VIAGGIO ED ARRIVO
dei Missionarii Salesiani in America .
Verso la metà dello scorso gennaio Don Bosco
riceveva dai Missionarii ultimamente partiti per
l'America la lettera seguente , che ci affrettiamo
di pubblicare, per dare ai Cooperatori contezza del
loro felice viaggio .
Buenos Ayres, 11 dicembre 1883 .
CARISSIMO E VENERATISSIMO D. Bosco,
Siam giunti felicemente alla nostra seconda pa-
tria , l'America , e ci sentiamo in dovere di gri-
dare una volta di più : Viva Maria , la nostra
Madre Ausiliatrice! Essa fu che ci ottenne da Dio un
viaggio così felice, che il migliore non potevasi de-
siderare . Essa fu che ne diede sempre , ad ecce-
zione di un giorno, il conforto della Comunione e
del santo Sacrifizio della Messa .
E impossibile non ravvisare il soccorso di Maria
in questa nostra traversata dell'Oceano . Partimmo
dal Santuario di Maria Ausiliatrice in giorno di
sabbato ed arrivammo a questo porto di Buenos
AP.i yorMetas,idchSm n
sab-
bato eziandio, e, quel che più monta, in un sabbato
in cui facevasi dagli Americani la chiusura del
Mese Mariano , in un sabbato sacro a Maria SS .
Immacolata, la quale, come nota il nostro calen-
dario, è la Patrona universale dell'America . Non
pare egli adunque che queste felici coincidenze stiano
lì a gridarci all'orecchio : O Salesiani, o figli di
Maria Ausiliatrice , se potete vantare un viaggio
così fortunato, è in grazia di questa santa Madre
di Dio, che vi protegge ?
Eccole adesso in poche parole le altre partico-
larità della nostra, dirò piuttosto, passeggiata che
non viaggio da S . Vincenzo fino a Buenos Aires .
Ogni domenica si penetrava tra la folla di gente,
che trovavasi in terza classe, e le Suore da una parte
e i Salesiani dall' altra facevamo il catechismo in
tre lingue, francese, spagnuola ed italiana . Ad onor
del vero, i passeggieri non solo non impedivano il
catechismo dei piccoli , ma ci aiutavano a racco-
glierli, anzi non pochi di loro pendevano eziandio
dal nostro labbro .
Quella poi, che destava l' ammirazione univer-
sale,rMdelaomnic,helbravsi
sopra coperta . Il signor Lemaitre, questo Coman-
dante così divoto, che conserva a bordo il suo libro
di pietà e pregiasi di tenere appeso al suo let-
ticciuolo , che a me cedette, una bella immagine
di Maria Immacolata , preparava egli stesso l'oc-
corrente per la Messa, e, facendosi aiutare dal buon
Commissario L . Godichaud, riduceva ad una specie
di cappella il luogo, dove celebrar dovevasi l'au-
gusto Sacrifizio . L'altare era collocato in modo che
tutti i mille e cinquecento abitatori del Bearn po-
tevano vedere il Sacerdote celebrante, e quasi tutti
potevano udire le soavi melodie, che le nostre Suore
cantavano accompagnate sull'harmonium . Era in-
somma tale uno spettacolo che da tutti dicevasi
Che peccato non poterne ritrarre una fotografia !
Quattro giorni dopo di aver toccato l' isola di
S . Vincenzo giugnemmo alla linea equatoriale , e
fuvvi grande festa, rallegrata sempre dall'egregio
Comandante, che cantò a meraviglia in una onesta
serenata che si diede . La festa fu pei nuovi Mis-
sionari tanto più bella in quanto che fin dalle
prime ore del giorno seppero che il Comandante
non li assoggetterebbe al battesimo, prescritto da
non so qual rituale oceanico . Infatti sin da buon
mattino mi si presentava un messo del Lemaitre,
che dicevami con aria festevole:Ilcomandtei
manda a significarle che arrivò testè il corriere tar-
taro con questo plico (conteneva il grande foglio che
le inchiudo) . Lo apro tosto, e trovo che il Coman-
dante aveva lasciato l'incarico di battezzarci a Pa-
dre Tropico (il quale sempre, ma specialmente sotto
la linea , battezza troppo volentieri gli amici che
lo visitano, facendoli sudare da capo a piedi), anzi
ci concedeva ampio diritto di battezzare altri .
Passata la linea, noi vedemmo ben presto l'isola
Fernando Roronha, detta la Siberia Brasiliana,
perchè il Governo del Brasile vi rinchiude i pri-
gionieri, obbligandoli a coltivare quel terreno fer-
tile sì, ma soggetto ad una temperatura estrema-
mente calda . Quest' isola ci offrì un panorama
bellissimo, ed i suoi tunnels o trafori naturali, che
lasciano vedere l'oceano dall' una all'altra parte,
e i suoi picchi altissimi e strani, ricordano le pit-
toresche vedute di Monserrat in Catalogna .
Sempre col vento in poppa fummo sino alle porte
di Rio Janeiro, dove ci contentammo di veder da
lungi Nictheroy . Sospirammo di visitare i nostri
buoni fratelli , ma invano, perchè dovemmo riti-
rarci ben tosto, e prendere nuovamente il largo
nel mare a cagione della febbre gialla, che infie-
risce in Rio Janeiro e incute spavento a tutti .
Dopo Rio ci venne a visitare e ci schiaffeggiò-
ben bene la prora per circa tre giorni il vento
Pampero, che è un vento torte, freddo e bizzarro,
e guai ai passeggieri quando soffia .
Ma esso non c'impedì il cammino ; ed eccoci nel
porto di Montevideo . Era la vigilia dell'Immaco-
lata, e credevamo di poter passare almeno un'oretta
beata coi nostri carissimi fratelli di Colon . Vane
speranze ! Montevideo tiene commercio aperto con
Rio Janeiro . Buenos Aires non vuole, perchè Rio
è infetta , ma Montevideo non obbedisce ; perciò
Buenos Aires per impedire l'importazione del ma-
lore manda nel porto di Montevideo una fregata
col generale Brovver, il quale co' suoi canoni, con
due enne, tiene certe ragioni convincentissime . Quindi
è che Montevideo è obbligata a fare quarantena nel
porto di Buenos Aires, se vuol entrare in questa
città . Per la qual cosa noi, che non siamo amici
delle quarantene, ci contentammo di salutar Mon-
tevideo rispettosamente senza toccarle la mano e
ci partimmo tosto, arrivando a Buenos Aires, come
le dissi in principio , precisamente il di dell' Im-
macolata, verso sera, quando cento razzi risplen-
denti annunziavano sulla spiaggia la gran festa, che
gli Americani facevano alla loro celeste Patrona .
Mi riesce proprio impossibile descriverle la cor-
dialità, con cui non solo i Salesiani, ma i Coopera-
tori vennero a riceverci a bordo, al molo e alle porte
del nostro Collegio . I giovani poi, avvisati da
qualcuno per mezzo del telefono . ci erano corsi