Periodico della Pía Unione dei Cooperatori Salesiani dí Don Bosco
ANNO XXIX - N. 11. Esce una volta al mese NOVEMBRE 1905.
SOMMARIO -- Una santa impresa 317
Le nuove Chiese 319 Gli orfanelli della Calabria
Gli Oratori Festivi : Delle speciali attrattive dell'Oratorio 323
Il nostro tesoro spirituale 325
L'Opera di D. Bosco a Berlino 326 Il I° Convegno Sportivo Cattolico Italiano . . . . 326 Fra i nostri emigrati
MISSIONI: Patagonia: S. A. R. il Principe Ferdinando di Savoia, di passaggio a Punta Arenas -
In cerca di sussidi per la Missione del Chubul - Lungo le sponde del Rio Negro - Equatore; Flora e fauna delle foreste dei jivaros - In fascio 330
IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE: - IX) I doveri della riconoscenza - Nuove chiese e cappelle
- Feste e date memorande - Grazie e graziati 337
NOTIZIE COMPENDIATE: A Valdocco - All'Estero ; Smirne - Dalle Americhe : Cachoeira do Campo, Caracas, Cordoba, Cuyabà, Estaçào Colonia, Guayaquil, New York 343
Necrologia e Cooperatori defunti 345
ANNUNZIANDO le principali opere nuove, cui i Salesiani, fidenti nella benedizione di Dio e nell'aiuto dei Cooperatori, si accingono del continuo in ogni parte, abbiam ripetutamente accennato a nuove chiese. Date isolatamente, siffatte notizie non assumono tutta la loro importanza. Ad es., se dicessimo, anche ai più assidui dei nostri lettori, che i Figli di D. Bosco hanno presentemente in costruzione più di venti chiese (chiese diciamo e non cappelle), essi stessi ne sarebbero meravigliati ; eppure son venticinque le nuove chiese che presentemente si stanno edificando dai Salesiani. Possiamo adunque richiamar l'attenzione dei nostri Cooperatori su questa impresa colossale e dir loro con confidenza:
- Ecco l'ardire che ci ha infuso la vostra carità ; non abbandonateci nella molteplice iniziativa.
Grande invero e sublime è l'impresa cui sproniamo il vostro zelo, o buoni Cooperatori. Sapete di che si tratta? Si tratta di innalzare venticinque nuove Case di Dio, il quale creatore e padrone com'è dell'universo, lascia tutta la terra a disposizione dell'uomo e si contenta qua e là di pochi metri di spazio, che dopo di essere stati purificati e consacrati colle lustrazioni e colle unzioni rituali, Egli riempirà della sua maestà infinita... Si tratta d'innalzare nuove dimore a Gesù, che dopo averci riscattati dalla schiavitù del demonio morendo sulla croce, ha voluto, per eccesso di amore, rimanere in mezzo a noi nella SS. Eucaristia. Si tratta di schiudere tante nuove sorgenti di vita, tante nuove scuole di virtù cristiane, tanti nuovi focolari di carità, tante nuove palestre di opere buone; poichè è nel tempio cristiano, che l'uomo vien rigenerato alla grazia col S. Battesimo, ha il perdono dei suoi falli nei tribunali di clemenza, si nutre di quel Cibo divino, che è pegno della felice immortalità, ed ascoltando una dottrina quanto semplice altrettanto sublime, volge animosamente i suoi passi per la via del Cielo.
Ma riflettiamo un istante.
Noi, diceva un zelantissimo Vescovo in analoga circostanza, noi ci diciamo proprietari di quello che possediamo, ed è vero, polche siamo tali in faccia alla legge ; ma è così dinanzi alla fede? Secondo il concetto cristiano non vi è altro proprietario che Dio, padrone di tutte le cose, perchè di tutte è il creatore, e Gesù Cristo, suo figliuolo, al quale il Padre ha dato in eredità tutte le gemi ed in proprietà tutta quanta la terra (1).
Ebbene, è precisamente Gesù, il vero e solo proprietario di quello che abbiamo, che ci dice: - Innalzatemi delle nuove chiese; lo esigono non meno i miei diritti, che i bisogni spirituali di tanti vostri fratelli. Io voglio vedere anch'essi attorno il mio altare nei giorni di festa, per dir loro una parola di amore e colmarli delle mie benedizioni...
Ecco quello che dice Gesù.
E voi, continuava il detto Prelato, potete far mostra di non sentirlo, potete anche dirgli che le spese son molte, i guadagni pochi, le annate scarse, la famiglia numerosa e via via. Il buon Gesù chinerà la testa e se n'andrà. Ma badate bene: voi chiudete la porta in faccia al padrone, a colui che fa il ricco e il povero, e che non vi domanda nulla del vostro, ma unicamente una piccola porzione della sua proprietà che vi ha dato ad amministrare. E una giustizia e nulla più. Se non gliela date, Gesù si volgerà da un'altra parte. Salirà altre scale che non saranno di marmo, batterà ad un'altra porta forse più modesta della vostra, ma che gli si aprirà a due battenti, e vi troverà insieme al buon cuore lo slancio della. fede e quel santo trasporto, che gli è tanto caro, di chi dà con allegrezza, e partendosi da quella casa vi lascerà la sua benedizione.
Oh! che bella sorte poter larghegghiare a questo scopo! poter dire a se stesso : - E vero, io non ho avuto la fortuna di vivere ai tempi del Salvatore, non ho potuto come le pie donne del Vangelo seguitarlo nelle sue peregrinazioni e provvederlo del necessario per sè e per i suoi discepoli; non ho avuto la felicità di accoglierlo sotto il mio tetto, di farlo sedere al mio focolare e alla mia mensa come Zaccheo, come Marta e Maddalena e tanti altri... Ma che importa? Egli è là in tanti tabernacoli... prima egli non aveva quelle dimore ed io contribuito ad alzare quelle mura e quei tetti che lo ricoprono!...
Che soddisfazione, o buoni Cooperatori, e che contentezza nel poter rendere a se questa testimonianza! E tale soddisfazione potete averla tutti, potete tutti provare un sì dolce conforto, dando mano al Successore di D. Bosco nella grande impresa di condurre a compimento queste venticinque nuove case del Signore
(1) Salmo 11, 8.
Le chiese, a cui abbiamo accennato, sono le seguenti
IN ITALIA.
1) Chiesa di S. Agostino a MILANO, su disegno dell'architetto ing. Arpesani. A tre navate, nelle sue armoniche linee di puro stile classico lombardo, dalla porta fino ai bracci trasversali è già coperta. Si spera d'inaugurare il tratto compiuto per la prossima festa di S. Ambrogio.
2) Santuario della S. Famiglia a FIRENZE. Se ne pose la prima pietra il 21 aprile 1903, dall'Em.mo Cardinal Domenico Svampa. Nell'anno in corso si vide sorgere di qualche metro, ma i lavori procedono lentamente per scarsezza di mezzi... Si sta costruendo, per antico desiderio di D. Bosco, in via Aretina, dov'è vivamente reclamato dai bisogni della numerosa popolazione circostante. Il disegno, dell'ing. Tincolini, è sullo stile del tempio monumentale di S. Croce.
3) Una chiesa al Testaccio in ROMA, affidataci recentemente dalla bontà del S. Padre, al quale ci professiamo umilmente e vivamente riconoscenti. Dell'ampiezza del sacro edifizio (di cui da tempo son gettate le fondamenta) e della necessità di quest'opera diremo più diffusamente. Nel mese scorso fu a Roma l'Economo generale della nostra Pia Società, appunto in merito a questa nuova impresa.
NOTA. - Tacciamo di varie importanti cappelle in costruzione in Italia e all'Estero; ad es. di quella in onore del S. Cuore di Gesù a S. GREGORIO Dl CATANIA, di un'altra a TREVIGLIO, d'una terza a VALENCIA in Ispagna, ecc.
Ma per debito di riconoscenza verso l'Eminentissimo Promotore, dobbiamo qui raccomandare ai Cooperatori l'artistico tempio votivo, che si sta innalzando in onore del Sacro Cuore di Gesù a BOLOGNA, presso l'Istituto Salesiano, per impresa magnanima dell'Eminentissimo Arcivescovo di quella città, il sig. Card. Domenico Svampa. Se ne inaugurò la cripta il 30 giugno u. s. Il maestoso tempio ancor manca di gran parte del tetto, delle cupole e del campanile, ma già fa sì bella vista da suscitare in tutti la più schietta ammirazione. Il disegno è dell'architetto prof. Edoardo Collamarini. Organo di questa impresa è un bel periodico mensile: Il Secolo del S. Cuore di Gesù (Abb. annuo L. 3 presso la Tipografia Arcivescovile Bologna). - Alla Direzione di detto periodico - o al rev.mo Dott. D. Alfonso Zagni, Arcivescovado, BOLOGNA - s'inviino direttamente le offerte per questa chiesa.
NELLA SVIZZERA.
4) Chiesa di Maria Ausiliatrice a ZURIGO. Sarà un bel tempio di stile romanico, a tre navate, e servirà principalmente per la numerosissima colonia italiana, che ne ha il più stretto bisogno. Ancora non se n'è gettata la prima pietra, ma è cosa decisa, perchè della più grande importanza.
NELL'IMPERO AUSTRO-UNGARICO.
5) Chiesa di Maria Ausiliatrice a LUBIANA, un bel tempio, di stile gotico, ad una sola nave. I lavori sono già avanti, ma si è ancor lontani dal compimento dell'Opera. Il disegno è dell'architetto prof. Mario Ceracini.
6) Chiesa di Maria Ausiliatrice ad OSWIECIM. Fabbricata, in parte, sui ruderi di un antico tempio, fin da quando si costrusse l'annesso Istituto Salesiano, ora si sta ultimando colla costruzione dell'ardito ed elegante poligono, su disegno del prelodato prof. Ceradini.
7) Anche in DASZAWA è decisa la costruzione di un vasto tempio, di cui si getteranno le fondamenta, appena superate alcune difficoltà. Il progetto, pur questo, è dell'egregio prof. Mario Ceradini.
NELLA SPAGNA.
8) Santuario del S. Cuore di Gesù sul monte TIBI DABO a BARCELLONA. Questa chiesa monumentale coronerà la cima della pittoresca collina. Se ne collocò la prima pietra il 28 dicembre 19o2 dall'Em.mo Card. Casanas. L'architetto è il sig. Enrico Sagnier, il quale tenendo conto che il sacro edifizio si vedrà non solamente da Barcellona, ma da tutte le popolazioni che si stendono da una parte e dall'altra della catena, fece sì che la mole apparisse completa da ogni lato. Avrà quindi la forma di croce latina, con 36 metri nel braccio maggiore e 26 nel trasversale. Quattro torri alte 40 metri sormonteranno gli angoli della croce, e al centro dominerà una cupola ottagona, alta 5o metri, la quale sarà coronata dalla statua del Divin Cuore. Si spera, come abbiamo annunziato, d'inaugurarne la cripta maestosa nel prossimo giugno, per le feste giubilari del XXV dell'Opera Salesiana in Ispagna.
9) Chiesa di Maria Ausiliatrice a MADRID. Si potè aprire al divin culto il 12 ottobre u. s. nelle feste della Madonna del Pilar, patrona del Regno ; ma abbisogna di essere completamente ultimata e provvista di sacre suppellettili.
10) Chiesa di Maria Ausiliatrice a SANTANDER. Esce appena ora dal suolo, ed è quanto mai necessaria in quel popoloso quartiere.
NELL'INGHILTERRA.
11) Chiesa di S. Maria Maddalena a Wandsworth - LONDRA. Se ne benedisse la prima pietra l'8 settembre u. s. festa della Natività di Maria Santissima.
NOTA - A GUERNESEY nelle Isole Normanne i nostri Confratelli ebbero l'incarico di due parrocchie, di cui una senza chiesa. Pel momento costrussero una piccola cappella, ma bisogna pur provvedere alla fabbrica della parrocchia.
NEL BRASILE.
12) Chiesa di Maria Ausiliatrice a JABOATAO, presso Pernambuco. Se ne collocò la prima pietra il 22 marzo u. s., come annunziammo nell'ultimo numero del Bollettino.
13) Santuario di Maria Ausiliatrice a NICTHEROY. Sarà degno del grandioso monumento dedicato nella stessa città alla nostra gloriosa Patrona ma finora (ed è già qualche tempo) se ne vedono solo le fondamenta. Il disegno è del nostro confratello ing. Delpiano.
NELLA REPUBBLICA ARGENTINA.
14) A BUENOS AIRES il Nuovo Tempio di San Carlo, ad onore del S. Cuore di Gesù e di Maria SS. Ausiliatrice. Con infiniti stenti e sacrifizi si sta ora ultimando. Il disegno è del nostro confratello prof. D. Ernesto Vespignani, che ne cura anche i lavori. Si spera di poterlo solennemente consacrare nel 19o6. La cripta, dedicata al suffragio delle anime sante del Purgatorio, venne aperta l'8 dicembre dell'anno passato.
15) Chiesa Salesiana a BAHIA BLANCA. Delle tre navate, finora, non se n'è ultimata che una, assolutamente insufficiente.
16) Chiesa di Maria SS. Ausiliatrice in VIEDMA (Patagonia). In proporzioni degne dell'importante capitale del Territorio del Rio Negro, venne cominciata dal nostro Mons. Cagliero nel 1903. A benefizio della medesima, nel settembre u. s. si tenne una grande lotteria con doni inviati da S. S. Pio X, dall'Em.mo Cardinal Merry del Val, Segretario di Stato di Sua Santità, dall'Eminentissimo Card. Rampolla, nostro venerato Protettore, da altri Eminentissimi Cardinali e da molti Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi. Ma, per quanto possa essere stato rilevante, non sarà certo l'incasso di detta lotteria che basterà a condurre a termine l'importantissimo tempio.
17) Chiesa di Maria Ausiliatrice a TRELEW (Chubut = Patagonia). Ne parlammo nell'ultimo numero del Bollettino.
NOTA. - Non dobbiam tacere di due cappelle in costruzione a PUNTA ARENAS per dar comodità a quei fedeli di santificare il giorno festivo e difenderli dalla propaganda protestante. A tal fine urgerebbe anzi la costruzione di tre altre cappelle.
NEL PERU'.
18) Tempio di Maria Ausiliatrice ad AREQUIPA. Una graziosa ed artistica rotonda in puro stile corinzio, ex-voto promesso nel 1896 dai Salesiani dell'Equatore, durante il viaggio dell'esilio. Non è ancor compiuto, tuttavia si potè cominciare ad ufficiare.
19) Chiesa di Maria Ausiliatrice a LIMA BREÑA, per la numerosissima colonia italiana. Approvata e benedetta da Mons. Arcivescovo di Lima, e caldeggiata in modo particolare dall'Ecc.mo Delegato Apostolico, sarà un nuovo monumento dell'interesse dei Figli di D. Bosco pegli Emigrati Italiani ; e sorgendo di fronte al Pasèo Colon, a pochi passi dalla piazza Bolognesi, servirà pure ai bisogni di quel nuovo ampio quartiere.
NELL'EQUATORE.
20) Chiesa di Maria Ausiliatrice a QUITO, nel sobborgo La Tola. È un bel tempio, di puro stile romano, con elegantissima cupola. Le pareti son già ultimate, ma non coperte : resta pure da innalzare la cupola.
21) Chiesa di Maria Ausiliatrice a RIOBAMBA meno ampia, ma dello stesso stile dell'omonima in costruzione a Quito.
NOTA. - La vecchia chiesa della Missione di GUALAQUIZA è omai cadente. E' quindi necessario provvedere alla costruzione di una nuova chiesa in quel centro importante per la nostra Missione tra i jivaros, e con tutta urgenza.
IN COLOMBIA.
22) Chiesa di Maria Ausiliatrice a MOSQUERA. Se ne collocò solennemente la prima pietra nel mese di giugno; (ved. a pag. 338 di questo numero).
22) Chiesa di Maria Ausiliatrice e di S. Rocco a BARRANQUILLA. Richiesta dal crescere meraviglioso di questo primo porto della Colombia, è di assai vaste proporzioni. E a tre navate, in istile romano.
NEL VENEZUELA.
24) Chiesa di Maria Ausiliatrice a CARACAS. Reclamata di bisogni del vicino quartiere, sarà un vero gioiello quando sia compiuta.
AL MESSICO.
25) Chiesa di Maria Ausiliatrice a MESSICO, alla Colonia S. Giulia. Ne abbiamo dato il disegno, nel prospetto generale della nostra casa di Messico, lo scorso mese di giugno. E un tempio maestoso, di stile gotico. Già in costruzione, nel prossimo anno gli si vorrebbe dare un grande impulso. Quelli che se ne avvantaggeranno per i primi, saranno i numerosi italiani colà immigrati.
*
Ecco il lungo elenco delle chiese cui è d'uopo provvedere, al quale non aggiungiamo parola, perchè troppo eloquente. Vi potremmo aggiungere invece molte altre chiese tuttora vivamente richieste (ad es. quella progettata pei popolosi Piani di S. Lazzaro nella città di ANCONA) ed altre quantunque inaugurate da qualche tempo (come il Santuario di N. S. della Neve nella città di SPEZIA), perchè ancora hanno più centinaia di migliaia di franchi da soddisfare. Che non ci venga meno l'aiuto dei buoni Cooperatori in questa santa impresa !
Ottanta ricoverati negli Istituti Salesiani. - Una nuova fondazione in Calabria
Il flagello che colpì la sventurata Calabria, ha ricordato che l'estremo lembo d'Italia non solo è la terra dei terremoti, ma pur la patria infelice di tanti nostri fratelli.
« Ho visitato molti paesi, scriveva il primo inviato del sig. D. Rua dai luoghi del disastro, e mi son convinto che più gravi dei bisogni eccezionali prodotti dal terremoto, sono i bisogni normali di queste popolazioni... Una Casa Salesiana in questi luoghi sarebbe una benedizione ».
E da qualche anno, questo appunto era uno dei più vivi desideri del Successore di Don Bosco: fondare qualche istituto salesiano in Calabria. E già in settembre doveva aprirsi regolarmente una casa a Monteleone, se il terremoto non rovinava la chiesa che dovevan prendere ad ufficiare i Salesiani e l'annessa abitazione.
Ma le notizie degli effetti del flagello, veramente gravi e dolorosi, come accrebbero la commiserazione pei bisogni spirituali e materiali di quella sventurata regione, così mossero Don Rua a raccogliere senza indugio un gran numero di quei fanciulli, orfani o direlitti, e ad affrettare il disegno di nuove fondazioni in Calabria
A tal fine, come già annunziammo, inviava sui luoghi del disastro alcuni salesiani.
Primo fu il rev D. Francesco Piccollo, Ispettore delle Case Salesiane della Sicilia, il quale trovandosi a Torino allorchè avveniva la catastrofe, per ordine del sig. D. Rua partiva immediatamente per la Calabria, con mandato di accogliere negli Istituti Salesiani dell'Isola dieci poveri giovani, resi orfani dal terremoto, e di mandar notizie. Confermata la gravità del disastro, il signor Don Rua provvedeva che pur gl'Istituti Salesiani del Regno accogliessero nel loro seno altri piccoli calabresi, e telegrafava al direttore dell'Istituto S. Luigi di Messina, dott. D. Salvatore Gusmano, affinchè di proposito si recasse nella terra del flagello per la scelta degli orfanelli. E D. Gusmano, coadiuvato dal sac. Domenico Garneri, visitando con mille sacrifizi e disagi i paesi desolati, seppe informarsi minutamente e di presenza delle condizioni e delle necessità dei singoli fanciulli che gli erano raccomandati, e condurre coscienziosamente a compimento l'opera difficile di selezione.
Insieme coi nostri, giungevano in Calabria le signore torinesi, Donna Amalia Capello e Contessa de Rege di Donato, inviate dalla Principessa Laetitia di Savoia Napoleone, pel compimento di un'opera di carità che passerà alla storia. S. A. I. e R. aveva chiesto ed ottenuto molti posti per fanciulle e fanciulli in vari caritatevoli istituti di Torino e dintorni, per cui le Dame predette, pur esse, con grande spirito di abnegazione, erano accorse in Calabria.
E grazie all'aiuto reciproco, che i Salesiani e le nobili Dame si prestarono, grazie alle raccomandazioni autorevoli dell'Augusta Principessa, grazie alle attenzioni squisite e premurose di tutte le Autorità Civili, Ecclesiastiche e Militari, in poche settimane, si poterono raccogliere molti poveri fanciulli e fanciulle. Sessantasei di questi vennero ricevuti negli Istituti Salesiani; cosicchè, insieme ad altri 17 raccolti per altra via, son oltre ottanta i piccoli calabresi caritatevolmente accolti negli Istituti di D. Bosco.
Dodici di essi, i raccomandati dalla pietosa Principessa, si trovano nell'Oratorio di Torino ; undici in altre case del Piemonte; sedici nelle case Salesiane della Lombardia; otto in quelle del Veneto e dell'Emilia; quattro in quelle della Liguria; sette in quelle delle Marche e del Lazio; tredici nelle case salesiane del Napoletano e dodici in quelle della Sicilia.
A quest'opera di carità richiesta dal momento, il sig. D. Rua quanto prima ne unirà un'altra, a parer nostro più importante, perchè stabile e duratura ; alludiamo alla fondazione di una Casa Salesiana a Borgia, in provincia di Catanzaro, con una succursale a Soverato. E poichè vari giornali si son già occupati benevolmente di questa nuova impresa, chiamandola molti opera egregia, ci permettiamo di riportare ciò che ne scriveva la Lega Lombarda di Milano nel numero dell' 11 ottobre u. s.
« La notizia che i buoni Salesiani di Don Bosco stanno per aprire una casa a Borgia, nelle Calabrie, merita tutto il nostro plauso, perchè mediante questa nuova istituzione si renderà possibile di impartire a molti giovanetti, specialmente se orfani o abbandonati, assistenza ed educazione, senza allontanarli dalla loro patria...
Noi plaudiamo allo zelo cristiano e fraterno, che ha raccolto tanti fanciulli abbandonati nei paesi del terremoto per affidarli alle amorevoli cure degli istituti di educazione o delle famiglie di altre regioni. Nelle distrette di quei giorni desolati non si sarebbe potuto fare altrimenti e la generosità di padre Beccaro e di tanti altri merita incondizionata ed entusiastica la nostra approvazione.
» Ma è certo, che in condizioni normali, non si potrebbero e non si dovrebbero allontanare dai loro paesi tanti giovanetti, che difficilmente faranno ritorno alla patria, dopo aver vissuto in altre regioni più fortunate e che promettono loro un miglior avvenire.
» Perciò la generosità dei Salesiani che si recano a Borgia per aprirvi una delle loro case, va salutata come un insigne beneficio per quei paesi; beneficio che accresce, se ancora è possibile, i titoli delle loro benemerenze e che dovrebbe far piovere sopra di loro gran parte delle beneficenze che si raccolgono per la Calabria; giacchè dopo aver pensato al pane e alle capanne, difficilmente si potrebbe escogitare una cosa più utile per quelle popolazioni, che un istituto ove la gioventù trovi un'educazione che la prepari ad un migliore avvenire. »
I Salesiani andranno a Borgia presto, non appena sarà restaurata la casa designata per la fondazione. Pur noi speriamo che il nuovo Istituto sarà di grande utilità per quelle popolazioni ; ma crediamo eziandio, che i piccoli calabresi, allontanati momentaneamente dalle loro terre, tornandovi dopo di aver ricevuta un'educazione completa, saranno pur essi abili e preziosi coefficcienti dell'invocata redenzione della loro patria.
A nome del sig. D. Rua e de' suoi inviati, presentiamo i più vivi ringraziamenti all'ecc.mo comm. Facciolati Prefetto di Catanzaro, al cav. Cassoni, Sotto-prefetto di Monteleone, al cav. Calvi, Ispettore del Ministero, ed agli Ecc.mi Vescovi di Tropea, Nicastro e Mileto, per la premura gentile, piena e cordiale con cui facilitarono la loro missione. Inoltre la più schietta ammirazione alle esimie Dame Torinesi sullodate, e le più vive azioni di grazie, a S. A. I. e R. la Principessa Laetitia. Se i nostri incontrarono ovunque tanto appoggio, sanno di dover esserne riconoscenti all'Augusta Donna, come appare chiaramente da questa lettera, piena di cortesia squisitamente principesca e di altissimo affetto all'Opera di D. Bosco.
MOLTO REVERENDO DON RUA!
Sono stata così riconoscente della Sua grande carità e dell'aiuto che ci ha dato! Mille e mille grazie, a nome di tutti i poveri Calabresi, che nelle loro case saranno felici, e ritroveranno quella famiglia che Dio ha loro rapita in questa terribile disgrazia.
Sono numerosi gli orfani e non sarà difficile trovarne molti. In una sola giornata già le Dame mie ne accolsero 18, e non sono là che da 24 ore. Spero che le Sue buone e sante preghiere che ci accompagnano, ci porteranno fortuna e aiuteranno il Comitato a riuscire nella sua missione. Il Sacerdote Salesiano certo avrà tutte le facilitazioni possibili, io telegrafai alle autorità tutte molto ben disposte, che tutte ammirano e benedicono il Nostro Don Bosco.
Creda alla mia rispettosa gratitudine.
LAETITIA.
Molto Rev,do DoN RUA Casa di D. Bosco - TORINO.
Gli orfanelli raccolti dai nostri, eccettuati dodici già inviati a Messina, partivano da Monteleone la sera del 25 ottobre su carrozzoni gratuitamente concessi dal Ministero, insieme cogli orfanelli e le 82 orfanelle raccolte dalle Dame Torinesi e 14 altri orfanelli raccolti a cura del generale Cerri, presidente del Comitato Torinese che alacremente lavora alla ricostruzione di Favelloni e Briatico.
LA carovana si fermò a Roma tre giorni. La bontà del S. Padre preparò un asilo per tutti nell'Ospizio dei pellegrini a S. Marta, dove furono trattati con ogni amorevolezza dalle buone suore di S. Vincenzo; e fin dal giorno 27 ebbero la fortuna di essere ammessi alla presenza del Papa.
Il ricevimento era stato fissato per le 4 pomeridiane ; ma tutto il mattino fu speso nel mettere all'ordine la povera schiera giovanile e provveder vestiti ai più bisognosi. Fin nelle logge Vaticane si videro le buone Signore Torinesi affacendate nel distribuir bianche tovaglie alle fanciulle, le quali se ne coprivano il capo secondo l'uso calabrese, con tutta disinvoltura !
I bimbi erano già disposti in bell'ordine da un lato della Loggia Mantovani, le bimbe dall'altro, e il fotografo sig. Lovazzano, per augusta concessione aveva già preparato molte lastre, quando alle 4 precise comparve il S. Padre.
Un lento mormorio accolse dapprima la venuta del Papa, che riceveva nelle sue sale i suoi figli più poveri ; un mormorio che a poco a poco si trasformò in un fragoroso e lungo battimani.
Il S. Padre, arrivato al centro del gruppo, benignamente ristette, e il fotografo ritrasse varie bellissime pose del caratteristico gruppo, che ci spiace di non poter riportare in questo numero.
Quindi, sorridente, Sua Santità passò lungo le file dei bimbi benedicendo, accarezzando, lasciandosi baciare la mano ; e ad ogni bimbo, come ricordo di quella giornata che resterà eternamente impressa nelle loro tenere menti, donò una medaglia d'argento.
Salutato da applausi quasi supplicanti un più lungo sostare, alle 4,20 l'Augusto Pontefice si ritirava ne' suoi appartamenti.
Sua Santità ammetteva quindi in udienza particolare le Dame Torinesi con la signora Adelaide Garaccioni, e i Salesiani D. Gusmano e D. Garneri col nostro direttore D. Giovanni Minguzzi, recatosi a Roma per la ripartizione degli orfani nei varii Istituti salesiani. Il S. Padre ebbe parole di vivo elogio per l'opera squisita di carità compiutasi, e a tutti promise in ricambio le benedizioni di Dio.
Il dì appresso, dopo la S. Messa, riceveva in privata udienza il dott. Don Salvatore Gusmano, col quale s'intrattenne lungamente interessandosi dei bisogni dei luoghi visitati, e raccomandando nuovamente alla carità dei Salesiani i giovanetti raccolti.
Gli orfanelli destinati alle Case Salesiane, in tre squadre, partirono direttamente da Roma per la loro destinazione.
Se lo spazio ce lo permettesse, noi vorremmo descrivere l'accoglienza trionfale che ebbe alla stazione di Porta Nuova la squadra giunta a Torino la mattina del 30 u. S., insieme colle fanciulle e cogli altri orfanelli raccolti a cura della Principessa Laetitia e del Comitato Torinese.
Una gran folla attendeva il loro arrivo, ma S. A. I. e R. volle esser la prima a salutare i poveri figliuoli. Alla loro uscita dal caffè della stazione, ove la premura materna della Principessa aveva ammanito per tutti un'abbondante refezione, un'ovazione spontanea avvolse in un solo saluto i benefattori e i beneficati.
I nostri giunsero all'Oratorio sul mezzodì, accolti con le più vive dimostrazioni di gioia dagli ottocento alunni schierati lungo i cortili ; e senza indugio vennero presentati al sig. D. Rua, che in nome di D. Bosco affettuosamente li benedisse, lieto dell'opera santa, felicemente compiuta.
(Lettera aperta agli amanti della gioventù) (*) PARTE II. § V. Delle speciali attrattive dell'Oratorio.
PRIMA d'enumerare le speciali attrattive che deve avere l' Oratorio, siccome apparve sotto la guida di D. Bosco, voi dovete por mente, o miei lettori, al fascino che questa benefica istituzione può esercitare naturalmente sull'animo dei giovanetti.
L' Oratorio è la più umile delle associazioni; ma nella sua corrispondenza a quello spirito di unione e di raggruppamento che è così proprio dei nostri tempi, è da cercarsi la ragione delle simpatie che esso raccoglie non solo da chi ha senno maturo in testa, ma, ove l'abbian conosciuto, dagli stessi giovinetti. Fu sempre dell'indole dei giovani l'aggrupparsi, l'unirsi insieme, nè solo a scopo di svago e di sollazzo, ma anche a scambio di pensieri; perchè, volere o no, com'è talvolta importuna per un vecchio la lieta voce squillante di un giovinetto esuberante di vita, così pure un giovane, a meno che si trovi in istato anormale, preferisce ordinariamente la compagnia d'un altro giovinetto a quella di dieci o venti persone attempate. I giovani tendono ad unirsi, per metterli nel loro ambiente; e se questa tendenza, senza un occhio vigile ed un'amorevole voce ammonitrice, molte volte riuscirebbe fatale, laddove sia ritenuta ne' giusti limiti, coopera efficacemente al pieno sviluppo dei caratteri individuali, da cui, rispettando sempre la disparità, sarà facile il bandire universalmente l'ipocrisia, l'invidia ed ogni difetto per innestarvi la schiettezza, la generosità ed ogni altra virtù. Pertanto su questa tendenza naturale all'unione si deve sviluppare il grande attraimento che l'Oratorio può esercitare sui giovinetti.
Ma a nulla gioveranno le disposizioni naturali, laddove non vi si associ quella schietta e sana allegria, che laboriosamente prodotta in mille guise, è la vera caratteristica degli Oratori di D. Bosco.
« E qui, poichè mi cade in acconcio, giova dirlo per norma dei direttori e promotori degli Oratori festivi. Se si vogliono frequentati da giovanetti, vi sono indispensabili onesti allettamenti. Senza di questi, la maggior parte dei fanciulli liberi di se stessi, o perchè orfani dei genitori, o perchè trascurati dai medesimi, non s'inducono punto ad intervenire alle sacre funzioni ed all'istruzione religiosa che vi s'imparte. Per sua leggerezza e vivacità questa cotal gente rifugge quasi per natura dallo stare ritirata, e dall'assoggettarsi alla sorveglianza. Bisogna quindi attirarvela e prenderla come le mosche, con buoni favi di miele.
Quindi affinchè prosperi un Oratorio festivo si richiedono divertimenti, giuochi, trastulli, belle ed amorevoli maniere e questo sempre ; poscia di quando in quando occorrono teatrini, piccole lotterie, regalucci, passeggiale, colezioni, merenduole e via dicendo. Se vi hanno queste attrattive, si vedranno gli Oratorî gremiti di ragazzi; se no, si avrà il rammarico di vedere nei giorni festivi le piazze, i viali, i dintorni delle città ingombri di monelli, i quali crescono nell'ignoranza della religione e nella scienza di ogni mal fare... (1) »
Queste parole d'uno dei più illustri figli di D. Bosco valgono tant'oro. Senza le attrattive di onesti sollazzi, gli Oratori non saliranno mai in fiore, nè si potranno mantenere nello sviluppo raggiunto coi più grandi sacrifizi.
Ma se questa è la vita degli Oratori, cioè la condizione sine qua non per riuscire a fare un po' di bene alla gioventù più bisognosa e più pericolante, sarà cura dei singoli Direttori di provvedere alla moltiplicità e varietà dei divertimenti. Quindi il cortile sia sufficientemente ampio, e all'uopo anche suddiviso, affinchè con piena libertà ciascuno possa divertirvisi. A poi sommamente opportuna anche la divisione dei grandi dai piccoli, affinchè questi ultimi non vengano sopraffatti da quelli, nè quelli disturbati da questi; così tornerà più facile anche il provvedere a tutti, giuochi più adatti, più utili e dilettevoli.
Finalmente, senza discendere ad altri particolari, non posso trattenermi dall'insistere perchè ogni Oratorio sia abbondantemente provvisto degli attrezzi più comuni di ginnastica, poichè questa è insieme un ottimo elemento di educazione fisica e di ricreazione.
Quindi, a seconda dei bisogni locali, l' Oratorio deve avere le sue scuole di musica vocale ed istrumentale, i suoi Circoli di drammatica e di sport, le sue Scuole di Religione, le sue feste patronali, le sue amene passeggiate annuali, e la sua premiazione solenne.
Tutto ciò è assolutamente indispensabile, affinchè questa provvidenziale istituzione raggiunga pienamente il suo scopo. L'indole sua, l'immutabile suo programma è di tener dietro ai giovani in tutte le loro vie, assisterli in tutte le oneste aspirazioni, seguirli in tutti i loro divertimenti, per ripetere al loro orecchio una parola di fede.
Non appena cominciarono a correre le locomotive e dalle dinamo prese a svilupparsi quella luce che nelle tenebre della notte non ci fa pih invidiare la luce del pieno meriggio, la Chiesa sancì nuove formole per benedire i nuovi trovati. Imitiamo la Chiesa. Non siamo retrogradi o restii; a qualunque nuovo genere di divertimenti saran per darsi le giovani schiere, apriamo le porte dell'Oratorio, il quale, per non venir meno alla sua missione, ha bisogno di non invecchiare, ma di camminar sempre coi tempi.
(continua).
D. SIMPLICIO.
(1) Ved. Bollettino di ottobre u. S.
(1) Ved. Cinque lustri di Storia dell'Oratorio Salesiano pel Sac. GIOVANNI BONETTI, pag.468. (Questo prezioso volume di 744 pagine si può avere dalla Libreria Salesiana di Torino al prezzo di lire tre.)
Dopo di aver detto che cosa siano le indulgenze plenarie e parziali, tornerà cara ai nostri cooperatori ancora una parola sulle condizioni generalmente richieste per l'acquisto delle medesime. Per questo ci atterremo ad una fonte ineccepibile, cioè alla breve Istruzione premessa all'edizione ufficiale della Raccolta di Orazioni e pie Opere per le quali sono state concesse dai Sommi Pontefici le SS. Indulgenze.
Delle condizioni per l'acquisto delle SS. Indulgenze. (1)
In primo luogo bisogna essere in grazia di Dio, cioè aver l'anima monda da peccato mortale perchè chi, è reo innanzi al Signore di pena eterna, non è capace di ricevere la remissione della pena temporale.
E qui è troppo importante il notare come nella concessione delle stesse nostre Indulgenze Parziali si trova appunto la clausola: con cuore almeno contrito; e ciò vuole appunto significare che chi si trova in peccato mortale, se vuol lucrare alcune di quelle Indulgenze parziali, è necessario che faccia almeno un vero atto di contrizione con fermo proposito di confessarsi.
In secondo luogo si richiede l'intenzione almeno generale di acquistare le Indulgenze. Pertanto ottimo consiglio sarebbe di rinnovare ogni mattina l'intenzione di lucrare tutte e singole le indulgenze che si potranno acquistare nel corso della giornata.
In terzo luogo, siccome la S. Chiesa nell'aprire il tesoro delle Indulgenze obbliga sempre i fedeli cristiani all'adempimento di qualche opera buona, legata a certe circostanze di tempi, di luoghi e simili ; così è necessario per il conseguimento delle Indulgenze, che si adempiano personalmente tutte le opere ingiunte e divotamente, e quanto al tempo, e quanto al modo, e quanto al fine, ecc., secondo che viene espresso nella concessione delle Indulgenze. Ora, nel nostro Sommario, le opere ingiunte per tutte le Indulgenze plenarie enumerate nelle due categorie A e B sono la Confessione, la Comunione e la Visita.
Quanto alla Confessione bisogna notare: a) la confessione sacramentale quando si richiede come condizione per lucrare un' Indulgenza Plenaria, deve farsi anche da quelli che non sono consci di colpa mortale; b) chi ha la pia consuetudine di accostarsi una volta almeno la settimana al Tribunale di Penitenza (se non legittimamente impedito), purchè non sia conscio di alcuna grave colpa commessa dopo l'ultima Confessione, può nei giorni designati lucrar l'indulgenza plenaria anche senza nuovamente accostarsi al Tribunale di Penitenza, compiendo però le altre condizioni.
Quanto alla Comunione è da sapersi, che con la medesima Comunione si possono acquistare più indulgenze plenarie nello stesso giorno, sebbene sia prescritta per ciascuna di esse, qualora siansi adempite tutte le altre condizioni.
Quanto alla Visita, per ciò che riguarda i nostri Cooperatori, basta il ricordare : a) che essa è semplicemente richiesta per le Indulgenze Plenarie di cui alle categorie A e B; b) che si può compiere in qualsiasi chiesa o pubblica cappella; c) che le preghiere da farsi in essa vengono rimesse all'arbitrio di ciascun cooperatore. Chi volesse un consiglio in proposito, reciti cinque Pater, Ave e Gloria secondo l'intenzione del Sommo Pontefice. - Per l'indulgenza plenaria, concessa nelle feste di S. Francesco di Sales e di Maria SS. Ausiliatrice, è pur prescritta la visita, la quale deve farsi, ove esistano chiese salesiane, in queste e non in altre chiese.
Indulgenze plenarie di dicembre.
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati, visiteranno devotamente qualche Chiesa o pubblica Cappella o, se viventi in comunità, la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo la intenzione del Sommo Pontefice , lucreranno l'indulgenza plenaria:
in DICEMBRE
1) l'8, festa dell' Immacolata Concezione di Maria Santissima ;
2) il 25, solennità del Natale di N. S. Gesù Cristo;
3) in un giorno scelto ad arbitrio da ciascuno ; 4) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;
5) nel giorno in cui si radunassero a conferenza.
Inoltre (e su questo richiamiamo vivamente l'attenzione di tutti i Cooperatori) ogni volta ch'essi reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità, ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella. E tutte queste indulgenze le possono acquistare tutte le volte, che pei fini indicati reciteranno i suddetti 6 Pater, Ave e Gloria, in qualunque luogo, senza bisogno di confessione o di comunione o di visita, purchè siano in grazia di Dio.
In fine torniamo a ricordare, che tutte le indulgenze concesse ai nostri cooperatori
I) sono tutte applicabili alle anime sante del Purgatorio,
II) che pel loro acquisto è richiesta per tutti la recita quotidiana di un Pater, Ave, e Gloria Patri, secondo l'intenzione del Sommo Pontefice coll'invocazione: Sante Francisce Salesi, ora pro nobis.
(1) Ved. Bollettino di marzo, aprile ed ottobre u. s,
ALLO scopo di promuovere gl'interessi materiali, intellettuali e morali dei tedeschi emigrati in ogni parte del mondo, sul principio di ottobre si teneva a Berlino un Congresso Coloniale, di carattere inierconfessionale, cui per gentilezza del segretario generale sig. Bopp, furono invitati anche i Salesiani, e a tal fine il sig. D. Rua v'inviava il rev. dott. D. Carlo Zafféry, ungherese.
Chiuso il Congresso, per iniziativa dei cattolici, si organizzò una gran festa delle missioni con discorsi in 20 chiese e in vari saloni.
Il nostro inviato parlò più volte e diffusamente dell'opera di D. Bosco ; e non solo vari giornali ne fecero ampi resoconti, ma molti buoni cattolici vollero tosto aggregarsi alla Pia Unione dei Cooperatori.
Nella prima settimana di ottobre si è raccolto in Roma il primo Convegno Sportivo Cattolico Italiano.
L'ultimo giorno, domenica 8 ottobre, dopo la messa celebrata dall'Em.mo Card. Cavagnis nella Chiesa di S. Ignazio, tutte le associazioni convenute alle gare, si avviarono al Vaticano.
Apriva il corteo una squadra di ciclisti, seguita dal concerto del nostro Ospizio del S. Cuore di Gesù al Castro Pretorio in Roma; seguivano le squadre ginnastiche, tra cui quella del Circolo D. Bosco di Sampierdarena, e i ricreatori cattolici di Roma con le proprie bande e fanfare.
Durante il percorso molta folla ammirava la lunghissima sfilata, che in realtà offriva una vista incantevole per la spigliata disinvoltura dei ginnasti e la varietà delle loro divise.
E il S. Padre ammise tutti in udienza solenne nalla Sala Regia, ove il Comm. Avv. Paolo Pericoli, Presidente della Gioventù Cattolica Italiana, lesse un devoto indirizzo, al quale Sua Santità sì degnò di rispondere affettuosamente.
« E' una dolce consolazione che io provo, esordì il S. Padre, nel trovarmi in mezzo a voi, diletti giovani, che rappresentate l'età dei nobili sentimenti, delle azioni generose e delle splendide vittorie; e Vicario di Gesù Cristo, che avvezzo a vivere nella Società degli Angeli pur trovava nella gioventù le sue delizie, com'Egli una volta guardando un giovane lo amò, intuitus eum dilexit eum, così io nel riguardarvi sento il bisogno di dirvi che vi voglio bene, e voi dovete avermi non come padre soltanto, ma come fratello e tenero amico. E con questi sentimenti non solo approvo tutte le vostre opere nell'azione cattolica, ma ammiro e benedico di cuore tutti i vostri giuochi e passatempi, la ginnastica, il ciclismo, l'alpinismo, la nautica, il podismo, le passeggiate, le gare, i concorsi e le accademie, alle quali vi dedicate ; purchè gli esercizi materiali del corpo influiranno mirabilmente sugli esercizi dello spirito; perchè questi trattenimenti richiedendo pur del lavoro, vi toglieranno dall'ozio, che è il padre dei vizi; e purchè finalmente le stesse gare amichevoli saranno in noi un'immagine dell'emulazione nell'esercizio della virtù... »
Sua Santità prese quindi a rivolgere all'eletta schiera dei giovani i più opportuni incoraggiamenti, e conchiuse coll'impartire l'Apostolica Benedizione ai presenti, ai loro compagni lontani, alle loro famiglie, ai loro studi, alle loro opere ed anche ai loro divertimenti sportìvi, col voto che la Benedizione fosse per tutti « fonte dei più cari conforti e delle più soavi consolazioni. »
La sala grandiosa risuonò dei più calorosi applausi.
Nel pomeriggio, nell'ampio cortile di S. Damaso si tenne il saggio finale ginnastico alla presenza del S. Padre, e la sera nel cortile del Belvedere, presieduta dall'Em.mo sig. Card. Segretario di Stato ebbe luogo la solenne cerimonia della distribuzione dei premi. « La bella festa, scrive l'Osservatore Romano, si protrasse sino alle undici, lasciando ìn tutti un grato ricordo, e nelle squadre delle città italiane, profonda ammirazione per l'accoglienza e l'ospitalità ricevuta in questa Roma, che vide una volta le lotte del circo e gli strazii delle umane membra, imploranti all'Altissimo, e che ora rigenerata, vede per le sue vie, squadre vigorose di giovani atleti, che nei forti petti, serbano immacolata la Fede dei loro padri, e che nel braccio poderoso nascondono la forza virile a sostenere i diritti della patria. »
*
La Squadra del Circolo Don Bosco di Sampierdarena, al detto Convegno ottenne:
La medaglia d'argento di I° grado nelle gare di squadra ;
Una medaglia vermeil nella gara individuale artistica ;
Una medaglia d'argento media nella gara individuale atletica ;
Una medaglia d'oro nella gara sollevamento pesi ;
Una medaglia d'argento grande per il podismo.
Anche la squadra dei piccoli ginnasti dello stesso Circolo recavasi al Concorso federale di Savona nella prima quindicina di settembre, riportandovi, nella categoria A, il primo premio consistente in una medaglia d'argento grande con diploma.
Un plauso sincero a quei carissimi giovani.
Il Concerto dell'Ospizio del S. Cuore di Gesù in Roma, che pel numero grande dei musici e per l'accuratezza delle sue esecuzioni fu segno di speciale attenzione nella sfilata dei ginnasti e dei Ricreatori da S. Ignazio al Vaticano, quivi, sì nel mattino, al ricevimento ufficiale del Santo Padre, che alla sera, durante gli esercizi collettivi davanti alla stessa S. S., aveva l'ambito onore di eseguire uno svariato programma.
Il Comm. Pericoli, organizzatore del grandioso Convegno, inviava pochi giorni dopo al Direttore dell'Ospizio una splendida grande medaglia vermeil, accompagnandola con la seguente lettera che riproduciamo con vivi sentimenti di gratitudine
Rev.mo Signore,
Il Comitato esecutivo del I° Convegno Sportivo Cattolico Italiano porge alla S. V. Rev.ma i suoi più vivi ringraziamenti per la parte attiva che ha preso per la buona riuscita del Convegno stesso e come pegno della sua gratitudine e, ricordo di questo solenne avvenimento, Le invia l'acclusa medaglia.
Con rispetto mi creda
Devotissimo Avv. P. PERICOLI, Presidente. *
Il 2° Convegno Sportivo Cattolico Italiano si terrà a Milano l'anno venturo. A Roma si terrà un grande Convegno Nazionale Cattolico Sportivo nel settembre 19o8, in occasione dei Giubileo Sacerdotale di Sua Santità.
Un bell'esempio ed una pia proposta.
Pro Calabria - Al Collegio Salesiano di Troy. (Lettera del Sac. Ernesto Coppo.)
REVERENDISSIMO SIG. D. RUA,
Nel novembre del 1898 io giungeva a New York, per dedicarmi all'assistenza dei nostri cari emigrati, in mezzo ai quali or faccio ritorno. Prima di mettermi al lavoro, credetti opportuno di prendere una certa qual conoscenza dei costumi e degli usi del luogo, specialmente in ciò che riguardava le funzioni religiose. Pertanto nella prima domenica, che passai in quell'immensa città, andai a visitare alcune chiese, mentre vi si celebrava la Santa Messa. Giungeva dall'Italia, centro del cattolicismo, dove io aveva potuto visitare un buon numero di magnifiche chiese, nelle quali purtroppo non avevo sempre potuto ammirare nel popolo quel rispetto e quella divozione che si deve alla casa di Dio. Rimasi perciò doppiamente colpito da grata sorpresa nell'ammirare il grande rispetto e la massima divozione, colla quale i cattolici americani entravano e restavano in Chiesa, specialmente durante la Santa Messa.
Una moltitudine di popolo già gremiva il sacro edifizio prima che il sacerdote comparisse all'altare ; qualche fedele entrava ancora ; versava un'offerta in un piccolo cesto posto vicino alla porta; prendeva l'acqua santa e, fatto il segno di croce ed una genuflessione, ch'era veramente genuflessione, andava ad inginocchiarsi con grande raccoglimento. Mai che uno si permettesse di fermarsi a parlare o di mettersi curiosamente in giro per la Chiesa... Ma suona una campanella e compare il celebrante ; tutta quella moltitudine si mette in ginocchio ; moltissimi signori e signore aprono il loro libro di divozione, e divotamente leggono, altri prendono la corona e recitano sommessi il santo Rosario; più nessuno si muove, nè per entrare nè per uscire : è l'ora fissata pel Santo Sacrifizio. Il popolo se n'è ricordato ed è arrivato in tempo : il sacerdote lo sa e mantiene puntualmente l'orario. Che magnifico spettacolo ! come si prega bene in mezzo ad una moltitudine che sente intimamente ciò che significa essere nella casa di Dio per assistere al S. Sacrifizio della Croce
Eccoci al Vangelo : tutti si alzano come un sol uomo per sentirne la lettura, e poi si siedono per ascoltare gli avvisi che il sacerdote rivolge. Dati gli avvisi, vedo il celebrante che prende un libro e legge : Vangelo della Domenica... A queste parole tutti gli astanti si rialzano in piedi ed ascoltano attentamente il tratto di Vangelo che vien letto nella loro lingua. Il sacerdote, finita la lettura del Vangelo della Domenica, chiude il libro, e tutti siedono per ascoltarne la spiegazione. Non è una interminabile predica, nè un'elaborata omelia quella che il popolo ascolta con tanta attenzione è una spiegazione chiara, vibrata, pratica e brevissima. Non vedo alcuno che faccia segni di noia, nessuno disattento, neppure l'idea di uno che si muova per uscire....
Finito il breve ma efficacissimo sermoncino, il celebrante si rivolge all'altare per continuare la Messa ; ed il popolo lo segue divotamente leggendo il libro di preghiera, o pregando. Non il più piccolo disturbo durante il Santo Sacrifizio ; nessuno assolutamente che si permetta di uscire di chiesa prima che il celebrante abbia lasciato l'altare.
- Che edificante spettacolo fu quello cui assistetti stamane ! dissi al primo prete col quale parlai in quel giorno, e gli raccontai il fatto.
E quel buon sacerdote
- Nessuna maraviglia, mi rispose : questo è quanto avviene a tutte le messe che di festa si celebrano negli Stati Uniti : è una cara prescrizione cui noi ci facciamo un grato dovere di obbedire puntualmente con grande vantaggio delle anime.
Mi feci naturalmente io pure un grato dovere di obbedirvi, appena diedi principio alla missione affidatami fra gli emigrati italiani, nè tardai a convincermi praticamente della saggezza di chi aveva dettata quella prescrizione.
In grazia di questa, nessun cattolico di buona volontà, torna a casa dalla Santa Messa senza aver ascoltata la parola di Dio ed avervi fatto almeno una breve riflessione.
Come è facile l'immaginarsi, ben presto negli Stati Uniti si sentì la convenienza di aver qualche libro che riportasse il testo evangelico domenicale in caratteri facilmente leggibili anche dai sacerdoti di vista non troppo felice : quindi non si fece aspettare una quantità di magnifiche edizioni di evangeli domenicali in lingua volgare, o soli, o seguiti da brevissima spiegazione ; quindi una diffusione sempre maggiore della divina parola fra il popolo ed il conseguente bene immenso alle anime dei fedeli.
L'eco felice di questa opportunissima pratica si è felicemente già ripercossa anche nella nostra Italia, ed io seppi con molto piacere che in più luoghi già si è cominciato ad imitare l'esempio degli Stati Uniti, comune alla Germania e ad altri paesi.
Anche i cattolici Italiani emigrati negli Stati Uniti l'hanno accolto con grande piacere, molti con vero entusiasmo, ed io non posso mai, senza commuovermi, ammirare quella folla di operai, onore e vanto della patria nostra, i quali alla domenica si alzano riverenti ad ascoltare il Santo Vangelo che viene letto nella loro lingua, e poi ne ascoltano attentissimamente la breve spiegazione. Quegli operai attingono dalla parola di Dio nuova lena a sopportar rassegnati la lontananza dai patrii lidi, dalla pia consorte e dai figli cari, ed a conservare intemerato fra gli stranieri il nome di italiani e di cristiani di cui si onorano.
Ma se questo avviene tra noi, perchè non potrebbe vedersi in tutti quei luoghi, dove i figli di D. Bosco hanno direttamente l'assistenza religiosa di tanti emigrati italiani? La vivezza della fede è certo il più bel vanto dell'Italia : ed un mezzo efficacissimo a conservar vigorosa la fede nei nostri fratelli emigrati, è certo il rispetto e l'amore al più bello di tutti i libri, al S. Vangelo, e la conoscenza della Dottrina che vi è contenuta.
Proprio ora, in procinto d'incamminarmi a bordo, ricevo notizie consolantissime da New York, dalla nostra patria di adozione.
L'Italiano in America ha aperto una sottoscrizione a favore dei danneggiati della Calabria, sottoscrizione che ha già fruttato una somma rilevante. I nostri confratelli hanno celebrato un solennissimo funerale per le vittime.
A Troy , nel nostro Collegio Italiano, presente l'agente consolare di Albany, sig. Cav. Baccelli ed altri illustri personaggi, ha avuto luogo la distribuzione dei premi. Il console diede una medaglia d'oro al giovane Carmelo Russo, che più di tutti si distinse nell'italiano. Ella sa che nel nostro Collegio di Troy l'insegnamento dell'italiano tiene il primo posto insieme coll'inglcse.
Ma per ora debbo far punto... Dall'America le manderò quanto prima altre notizie. Intanto, amatissimo Padre, nuovamente benedica me ed i miei compagni, affinché possiamo avere una traversata felice e giunti sul campo del lavoro tenerci sempre all'altezza della nostra missione.
Sampierdarena, 17 ottobre 1905.
Suo Dev.mo Figlio SAC. ERNESTO COPPO.
Il Cristoforo Colombo, settimanale italiano che si pubblica dai nostri confratelli dell'Argentina, scrive
« Tutti gli animi ben nati si sono profondamente commossi alle notizie dei disastrosi successi causati dal terremoto ai nostri fratelli delle Calabrie, e tanto in Italia che fuori di essa, in qualunque parte dove siavi riunione d'Italiani, si sono concordate le voci di soccorso ».
E facendosi « interprete dei sentimenti dei suoi lettori » apriva anch'esso una sottoscrizione.
Patagonia Meridionale
S. A. R. il Principe Ferdinando di Savoia di passaggio a Punta Arenas.
Punta Arenas, 28 luglio 1905. REV.MO SIGNOR DON RUA,
NEI giorni 19, 20, 21 del corrente mese abbiamo avuto l'alto onore di essere visitati da S. A. R. il Principe Ferdinando di Savoia, Duca di Udine, primogenito del Principe Tommaso, Duca di Genova, venuto qui a bordo della R. Nave Calabria. Cortese ed affabile quanto mai, mostrò grate piacere nel visitare il nostro Collegio, la Chiesa, l'Osservatorio Metereologico sopratutto ed il Museo, prendendo varie fotografie dei locali e dei giovani nostri alunni. Visitò pure il Collegio delle Suore di Maria Ausiliatrice togliendo le fotografie di varii laboratorii dove lavorano le giovanette. Ci regalò alcune fotografie della R. Nave Calabria ed un'elemosina per le nostre missioni.
Noi fumino a bordo della Calabria per restituirgli la visita, ossequiandolo anche a nome del nostro Superiore Mons. Fagnano, che si trova a Buenos Ayres, e di tutti i Salesiani di questi luoghi, e gli presentammo varie fotografie ed oggetti curiosi di queste nostre missioni. Lo trovammo con alcuni ufficiali tutto intento a rilevare le fotografie del nostro Collegio prese il giorno innanzi. Ci trattò con molta gentilezza, ringraziandoci infinitamente dei nostri poveri regali che si degnò gradire con molta stima e piacere, e ci invitò a bere con lui e col Comandante sig. Marenco di Moriondo, ottima e simpatica persona, un bicchierino di vermouth di Torino. Ci domandò da che tempo eravamo a lavorare in questi luoghi (che trovò interessantissimi sotto molti aspetti), del numero dei Salesiani, e delle nostre case già esistenti. Si meravigliò non poco al sentire il numero delle case Salesiane sparse in America, e disse sorridendo : Ma questo Don Bosco!... chi lo avrebbe detto ! fu proprio un inviato della Provvidenza in questi ultimi tempi. In varie parti abbiam ricevuto visite di Salesiani... e chi sa quante altre ancora ne avremo prima di terminare il nostro viaggio!...
Poscia ricordò le varie volte che vide l'Oratorio di Torino e la bella impressione che sempre ne ebbe. Terminò facendo voti per la prosperità di tutte le fondazioni salesiane, non solo d'America ma di tutto il mondo, e pel Superiore generale sig. D. Rua. Dopo più di mezz'ora di lieta e famigliare conversazione ci licenziammo, meravigliati di tanta bontà e cortesia. Nel partire S. A. volle stringere la mano a tutti affettuosamente.
Anche il sig. Comandante Marenco e molti ufficiali vennero a farci visita, e tutti ricevettero in dono alcune fotografie, frecce, archi od altri oggetti curiosi. Il sig. Dottore, torinese, si ebbe il cranio di una foca che disse invierà al Museo di Torino, per cui lo andava cercando ; ne fu contentissimo sopra ogni dire. Tutti partirono bene impressionati di Punta Arenas.
La prima autorità locale diede un sontuoso banchetto in onore di S. A. R. e di tutto l'ufficialità della R. Nave Calabria; banchetto a cui presero parte insieme col giovane Principe, il Comandante e varii ufficiali, tutte le principali autorità della città, varii Consoli e signori ragguardevoli, scambiandosi in fin di tavola affettuosi brindisi al Chilì ed all'Italia. Queste visite di navi italiane, che si ripetono a quando a quando, giovano assai per stringere sempre più i vincoli di fraternità fra le nazioni suddette ed anche per conciliare sempre maggior rispetto ai missionari italiani che dimorano in questi lontani paesi. Perciò sono una vera benedizione del Cielo.
Credo che queste notizie torneranno quanto mai gradite al cuore della S. V. R.ma, nonchè di tutti i nostri cari Cooperatori italiani, per cui mi affretto ad inviargliele.
Mi benedica, rev.mo sig. D. Rua, preghi il Signore per me, e con i figliali saluti di tutti i Salesiani di Punta Arenas e Terra del Fucoco, riceva in particolare quelli di chi ha il bene di sottoscriversi
Della S. V. R.ma
Umilissimo Servitore e figlio Obb.mo Sac. MAGGIORINO BORGATELLO.
Patagonia Centrale
In cerca di sussidi per la Missione del Chubut.
La Direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice stabilite a Rawson nel Chubut, da Buenos Aires scriveva questa lettera al Sig. D. Rua.
18 agosto 1905. REv.Mo SIG. D. RUA,
SONO giunte nelle mie mani le sue pregiate lettere ; e l'ultima mi è giunta proprio in un momento di prova, quando si faceva sentire più che mai il sacrificio dell'ardua impresa di andare in cerca di elemosine
Ah ! signor D. Rua ! l'assicuro che per nessuna persona del mondo farei la vita che faccio ; solo per Dio e per l'amore intenso che nutro in cuore alle anime mi assoggetto a così duro lavoro.
Quante umiliazioni e quante mortificazioni ! Quante volte mi hanno chiuso la porta in faccia! quante volte ho pianto per le strade ! quante volte sono stata senza prendere un tozzo di pane tutto il giorno ! qualche volta, sfinita, ho chiesto una tazza di latte o di brodo in qualche famiglia che m'ispirava maggior confidenza. Oh ! quanto ho dovuto soffrire ! Solo Dio lo sa, ed io non voglio rammentarlo per non diminuirne il merito. In questi tempi è duro andare elemosinando di porta in porta, tanto più, che mi feci un dovere di non andare ad importunare nessuno dei benefattori delle nostre Case di Buenos Aires. Quindi sempre con faccie nuove, ed ho continuato così quattro mesi, senza perdere un giorno. Solo le domeniche e i giorni di festa restava in casa; del resto anche per pioggia, sebbene malandata di salute, ho continuato nella stessa fatica da mane a sera.
Grazie a Maria Ausiliatrice ora ho finito; e con tutta la soddisfazione debbo dire che Maria SS. si mostrò vera Madre, che per me ha fatto dei miracoli. Nella sua novena lui colmò addirittura di tenerezze. Avrei molti fatti da contarle, se ne avessi il tempo. Gliene dirò uno in breve.
Il 15 maggio, I° giorno della Sua novena, La scongiurai vivamente a venirmi in aiuto. Erano 3 settimane, che lavoravo tutto il giorno senza alcun risultato; tutti mi chiudevano la porta ! Quel giorno piena di fiducia, uscii per la città. Suono un campanello; viene la fantesca. Le dico: « C'è la signora ? » « Sì, mi risponde, passi avanti. » Viene la Señora; mi chiede che cosa voglio. Io le era perfettamente sconosciuta le racconto donde veniva, la miseria del Chubut, i nostri bisogni ecc. ecc. « Povera Suora, mi risponde, mi fa compassione ! la sua situazione è triste...» Quindi mi prende per la mano e mi dà 500 Pesos, 1200 franchi circa. « Prenda, mi dice, e si faccia coraggio che la Madonna l'aiuterà! » Io rimasi di ghiaccio, e due grosse lacrime furono le parole di ringraziamento. A quella vista, la signora si commosse ella pure e mi disse : «Prima di partire, torni che l'aiuterò un altro poco. La ringraziai e uscii. Per la strada non vedevo dove passava ; tanta era la mia confusione. Seguitando il mio giro ebbi nuovi tratti della benedizione di Maria Santissima, per cui quel giorno 15 maggio tornai a casa profondamente commossa.
Il martedì seguente fu pure provvidenziale. In quella stessa sera mi arriva una lettera: una signora mi aspettava il mercoledì alle 11. Quel giorno si faceva festa in casa per l'anniversario dell'Incoronazione di Maria SS. Ausiliatrice. Aveva stabilito di non uscire e di star tutto il giorno in chiesa pregando, però quell'invito mi parve mandato dalla Madonna. Forse Ella mi vuol fare qualche regalo!... e mi decisi di uscire. Con fede partii. La signora mi riceve con mille gentilezze, e dopo chiestemi molte informazioni, mi inette in mano anch'essa 500 pesos.... Creda, sig. D. Rua, a quel nuovo tratto di visibile provvidenza celeste mi sentii nuovamente commossa in modo indescrivibile. Basta ; tutta la novena, per me, fu ,una continua benedizione.
Oh ! com'è vero che il Signore ripaga col cento per uno i sacrifici fatti unicamente per Lui e pel bene delle anime. Quando c'è questo retto fine, si può star sempre sicuri dell'impresa : io ne ho avuto mille prove.
Veneratissimo Padre, intanto io la ringrazio delle sue lettere e della sua promessa a venirci in aiuto per terminare il Collegio, grazie mille. Per ora ho potuto raccogliere una somma che credo quasi bastante a compier l'opera, per cui lascio la cosa nelle mani della Provvidenza. Venerdì, 25 corrente, partirò pel Chubut : vedrò a qual punto sono i lavori. Se mi fosse possibile, non vorrei incomodarla.
Ho raccolto anche un po' di commestibili, cioè farina, paste, fagiuoli, patate, ecc. ecc. Ho pur trovato due macchine da cucire (così potremo aprire un laboratorio), ed ho raccolto tutta la suppellettile necessaria per la nostra cappella. Ci aiuti quindi, veneratissimo sig. D. Rua, a rigraziare il buon Dio e la nostra pietosa Ausiliatrice, e ci mandi la sua benedizìone.
Sua Dev.ma Figlia
Suor GIUSEPPINA TORTA.
Patagonia Settentrionale
Lungo le sponde del Rio Negro.
(Lettera del Missionario D. Andrea Pestarino a S. E. Rev.ma Mons. Giov. Cagliero.)
Coronel Pringles, 24 agosto 1905. ECCELLENZA REVERENDISSIMA,
PER disposizione della Divina Provvidenza son tornato alle Missioni del Rio Negro, con residenza precisamente a Pringles, dove nel 1889 fui il primo maestro nel Collegio annesso alla chiesa di questo centro.
In marzo, maggio e giugno, coadiuvato dal catechista Giovanni Mezzo, mi recai in missione in vari punti della costa nord e sud del Rio Negro. Mi sembra che il risultato sia stato soddisfacente, ed anche l'Ecc. V. Rev.ma potrà persuadersene osservando l'unito riassunto. Nè poteva essere altrimenti , avendo cominciato la mia apostolica escursione sotto gli auspizi del glorioso Patriarca S. Giuseppe, e continuatala sotto il manto della nostra eccelsa Patrona Maria SS. Ausiliatrice e del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Alla Traversia del Turco - Un vecchio di 115 anni. Un po' di bene dappertutto.
Ci fermammo vari giorni presso la Boca de la Traversia del Turco nella casa patriarcale del sig. Mariano Crespo, venerando vegliardo di 115 anni! dove ci usarono ogni attenzione possibile. Grazie allo zelo dei figli e nipoti di detto signore, da tutte le parti venne gente alla santa missione.
A La Commercial, che è nella Traversia del Turco, verso il Rio Colorado, albergammo una settimana nell'estancia del sig. Ottone Peters, tedesco. Tanto questi, come il suo ministro e il rappresentante della Casa di Commercio, sebbene acattolici, si portarono egregiamente verso di noi, e mandarono ad avvertire il vicinato dell'arrivo del Missionario.
A quattro leghe da detta estancia, incontrai una povera famiglia argentina con otto figli non ancor battezzati. Come ufficiale di stato civile sposai quei genitori secondo la legge, e come Missionario benedissi la loro unione secondo il rito di S. Chiesa. Battezzai anche gli otto figliuoli, dopo di aver sufficientemente istruiti nelle verità di N. S. Religione quelli che avevan l'uso di ragione. Il più grandicello aveva quattordici anni. Quella coppia rimase così contenta di essersi messa in grazia di Dio, che non aveva parole per esprimere la rionoscenza d'un tanto benefizio.
Tre leghe ancor più avanti trovammo un giovane argentino unito civilmente con una giovane protestante, che per un anno fu ricoverata nel Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Viedma. Avendola sufficientemente istruita nelle verità di N. S. Religione, ed essendo ella desiderosa di entrare nella vera chiesa, le amministrai i SS. Sacramenti del Battesimo, della Cresima e della Comunione, e benedissi il suo matrimonio. Anche lo sposo ricevette il S. Sacramento della Cresima ; ed ambidue mi furono di grande aiuto per riuscire a battezzare cinque fanciulli piuttosto grandicelli. Lo zelo e l'industria che quegli sposi dispiegarono a tal fine mi lasciarono ammirato. Deo gratias et Mariae!
Assai riconoscenti, e core vivo dispiacere, ci allontanammo di là per andare al Bajo San Pedro, dove io era atteso dalla buona famiglia di Vascos. Ripassando alla colonia del sig. Peters, trovai che mi aspettavano pel battesimo di due bambini. Ringraziata di nuovo tutta quella gente di quanto aveva fatto per favorire la nostra missione, proseguimmo il viaggio al luogo suddetto. Ma la notte ci sorprese due leghe prima di arrivarvi ; per cui pernottammo in casa di un indio cristiano, di nome Francesco Ñancufil. Però questo contrattempo fu provvidenziale. Trovavansi là un giovane indio di 3o anni, desideroso di ricevere il S. Battesimo, e due persone che volevan compiere il Precetto Pasquale.
Al Bajo S. Pedro - La Festa di Maria Ausiliatrice a Conesa - A Sanjon de Oyuela - Abbondanti consolazioni.
Al Bajo S. Pedro, grazie allo zelo spiegato dalla suddetta famiglia Vascos, ottenni di unir civilmente e sacramentalmente una coppia argentina che aveva già cinque figli grandicelli. Compiuta ivi la missione, passando per Rivicon Sarmiento, ci avviammo a Conesa. A Cabeza de Buey fui ospite del signor Tissot, i cui figliuoli furono tutti educati nei Collegi nella nostra Missione. Si accostarono tutti ai SS. Sacramenti in compagnia del loro servo indigeno. Un altro servo, tuttora infedele, fu preparato al S. Battesimo ed alla Confermazione. Mattina e sera facevansi in comune le pratiche di pietà come in collegio : che bell'esempio !
Avrei voluto passar anche a Romero, ma a causa del tempo molto piovoso non mi fu possibile.
A Conesa ci fermammo alcuni giorni, aspettando che le strade divenissero un po' migliori e intanto aiutai il nostro caro D. Salvioni a preparar alcuni fanciulli alla prima Comunione e predicai il triduo in preparazione alla festa di Maria SS. Ausiliatrice. Nel giorno della festa, celebrai la messa della comunione generale improvvisando un fervorino, ed alla messa solenne, cantata dal Parroco, predicai di nuovo sulle glorie della nostra eccelsa Patrona.
Nella Colonia Frias diedi missione in varie case, preparando ovunque i giovanetti alla prima comunione. In casa del signor Pagleman, vecchio e grande amico dei missionari, diedi missione due volte, in marzo e in maggio, ottenendo sempre un buon numero di Comunioni. Ivi pure amministrai il S. Battesimo a due indii di trent'anni e ad un altro molto vecchio, il quale mi riempì di ammirazione per la sua fede, pel suo candore e per la sua riconoscenza. Come n'ebbi a ringraziare il Signore e la benedetta sua Madre !...
Tra Primera Angustura e Segunda Angustura, rimasi un giorno in missione in casa del signor Bartolo Alfaro, il quale si gloria di aver ospitato nel 1884 l'Ecc.mo Mons. Espinosa, allora Vicario Generale ed ora degnissimo Arcivescovo di Buenos Aires. Preparai i due figli minori di detto signore Alfaro alla prima Comunione e celebrai una messa nell'anniversario di un altro suo carissimo figliuolo, alla quale assistettero tutti i numerosi parenti ed amici.
Fui pure a Monte Baquel e a Cubanea, ma il frutto fu scarso, a cagione dell'influenza che v'infieriva e dell'assenza di alcuni capi di famiglia andati a Viedma, quelli appunto nelle cui case aveva stabilito di dare la breve missione.
A Sanjon de Oyuela mi fermai un giorno in casa della virtuosa famiglia di Puñez, i cui figli mi fecero di guida a varie case dei dintorni, ove ebbi la consolazione di battezzare e cresimare varie creature. Ospitai una notte in casa del vecchio Regeguela di San Javier, sig. Mariano Linares, che ricorda con sommo piacere i nomi di tutti i Missionari che lo visitarono, particolarmente Mons. Fagnano, D. Milanesio e V. E. Rev.ma. Io ebbi la soddisfazione di cresimare alcuni suoi nipotini.
Finalmente, il 27 giugno, arrivammo alla casa del sig. Cecilio Lucero, il papà dei Salesiani di Viedma.
Appena giunto, mi presentò la sua numerosa e pia famiglia, che io desiderava tanto di conoscere. La pietà e l'ammirabile unione di questa gente mi riempirono di sincera ammirazione. Tutti si accostarono alla S. Comunione ad onore del S. Cuore di Gesù.
E il 30 giugno, festa appunto del S. Cuore di Gesù, celebrai la S. Messa al Faro, alla quale si comunicarono il primo e il secondo Giudice e il Capitano dei marinai. Ed io, in quella stessa sera m'incamminai a Viedma, dove ebbi il piacere di giungere in tempo per la funzione di chiusura del mese del Divin Cuore di Gesù e dare la Benedizione col SS. Sacramento.
Pongo termine a quest'umile relazione, baciandole il S. Anello ed implorando una particolar benedizione per me e per tutte le persone che hanno in qualche modo cooperato al buon esito della suddetta missione.
Dell'Eccellenza Vostra Reverendissima,
Dev.mo figlio in G. e M. Sac. ANDREA PESTARINO.
NB. - Prospetto riassuntivo di questa missione :
Battesimi di adulti 5
Battesimi di figli d'indii cristiani z8
Battesimi di figli di bianchi 58
Totale 81
Cresime 211
Confessioni 184
Prime comunioni 22
Comunioni 113
Atti civili di matrimonio 3
Matrimoni 9
Figli legittimati 18
Equatore.
Nelle foreste dei Jivaros. Flora e Fauna.
Nel mese di febbraio (ved. pag. 49 e seguenti) parlammo di un manoscritto inviatoci dal nostro D. FELICE TALLACCHINI sulla prima visita di Mons. Costamagna a Qualaquiza. Ora ce n'è pervenuta la continuazione, e da quest'ultima parte abbiam voluto spigolare alcuni tratti, che ritraggono splendidamente la lussureggiante vegetazione e la fauna delle foreste equatoriali, stanza immensa delle poche migliaia di Jivaros superstiti.
Una foresta vergine - Nel mondo vegetale.
Il mattino appresso, per tempo, le mule, buone o cattive, erano allestite. Il vescovo pel primo montò in groppa e si mise alla testa della cavalcata. Marciavano ai fianchi, davanti, e di dietro, i due Kivari e due coadiutori della Missione.
» Attraversato qualche boschetto e passati per entro fitte piantagioni di canne e di banani, proprie dei bianchi, penetrarono nel bosco selvaggio. » Il cielo era splendido ; la foresta incantevole ; lo stretto sentiero piano e asciutto. Attraverso gli innumerevoli forellini che concedeva l'intralciata e foltissima volta intessuta dai rami e dalle foglie, penetrava una vivissima luce in forma di centomila raggi che facevano più deliziosa la variopinta amenità della selva.
» Quivi sembrava che la natura avesse accoppiato in mostra universale, ma senza aiuto dell'arte, quanto havvi di più bello e prezioso: misterioso silenzio ; delicato ronzio d'insetti; sursurro di aure mattutine ; fragori lontani ; scrosci d'acque ; leggero fruscio di foglie ; amorosi trilli, gorgheggi e scivoletti degli uccellini più piccoli , sguaiato gracchiare dei più grossi; canti che rispondevano; rombo di alberi che s'urtavano al vento; rimbombo d'altri che cadevano ; eco più volte ripetuta fra tronco e tronco, di ogni rumore, di ogni voce, umana o brutale;... muschio e fili quasi invisibili di erbe, frammischiati a foglie di ogni specie, vuoi tenere e quasi gelatinose, vuoi dure e quasi ossee ; ora piccolissime, appena visibili, ora enormi e gigantesche ; frastagliate, rotonde, arricciate ; ovali, rettangolari o a guisa di cuore ; festonate, lanceolate, filiformi, semplici e doppie... erbe, muschio, e foglie, intrecciate con vimini in una rete di ogni verde, porpora, scarlatto, caffè, nero.
o Dove penetrava un raggio di sole, ivi si apriva un mazzo di fiori, ne cadeva una ciocca, se ne intrecciava un festone o una ghirlanda.
» Alberi di mille specie e dimensioni, che si ergevano addossati, confusi, incatenati, in croce o paralleli, formando arcate, volte e navi, ogive, cupole e guglie, colonne, capitelli e cornicioni di ogni stile, verso l'immensa altezza, ove il sole, sui loro rami e sulle foglie, coltivava in aerei giardini un'altra generazione di vegetali. V'erano l'arbusto e l'alberetto ancor tenero, che cercavano la luce fra i loro maggiori ; ed i giganti secolari, dal legno incorruttibile, dalla cima invisibile, dritti e slanciati come alberi di navi, di due o tre metri di diametro, dalle radici ora aeree, che univano il tronco alla terra come altrettante corde di sostegno, ed ora sporgenti la loro corteccia in forma di pareti rientranti. Facendo in questa delle incisioni colla scure, avresti ammirato i più diversi colori, al correre della linfa : dall'ebano al color rosa, al giallo d'oro, al bianco d'avorio. Che mosaici, che pitture non ne avresti ricavato ! Ed ecco piangere dalla ferita una goccia : è la gomma, l'incenso, la mirra ; è la cera lacca ; sono cento vernici e resine preziose nelle arti, nelle industrie, nelle scienze. E mentre dai fiori e dai frutti pendenti estrarresti profumi ed essenze aromatiche, polveri e tinte di ogni varietà, qua la flora ti regala a suo modo il latte ed il pane, la sua cera ed il suo miele, là il balsamo, l'olio e la lana.
Il mondo animale - Insetti, uccelli e serpenti - Il macanci - Episodi.
» E fra questo mondo che ti par fermo, ne senti animarsi, formicolare e come. bollire intorno a te un altro vivace, numeroso, irrequieto. Sono cento e cento mila insetti, che ti volano e ronzano ai fianchi, al capo, o si trascinano in lunghe processioni sui tronchi o per terra, o formano enormi macchie, quasi innumerevoli tribù, sopra e sotto le foglie. Ne hai di ogni dimensione, forma e colore ; dall'invisibile termes al dynastes cornuto di 10 centimetri di lunghezza. Questi ostentano screziati azzurri, oro e perle sulle trasparenti ali ; quelli ti mostrano tutte le irradiazioni della luce nelle dure croste di cui sono coperti ; qua le farfalle vestite di porpora e di madreperla, là i loro bruchi coperti di velluto. Di lepidotteri conteresti più di 3000 specie, che servono di barometro al viaggiatore ; di coleotteri, ne avresti più di 8ooo.
» Quasi a gareggiare cogli insetti vedresti a frotte i beccafiori e gli uccelli mosca incrocicchiarsi a fendere l'aria, spargendo intorno a se come scintille elettriche di diversi smalti o altalenarsi dalle fucsie e dai grappoli di fiori per succhiarne il miele.
» In breve passerebbero sotto i tuoi occhi le più di 500 specie di uccelli, delle quali 360 furono studiate dal dotto naturalista italiano Enrico Festa, che fu ospite nobilissimo della missione. Specialmente i colombini, i gallinacei e i rampicanti, e qualche rapace, come padroni della zona in cui vivono, ti ostenterebbero tutto il lusso dei loro vestiti : questi in manto scarlatto puro o verde azzurro ; quelli, più austeri, in seta nera con splendori metallici ; altri con tutti i colori dell'arlecchino ; alcuni ti mostrano il loro lusso nella coda ; altri nell'orgogliosa cresta o nel ciuffetto ; i più eleganti nel fascino delle loro collane e degli strascichi onde fanno pompa fra sprazzi di zaffiri, topazii e rubini.
» E mentre i più passano in silenzio, questi ti salutano con una gracchiata, quello ti canta sul capo il suo idillio, che non s'avvicina però a quello dell'usignuolo, ed un terzo zuffola due parole che par ti dicano buon giorno, oppure Iddio ti doni; e forse un quarto coll'arte di un vecchio trombettiere ti suona un ordine militare (1). Ma sopra tutti, lassù, nelle somme cime s'agitano, svolazzano, schiamazzano senza posa, stormi di innumerevoli pappagalli di varie specie, dal grosso e superbo guacamaio al piccolo e ciarliero perico... »
A proposito dell'uccisione di quel gran serpente sbucato dal Soñadero, allorchè questo venne incendiato per ordine di Mons. Costamagna (ved. Bollettino, marzo 1903, pag. 81) il nostro Missionario prosegue
... Di tutti i serpenti il più frequente ed il più velenoso fra noi è il macanci. Se non si applica subito l'antidoto, la sua ferita è sempre mortale. E v'ha di più, che egli s'avvicina assai alle abitazioni umane. Non è guari che se ne trovò uno lungo due metri in un corridoio della missione. Un altro, piccolino, si attortigliò fra la roba di un giovinetto ricoverato.
» Or sono alcuni anni, una donna si era addormentata sulla soglia della sua casa, nell'atto di allattare un bambino. Questi pure s'addormentò sul grembo della madre. Non pertanto lasciò essa di sentire l'impressione dell'allattamento. E, quale non fu il suo terrore, quando allo svegliarsi, vide che chi le succhiava il latte era uno di questi serpenti ! Cosa singolare in una donna ! Ebbe l'eroica presenza di spirito di rimanersene là ferma, finchè giunse il marito ; il quale, vedendo l'orribile quadro, corse a prendere un vaso di latte e lo adagiò a poca distanza dal serpente ; e questo di lì a poco lasciò la donna per tuffarsi nel liquido prelibato.
» Il dotto naturalista Torinese, Enrico Festa, or sono sei anni, corse anch'egli pericolo della vita nella preparazione di questi rettili.
» Avevane riempito un gran recipiente di morti e, mentre sceglieva or l'uno or l'altro, passogli un dito fra le mandibole aperte di uno di essi ; il dente forò l'epidermide, ed in pochi minuti il suo braccio era gonfiato spaventevolmente. Ma egli portava sempre con sè potenti contravveleni ; e colla stessa celerità scongiurò il pericolo.
Contro le morsicature dei serpenti - Il yamúnga e le formiche.
» I poveri indii che vivono un po' lungi dalla missione, per lo più soccombono alle morsicature dei serpenti. L'antidoto che essi usano, di abbondanti peperoni rossi cacciati a gran forza nello stomaco, non sempre giova loro. Hanno scoperto un altro rimedio che loro produce migliori risultati. La scoperta è dovuta nientemeno che ai rospi. Si sa che questi sono perseguitati dalle bisce. La prima difesa del povero animale consiste in prendere traversale nella bocca un fuscellino. Si presenta l'assalitore, ed il rospo gli mostra la bocca tenacemente chiusa colla barriera che lo ha da salvare. Gira il serpente in lunghe volute per sorprenderlo alle spalle, e l'assalito, senza muoversi dal suo centro di azione, girando sopra se stesso e gonfiandosi gli presenta un'altra volta l'inespugnabile trinciera. Se il serpente non riesce a pungerlo col dente ed avvelenarlo, non ottiene il suo scopo.
» Anche le tarantole, che qui sono assai grosse e spesso fatali per gli stessi uomini, perseguono il povero rospo, per succhiargli il sangue. Questo se si sente punto, immediatamente salta in cerca di un'erba che neutralizza in lui l'azione del veleno. Fu appunto per una di tal lotte accanite che un indio scoprì il contravveleno di cui parlo. Vedendo che l'assalito, ogni volta che era morsicato correva a mordere una certa erba e poi tornava alla lotta, il selvaggio tagliò quell'erba; allora il rospo incominciò a gonfiarsi e morì in breve.
» Il nemico più potente che hanno tutti questi rettili viperini ed insetti velenosi è il serpente yamúnga, altrove chiamato guàzu. Raggiunge il diametro di 15 centimetri, ma non è più lungo di due o tre metri. Colla sua coda ben potrebbe ammazzare un uomo ; ma non è velenoso nè insegue la gente ; al contrario, è assai benefico, perchè serve di pulizia fra gli altri rettili nocivi.
» Anche le formiche sono formidabili alle serpi. Ve n'ha una specie di grosse come due ceci, che molte volte servono ai Kivari di alimento, con altri insetti, lepidotteri, coleotteri, ottotteri, e specialmente bruchi. Non è raro vedere un esercito formidabile di formiche assalire un serpente assopito dopo la pioggia. Questo sferza a destra ed a sinistra ; cadono a milioni gli imenotteri ; ma non tutti sono vittime. I superstiti gli montano addosso ; ne coprono letteralmente il corpo ; ed il serpente viene distrutto poco a poco, mentre sostiene il combattimento.
» Anche un uomo, che si addormentasse su una tana di simili insetti, correrebbe grave pericolo, se non trovasse subito qualche fosso d'acqua in cui tuffarsi.
» Le formiche, anche le più piccole, sono il maggior contrasto per l'agricoltura. La loro costanza ed il loro numero stragrande sono invincibili.
V'ha un'altra specie di formiche, chiamate devastatrici, le quali fanno la loro comparsa in certe epoche, come usano anche i piccoli comehen o termes, distruggitori del legname ; quelle penetrano nelle case a centinaia di milioni, ne ricoprono le pareti, distruggono quanto vi trovano e di preferenza una classe di scarafaggi chiamati cucaràcias i quali, senza questa provvidenziale spazzatura, moltiplicandosi prodigiosamente, insozzerebbero e roderebbero ogni vivanda, ogni oggetto che abbia sapore, e spesso anche la pelle umana. » (Continua).
(1) Dios te de (Iddio ti doni) e trompetero (trombettiere) sono precisamente i nomi volgari di due uccelli.
Le Scuole Salesiane in PATAGONIA. - Nella Rivista dell'Educazione di Buenos Aires, troviamo un'interessante, e per noi lusinghiera relazione del signor Celso Latorre, Ispettore Scolastico, sulle scuole salesiane della Provincia di Buenos Aires. Lasciando a parte quello che il sig. Latorre dice delle scuole della Provincia, non possiamo dispensarci dal riferire il giudizio che egli dà delle scuole salesiane dei vari Territori del Sud, ossia della Patagonia.
« Le istituzioni di Don Bosco che hanno prestato e prestano servizii inestimabili in quelle regioni, sono perfettamente al corrente de' moderni sistemi in fatto di educazione : le loro scuole sono eminenmente pratiche, umanitarie, educatrici.
» Soprattutto notai veramente elevati i corsi superiori dei collegi femminili di Maria SS. Ausiliatrice e i giardini d'infanzia ; e non mi sembrava vero di trovarmi in piena Patagonia, vedendo in quelle scuole salesiane , tante angeliche creature, risolvere problemi domestici, eseguire piccoli lavori e rispondere gravemente a quanto loro si chiedeva.
» Se tutto ciò non si chiama far del bene, e dai progressisti mi si venga ad obbiettarlo, io, per conto mio, dichiaro che la considerazione, il rispetto, e la stima per le Istituzioni di D. Bosco in me si sono a mille doppi accresciute dopo quanto ebbi la ventura di vedere e approvare.
». La Scuola d'arti e mestieri del Collegio Salesiano di Viedma nella Patagonia, per esempio, è un vero portento, un miracolo dell'operosità e del metodo dei revv. Missionari, Salesiani, che in quelle popolazioni così rozze, sanno infondere, ottenendo successi mirabili, elementi d'educazione, di morale e di religione.
» E che dire dell'Ospedale ch'essi reggono in quella stessa località?
» Non esagero punto dicendo dunque che l'Opera dei revv. Sacerdoti Salesiani è opera educatrice, istruttrice, caritatevole...»
RAWSON (Chubut). -Anche le Scuole professionali del Chubut vanno facendo dei consolanti progressi. Ultimamente poterono inaugurare una piccola banda musicale che diede già pubblici concerti ; e il nome delle singole scuole di giorno in giorno va acquistando ognor più larghe simpatie per la bontà dei lavori che vi si eseguiscono.
SAC. G. GAETA - La Vita di N. S. Gesù Cristo dettata dai quattro Evangelisti con note esegeticomorali. Volumi due. Lire 5.00 - Napoli: Anacreonte Chiurazzi, libraio-editore.
È un lavoro bene ordinato, chiaro, semplice, popolare, che corocorrerà senza dubbio a far maggiormente conoscere la divina persona di N. S. Gesù Cristo.
V. RUGGIERO - Omelie popolari sui temi del Catechismo Romano in quattro serie. -- Un bel volume di 550 pagine 23 ediz. L. 5. Dirigersi presso l'A. in Maranola (Caserta).
Sono Omelie del Catechismo Romano, spiegato secondo i Vangeli domenicali, e distribuito in quattro anni secondo la mente del S. Padre.
Noí siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani. PIO PP. X.
Ix. I doveri della riconoscenza.
L'INGRATITUDINE, dice s. Bernardo, sopra ogni altra cosa spiace a Dio, particolarmente nei suoi figliuoli, chiude la porta ai divini favori, e, quasi vento infuocato, dissecca la fonte della pietà, la rugiada della misericordia, i ruscelli della grazia (1). La gratitudine invece, il ringraziare Iddio e la benedetta sua Madre di qualche favore ottenuto, è uno dei mezzi più facili e più sicuri per ottener nuove grazie : poichè, come piace in terra, la gratitudine è virtù cara anche nel cielo.
Niuno, diceva D. Bosco (2), deve dispensarsi dai doveri di gratitudine verso la sua celeste Benefattrice. Questi doveri si possono compiere in due modi: col raccontare ad altri la grazia ottenuta, o promuovere con altro mezzo la divozione verso di questa nostra Madre... » Ma a tutti (giova qui ricordarlo nei termini più chiari) è poi caldamente raccomandato di compiere le fatte promesse. Le preghiere, le mortificazioni, le confessioni e le comunioni, le opere di carità siano puntualmente compiute : Displicet enim Deo, dice lo Spirito Santo, infidelis ci stolta promissio « a Dio dispiace la stolta ed infedele promessa ».
« Si è più volte verificato, continua Don Bosco, che la mancanza di fedeltà alle fatte promesse tornò d'impedimento a conseguire la grazia sospirata, e talvolta fu rivocato il favore già ottenuto. Due onorate famiglie desideravano di avere figliuolanza che le rallegrasse ed ereditasse le sostanze paterne. Dio le esaudì; ma nella loro contentezza dimenticarono le preghiere, le pratiche religiose ed un'opera di carità che avevano promesso. Dio volle in modo terribile dimostrare quanto gli dispiaccia la promessa infedele. Ambidue i fanciulli morirono prima che toccassero i dodici mesi, lasciando quelle famiglie nella massima costernazione. Ad altri ritornarono i medesimi malanni od anche peggiori. Cercatane la cagione, si trovò che erano state trascurate le obbligazioni assuntesi.
» È bene anche qui di notare che Iddio concede le grazie richieste, in varie misure.
» Talvolta bisogna pregare lungo tempo, e la sola perseveranza ottiene. Alle volte si ottiene la totale liberazione da un male; altre volte il male non peggiora, o cessa totalmente o ne è mitigata l'intensità; oppure ci vien data la rassegnazione ai divini voleri; o finalmente Dio ci libera da altri mali, oppure ci cangia il favore temporale in favore spirituale che ridondi a bene eterno dell'anima. In tutti questi casi la nostra preghiera, portata dalla Santa Vergine al trono dell'Altissimo, fu esaudita, e noi Le dobbiamo professare la più viva gratitudine e compiere le fatte promesse. Così facendo, siamo certi, come ci assicura il Vangelo, di essere sempre esauditi: Qui petit, accipit; le nostre preghiere non saranno mai senza frutto. »
Ora, anche il pubblicare le grazie ricevute da Maria SS. Ausiliatrice, in segno di viva e profonda gratitudine, è un atto di religione, assai gradito a Dio ed alla benedetta sua Madre.
Quindi, ad eccitar tutti all'adempimento di sì tenero omaggio, vorremmo che si rilevasse il gran bene, che la pubblicazione di una grazia o di un favore ottenuto produce in tanti cristiani.
Siamo tutti uomini! e tutti, come nota un santo, lodiamo ed amiamo di sentir lodare l'umiltà della Madre di Dio, ammiriamo la sua veiginità... ma peccatori quali siamo ed oppressi dal peso delle nostre miserie ci è più dolce il ricordare e l'invocare la sua misericordia. Perciò quanto più numerose son le prove della bontà di Maria, tanto più si accresce in tutti la fiducia nel suo pietoso aiuto, in qualunque dolorosa circostanza della vita!
Ed è pure da notarsi il fatto, che delle quotidiane deposizioni che arrivano in proposito al Santuario, novantanove su cento, come si può mensilmente constatare, ricordano la promessa di pubblicare, appena ottenuto, l'implorato favore ; prova, questa, eloquentissima, che uno dei mezzi più efficaci per ottenere le benedizioni di Maria Ausiliatrice, è quello di tributarle detto attestato di riconoscenza.
Quanti adunque han ricevuto favori da questa tenera Madre, ne facciano o ne mandino una relazione fedele, o alla Direzione del nostro periodico, o al Rettore del Santuario di Maria Ausiliatrice - Torino (1).
(1) Serm. 51 in Cantic.
(2) Maria Ausiliatrice, ecc., pag. 83 e seguenti.
(1) Chi volesse compiere personalmente questo caro tributo nell'occasione delle più grandi solennità del Santuario troverà nella sagrestia persone appositamente incaricate a ricevere tali deposizioni, ma per diminuire il lavoro di quei giorni, ognuno abbia la bontà di mettere in carta antecedentemente la narrazione che intende deporre.
Intanto, con tutto il desiderio che abbiamo di ricevere notizia di ogni favore ottenuto dalla nostra pietosa Ausiliatrice, preghiamo vivamente i buoni lettori a non Insistere talvolta perché siano registrate certe grazie, che, non essendo chiaramente tali, esporrebbero forse ad inopportuna ammirazione la nostra pietà.
MOSQUERA (Colombia) - Un nuovo tempio a Maria Ausiliatrice. - Preceduta da una solenne novena, il 4 giugno si celebrò la festa di Maria SS. Ausiliatrice a Mosquera, e in tal giorno si pose la prima pietra di un bel tempio, che là pure si vuole innalzare alla nostra gloriosa Regina. Per assistere all'imponente cerimonia accorsero numerose le popolazioni dei dintorni e della stessa capitale. Il ricevimento dell'Eccellentissimo Delegato Apostolico, Mons. Francesco Ragonesi, cui in corpo prese parte tutta la popolazione, riuscì imponente. Il nostro confratello D. Aime, Ispettore delle Case Salesiane della Colombia, disse infra missam il discorso di circostanza. Nel pomeriggio il Delegato Apostolico mosse processionalmente al luogo dell'ideata costruzione. Padrini della cerimonia furono l'ecc.mo sig. gen. Reyes, presidente della Repubblica e il gen. Vasquez Cobos, gerente del Ferrocarril de la Sabana, che erano rispettivamente rappresentati dal sig. Ulpiano Valenzuela e dal dott. Silvio Peña. Compiuto il rito, l'ecc.mo Mons. Ragonesi, che parla il castigliano con ammirabile proprietà, prese la parola, entusiasmando l'immensa assemblea ; e il parroco D. Sierra ed altri signori accrebbero coi loro bellissimi discorsi il generale entusiasmo.
Agli abitanti di Mosquera, particolarmente all'esimio alcalde, sig. Venanzio Jiménez ed al sig. Lorenzo Fonseca, anima di detta solennità, in ricambio auguriamo copiose le benedizioni più elette di Maria Ausiliatrice.
PRESSANO (Trento). - Al Rover, collocato su di una deliziosa ed amena collina, sovrastante quasi alla Nave S. Felice su quel di Pressano, esiste un pubblico oratorietto capace di non più di io persone nel quale, di quando in quando, come nel primo giorno delle rogazioni minori, viene celebrata la S. Messa.
Da dodici anni il Rover è abitato da tre famiglie oriunde da S. Lorenzo di Banale, le quali, per ovviare alla piccolezza e alla meschinità della cappelletta esistente, e insieme per esternare la loro viva fede, pensarono di erigere nel detto luogo una bella chiesetta, alquanto più grande, dedicandola a Maria SS. Ausiliatrice, sotto il qual titolo la Madonna è da loro venerata con ispeciale divozione.
E di fatto, giovedì 14 settembre u. s., con solenne apparato, veniva benedetta la prima pietra della chiesuola dal rev.mo Curato di Pressano, il quale poneva fine al suo breve ma lodato discorso d'occasione facendo voti che l'opera sia presto compiuta, e che abbia ad essere un dì un piccolo santuario, dove Maria Ausiliatrice, la Madonna di D. Bosco, sia visitata con con devozione da numerosi fedeli.
Un plauso a quei buoni abitanti, i quali a costo di non piccoli sacrifici vogliono che entro un anno sia inaugurata la chiesetta, nella quale verrà poi celebrata in perpetuo una santa messa per i benefattori, nel 24 maggio.
Feste e date memorande.
NIZZA MONF. - Ci scrivono : Incoronazione della statua dell'Ausiliatrice nella chiesa dell'istituto della Madonna delle Grazie. - Ebbe luogo la domenica io ottobre, rivestita di tutta la grandiosità del rito e di tutte le finezze del più tenero amor figliale. Ne ebbero la felice inspirazione le Figlie di Maria Ausiliatrice convenute dall'Europa, Asia, Africa e lontane Americhe per la VI radunanza generale del loro Istituto, desiderose tutte di lasciare un qualche sensibile attestato degli innumeri favori ricevuti dalla Celeste loro Madre e Regina nelle disperse missioni. La chiesa era addobbata con fine gusto per la circostanza; e la statua dell'Ausiliatrice, in mezzo ad un trionfo di angioletti, di luci e fiori, dominava dal palco appositamente eretto dietro l' altar maggiore.
Il rito fu compiuto con autorità ordinaria da S. E. Rev.ma Mons. Disma Marchese, vescovo d'Acqui e principe del S. Romano Impero, assistito dal Superiore dei Salesiani, dai RR. Parroci e sacerdoti della città e dintorni, alla presenza della rev.da Madre Generale delle Suore con tutto il suo Capitolo, di numerosi invitati, e dell'imponente schiera di Figlie di Maria Ausiliatrice ed educande, coi loro parenti. Al mattino della festa, Mons. Vescovo, dopo la messa della Comunione Generale, aveva già compiuta la commovente cerimonia della vestizione di un numeroso stuolo di nuove Figlie di Maria Ausiliatrice, alle quali rivolgeva un'allocuzione semplice, sentita, commovente... Verso le ore 10, procedeva alla benedizione delle auree corone, recate sino alla balaustra da due giovanette e quindi presentate a Sua Eccellenza, sopra ricco cuscinetto, da due paggetti. La messa solenne fu cantata dal rev.mo sig. D. Rua. S. E. vi assistette pontificalmente, mentre l'orchestra riempiva l'aria di note perosiane. Compiuto il divin Sacrificio, Mons. Vescovo, preceduto dai paggetti con le corone e accompagnato dai sacri ministri, sali, fra la commozione generale, sul palco e pose in capo al Divin Bambino e alla sua Vergine Madre le benedette corone. Cantata l'antifona Regina Coeli, l'ispirata parola del venerato Pastore rapi il commosso uditorio sulla considerazione di alti ammaestramenti, tratti dalla compiuta solennità.
Dopo i vespri solenni, venne steso sopra elegante pergamena l'atto dell'avvenimento, firmato da Sua Eccellenza, dal rev.mo D. Rua e dagli altri principali personaggi. Splendida corona della memoranda solennità fu un' accademia musicoletteraria preparata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice in onore della loro Incoronata Regina. Sfogo di cuori, dolcissimo effluvio di affetti, poesia e musica soavissima, bellamente intrecciandosi, fecero passare a tutti due ore di santa letizia.
A Maria Ausiliatrice non si ricorre invano !
La mia bambina venne colpita improvvisamente da una febbre violenta. Dapprima il male non sembrava allarmante, ma di poi complicandosi, si spiegò in tifo ribelle ad ogni rimedio, talchè il medico nella prima visita ne disperò la guarigione... E omai la febbre sempre alta per circa 40 giorni, e la costituzione debole della piccola inferma avevano esaurito quel delicato organismo e sul pallido viso dagli occhi vitrei si posava la morte. Il 16 del p. p. agosto pareva imminente la catastrofe. Fu in quei momenti di forte trepidazione e di ansia indescrivibile ch'io e la famiglia ci rivolgemmo con viva fede a Maria SS. Ausiliatrice, come ad unica àncora di salvezza; e deponendo sotto il guanciale della cara inferma una medaglia di Maria Ausiliatrice, promettemmo di fare un'offerta e di pubblicare la grazia. Non fu vano il nostro ricorso. La grazia ci venne concessa e quasi istantanea. Nel giorno stesso fu notato un sensibile miglioramento, e il dottore nella prossima visita dichiarava scongiurato il male, attribuendo ad un miracolo, anzichè ad una grazia, il miglioramento improvviso. Ora la cara bambina è perfettamente guarita, e s'unisce a me per ringraziare la bontà di Maria Ausiliatrice.
Rivarolo Canavese, 20 settembre 19o5.
MARTA CRESTETTO
Cooperatrice salesiana.
La medaglia al collo di un moribondo.
Il 4 maggio p. p., il mio amato figlio Alberto venne colto da grave malattia, della quale i molti medici chiamati a consulto disperavano la guarigione. Il paziente infermo la durò in tale stato venti giorni, finchè io venni consigliata di fargli amministrare gli ultimi Sacramenti. Desolata andavo esclamando : « Dovrò dunque perdere il figlio mio? La Madonna sarà dunque sorda alle mie preghiere? » e non sapevo decidermi. Intanto il mio amato Alberto sorpreso da una forte crisi restava circa due ore senza dar segno di vita. Giunse in quei momenti la mia unica figlia, Suora di Maria Ausiliatrice, che senza porre indugio, mise al collo del fratello una medaglia della sua pietosa Regina. Mirabile effetto ! L'ammalato si scosse come per incanto, riaperse gli occhi e tosto fu dichiarato fuori di pericolo.
Riconoscente alla potente Ausiliatrice, ricevette in onor suo i SS. Sacramenti e promise di portar sempre con sè la medaglia miracolosa e di far pubblicare sì segnalata grazia.
Susa, 15 settembre 19o5.
ANTONIETTA DEVECCHI.
La medaglia sulla fronte di un giovane colpito da meningite.
Verso la fine di luglio, un mio buon amico, sorpreso durante il lavoro da mal di capo, dovette desistere e porsi a letto. Dai suoi genitori e da me, si sperava che non sarebbe stato nulla, ma invece in termine di poche ore ì dolori crebbero talmente da togliergli l'uso dei sensi. Si corre pel medico, e questi dichiara trattarsì di un principio di tifo-meningite. Il caso è quasi disperato. Si chiama a consulto il primario della vicina città di Vigevano e questi pure asserisce che non vi è più speranza di guarigione. Intanto il male aumenta ed il povero giovane comincia a dar segni di convulsioni sì strazianti che quanti l'assistevano avevano a lacrimarne di dolore. Mentre da tutti si piange e si prega, e il male va crescendo a segno che da un momento all'altro si teme di perdere il giovane, io che me ne stavo proprio accanto all'ammalato, prendo una medaglia di Maria SS. Ausiliatrice e la pongo sulla fronte del giovane, promettendo alla Vergine di far pubblica la grazia qualora m'avesse ridonato l'amico.
Compio oggi la promessa, giacchè l'amico è ristabilito completamente. Infinite grazie sieno rese alla nostra buona Madre.
Cassolnovo (Molino), 15 agosto 1905.
Ch. AGOSTINO GARZIA.
Le preghiere dei nostri giovinetti.
Nello scorso aprile, colto da doppia polmonite e da pleurite, venni visitato da tre medici chiamati a consulto: i quali, pur troppo ! alla desolata famiglia non seppero dare che il triste pronostico della mia morte vicina. Dopo di aver fatto tutto quello che poteva per prepararmi al gran passo, mi venne l'ispirazione di ricorrere all'aiuto potente di Maria SS. Ausiliatrice. Quindi feci chiedere a Valdocco, mediante le preghiere degli alunni dell'Oratorio, la grazia singolare della mia guarigione ; e raccolti noi pure in fidente preghiera, avemmo il grande sollievo e conforto di veder da quel momento adempiti i nostri voti, tornando gradatamente in salute con meraviglia dei medici e della popolazione intiera, che m'aveva pianto per morto.
Ora son più sano e robusto di prima, per cui ringraziando Maria Ausiliatrice, esorto quanti son tribolati a confidar sempre nel suo potentissimo aiuto.
Nave, 23 luglio 1905.
BUFFOLI GIOVANNI.
Una novena,
Battistella Giovanni di Molica di Malo, ammalato di pleurite e polmonite acuta, spedito dai medici quale tocco da tisi galoppante, ricorre a Maria Ausiliatrice. S'incomincia per lui una novena a Torino e in seno alla famiglia il 1° giugno scorso. Il 4 comincia la sua guarigione con sorpresa degli stessi medici. Oggi è guarito e attende ai suoi lavori. Invia un'offerta in riconoscenza.
Marano Vicentino, 12 settembre 1905
D. GIUSEPPE BROLETTI, Arcipr.
Acireale. - L'anno passato, dovendo subire una seria operazione chirurgica, con viva fiducia mi rivolsi a Maria SS. Ausiliatrice e la Gran Madre mi esaudì. L'operazione riuscì ottimamente - quasi per miracolo - e in breve fui perfettamente guarito.
Abbiamo inoltre ricevuto, io e mia figlia, dalla dolce Vergine Ausiliatrice grazie spirituali e temporali pregevolissime, per cui Le professiamo la più sentita e profonda riconoscenza.
2o agosto 1905.
IGNAZIO RIGANO MAUGERI.
Bologna. - Giacevo infermo di pleurite, la quale protraevasi già da qualche mese, quando, un giorno, fui colto repentinamente da un accesso fortissimo di febbre fredda. Il fatto, non prevedibile nè preveduto, dava ragionevolmente a temere qualche seria complicazione. Nell'angustia di quei momenti, mi rivolsi con fiducia a Maria Ausiliatrice, supplicando di essere risparmiato da ulteriore infermità; con promessa di una offerta e della pubblicazione della grazia nel Bollettino Salesiano.
Ed oh quanto è buona Maria! Tosto cessò l'accesso della febbre, senza produrre alcun effetto sinistro: anzi anche la pleurite cominciò a prendere miglior piega.
Compreso di gratitudine, sciolgo il voto, inviando la mia offerta, dolente che la possibilità mia non la consenta più rilevante.
5 ottobre 19o5.
D. FRANCESCO COMASTRI, Parroco a S. Isaia in Bologna.
Vittorio Veneto. - Una mia diletta nipotina soggetta da lungo tempo ad ostinati e gravi disturbi nervosi-gastrici che seriamente impensierivano, ne rimase prodigiosamente liberata da oltre un anno, durante il quale venne fatta mensilmente una novena a Maria SS. Ausiliatrice. Ora pubblico la grazia coll'animo profondamente commosso dalla più sentita gratitudine e unisco la promessa offerta, esortando tutti a ricorrere alla Gran Madre Celeste.
26 settembre 19o5.
SILVIA ALTAN.
Conegliano Veneto. - Una dolorosissima periostite mi tormentava da ben quattro mesi, e subita anche l'estrazione del dente, il male non accennava a cessare. Temendo che si producesse qualche cosa di grave, ricorsi alla Madonna di Don Bosco, pregandola di liberarmi da quel tormento. Venni tosto esaudita ed io esalto la sua misericordia ringraziandola di questa e di innumerevoli grazie ottenute.
26 settembre 19o5.
ANNA ALTAN DORO.
Spezia. - Dopo 12 anni di preghiere e di patimenti la Vergine Ausiliatrice ebbe di me pietà...
Il 29 agosto il male che mi straziava da tanto mi condusse agli estremi, ed altra strada non eravi per salvarmi che subire un'operazione pericolosissima. Ma oh Dio!.., tal pensiero mi struggeva. Piansi, pregai la Vergine ed essa benigna accorse in mio aiuto. Portata all'ospedale per essere operata, tanto mi sentii di forza che impavida sostenni l'operazione con meraviglia dei dottori stessi! eppure il pensiero dei ferri fino allora mi aveva spaventata. Oh la Vergine quanto fu buona con me! Con un vero prodigio ricompensò le mie preghiere. Ora continno a migliorare e non passeranno molti giorni che ai piedi della Madonna porterò il tributo della più viva riconoscenza. Intanto, gradite, o Vergine Ausiliatrice, la tenue offerta per la celebrazione di una Messa al vostro Santuario, e fate non venga mai meno al vostro amore.
Collina Gaggiola, ottobre 19o5.
C. G. delle Madri Pie.
Torino. - Pieno il cuore della più viva gratitudine sento imperioso il dovere di rendere pubbliche grazie alla potentissima Ausiliatrice. Il 2 agosto u. s. nella tipografia dove sono addetta al lavoro, mi lasciai inavvertitamente cogliere le dita della mano destra in una macchina in moto. D'urgenza fui portata all'ospedale ove subii l'amputazione della prima e seconda falange del dito medio con una ferita lacero-contusa al metacarpo della mano. Se la disgrazia non fu maggiore, e se dopo breve tempo potei far ritorno al lavoro, fu certo un pegno della potenza di Maria SS. Ausiliatrice, alla quale mai non si ricorre invano.
4 settembre 19o5.
CONTI MARGHERITA.
Vezia (Cant. Ticino). - Una mia figlia mi dava la notizia che un suo ragazzino di 8 mesi ormai era al termine di vita. Al ricevere questa notizia, le scrissi che avesse fiducia nella nostra Ausiliatrice, che tutto può : ed io incominciai una novena promettendo che avrei fatto una piccola offerta per la celebrazione di una Messa e fatto pubblicare la grazia sul Bollettino. Solo due o tre giorni dopo, si animala in pericolo di vita una mia nipotina che trovavasi presso di me, minacciata di meningite. Anche per questa promisi una piccola offerta. Ora si trovano ambedue guariti. E proprio vero che Maria SS. è l'aiuto di tutti i cristiani.
14 ottobre 19o5.
FELICE DALDINI.
Lucerna (Svizzera). - Mi era stato intentato un processo con domanda d'indennizzo di lire 5oo, per rottura di contratto di rappresentanza, contratto che era però stato annullato reciprocamente. Non potendo contare sulla giustizia umana, mi rivolsi a Maria SS. Ausiliatrice, promettendole di pubblicare la grazia se mi faceva guadagnare il processo. Alcuni giorni prima della seduta del tribunale, incominciai una novena ed appunto l'ultimo giorno di questa ricevetti notizia dal mio avvocato che aveva guadagnato il processo non solo, ma che la parte avversa era condannata a pagare tutte le spese processuali. Rimane ancora la possibilità del ricorso al tribunale superiore, ma spero che la Madonna mi avrà fatto una grazia completa.
Unisco una piccola offerta rincrescendomi di non poter mandare di più questa volta.
3o settembre 19o5.
R. MAUMARY.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le missioni Salesiane, o per ìe altre opere di D. Bosco, i seguenti
A*) - Albino (Bergamo): Noris Maria, 2 - id.: Birolini Maddalena, 2 Alfonsine (Ravenna): D. Giusto Vicchi, 5 - Alassio: Famiglia Pratolongo, 5-per speciali grazie ricevute - id.: Ghiglione Egidio 5,5o, per varie segnalatissime grazie. Alfiano Natta : Sac. Esron Arrobbio, 2 - Asti: Pavia Maria.
B) - Barcellona Pozzo di Gotto (Messina): Contessa Zelicita Nicolai 20 - id.: Suor Vittoria Como, 1 a nome di una pia vedova. - Benevagienna (Cuneo) : R. A. - Biella: N. N. I - Bistagno: Branda Giovanni-Bologna: Famiglia Romagnoli Pellagri, 23 - Borghetto di Borbera : Coniugi Domenicotti Pietro e Marietta, 5 - Bracchio (Novara): Gius. Mortarotti Arciprete, 10 - Borgiallo (Torino): G. Vironda Gambini, 2 - Borgosesia (Novara): Carnosi Braziani Catterina, 2 - Bressanone: Anna Janj per molte grazie - Busca: G. L. M. per due grazie.
C) - Cagliari: R. C. 2 - Caluso Canavese : Crivelli ved. Adelaide - Capo di Ponte: Maifredini Beatrice, 4 - Canelli : Coggiola Giov. Battista - Cardè (Cuneo): Campora Stefano di Francesco, capo-mastro - Carmagnola: N. N., 5o - id.: Solavagione Anna ved. Cavallero - id.: Ghirardi Marianna - Casanova di Carmagnola: Doglio Placido - Casella: G. B. Margherita - Casellette (Torino): Cavagliere Eleonora - Casteggio (Pavia): G. Francisetti, 1 - id.: C. Francisetti, 3 - Cellamonte : Coppo Giuseppina, 3 - Ceresole Reale: Nigretti Giacomo fu Giacomo - Cervarolo (Vaisosia): Ricca Giuseppina nata Zuccone, 2 - Chieri: Alloati Luigia, 20 per miglioramento da lungo e doloroso mal d'occhi - Chivasso : Arduino Francesco - Cisterna d'Asti: Rolfo Franco e Rolfo Giovanni - Cold di Lazise (Verona) : Carolina Veronesi Franceschini, 5 - Collegno (Torino) Russo Teresa - Colleretto-Castelnuovo (Torino): S. F., 2 - Crochet (California-America): Emilio Dell'Agostino, 10, a mezzo della sig.a Innocentina Manfrina.
F) - Feletto Umberto (Udine): D. Antonio Riva, parroco, 5 - Fonzaso (Belluno): Nella Barbante, 5G) - Gagliano del Capo (Lecco): Giuseppe Stovani, 1 - Garlate (Olginate-Como): Sac. Giuseppe Zanini, 1o, 2 nome del sig. Antonio Panzeri - Gerano (Roma): N. N. 5 - Gordona: Sac. Tommaso Bosci e Guglielmina Fedele, 22,50 - Gozzano (Novara): Antonio Deandrea - Granarolo di Faenza: Angelina Fenati, 20.- Guarene d'A lba: Barbero Agnese, 5.
I) - Iglesias (Cagliari): Caboni Doloretta, 2 - id.: Ester Santus, 2,50 - Intra: Tosi Maddalena, 5
L) - Lequio Bercia: N. N., 2 - Lodi: N. N. 5 - Lonigo: Maria Emma Tamisani pel fratello Antonio - Luino: Sac. R. Pardetti, 1o, per la guarigione della mamma.
M) - Malta Valletta: Sassiano Enrico, 5 - Milano: Sac. Enrico Maiocchi, 2,20, a nome della famiglia Barbieri - id.: sig. Giuseppe Lasagna, R. Procuratore, 20 - Molina di Malo: Battistella Giovanni, 15 - Mombercelli : Gagliardi Luigia Moncestino: Soffiantino Clorinda, 2 - Montalto Dora: Allioni Elisa, 6 - Montechiaro d'Acqui Billia Giov. Francesco, 5
N) - Negrar : Elisa Vincenza. 2.
O) - Omegna: C. B. 10 - Ogino (Genova): Domenico Raffetto - Orbassano: Tosco Francesca - Oulx: Molina Cornelia, 20.
P) - Padova: A. M. C. 5 - Pagliero (Cuneo) Gertosio Catterina, 3 -Piazza Armerina: La Pergola Maria, 15 - Pinerolo: Elisabetta Scalarandis, i - Poirino : Maria Altino - Pola (Austria): Giovanni Vogrich, 25 - Pontechianale (Cuneo): Broard Pietro, 4.
Q) - Quittengo Corvo: Costanza Macciotta Stupenengo, 5.
R) - Racconigi (Cuneo) : Ida Spera, 20 - Rosignano Monferrato : Cloverio Rosalia io, a mezzo del sig. Rossi Marcello.
S) - S. Benigno Canavese. Miglietta Paolo - S. Daniele del Friuli: Miroli Luigi, 2,50- S. Pietro Incariano (Verona) : Salzani Chiara, 5 - S. Vitale: Romagnoli Pellagri, 23 - Schio (Vicenza): Corradi Boschi Clementina, 5 - Serralunga d'Alba: Fioravanti Viglione Maddalena, 10 - Seulo (Cagliari):
Todde Assunta Puddu, 1,25 - Somaggia (Sondrio) : Paggi Vittoria di Samolaco S. Andrea, io - Spezia : Pagliari Elvira.
T) - Tarcento : Giavitto Morgante Olga, 5 - Torino : B. Teresa ; id.: Cibrario Paolina, un cuore d'argento ; id.: Carlevati Lorenzo e Catterina ; id.: Lucia Ochsner ; id.: Giuseppe Franco, 2 ; id.: M. A.; id.: Maestro F. S., 5 ed una messa all'altare di Maria Ausiliatrice per importantissima grazia - Tredozio: Bonaccorsi Lucia, 20.
V) - Valfenera d'Asti : Arduino Giovanni - Varazze (Genova) : P. B. 25 - Varzi : Schiavi Maria, 2 - Verzuolo (Cuneo): Coniugi Costamagna, io - Vezzano: Pr. Carlo Marchel Cur. di Fraveggio, 3 - Vicenza: N. N. 4 - Villafranca Lunigiana Malaspina Carolina - Vignale Monferrato : Leonilda Ravizza, 5 - Villanova di Casale Monf.: Rolla Maddalena, 5 - Virle Piemonte (Torino): Monasterolo ing. Benedetto, 10 - Visone (Alessandria): Giuseppina Bruno n. Caratti - Villasimius (Cagliari): Pitzalis Pasquale, z -
Z) - Zeme (Pavia): Borella Adele, 5.
X) - Allegrini Maria, 20 ; Ticchi Ermelinda.
Nel giorni feriali - Messe dalle 5 alle 10 - Ore 17 (5 pom.) benedizione.
Nei giorni festivi - Messe dalle 5 alle 11,30 - dopo la messa delle 1o: spiegazione del Vangelo - Ore 14, Vespro, predica, benedizione - Ore 16, Vespro, predica, benedizione.
Ogni sabato, alle 7,30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.
1° novembre - Tutti I Santi - Ore 6 e 7,30, messe della Comunione generale; ore 9,30, messa solenne; ore 15,30, Vespro dei Santi e dei defunti, discorso e benedizione solenne.
2 novembre - Commemorazione dei fedeli defunti - Ore 7, messa solenne e preghiere speciali pei defunti.
3 novembre -Primo venerdì del mese - Alle ore 6, messa con esposizione del S. Sacramento.
20 novembre - SS. Martiri Solutore, Avventore ed Ottavio - Speciali funzioni alle 6 - 7,30 ed alle 17.
22 novembre - S. Cecilia - Speciali funzioni alle ore 6 - 7,30 ed alle 17.
24 novembre - Solenne commemorazione di Maria SS. Ausiliatrice - Speciali funzioni alle ore 6 - 7,30 ed alle 17.
29 novembre - Novena dell'Immacolata - Speciali funzioni alle ore 6 - 7,30 ed alle 17.
1° dicembre - Primo venerdì del mese - Alle ore 6, messa con esposizione del SS. Sacramento e benedizione.
5 dicembre - Triduo solenne dell'Immacolata - Ore 6, messa, predica, benedizione; ore 17, lode, predica, benedizione.
8 dicembre - Solennità di Maria SS. Immacolata - Ore 6 e 7,30, messe della Comunione generale ; ore 1o, messa solenne; ore 15,30, vespro, panegirico e benedizione solenne.
IL S. PADRE ha insignito i vice-presidenti del Congresso Torinese di Musica Sacra, sig. Can. D. Antonio Berrone e sig. Dott. D. Carlo M. Baratta, della pontificia decorazione pro Ecclesia et Pontifice.
Al rev.mo can. Berrone della Metropolitana di Torino, Presidente dell'Associazione degli Antichi Allievi dell'Oratorio, e al chiar.mo Dott. Baratta, Rettore della Chiesa di S. Giovanni Evangelista, i nostri cordiali e vivissimi rallegramenti.
A Valdocco.
L'apertura del nuovo anno scolastico-professionale all'Oratorio fu solennizzata con un triduo devoto nei giorni 16, 17 e 18 ottobre per gli alunni studenti, 19, 2o e 21 per gli artigiani. Ai primi predicò il prelodato sig. D. Baratta, ai secondi il rev. Don Emerico Talice. Gli uni e gli altri, dopo una Comunione veramente generale, si recarono sino a Valsalice, per confermare sulla tomba di D. Bosco, i buoni propositi. Gli studenti vi andarono nel pomeriggio del giorno 19, gli artigiani compirono la mattina della domenica seguente l'affettuoso pellegrinaggio.
Nel Santuario di M. Ausiliatrice, nei giorni 25, 26, 27 dello stesso mese si tennero le Solenni 4o Ore, predicate dal sac. D. Actis Caporale Pietro. I nostri giovanetti non dimenticano mai i loro benefattori, ma in quei giorni innalzarono per essi più fervorose preghiere.
All'Estero.
SMIRNE - Alla nostra Scuola Tecnico-Commerciale. - Il Corriere di Smirne del 7 ottobre u. S. ci reca queste notizie: « In questi ultimi giorni il sig. cav. Toscani, console generale d'Italia, ha visitato le scuole dell'Associazione Italiana. Il sig. Console si è reso minutamente edotto del procedere degli studi in queste istituzioni ed ha esaminato i loro programmi particolareggiati ; e noi siamo felici di apprendere che egli è rimasto soddisfattissimo della sua ispezione. Ha toccato con mano soprattutto l'utilità dell'istruzione data dalla Scuola Tecnico Commerciale di Rue des Roses, che lavora alacremente a formare buoni commercianti ed eccellenti industriali, pel grande sviluppo dei corsi riguardanti i veri strumenti dell'attività umana. Il sig. Console Generale ha fatto i suoi rallegramenti al personale insegnante di tutte le scuole visitate, pel suo zelo e pel suo interesse ».
- S. E. R. Mons. Giovanni Cagliero, accompagnato dal rev.mo nostro Procuratore Generale, arrivava il 6 ottobre a Smirne, diretto al Luoghi Santi. A bordo dell'Equatore, insieme coi nostri confratelli salirono ad ossequiarlo i rappresentanti del sig. Console Generale, dell'Associazione Nazionale, del Capitolo della Cattedrale e di Mons. Arcivescovo. Furono poi a visitarlo alla Scuola Tecnico-Commerciale il sig. console Toscani, il marchese Giustiniani e molti egregi ammiratori ed amici. - Il 7, dopo di aver celebrato nella Cattedrale, Sua Eccellenza proseguiva a bordo del medesimo piroscafo per la Siria.
Dalle Americhe.
CACHOEIRA DO CAMPO (Brasile) - La distribuzione dei premi nell'importante istituto D. Bosco di Cachoeira do Campo, compitasi il 29 luglio u. S., riuscì una grandiosa dimostrazione di stima. Veramente possiamo dire noi pure, che quelle scuole professionali, di cui tanto s'interessa l'illustre Dott. Joaquim C. da Costa Sena, ex-presidente dello Stato di Minas, colla grazia di Dio ben corrispondono alla comune aspettazione.
CARACAS (Venezuela) - Una medaglia d'onore al Collegio S. Francesco - Il 3o giugno chiudevasi in questo fiorente Collegio l' anno scolastico con un trattenimento drammatico-musico-letterario che destò nei presenti una grande ammirazione. Presiedeva l'atto solenne della distribuzione dei premi il Ministro per la Pubblica Istruzione, dott. Arnaldo Morales, il quale, constatando il grande progresso raggiunto dall'Istituto ed anche considerando il bene che fanno tra i poveri figli del popolo le nostre Scuole Agricole Don Bosco, aperte in edifizi separati a fianco del Collegio, alle quali accorre annualmente più di un centinaio di fanciulli, prometteva d'interessarsi perchè ad un'istituzione così vantaggiosa venisse concessa la Medaglia d'Onore che la Repubblica tributa ai benemeriti della pubblica istruzione. Ed in vero, pochi giorni dopo, giungeva l'onorificenza accompagnata dal seguente diploma
Il Presidente degli Stati Uniti di Venezuela, in attestato dei distinti servigi che il rev. sac. Enrico Riva, direttore del Collegio Convitto Salesiano di questa Capitale, prestò nella causa della Pubblica Istruzione, concede allo stesso la Medaglia d'Onore per l'istruzione pubblica, creata con decreto del 18 febbraio 1894, onde la tenga e ne usi come attestato della gratitudine popolare.
Caracas, 16 di agosto 19o5 - Anno 95° dell'Indipendenza e 47° della Federazione.
CIPRIANO CASTRO.
CORDOBA (Repubblica Argentina) - II Collegio Pio X, inaugurato, come dicemmo, recentemente, continua a dare le più grandi speranze. Il 24 giugno vi si celebrò la festa di S. Luigi, alla quale si volle far precedere una novena, che fu una piccola missione per i ragazzi che si preparavano alla Prima Comunione e per tutti gli altri. Il giorno 24 celebrò la S. Messa il rev.mo can. Edoardo Ferreira, segretario di Mons. Vescovo. Trentadue fanciulli fecero la Prima Comunione, ed altri quaranta li accompagnarono, accostandosi ai SS. Sacramenti. Fu la prima festa solenne che si celebrò in quell'Oratorio. Nel pomeriggio, dopo la dottrina e la benedizione, vi fu un piccolo trattenimento accademicodrammatico in onore di S. Luigi ed in ossequio all'Ecc.mo Mons. Vescovo, Fr. Zenon Bustos, che si degnò recarsi tra i nostri per passare alcune ore in compagnia dei suoi piccoli figli dell'Oratorio Festivo. Erano presenti anche numerosi Cooperatori e Cooperatrici. Tutto andò a meraviglia; ma come disse Mons. Vescovo, il numero più bello del programma, per lui e per tutti, fu il gran numero di ragazzi presenti, che erano oltre cinquecento !
Ai primi di luglio si apersero le scuole diurne e di già son 40 gl'inscritti, per cui si fa un poco d'oratorio tutte le sere con catechismo per gli aspiranti alla Prima Comunione. Intanto il benemerito comitato dei Cooperatori e Cooperatrici lavora alacremente per cominciare l'edifizio delle Scuole di Arti e Mestieri.
CUYABA (Matto Grosso) - Nella Gazzetta Ufficiale dello stato del Matto Grosso (Brasile), leggiamo una cara notizia che fa molto onore al Collegio S. Gonzalo di Cuyabà , che ultimamente aveva l'onore di venir pareggiato al Ginnasio-liceo nazionale; la consegna cioè del diploma di baccalaureato in belle lettere e scienze a sei giovani mattogrossesi, allievi dello stesso collegio.
La cerimonia ebbe luogo il 3o luglio u. s. alla presenza di S. E. il Presidente dello Stato, del suo segretario, del Delegato del Governo presso il collegio pareggiato, e di un gran numero di signore e signori della città.
Tutti i giornali furono concordi nel constatare l'importanza di questo fatto, foriero di liete speranze per l'avvenire dello stato di Matto Grosso. Anche dalle più lontane città della Repubblica degli Stati Uniti del Brasile giunsero telegrammi di felicitazioni ai nostri confratelli di Cuyabà, fra gli altri uno di S. E. Rev.ma Mons. Nunzio Apostolico dalla città di Petropolis.
Dopo il giuramento dei nuovi baccellieri, vennero distribuiti i premii agli altri convittori del Collegio.
I nomi di tutti i giovani premiati, insieme coi bellissimi discorsi recitati nella felice circostanza, vennero raccolti in un bel volumetto, ricco di svariate incisioni, nitidamente stampato dalla Scuola Tipografica dello stesso Collegio.
ESTAçAO COLONIA (Pernambuco-Brasile) - S. E. R. Mons. D. Luigi de Britto, Vescovo diocesano, il 19 agosto u. s. rallegrava di una preziosa sua visita i giovanetti del Collegio S. Gioachino, già da un anno trasferito, come dicemmo, da Pernambuco ad Estaçào Colonia. Sua Eccellenza pontificò nel giorno 20, festa del Titolare dell'Istituto, e prese parte alla solenne processione della sera. La sua permanenza, protratta fino al giorno 23, ripiena delle più soavi dimostrazioni di affetto paterno, sarà sempre tra i più cari ricordi di quei buoni giovanetti.
GUAYAQUIL (Equatore) - Conferenza Salesiana. - Un nuovo Oratorio Festivo. - La festa di Maria Ausiliatrice a Guayaquil riuscì al di là d'ogni aspettazione. Si premise la Conferenza ai Cooperatori, e la tenne nell'ampia cattedrale il rev.mo Mons. Vicario Generale, Dr. Segundo Alvarez Arteta. L'esimio oratore intrattenne lo scelto e numeroso uditorio sulla missione santa del cooperatore, specialmente nel campo sociale. Furono elette pubblicamente dieci nuove zelatrici tra le più benemerite signore della città, ciascuna delle quali s'incaricò di raccogliere sotto il manto di Maria Ausiliatrice almeno dieci nuovi cooperatori ; tutte poi si unirono in Comitato, che si radunava due giorni dopo la conferenza nel salone della ven. Curia Ecclesiastica, per trattare del modo pratico di favorire l'Opera Salesiana. Si riconobbe a prima vista la necessità di fondare un oratorio festivo Infatti, il giorno di Pentecoste nella chiesa del S Cuore di Gesù, situata nel quartiere più popolato della città, si die' principio all'opera. Per ora si tratta solo d'un'ora di catechismo domenicale; ma appena si avran mezzi e personale, s'incomincerà in tutta forma l'Oratorio. Intanto il Comitato lavora con entusiasmo ; e c'è tutto a sperare per un grande sviluppo dell'Opera Salesiana in quell'importantissima città.
La festa di Maria Ausiliatrice si celebrò nella chiesa di N. S. della Mercede messa gentilmente a nostra disposizione dai RR. Padri Mercedari. Disse il panegirico il prelodato Mons. Alvarez Arteta, il quale in una serie di quadri stupendi sui punti più salienti della storia della Chiesa, presentò la Vergine come Ausiliatrice sempre intenta a soccorrere il popolo cristiano.
NEW=YORK - Nella chiesa della Transfigurazione a Mott Street il 28 settembre ebbero luogo per cura dei nostri confratelli solenni funerali in suffragio delle vittime del terribile terremoto di Calabria.
La chiesa parata severamente a lutto, ispirava mestizia e raccoglimento. Nel mezzo di essa era situato il tumulo circondato da grossi ceri.
Alle ore io cominciarono le sacre funzioni. La messa solenne venne celebrata dal nostro D. Garassino assistito dai RR. D. Graziano e Don Raimondo.
Dopo il Vangelo il rev. G. Militello lesse dal pergamo un bellissimo discorso. Il valoroso oratore, con frasi vivissime, dopo di aver ricordato il terremoto in Calabria di io anni or sono, ritrasse a vivi colori lo stato di desolazione e di squallore, nel quale si trovano oggi i nostri sventurati fratelli per la nuova sciagura che li ha colpiti. Narrò alcuni episodii commoventi verificatisi nei luoghi del disastro, e mise in rilievo le condizioni di quella sventurata regione, che già estenuata per la emigrazione e per parecchie altre cause sperava quest'anno in una buona raccolta. Con nobili parole elogiò l'opera di tutti quelli che concorsero a lenire la sventura, specialmente dei soldati, che dettero prova di eroismo e di abnegazione. Ricordò il dolore provato dal Sommo Pontefice nell'apprendere la triste nuova e la sua generosità nel soccorrere i superstiti. Plaudì al Sovrano, che seguendo gli esempi dei suoi antenati, accorse subito sul paese del dolore, e rese grazie a tutti coloro che lontani dalla patria in questa dolorosa circostanza si sono adoperati e si adoperano per raccogliere soccorsi. Dopo alcune considerazioni morali, l'oratore che disse sempre con voce commossa, pose termine al suo discorso facendo voti perchè il Sommo Dio, accogliendo benevolmente le preci per le anime dei colpiti, li ricevesse nel suo seno.
Terminata la messa, venne impartita l'assoluzione al tumolo.
Alla funebre commemorazione intervenne il Regio Console di New York conte Ribaudi Massiglia, molti sacerdoti fra i quali il rev. Crociata , i PP. Francescani, il rev. Bonaventura, ed i rappresentanti la stampa.
Si fece anche una colletta pei danneggiati, che venne elencata nella sottoscrizione aperta a tal fine dall'Italiano in America.
La signora Eugenìa Turina ved. Costamagna.
IL 1° d'ottobre, dopo brevissima malattia, munita dei conforti religiosi, spirava nella sua villa di Rastel Verde a Pozzo Strada, presso Torino, questa nostra insigne benefattrice.
Avendo udito dal labbro di D. Bosco, che fa più lume una candela avanti i nostri passi che due di dietro, ossia che è molto meglio far un po' di carità in vita che aspettare a lasciarne di più per dopo morte, la sig. Eugenia Costamagna fu sempre generosa soccorritrice di vari pii istituti e di molte povere famiglie.
Nell'anno 1898, nell'occasione in cui si formò il Comitato Promotore dell'Omaggio Internazionale all'Opera di D. Bosco nel primo decennio dalla morte del nostro buon Padre, noi ammirammo il vivo interesse e il profondo affetto che la buona signora aveva per le Opere Salesiane. Ma la sua memoria sarà presso di noi in benedizione, particolarmente per le disposizioni della sua estrema volontà con le quali venne provvidenzialmente, in momenti gravissimi, in aiuto al venerato nostro Superiore (1).
Pertanto colla massima riconoscenza imploriamo una fervida prece da tutti i Cooperatori pel riposo di quell'anima caritatevole, per la quale abbiam fatto e faremo ancora copiosi suffragî.
Ai suoi funerali, insieme coi giovani studenti dell'Oratorio, prese parte anche una rappresentanza dei nostri confratelli della Chiesa di S. Giovanni Evangelista, nella quale la religiosa signora, negli ultimi anni di sua vita, si vedeva con esemplare pietà compiere le sue divozioni. E per lei, in segno di eterna gratitudine, il 9 corrente, ultimo giorno dell'Ottavario di tutti i fedeli defunti, noi celebreremo un solenne ufficio funebre nel Santuario di Maria SS. Ausiliatrice.
Niuno dei nostri lettori ricusi una speciale preghiera pel riposo della compianta signora Costamagna.
Il prof. Giuseppe Tacci.
CoL prof. Giuseppe Tacci, spirato nel bacio del Signore, il 25 settembre u. s. a Mogliano-Marche, è scomparsa un'illustre figura di credente e di dotto.
Era nato il 25 dicembre 1821 a Tolentino. Di ferrea volontà e di forte ingegno, ventenne appena conseguì ad honorem la laurea di filosofia nella pontificia Università di Macerata ; dove, nel 1845, ottenne pur quella di giurisprudenza. Fino al '6o, insegnò nelle pubbliche scuole di Sinigaglia e di Tolentino, con plauso ed ammirazione; ma caduto il Governo Pontificio, amò ritirarsi a Mogliano, per consacrarsi interamente all'amore e all'educazione della sua numerosa figliuolanza. Però non abbandonò la letteratura, la giurisprudenza, nè la filosofia tomistica, del cui rapido rifiorire per l'impulso datole da Papa Leone XIII , vivamente si compiaceva. Infatti pubblicò in varie circostanze alcune monografie letterario-filosofiche pregevolissime. Così pure portò sempre il largo contributo della sua prudenza e della sua rettitudine in seno alle civiche amministrazioni, che furono ben felici di avvantaggiarsene.
Ma la gemma più fulgida nella corona dei meriti non comuni della benedetta memoria del prof. Tacci fu la profonda e costante pietà, da cui fu alimentata tutta la sua vita. E in premio di così rara pietà, volle certo il Signore che gli ultimi istanti di lui moribondo fossero una continua e commovente preghiera, cui solo la morte potè troncare sul suo labbro. Fortunata la società, se potesse contare molti uomini della tempra di quest'esimio cooperatore !
I suoi funerali riuscirono un plebiscito di affettuoso rimpianto, come solennissima riuscì la funzione di trigesima. Il municipio di Tolentino, in un'adunanza consigliare, commemorò splendidamente l'illustre suo patrizio alla presenza del figlio, avv. Pacifica Tacci, pur esso Consigliere, che ringraziò commosso.
Alla vedova consorte, ai figli, specialmente all'Ecc.mo Delegato Apostolico di Costantinopoli, Mons. Giovanni Tacci, Arcivescovo titolare di Nicea, e a tutti gli addolorati congiunti le nostre più vive condoglianze.
Il sig. Antonio Farìna.
UN'altra perdita dolorosa ha fatto la famiglia del Bollettino, nella persona del sig. Antonio Farina, tipografo-compositore.
Colto da terribile malattia alcuni anni or sono, non se n'era del tutto ristabilito ; tuttavia potè continuare sul lavoro fin quasi alla metà di ottobre, quando lo sorprese un'ostinata polmonite, che in due settimane lo trasse alla tomba. Si spense nel pomeriggio del 26 ottobre, munito di tutti i conforti della Religione.
Antico allievo dell'Oratorio, ebbe sempre per l'Opera di D. Bosco un affetto riconoscente. Un suffragìo per l'anima sua.
Ai congiunti, massime al fratello, sig. Don Carlo Farina, Ispettore delle Case Salesiane dell'Emilia, l'espressione sincera del nostro più vivo rimpianto.
Il sìg. Barone del Marmol.
UN affettuoso ricordo anche pel compianto sig. Barone del Marmol, nato a Ensilval nel Belgio e morto a Roma in età di 72 anni.
Cameriere di numero di cappa e spada del S. Padre Pio X, membro del Consiglio superiore di S. Vincenzo dei Paoli, fu per sempre un nostro zelante Cooperatore. Noi speriamo che egli abbia già ricevuto il guiderdone della sua vita esemplare ; tuttavia lo raccomandiamo particolarmente in questo mese ai suffragi dei nostri lettori.
(1) Una voce molto inesatta, raccolta forse con nostro danno da quasi tutti i giornali, esagerò di molto la cosa. Fosse vero che il povero D. Rua arrivasse a liquidare quasi tutti i suoi debiti (N. d. R.)
ANIME lacrimate dei nostri morti, per voi abbiamo pregato, per voi pregheremo in questo mese...
Ma pel gemito che agita il nostro cuore, pei sospiri coi quali più clemente v'invochiamo Iddio, mercé vostra, su noi scendano in maggior copia le. benedizioni del Cielo !
Dal I maggio al I luglio.
Bregliani Sacerdote, teologo - Coldirodi, Portomaurizio. Bresciani D. Simone - Careggine, Massa Carrara. Brizzolari Antonio - Galbiate, Como. Butti Emilia - Barzio, Conto.
Caffo Luigia - Susa, Torino.
Calderolo Gerolamo - Torino.
Campoantico Suor M. Agata, Sup. Maestre Pie - Genova. Cappelletti D. Adamo, prevosto - Quinzano d'Oglio. Camprendon contessa Antonietta - Torino. Cautele P. Francesco - Borgoricco, Padova. Cantoni D. Giuseppe - Agrino, Brescia. Caraglio D. Francesco, priore - Boves. Cuneo. Carmas Ottavia - Cagliari.
Carnevale-Schiancu Maddalena fu B. Gambolò - Pavia. Casoli cav. Pier Biagio, dottore in legge -- Modena. Castelli di Carcaras Emilia - Torino. Cariati Vittore, chierico - Seregno, Milano. Cattani D. Biagio, prevosto - Gordola, Svizzera. Cavallo Francesco - Borgo S. Dalmazzo, Cuneo. Cerino Camillo - Torino.
Cervini Luisa - New jersey, America N. Cerutti Giovanna - Torino.
Cereseto Suor Metilde - Costa d'Ovada, Alessandria. Chiaverino D. Antonio - Alice Castello, Novara. Cifelli P. Cosmo, Minore Conventuale - Castelpetroso. Cignetti D. Gio. Battista, parr. - Montestrutto, Torino. Civalli D. Massimo, canonico - Sanginesio, Macerata. Concato Celeste - Pugnello, Vicenza. Coppo Martino - Tricerro, Novara. Cremi Eleonora - Rimini, Forlì. Cuppari Marianna - Chiaravalle, Ancona. Dallora Angela - Negrar, Verona. Danna Maddalena - Champorcher, Torino. D'Antona D. Gaetano, canonico - Riesi, Caltanisetta. De Candido Emilio - S. Stefano del Comelico, Belluno. De Marmol, baronessa - Roma. Di Rovasenda contessa Paolina - Torino. Diversi D. Luca, parroco - Mezzano, Ravenna. Dogliotti Cristina - Torino. Duina D. Antonio Silvino, parr. - Abbadia Alp., Torino. Elia Teol. D. Paolo, rettore - Torino. Fachinotti Amilcare, chimico - Candia Lomellina, Pavia. Falciola Carlo - Treviglio, Bergamo. Fazzi Angela - Castelnuovo di Magra, Genova. Federici D. Paolo - Fossa Caprara, Cremona. Ferrara D. Giuseppe, canonico - Salerno. Ferrari-Parigi Francesca - Verdello, Bergamo Ferraris Giuseppe - Nizza Monferrato, Alessandria. Ferraro Paola - Montemagno, Alessandria. Ferrei D. Pietro, parroco - Venezia. Ferri Giuseppe - Cerreto Basso, Bergamo. Ferrero Antonio - Torino. Foschia Giovanni, chierico - Ceseriis, Udine, Frare D. Giacomo, parroco - Refrontolo, Treviso. Gallo Catterina - Molare, Alessandria. Gamba Carlo, avvocato - Fossano, Cuneo. Garbari Pio - Trento, Tirolo. Gardetto Maria in Pistonato - Bosconero, Torino. Generoni Domenico - Castevoli, Massa Carrara. Geraudo Bartolomeo - Bibbiana, Torino. Giacoletto-Boggio Gaspare - Pont Canavese, Torino. Giacopuzzi Francesca - Prun, Verona. Giardino Andrea, proto - Torino. Gini Aniceta V.a Peretti - Bologna. Giovanzani Carlotta - Milano. Girris-Perreti Aniceta - Ceneselli, Rovigo. Grazzini Enrichetta V.a Morelli - Firenze. Grienti Francesco - Noto, Siracusa. Griva Francesco - Torino. Lanza Luigi, farmacista - Torino.
Lardoni D. Desiderio, maestro - Falconara Marittima. Lombardi Achille, avvocato - Marcorengo, Torino. Lugli D. Emilio, rettore - Quartirolo, Modena. Magliani Felicita - Dogliani, Cuneo. Manara Carlo, canonico - Ancona. Marcante D. Gio. Batt., rettore - Busiago. Padova. Marone Dott. Giuseppe - Maranola, Caserta. Massarini Cesare, can. arcidiac. - Pesaro, Pesaro Urbino. Menegollo Angelo - Nova Padova, Brasile. Milesi D. Battista - Branzi, Bergamo. Molina Francesco - Torino. Monfrinotti Giovannina - Tornaco, Novara. Monti D. Salvatore, canonico - Como. Motti Letizia - Roggiano, Como. Naccari D. Luigi - Venezia. Neirotti Giovanna m. Botta - Torino. Niello Sacerdote - Ormea, Cuneo. Niello D. Gio. Antonio, rettore - Albera, Cuneo. Ninzatti Mons. Gio. Battista, Vicario Generale - Belluno. Oliveri D. Francesco, maestro - Carentino, Alessandria. Ottelio Catterina - Rivignano, Udine. Ottini D. Gio. Batt. - Osasio, Torino. Ottino Giovanna fu Domenico - Rivarolo Can., Tori,c, Padre Angelo Rossi - Secondigliano. Napoli. Pagliotti Antonietta - Cuorgnè, Torino. Pallavicini Elena - Brescia. Pariani-Borgomaneri Andromaca - Varese, Como. Pautasso Anna V.a Grelia - Osasio, Torino. Pavese Luigia - Calliano, Alessandria. Pecorari Rosa - Monticelli d'Ongina, Piacenza. Peradotto D. Luigi, canonico - Cuorgnè, Torino. Peraldo Casimiro, bibliotecario - Torino. Pellegrinelli Maria - Angolo, Brescia. Perghei Maria - Porto Allegre, rasile. Petrazzini Epifanio - Sarteano, Siena.
Pierro Salvatore, studente - Tursi, Potenza.
Pigozzi D. Pellegrino - S. Pietro in Querzolo, Reggio Em. Pinardi Carlo, pizzicagnolo - Gottolengo, Pinciroli D. Giuseppe, parroco - Miradolo, Pavia. Pittarello Antonio - Villanova d'Asti, Alessandria. Pizzala D. Giuseppe - Sant'Agata, Como. Porceddu Francesca - Cagliari.
Porcellotti D. Carlo, pievano - Rassina, Arezzo. Praconi D. Gaetano, arcip. V. For. -S. Maurizio in Valle. Previtali D. Luigi, parroco - Berbenno. Ramella Quirica - Chiavazza, Novara. Rebora Teresa n. Ghigliotti - Bolzaneto, Genova. Rinaldi Benedetta, Sup. Orsoline - Lubiana, Carniolo. Risso Rosa - Vallereggia, Genova.
Romanelli Aurelia - Ponte S. Marco, Brescia. Romanzecchini Marietta - Suna, Novara. Rossi Catterina - Carsi, Genova.
Rota-Rossi Luigia - Bergamo.
Rotanzi Serafina - Peccia, C. Tirino. Rovida Rachele - Lodi, Milano.
Rutiloni nobil uomo cav. Enrico -- Tolentino, Macerata. Sanna Maria Rita - Barumini, Cagliari.
Satta Elisa fu Efisio m. avvocato Pischedda - Oristano, Savin Maria - Brisogne, Torino.
Scalas Marietta m. Podda - Cagliari.
Selva Margherita fu Giuseppe - Barzio, Sondrio. Selva Margherita fu Giuseppe - Cortabbio, Como. Selva Margherita fu Giovanni - Cortenova, Como. Sipari comm. Carmelo - Alvito, Caserta Squazzini Angelo - Novara.
Suor Maria Filomena Cravosio, Domenicana - Mondovì. Talice-Blesi Teol. D. Bartolomeo, curato-Pistoia, Firenze. Tallone D. Stefano, arciprete - Gerbo, Cuneo. Tavarotto Teodosia - Nova Padova.
Tommasi Luigi - Villanova del Ghebbo, Rovigo. Toppazzini Pietro, chierico- S. Daniele del Friuli, Udine. Vaggione Catterina - Casalgrasso, Cuneo. Valle Agostino - Cogoleto, Genova. - Vassallo D. Gio. Antonio - New jersey, America N. Venturi Luigi - S. Martino Buonalbergo, Verona. Verra Francesco - Dronero.
Vescovi D. Andrea, rettore- Valmadonna, Alessandria. Vigna Vedova - Rivarolo Canavese, Torino. Volponi D. Gio. Battista. parroco - Ancona. Zaccagnini Virginia - Ascoli Piceno.
Zanatti Borrolo fu Felice - Prun, Verona. Zenoni Luigi - S. Leonardo Linarolo, Pavia.
dal I° luglio al 15 ottobre.
Accardi D. Vito, cappellano -Mazzara al Vallo, Trapani. Adami avv. Pietro - Roma. Airoldi Carlo fu Filippo - Ranco, Como. Albertengo Maria V.a Giacc. - Bibiana, Torino. Aloj Giuseppe fu Salvatore - Reggio Calabria. Angelini avv. Gennaro - Albano Laziale, Roma. Annoni Giulia V.a Buccellati - Milano. Anselmo Matilde - Murisengo, Alessandria. Arsini D. Mattia - Ussita Villa, Macerata. Atzeni Maria - Collinas, Cagliari. Avezzi D. Vittorio, professore - Rovigo. Baldrecchi D. Geremia, parroco - Casone, Firenze. Balducci D. Agostino, parroco - Monte Colombo, Forla. Barci D. Giuseppe, parroco - Udine. Baresani Maria - Quinzano d'Oglio, Bescia. Baricalla Giovanni di Giuseppe - Igliano, Cuneo. Bayer D. Francesco, arciprete - Como. Bazzi Luigia - Cassano d'Adda, Milano. Bergamaschi Laura - Martinengo, Bergamo. Berta Teobalda fu Batt. - Celle Enemondo, Alessandria. Bernardi D. Simone - Collegarola, Modena. Bilancioni D. Angelo, parroco - Rimini. Bincoletto Francesco - Voghera. Bistacco D. Luigi, canonico - Treviso Bobbio cav. Luigi, dottore - S. Benigno, Torino. Bonicelli Giuseppina - Vilminore, Bergamo. Bonifacio D. Domenico, canonico - Pirano, Istria. Bonin D. Gio. Giuseppe, parroco - Praly, Torino. Bordoni D. Lorenzo, arciprete - Corniglia, Genova. Bozzala Clara - Biella.
Braga Francesco - Nibbiano, Piacenza. Brizio Giacomo - S. Vittoria d'Alba, Cuneo. Brunelli Serafino - Treviglio.
Buonsignore D. Vito, beneficiato - Mazzara del Vallo. Caccialupi-Olivieri D. Pellegrino, canonico - S. Severino. Caffici D. Giovanni - Cassinese, Catania. Cagliano D. Ilario - S. Anna, Torino. Callegari Marietta fu Giovanni - Civalegna, Pavia. Campi Francesco - Mornese, Alessandria. Campregher D. Angelo, cooperatore - Lago, Tirolo. Canali Giovanni - Parma.
Cangialosi Filippa - Tunisi, Africa
Cannone D. Saverio, canonico - Andria, Bari. Cao contessa Giovannina - Cagliari. Capello Giovanni - Caramagna. Cappa Delfina Maria - Mortara. Carderina Catterina - Moncalieri.
Carletti D. Luigi, parroco - Montalcino, Siena. Carli D. Pietro, curato - Cecchini, Udine. Casini D. Amadio - Petrazzi, Firenze. Cattaneo D. Ottavio - Londrino, Svizzera. Cattaneo Giovanni - Romentino, Novara.
Cazzola Antonio fu Francesco - Monte di Malo, Vicenza. Cerini D. Giuseppe, arciprete - S. Genesio, Pavia. Ceschi conte Luigi - Trento. Chiantia Salvatore - Tunisi. Chiavarino D. Antonio - Alice Castello, Novara. Chiaventone D. Giuseppe, priore - Collegno, Torino. Chiaverotti D. Giacinto, canonico - Torino. Chiavetti Vincenza - Torino. Chist D. Giovanni - Osoppo, Udine. Cicerchia Teresa V.a Motarsolo - Roma. Cignetti Carlo fu Antonio - Strambino, Torino. Cinzano cav. Enrico - Torino. Clara Marietta - Torino.
Coggese cav. Giacomo, dottore - Napoli. Coleschi Agostino Emilio - Valle Pompei. Collao Carolina - Pentone, Catania. Colletta Giovanni - Busca, Cuneo. Colombo D. Luigi, canonico - Milano. Colomba Francesco, vetraio - Bollate, Milano Coppa D. Giuseppe, pro-parroco - Trenno, Milano. Cordenonsi Matilde - S. Castiano del Meschio. Cotti-Cometti Elisabetta - Artogne, Brescia. Crotta Luigia, negoziante - Ivrea. Damoli Egidio - Negrar, Verona.
Deaci Giazzarini Eufrasia - S. Felice Circeo, Ronza. De Andrea Pietro Antonio - Torino. Defilippi D. Gaetano, prevosto - Lardirago, Pavia. Del Banco D. Leonardo - Bordano, Udine. Demarchi N. N. - Galliate, Novara. Dequigiovanni D. Angelo - Pianezza del Lago. Della Rovere Maria - S. Damiano d'Asti. Dettori Murgia avv. Giuseppe - Oristano. Di Giovanni can. Francesco - Roma. Dini Amedeo - Pistoia, Firenze. Di Nuccio Marietta - Messina. Donnacumna Donna Carmela - Torre Annunziata. Duina Angela - Brescia.
Facchetti P. Luigi, M. C. - Roma. Fantinati Maria - Padova.
Fasani Maria - Marano di Valpolicella. Fasoli-Bonomo Luigia - Verona.
SALGA in odore di soavità il profumo delle nostre preghiere l...
L'ultimo tributo dell'uomo si arresta al cadavere; quello del cristiano passa al di là e sorregge l'anima per i sentieri eterni
Pater, Ave, Requiem.