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ANNO XIV - N . 11.
Esce una volta al mese .
N OVEMBRE 1890
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO .
Un caldo appello .
Pei nostri defunti .
Uno stadio di suprema importanza.
Un consiglio dato da Maria SS .
Notizie dei nostri Missionarii : il nuovo Collegio D . Bosco
a Paysandú ; entusiasmo pei Salesiani a Bogotá ; altre
notizie .
In collegio .
Che s'intende per Cooperatori Salesiani e che debbono
fare .
Appendice alle notizie dei nostri Missionarii : D. Co-
stamagna in viaggio per l'Equatore (seguito) .
Grazie di Maria Ausiliatrice.
Notizie varie .
Fioretti per la Novena e Festa dell'Immacolata Con-
cezione .
Passeggiate .
Cooperatori defunti .
UN CALDO APPELLO .
Nei numeri del Bollettino Salesiano
di Settembre e di Ottobre abbiamo
annunziati i libri di testo pei Licei e
per le Classi Ginnasiali superiori ed
inferiori di nostra edizione . Abbiamo
inoltre pubblicato a parte un ampio
Catalogo scolastico della nostra Libre-
ria, del quale già si diffusero oltre a
quattro mila copie e spediremo lo
altre a quanti ce ne faranno richiesta .
La Libreria Salesiana di Torino a-
vendo in Italia tre Tipografie in con-
tinuo lavoro , otto sedi importanti
presso varie nostre Case (1) e tenendo
deposito presso i principali Librai del
Regno, si trova in grado di poter ser-
vire con prontezza ed economicamente
Seminari, Collegi, Scuole pubbliche e
private ecc . con opere di propria e
di altrui edizione ; offrendo inoltre
occasione di fare un po' di elemosina
ai nostri ospizi, ai quali va dedicato
ogni provento che se ne ricava .
Ci raccomandiamo pertanto alla in-
telligente carità dei Benemeriti nostri
Cooperatori, perchè anche in questo
nuovo anno scolastico ci vengano in
aiuto in quest'opera colla parola, col-
l'azione e specialmente colla stampa
periodica .
Ne serberemo mai sempre la più
sentita riconoscenza .
(1) Di cui v'ha cenno nella copertina del Bol-
lettino .

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EI NOSTRI DEFUNTI
Non muor chi
sè lascia chi preghi
Pace, e casta e devota erga una tomba .
C . Arici .
Mentre i sacri bronzi suonano a lutto
e ci richiamano in questi giorni alla
niente ed al cuore la memoria dei morti,
mentre tra il rotto baglior delle faci e le
funebri salmodie dei Leviti, la nostra
pietà è mossa a molteplici suffragi, non
possiamo dimenticare le anime a noi ca-
rissime dei nostri Cooperatori e Coope-
ratrici già chiamate da Dio alla eterna
vita .
Molte di esse già saranno in Cielo, ove
furono portate, come su ali d'oro , dalle
loro opere di carità ; ma altre molte forse
ancor giaceranno in Purgatorio . Non son
morti, no, nel nostro cuore questi spiriti
generosi, non son morti nel cuore dei
nostri orfanelli , nel cuore dei selvaggi
già convertiti ed in buon numero vestiti
e mantenuti dalle nostre Missioni . Essi
partendo per l'eternità hanno lasciato chi
prega pace per loro, chi erge più che una
tomba, un altare immenso sul quale ogni
giorno sollevansi mille suppliche alla
Gran Vergine Ausiliatrice, offronsi fer-
venti comunioni e porgonsi mille opere,
per implorare, che il Cielo si apra e li
accolga a far parte della vita gloriosa
dei celesti .
Come potremo noi dimenticare quelle
anime generose, che vennero in aiuto al
Venerando Don Bosco ed a noi in tutte
le imprese dalle più umili alle più ardue
e grandi?
Come dimenticare quelle anime, che
dopo averci aiutati coll'obolo di loro ca-
rità ogni anno della loro vita, ancora si
ricordarono di noi e dei nostri orfanelli
nell'ora della morte ? E se non basteranno
al cospetto di Dio le nostre voci, ben sa-
ranno eloquenti d'una potenza consolante
le opere, che coll' aiuto della loro carità
si poterono iniziare, ravvivare e far fio-
rire in tante parti d'Europa e d'America,
ove pervennero i Salesiani .
Ma fra le tombe dei nostri Benefattori
se ne erge una già tante volte bagnata
colle nostre lacrime .
È la tomba del Padre, è la tomba del-
l'indimenticabile D . Bosco .
Oh D. Bosco , D. Bosco! Luce e con-
forto dei nostri giorni più belli, maestro,
guida e nostro dolcissimo Padre ; deh!
se già regni beato in Cielo, valgano per
le Anime Purganti dei nostri Cooperatori
e Cooperatrici le preghiere ed i suffragi,
che circondano la tua tomba e la vene-
rata tua memoria ; valga a lor suffragio
la tua prece e la tua benedizione .
Viva D . Bosco! gridammo tante volte,
quando la sua parola ed il suo esempio
infiammavano i nostri cuori. - Viva
Don Bosco! ripetiamo oggi con fiducia
ardente ; viva in Cielo, per accelerare il
trionfo di quelle Anime che lui benefi-
carono in vita, che beneficarono i suoi figli
ed oggi ancora gemono nel Purgatorio .
Questa pure è la preghiera che fac-
ciamo ai viventi . Un tenero ricordo ce
la richiama .
Il medesimo feretro, che nel tempio di
Maria Ausiliatrice racchiuse le mortali
spoglie di D . Bosco in un giorno per noi
di gran dolore, due giorni dopo, toltevi
appena le insegne sacerdotali, illuminato
dalle medesime faci, serviva pel solenne
funerale di trigesima per uno dei più
grandi nostri Benefattori, per l' anima
dell'illustre Conte Colle .
Oh! i fiori e le preci con cui ora i Sa-
lesiani ed i loro allievi, le figlie di Maria
Ausiliatrice, i Cooperatori e le Coopera-
trici viventi circondano la tomba di Don
Bosco , coprano e suffraghino anche le
Anime dei Cooperatori e delle Coopera-
trici defunte ed aprano loro il regno dei
beati comprensori.
Alla preghiera pel Padre vada sempre
unita la preghiera pei figli e pei Bene-
fattori. L'Angelo del Signore discenda
su quella venerata tomba e raccolga ogni
dì innumerevoli preci a suffragio di Anime
tanto a noi care e ne ottenga in breve
la sospirata liberazione.

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UNO STUDIO DI SUPREMA IMPORTANZA,
Siamo al principio di un nuovo anno sco-
lastico ; mentre e nelle scuole pubbliche e
nelle private si ripigliano gli studi, un'altra
grande scuola, ch e mai non si chiude, at-
tende i figli del popolo, anzi il popolo tutto
alle sue lezioni ; questa scuola è la chiesa .
- Non udite, o genitori, la campana che
ogni festa chiama i vostri figli al Catechi-
smo? Orsù ascoltate quel ripetuto invito,
mandate i vostri figli alla chiesa . - Sotto
le volte del sacro tempio, presso i santi al-
tari li attende una scuola, alla quale impa-
reranno quanto di più santo, sublime ed utile
si possa insegnare a mente umana . - Iddio
ed i suoi comandamenti, la Chiesa ed i suoi
materni precetti, la virtù, i Sacramenti, i
doveri che ha l' uomo verso Dio, verso se
stesso e verso il prossimo... ecco quanto
verrà loro insegnato, affinchè crescano docili
figliuoli , buoni cristiani e possano un dì
ascendere alla celeste patria. - Il Catechi-
smo ! v'ha forse libro più utile per la edu-
cazione dei giovanetti? Essendo l'accademico
Beauzée entrato nello studio di Diderôt senza
essere annunziato, lo vide occupato a far
ripetere il Catechismo cattolico a sua figlia .
Siccome egli manifestava stupore che quello
spregiudicato filosofo tenesse alle mani un
tal libro, Diderot rise della sua sorpresa ; e
quali migliori fondamenti, disse, posso io
dare all'educazione di mia figlia? Havvi forse
un libro migliore di questo ? Si troverà forse
una dottrina, una morale che valga quella
della Religione Cattolica?
Tuttavia se il Catechismo è in singolar
modo necessario ai giovani, non deve esser
negletto dagli adulti . Ed è per questo, che
nella chiesa s'insegna il Catechismo non solo
ai giovanotti, ma, o dall' altare o dal pul-
pito, si spiega anche al popolo . Si può anzi
in certa guisa applicare anche a noi, riguardo
a questo prezioso libro, ciò che Iddio disse
al popolo ebreo del libro della legge : « Que-
sti comandamenti che io ti do oggi, così il
Signore, saran fissi in cuore e li spiegherai
a' tuoi figliuoli, e li mediterai assiso in tua
casa, e andando per viaggio, andando a dor-
mire e alzandoti . E te li legherai alla mano
per memoria, e li avrai pendenti innanzi
agli occhi, e li scriverai sul limitare e sulle
porte della tua casa. » (Deuter . 6, 6 e seg.) .
Quando S . Teresa fu interrogata un giorno
dalle monache, alle quali presiedeva come
superiora, qual libro dovessero leggere a pre-
ferenza, ella porse loro un Catechismo : Ecco,
o figliuole mie, il libro in cui dovete leggere
giorno e notte, perchè in esso si contiene la
legge del Signore .
Il celebre generale Lamoricière aveva fa-
migliari due libri, ed erano il Catechismo e
la.-Sz'iIgomnetrdCs,
gli fu detto un giorno, ella studia ancora il
Catechismo? L'avea difatti sul tavolino di
studio . - Ebbene, sì, rispose il famoso eroe ;
sì, studio il Catechismo . A me non piace
essere come certa gente dei tempi nostri, che
sta coi piedi in aria tra il cielo e la terra,
il giorno e la notte . Io voglio sapere donde
vengo , dove vado e come vivere ; non ne
faccio alcun mistero . E il Catechismo m'in-
segna tutto ciò.
Il dottìssimo Gersone riteneva a suo grande
onore il fare il Catechismo ai fanciulli .
E del nostro Volta leggesi che ogni anno
di ritorno a Como in seno della propria fa-
miglia per le vacanze autunnali, con quel-
l'aria veneranda e patriarcale, come scrive
l'Alimonda, che lo rassomigliava ad un an-
tico padre della cristianità, entrava alla do-
menica nella chiesa della propria parrocchia,
si circondava di fanciulli , traeva fuori un
piccolo Catechismo e l'insegnava loro con
gioia ed amorevolezza . ( Civiltà Cattolica,
1879) .
E come dimenticare qui quei nobili e ca-
ritatevoli signori i quali non isdegnarono di
venire per tanti anni in aiuto del venerando
D . Bosco nell'opera tanto benefica degli Ora-.
tori festivi e del catechizzare i giovanetti?
- Come dimenticare i moltissimi che tuttora
porgono il medesimo aiuto agli Oratori della
nostra Pia Società? Oh nobilissimo esempio,
degno invero di essere ammirato ed imitato !
Abbiam ricordati gli Oratori festivi . E non
sono forse questi una grande scuola di Ca-
techismo? Una provvidenziale arca di rifu-
gio e di salvezza per tanti giovanetti, mas-
sime nelle grandi città
I sudori quindi ed i soccorsi d'ogni ma-
niera che spendonsi a pro di questa istitu-
zione sono ogni dì ricompensati mirabilmente
da copiosissimi frutti .
Benedica il Signore questa grand'opera
della istruzione ed educazione della gi o-
ventù abbandonata e ne benedica i provvidi
Benefattori e le pio Benefattrici .
Il Catechismo ! Ecco lo studio più impor-
tante ed a cui tutti dobbiamo attendere .
C'investa e c'infiammi uno zelo ardente per
questo studio, da cui dipende tanto bene per
le anime . Coll'esempio, coll'elemosina e col-
l'opera rendiamolo ognor più diffuso e po-
polare .
Non vedesi forse con quanto ardore e con
quanta attività s'adoprano a tal uopo il clero
secolare e regolare l Le Società della Dot-
trina cristiana, le Società Operaie cattoliche
ed altre innumerevoli Istituzioni e pie As-
sociazioni? L'esempio degli uni valga ad ec-
citamento per gli altri e la Chiesa abbia da
consolarsi dell'opera di tutti .
Gli Oratori festivi aperti e diretti dalla nostra
Pia Società, mediante l'aiuto dei benemeriti Coo-
peratori e delle pie Cooperatrici salesiane, sono,

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grazie a Dio, già circa 150. Il granellino di se-
napa gettato da Don Bosco il giorno 8 dicembre
(festa dell'Immacolata Concezione) del 1841, si è
sviluppato in grande albero . Ma non dobbiamo
dir : basta ; anzi la nostra parola d'ordine sia
sempre : avanti . La messe è grande, immensa ; si
lavori quindi con lena costante . Ispiriamoci anche
noi alla grande massima a cui era informata la vita
di D . Bosco : Quaggiù il lavoro, in Paradiso il
riposo .
Dio . E giacchè in Torino si sta decorando
il tempio di Maria Ausiliatrice, mandino i
loro beni per questo fine, e così saranno si-
curi di averli ben impiegati . La Madonna
saprà loro ricompensarli in vita ed in morte,
prima e dopo la quale nel di Lei Santuario
decorato col loro concorso saranno innalzate
al Trono di Dio continue e fervide precì in
loro favore .
Intanto nella fiducia che qualche benevola
persona o molte insieme vogliano per tal modo
assumersi la spesa di qualche particolare la-
voro per lasciare nella chiesa di Maria Au-
UN CONSIGLIO
DATO DA MARIA SANTISSIMA
siliatrice un ricordo perenne della loro ca-
rità, esponiamo qui le molteplici cose che si
stanno eseguendo o che ancora rimangono
a farsi .
Verso la metà del secolo IV, sotto il Pon-
tificato di Papa Liberio, viveva in Roma un
ricco signore di nome Giovanni, colla sua
consorte al pari di lui piissima, i quali non
avendo prole si rivolsero con fervore alla
SS . Vergine, pregandola che volesse signi-
ficar loro in quale opera di suo gradimento
potessero impiegare le loro sostanze .
Le loro preghiere furono esaudite in modo
meraviglioso . Imperocchè nella notte del 4
di agosto dell'anno 352, tanto ai detti con-
iugi, quanto al Sommo Pontefice apparve
Maria SS . e li avvisò di fabbricare in suo
onore una chiesa nel luogo stesso che nel
seguente mattino, malgrado l'eccessivo caldo
della stagione estiva, avessero trovato co-
perto di neve .
Frattanto sul monte Esquilino cadde ap-
punto gran copia di neve, e fin dal primo
In ogni città e paese si trovano sempre
anime pie che sarebbero in grado di venirci
in aiuto, ed il verrebbero eziandio di buon
cuore se conoscessero il nostro bisogno ed il
nobile scopo . Facciamo però calda preghiera
a tutti i nostri Cooperatori che vogliano pure
adoperarsi per far conoscere quest'opera no-
stra a tali buone persone a noi ancora ignote .
Ne parlino loro e ci faranno una grande
carità .
Coloro poi che non hanno troppo da of-
frire per il Santuario di Maria Ausiliatrice
si ricordino che il Signore disse che si offe-
rissero e si accettassero pure i peli di capra,
per farci intendere che quando non si può
dare molto nè cose preziose, Egli gradisce il
buon cuore ed accetta e premia eziandio le
offerte più piccole .
Ecco pertanto la lista dei detti lavori :
albóre del giorno 5 la fama di sì straordi-
nario portento si propagò per tutta la città .
LAVORI CHE SI ESEGUISCONO
Fu allora che il Santo Pontefice con gran nella Chiesa di Maria SS . Ausiliatrice in Valdocco, la
folla di popolo si portò processionalmente
sul luogo dei prodigio e segnò il piano della
chiesa, la quale, eretta appunto dalla gene-
rosità dei due signori, fu da lui solenne-
mente consacrata l'anno seguente . E questa
è una delle quattro basiliche patriarcali, la
magnifica chiesa di Santa Maria Maggiore .
Tra i nostri Cooperatori e Cooperatrici vi
sono molti ai quali Iddio fu pure largo di beni
di fortuna . Taluni forse si troveranno per-
sino in angustie per non sapere a chi la-
sciare detti beni, o perchè non hanno eredi
o parenti prossimi che ne abbisognino, o
perchè temono che questi ne abbiano a fare
cattivo uso, come avviene sovente . Affinchè
non capiti loro quel che pur troppo capita
a tanti altri, di morire cioè ab intestato dando
luogo, ad interminabili questioni e discordie
tra i parenti, o di disporre dei loro beni in
modo ambiguo e pericoloso, di modo che per
la malignità dei tempi e dell eprsonvga
ad essere frustrata la loro intenzione, vor-
remmo ripetere loro il prudente consiglio che
già la Madonna diede a quei due suoi de-
voti : Facciano loro erede la Gran Madre di
cui spesa è umilmente raccomandata ai caritatevoli
devoti e specialmente ai signori Cooperatori e signore
Cooperatrici salesiani, a monumento del nostro comun
Padre D . Bosco .
1.GrandeiptolRni,cheoupat
la superficie della grandiosa cupola, con quat-
tro Dottori agl'impeducci della medesima .
2 . Decorazione e indoratura di tutta la Chiesa,
Cappelle e Cappelloni ; i capitelli e fregio se-
condo il progetto e disegno ideato dal pittore
Costa di Vercelli, dal quale viene eseguito .
3 . Grandioso altare maggiore, di che già il Bol-
lettino diede il disegno ideato dall'ingegnere
cav . Caselli.
4 . Elevazione dell'Altare in marmo di S . Pietro .
5 . Elevazione dell'Altare di San Giuseppe tutto
nuovo in marino, disegno Caselli .
6 . Grande invetriata dipinta a fuoco mezzaluna
da collocarsi sopra l'Altare di S . Giuseppe,
rappresentante la Fuga in Egitto, dipinto del
cav . Sereno .
7 . Ideare sopra l'Altare di S . Pietro, rappresen-
tante il Santo liberato dal carcere per mezzo
dell' Angelo .
8 . Sedici finestroni della cupola a vetri istoriati -
a figure portanti una invocazione alla Ma-
donna . La spesa di ciascun finestrone è di
L . 1250 .

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9 . Quattro altre invetriate, due da collocarsi ai
lati dell'Altare di S . Giuseppe, e le altre a
quello di S . Pietro . La spesa di ciascuna in-
vetriata è di L . 1800 .
10 . Ventidue lesene fatte a stucco-lucido, conte-
nente un gran candelabro in bassorilievo, ove
trovasi la Via Crucis con fondo dorato . L . 500
l'una .
11 . Quaranta colonne grandi della Chiesa fatte a
stucco-lucido che stanno eseguendo i fratelli
Passera, per L . 50 luna .
12 . Sedici altre piccole colonne con capitello nel
tamburo della cupola, a L . 60 l'una .
13 .SulavoltamgioredlaChiesa:Apotesi
di S . Francesco di Sales portato in cielo dagli
Angeli e l'eresia rovesciata .
14 . Cantoria, opera di falegnami, scultori e de-
coratori .
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI
Il nuovo Collegio di «D . Bosco »
a Paysandù .
Mio AMATISSIMO PADRE,
Paysandú (Collegio D. Bosco), 29 maggio 1890.
Il nuovo Collegio Don Bosco, fondato in
questa città al principio di quest'estate, va
via prosperando . Oh ! la felicissima idea che
fu questa di dar il nome di Don Bosco a
questa nuova Casa Salesiana ! ( collocata
presso il porto, in posizione perciò felicissima
per avere alle scuole ed all'Oratorio festivo
un buon numero di giovanetti, degni con meriti
maggiori dei primi giovani dell'Oratorio di
Torino di essere chiamati i biricchini di Don
Bosco .
Qui presso il porto vi ha una popolazione
di circa quattro mila abitanti, quasi tutti
Italiani .
Alcuni Cooperatori si presero l' incarico di
far riparare la Chiesa che da tempo conside-
revole era abbandonata, ed il giorno in cui
la si benedisse fuvvi festa solennissima .
Nell'interno era riccamente tappezzata e
sopra l' altar maggiore campeggiava una bella
statua di Maria Ausiliatrice . Al di fuori era
tutta imbandierata . Imbandierate erano pure
le vie di questa parte della città .
Dopo la benedizione della Chiesa e della
statua di Maria si cantò Messa in musica .
Il sempre carissimo Direttore D . Domenico
Albanello fece un eloquente ed infuocato di-
scorso . Il popolo accorso era affollatissimo .
Le sacre funzioni riuscirono commoventi e
grandiose ; vi assisteva anche il piccolo clero
formato di buoni giovanetti che col loro di-
voto contegno edificavano il popolo e ne at-
tiravano la curiosità .
Nel pomeriggio incominciammo a ricevere
i giovani per l'Oratorio festivo . Quanto mo-
vimento ! quanta allegria ! Quella sera mi pa-
reva di essere nell' antico Oratorio di Torino .
Al rimirare tanti giovanetti, avidi della
parola di Dio, accorrere ogni festa alla nostra
Chiesa per la S . Messa e le altre sacre fun-
zioni, avvicinarsi con gioia al prete, mentre
prima lo bestemmiavano forse ogni volta che
l'incontravano, son costretto ad esclamare
Digitus Dei est hic ; Qui vi ha la mano di Dio .
Ma la dolente nota vi ha anche qui, ed è
che ci troviamo sprovvisti quasi completa-
mente di mezzi materiali, degli oggetti ne-
cessarii al divin culto ; tant' è che per poter
dire la S . Messa dobbiamo farci imprestare
tutto . Voglia D . Bosco muovere il cuore di
qualche buon Cooperatore o pia Cooperatrice,
perchè vengano in nostro soccorso .
Amatissimo Sig . D . Rua, anche nella lon-
tana America ha dei figli che l'amano con
tutto l'affetto e pregano ogni giorno perlei
che è nostro padre e nostra guida .
Riceva i più cordiali saluti dal mio Signor
Direttore, dai nostri confratelli e da tutti i
giovanetti dei due collegi che ora abbiamo
in Paysandú .
Mi benedica e con me benedica tutti i gio-
vanetti che si raccolgono nel nuovo Collegio
Don Bosco e mi creda sempre in G . C .
Dev . mo Aff .mo Figlio
Sac . GIOVANNI BERALDI .
Entusiasmo pei Salesiani
a Bogotà.
REV .mO ED AMATISSIM O
Sig . D . RUA,
Bogotá (Collegio Leone XIII, 19 agosto 1890 .
Grazie a Dio godiamo tutti buona salute .
Il lavoro non manca, specialmente ai Con-
fessori . In maggio abbiam celebrato, come
si fa in Europa, con grande frequenza di
popolo il mese Mariano . Ogni sera la sacra
funzione consisteva in un po' di lettura ,
nella recita del S . Rosario e nella Benedi-
zione col SS . Sacramento.
Altrettanto abbiam fatto nel mese di Giu-
gno, sacro al Cuore dolcissimo di Gesù .
Nel stese di Luglio dedicato alla Ver-
gine SS . del Carmine, Patrona della nostra
Chiesa, si volle fare di più . Il nostro buon
Direttore, D . Rabagliati, volle tenere una
predica tutte le sere . Ma che avvenne? La
seconda sera per impedire la gran ressa che
si faceva per entrare in Chiesa, convenne
mettere alla porta della Chiesa un bel nu-
mero di soldati . Per tal modo si evitarono
molte disgrazie ; giacché l'entusiasmo, o me-
glio il fanatismo, con che accorrono alle pre-
diche del sig . Direttore ha dell'incredibile .
Tutte le domeniche e feste che egli ha da
predicare, bisogna prendere tale precauzione
per impedire la soverchia calca di popolo .
Di tanto entusiasmo, dico il vero, io non

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trovo altro riscontro in questi tempi che alle
prediche del celebre Padre Agostino .
Amatissimo sig . D . Rua, oh se vedesse
quale spettacolo intorno ai confessionali !
Dalle prime ore del mattino sino a quando
chiudesi la Chiesa la sera sono sempre as-
siepati . Non ci è mai capitato di uscirne per
mancanza di penitenti . Sibbene quando ne
usciamo per altri sacri uffici o per non poter
più reggere, ne lasciamo sempre un gran nu-
mero ad esercitarsi nella pazienza . Oh ! quanto
maggior bene potremmo fare se Ella ci man-
dasse due altri sacerdoti confessori ! Noi tre
soli che ci siamo non bastiamo ai bisogni
della Chiesa . Ce ne mandi adunque almeno
due, sig . D . Rua, e presto . Se le lettere non
valgono ad ottenere il tanto sospirato aiuto,
speriamo che varranno le ardenti suppliche
che farà costi in persona il nostro sig . Di-
rettore tra pochi mesi, quando si recherà in
Europa per importanti affari di cui è stato
incaricato e per cui, spero, gli sarà pagato
il viaggio .
Povero Direttore ! Questo viaggio almeno
gli servirà di riposo . Tutti i giorni dello
scorso Luglio non usciva mai dal confessio-
nale che all'ora del pranzo . Due ore prima
della predica il popolo aveva già invaso la
vasta Chiesa, la sacrestia, l' orchestra, ma
il Direttore invece di riposarsi per disporsi
alla predica, vi si preparava ascoltando le
confessioni fino all'ultimo momento . Uscito
dal confessionale ascendeva in pulpito ; finita
la predica andava sull'orchestra, all'harmo-
nium, per suonare e cantare, di poi ritornava
al confessionale .
Sappiamo che da tutte le nostre Case del-
l'Equatore, Brasile, Uruguay, Argentina,
Chilì, Patagonia, Terra del Fuoco, Isola
Daw son , Isole Maluine , ecc ., domandano
aiuti ; ma per carità, Rev .m° sig . D . Rua,
non dimentichi i suoi figli della Colombia .
Mentre pel prossimo Gennaio manderà i dieci
Salesiani già promessi per Cartagena, ne
aggiunga altri per Bogotà .
Gradisca, amatissimo Padre, i più cordiali
ossequii . Ci benedica tutti e ci raccomandi
al Signore .
Della S . V. Rev .ma
Dev .m° Figlio
Sac . MICHELE UNIA .
Con piacere annunziamo che Don
Evasio Rabagliati, già direttore infa-
ticabile di Concezione ed ora di Bo-
gotà, ha posto piede in Europa . Un
telegramma da Parigi il 21 ottobre
scorso ci annunziava il suo arrivo colà.
Prima di venire a Torino, farà una
visita ai nostri confratelli di Londra .
NOTIZIE COMPENDIATE.
Collegio d'arti e mestieri del Sacro
Cuore a Quito . -- La prima domenica d'ago-
sto u . s . nel Collegio Salesiano d'arti e mestieri
del S . Cuore a Quito ebbe luogo una bella festic-
ciuola per la distribuzione dei premi . Furono espo-
sti i lavori eseguiti dagli alunni, ed intervenne
numeroso pubblico ad assistere all'accademia che -
vi si tenne ad onore di S . S . il regnante Ponte-
fice, alla quale presiedeva S . E . Rev .ma il Delegato
Apostolico di quella Repubblica .
Ecco come ne parla El Telégrama, giornale
Equatoriano : « Mirabile fu la perizia onde gli
alunni eseguirono il vario e lungo programma .
Tra le molte declamazioni meritaronsi ripetuti ap-
plausi l'Ode a Leone XIII dei poeta signor Beli-
sario Peña, il discorso del Direttore D . Calcagno
e le belle parole di S . E . Rev .ma il Delegato . -
Il pubblico rimase molto contento e soddisfatto
del progresso manifestato da tutti gli apprendisti
di ciascun laboratorio di questo importante sta-
bilimento, destinato a somministrare alla Nazione
operai onorati, abili e laboriosi, assicurando loro
così un'onesta sussistenza per mezzo del lavoro
fecondo e moralizzatore .
Tal fu lo scopo del paterno Governo che sta-
bilì il Protettorato Cattolico, il quale fu costan-
temente assecondato dall' amministrazione del
l'Ecc .mo sig . Caamaño e dalla attuale . Ci congra-
tuliamo coi superiori del Collegio Salesiano e cogli
alunni che han saputo corrispondere alle amore-
voli loro cure .»
Per meglio far conoscere quanto fanno i nostri
Salesiani di Quito, crediamo pur bene di ripor-
tare dal Diario Officialediquelactà,nbro
del resoconto che il Ministro dell'istruzione pub-
blica faceva sulla fine dello scorso anno scolastico
al Presidente della Repubblica
« Le Scuole d'Arti e Mestieri dirette dai Sale-
siani sono uno stabilimento misto, perché ivi non
s'insegnano solamente arti o mestieri, ma vi sono
ben anche le scuole primarie . Quivi tutti i ragazzi
durante il mattino imparano a leggere, scrivere,
far di conto ed i doveri del cristiano, e lungo il
resto del giorno vengono applicati a quell'arte o
mestiere cui da natura sentonsi inclinati ... La
correzione moderata imposta a tre alunni bastò
perché tutti gli altri osservino strettamente il
regolamento . - I laboratorii hanno le comodità e
le condizioni igieniche indispensabili.. - Il pro-
gresso degli alunni nell'istruzione primaria, nella
musica, nel disegno, nei mestieri del sarto, fale-
gname, ebanista, ferraio, calzolaio e sellaio è già
notevole, poichè hanno già presentati lavori molto
commendevoli . - Sarebbe assai utile al paese
stabilire ivi una fonderia di caratteri con tipo-
grafia e legatoria, perché per aver caratteri siamo
ancora costretti ricorrere a Nuova York od in
a Europa... »
Noi ci uniamo quei nostri confratelli nell'e-
sprimere la nostra riconoscenza ai Cooperatori
salesiani di Quito e specialmente inverso al Go-
verno ed all'Ecc .m ° Presidente di quella Repub-
blica per la valida loro protezione e pel sincero
loro affetto inverso di noi .
Confidiamo pertanto, coll'aiuto di Dio e della
Vergine Ausiliatrice, di poter sempre meglio cor-
rispondere ai loro generosi desiderii .

1.7 Page 7

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Monsignor Cagliero nel Brasile . - Ri-
ceviamo dal Brasile in data delli 5 di settembre
dettagliate notizie della visita fatta da Monsignor
Cagliero e da D . Lasagna alle Case Salesiane di
quella Repubblica . Ne riportiamo qui brevi cenni .
I Cooperatori salesiani sono animatissimi nel-
l'aiutare le opere nostre e secondo i nostri desi-
derii di salvare la povera gioventù
In tutte le nostre Case il lavoro abbonda in
modo opprimente, ma colla buona volontà e collo
spirito di sacrifizio tutto si sopporta .
Nei Collegi del paese si cambiò l'orario brasileno
in quello salesiano che pare migliore .
In S . Rosa di Nichteroy i Salesiani hanno da
lottare col clima ; ma sono disposti a lottare a
costo anche di morire !
Abbondano in molte parti della Repubblica do-
mande e profferte per l'apertura di nuove Case
Salesiane . Messis multa, ma i Salesiani ove pren-
derli per mandarli a lavorare in tanti luoghi?
Monsignor Cagliero tenne tre solenni conferenze
ai Cooperatori .
Nella Casa Salesiana di S . Paolo intervennero
a feste religiose ed accademiche con Monsignor
Cagliero i venerandi Vescovi brasileni, riunitisi
in quei giorni in conferenza straordinaria per
affari urgenti spettanti al loro ministero . Stimano
ed amano assai i figli di D . Bosco e l'opera loro .
Monsignor Cagliero e D . Lasagna si trattennero
nel Brasile per oltre un mese . Per le opere nostre
la loro visita fu veramente provvidenziale .
Le Letture Cattoliche nel Brasile. -
Annunziamo con piacere che i nostri Salesiani
nel Brasile hanno anche cominciato la pubblica-
zione delle Letture Cattoliche con grandissimo frutto
specialmente delle classi popolari .
Hanno già tradotto in portoghese (lingua na-
zionale) e stampato parecchie operette di D . Bosco
ed altre scritte appositamente per la collezione .
Seppero ben presto imitare l'esempio dei Salesiani
dell'Argentina, ove da più anni si pubblicano le
medesime letture in lingua spagnuola .
Da questa notizia prendiamo occasione per rac-
comandare sempre più la diffusione delle Letture
Cattoliche che da 37 anni si pubblicano da noi .
ogni mese a volumetti in-32' di circa 108 pagine
all'infimo prezzo di L . 2,25 d'abbonamento annuo,
e formano, come ormai tutto l'Episcopato italiano
e lo stesso Papa Pio IX di venerata memoria
hanno più volte dichiarato, una delle più profit-
tevoli letture pel popolo cattolico .
Contro il mal di mare . - Ad istruzione
dei nostri Missionari e di quanti hanno da viag-
giare per mare indichiamo qui un nuovo ritrovato
contro il male che molti soffrono in tali viaggi .
Il dott. Idelson di Londra ha scoperto che il
male cosidetto di mare è il risultato di un avve-
lenamento di acido carbonico prodotto dalla man-
canza di armonia nei movimenti di inspirazione
e di espirazione, la quale trae con sè un'ossigena-
zione imperfetta di sangue . Per questo avvelena-
mento il cerebro si reprime e si effettuano dei
movimenti riflessi che dan luogo ai sintomi tanto
noti .
Il sullodato medico dice che il mezzo più sem-
plice per curar questo male consiste in regolare
respirazione, il che si ottiene per mezzo del
seguente processo : Si ponga il sofferente su di
una sedia e gli si mettano le mani sopra le gi-
nocchia ; all'alzar la mano, primo tempo, deve
fare un'inspirazione d'aria, all'abbassarla deve
fare un'espirazione . - Siccome son necessarie
venti inspirazioni per minuto, il sofferente deve
procurare di fare il movimento indicato in modo
tale da ottenere le venti dette inspirazioni al mi-
nuto e colla maggior regolarità possibile . In poco
tempo i fenomeni del mal di mare spariscono .
IN COLLEGIO .
In tanti collegi, seminari, ospizi ed altri isti-
tuti di educazione si legge ogni mese a pubblica
mensa il nostro Bollettino Salesiano . Non ci pare
quindi inopportuno in questi giorni, in cui inco-
mincia il nuovo anno scolastico e si riaprono detti
istituti, rivolgere due parole ai nuovi convittori,
per far con loro conoscenza e per ravvivarla con
quelli che già da più anni ci conoscono .
Fummo anche noi un giorno giovani convittori,
e provammo quanto costi l'addio ai patrii lari
per porre piede in collegio . Il primo passo su
quella soglia non fu senza una spina al cuore ed
una lacrimuccia che furtivamente ci sfuggiva dagli
occhi .
Oh le prime ore di collegio, i primi giorni ar-
recano a tanti giovanetti cupa mestizia ed acuti
scoraggiamenti ! Ma e vorreste sempre esser bam-
boli? Sempre starvene presso il grembiale della
mamma? Fa pur duopo che qualche giorno usciate
di casa !
E non pensaste mai ai vantaggi della vita
di collegio? In un buon collegio la scienza e
le cure degli educatori, gli ordini e le disci-
pline, tutto ciò, insomma, che può illuminare la
mente ed educare il cuore non manca, e mirabil-
mente tutto concorre per formare in voi giovani
di forte e retto carattere e perfezionare l'educa-
zione ricevuta in famiglia .
Voi per somma ventura siete stati mandati in
collegio cristiano ; or bene, quivi sentirete la sa-
lutare influenza del sacerdote . Ivi posa la bene-
dizione di Dio che conserva e purifica le anime ;
ivi frequentansi i Sacramenti, fonti inesauribili
di ineffabili soavità, di virtù gagliarde e di gra-
zia feconda per ogni profitto spirituale ; la santa
parola vi alimenta la vita morale ; il culto di
Maria vi è amato come il ricordo di una buona
madre ; tutte le forze divine della pietà vi pro-
teggono contro le debolezze della natura . In col-
legio cristiano, o cari giovani, vi è più facile la
preghiera per preservarvi dal male ; la Confes-
sione per sollevarvi più prontamente se siete ca-
duti in fallo ; più potente ritrovato la guida delle
anime vostre ; il direttore spirituale, il cui occhio
vigile vi segue, la cui esperienza vi consiglia, la
cui benignità non vi lascia senza appoggio nè
consolazione .
Non lagnatevi adunque, se i vostri genitori hanno
scelto per voi un istituto in cui la religione do-
mina da madre ed è l'anima di tutta la vostra
vita di collegio.
Guai per voi, per i vostri genitori e pel vostro
avvenire, se vi avessero mandati in certi istituti,
in cui la religione è come una madre in pianto,
vi ha una parvenza di educazione religiosa, tanto
per ingannare genitori e figli ed attirare maggior
numero di convittori, ed in verità i frutti ben tristi
che se ne ottengono fanno fremere e piangere.
Benedite il Signore, o cari giovani, della ven-
tura vostra .
Corrispondete pertanto alle premure dei supe-
riori ed alle speranze dei genitori .

1.8 Page 8

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Siate ubbidienti, rispettosi ; dedicatevi di buon
animo e con diligenza allo studio, coltivate la
pietà e tutto fate per amore del dovere, per amore
di quel Dio da cui proviene ogni bene .
I vostri giorni saran più lieti, passeranno ve-
loci i mesi e gli anni, ma saranno per voi fecondi
di ottimi frutti e di molteplici consolazioni pei
vostri parenti e benefattori .
Oh felici voi, o giovanetti, soleva dire S . Fi-
lippo Neri, o felici voi, che avete tempo a far del
bene .
Non perdete quindi la felice occasione che vi
offre la vostra età e corrispondete a quanto e
Religione e Patria, e Dio e Parenti si aspettano
da voi .
Operette di D. Bosco opportunissime pei giovanetti
di collegio
Vita di Collegio, L . 0,50 .
Vita del giovane Savio Domenico, L. 0, 20
Vita del giovane Magone Michele, L . 0, 15
Il Pastorello delle Alpi, ovvero la Vita del giovane
Besucco Francesco, L . 0, 20
CHE S'INTENDE PER COOPERATORI SALESIANI
e che
cosa debbono fare.
Molti dei nostri nuovi Cooperatori, nel
desiderio di meglio adempiere ai doveri che
di sua natura pare imponga una simile
ascrizione, ci fanno mille svariate do-
mande, alle quali noi ora risponderemo
in poche parole riportando alcune spie-
gazioni od avvisi importanti già pubbli-
cati in altri numeri del nostro periodico .
Il titolo del diploma o del libretto pre-
sentato ai Cooperatori dice quale ne sia
lo scopo. Diamone tuttavia breve spie-
gazione .
Diconsi Cooperatori Salesiani coloro che
desiderano occuparsi di opere caritatevoli
non in generale ma in ispecie, d'accordo
e secondo lo spirito della Pia Società di
S. Francesco di Sales .
Un Cooperatore di per sé può far del
bene, ma il frutto resta assai limitato e
per lo più di poca durata . Al contrario
unito con altri trova appoggio, consiglio,
coraggio e spesso con leggera fatica ot-
tiene assai, perchè le forze anche deboli
diventano forti se vengono riunite . Quindi
il gran detto, che : l'unione fa la forza,
vis unita fortior . Pertanto i nostri Coope-
ratori seguendo lo scopo della Pia So-
cietà Salesiana si adopereranno secondo
le loro forze per raccogliere ragazzi pe-
ricolanti ed abbandonati nelle vie e nelle
piazze ; avviarli al Catechismo, tratte-
nerli nei giorni festivi e collocarli presso
ad onesto padrone, dirigerli, consigliarli,
aiutarli per quanto si può per farne buoni
Cristiani ed onesti cittadini .
Si aggiungono le parole : Modo pratico,
per notare che qui non si stabilisce una
Confraternita , non un' associazione reli-
giosa, letteraria o scientifica, ma una sem-
plice unione di benefattori dell'umanità,
pronti a dedicare non promesse, ma fatti,
sollecitudini, disturbi e sacrifizi per gio-
vare al nostro simile. Si è messa la parola :
un modo pratico, perchè non intendiamo
dire che questo sia il solo mezzo per far del
bene in mezzo alla civile società : anzi noi
approviamo ed altamente lodiamo tutte le
istituzioni, le unioni, le associazioni pub-
bliche o private che tendono a beneficare
l' umanità, e preghiamo Dio che a tutti
mandi mezzi morali e materiali per con-
servarsi, progredire e conseguire il fine
proposto. Noi a nostra volta crediamo
bene proporre un mezzo di operare e
questo mezzo lo proponiamo nell'Asso-
ciazione dei Cooperatori Salesiani .
Le parole : giovare al buon costume, danno
ancora più chiaramente a conoscere ciò
che vogliamo fare e quale sia il comune
nostro intendimento.
Il Bollettino Salesiano si manda ai Coo-
peratori e Cooperatrici per ottemperare
a quanto è prescritto al n° 7 del capo V
del Regolamento ove si legge : Ogni tre
mesi ed anche più sovente con un Bollettino
o foglietto a stampa, si darà ai Soci un
ragguaglio delle cose proposte e fatte, o che
si propongono a fare . Laonde resta inteso
che questa non è un'associazione estranea
alla Pia Unione, e a cui si debba corri-
spondere con una tangente obbligatoria .
Tuttavia chi amasse dal canto suo sod-
disfare alle spese di stampa e di posta,
noi crediamo che sia sufficiente la somma
di L. 3 all'anno per l'Italia e L . 3,60 per
l'estero .
APPENDICE
alle Notizie dei nostri Missionarii
D. Costamagna in viaggio per l'Equatore .
(Seguito) .
Poveri Indii : - Un corteo funebre . - L'ul-
timo giorno delle asc e nsioni . - Festevo-
li accogienze . - La solennità di Maria
Ausiliatrice .
Verso sera, lasciata, la pianura, comin-
ciammo colla pioggia fitta fitta la salita
dell' altissimo monte Torneado . Incontra-

1.9 Page 9

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vamo di tratto in tratto frotte di Indii ca-
richi di commestibili, e talvolta in numero
di cinquanta, di cento, che trasportavano
macchine, pianoforti , ecc . Poveri Indii!
Questi dall'Occidente sono molto buoni ; i
Missionarii han lavorato bene per trasfor-
marli ! Oggi stesso mi disse il Vicario apo-
stolico del Napo, Mons . Tobias, che quelli
del'Orientivecsonistaodirbile
abbrutimento .
A proposito di questi Indii , or ora furon
qui a trovarmi tre senatori di Cuenca, venuti
al Congresso nazionale di Quito . Essi mi
pregano e supplicano che vada a visitare
gli orientali di Mendes e Gualaquiza, che
devon esser l'eredità dei Salesiani .
Giunti alla cima del Torneado, scorsi in
fondo ad una valle un villaggio detto di San
Michele. Volli andarvi per celebrare il santo
Sacrificio . Era già mezzogiorno e i montanari
tornavan dalla Messa grande alle loro ca-
panne .
All'una e mezzo vi arrivammo . Approfit-
tando del nostro privilegio, dopo d' essermi
lavato e mani e piedi e faccia, celebrai la
santa Messa, ed accompagnai la sera sull'har-
monium le lodi del Mese di Maria, che colà
si faceva . Fui albergato da un sant'uomo che
chiamasi Giovanni Pio de Mora . Egli è co-
lonnello dello Stato, zuavo pontificio e Inten-
dente municipale, e mi trattò da vero amico .
Il giorno seguente ripresi il cammino verso
Guaranda e m'incontrai in passi veramente
difficili ; ma vegliava il buon Angelo Custode
e Maria SS . Ausiliatrice, e non mi accadde
nulla di triste . Le giaculatorie alla Madonna,
all'Angelo ed ai Santi del cielo fiorivano
sulle labbra .
Toccato Guaranda, mi fermai nel villaggio
di Guanujo, ove celebrai la santa Messa
nella chiesa parrocchiale e feci un discor-
setto della Madonna al Popolo che era ac-
corso numerosissimo .
A cento passi da. Guanujo dovemmo fer-
marci per lasciar passare un corteo funebre
di Indii ed Indie che a passo accelerato por-
tavano un morto alla chiesa . La cassa funebre
consisteva in sole tre assi tagliate coll'ac-
cetta . Pregavano in quichoa, ed il mio mu-
lattiero, il quale intendeva il loro idioma,
m'assìcurò che alle preghiere mescolavano
qualche resto di superstizione, e ripetevano
con lunghi piagnistei i lamenti della madre
del defunto : Figlio mio, tu sparisti come il
sole, che ci è tolto dallo sguardo da' neri nuvo-
loni dell'orizzonte, ecc .
Guadagnate le falde del Chimborazo, ci
portammo all'opposto versante ; e dopo d'aver
incontrati molti pericoli, c'imbattemmo in una
casa . Chiedemmo la carità, e ci fu fatta con
vera squisitezza dal padrone, colombiano di
patria e d'origine italiano, un certo Buccelli .
Era preso da forte febbre, ed appena in casa
cercai un letto e vi caddi sopra come corpo
morto .
All'indomani, settimo giorno di viaggio,
la febbre era passata, ed io potei celebrar
la santa Messa nel paese vicino di S . Rosa ;
quindi, fatta una buona colazione in casa
del parroco ed accompagnati da questo buon
Pastore e da una frotta di amici fino alla
città di Ambato, lasciando alla destra il
vulcano Tuncurahua, seguimmo il viaggio
alla volta di Tacunga, città situata alle falde
del terribile vulcano Cotopaxi . La notte di
questo settimo giorno fummo cordialmente
albergati a Tacunga dai buoni Fratelli delle
Scuole Crìstiane . All'indomani, detta Messa
nella loro cappella, essendo l'ottava dell'A-
scensione, speravamo che dovesse essere pure
l'ottavo ed ultimo giorno delle nostre ascen-
sionì sopra di quelle aspre montagne . E non
andammo illusi .
Alle 10 di notte entravamo finalmente in
Quito, ed alle 10 1/4 battevamo alla porta
della nostra Casa Salesiana . Poveri nostri
confratelli ! Essi avevano mandati messag-
geri e telegrammi fino ad Ambato per fer-
marmi ed accompagnarmi ; essi avevan pre-
parato e fuochi artifiziali e imbandiera-
menti, ecc . ; ed ora dormivano tranquilli il
primo sonno, certi che sarei arrivato alla
dimane . Quand'ecco si batte alla porta ; i
cani abbaiano, i fratelli si svegliano, e du-
bitando di ciò che è, si vestono in fretta e
si precipitano al parlatorio . Ed allor quanta
gioia, quante lagrime di tenerezza ! Pove-
retti! era questa la prima visita che riceve-
vano da un Salesiano dopo il dì della fon-
dazione .
Io ero stanco ed affranto, e le gambe aveva
quasi morte, ma il cuor mio batteva a mar-
tello pel contento ; allora conobbi quanto i
Salesiani si amino davvero a vicenda, e be-
nedissi ancor una volta Maria e Don Bosco
d'avermi fatto Salesiano .
Il giorno dopo i convittori fecero in rin-
graziamento la Comunione generale, quindi
la banda suonò varii pezzi del nostro mae-
stro Devecchi . Verso sera una scelta orche-
stra di Quito rallegrava l'accademia che ten-
nero i nostri artigianelli, i quali si distinsero
con canti, poesie e dialoghi in castigliano
ed anche in latino . Ciò che mi commosse
si fu un dialogo , nel quale uno studente
mi pregava che impiantassi un noviziato,
un ragazzo dell'oratorio festivo voleva un
cortile più ampio , un artigiano voleva altri
laboratorii, un carcerato carico di catene
chiedeva aiuto, e finalmente un Indio inter-
rompeva di quando in quando gli altri, di-
cendo : M isiones, taita padre, misiones ! - Li
ringraziai di cuore, per i bei sentimenti
espressimi, dissi di essere venuto per aiutarli
tutti, ed in fine li invitai a gridare un viva
a Maria Ausiliatrice, un altro a Don Bosco,
un terzo a D . Rua ed un quarto a Mons .
Cagliero che loro m'aveva inviato .
Il carissimo D . Calcagno ne godeva con
tutto il cuore, e poteva così avere un piccolo

1.10 Page 10

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compenso di tante sofferenze che sono inse-
parabili da un Direttorato così lontano da
tutti i Superiori . Questo buon Direttore ,
non che i suoi attivi collaboratori, meritano
proprio un bravo di cuore .
Intanto il giorno seguente era la festa di
nostra Mamma Ausiliatrice, ma, per esser
il 24 maggio giorno di festa patria, ed il monte
del Collegio essendo tutto imbandierato, la
nostra fu perciò trasportata al dì seguente,
25, dì solenne di Pentecoste .
Fu una festa gaia e maestosa . Il Padre
Gil della Compagnia nel suo bel panegi-
rico ci mostrò Maria Ausiliatrice come sol-
levata sulle palme di Don Bosco davanti
alla faccia, del mondo intiero, perchè si co-
nosca meglio il potente aiuto di Lei, e cono-
scendola si ami . Al pranzo intervennero Mons .
Macchi, il Delegato Apostolico, che s'intrat-
tenne tutto il giorno con noi . V'intervenne
pure il senatore Can . Matorelli e vari altri
monsignori ed avvocati, fra i quali il dotto
poeta Belisario Peña . Alla sera dopo i Vespri
e la Benedizione, razzi, globi areostatici ,
altri evviva a Maria Ausiliatrice, a Don
Bosco, ai Salesiani ed agli Equatoriani tutti .
Adesso si aspetta la conferenza dei Coope-
ratori, che, per esser la prima che si tiene
in questa Repubblica , dovrà farsi con im-
pegno particolare .
La gita agli Indii non è cosa facile per
certo . Certi passi bisognerà farli a piedi, chè
sarà impossibile che li possa superare il ca-
vallo . Chi sa qual sorte mi toccherà! Ho da
andare anche nella Bolivia dove il tragitto
si fa pure solamente sopra mule . Benedette
mule! Più d'una volta m'hanno sbalzato a
terra, ma grazie a Dio, senza alcuna lesione .
Mi benedica e mi creda
Aff ed obb .m° figlio in G . C.
D . GIACOMO COSTAMAGNA .
Una visita alle carceri . - Conferenza
di Cooperatori . - La solenne pro-
cessione del Corpus Domini . - Do-
loroso addio .
Riobamba (Equatore) 15 giugno 1890 .
Son già di ritorno dalla capitale della Re-
pubblica del Sacro Cuore, e fra quattro giorni,
se Dio vorrà, arriverò a Guayaquil, lasciando
per ora la visita agli Indii di Mendes e Gua-
laquiza, a ciò consigliato dall'Autorità com-
petente .
Nel breve tempo del mio soggiorno in
Quito ebbi molte e grandi consolazioni, che
io vo' raccontare al mio amatissimo Padre
D . Rua .
Vicino al nostro Collegio v'è la carcere,
chiamata Panoptico, di cui hanno la direzione
spirituale i Salesiani . Or bene, la prima do-
menica del corrente mese si faceva ivi la
chiusura del Mese di Maria, con Messa can-
tata e Comunione generale, ed io fui invitato
a far da celebrante . Appena entrato, trovai
due ritratti del nostro Don Bosco . A quella
vista dissi fra me : Don Bosco in prigione,
oh! . . . certo ne farà delle sue, chè lui è pur
sempre il Don Bosco della Generala di To-
ri no . Infatti i nostri Salesiani ebbero la con-
solazione di veder convertiti tanti cuori in-
duriti nella colpa, e di lupi e scandalosi che
erano, divenire docili agnelletti e missionari
ai compagni di sventura . Basti il dire che
di 124 carcerati, più di cento ricevettero
in quella mattina il Pane degli Angeli . Alla
Comunione della Messa, fatto un breve fer-
vorino ed avvicinatomi alle cinque grandi
inferriate dei corridoi per distribuire loro la
SS .ma Eucaristia, vedendo tanta divozione
in quei criminosi, mi sentii fortemente com-
mosso ; e quando mi vidi portar sopra di un
pagliericcio un povero detenuto gravemente
ammalato, non potei trattener le lagrime .È
pur sempre lo stesso Gesù, pensava, al quale,
nelle contrade della Palestina, venivano por-
tati gl'infermi nei loro lettucci perchè li
sanasse ! . . .
Sul meriggio dello stesso giorno, nella cap-
pella del nostro Collegio si dava principio
alla Conferenza dei Cooperatori . Interven-
nero, oltre il Presidente del Senato, varie Au-
torità ecclesiastiche e civili . Dopo la lettura
fatta da D . Calcagno del testamento di Don
Bosco lasciato ai Cooperatori, dissi io alcune
parole sui doveri dei medesimi e della neces-
sità di praticare i mezzi che il caro Padre ha
suggerito per esser veri Cooperatori . Dopo la
benedizione col Santissimo Sacramento, si
passò in una sala vicina, dove si venne a
concretar qualche cosa sulle proposte che
aveva accennate nella conferenza . Le cose
principali che si trattarono furono : 1° L'o-
ratorio festivo, coadiuvato da quei buoni
Quitesi, che vorrebbero imitare i Cays ed i
F assati ; 2° l'impianto d'una tipografia che
provveda libri buoni ; 3° preparar i premii
non solo per i più perseveranti all'oratorio
festivo, ma per gl'interni eziandio al fin del-
l'anno . E qui fu una gara tra i Cooperatori
nel disputarsi quali premii si dovessero pre-
parare pei musici, pei singoli laboratorii , e
per quelli che avessero avuto miglior con-
dotta . Si propose infine di far una grande
accademia in onore di Leone XIII nella
stessa occasione della distribuzione dei pre-
mii ; fu eletto il nostro caro amico ed esimio
poeta Belisario Peña a presidente della Com-
missione., a cui si dava l'incarico di proporre
varii temi da trattarsi in onore del Sommo
Pontefice . Generali applausi accolsero le pro-
poste ; si grìdarono viva a Don Bosco, viva
a Don Rua, viva all'immortal Garcia Moreno,
fondatore dello stabilimento, e così ebbe ter-
mine quella festa, che mai la più cara, e che
sollevò assai il tenero cuore del nostro caris--
simo Don Calcagno, direttore della Casa .
Il giovedì appresso, festa del Corpus Do

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2.1 Page 11

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mini, i nostri giovani presero parte alla so-
lenisimaprocesione ,colla loro banda mu-
sicale nel centro e lo stendardo di Maria
Ausiliatrice spiegato dinanzi . Cominciò alle
ore 8 antimeridiane e finì alle 10 . Fu
mezz'ora . Ad un cenno di Don Calcagno
si fermarono in un piccolo spianato d'una
valletta, e là al gran sollione circondandomi
e facendo ressa perchè non mi muovessi, mi
diedero il mesto addio, prima i confratelli,
davvero imponentissima e commoventissima . poscia i giovani studenti, quindi gli arti-
V'intervenne tutto il Governo, dal Presidente giani, promettendomi tutti tante Comunioni
della Repubblica, all'esercito . Il quale esercito, e preghiere pel felice mio ritorno a Buenos
vestito in grande gala, dopo d'esser sfilato da- Ayres, che dista 45 giornate da Quito .
vanti al Santissimo, adorandolo, si mise alla D . Calcagno piangeva come un ragazzo,
retroguardia, come un'immensa coda, facendo ed io, sentendo che le parole di ringrazia-
echeggiar l'aria di allegre sinfonie, che ve- mento mi si strozzavano in gola per la com-
nivano di quando di quando interrotte dal mozione, data bruscamente una spronata al
tuonar del cannone del vicino monte Pane- cavallo m'involai alla loro presenza seguito
cillo .
dal Direttore e da Garrone . - Signor Don
Il Santissimo era portato da Monsignor Rua, bisogna proprio aprire e presto un'altra
Macchi, delegato apostolico, sotto un superbo Casa in questo lontanissimo Equatore, affin-
baldacchino, e sempre fra una densa nuvola chè i nostri Quitesi si possano aiutare, con-
d'incenso formata da dodici turiboli, i quali sigliare e consolare a vicenda .
alternavano il movimento loro con quello di
altrettanti angioletti che spargevano il cam- Al'EstanciadelS.D-Biorgnuts
mino di ogni sorta di fiori .
costume degli Indii Equator iani . -
Al rientrar della processione nella catte- I danzantes . - A Riobamba .
drale , le armonie dell'organo del nostro
cav . Bernasconi parevano dire ad ogni fe- Nel cammino trovammo in una capanna
dele : Credi, adora ed ama ; ed un raggio di un povero moribondo che desiderava da
sole vivissimo che dal zenit penetrava per tanto tempo un sacerdote ; scesi a con-
una delle finestre della volta, illuminando fortarlo . Verso sera Don Calcagno volle
tutte quelle teste incurvate davanti al Sol che andassimo a pernottare all'Hacienda del
Sa lutis, sembrava annunziarci che le porte buon cooperatore Donoso, il quale fa soventi
del cielo si erano aperte per osservare e ri- volte di bei regali ai nostri giovani di Quito,
crearsi di tanta festa, e benedire solenne- mandando legumi, formaggi e perfin le vacche
mente questo pubblico atto di fede e d'amore, pel latte . Nol trovammo in casa, ma la sua
che verso il suo Redentore Gesù la capitale consorte, Donna Allegria Checa-Barba ni-
della Repubblica del Sacro Cuore aveva testè pote di Mons . Checa, l'Arcivescovo di Quito
fatto pubblicamente.
antecessore dell'attuale, ci ricevette con tutta
La terza domenica del mio soggiorno i no- carità. Dalla bocca di questa signora conobbi
stri alunni andarono a cantare la Messa della meglio tutti i particolari dell'inaudito sacri-
Beata Marianna nella chiesa dei Gesuiti . Era lego assassinio commesso nella persona del
il dì della festa di questo giglio, ed io ebbi ven . Arcivescovo, il quale, due anni dopo
la fortuna di celebrare proprio all'altare quello del grande Garcia Moreno, venne av-
dove conservarsi le sue reliquie.Vistan
velenato proprio nella Messa (secca) del Ve-
seguito il gran convento di San Francesco nerdì Santo da alcuni satanassi, che gli mi-
eretto dai Re di Spagna, quindi il Collegio sero il veleno nelle ampolline . Il Venerdì
dei Fratelli delle Scuole Cristiane, che hanno Santo di quell'anno (1877) cadde il 30 marzo .
1200 alunni esterni, tutti maravigliosamente Or bene, tre anni dopo, il 30 marzo appunto,
disciplinati ; ricevetti la visita di Monsignor il capo di quella infame congiura, passeg-
Delegato, tutto amico nostro, e quella di giando in una via di Parigi con alcuni dei
Monsignor Arcivescovo di Quito, che, nono- suoi commilitoni, ebbe fracassato le cervella
stante i quattro attacchi che gli diede l'in- da un pezzo di cornice staccatosi dall'alto,
fuvlenza, olle degnarsi egli pure di resti- che , lasciando intatti gli altri, diede a lui
tuirmi la visita... e poi al fine convenne solo istantanea morte . Quell'infelice chiama-
pur dar l'addio a questi buoni confratelli di vasi Emmanuele Cornejo .
Quito... e partire .
In questa famiglia del signor Donoso si
Il carissimo D . Calcagno volle ad ogni costo celebrava allora il Mese del Sacro Cuore con
accompagnarmi con il coadiutore Garrone, e cantici, letture e preghiere ogni sera. Eran
per bei 4 giorni fino a questa città di Rio- ben 35 cogli Indii aggruppati intorno all'al-
bamba, di dove le scrivo la presente . Gli altri tarino del Sacro Cuore, ornato di varie imma-
confratelli per altro ed i cento alunni non si gini . Non mi potei trattener dal far un
contennero dal valicar la porta, e correre e predicozzo, che quei buoni contadini udirono
precipitarsi dietro alle mule, che volevano a bocca aperta .
involarci alla loro amata compagnia . I più Il giorno dopo, alle tre del mattino, u-
lesti riuscirono ad afferrarmi alle staffe, cer- dimmo una voce fortissima, prolungata . Era,
cando di ritardar la marcia, e tutti ci ac- il maggiordomo che svegliava gli abitanti
compagnarono fuori di Quito per ben una delle colline vicine . Alle 4 eran tutti rac-

2.2 Page 12

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colti nella casa di Donoso e recitarono per
mezz'ora le orazioni mattutine . Alle 4 1/2
sparvero ; ognuno si portò al campo del
suo lavoro, e noi scendemmo al villaggio vi-
cino per celebrar la santa Messa . Quell'Ha-
cienda o Estancia de Donoso è una vera oasi
morale .
Pernottammo in Latacunga in casa dei
Fratelli delle Scuole Cristiane, e il giorno
seguente, ottava del Corpus Domini, verso
le 4 pom ., arrivammo ad Ambato, dove
fummo testimoni di scene le più originali .
Appena entrati in città, vediamo varii gruppi
d'indii ballare al suon d'un brutto tamburo
e d'un piffero, colla testa coperta d'un mazzo
di penne e con indosso una specie di tuni-
chella ed una gran pianeta pendente al
dorso . Arrivati sulla gran piazza, ci si pre-
senta un nuovo spettacolo . Era zeppa di
gente, massime di Indii, vestiti di var

2.3 Page 13

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vissimi colori, verde, giallo, rosso scarlatto,
rosso sangue rosa, ecc . Nei quattro angoli
della piazza innalzavansi quattro superbi al-
tari per la processione del Santissimo . In
quella ecco che in file più o meno ordinate
escon di chiesa molti Indii, portando tre sta-
tuette di Santi, protettori delle loro bor-
gate, e cantando non so che inno . Volevan
portarli in processione col Santissimo, ma il
buon parroco oppose loro il divieto del rito ;
anzi, appena finita questa loro mascherata
di processione, fattisi portare i tre santi, li
chiuse a chiave in una stanza , nè si com-
mosse alle replicate proteste di quegli Indii .
Quell'ottimo parroco mi assicurò che se non
usava di questo rigore, quei signori Indii
avrebbero seguito il costume antico di portar
i loro santi, per tutta quanta la notte, alla
taverna a bere e ballare con loro . Del qual
uso eccone l'origine in poche parole . I primi
missionarii, volendo dar un premio a quelli
tra gli Indii che si portassero meglio e che
favorissero la Missione, avevan disposto che
si vestissero in quella foggia, quasi ecclesia-
stica, e, come Davide davanti all'arca quando
questa dalla casa del buon Obededon pas-
sava al regio palazzo , così essi saltassero
accompagnati dalla loro musica davanti al
SS. Sacramento. Presentemente per ottenere
questo favore vanno due o tre , per turno,
eletti dal sindaco d'ogni borgata, a far i
servizi della parrocchia, sacrificando tempo,
salute e tutto, pur d'ottenere d'esser connu-
merati tra i danzantes o saltantes . Durante que-
sta specie di noviziato si chiamano Barapanes .
Il parroco attuale però, vedendo che questa
istituzione era degenerata, non volle più il
servizio, per aver in mano il mezzo di por
termine a questo scandalo .
Dopo la processione dei santi degli Indii,
uscì regolarmente e con molta pompa quella
del Santissimo . I danzantes aprivan la proces-
sione, ma senza pifferi, nè tamburi . Ad ogni
altare fermandosi il Signore, le campane
cessavan di suonare, e tutta quella gente
riverente prostravasi al canto del Tantum ergo
e per la benedizione .
Dopo la processione vi fu il giuoco del-
l'albero della cuccagna . Alcuni Indii ten-
taron inutilmente di arrampicarsi, un solo
ragazzetto vi riuscì ed ebbe colle ovazioni
generali il premio di tutto l'albero .
In seguito ebbe luogo la rassegna dei varii
gruppi di danzantes, capitanati dai loro sin-
daci armati di bacchetta , al suon di pifferi
e di tamburi . Venne la notte, e quella mu-
sica indiavolata non cessava ; vennero le 10,
la mezzanotte, e seguiva ancora . Noi, che al-
loggiavamo in casa dei Domenicani, annoiati
dell'incessante strepito, passammo gran parte
della notte in compagnia di uno dì que' buoni
Padri, che ci narrò tante cose di questi po-
veri danzantes . Dopo d' averci esposte le
difficoltà di catechizzare gli Indii dell'Equa-
tore, e come sia mestieri penetrare a piedi
in quelle selve, facendosi strada a colpi d'ac-
cetta, sempre tra nuvole di terribili mosche-
rini, in mezzo a serpenti velenosi, nuotando
ad ogni piè sospinto per traghettare i fiumi,
e penetrando nel fango talvolta fin ai fianchi,
dopo d'averci narrato come lui una volta
dando missione giunse al punto da dover
mangiar un cane , ed un'altra una specie
di rospo per non morir dl fame ; dopo d'a-
verci dichiarato che la missione che si vo-
leva dare ai Salesiani era peggiore delle
altre, perchè gli Ivaros, Indii di Gualaquiza
e Mendes, sono semi-feroci, traditori, da non
paragonarsi cogli altri di Zamora e del Napo,
che sono d'indole assai mite, quand'anche
rozzissimi, finì per dire : Questi poveri dan-
zantes, per prender in affitto le preziose ve-
stimenta che indossano oggi e stanotte, son
capaci di vendere, come davvero lo fanno, i
proprii figli . Essi credono fermamente che
dopo dodici anni d'aver fatto il danzante sa-
ranno santi , e come tali , anche senza con-
fessarsi e senza lasciar affatto l'ubbriachezza,
si pensano d'aver il paradiso assicurato . Po-
veri Indii !
Alle tre del mattino seguente, assordati
dai continui fracassi dei saltantes, andammo in
chiesa per la Messa, poscia c'incamminammo
su veloci destrieri per Riobamba attraver-
sando paeselli tutti imbandieratì . Molte ban-
diere portavano un bel cuore nel centro . Era
la festa civica del Cuor di Gesù, cui l'E-
quatore è consacrato .
Giugnemmo a Riobamba alle 4 1/2 di sera,
e prendemmo alloggio presso i troppo buoni
Padri Redentoristi, che non finivano mai di
farci festa . Un'ora dopo nella loro magnifica
chiesa si dava principio alla novena della
loro Patrona, La Madonna del Perpetuo Soc-
corso, e noi La pregammo di rimunerar Ella
stessa questi buoni Padri .
Il giorno dopo, visite reciproche del Mu-
nicipio e di Monsignor Vescovo coi poveri
Salesiani ; visitammo il grande terreno che
si mette a nostra disposizione, pur di ve-
nire a prendersi cura dei ragazzi abbando-
nati di questa città . Riobamba è situata in
una vasta pianura tutta circondata da altis-
sime montagne nevose e da vulcani, e presenta
un panorama unico nell'Equatore ; l'aria è
purissima, la temperatura assai mite, quan-
d'anche per certi geli imprevisti i Riobam-
besi non s'arrischino a coltivare la vigna .
Questa città fu fondata nell'anno quinto di
questo secolo, a due leghe di distanza dal-
l'antica Riobamba che nel 1797 fu comple-
tamente distrutta dal terremoto . È città pu-
lita, colle strade dritte ed ampie, e promette
assai per l'avvenire . Oltre i RR . PP . Reden-
toristi , vi sono i PP . della Compagnia e
gli Oblati di San Francesco di Sales che la-
vorano con grande frutto .
Amatissimo sig . D . Rua, domattina ho da
far l'ultimo distacco ; separarmi cioè dal caro
D . Calcagno e dal buon Garrone che ritor-

2.4 Page 14

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nano alla loro Quito . Se essi son dolenti,
che sarà di me, che dovrò restarmene solo,
senza la compagnia dei Salesiani' - Devo
passare in Lima, dove tempestano con do-
mande, poscia passerò per quasi tutta la
Bolivia . Intanto Ella mi benedica e preghi
pel suo
Dev .m° e a.ff. MO figlio
Sac . G . COSTAMAGNA .
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE,
La preghiera di una madre . - Io
devo confessare, ad onore di Dio e dell'au-
gustissima sua Madre Maria SS . Ausiliatrice
ed a conforto di tante povere madri che sof-
frono e piangono in questa valle di esiguo,
d'aver ricevuto la grazia seguente . Avevo
un bambino che formava la mia consolazione
e la mia speranza ; ma, giunto poco oltre ad
un anno, mi moriva, e Dio sa con quale mia
pena . Mi acquietava tuttavia nella mia dis-
grazia, perchè il buon Dio mi aveva con-
cessa una figlia che temperava l'acerbità del
mio dolore . Ma essa pure mi venne a mau-
c are quando arrivò all'età del fratellino, e
per la medesima malattia . Non mi bastava
più a lenire il cordoglio l'idea che due an-
gioletti pregavano per me, ma fui quasi per
rivolgere le mie doglianze a Dio che mi dava
e mi toglieva con tanta severità . Fu in quel
momento che , come una soave distrazione,
mi si presentò alla mento l'imagine di Colei
che raccoglie le nostre lagrime, e non come
suolo il inondo, ma ci consola, epperciò dissi :
Se Dio mi concede altra prole , la voterò a
Voi, Maria Ansiliatrice . Ebbi un figlio che
venne a rallegrare la mia solitudine, ma che
insieme mi faceva temere che dopo breve
ora sarebbe ritornato a Dio . Rinnovai allora
la mia confidenza a Maria Ausiliatrice, ogni
dì feci una preghiera speciale, e promisi di
venire al suo Santuario a Torino, se mi vi-
veva . Giunto all'età fatale, mi cadde annua-
lato ; ma mentre più si temeva per lui, io mag-
giormente ne sperava da Maria Ausiliatrice
la guarigione . Il bambino si riebbe di fatto,
riacquistò la salute primiera e sta così bene
da togliere ogni pena . E la sua buona salute
dura da tre mesi . Fedele alla mia promessa,
oggi vengo a ringraziare Maria Ausiliatrice,
a fare le mio divozioni ed a lasciare una
piccola offerta per la mia riconoscenza .
Torino, 8 ottobre 1890.
C . M . riconoscente .
Un pio scultore a Maria. - Da
più anni io lavorava presso altri, quando per
recare maggior aiuto alla mia famiglia cre-
detti partito migliore aprire uno studio a mio
conto godendo così di tutti gli utili dell'arte
mia . Ebbi subito a toccar gravi traversie .
Non venni meuo d'animo e nei momenti più
difficili fui consigliato a raccomandarmi a
Maria Ausiliatrice . Fu questo per me un
provvido consiglio . Pregai, promisi a Maria
una statua di marmo, ed Essa mi esaudì,
Troppo lungo sarebbe l'esporre le vie mira-
bili per le quali Maria SS . mi venne in
aiuto . Ne serberò in cuore perenne memoria;
e per sciogliere il mio voto consegno ora al
Rettore del Santuario di Maria Ausiliatrice
la statua promessa, per scolpir la quale posi
tutto il mio debole ingegno e paziente studio .
Finalmarina, 8 settembre 1890 .
FRATTINI MARIO .
Morondo Varr11o - Il signor Valenti Giu-
seppe ringrazia Maria Ausiliatrice per la ottenuta
piena guarigione di una sua figlia che sventura-
tamente era divenuta pazza furiosa .
Nizza %Ionferrato . - La signora Novelli
Carolina, maestra, trovandosi gravemente inferma
di polmonite, si raccomandò a Maria Ausiliatrice
con promessa di offerta al suo Santuario di To-
rino . Ottenne la grazia e manda riconoscen te l'of-
ferta promessa .
Farigliano . - I signori coniugi Gioachipo e
Margherita Durando ricorsero a Maria Ausiliatrice
con una novena per la guarigione di un loro fi-
glio gravemente infermo . Al terzo giorno della
novena migliorò e dopo altri pochi giorni era
interamente guarito .
Cornino (Udine) . - Il Reverendo Ch . Pietro
E . Marcuzzi ringrazia la Beata Vergine per la gua-
rigione di un suo pareute che per lunga e grave
infermità era già per morire . Mentre non v'era
più argon ento a sperare e già si trattava dei fu-
nerali, il sullodato chierico raccomandò l'infermo
a Maria Ausiliatrice . Felice ispirazione! Maria non si
fece a lungo aspettare . Dopo breve tempo l'inferno
migliorò, uscì quindi di pericolo, entrò in conva-
lescenza ed ora è pienamente ristabilito in salute .
Voghera . - Il signor Pronetti Giacomo con-
segna l'offerta di L . 100 a nome di persona di-
vota per grazia ricevuta e prega se ne dia cenno
nel Bollettino Salesiano .
Salassa Canavese .-La signora Borgiallo
Anna manda una tavoletta votiva per ricono-
scenza e memoria di grazia ricevuta .
Altre grazie attestano riconoscenti
(Loggia) Dugliotti Luigi . - (S . Benigno di
Cuneo) Verra Catterina . - ( Caraníagna) Battis
Maria . - ( Novara) Bressi Francesca . - ( Cari)
l'eretto Catterina . - (Basca) Varengo Lorenzo -
Marino Pietro . - (S(íntignano d'Asti) Crevera
Giuseppe - Vogliotti Carolina - Dallino Dome-
nica . - (Saluttgia) Barbero Margherita . - (Vil-
l(istellone) Crivello Maria . - ( Levaldigi) Canare
Margherita - Porta Giulia . - ( Castel Rosso)
Santa Eugenio . - (Palest-ro) Daffara Giovannina .
(Cannerana) Bianco Consolina - Chiavarino Gio-
vanni - Bozzano Antonietta - Raineri Paola -
Borgaro Clara - Guarniori Luigi -'Berta Del-
fino - Careglio Tommaso - Scati Vittorio -

2.5 Page 15

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Daniele Catterina - Dompó Catterina - Rollone
Maria - Careggio Angela - Merlo Giuseppe -
Rizzi Luigi - Ferrero Orsola - Parola Agnese -
Dutti Margherita - Tola Maria - Gianoglio Ber-
nardo - Leso Carlo - Galli Albertino - Ga-
vino Maria - De Marchesi Santina - Calvo Gio-
vanni .
Altri molti ci scrissero relazioni di grazie o ven-
nero a riferirle a voce ; ci perdonino se per la ri-
atrettezza dello spazio concessoci non ne possiamo
per ora far cenno .
Accertiamo inoltre che delle relazioni scritte in
lingua francese ed in lingua spagnuola si tien conto
nei rispettivi Bollettini Salesiani pubblicati pure
dalla nostra tipografia di Torino in dette lingue .
Consiglio d'una pia Cooperatrice
Salesiana . - Una pia Cooperatrice ci
diceva che da più anni, nella stagione in-
vernale, va soggetta a malattie più o meno
gravi che la obbligano a spese non lievi ed
a tener il letto per più settimane . Non sa-
rebbe cosa lodevole, ci domandava essa, che
io promettessi a Maria Ausiliatrice la somma
di L . 100 per la decorazione del suo San-
tuario, se mi concederà salute per modo che
non sia obbligata nel prossimo inverno a
tener il letto neppure per un giorno?
L,+ meglio assai, abbiam risposto noi, star
sani e dar il denaro a Maria od in suo nome
alle opere di carità, che cader ammalati e
pagar medici e medicina . .1111 conclusione sa-
rebbe non solo questo un vantaggio per la
saluto, ma anche per la borsa .
Gli annali del Santuario di Maria Ausi-
liatrice ci ricordano molti di simili fatti, e
D . Bosco diede più volte simiglianti con-
sigli .
Prezzi delle Medaglie, immagini e Statue
di Maria Ausiliatrice .
Medaglie di M . A . e del S . Cuore di Gesù : L . 1,10 -
1,60 - 2,00 al cento - 5,00 alla grossa . - D'argento
L . 0,50 - 1,00 - 4,00 l'una .
Immagini di 1I . A . (eromolitografra) : L . 4,00 - 5,00
- 6,00 - 7,00 al cento . - In distensioni per quadri
da camera, dipinte a mano, L . 0,30 - 0,50 l'una .
Statue di M . A . diverse dimensioni . In bronzo : L . 0,30
0,55 - 1,20 - 2,00 - 3,00 -- 3,60 - 5,00 - 12,00 .
- In scagliola : L. 0,25 - 2,50 - 3,50 - 16,00 . -
lra scagliola od in legno, ben dipinte o indorate, a
rezzi da convenirsi .
Si eseguiscono pure nei nostri laboratorii immagini
cu tela e tavolette votive .
NOTIZIE VARIE
Passe data dei giovani dell'Ora-
torio festivo di San Gaetano (San
Pier d'Avena) . - Riportiamo dall'eccel-
lente Eco d'Italia il seguente articolo
« Una bella festa Salesiana .
» tichissima ed insigne Badia dei Benedettini al
Boschetto presso Rivarolo, ch'è ora proprietà
degli egregi fratelli Dellepiano .
Era la cara festa dei fanciulli dell'Oratorio
festivo dei benemeriti figli di Don Bosco della
Casa di San Pier d'Arena, i quali si recarono
colà in numero di circa 200 (una metà circa
dell'Oratorio , elio conta ben 400 e più giova-
netti) con la loro brava musica e con la simpa-
tica bandiera (croce rossa in campo bianco) .
Celebrò la santa Messa o impartì la benedi-
M ziono e coln Venes rabili e l'1g 11.'"n ° e Reo v.` r»
Negrotto, Protonotario Apostolico e Canonico
di S . Pietro in Vaticano .
Dopo la funzione religiosa, a quei casi fanciulli
venne servita una frugale, ma abbondante ce-
lazione (merito e fatica particolare del bravis-
sinto siguor Giacomino) che mise il colmo al-
l'allegria di quelle tante piccole speranze della
patria . Sul finire, due sacerdoti rivolsero oppor-
Lune e belle parole di circostanza a quei giova-
netti , incoraggiandoli a mantenersi fedeli a
quella Religione che sola può dirsi vera amica
» specialmente dei deboli e dei poveri .
Finalmente uno dei più grandicelli tra quei
giovanetti lesse un brioso e bellissimo brindisi
in vernacolo cho sollevò fino al delirio l'entu-
siasmo (lei numerosi convenuti, tra cui notammo
alcuni signori colà in villeggiatura e tutti fu-
rono veramente ammirati nel vedere quanto
bene possano fare e facciano alla società questi
ricreatori dei benemeriti Salesiani tanto benefici
alla religione ed alla patria . »
Fin qui l'ottimo giornale genovese . Noi ci cre-
diamo in dovere d'agginngere che i due sacerdoti
i quali parlarono sono i signori D . Parodi, diret-
tore del giornale L'Eco d'Italia, e D . Dellepiane .
Il primo esordì dalle parole del Salvatore : Si-
nite parvulos venire ad nte, che formarono, a così
dire, il programma delle fatiche di S . Gerolamo
Emiliani , di cui ricordò brevemente la vita, no-
tando come, di soldato convertito in apostolo, si
die tutto all'educazione della gioventù . Indi con
tratto veramente da maestro lo paragonò a Don
Bosco, che ha con quello tanta rassomiglianza nel-
l'affetto e zelo per la gioventù povera ed abbando-
nata . Mise in rilievo il gran bene che fanno gli Ora-
torii festivi, e terminò coll'esortare i giovanetti a
frequentarli, mostrarsi riconoscenti ai loro supe-
riori nell'imparare e nel praticare le massime cri-
stiane che loro vengono inculcate, fonte del benes-
sere civile e spirituale . Terminò con un'ovazione
a Sua Santità Leone XIII ed a Don Bosco, ova-
zione che fu applauditissima .
Dopo lui prese la parola il signor D . Delle-
piane, cho esordì da S . Benedetto, i cui figli fon-
darono quella chiesa ed Abbazia . Poi ne fece un
bel riscontro con Don Bosco ed i suoi figli, an-
ch'essi, come quel gran Patriarca, tutti dati al
bene delle anime, specie della gioventù più biso-
gnosa, mediante il lavoro e lo studio . E termi-
nava elogiando Don Bosco, Don Rua ed i loro
figli, a cui furon mandati fragorosi evviva, che
fecero risuonare quelle sacre mura .
Sian rese vive grazie a tutti quegli illustri e
benemeriti nostri benefattori elio diedero occa-
sione e mezzo di compiere questa bella passeg-
giata . Dio ne renda loro il ben meritato gui-
derdone 1
» Gentilmente invitati, abbiamo preso parte ad
. una cara festicciuola ch'ebbe luogo nell' an-

2.6 Page 16

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Festa religiosa nell'Ospizio Sa-
lesiano di S . Pier d'Arena . - Ci
scrivono :
Non crediamo far meglio la breve relazione
della festa di S . Gaetano e della premiazione
dei nostri allievi che colle parole degli ot-
timi giornali L'Eco d'Italia ed il Cittadino,
che così ne parlano nei loro numeri degli
11 agosto
Nella chiesa dei benemeriti figli di Don Bosco
si festeggiava ieri il titolare della parrocchia, San
Gaetano . Il tempio, tutto addobbato con eleganza
erisplndtmefaci,oglvun'dai
popolo accorsa per assistere alle enunciate fun-
zioni che furon riuscitissime .
Nella mattina ci fu Comunione generale, cui
presero parte un gran numero di persone . Verso
le 11 la Messa solenne in canto fu celebrata dal-
l'Ill .mo e Rev .mo Mons . Negrotto . La musica, del
Gounod fu eseguita egregiamente dagli allievi
dell'Istituto .
Ma più efficace fu l'orazione panegirica del santo
della Provvidenza, recitata da quel facile e fine
parlatore che è il M. Rev . P . Zocchi d . C . d . G .,
il quale aveva già predicato durante la novena,
fattasi solenne con grandissimo frutto e con istraor-
dinario concorso di persone .
Verso sera Vespri solenni e benedizione . Durante
il giorno la brava banda dell'Ospizio suonò varii
pezzi concertati, eseguendoli con tale abilità da
pareggiare le migliori bande musicali . Piacque
moltissimo uno Strambotto del M . De-Vecchi con
accompagnamento di canto . Ma la nota cara, con-
solante raggiunse il colmo dell'entusiasmo alla
sera quando si videro quei bravi ragazzi alter-
nare in un'accademia veramente magistrale inni,
dialoghi e canti e pezzi musicali . Faceva vera-
mente bene al cuore veder quella balda gioventù
così fiera e contenta, così buona ed amante dei
superiori, i quali tanta cura si prendono di loro
per lo più derelitti, abbandonati .
Chiuse la cara festa il discorso del Direttore
dell'Ospizio, il Dottore Giov . Marenco, che nella
sua bella semplicità piacque assai . Dopo aver
detto che la festa era non solo degli allievi e dei
superiori, sua e dei cari benefattori, che sosten-
gono l'Ospizio colla loro carità, e specialmente di
Don Bosco, che ne fu il fondatore, esortò tutti a
calcare lo orme di sì buon Padre, e rendersene
degni figliuoli . Finiva pregando il R .mo P . Zocchi
a farci udire anche una volta quella sua potente
parola che tanto ci aveva commossi nella novena
e festa di S . Gaetano .
Il caro Religioso accondiscese, e colla facilità
tutta sua propria improvvisò un magnifico
discorsetto, in cui pose in grande rilievo l'eccel-
lenza della carità di Cristo personificata in Don
Bosco e nelle sue opere, rimpetto alla fredda e
gretta filantropia del secolo, che nulla finora seppe
trovare in favore del popolo che la distruzione
di quelle opere, che per esso aveva fondato la
cristiana pietà degli avi. Aggiunse nulla aver che
fare la grandezza di Don Bosco colla nullità degli
uomini nuovi, ai quali per ogni parte s'erigono
monumenti . Che un monumento s'era eretto Don
Bosco assai più grande, più prezioso ed imperituro,
i giovanetti, cui egli salvò e salva dalla miseria
e dalla corruzione ; i giovanetti, i quali, scesi noi
fra non molto nella tomba, vittime forse della
rivoluzione trionfante, riavvieranno la società al
bene, alla virtù, sotto la bandiera di Don Bosco .
È superfluo il dire che una salve straordinaria
di applausi pose fine al suo dire sopra ogni elogio
eloquente . Così aveva termine quella festa, la cui
grata rimembranza resterà certo molto impressa
nel cuore di quegli allievi, insieme coi sensi di
riconoscenza verso quei cari benefattori che la
resero colla loro presenza più splendida .
All' Oratorio dell' Immacolata
Concezione - Firenze . - Ricaviamo
dall' egregio giornale fiorentino Il Giorno
il seguente articolo
Ieri (15 agosto) nell'Asilo Salesiano di D . Bosco
in via Frà Giovanni Angelico ebbe luogo la festa
in onore di S . Luigi Gonzaga e la solenne distri-
buzione dei premi ai giovanetti dell'Istituto .
La mattina S . E . Ill.ma e Rev .ma Monsignor dei
Duchi di S . Clemente, vescovo ausiliare della Dio-
cesi, offriva l'incruento Sacrifizio ed ammetteva
per la prima volta alla Mensa degli Angeli dieci fra
quei cari giovanetti . Alle 10 1/4 il M.Rsignor
D . Luigi Dolfi, priore di S . Salvi, cantava solen-
nemente la Messa accompagnata da scelta musica.
Alle 3 1/4 pom.poiscantòVeroimusca
seguito dal panegirico e dall'Eucaristica Benedi-
zione .
Al e 6 1/2 circa giungeva salutato dal a fanfara
dell'Istituto Sua Eminenza il nostro Cardinale-
Arcivescovo, il quale si assideva tra il Direttore
dell'Istituto ed il signor Presidente della bene-
merita Società di Carità reciproca fra operai cat-
tolici sul trono a lui appositamente preparato .
La bella e cara cerimonia della distribuzione
dei premi ebbe luogo nel loggiato prospiciente il
grande piazzale addobbato con molta eleganza .
Esordì il ch.emosDltriesac
Stefano Febraro, leggendo a S . E . un breve
ma elaborato rendiconto sul profitto degli alunni
e sull'andamento dell'Istituto nello spirante anno
scolastico . Lo stesso zelantissimo sacerdote, che
è, non esitiamo a dirlo, più padre che superiore
ai suoi alunni, dava parimente lettura di un suo
bellissimo discorso, tessendo un raffronto fra il
buono e il cattivo operaio, parlando dei doveri
dell'operaio .
Fu data lettura delle promozioni degli alunni
nelle classi professionali artigiane, elementari e
ginnasiali, e compivasi la distribuzione dei premi
a quei giovanetti che maggiormente si erano di-
stinti per condotta e studio . Gli allievi premiati
sfilavano quasi tutti innanzi al nostro venerando
Card . Arcivescovo il quale degnava incoraggiarli
e benedirli .
Finalmente prendeva la parola l'illustre Porpo-
rato Domenicano, il quale, ascoltato con religiosa
attenzione, si rivolgeva ai numerosi alunni di Don
Bosco, incoraggiandoli col suo sapiente discorso
a diventar l'onor delle proprie famiglie, della So-
cietà e dell'Istituto stesso, facendo voti che questo
sia sempre fecondo di missionari che rechino l'E-
vangelio nei paesi infedeli .
Ci passiamo poi dal dire che negli intermezzi
furono eseguito delle sceltissime sinfonie e dei
bellissimi cori diretti dal M . R . Prefetto .
La sera si illuminò l'Istituto : sulla facciata in-
terna campeggiava la scritta TV. S. Luigi Gonzaga,
si incendiarono dei fuochi d'artificio e si esegui-
rono fino alle 10 dei concerti musicali .
Fu insomma una sì bella solennità, che ha la-
sciato in tutti il più dolce ricordo . Ed ora un mi
rallegro al benemerito Direttore, agli egregi pro-
fessori e maestri, ai numerosi allievi, in una pa-

2.7 Page 17

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rola,al'intieroIstitutoincuirivivepervero
l'anima grande di Don Bosco, e che l'anno pros-
simo vedremo ampliato di nuovi locali, ed accre-
sciuto di una nuova chiesa .
Musica Salesian a in
Nell'ultimo scorso agosto i musici del nostro
Oratorio di Torino ebbero l'alto onore di re-
carsi in Saluzzo per le solennissime feste del
novello Beato Giovenale Ancina, già Vescovo
di quella città e diocesi . I cantori vi esegui-
rono scelta musica alle sacre funzioni e pre-
sero parte al concerto musicale che la no-
stra banda doveva dare alla presenza di colto
pubblico a modo d'accademia . Riguardo al-
l'esito ci limitiamo a pubblicare poche pa-
role ricavate dal N . 72 del Monviso, giornale
di Saluzzo
A proposito del concerto musicale eseguito sa-
bato scorso nel cortile del Seminario, ci viene
trasmessa una relazione di un'autorità musicale,
che è il cav . Giulio Roberti, scritta, al Superiore
dell'Oratorio Salesiano di Torino, che noi di buon
grado pubblichiamo
« Rev.m° signor D. Rua,
» Io sono poco amico delle bande in generale
e specialmente delle bande, (per lo meno sotto il
punto di vista musicale) addette ad istituti di
educazione .
» Trovandomi a villeggiare a Barge, ebbi la
felice idea di recarmi al nostro capoluogo di cir-
condario, Saluzzo, nell'occasione della festa per
il Beato Ancina ed assistetti al bellissimo concerto
Salesiano nel Seminario . Quello che vi udii can-
cellò non solo le mie cattive prevenzioni anti-
bandistiche, ma mi riempì l'animo dì ammira-
zione .
» Un affiatamento straordinario, una esattezza
grandissima nel ritmo e una intonazione perfetta,
un chiaro oscuro non mai smentito un solo istante,
senza ombra di esagerazione furono i pregi ch'io
incontrai subito nella esecuzione della banda Sa-
lesiana
» La parte corale, che è (mi perdoni la buona
anima del Fanfani) più la mia partita, mi soddi-
sfece assai, più di tutto la forza e la dolcezza
delle note di testa dei soprani e la purezza e giu-
stezza delle note medie dei contralti
» Io non voglio dare un'importanza soverchia
ai miei sinceri appunti contenuti in queste affret-
tate righe ; ma non ho potuto fare a meno di
aggiungere al coro universale di ammirazione e di
riconoscenza verso Don Bosco ed i suoi degni
coadiutori e continuatori anche la voce convinta,
dell'arte musicale .
» Con rispetto e stima,
Barge, 31 agosto 1890.
« GIULIO ROBERTI
Operai alla tomba di D . Bosco . -
Leggiamo nella Voce dell'Operaio, 5 ottobre,
il seguente articolo
Domenica scorsa un manipolo di operai rappre-
sentanti la Sezione di S . Gioachino) si recarono
per la visita annuale alla venerata tomba di Don
Bosco nel Collegio delle Missioni Salesiane in Val-
salice oltre Po . Giunsero al Collegio verso le 6,45
antimeridiane .
Ricevuti con affetto, vennero introdotti ed ac-
compagnati avanti al sacro avello ove riposano
le spoglie mortali del più grande Apostolo dei
tempi presenti : .- recitata una breve preghiera, sa-
lirono sopra per assistere alla S . Messa, la quale
venne celebrata dal M . R . D . Cagnoli, parroco della
chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Roma . Dopo
la consumazione ebbe luogo la S . Comunione di
tutti i soci presenti .
Finita questa prima Messa, una seconda venne
subito celebrata pure all'altare della Cripta, la
quale venne udita per ringraziamento recitando
in coro il Rosario . Passarono quindi in refettorio
per un po' di refezione . Il Direttore della Casa,
Rev . sig . D . Barberis, colla sua consueta cortesia
li accompagnò poscia a felicitar D . Rua, presidente
onorario della Sezione, essendo in quel giorno la
vigilia del suo onomastico . Alla presenza di quel
santo uomo, successore ad altro santo, il cuore si
sente battere forte forte per l'emozione che si prova
d'essere davanti a chi è capo di ben 300 mila gio-
vani che obbedienti s'inchinano . Disse qualche pa-
rola di circostanza il Presidente della Sezione, fa-
cendo voti per una lunga conservazione in vita di
sì grand'uomo . Rispose a tutti D . Rua, rallegrandosi
della buona memoria che conservano i cattolici
operai per D . Bosco, loro presidente onorario per-
petuo ; ringraziando in pari tempo per gli au-
guri fatti pel suo onomastico o raccomandando
la santa unione e fratellanza cristiana, li congedò
dopo d'aver a tutti fatto regalo di una medaglia
benedetta dal Santo Padre .
I figli di D . Bosco a Trino . - La
domenica 19 ottobre scorso a Trino, nella
diocesi di Vercelli, ebbe luogo la solenne
inaugurazione ed apertura d' una nuova Casa
Salesiana . Per mancanza di spazio, riman-
diamo al mese venturo la succinta relazione
che ci mandarono di sì bella festa .
FIORETTI
per la Novena e Festa dell'immacolata Concezione
di Maria Santissima .
Nei nostri archivi conserviamo copia di
molti fioretti che il nostro venerando Don
Bosco soleva dare ai giovani dell'Oratorio,
e talvolta mandava a quelli degli altri suoi
Istituti, per bene disporli a celebrare le prin-
cipali novene e solennità dell'anno . Crediamo
di far cosa gradita ai direttori, maestri, isti-
tutori ... nelle cui mani perviene il nostro
Bollettino, col pubblicar qui alcuni di detti
fioretti, che potrebbero servire per la pros-
sima novena e per la solennità di Maria
SS . Immacolata .
Il venerando Don Bosco soleva dare detti
fioretti nel sermoncino che teneva, ai giovani
dopo le orazioni della sera . Nelle novene, in-
vece di dir altro nell'augurar la buona notte,
spendeva due minuti nel suggerire e spie-
gare un fioretto da praticarsi nel giorno se-

2.8 Page 18

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guente . Il suo dire era breve ma efficacis-
simo e lasciava le più salutari impressioni
negli animi di quanti lo udivano . Qui pub-
blichiamo i fioretti da lui dati nel 1878 per
la Novena e Solennità di Maria SS . Imma-
colata
1° Fortuna di chi si dà a Dio per tempo .
2° Pericolo di perdersi per chi ritarda di
incominciare una buona vita .
3° Il gran nemico della gioventù è l'ozio .
4° Il peccato è la tortura del cuore e toglie
la pace dell'anima .
5° Detestare il peccato dell'immodestia .
6° Rivista delle confessioni passate, ri flet-
tendo ai proponimenti fatti e non mantenuti .
7° Occupare il tempo nei proprii doveri e
promuovere il buon esempio .
8° Fuggire come la peste i cattivi discorsi.
9° Amare, conservare a qualunque costo e
sacrifizio la santa ed angelica virtù della Pu-
rità .
Festa dell'Immacolata Concezione . -Di-
vota Comunione ed attenzione nelle pratiche
religiose .
Ricordo . - Frequente Comunione .
PASSEGGIATE .
CAPO V.
A Villa S . Secondo d'Asti - Entrata trionfale- I no-
stri ospiti -- La festa della Madonna delle Grazie -
Il ballo -- Al Teatro - Una querela - A Cossom-
brato - Effetti della musica -- La demolizione di un
castello --- A Cursione --- Un po' di ombra - Si parte
- A Piea -- Una conoscenza antica .
Quel nostro amico cercò D . Bosco, e, dopo
infinite fatiche, lo trovò con gioia reciproca,
e tentò di fargli violenza, perchè si fermasse
almeno a togliersi la polvere ; ma gli si di-
ceva, che era omai tempo che questa lunghis-
sima giornata finisse, e noi potessimo arrivare
a Villa S . Secondo .
Dico finalmente perchè ne era tempo, e ci
arrivammo che eravamo stanchi, carichi di
polvere, assetati, e veramente col bisogno di
riposo . Perciò si andò difilato dall'altra parte
di Montechiaro, e via quasi di corsa . La gente
si fermò fuori le mura, applaudì ancora una
volta alla musìca, e poi ci lasciò liberamente
per la nostra strada . La Villa S . Secondo
non è molto distante da Montechiaro, ci si
disse, e noi con fiducia ci facevamo animo di
poter presto riposarci . I primi che arrivarono
cominciarono a fermarsi, perciò alla Villa ci si
aspettava, e quando quasi tutti fummo raccolti,
sidie'fiatoaletrombe,evianelpaesecomead
una giocondissima festa . E festa vera ci at-
tendeva . Ma anche qui, appena al principio
del paese si io' sentire il rullo del tamburo e
lo strepito degli strumenti musicali , fu un
accorrere di gente da tutte parti in modo pro-
prio stravagante . Noi avevamo cercato di
metterci in ordine due a due, per fare la no-
stra entrata quasi quasi come i Romani in
trionfo . Sì, trionfo ! Quella gente che irrom-
peva da tutti i viottoli, da tutte le parti, da
tutti gli usci, insistente, numerosa, meravi-
gliata e punta dalla curiosità, impediva per-
sino alla musica di stare unita . La gente che ci
preme è molta! era da dire col poeta, e come
si sarebbe potuto sperare di non andar sparpa--
gliati? Ce ne erano poi in tutti i costumi .
La musica li aveva sorpresi chi a cena, chi
nelle stalle, chi nelle cantine, e come si tro
vavano, comparvero in pubblico . Uno fu ve-
duto, con le gambe nude e tutte unte di mo-
sto, accompagnare i musici, come fosse stato
del più corretto costume . Che parapiglia, che
confusione, che allegria, che festa ! E qui di
nuovo le solite parole :
« Chi sono? - Dove vanno ? -Donde ven
gono ? - Sono seminaristi ! - No ! Sono
signori, che corrono a divertimento.
« No! Sono musici, che hanno appetito, e
vanno suonando per guadagnarne .
« Eppure ci son preti
« Guarda là il nostro pievano, che si riu--
nisce a loro e li accompagna .
« Non ricordi, che ce ne avvisò domenica
del loro arrivo? »
Questi ed altri simili erano i cicalecci della
moltitudine, accorsa al nostro arrivo, e noi
serii, contenti, anzi superbi di quella acco-
glienza, andavamo dietro al suono, che sempre
più si allontanava, e quasi si perdeva in
mezzo a tanto frastuono di voci, di grida,
di esclamazioni di vario genere . Un bel raggio
di luna cominciava a battere sul sacrato e
sulla magnifica chiesa, o rendeva più vaga,
più fantastica, quasi romantica quella serata.
Sulla piazzetta si fermò ancora un istante la
comitiva, dando, per così dire, un ultimo sa-
luto a quell'immensa. moltitudine di curiosi,
chiamati dalle case a vederci ed a sentirci .
Oh! qual magnifica sera fu mai quella per
noi nel primo entrare in quel paesello . Sono
venticinque o ventisei anni passati, ma ci
sta fissa nel pensiero come di ieri. Il buon
pievano, teologo Barbero, aveva chiamato
Don Bosco ed i suoi figli, con l'intenzione di
avere così un aiuto a far meglio una festa
alla Madonna delle Grazie, titolare, credo,
del paese. D . Bosco, in quella occasione, do-
veva farne il panegirico . Il buon parroco con-
fidava molto, che la parola del nostro Padre
avrebbe incontrata l'approvazione dei suoi
figli, i quali ne avrebbero ricavato profitto .
Tanto più che, da qualche tempo, quella festa
era per lui sorgente di amarezza, e pel po-
polo causa di scandalo e di peccato . Noi poi
per completare la festa dovevamo cantare
la Messa, i Vespri ed il Tantum ergo, ed il
tutto con l'accompagnamento di grand'or-
chestra e banda . Il pio e generoso uomo
aveva pensato e provveduto ad ogni cosa,
Colà abbiamo avuto l'avventura di fermarci la
bagatella di più che otto giorni . Ma siccome

2.9 Page 19

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le cose sono molte, così dirò di alcune con
agio e comodità a forma di annalista .
Due parole sui nostri caritatevoli ospiti, i
quali fecero del loro meglio per trattar bene
D . Bosco e noi suoi figli . Già lo accennai
più sopra, che col titolo di Pievano era il
teologo Barbero di Govone S . Martino, che
in pochi anni rese la sua parrocchia come
il modello della Diocesi . La sua pietà, la
sua prudenza, il suo zelo illuminato e per-
severante, l'avevano fatto padrone di tutti i
cuori dei suoi parrocchiani, i quali andavano
a gara per secondarlo ed appagarlo, diciamo
noi, anche nei suoi desiderii e consigli . Egli
componeva le liti, egli aggiustava le que-
stioni, che potevano sorgere, egli preveniva
i disordini, e portava dappertutto la pace e
la concordia . L'aiutava potentemente con
umiltà e con fedeltà il suo curato D . Chà,
scorza di ferro, ma cuore d'oro . Amico a Don
Bosco, dalla scuola di morale a Torino, l'aveva
sempre ammirato nelle sue pie imprese a prò
dei giovanetti, che vedeva allora raccolti in
S. Francesco d'Assisi a Torino ; e, raccoltosi
nel sacro ministero nella Diocesi d'Asti, rivi-
de, dopo tanto tempo, e con piacere l'antico suo
condiscepolo . In lui trovammo subito un amico
cordiale, che sapeva dar ragione della illimi-
tata confidenza di cui godeva presso il pie-
vano . Il paese lo trovava sempre pronto
ad ogni bisogno, ed alla sua volta il mede-
simo D . Chà otteneva dal paese quanto de-
siderava . Il che si vide meglio, quando il
Vescovo, in tempi posteriori assai, chiamò in
Asti, alla direzione del Seminario, il sig . pie-
vano, il paese supplicò unanimemente il Ve-
scovo, a volergli almeno concedere, che rima-
nesse a pievano chi fino allora era stato
curato. Terza fra tanta pietà, se possiamo
dire, era la sorella del pievano, che era la
mamma viva e vera di tutti, e diventò anche
di noi . A noi per la sua prudenza, per la
sua carità in tutti i nostri bisogni, per la
sua industria nel prevenire anche le nostre
domande, pareva ritrovare in essa la buona
mamma Margherita . Nè voglio dimenticare,
il buon Macario, sacrestano della parroc-
chia, ed affezionato ai suoi come un figlio
al padre . Di lui ne riportammo le più care
impressioni ; e le sue maniere, i suoi motti,
le suo cortesie, ci tornavano sovente alla me-
moria per tutto l'anno appresso . Quindi la
sua bontà faceva che noi ne invocassimo so-
vente l'aiuto . E Macario di qua, Macario dì
là, di su, di giù, come il famoso barbiere
della commedia . Non mai che l'abbiamo ve-
duto o impaziente, o scortese, non mai che
abbia risposto di usargli un po' di riposo!
Ma sempre arrendevole, docile, ilare, rispon-
deva sempre di sì . Noi gli abbiamo posto
un'affezione tale, che quando abbiamo do-
vuto separarci, non si poterono frenare le la-
crime . Anche lui, poveretto, piangeva, mal-
grado si facesse violenza per comparir al-
legro, e far a noi quel coraggio, che mancava
a lui medesimo . Ecco adunque dove erano
capitati D . Bosco con i suoi figli . Ora con-
tinuiamo la narrazione, e per meglio inten-
derci ed evitare la confusione, cominciamo
dalla festa della Madonna .
Si era arrivati, come si disse, venerdì a
sera, e D . Bosco ebbe a confessare, tutto il
sabato mattino, noi giovanetti, che volevamo
prepararci per tempo ad onorare la nostra
buona Mamma celeste . Il pievano ebbe la
bontà di dirci, che piacque assai il nostro
contegno a quella divota gente ! Alla sera
ci avevano visti e sentiti a suonare, come
persone intese solo a divertimenti, ed ora
erano meravigliati di vederci così raccolti
in chiesa, come non si sarebbero mai aspet-
tato . Qualcuno temeva persino che fossimo
causa di disordine . Sì, fummo, ma di ben
altra natura . Al sabato mattino molti di noi
gìà fecero la S . Comunione, e questo tirò
ancora meglio la loro meraviglia, che sparsi
qua e là per la terra dicevano gran cose di
tutti noi. Quel sabato fu tutto speso nei pre-
parativi per la festa della dimane . Avevamo
poi un nemico da scongiurare e da vincere .
Nè questo era piccolo, nè debole : anzi potente
era ed insidioso .- D . Bosco ne era impensie-
rito, e ci raccomandò di pregare per un suo
bisogno speciale .
Ognuno sa come i Monferrìni sono amanti
del ballo, e come anzi uno dei più popolari
e conosciuti prende appunto il nome da loro .
Quindi in ogni festa si prepara il ballo, e
guai se manca ! La festa non sembrerebbe,
anche ai più moderati, nè lieta nè compita .
Anche alla Villa era stato preparato un
ballo, e come ! Si era anzi fatto correre la voce,
che da Torino sarebbero venuti musici per la
chiesa, e che perciò si sperava che i vicini
ed i lontani se ne sarebbero approfittati, e
ne sarebbero stati contenti . Questa diceria,
che il nostro Oratorio doveva portare il suo
concorso per la festa da ballo, rincresceva
molto a Don Bosco, e non so che cosa avrebbe
fatto, per allontanare anche il più lontano
pericolo . D . Bosco promuovere il ballo ? Ne-
manco per sogno ! Alla domenica mattina
intanto le due città .... voleva dire quella di
Dio, e quella di Satana, si mettevano in mo-
vimento, per compiere ciascuna la sua mis-
sione . Don Bosco pareva serio, ma avendo
visto alla mattina, quanto fu lunga, un grande
accorrere ai sacramenti, sperava che il buon
Dio l'avrebbe aiutato ; ma temeva sempre
sul ballo, che, piantato in capo al paese,
minacciava di fare un contraltare non indif-
ferente alla festa di chiesa . Ma la Madonna
è da lungo tempo solita a schiacciare la
testa del demonio, ed anche in quel giorno
si fece sentire . La nostra banda, le voci ar-
gentine dei nostri compagni, ben armonizzate
con quelle dei tenori e dei bassi, e tutti
sotto la guida sicura ed intelligente di Don
Cagliero, trattenne quel popolo, che era ac-
corso alla gran Messa, e faceva sperare se

2.10 Page 20

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non di più, almeno altrettanto alla sera . Era ap-
punto quel tempo, il più pericoloso, ed allora che
si doveva combattere la gran battaglia . Impe-
rocchè alle due dopo mezzodì, mentre le cam-
pane della parrocchia suonavano per l'ultima
volta a distesa per le funzioni religiose, colà
a basso, tre o quattro violini, una tromba ed
un clarinetto facevano un po' di preludio, per
di.reSchavinomcarelbo
vide in sulle prime arrivare la gente, ma
pochetta, e con aria di non volersi fermare .
Si sperò tuttavia, e si credette che quel po'
di rumore poteva chiamare i soliti amici, al-
meno gli spiriti forti che si trovano sempre
in ogni paese . Dunque un'altra volta e zunne,
zunne, tà tà, zunne, zunne con il contrabasso,
con i violini e trombe con maggior fracasso di
prima, per fare un po' di popolo e togliersi
la vergogna . Ma la fu speranza vana, perchè
la gente non solo non crebbe, andò anzi via
via diminuendo, quando, tacendo le campane,
si supponeva che le funzioni di chiesa fos-
sero incominciate . Che magnifico spettacolo!
La chiesa, che raramente era piena, e che
ogni anno, in quell'epoca aveva da piangere,
perchè nessuno la frequentava, era adesso
al completo assoluto . Tra la musica, tra la
speranza di sentire Don Bosco a predicare ;
ed infine tra le raccomandazioni delle madri,
acuilbonprcsieandrzto,il
fatto sta che tutti vennero alla chiesa, e vi
si fermarono quanto tempo durarono le fun-
zioni . La predica che ci fece Don Bosco durò
più di tre quarti d'ora, e parve un istante .
Tutti erano come appesi dal suo labbro, e ne
erano santamente meravigliati . Lo intende-
vano, ecco tutto! Questo fu sempre il gran
segreto di Don Bosco, e c he cercò di racco-
mandare ai suoi sacerdoti, parlare popolar-
mente ed in modo che il popolo capisca . A
lui questo studio costò non poca fatica, ma
ebbe la consolazione di sapere d'essere riu-
s.citoamervgl
La nostra banda, lo dissi già, convertita
a piccola orchestra, faceva la sua bella prova
anche nei Vespri e nel canto del Tantum
erego, piacque anche all'udito più di qua-
lunque altra musica .
Al teatro! Dopo le funzioni della chiesa,
doveva esservi il teatro ; perchè , si sa ,
dopo l'utile il divertimento ; dopo l'occupa-
zione di spirito, un po' di svago, un po' di
allegria al corpo . Ecco come D . Bosco prov-
vide, e come si fece . In un cortile di costa
alla chiesa, appartenente ad un nostro buon
amico, si era, con l'opera anche di qualche
artigiano del paese, fatto su un po' di palco .
Si erano uniti insieme due carri di campa-
gna, verso la fonte della casa, lasciando
solo in disparte libera la porta . Con alcune
corde e con qualche chiodo, si erano fermati
insieme ai quattro lati alcuni pali, innalzati
per attaccarvi il senario, le quinte ed il telone .
La sera, con un apparato da disgradare qua-
lunque compagnia comica, i nostri giovanetti ,
vollero divertire con un po' di teatro quei
buoni contadini . Si era pensato alla lu-
minaria, provveduto al colto pubblico, senza
l'inclita guarnigione, accendendo per l'ampio
cortile varii fanali, disponendo banchi e sedie
da tutte le parti ; e poi verso le sei di sera . . .
cioè quando appena si poteva supporre, che
dopo le funzioni avevano fatto un po' di
cena, si diè principio al teatrino . Cosa più
gioconda non si aspettavano, e, se noi do-
vevamo giudicare dagli applausi, dalle ap-
provazioni, e più ancora dal concorso, fu
una serata indovinata . Immaginatevi un cor-
tile quadrato, che avesse per ogni lato una
ventina di metri, tutto rigurgitante di popolo
seduto su panche, sedie, scranne, assi posti
sopra ceppi di legno . C'era gente, special-
mente fanciulli, sopra tutto il recinto, e fin
sulle tegole della casetta, dove i contadini, in
fondo al cortile, sogliono tenere i loro uten-
sili per le campagne . Per un poco si tenne
ordine, per alcuni pochi invitati di Cossom-
brato, signori di quel castello, ma poi tutto
fu occupato, e quasi venne a mettersi di
contro e sopra al palco . - Ed il ballo ? erasi
tentato di ballare dopo le funzioni, si era
dato fiato alle trombe e polvere ai violini,
ma la gente non ne voleva proprio sapere .
Pareva che avessero tutt'altro per la mente .
Si fe' un po' di violenza, si suonarono an-
cora due o tre correnti, come dicevano, ma
poi ai musici cadevano le mani dalle corde,
e gli strumenti dalla bocca, vedendo che as-
solutamente nessuno accorreva, e chi era
accorso se ne andava pentito e mortificato .
Che fare? Per non essere maggiormente scor-
nati e confusi, credettero miglior partito ve-
nire anche loro al teatro, e divertirsi e di-
menticare, tra le facezie ed arguzie, che fa-
ceva sentire il nostro simpatico Gianduia, la
noia passata per la solitudine, in cui erano
stati condannati . Si dovette recitare anche
la dimane, e sempre con il medesimo con-
corso, con la medesima soddisfazione e con
il medesimo effetto pel ballo, che a tutti i
costi aveva voluto rinnovarsi . Si narra di
una querela . L'impresario del ballo non po-
teva darsi vinto e tirar giù quella pillola
proprio amarissima, e ciò che più lo angu-
stiava era il danno e le rispettive beffe . In-
somma, gli dicevano : « Voi siete venuti a
suonare, e siete stati suonati . » Una parte
di noi andava a dormire in una casetta,
proprio davanti al luogo fatale, e vedeva
anche al lunedì quei poveri musici, con lo
strumento al braccio, aspettare inutilmente
chi non arrivava mai . Qualcuno di noi di-
ceva, ma sotto voce, per non compromet-
tersi, la nota canzone popolare : Bisogna,
bisogna, bisogna aver pazienza! terminando
Lasciarci riposar!Al martedì mattino si di-
sfece la baracca, e si deciso proprio di andar-
sene via . Volle però tentare un colpo maestro,
che tuttavia non riuscì, nè certamente per
sua colpa . Mentre noi ci preparavamo per an-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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dare ad una passeggiata fino a Cossombrato, l'impressione dell'arpa e della voce di David .
si videro entrare due o tre uomini, che chie- D unque tutti là col viso, coll'aspetto della
sero di parlare al pievano, ed anche a Don persona, e come colti in quel momento, a
Bosco . I quali erano proprio lì anch'essi, per guardarci, ed a sentirci . Là il paesello presen-
accompagnarci in quella escursione di pia- tava quest'aspetto : In alto il castello, che
cere . Cortesi si fecero entrare, si introdus- torreggiava coi suoi merli, e si innalzava con
sero in un camerino a parte, e poi si mani- le sue formidabili mura, quasi a sfida dei
festarono gli interessati pel ballo, e veni- secoli, che passando si erano limitati a sten-
vano nientemeno che a reclamare i danni . dere sopra un po' di nero, e nulla più ; poi
Pensate, come Don Bosco ed il pievano cad- la via, poi il paesello d'attorno, poi una riva
dero giù dalle stelle a quella sparata, e non abbastanza ripida . Su quella ripa pascolava
fecero poco se non iscoppiarono in una so- tranquillamente una vacca . Che cosa di più
nora risata . Uno della comitiva soggiunse, naturale? Brucava quel poco d'erba che po-
quasi in maniera di minaccia : « Se loro in- teva, contenta, od almeno senza pensieri od
tendessero di rifiutarsi, sappiano che ricorre- altro : così potevamo credere noi . Ma quando
remo ai tribunali! » Il pievano disse sempli- sentì il rullo del tambur ro, lo strepito della gran
cemente, che egli non s'intendeva nè di ballo cassa, l'armonia degli strumenti, cominciò ad
nè di ballerini, che lui faceva il parroco, e che alzare la testa, e star là a guardarci proprio
nella festa egli non si occupava di altro, che anch'essa come suole il villan quando s'inurba .
di fare che le funzioni riuscissero il più de- E poi come presa dal male di S . Vito, ad agi-
corose possibili, e che veramente ne era stato tare la testa, scuotere ed alzare convulsiva-
contento ed edificato . Che il ballo non era mente la coda, e mettersi a correre e ballare
nel suo programma ; e che se ci fosse stato, pel prato e quasi a suon di battuta . Venne
l'avrebbe tolto . Gli altri strepitavano, gri- verso di noi con la testa alta, con le narici
davano, che avevano invitato musici forestie- sbuffanti e tutta spaventata, e poi ricorre
ri e teatranti, e che così aveva impedito il indietro ricominciando la danza di prima .
loro tornaconto . Don Bosco, vedendo che la Appena noi ce ne siamo accorti, pensate, con
cosa si inaspriva, prese egli a dire : « E
quale trasporto, fu ordinata una ripresa del
Voi quanto pretendete? » « Noi avremmo divertimento, e tutti ad osservare la vacca,
potuto guadagnare almeno un 50 franchi ! » che ballava e correva a precipizio giù a
« Ed io ve li darò col patto, che voi me ne valle, e tornava rapidamente indietro, traen-
diate altri cinquanta e più, pel danno morale e dosi indietro il villanello, che non aveva poco
materiale, che mi avete fatto, impedendo che
a fare per non cadere, e non essere maltrat-
alcuni venissero alla chiesa ed alle funzioni . » tato in quella corsa vertiginosa . Ciò, che più
Non seppero che dire, si strinsero nelle spalle, dava ai nervi della bestia, era il colpo della
si guardarono fra di loro, e poi ridendo dis- gran cassa . Non ci volle altro per farci bat-
sero : « Oh non ci aspettavamo una simile tere giù giù più forte, e far correre più ra-
proposta ! Ci vorrebbe ancor questo ! Non pidamente qua e là il povero quadrupede .
abbiamo guadagnato nulla o si esige ancora Tutti guardavano e ridevano ; nè il bel gioco
cinquanta franchi . Bei guadagni, bei gua- ebbe termine finchè la musica fu allontanata .
dagni ! » e così dicendo fecero per alzarsi e - A Cossombrato era in demolizione una
andarsene . Il signor pievano fece portare parte del castello antico ; e così si ebbe un
una bottiglia e di quello . . ., e poi toccando esempio oculare delle vicende e caducità
alla monferrina, si lasciarono da buoni amici, delle cose di questo mondo e delle loro gran-
non mancando però di dire : « Don Bosco ci dezze . Il nuovo proprietario lo distruggeva
dica dove va, perchè non abbiamo mai più per i soli materiali, che dovevano servire ad
ad incontrarci! » - « Si va a Cossombrato . » altri edifizi.Inqueldìpròacitoun
Poco distante dalla Villa sta il castello di caso che poteva aver dolorosa conseguenza .
Cossombrato, un giorno appartenente ai no- Mentre dunque stavano varii operai, sopra
bili signori conti Peletta . In tanta facilità ad un grosso muraglione, col martello, con
di mutazioni di vendita e di compera non lo scalpello e col piccone, e si cantava alle-
sappiamo a chi ora appartenga . L'importante gramente, tutto ad un tratto per il paese si
è il sapere, che vi si andò, ed invitati a vi- sentì un rumore cupo, profondo, che anche la
sitare quell'antico edifizio ed a godersi il van- terra ne fu quasi scossa come per terremoto .
taggio di una passeggiata . La nostra musica, Fu udito un grido pieno di spavento, e poi
solita a scuotere le fibre degli uomini, mi- un silenzio profondo ed improvviso . La gente
nacciò di scuoterle per benino anche ad una sbigottita era accorsa su quel sito, con la pre-
vacca . Sì, signori, ad una vacca ! Ecco come . venzione di trovare chi sa quale strage di
Mentre si avvicinava al paesello, la musica persone ; ed invece non vide che i muratori,
die' fiato alle trombe, e rinnovò i suoi gra- che rovinati giù al piano sopra le macerie,
ziosissimi effetti di chiamare al nostro in- ma soavemente, ma sicuramente, come si
contro quante persone erano o in casa, o corre in barca sopra le acque, si erano già
nei campi . La musica è sempre musica, cioè rilevati e si ripulivano, non cessando di
la benefattrice dell'umanità, e la consola- guardare in su, senza nemanco pensare da
trice degli afflitti, come lo provò Saul sotto qual pericolo erano stati scampati . Fece poi

3.2 Page 22

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ridere senza misura la semplicità di un ra-
gazzino operaio, che venuto giù anch'esso, e
con maggior pericolo di essere schiacciato,
piangeva, gridava e quasi delirava, perchè
egli non trovava più una sua scarpa! Si te-
mevachsifotmale,print
che faceva, ma lui tranquillo, ripeteva solo :
Oh la mia scarpa, oh la mia scarpa ! Nè si
acquietò, finche gli si portò la scarpa tutta
rotta e rappezzata, con la berretta che gli era
caduta di capo . Noi abbiamo ancor potuto ve-
dere il cumulo delle macerie sparse pel dorso
della collinetta, e sentire il racconto di quella
disgrazia, che per fortuna non recò altro
danno che un po' di paura : E la nostra mu-
sica compi la gioia del paese, che staccan-
dosi di là, ci accompagnarono alla casa di
un nostro amico che ci aspettava con impa-
zienza. Si ritornò intanto alla Villa e ad
un'ora abbastanza avanzata, ma lieti della
fatta passeggiata . - Si va a Cursione . - La
gita che si fece a questo paesello fu per noi
un'oncia, anzi una libbra di buon sangue,
prima per la novità, e poi per il bene che
vi si trovò . Quel caro signor prevosto d'al-
lora volle essere proprio generoso verso i
figli di Don Bosco . Sapendo che a Villa po-
tevamo fermarci ancora un giorno, volle che
noi l'andassimo a passare con lui . Ci disse
che Cursione era quasi alle porte della Villa,
echisuoparchnidesravopu
di sentire la musica, vedere Don Bosco, e
che questi ed i suoi figli non dovevano mo-
strarsi solo alle frontiere, ma entrare nel ter-
ritorio, perchè anche colà giuste son l'alme e la
pietade antica . Bisognò arrenderci ed andare .
Dirò subito che non abbiamo dovuto pentirci
di aver tenuto quest'invito . Come si stette al-
legri, com'ei si fece in più parti, perchè ognuno
di noi non mancasse di nulla! Provvide tutto
econmlta,ziesrmagnoità,d
Farci passare per proverbio quella cammi-
nata pel suo genere e per la sua specie .,
Siamo stati a Carsione, voleva dire nel no-
stro volgare, quello che presso i latini signi-
ficava stare in Apolline, cioè bene, benissimo,
ottimamente, per alludere la parola d'ordine
di quel re dei buongustai, che fu a suo tempo
Lucullo . Capitò anzi qui un fatterello, che
per essere stato unico in tutto le nostre pas-
seggiate, per la verità storica merita d'es-
sere qui ricordato . Speriamo, che anche il
protagonista tuttora vivente, vedendosi qui
fotografato riderà anch'esso di ciò che gli
avvenne . Comincierò a dire, che egli ora il
più allegro umore della brigata, come fra i
più affezionati figli, che aveva ed ha Don
Bosco . Per accompagnarci nelle nostre pas-
saggiate, sapendo di far piacere a D . Bosco,
interrompeva i suoi lavori a Torino, e si pas-
sava le sue vacanze con noi, come qualche
anno prima, senza pretese e senza eccezioni .
Oggi ci aveva preso gusto alla bella festa ;
e per accrescerla con i suoi canti, con le
sue poesie, per cui diventò assai famoso fra
noi, come inventore di un genere nuovo, e
con le sue arguzie, aveva interrotto il suo
pasto dopo appena un po' di minestra . Fatto
sta che cantando, recitando e correndo, la
sua ugola si asciugava, e trovava la neces-
sità di inumidirla sovente . Un sorso adesso,
due dopo, e poi un altro, senza però ber
molto, il poveretto si senti i fumi al capo,
lo stomaco imbrogliato, la testa confusa. . . e
conoscendo sè stesso, si accorse che non po
teva più essere padrone di sè . Dubitò di es-
sere ubbriaco, pensò a Don Bosco, al dolore
che avrebbe potuto avere, al dispiacere dei
suoi compagni, e pianse . Chi l'aveva invi
tato a bere, e ne rideva dapprima, - aspettan-
dosi ciò che ne doveva venire, ora prese quel
nostro compagno, e lo condusse al riposo .
Dopo più di un'ora egli era di nuovo arzillo
e in piedi, ma non potè più raggiungerci .
Si va a R. . . Si dice cche le ombre son ne
cessarie per dar risalto al quadro . Noi le tro-
vammo a R . . . . Era un giorno di venerdì, e
Don Bosco, sapendo che il castello di R. . .
stava dappresso, ci volle procurare anche
questa ricreazione . I segni del tempo erano
piuttosto sfavorevoli, e ci facevano presagire
che doveva in quel giorno piovere . Pareva
dunque che la giornata minacciasse qualche
sventura . I segni... Veramente i segni li
abbiamo poi spiegati noi, ma essi poveretti
dicevano niente per sè, e noi ora vogliamo
comparire sapienti col dire : Oh l'aveva detto
io? E' sempre il caso di ripetere, che del senno
di, poi son piene le fosse! Si andò : per via
fummo sorpresi dalla pioggia, ed arrivammo
colà che, per dirla, con una reminiscenza ro-
mantica,, ci voleva il da tanto in su, cioè la
pioggia raccolta per la persona, a fine di
togliere il da tanto in giù, cioè il fango, di
cui erano impasticciate le scarpe, i calzoni
più che a metà gamba . Ah Cursione, Cur-
sione ! come era cara e preziosa la tua rimem-
branza ! Un amico, l'uomo, anzi il re del
divertimento, e che ieri aveva dovuto fer-
marsi colà, ci serviva a richiamarne sempre
più il pensiero . Egli aveva pernottato a Cur-
sione, e saputo che noi andavamo a R. . .
venatrovic,maonfermponi
mento di non gustar vino, per tutto quel
giorno e per altri ancora . E siccome andava,
dicendo : Acqua! acqua ! per la presa riso
luzione di non ber altro per qualche tempo,
a noi pareva che volesse far piovere, e gli
ripetevamo, scherzando : Vino ! vino ! Quasi
quasi ci si offendeva, temendo che noi lo fa-
cessimo, per ricordargli l'avvenimento del
giorno prima . Intanto il signor di R... ci
venne all'incontro per introdurci . . . Bisogna
che io dica tutto quello che ci capitò, e se
tacio i nomi, è per non comparire sgarbati
anche adesso con rinfacciare una sgarbatezza
che ci si usò . Il signor di R . . ., almeno così
ci fu detto, stava un po' sul tirato, avendo
forse paura che si guastasse il pavimento del
castello, non pensò a condurci all'asciutto .

3.3 Page 23

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Meno male però, che, sapendo Don Bosco pari all'abbondanza, cioè immensa ; e Don
riparato, noi abbiamo studiato il modo di Bosco ci disse che la cuccagna doveva finire .
toglierci dalla pioggia, che insistente, uggiosa Alla domenica si recitò una terza volta e
e continua, veniva giù in certi tratti come con uguale, se non maggior concorso di gente,
a catinelle . Ricordo che uno di noi per evi- e poi al lunedì bisognava proprio partire .
tare quella bagnatura, salì sul campanile, Con un cuore, che Dio vel dica, preparammo
altri si ritirò nella stalla, chi stette sotto le i nostri piccoli fagotti, e dopo un po' di
piante, altri poi senza paura a correre qua pranzo non guari lieto per la condizione del-
e là in cerca di qualche bella veduta . Non si l'animo nostro, ci dovemmo separare dal ve-
trovò nulla che potesse rallegrare il nostro nerando pievano e dall'ottima sua sorella, che
occhio ed il nostro spirito . Ci fu uno che ci era stata vera mamma, e con reciproco do-
volle persino recitare, con aspetto e voce tra- lore ci siam dati un addio che ci feriva il
gica, un verso diventato per noi volgarissimo : cuore . Con una voce, che ci discendeva nel-
O mie speranze convertite in fumo ! Tutto com- l'anima volle salutarci tutti, e ciò che era
binava in mirabile accordo, pioggia, nebbia, ben singolare tutti per nome . Ella si collocò
lampi, tuoni, a nostro danno . Si preparò da sulla porta della casa, e di là con l'occhio e
mangiare, tutto ci pareva cattivo : anche il con la mano ci salutò ancora una volta . Poi,
vino che pur non poteva essere che buono . visibilmente commossa si ritirò, lasciando in
Non potevamo intendere quella meschinità
tutti noi un vivo desiderio ed una gratitu-
come si fa delle cose poco gradite, che si dine eterna . I nostri giovanotti suonarono
coprono all'occhio dei profani, noi abbiamo sul piazzale della chiesa, alzarono il loro faz-
coperto di un velo questo funereo quadro, e zoletto, in segno di giubilo e di saluto ; ma
passò in proverbio di mal augurio : Oggi siamo la loro sinfonia non era più così vigorosa
stati a R. . . Devo dire però, che colà ed in come per l'addietro. Era il caso di dire col
quel castello c'erano anime pie, che ci sep- povero esule, che suonava il piano-forte
pero compatire, non potendo riparare od im-
pedire quello che pareva poco garbo. Era il fi-
glio, giovane di pochi anni, ma di molto e virile
ingegno e di fino giudizio, ed a quest'ora già
morto, che alcuni anni dopo, diceva con pena
l'avventura di quel dì, e se ne scusava, di-
cendo, che ne aveva sofferto, e come avrebbe
voluto avere qualche anno di più per meglio
fare le cose . Avevamo con noi il buon par-
roco di Villa che vedendo la mala parataa
mandò subito a casa ad avvisare che noi
saremmo arrivati e per tempo, e che si prepa-
rasse da farci dimenticare R . . . E così avvenne
puntualmente . Due cose concorsero poi a
renderci più gradito il ritorno . Il cielo si
era intanto rasserenato, il sole, ritornato sul-
l'orizzonte verso le tre, aveva asciugato un
poco il fango, e ci rese più facile la via, for-
mando anche, nel cadere dietro le Alpi, una
corona di nuvole così luminose, che lasciò in noi
una dolce memoria incancellabile . Un arco, non
sicuramente quello di Tito, ma abbastanza
bello, sotto cui dovevamo passare, accresceva
la nostra illusione, e rendeva più fantastico
l'effetto, pareva coronasse il bel quadro del
sole, delle nuvole sì ben disposte pel cielo .
Oh sera memoranda ! Che rovescio di me-
daglia per tutto ! Entrando in paese si diè
nuovamente fiato alle trombe, e parevamo
rinati . Già eravamo asciutti, riparati, lauta-
mente ospitati, e con quel piatto di buona
ciera, che fa buon prò anche quando si è
meno disposti .
Ala venne finalmente quel giorno che per
noi era fatale .Eranopasatidiecigiornidi
vera e chiassosa ricreazione : avevamo visi-
tate palmo a palmo tutte le rarità dei pae-
Ma fa l'eburnee dita
Scorrer sull'arpa invan ;
Dell'alma impietosita
Partecipe è la man .
Ilpaescivnoradcmpgne,
fino ad un buon tratto di via, e poi tornò
indietro anche il pievano col suo curato e
noi rimanemmo soli e proprio mesti del do-
loroso distacco .
Verso le quattro si arrivò a Peia . La mu-
sica chiamò sul nostro cammino una folla
enorme di gente, e non tutta volgare . Fece
anche discendere dal suo castello il cav . G . ..
che non si pensava mai di trovare per quelle
parti Don Bosco con i suoi figli . Anche noi
abbiamo avuto la sorpresa carissima di ri-
vedere ospite e professore in quella casa uno
dei primi nostri professori, di cui conserva-
vamo grata memoria . Egli era di Buttigliera
d'Asti . Come lo rivedemmo con piacere ! Egli
era stato all'Oratorio due anni, incerto tut-
tavia della sua vocazione, e qui aveva im-
piegato santamente il tempo in aiuto di Don
Bosco facendo scuola di latino, di cui si mo-
strava esperto conoscitore . Noi temevamo chi
sa che cosa di lui, e siccome lo si amava,
l'abbiamo riveduto doppiamente con simpatia,
perchè già diventato sacerdote . Anche lui
ci venne all'incontro con festa, appena ebbe
a sapere, che i disturbatori della pace in
quel'oradinluogeraifld
Don Bosco . La sua aria serena e cordialis-
sima riverberava la contentezza del cuore, e
cifec conscer come glicirivedvacon
affetto .
(Continua) .
selli vicini, ci eravamo divertiti e riposati
dalle fatiche annuali, gustate le cantine di
quegli invidiabili paesi, ove la cortesia era

3.4 Page 24

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LANFRANCHI SAC. ANTONIO .
RACCONTO . Una Compagnia di Cristiani
Cattolici praticanti, ossia considera-
zioni famigliari sui doveri pratici
del Cristiano Cattolico . Torino, Ti-
pografia Salesiana, 1890, in-32 .°
di pag . 5
L. 1 .50 (D).
È un libro che merita di essere divulgato e
fatto conoscere per il sodo frutto spirituale che
in molti ne potrà provenire . L'Autore, già noto
per altri simili lavori, con vivace e piacevole
forma tratta in quindici conversazioni famigliari
dei doveri pratici d'un buon cattolico . Non già
che egli intenda, come ce ne rende avvisati
nella prefazione, di offerire al lettore «un Corso
completo d'istruzioni catechistiche o un Corso
regolare di lezioni morali» . Precipuo suo fine
fu di porgere, specialmente ai membri delle So-
cietà Operaie, delle Confraternite e di altre Asso-
ciazioni di laici un bel serto di spirituali ammae-
stramenti . E perchè fossero accolti con più fa-
vore, li fece ammannire con bella schiettezza
e semplicità ora da un fervente scrittore, ora
da un popolano, ora da uno studente, ora da un
negoziante e via dicendo . Rendono più variata
e dilettevole la trattazione i numerosi esempii,
anche recenti, nei quali si veggono come at-
tuati i consigli e le saggie massime inculcate,
secondo l'opportunità, dalle diverse persone del
dialogo . Noi ci rallegriamo di cuore coll'Autore
per questa sua novella opera, che, così ci giova
a sperare, riuscirà non meno delle precedenti
utile a mantenere ed accrescere la pietà nel po-
polo cristiano .
(Dalla Civiltà Cattolica,
Serie xiv, vol . vii, quid . 965, 6 Sett. 1890) .
Elenco dei Cooperatori defunti nel settembre e ottobre
1 . Accornero Angela nata Panizza -
Torino .
2. Albano Mons. Francesco-Bassano
(I'icenza) .
3 . Andreis-Murialdo vedova Aurelia -
Torino .'
4. Ardissone Giuditta nata Grossi -
B
organzo Porto Maurizio).
5. Bacicalupo D . Luigi Rett. Vie . For.
- Mezzanego (Genova) .
6. Baldi D. Carlo - Pontecurone (A-
leeaand,°ia) .
7. Bollorti D . Gaetano - Albano (l'e-
ro n.a) .
8. Bernardo 1) . Alessandro - Torchia
(Benevento) .
9. Bianchi D . Paolo Arcipr. Vie . For .
- Vernazza (Genova) .
10. Bini D. Giovanni Rettore - Sciano
(Firenze) .
11. Caneva D. Paolo - Valmarana ( l'i-
cenza) .
12. Cardone D . Innocenzo - Nole Ca-
navose (Torino) .
13 . Carminati nobile Carlo patrizio ve-
neto - S . Maria di Carceri (Pa-
dova) .
14. Caroli Canonico - Martina Franca
(Lecce) .
15 . Carpinteri D . Francesco Decano -
Seicli (Siracusa) .
16 . Cassini D . Giacomo Prevosto Can.
Ceriana (l'orto Maurizio) .
17 . Checucci D . Odoardo Pievano'- So-
vicille (Siena) .
18 . Cima D . (ido. Lati . Arciprete - Ca-
neve (Udine) .
19 . Clara D . Vincenzo-S. Daniele del
Friuli (Udine) .
0 . Corradi Angela - San Remo (Porto
Maurizio) .
21, Cravosio Anfossi cav . Cesare mag-
giore fanteria - Messina .
22 . De Pio l i I) . Giuseppe Arciprete -
ponte di Piave (Treviso) .
23 . Ferrario D . Giovanni Arciprete -
Castìgliun d'Drtelvi (Como) .
24 . Giachetti D . Carlo Maria Rettore --
Palazzo Canavese (Turino) .
25 . Giaconnzzi Francesco-Ziano(An-
stria)
26 . Gi :annettino D . Antonio Canonico -
l'aleruio .
27 . Giordano baronessa Dorotea li . Apo-
stoli - Sassari.
28 . Grillo 1o . Ilario Antonio - Colza-
TI ajaso !Udine) .
29 . Griaaudi D . ì'rancescoCurato-Fu-
signuuo (Ravenna) .
30 . Guerrini D . Luigi Parroco - Treb-
li.b:io (Arezzo) .
31L risio (:liti ido - Rossignano Mon-
ferrato iAlovz vndria) .
32 . Lanciua cav . Giacwno capitano -
S . Giorgio C.uiaveso (Torino) .
33 . Linguitti 1) . Francesco Cauonico-
Salurno .
34 . Loruuzi 1) . Francesco Vie . Gen . -
Fir,nze .
35 . Macchi Carlo chimìeo - à1ilano .
30 . Ma nasci D . Pietro Can . Rett. Se-
minario - Biella (Novara).
37 . Maltisc D . Carmolo Prevosto - Sei-
eli (Siracusa) .
38. Mruzotto,Giovanni-Bosconero(To-
rino) .
39. Mauziui-Alessandro - Chero (Pia .
Il cenza) .
40 . auzoui Teresa - Frassinetto Po
(A l essand ria
41 . Mardoui D . Claudiano Parroco -
Velletri. Roma)
42 . Mastropietro l) . Vincenzo Arciprete
- Cerce Piccola (Campobasso) .
43 . Mattoacci D. Giovanni- Schio (Vi-
cenzao .
44 . Milella Mons. MichelejVescovo -
Teramo.
45 . Mnllonis Benvenuta - Pradamano
(Udine) .
46 . Negri D . Paolo Are. Vie. For . -
Arcoveggio (Bologna) .
47 . Negrini Luigi - S . Pietro di Lava.
gno ( Verona) .
48 . Nicolicchia D . Gioachino - Palermo .
49 . Orlandini D . Antonio Vie . Curato
- Bubbiano (Parma) .
50 . Palagano D . Carmelo - Palermo .
51. Pallotti I) . Luigi Segr . Congr. dogi
Studi - henna .
52 . I'asuli Giovanni- Trento (Avatria) .
53 . Persegaro D . Stofanu - Morendole
(Padovai .
54 . Pirotti D . Vincenzo - Sarzana (Od
nova) .
55 . Pisani D. Luigi Canonico - Scio11
(. Siracusa)
56 . Pitt:uniglio D . Giovanni Canonico
Ci(terLule Savoia (Genova). ,
57 . Quaranta \\Iuus . (7i,, .Butt .Canonico,
Prevosto Vicario Genorale e Ca-
mer . segreto di 5 . S . Leone XIII
- saloczo ((]Numi .
58 . ReTI .Aeg lu-Rombardnue(Pavia) .
59 . Rn„azzuni D . Ferdinando Parroco -
Lutrutico (I:rrgavaoi .
60 . Sabbri D . Pietro maestro - S . Gil.
lio (Torino) .
61 . San Giuliano D . Gio . Batt . Missio-
nario Apostolico - farete (Ca-
serta) .
62 . Sella D . Giuseppe Cappellano - To-
nezza ( l'icenza) .
63 . Sottalia Felicita - Torino .
64 . Sterza dottor Luigi - S . Colombano
al Li rnhro (JTrlano) .
65. Tostuni D . Angelo Parroco - Sot.
to.-hiesi (Berganno) .
66. Tiberti Mari :uuia - Saviore (Bre-
scia) .
67.
'fogno D . Giovanni
, ZOgno (Noc ival .
Prevosto-Luo-
68. Torchio D . Gio . Batt . Cameriere di
S . S. arciprete -- S . Martino al
Tanaro (Alessandria) .
69. Treutin 1) . Rutenio V cario Sp. -
S . Biagio di Callalta (Treviso) .
70 . Trevisau Rosa nata Rezzadore
Lezzo (Padova)
71 . Vardi D . Ferdinando - Tegoleto
rezzo) .
72. Vittorie Tommaso droghiere - Froe-
sasco (Torino) .
73 . Zavagli D . Giuseppe Rettore- lede
Cesare (Firenze) .