loro gusto ; questo appunto era il mio divisamento .
Ma intorno alla lingua e allo stile vi ha ella
- trovato qualche difetto a correggere?
Di questo no ; anzi vi ho scorto purezza e
proprietà di lingua , ed uno stile facile e popo-
lare . Ma lasciando a parte il libretto accennato,
perchèdioamle,npsoarlebuon
laSdI,v'tsocurhiemnd
tutti . Per far disapprovare quest'opera sua ba-
sterebbe quanto ella scrisse di Ferdinando Carlo III
Duca di Parma (1) . Di quel scellerato , che ne
ha commesse di ogni colore, lei ne ha fatto un
eroe, un martire. Le so dire che erano due mila,
i quali eransi offerti e legati con giuramento per
assassinarlo l'uno in mancanza dell'altro .
- Io non sapeva quest'ultima particolarità ; ma,
ancorchè l'avessi conosciuta, non potrei assicu-
rare se l'avrei accennata, perocchè io ho scritto
un compendio di storia e ad uso della gioventù,
e perciò dovea restringermi in certi limiti e sce-
gliere quei fatti soltanto , che potessero tornare
di qualche morale utilità ai miei lettori. Del re-
sto di quel principe non ho tessuto una biografia,
ma narrato solamente la tragica morte, che dissi
morte di un buon cristiano, perché egli mori di
fatto rassegnato ai divini voleri, munito dei con-
forti religiosi, e perdonando al suo assassino .
- Basta, io la consiglierei a correggere questa
Storia prima di ristamparla .
- Se lei, sig. commendatore, volesse essermi
tanto cortese di notarmi o farmi notare le mo-
dificazioni o le correzioni da introdursi, l'assicuro
che ne farei tesoro per la nuova ristampa .
(1) A più chiara intelligenza del fatto crediamo oppor-
tuno di riprodurre qui quanto ne scrisse D. Bosco : -
« La sera del 26 marzo 1854, questo principe dal passeg-
gio ritornava al real palazzo . Giunto ad un angolo della
strada, uno sconosciuto di mediocre statura e capelluto,
che stava colà in agguato, l'urtò, gli ficcò un pugnale nel
seno, e lasciando il ferro nella ferita si diede alla fuga .
Cadde il principe come m; orto il suo aiutante lo sollevò
e gli estrasse il pugnale dalla ferita ed in mezzo ad una
fl.oaIdicpvorsafucndtlpazo
fu giudicato mortale, e in fatto tra poche ore il principe
trovavasi in imminente pericolo della vita . Prima di ogni
altro rimedio, richiamando a memoria i principii di buon
cristiano, pensò di provvedere alla salvezza dell' anima
sua. Chiese egli stesso di confessarsi, e ricevette gli altri
sacramenti a grande edificazione dei sudditi . Interrogato
se non aveva potuto conoscere l'assassino, rispose : « Quella
figura non è parmigiana ; sono tre giorni che mi perse-
guita ; lo vidi starmi di fronte, di dietro e da lato ; ma io
gli perdono di cuore ; e qualora egli venisse scoperto, non
voglio che abbia altro castigo che l'esilio . Sia fatta la
volontà di Dio ; io ricevo la morte in penitenza dei miei
peccati . » Udito poscia che non vi era più speranza di
vita, convocò intorno al suo letto tutti i signori e servi della
corte,lhisprdoneisacrdelosna,
che aveva loro arrecato . Ai figliuoli poi raccomandò l'ob-
bedienza alla duchessa loro madre e l'adempimento d'o-
gni altro dovere. Più volte recitò ad alta voce il Pater
nopster, ronunziando con profondo sentimento quelle pa-
role : Perdona a noi i nostri debiti . siccome anche noi li
perdoniamo ai nostri debitori . Tenendo il crocifisso tra
lemaniobcvspeontaligdcrstanpieà,
che tutti gli astanti erano profondamente commossi . Così
moriva un principe ferito a tradimento nel fiore della
sua giovinezza, e moriva perdonando al proprio uccisore .
Egli spirò ventitrè ore dopo l'assassinio, in età di anni
31, lasciando erede il suo primogenito di sei anni, sotto
la reggenza della duchessa sua moglie » (V . Storia d'I-
talia di D . Bosco, ediz . 14a, pag . 431) .
- Mi piace questa sua condiscendenza ; lei
non si mostra ostinata nelle sue idee ; questo mi
piace . Ma ora passiamo ad altro, e mi dica che
imbarazzo incontri per le sue scuole, e quale dif-
ficoltà trovi nel sottomettersi all' autorità scola-
stica .
- In ciò io non trovo alcuna difficoltà ; di-
mando solo che la S . V. voglia concedere che gli
attuali maestri possano continuare il loro insegna-
mento nella rispettiva classe, cui sono presente-
menti addetti .
- Quali sono questi maestri?
- Sono : Francesia, Durando, Cerruti ed An-
fossi .
- Da chi sono pagati?
- Non sono pagati da alcuno . Furono an-
ch'essi allievi dell'Istituto , ed ora godono d'im-
piegare le proprie fatiche a benefizio altrui, come
altri un tempo le impiegò per loro .
- Se la cosa sta così , io li approverò sen-
z'altro . Ella mi faccia soltanto una formale do-
manda, indicando il nome dei maestri e la classe
in cui insegnano, ed io le spedirò tantosto appo-
sito decreto di approvazione .
- Io la ringrazio di cuore,c signor ommen-
datore, e di tale benefizio le serberò profonda gra-
titudine . Prima però di congedarmi vorrei ancora
pregarla di un favore , ed è ch' ella si degni di
prendere i miei fanciulli sotto la sua protezione,
e che un giorno o l' altro venga ad onorarci di
sua presenza . Sono persuaso che la S . V . amante
qual è del povero popolo proverà grande soddi-
sfazione al vedere colà raccolto un migliaio dei
più bisognosi suoi figli .
A queste parole di D .BoscilSemfutoc
nel più profondo dell' animo ; onde guardandolo
con occhio di compiacenza :
- Caro Don Bosco, disse ; lei è un angiolo
della terra . L'assicuro che d'ora innanzi farò tutto
ciò che è in mio potere a prò dei suoi giova-
netti, e quanto prima insieme colla mia famiglia
renderò al suo Istituto una visita amichevole .
Spero poi che in avvenire le nostre conversa-
zioni avranno altro condimento che non ebbe da
principio questa prima . Sono nondimeno contento
di averla veduta e conosciuta . Dunque siamo in-
tesi e a bel rivederci .
Questo, la Dio mercé, fu il termine della espo-
sta visita, che da prima minacciava una dolorosa
conclusione . D'allora in poi il Provveditore Selmi,
convinto del bene che l'Oratorio faceva alla po-
vera gioventù , lo ha sempre trattato con molta
benevolenza e favorito nei limiti di sua autorità .
Giunto a casa D . Bosco gli inviò tosto domanda
formale per l'approvazione degli insegnanti , se-
condo le anteriori intelligenze . Prima di accor-
darla il Provveditore, forse per operare con piena
cognizione di causa e per dare ad intendere che
egli non si lasciava condurre alla cieca, mandò
il dottore Camillo Vigna suo segretario di uffizio
a visitare l'Oratorio . Dopo ciò, in data del 21 di-
cembre, emanò il promesso decreto, pel quale le
nostre scuole furono per quell'anno poste al si-
curo da ogni attentato .
Non ostante che per questo atto dell' autorità