piedi dell'Alpi Pennine e Graie fra il Balteo e la
Dora, antica sede dei Salassi, e forse fra tutte le
città la più fortunata conservatrice dei monumenti
di Augusto . Io non mi trattengo a descriverle nè
il famoso Arco trionfale di Valerio Messala e di
Terenzio Varrone , nè le due porte Pretoriane ,
nè le mura di Augusto che ancora la cingono, nè
le antichissime basiliche di S . Orso e della Cat-
tedrale,nélabelisimapiazamagiore,perché
tutto ella avrà veduto e minutamente osservato
tre anni or sono, quando venne a tenere le sue
religiose conferenze nella Cattedrale a vantaggio
degli operai piemontesi .
Recatomi ad ossequiare Mons . Vescovo, egli mi
accolse assai umanamente, trattenendosi meco in
famigliare colloquio con molta bontà . Mi chiese
notizie di D . Bosco , delle Missioni , delle opere
salesiane e anche di lei, che la ricordava con molto
piacere e deferenza pel bene che avea a pro di
tante anime operato .
Prese le dovute informazioni , fissai di partire
al mattino per tempo verso l'Ospizio del Gran
S . Bernardo . La stanchezza e il bisogno di riposo
mi fecero svegliare alle sei, e poco dopo, col ca-
vallo di S . Francesco, m'avviai per la strada di
S . Remis, villaggio che si incontra prima di sa-
lire la montagna . Il cielo era sereno ; non una
nuvoletta velava l'azzurra e tranquilla volta del
cielo ; le montagne, che tutto all'intorno circondano
la pianura di Aosta, veniano indorate dai primi
raggi del sole nascente, e le altissime cime del
monte Bianco ricoperte di candide nevi perpetue,
cogli immensi ghiacciai che d'ogni parte riflette-
vano la luce del sole, mi riempivano l' anima di
maraviglia .
Una buona ventura mi fece incontrare per com-
pagno di viaggio un geometra di Aosta , che si
recava a S . Remis, nel quale ritrovai un'ottima
guida e un'intelligente e compitissima persona .
Insieme con lui per due ore e mezzo andai sem-
pre salendo la ripida strada carrozzabile di San
Remis, confabulando seco lui di quella gente mon-
tanara , della fertilità di quelle vallate pittore-
sche , delle montagne,dd egliarmnt ei pro-
dotti agrari e di mille altre cose , sicchè breve
mi parve la via fino ad Etroubles . Quivi presi dal
mio gentil compagno commiato per offrire a Dio il
divin Sacrificio nella divota e solitaria chiesa par-
rocchiale, quindi, accompagnato dal buon cappellano,
mi recai alla Ferme, o cascina appartenente all'O-
spizio , condotaconmoltainteligenzadaunodi
quei religiosi . Con quanto piacere mi vedesse quel
buon Padre, che è Cooperatore Salesiano, non le
posso esprimere a parole : egli mi volle ristorare
e poi accompagnarmi per un tratto di via a fare
una visita ad una delle primarie famiglie di Saint-
Oyen . Una semplice vecchierella sui 75 anni, essa
pure piissima Cooperatrice salesiana, mi diede il
benvenuto in francese , e , saputomi sacerdote di
D . Bosco, si mise a versar lagrime di commozione .
Dicevasi felice per vedere in casa sua uno dei figli di
D . Bosco . Quella santa vecchietta mi dava l'idea
delle donne semplici e tutte piene di Dio dell'an-
tico Testamento.
In breve oltrepasso quel paese ; il giorno si con-
servava limpidissimo ; spirava un'aura fresca e
leggera , soprastavano da per tutto immense bo-
scaglie di larici e di pini, fra cui muggiano tem-
pestosi i venti dei ghiacciai sempiterni . Giunsi fi-
nalmente a S . Remis, piccolo paesello di circa 200
persone , dove presi un po' di riposo .
Dopo un' ora di fermata , franco e risoluto mi
accinsi a salire l'erto sentiero del monte S . Ber-
nardo . L'aria era freschissima, un sole mite dar-
deggiava i suoi raggi, e mano mano che ascendeva
sempre più stupendo e sorprendente mi si offriva
alla vista il panorama delle circostanti montagne.
Un ridicolo avvenimento mi richiamò dall' estasi
delle mie contemplazioni . Scorreva serpeggiando
nella valle un rivo di acqua, che già scendeva dai
ghiacciai delle più alte vette, quando un soffio di
vento impetuoso, che s'era allora allora scatenato
dalle gole vicine, si portò via il mio povero cap-
pello . Corro, per afferrarlo, ma il cappello a salti, a
sbalzi e a tomboli volle a tutti i costi fare un
bagno nell'acqua . Buon per me che un lesto mon-
tanaro gli si precipitò dietro, e tutto contento me
lo portò molle di acqua . Ringraziatolo, continuai
la mia marcia su per l'erta china ma dopo un'ora e
mezzo cominciai a reggermi male in piedi . Ar-
rivo finalmente alla cantina , piccolo fabbricato
dove si prende un po' di riposo e di ristoro . Mi do
in nota ai soldati italiani per non subire nel ri-
torno la quarantena ; quindi ripiglio la salita, che
ormai mi riusciva insopportabile . Finalmente veggo
la croce, che maestosa giganteggia in quel punto
dove mille anni or sono stava costrutto un tempio
dedicato a Giove Pennino . In pochi minuti mi ri-
trovo sopra uno spianato , ove stendevasi un la-
ghetto di acqua limpidissima, della lunghezza di 180
metri per 90 di larghezza, nel quale si vede~
van guizzare dei piccoli pesci . Giunsi all' O-
spizio , fabbricato robusto che sembra una pic-
cola fortezza dalle anguste finestre . E di antichis-
sima costruzione, poichè ascende al 900 circa, fon-
dato da S . Bernardo di Menton ; ed è la più alta
dimora del mondo che sia continuamente abitata.
La sola carità cristiana , che attinge la sua forza
dall' amore di Dio e dal desiderio di soccor-
rere i proprii simili , potè spingere giovani
delicati e uomini dotti e gentili a sacrificare
se stessi per salvare tanti fratelli . La Provvidenza
venne in soccorso di questi generosi coi famosi
cani, che si chiamano del Gran S . Bernardo . Ne
vidi alcuni che , quali padroni di casa , stavano
alla porta dell' Ospizio . Il loro colore è biondo ,
la loro grandezza è come di un bel vitelluccio, ed
hanno testa leonina ed occhio intelligente ; il muso
è improntato di tanta umanità e bontà, che t'invi-
tano a far loro una carezza . Entro nell'Ospizio, e
suonata la campanella, mi si presenta un religioso
Agostiniano che qui si chiama il padre clavandier,
Saputomi di Don Bosco, mi accoglie con isquisita
cortesia, mi assegna la stessa camera del Padre
Generale assente e mi reca tosto da rifocillarmi
lo stomaco . Dopo un breve riposo, mi reco a vi-
sitare l' istituto coll' attiguo fabbricato , capace
di alloggiare oltre cinquecento persone . Per tre
giorni e anche più , se il tempo è cattivo , ogni
forestiere riceve vitto ed alloggio gratuito , e