ANNO XXV - N. 5. Esce una volta al mese. MAGGIO 1901.
SOMMARIO - TESTO: Pellegrinaggio a Maria Ausiliatrice . pag. 119 Il Rappresentante del Successore di D. Bosco in America » 123 Le solenni Feste di Maria Ausiliatrice in Valdocco . » 125 Conferenza e norme per i pellegrinaggi . . » 126 NECROLOGIA: Lidia Realis ved. Richelmy - IN suffragio di D. Belmonte » 127
Cronaca del movimento Salesiano : - Ancona - Ferrara - Milano - Genova - Chieri - Savona . . . . » 129 MISSIONI - EQUATORE : dall'esilio alla patria. . . . « 133 Grazie di Maria Ausiliatrice » 136 Cooperatori defunti . » 140 ILLUSTRAzioNI - Illustrazioni della Chiesa di S. Francesco di Sales in Valsalice pag. 121, 124, 131, 134; 137.
NB. Questo fascicolo contiene pure la rubrica speciale « Sulla collina di Valsalice », otto pagine su carta distinta e in carattere elzevir americano, nelle quali i lettori troveranno una minuta descrizione delle feste compiutesi per l'inaugurazione della nuova Chiesa di S. Francesco di Sales, Omaggio Internazionale all'Opera di D. Bosco.
Partenza con qualunque treno del gìornì 21, 22, 23, 24, 25 e 26 maggìo
Cooperatoci e Cooperatrici,
Lo scorso mese noi vi mandavamo la nostra parola d'ordine dicendo - Tutti a Valdocco nel bel mese dell'Ausiliatrice - ed ora la stessa parola vi ripetiamo nel comunicarvi le facilitazioni ferroviarie concesse dalla Direzione delle ferrovie, per i giorni sopraindicati, al Comitato Internazionale per il solenne Omaggio a Gesù Redentore.
Tutti a ValdocCo a ringraziare la Potente Ausiliatrice, per le grazie che ci ha concesse e per impetrarne sicuramente delle altre.
Tutti a ValdoCCo a contemplare le meraviglie che Maria continua ad operare a pro della gioventù coll'Opera mirabile di Don Bosco.
Tutti a Valdocco, nei giorni 21, 22, 23, 24, 25 e 26 maggio, per avere anche la comodità di poter visitare quel gioiello di Chiesa che, mercè la vostra adesione, fu eretta sulla collina di Valsalice , in Omaggio all'Opera meravigliosa del Padre nostro, il quale nella pace della sua tomba vi attende per benedire la vostra generosità ed il vostro affetto verso le Opere da lui fondate. Da Valdocco a Valsalice breve è il tratto e non vi chiamerete mai pentiti, dopo di aver pellegrinato al Santuario dell'Ausiliatrice, di aver visitato pure la nuova Chiesa di S. Francesco di Sales, un vero gioiello dell'arte cristiana.
Tutti a Valdocco ! I figli di D. Bosco vi attendono e la Commissione dei pellegrinaggi - la valorosa Unione del Coraggio Cattolico di Torino - è ben lieta di mettersi intieramente a vostra disposizione.
Intanto leggete attentamente le norme per il pellegrinaggio, che si trovano in fine di questo numero in apposito foglio insieme con l'elenco principale della riduzione dei prezzi ferroviari; e poi Tutti a Valdocco!
IN questi giorni, in cui i nemici della Chiesa Cattolica e della sacra sua milizia si sono dati la parola d'ordine per procurare nei varii Stati europei una nuova persecuzione religiosa, torna più che mai opportuno meditare sulle benemerenze delle Congregazioni religiose, quali vennero descritte dal sapientissimo Leone XIII nell' immortale sua lettera al Cardinale Arcivescovo di Parigi.
Gli Ordini religiosi (così il Papa) come ognuno sa, traggono origine e ragione di esistere da quei sublimi consigli evangelici che nostro Siguore inculcò per tutto il corso dei secoli a coloro che intendono raggiungere la perfezione cristiana; anime forti e generose le quali mercè la preghiera e la contemplazione, con sante austerità, con la osservazione di determinate regole, si sforzano di toccare le pìù alte cime della vita spirituale. Nati sotto l'azione della Chiesa, la cui autorità sanziona il loro regime e la loro disciplina, gli ordini religiosi formano una porzione scelta del gregge di Gesù Cristo. Essi sono, secondo l' espressione di san Cipriano, l'onore e l'ornamento della grazia spirituale, mentre nel tempo stesso sono prova della santa fecondità della Chiesa.
Le promesse da loro fatte liberamente e spontaneamente, dopo averle maturate nelle riflessioni del noviziato, furono in tutti i secoli riguardate e rispettate come sacre cose, sorgenti delle più rare virtù.
Lo scopo di questi impegni è duplice: per primo elevare le persone che emettono i voti ad un grado più alto di perfezione; in seguito prepararle, purificando e fortificando le anime loro , a un ministero esterno esercitato per la salute eterna del prossimo ed a sollievo dei molti doloranti.
Così, lavorando sotto la direzione suprema della Sede Apostolica per realizzare l' ideale di perfezione tracciato da Nostro Signore, e vivendo con regole le quali non contengono assolutamente nulla che si opponga a qualunque politico ordinamento, gli istituti religiosi cooperano efficacemente alla missione della Chiesa, che essenzialmente consiste nel santificare le anime e fare del bene all' umanità.
In conseguenza dappertutto ove la Chiesa gode della sua libertà, da per tutto ove è rispettato il diritto naturale di qualunque cittadino di scegliere il genere di vita che egli reputa più conforme alla propria inclinazione ed al suo perfezionamento morale, da per tutto sorsero gli ordini religiosi come prodotto spontaneo di terreno cattolico, ed i Vescovi li reputarono a giusta ragione preziosi ausiliari del santo ministero e della cristiana carità.
Senonchè non è alla sola Chiesa che gli ordini religiosi resero servigi dalla loro origine, ma bensì anche alla stessa civile società. A loro spetta il merito di aver con l'apostolato dell'esempio e della parola predicato la virtù alle moltitudini, d' aver formato ed ingentiliti gli animi con l' insegnamento delle scienze sacre e profane, e d'aver con opere brillanti e durevoli accresciuto il patrimonio delle arti belle. Mentre i loro dottori illustravano le università con la profondità e l'ampiezza del loro sapere, mentre le loro case, diventate il rifugio delle conoscenze divine ed umane nel naufragio dell'incivilimento, salvavano da certa rovina i capolavori dell' antica sapienza, spesso altri religiosi richiudevansi in regioni inospitali, in paludi, in foreste impenetrabili, e quivi, dissodando, inaffiando, sfidando fatiche e pericoli, coltivando col sudore della loro fronte il suolo come le anime, fondavano intorno ai loro monasteri ed all'ombra della croce quei centri di popolazione che divennero grosse borgate, città fiorenti governate con dolcezza, dove l'agricoltura e l'industria davano i primi passi.
Quando il piccolo numero dei sacerdoti o il bisogno dei tempi lo richiesero, si videro uscire dai chiostri delle legioni d'apostoli, eminenti per la santità e la dottrina, che apportando da forti il loro concorso ai Vescovi esercitarono sulla società l'azione più salutare, appianando le discordie, ammorzando gli odii, riconducendo i popoli al sentimento del dovere, e rimettendo in onore i principii della religione e dell' incivilimento cristiano
Gli uni dedicati all'insegnamento, inculcano alla gioventù, insieme all' istruzione, i principii di religione, di virtù e di dovere sui quali riposano essenzialmente la tranquillità pubblica e la prosperità degli Stati. Gli altri, consacrati alle diverse opere di carità, recano un soccorso efficace a tutte le miserie fisiche e morali negli innumerevoli asili in cui curano gli ammalati, gli infermi, i vecchi, gli orfani , i pazzi , gli incurabili, senza che mai alcuna funzione pericolosa, ributtante od ingrata arresti il loro coraggio o diminuisca il loro ardore
La scomparsa delle congregazioni causerebbe alla società danni irrimediabili. Inaridendo (sono sempre press'a poco le parole del Papa), una sorgente così abbondante di soccorsi volontarii, aumenterebbe notevolmente la miseria pubblica e nel medesimo tempo cesserebbe di colpo un'eloquente predicazione di fraternità e di concordia.
Ad una società in cui fermentano tanti elementi turbolenti e tanti odii, abbisognano infatti grandi esempi d' abnegazione, d' amore e di dìsinteresse. E che di più acconcio per elevare e pacificare gli animi, che lo spettacolo di questi uomini e di queste donne che sacrificando una posizione comoda, distinta e spesso illustre, si fanno volontariamente i fratelli e le sorelle dei fanciulli del popolo, praticando verso di essi l'uguaglianza vera mediante l'assistenza, devota senza riserva , ai diseredati , agli abbandonati ed ai sofferenti ?
Così ammirabile è l'attività delle congregazioni, ch'essa non ha potuto restar circoscritta ed è andata a portare il Vangelo sino alle estremità del mondo e col Vangelo, il nome, la vita, il prestigio delle nazioni in cui esse . ebbero la loro culla. Esuli volontarii, i missionari se ne vanno attraverso le tempeste dell'oceano e le sabbie del deserto , a cercare delle anime da conquistare, in regioni lontane e sovente inesplorate.
Li si vede stabilirsi in mezzo a popolazioni selvagge per incivilirle insegnando loro gli elementi del cristianesimo, l'amore di Dio e del prossimo, il lavoro, il rispetto dei deboli, i buoni costumi; e si sacrificano così senza attendere alcuna ricompensa terrena , fino ad una morte spesso affrettata dalle fatiche, dal clima o dal ferro del carnefice. Rispettosi delle leggi, sottomessi alle autorità costituite, dovunque passano non recano che la civiltà e la pace ; essi non hanno altra ambizione che quella d'illuminare i disgraziati a cui s'indirizzano e di guidarli alla morale cristiana ed alla coscienza della loro dignità di uomini.
Non è raro, d' altronde , ch' essi arrechino per di più importanti contributi alla scienza, aiutando le ricerche che si compiono in campi diversi : lo studio delle varietà di razze nella specie umana, le lingue, la storia, la natura e i prodotti del suolo ; ed altre questioni di questo genere.
Tali sono, in breve, i meriti degli ordini religiosi nel passato. La storia imparziale li ha registrati ed è superfluo diffondersi più a lungo sii di essi. Nè la loro attività, nè il loro zelo, nè il loro amore del prossimo si sono diminuiti ai nostri giorni. Il bene che essi compiono colpisce ogni sguardo e le loro virtù brillano d'uno splendore che nessuna accusa, nessun attacco ha potuto appannare.
Meditino seriamente i nostri lettori queste verità, così scultoriamente descritte dalla penna d'oro del gran Vegliardo del Vaticano, ed allora potranno fare un giusto apprezzamento delle calunnie che si vanno propalando su per i giornali riguardo alle congregazioni religiose ed ai loro membri. Queste benemerenze riconosciute più d'una volta dagli uomini meno sospetti, più d' una volta onorate presso tutte le nazioni da pubbliche ricompense, sono la più lampante smentita alle dicerie e calunnie odierne e fanno di queste congregazioni la gloria di tutta la Chiesa e di tutte le civili nazioni.
(Dalle corrispondenze del Sac. Calogero Gusmano *)
Buenos Aires, 14 novembre 1900.
La caccia dei cavalli - A Fortin Mercedes - Sulle porte dell'eternità - La medicina delle Missioni - Necessità di Apostoli - Una barca funicolare - In Patagonia : - Pericolo di allucinazione - Prime impressioni - Arenati in una laguna - A Querencia.
D'ordinario ad ogni 5 leghe cambiano i cavalli, ed il luogo si chiama posta. Consiste in una specie di mandra dove un gaucho incaricato raccoglie 30, 40 e talvolta anche 100 cavalli.
È bello veder la caccia a questi animali. Il mayoral dice al gaucho quali vuol porre sotto la galera, e questi, raccolta nella mano destra in forma di circolo una lunga corda si avvicina all'animale che vuol prendere. Il cavallo, osserva un autore che contemplò queste scene, ha visto le fatali corde giranti per l'aria nel pugno terribile del gaucho; ha capito la sorte che gli si minaccia, fugge, svolta, ritorna, si agita in tutti i modi, si slancia da una parte e dall'altra con sorprendente rapidità; ma da ogni parte la sua fuga è inseguita, accompagnata, preclusa; in ogni sua mossa l'inesorabile gaucho apparisce quale spettro col laccio levato che non tarda molto ad avvinghiarglisi al collo. L'animale che poc'anzi sembrava indomabile, quando si sente preso dalla corda, non fa più un passo, pare rassegnato alla sua sorte : sa forse per esperienza che è inutile riluttare.
Alle ore 18 1/2 del 21 ottrobre, siamo alla nostra Casa di Fortin Mercedes ; vi siamo andati con trepidazione perchè un telegramma aveva annunziato a D. Borghino che D. Carlo Marelli giaceva colà gravemente ammalato. Da tempo era egli solo in casa con 52 giovani di quattro diverse classi; doveva pensare ad assisterli, a fare scuola, a predicare, a confessare, e coi giovani reclamavano l'opera sua le Suore di Maria Ausiliatrice e 40 ragazze del loro collegio.
D. Bonaccina direttore di quella Casa si trovava in missione lontano 250 chilometri ; e fu ventura se D. Marelli ebbe tempo a formulare un telegramma annunziandogli il suo grave stato. D. Bonaccina telegrafa subito a Mons. Cagliero il quale fa partire immediatamente D. Garrone medico di Viedma. Questi dopo un percorso di 150 chilometri, trova D. Marelli in gravissimo stato affetto da pleurite allarmante, prodotta da stanchezza ed apprensione. Intanto accorreva il direttore punto illuso sulla gravezza del male in due giorni di cavallo sotto una pioggia continua e furiosa percorse 250 chilometri : non credeva trovarlo ancor vivo ed aveva già per via presi accordi con un padrone di carozze per condurre probabilmente il cadavere a Viedma. La mia più grande pena, D. Marelli mi diceva, era morire senza sacramenti. Avevo procurato di emettere un perfetto atto di contrizione ; ma capirai che in simili casi, si cerca qualche cosa di più sicuro. Quando D. Albera sul luogo si potè dar ragione d'ogni cosa, promise di mandare da Viedma un aiuto ; ma dovette rimanersi colla buona volontà e col dispiacere di non poterla eseguire : dove prenderlo l' aiuto ? D. Marelli venne con noi a Viedma per curarsi e D. Bonaccina rimase solo. Il Signore lo assista!
Fortin Mercedes non è un paese, è formato dai nostri due collegi, la cui edificazione costò circa 60.000 pesos, e da tre altre case. Il nostro collegio è il centro di tutto, e i nostri tengono anche medicine che distribuiscono per 30 e 40 leghe all'intorno. Oh come torna utile a chi vuol dedicarsi alla vita del missionario l'aver conoscenza un poco di tutto e più che mai dei principali rudimenti di medicina ! Vedendo queste missioni così estese, con tanta messe che invita alla mietitura, abbandonata per mancanza di personale, di chi disposto ad una vita di vero sacrificio, si consacri ad essa, vedendo tutto questo non si può a meno di piangere. L'assicuro che il dolore che maggiormente angustia il sig. D. Albera è prodotto dal vedere queste missioni deficienti in modo incredibile dei necessari aiuti. Nella maggior parte i confratelli sono costretti a fare leghe e leghe con grandi dispendii per potersi confessare ogni cinque o sei mesi. Poche volte possono uscire pel campo a dar missioni, e spesso, per non dir sempre, da soli o accompagnati da un ragazzo.
I pericoli dell'uno e dell'altro genere non mancano, i superiori locali si conoscono, eppure non possono fare diversamente : oltre la carità, per molti luoghi, li spinge l'obbligo di giustizia. Oh! sorgessero molti, specialmente giovani sacerdoti, pieni di vita, di soda virtù e di grande spirito di sacrificio, e venissero a lavorare nella Patagonia! troverebbero certo delle pene non poche; ma anche la consolazione immensa di poter distaccare un popolo dall'abbrutimento morale e fisico ed innalzarlo alla coscienza della propria dignità e all'amore di Dio.
A Fortin Mercedes non ci siamo fermati che una notte : all'indomani alle ore 6, siamo ripartiti. A mezz'ora di cammino cavalli, carozza e passeggeri siamo entrati in una gran barca formata a ponte, la quale tirata con corde di ferro, a guisa della funicolare di Superga, ci fece guadagnare l'altra riva del fiume Colorado. Siamo in Patagonia ! Al nostro sguardo si presenta triste l'immensa pianura della Pampa che in idioma indiano credesi voglia dire mare. Ho letto che viaggiatori audaci arrischiatisi sui ghiacci del polo, stanchi della monotona ed uniforme bianchezza nivea, soffrono di allucinazioni e di malattie agli occhi : lo stesso potrebbe avverarsi nella Pampa, d'estate principalmente. Il terreno ovunque è giallastro : qua e là i cardi incolti si sollevano pochi palmi da terra colle loro spine acute ; non una zolla fiorita, non una casa che colle pareti bianche rallegri la tinta melanconica di quella vasta linea orizzontale. Si vedono dei ranchos, capanne formate di giunchi e di folti rami d'alberi. Qualche volta le pareti hanno un intonaco di fango, o sono costrutte con quei mattoni rudimentali che hanno il sole per forno, la terra, la paglia e qualche sostanza meno nobile per materie prime. Sul pavimento che non è di marmo, nè di mosaico, nasce a volte, specie sotto il povero letto, qualche erbuccia; in quella solitudine non vi sono architetti, per cui il gaucho stesso è il Michelangelo della propria abitazione, oggi piena di vita, domani abbandonata, colla noncuranza di chi non lascia tesori.
Volessi parlare ancora della Patagonia, avrei altrettanto da scrivere. Dirò solo che, per una peripezia avvenutaci nel viaggio, invece di arrivare alle ore 19 a Querencia, fermata dove avremmo dovuto cenare e riposare, non giungemmo che alle 11 1/2 di notte. La galera aveva passato felicemente una prima laguna d'acqua, ma a metà della seconda, larga come il più piccolo dei laghi di Avigliana, i cavalli si fermarono, le ruote si sprofondarono nel fango e per quanto si sia gridato, per quanto il mayoral coi cuarteadores abbiano punzecchiato, i cavalli non si mossero più ; tutti vociavano, specialmente D. Borghino, per animare le bestie ad uno sforzo che ci liberasse da quel pantano; tempo perduto! Allora venne una barchetta tirata da quattro cavalli ed in due volte condusse a terra i passeggieri. Noi intanto nella mezz'ora e più che dovemmo fermarci su quel bastimento di nuovo genere pensammo di fare colazione facendone parte al mayoral e ai cuarteadores che, tremanti dal freddo e inzuppati d'acqua, ne avevano bisogno. Messi in salvo i viaggiatori, 16 cavalli freschi a stento trassero fuori la galera. Erano le 11 1/2 e là non v'era nessun posto ove rifocillarsi. Meno male che D. Bonaccina ci aveva provvisto abbondantissimamente di pane, carne e vino, in modo che si potè dare un boccone a tutti. Il signor D. Albera godeva nel poter usare quella gentilezza in mezzo al campo.
Il cielo era oscuro, la luna non si fece vedere e si dovette mettere tre ore a percorrere il cammino che di giorno si sarebbe fatto in un'ora. A Querencia trovammo la cena preparata, ma quasi nessuno di noi, per la stanchezza e l'ora avanzata, ebbe voglia di cibo. Alle 12 1/4 eravamo a letto. Qui si ripete in parte la scena di Medanos, sicchè non fu possibile a D. Albera prendere sonno : sono i beneficii del trovarsi tanti in un medesimo dormitorio. Alle 4 ci svegliarono e dopo mezz'ora eravamo in moto. Tre ore ancora e saremo a Patagones. - Chi mai un anno fa - mi diceva D. Albera - avrebbe pensato che saremmo venuti a trovare Mons. Cagliero nel suo Vicariato ? -
(Continua).
IL mercoledì, 15 del corrente mese, nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino, avrà principio, colla maggior pompa possibile, la novena in preparazione alla grande solennità della nostra Celeste Patrona.
In ciascun giorno, al mattino, dalle ore 4,30 sino alle 11, vi sarà celebrazione di Messe lette e facilità di accostarsi ai SS. Sacramenti della Confessione e Comunione.
Nel mattino dei giorni feriali alle 5,30, come nel mese, Messa letta colla recita del S. Rosario, Comunione, canti e preghiere, quindi sermoncino e benedizione col SS. Sacramento ; alle ore 7,30 altra Messa letta colla recita del S. Rosario ed altre pie pratiche ; alle 19 canto di una lode, altro discorso detto dal predicatore del mese mariano, il R .mo Mons. Capri Gabrielli D. Nicola, Canonico di Tropea, e benedizione col SS. Sacramento.
Assistendo a queste funzioni si può lucrare, per concessione pontificia, l'indulgenza di tre anni. Chi poi confessato nella settimana, s'accosterà anche alla S. Comunione, potrà acquistare l'indulgenza plenaria.
A chi non potesse partecipare di presenza a questo funzioni noi suggeriamo il libretto di D. Bosco : Nove giorni consacrati all'Augusta Madre di Dio, il quale contiene una considerazione, un esempio ed una pratica per ogni giorno ed è molto acconcio per la circostanza. E vendibile presso tutte le librerie.
L'orario cambia come segue nei giorni qui indicati
16 Giovedì.
Ascensione di N. S, G. C.
Mattino. - Alle ore 5,30 ed alle 7,15 Messa con Comunione generale. - Alle 10 Messa solenne.
Sera. - Alle ore 14,30 e 16,30 Vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.
19 maggio.
Domenica fra l'ottava dell'Ascensione.
Tutto come il giorno dell'Ascensione. Giovedì 23 maggio.
Vigilia della festa di Maria Ausiliatrice (1).
Mattino. - Tutto come negli altri giorni della novena.
Sera. - Alle 15,30 si terrà la prescritta
Conferenza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane, seguita dalla benedizione col SS. Sacramento. Intervenendo a questa Conferenza, si può lucrare l'indulgenza plenaria. - Alle ore 18,30 primi Vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.
Venerdì 24 maggio.
Solennità di Maria SS, Aiuto dei Cristiani.
Mattino. - Alle 5,30 Messa e Comunione generale con canto di sacri mottetti; ed alle 7 Messa detta da S. E. il Card. Richelmy con Comunione generale e canto di sacri mottetti.
Alle 10,30 Messa solenne pontificale.
Sera. - Alle 18, Vespri solenni, Panegirico di Maria SS. Ausiliatrice detto da S. Em. Rev. il Card. Richelmy e Benedizione col SS. Sacramento.
Sabbato 2. maggio.
Vigilia di Pentecoste.
Alle ore 5,30 ed alle 7,30 Messa, Comunione ed altri suffragi per i defunti Cooperatori e Cooperatrici.
26 maggio.
Solennità di Pentecoste e chiusura delle feste dell'Ausiliatrice.
Mattino. - 5,30 e 7,15 Messe con Comunione generale - 9,30 Messa solenne.
Sera. - 15,30 Vespri sol. Discorso e Ben,
NB. Si eseguirà il seguente programma musicale:
Domenica 19 Maggio. - Mattino : Messa
Patriarcalis del M° D. LORENZO PEROSI, -
Sera: Vespri solenni.
Giovedì, 23 Maggio. - Primi vespri solenni in Falsi bordoni classici. - Tantum ergo del M.° D. GIOVANNI PAGELLA..
Venerdì, 24 Maggio : Mattino: Messa solenne del M.° Cav. ANTONIO BOTTAzzo, organista del Santo di Padova.
Sera: Vespri : Domine ad adjuvandum e Dixit Dominus del M.° MATTIOLI.- Gli altri Salmi in falsibordoni classici. - Inno Sape dum Christi di Mons. GIO. CAGLIERO. - Magnificat del M.° DEVALLE. - Litanie del M.° Cav. GIUSEPPE DOGLIANI. - Tantum ergo del M. D. PIETRO MAGRI.
NB. Il Magnificat ed il Tantum ergo furono composti espressamente per questa circostanza.
(1) Nei giorni 22, 23, 24 avrà luogo la pia pratica della corte di Maria.
Conferenza e norme per i pellegrinaggi
I.
Ai Direttori Salesiani e Diocesani, ai Decurioni, Zelatori e Zelatrici dei nostri Cooperatori raccomandiamo vivamente la Conferenza prescritta dal Regolamento della nostra Pia Unione, in occasione della solennità di Maria Ausiliatrice, perchè l'adempimento di quest'articolo è uno dei mezzi più efficaci per mantenere vivo in mezzo ai nostri Cooperatori lo spirito di associazione e di carità.
Si inviti all'uopo qualche illustre conferenziere ; ed ove ciò non fosse possibile, si preghi l'oratore del Mese Mariano od il predicatore domenicale della Chiesa principale del luogo a voler dedicare qualche loro discorso alla nostra buona Madre Maria SS. Ausiliatrice. Sarebbe a preferirsi un giorno festivo e per la maggior comodità dei Cooperatori e per la maggior propagazione del culto e della divozione verso Maria Santissima.
Dove poi si potesse combinare un po' di solennità pel giorno 24 corrente o per la Domenica susseguente con Comunione Generale, Messa cantata, Discorso di Maria Ausiliatrice, Benedizione col SS. Sacramento, ecc., sarà desso il più bel coronamento all'incominciato Mese di Maggio e varrà ad ottenerci la speciale protezione della Madonna di D. Bosco e l'abbondanza delle celesti benedizioni sopra dei nostri interessi temporali e spirituali.
Noi confidiamo che lo zelo industre dei nostri benemeriti Direttori, Decurioni, Zelatori e Zelatrici, ed il loro amore per la nostra buona Madre saprà trovar modo di realizzare dovunque solenni onoranze alla potente Ausiliatrice dei Cristiani per l'incremento della nostra Pia Unione ed il maggior bene delle anime.
II.
Ai Capi dei pellegrinaggi e a tutti i Cooperatori Salesiani, specialmente a quelli che verranno a Torino nel giorno della festa di Maria Ausiliatrice rammentiamo
1. Tutto l'anno il Santuario di Maria Ausiliatrice è visitato da divoti pellegrini ; ma il tempo in cui questi pii pellegrinaggi sono più frequenti e più numerosi, si è durante il bel mese di maggio, e specialmente nella novena e nel giorno della festa di questa nostra tenerissima Madre. Orbene, mentre manifestiamo la nostra vivissima soddisfazione per simili dimostrazioni di fede e di pietà verso l'Aiuto dei Cristiani, vorremmo pregare gli organizzatori di esse che vogliano per tempo avvisare il Rettore del Santuario dell'ora, in cui il pellegrinaggio entrerà nel Santuario e delle sacre funzioni che vi intendono celebrare. Insistiamo su questa norma perchè, stante le facilitazioni ferroviarie di quest'anno, potrebbero nascere inconvenienti non potendo il Rettore del Santuario, senza un preavviso, disporre l'orario in modo da accontentare tutti nel miglior modo possibile.
2. Venendo a Torino, molti divoti prendono l'occasione per farsi inscrivere nell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice. Ottimamente ; nella sacrestia vi è persona appositamente incaricata per questo.
3. E questo pure il tempo, in cui molti divoti vengono a sciogliere i loro pietosi voti alla Gran Madre di Dio e Madre nostra Maria, e ci raccontano segnalatissime grazie da Dio ricevute mediante la potentissima intercessione dell'Ausiliatrice dei Cristiani. Noi vorremmo pregare tutti costoro a voler possibilmente portarci le loro relazioni per iscritto e munite della firma del relatore.
4. Per affari riguardanti il Bollettino Salesiano vi saranno pure nella sacrestia persone incaricate all'uopo. A quelle medesime persone che sederanno al tavolino per ricevere correzioni d'indirizzo o i nomi di nuovi Cooperatori, si potranno pure consegnare le offerte per la Pia Opera del S. Cuore di Gesù in Roma, per le Missioni Salesiane, per l'Opera dei Figli di Maria, per le altre Opere nostre e per il Bollettino stesso.
5. Per altre norme più particolari leggere attentamente il foglietto di color GIALLO CHIARO unito al Bollettino.
Ecco un altro opuscolo del prof. Scotti fatto sugli ultimi programmi ed adattissimo alle nostre scuole. È un libro, che si presenta senza pretensioni, ma chiaro, preciso, ordinato. In esso l'Autore tratta in maniera semplice e piana non solo la materia del corso ginnasiale ma, penetrando lo spirito del programma più recente prepara gli alunni allo svolgimento completo della geometria, che avrà luogo nel liceo. Ci auguriamo che il lavoro del prof. Scotti incontri nelle scuole il largo favore che merita, e che incontrò già il suo pregiato lavoro d'Aritmetica Pratica, premiata all'Esposizione Generale Italiana di Torino colla massima onorificenza assegnata alle publicazioni di matematica.
Lidia Realis ved. Richelmy
QUESTO modello nobilissimo di gentildonna cristiana, madre del veneratissimo nostro Cardinale Arcivescovo, terminava il suo terrestre pellegrinaggio la sera del 29 scorso marzo.
Era matura pel cielo, cui sempre guardò, e di là tolse le inspirazioni di tutta la sua vita. Religiosissima e adorna di ogni virtù fin dalla prima giovinezza, andò sposa degnissima di quell'illustre torinese che fu il Prof. Prospero Richelmy, il cui nome è tuttora ripetuto con memore affetto e profonda riverenza in tutte le classi della cittadinanza torinese. È superfluo il dire quale madre sia stata, quando si pensi che dei due suoi figli, l'uno doveva essere chiamato alla dignità altissima di Principe della Chiesa, mentre l'altro, per le egregie sue doti, è circondato dalla generale estimazione, e copre elevate cariche nelle pubbliche amministrazioni : le due figlie, di cui una Iddio già chiamò al premio dei giusti dopo una santa esistenza, entrambe si dedicarono al Signore, al sacrifizio, alla preghiera, alla beneficenza, vestendo l'abito monacale.
Donna di alto sentire, di costumi integerrimi, di finissimo discernimento e di insigne pietà, era venerata da tutti. Una modestia profonda coronava tante pregevoli doti : la generosità del suo cuore non ebbe limiti ed inesauribile fu la sua carità. Ben lo sanno i poveri di Torino e d'Ivrea che perdettero in lei una preziosa benefattrice ; ma più di tutti lo sanno i Salesiani per i quali la sua beneficenza fu pari all'affetto che la defunta ha sempre portato all'opera di D. Bosco. La Casa Salesiana d'Ivrea, altre larghissime beneficenze sparse profusamente sono monumenti perenni che attestano l'affetto della veneranda matrona verso i figli di D. Bosco, Con lei scompare una venerata, dolcissima figura, seguita dal generale amaro rimpianto, ma di cui la riconoscenza e la simpatia assicura perenne il ricordo. Valga il mesto e riconoscente fiore che noi deponiamo sulla sua tomba lagrimatissima, e la fervida prece della riconoscenza che innalziamo per lei, a lenire l'immenso cordoglio dell'amatissimo e veneratissimo Card. Richelmy e dei suoi congiunti, cui sorride ora già dal cielo Colei che fu specchio di virtù sulla terra.
TORINO. - Il 21 marzo, nel Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, ebbe luogo il solenne funerale di trigesima per l'anima bella e santa del compianto Don Belmonte. Il concorso di fedeli, le associazioni civili e religiose, e le numerose rappresentanze di ogni genere intervenute alla mesta funzione ben diedero a divedere quanto largo posto egli occupasse nel cuore dei Torinesi e sopratutto dei Salesiani, che in lui trovavano sempre il saggio consigliere ed il padre affezionato.
Celebrò la Santa Messa il veneratissimo nostro Rettor Maggiore D. Michele Rua, e la schola cantorum dell'Oratorio, efficacemente sostenuta all'organo dal valente M.° Matthey, ripeteva lo splendido lavoro del missionario Salesiano D. P. Rota. E fu gentile pensiero, poichè il compianto D. Belmonte, musico appasionato ed intelligente, faceva di questa messa funebre i più ampii elogi. Anzi, essendo egli stato pregato di suggerire, in assenza del M.° Cav. Dogliani, una Messa per l'anniversario del nostro Fondatore e Padre D. Bosco, volle che si eseguisse questo magnifico lavoro, frutto di un eletto ingegno musicale colpito nel cuore dal più profondo dolore per la tragica fine di Mons. Lasagna, da lui amato come si può amare un padre.
Non essendo nostro compilo il fare della critica; e lasciando ai competenti il giudizio di questa Messa, diremo soltanto che se è vero che la musica deve esprimere non soltanto le parole, ma riprodurre in certo qual modo il senso del sacro testo, il M.° Rota diede bene a divedere con questo lavoro di conoscere a fondo ed il sacro testo e Pace divina dei suoni. Nè i nostri piccoli cantori si mostrarono impari alla esecuzione di un lavoro che presenta così serie difficoltà; ed in questi va data lode, oltre che alla loro buona volontà, al maestro di canto Enrico Scarsanella, che seppe così pazientemente e lodevolmente prepararli al grave compito.
Dopo la Santa Messa e prima delle esequie il Sac. Prof. Giov. Garino, coll'affetto di un fratello leggeva l'elogio funebre del caro estinto. Nè la scelta poteva essere migliore, poiche il Sac. Prof. Giov. Garino ebbe a collega il compianto Don Belmonte per moltissimi anni, ed era a lui unito dalla più stretta amicizia. La mesta funzione lasciò in tutti, col profondo rincrescimento della grave perdita, la ferma fiducia che l'anima santa del ricordato D. Domenico Belmonte sia già a godere quel premio immarcescibile che Dio tiene preparato per i suoi servi fedeli.
SAMPIERDARENA. - Il 7 marzo, nella Parrocchia di San Gaetano, ebbe luogo una mesta funzione in suffragio dell'anima di D. Domenico Belmonte, Prefetto Generale della Salesiana Società. La chiesa addobbata a lutto, un artistico catafalco e molti ceri rendevano solenne e maestoso il sacro rito. Presero parte le varie corporazioni della Parrocchia e gli Istituti, i Parroci ed il Clero della città e delle Parrocchie limitrofe, i giovanetti e le giovanette degli Oratorii Festivi e numerosi Cooperatori e Cooperatrici. Cantò la S. Messa e fece le esequie il M. R. D. Luigi Bussi, Prevosto - Direttore.
Ci piace riferire l'iscrizione collocata sulla porta maggiore del tempio : - D. M. O.- Hostias preces pro anima - Dominici Belmonte - Sacerdotis - Ex salesianorum familia - Sodales alumni benefactores - Offerunt.
Noi preghiamo pace, dice l'Eco d'Italia, all'estinto e conforto all'egregio e zelantissimo Superiore Generale D. Rua, degno successore dell'indimenticabile D. Bosco.
BORGO S. MARTINO. - Scrive il Corriere di Casale del 22 marzo : « Gentilmente invitati, giovedì scorso ci recavamo al Collegio Salesiano di Borgo S. Martino per assistere al solenne funerale che vi si celebrava in suffragio dell'anima eletta del compianto Sac. Domenico Belmonte, già antico Direttore di quella Casa, e in questi ultimi anni Prefetto Generale della Pia Società Salesiana.
» La funzione riuscì quanto mai commovente, ed ora, pur volendone dire qualche cosa, ci sentiamo impari al compito ! Chi ha assistito anche una sol volta a solennità religiose, od anche semplicemente scolastiche in Case Salesiane, ci comprenderà di leggieri ; perchè i bravi figli di Don Bosco sanno fare le cose con tal garbo e così a modo, che vi lasciano il cuore pieno di soavissime emozioni, che non vi è possibile tradurre, ma che sentite potentemente e vi strappano spesso le lacrime.
» Celebrava il M. R. signor Prof. D. Stefano Febraro, Direttore della Casa Salesiana di Trino, circondato da numeroso clero, che ci edificò sommamente col suo contegno raccolto e divoto, nonche per la precisione nelle sacre cerimonie. Vi assistevano pure i 200 alunni interni, numerosi Cooperatori del paese, con a capo lo zelante e gentilissimo signor Prevosto, D. Giuseppe Bosso; e la Messa a due voci di Mons. Cagliero, eseguita con rara maestria dai giovani convittori, allievi del modesto quanto valente Prof. D. Bettini, ci scendeva all' anima soave come una musica di paradiso, e ne ricercava fin le ultime fibre.
» Dopo il Vangelo ascendeva il pulpito il Rev.m° Prof. D. Giuseppe Isnardi, esimio Direttore del Collegio stesso, per tessere l'elogio funebre del compianto Don Belmonte. Parlò con cuore, con verità e con eleganza, ed il suo dire così chiaro, direi meglio così scultorio, ci riprodusse la soave figura di D. Belmonte con tale rassomiglianza e così ben particolareggiata, che ciascun di noi, che ebbe a conoscerlo da vicino, deve esclamare: Egli è lui!
» Finita la funzione col canto delle esequie, che più che preghiere ci parvero singhiozzi, tanto la musica era espressiva e commovente, uscimmo di chiesa per congedarci. Ma la cortesia del buon Direttore, interpretando un nostro desiderio , discretamente accennato, volle spingersi fino a condurci in visita dei locali, dove, se ci venne fatto ammirare la saggia disposizione, l'ordine e la pulizia, potemmo pur constatare de visu la squisita educazione dei giovani alunni , i quali, pur trovandosi tra il chiasso della ricreazione, si fermavano di botto per cederci il passo, ci salutavano con somma grazia, e conservavano quel contegno corretto che contraddistingue il giovane educato cristianamente. Suonò in quel mentre la campana, ed ecco cessare come per incanto ogni giuoco, ciascuno riprendere il proprio posto nelle file sotto i lunghi portici, e gravi e silenziosi avviarsi alle sale di studio.
» Lettori miei, vi faccio una confidenza: dopo tante emozioni mi sentii gli occhi inumiditi , lo credevo un raffreddore, ed invece no, erano lagrime autentiche ! Strinsi commosso la mano al Direttore e nell'uscire non potei dirgli altro che Bravi ! e avanti sempre ! Dio è con voi ! »
Fossano. - Rileviamo dalla Fedeltà che il 28 scorso marzo che per cura del Comitato Salesiano Fossanese, ebbe luogo il funerale di trigesima per l'anima del compianto nostro Superiore D. Belmonte da Genola. A questo tributo di giusta ammirazione, al grande condiocesano, che coperse per vari anni l'alta carica di Prefetto Generale della Pia Società Salesiana, intervennero numerose e distinte rappresentanze della città, di Genola e di Torino. Compì il sacro rito il R.mo Can.° Benedetto Bersano, già prevosto di Genola ed amico intimo del defunto : distinti musici eseguirono con rara maestria la Messa funebre di Mons. Cagliero. Prima dell'assoluzione il Prof. D. Giovanni Garino ritrasse con parola semplice, ma affettuosa ed improntata alla più schietta verità, la vita umile attiva e dolce del compianto estinto. Uno speciale ringraziamento si abbia il nostro Direttore Diocesano, Can.° Teol. T. Bertoglio e la benemerita Zelatrice signora Maria Crosa per il felice esito di questa mesta funzione.
Relazione delle feste per l'inaugurazione della Chiesa di S. Francesco di Sales
Omaggio Internazionale all' Opera di Don Bosco
L'OMAGGIO Internazionale all'Opera di Don Bosco, iniziato tre anni fa dalla stampa cattolica e di cui il nostro periodico sempre seguì il movimento, vuoi encomiando ed incoraggiando gli iniziatori e i promotori, vuoi facendosi centro attivissimo delle adesioni presso le varie nazioni del vecchio e nuovo mondo, ebbe il suo solenne compimento nell'inaugurazione della nuova Chiesa eretta sulla collina di Valsalice accanto alla tomba del Padre e Fondatore nostro D. Bosco, in onore del mitissimo Vescovo di Ginevra, Patrono dell'Opera Salesiana e dei giornalisti cattolici. Questa nuova Chiesa, edificata quale Omaggio Internazionale all'Opera di Don Bosco, compendia in sè altissimi significati; ma noi, avendone parlato già a lungo negli anni scorsi, ci limitiamo a riassumerli con le parole di un'esimia nostra Cooperatrice, egregia collaboratrice dell'Italia Reale-Corriere Nazionale, la quale, parlando di questa Chiesa , scrive : « Sorrisa dal fulgido sole, armonizzata dalle salubri aure della campagna, linda e pura come un pensiero di cielo, essa è frutto di preghiere e di oblazioni : è simbolo di fratellanza universale, perchè riunisce nella stessa benemerenza dell'intenzione e dell'offerta tutto l'orbe redento ; è pegno di vittorie nuove all'apostolato cristiano, perchè sorse qual rigoroso germoglio dal vivaio dei sacerdoti chiamati a predicare il Vangelo sino ai confini della terra ; è arra di nuove pacifiche, durature conquiste all'Italia, perchè le orazioni quivi innalzate si ripeteranno un dì fra le Pampas e sulle Ande, in fondo alle miniere ed in vetta ai monti, nelle estancie argentine e nelle foreste patagoniche, sulla tolda dei vascelli che portano a migliaia oltre l'oceano le torme degli emigranti e nella rozza capanna dei selvaggi, cui faranno amare la nostra patria, insegnando loro le supreme verità della religione che conforta e salva.
» Mirifico di arte, tutto a lembi d'azzurro, tutto a candidi trafori, decorato dalla flora vanescente, delicata, aerea dello stile preraffaelita, quasi reminiscenza o visione d'una primavera ultraterrena, in cui gli steli si adergono e le corolle si levano in alto, traendo con sè le menti ed i cuori, mistiche fiamme che anelano di ravvivarsi e purificarsi nell'eterno fuoco del divino Amore, il votivo tempio si estolle presso la tomba venerata di D. Giovanni Bosco, e pare che in esso, tra le colonne e gli archi, sotto le volte e le cuspidi, aleggi tutelare l'immortale suo spirito ad incoraggiare, a persuadere, a benedire i superstiti ed i posteri...»
Qui con bella sintesi delinea la fede e l'Apostolato di D. Bosco- l'uomo dei tempi nuovi, l'antesignano di quelle opere sapienti di morale rigenerazione e di pubblica beneficenza cui accenna la recente Enciclica del Sommo Pontefice - e poi conclude : « La Chiesa di Valsalice è dunque monumento aere perennius di D. Bosco esaltato nei due amori suoi più profondi e sublimi : la fede e l'apostolato, ed è pure insieme un insigne monumento eretto dalla stampa cattolica ad onore del suo duce e maestro, in omaggio al Cristo Redentore, quasi a significare, in sugli albori del secolo XX, la meta cui essa deve tendere con ogni possa nella nuova tappa della sua via ascendentale verso la luce. » (I)
I festeggiamenti per l'inaugurazione, che ebbero luogo nei giorni 12, 13 e 14 aprile, furono solennissimi e noi ci studieremo di raccogliere dai giornali di quei giorni quel tanto che è necessario per darne una qualche idea atta a ricordare ai posteri la nobilissima iniziativa.
(1) Contessa Rosa di San Marco nel Corriere settimanale dell'Italia Reale, N. 102.
MENTRE sulla poetica collina di Valsalice gli artisti in nobile gara lavoravano alacremente per ultimare i lavori , il Comitato Promotore dell'Omaggio, fissata, d'accordo con le autorità, l'epoca dei festeggiamenti, decise di far tenere nelle principali Chiese di Torìno conferenze domenicali sull'Opera di D. Bosco, al fine di preparare meglio gli animi della cittadinanza torinese al fausto avvenimento. Rivolse perciò umile supplica in proposito ai RR.mi Parroci e Rettori della città, i quali, per la grande bontà e deferenza verso l'Opera Salesiana , non solo annuirono all' invito ma prestarono eziandio il valido loro concorso, e così il progetto ottenne un esito consolante.
Il corso di queste conferenze si iniziò nel Santuario di Maria Ausiliatrice il giorno della festa di S. Francesco di Sales con lo splendido discorso del Rev.mo Can. Bonnet, Prefetto della Real Basilica di Soperga. Ben si conveniva che questo movimento avesse principio in Maria Ausiliatrice e nella festa di San Francesco di Sales , perchè dalla prima ha vita e sviluppo ogni opera, salesiana, ed al Salesio doveva esser dedicato il nuovo tempio, per il cui compimento si raccoglievano le offerte nelle conferenze.
La domenica, 3 febbraio, nella Parrocchia dei SS. Simone e Giuda , entro il circuito della quale sorge l'Oratorio di Valdocco , D. Pentore tenne la conferenza svolgendo il tema l'Omaggio all'Opera di D. Bosco ed i Cooperatori Salesiani. La domenica successiva, 10 febbraio, fu la volta della Parrocchia di S. Agostino. Il Rev.mo Parroco Teol. Reviglio - uno dei primi preti di D. Bosco - fu ben lieto di poter dare quest'altra prova del suo affetto all'Opera di D. Bosco; ed il Rev.m° Can. Prof. Vincenzo Papa, che ivi predicava le Quarantore, prese argomento dall' eucaristica solennità per parlare della carità di D. Bosco e dell' amore suo al SS. Sacramento. Il nostro Don Trione tenne una conferenza il 17 febbraio nella Parrocchia di S. Giulia.
Nella seguente domenica, 24 febbraio, il R.m° Can. Prof. Amato Vincenzo Scala, nella Parrocchia della Gran Madre di Dio , svolgeva l' argomento : Maria SS. e D. Bosco. Toccò con bell'arte tutte le date principali in cui ebbero principio i fatti di Don Bosco e ricordò come questi fatti, accaduti sempre in giorni sacri alla Vergine, siano una prova chiara ed evidente che Maria SS. accompagnò , protesse e prosperò l'Opera di Don Bosco. La quinta conferenza fu tenuta di nuovo da Don Trione nella Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo, perchè l'Ecc.mo Parroco Mons. Luigi Spandre, sempre buono coi figli di D. Bosco volle che il conferenziere fosse salesiano. Il 10 marzo vi furono due conferenze: la prima nella Parrocchia di S. Barbara ove, predicando il quaresimale Don Pentore, questi potè, per gentile concessione del Rev.mo Parroco Mons. Giacomo Colombero, sospendere il corso delle prediche e parlare di D. Bosco e del suo apostolato per la gioventù: la seconda nella Parrocchia di S. Secondo dal salesiano D. Marchisio Secondo, che parlò su D. Bosco e le sue Missioni. Queste furono le due conferenze che portarono maggior aiuto al Comitato Promotore.
Dall'operosità dei Promotori vennero pure preparate due conferenze straordinarie. Il giovedì, 14 marzo, nella Parrocchia di S. Teresa D. Trione parlò ad un numerosissimo uditorìo di D. Bosco e degli emigrati italiani; ed il 16 dello stesso mese D. Marchisio nella Parrocchia di S. Francesco da Paola. Una bella conferenza fu tenuta pure il 23 marzo dal Rev.mo Mons. Caracciolo D. Michele Can.° di Napoli e quaresimalista nella Parrocchia di S. Carlo. Con le doti di eloquente oratore che lo distinguono, parlò efficacemente di D. Bosco e del suo apostolato. Il 24 marzo l'Opera dell'Omaggio venne raccomandata dal Rev.mo Can. Parascandolo Teol. Don Vincenzo Can.° di Napoli , valente oratore quaresimalista alla Cattedrale di Torino.
Per la fraterna benevolenza dei figli di S. Filippo, il 30 marzo aveva luogo nella vasta Chiesa di S. Filippo la duodicesima conferenza, essendo conferenziere il Rev.mo Prof. D. G. B. Francesia. La parola del Rev.mo Successore di Don Bosco a tutti i Cooperatori di Torino chiuse il corso di queste conferenze il giorno 8 aprìle, seconda festa di Pasqua , nella chiesa di San Giovanni Evangelista.
Un ben meritato elogio va dato ai promotori ed oratori tutti di queste conferenze, cui porgiamo anche le nostre più vive grazie, per il bene operato in questa circostanza. Sopratutto però ci pare doveroso presentare i nostri umili ma sinceri ringraziamenti ai RR. Parroci per l'interesse e la benevolenza loro nel coadiuvare il Comitato Promotore ; nonchè alle Dame Patronesse, che non curando disagi di stagione e fatìche non lievi vollero in persona fare la questua nelle Chiese durante le conferenze. A tutti e tutte la nostra imperitura gratitudine.
Ed ora, prima di far la relazione delle feste, è pregio dell'opera dare una breve descrizione della nuova Chiesa, servendoci presso a poco di quanto già ebbero a dire gli intelligenti su per i giornali.
L 'arte che attinge dall'alto le sue aspirazioni ha in questi giorni conseguito un nuovo trionfo che tutta la stampa cattolica si compiacerà di celebrare; trionfo che non in umile prosa, ma piuttosto
... in gloria di ciel si canterebbe
tanto è la bellezza e tanti sono i pregi che della nuova Chiesa di San Francesco di Sales, omaggio all'Opera di Don Bosco, fanno un capolavoro, un gioiello di sacra architettura.
Ponendo il piede sulla soglia del recinto offresi allo sguardo l'ampio edilizio avanti a cui estendesi uno spazioso cortile allietato da filari di giganteschi platani, e abbellito da ampio porticato da due lati. Sopra un'arcata, a metà del portico di fronte, donde per una gradinata si accede alla tomba del venerato Padre degli operai, leggonsi mezzo nascoste tra gli spioventi rami di un salice babilonese queste parole: Protegunt umbrae umbram eius, circumdabunt eum salices torrentis (Job. XL, 17 )
Il nome di Don Bosco e de' suoi figli è uscito per tutta la terra; la stampa cattolica di ogni paese da gran tempo va noverando le glorie delle loro fatiche: era dunque doveroso e giusto che essa si facesse promotrice di una Chiesa, monumentale omaggio all'Opera di Don Bosco, affinchè tra i cattolici d'Italia, di Francia, di Spagna, di qualsiasi contrada dell'antico e del nuovo mondo molti e molti potessero dire « anch'io vi ho contribuito coll'obolo della gratitudine e dell'ammirazione. »
Quanti visiteranno il sacro tempio rimarranno estatici di dolce meraviglia, tale è la novità del disegno, . la leggiadria degli ornamenti, l'armonia e la vaghezza delle tinte, la ricchezza dei marmi, l'eccellenza delle pitture e delle sculture, e la giocondità della luce che piove dalle grandi vetrate finamente colorite.
La singolarità della collocazione di questa Chiesa ardita assai - se non erriamo, senza esempio - è meritevole d'essere conosciuta. Essa si estolle all'altezza di un secondo piano ed in facciata il portale in aggetto, a guisa di molte chiese romanze, è trasformato in un balcone o tribuna, sostenuta da mensoloni e tutto ciò senza che all'occhio si manifesti impressione sgradevole. I lavori furono affidati fino dal 1898 all'intelligente costruttore P. V. Bellia. Autore del progetto è il Prof. D. Ernesto Vespignani, eminente sacerdote salesiano, che al culto della fede sa così bene accoppiare l'amore per l'arte.
L'architetto seppe maestrevolmente collegare la facciata propriamente detta del tempio coi piani inferiori; poichè bisogna tener conto che a terreno è situato un piccolo teatro di ricreazione e al primo piano trovano posto speciali locali destinati a Museo delle Missioni.
Il piano terreno misura altezza di m. 5 20; quello superiore m. 5.40; cosicchè il pavimento della chiesa si eleva m. 10.60 da terra. L'altezza massima della Chiesa alla freccia della guglia di coronamento della cupola ottangolare è di m. 34.50 dal piano del cortile.
La chiesa elevasi su d'un piano costrutto in cemento armato, sistema Hennebique; la più ardita prova che siasi fatta sinora a Torino, senza del qual sistema non sarebbesi potuto effettuare con sicurezza la notevole trasformazione di pianta. Altra singolarità della costruzione è il tetto a struttura laterizia per cui l'archeggiamento della vólta tiene luogo della travatura e l'edifizio è usufruito per tutta la sua altezza, coll'esclusione della materia combustibile e più soggetta a deperimento, quale il legno.
Alla facciata, ispirata a serie e svelte forme architettoniche, dà risalto l'impiego del mattone lavorato a vista con pietra di Borgone nella zona basamentale e pietra artificiale nella parte alta, così ben riuscita da non distinguersi dal granito, che è pur distribuito in diverse parti. Aggiunge decoro e leggiadria la pittura a fresco in diverse fascie con colori e dorature ben armonizzate.
La chiesa ha pianta in forma di croce latina; il braccio maggiore è lungo m. 37.70 e largo m. 13 5o; quello traversale misura m. 13 50 per m. 7 70. Il primo è diviso in tre navate, di cui le laterali danno luogo ad otto altarini di correttissimo stile. Un abside semicircolare la chiude in fondo. La ricopre una vòlta a botte, così nella nave di mezzo come da quella traversa, formando crociera nel centro. Si aprono lateralmente lunette rispondenti alle arcate che cominciano alle piccole navi ornate di meandri arcuati e traforati, sostenuti da esili colonne le quali posano su di un piano che corre all'intorno, prolungando lateralmente la cantoria e ripetendosi al di là delle braccia di crociera.
Il prospetto della cantoria è decorato da grandioso scomparto a traforo aderente al grand'arco della volta e sorretto da colonnette nei centri dei piedritti che sostengono la cantoria stessa, e similmente sono decorati a rilievi i due sfondi laterali della croce.
L'altar maggiore, tutto in pietra di Rezzato come gli altri 10 altari della Chiesa, è lavoro di gusto squisito, arricchito di preziosi mosaici e di colonnette di alabastro orientale. La facciata del tabernacolo a forma di croce è in galvano e vi è raffigurata la SS. Trinità mentre nei quattro vani sporgono quattro testine di animali simboli dei quattro evangelisti il tutto finamente modellato dal Prof. Belli. Due angeli in rame, modellati dal Cerini, ritti ai corni dell'altare lo collegano alla grandiosa elevazione architettonica con meandri traforati, dai quali traspare la luce dell'abside e vi si apre nel mezzo la nicchia, in cui spicca il maestoso gruppo di tre statue in legno scolpite da mano maestra « con intelletto d'amore » raffiguranti S. Francesco di Sales e la B Margherita Alacoque ai piedi del Sacro Cuore di Gesù, onde viene al primo affissarle un sentimento di profonda reverenza e divozione. Aggiungono grazia e decoro allo splendido altare due grandi statue, S. Vincenzo dei Paoli e S. Filippo Neri, delle quali una in cornu Evangelii, l'altra in cornu Epistolae, già modellate dal Ginotti.
Levate gli occhi : vedrete campeggiare nella volta sopra la navata di mezzo, lo stemma salesiano circondato dal motto « Da mihi animas caetera tolle »; a destra e sinistra, nelle lunette sovrastanti gli archi delle gallerie, i simboli della Carità in diversi fiori rispondenti ai detti evangelici, che vi si leggono intrecciati; ammirerete nella cupola della crociera le otto Beatitudini raffigurate in altrettanti angeli variamente atteggiati, ciascuno dei quali porta il simbolo della virtù di cui è detto nel testo evangelico, che sta scritto più basso. Nei pennacchi della cupola spiccano in campo d'oro le figure dei quattro evangelisti.
Ma tutta la vostra attenzione è poscia attratta dalle due grandi tele sopra gli altari della crociera una rappresenta l'Immacolata Concezione, a cui affisa estatico gli occhi San Tommaso d'Aquino mentre due Angeli gli annodano il cingolo ai lombi ; sta inginocchiato in atto di venerazione San Carlo Borromeo, dietro cui sorge ritta in isfondo la figura di S. Giovanni Berchmans tenente in mano il libro a lui prediletto.
L'altra tela rappresenta il transito di S. Giuseppe, il cui sguardo è tutto nel volto di Gesù, mentre la Vergine, inginocchiata appiè del letticciuolo, mira il casto Sposo con ineffabile mestizia (1).
L'intonazione dei due dipinti è così indovinata e armonizzante con l'ambiente, gli atteggiamenti così naturali, i sentimenti con tale efficacia interpretati, che il riguardante sente destarsi in cuore un'inesprimibile dolcezza.
Un vero gioiello dell'arte sacra moderna diranno tutti la Chiesa di S- Francesco di Sales, e l'esecuzione di un'idealità svoltasi nella meditazione di ciò che la religione ha di più poetico e di più sociale. Gli otto altari colle Immagini dei Santi cui sono dei dicati, Sant'Agostino, S. Francesco d'Assisi, S. Francesco Zaverio, S Gaetano, S. Vincenzo de' Paoli, S. Luigi Gonzaga, S. Giovanni. Battista, S. Michele Arcangelo, formano un eloquente compendio della gloriosissima storia dell'evangelizzazione e dell'educazione cristiana.
Sia lode alla genialità creatrice dell'architetto , nonchè alla valentia del pittore Enrico Reffo che, nella sua non più verde età, conserva una freschezza d'immaginazione pareggiata dalla correttezza del disegno e maestria dell'esecuzione. E larghi encomii si abbiano gli altri bravi artisti : il Siffredi torinese, il De Servi genovese, e il Cane al pennello dei quali si debbono i quadri degli otto Santi; uguali encomii il Crida, che sui cartoni del valentissimo Gaidano istoriò la cupola, e che col Mattesoglio dipinse la decorazione di stile floreale; il Borgogno per artistici bronzi; il Macario e l'Ottino per le vetrate a vaghi fiori ; e per altre due bellissime alle finestre della scala d'accesso, delle quali una porta l'immagine di Maria Ausiliatrice, l'altra il ritratto di Don Bosco ; poi ancora gli stuccatori Luisoni, Quadri e Borgogno; i marmisti Poli e Gastini che lavorarono la balaustra ed il pavimento ad intarsio del Sancta Sanctorum, ed i pavimentatori Selvatico e Crovatto.
E perchè taceremmo che il mirabile gruppo del Sacro Cuore è lavoro condotto a perfezione nella scuola di scultura dell'Oratorio di Torino, e che le porte e gli altri lavori in legno ed in ferro battuto sono usciti dalle scuole di arti e mestieri degli Oratori Salesiani di Torino e di S. Benigno Canavese; due scuole che ricordano quelle dei chiostri Benedettini e di altri Ordini, dove si lavorava quanto occorreva per le loro chiese?
Ed ora una lode tutta particolare va tributata all'egregio signor Pier Vincenzo Bellia, che con amore e disinteresse si assunse di' compiere i lavori della costruzione, nella quale dispiegò tutta la sua non comune perizia.
(1) Ammiratissimo fra tutti è quest'altare, che, col suo splendido quadro, fu intieramente donato dalla munificenza della signora Borgnana Picco ved. Bosco.
LA solenne funzione ebbe luogo il 12 aprile.
Il vasto cortile della Casa era addobbato a festoni multicolori : tutto spìrava giocondità e letizìa cristiana e sulla porta del tempio leggevasi la seguente affettuosa , bellissima iscrizione: - La gioia del bene - sia premio augurale - Ai Cooperatori Salesiani - che ai figli di D. Bosco - danno un tempio - che ridice con la dolcezza del Salesio - la festa del cielo.
Alla porta del Collegio erano ad attendere l'Eminentissimo Card. Arcivescovo , col R.mo sig. D. Rua nostro Superiore Generale, i R.mi Canonici Sorasio, Allamano , Giuganino, con numeroso clero e parecchi signori del Comitato. Alle 16,30 precise giungeva Sua Eminenza, accompagnata dai Rev.mi teologo Borgia e abate Del Borgo. Poco prima era giunta , ossequiata dalle dame del Comitato (1) S. A. I. e R. la Principessa Laetitia colla contessa Colli, dama d'onore, e il conte di Gropello , cavaliere d'onore , e prese posto al seggio preparatole. Le facevano corona, in appositi banchi, le Dame Patronesse e la Presidenza della Commissione promotrice (2).
La funzione ebbe ìnizio fuori della Chiesa, secondo il rito, dove il clero sostò salmodiando, intanto che l'Arcivescovo aspergeva di acqua lustrale. Dipoi il clero si avanzò salmodiando a bassa voce il Miserere , a cui seguirono le preci rituali. Si cantarono poi le Litanie dei Santì, stando tutti prostrati all'altare.
Finite le litanie, il Cardinale fe' il giro delle navate aspergendole, intanto che il clero recitava i salmi : - Ad Dominum cum tribularer clamavi - Levavi oculos meos in montes - Laetatus sum in his quae dica sunt mihi. - Si recitarono le ultime preci, poscia l'Em.mo Cardinale sedette al faldistorio e rivolse brevi ma fervide parole agli astanti
Altezza Reale, Fratelli e Figli dilettissimi, È col più grande giubilo che in quest'ora dobbiamo intuonare il cantico del Cottolengo: Deo gratias! Deo gratias ! Grazie all'Altissimo, pei grande benefizio che Dio volle largire a Torino tutta, ed in ispecie a tutti i figli di D. Bosco, coll'apertura di questo tempio.
Ricordo in questo momento il detto di un grande scienziato cattolico, il Suarez, il quale, fornito a dovizia dei doni dell'ingegno, diceva che avrebbe dato tutta la sua scienza per una Ave Maria ben detta, perchè conosceva il valore e la forza dell'orazione. Quante preghiere di qui si eleveranno al cielo, che attireranno le celesti benedizioni ! E se una sola Ave Maria val tutta la scienza, chi può dire le grazie che attireranno su Torino e sui Salesiani tante orazioni ?
Ma altra cagione di letizia è che questa Casa benedetta, è divenuta nota solo luogo di orazione, ma il tempio di Dio vivo, e fra poche ore Gesù si degnerà di prenderne possesso nel Sacramento del suo amore. Se entrato par un istante in casa di Zaccheo, questi disse che una gran grazia era stata fatta alla sua casa, che dire di questo tempio, splendido par arte, che diventa dimora del Dio vivente ? Siano rese grazie a Dio che vuole moltiplicare sulla terra le case sue per abbondare sempre più nelle sue benedizioni !
La parte migliore di queste sarà pei figli di Don Bosco. Ma essi non dimenticheranno i loro fratelli, non oblieranno la pia Principessa che volle oggi dare un esempio di sua religione e del suo affetto all'Opera Salesiana, i Cooperatori e le Cooperatrici e quanti concorsero alla edificazione di questo tempio; e questo Vescovo che, strumento delle Divine Benedizioni, le fece scendere su queste zolle, presso le ceneri del caro Don Bosco.
L'idea della nuova Chiesa è sorta nel tempo che Torino preparava il Congresso Mariano, e la nostra Madre dolcissima, Maria Ausiliatrice, voglia dal Cielo impetrarci tulle le grazie e avvalorare la benedizione che di tutto cuore sto ora per impartirvi.
Finito il discorso, che lasciò in tuttì profonda impressione, S. E., salita all' altare, dava colla consueta formola la Pastorale Benedizione, e la funzione aveva termine.
Al mattino seguente Mons. Bertagna, Arcivescovo di Claudiopoli, consacrò l'altar maggiore. Poscia venne celebrato il primo Santo Sacrifizio, e così il nuovo tempio fu aperto alle funzioni del culto.
Quanto sono belli ed amabili i tuoi taberna. coli, o Signore; come è dolce pregare in questa tua casa tanto poeticamente divota ! Come ravviva la fede ogni cosa su cui l'occhio si posi! Chi numererà i fedeli che qui trarranno d'ogni parte ad invocare il celeste aiuto nelle loro difficoltà, nelle loro distrette, nei loro pericoli ? E tu, o Signore, esaudirai, come assicurava Salomone nel giorno della dedicazione del Tempio, esaudirai le loro supplìche, e prenderai le loro difese : exaudies orationes eorum et preces eorum et facies iudicium eorum.
Verrà anche lo straniero, cioè chi non è cattolico , o chi è vacillante nella fede ; e tu , o Signore, lo ascolta : noi te ne preghiamo colle parole di Salomone : Cum venerit ergo, et oraverit in hoc loco, tu exaudies in coelo, in firmamento habitaculi lui, et facies omnia pro quibus invocaverit te alienigena, ut discant; affinchè i popoli tutti del mondo imparino a temere il tuo nome : ut discant universi populi terrarum nomea tuum timere.
Ogni Chiesa ricorda alla società il santo e salutare timor dì Dio e percìò ogni nuova Chiesa è un nuovo mezzo di rinsavìmento sociale. Siano dunque rese grazie al Signore per ìl perfetto compimento della Chiesa di San Francesco di Sales.
(1) La benemerita Presidenza del Comitato torinese dello Dame patronesse per l'Omaggio Internazionale all'Opera di D. Bosco - sotto la presidenza d'onore di S. A. R. ed I. la Principessa Laetitia - è così costituita: Contessa Edmea Nicolis di Robilant Clary, Presidente; Marchesa Francesca Crispolti, Vice-Presidente; Signora Giovanna Borgnana Picco vedova Bosco; Vice-Presidente; Donna Amalia Capello, Dama del S. O. M. G., Segretaria; Contessa Polissena Solaro del Borgo Morra, Vice-Segretaria; Contessa Alessandra Di San Martino Valperga, Tesoriera.
(2) Il conte Ottone di Gropello ed il Prof Giorgio Ansaldi, coadiuvati da altri esimii membri della Commissione, regolarono egregiamente l'ordinamento dell'eletta riunione.
LA domenica in Albis , 14 aprile , sarà memoranda moranda negli annali della nostra Pia Società per la solenne inaugurazione della Chiesa di Valsalice. Nulla mancò di quanto rende oltremodo imponenti e soavi le religiose solennità : la maestà del rito , lo splendore della Porpora sacra e della dignità Episcopale; l'intervento di Principesse Auguste , di famiglie patrizie e popolane fràternamente unite nel tempio, di personaggi che onorano la scienza , l'arte, le cariche pubbliche pii[ cospicue. Si aggiunga la magnificenza di musica squisitissima, squisitamente eseguita, ed echeggiante mirabilmente tra le armonìose linee della nuova Chiesa. E tutto ciò allietato dal sorriso della natura, nella gìornata splendida; e allietato sopratutto dalla serena giocondità delle anime che sfavillava su tutti i volti.
Al mattino molte pie signore vollero annuire all'invito del Comitato partecipando al Banchetto Eucaristico e così implorare nel modo più efficace la benedizione di Dio su tutta Torino (1).
La Messa solenne fu celebrata da S. E. Rev.mo Mons. Manacorda ; fungeva da diacono il R.mo Canonìco Giovanni Anfossì , da suddiacono il R.mo canonico Carlo Melanotte; assistente il R.mo Teol. cav. D. Reviglio Parroco di Sant'Agostino (2).
Infra Missam , dopo il Vangelo , l'Em.mo Cardinale Arcivescovo tenne all' affollato uditorio un magnifico discorso , di cui diamo qui il seguente pallido riassunto
Altezze Reali, Eccellenza R. ma, Fratelli e Figli in Gesù Cristo,
Il Signore Iddio è ammirabile ne' suoi Santi, che egli Predilige per modo che, dopo averli ricolmi di tutti i suoi doni, li fa mediatori delle sue grazie sopra di noi, e così noi vediamo in essi come un'immagine di Dio stesso. In modo particolare poi si direbbe che il buon Dio abbia voluto largheggiare i suoi doni, i suoi tesori al Santo che oggi onoriamo in questa nuova Chiesa a lui dedicata, Santo che in tutta la sua vita è stato come un esemplare della mitezza e soavità del Divino Maestro.
Quando egli compariva in pulpito nelle chiese di Parigi, chiamando sè povero alpigiano, non solo accorrevano ad ascoltarlo i poveri e gli operai, ma altresì i ricchi ed i grandi e tutti pendevano estatici dal suo labbro , tanto che una volta egli stesso ebbe a farne le meraviglie, domandando ad alcuni come mai i buoni parigini non si stancassero di ascoltarlo mentre egli predicava così grossolanamente. - Non vengono solo per ascoltare la vostra parola - gli fu risposto - sì ancora per bearsi del vostro dolce aspetto. -
Ora il buon Dio volle che come Parigi al Salesio, così pare Torino fosse a lui stretta di vincoli spirituali in questo luogo di orazione e di predilezione.
Gioverà dunque ricordare almeno le principali relazioni che S. Francesco di Sales ebbe colla nostra Torino, col nostro Piemonte, dove lasciò nel suo passaggio i frulli più dolci di divozione e di carità.
Due sono le antichissime glorie religiose dell'augusta Torino: la Santissima Sindone e la Consolata. Or volle la Divina Provvidenza che strettissimi fossero i vincoli tra il suo fedel servo e queste due glorie.
Davanti alla Santissima Sindone pregava con intenso fervore colei che sentiva di dover gesto essere madre; Pregava che il nascituro fosse ricolmo di tutti i celesti doni. E il figlio fu degno della piissima madre; fu divotissimo della SS. Sindone, ed a venerarla venne Più volte in Torino. Ci venne giovane sacerdote, ci venite per ricevere la consacrazione episcopale; vi ritornò altre volte e si soffermò Più a lungo l'ultimo anno ai sua vita, non lasciando tuttavia di visitare molti luoghi del Piemonte, e particolarmente Giaveno, Pinerolo e Carmagnola, dove s'incontrò col grande e pissimo Vescovo di Saluzzo, il Beato Ancina.
Venne anche a Torino chiamato dalla pietà di Casa Savoia per esporre la Santissima Sindone; e tenendo con altri Vescovi quel sacro lino tanta fu la commozione dell'animo suo, che gli fu impossibile frenare il pianto di tenerezza anche quando gli fu sussurrato, per modo di dolce rimprovero, che le sue lagrime cadevano sopra la sacratissima reliquia. Torino fu come la culla delle sue prime opere, delle opere dedicate alla Madonna, nella direzione delle quali aveva chiamato la santa vedova, la Beata Giovanna di Chantal.
Venne a Torino un'altra volta, quando vi fu mandato dalla Santa Sede per cosa di grave momento presso i monaci Cistercensi di Pinerolo. Allora la pia Principessa Madama Cristina lo volle fare suo Elemosiniere e assegnargli un appartamento nel suo castello. Ma il santo Vescovo si schermì di tanto onore e recossi Presso i Cisterciensi che ufficiavano la Consolata pregandoli d'ospitalità. Scarso era l'alloggio; non restava disponibile che una stanzuccia priva di qualsiasi comodità; ma questa appunto egli scelse pur di stare vicino alla Santa Madonna. Oh quante preghiere egli effuse davanti al suo altare; quante grazie deve egli avere invocato sopra la nostra Torino !
E il Santuario della Consolata custodisce nel suo tesoro una reliquia Preziosissima di S. Francesco di Sales, una pianeta prodigiosamente conservata.
Agli antichi vincoli del Salesio con Torino un altro se n'è aggiunto Per mezzo di un uomo che rispecchiò in se stesso, in tutte le sue Opere la di lui bontà e dolcezza: è il vincolo stretto Per mezzo di Don Bosco Fondatore di una Congregazione che con multiforme e indefessa attività soccorre ai tanti bisogni della società in questi tempi.
Spunta appena il secolo XX ed ecco sorgere una nuova Chiesa che dirà ai Posteri i nuovi vincoli tra S. Franceso di Sales e la diletta Torino.
Andiamo tutti alla scuola di questo gran Santo, Persuasi che egli tiene sempre i suoi occhi risolti sopra di noi. ascoltiamo i consigli ch'egli ci ripete: siate mansueti, siate dolci, miti ed umili di cuore; ascoltiamo le parole del Salvatore ch'egli ci ripete: Pax vobis. E far godere in cuor nostro questa pace facciamo lacere le passioni; non lasciamoci turbare dalle miserie della vita; non da preoccupazioni di cose terrene.
-Poche cose desiderai, e poco le ho desiderate, - disse una volta il Salesio - ma se dovessi nascere altra volta non vorrei aver nessun desiderio. -
Moderiamo i nostri desiderii e pensiamo a spargere frutti di buone opere lungo la nostra via: lavoriamo nel campo assegnatoci dalla Divina Provvidenza, ed in essa riponiamo la nostra fiducia. Questi sano i consigli che ci vengono da San Francesco di Sales. Ascoltiamoli, mettiamoli in Pratica, affinchè Possiamo anche noi in terra godere di quel saluto che il Divin Maestro diede ai suoi discepoli, e che io di gran cuore a tutti ripeto: Pax vobis
Il bellissimo pomeriggio, rallegrato da un sole primaverile e da un fresco aere che recava sulle sue ali il profumo dei fiori, trasse poi una moltitudine senza numero di Torinesi in pio pellegrinaggio a Valsalice. E il pellegrinaggio di molte migliaia (1) di persone, durò sino a tarda ora, anche molto dopo terminate le sacre funzioni.
Si può dire che tutta Torino cattolica si rovesciò su quelle fiorite pendici, e pregò in quel novello tempio, quasi attratta da una forza misteriosa che la sospingeva a recarsi a pregare presso le spoglie del grande Don Bosco, segno indubbio anche della somma popolarità dell'Opera Salesiana omai mondiale.
La banda Oratorio di Valdocco, dalle 15 alle 16, sul piazzale della Chiesa, eseguì uno sceltissimo programma musicale.
Alle ore 16 in punto la Chiesa era gremita. La campanella diede il segno ed uscirono i solenni vespri. Li cantò solennemente il R.mo Curato di S. Agostino Teol. cav. Felice Reviglio. La musica eseguì il primo Salmo, gli altri quattro furono cantati dal coro in canto gregoriano, come pure il bellissimo inno della festa odierna Ad regias Agni dapes. Il Magnificat fu cantato a piena orchestra.
Chiusi i Vespri colle orazioni , furono accesi tutti i lumi , e poco dopo usciva il clero numerosissimo, e S. E. R. Mons. Manacorda, Vescovo di Fossano, impartì solennemente la trina eucaristica benedizione. Intanto che il clero usciva all'Altare e si faceva la Esposizione del Santissimo, l' orchestra cantò la sempre bella antifona : Terribilis est locus iste, non est aliud nisi Domus Dei et porta coeli , a cui seguì il Tantum Ergo. Finita la funzione il popolo sfollò e si disperse nel vasto cortile ad udire il concerto della musica che voleva chiudere la giornata bellissima recando ancora il diletto delle sue armonie.
E fra tante cerimonie che parlavano all'anima commossa, noi scendevamo la lieta pendice, e ci risovveniva di un giorno lontano, in cui D. Bosco , raggiante di gioia, vedeva aperta la Chiesa di Maria Ausìliatrice nel 1868. In quel bel mattino di giugno celebrava la Messa a basso pontificale Mons. Alessandro Riccardi di Netro, Arcivescovo di Torino , e l'orchestra , che in quei giorni era a Torino una rivelazione, cantava l'antifona stessa.
Nel fervor della preghiera il caro D. Bosco l'avrà presentito che a luì sarebbe stata data una figliuolanza innumerabile. E ora che la spoglia sua, dopo appena 33 anni da quel giorno, dorme a Valsalice, qual terra, qual lido anche remoto, non accolse i suoi figli ?
E l'antifona bella si ricanta ad una generazione novella , la quale vedendo il magnifico tempio Salesiano, pensa, che ormai la Congregazìone Salesiana non solo moltiplica i suoi templi, ma, come le cose che appartengono a Dio e da Lui benedette, allietasi di sempre novelli incrementi, attingendo ormai la universalità della Cattolica Chiesa.
(1) Ebbero pure la somma fortuna di ascoltare la santa Messa e di fare la Comunione nella nuova Chiesa una quarantina di giovanetti dell'Oratorio Festivo del Martinetto ed altri quaranta giovani antichi allievi dell' Oratorio Festivo di S. Luigi Gonzaga, accompagnati dai loro assistenti. Questo tornò di grande consolazione al sig. D. Rua, il quale predilige in modo particolare la gioventù degli Oratorii Festivi di Torino.
(2) Intervennero alla Messa solenne S. A. R. ed I. la Principessa
Laetizia, Duchessa d'Aosta, colla dama contessa Colli e il gentiluomo conte di
Gropello;
S. A. R. la Principessa Elena, Duchessa d'Aosta, colla dama contessa di
Castelvecchio, e il gentiluomo conte di Castelvecchio;
S. A. R. la Principessa Isabella, Duchessa di Genova, colla dama contessa
Riccardi, e il gentiluomo cav. Balbo.
Impossibile enumerare tutti i cospicui personaggi intervenuti. Oltre all'intero
Comitato delle Dame Patronesse, notavansi tra le signore la contessa Belgrano
Spinola, la marchesa Del Caretto, la signora Oglietti, la contessa Amedeo di
Lam. poro e altre moltissime. Fra i signori, oltre la Presidenza del Comitato
promotore e la Commissione dei festeggiamenti, notammo il conte d'Harcourt, il
marchese Palazzo, il prof. cav. Lanfranchi, il conte Cesare Balbo, il cav.
Enrico Balbo, il conte Ceppi, l'ingegnere cav. Molli, l'ing. cav. Caselli, il
comm. Laura, il conte Camerana, l'avv. cav. Bianchetti, il prof. Bettazzi, il
cav. Umberto Borelli, il cav. Macciotta, il cav. Bonino, il dott. Molinari ed
altri moltissimi.
V'erano poi numerosissime rappresentanze di Società cattoliche con bandiere e
vessilli,
(1) L'Italia Reale nel suo numero del 16, 17 aprile, dice che « il pellegrinaggio dei Tortnesi nel pomeriggio di domenica fu veramente straordinario e a circa trenta mila deve calcolarsi il numero degli accorsi. »
Questi solenni festeggiamenti furono coronati da una splendida accademia tenutasi il 18 aprile nella sala del Museo delle Missioni Salesiane in Valsalice. La giornata bella, la letizia della natura risorgente, la persuasione di godere una geniale e spirituale letizia fecero sì che molti accorressero e la sala dell'Accademia restasse rigurgitante di un pubblico eletto e numeroso.
Vivissimi applausi accolsero l'Eminentissimo Card. Richelmy, Arcivescovo di Torino, S. E. Rev.ma Mons. Manacorda Vescovo di Fossano, e il Rev.mo D. Michele Rua Superiore Generale dei Salesiani al loro ingresso nell'aula, poco dopo le 15,30 e subito si diè principio all' Accademia,
Le arti gentili della parola, del canto e del suono si unirono bellamente a rendere tributo di onore a D. Bosco e a mostrare il grande significato dell'Omaggio con cui si acclama la sua opera meravigliosa. L'Accademia si svolse ordinatissima gareggiando oratori e musici nel loro geniale tributo all'Opera Salesiana, e l'eletto uditorio nel coronarli di applausi.
Splendida e applauditissima, come la parte letteraria, fu la parte musicale; poderosi e ben affiatati i cori, sì delle voci virili che delle voci bianche, acclamatissimi i solisti: eccellente la benemerita orchestrina.
L'Eminentissimo Card. Arcivescovo, pregato di chiudere con una sua parola la solenne accademia, degnossi rivolgere all'eletta assemblea una di quelle allocuzioni elevate e soavi, di cui ha il segreto. Colto argomento dal titolo di una delle poesie indicate nel programma dell'Accademia: Di visione in visione, rievocò la visione di S. Vincenzo de Paoli, dei due globi di fuoco raffiguranti Santa Francesca di Chantal e San Francesco di Sales, e ne trasse un bellissimo paragone col globo di fuoco dell'Opera Salesiana, che immedesimandosi con quello della Chiesa Universale, avvia innumerevoli anime all'eterna salvezza; e augurando che tutti, come disse nell'aprir l'Accademia il Presidente del Comitato Promotore, si facciano cooperatori di questa santa impresa, paternamente invocò, su tutti i presenti e le loro famiglie, le celesti benedizioni.
Questa qualsiasi relazione delle feste per l'inaugurazione della nuova Chiesa ci mostra una volta più l'affetto grande che la cittadìnanza Torinese nutre verso l'Opera del Padre e Fondatore nostro D. Bosco, ed è ben giusto che noi le tributiamo l'omaggio della nostra perenne gratitudine. Tutti si abbiano i nostri più cordiali ringraziamenti, specie l'Em.° Cardinale Arcivescovo, S. A. R. ed I. la Principessa Laetitìa, Duchessa d' Aosta, e le LL. AA. RR. la Principessa Elena, Duchessa d'Aosta, e la Principessa Isabella, Duchessa di Genova, nonchè tutti i membri del Comitato Promotore e le Dame Patronesse, che con tanto zelo si sacrificarono per il felice esito di quest'Omaggio Internazionale. Questi nostri ringraziamenti si estendano pure a quanti aderirono all'Omaggio in qualcuno dei diversi modi escogitati perchè tutti potessero parteciparvi. Ora che la Chiesa è compiuta esclamiamo di cuore Deo gratias! Certamente « al Signor ne sia tutta la lode> ; ma non ci è vietato, anzi è per noi un dovere di rallegrarci e congratularci con tutti coloro che in varii modi contribuirono al nobile intento di far sorgere una Chiesa monumentale presso la tomba di Don Bosco, che il Signore suscitò per la redenzione morale e materiale delle classi lavoratrici in ogni parte del mondo.
ANCONA Per l'erigendo Istituto Salesiano. - In data 5 scorso marzo, l'Em.mo e Vener. Card. Achille Manara, Vescovo d'Ancona, diramava al suo Clero e popolo la seguente nobilissima ed affettuosa circolare, che ci facciamo un dovere di riferire nella sua integrità.
« Nel giorno 3 di agosto 1899, come ben ricorderete, Venerabili Confratelli, Figliuoli dilettissimi in Gesù Cristo, ci fu dato di collocare con solenne e devota cerimonia, e con piena soddisfazione dell'animo nostro, la prima pietra nelle fondamenta di una chiesa da erigersi ad onore della Sacra Famiglia dell'Uomo-Dio su questa terra, Gesù Benedetto, con annesso Istituto da affidarsi ai benemeriti Padri Salesiani di D. Bosco, di s. m., per la cristiana educazione dei figli del popolo (1). Facevamo egualmente appello alla generosità di quanti hanno cuore, e desiderano e sentono anzi il dovere ed il bisogno di concorrere a promuovere possibilmente la maggior gloria di Dio, nostro creatore e sommo benefattore, a curare lo spirituale vantaggio dei fratelli, e sopratutto a togliere dalla strada e dall'ozio tanti giovanetti che vi stanno col pericolo di pervertirsi, onde informarli invece al timor santo di Dio, avvezzandoli a contentarsi di oneste ricreazioni, ad amare la vita laboriosa, a frequentare le pratiche religiose, a mantenersi sommessi ai loro maggiori ed a quanti si prendono cura di loro e e si adoperano per procurare loro un avvenire tranquillo ed onorato su questa terra, e la eterna felicità nell'altra vita.
» Invitavamo tutti pertanto a concorrere con generose offerte all' impianto di un' opera tanto bella, tanto salutare, ed anche tanto necessaria, come facilmente si rileva, quando si ponga mente al luogo dove deve sorgere : a Borgo Pio, un vasto territorio con numerosa popolazione, ove non si incontra che una piccola chiesa col solo Parroco. Eppure vi hanno là tante famiglie di sentimenti religiosi, che frequenterebbero la chiesa quando l'avessero in località più comoda e fosse meglio officiata : vi hanno tanti fanciulli che passano le intere giornate in totale abbandono , ma che si presterebbero docili a chi se ne prendesse cura.
» Ah ! sorga questo Istituto, sorga presto questo tempio ove sia glorificata la sacra Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe, dove i fedeli apprendano a vivere da buoni cristiani, e dove s'implorino dalla Sacra Famiglia su questi popoli, sui pietosi oblatori, sulla generazione crescente le più elette benedizioni di. Dio.
» I lavori furono incominciati e continuati alacremente, ed è già in pronto un braccio di fabbrica, piccola cosa di fronte al lavoro che fu progettato, ma più che sufficiente per potere dar principio all'opera salutare dei Salesiani : e si sono pur anco preparate le fondamenta della nuova Chiesa. Per questi lavori che importano la somma complessiva di L. 101.237,40, come si ha dal collaudo di periti, si sono pagate L. 79.237,40, essendosi così esauriti tutti i mezzi di cui fin qui si è potuto disporre. Resta dunque un debito di L. 22.000, ed occorre inoltre arredare il locale, perchè possa essere abitato, e costruire la Chiesa, quanto prima sarà possibile, su quelle fondamenta che l'attendono con impazienza ; come la domandano con ansietà i buoni fedeli di quei quartieri.
» Nè mettiamo a vostra cognizione questo stato di cose per recarvi motivo di sconforto, ma anzi per rendere ognor più ferma la vostra fiducia nella provvidenza di Dio, per infiammare sempre meglio la carità del vostro cuore, acciò vogliate concorrere con nuove e generose offerte al compimento di un' opera tanto salutare ed aspettata con ardente brama.
» Dal resoconto che viene qui appresso (1) rileverete le risorse che si sono avute e le spese che si sono fatte, e troverete motivo da benedirne il Signore. Se nel corso di un anno e mezzo si è potuto accumulare e pagare con offerte più o meno generose la non lieve somma di presso a L. 79,000, come porre in dubbio che si possa riuscire in appresso ad accumulare quanto altro manca al totale compimento di un' Opera encomiata e benedetta dal Santo Padre, approvata da tutti i buoni, e tanto bene iniziata?
» Nel rendere pertanto a tutti le più sentite azioni di grazie, siamo costretti esclamare : non basta ancora, dilettissimi figliuoli ! facciamo tutti un altro generoso sacrificio, ed avremo la dolce soddisfazione di avere contribuito a far sorgere un Istituto che tornerà a decoro della nostra Città ed a vantaggio dei figliuoli del popolo.
» Vediamo con santa compiacenza sorgere sì fatti Istituti nelle vicine città di Faenza, Jesi, Macerata, Loreto; ed Ancona vorrà mostrarsi da meno delle sue consorelle ?
» Non sia così. Ve ne preghiamo, generosi Anconitani, pel vostro decoro, pel decoro della vostra Patria, sopratutto pel desiderio che nutrite della gloria di Dio nostro creatore e Padre nostro , e di vedere presto tolti dall'ozio, dall'abbandono, dalla vita del pervertimento tante povere creature inconscio ancora del male che fanno e della brutta fine a cui si avanzano.
» Portato dunque le vostre offerte e portatele abbondanti, e depositatele in mano nostra o del nostro Cancelliere , a mezzo anche , se vi piace, dei rispettivi Parrochi.
» Il Signore, non ne dubitate, saprà rimunerarvi largamente dei vostri sacrifici. Quando sarà aperta la nuova Chiesa, si stabilirà che vi siano celebrate delle Messe in perpetuo per' quanti avranno concorso alla costruzione della medesima. Frattanto abbiamo disposto che in tutti i lunedì, a cominciare dal prossimo , sino alla fine dell'anno, sia applicata una Messa a spirituale vantaggio degli oblatori.
» Con tutta la effusione del cuore vi auguriamo, venerabili Confratelli, dilettissimi Figliuoli, le più elette benedizioni del Signore. »
Si abbia l'Em.m° Presule le umili grazie di tutti i figli di D. Bosco, ed ai generosi che corrisposero e corrispondono al paterno appello, non diciamo altro se non quanto degnossi rivolgere loro il Pastore e Padre delle anime loro. Ogni altra nostra parola sarebbe superflua. Rileviamo solo con vera compiacenza, dalle offerte che viene pubblicando-il valoroso giornale anconitano la Patria (2) come la voce del Padre venga premurosamente ascoltata dai figli. È questa la più bella consolazione pel cuore d'un Padre, e l'Em.mo Cardinale Manara ben se la merita.
(1) Veggasi la relazione di questa funzione nel Bollettino salesiano del mese di settembrè 1899.
(1) Noi lo riportiamo qui in nota perchè rimanga nei nostri annali
tutto il documento e serva di norma ad altri che desiderassero iniziare qualche
fondazione consimile.
PASSIVO
Acquisto del terreno L. 25,000,Spese e competenze giudiziali
e stragiudiziali . » 10,151, Rimborso di spese e competenze per l'Ingegnere »
905, Spese per lettere, stampe, disegni, assaggi sul terreno . » 1,439.45 Spese
occorse nella funziono della prima pietra » 153,All'Assistente durante il
lavoro. . . 1,638,95
1a Rata » 5,000,
Alla Impresa Mengoni per la costru- (2.a » » 5,000,zione dello
Stabile (3.a » » 10,000, 4.a
» » 10,000,
Per la fondazione della Chiesa » 10,000,
Totale L. 79,287,40
ATTIVO
Dall'Istituto dei Luigini per indulto del S. P. L. 37,341,54 L'Em.mo Cardinale
Vescovo » 11,000,
Un pio benefattore anconitano » 10,481,La Ditta Lebaudy . . .
. 5,000,N. D. Contessa Caleppio ved. Ricotti - , . - » 1,000.
N. D. Contessa Adele Saladini-Ricotti . .
. » 500,--
Signora Leonardi ved. Marulli . . . 500,
Pia Opera Agi » 160,
Offerte presentate all'Em.mo Cardinale in occasione del suo Giubileo
Sacerdotale e dal medesimo versate alla pia Opera:
Dal Comitato Promotore . . . » 1,345,Dal N. U. Conto Luigi Rocchi-Camerata . .
. » 500,Dal N. U. Conto Balleani di Lesi
» 500,Dalle Signore di Ancona » 500,
Dalle Signore di Iesi » 200,
Dalla Diecesi di Ancona » 895.-
Offerte diverse venute nel 1899 da nazionali » 1,080,Offerte diverse venute nel
1899 da estranazionali » 257,77 Offerte diverse venute fino al giugno del 1900
da nazionali 824,02 Offerte diverse venute fino al giugno del
1900 da estranazionali » 387,Interessi di
Libretti di Deposito negli anni 1899 - 1900 . . » 1,420,34 Offerte venute dal
giugno alla fine del 1900 . » 2,792,70 Offerte venute in gennaio e febbraio
1901 . . » 571,02
Totale L. 77,203,80
Versate dall'Em mo Card. Vescovo » 2,083,60
Totale L. 79 287,60 La Commissione.
(2) La Patria, giornale quotidiano illustrato, a sei colonne. Abbon. annuo L. 18. - Direzione: Piazza Roma, 11, Ancona.
FERRARA - Nell'Istituto S. Carlo. - Rileviamo dall'Avvenire di Bologna che, il 18 marzo, un'eletta schiera di signori e signore conveniva nell'Istituto Salesiano - che di giorno in giorno sempre più guadagna le simpatie della cittadinanza- per onorare l'ottimo direttore Dott. D. Giuseppe Allavena, di cui si festeggiava in antecedenza l' onomastico con una riuscitissima accademia di musica e canto e recitazione in prosa ed in versi. Toccare di ciascuno in particolare sarebbe troppo lungo; basti l'affermare che quanti vi assistettero ne riportarono la più eccellente impressione. Numerosi regali furono offerti, degno omaggio al Direttore che tutta la vita sua consacra al bene dei suoi alunni. Oh! fosse meglio conosciuta, apprezzata sì nobile istituzione, che si propone di educare e d'istruire tanti giovanetti abbandonati a se stessi. Nel prossimo mese , costituitosi un comitato di gentili signore, si terrà una Fiera di Beneficenza a favore dell'Oratorio Festivo Salesiano, che merita tutto l'appoggio dei cittadini. È da desiderarsi vivamente che dai più cospicui, dai più facoltosi parta la generosa iniziativa.
Infine siamo lieti di pubblicare il telegramma che da Roma, S. E. il Card. Vicario, già Arcivescovo di Ferrara, si degnò spedire al Direttore festeggiato: « Coi miei più fervidi cordiali felici auguri sono lieto comunicarle speciale benedizione concessa da Sua Santità a vostra Signoria, ai confratelli, benefattori ed alunni. »
MILANO.-Festa di S. Francesco di Sales. - Togliamo dal periodico D. Bosco, il quale a sua volta le riferiva dai giornali locali, queste notizie : « Anche quest'anno abbiamo assistito alla festa in onore di S. Francesco di Sales, celebrata dai Salesiani di Milano e loro Cooperatori, il 18 febbraio nella chiesa di S. Maria Secreta, ove il distinto oratore, Mons. Francesco Balconi, tracciò per sommi tratti tutta la vita dell' apostolo del Chiablese, e ne fece rifulgere l' ardente carità. Mostrò come a questa virtù ha uniformato Don Bosco se stesso e l'Opera sua; questa virtù ricopiano in sè dal loro Santo Patrono i Salesiani, riportandone quei frutti dei quali or va lieta anche Milano. Terminò quindi coll'esortare i buoni milanesi a concorrere con ogni loro mezzo perchè detti frutti s'abbiano a moltiplicare e si possa vedere la nostra gioventù strappata alle insidie dei tristi, crescere speranza della religione e della patria.
» Nel pomeriggio i benemeriti Cooperatori e Cooperatrici si raccolsero nella Cappella dei Salesiani in via Copernico per la solita conferenza. Con parola calda ed affettuosa il bravo direttore dell'Istituto, indi l'infaticabile presidente del Comitato per le Opere di D. Bosco, il M. R. Don Pasquale Morganti, nonchè l'ottimo amico dei Salesiani Mons. Luigi Zanetti, professo del Sovr. Ord. di Malta, ringraziarono i presenti per quanto, coll'opera loro, si è fatto finora ; mostrarono il cam mino che ancora rimane a farsi perchè i desiderii dei buoni siano appagati, ed animarono quindi tutti a continuare generosamente nella cooperazione all'opera santa.
» La benedizione col SS. Sacramento chiuse la festa, che lasciò in tutti, ne siamo certi, le più salutari impressioni. La Schola Cantorum esegui il Tantum Ergo in musica, mostrando in questo, come anche nella Messa del mattino, la sua rara abilità nell'interpretare le divine armonie del Perosi.
- Anniversario di Don Bosco.-Giovedì scorso 31 gennaio , assistemmo alla commemorazione funebre che i figli dell' immortale D. Bosco fecero per suffragare l'anima del grande amico dei figli del popolo, unitamente a 300 e più giovanetti raccolti nel loro Istituto e buona parte del Comitato milanese per le Opere Salesiane. Quel raccoglimento profondo di tanti giovanetti, quelle meste e soavi note della Messa da requiem del maestro Cervi, sì bene interpretata dalla Schola Cantorum dell' Istituto, lasciarono nell'animo di tutti un profondo sentimento di soddisfazione.
Finita la Messa prese la parola il sacerdote D. Luigi Marazzani, preposto di San Tommaso, che con frase vibrata e felice dimostrava l'opera grande, eminentemente e cristianamente filantropica di D. Bosco attraverso il passato. La carità dei buoni milanesi , disse, ha eretto questo Istituto : 300 e più giovani raccolti invocano tutti i giorni benedizioni dal cielo poi generosi benefattori. Ma l'Istituto non è ancor terminato, altri ed altri giovanetti ancor attendono con ansia di esser tolti dalle piazze e dai trivi e raccolti in questo asilo di carità e di pace. Molte buone famiglie, molte ottime madri piangono i traviati lor figli e attendono febbrilmente quel giorno in cui aperta la nuova chiesa di S. Agostino possano prostrarsi al suo altare, e pregare pel ravvedimento dei loro cari. Prese quindi la parola D. Pasquale Morganti, il quale ricordando S. Giulio, di cui ricorreva la festa, fondatore di ben cento chiese, infervorava i buoni ad essere generosi affinché si vedesse quanto prima ultimata anche la chiesa di S. Agostino.
- Fiera Salesiana. - Questa fiera, indetta dallo zelante Comitato per le Opere di D. Bosco, ebbe luogo nei giorni 5, 6, 7 febbraio e si prolungò a tutto il nove per causa del cattivo tempo. Molti, svariati e preziosi furono gli oggetti offerti ; molti i buoni che sfidando l'ingiuria del tempo si fecero premura di accorrervi e l'incasso fu assai consolante. Certo molto maggiore sarebbe stato con giornate più belle. Il Direttore dell'Istituto con tutti gli altri superiori e coi trecento giovanetti ivi raccolti rinnova i più vivi ringraziamenti al benemerito Comitato, ai generosi oblatori e compratori e su tutti invoca le più elette benedizioni del cielo.
GENOVA. - Conferenza Salesiana. - Scrive l'Eco d'Italia : Secondo il solito degli altri anni, la mattina del 6 febbraio si tenne in S. Siro dai Salesiani la conferenza per i loro Cooperatori e Cooperatrici. Dopo la celebrazione della S. Messa e il canto d'un mottetto, salì il pulpito il M. R. D. Gio. Batta Sammorì, direttore del Collegio Salesiano di Varazze, il quale con un dire semplice e vivace fece risaltare molto bene l'opera di Don Bosco in favore specialmente della gioventù, la quale circondata oggi più che mai da tante insidie e pericoli, sente il bisogno di essere salvata dai medesimi per mezzo di quello spirito cristiano, che anima i figli del santo prete piemontese. Anche in questa circostanza ei rivelò in modo sorprendente la carità di quelle persone, che conoscono e sanno apprezzare le Opere Salesiane. Dopo la conferenza fu cantato con quella maestria, che tanto onora gli alunni dell'Ospizio di Sampierdarena, un altro mottetto e il Tantum Ergo, a cui seguì la benedizione col Venerabile. Noi facciamo voti che le Opere Salesiane si moltiplichino a bene della religione e della patria. »
CHIERI - All'Oratorio femminile di Santa Teresa. - Scrive l' ottima Scintilla Chierese (1) nel suo numero del 6 aprile scorso : « Una simpatica e commovente funzione compivasi in questo fiorente Oratorio femminile la scorsa domenica. Un bel numero di piccole Oratoriane accostavasi per la prima volta all' Eucaristica mensa, preparate a quest' atto solenne con ogni sollecitudine dalle Suore di Maria Ausiliatrice che dirigono l'annesso Educandato. Nei tre giorni precedenti la solennità, venne predicato dal Direttore un devoto triduo in forma di ritiro spirituale con due fervorini giornalieri e con altre pie pratiche che si chiudevano con la benedizione di Gesù Sacramentato.
» Così ben preparate le fortunate comunicande, la mattina delle Palme, tutte bianco vestite, si schierarono negli appositi banchi per loro preparati, mentre la vasta cappella dell'Oratorio si andava riempiendo di Oratoriane, desiderose pur esse di fare la santa Comunione. Celebrò il Santo Sacrificio il Direttore, il quale prima della Comunione rivolse ancora brevi parole per eccitare vieppiù il già grande fervore che divampava nelle candide animucce di quelle fortunate fanciulle. La scuola di canto dell' Oratorio Festivo eseguì vari motetti e furono ben 200 le giovinette che si accostarono a cibarsi del Pane degli Angeli per far corona a quelle che per la prima volta celebravano le mistiche nozze coll'Agnello Immacolato, Gesù Cristo.
» Terminata la Messa, il Direttore, esposti i motivi atti ad eccitare la lode ed il ringraziamento a Gesù per l' insigne benefizio della sua visita, distribuì i premi alle Oratoriane che durante la quaresima frequentarono il catechismo, riportando all' esame pieni punti. Oltre cento furono le ragazze che intervennero al catechismo giornaliero, e numerosi furono pure i premi, consistenti tutti in libri di divozione. Intanto le fanciulle della prima Comunione, ricevuto il ricordo (una bella e grande cromo-litografia e la Chiave del Paradiso di D. Bosco), passavano in una sala dell'Istituto dove loro era stata preparata una copiosa refezione. Sui loro volti brillava una gioia ineffabile e negli occhi scintillanti si leggeva la trasformazione reale che Gesù produce in quelle anime che a Lui si uniscono.
» Sappiamo che generose persone vollero concorrere a sostenere le non piccole spese incontrate per questo lieto avvenimento dalle Suore, alle quali perciò fu permesso provvedere i vestiti, i premi e tutto l'occorrente. Gesù benedetto rimuneri ad usura in questa e nell'altra vita la loro generosità ! Notiamo pure, come ci venne riferito, che alcune educande con gentil pensiero concorsero a render più gioconda la festa, chi con procurare i dolci e chi con interessarsi in qualche altro modo. Plauso a loro ! Continuino a fare altrettanto anche quando saranno cresciute in seno alle loro famiglie !
» Alla sera, dopo il catechismo ed i vespri, il Direttore parlò della felicità dell'anima innocente che per la prima volta si unisce a Gesù, dando opportuni ricordi per conservare il frutto della prima Comunione. Dinanzi al Santissimo esposto si rinnovarono i voti battesimali, e, dopo la Eucaristica benedizione, si chiuse l'indimenticabile funzione con la solenne consacrazione a Maria SS. Così le giovanetto vivificate da Gesù e protette da Maria Vergine, fecero ritorno alle loro case coll'anima imparadisata nel ricordo del giorno più bello della loro vita. »
(1) La Scintilla. Rivista religiosa-politica-amministrativa di Chieri e dintorni. - Esce il sabbato. Abbon. annuo L. 2,50 - Rivolgersi Tip. Cravero.
SAVONA. - La scuola di canto dell'Oratorio di Valdocco alle feste centenarie di N. S. della Colonna. - Scrive l'Operaio Ligure del 23 marzo : « I festeggiamenti religiosi in onore di N. S. della Colonna riuscirono oltremodo imponenti e dimostrarono quanta parte ha Maria nella vita pubblica e privata dei Savonesi, i quali andarono a gara per tributare a Colei che fu sempre la loro gloria più fulgida, omaggio di culto e di amore. Il duomo, sfarzosamente addobbato e splendidamente illuminato a luce elettrica, dava di sè una vista incantevole. Per ben cinque giorni rigurgitò di popolo che si accalcava alle sue porte più ore innanzi che incominciassero le sacre funzioni. Ogni mattina si assisteva ad uno spettacolo assai edificante, cioè, centinaia e centinaia di fedeli che si accostavano devotamente alla Sacra Mensa. Ma il concorso del popolo cresceva a dismisura per assistere ai solenni pontificali, avido sopratutto di udire le stupende omelie delle LL. EE. Monsignor Vescovo di Savona, Mons. Daffra, Mons. Mistrangelo e Mons. Vinelli, ed anzi nei giorni 17 e 18 moltissimi furono quelli che non poterono metter piede in chiesa. La parte musicale affidata alla Schola Cantorum Salesiana di Torino superò ogni aspettativa non solo per l'esecuzione straordinariamente accurata, ma anche per la bellezza dei cori, dei solisti e peI metodo del canto.
A compimento delle feste il nostro teatro massimo risonò per tre giorni consecutivi delle dolcissime note del M.° D. Garlaschi colla rappresentazione del melodramma « D. Bosco Fanciullo. » Ogni sera la sua musica ebbe un vero trionfo; uditorio numeroso e sempre sceltissimo. E davvero la squisita preparazione dei cori e le ottime parti dei solisti meritavano il non comune interesse del pubblico; e le ovazioni insistenti di tutto l'uditorio non erano certo espressione di fittizio entusiasmo, ma sfogo di eccitamento vero per la bellezza dell'arte, e per la meravigliosa naturalezza dei giovani artisti.»
Mentre ci rallegriamo di poter dare sì belle notizie, ci crediamo in dovere di tributare i nostri più sinceri ringraziamenti all'Angelo della diocesi di Savona Mons. Scatti, il primo ed il più caldo sostenitore della nostra chiamata alle feste di Savona ; come pure rendiamo vivo grazie al Comitato per le feste, al M.° R.° Canonico Fazio, al Circolo Cattolico, ed all'intera cittadinanza Savonese, che colmò i nostri giovani cantori delle più liete ed entusiastiche gentilezze.
EQUATORE Dall'esilio alla patria.
(Relazione di D. Guido Rocca *)
Da Chaguarpacta a Pallatanga - Come vuole Lei celebrare la S. Messa? - Timori d'incontri disgustosi - Paraggio Las Monjas - Benedetto pranzo - A Riobamba.
Il mattino seguente, 6 novembre, dovevamo seguitare per l'interno. Era nostro desiderio di partire per tempo onde affrettare il nostro arrivo a Riobamba fra i nostri amati confratelli che non aveva riveduti dall'epoca del mio esilio. Un mese continuo di viaggio e di viaggio come il nostro, fra timori ed apprensioni, non solo stanca le forze del corpo ma anche quelle dello spirito, e si sospira il momento di ritornare alla calma e tranquillità dei nostri Collegi. Ma non ebbero compimento i nostri desideri. Il conducente che trasportava i nostri bauli, il quale ci aveva dato la parola di imprestarci i cavalli e guidarci fino alla nostra destinazione, non giungeva. Ogni ora ci pareva un' eternità, figurandoci un enorme ritardo per la nostra marcia ; e la nostra inquietudine s'accrebbe al sommo perche alle dieci ore ancora non era comparso il conducente. Finalmente, come a Dio piacque, e quando appunto col nostro Cooperatore andavamo pensando di provvedere altrimenti, giunse l'uomo, sospirato in quei momenti quale altro Mosè, che doveva guidarci attraverso i monti alla terra promessa, e ci disponemmo alla partenza. Pranzammo; l'ottimo nostro Cooperatore ebbe la gentilezza di imprestarci i cavalli e per colmo di bontà ci volle accompagnare per buon tratto fino a lasciarci sul buon cammino, consegnandoci inoltre un biglietto di raccomandazione pel Curato di Pallatanga ove dovevamo pernottare. Io l'aveva pregato che ci accompagnasse fino a Riobamba, giacchè solo la compagnia di così ottimo signore era sufficiente per dissipare ogni timore. Assai critiche in realtà erano le nostre circostanze. Il viaggiare all'incognita per vie cattivissime, non conosciuti, guidati da un semplice conducente, che in questi casi si può ben dire essere l'arbitro della nostra vita e colla prospettiva di essere osteggiati dalle autorità civili e militari, attese le circostanze speciali della Repubblica, sono cose che impressionano, e può solo comprenderne tutta la gravità chi passò per esse. Gli interessi che richiedevano la presenza del signor Coronel alla tenuta non gli permisero di contentarci com'era suo desiderio, e quindi dopo, d'averci accompagnati lungo tratto per la durata di due ore ci separammo, ritornando egli a casa sua ed accompagnandolo noi col cuore pieno di riconoscenza per tanti favori, tanto che non avevamo parole sufficienti per manifestare tutta la nostra gratitudine. In quel dì non si presentò più nessun inconveniente, ed alle sette della sera giungemmo alla popolazione di Pallatanga.
Quel paesello giace graziosamente in una valle quasi circolare fra le alte montagne della Cordigliera Andina, per cui il viaggiatore, siccome da lungi non può vederlo, si crede sempre prossimo al termine del suo, cammino. Come tutti i paesi dell'Equatore, non consiste Pallatanga se non in alcune vie più o meno regolari ed una piazza che è tutto insieme piazza municipale, piazza della parrocchia, piazza del mercato, piazza del giuoco ed il punto dei convegni e della ricreazione nei giorni festivi. All'arrivo d'un forestiere tutto il paese è attratto dalla novità, ed è un mutuo e continuo domandarsi : - chi è? - è uno straniero ? - donde viene? - dove va? - perchè è venuto?
Io che viaggiava, fingendomi ingegnere con una commissione dell'Esposizione di Parigi, aveva le mie risposte pronte a fior di labbra; ed infatti quando l'albergatore udì tutti i miei qualificativi, si affrettò di servirci con tutta la diligenza e cortesia; lo stesso fece il curato col quale credei meglio di conservare l'incognito. E l'avrei conservato certamente se la vista della Chiesa Parrocchiale non m'avesse risvegliato una violenta brama di celebrare la Santa Messa. Con questo pensiero mentre si preparava la cena, chiesi al curato un abboccamento riservato, e s'immagini chi può, quale non fu la sua sorpresa quando nella mia veste di giovanotto elegante sentì dirsi d'improvviso : - Sig. curato, se mi permette, domani desidero celebrare la Santa Messa. - La Santa Messa? - domandò il curato mirandomi da capo a piedi - che significa ciò ? Sarebbe lei forse un Sacerdote ? - Non solo un sacerdote, ripigliai, ma religioso e religioso salesiano, che viaggio in questo modo per motivi di prudenza. E qui con poche parole gli raccontai la storia. Il curato era un antico nostro amico e zelante Cooperatore Salesiano.
Si scorgeva chiaramente che la Divina Provvidenza ci proteggeva, e terminato il mio racconto convenni con lui di celebrare il giorno seguente la S. Messa alle tre del mattino onde evitare che altri se n'accorgesse. Riconoscente a Dio prima e poi al curato, cenai e tosto mi misi a riposo sulla mia branda. L'ottimo sacerdote, all'ora ,determinata, si degnò di venire a svegliarmi, m'imprestò una sua veste talare, ed avemmo la soddisfazione io di celebrare la Messa ed il mio compagno di fare la Santa Comunione.
Disponemmo in seguito il viaggio che dovevamo fare in compagnia del nostro Cooperatore, se all'ultimo momento non fosse stato impedito da soppraggiunte difficoltà. Questo incidente non lasciò di recarci un po' di dispiacere pel ritardo che ci cagionò, come non poco di sorpresa allorchè si venne ad avvisarci che avremmo incontrato per via il Presidente della Repubblica, Generale Alfaro, che era atteso in quel giorno a Pallatanga. Solo chi si trova in posizione difficile come la nostra, potrebbe comprendere tutto il turbamento che tale notizia destò in noi. Ma non era tanto l'incontro col Generale ciò che mi preoccupava, giacchè certamente eglì non mi avrebbe conosciuto, quanto il timore d'imbattermi colla scorta d'onore, nella quale avrebbero potuto trovarsi alcuni fra i tanti nostri alunni, i quali, esiliati i Salesiani, s'erano incorporati alla milizia. Vi è altresì il costume di requìsire i cavalli, specialmente quando si mobilizza l'esercito; il Governo non ha cavalleria propria, ma, come padrone assoluto di tutto e di tutti, s'impadronisce arbitrariamente e con violenza di quanti animali può trovare, senza riguardo alcuno, e se all'incontrarci col seguito, che in massima parte veniva a piedi, ci avessero tolte le cavalcature, che sarebbe stato di noi? Questo pensiero ci atterriva e silenziosi, meditabondi proseguivamo il cammino. Avevamo già convenuto colla nostra guida di passare per istrade fuor di mano, sebbene peggiori e più lunghe, quando felicemente fummo assicurati che tale incontro non avrebbe avuto luogo, giacchè il Presidente e la sua guardia si trovavano ancora a Quito.
Rallegrati gli animi nostri a tale notizia seguitammo il viaggio con maggiore energia; pranzammo in un albergo di campagna, e tosto riprendemmo la via colla illusione di giungere verso sera alla popolazione di Sicalpa, ultima prima di giungere a Riobamba. A proposito mi sono servito della parola illusione, giacchè nell'arrivare a Pangor, piccolissima popolazione, distante 5 ore da Sicalpa, ci accorgemmo che si faceva notte, e che non avremmo potuto giungere alla meta dei nostri desideri, se non a notte alta, cogli inconvenienti d'un pessimo cammino nell'oscurità, e di non trovare cena per noi, nè pasto per i cavalli. Ciò non ostante era sì forte il nostro desiderio di giunger presto a Riobamba, da sentirci disposti ad affrontare tutti quegli inconvenienti ; ma alla fine ci piegammo alle riflessioni delle guide e per guadagnar tempo nelle due ore che ancora ci restavano di giorno stabilimmo di avanzarci buon tratto fino al punto denominato Las Monjas. Vi è un edifizio o meglio una casuccia collocata nel mezzo d'estese praterie, alle falde della Cordigliera, che serve di riposo per i lavoranti e pastori della campagna ed offre qualche ospitalità ai viaggiatori.
Nel giungere colà, discesi dai cavalli, ci adagiammo sulla verde prateria, mentre si stava preparando una modesta cena. Per formarsi un' idea di questi alberghi, bisogna figurarsi quattro pali elevati che sostengono un cattivo coperto di paglia da bosco, così bassi, talvolta, che per entrarvi è necessario inchinarsi. Sul nudo suolo vi è distesa un po' di paglia, che serve di letto al viaggiatore il quale deve coprirsi col suo poncho (coperta da viaggio) e collocare la sella del proprio cavallo per guanciale. Queste case servono unicamente per riparare dalle intemperie, e vi si dormirebbe abbastanza bene se lo permettessero gli insetti ed i topi, i quali per il loro numero ed audacia, tengono il viaggiatore in una continua inquietudine.
Il dì seguente, 12 novembre, di buon mattino ci rimettemmo in viaggio e giungemmo alle 9 antimeridiane ai villaggi di Sicalpa e Cajabamba. Sicalpa è il sito dell'antica città di Riobamba, che fu distrutta dall'eruzione del Carhuayrazo, oggidì vulcano spento. Si edificò poi in una valle più profonda ed alle falde del Chimborazo, a tre ore dall'antica città. Volevamo prendere un boccone, giacche eravamo ancora digiuni e poi continuare la marcia per giungere sul mezzodì a Riobamba, ora in cui pensavamo di trovare riuniti in refettorio i nostri confratelli. Ma, domanda qui, domanda là, cerca da una parte, cerca dall'altra , non potemmo trovare nulla da. mangiare; l'unica cosa che non mancava, ma che non faceva per noi era l'acquavite. Finalmente, come Dio volle, trovammo una famiglia, che ci diede un po' di cibo. È vero che ci fece aspettare un'ora e mezza, ma frattanto procuravamo di ingannare il nostro formidabile appetito con fragole, ed infine potemmo prendere qualche cosa per poter seguitare il nostro viaggio. Quando uscimmo da Sicalpa erano già le 11, così che vedemmo deluso il desiderio di arrivare sull'ora di pranzo in mezzo ai nostri confratelli di Riobamba. Benedetto pranzo ! andavamo ripetendo , spronando frattanto i nostri cavalli, per riguadagnare se fosse stato possibile il tempo perduto. All'avvicinarsi al termine del nostro lungo viaggio, il cuore ci palpitava di giubilo e si riprometteva un po' di riposo e di pace tanto bramata dopo un sì lungo pellegrinaggio in mezzo a tante peripezie. Era già un'ora e mezza pom. quando vedemmo in lontananza le torri delle Chiese di Riobamba. Riobamba ! Riobamba ! gridammo e tosto i nostri occhi cercavano un qualche edifizio che ci potesse sembrare il nostro Collegio. Ho detto che ci potesse sembrare, giacchè non essendo stato mai a Riobamba non lo potevo riconoscere.
(Continua.)
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Maria SS. è l' Ausiliatrice continua dell'Opera prodigiosa di D. Bosco e per sostenere quest'Opera Essa - la Madonna di D. Bosco - dispensa dappertutto le sue grazie.
A questa Madre delle Grazie - venerata nel Santuario di Valdocco in Torino - si ricorre da ogni classe di persone, dai grandi e dai piccoli, dai ricchi e dai poveri, dai sani, e sopratutto dai malati e dagli afflitti : s'invoca dagli individui , dalle famiglie, dalle comunità, dalle parrocchie e dalle intere città non solo nei nostri paesi, ma nelle più remote contrade della terra. Giorno non passa che non arrivino o persone, o lettere e suppliche dei divoti per domandare grazie nel detto Santuario, come al trono della Celeste e misericordiosa Regina.
E misterioso il modo col quale Maria SS. confermando il suo titolo di Potente Ausiliatrice, in mezzo ad ogni popolo fa conoscere il suo Santuario di Valdocco, e tempo verrà in cui ogni buon cristiano, insieme colla divozione al SS. Sacramento e al SS. Cuore di Gesù, farassi un vanto di professare una divozione tenerissima alla Madonna di D. Bosco.
Per ottenere le grazie D. Bosco raccomandava la frequenza dei Sacramenti e la pratica di una novena consistente solo in tre Pater, Ave e Gloria a Gesù Sacramentato con una Salve Regina, unitamente alla promessa formale, di fare una proporzionata elemosina al suo Santuario.
Salus infirmorum, ora pro nobis! Lode e grazie a Te, o Maria, Madre potente e pietosa! - Mio padre, sentendosi un giorno indisposto, si mette a letto ed il male si manifesta tosto grave; l'intelligenza dell'infermo è ottusa, il suo respiro morboso; eppure non ha nè febbre, nè tosse. Si chiama il medico, che fa delle indagini nel malato e gli apre nella schiena un foro, da cui sorte un pus fetente da superare lo stesso acido fenico. Ampliato di nuovo il foro e passati due, tre giorni , il medico sentenzia trattarsi di una cancrena e dichiara perduta ogni speranza, essendo il contorno della parte lesa nero nero, e le carni della ferìta cadendo sbrindellate a guisa di cenci. Mia madre allora ricorre fiduciosa a Maria Santissima. con un voto e colle preghiere; ed io, dietro suggerimento dei miei superiori, incomincio una novena a Maria Ausiliatrice. Frattanto l'ammalato si aggrava, esce dai sensi, è sull'orlo della fossa ed a mezza notte viene sacramentato per Viatico. Ma ecco che, facendosi giorno, egli migliora e continua poi a migliorare tanto che, ritornando il medico alcuni giorni dopo a visitarlo, viene appunto dichiarato dallo stesso fuori di pericolo. La malattia subì ancora diverse fasi, e fu un momento in cui si opinò fosse un vero cancro; ma noi sempre confidammo in Maria. Infatti, riacquistate un po' le forze, l'ammalato potè esser trasferito all'ospedale e subirvi felicemente l'operazione del taglio d'una costola; ed egli ora sta perfettamente bene. La malattia è stata una pleurite seriosa e la guarigione fu un vero prodigio di Maria Santissima, a cui rendo, a nome anche di mio padre e de' miei cari, le più sincere grazie. Dov'è impotente affatto l'arte medica, interviene la Madonna a salvare da morte chi in Lei confida. Si ricorra dunque a Madre tanto potente e benigna.
Foglizzo Canavese, 29 novembre 1900.
Ch. BORTOLOTTI ANTONIO.
Maria è consolatrice degli afflitti.
Il 19 ottobre 1895 mio cugino Salvatore Albanese veniva barbaramente spento da una mano assassina immergendo in una profonda desolazione i parenti e gli amici. Ma come se non bastasse questa, certamente non lieve sventura, ecco che poco dopo un'altra ne sopragiungeva ben più terribile per me e per la mia famiglia. La giustizia, messasi sulle tracce dell'assassino, dapprima non ebbe nuova alcuna, e già stava per tralasciare le sue ricerche quando da alcuni vili calunniatori (che Iddio perdoni loro com'io ho già perdonato) vengono accusati, quali autori dell'esecrabile delitto, mio padre e mio zio. Inutile ch'io dica qual colpo terribile abbia apportato questa nuova sciagura alla mia famiglia, addoloratissima ancora per la morte del caro cugino e nipote. Mio padre, avvisato da un amico, dell'infame accusa, fa in tempo a rendersi con mio zio latitante, per sfuggire un processo evidentemente ingiusto e scandaloso ; e la famiglia ? Essa era fuor di se pel dolore, la mia povera madre specialmente, la quale non sapeva darsi pace e credeva un sogno e non una triste realtà l'immane sventura toccatale. Io mi ricordai allora in buon punto di Maria Ausiliatrice, della Madonna di Don Bosco, che avevo appreso ad amare e venerare in collegio. Fiducioso quindi mi rivolsi a Lei promettendo di sempre più glorificare il suo Nome se avesse fatto trionfare l'innocenza e smascherare la perfidia dei calunniatori. Scrissi per questo anche a mio fratello Salesiano , perchè si unisse meco per fare una fervorosa novena. Due giorni dopo la cominciavamo aspettando lo svolgimento del processo il quale fu molto lungo, ma non perdemmo noi per questo la nostra speranza; e difatti. non fummo delusi, poiche dopo aver fatto varie novene, trovatisi i testi in aperta contradizione, i giudici dichiararono non esserci luogo a procedere per inesistenza di reato. Cosi mio padre e mio zio, proclamati innocenti, facevano ritorno al caro paesello accolti in vero trionfo. Siano perciò rese grazie infinite alla Vergine SS
che ben sempre rispose
a chi la chiamò con fede...
e adempiendo alla promessa fatta, mando in segno di vivissima riconoscenza la tenue offerta di L. 5 per le Missioni, pregando che sia fatta di pubblica ragione la grazia acciò ognuno impari sempre più che non invano si ricorre alla Vergine di D. Bosco.
Bompietro (Palermo), 14 febbraio 1901.
PEPE GIUSEPPE.
Invocai Maria e mi esaudì,
Da più giorni il dolore regnava sovrano nella mia famiglia perche troppo evidenti erano i sintomi di un crudel morbo che minacciava di rapirmi la mìa diletta consorte. Ogni speranza era spenta in me, quando a rialzare l'animo abbattuto sorse il pensiero di ricorrere a Colei che giustamente è chiamata l'aiuto dei Cristiani. La sera stessa in cui l'ammalata, munita di tutti i conforti di nostra santa religione, pareva volesse darci per sempre l'estremo addio, incominciammo una novena a Maria SS. Ausiliatrice con promessa di pubblicare la grazia sul Bollettino, qualora l'avessimo ottenuta. Ed oh ! quanto prontamente ci esaudi Maria ! Terminata la novena l'ammalata, non solo era fuori di ogni pericolo, ma in piena convalescenza, ed ora perfettamente guarita, unita a me, rende grazie a Maria SS. che anche in Trieste, come in tanti altri luoghì, si mostra la potente Ausiliatrice dei Cristiani.
Trieste, 18 dicembre 1900.
GIOVANNI DEBARBORA.
Un sorriso della Vergine Ausiliatrice.
La febbre che consumava quel visino già fatto bianco come un giglio, aveva impedito il trasporto della cara malatina dall'Istituto alla casa paterna. Perciò la mamma, invitata dalla signora Direttrice, era venuta al capezzale della mia cara sorellina, per non più abbandonarla, neppure nelle ore della notte. Il medico curante constatava di giorno in giorno la, gravezza del male, eccedente le forze dela piccina di complessione molto delicata. Una forte pleurite e bronco-polmonite ! L'aveva sentito dalla mamma, che non mi guardava più che dai vetri della cameretta, sia per non disturbare l'inferma come per timore del contagio a mio riguardo. La pietà verso la potente Vergine Ausiliatrice sorreggeva però la speranza dell'ottima Direttrice, la quale, profittando d'un momento di assenza della mamma, le fece l'improvvisata di collocare sopra un piccolo tronetto una cara statuetta di Maria Ausiliatrice. Alla tremula luce d'una lampadina pareva che quella soave effigie esprimesse soddisfazione d'essere stata ricordata e desiderio di consolare. Giovannina la fissò e sorrise. E la Vergine SS. avrà risposto certamente al sorriso di quell'innocente creatura, perchè quell'ora segnò il principio del suo miglioramento. E la notte la febbre era diminuita ed in tre giorni scomparsa. La breve convalescenza venne completata nella famiglia, ed ora la mia cara sorellina da parecchi giorni è di nuovo con me nell'Istituto per frequentare la scuola ed essere per tutti quelli che l'hanno vista ammalata, un fiore parlante di riconoscenza e di affetto, ravvivato dal sorriso della Vergine benedetta !
Chieri, 2 aprile 1901.
RITA NAPIONE Educanda nell'Istituto S. Teresa.
Canneto Pavese. - Coll'animo pieno di riconoscenza adempio al voto fatto di pubblicare la grazia che Maria Ausiliatrice mi ha fatto, ridonando la salute al mio Guglielmino, affetto da pericolosa angina. Non posso dire che sia un vero miracolo, poichè, a dire il vero, il medico curante lasciava ancora speranza di guarigione: ma è certo che dal momento in cui la bell'anima di D. Belmonte, informato telegraficamente della disgrazia incolta al mio Guglielmo, mandava la benedizione di Maria SS. Ausiliatrice, mio figlio cominciò a migliorare visibilmente ed a trovarsi fuori di pecolo. Come atto di ringraziamento unisco la tenue offerta di L. 25 per le Opere di D. Bosco, raccomandando a tutti di ricorrere con fiducia alla potenta Ausiliatrice dei Cristiani.
marzo 1901.
ARONNE SCOTTI. Chimico Farmacista.
Nembro. - Disastri finanziari e costose malattie mi avevano ridotto a sì mal partito, che mi vidi costretto a dichiarare il fallimento. Padre di numerosa famiglia, senza alcun capitale, la miseria mi si presentava come un orribile spettro. Nella mia desolazione ricorsi a Maria. Scrissi al signor D. Rua perche facesse fare una novena dai suoi orfanelli ed io stesso ne intrapresi una con tutta la mia angosciata famiglia. Dopo 34 giorni da che era stato chiuso il mio esercizio, ecco giungermi un avviso dal regio tribunale che mediante garanzia di L. 1100 poteva riaprirlo. Era la vita per me! Un signore cortese mi, imprestò la somma. Restavano ancora i miei creditori che a nessun partito volevano acquietarsi alle mie promesse. lui querelato per bancarotta semplice con la prospettiva di cinque o sei mesi di carcere - La Madonna, dissi, compirà l'opera sua! - Incominciai un'altra novena : mi occorrevano mille franchi per liquidare la somma concordata coi miei creditori; ed il medesimo signore che mi aveva liberato dal primo impiccio m'aiutò anche questa seconda volta. Così sciolta la questione, il mio nome venne depennato dall'albo dei falliti ed io, come risuscitato nella stima dei miei compaesani, proseguo pieno di speranza nell'esercizio del mio negozio. Oh chi ricorre a te, o Ausiliatrice dei tribolati, non resta mai deluso!
9 ottobre 1900
ZANCHI ZEFFIRO.
Nizza Monferrato. - Da tre anni ero travagliata da un forte nervoso alle estremità inferiori che andava gradatamente crescendo. ed io, all'età di vent'un anno, era ridotta all'impotenza di camminare anche per breve tratto. Quello che più mi addolorava era il pensiero che con quel male non avrei mai potuto vedere compiuti i voti più ardenti del mio cuore con venire accettata tra le Suore di Maria Ausiliatrice. Risolsi di incominciare una novena a Maria SS.: ed oh ! bontà di Maria ! Appena terminata la novena migliorai e dopo un po' di tempo mi sentii guarita. Feci domanda per essere accettata tra le Sue figlie e ne ottenni favorevole risposta. Ma nel tempo del mio postulato, dopo più di due anni, risentii i sintomi del medesimo male. Temendo mi tornasse come pel passato, feci promessa alla mia cara Madonna che, se ne fossi libera interamente e di più se fossi ammessa alla santa vestizione religiosa, avrei inviata relazione della grazia perchè fosse inserita sul Bollettino. Dopo una novena sentii più nulla, ed or le sacre lane mi rivestono. Riconoscentissima alla bontà di sì tenera Madre, adempio la promessa unendo un'offerta pel suo Santuario e gridando a quanti hanno bisogno di aiuto : Ricorrete a Maria SS. Ausiliatrice !
4 marzo 1901.
Suor CORDONE DELFINA.
Ouro Preto (BRASILE). - Passai quasi tutto l'anno 1899 ammalato di asma, senza speranza di un termine ai miei patimenti. Tutti i mezzi ed i consulti erano riusciti vani ed io, in causa dei violenti e ripetuti attacchi del male, viveva in una prostrazione di animo indescrivibile. In tale stato un raggio di speranza mi balenò alla mente e fu la mia salvezza. Memore delle grazie di Maria Ausiliatrice ricorsi ad Essa con replicato novene nel modo tanto raccomandato da D. Bosco e la Madonna mi esaudì. In breve spazio di tempo, con grande meraviglia dei medici, mi trovai libero dal male e capace di accudire ai miei impegni senza più sentire alcun disturbo nonostante l'umida e fredda temperatura di questa città.
Oh ! possano tutti riconoscere la grande protezione di Maria Ausiliatrice ed a Lei ricorrere con fiducia ed amore
15 ottobre 1000.
OTTAVIO SOAREZ de MELLO.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte al suo Santuario di Torino, o per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di D. Bosco, i seguenti
A*) - Alba: Careggio Anna - Arba (Udine): Irene Marchi-Faelli per la guarigione del figlio.
B) - Bagni (Siracusa): Sabbio Carmelo - Barge: Giorgio Benedetto, 3 - Benevagenna: Ranolfo Bernardino, 5: Manassero Francesco, 3 - Bianzè: Costanzo Giovanni, 10: Carlotta Giuseppe, 2,50 - Bogli (Pavia): Tacchini D. Giovanni, 5 - Bollate (Milano) : Ayroldi Maria-Arese, 5 per grazia - Bassano: Famiglia Siviero, 10 con Messa di ringraziamento - Bosconero: Fano Letizia, 3 - Bra: Maria Conti-Marcellino, 5Broni: Luigi Bolis, 5.
C) - Cantalamessa (Ascoli Piceno): Suor Pogliano Beatrice per grazia ottenuta da un educanda - Caprino Veronese: Una pia persona, 10 - Caramagna Ferrero Bernardino, 5 - Carmagnola: Chiaraviglio Stefano, 1: Bosco Battista, 5: Alerino Giovanni, 5: Tesio Giulia, 5 - Carpaneto (Piacenza): Gasparini Luigi, 5 - Casale Monferrato: Pugno Carlotta, 5: Cagliano Francesca, 5: Sorelle Gaia, 5 - Caserta: Marzano Clemente, 5 per Messa di grazie - Castagnole: D. Galfione Giacomo, 10 - Castelnuovo d'Asti: Filipello Giuseppe, 20 - Castelrosso: N. N., 5 - Casiglione: Suor Annamaria del Carmine, 5 - Castione (Canton Ticino): Viarigi Domenica - Catania: Matteo Nicolosi, 10 per Messa in ringraziamento della miracolosa guarigione di un figlio da grave malattia: Isaia Ignazio, 10 per segnalata grazia - Cavaglià: Vicolello Cecilia e Teresa, 5 - Cavagnole (Torino) C. M. C., 40 in adempimento promessa - Cavallermaggiore: Genoglio Angela, 5 - Cavour: D. Melleica Franeesco, 5 - Ceresole d'Alba: Accorto Catterina, 10: Ceriana Pina nobil donna Mareneo, 30- Ceva : Garrene Amalia, 100 - Chieri: N. N., 5 e due reliquiari in segno di gratitudine per ottenuta guarigione di una sua sorella di religione. - Chivasso : Bagnasco Marcellina,7 -Conaelico Superiore (Belluno) : Dell'Osta Rosa, 5 por guarigione del figlio - Contano Monferrato: Scagliotti Maria, levatrice, 2 per grazia - Crescentino Coniugi De-Biagi, 3 - Cuneo: Bocca Luigi, 2.
D) - Deglio Taraldi (Porto Maurizio): Grossi Giuseppe di Davide, 2 per ottenuta guarigione - DogLiani,: Barberi Carlo, 5: Dubione-Debernardi Margherita, 2.
F) - Feltre (Belluno): Prof. Lodovico Ciani, 25 per segnalata grazia - Filetto Canavese: Vagina Marianna, 6 per grazia - Fonte (Treviso) : Prevedello Antonio Fioravante, 5 per ottenuti favori - Fonzaso (Belluno): Colao Giovanni, 10 per grazia - Possano: N. D. - Frossasco : B. A,, 5.
G) - Genova : Magnasco Francesco, 2 - G-iaveno: Sonetto Rosa, 5 - Giumaglio (Canton Ticino): Anna Maria Cerini, 15 per Messe tre in ringraziamento della guarigione dal mal d'occhi.
I) - Incisa Belbo: Grimaldi Luigi, 5.
L) - Lomello: Bernotti Marianna - Lozzo Cadore (Belluno): Zanella Giuseppe, 1.
M) - Mandar (Cagliari): Pisano Adelina ved. Pasolini, 3 per grazia- Marentino: Lampiano Marianna -Melvo: Monti D. Alberico, 6 per grazia - Milano: Tarconi Giuseppe, 5: Carugati Egidio, 2 con Messa dii ringraziamento per ottenuta guarigione della sorella: Gondini Maria, 5 : Bertani Aida, 6 - Mirabello (Ferrara) : N. N., 3 per Messa di grazia. - Modino (Alba): Gabutti Maria, 15 - Mondovi : Galesio Marco, 5: Sorelle Vassallo, 10 per grazia - Monforte d'Alba: I genitori della bambina Anselina Giuseppina, 5 per Messa di ringraziamento avendo la Madonna salvato la loro bambina - Montando: Chiara Catterina, 20 - Montecchia (Crosero) : Nardi Ferdinando, 24,75 - Mentirello (Alba): Muratore Rosa, 5 - Mosso Santa. Maria: Pichetto Margherita, 5.
N) - Napoli: Maddalena Spadaccino, 5 per due grazie - Nigiis (Udine): Domenico Pellissoni maestro,. 5 per l'ottenuta guarigione del figlio colpito da difterite - Nizza Monferrato : Torelli Luigi, 8: Brovia Carlo - Novara : Stangolini Teresa, 3:b. Luigi Brunelli, 2.
O) - Ollen (Svizzera): D. Garberei Tomaso, 20.
P) - Parabiaco (Milano): Ferrario Nina, 5 - Pavia:. Fattori Annetta. 10 - Pedora (Asti) : Salvatore Ra pisarda, 5 - Pescantina (Novara) : Giacopini Rosa, 1 - Pian d'Albola: Berzia Maria, 3 - Piasco (Cuneo): Olivero Giuseppe, 2 per Messa di grazie - Poirino: Od-. denino Aiuta, 2- Ponte Stura: Settrina Innocenza, 10, - Pordenone: Elisa Borin-Guarneri, 30 per Messa di ringraziamento per l'ottenuta guarigione d'una nipote - Prarolo: Bellone Carolina, 18 : Cavaja Maria, 1: Rollino Domenico, 39,50 - Prato di Toscana : Migliorini D. Carlo, 5 per grazia.
R) - Racconigi: Bertola Serafina: De Magistris Paola - Randazzo (Catania): Bruna Sac. Domenico, 5 per grazia - Reggio : Franzino Pietro, 10 - Riva di Chieri : Benedicendi Catterina, 5 - Rivara: Seita D. Gaspare, 50 - Roburent (Cuneo): Negro Pietro, 10 - Romagnano Sesia (Novara): De Paulis Giuseppina, 2 per Messa di grazie - Romentino (Novara): VianaAntonietta, 3 per grazia.
S) - Saluzzo: Maurino Antonio, 20: Isabella Vicini, 25 - S. Giorgio: Monti Gostanza, 2 - S. Salvador (Savigliano): Dagnele Teresa, 20 - S. Martino: Accossato Battista, 28 per essere stato preservato dalla grandine - S. Sebastiano Po: Gallo Maria, 1: Liberata Birolo ringrazia l'Ausiliatrice per aver consolato una famiglia restituendole in perfetta salute il padre già disperato dai medici - S. Stefano Rivara: Costa Luigia, 3 - S. Vittoria (Reggio Emilia) Sperani Giovanni , 4 per ottenuta guarigione da pericolosa artrite - S. Vittoria d'Alba: Poro-Jardini-Teresa, 5 per grazia - Stradella (Pavia): Daccò Marietta, 5 per grazia - Scavia (Como), Adreani Severino.
T) - Torino : Canevana Edoardo, 5: Prelli Giuseppina ved. Garelli: Contessa Boyl, 5: D. R., 10: Bellini Antonio, 5: Golzio Eugenio, 12: Belmonte Giacomo, 5: Lancia Annamaria, 10 : Sorelle Strumia, offerta di oro: Ronchetta Martino: Pia Giovanna Croce, 5: Borse Angela Maria, 6: Sara Giuseppe, 5: Cardellino Luigi, 5 per grazia: B. A. G. D., 5 per singolare grazia - Trecate: Pinarolo D. Cesare, 5 con Messa di ringraziamento.
V) - Val di Stura: Clerici Camillo, 11 - Valfenera: Volpiano Tomaso, 6: Molino Tomaso, 7: Guarrone Andrea, 6: Lanfranco Catterina, 6 - Venezia: Tessari G. B., 2 per grazia - Ventimiglia: Gobelli Teresa, 3 - Vergemoli (Massa) : Santi Luigi, 20 - Verolengo: Giovannina Beatrice - Verniano (Como) : Terzaghi Innocente, 10 per la guarigione del figlio da polmonite - Verona: Una divota della Madonna per due segnalatissime grazie spirituali e per ottenerne altre - Viarengo (Asti) : Monti Martino, 5 - Vicoforte: Pulacini Pietro, 5 - Villardore: Baratta Giulia, 2 - Vinovo: Crivello Maria, 10: Grifi Bartolomeo, 10 - Volpiano: Sinistro Silvia, 3.
Z - Zinasco (Paria) : Marconi Clementina, 5 per grazia.
1. Adami Cristoforo, Infermiere Ospedale - Lovere (Bergamo).
2. Angeloni Cav. Uff. Carlo, Maestro di musica - Lucca.
3. Arduini Angoli, Maestra- S. Giovanni (Reggio E.).
4. Avian Don Michele , Cust. SantB. V di Barbana - Barbana.
5. Badarti Rosa- Laigueglia (Genova). 6. Balbo di Vinadio Conto Casimiro - Torino.
7. Banaudi Antonietta - Torino.
8. Battistini Mad. Giuseppina - Torino.
9. Bellomi Anna ved. Da Pozzo - Spezia.
10. Bettolini Monsignor Don Filippo - Trento (Austria Tirolo).
11. Bocciolone Don Giov. Batt. -Valduggia (Novara).
12. Bonaria Don Giovanni Lorenzo, Priore S. Vittore-Possano (Cuneo).
13. Bonora Emmanuele - Finalmarina (Genova).
14. Borgna Don Giovanni, V. Dirett. Convitto Silvio Pellico - Saluzzo (Cuneo).
15. Cacao' Don Antonino - Meta di Sorrento (Napoli).
16. Callegari Luigi - Caxias (S. Am. Brasile).
17. Cantoni Elisa - Torino.
18. Cantoni Don G. Battista - Udine. 19. Casetta Angola n. Rossino - Tigliole d'Asti.
20. Catenazzi Maria - Balerna (Svizzero).
21. Caviglia Giuseppe - Boves (Cuneo)22. Ceccopieri Conte Francesco-Massa. 23. Celanza Pietro, Tipografo - Torino. 24. Comba Marianna - Piossasco Torino.
25. Cormoletti Giovanni - Mairano (Brescia) .
26. Cornaglia Domenica - Torino.
27. Cott. Don Francesco - Mortara Alessandria).
28. Cusani - Confalonieri Marchesa Donna Eleonora - Carate Brianza (Milano).
29, Dazzi Gaetano - Parma.
30. De Giorgi Don Pietro, Parroco - Pallagnedra (Svizzera C. Ticino). 31. Dinelli D. Francesco - Crevalcore (Bologna).
32. Di Vanna Arturo - Formia (Caserta)
33. Divina Don Giuseppe, Parroco SS. Pietro e Paolo - Trento.
34. Dufour Dottor Luigi - Genova. 35. Fauda P. Canuto. Min. Osser. S. Francesco- Saluzzo.
36. Farioli Catterina - Milano.
37. Fissero Don Luigi, Can. Onorario - Alba.
38. Frizzi Antonio - Viadana (Mantova),
39. Fusa Annetta - Lonigo ( Vicenza). 40. Galeati Mons. D. Sebast., Arcivescovo - Ravenna.
41. Gervasi Giov. Battista - Albissola Mar. (Genova).
42. Groppo Fortunata - Solonghello (Alessandria).
43. Guglielmina Maria Rosa - Cavorgno (Sviz Tic.).
44. Isnardi Teresa - S. Giuseppe Rio (Cuneo).
45. Lazzari Don Lazzaro, Parroco- Cagnola (Padova).
46. Loero Giacomo di Bened. - S. Bart.
di Ginestra (Genova).
47. Lupi Margherita ved. Casiraghi - Piacenza.
48. Madorni Franceschina ved. Rossi Capolago (Svizz. Tic.),
49. Maggioli Pierina - Rimini (Forli), 50. Martinelli Cristina - Bormio (Sondrio).
51. Materni Avv. Gaspare - Ronco Ascona (Svizzera).
52. Mezzano Angela - Pozzongo.
53. Mighetti Giov. Battista - Occhieppo Inf.
54. Molteni Don Gaetano, Casa Ecclesiastica - Milano.
55. Mondelli Cristina - Piazza S. Stefano (Como).
56. Nassò Giuseppe - Busca (Cuneo). 57. Nebuloni Don Giovanni, Prevosto - Senago (Milano).
58. Oliveto Giovanni - S. Bartolomeo. 59. Olivero Giuseppe - Morello. 60. Pegurri Elena - Lovore (Bergamo). 61. Pelissa Rosina - Alba (Cuneo). 62. Perani Carolina - Vertova (Bergamo).
63. Picchiotti Pietro, Neg. in Ferramenta - Valenza (Alessandria). 64. Prinetti Brambilia Giulia - Milauo. 65. Riberi Cav. Don Giuseppe - Costigliole di Saluzzo (Cuneo). 66. Ricci-Nardi Clelia - S. Arcangelo di Rom. (Forlì).
67. Rizzardi Teresa fu Rumedio - Corredo (Austria Tir.).
68. Rizzetti Teol. Avv. Don Giovanni, Vice Parr. - Brugaro (Novara). 69. Robert Teol. Cav. Antonio, Curato Vie. Foran. - Mirafiori (Torino). 70. Rocca Giuseppe - Isola d'Asti (Alessandria).
71. Rossino Giambattista, Possidente - Canicattini Bagni (Siracusa).
72. Sartori Anna - Lonigo (Vicenza). 73. Sartoria D. Domenico - Torino. 74. Suor Teresa Luigia, Sottopriora - Moncalieri (Torino).
75. Tournoud Don Jean, Curato Vic. Foran. - Bardonneche (Torino). 76. Vedovelli Davide - Mulina di Ledro (Tirolo).
77. Veglia Anna, R. Convitto vedove e nobili - Torino.
78. Vianelle Don Pietro, Parroco - Dosson (Treviso).
79. Vivalda di Cartellino Nobil donna Match. Paolina - Torino. 80. Zaccaria Maria ved. Berti - Granaaolo di Faenza.
81. Zanaboni Giuseppina - Lodi (Milano).
82. Zoppa Alessandro - Canelli (Alessandria).
1. Artis Caporale Anna - Rodallo. 2. Accioelli Don Antonio, Capp, metrop. S. Lorenzo - Genova. 3. Adami Giuseppe. Presidente dal Tribunale - Torino
4. Amari Teresa, - Stazzano.
5. Anesi Agnese-S. Lorenzo (Tirolo). 6. Anselmi Noli. Vittoria - Sorravalle (Treviso).
7. Baldhri Antonio - Vai di Brana (Firenze).
8. Barattini Don Eugenio - Ascona (Genova).
9. Bartesaghi Luigia Maria -Cisliano (Milano).
10. Battistelli Don Francesco, Canonico Coll. - Cave (Roma).
11. Bellazzi Pietro fu Pietro - Vigevano (Pavia).
12. Bernacchi Luigia - Abbiategrasso (Milano).
13. Berta A una ved. Rigazio - Torino. 14. Bevilacqua Maria - `Viterbo.
15. Bombaglio Don Giulio - Rovate (Como).
16. Bonora Don Raffaele - Bologna. 17. Carena Dòn Biagio, Vice Parroco - Bra (Cuneo).
18. Cervini Maria - Torino. 19. Colombari Anna - Torino.
20. Dall'Oca D. Giovanni. Arciprete - Monto S. Giovanni (Bologna). 2l. Dellacasa Luigi - Genova.
22. Della Grisa Angolo - Acqui (Alessandria).
23. Dogliani Cav. Giuseppe, Maggiore a riposo, Sindaco - Gorzogno (Cuneo).
24. Donadio Don Felice, Parroco S. Nicola - Ciorani (Salerno). 25. Faggiani Don Antonio, Prevosto Chiusano (Alessandria).
26. Farioli Antonia - Sacconago (Milano)
27. Ferrandi Giuseppina ved. Imperadori - Intra (Novara).
28. Ferrari Giovanni fu Filippo - S. Cristoforo (Alessandria).
29. Firpo E. Giuseppe, Mansionario Metropolitano - Genova.
30. Flecchia Dam. Rosa - Vercelli (Novara). -
31. Fontana Anna ved. Curotto Genova.
32. Fonti Bernasconi Maria - Stanghella (Padova),
33. Galleani Barbara - Ventimiglia (P. Maurizio).
34. Gardini Dott. Marcelio - Bologna. 35. Gustaldi Antonio - Montecalvo (P. Maurizio).
35bis Gautier Baronessa Carolina - Chieri (Torino).
36. Gay Don Giov. Battista, Parroco - Villaret Ifoure (Torino).
37. Giamboni Savina - Ghirone Aquilero (Svizzera).
38. Gilli Don Giuseppe - Pinzolo (Trento).
39. Grazzini Leopolda ved. Baccetti - Firenze.
40. Grilli Cav. Angelo Piacenza.
41. Guerra Giuseppina - Finero (Novara).
42. Lorenzani Maria Stanislao - Parma. 43. Mangili Parravicini Annetta - Calolzio.
44. Menegazzi Zorzi Angola - Palmanova (Udine).
45. Mensio Domenica - Druent(Torino). 46. Monchi Rosa - Arcoveggio (Bologna).
47. Mola Angola - Torino.
48. Molino Maddalena - Torino. 49. Morendo C. Rosa - Pavia.
50. Morotti Orsolina ved. Grai - Novara.
51. Muletti Don Giuseppe - Odezzo (Treviso).
52. Novellis Barone Alfonso - Torino. 53. Paolasso Bernardino Giovanni - Porosa Argentina.
54. Peiretti Giulia - Castagnole Piem. (Torino).
55. Pelli Antonietta-Garda (Verona). 56. Pepino Michele - Cervese (Cuneo). 57. Pia Nicolò Angelo - Buggorru (Cagliari).
58. Piatti Cav. Don Angelo, già Prof, Storia Natur. e Preside del Liceo - Desenzano sul Lago.
59. Piccottino Battista fu Domenico - Verolengo (Torino).
60. Piglia Teresa - Murisengo Monf. 61. Poggi Paolo - S. Martino Stella. 62. Profumo Celeste ved Origuone - Genova.
63. Ramoni Maria Lucia- Finero (Novara).
64. Rasino Maria n. Chiosso - Castagnole Piem. (Torino).
65. Rizzoli Don Cesare, Aro. V. F. - Barbarolo (Bologna).
66. Rossi Apollonia - Osasio (Torino). 67. Salmin Don Domenico, Parroco - Sarnbughe (Treviso).
68. Santi Sante - Lamoli (Pesaro Urbino).
69. Silvestri Giov. Battista fu Angelo - Spezia (Genova).
70. Sismonda Costanza - Alba (Cuneo). 71. Speranzini Don Giuseppe - S. Maria in Casale (Pesaro Urbino). 72. Tacconi Don Vlrginio, Canonico - Bologna.
73. Tettamanti Cav. Don Giuseppe Parroco Vic. For. - Busto Arsizio (Milano).
74. Ubezio Don Domenico - Vigevano (Pavia).
75. Varretto Batta - Carema (Torino). 76. Zanola Teresa ved. nobile - Milano,