatori, e quindi solennissima accademia ad onore della celeste Ausiliatrice. V'intervenne il fior fiore dell'alta aristocrazia.
A S. Anna, grande solennità nella parrocchia centrale. I piccoli cantori del nostro Collegio San Giuseppe furono assai ammirati per la loro preparazione e per l'armonica fusione delle voci. Tenne la conferenza lo stesso Rev. Vicario, il quale parlò di Maria Ausiliatrice e del suo fedel servo D. Bosco nel modo più tenero ed eloquente.
Della Colombia.
La festa di Maria SS. Ausiliatrice in Bogotà fu divotissima. Dalle cinque alle nove fu una comunione continua. Pontificò l'Eccellentissimo Mons. Delegato Apostolico, che alla sera impartì anche la benedizione col SS. Sacramento. Il concorso dei fedeli fu straordinario. Presero parte alla festa anche Mons. Arcivescovo di Bogotà e il nuovo Vescovo di Tunja.
Ad Ybaguè si celebrarono due feste di Maria Ausiliatrice : una nella casa Salesiana, l'altra nella chiesa cattedrale, che fu un vero trionfo.
Nell'Equatore.
A Riobamba, dove si sta ultimando una nuova chiesa ad onore di Maria Ausiliatrice, la festa, riuscita oltremodo consolante per le numerosissime comunioni, fu resa ancor più commovente per il battesimo di due negri protestanti dell'isola di Giamaica, l'uno di 25 anni, l'altro di 6o. Fu una nuova conquista di Maria, nel giorno dei suoi trionfi. I neo-battezzati, fecero nello stesso giorno la loro prima comunione, assieme a 4o ragazzetti, che si accostavano per la prima volta alla mensa divina.
Ad Ambato, frutto della festa di Maria Ausiliatrice fu la prima conferenza salesiana, che si tenne la prima domenica di giugno nella chiesa di San Domenico, gentilmente concessa dal Superiore P. Zoina, italiano. La chiesa, sebbene non si fossero diramati molti inviti, era gremita. Il conferenziere, il nostro missionario D. Felice Tallacchini, chiamatovi da Riobamba, espose i nostri ideali, esortò alla cooperazione in qualunque modo essa venga fatta, e Maria Ausiliatrice destò subito dei cuori generosi, pronti a darci efficacissimo aiuto. Poichè, finita la conferenza, un signore, che aveva già intenzione di dare ai Salesiani un pezzo di terreno per l'impianto di un oratorio festivo, si degnò prestare la sua casa, perchè subito si desse mano all'oratorio festivo e ad una scuola di religione.
Nel Chili e nella Repubblica Argentina.
Ma se volesimo toccar anche brevemente delle singole Republiche Americane, non finiremmo così presto. Chiediamo quindi venia a tanti buoni divoti del Perù, del Chilì, della Republica Argentina, dell'Uruguay, del Paraguay, ecc., ecc., se siamo costretti a dire sommariamente della pietà da essi dimostrata nelle scorse feste di Maria SS. Ausiliatrice. D'altra parte la fede dei figli di queste Repubbliche nella potenza di Maria SS. Ausiliatrice è ornai nota al mondo intero. Arequipa nel Perù, Santiago del Chili, Buenos Aires, Villa Colon presso Montevideo, son altrettanti focolari perenni di questo soavissimo culto. Altrettanto si dica di Viedma, Punta Arenas e di tutti gli altri centri delle nostre Missioni in Patagonia, dove è più che giusto che ogni solenne omaggio alla gran Madre di Dio, Le sia particolarmente tributato sotto lo stesso titolo con cui è onorata nel Santuario di Valdocco,dal quale partirono le schiere redentrici di quelle terre, un tempo selvagge e ignorate.
Ringraziamenti.
Poichè un'allegata corrispondenza parla di un articolo pubblicato da La Ciudad de Dios di Messico, noi pure ci facciamo un dovere di pubblicamente dimostrare la nostra più viva riconoscenza ai molti giornali e periodici che si occuparono anche questo anno - con tanto affetto e con tanta premura - delle feste di Maria SS. Ausiliatrice; e particolarmente dobbiamo ringraziare l'egregia Italia Reale Corriere Nazionale di Torino, che il 24 maggio pubblicava un bellissimo articolo sul culto della nostra cara Madonna; e gli Annali Francescani di Milano, che nel fascicolo di maggio riserbavano il posto d'onore ad un altro splendido articolo sulla nostra pietosa Ausiliatrice, uscito dalla penna elegante dell'illustre signora Carolina Bertini, nostra Cooperatrice. Ci lusingammo fin qui di poter regalare o l'uno o l'altro articolo ai nostri lettori, ma visto che non ci è concesso, non vogliamo mancare di esprimere alle singole redazioni i nostri più vivi ringraziamenti.
Non si ricorre invano a Maria Ausiliatrice!
Nel settembre scorso rimasi affetta da una fistola e da una glebosia alba dolens alla gamba. Quali fossero i tormenti cagionatimi dall'un male e quali le apprensioni destatemi dalla gravezza del secondo è impossibile dirlo; dico solo che un giorno aveva per me la durata di un secolo. A rendere più atroci gli spasimi, veniva l'idea della necessìtà di un' operazione chirurgica, nonchè il vedermi continuamente attorno l'afflittissima madre, due amate sorelle, lo sposo e gli altrì parenti tutti, i quali si disfaceano in lagrime in vedermi spasimare, senza potermi recare un qualche sollievo. Pregai e feci pregare la Madonna di D. Bosco, con promessa di donarle un anello e di pubblicare la grazia nel Bollettino. Non potevo affidar la mia causa a migliore Avvocata. Il 27 novembre potei dirmi guarita, essendosi la fistola cicatrizzata da sè, senza bisogno di operazione, e la glebosia scomparsa senz'altro. Riconoscentissima verso la Vergine Ausiliatrice, le rendo, benchè un po' tardi, le dovute grazie, invitando tutti i bisognosi a ricorrere alla Madonna di D. Bosco, alla quale mai si ricorre invano.
Ragusa Inferiore, 14 luglio 1905.
GIORGINA CAPPELLO.
Quanto è buona la Madonna di D. Bosco!
Fin dal gennaio scorso fui colto da un tale indebolimento di nervi in tutto il corpo, ma specialmente verso il cuore, unitamente ad una tosse soffocante, da trovarmi ridotto in breve a non poter più nè mangiare, nè dormìre, nè camminare speditamente, nè inchinarmi fino a terra col corpo, nè salire la scala, nè vestirmi e spogliarmi senza sentirmi in ogni movimento soffocare da una terribile mancanza di respiro. Contemporaneamente le mie carni s'andavano distruggendo ogni dì più, producendomi un dimagrimento fatale, foriero di una non lontana catastrofe. Costretto a non lasciare il letto, e le molteplici prove dei medici, più che giovarmi, portandomi a sempre peggiori condizioni, altro non potevo aspettarmi che pagar presto il tributo alla morte, o per lo meno divenire come un tronco inetto ad ogni cosa.
Ma nel colmo della desolazione feci ricorso alla cara Madonna Ausiliatrice, riponendo ìn Lei tutta la fiducia, anzi la sicurezza della guarigione ; quindi spedii un'offerta al revm° D. Rua per una Messa, chiedendo che facesse pregare per me; e pregai come potei io stesso, facendo voto che se avessi ottenuta la grazia, avrei spedito un'altra offerta per una Messa di ringraziamento e per le Opere Salesiane. Ed oh bontà e potenza di Maria! Dal giorno stesso in cui riposi la mia causa nelle mani di Lei, cominciai tosto un sensibile miglioramento, che andò crescendo ogni giorno più, per modo che adesso, scomparsi quasi del tutto i gravi mali suddetti e riacquistato un aspetto il più florido che mai avessi avuto, ad ecce zione di un po' di debolezza precaria, mi sento pressochè ristabilito in salute e ritorno al mio sacerdotal ministero.
Perciò adempio la mia promessa, e desidero che sia resa pubblica sul Bollettino Salesiano la grazia ottenuta. Oh quanto è buona la Madonna di D. Bosco i quante lagrime non risparmia al popolo cristiano che fiducioso la invoca !
Lonigo (Vicenza), 1° luglio 1905
D. LUIGI SIMONCELLI, Curato.
Vorrei invitar tutti a benedirti!
Ai primi di marzo ero costretta a lasciare gli studi ed il collegio per malattia. I medici, dopo parecchie prove, dichiararono che si trattava di nefrite subacuta e bronchite molto diffusa ; caso difficile, chè la cura di una malattia ostacolava quella dell'altra. Si tentarono parecchie cure... ma sempre con infelice successo ; e un esaurimento completo di forze mi conduceva lentamente alla tomba. Conobbi allora la necessità di una grazia per riacquistare la salute e pregai con grande fiducia la cara Ausiliatrice. Si fecero novene e preghiere, in casa da' genitori, in collegio dalle mie ottime superiore e dalle compagne... e la grazia finalmente si ottenne: ora sono in piena convalescenza.
Una volta di più, o cara Ausiliatrice, hai dimostrata la tua materna bontà, ed io vorrei sciogliere a' tuoi piedi un cantico di riconoscenza che tutti invitasse a benedirti, a celebrare la tua potenza, a ricorrere a Te nei momenti difficili !
S. Giorgio Lomellina, 13 luglio 1905. M. PIERINA BONO,
Educanda del Collegio di Nizza Monferrato.
Zavattarello (Bobbio). - L'8 dicembre u. s. fui colpito da polmonite, e qui in paese, quasi contemporaneamente, furono colpite dalla stessa malattia altre quattro persone. Ricevetti gli ultimi Sacramenti, ma il mio pensiero era sempre rivolto con fiducia a Maria SS. Ausiliatrice, e questa buona Madre mi esaudì. Dei cinque malati di polmonite, io solo sono guarito: non dimenticherò mai la mia celeste Ausiliatrice.
2o marzo 1905.
CAVALLERI VENANZIO.
Polinago (Modena). - Due mie nipotine giacevano da lungo tempo ammalate.
La meningite, la bronchite e la polmonite le avevauo ridotte agli estremi; i medici avevano detto che non potevano a lungo sopravvivere, specialmente la più piccola. Allora ricorsi a Maria, feci celebrare una messa al suo altare e le bambine migliorarono sensibilmente ed oramai sono fuori d'ogni pericolo e completamente guarite. La gratitudine mia e dei miseri genitori consolati sarà eterna per Te, o Vergine Ausiliatrice.
CASOLARI ANTONIO.
S. Salvatore Monferrato. - La tuia unica figlia Emilia colta da un forte mal di capo fu costretta a porsi a letto. Visitata dai dottori, dichiararono il caso grave, una menengite. Descrivere la costernazione di tutta la famiglia a tale annunzio mi è impossibile! Nel dolore mi ricordai di essere cooperatrice salesiana e ricorsi con fede all'Ausiliatrice.
Bontà grande di Maria ! Non appena inviai un'offerta al suo Santuario a Torino con promessa di pubblicare la grazia, il pericolo scomparve ed ora la mia Emilia è perfettamente risanata. Compio la mia promessa e desidero che sì tenera Madre sia sempre più conosciuta ed amata!
22 maggio, 1902.
DAVITE ARCANGELA UBERTIS.
Montemagno. - Colpita da forte gastrica, e per sopraggiunta sorpresa da un accesso cardiaco, tanto da temere imminente una catastrofe, chiesi per lettera che venisse incominciata una novena a Maria Ausiliatrice, ed immediatamente si verificò un leggero miglioramento che andò fino alla completa guarigione al termine della novena.
maggio 19o5.
ANGIOLINA STRADELLA.
Torino. - Aveva una cognata molto malata da lungo tempo. Ricorsi con fede viva a Maria Ausiliatrice, promettendo di pubblicare la grazia se la inferma otteneva presto la guarigione e dopo pochi giorni fui esaudita. Piena di gratitudine adempio la promessa, acciocchè sempre più sia conosciuta la bontà di Maria SS. Ausiliatrice.
17 luglio 1905.
MARGHERITA VAGLIA.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:
A*)-Acireale : Pietrina Gressi G., 10. -Alba: Margarita Senesi - Id.: Maria Senesi. - Albo (Novara) : D. Bucciotti Gerolamo, Parroco, io - Alone (Brescia) : Garatti Paolo, 5. - Arnaz (Valle d'Aosta) : Celestina Vallese, 10. - Ayas (Aosta) Ober Jean Pierre f. J. Pierre, 5.
B) - Barra/rauca (Caltanisetta) : Pasquale Bonfirrano, 5.-Bibiana (Pinerolo) : Ramello Maria. - Borgaro (Torino): C. F.- Borgotaro : Peppina Pettenati, S. - Bra (Cuneo) : Andrea Lenta, 9,60. - Breno (Brescia) : Valmi Carolina, 3. - Budrio G. M., 2.
C) - Calascibetta : Elisa Tita Corvaia, io. - Carmagnola : Burzio Maria. - Casal Monferrato : Morano Ermelinda, maestra a Cascine de' Rossi, 10. - Id., Ch. Rondano Vincenzo, 3. - Casale Popolo : Francesco Cremasco. - Castagnole (Treviso) : Giovanni Contò, 2. - Castelrosso Blato Maria. - Id., Bagnelli Andrea. - Cesena B. L. D., 5 - Chambave (Aosta) : Gal Alfonso Maria, 2. - Champorcher (Torino) : Balme Adelaide, 13, e Gautier Cecilia, 8. per « Onore amore e gloria a Maria SS. Ausiliatrice ». - Cinquefronde (Reggio Calabria) : Teresina Moricca, 5 per essere stata liberata da una pustola maligna, ribelle ad ogni cura. - Cirié : F. N. - Cisterna d'Asti : Pavarino Antonio, 5.-Cittadella (Padova) : Giovanni Fabris 15. - Como : Bertarelli Silene ved. Carughi, i. - Costigliole Saluzzo : Caterina Savio Dogliani, 5 ; Id., 2. - Croce Mosso (Novara) : D. Paolo Rinaldi, arciprete, 10, a nome di una pia persona. - Crescentino (Novara) : Anna G., 5. - Cuorgnè Canavese : Una figlia di Maria.
D) Domodossola : Emilio S. Carlo, 10.
E) - Erbè Veronese : Teresa Vanini Finotti, 5.
F) - Fano (Marche) : Una Cooperatrice salesiana, 5 per diverse segnalatissime grazie. - Firenze : Torricelli Giuseppa, 10 ; Id.: Maria Pieri, 5; Id. : Sofia Checchi, 10 ; Id.: N. N., 2.- Frassino (Cuneo) : Soleri Giuseppe di Battista, 8,75.
G) - Galbiate (Brianza) : Paniani D. Oreste, 3 a nome di G. F.; 2 a nome di M. L. per grazie ricevute. - Genova : N. N., 25 ; Id.: Angela Faveto, per la guarigione della mamma da seria malattia, una generosa offerta ; Id.: Larvego Giuseppina Rossi Montaldo.- Greglientino: Manzoni Costanza, io. - Grinzano di Cervere : Costantino Maria nata Giaccone. - Gorgonzola : Boni Carlo, per una grazia importante. - Gubbio (Umbria) : Pisari D. Elio, arciprete, 5.
I)-Invorio Inferiore (Novara) : Ricca Pietro, 2.
L) - La Morra : Anna Maria Bovio. - Licata (Girgenti) : Savio Domitilla ved. Orlando. - Loreto Apretino (Teramo) : Sac. Luigi di Vestea, AbateParroco, io.
M) - Magenta : Suor Natalina, figlia di M. A., 2 per una pia persona. - Mantova : Ulisse Righi, 20, per la guarigione di una sua figlinolina. - Melzo (Milano): Ch. R. Panara, riconoscentissimo. Mineo : A. B. - Modena : Ch. Clemente Ferraguti, 3, per la guarigione della mamma. - Moggio (Como) : Locatelli Daghetta Giovannina, 2. - Mogoro (Sardegna) : Giovanni Arice Ghiani, 10. - Molvena (Vicenza) : Costenaro Valentino, 5. - Mondaditta (Sondrio) : Sac. Giuseppe Mazza. - Monte Urano (Ascoli Piceno) : Federici Maria nata Valorani, 5. - Morelia (Messico) : Sac. Natale Croce, missionario salesiano, a nome della famiglia. Morello : Giordano Giacomo. - Mortaso (Trentino) : Cozzio Catterina, 5, per diverse grazie.
N) - Narcao (Cagliari) : Chiarina Montei. - Negarine (Verona) : Giuseppe Rossi.
O) - Oneglia : Can. Pelato D. Giovanni, 10. - Ortona a Mare (Chieti) : Elisa Lavalle per la guarigione della sua amica Teresa Bevilacqua. - Orvieto : C. Masi, 5.
P) - Padova : Clelia Visonò. - Parco : Lucia Adela, 1,40. - Patro : Teresa Rosmini. - Pedemonte (Verona) : Sempretoni dott. Angelo, 10. - Popoli (Aquila) : Pierina Fantozzi, 2 - Pula (Cagliari) : D. Mulas Paolo, 5.
R) - Ravenna : Berti Carlotta, 5. - Rivalta di Torino . Scorcione Anna, 5,50. - Rivarelo Canavese : Lingcri Pietro. - Rovegno (Pavia) : Cappellini Luigia, 6.
S) - Sabbioneta : M. V., 3. - Saluzzo : Renaldo Catterina. - S. Ambrogio di Torino : Maria ved. del Savio, 2 -S. Maria Versa (Pavia) : Giuseppina Cattaneo, 9,80. - S. Pietro Mosezzo (Novara) Arrigorii Francesco, 5. - S. Stefano Ticino (Milano) : Ch. Barera Attilio, 2. - S. Stefano di Cadore : Dori guzzi Luigi Bozzo, 5. - S. Vittoria di Alba . i Coniugi Montanari per la guarigione d'una loro bambina. - Sampeyre (Cuneo) : Boero Antonio 20. - Scaldasole (Pavia) : Poltroneri Francesco,2 ; Id., Berti Maddalena, 2 ; Id.: Poltroneri Angelo, 5. - Schio : Toniolo Negrin Zoraide, 2,50 ; Id.: Battistella Pasquale, 5. - Serravalle Scrivia :N. N. - Sirene (Como) : Spreafico Redaelli Stella, 2. - Stradella (Pavia) : Parisio Maria, 2.
T) - Tarcento (Udine) : Irma Minisini, 2; Id.: Adele Steccati Rovere, 2. - Terno (Bergamo) Albani Ernesta ved. Navone, 1o ; Id.: Galbusera Geremia, 4 ; Id.: Cortesi Maria, 5. - Tonengo (Torino) : Eusebio Maria, i. - Torino : Occhetti Lucia; Id.: Catterina Cofano, 5 ; Id.: C. L. ; Id.: A. A., Cooperatore ; Id.: Merlano G. Angelo ; Id.: N. N., io ; Id.: Della Valle Maria ; Id.: Ballatore Albina ; Id.: Ferri Lucia ; Id.: Vittoria Alasia Sella, 5o ; Id.: N. N. ; Id.: Peruccati Francesco ; Id.: Annetta Cavallo ; Id.: Adele Bassi Bioglia ; Id.: Buggetti Simone ; Id.: Prelli Giuseppe ; Id.: N. N. - Torretta (Pavia) : Luigia Moscardini, 3. - Trino Vercellese : Teresa Ferraro. - Trofarello (Torino) Mancetto Orsola.- Troia (Foggia): Adele Trincucci.
V) - Valle S. Lorenzo : Bardone Margherita. - Vayes (Susa) : Tessa Melania. - Venezia L. D. B., 2,50- Vercelli : Rita e alfredo Pisani, 5 - Vigevano (Pavia): Bastico Luigia n. Omodei, 3. - Villalvernia (Alessandria) : N. N., 2,50. - Vi novo (Torino) : Chiriotto Domenica. - Voghera Carlotta De Monticelli.
X) - Una Cooperatrice di Lombardia, 25.
1 settembre. - Primo venerdì del mese - alle ore 6 messa con esposizione del SS. Sacramento e benedizione - alle 19,3o prima della benedizione, speciali analoghe preghiere.
8 settembre. - Festa della Natività di Maria SS. Alle 6 ed alle 7,30 messa delle due comunità. - Alle io messa solenne - Alle z6 vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.
10 settembre. - Festa del SS. Nome di Maria - come nel giorno 8.
17 settembre. - Festa di M. SS. Addolorata - come nel giorno 8.
23 settembre. -- Incomincia la novena in preparazione alla festa del SS. Rosario.
24 settembre. - Solenne commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice - La devota funzione si compirà alla messa delle 6 ed alle ore 19,,3o.
29 settembre. - Festa, di S. Michele Arcangelo - Alla messa delle 6 ed alle 19,30 benedizione col SS. Sacramento.
NB. - Sino alla 2a domenica di Ottobre, nei giorni festivi vi sarà nel pomeriggio una sola funzione, alle ore 16.
A Valdocco.
In mezzo ad amici. - La domenica 16 luglio u. s. convenìvano lietamente a Valdocco parecchie centinaia di antichi nostri alunni secolari, e il gìovedì seguente una sessantina di sacerdoti, anch'essi già alunni dell'Oratorio, per assìdersi a mensa col sig. D. Rua e cogli altri Superiori. I dolci convegni, pieni di festevole cordialità, di mutuo affetto, e di sincera riconoscenza, furono, come sempre, resi più belli dall'espressione viva dei più delicatì sentimenti del cuore. Inneggiarono a D. Bosco, al suo Successore e all'Opera Salesiana, nel primo giorno il Can. Berrone, Presidente dell'Unione Antichi Allievi, il Cav. Prof. Alessandro Fabre, VicePresidente, ìl sig. Arduino, e il Teol. Pautasso ; nel secondo giorno parlarono riconoscenti il Can. Anfossi, il Can. Ballesio, il Prof. Fabre e il Cav. D. Arnaldi, che in una bella poesia in dialetto piemontese, rievocò tante care memorie dell'Oratorio. Quasi tutti avevano fregiato il petto del nuovo distintìvo dell'Unione, un grazioso gioiello in metallo dorato con elegantissimo piccolo fiocco dorato, portante nel mezzo le iniziali del nome di D. Bosco, in campo bleu smaltato a fuoco ; distintivo già in uso presso gli antichi allievi di alcune case salesiane dell'Estero.
Gara catechistica. - In omaggio all'Enciclica sull'Insegnamento della Dottrina Cristiana, il 22 luglio, gli alunni artigìani davano nel nostro teatrino un saggio del loro impegno per lo studio del Catechismo.
La festicciuola, tutta famigliare, fu presieduta dal R.mo Successore di D. Bosco, cui facevano corona parecchi Superiori della Casa. I gareggianti, oltre 70, scelti fra quelli che erano meglio riusciti agli esami di catechismo, sostennero a lungo e con franchezza il fuoco delle varie domande incalzantisi senza tregua: e finalmente un'unanime ovazione annunciò la proclamazione del principe, il giovanetto compositore Consonni Giuseppe, che, incoronato dal sig. D. Rua, al suono della marcia reale andò a prender posto sul trono eretto in fondo al palco con allato la sua corte composta dei giovani Ronco Francesco, falegname, primo console, Maccagno Giuseppe, sarto, secondo console, e i giovani Rivotti, Rocca, Cambursano e Maccagno Paolo, alfieri. Negli lntervalli udimmo quattro giovani svolgere In altrettanti studi, quattro questioni di attualità e rispondere in fine alle obbiezioni che venivano loro rivolte dai giudici della gara. A titolo di encomio, registriamo in ordine di merito i loro nomi colle tesi trattate. Il giovane Pìronti Luigì rispose alla domanda : « L'anima dell'uomo è immortale? Oppure morti noi, finito tutto? » Cozzi Mario dimostrò « per quali motivi alcuni non credono alle verità della fede. » Fantoni Giovanni disse « quali sono le Prove principali dell'esistenza di Dio. » Stagni Camillo finalmente, detto «il perchè fra gli uomini v'è tanta disuguaglianza di condizioni », si propose la questione « il socialismo poteva porvi rimedio
Fu davvero un trattenimento serio, e di nobile emulazione.
Ospiti illustri. - Nella seconda quindicina di luglio e nella prima metà di agosto, l'Oratorìo di Valdocco aveva l'alto onore di alcune visite veramente preziose. - Il 27 luglio giungi-va l'Ecc.mo Mons. Nery, Vescovo di Pouso Alegre nel Brasile, uno deì nostri più grandi benefattori e dei più fervorosi divoti di Maria Ausiliatrice. La sua diocesi venne da lui consacrata alla nostra celeste Patrona, e il pio Pastore ne porta l'augusta Immagine impressa sopra il suo anello episcopale.
Il primo di agosto ci onorava di una preziosissima visita Sua Ecc. Rev.ma Mons. Mariano A. Espinosa, Arcivescovo di Buenos Aires. I lettori sanno benissimo di quanta riconoscenza siano legati i figli di D. Bosco a quest'Eccellentissimo Presule , che si trattenne vari giorni con noi, visitando le nostre Case di Torino e la tomba di D. Bosco in Valsalìce.
Il 12 agosto poi, chiamato in patrìa da particolari bisogni, dopo 33 anni di vita apostolica nel Brasile, passava per Torino ìl zelantissimo sacerdote italiano Mons. Giovanni Filippo, fondatore e benefattore munifico di due case salesiane a Guarantinguetà nel Brasile.
E facile comprendere qual sia stata la nostra gioia nel poter dimostrare a così grandi benefattori la nostra sentita riconoscenza : riconoscenza che loro professiamo nuovamente, insieme coi più vivi ringraziamenti per le loro dolcissime visite.
Solenne distribuzione dei premi. -- Il quìndici agosto, presieduta da Sua Eccellenza Rev.ma. Mons. Giovanni Cagliero e dal sig. D. Rua, presenti molti benefattori e parenti dei nostri giovanetti, veniva proclamato l'esito degli esami finali deglì studenti, e si distribuivano premi ed attestati di onore ai più distinti. Lesse il discorso di occasione ìl prof. D. Marocco salesiano, che, toccando della vita del Cervantes, lo additò ai giovani come modello di virtù, di lavoro, di fermezza dì carattere e di amor di patria. Il Direttore rilevò con soddisfazione l'esito felicissimo degli esami di religione, poichè gran parte gli alunni riportarono il dieci con lode ; e segno a particolari applausi furono i giovanetti Bartoli Nazzareno, Gavazza Domenico, Gioffredi Eugenio, Malinverni Giuseppe, Savio Giuseppe e Zanetto Giovanni che ebbero il premio speciale di eccellenza per ottima condotta tenuta in tutto il corso ginnasiale. Il lieto trattenimento, fonte sempre di nobile emulazione, si chiuse con belle parole del sig. D. Rua e la benedizione di Mons. Cagliero.
Dall' Italia.
ANCONA - L'Istituto salesiano di Ancona il 27 giugno riceveva una visita di Mons. Cagliero, al quale si volle improvvisare un po' di festa, onorata dalla presenza dello stesso Em.mo Card. Arcivescovo di quella città e di numerosi sacerdoti, signori e signore. Mentre Sua Eminenza e Monsignore, insieme coi numerosi intervenuti, prendevano posto nei seggi loro destinati, gli alunni dell'istituto intuonarono un inno del Rossini.
Subito dopo Mons. Cagliero prese la parola e ringraziando Sua Eminenza e tutti gl'intervenuti, disse che fino in America gli erano giunte notizie dell'Istituto salesiano di Ancona, ed era ben lieto di aver potuto appagare, con la sua visita, uno dei suoi più vivi desiderii ; maggiormente lieto, perchè alle gravi difficoltà che per questa casa fin dall'inizio eran sorte, vede contrapporsi un numeroso stuolo di alunni, eloquente prova della sua attività, ed una non meno numerosa schiera di cooperatori e cooperatrici che sotto la guida di Sua Eminenza sapranno certamente superare gli ultimi ostacoli.
« Ricordo, egli disse, nel 1876 la mia prima visita fatta a Buenos Aires nel sobborgo del porto. Poco mancò che non cadessi vittima di un'aggressione , tanto accanimento v'era in quella gente contro la persona del sacerdote. Con l'aiuto di Dio, ora in quella stessa località sorge una delle più grandi Case salesiane che educa un numero immenso di ragazzi, ed un vastissimo tempio, il quale, pur iniziando le sue funzioni alle 4 del mattino, è sempre ed in ogni ora gremito di popolo. Questi miracoli della Divina Provvidenza che abbiamo veduto ripetersi in altre parti d'America, in Spagna, nel Portogallo ed in altre molte regioni, mi fanno sperare che quanto prima accanto a questa casa possa sorgere il bel tempio del quale sono già compiute le fondazioni, e che l'Istituto , completando esso pure la sua costruzione, possa offrire a molti e molti giovani, oltre all'insegnamento di sane dottrine, l'ammaestramento nei diversi mestieri. »
Finì col ringraziare Sua Eminenza, le signore e i signori, ed i giovanetti ; ai quali vivamente raccomandò di incitare i loro compagni a frequentare l'Istituto ed a rendersi così degni figliuoli di quell'Ancona che deve dimostrare non improprio il suo titolo di Città della Fede.
Sua Eminenza rispose ringraziando Monsignor Cagliero delle gentili parole a lui rivolte e raccomandò ai cooperatori la loro assistenza per questa opera a lui sommamente cara. Che le paterne raccomandazioni dell'Em.mo Card. Manara, al quale tanto deve l'Opera salesiana in Ancona, abbiano a tradursi in benefici effetti per l'opera stessa !
CATANIA - All'Oratorio salesiano. - Martedì, 20 giugno u. s., ebbe luogo nell'Oratorio salesiano
S. Filippo Neri una festa carissima. S. E. il Card. Francica Nava allietava quell'Oratorio di sua presenza, ricevendo l'omaggio di una solenne accademia in suo onore. Questa si svolse nel cortile dell'Oratorio, convertito in un vero salone per arazzi, festoni, drappi, trofei di palme e di bandiere. Facevano corona a Sua Eminenza l'Ispettore Don Francesco Piccollo , molti canonici , sacerdoti , signori e signore e un nugolo di giovani tripudianti. Tanto la parte letteraria che la musicale fu egregiamente sostenuta dai giovani dell'Oratorio medesimo coadiuvati dalla banda dell'Istituto salesiano.
La seconda parte della festa fu la distribuzione dei preziosi doni che S. S. Pio X si .degnò inviare nello scorso dicembre alla Scuola di Religione, istituita in quell'Oratorio, perchè fossero distribuiti in premio ai migliori per studio e condotta. I magnifici doni del Papa erano esposti presso il trono di S. E. il Cardinale, e consistevano in grandi medaglie d'oro, d'argento e di bronzo recanti l'effigie del Santo Padre, e in un pregevole orologio d'argent-broulé con lo stemma di Papa Pio X in rilievo. I doni vennero assegnati conforme al risultato delle tesi, svolte appositamente dai giovani della Scuola Superiore , le quali furono esaminate da una commissione composta dal rev.mo Can. Prof. Vinci, dal Direttore e dall'Insegnante della scuola. Ciascun lavoro era firmato da un motto, ripetuto poi in apposito biglietto recante il nome del concorrente, chiuso in busta suggellata. II Direttore dell'Oratorio lesse la relazione della Commissione esaminatrice, e man mano che si proclamavano i varii motti degni del premio, il Cardinal Nava ne apriva le buste corri spondenti e, letto il nome del vincitore, gli consegnava il premio pontificio fra gli applausi dei presenti.
A titolo di onore riferiamo i nomi dei premiati
r° Premio : Medaglia d'oro, al motto : Veni, vidi, vici - Calabrò Vincenzo, studente.
a° Premio: Orologio d'argento, al motto: Viva Gesù nella Mensa Eucaristica - sig. Mensa Nunzio, studente in medicina.
3° Premio: Medaglia d'argento, al motto: Roma gridai e l'eco ripetè Roma - sig. Francesco Patanè Barbagallo, studente in scienze.
4° Premio : Medaglia di bronzo, al motto : Fides - sig. Luigi Tartaglia, liceista.
Sua Eminenza si degnò pure premiare gli alunni delle scuole serali dell'Oratorio, apponendo egli stesso le medaglie al petto dei giovanetti operai. In fine ebbe per tutti parole di lode e d'incoraggiamento, che furono coperte da frenetici applausi. Una festa così cara sarà sempre ricordata col più vivo piacere , e dalla bontà di Pio X e del loro Cardinale Arcivescovo i giovani dell'Oratorio salesiano di Catania avranno sempre nuova e forte spinta al bene.
FIRENZE - Nell'Istituto Salesiano dell'Immacolata , in via Fra Giovanni Angelico , l'ultima festa religiosa dell'anno scolastico fu dedicata, come di consueto, al Patrono dei giovani, S. Luigi Gonzaga; e si celebrò il 16 luglio. Nel mattino, alla messa della comunità numerosissime furono le comunioni. Alla sera, la processione della parrocchia di San Salvi fece sosta dinanzi all'ingresso principale del collegio ove sorgeva un piccolo altare adorno di ceri e di fiori, e col Santissimo fu impartita al popolo la Benedizione. Nel cortile poi del collegio furono incendiati variati e graziosi fuochi d'artificio, al suono del concerto dell'istituto, e così ebbe termine la lieta giornata , preceduta da un triduo predicato dal M. R. Padre Benedetto Pescetto delle Scuole Pie, il quale pronunciò pure il panegirico del Santo.
Il giorno 20, terminati gli esami finali, ebbe luogo la solenne distribuzione dei premi agli alunni studenti, artigiani ed ai giovani dell'Oratorio festivo. Numerosi accorsero i parenti degli alunni e i nostri benevoli Cooperatori. S. E. il sig. Procuratore del Re, che si degnò presiedere l' atto solenne, aggiunse col suo intervento decoro alla premiazione stessa, e gli porgiamo i più sentiti ringraziamenti. Il giovane M° Santoro diresse la nostra banda, la quale eseguì diverse belle composizioni del Maestro stesso; e il Direttore dell'Istituto lesse un forbito discorso, nel quale, con solidi argomenti ed esempi tratti dalla storia e dagli uomini illustri, dimostrò che alla prosperità vera non basta l'ingegno, ma occorre anche la bontà. Come di solito, canti e poesie, quelli egregiamente eseguiti e queste ben declamate, resero più vario il simpatico trattenimento. L'Istituto Salesiano di Firenze abbraccia le classi elementari e ginnasiali, e varie scuole professionali, tra le quali ha acquistato, in pochi anni, un bel nome la sezione di tipografia.
GIAVENO. - Educatorio Maria Ausiliatrice. - Nel mattino del 24 luglio, nell'Educatorio Maria Ausiliatrice in Giaveno ebbe luogo la solenne distribuzione dei premi alle allieve delle classi elementari e del corso complementare, che maggiormente si segnalarono per condotta, studio e lavori femminili. Si diedero anche premi di musica e di canto. Fu una festa scolastica riuscitissima, allietata da numeroso concorso di cittadini e di villeggianti, presieduta dall'on. Boselli, dal Prof. Francesia, dalle Autorità civili ed ecclesiastiche della città di Giaveno. L'on. Boselli ebbe parole di sincera, di calda lode per le insegnanti e per le alunue ; parole che devono essere riuscite ad ognuna di altissimo incoraggiamento e di dolce compenso, dopo tante fatiche.
L'Educatorio, situato in posizione amena - sulla salita della borgata Buffa - da cui si gode del pittoresco panorama dei monti e della valle spaziosa, favorito di locali ampi, ariosi, pieni di luce e di sole, da cortile, da giardino, da porticati bellissimi, presenta un ambiente famigliare, un dolce luogo di affetto, di pace e di lavoro, in cui le giovinette, le bambine non avranno certo motivo di sentire la nostalgia delle cure della mamma.
IESI - Mons. Giov. Cagliero, Arcivescovo tit. di Sebaste e Vicario Apostolico della Patagonia, giungeva a lesi la sera del 23 giugno. Erano ad aspettarlo alla stazione il rev.mo Vicario Generale rappresentante il Vescovo Diocesano , Superiori ed alunni dell'Istituto salesiano colla banda musicale, molti del clero cittadino e buon numero di Cooperatori ed ammiratori delle Opere salesiane. L'indomani Mons. Arcivescovo consacrava sacerdote un salesiano nella cappella dell'Istituto, sfarzosamente addobbata : e la sera dello stesso giorno teneva in duomo una conferenza sulle Missioni della Patagonia.
La domenica seguente, che si volle sacra a Maria SS. Ausiliatrice, Monsignore celebrò la messa della comunità , e alle io assistette alla messa solenne cantata dal novello sacerdote. All'Offertorio lo stesso ecc.mo Monsignore disse uno splendido discorso sull'eccellenza del Sacerdozio cattolico. A pranzo, nella vasta platea del teatrino, facevano lieta corona a Mons. Cagliero Mons. Vescovo G. B. Ricci, il Priore del Capitolo della Cattedrale Mons. Filipponi, i Parroci della città e vari signori Cooperatori. All'agape tenne dietro una riuscitissima accademia musico-letteraria, al termine della quale parlarono commossi Mons. G. B. Ricci e il Direttore dell'Istituto.
La sera poi si svolse una bella processione coll'Immagine di Maria Ausiliatrice, alla quale presero parte Mons. Cagliero , i Canonici con molti sacerdoti, i RR. PP. Cappuccini, i Minori, i seminaristi, i giovanetti interni ed esterni ed una folla di signori e signore. Prima della Benedizione col SS. Sacramento, nell'ampio cortile Mons. Cagliero prese ancora una volta la parola inneggiando alla celeste Patrona delle Opere salesiane. L'indimenticabile solennità fu coronata da scelte armonie della banda salesiana, dai fuochi artificiali e da una bella illuminazione. Maria SS. Ausiliatrice benedica ognora all'Opera salesiana a Iesi.
MILANO. - Una bella solennità. - Nel magnifico salone dell'Istituto dei Ciechi in via Vivaio, il 21 giugno u. s. si tenne una festevole ed eletta adunanza presieduta dall'Em.mo Card. Arcivescovo, dall'egregio Sindaco Senatore Ponti e dal rappresentante del Prefetto, Cav. Simoni. Si trattava di fare omaggio al nobile pensiero della Camera di Commercio della città, che assegnava una medaglia d'oro all'Istituto Salesiano, non solo come fondazione di pura beneficenza, ma come centro cospicuo d'insegnamento d'arti e mestieri ; e di distribuire le quattro medaglie d'argento messe a disposizione di quegli allievi che si erano segnalati nell'ultima esposizione dei lavori. Perciò l'avv. Filippo Meda in un vigoroso ed elevato discorso illustrò assai opportunamente il significato della festosa riunione e pose in rilievo l'opera dei Salesiani « che mentre è gloria della Chiesa, è anche gloria italiana ; e che sorta per iniziativa di quel grande che fu Don Bosco, ci rimane quale espressione perenne delle idealità germoglianti ai piedi della Croce e irrorate dal Sangue del Martire divino. »
Merita di essere segnalato il generoso concorso della valente Scuola musicale di Milano, diretta dal maestro Revere, e quello veramente gentile della nobile signorina Lavelli De-Capitani, dalla magnifica voce di contralto, che cantò squisitamente alcuni a solo. Così come sempre, si fece ammirare per la fusione, freschezza e vigoria, la Schola Cantorum dell'Istituto. Dopo sentite parole del cav. Romanoni della Camera di Commercio, incitanti i giovani a mantenersi nella via del bene e dell'operosità e a mostrarsi grati ai loro educatori e benefattori anche nella loro condotta avvenire, seguì la distribuzione delle medaglie d'argento ai quattro alunni che se l'avevano meritata. Momento che, reso più efficace dalle alte persone che condecoravano di loro presenza sì bella cerimonia, destò nel pubblico una viva commozione.
- Nello stesso mese di giugno ebbe luogo nella basilica di S. Stefano la gara catechistica dei giovanetti degli Oratori Festivi della città. Presiedeva il Card. Arcivescovo, avente ai fianchi i Monsignori Brera e Limonta, membri della Commissione arcivescovile per gli Oratorii : come esaminatori sedevano Mons. Balconi, il prevosto Locatelli e D. Giuseppe Magri.
Venti Oratorii presero parte alla gara; quasi tutti gli altri vi erano rappresentati. Erano interrogati i chiamati alla gara da Mons. Arciprete della Metropolitana, dal Prevosto di S. Stefano e dall'Assistente dell'Oratorio di S. Carlo. Trentasette furono gl'interrogati, divisi in due schiere e presi da tutti gli Oratorii concorrenti. Tra l'esame di uno schema e dell'altro, e mentre facevasi lo scrutinio, la scuola di canto dell'Oratorio della Sacra Famiglia sotto la direzione del benemerito assistente D. Alessandro Agnati compì con diligenza alcune esecuzioni musicali.
Terminato lo scrutinio, risultò tra gli operai primo premiato Ridolfi Luigi dell'Oratorio Salesiano in via Copernico, e fra gli studenti Attilio Bonasi dell'Oratorio di Santa Maria degli Angeli. Ricevettero il premio d'onore in medaglia d'argento da Sua Eminenza, ed ebbero posto d'onore vicino al trono.
NAPOLI - All'Istituto del S. Cuore di Gesù al Vomero - Una commovente e simpatica festa si svolgeva la domenica 16 luglio, in quell' Istituto, e S. Luigi dal cielo avrà certamente svolto uno sguardo di speciale compiacenza sopra quell'eletto drappello di giovanetti che lo festeggiavano con tutta la divozione e l'entusiasmo della loro età. Alla messa della Comunione celebrata dal Direttore dell'Istituto Salesiano di Caserta che pronunciò anche alcune parole d'occasione, un bel numero di giovani convittori e di allievi dell'Oratorio festivo fece la Prima Comunione con edificante fervore. Nel pomeriggio sotto il porticato del pian terreno dell'edifizio, bellamente trasformato per la circostanza in teatrino, alla presenza di molti benefattori e benefattrici dell'Opera Salesiana, si svolse un attraente programma di declamazione e di musica. Fu soprattutto gustata la lepidissima farsa dei fratelli Reffo "Un'avventura ai bagni di Viareggio" messa in scena con brio e disinvoltura speciale dai giovani del locale Circolo sportivo S. Luigi. Chiuse il trattenimento la distribuzione dei premi ed attestati di lode ai giovanetti che più si erano distinti nella frequenza all'Oratorio festivo, nello studio del catechismo, negli esercizi sportivi e per buona condotta. Più tardi si raccoglievano nuovamente nella linda cappella per sentire dal labbro del nostro confratello prof. D. Luigi Caligaris le lodi dell'angelico S. Luigi, e la benedizione del SS. Sacramento suggellava in quei teneri cuori la buona risoluzione di volere, degli esempi di lui, far la norma della loro vita. Coll'innalzamento di parecchi globi aerostatici, accompagnati dalle liete manifestazioni dei giovani, ebbe termine l'indimenticabile giornata, che specialmente quelli a cui Gesù si comunicò per la prima volta con tutta l'abbondanza delle sue grazie, ricorderanno come la più bella della vita.
PENANGO - Feste Giubilari nel Collegio Salesiano. - Compiesi quest'anno il 25° anniversario della fondazione del Collegio Salesiano di S. Pio V. Un Comitato di antichi allievi appositamente costituito volle ricordare questa fausta circostanza coll'erezione di un busto al nostro venerato fondatore D. Bosco, e scelto il giorno in cui i giovani tedeschi, che attualmente occupano il collegio, celebravano la festa del S. Cuore, diramò una circolare-invito agli antichi alunni, che quasi tutti aderirono con entusiasmo mentre in buon numero convennero personalmente per commemorare, il 6 luglio u. s., la bella ricorrenza.
La sera antecedente giungeva il venerando Successore di D. Bosco accolto festosamente tra lo sparo dei tradizionali mortaretti, il suono giulivo delle campane e gli entusiastici applausi dei giovani convittori e di quei buoni popolani, mentre la banda del Collegio faceva echeggiare i più allegri concenti.
La memoranda giornata si svolse colle consuete funzioni religiose che ricevettero particolare splendore ed efficacia dall'edificante contegno dei presenti, nonché dalle note armoniose e toccanti di puro stile sacro, che echeggiavano sotto le vòlte della gentile cappella trasformata con gusto delicato ed artistico dalle mani dei tedeschi in un vero eden di divozione.
L'ispettore D. Giulio Barberis parlò del SS. Cuore di Gesù, invitando tutti con accento commovente a rifugiarsi con fede ed amore in quel Cuore divino come in un asilo di pace e di sicurezza.
All'agape fraterna sotto l'ampio portico, riccamente addobbato, facevano ricca corona a D. Rua le autorità del paese e cospicue persone del Clero e del laicato dei dintorni, e gli antichi e nuovi alunni dell'Istituto.
Brindarono applauditissimi fra gli allegri intermezzi della banda musicale, il cav. Minoglio, rappresentante il Sindaco; il Vicario Don Garavelli, sempre lepido ed indovinato ; il poeta estemporaneo Teol. Lupano ; il rev. D. Capra per gli antichi allievi, e numerosi alunni nelle varie loro lingue germana, slovena, croata, polacca, ecc.
Cordiali parole di ringraziamento a tutti i presenti rivolse il Direttore attuale, che diede pure comunicazione delle numerose adesioni pervenute, fra cui quelle di Monsignor Manacorda, nativo di Penango, e dell'ecc.mo Monsignor Gavotti, vescovo diocesano.
Un altro superiore fece una succinta relazione del Collegio che, in quest'ultimo lustro, occupato dai Tedeschi, diede più di 8o vocazioni alla Pia Società Salesiana, e fra gli applausi sorse a parlare per ultimo il sig. D. Rua, che ebbe paterne parole di incoraggiamento e di consolazione per tutti.
Splendida riuscì l'accademia d'occasione in cui l'arte musicale, le lettere e le varie favelle d'Europa gareggiarono nell'inneggiare al S. Cuore di Gesù ed all'opera di D. Bosco. Vanno segnalati in particolar modo gli elevati e concettosi discorsi commemorativi del giubileo d'argento dal parroco di Grazzano D. Capra e dal maestro Manacorda di Penano. Sempre attesa e religiosamente ascoltata, pose termine la semplice parola del rev.mo nostro Superiore Generale, che si rallegrò della buona riuscita della festa e dall'insieme delle circostanze seppe trarre i più utili ammaestramenti per la mente ed il cuore di tutti gli intervenuti, i quali certo serberanno imperitura memoria di questa bella giornata, coronata da una splendida illuminazione generale, fra i più entusiastici applausi al S. Cuore, a Don Bosco ed a Don Rua.
PORTICI (Napoli) - A Villa Scuotto - Preceduta da devoto triduo, la domenica 18 luglio, celebravasi con solennissima pompa la festa di S. Luigi Gonzaga, anche nella cappella di Villa Scuotto, nella ridente Portici, dove si è da poco istituito un nuovo Oratorio festivo. Affollatissima fu la chiesetta sia alla messa prima, che a quella celebrata dall'Ispettore delle Case Salesiane Napoletane, il quale, prima di distribuire la santa Eucaristia ad un buon numero di giovanetti dell'Oratorio, che per la prima volta s'accostavano alla Mensa degli Angioli, volle rivolger loro brevi ma affettuose parole, che fecero grande impressione nel cuore di quei buoni fanciulli. Un breve e vario trattenimento musico letterario tenuto dinanzi ai giovanetti e a numerose illustri e benemerite persone, coronato dalla distribuzione dei premi ai giovanetti più assidui, poneva termine alla lietissima festa.
Il Direttore dell'Oratorio tratteggiando gli immensi benefizi che derivano alla gioventù dà simile istituzione , fe' rilevare, che il posto dell'Oratorio festivo di Portici non è il più adatto allo scopo trovandosi esso troppo lontano dall'abitato, per cui riesce troppo incomodo ai bravi giovanetti che vorrebbero frequentarlo con maggiore assiduità. Gli applausi con cui l'eletto uditorio fe' ecco ripetutamente alle parole del Direttore, ci fanno fondatamente sperare, che presto si potrà trovare un luogo più acconcio per un'istituzione così acconcia e benefica per tanti giovanetti.
ROMA. - Distribuzione dei premi agli alunni studenti ed artigiani dell'Ospizio del S. Cuore di Gesù. - Il 19 luglio, nelle ore del pomeriggio, alla presenza di S. Em. il Cardinal Francesco di Paola Cassetta, di S. Ecc. Mons. Giov. Batt. Nery, Vescovo brasiliano, di Mons. Todini e di altri illustri personaggi, ebbe luogo nell'ampio cortile dell'Ospizio la solenne premiazione agli studenti ed artigiani. Degno di menzione il programma svariato ed interessantissimo per la sua novità e pei criteri pratici con cui venne compilato; presentando nella parte accademica saggi delle scuole di canto, banda e declamazione, i quali davano ai presenti un chiaro concetto del grado di coltura e della bontà di esecuzione d'ogni singolo punto. Notiamo il classico Sanctus della Missa Lauda Sion di P. L. da Palestrina come saggio della Schola cantorum, la sinfonia nel Barbiere di Siviglia del Rossini, come saggio della scuola di banda, e ben scelte composizioni in prosa e in poesia, recitate con vero brio d'arte dai più piccoli degli alunni.
I premiati furono moltissimi: e con vera soddisfazione dell'animo vogliamo constatare un continuo progresso d'anno in anno nel sistema pedagogico adottato, specie per quanto riguarda gli artigiani, cui risponde un proporzionale progresso da parte degli alunni. Quest'anno si cominciò anche a conferire i Diplomi d'operaio a quegli artigiani che avendo compiuto il loro tirocinio, ossia il tempo necessario per apprendere la propria arte, furono dalla competente giuria giudicati operai. Fra i nomi che fregiavano il prezioso diploma spiccava quello dell'illustre artista romano il comm. Cesare Aureli. Lo stesso Em.mo Cardinale Cassetta, impressionato e commosso dalla opportunissima istituzione, all'atto della proclamazione, dette il segno dell'applauso, che, nell'entusiasmo della sua intensità, palesava la generale soddisfazione.
E dal lato degli studi parlino le cifre. Su 46 presentati alla licenza elementare ben 40 furono promossi, di cui 6 artigiani su 7 che si presentarono. Non crediamo necessario aggiungere parole diuanzi alla consolante realtà di tanti ubertosi frutti d'educazione, che sproneranno, ne siamo certi, i nostri benefattori a continuare il loro aiuto all'Ospizio del S. Cuore, il quale è destinato a far tanto bene in pro degli orfanelli di Roma.
SAMPIERDARENA. - Nella Parrocchia di S. Gaetano, ufficiata dai nostri confratelli di Sampierdarena, anche quest'anno riuscirono solennissime le feste al Santo della Provvidenza. Da ogni punto dell'industriosa città vi accorsero come ad un pellegrinaggio i devoti, accostandosi alla Sacra Mensa. La Messa della Comunione generale venne letta dal Rev.mo Arciprete della Matrice, Mons. Francesco Olcese, Condirettore diocesano dei nostri Cooperatori. Pontificò la Messa solenne, assistito dal Parroco di N. S. delle Grazie, dal Direttore delle Suore Franzoniane e da altri benemeriti sacerdoti, Sua Eccellenza Rev.ma, Mons. Giovanni Cagliero. Il tempio, illuminato da mille lampadine elettriche, artisticamente disposte, era un incanto. La musica, strettamente liturgica, fu eseguita dalla nostra Schola cantorum, accompagnata all'organo dall'egregio M° Rossi di Bolzaneto. Disse il panegirico il predicatore della novena, sig. D. Menegatti, efficace oratore. Alla sera, dopo i vespri, un'incantevole illuminazione, improvvisata nelle adiacenze della parrocchia, trattenne una folla stragrande.
- La mattina del 7 agosto, Mons. Cagliero presenziava la premiazione agli alunni dell'annesso Ospizio. Assistevano moltissimi sacerdoti e numerose distinte famiglie della città. Il programma, vario ed attraente, del saggio che precedette la premiazione, fu egregiamente eseguito: i premiati furono in gran numero, e questo è il più bell'elogio alla diligenza di quei bravi giovinetti ed alla competenza dell'Istituto.
SPEZIA. - Al Santuario della Madonna della Neve sul viale Garibaldi, il 5 agosto u. s., si celebrò con l'usata solennità la festa titolare. Degno di particolar menzione il meraviglioso concorso dei fedeli, convenuti, per antica consuetudine, anche dai paesi vicini a venerare la miracolosa Immagine, che da tempo immemorabile è speciale Patrona della città.
La novena fu predicata con eloquenza e con frutto dal rev.mo D. Giuseppe Corona, Proposto di Fosdinovo ; alla vigilia il viale Garibaldi, splendidamente illuminato, fu animatissimo fino a tarda ora ; e le funzioni del giorno solenne furono onorate dalla presenza di S. E. Rev.ma Mons. Angelo Fiorini, Vescovo di Pontremoli, assistito dal rev.mo suo Vicario Generale Mons. Botticafoni, dal rev.mo Mons. cav. Podestà, Abate mitrato di Chiavari, e
da moltissimi Parroci e Sacerdoti della Diocesi. E la festa non solo rivestì ogni splendore di pompa esteriore, ma fu piena in tutto il senso della parola ; poichè non poteva desiderarsi una frequenza maggiore ai SS. Sacramenti. Mons. Vescovo di Pontremoli, come afferma il corrispondente dell'egregio Cittadino di Genova, da solo ebbe la consolazione di distribuire la S. Comunione a più di 2000 fedeli. La parte musicale, scelta e ricchissima, fu eseguita con precisione e con buon effetto dalla nostra Schola cantorum.
Il lunedì seguente, 7 agosto, ebbe luogo nelle annesse scuole S. Paolo una splendida accademia musico-letteraria per la distribuzione dei premi a quei nostri alunni, alla quale, insieme con quanto vi ha di più eletto nella migliore società spezzina, intervenne anche S. E. il Senatore Ammiraglio Morin, comandante in capo del I° Dipartimento.
All'Estero.
ALESSANDRIA D'EGITTO - All'Istituto D. Bosco, nel mese di luglio u. s., ebbe luogo un solenne trattenimento accademico per la distribuzione dei premi. Erano presenti il sig. Console Generale d'Italia, Barone Acton e Consorte; S. E. il Vice-Governatore accompagnato dal sig. Benaducci Bey, il sig. A. Ralli della Municipalità ; il sig. A. Schiarabati Bey del Contenzioso dello Stato, il sig. Salone, il sig. C. Verità, il Prof. Vera, il comm. dott. Torella, il dott. Colloridi, l'avv. Volpini e molte altre notabilità della colonia italiana. Il programma piacque assai, e i giovani attori eseguirono con vera maestria e sentimento le delicate frasi del melodramma Colombo fanciullo. Il sig. Console volle a sè i numerosi alunni che conseguirono la licenza elementare, e consegnar loro di sua mano il relativo diploma ; fra questi ve n'erano alcuni appartenenti alla sezione artigiani.
- Il 12 maggio, lo stesso Istituto aveva l'onore di una visita di S. A. R. il Duca degli Abruzzi. L'arrivo, con gradita sorpresa del Duca, fu annunziato dagli squilli della marcia reale. Al termine di questa S. A. passò come per rivista dinanzi agli alunni: quindi in una sala, convenientemente addobbata, ascoltò un indirizzo ed accettò un mazzo di fiori offertogli da un bambino: gli alunni eseguirono un bell'inno di circostanza. Quindi S. A. R. visitò il locale ; e nel congedarsi, tra gli applausi entusiasti degli alunni e le note della marcia reale, espresse la sua più viva soddisfazione pel progresso dell'Istituto, aggiungendo delicatamente di aver visitato altre case salesiane nell'America del Sud, e di averne sempre riportato la migliore impressione per le accoglienze avute e pel consolante sviluppo di quelle istituzioni.
LISBONA - Costante sviluppo dell'Opera Salesiana - É proprio confortante lo sviluppo continuo dell'Opera Salesiana a Lisbona. Parte del nuovo imponente edifizio, nel quale saranno trasportate le Scuole d'Arti e Mestieri dell'Istituto S. Giuseppe è omai compiuta. Di qui appare la generosità costante dei buoni Cooperatori di Lisbona. Fra questi è da annoverarsi l'eccellentissima signora Contessa Das Antas, che da molti anni impiega quasi tutta la sua attività a benefizio dell'Opera nostra e dei nostri alunni. Ultimamente la piissima e munifica signora donava all'Istituto uno splendido vessillo bianco-ceruleo, su cui è impresso il motto espressivo : Virtude e Trabalho : Virtù e Lavoro ! All'esimia signora e a tutti gli egregi benefattori dell'Opera Salesiana in Lisbona le più elette benedizioni del cielo e la nostra più viva riconoscenza.
- Anche gli alunni corrispondono egregiamente alle speranze dei loro benefattori. Il bel numero di quelli che quest'anno vennero solennemente premiati, n'è la più bella prova. La cerimonia fu presieduta dall'Ecc.mo Mons. Macchi, Nunzio Apostolico, e da altri ragguardevolissimi personaggi.
TUNISI (AFRICA) - La prima Comunione nella Parrocchia del S. Rosario - L'otto maggio era fissato per la prima Comunione dei fanciulli e delle fanciulle nella Parrocchia del Santo Rosario. Al mattino, il cielo coperto da densi nuvoloni non dava a sperare una giornata quale da tutti si desiderava; ma di lì a poco, si dissipò ogni nube, e la giornata divenne una delle più splendide della fiorita stagione. Centosettanta fra fanciulli e fanciulle, una delle quali aveva ricevuto il battesimo la vigilia della festa, vestiti gli uni in nero e colla bianca coccarda al braccio sinistro, le altre in bianco e la fronte adorna di rose, circondati dai parenti, aspettavano ansiosamente che si aprisse la porta del Tempio. Il momento venne, e la Chiesa fu subito interamente gremita; la semicircolare e spaziosa tribuna si trasformò in un affollato anfiteatro, ed i ragazzi e le ragazze, assistiti gli uni da due sacerdoti, e le altre dalle RR. Suore Vicenzine e da un'egregia maestra, presero ordinatamente il posto prefisso.
Intanto suonavano le 7 1/2 e il Parroco Don Lorenzo Prandi, preceduto da vari sacerdoti e da numeroso clero, uscì dalla sagrestia per celebrare la Messa. Il carattere raccolto della chiesa, la sua situazione appartata, le proporzioni sue graziose e quella luce velata cadente dall'alto, in un col raccoglimento delle fanciulle' e de' fanciulli comunicandi e le dolci armonie dell'organo infondevano sull'animo di tutti una dolce commozione ch'è impossibile descrivere. Dopo l'Offertorio, il celebrante, secondo l'uso, ricevette le torce dei comunicandi. Quindi, s'incominciarono a leggere gli atti di Fede, Speranza e Carità, intercalati da cantici religiosi; e giunse al fine, il sospirato istante della Comunione. La leggiadra schiera ascoltò prima un bel fervorino che il Curato disse in lingua francese, e poi s'accostò alla Sacra Mensa Eucaristica con vero raccoglimento. Alla Comunione dei giovani seguì quella dei parenti, i quali vollero così condividere la gioia de' loro figli, e poi quella ancora di quanti l'anno precedente vi s'erano accostati per la prima volta. I brevi istanti del segreto ringraziamento furono addolciti dalle sublimi melodie dell'organo e quindi interrotti dalle preci di ringraziamenio.
Finita la Messa si coronò la magnifica e commovente funzione mattutina con due brevi discorsi, l'uno in italiano, in francese l'altro, per esortar tutti quei giovinetti, e italiani e francesi, a serbare grata memoria del giorno più bello della vita.
Come pur si costuma, alle 3 pom. le fanciulle ed i fanciulli comunicati si trovarono nuovamente in parrocchia circondati da una maggior folla di fedeli e di parenti, per la rinnovazione dei santi voti battesimali , per la consacrazione alla Beatissima Vergine, e per ricevere il Sacramento delle Cresima. A meglio disporre i giovani cuori a tali atti, un Padre Domenicano, invitato a dire alcune parole d'occasione, improvvisò un discorso pieno di tanta unzione che destò la meraviglia di tutti. Quindi si ricevette colla migliore solennità Sua Ecc. Rev.ma Monsignor Combes, Arcivescovo di Cartagine e Primate d'Africa, accompagnato dal Segretario, rev. sig. Forconi e dal Curato D. Prandi. Si cantò tosto l'inno Veni Creatore quindi nel più profondo silenzio, risuonò la chiara, classica, e sempre affascinante parola di S. Ecc. Rev. che com'ebbe finito di parlare prese ed amministrare la S. Cresima, coronando la religiosa funzione colla trina Benedizione del SS. Sacramento.
Dalle Americhe.
MOSQUERA (COLOMBIA) - di questa Casa Salesiana della sua origine e del suo primo ed illustre benefattore, così scrive il Sac. Colombiano D. Rodolfo Fierro al rev.mo signor D. Rua : - « Anni sono, quando la casa destinata alla formazione del nostro personale in Colombia era a Fontibón, nei giorni festivi, due chierici andavano a Mosquera a far il catechismo ed attendevan all'Oratorio. Il sig. Fonseca Lorenzo e la sua degna sposa, signora Concezione R. de Fonseca accudivano i catechisti, ed efficacemente coadiuvati dalla gran Cooperatrice, signora Dolores Groot de R., sostenevano l'Oratorio coi loro doni. Così si fece la conoscenza coi signori Fonseca.
» L'umido clima di Fontibòn, era poco propizio alla salute; decisero allora i superiori di trasferir l'istituto altrove, e posero gli occhi sulla casa del Fonseca. Ampia, bellina, in magnifico sito, con accanto cortili atti ad ampliamenti quando fosse d'uopo, in un villaggio che per forza prenderà molto sviluppo date le splendide condizioni di salubrità e posizione, era la più conveniente. Ma, costava un po' più di centomila franchi ; donde farli sortire? Per allora si fece di necessità virtù.
» Volsero pochi anni e la signora di Fonseca morì. Noi per altro neppure si pensava più alla casa Fonseca ; si era stabilito di fabbricare altrove, sebbene assai difficile.
» Nelle feste, fatte in onore del Sacro Cuore sul principio del secolo, s'accrebbe il fervore nella nostra casa, e da noi si chiedea istantemente una nuova dimora. Nell'anno seguente, la divozione aumentò, e si moltiplicavan le suppliche al medesimo fine ; ed ecco precisamente nella novena del Sacro Cuore, presentarsi al nostro carissimo Ispettore, D. Evasio Rabagliati, il sig. Fonseca e dirgli « lo non ho figli, la mia sposa morente mi manifestò il desiderio ch'io legassi la nostra casa ad un'opera di beneficenza ; non voglio aspettare fino alla mia morte per far la carità ; so che loro ne avrebbero bisogno, la prendano dunque. »
Ella può ben immaginare, amato Padre, la nostra riconoscenza al Sacro Cuore, e quanto s'accrescesse la nostra divozione, vedendo così mirabilmente esaudite le nostre preghiere. D'allora in poi il Fonseca fu per noi più che un benefattore, un padre. Quella sua frase : "Non voglio aspettare fino alla mia morte per far la carità", risuonava nel nostro cuore con armonia indicibile, e divenne materia di profonde meditazioni e di edificanti commenti.
» Così sorse la casa di Mosquera, ove ci trasportammo sul principio dell'anno seguente. La casa presentemente ospita una dozzina di ottimi chierici, che con la protezione di Maria Ausiliatrice e del S. Cuore diverranno gli apostoli della loro patria nel campo immenso che la Provvidenza offre ai figli di D. Bosco nella Colombia.
» Il sig. Fonseca prosegue ad aiutarci. Nel suo amore verso i salesiani, si è riservato nella casa, una semplice cameretta, donde, com'egli dice, spera di volar al cielo... »
Il Signore accolga pietosamente il voto di quell'anima caritatevole ; ma prima, anche con una vita lunga e felice, gli doni il ricambio della sua squisita carità.
ROSARIO (REPUBLICA ARGENTINA) - Al Collegio S. Giuseppe - Solennissima riuscì la festa del Patrocinio di S. Giuseppe nel Collegio Salesiano di Rosario, che s'intitola appunto del S. Patriarca. Le prime communioni di molti alunni, la messa in canto, un devoto panegirico detto da un salesiano, e i vespri solenni nel pomeriggio, furono le sacre funzioni del giorno.
Ma la festa fu resa eziandio lietissima mediante i diversi trattenimenti ameni con cui si vollero intrattenere quei buoni alunni, quale un premio al loro buon diportamento. E nulla mancò perchè la festa passasse fra la più schietta e sana allegria con somma soddisfazione di tutti. Giuochi, teatro, in cui i nostri ragazzi diedero prove della loro abilità comica e drammatica, fuochi artificiali, palloni aereostatici, il tutto rallegrato dalle note della musica istrumentale, più una lotteria di utili oggetti, tutto contribui a rallegrare infinitamente gli allievi.
I nostri confratelli poi furono ben lieti di vedersi onorati da una visita inaspettata e carissima.
Trovandosi di passaggio per Rosario diretto a Santa-Fè, il signor Gennaro J. Bennet, Direttore Interinale Provinciale delle Scuole, reduce dalla Colonia Piemontese nel dipartimento San Martin ove erasi recato a porre la prima pietra del nuovo edificio colà in costruzione, volle approfittar dell'occasione per visitare le diverse scuole della città, fra cui la nuova scuola tuttora in costruzione, che porta il nome dell'integerrimo signor Governatore della Provincia, Dottor Freyre ; che ben si merita tanto onore pel suo saggio ed illuminato governo.
E il signor Direttore Scolastico che era accompagnato dal signor Ispettore Scolastico di Rosario, si interessò sommamente dell'andamento del Collegio, del suo programma scolastico, e delle singole scuole professionali che visitò minutamente. Si compiacque per l'ubicazione de' locali che disse bene arieggiati, ammirandone la pulizia e la proprietà, e vivamente si rallegrò coi Superiori e cogli alunni, chiamati a rendere omaggio all'illustre visitatore, prima che questi uscisse dall'istituto.
Il Sìg. Mìchele Nemesìo Urìbelarrea.
Il 17 giugno u. s. spirava nel bacio del Signore, il benefico fondatore della Colonia Uribellarera (F. C. S. dip. di Cañuelas) nella Republica Argentina. Non si può dire a parole quanto il signor Michele Nemesio Uribellarea abbia fatto pei figli di D. Bosco in quella Republica. Per opera sua, essi poterono aprire colà la prima scuola pratica di agricoltura, come pure per opera sua ebbero due nuovi collegi, uno per fanciulli, l'altro per fanciulle, ed una bella chiesina.
La morte edificante del virtuoso cooperatore, i preziosi meriti suoi, e le ferventi preghiere innalzate dai 15o fanciulli e fanciulle da lui beneficati, ci assicurano che l'anima sua deve essere già entrata al possesso del premio celeste ; nondimeno noi dobbiamo raccomandarla con particolare affetto ai suffragi di tutti i Cooperatori.
La Sìg.ra Mandìllo Gìuseppìna.
Era una delle più ferventi Cooperatrici di Torino. Donna di profonda pietà, ebbe sempre viva nel cuore la fiamma della carità cristiana, e al pari delle sue sorelle che la precedettero nella gloria eterna, ebbe sempre una predilezione speciale per i figli di D. Bosco. Mancò ai vivi, dopo lunga malattia sopportata con cristiana rassegnazione, il 20 luglio u. s. Una fervida prece per l'anima sua.
La March. Antonietta Trìonfì di Ancona.
Domandiamo una speciale preghiera anche per quest'altra fervente Cooperatrice, morta nel bacio del Signore il 23 luglio p. p.
La Marchesa Antonietta Trionfi nata Pascali era nata il 21 agosto 1857. Modesta e pia giovinetta, a 2o anni andò sposa al March. Sigismondo Trionfi, col quale divise costantemente lo zelo e l'attività per ogni opera buona. La sua casa non fu allietata da Dio di alcun figliuolo ; ma la pia Marchesa adottò per suoi figli tutti i poverelli e tutti i bisognosi di conforto. Due anni or sono fondò una Società di Patronato e di Mutuo Soccorso per le operaie, di cui continuò ad occuparsi finchè non ne fu inesorabilmente impedita. La sua morte fu edificante, come edificante fu la rassegnazione con cui sopportò per sei mesi la fiera malattia che la trasse alla tomba. Grati della benevolenza che la pia e colta marchesa ebbe sempre per l'opera nostra di Ancona, mentre porgiamo al suo desolato consorte le nostre sentite condoglianze, preghiamo la pace dei santi all'anima eletta della nobile estinta.
Il P. Antonìo Niggì Parroco di Gameragna.
Il 25 giugno, la buona popolazione di Gameragna, che per 45 anni era stata unita dai più stretti vincoli di affetto e di riconoscenza col suo pio e zelante pastore, piombava nel lutto più profondo per la morte di questo buon servo di Dio, il P. Antonio Niggi. Religioso agostiniano, un tempo apparteneva al Convento di Celle Ligure. Fu la stessa popolazione di Gameragna, che pei buoni uffici dell'Ordinario, ottenne dai Superiori dell'Ordine di poter avere a proprio parroco il buon P. Antonio. Ed il virtuoso figlio di S. Agostino anche fuori del Chiostro, mantenne il fervore della vita religiosa, facendosi tutto a tutti, specialmente ai giovanetti. Alcuni debbono a lui la fortuna di essere giunti al sacerdozio. Morì poverissimo, ma ricco di anni e di opere buone. Era nato il 181o. Un suffragio speciale per l'anima sua.
La Signora Guadagnìnì Marìetta.
SIA pace eterna all'anima buona, gentile ed affettuosa di Guadagnini Marietta fu Battista.
Nata ad Esine (Brescia) il 16 febbraio 1844 fu inferma fin dall'età di 13 anni ; e, per le continue sofferenze ridotta quasi all'immobilità, pure seppe rendersi cara a tutti, esempio a quanti la conobbero, di pazienza e di rassegnazione : nei suoi dolori aveva sempre per tutti una parola di conforto.
Fervente Cooperatrice, nella angusta cerchia delle sue deboli forze, diffuse tra le persone di sua conoscenza la divozione a Maria SS. Ausiliatrice al cui Santuario mandò più volte il piccolo obolo della vedova.
Il giorno 27 aprile ultimo scorso, volava al cielo a ricevere la corona di gloria intessuta con tanti stenti e dolori. La raccomandiamo alle comuni preghiere.
dal 15 novembre 1904 al I° febbraio 1905.
Suor Leopolda Mittelberger -- Thiene, Vicenza. Sutera Salvatore - S. Filippo di Agira, Catania. Taddei D. Martino - Cortenò, Brescia. Talamonti Luigi - Loreto Aprutino, Teramo. Tamburello Fra Vincenzo - Pietraperzia, Caltanisetta. Tassinari Angelo - Lugo, Ravenna. Tessore D. Giovanni, prevosto - Bioglio, Novara. Testuzza Maria n. De Angelis - Cerami, Catania. Ticozzi Gio. Antonio, maestro - Pasturo, Milano. Tonielli Dottor C. Alberto - S. Lorenzo in Collina. Tornielli D. Giorgio - Tornaco, Novara. Torta Maria V: Pangella - Buttigliera d'Asti.
Toselli D. Giuseppe - Cuneo.
Troia Teobaldo fu Michele - Magliano d'Alba, Cuneo. Tronci Giovanna - Cagliari.
Ugas Luigia - Monastir, Cagliari.
Weardle D. Pietro - Trento, Tirolo. Weber Prefect. - Muri, Svizzera.
Vaccaro D. Francesco - Burgio, Girgenti.
Valenzano Margherita fu Pietro - Garsigliana, Torino. Vallino Teresa - Biella, Novara.
Valpreda cav. D. Paolo, curato - Asti, Alessandria. Varetti Domenico - Torino.
Venera Cristina Savio - Torino.
Venturini D. Francesco, prevosto - Ceppin Pontolo. Venturini P. Giacomo, scolopio - Firenze. Verdi Gabriella - Saluzzo, Cuneo.
Viglino Matteo - Cisterna d'Asti, Alessandria. Villa D. Giuseppe, arciprete - Bozzolo, Mantova. Vimercati Ilda - Roma.
Zanasso Giuseppe - Spezia, Genova.
Zanatta Maddalena - Lugano, Ticino. Zanchini Antonio - Acquaviva, Ascoli Piceno . Zandomeneghi Paolo - Soave, Verona. Zanfretta Luciano, macellaio - Verona.
Zappalà D. Carmelo, vicario - Nizza di Sicilia, Messina. Zenese D. Gio. Battista, curato - Gaianigo Gazzo. Zenoni Luigi - Leffe, Bergamo.
Zichele Battista - Caldogno, Vicenza.
Dal I° febbraio 1905 al I° maggio.
Abbona Damigella Lucia - Benevagienna, Cuneo. Agastaldi Maddalena V.a Pepino - Torino. Agosti Carolina - Corgo di Mezzo Salò, Brescia. Aiello Filippo - Patti, Messina. Alvigni Teresa V.a - Garbagna, Alessandria. Amarca Adele V.a De Giacomi - Chiavenna, Sondrio. Ambrosetti Remida - Tronzano, Como. Amerighi-Mazzeri nobile Teresa -- Firenze. Angeli contessa Barbara - Venezia.
Angelini Caterina, maestra privata - Cento, Ferrara. Annaratone comm. Alessandro - Torino. Appiani contessa Felicita - Torino. Archieri Margherita - Torino. Arcioni Giuditta - Piazza S. Stefano, Como. Arrigoni Francesco - Cozzo Lomellina, Pavia. Audasso Domenica - Grinzane, Cuneo. Avocadro di Collobiano conte Ferdinando - Torino. Badano Maddalena di Gio. Batt. - Sassello, Genova. Balducci D. Giovanni, curato - Ancona. Barbagallo D.a Pasqualina, Maestra - Viscemi. Barilati D. Carlo - Vallezzo Bellino, Pavia. Barlacchi D. Luigi - Figline Val d'Arno, Firenze. Bartesaghi Anna - Cantù, Como. Bartoli D. Raffaele, pievano - Petrignano, Perugia. Bartoloni D. Giuseppe - Proceno, Roma. Basetti Angela Maria - Parma. Battaglio Antonio - Conegliano d'Alba, Cuneo. Becchi Vittoria - Albissola Marina, Genova. Bendotti Fiorina - S. Andrea, Bergamo. Benso Rosa - Torino.
Berlocchi Maddalena - Busto Arsizio, Milano. Bernasconi Giuseppina - Tana, Svizzera. Bernasconi Pasquale - Torricella, Svizzera. Bertagna cav. Alfonso - Torino.
Bertè D. Guerrino. - S. Giovanni di Brenzone. Berteio Pietro - S. Lorenzo, Cuneo, Bertoldo Stefano - Bairo Canavese, Torino. Betti D. Luigi, parroco - Bossi, Siena.
Bianca contessa di Torazzo - Vercelli, Novara. Bianchi marchese Francesco di Castelbianco - Genova. Bicego D. Giovanni, arciprete - Trissino, Venezia. Bobbo D. Giacomo, arciprete - Sancivran, Treviso. Boccalatte-Rinaldi Teresa - Lu Monferrato. Boggiano Lazzaro, capitano - Laigueglia, Genova. Boggio D. Gio. Batt., parroco - Pavignano, Novara. Bonaccio Rosa V.a Penotti - Fossano, Cuneo. Bonacina Carolina - Milano.
Bonacina D, Gio. Batt., parroco - Scanzo, Bergamo. Bonaimo D. Michele, cappellano - Palermo. Bonelli Carlo - Saluzzo, Cuneo. Bongi Rosa - Pistoia, Firenze. Bordoni Angelo - Pavia.
Bosio Emanuele - Sanremo, Portomaurizio.
Bottigioli Gaudenzio - Varallo, Novara. Bredda Candida V.a Gastone - Torino. Briccolo D. Francesco - Verona.
Brìvio Cavriani marchesa Daria - Milano. Broggi Angela - Como.
Bruni D. Raffaele - Martina Franca, Lecce. Bruno Catterina - Torino. Bunicich D. Antonio - Cherso, Istria. Cabras Bernardina - Cagliari.
Caglio D. Giacinto, parroco - Sale di Gussago, Brescia, Caldera D. Secondo, canonico - Guastalla, Reggio Eia.. Calliano D. Prospero - Muzzano, Novara. Camerlengo Lucia - Montebuono, Perugia.
Campanini D. Francesco, parroco - Torre d'Albera.. Campassi Barberio Clotilde - Alessandria. Cane D. Alessandro, canonico - Lu Monferrato. Cantarelli D. Salvatore, teol. - Salerno. Cantello P. Giovanni, Carmelitano Scalzo - Nizza Monf.. Caprioglio Gaudenzio -- Rosignano, Alessandria. Caragiani nobile Gio. Giorgio - Venezia. Caramanica D. Luigi - Valmontone, Roma. Careglio Alessandro - Carmagnola, Torino. Carlini D. Pietro, arciprete - Monte Campano, Perugia. Camino D. Mauro, canonico - Susa, Torino. Carrara Camillo fu Domenico - Gandino, Bergamo. Casassa cav. D. Michele, parroco - Coassolo, Torino. Caserza D. Innocenzo - Savignone, Genova. Casillo D. Michele - Torre Annunziata, Napoli. Cassini D. Angelo, prevosto - Orsara, AlessandriaCastracane Urbano, conte - Cagli, Pesaro Urbino. Catelli Giuseppe - Gaggino, Como. Cattaneo Maria Luigia, marchesa - Genova. Cavalieri D. Giuseppe - Castellazzo, Alessandria. Cavazza Mons. Alessandro, priore - Bologna. Cavriani Francesca, contessa - Milano, Ceppi Pietro - Barlassina - Milano. Ceresetti D. Domenico, parroco - Berzo Inferiore, Brescia. Cerruti Pietro - Torino.
Ceruti Giovanna - Torino.
Chiabotto Giuseppe - Borgaro Torinese, Torino. Chiarle V., maggior generale - Torino. Chiotti Giuseppina - Venasca, Cuneo.
Ciappi D. Gaetano, pievano - Colmurano, Macerata_ Ciminelli D. Prospero - Francavilla, Potenza. Colognesi Amalia n. Maggioni - Trecenta, Rovigo. Colli D. Antonio, prevosto - Vigevano, Pavia. Corni D, Achille, parroco - Corsano, Lecce. Conti prof. Augusto, commendatore - Firenze. Corino Teresa - Bra, Cuneo. Cortellini Teresa - Monte Colombo, Forlì. Cozio Angelo, maestro- Spiazzo Trentino, Tirolo. Cravetta di Villanovetta conte Cesare - Torino. Cremonesi Giuseppe - Ripalta Arpina, Cremona. Crisenolo Giuseppe - Vetticaminore, Salerno. Crotta Domenica - S. Rocco, Torino. Cucchi Adelaide - Vercelli, Novara. Cucuzza Sebastiano - Mistretta, Messina. Cuttica D. G. B. Domenico - Como. Capsoni Annetta - Bersano S. Pietro, Alessandria. Dalmonte D. Francesco, prevosto - Cagna, Genova. Danese Luigia - Jackionville, Stati Uniti. De Colle D. Gio. Battista - Percotto e Muris, Udine. Del Pietro D. Gio., parr. - S. Martino di Valvasone. Del Prato D. Pasquale - Roncaglio, Reggio Emilia. Della Stua D. Gio. Battista - Codroipo, Udine. Della Valle D. Michele, canonico - Caserta. Dentella D. Gio. Battista - Genova.
De Zorzi D. Sebastiano, vicario for. - Pieve di Soligo. Dragoni Sartina - Lodi, Milano. Drudi D. Domenico - Roncofreddo, Forlì. Elia D. Paolo, teologo, rettore - Torino. Eligi L., commendatore - Napoli. Enrico D. Gioachino - Caprile, Novara. Fabbri D. Aurelio, parroco - S. Maria, Firenze. Ferrari Martino - Rendena, Austria. Ferri D. Bartolomeo, arciprete - Castelvenere, Benevento.