D . Bosco fece a queste parole nell'ultima sua
lettera ai Cooperatori e alle Cooperatrici . Giova
qui il richiamarla alla memoria : - « Questi amici,
egli dice, saranno tanti giovanetti tolti dalla per-
dizione e salvati per la vostra carità ; saranno i
cristiani e i pagani convertiti ; saranno i bambini
degli infedeli battezzati e divenuti angioletti del
paradiso ; saranno i padri e le madri di tanti
figliuoli ricondotti sulla via della virtù e nelle
loro braccia in cielo ; saranno gli Angeli custodi
di tante anime , o già entrate o che entreranno
in loro compagnia per opera vostra ; saranno i
Santi e le Sante , più felici ed esultanti per un
maggior numero di fratelli e di sorelle per
voi acquistati ; questi amici saranno infine la
Beatissima Vergine, il Padre, il Figliuolo e lo
Spirito Santo, che avrete fatto meglio conoscere,
amare e glorificare in terra. »
Quarto frutto. - Potrei esporvi ancora più
altri frutti della limosina, ma per non andare
troppo per le lunghe ve ne cito ancora uno, ed
è che la limosina spesso è pur causa di accresci-
mento dei beni temporali. Questo frutto è anche
degno di essere conosciuto , perchè pur troppo
non pochi cristiani e non poche cristiane non
fanno la limosina, che potrebbero fare, trattenuti
dalla vana paura di dover poscia starne in dis-
agio , mentre invece è tutto il contrario . Udito
anzitutto lo Spirito Santo : - Ha per debitore
il Signore quegli, che usa misericordia coi po-
veri ; chi dà al povero non cadrà in povertà (1) .
La Storia Sacra ci racconta pure che Tobia di-
spensava liberalmente ai poveri, e in breve
ottenne grandi ricchezze . Vero è che fu per
qualche tempo afflitto, ma quella non fu che una
prova mandatagli da Dio per fare meglio risplen-
dere la sua virtù e la protezione del Cielo in
suo favore. La Storia Sacra ci narra ancora
che nella città di Saretta una vedova per avere,
sebben povera e in tempo di caristia, dato limo-
sina al profeta Elia , fu così benedetta dal Si-
gnore, che finchè visse non mancò mai più di
nientenèpersènèpelfigliuolo(2).Se non te-
messi di abusarmi di vostra pazienza, potrei qui
recare in mezzo esempi innumerevoli, raccolti
quali dalla ecclesiastica e quali dalla profana
storia, comprovanti tutti che Dio benedice e pro-
spera anche temporalmente coloro che fanno la
carità . Per questo S . Basilio paragona le ric-
chezze alle acque dei pozzi, le quali quanto più
si attingono tanto diventano più limpide ed ab-
bondanti, ma se sono lasciate ferme e quiete sta-
gnano e marciscono. Quante persone e quante
famiglie anche dei giorni nostri hanno esperi-
mentata questa doppia verità! Molti sarebbero i
fatti che potrei citare in un senso e nell'altro, e
moltissimi ne ricorderete voi pure, perchè acca-
duti forse sotto i vostri occhi medesimi .
Ma passiamo sotto silenzio questi ed altri fatti
e poniamo termine al nostro discorso ; e io pongo
termine col rammentarvi le parole di un Angelo
e l'esempio di un Martire . L'Arcangelo Raffaele
(1) Prov . XIV . 21 - XIX, 17.
(2) III Reg . XVII .
dava a Tobia e al figlio Tobiolo tra gli altri
questo insegnamento : - E meglio fare limosina
che accumular tesori (1) . Riflettete, miei buoni
uditori, che questo insegnamento non è umano ,
ma divino, e perciò verace ed infallibile . Lo ri-
peto quindi, perché s'imprima bene nella vostra
mente : - E meglio fare limosina che accumular
tesori . E meglio per l'anima e pel corpo ; è me-
glio pei grandi frutti che se ne ricevono spiri-
tuali e materiali ; è meglio per la vita presente
e per la vita futura . E meglio perchè con questo
mezzo tirerete sopra di voi le benedizioni di Dio,
le quali faranno fruttificare il cento per uno i beni,
che riserbato per vostro uso e per uso della fa-
miglia ; vi manterranno in sanità, e così non
ispenderete danaro in medici e in medicine;vi
conserveranno e vi renderanno savii i figliuoli e
modeste le figliuole, affinché non diano fondo al
patrimonio col giuoco, col lusso, coi divertimenti,
coll'ambizione ; vi terranno lontane le liti, i fal-
limenti, i rovesci di fortuna e simili, cose tutte
che valgono più che ogni tesoro del mondo .Se
è meglio fare limosina che accumulare tesori
dunque, miei amatissimi Cooperatori e Coopera-
trici, d'ora innanzi l'impegno, la sollecitudine, l'ar-
dore, che forse taluni hanno finora adoperato nell'in-
grandire il patrimonio, senza o con poco riguarda
ai poveri e alle opere di carità e di beneficenza,
lo mostrino nel dare . e nel trovar modo di poter
dare più che sarà possibile . Rendete gloria a
Dio e al suo Angelo col credere verace non solo
in teoria, ma in pratica il suo celeste insegna-
mento, e ne proverete anche in effetto la con-
solante verità .
E E qual è l'esempio ? quello del Martire san
Lorenzo. Viveva egli verso l'anno 260 dell'éra
cristiana, ed era diacono e tesoriere di Papa
Sisto Il, il quale lo aveva fatto depositario dei
tesori della Chiesa e suo limosiniere, e incarica-
tolo della cura delle vedove e degli orfanelli, dei
poveri e dei bisognosi di ogni genere . Insorta la
ottava persecuzione contro i cristiani, mossa dal-
l'imperatore Valeriano, e martirizzato pel primo
il santo Pontefice, il diacono Lorenzo tosto si .
avvide che il persecutore, non meno avido di
danaro che di sangue, non avrebbe tardato a
tentar la prova di rapigli le sostanze della Chiesa,
che aveva in consegna, e da savio pensò di met-
terle al sicuro . Provvede pertanto più centinaia
di abiti e di vesti, compera gran quantità di
frumento e di pane, e divide in più parti il da-
naro che gli resta ; indi raccoglie i più poveri
cristiani e cristiane di Roma, e a ciascuno di-
stribuisce vitto, vestito, e danaro secondo il bi-
sogno . Aveva appena avuto tempo di fare questa
distribuzione, quando il santo Martire è citato
al tribunale del prefetto di Roma, che prima di
ogni altra cosa gli comanda di consegnargli i te-
sori che possiede. Sorride il Santo a quella inti-
mazione, e gli chiede il tempo di mostrargli dove
li ha collocati, che gli vien concesso . Allora egli
raduna presso la casa del prefetto la turba innu-
merevole dei poveri poc'anzi soccorsi, e a lui
(1) Tob . XII.