e destandosi sotto queste impressioni, a chi lo avvi-
cinava era tutto in ripetere : - dove sono questi
miei fratelli Vescovi e Cardinali ? Fateli venire a
me, che io stringa loro la mano . - Così stavano
le cose, quando la mattina del giorno 8 corrente si
presentò al palazzo arcivescovile un operaio sco-
nosciuto narrando ogni cosa e come l'infermo non
desistesse dal ripetere quelle parole , quantunque
fino a pochi giorni prima avesse costantemente ri-
fiutato ogni presenza di sacerdote .
» A tale annunzio l' Eminentissimo , lasciando
le sue gravi occupazioni e nulla curando i riguardi
di prudenza che lo consigliassero ad accertarsi
della serietà della cosa che gli veniva semplice-
mente annunziata da uno del popolo, ed intento
solo al bene di quell'anima, subito mosse per San
Giorgio a Cremano al palazzo del Principe di Ca-
sapenne, dove trovavasi l' infermo . E, fatto dap-
prima interrogare il professore da persone di fa-
miglia se veramente desiderassero vederlo, questi
fe' conoscere che ne aveva gran piacere . Entrato
nella stanza, l' Eminentissimo, affabilmente sorri-
dendo, lo salutò e porsegli la mano, dicendo es-
sere accorso al suo desiderio . E volendo l'infermo
ringraziare il cennato Eminentissimo per l' onore
che facevagli di tal visita, questi soggiunse : -
Son venuto a bella posta ed a quest' ora (le 12
meridiane) lasciando tutto, perché da voi chia-
mato . - Dell' Eminenza Vostra , riprese il pro-
fessore, molto si è parlato, ed io ho piacere di
conversare con voi : amo Dio ed il prossimo, ma
al Papato ho nutrito sempre forte avversione ; ho
studiato molto ; ma in questo momento mi sento
essere un niente : mi rassegno ai giudizi di Dio . -
» - Siete voi cattolico ? soggiunse l' Eminen-
tissimo . - Ed alle affermazioni dategli da lui, -
ebbene , disse , giacchè avete chiamato presso il
vostro letto l'Arcivescovo, che è vostro Pastore,
e vi professate cattolico , e mi avveggo che nel
cuore avete sentimento religioso e siete dotato di
forte ingegno, non potete negare innanzi tutto che
la Chiesa è guidata da una mano invisibile, che è
quel Dio cui voi dite di amare, il quale la governa
per i suoi rappresentanti in terra , a capo dei
quali è il Papa che voi abborrite . Per la qual
cosa dovete d'ora innanzi mostrare sinceramente
che siete cattolico sia nella venerazione ed obbe-
dienza al Vicario di Gesù Cristo, sia nell'adempi-
mento dei vostri doveri come cattolico, tra i quali,
la preghiera, la confessione, la comunione, l'ascol-
tare la messa e dare esempio a tutti di queste
opere di pietà . - Ma io vorrei, ripigliava il pro-
fessore , che i cattolici fossero più spirituali . -
E voi siete così? - domandò il Cardinale , cui
egli rispose : - No! - Ebbene, non riprendete
negli altri quella mancanza che sentite anche in
voi, e piuttosto che perdervi in inutili quistioni,
che più vi angustiano l' animo , riconoscete che
tutti innanzi a Dio siamo vermi di terra, e cat-
tivando la vostra intelligenza nell' ossequio alla
fede, studiatevi con un sincero atto di confidenza
e sottomissione a Dio mostrarvi figlio devoto della
Santa Madre Chiesa , e così avrete quella pace
che finora non avete provato e che io son venuto
a portare nel vostro animo . E siate pur certo che
tale sentimento mi anima in quest'ora per voi che
volentieri vorrei sopra di me cotesta vostra infer-
mità per liberarvene . -
» A queste parole l'infermo fu scosso, e, mentre
l'Eminentissimo aveva nelle mani una piccola teca,
che conservava il legno della Santa Croce , egli
con sincera divozione la prese , la accostò alla
fronte, e divotamente la baciò . Anzi, a testimo-
niare quanta confidenza avesse già riposta nell'E-
minentissimo, siccome gli fu apprestato del latte
con neve, egli desiderava farne gustare nei suo
stesso bicchiere al Cardinale come per refrigerarlo .
Finalmente l' Eminentissimo , già contento del
trionfo pieno che la grazia di Dio aveva portato
su quell'anima, volle congedarsi da lui, scusandosi
se, per le gravi occupazioni della diocesi, non po-
teva più restare ; gli promise per altro che sa-
rebbe tornato a visitarlo, e che frattanto avrebbe
mandato presso di lui un sacerdote, suo rappre-
sentante ; e l' infermo , dicendosene soddisfatto ,
diede all'Eminentissimo le più larghe assicurazioni
che col detto sacerdote avrebbe compiuti tutti i
doveri di buon cattolico . Questa conversazione di
circa un'ora, avuta con l'Eminentissimo, fu tanto
gradita all'infermo, che egli stesso lo asserì ri-
petute volte alle persone che l'assistevano, le
quali assicurano d'aver trovato il senatore Vera
ilare, confortato e soddisfattissimo, ad onta del
fiero morbo che lo tormentava .
Nelle ore pomeridiane dello stesso giorno l'E-
minentissimo mandò presso l'infermo il sacerdote
D . Salvatore Borelli, che ne ascoltò la sacramen-
tale confessione, dopo la quale il professore , in-
nanzi a due persone a ciò delegate , fece ampia
ritrattazione di quanto avesse creduto o scritto
contro la Chiesa ed il Sommo Pontefice, ricevendo
poi il SS . Viatico e l'estrema unzione con edifi-
cante fervore, e mostrando tutto il suo piacere
che restasse presso il suo letto il sacerdote .
La mattina del giorno 10 l'Eminentissimo gli
mandò un altro sacerdote per portargli la bene-
dizione, ch'egli, sempre con piena intelligenza e
dominio di sè, ricevette con grande conforto, sen-
tendosi anche per qualche poco rianimato . La sera
poi del detto giorno volle l'Eminentissimo man-
tenere la datagli promessa di visitarlo di nuovo :
lo trovò quasi agonizzante, dissegli parole di con-
forto, recitò le Litanie della Vergine e diedegli
l'ultima benedizione ; l'infermo però era sempre
in sè, comprendeva tutto e dava segni di risposta .
Finalmente, dopo lunga e penosa agonia, egli si
è addormentato nel bacio del Signore alle ore 6
ant . di oggi . I nostri lettori, commossi por questo
nuovo trionfo della grazia di Dio , abbiano una
prece per l'eterno riposo di quell'anima benedetta» .
LA RITRATTAZIONE
DEL SENATORE AUGUSTO VERA .
Dalla stessa Discussione di Napoli togliamo la
relazione che degli ultimi giorni e momenti del
prof . senatore Augusto Vera pubblicò il prevosto