vozioni e le due feste al Cuor di Gesù e al Cuor
di Maria .
Ma sorgono le contraddizioni, ché una lotta
incessante è la vita dell'uomo su questa terra, e
queste contraddizioni son sempre tanto più fiere,
quanto maggiore è il bene che mirano a com-
battere . Novelli farisei, chiaminsi Giansenisti,
o Ricciani , o meglio senz'altro acattolici , ma
certo della genia di quelli, che colà sul Calvario
avevano ad un tempo insultato al Cuor di Gesù
e al Cuor di Maria, pretendono scorgere idolatria
dove vi ha la più rigorosa precisione di dottrina
e sovrana armonia di culto, e sotto il manto d'un cru-
dele rigorismo vorrebbero tener lontana la crea-
tura dal Creatore, i figliuoli dal loro padre e
dalla loro madre, adoperando ancora in ciò, come
fa chi ha torto, nomignoli e ingiurie contro i loro
avversari, i cattolici . E a' giorni nostri medesimi
non vedemmo noi un famoso filosofo, così benigno
verso il Giansenismo, in quella che si atteggiava
a campione entusiasta del Cristianesimo, accomu-
nare in un sol odio e in un sol disprezzo l' una
e l' altra di queste divozioni? Sì , bisogna pur
dirlo . Mentre il genio davvero cattolico ravvisa
nel Cuor di Gesù le origini, le ragioni e come la
forma spirituale della Chiesa (1), l'ingegno idolatra
della città de' sette colli lancia inverecondi lazzi
sulla Roma della festa del Sacro Cuore, che a lui
pare una minuzia, un accessorio (2) . Mentre l'uomo
dal profondo intelletto e dalla robusta fede ricono-
sce nell'entusiasmo de' popoli ad esaltar la fortu-
nata donna una forza logica invincibile (3), giac-
chè le perfezioni umane di Gesù son le perfezioni
di Maria, l'uomo, traviato dalle parvenze d'un non
so qual Cristianesimo civile, ripete l'ingrandi-
mento del culto a Maria, o, come egli bestem-
mia, la femminilità del Cristianesimo dalla ten-
denza delle stirpi nordiche, portate, secondo il
suo frasario, ad indiare la donna, in contrario
delle razze semitiche o delle pelasgiche (4) .
Così è purtroppo ; Satana muta tattica nella sua
vecchia guerra, transfigurat se,maèsepr
Satana.
Or che dobbiamo fare noi in tali frangenti?
La risposta non può essere nè tarda, nè dubbia .
Quando i nemici di Dio stringono in un sol odio
ed in un sol disprezzo la divozione al Cuor di
Gesù e la divozione al Cuor di Maria , ricono-
scendo con ciò stesso l'intimo e come necessario
legame che l'una all'altra collega, e noi uniamole
questo due divozioni in un sol amore, in una sola
venerazione . Sì, è vero, le nostre deboli pupille non
possono, né oserebbero affisarsi nella luce diretta
del raggiante Cuore di Gesù a scrutarne la ma-
està e la sapienza, pel timore di rimanere noi po-
veri mortali schiacciati sotto il peso della sua gloria :
Qui scrutator est maiestatis, opprimetur a glo-
ria (5) . Ebbene volgiamo lo sguardo all' immagine
del Cuor Sacratissimo di Maria, che sta a diritta di
Lui ; a quella vista noi saremo rinfrancati ; a
(1) V . FORNARI, Della vita di Gesù Cristo, lib . II .
(2) GIOBERTI, Il Gesuita moderno, tomo III .
(3) V . FORNARI, ibid .
(4) GIOBERTI, Filosofia della Rivelazione .
(5) Prov. XXV, v. 27.
quella luce riflessa noi arriveremo a rintracciare
gl'ineffabili tesori che son nascosti nel Cuor di
Gesù. Imperocchè Maria é lo specchio che tutti
riflette i raggi, che partono dal Cuor del suo
Figlio Gesù, ed è appunto in questo riverbero
che sta la sovrumana bellezza del suo Cuore .
Maria, come dice un dotto e pio scrittore, è l'o-
stensorio che mostra a noi Gesù, né l'idea di Lei
può giammai scompagnarsi da quella di Dio Crea-
tore, Redentore e Glorificatore.
Volgiamoci dunque a Maria, in questo Maggio
soprattutto , e preghiamola a farci conoscere e
partecipare in qualche modo i tesori di bontà
e di sapienza del Cuor di Gesù ; preghiamola a
diffonder sopra di noi un raggio di quei santi
ardori, che divampano nel Cuor di Gesù e suo,
e conforme a questi purissimi ardori regolar
la nostra vita ; preghiamola infine che affretti il
momento della consacrazione della Chiesa, sacra
al Cuore del suo Divin Figlio . E dessa che iniziò
la santa impresa, Essa la compia . Roma e Torino,
il Sacro Cuore e Maria Ausiliatrice suggel-
leranno col fatto l'intimo indissolubil legame,
che l'una all'altra bellamente congiunge di siffatte
soavissime divozioni, e dureranno perpetuo mo-
numento di carità e di fede.
GRAZIA DI MARIA SS . AUSILIATRICE .
Mondovì, 22 settembre 1535 .
REV . SIG . D . Bosco,
A gloria di Dio e di Maria SS . Ausiliatrice
rendo nota alla S . V . Rma la seguente dichiara-
zione, pregandola a volerne dar pubblicazione .
Permise Iddio che nei primi giorni di gennaio
di quest'anno io cadessi inferma, e di malattia
così violenta, che in pochi giorni mi ridusse in
fin di vita . Ricevuti gli ultimi Sacramenti, rimasi
parecchi giorni in uno stato . deplorevole e peri-
coloso, poiché, gonfiatamisi la lingua, che per
violenti sforzi di vomiti, mi uscì fuori dai denti,
senza poterla per qualche tempo ritrarre ; poi
rientrata, mi si strinsero i denti per tal modo,
che neppur goccia di sorta potea entrare in bocca .
Passati in questo stato parecchi giorni, migliorai
alquanto, ma in breve ricaddi nello stato di prima .
Per le ripetute cavate di sangue, per la febbre
che ogni giorno mi affliggeva, per la palpitazione
di cuore, mi venne fioca la voce, di cui rimasi
priva per otto mesi continui, non potendo parlare
che sotto voce. In tale miserando stato, parea
non trovassi conforto che nel pianto . Ma le mie
angoscie crebbero d'assai, quando, nel mese di
giugno col permesso del medico provai ad alzarmi
di letto, e m'accorsi che non solo non potea muo-
ver passo, ma neppure reggermi sulla persona.
Ciò accadeva per ostinata infiammazione alla
spina dorsale e per raggruppamento di nervi . Per
quanto premurose, sollecite e veramente carita-
tevoli cure mi venissero prestate dal medico, pure
nessun miglioramento io sperimentava . Ogni qual-