- Abbiamo qui lo stesso D . Bosco, soggiunse
il Ministro ; lasciamolo parlare, e così verrà ap-
purata la verità. Sì, la verità, e null'altro che la
verità, e guai ai menzogneri , ripeté con forza ,
guai agli impostori , ché non tollererò giammai
che mi traggano in inganno .
Qui ognuno può figurarsi lo sbalordimento del
l'ispettore e del Gatti, quando si accorsero di
trovarsi con D . Bosco , e udirono le risolute
parole del sig . Ministro . Non è iperbole il dire che
il primo diventò rosso come lo scarlatto per la ver-
gogna di essersi di propria bocca dato a divedere
uomo di due faccie, lodando a cielo le nostre scuole
alla presenza di D . Bosco e de' suoi maestri, e poi co-
prendele d'infamia alla presenza del Ministro ;e
che al secondo saltarono i brividi della febbre
pel timore che venissero finalmente scoperte le
sue gherminelle contro di noi e contro di tanti
istituti di simil natura . Il fatto sta che il Gatti
non sentendosi l'animo di sostenere quell'inaspet-
tato incontro, sotto pretesto di dover spicciare
affari di premura, domandò di allontanarsi per
un momento e più non comparve, lasciando solo
nell'impaccio il suo collega .
E qui avvenne un episodio, che vogliamo ricor-
dare, per far vedere quanto poco costi al Signore l'u-
miliare un uomo superbo, ancorchè potente . Adunque
tanta fu la confusione che in quel momento incolse
il povero Gatti, che nell'uscire dalla sala sbagliò
direzione, e invece di aprire l'uscio aperse un
armadio . A quell'atto il Ministre sorrise , e -
adagio, adagio, disse, signor cavaliere ; quello é
un armadio ; torni indietro ; - ed alzatosi andò
egli stesso ad aprirgli la porta . Il Professore poi vo-
lendo mutar sito e scostarsi alquanto da D . Bosco,
inciampò col piede nel piccolo strato, e per poco
non cadde lungo e disteso nella sala .
Intanto, partito il Gatti e postosi a sedere l'is-
pettore, D . Bosco, invitato dal signor Ministro,
prese a parlare così
- Eccellenza, io la ringrazio della facoltà che
mi dà di parlare . Io non intendo di accusare al-
cuno , ma di difendere la mia causa e la causa
de' miei fanciulli. Questi fanciulli furono interro-
gati indiscretamente , furono torturati con do-
mande insidiose, e taluni persino in materia di
coscienza, con indegne insinuazioni contro ai loro
superiori, e con parole che è bello il tacere . Una
tale inquisizione è contraria allo Statuto, è con-
traria alla stessa onestà naturale, e se fosse co-
nosciuta ecciterebbe la pubblica riprovazione .
Aggiungo altro, ed è : Il signor ispettore alla
presenza mia, alla presenza di più altre persone
dell'Istituto confessò che le nostre classi potevano
proporsi per modello di studio, di moralità e di
disciplina, e che non vi aveva trovato che ridire;
anzi soggiunse che sarebbe a desiderare che le
pubbliche scuole fossero regolate come le nostre ;
e poi qui in faccia alla E . V . asserisce tutto il
contrario . Dice che nel mio Istituto non si trova
il ritratto del Sovrano, ed invece ne osservò ben
tre in tre distinte camere .
- Sì, ma sono ritratti bruttissimi, riprese il
Professore.
- Se sono brutti, replicò D . Bosco, la colpa
non è mia, ma di chi li ha incisi o dipinti ; se
fossero più belli piacerebbero anche più a me .
Ma una cosa non può piacere a nessuno, ed è il
nascondere il vero e travìsare i fatti al cospetto
delle pubbliche Autorità, a danno di chi consacra
la propria vita a sollievo delle umane miserie e
soprattutto a vantaggio della gioventù abbando-
nata . Questa è una congiura contro la verità e
la giustizia ; questo è un opprimere l'innocenza ;
questo è un ingannare il Governo .
Dalla franchezza con cui parlava D . Bosco e
dalle contraddizioni e dai cavilli dei relatori il
Ministro non tardò ad intendere da che parte
stesse la ragione , onde - Basta , disse , basta
così ; ho capito tutto . Ho capito che furono tras-
grediti i miei ordini, e che per soprappiù mi si
vorrebbe trarre in errore . Questo poi no . Ella,
signor professore, vada pure in uffizio;ci ripar-
leremo in altre tempo .
Uscito l'ispettore il sig . Ministro proseguì a
discorrere con D . Bosco, e disse
- Non mi pensava di essere così malamente
servito . Questo peraltro mi è di norma per co-
noscere chi mi circonda . Ma intanto, per passare
ad altro, ella, signor D . Bosco, mi dica un poco
su qual fondamento poggiano tante dicerie , che
corrono così sfavorevoli a lei e al suo Istituto .
Qualsiasi segreto , qualsiasi fatto anche compro-
mettente me lo confidi come ad amico, e l'assi-
curo che non ne avrà danno, anzi, occorrendo,
le darò opportuno consiglio .
- Mille grazie, Eccellenza , io le rendo della
cortesia e della bontà con cui mi parla . Confi-
denza domanda confidenza . Orbene, da quanto ha
udito poc'anzi dai due relatori , ella può argo-
mentare di tutte, le altre imputazioni . La mali-
gnità e l'ignoranza accumularono menzogne sopra
menzogne ; queste furono segnalate dalla stampa
avversa ai sacerdoti e agli Istituti di cristiana
educazione ; alcuni impiegati governativi le rac-
colsero e le vol ero ritenere per verità, e in tal
modo si andò formando una falsa opinione a mio
danno, o meglio a danno de' miei giovanetti, che
si vorrebbero da me allontanati, cacciati e di-
spersi . Ecco l'origine , ecco il fondamento delle
male dicerie . Finora io non fui e non sono com-
battuto che colle armi della calunnia , e lo dico
e lo affermo senza timore di essere smentito .
Sono oltre a 20 anni che dimoro in Torino, e il
più di tal tempo passai o sulle pubbliche piazze
coi figli del popolo , o nelle carceri coi prigio-
nieri, o negli ospedali cogli ammalati . Ho tenuto
conversazioni con ogni ceto di persone , ho pre-
dicato , ho fatto catechismi , ho scritti e pubbli-
cati libri . Ora sfido chiunque a citarmi una pa-
rola, una linea, un fatto che meriti biasimo in
faccia alle Autorità, in faccia alle leggi, e ove si
citi e si provi sono contento di essere severa-
mente punito . Debbo invece aggiungere con do-
lore che sono malamente corrisposto da chi dovrei
essere, se non rimunerato , almeno rispettato e
lasciato tranquillo . Non parlo dei capi del Go-
verno, non parlo della E . V . ; ma di certi subal-
terni, i quali o per la vanagloria di essere cre-
duti zelanti e progredire in carriera, o per un