senza chi li premunisca od almeno li avvisi dei
pericoli immensi, in cui vanno a perdersi ! Oh! se
avesse udito con che effusione di cuore ragionava
dei progetti possibili a realizzarsi a pro della gio-
ventù pericolante ! Nel suo zelo, nella sua pasto-
rale abnegazione cento volte si protestò pronto a
qualunque sacrifizio pecuniario e personale, pur di
ottenere il tanto sospirato Ospizio pe' suoi cari
orfanelli .
Noti, caro Padre, che di fanciuli abbandonati
oh! ve n'è, ve n'è un numero spaventoso per ra-
gioni, delle quali molte sono comuni ad ogni città
grande, popolosa, tutta intenta ai traffichi, ai gua-
dagni, ai godimenti materiali, epperciò profon-
damente immersa nella corruzione e nel liberti-
naggio ; ma varie di queste cause sono tutte proprie
del Brasile . E fra tante io non ne accennerò che
due sole : la schiavitù che vi regna, e la febbre
gialla che ha fatto molte stragi nel passato, e che
riapparisce di tanto in tanto a spargere la deso-
lazione e lo spavento nelle città marittime . -
Oh ! se potessi dirle l'angoscia che sentii, quando
scorrendo l'occhio su di un gran giornale di com-
mercio fra gli altri annunzi di vendita, come di
case, di cavalli, di vacche, di buoi vi scorsi pure
numerevolissimi quelli di questa fatta, che io tra-
scrivo alla lettera in tutta la loro crudezza
Via N., numero N. si vende un bel moretto
di 14 anni, capace a tutti i servizi di tavola
ecc . - Si vende una giovane nera, atta a cu-
cinare, a lavare e soppressare , sana, robusta
di carattere allegro . . . . Si vende . . . . Oh ! mi fa
male al cuore seguitare . - Gli schiavi valgono due
o tre mila lire ciascuno, e costituiscono per ciò
una grande ricchezza per certi signoroni, che hanno
delle migliaia e migliaia di questi infelici nelle loro
campagne per la coltivazione del caffè, dello zuc-
chero, del cacao ; del tabacco, della mandroca ed
altri prodotti proprii di questi paesi . Quindi abo-
lire d' un colpo la schiavitù sarebbe un gettare
nella miseria ricchissime famiglie e rovinare in-
teramente l' agricoltura , che qui fu esclusiva-
mente finora esercitata da schiavi . Quindi è che
il saggio Imperatore ha preso una via di mezzo,
e da undici anni fa' promulgare una legge, la quale
dichiara liberi tutti i figli, che nacquero e nascono
da schiavi dopo detta legge, sebbene i loro scia-
gurati genitori debbano ancor rimanere per tutta
la vita nel dominio degli antichi padroni . Queste
creature così favorite son chiamate ingenui, e in
questa sola città raggiungono già il numero di
due cento e più mila in undici anni ! ! Pensi ora,
caro Padre, se v'è bisogno di nuovi stabilimenti
per accoglierli ed ammaestrarli e dirigerli sul
sentiero del dovere e della, pietà cristiana ! !
Un'altra cagione di tremende sciagure fu ed è
la febbre gialla, che ha mietuto tante e tante vit-
time, specialmente nella classe povera , mal nu-
trita, meno cauta, costretta a vivere ammucchiata
in abituri sucidi, senz'aria e senza luce . E quando
i fanciulli scampano al flagello chi si occupa di
loro ? Quanti poveri italiani venuti qui a cercare
fortuna, vi trovarono la morte ! Ed i loro figli? . . .
Chi esce per questa città trova centinaia e mi-
gliaia di fanciulli senza tetto, senz'arte, senza ge-
nitori o parenti, senza un amico ; fanciulli, che
vanno vagolando per le vie, per le piazze, sulle
rive del mare lottando colla fame, ed addestran-
dosi al furto ed alla depravazione , indotti dalla
miseria e dagli scandali, che hanno sempre sotto
gli occhi . La polizia ne fa alle volte una razzo-
lata di due o trecento alla volta, e li interna nel
fondo delle valli o nelle gole dei monti , distri-
buendoli forzatamente tra i padroni dei grandi sta-
bilimenti agricoli, cosi detti fazendas, ma poco
dopo la maggior parte costretti forse da maltrat-
tamenti, o spinti dalla lor naturale avversione . alla
fatica, disertano di soppiatto e riappariscono nella
capitale a ricominciare da capo la stessa mise-
rabilissima vita di prima, finchè o la prigione o
l'ospedale o addirittura la fossa del cimitero of-
fra loro un ultimo sciagurato asilo ! Povero Ve-
scovo ! Al parlar di queste cose si sentiva com-
movere le viscere , e prorompeva in pianto ! Ed
io? . . . - Bisognerebbe avere il cuore di sasso per
non sentirne pietà ; e son sicuro che qualunque dei
Salesiani si fosse trovato al mio posto non avrebbe :
potuto frenare le lacrime .
Temo che questa lettera mi abbia a riuscire
un libro! Ho ancor tante cose a dirle ! ! E poi
sono tutto il giorno in giro per osservare una
cosa e l' altra ; onde solo alla sera, tardi, posso
così alla sfuggita pigliare qualche appunto delle
cose più notevoli , ed ora per scrivergliele tutte
mi è impossibile . Via ! sceglierò il meglio e con-
tinuerò a più riprese, anche di notte . - Mon-
signore, ripeto, ci ha un affetto, un riguardo su-
periore ad ogni dire . Riservato com' è, amante
del ritiro e della solitudine, sembra che per noi
abbia mutato carattere ed usi . All' indomani del
nostro arrivo volle in persona accompagnarci a
visitare il grandioso Ospedale della Misericordia,
diretto dalle figlie di S . Vincenzo, il più splen-
dido, il più grande, il più perfetto che io abbia
visto in mia vita . - Poscia ci condusse a pranzo
dai Padri Lazzaristíi, tutti raccolti in quel giorno
per la festa onomastica di uno dei loro più con-
spicui confratelli, di nazione italiano . Al di dopo
ci menò a visitare l'Ospizio dei trovatelli, dove
sotto la cura delle buone Suore di S . Vincenzo
ve n'ha pure di già grandicelli, cui non basta il
cuore a quelle pietose di gettare sul lastrico . -
Di lì passammo a visitare un altro grande stabili-
mento, diretto pure dalle stesse Suore . V'è un
grande educatorio per le giovinette signore , vi
è un vasto ritiro per fanciulle povere, v'è un grande
ricovero per donne attempate, insomma è un isti-
tuto commendevolissimo e di primo ordine tra le
opere di beneficenza cristiana . Fu fondato ed ini-
ziato a costo di grandi sacrifizii dal genitore di
Mons . Lacerda, già defunto da varii anni, perso-
naggio cospicuo dell' Impero, ed un cattolico di
una tempera e d'una abnegazione senza pari . -
Poscia corremmo a vedere il celebre convento dei
Benedettini, dove salutammo Mons . Mocenni, l'Ec-
cellentissimo Internunzio, del quale tanto già le
parlai, sì buono con noi e sì caro per tutti . Fi-
nimmo così per ritornare in casa stanchi e spos-
sati dal molto andare e discorrere . Oh ! lo scopo
del venerando Vescovo era chiaro, evidente ; vo-